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La classifica delle città più digitali d’Italia

Le città italiane sono nel pieno di una rapida evoluzione tecnologica, con un crescente impegno nell’integrazione digitale delle infrastrutture e dei servizi urbani. A guidare la trasformazione sono otto città capoluogo (Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Modena, Roma e Venezia) che emergono come leader nell’innovazione digitale secondo i risultati di ICity Rank 2024, la ricerca annuale di FPA.

La classifica, presentata durante il FORUM PA Città, fotografa lo stato della digitalizzazione nei 108 Comuni capoluogo italiani, e sottolinea i progressi compiuti e le sfide ancora aperte.

Tre dimensioni per valutare la digitalizzazione urbana

L’analisi del rapporto si basa su tre dimensioni fondamentali, sviluppate tramite 39 indicatori e circa 200 variabili:

  • Amministrazioni digitali: misura la digitalizzazione delle attività amministrative, dalla fruizione dei servizi online all’adozione di piattaforme nazionali;
  • Comuni aperti: valuta la trasparenza e l’accessibilità mediante l’uso di social media, open data e applicazioni mobili;
  • Città connesse: si concentra sui servizi urbani digitali, come lo sviluppo di reti di connessione, sensori e strumenti per l’elaborazione dei dati.

Le otto città “full digital” si distinguono per aver superato il punteggio di 75/100 in tutte e tre le dimensioni, affermandosi come esempi di eccellenza.

Il podio delle eccellenze digitali

Tra le città al vertice della trasformazione digitale, Genova guida l’indice “Amministrazioni digitali” con 87/100, seguita da Cremona, Firenze e Pistoia. Bologna, invece, domina la classifica dei “Comuni aperti” insieme a Firenze e Torino, tutte con il massimo punteggio di 85/100. Infine, l’indice “Città connesse” vede in testa Bologna, Cagliari e Milano con 92/100, seguite da Modena e Padova.

Le città in crescita: verso la piena digitalizzazione

Accanto alle leader, 30 città si sono classificate come “altamente digitalizzate”, con punteggi superiori a 75/100 in almeno due dimensioni. Tra queste spiccano realtà come Brescia, Parma, Reggio Emilia e Trento, che si avvicinano alla maturità digitale. Altre 42 città, definite “in transizione”, stanno compiendo passi significativi nell’adozione di tecnologie digitali, ma con risultati ancora differenziati a seconda delle dimensioni analizzate. Un esempio emblematico è Caltanissetta, che registra un incremento straordinario di 78 posizioni nell’indice “Amministrazioni digitali”.

Nord e Sud sempre più vicini

Uno degli aspetti più interessanti di ICity Rank 2024 è la progressiva riduzione dei divari tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli centri urbani. Il Mezzogiorno ha fatto registrare un sensibile miglioramento nell’indice “Amministrazioni digitali”, riducendo la distanza con il Nord a soli 11 punti (61/100 contro 72/100).

Allo stesso modo, la differenza tra grandi città e piccoli Comuni è scesa a 11 punti dai 14 dello scorso anno. Tuttavia, permangono disparità significative negli altri indici, con differenze che superano i 30 punti tra grandi e piccole città.

L’importanza delle città medie

Sei delle otto città “full digital” sono metropoli, ma le città medie giocano un ruolo cruciale nell’innovazione. Bergamo e Modena, in particolare, si confermano tra i leader della digitalizzazione. La categoria include anche Rimini, Trento e Reggio Emilia, che mostrano un dinamismo capace di trainare l’intero sistema urbano verso standard più avanzati.

La sfida dell’innovazione

ICity Rank 2024 evidenzia un progresso complessivo nei punteggi medi, grazie anche agli investimenti del PNRR, che hanno accelerato la digitalizzazione amministrativa. Comunque, le sfide rimangono importanti, soprattutto nelle dimensioni “Comuni aperti” e “Città connesse”, dove le differenze territoriali restano marcate.

Con un panorama urbano in costante evoluzione, l’Italia si avvicina sempre più a una gestione digitale delle città, capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini e di competere a livello europeo.

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Natale a Milano, tanti appuntamenti ed eventi carichi di magia

Milano a Natale si trasforma in un luogo incantato, dove tradizione e modernità si incontrano sotto un cielo illuminato da migliaia di luci scintillanti. La città meneghina, già affascinante di per sé, durante le Festività sprigiona un’atmosfera impossibile da sperimentare altrove: le strade si ammantano di decorazioni, i mercatini colorano le piazze tra profumi e sapori autentici, e ogni via racconta una storia ricca di calore.

In questo articolo, vedremo cosa fare, cosa vedere e tutte le informazioni utili per vivere al meglio la magia del Natale a Milano.

Cosa fare a Milano a Natale

Come accennato, il capoluogo lombardo durante il Natale si veste di magia e calore e vanta un’infinità di esperienze per tutti i gusti che la rendono ancora più speciale, un vero e proprio “palcoscenico di emozioni”. Ecco, allora, una selezione delle proposte più coinvolgenti per immergersi appieno nell’incanto del Natale milanese.

Il Mercatino di Natale in Piazza Duomo

Dal 1 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 22.00 l’iconico Mercatino di Natale in Piazza Duomo, con le caratteristiche casette in legno che propongono il meglio delle decorazioni natalizie, dell’artigianato italiano, interessanti idee regalo e golosi dolci tipici come panettone, torrone e vin brulé.

Per i più piccoli non può mancare una tappa presso la Casa di Babbo Natale (con eventi dedicati) e per tutti una piacevole sosta davanti al Presepe a grandezza naturale.

La Fiera degli Oh Bej! Oh Bej!

Oh Bej! Oh Bej

Fonte: Ph @Andrea Izzotti – iStock

Oh Bej! Oh Bej a Milano

Dal 5 all’8 dicembre, non si può non segnalare la tradizionale Fiera degli Oh Bej! Oh Bej!, nella cornice di Piazza Castello, organizzata in occasione di Sant’Ambrogio, patrono della città, festeggiato il 7 dicembre.

Potrete trovare oggetti d’artigianato, giocattoli antichi, dolciumi e prodotti tipici lombardi, nonché fiori, opere in ferro battuto, rame e ottone, libri d’epoca e le immancabili caldarroste, che sprigionano il loro profumo avvolgente, e i “Firunatt” o “Firòn”, le tradizionali collane di castagne affumicate, simbolo della festa più amata di Milano.

Il Villaggio delle Meraviglie

Anche quest’anno, presso i Giardini Indro Montanelli a Porta Venezia, si apre il Villaggio delle Meraviglie, per tutto il periodo delle Feste (fino al 6 gennaio) con ingresso libero.

Luci calde, vialetti decorati, musiche natalizie, la Casa di Babbo Natale, la giostra dell’albero di Natale con cui ammirare dall’alto i giardini illuminati, eventi giornalieri e la favolosa pista di pattinaggio sul ghiaccio dove è disponibile il noleggio dei pattini in loco.

I chioschi riscaldano con cioccolata calda e dolci.

Il Banco di Garabombo

Mai come oggi scegliere regali equo solidali rappresenta un gesto importante, capace di fare la differenza.

Per chi desidera unire sostenibilità e solidarietà, il Mercato Natalizio Banco di Garabombo è l’appuntamento ideale. Fino al 6 gennaio, ogni giorno dalle 9:00 alle 20:00, il piazzale di via Marco Pagano si trasforma in un luogo speciale dove trovare prodotti unici. Sotto il grande tendone, vi attendono innumerevoli idee regalo: dagli accessori e capi di moda etica alla cosmesi naturale, passando per oggetti per la casa e libri per ogni età. I prodotti alimentari non mancano e spaziano tra le eccellenze Made in Italy e sapori esotici come il cous cous e i pregiati datteri medjoul.

Un’occasione perfetta per fare regali che scaldano il cuore e rispettano il pianeta, per trasformare ogni acquisto in un gesto concreto di attenzione verso l’ambiente e le persone.

Lumina Park

Al calar del sole, Milano si accende di magia con Lumina Park, il parco di luminarie più grande della città che ha trasformato per la prima volta l’area Ex Macello in uno spettacolare viaggio luminoso ispirato al mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Fino al 2 marzo, promette un’esperienza unica tra oltre 200 installazioni luminose, arte e tecnologia, giochi di luce, pensati per stupire grandi e piccini.

Camminando lungo un percorso di circa 1.5 chilometri, famiglie e appassionati potranno scoprire ambientazioni incantate, tra cui il Castello delle Meraviglie, il Labirinto di Carte e un’area completamente dedicata alla Regina di Cuori. Ogni tappa è studiata per offrire un’esperienza sensoriale completa, con effetti speciali e accompagnamenti sonori.

Lumina è una celebrazione del potere dell’immaginazione, con giochi interattivi e installazioni che stimolano la fantasia e invitano a diventare protagonisti di questa avventura. All’interno del parco non mancheranno set up fotografici per permettere a tutti di immortalare il momento e aree in cui si potrà interagire con le sculture luminose e partecipare a elettrizzanti quiz tematici.

L’orario di apertura varia in base al tramonto:

– dal 22 novembre al 12 gennaio dalle ore 18.00
– dal 13 gennaio al 2 febbraio dalle ore 18.30
– dal 3 febbraio al 23 febbraio dalle ore 19.00
– dal 24 febbraio al 2 marzo dalle ore 19.30

I biglietti sono disponibili online su VivaTicket.it.

– €19 per il biglietto standard dal lunedì al giovedì e €21 dal
venerdì alla domenica
– €17 per il biglietto ridotto dal lunedì al giovedì e €19 dal
venerdì alla domenica (under 18, studenti (fino a 26 anni di età), over
65, disabili (fino al 67%) e accompagnatore disabile di qualsiasi
entità)
– €65 per il biglietto family dal lunedì al giovedì e €72 dal
venerdì alla domenica (valido per 2 adulti e 2 bambini, oppure 1 adulto
e 3 bambini)

Il Concerto di Natale alla Scala

Il Teatro alla Scala è uno dei teatri d’opera più famosi al mondo, e assistere al Concerto di Natale è un’esperienza che va oltre la musica e diventa un vero e proprio viaggio nell’arte e nella storia. Ogni anno, il programma include esecuzioni di grandi capolavori della musica classica, interpretati da orchestre e cori di fama internazionale.

Per il 2024, il 7 dicembre segna l’inaugurazione della stagione lirica con la rappresentazione de “La forza del destino” di Giuseppe Verdi alle ore 18.00, diretta dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Leo Muscato.

Milano a Natale, i luoghi più simbolici

Come abbiamo visto, durante il periodo natalizio Milano dà il meglio di sé. Ma quali sono i luoghi più simbolici da visitare per godersi tutta la magia del Natale?

Piazza Duomo: il cuore delle festività

La maestosa Piazza Duomo è il cuore pulsante delle celebrazioni natalizie. Qui troneggia il grande albero di Natale, decorato con migliaia di luci e addobbi che brillano.
Ai piedi della Cattedrale, il mercatino propone prodotti artigianali e gastronomici, e crea un’atmosfera calda e accogliente.
Ogni anno l’albero viene acceso con una cerimonia speciale all’inizio di dicembre.

Galleria Vittorio Emanuele II: un gioiello di luci

Galleria Vittorio Emanuele II, Milano

Fonte: Ph @Flavio Vallenari – iStock

La Galleria Vittorio Emanuele II durante il periodo di natale

La Galleria Vittorio Emanuele II, dall’architettura elegante, si illumina con uno spettacolare soffitto di luci che dà vita a uno scenografico cielo stellato. Al centro della galleria, un enorme albero di Natale viene decorato con dettagli di lusso, spesso sponsorizzato da grandi marchi.
Non perdete l’occasione di scattare una foto sotto la cupola illuminata.

Castello Sforzesco, tra storia e tradizione

Il Castello Sforzesco ospita non soltanto il famoso mercatino “Oh Bej! Oh Bej!”, ma anche eventi culturali e mostre a tema natalizio. Di sera, il castello si veste di luci suggestive e, durante le festività, alcuni musei organizzano aperture straordinarie.

Piazza Gae Aulenti: modernità in festa

Per chi ama la Milano più moderna, Piazza Gae Aulenti è il simbolo della contemporaneità natalizia. La piazza viene decorata con luci futuristiche e ospita una pista di pattinaggio su ghiaccio contornata dai grattacieli.
Visitate la piazza di sera per ammirare il contrasto tra le luci natalizie e i riflessi dei grattacieli.

Brera, un quartiere dall’atmosfera magica

Il quartiere di Brera è noto per il suo fascino bohemien, che a Natale si arricchisce di decorazioni artigianali e boutique illuminate. Le stradine acciottolate, le vetrine adornate e l’aria romantica lo rendono uno dei luoghi più belli.
Fermatevi in una delle storiche pasticcerie per assaggiare il classico panettone milanese.

I Navigli, luci riflesse sull’acqua

Navigli, Milano

Fonte: iStock

Luci di Natale ai Navigli

I Navigli regalano una visione incantevole del Natale grazie alle luci riflesse sull’acqua. Durante le festività, il Mercatino di Natale dei Navigli propone bancarelle con prodotti artigianali e street food.
Passeggiate lungo il Naviglio Grande al tramonto per momenti indimenticabili.

Come muoversi a Milano a Natale

Milano, durante il periodo natalizio, diventa molto affollata, soprattutto nelle zone centrali e vicino ai mercatini. È fondamentale pianificare i propri spostamenti in anticipo per muoversi senza stress. Ecco alcuni consigli utili.

Mezzi pubblici

I mezzi pubblici di Milano sono la scelta migliore per spostarsi in modo rapido ed efficiente, soprattutto nelle aree più trafficate. La rete di trasporti urbani è composta da metropolitana, tram e autobus, che collegano tutti i quartieri della città.

  • Metropolitana: le quattro linee (M1, M2, M3, M5) coprono l’intera città, permettendo di raggiungere con facilità tutte le principali attrazioni natalizie, come il Duomo, i Navigli e i mercatini.
  • Tram: i tram storici sono il top per un viaggio suggestivo, soprattutto se scegliete le linee che attraversano il centro storico (come la linea 1 o la 19).
  • Autobus: ideali per raggiungere le zone meno servite dalla metropolitana.

Info Utili:

  • Durante il periodo natalizio, i mezzi pubblici seguono orari ridotti nei giorni festivi (24, 25, 26 dicembre e 1 gennaio).
  • I biglietti possono essere acquistati nelle stazioni della metro, nei tabaccai o tramite l’app ATM Milano.

Se prevedete di muovervi molto, valutate l’acquisto di un biglietto giornaliero o di una tessera turistica, come la MilanoCard, che include anche sconti su musei e attrazioni.

Bike Sharing 

Il servizio di bike sharing è un’alternativa ecologica e divertente per esplorare Milano. Durante il periodo natalizio, pedalare tra le vie illuminate è entusiasmante, soprattutto nelle zone pedonali del centro e lungo i Navigli.

I principali servizi di bike sharing sono:

  • BikeMi: il servizio pubblico di bike sharing, con stazioni sparse in tutta la città. Disponibile anche in versione e-bike.
  • Helbiz e Lime: offrono monopattini elettrici e biciclette a noleggio tramite app.

Info Utili:

  • Disponibili 24 ore su 24.
  • Alcune zone centrali hanno restrizioni di traffico: verificate in anticipo i percorsi consentiti.

Taxi e ride-sharing

Se desiderate un servizio più comodo, i taxi e le piattaforme di ride-sharing come Uber sono sempre disponibili. Tuttavia, durante le festività, la richiesta è alta, quindi è consigliabile prenotare con anticipo, soprattutto la sera della Vigilia o il 25 dicembre.

Info Utili:

  • I taxi ufficiali si riconoscono dal colore bianco e dal logo del Comune di Milano.
  • Numeri utili: Radiotaxi 024040 o TaxiBlu 026767.

Utilizzate le app per prenotare e monitorare i tempi di attesa, evitando le lunghe code nelle zone più frequentate.

Auto e ZTL 

Muoversi in auto a Milano durante il Natale può essere complicato a causa del traffico intenso e delle Zone a Traffico Limitato (ZTL). L’Area C, che copre il centro storico, è attiva anche durante le festività e richiede il pagamento di un ticket d’ingresso.

A piedi

Infine, il modo più interessante per muoversi a Natale è sicuramente a piedi. Passeggiare tra le strade illuminate del centro, esplorare i mercatini o ammirare le decorazioni natalizie nei quartieri storici è un qualcosa che non ha prezzo.

Percorsi consigliati:

  • Dal Duomo ai Navigli: un itinerario che attraversa le vie dello shopping e arriva fino alle romantiche luci riflesse sull’acqua.
  • Brera e Montenapoleone: perfetto per immergersi nella tradizione e nell’eleganza natalizia milanese.
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Il murale di Maradona è una delle attrazioni turistiche più visitate in Italia

Nel dedalo delle strade dei Quartieri Spagnoli, in via Emanuele de Deo, sorge uno dei luoghi più emblematici di Napoli: il murale dedicato a Diego Armando Maradona. Realizzato nel 1990 dall’artista locale Mauro Filardi, l’iconica opera di street art rappresenta un omaggio al campione argentino e un simbolo di appartenenza, vittoria e riscatto per la città. Voluto da un capo ultras per celebrare il secondo scudetto vinto dal Napoli, segna l’inizio di un legame indissolubile tra la squadra e il suo numero 10.

Il boom di visitatori: una piazzetta che diventa un santuario

Dopo la morte di Maradona nel 2020, l’angolo di strada sottostante al murale si è trasformato in un vero e proprio luogo di pellegrinaggio. La piazzetta, ormai un santuario a cielo aperto, è ricoperta di cimeli, sciarpe, lettere e candele lasciate dai tifosi e dai visitatori di tutto il mondo. Secondo le stime delle agenzie di viaggio locali, nel 2023 il murale è stato visitato da sei milioni di persone, un dato impressionante che lo posiziona tra le attrazioni più popolari d’Italia, preceduto solo dal Colosseo e seguito dagli Scavi di Pompei.

Un’affluenza che ha avuto un impatto significativo sull’economia del quartiere. Tra il 2021 e il 2023, le attività commerciali nel raggio di un chilometro quadrato sono cresciute del 6,5%, come riportano i dati di Unioncamere/Infocamere. Botteghe artigiane, bar e negozi dedicati al merchandising di Maradona fioriscono attorno a un simile “magnete culturale”, a testimonianza del potere trasformativo dell’arte e dello sport.

Una storia di restauri e memorie

Il murale originale del 1990 è stato sottoposto a due restauri nel corso degli anni, uno nel 2016 e uno nel 2017. Quest’ultimo intervento ha riportato in vita i colori e i dettagli del volto di Maradona, così che l’opera rimanesse intatta nonostante l’inesorabile scorrere del tempo. Oggi, il murale rappresenta un punto di riferimento non soltanto per i tifosi, ma anche per gli appassionati di street art, che lo vedono come un emblema di dialogo tra cultura popolare e identità urbana.

Maradona e Napoli: un amore eterno

Diego Armando Maradona, oltre a essere un importante calciatore, è stato un mito vivente per la città di Napoli. Arrivato nel 1984, l’argentino portò il Napoli a vincere due scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa UEFA. Ma il suo contributo andava oltre i numeri: incarnava il sogno di rivalsa di una città spesso poco compresa. Per i napoletani, Maradona era un eroe che sfidava il potere, il simbolo di una Napoli che finalmente si prendeva la sua rivincita.

Tra street art e spiritualità

Visitare il murale di Maradona oggi significa immergersi in un’esperienza che unisce il sacro al profano. È un’opera d’arte che si è evoluta in un luogo di culto, capace di attrarre turisti e tifosi a livello internazionale. Più che un semplice tributo a un campione, il murale è una testimonianza tangibile dell’impatto che un uomo può avere su una comunità, tanto da trasformare un quartiere in una meta di pellegrinaggio globale.

Napoli, con il vibrante quartiere e l’amore per Diego, continua a celebrare il suo “D10S” e a mantenere viva la leggenda di Maradona nei vicoli e nei cuori di chiunque si trovi a passare da queste parti.

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Jbel Toubkal, la vetta più alta del Marocco: trekking indimenticabile

La “vetta da cui si vede tutto”: Jbel Toubkal è la vetta più alta del Marocco, esattamente 4.167 metri. Ed è uno spettacolo: per chi vuole scoprire la catena montuosa dell’Atlante, è prevista l’attività di trekking, un’esperienza che cambia profondamente la vita. Si trova a 63 km da Marrakech, precisamente nel Parco Nazionale di Toubkal.

Jbel Toubkal, informazioni utili prima del trekking

Jebel Toubkal, la vetta più alta

Fonte: 123RF

Jebel Toubkal, la vetta più alta della salita invernale

La prima ascensione alla vetta Jbel Toubkal è avvenuta esattamente il 12 giugno del 1923: i primi europei ad averla scalata sono stati Vincent Berger, il Marchese di Segonzac e Hubert Dolbeau. Prima della scoperta di Jbel Toubkal, la vetta più alta della montagna dell’Alto Atlante era Jbel Ayachi (3.757 m).

Scalare la cima più alta del Marocco è di certo un’esperienza: prima di arrivare alla catena montuosa dell’Alto Atlante, si visitano villaggi berberi, vallate scoscese, ma anche laghi di modeste dimensioni: tutto in una cornice bucolica, dove rimanere affascinati dalle cime immense.

Siamo in Marocco, del resto, territorio conosciuto per le spiagge, il deserto, le città imperiali: questo trekking è un arricchimento, ma bisogna comunque essere preparati. In ogni caso, il trasporto degli zaini e dell’attrezzatura avviene a dorso di mulo. L’esperienza consiste proprio in questo: nella possibilità di vivere una spedizione proprio come nel passato, con muli e portatori. Grazie alla presenza dei rifugi, il sentiero risulta molto più facile da intraprendere.

Jbel Toubkal, come scalare la vetta più alta del Marocco

C’è una buona notizia: non è così difficile. O almeno: rispetto ad altri trekking, non presenta in alcun modo delle difficoltà tecniche. Da Imlil, che si raggiunge da Asni, la via di salita è piuttosto apprezzata dai turisti e dagli amanti della natura: sulla strada si incontra il Rifugio Toubkal. A Imlil sono inoltre presenti diversi ostelli dove fermarsi a dormire: è un villaggio montano molto caratteristico. Per quanto riguarda il rifugio di Toubkal, nel 2002 è stato ampliato e anche modernizzato. Naturalmente si possono ordinare i piatti tipici del luogo, come cous cous e tajine, oltre che l’immancabile tè alla menta. C’è anche il rifugio Les Mouflons, che è decisamente più moderno rispetto a quello di Toubkal (ma è di stampo più occidentale).

Il percorso di trekking solitamente dura 2 giorni: è organizzato con i vari tour e visite guidate, e la sensazione è di scoprire una cultura profondamente diversa dalla nostra lungo la via, perché il ritmo della vita segue quello della natura, proprio come avveniva un tempo. Ci sono anche dei tour che allungano i tempi e che danno la possibilità di immergersi nella cultura del posto, con un salto a Marrakech. Come anticipato, non è difficile: la salita viene definita di “media” difficoltà, ma non sono presenti ostacoli o difficoltà di stampo alpinistico.

Impegnativa ma decisamente gratificante, è tra le attività migliori da fare vicino Marrakech: nelle giornate limpide, è impossibile non fermarsi a osservare il panorama, che si estende fino al deserto del Sahara. Una ricompensa per chi ha raggiunto la vetta all’alba, il momento migliore della giornata: cime innevate, villaggi remoti e autentici e vallate attendono i turisti curiosi di mettersi alla prova con un trekking indimenticabile.

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Changdeokgung Palace, la storia del magnifico complesso: come visitarlo

A Seul, in Corea del Sud, Changdeokgung Palace – il “Palazzo della Prospera Virtù” è uno dei più imponenti e famosi. Fa parte dei Cinque Grandi Palazzi che sono stati costruiti durante la dinastia Joseon: la sua storia è leggendaria, e il complesso ospita moltissime cose da vedere. Dalla storia alla struttura, ti portiamo alla scoperta di una pagina importante della Corea: oggi, è Patrimonio dell’Umanità e non è difficile comprendere il motivo.

Changdeokgung Palace, la storia

Changdeokgung Palace

Fonte: iStock

Changdeokgung Palace, la vista di notte sulla città

La costruzione di Changdeokgung Palace è iniziata nel 1405: è stato costruito come una sorta di “palazzo secondario” rispetto al Palazzo Gyeongbokgung, nel quinto anno del Re Taejong. Nel 1406 è stato realizzato il Giardino Segreto e nel 1463, durante il nono anno del regno di Re Sejo, Changdeokgung Palace è stato ampliato. La sua storia non è stata sempre idilliaca: nel 1592, a seguito dell’invasione giapponese, è stato distrutto, per poi essere ricostruito nel 1610, prima di qualsiasi altro Palazzo.

Fino alla ricostruzione di Palazzo Gyeongbokgung (avvenuta nel 1867), Changdeokgung Palace è stato, per ben 270 anni, la residenza principale del Re. Nel corso dei secoli è stato ampliato con la biblioteca, il padiglione, lo stagno, il complesso Yeongyeongdang, fino a diventare una struttura mastodontica e di grande effetto. La sua caratteristica principale? Risulta in armonia con l’ambiente circostante ed è un magnifico esempio dello stile coreano. Changdeokgung Palace è il luogo dove hanno vissuto gli ultimi discendenti della Famiglia Reale, ovvero l’imperatrice Sunjeong, la seconda Regina dell’Imperatore Sunjong, la Principessa ereditaria Yi Bangja e la Principessa Deokhye.

Changdeokgung Palace, la struttura

Avere la possibilità di visitare Changdeokgung Palace è un’opportunità: oggi, il complesso ospita 13 edifici, oltre a 28 padiglioni che si trovano nel suo giardino. Una delle zone da vedere assolutamente è il Biwon, ovvero il Giardino Segreto, che era stato costruito per la Famiglia Reale e per le donne di Palazzo. Nel 1997, è stato inserito nei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Donhwamun Gate

Iniziamo dal Donhwamun Gate: è l’ingresso principale, una struttura tipica, in stile coreano, la cui sottostruttura è purtroppo scomparsa nel corso del tempo. Elegante e semplice al contempo, è stato incendiato dai giapponesi, ma è stato ricostruito fedelmente nel 1607.

Geumcheongyo Bridge

Geumcheongyo Bridge è considerato uno dei siti più propizi del Palazzo. Poterlo ammirare dal vivo è come fare un tuffo indietro nel tempo, anche perché è uno dei ponti in pietra più antichi rimasti a Seul. Presenta due archi, e puoi vedere la statua della tartaruga “Hyeonmu”.

Injeongmun Gate

Costruito nel 1418, è stato distrutto e in seguito ricostruito: è molto diverso dagli altri ingressi poiché è stato modificato sia nella struttura quanto nelle decorazioni.

Injeongjeon Hall

Injeongjeon Hall è la sala principale: non a caso, è posizionata al centro degli edifici del Palazzo. Nel 1912, sono state ricostruite alcune parti da destinare alla sala espositiva. Tutto è stato riorganizzato nell’ultimo secolo, anche l’ingresso stesso. Lo stile è quello tardo della dinastia Joseon.

Seonjeongjeon Hall

La Sala Seonjeongjeon è indubbiamente una delle parti più suggestive da visitare nel Palazzo: le tegole sono smaltate in blu, le porte a quattro ante, il soffitto decorativo. Ogni dettaglio descrive alla perfezione l’artigianato dell’epoca.

Huijeongdang Hall

Qui, un tempo, lavorava il Re. La stanza si trova al centro dell’edificio, al suo interno ospita il Paesaggio del padiglione Chongseokjeong e Diecimila picchi del monte Geumgangsan alle pareti. L’edificio è stato ricostruito: lo stile, più che coreano, rievoca quello occidentale.

Daejojeon Hall

La residenza della Regina, che si caratterizza per la mancanza della cresta sul tetto. Sicuramente suggestivo: gli utensili in bronzo installati ai bordi della base hanno lo scopo di allontanare il fuoco.

Seongjeonggak Hall

Il luogo dove un tempo i dottori di corte si prendevano cura della Famiglia Reale. Alcune tavole presentano la scritta “fare del proprio meglio per prendersi cura del Re e della sua famiglia”.

Nakseonjae Hall

Costruita dal Re Heonjong, è una sala piuttosto spoglia e ben poco decorata rispetto alle altre: mostra decisamente la personalità parsimoniosa del Re. Un tempo era l’alloggio e l’ufficio del Re.

Yeonghwadang Pavilion

Estremamente suggestivo: in origine, proprio qui, il Re e i suoi sudditi venivano ad ammirare il paesaggio, i colori selvaggi della natura. Un Padiglione maestoso ma piccolo, piuttosto raccolto, inteso come luogo di riflessione e poesia.

Buyongjeong Pavilion

Un edificio piccolo, ma non facciamoci trarre in inganno: in realtà, la sua è una struttura molto complessa. Due delle gambe del Padiglione sono nello stagno: qui si festeggiava la fine degli esami.

Buyongji Pond

Ancora un luogo di immensa bellezza: il Buyongji è uno stagno rettangolare, costruito nel 1707. Accanto al Padiglione, troviamo una pietra simbolo di un eremita taoista.

Juhamnu Pavilion

Questo Padiglione ospita una biblioteca a due piani: al primo piano vengono conservati migliaia di libri. Del resto, Juhamnu significa “Padiglione dove si riunisce ogni genere di principio dell’Universo”.

Aeryeonji Pond

Veniamo allo stagno quadrato, che si trova proprio sul retro del Padiglione Juhamnu: l’atmosfera è molto suggestiva, soprattutto in autunno. Sembra quasi un quadro.

Yeongyeongdang Hall

Un complesso unico in Corea, che non è presente in nessun altro Palazzo: è stato realizzato seguendo il modello delle case della nobiltà coreana nel 28esimo anno del regno di Re Sunjo.

Seonhyangjae Hall

Un tempo, questa sala è stata la biblioteca, ma anche la scuola della Famiglia Reale. Tra gli edifici più lussuosi di Changdeokgung Palace.

Gwallamjeong Pavilion

Questo Padiglione è avvolto nel mistero, perché nessuno sa quando è stato costruito con precisione: si presume tra la fine della dinastia Joseon e gli inizi del periodo coloniale. Molto caratteristico.

Ongnyucheon Stream

Il giardino è stato costruito nel 1636, e si trova esattamente nella parte più interna del Palazzo. Nel 1690 è stata incisa una poesia su una roccia: “Il ruscello scorre via oltre la misurazione e la cascata precipita giù dal cielo. Mi ricordano l’arcobaleno bianco, il tuono e la luce in tutta la valle”.

New Seonwonjeon Shrine

Il nuovo Santuario Seonwonjeon è l’ultimo esistente della dinastia Joseon: nelle nicchie venivano custoditi i ritratti dei Re, che purtroppo sono stati bruciati durante la guerra in Corea.

Come visitare Changdeokgung Palace: informazioni e orari

Il giardino del Palazzo Changdeokgung in fioritura

Fonte: iStock

Il giardino del Palazzo Changdeokgung in fioritura

Visitare Changdeokgung Palace è un’occasione per scoprire la storia coreana: vengono organizzati dei tour, anche di notte: è tra le tappe del “Seul Night Tour”. Il Palazzo può essere raggiunto mediante Anguk Station (6 minuti a piedi) o Jongno 3-ga Station (10 minuti a piedi). Chiuso il lunedì, è possibile visitarlo dalle 9/10 alle 18 circa (l’ultimo ingresso è un’ora prima rispetto alla chiusura): l’orario di chiusura varia in base ai mesi. Per esempio, a dicembre è aperto dalle 10 alle 16.30. Nel Secret Garden si può entrare unicamente con le visite guidate.

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Tutti a bordo del Treno di Natale tra Milano e l’Alto Adige, il più bello dell’anno

Torna per il secondo anno consecutivo l’iniziativa che collega Milano e l’Alto Adige durante i weekend dell’Avvento con un’opzione di viaggio sostenibile ed entusiasmante per chi desidera vivere appieno la magica atmosfera natalizia. Dal 29 novembre al 23 dicembre 2024, il Treno di Natale circolerà ogni venerdì, sabato e domenica, con un’unica pausa nel weekend festivo dell’8 dicembre.

Lo speciale treno collega la stazione di Milano Centrale con alcune delle località più suggestive del Trentino-Alto Adige, tra cui Bolzano, Bressanone, Vipiteno e Brennero, passando anche per Treviglio, Brescia e Fortezza. Un itinerario che non è solo viaggio, ma anche un’esperienza che unisce territori e promuove il turismo e la sostenibilità ambientale.

L’importanza di un collegamento diretto

Secondo l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider, l’iniziativa rappresenta un significativo passo avanti per rafforzare i rapporti economici, culturali e turistici tra Lombardia e Alto Adige. “Il successo dello scorso anno ci ha mostrato quanto sia fondamentale garantire un collegamento diretto tra questi due territori“, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di una rete ferroviaria che risponda alle esigenze di residenti e viaggiatori.

L’alleanza con la Regione Lombardia contribuisce a migliorare in maniera costante i collegamenti e a offrire un mezzo di trasporto comodo e a basso impatto ambientale, in linea con gli obiettivi di mobilità sostenibile e valorizzazione territoriale.

Un’opportunità unica per le Feste

Il Treno di Natale è pensato per soddisfare svariate esigenze. Da un lato, rappresenta un’opzione ideale per chi desidera visitare i celebri mercatini di Natale dell’Alto Adige, che attraggono ogni anno migliaia di visitatori con le loro luci, i prodotti artigianali e le specialità enogastronomiche. Dall’altro, è un’occasione imperdibile per gli altoatesini di esplorare Milano e le sue offerte culturali e commerciali durante il periodo delle Festività.

I biglietti sono già disponibili su tutti i canali di vendita Trenitalia.

Un progetto che unisce sostenibilità e qualità

Dietro il progetto vincente c’è il lavoro congiunto dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano, IDM Alto Adige e dei mercatini di Natale dell’Alto Adige. Non si tratta solo di un progetto per promuovere una mobilità più green: l’obiettivo è anche valorizzare i prodotti di alta qualità e coinvolgere le comunità locali nei programmi collaterali.

Si tratta di un approccio che riflette un impegno concreto per coniugare sviluppo turistico e sostenibilità, a dimostrazione che è possibile creare opportunità economiche nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni.

Gli orari dei treni dal 29 novembre al 14 dicembre

Venerdì 29 novembre e 13 dicembre

  • Treno 23221:
    • Partenza da Bolzano alle 16:00
    • Fermate: Brescia (18:33), Treviglio (19:12), Milano Centrale (19:40)

Sabato 30 novembre, 14 dicembre e domenica 1 dicembre

  • Treno 23227:
    • Partenza da Milano Centrale alle 7:20
    • Fermate: Treviglio (7:44), Brescia (8:28), Bolzano (11:05), Bressanone (11:41), Fortezza (11:53), Vipiteno (12:10), Brennero (12:25)
  • Treno 23225:
    • Partenza da Brennero alle 16:51
    • Fermate: Vipiteno (17:11), Fortezza (17:28), Bressanone (17:39), Bolzano (18:11), Brescia (20:48), Treviglio (21:20), Milano Centrale (21:55)

Lunedì 2 dicembre

  • Treno 23223:
    • Partenza da Milano Centrale alle 8:35
    • Fermate: Treviglio (9:02), Brescia (10:00), Bolzano (13:13)

Variazioni per lavori dal 6 al 9 dicembre

A causa di interventi sulla linea Brescia–Verona, i treni natalizi effettueranno servizio solo tra Brennero e Verona Porta Nuova.

Venerdì 6 dicembre

  • Treno 94389:
    • Partenza da Bolzano alle 17:13
    • Fermate: Ora (17:29), Mezzocorona (18:02), Trento (18:19), Rovereto (18:34), Ala (18:47), Domegliara (19:06), Verona Porta Nuova (19:30)

Sabato 7 e domenica 8 dicembre

  • Treno 94432:
    • Partenza da Verona Porta Nuova alle 9:15
    • Fermate: Domegliara (9:31), Ala (9:55), Rovereto (10:12), Trento (10:35), Mezzocorona (10:53), Ora (11:11), Bolzano (11:32), Ponte Gardena (11:47), Chiusa (11:54), Bressanone (12:02), Fortezza (12:11), Vipiteno (12:28), Brennero (12:45)
  • Treno 94383:
    • Partenza da Brennero alle 16:51
    • Fermate: Vipiteno (17:10), Fortezza (17:28), Bressanone (17:37), Bolzano (18:11), Trento (19:02), Verona Porta Nuova (20:12)

Lunedì 9 dicembre

  • Treno 94430:
    • Partenza da Verona Porta Nuova alle 8:12
    • Fermate: Domegliara (8:29), Ala (8:57), Rovereto (9:11), Trento (9:26), Bolzano (10:07)

Gli orari dei treni dal 15 al 23 dicembre

Venerdì 20 dicembre

  • Treno 3553:
    • Partenza da Bolzano alle 15:58
    • Fermate: Brescia (19:02), Treviglio (19:46), Milano Centrale (20:10)

Sabato 21 e domenica 15 e 22 dicembre

  • Treno 94005:
    • Partenza da Milano Centrale alle 7:20
    • Fermate: Treviglio (7:45), Brescia (8:28), Bolzano (10:43), Brennero (11:56)
  • Treno 94007:
    • Partenza da Brennero alle 16:44
    • Fermate: Vipiteno (17:05), Fortezza (17:22), Bolzano (18:11), Milano Centrale (21:45)

Lunedì 16 e 23 dicembre

  • Treno 94009:
    • Partenza da Milano Centrale alle 9:20
    • Fermate: Treviglio (9:45), Brescia (10:27), Bolzano (13:11)
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Nosy Iranja: in Madagascar, il paradiso delle tartarughe

Una distesa di sabbia bianca, acqua cristallina, azzurro e blu di cielo e mare che si mescolano. Questa è l’incantevole ricetta di Nosy Iranja, una delle isole più apprezzate di quelle che fanno parte dell’arcipelago di Nosy Be. Siamo in Madagascar, in un luogo dalla bellezza quasi ineguagliabile.

Nosy Iranja: conosciamola meglio

Due isole che si toccano e si abbracciano con la bassa marea, per poi tornare a salutarsi solo da lontano. Nosy Iranja Be (che significa Isola Iranja Grande), di circa 200 ettari e Nosy Iranja Kely (Isola Iranja piccola ) di soli 17, sono i due isolotti che compongono Nosy Iranja, separati tra loro da una lingua di sabbia bianchissima di 2 km che appare e scompare a seconda delle maree: l’acqua dell’Oceano Indiano infatti si alza o si abbassa di oltre 4 metri, unendo o sommergendo il collegamento tra le due isole. Un paesaggio da sogno, tra acque turchesi che risplendono al sole di mille sfumature, in quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio paradiso. Sull’isola grande, Nosy Iranja Be, troverai l’unico villaggio di residenti, dove le persone si dedicano per lo più alla pesca e alla vendita di piccoli oggetti di artigianato ai visitatori. Sulla parte più alta di questa isola sorge un bel faro: è stato progettato da Gustave Eiffel, il celebre ingegnere francese a cui si deve l’omonima torre di Parigi, e risale al 1909, piena epoca coloniale.

Nosy Iranja faro

Fonte: iStock

Il faro disegnato dall’Ingegner Eiffel

La leggenda sull’origine Nosy Iranja

La magia di Nosy Iranja si fonda anche sulle leggende che l’accompagnano. La più suggestiva è quella che riguarda l’amore sfortunato tra due giovani innamorati. Per gelosia nei confronti della fanciulla, attraverso un sortilegio un anziano uomo trasformò i due amanti nelle due isole. Separati, anche se vicinissimi, non avrebbero mai potuto stare insieme. La leggenda narra che il dolore della giovane mosse a compassione il sole e la luna, che decisero di creare le maree affinchè i due sfortunati potessero almeno toccarsi. Così, quando l’Oceano Indiano si ritira, i due amanti possono tornare a tenersi per mano.

Dove si trova

Come detto, Nosy Iranja è una delle tante perle del Madagascar. Si trova a Nord Ovest e a circa 6 km dall’isola principale del Paese, a 47 km dal famoso arcipelago di Nosy Be e a 60km da Nosy Komba.

Nosy Iranja 2

Fonte: iStock

Il paesaggio indimenticabile di Nosy Iranja

Come arrivare

Date le sue piccole dimensioni, chiaramente Nosy Iranja è raggiungibile solo via mare, attraverso escursioni giornaliere o spostamenti che per lo più vengono effettuati da Nosy Be. In genere, i tour giornalieri partono di mattina presto, intorno alle 8, e si rientra alle 15:00. I prezzi variano a seconda dell’operatore scelto, della barca che si utilizza e dei servizi scelti, come ad esempio il pranzo sul posto, e oscillano tra i 60 e i 90€ a persona. Naturalmente, è anche possibile dormire sugli isolotti che compongono Nosy Aranja, ma bisogna prenotare con un certo anticipo data la limitata disponibilità di posti letto. Negli ultimi anni, Nosy Iranja Kely è stata privatizzata e oggi ospita un albergo di lusso. Sull’isola potrai usufruire del servizio di pensione completa e consumare pesce alla griglia appena pescato, spiedini di gamberi, riso al cocco e insalate di verdure locali, direttamente in spiaggia.

Quando andare a Nosy Iranja

Nosy Iranja vanta un clima tropicale, con temperature piuttosto calde in ogni mese dell’anno, difficilmente sotto i 25°C. La stagione delle piogge va da novembre ad aprile, con un caldo più pungente e un sensibile aumento dell’umidità. I mesi da maggio a ottobre invece sono più secchi e anche più freschi.

Cosa fare a Nosy Iranja

Nosy Iranja ti fa sognare di trascorrere intere giornate di ozio e dolce far nulla, crogiolandoti tra bagni infiniti e lunghe dormite al sole. Puoi fare tutto questo ma anche molto di più! Potrai cimentarti in alcune attività sportive come il windsurf, fare escursioni in piroga e naturalmente lunghe sessioni di snorkeling tra pesci esotici, mante e tartarughe marine. La presenza di questi animali è particolarmente favorita dalla grande biodiversità dell’area, e l’isola è la destinazione preferita da due specie di tartarughe, la tartaruga verde e la tartaruga embricata, che depositano le loro uova proprio a Nosy Iranja. L’isola è scarsamente popolata, con un’offerta turistica abbastanza ridotta, mentre abbonda la vegetazione, protezione naturale per trattenere la sabbia e tenere al sicuro le uova di tartaruga. Inoltre, l’assenza di luci artificiali evita i fastidi che tanti animali sono invece costretti a subire altrove, rendendo questa destinazione perfetta per la deposizione e la schiusa delle uova.

Nosy Iranja tartaruga

Fonte: iStock

Una tartaruga appena nata a Nosy Iranja

Le tartarughe di Nosy Iranja

Potrai distinguere facilmente le tartarughe verdi per le loro dimensioni (possono arrivare fino a 1,5 mt di lunghezza e pesare oltre 200 kg) e per il loro carapace verde e liscio. Vivono per lo più in lagune poco profonde, barriere coralline e in acque dove abbondano le alghe. La loro infatti, da adulti, è una dieta prevalentemente erbivora. Al contrario, le tartarughe embricate, molto più piccole delle verdi, sono carnivore. Mangiano spugne, anemoni, meduse e invertebrati marini, motivo per cui prediligono vivere sulle barriere coralline. Le tartarughe prediligono depositare le loro uova con l’alta marea e di notte, per via della minor attività sulle spiagge: le verdi preferiscono zone aperte e soleggiate durante il giorno, le embricate invece depositano le loro uova in aree più riservate.

Le uova vengono spinte in buche di circa 50 cm e ricoperte di sabbia per proteggerle da intemperie, predatori naturali e uomini. Ogni tartaruga deposita le proprie uova ogni 2-6 anni, più volte durante la stessa stagione e sempre sulla spiaggia in cui sono nate. Quelle verdi lo fanno tra giugno e ottobre, le embricate da ottobre a febbraio. Dopo aver deposto le loro uova, le femmine ruotano su loro stesse per nascondere ai predatori le tracce del loro passaggio, prima di tuffarsi nuovamente in mare. Ci vorranno circa due mesi dalla deposizione perchè le uova si schiudano e le piccole tartarughine possano raggiungere l’oceano a loro volta. Dovranno superare una serie di ostacoli, predatori in acqua e dal cielo, per poter crescere e sopravvivere.

Nosy Iranja tartaruga marina

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Nosy Iranja è il paradiso delle tartarughe marine

Se durante il tuo viaggio ti capitasse di osservare la schiusa delle uova, resta a distanza e goditi lo spettacolo della natura. Non utilizzare torce elettriche, luci o flash che potrebbero disorientare le neonate, e non interferire con loro, resta sempre dietro e non toccarle per alcuna ragione. Come per molte specie animali, anche la sopravvivenza delle tartarughe marine è a rischio a causa di diversi fattori, tutti di origine antropica: inquinamento e distruzione del loro habitat, pesca e bracconaggio. Il Madagascar ha avviato diversi sforzi di conservazione a protezione della specie attraverso programmi di monitoraggio delle spiagge di nidificazione e sensibilizzazione delle comunità locali, fondamentali per contribuire alla loro salvaguardia.

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Groenlandia Notizie Viaggi

È stata scoperta per caso una città segreta sepolta sotto il ghiaccio

Gli scienziati della NASA hanno scoperto una città abbandonata da quasi 60 anni, sotto circa 30 metri di ghiaccio. Precedentemente utilizzata come base militare statunitense per il Progetto Iceworm, Camp Century è una reliquia della Guerra Fredda costruita nel 1959 nella Groenlandia settentrionale, durante l’apice della corsa agli armamenti nucleari contro l’Unione Sovietica. Divenne nota come la “città sotto il ghiaccio” dopo essere stata costruita, tagliando una rete di tunnel nella superficie della calotta glaciale con piani di espansione. Ma dopo soli otto anni, fu abbandonata nel 1967. Perché? Ecco cosa è successo in quel territorio caratterizzato da temperature molto rigide.

Il progetto Iceworm aveva come obiettivo quello di installare una rete di siti di lancio di missili nucleari per resistere a un eventuale attacco dell’ex Unione Sovietica. La base militare era alimentata da un reattore nucleare che poi è stato rimosso quando il progetto è stato terminato poiché la calotta glaciale non risultò stabile. Gli studi e le aspettative non sono andati come dovevano e la gestione ha portato allo smantellamento dell’intero progetto. Tuttavia sepolti nel ghiaccio sono rimasti alcuni rifiuti pericolosi che sono diventati un problema ambientale.

Gli scienziati che hanno scoperto Camp Century

Alcuni radar avevano rilevato negli anni alcune strutture del campo come puntini luminosi negli strati di ghiaccio, ma solo nell’aprile 2024 lo scienziato della NASA Chad Greene e l’esperto dell’agenzia Alex Gardner, stavano mappando le calotte glaciali mentre sorvolavano la Groenlandia, quando inaspettatamente hanno rilevato la città sul loro radar. Alex Gardner, uno scienziato della criosfera del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, che ha contribuito a guidare il progetto, ha affermato: “Non stavamo cercando Camp Century, ma è spuntata fuori. All’inizio non sapevamo cosa fosse“. Dopo 58 anni, le strutture arcaiche avevano ceduto all’ambiente ostile ed erano state coperte di neve e ghiaccio.

Camp Century 1966

Fonte: NASA

Camp Century nel 1966

Nei nuovi dati le singole strutture nella città segreta sono visibili in un modo mai visto prima” ha affermato Greene, anche lui uno scienziato al JPL. I precedenti rilievi dell’area mostravano l’area solo come un modello bidimensionale della calotta glaciale rispetto alla tecnologia odierna con l’UAVSAR (Uninhabited Aerial Vehicle Synthetic Aperture Radar) della NASA che produce mappe con maggiore realismo. Il radar funziona come un ultrasuono per le calotte glaciali in grado di mappare la superficie del ghiaccio e gli strati interni.

Dove si trova Camp Century

Hanno confrontato le nuove immagini radar di Camp Century con le mappe storiche della disposizione pianificata della base e hanno scoperto che le strutture parallele erano allineate con i tunnel costruiti per ospitare più strutture per la base. Greene ha affermato: “Il nostro obiettivo era calibrare, convalidare e comprendere le capacità e i limiti di UAVSAR per la mappatura degli strati interni della calotta glaciale e dell’interfaccia ghiaccio-letto“.

Senza una conoscenza dettagliata dello spessore del ghiaccio, è impossibile sapere come le calotte glaciali risponderanno al rapido riscaldamento degli oceani e dell’atmosfera, limitando notevolmente la nostra capacità di prevedere i tassi di innalzamento del livello del mare“. Gli scienziati sperano che il radar utilizzato per catturare le immagini di Camp Century all’inizio di quest’anno consentirà la prossima generazione di mappatura delle calotte glaciali in Groenlandia, Antartide e oltre.

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Borghi Civita di Bagnoregio Luoghi da film Toscana Tuscia Viaggi Viterbo

Civita di Bagnoregio, la Pietranera de “Il nome della rosa”

Un piccolo e antico villaggio arroccato su una collina, nel cuore della Valle dei Calanchi, ed un unico ponte che lo collega con il resto della civiltà. Ci troviamo nel meraviglioso borgo di Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel cuore della Tuscia laziale. Un luogo sospeso nel tempo e nello spazio, che la fiction “Il nome della rosa” ha voluto celebrare scegliendolo come protagonista tra le suggestive location in cui è stata girata.

Sono solo 11 gli abitanti che vivono in questo luogo a metà tra mito e storia, tra magico e mistico, chiamato il “paese che muore”. È tra i borghi più belli d’Italia e merita di essere esplorato in ogni suo angolo, perché offre la sensazione di tornare ad epoche lontane e regala panorami unici che tolgono il fiato.

Civita di Bagnoregio diventa Pietranera ne “Il nome della rosa”

Ha un aspetto unico permeato da un’atmosfera quasi magica, Civita di Bagnoregio. La location perfetta per girare le scene suggestive della fiction “Il nome della rosa”, tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco.

Nelle immagini della serie tv (nella prima puntata) vediamo questo bellissimo borgo leggermente trasformato per esigenze televisive e letterarie: il suo nome diventa Pietranera e “sparisce” il suo inconfondibile ponte, l’unico passaggio pedonale in cemento dal quale poter accedere al centro abitato.

Nella fiction questo luogo è abitato dai seguaci di Fra Dolcino, considerato eretico. Verrà poi distrutto dalle truppe pontificie, l’inquisizione, per infliggere una punizione al frate.

Vista su Civita di Bagnoregio

Fonte: iStock

Vista su Civita di Bagnoregio

Cosa vedere a Civita di Bagnoregio

Sono tantissime le persone che ogni anno raggiungono questo borgo che sembra sospeso nel vuoto nel cuore della Valle dei Calanchi. Civita di Bagnoregio sorge tra le due valli chiamate Fossato del Rio Torbido e Fossato del Rio Chiaro, che un tempo ne erano le vie d’accesso, poiché portavano dalla valle del Tevere fino al Lago di Bolsena.

È il “paese che muore“, soprannome dato a causa dalla sua situazione decisamente precaria: il borgo è arroccato su una platea tufacea, i cui  banchi d’argilla che la sorreggono sono soggetti a continua erosione. Il suo delicato equilibrio costringe questa località ad un destino inesorabile, una situazione che la rende unica nel suo genere.

Civita di Bagnoregio e il ponte che conduce verso il borgo

Fonte: iStock

Civita di Bagnoregio e il ponte che conduce verso il borgo

Attraversato l’unico ponte che collega il borgo con il resto della civiltà, si apre davanti agli occhi lo spettacolo del paesaggio circostante, fatto di valli e calanchi scavati da millenni di erosione dell’acqua. Si arriva quindi alla Porta Santa Maria, l’unico accesso al borgo. Da lì una varietà di viuzze si snoda tra gli edifici storici risalenti al medioevo e si riuniscono in piazza San Donato, il cuore del borgo su cui si affaccia la chiesa di San Donato, che custodisce un prezioso crocefisso ligneo risalente alla fine del XVI secolo.

Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Fonte: iStock

Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Tra le meraviglie da ammirare, camminando a passo lento tra le strette stradine del borgo, ci sono i palazzi nobiliari dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni, costruiti dalle importanti famiglie del viterbese nel corso del Rinascimento. In particolare, all’interno di Palazzo degli Alemanni si può visitare il Museo Geologico e delle Frane, un’esposizione che tocca una vasta gamma di discipline, dalla geologia alla sismologia fino all’archeologia, illustrando il rapporto tra Civita e il suo territorio, con una grande attenzione al tema del dissesto idrogeologico.

Da non perdere a Civita di Bagnoregio è anche il piccolo Museo Antica Civitas e la grotta di San Bonaventura, un’antica tomba a camera scavata a strapiombo sul muro di tufo, e che porta con sé una storia curiosa. Il suo nome deriva da Frate Bonaventura da Bagnoregio, vissuto tra il 1217 e il 1274 e che fu il biografo di San Francesco di Assisi. Si racconta che durante un suo soggiorno in questo borgo, San Francesco curò, salvando da morte certa, un ragazzo che si chiamava Giovanni di Fidanza. La madre del giovane promise al Santo che una volta cresciuto, il figlio sarebbe diventato un servitore di Dio, e così fu: Giovanni divenne Frate Bonaventura da Bagnoregio.

Tra gli altri punti di interesse, troviamo il Palazzo Vescovile, un mulino del XVI secolo, i resti della casa natale di san Bonaventura.

Info utili per accedere a Civita di Bagnoregio

Come detto, Civita di Bagnoregio è raggiungibile soltanto attraversando il lungo e suggestivo ponte pedonale in cemento (costruito nel 1965), che dalla collina più vicina accompagna i visitatori fino alla porta d’accesso al centro storico. Per accedervi, è necessario acquistare un biglietto giornaliero (online o fisicamente all’infopoint presente prima del ponte) che ha un costo di 5 euro. Un contributo che permette all’amministrazione comunale di compiere i lavori di restauro e di stabilizzazione, mantenendo il patrimonio di immenso valore rappresentato d questo borgo annoverato tra i più belli d’Italia.

Il suggestivo ponte pedonale che conduce a Civita di Bagnoregio

Fonte: 123RF

Il suggestivo ponte pedonale che conduce a Civita di Bagnoregio

Le altre location della serie tv “Il nome della rosa”

Non è solo Civita di Bagnoregio ad apparire tra le meravigliose location della fiction “Il nome della rosa”, creata e diretta da Giacomo Battiato per Rai Fiction e Tele München, nel 2019. Sono diverse le regioni italiane che hanno prestato alla produzione di questa miniserie i loro paesaggi e i monumenti più belli, e in particolare Abruzzo, Lazio e Umbria.

Ecco le location scelte in Abruzzo:

  • Castello di Roccascalegna: si erge su uno sperone di roccia che domina l’omonimo borgo e dal quale si ammira il vallone del Rio Secco e la vallata del Sangro. Nella serie tv rappresenta il quartier generale del Distaccamento del comando imperiale in Toscana;
  • Eremo di Santo Spirito: luogo incastonato nella roccia a Roccamorice (PE), nel cuore della Maiella;
  • Gole di San Martino: un vero e proprio canyon stretto e lungo 14 chilometri e con pareti a picco, immerso nel Parco della Maiella.
Castello di Roccascalegna Abruzzo

Fonte: iStock

Castello di Roccascalegna Abruzzo

In Umbria, le location scelte per “Il nome della rosa” sono:

  • Perugia: piazza IV Novembre diventa la location di diverse scene ambientate ai tempi dell’Inquisizione tra roghi di eretici, scene con gruppi di popolani, nobili, soldati e cortei di monaci;
  • Abbazia di Montelabate: di questo borgo in provincia di Pescara diamo in particolare la scalinata dell’Abbazia di Santa Maria Valdiponte;
  • Bevagna: un borgo pittoresco in cui si ammirano, attraverso le riprese, il mercato coperto e piazza Silvestri con la Chiesa di San Silvestro.
Bevagna

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Bevagna

In Lazio, invece, oltre a Civita di Bagnoregio le scene della serie tv hanno visto:

  • Parco Archeologico di Vulci: a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, sorge questa antica valle etrusca che custodisce i resti dell’antica città Vulci, le necropoli e i canyon scavati nelle rocce;
  • Monte Porzio Catone: ha prestato i suoi paesaggi per diverse riprese esterne, insieme a Manziana, la valle della Molara, San Silvestro, e il Vivaro;
  • Faggeta a Soriano nel Cimino: un’oasi naturale dal fascino veramente unico e magico, nominata Patrimonio naturale dell’umanità dall’UNESCO;
  • Castello di Rocchettine: vediamo il castello medievale con le sue due torri gemelle, in provincia di Rieti, più precisamente a Torri in Sabina.
Parco Archeologico di Vulci

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Parco Archeologico di Vulci
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Arrivano gli sconti Black Friday treni 2024: offerte imperdibili per viaggiare

Un viaggio in treno esplorando ogni angolo d’Italia è sempre una buona idea, in qualsiasi stagione dell’anno e anche ora, approfittando degli sconti Black Friday treni 2024. L’attesa è terminata: dal 29 novembre sono tante le opportunità per i viaggiatori per approfittare di sconti e promozioni per i prossimi viaggi in treno di fine anno o da programmare per il 2025.

Potete esplorare le offerte delle principali compagnie ferroviarie e sfruttare gli sconti per pianificare la vostra prossima avventura su rotaia, raggiungendo tante incredibili bellezze dello Stivale.

Dove trovare le migliori offerte Black Friday treni 2024

Attraversare l’Italia in treno è da oggi più conveniente, grazie alle promozioni Black Friday treni 2024: da Trenitalia a Italo, scopri tutte le offerte sui treni dedicate al venerdì di sconti più atteso dell’anno. Un’ottima occasione per raggiungere le principali città del Bel Paese nel periodo dell’Avvento o a Capodanno, grazie ai treni ad alta velocità, oppure per esplorare le diverse regioni italiane viaggiando tra i borghi immersi negli splendidi paesaggi naturali affacciati sul mare o nell’entroterra più incontaminato.

Black Friday treni 2024: tutte le offerte delle compagnie da non perdere

Le compagnie ferroviarie italiane hanno accolto il Black Friday 2024 offrendo diverse promozioni a tutti coloro che intendono viaggiare in treno a dicembre 2024 e nei primi mesi del 2025. Vediamo nel dettaglio tutte le offerte da non perdere, disponibili su Trenitalia e Italo.

Viaggiare in treno low cost grazie agli sconti Black Friday 2024 treni

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Viaggiare in treno low cost grazie agli sconti Black Friday 2024 treni

Il Black Friday 2024 di Trenitalia

Trenitalia torna ad offrire diversi vantaggi ai viaggiatori per il Black Friday 2024. Grazie al codice “BLACK24” potete acquistare l’offerta Super Economy e FrecciaDAYS con un extra sconto del 30%. Questo codice è valido fino alle 9:00 di lunedì 2 dicembre, per partenze dal 9 gennaio al 31 marzo 2025, sui treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca.

Come utilizzare lo sconto? Tramite il sito web ufficiale o sulla App di Trenitalia, dovrete selezionare il viaggio e sceglere l’offerta Super Economy o FrecciaDAYS, inserendo il codice BLACK24 per ciascun passeggero. Una volta cliccato su ‘verifica’, il totale dei biglietti verrà scontato.

Ma non solo. Quest’anno, per il Black Friday è disponibile anche la promozione “Italia in tour“, grazie alla quale avrete l’opportunità di viaggiare per 5 giorni consecutivi al prezzo di 3 sui treni regionali. Con un prezzo speciale di 35 euro, potrete quindi viaggiare su tutti i treni del Regionale di Trenitalia, compreso il Leonardo express e il Trenitalia Tper, esplorando le bellezze del nostro meraviglioso Paese.

Un’ottima idea per un viaggio anche in famiglia, dal momento che bambini e ragazzi (dai 4 ai 12 anni) pagano soltanto 18 euro. L’offerta è valida per acquisti effettuati entro il 2 dicembre 2024, ma risulta molto flessibile nelle date del viaggio: infatti potrete modificare la data di validità del pass tutte le volte che volete, entro le 23:59 del giorno precedente alla partenza e fino a sei mesi dall’acquisto.

Il Black Friday 2024 di Italo

Il Black Friday di Italo è iniziato con una serie di sconti e vantaggi dedicati ai propri viaggiatori, che vengono sbloccati ogni giorno durante tutto il weekend.

Dal 29 novembre al 2 dicembre, potete approfittare del codice promo “BFRIDAY, per viaggiare con sconti dal -20% al -40% dal 14 dicembre 2024 al 15 aprile 2025 in ambiente Smart e Prima Business. I biglietti sono a numero limitato e acquistabili entro le ore 19.00 del 2 dicembre 2024.

Un’altra promo di Italo, che sfrutta lo stesso codice BFRIDAY, vi permette di ricevere il doppio dei Punti Italo Più, acquistando un biglietto ITALO AV e ITALO AV + bus Itabus. L’offerta è valida per acquisti effettuati in tariffa Low Cost, entro le ore 10:00 del 2 dicembre 2024.

Non dimenticate di monitorare la pagina ufficiale di Italo per scoprire tutti i nuovi vantaggi che vengono resi disponibili nel corso della Black Week 2024.

Dove andare con le offerte Black Friday treni 2024

Il Black Friday treni 2024 riserva vantaggi esclusivi e tante opportunità di viaggiare low cost in tutta Italia, sia nel periodo natalizio di dicembre, sia nei primi mesi del nuovo anno.

Potrete riscoprire tutta la bellezza delle principali città italiane grazie ai treni veloci di Italo e Trenitalia. La prossima meta potrebbe essere Torino, che ha recentemente ricevuto il riconoscimento di Capitale europea del Turismo Intelligente 2025, oppure Venezia, che nel mese di dicembre veste il suo abito più elegante tra luci natalizie e grandi eventi per accogliere il 2025. Oltre alle immancabili Firenze e Roma, potreste passare un weekend a Siena, Patrimonio Unesco, facilmente raggiungibile da Roma Termini (in circa 3 ore e 30 minuti) o da Firenze Santa Maria Novella (in meno di 2 ore). Adagiata nel cuore della Toscana, tra le dolci e suggestive colline del Chianti è un vero e proprio gioiello da raggiungere in treno.

Merita un viaggio anche Caserta, custode di un patrimonio storico, artistico e architettonico davvero prezioso: potrete ammirare la Reggia di Caserta, l’Acquedotto Carolino, il Belvedere San Leucio e il grazioso Borgo di Casertavecchia.

Reggia di Caserta

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Reggia di Caserta

Grazie alla promozione Trenitalia che permette di viaggiare per 5 giorni consecutivi a soli 35 euro sui treni del Regionale, sono ancora più numerose le mete da raggiungere con gli sconti Black Friday 2024. Potrete così attraversare la penisola con un viaggio itinerante tra antichi borghi ricchi di testimonianze del passato e tradizioni culturali. Alcuni esempi? Lasciatevi conquistare dal Piemonte facendo tappa nei borghi di Mombaldone, Orta San Giulio e Vogogna, affascinanti destinazioni per gli amanti del patrimonio artistico e naturale, tra paesaggi mozzafiato sulle rive del Lago d’Orta e le testimonianze di un passato medievale.

Orta San Giulio e l'omonima isola

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Orta San Giulio e l’omonima isola

Al Sud, il viaggio in treno itinerante può prevedere la scoperta di Telese Terme (in Campania) e dei dintorni punteggiati da borghi storici come Sant’Agata de’ Goti e Benevento. Situata a circa mezz’ora da Caserta e Benevento, Telese Terme è una delle località termali più rinomate della Campania e si raggiunge facilmente in circa un’ora da Napoli.

In Calabria, invece, altre terme da raggiungere sono sicuramente le Terme Luigiane (ad Acquappesa), facendo tappa con il treno anche a Paola. Un’occasione per rilassarsi tra le acque termali famose per i loro poteri curativi, in stabilimenti che offrono una grande varietà di trattamenti e percorsi di benessere per ricaricare corpo e mente.