Roma non è stata costruita in un giorno, tanto che le sue viscere nascondono ancora tantissimi antichi tesori da scoprire. E non a caso un team di archeologici ha riportato alla luce dei reperti importantissimi, presso quello che un tempo era il sito del Foro di Cesare.
La scoperta
I ricercatori hanno trovato una fossa sepolta di rifiuti sanitari risalenti al Rinascimento, e quindi appartenenti al XVI secolo d.C. Si tratta di scarti dell’Ospedale dei Fornari fondato nel 1564 nella vicina Piazza della Madonna di Loreto.
Dagli scavi sono emerse attrezzature mediche, contenitori di medicinali in ceramica e statuette che forse rappresentavano effetti personali. Un lavoro importantissimo ed effettuato da un gruppo di ricerca guidato dall’archeologa Cristina Boschetti dell’Università di Aarhus in Danimarca.
Secondo la loro opinione, questa discarica fu utilizzata per liberarsi di quegli oggetti ritenuti potenzialmente infettivi. L’obiettivo era perciò limitare la diffusione delle epidemie.
La scoperta non è da sottovalutare in quanto potrebbe aiutare a capire meglio come funzionava il sistema di smaltimento dei rifiuti medici durante il maestoso periodo del Rinascimento, in quella che era (ed è anche oggi) una città densamente popolata.
Gli oggetti personali rinvenuti comprendevano una statuetta di un dromedario, medaglie devozionali, monete, fusi e un rosario. La camera che celava questo contenuto era rivestita di mattoni profonda circa 2,8 metri, e le recenti indagini recentemente effettuate hanno rivelato che risaliva al XVI secolo d.C.. Pare, infatti, che non fosse stata utilizzata né prima né dopo la deposizione degli oggetti in essa rinvenuti.
Sono emersi, tra le altre cose, anche frammenti rotti di vetro e ceramica, piccoli vasi in ceramica, figurine in terracotta, medaglie devozionali, vortici rotanti e un singolo grano, probabilmente da un rosario. C’erano anche diversi morsetti di piombo che venivano usati negli accessori per mobili e una quantità di legno carbonizzato.
Si ritiene che tali effetti personali appartenessero ad alcuni pazienti deceduti durante il ricovero a causa di una malattia infettiva, come la peste. Mentre i frammenti di legno bruciati e i morsetti di metallo, dovrebbero indicare quella che evidentemente era una normalità dell’epoca: bruciare mobili e altri oggetti appartenuti alle persone che soffrivano di malattie trasmissibili, per scongiurarne la diffusione.
Perché è una scoperta particolarmente importante
La scoperta che è stata da poco rivelata è di grande interesse archeologico perché la maggior parte degli gli scavi, condotti a Roma fino a questo momento, si sono concentrati soprattutto sul periodo più antico, come quello dei fasti imperiali di 2.000 anni fa.
Molte meno informazioni si hanno sul periodo rinascimentale. Per questo motivo scoperte di questo tipo sono un perfetto punto di partenza per comprendere più a fondo il modo in cui i nostri antenati combattevano le malattie infettive.
Del resto all’epoca non c’erano le “armi” e le conoscenze che abbiamo oggi. E durante il Rinascimento, a differenza dell’epoca attuale in cui abbiamo sviluppato un vaccino nel giro di anno grazie al progresso scientifico e tecnologico, le città europee erano spesso esposte a epidemie di malattie gravi e trasmissibili, e per questo la combustione e l’isolamento rappresentavano il metodo migliore per ridurre il rischio sanitario, soprattutto nei grandi contesti urbani come la città di Roma.