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Cosa vedere a Ischia, l’isola verde del Golfo di Napoli

Isola di pescatori, contadini e artigiani, Ischia è famosa fin dall’antichità per le preziose sorgenti d’acqua termale, i panorami da sogno, le spiagge e le baie suggestive, i promontori vertiginosi, un mare che passa dal blu intenso al verde smeraldo, un patrimonio storico, naturalistico e architettonico senza eguali. In tanti e da tempo immemore la conoscono come “l’isola verde” – non solo per la vegetazione rigogliosa che si manifesta in tutte le sue sfumature ma anche per la presenza del tufo di origine vulcanica – la destinazione ideale per chi cerca la combinazione perfetta tra natura e benessere, relax e divertimento.

Ma Ischia è molto di più di una cartolina dalle atmosfere mediterranee. È una sorta di ‘isola-mondo’, con sue regole, suoi ritmi e il suo spiccato senso di appartenenza. Sapevate ad esempio che è divisa in sei comuni? Ciascuno con la sua storia da raccontare e i suoi segreti da svelare, perché su questo territorio che si estende su 46,3 km quadrati di superficie e conta oltre 60 mila abitanti, nessun luogo è uguale all’altro, persino le tradizioni cambiano di paese in paese. Stenterete a crederci, ma spesso persino chi ci è nato non la conosce nella sua interezza. Quel che è certo, è che non basta un giorno e forse nemmeno un solo weekend per poterla esplorare tutta. Questa piccola guida, può quindi esservi d’aiuto per non perdervi le sue attrazioni più emblematiche. Pronti a scoprirla più da vicino?

I parchi termali

Partiamo da uno dei punti di forza di Ischia, perla tra le perle del Golfo di Napoli. Le acque termali dell’isola sono rinomate fin dall’antichità, per le innumerevoli virtù terapeutiche, anzi la natura vulcanica di questi luoghi la rende uno dei maggiori centri termali d’Europa.

Se volete vivere un’esperienza di benessere completamente gratuita, la Baia di Sorgeto è un vero e proprio parco termale all’aperto, un angolo di paradiso dove l’acqua del mare si mescola con quella benefica e curativa che fuoriesce bollente dalla montagna.

Questo fenomeno vulcanico favorisce la creazione di vasche naturali contenenti acqua calda, dove tutti possono immergersi per rigenerare corpo e mente, a tutte le ore del giorno e della notte, circondati da uno scenario quasi fantasy e avvolti dai vapori terapeutici che trasformano l’esperienza in un vero e proprio percorso benessere. Il periodo ideale per andarci è in bassa e media stagione, mentre in estate rischiate di trovarla – comprensibilmente – molto affollata.

Numerosi sono anche i parchi termali privati, tra i quali i più famosi sono i Giardini Poseidon, nel comune di Forio, e il Negombo, fiore all’occhiello di Lacco Ameno. Nel comune di Barano, troviamo invece il Parco delle Ninfe di Nitrodi, altro straordinario complesso termale organizzato con docce e lavabi dove l’acqua è erogata direttamente dalla sorgente senza stoccaggio e senza alcun trattamento chimico-fisico, alla temperatura naturale di 28°. Non vi troverete vasche o piscine ad eccezione delle jacuzzi a servizio esclusivo delle terrazze private, ma vale davvero la pena provare le docce a cascata rigeneranti che affacciano su panorami incantevoli.

La spiaggia dei Maronti, tra le più belle di Ischia

Fonte: iStock

La spiaggia dei Maronti, la più lunga dell’isola d’Ischia

Spiagge, grotte e baie

Ed eccoci a un altro dei punti di forza di Ischia: le sue spiagge. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e si differenziano le une dalle altre spaziando da quelle di sabbia fine, adatte alle famiglie, alle calette rocciose, alle splendide baie raggiungibili attraverso sentieri a picco sul mare.

Nel comune di Lacco Ameno si incontra la splendida baia di San Montano, dotata di sabbia fine, fondali bassi e acqua limpida, ma se cercate una spiaggia costantemente esposta al sole, quella di Citara e della Chiaia, a Forio, sono l’ideale soprattutto per le famiglie, con tratti liberi e stabilimenti balneari attrezzati. La più estesa dell’isola è la spiaggia dei Maronti, nel comune di Barano, costituita da una striscia di sabbia lunga 3 km, racchiusa tra Capo Grosso e il borgo di Sant’Angelo. Uno dei suoi tratti più suggestivi è quello delle Fumarole, che prende il nome dal fenomeno di vulcanesimo secondario con emanazione di vapore bollente a temperature che oscillano tra i 30 e i 100 gradi. Il vapore sprigionato dalla sabbia la rende la tappa perfetta per chi desidera curare gli acciacchi del corpo con le cosiddette sabbiature. Ancora oggi, le alte temperature raggiunte dalla sabbia vengono utilizzate dalla gente del posto e dai visitatori anche per cucinare gli alimenti, in particolare uova sode, pollo e patate.

Se siete appassionati di diving e snorkeling potrete osservare da vicino il mondo sommerso e le praterie di Posidonia Oceanica, che impreziosiscono i fondali attorno al Castello Aragonese, dove ha luogo il suggestivo fenomeno delle “bollicine”. Con un’escursione in barca, è possibile ammirare le splendide cavità naturali raggiungibili solo via mare: la Grotta del Mago, nella parte sud-occidentale, e la Grotta Verde, a sud-est.

I borghi marinari

Preparatevi a perdere il cuore in questi due borghi da sogno. Partiamo da quello di Ischia Ponte – anticamente borgo di Celsa, per una piantagione di gelsi profumati che ricopriva tutta l’area – nato a ridosso dell’isolotto, collegato al porticciolo tramite un istmo artificiale, dove si vede svettare il maestoso e scenografico Castello Aragonese, uno dei simboli ischitani. Nel corso dei secoli, si sono alternati nello scenario da cartolina di quello che è a tutti gli effetti il centro nevralgico dell’isola, palazzi patrizi e case colorate di pescatori e ancora oggi tanti edifici storici testimoniano lo splendore di un tempo che sembra rimasto sospeso.

Non è da meno, in quanto a suggestioni, il borgo marinaro di Sant’Angelo, nel comune di Serrara Fontana. Un affascinante ex villaggio di pescatori che, a partire dagli anni ’50 è diventato uno dei centri più chic della Campania, grazie alla presenza di personaggi illustri che hanno voluto inebriarsi di queste atmosfere da dolce vita per le loro vacanze relax. A caratterizzare il borgo costellato di case colorate inerpicate sul costone di tufo del monte, addossate le une alle altre e affacciate su un panorama da brividi, è il caratteristico isolotto – conosciuto come Torre di Sant’Angelo – accessibile attraverso un sottile istmo, lungo 119 metri. Nella sua parte superiore sorgeva una chiesetta dove si instaurò il culto dell’Arcangelo S.Michele, da cui sarebbe derivato il nome del villaggio

Il borgo marinaro di Sant'Angelo a Ischia

Fonte: iStock

Il borgo marinaro di Sant’Angelo con il caratteristico isolotto chiamato ‘Torre’

Le architetture e i monumenti

L’arte e l’architettura di palazzi e monumenti di ciascuno dei sei comuni in cui è suddivisa l’isola d’Ischia ne testimoniano la cultura ricca e variegata, frutto delle varie colonizzazioni. Camminando per l’antico borgo marinaro d’Ischia Ponte, si svela allo sguardo l’imponente roccaforte del Castello Aragonese, testimonianza di tutte le civiltà che sono passate da qui, tra greci e romani, dalla dinastia d’Aragona fino ai Colonna. È senza dubbio una delle attrazioni principali dell’isola, con un belvedere che vi farà girare la testa. Dal 1965 in poi la famiglia Mattera si prende cura di questo bene dal valore inestimabile, garantendone l’apertura al pubblico per 365 giorni all’anno, ospitando eventi culturali e mostre d’arte. Tra gli edifici di spicco del borgo di Ischia Ponte, c’è anche il Museo del Mare, ospitato nei tre piani dello storico Palazzo dell’Orologio.

Di fronte al Castello, a pochi metri dai famosi scogli di Sant’Anna, si erge un altro simbolo di Ischia, la Torre di Michelangelo o Torre di Guevara, una casa turrita edificata presso la Baia di Cartaromana, sul versante orientale dell’isola. Leggenda racconta che nel 1500 vi abbia soggiornato a più riprese Michelangelo Buonarroti, legato da una segreta relazione amorosa a Vittoria Colonna, moglie di Francesco Ferrante d’Avalos.

Spostandoci nel centro storico di Forio, incontriamo palazzi nobiliari, i tipici vicoli saraceni, le torri – tra cui il possente Torrione – le botteghe artigiane e le chiese ricche di storia e arte. Tra queste spicca la Chiesa del Soccorso, situata all’estremità di uno splendido piazzale, dal quale, se si è fortunati, è possibile assistere, in particolari condizioni atmosferiche, al fenomeno ottico del ‘raggio verde’, in concomitanza con il tramonto del sole.

Lacco Ameno ospita, invece, il rinomato Museo archeologico di Pithecusae a Villa Arbusto, che illustra la storia dell’isola d’Ischia dalla preistoria all’età romana, mostrando reperti della colonia greca sull’isola, come la celebre Coppa di Nestore, risalente al 725 a.C.

Castello Aragonese, simbolo dell'isola d'Ischia

Fonte: iStock @alxpin

Il monumentale Castello Aragonese a Ischia Ponte

I giardini

Se siete appassionati di botanica, a Forio, nella parte occidentale dell’isola d’Ischia, ci si imbatte negli incantevoli Giardini La Mortella, creati da Lady Susan Walton e Sir William Walton. Un sogno a occhi aperti che porta alla scoperta di una vastissima raccolta di piante mediterranee ed esotiche rare, con le tre splendide serre tropicali: la ‘Victoria House’, dove viene coltivata la Victoria amazonica, la Serra delle Orchidee ed il Tempio del Sole. Da non perdere la Sala Thai, un luogo ideale per la meditazione, immerso in una onirica atmosfera orientale. In estate, ogni giovedì sera, si può inoltre assistere ai concerti di musica sinfonica che si svolgono nel suggestivo Teatro Greco.

Gli amanti delle piante grasse non devono, invece, lasciarsi sfuggire i magnifici Giardini Ravino, un raro esempio di eco-sostenibilità nato con l’intento di salvaguardare il patrimonio naturalistico dell’isola d’Ischia. Questo parco botanico di acclimatazione raccoglie in 6.000 mq la più vasta e varia collezione europea di piante succulente, che ogni anno si arricchisce di nuovi esemplari.

I sentieri

Non si dice per dire che Ischia vanta un paesaggio unico al mondo. Questo è stato, infatti, modellato nelle ere geologiche da incredibili fenomeni vulcanici che hanno dato vita a uno spettacolare connubio di mare e montagna, vallate e colline, ripide falesie e alvei naturali, boschi e vigneti, macchia mediterranea e aree simili a foreste tropicali. I sentieri panoramici che l’attraversano rendono dunque quest’isola la cornice perfetta per passeggiate immerse nel verde ed escursioni guidate alla scoperta dell’entroterra, che ad ogni passo svela meraviglie botaniche e geologiche e scorci incredibili.

I meno allenati, o chi si muove con i bambini, potranno percorrere agevolmente il sentiero del tufo verde che porta sulla cima del Monte Epomeo. Con i suoi 789 metri d’altezza, rappresenta la vetta più alta dell’isola d’Ischia, raggiungibile anche a dorso di cavallo. L’escursione attraversa il bosco di acacie dei Frassitelli e il bosco di castagni della Falanga, che si estende per 6 ettari alle pendici del monte.

I più impavidi potranno, invece, avventurarsi sui caratteristici Pizzi Bianchi, lungo il versante meridionale di Ischia, che svelano il lato selvaggio dell’isola, tra alte falesie, canyon e possenti agavi, che accompagnano gli escursionisti fino alla sorgente termale di Cavascura e da lì alla spiaggia dei Maronti.

Tanti gli itinerari naturalistici che fanno di Ischia l’isola del trekking. Tra questi, il cosiddetto “sentiero dell’anima”, sul versante sudorientale, che conduce alle meravigliose insenature della Scarrupata e di Punta San Pancrazio, regalando panorami mozzafiato. Ci sono poi gli itinerari che conducono a Piano Liguori, raggiungibile dalla frazione collinare di Campagnano o dal villaggio dello Schiappone, con i paesaggi rurali e le incantevoli vedute che abbracciano il Golfo di Napoli e le sue isole. E ancora, il sentiero che conduce alla fonte di Buceto, tra muschi, antiche strade in pietra e alberi secolari, e l’escursione fino alla chiesetta in calce bianca di Santa Maria al Monte, il promontorio che sovrasta Forio, fino al sentiero, sconosciuto ai più, che dalla piazzetta di Serrara Fontana porta a Sant’Angelo.

La Chiesa del Soccorso, tra le più belle dell'isola d'Ischia

Fonte: iStock

La Chiesa del Soccorso a Forio

Come arrivare a Ischia

Si può raggiungere l’isola d’Ischia imbarcandosi su un aliscafo o su un traghetto dai porti di Napoli, Pozzuoli, Procida e, solo d’estate, anche da Salerno, Amalfi, Positano, Sorrento e Capri. Traghetti e aliscafi attraccano nei porti di Ischia e Casamicciola Terme, mentre il porto di Forio è destinato solo agli aliscafi.

Le navi in partenza dal Porto di Napoli salpano rispettivamente dal Molo Beverello e da Calata Porta di Massa. Dal primo partono esclusivamente gli aliscafi, mentre da Porta di Massa salpano solo i traghetti. Una navetta gratuita, attiva fino all’ultimo collegamento per Ischia, collega Beverello a Porta di Massa e viceversa.

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Europa Spettrale, viaggio tra le meraviglie nascoste delle città abbandonate

Il nostro continente è pieno di città, ma ce ne sono alcune che nei fatti sono silenziose, dimenticate e avvolte da un fascino che quasi mette i brividi. Parliamo delle città fantasma d’Europa, un mix di decadenti rovine, ma anche vere e proprie porte aperte su epoche perdute che ancora oggi raccontano storie. Dai villaggi minerari spazzati via dalla crisi ai borghi svaniti nel nulla dopo disastri naturali o guerre, questi posti sembrano congelati nel tempo. Ecco quali sono quelle da visitare almeno una volta nella vita.

Vatheia, Grecia

Iniziamo questo viaggio nel mistero da Vatheia, in Grecia, un suggestivo villaggio situato nella penisola del Mani, in una delle zone più selvagge e isolate del Peloponneso. Come tutte le immagini più simboliche di questo affascinante Paese, anche Vatheia si specchia su un mare azzurissimo, poiché arroccato su un crinale roccioso dal quale si gode di una vista mozzafiato.

Le strade per raggiungerlo sono tortuose, ma impreziosite da uliveti, fichi d’India e paesaggi bruciati dal sole. Ma perché è oggi una città fantasma? La risposta è molto semplice: a partire dagli anni ’50-’60, la popolazione cominciò a emigrare verso Atene o all’estero, in cerca di lavoro e condizioni di vita migliori. Progressivamente il villaggio si svuotò, fino a diventare una vera e propria località fantasma.

Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi di rivalutazione turistica e restauro, anche se solo parziali. Una condizione che, volente o nolente, ha reso l’atmosfera ancora più affascinante. Ma in realtà Vatheia conquista già quando la si vede da lontano, ovvero nel momento in cui si iniziano a notare le sue torri fortificate in pietra che dominano il paesaggio.

Ma non è di certo meno interessante camminare tra le sue strade lastricate, dove pare di essere osservati dalle ombre del passato, mentre tutto intorno ci sono il silenzio (interrotto dal richiamo degli uccelli) e i panorami spettacolari sul mare e sulle montagne.

Quando la si visita, però, bisogna ricordarsi sempre di non entrare negli edifici senza tetto o con muri visibilmente instabili, e di utilizzare scarpe da trekking o chiuse con buona aderenza.

Vatheia, Grecia

Fonte: iStock

Veduta di Vatheia

Minas de São Domingos, Portogallo

Diverse meraviglie abbandonate le annovera anche il Portogallo, e tra tutte noi abbiamo scelto di parlarvi di Minas de São Domingos. Si trova nel Comune di Mértola, regione dell’Alentejo, ed è un ex villaggio minerario dove storia industriale, degrado e silenzio si fondono in un paesaggio quasi post-apocalittico.

La sua è una storia lunghissima, perché le miniere di rame, zolfo e pirite erano già note ai Romani. L’estrazione moderna, tuttavia, iniziò nel 1854, per poi intensificarsi durante il XIX e XX secolo, raggiungendo il picco tra le due guerre mondiali. Da queste parti vivevano quindi minatori con le loro famiglie, che avevano a disposizione non solo case, ma anche scuole, chiesa e persino un cinema.

La vita, seppur non sempre facile, trascorreva felice e soddisfacente, ma solo fino al 1966, anno in cui l’esaurimento dei filoni e l’abbassamento dei prezzi rese l’attività non redditizia, al punto da arrivare alla chiusura delle miniere. Fu così che la popolazione emigrò in massa, lasciando il villaggio in stato di semi-abbandono. Attualmente da queste parti vivono poche decine di persone e molti edifici sono vuoti e in rovina.

Il visitatore che la inserisce nel suo itinerario di viaggio può quindi osservare diverse rovine industriali, come impianti, fonderie, tunnel, depositi di scorie, un curioso lago acido artificiale (Barragem do Chança) di colore rossastro-verde per l’alta concentrazione di minerali e metalli, case operaie abbandonate più o meno in piedi, un cimitero inglese e un piccolo museo della miniera.

Il silenzio è assoluto, interrotto solo dal vento e dai rumori metallici delle lamiere arrugginite: come ritrovarsi in un’area che sembra uscita da un film distopico. L’accesso è libero, ma alcune zone possono essere pericolose (rovine instabili, suolo contaminato) e per questo occorre sempre prestare moltissima attenzione.

Minas de São Domingos, Portogallo

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Le miniere di Minas de São Domingos

Slapnik, Slovenia

Decisamente suggestivo è anche Slapnik, il villaggio fantasma più famoso di tutta la Slovenia. È nascosto tra le dolci colline vinicole del Goriška Brda, vicino al confine con l’Italia, e sembra uscito da un sogno malinconico anche perché circondato da vigneti, boschi e colline. Non vi sorprenderà sapere, infatti, che è raggiungibile solo a piedi da una strada secondaria sterrata (10-15 minuti di cammino).

Le sue casette rurali in pietra e tetti rossi vennero del tutto abbandonate negli anni ’70, a causa dello spopolamento e dell’emigrazione verso città o all’estero, al punto che ogni edificio è oggi in rovina (ma ancora in piedi). Tutto è praticamente rimasto dove è stato lasciato, come vecchi utensili, bottiglie, stufe a legna e segni tangibili della vita quotidiana, ma la vegetazione si sta piano piano riprendendo il suo posto, con piante rampicanti, alberi cresciuti nei salotti e radici nelle cucine.

Un posto silenzioso, immobile e malinconico, così tanto che non è nemmeno segnalato ufficialmente come sito turistico, nonostante nel 2016 una società austriaca abbia proposto di acquistarlo e ristrutturarlo come villaggio turistico eco-sostenibile (il progetto non è mai partito per via delle complicazioni legali e delle proprietà frammentate).

Se lo si vuole visitare, bisogna quindi essere consapevoli che no, non c’è alcun divieto formale di turismo, ma nemmeno recinzioni né messa in sicurezza. Per questo motivo, occorre prestare molto attenzione a tetti instabili, buche e animali selvatici.

La Mussara, Spagna

La Spagna è piena di villaggi fantasma: ne esistono oltre 3.000 abbandonati. Tra tutti, noi abbiamo deciso di parlarvi de La Mussara, uno dei più misteriosi e affascinanti della Catalogna. Il merito è certamente della sua posizione isolata, ma anche dell’atmosfera surreale data dalla decadenza, dall’essere a circa 900 metri di altitudine e perché circondato da foreste di pini e panorami mozzafiato.

Facile da raggiungere in auto (ma con una parte del viaggio che richiede una camminata su un sentiero sterrato), è di origine medievale ma purtroppo, a partire dal XIX secolo, a causa della povertà agricola e dell’isolamento della zona, ha iniziato a spopolarsi.

L’abbandono definitivo è avvenuto negli anni ’50 e ’60, quando la mancanza di accesso a risorse economiche e le difficoltà di comunicazione con i centri abitati più grandi hanno spinto gli abitanti a trasferirsi altrove. Oggi è un concentrato di rovine di case in pietra, ruderi affacciati sulla vallata e vicoli invasi dalla vegetazione.

Ma non è tutto, perché La Mussara è famosa per le leggende che parlano di apparizioni spettrali e fenomeni inspiegabili: molti credono che sia un luogo “maledetto”, altri il posto dove convergono linee di forza magnetica.

Come la maggior parte dei luoghi fantasma, se si desidera visitarlo si deve prestare molta attenzione perché le case e gli edifici sono in stato di abbandono e deterioramento.

Celleno Vecchio, Italia

Anche l’Italia è un vero scrigno di borghi e città fantasma, e sparsi in ogni regione. In questo caso abbiamo scelto di parlarvi di una perla della provincia di Viterbo, Celleno Vecchio, anche perché è uno dei villaggi abbandonati più suggestivi e meglio conservati del centro Italia.

Facilmente accessibile e ben segnalato, vanta origini sia etrusche che romane (anche se la maggior parte degli edifici risale al Medioevo), ma, a partire dall’Ottocento e fino al 1951, venne progressivamente abbandonato a causa dell’instabilità del terreno tufaceo su cui è posto che causava frane e crolli.

Oggi il paese della Tuscia è un perfetto esempio di borgo medievale spettrale, ma parzialmente recuperato e visitabile gratuitamente, come una sorta di museo a cielo aperto circondato da un panorama emozionante. Tra le cose più suggestive da visitare ci sono:

  • Castello Orsini: massiccia costruzione fortificata, restaurata e visitabile che ospita mostre ed eventi;
  • Chiesa di San Donato: in rovina, con l’abside ancora in piedi;
  • Piazzetta centrale: lastricata, silenziosa, con case abbandonate che sembrano ancora abitate.
  • Case crollate, archi, scale, cantine e finestre vuote: che affacciano sul vuoto della valle;
  • Museo diffuso: installazioni artistiche, pannelli esplicativi e percorsi guidati.
  • Natura che si riappropria degli spazi: rampicanti, radici e muschi.

Visitare Celleno Vecchio è assolutamente possibile perché è stato messo in sicurezza, ma occorre sempre prestare attenzione perché alcune strutture sono ancora in stato di parziale abbandono. Una piccola curiosità: è soprannominato “Il borgo delle tre distruzioni”, perché fu distrutto dai Saraceni, poi da Cesare Borgia e infine da una frana.

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Cavallo Bianco di Uffington, un misterioso gigante preistorico di pietra

Nel cuore delle colline dell’Oxfordshire – sul pendio della White Horse Hill – in Inghilterra, si staglia una figura enigmatica e affascinante: il Cavallo Bianco di Uffington, una figura preistorica.

Questa imponente rappresentazione stilizzata di un cavallo incisa con solchi nel terreno profondi un metro che hanno così messo in mostra il gesso bianco della collina, misura 114 metri di lunghezza e 34 di altezza. Risalendo a un’epoca compresa tra il 1380 e il 550 a.C., questa è la più antica figura collinare della Gran Bretagna. La sua origine, funzione e significato continuano a suscitare interrogativi e teorie, alimentando leggende e studi archeologici.

La migliore vista del geoglifo si ottiene direttamente dall’altro lato della valle, vicino ai villaggi di Great Coxwell, Longcot e Fernham dalla cima di Dragon Hill.
Il sito è di proprietà del National Trust for Places of Historic Interest or Natural Beauty, che lo gestisce.

Origine e datazione

Il Cavallo Bianco di Uffington è stato datato tra il 1380 e il 550 a.C. grazie alla tecnica della luminescenza otticamente stimolata – OSL -, applicata per la prima volta negli anni ’90 e aggiornata nel 2024 con nuove analisi. Questi studi hanno confermato che la figura risale all’Età del Bronzo o al primo periodo dell’Età del Ferro, smentendo le ipotesi che la collocavano in epoche successive.

La sua creazione potrebbe essere legata a pratiche rituali o a simboli tribali associati alla vicina fortezza di Uffington Castle.

Significato e interpretazioni

Il significato del Cavallo Bianco rimane oggetto di dibattito.
Alcuni studiosi lo associano alla dea celtica Epona, protettrice dei cavalli e simbolo di fertilità, mentre altri lo collegano al culto del dio solare celtico Belinos, suggerendo che la figura rappresenti un “cavallo solare”.

La sua posizione sulla collina e la visibilità limitata dal suolo suggeriscono un possibile significato rituale o religioso, destinato a essere osservato da lontano o dall’alto.​

Conservazione e restauri

Nel corso dei secoli, il Cavallo Bianco ha richiesto interventi periodici di manutenzione per preservarne la visibilità.

un posto incredibile da visitare in inghilterra

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Primitivo Cavallo bianco di Uffington, Inghilterra

Tradizionalmente, ogni sette anni si svolgeva una cerimonia chiamata “scouring“, durante la quale la figura veniva ripulita e rinfrescata con nuovo gesso.

Nel 2024, un progetto congiunto del National Trust e dell’Oxford Archaeology ha riportato la figura alle sue dimensioni originali, dopo che studi avevano evidenziato un restringimento fino al 40% a causa dell’erosione e della crescita del manto erboso.

Leggende e cultura popolare

Il Cavallo Bianco dell’Inghilterra è avvolto da numerose leggende.
Una delle più note lo collega alla vicina Dragon Hill, dove si narra che San Giorgio abbia ucciso un drago, lasciando un’impronta sulla collina.

Altre storie lo associano a divinità celtiche o a simboli di fertilità. Nel corso del tempo, la figura ha ispirato opere letterarie, come “The Ballad of the White Horse” di G.K. Chesterton, e ha influenzato la cultura popolare, apparendo in romanzi contemporanei e sulla copertina dell’album “English Settlement” del gruppo XTC.

Il Cavallo Bianco di Uffington continua ancora oggi a suscitare fascino e curiosità, rappresentando un legame tangibile tra il presente e le misteriose civiltà del passato. La sua conservazione e le continue ricerche archeologiche ne fanno un simbolo duraturo della ricca eredità preistorica della Gran Bretagna.

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Le location da scoprire in Ho visto un Re: intervista a Giorgia Farina

Ci sono luoghi in cui il confine tra realtà e cinema si assottiglia“, ci ha confidato Giorgia Farina, affermata regista italiana che dal 30 aprile è al cinema con il film Ho visto un Re. Abbiamo avuto il piacere di intervistarla, esplorando con lei le location di questa avventura emozionante e ambiziosa con Edoardo Pesce, Sara Serraiocco, Blu Yoshimi, Gabriel Gougsa e il giovanissimo Marco Fiore. Dopo Amiche da morire, Guida romantica a posti perduti, Ho ucciso Napoleone, Farina si conferma fedele a una commedia italiana moderna e sensibile che guarda avanti.

In Ho visto un Re un bambino di nome Emilio, nell’estate del 1936, instaura un’amicizia inaspettata con un guerriero etiope, o meglio un principe, che viene tenuto prigioniero nella voliera che si trova nel giardino del Podestà. Ispirato a una storia vera, il film è un esempio di realismo magico coinvolgente che riesce a dialogare con diverse generazioni con una eco a Jojo Rabbit di Taika Waititi del 2019. Nonostante la regista guidi la narrazione alternando costantemente la fantasia con una realtà storicamente ingombrante, il film sembra molto ancorato ai luoghi dove si svolgono i vari momenti.

Il tuo film si svolge quasi tutto in esterni: è stata una scelta voluta o una necessità narrativa?

È stata una scelta ben precisa. Volevo che il mondo esterno rappresentasse il punto di vista di Emilio, un bambino che guarda la realtà con occhi pieni di immaginazione. Gli spazi aperti danno respiro, amplificano la sensazione di avventura e libertà, in netto contrasto con la rigidità del contesto storico. E poi ci sono luoghi che, da soli, raccontano già molto.

Come hai trovato le location? Dove si trovano, ad esempio, il casale della famiglia di Emilio e la villa di Trocca?

Il casale l’ho trovato, per puro caso, su un sito di annunci immobiliari. Era conservato benissimo, intatto, sembrava davvero rimasto fermo agli Anni ’30. Appena l’ho visto, ho capito che era perfetto per il film. La villa di Trocca, invece, è in realtà il vecchio casino di caccia di Galeazzo Ciano (vicino a Fiesole, in Toscana, ndr). Un posto potente, austero, carico di storia.

Nel film, ogni ambiente sembra avere una sua personalità. Quanto contano per te i luoghi nella costruzione della storia?

Tantissimo. I luoghi non sono solo uno sfondo, sono una parte attiva del racconto. Hanno un’energia, una memoria, e aiutano a costruire il tono emotivo delle scene. In questo film i luoghi riflettono anche lo sguardo di Emilio: sono concreti, ma pronti a trasformarsi, proprio come fa lui con la realtà che lo circonda.

Ho visto un Re film

Fonte: Ufficio stampa

Una scena di Ho visto un Re

Quanto è importante, secondo te, trovare la location giusta?

È fondamentale. Una location giusta ti aiuta a raccontare in modo più naturale, senza dover spiegare troppo. Ha già dentro un racconto, un’atmosfera. Quando entri in uno spazio che funziona, lo senti: ti suggerisce inquadrature, movimenti, dettagli. È quasi come se il luogo stesso ti guidasse.

La scena finale del film è ambientata in Africa… o almeno sembra. Dove avete girato davvero?

In realtà quella scena è stata girata in una cava vicino Roma! Ma grazie alla luce, all’inquadratura e a qualche tocco scenografico, siamo riusciti a ricreare un’atmosfera che richiama l’Africa senza esserlo davvero.

Durante le riprese ci sono stati imprevisti o momenti complicati?

Sì, soprattutto legati al meteo. Quando giri tanto in esterni, il clima può essere un nemico… o un alleato. Ci sono stati giorni in cui abbiamo dovuto cambiare completamente i piani, ma a volte gli imprevisti regalano sorprese bellissime. Una luce imprevista, un vento improvviso… spesso diventano momenti magici che finiscono per arricchire il film.

Il tuo film ha un tono sospeso tra realtà e immaginazione. Le ambientazioni reali ti hanno aiutato a costruire questo equilibrio?

Assolutamente sì. Perché per far funzionare la fantasia, devi partire da qualcosa di autentico. Se la base è credibile, lo spettatore è disposto a seguirti anche quando lo porti altrove. Il realismo magico ha bisogno di radici forti nella realtà per poter volare.

In Guida romantica a posti perduti si parla molto del viaggio come esperienza interiore. Che cos’è per te un viaggio?

Per me il viaggio è uno strumento per cambiare prospettiva. Ti costringe a guardare le cose da un altro punto di vista, ti rompe le abitudini e ti rimette in discussione. Può aiutare a ritrovare equilibrio, stimolare nuove idee, farti sentire più vivo. E spesso, quando torni, hai con te qualcosa che non avevi prima.

Ho visto un Re Edoardo Pesce

Fonte: Ufficio stampa

Edoardo Pesce in Ho visto un Re

Hai un viaggio che ricordi con particolare affetto?

Sì, il Giappone. Prima di iniziare a lavorare con il mitico Toei Studio – dove ho girato alcuni spot – ho passato qualche giorno a zonzo, senza programmi, solo per esplorare. È stato un po’ come vivere dentro Lost in Translation, con quella sensazione di essere altrove, spaesata ma piena di meraviglia. È un’esperienza che porto nel cuore e che mi ha ispirato anche nel modo di guardare il mondo.

Il cineturismo è sempre più diffuso. C’è un luogo legato al cinema che hai visitato o che sogni di visitare?

Un posto che per me è davvero speciale: la chiesa sommersa di San Vittorino, vicino Roma. È un luogo che appare sia in Guida romantica a posti perduti che in Nostalghia di Tarkovsky. Ogni volta che ci torno mi sembra di entrare in una dimensione parallela, sospesa. È uno di quei luoghi dove il confine tra realtà e cinema si assottiglia, ed è proprio lì che nasce la magia.

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Onde silenziose e sabbia solitaria: 7 spiagge d’Europa che pochi conoscono

Pensando alle vacanze estive in Europa, vengono subito in mente spiagge famose come quelle di Ibiza, Mykonos o la Costa Azzurra. Esistono però anche tante altre spiagge fuori dalle solite rotte. Se si sogna di rilassarsi lontano dalla folla, ci sono in Europa ancora angoli segreti dove la natura è protagonista e il turismo di massa non è arrivato.
In questo articolo scopriamo alcune delle spiagge meno affollate in Europa, selezionate personalmente, per chi cerca pace, autenticità, bellezza incontaminata e un viaggio autentico.

Cala Sisine, Sardegna

Cala Sisine è una delle spiagge meno conosciute del Golfo di Orosei – dove si trovano le famose cala Luna, cala Goloritzè e cala Mariolu – nella Sardegna orientale.

Perla d’Ogliastra ma anche di tutta l’isola. Questa spiaggia, a ingresso libero e larga circa 200 metri, si affaccia sulle falesie della Serra Ovra. Immersa nella macchia mediterranea e baciata dal sole, è un paradiso meraviglioso. La sua posizione isolata – si raggiunge via mare oppure attraverso un sentiero di circa 2 ore partendo da “Su Gologone” – la rende poco accessibile ai turisti occasionali.

La spiaggia è fatta di ciottoli bianchi, il mare è azzurro trasparente e spesso popolato da pesci e il fondale è di sabbia a chicchi calcarei chiari e sassi arrotondati.

Non ci sono stabilimenti balneari, ma nella stagione estiva è presente un piccolo punto ristoro. È ideale per chi ama l’escursionismo, la natura, il silenzio e le immersioni.

Plage de Saleccia, Corsica

Situata nella regione del Désert des Agriates – nel nord della Corsica – , la Plage de Saleccia è una distesa di sabbia bianca finissima lambita da acque turchesi, protetta da una pineta. È una delle spiagge più belle della Corsica ma rimane ancora relativamente sconosciuta perché difficile da raggiungere.

Occorre un 4×4 per percorrere i 12 km di strada sterrata o prendere una navetta in barca da Saint-Florent. Proprio per questo, anche nei mesi estivi, in questo paradiso tropicale circondato dalla macchia mediterranea si può godere di ampi spazi e di una tranquillità impensabile rispetto alle spiagge più turistiche. La fatica per raggiungerla sarà sicuramente ricompensata dalla vista che si avrà una volta in loco.

Bisogna portarsi dietro tutto il necessario: i servizi sono minimi in questa spiaggia selvaggia immersa nel suggestivo Deserto degli Agriates.

Fyriplaka Beach, Milos – Grecia

Fyriplaka è una spiaggia dalla bellezza quasi surreale, situata sulla costa sud dell’isola di Milos. La sua particolarità sta nelle pareti rocciose vulcaniche colorate che la circondano, dai toni del rosso, rosa e giallo. Milos è infatti conosciuta come l’isola dei colori.

Qui la sabbia è dorata e finissima, e l’acqua calma e cristallina. Sebbene sia facilmente raggiungibile in auto, in scooter, in barca o in autobus, la spiaggia resta relativamente poco frequentata rispetto ad altre di Milos come Sarakiniko.

C’è un piccolo bar e noleggio di lettini e ombrelloni, ma la parte libera è molto ampia. Perfetta per un bagno scenografico e rilassante al mattino presto.

Vathi Beach, Isola di Sifnos – Grecia

La spiaggia di Vathi si trova sulla tranquilla isola di Sifnos, nelle Cicladi. È una baia sabbiosa protetta, con mare sempre calmo e acque bassissime e azzurre, ideale anche per famiglie con bambini.

A differenza delle isole più famose come Santorini o Mykonos, qui il turismo è discreto e sostenibile. Il piccolo e pittoresco villaggio di Vathi ha qualche taverna affacciata sul mare e poche sistemazioni a conduzione familiare.

spiaggia poco affollata in europa

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Un ristorante a Vathi Beach, Sifnos, in Grecia

L’assenza di grandi strutture ricettive fa sì che la spiaggia non sia mai affollata. Puoi raggiungerla in auto o in barca da Kamares, il porto principale dell’isola. Inoltre c’è anche un autobus che parte da Kamares o Apollonia.

Seitan Limania, Creta

Incastonata tra ripide pareti rocciose sulla costa nord-orientale di Creta nella penisola di Akrotiri, Seitan Limania – detta anche Agios Stefanou – è una caletta con sabbia bianca spettacolare e nascosta, raggiungibile tramite un sentiero abbastanza breve ma ripido – circa 10 minuti a piedi dal parcheggio.

La forma a zig-zag della baia, l’acqua color smeraldo e il paesaggio selvaggio la rendono una meta perfetta per chi cerca una spiaggia unica e fuori dai circuiti turistici classici. Anche se negli ultimi anni è diventata più nota, al mattino presto o fuori stagione conserva un’atmosfera quasi surreale.

La spiaggia è priva di qualsiasi servizio e attrezzatura

Dhermi Beach, Albania

Sulla Riviera Albanese, tra Valona e Saranda, si trova Dhermi: una lunga spiaggia di ciottoli bianchi bagnata da un mare color smeraldo. Rispetto ad altre località dell’Adriatico, qui il turismo è ancora in fase di sviluppo, il che significa prezzi accessibili e un’atmosfera autentica.

Nei dintorni ci sono piccoli hotel e guesthouse, ma l’ambiente è tranquillo e rilassato. Alle spalle della spiaggia si trovano uliveti, montagne e villaggi storici come Himarë. Qui la natura è ancora la protagonista assoluta del paesaggio. In bassa stagione è quasi deserta, mentre in alta stagione resta comunque più vivibile rispetto alle coste più turistiche del Mediterraneo.

Praia da Amoreira, Algarve – Portogallo

Praia da Amoreira si trova nella parte nord-occidentale dell’Algarve, vicino al Parco Naturale della Costa Vicentina. È una spiaggia perfetta per chi ama i paesaggi selvaggi: un lungo litorale sabbioso circondato da dune e delimitato a nord da una scogliera scura – secondo la gente del luogo ricorda un gigante sdraiato – che contrasta con la sabbia dorata e una foce fluviale dove si può nuotare anche con mare mosso.

Qui il vento e le onde attirano surfisti, ma la spiaggia è così ampia da garantire sempre tranquillità.

una delle spiagge più belle e meno affollate dell'algarve

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Praia da Amoreira, una delle spiagge più belle nella costa west dell’Algarve

Non ci sono grandi resort nei dintorni, solo qualche ristorantino locale dove gustare pesce fresco e godersi il tramonto sull’Atlantico.
Praia da Amoreira è accessibile da una strada asfaltata da Aljezur – dista 8 km – e in spiaggia ci sono tutte le infrastrutture di servizio fondamentali per una vacanza rilassante.

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Asia Emirati Arabi linee aeree Notizie Viaggi

Emirates è la migliore compagnia aerea al mondo per il dodicesimo anno consecutivo

Da viaggiatori assidui, tutti noi abbiamo delle preferenze quando si tratta di scegliere con chi volare. Le opzioni, in base alle destinazioni, possono essere diverse e i criteri che vengono considerati sono differenti: dai prezzi alla qualità del cibo offerto in volo, dalla reputazione della compagnia in termini di efficienza o puntualità alle regole riguardanti i bagagli.

Se siete curiosi di scoprire quali compagnie aeree offrono la migliore esperienza complessiva, vi basterà dare un’occhiata ai vincitori del Business Traveller Middle East (BTME), l’evento annuale organizzato dalla rivista omonima per premiare le eccellenze nel settore dei viaggi e del turismo.

Quest’anno, a portare a casa ben quattro premi, c’è la compagnia aerea Emirates, riconosciuta come la “Migliore compagnia aerea a livello mondiale” per il dodicesimo anno consecutivo, la “Migliore First Class”, la “Migliore Premium Economy Class” e la “Migliore Lounge Aeroportuale in Medio Oriente”.

Perché Emirates è la migliore compagnia aerea al mondo

Emirates è stata dichiarata la migliore compagnia aerea a livello mondiale e, da sempre, rappresenta una delle più amate dai viaggiatori. Le ragioni sono da ricercare sia nell’esperienza di lusso e comfort offerta che nei servizi, tra i quali la connettività wifi e un sistema di intrattenimento all’avanguardia a bordo con un massimo di 5.000 canali tra tv, film, musica e notizie.

Durante l’evento Business Traveller Middle East (BTME), la compagnia aerea con sede a Dubai si è distinta in ben quattro categorie. I suoi punti di forza sono la copertura e l’utilizzo di aerei moderni e aggiornati (entro la fine del 2025 servirà oltre 70 città in tutto il mondo con Boeing 777 e Airbus A380 rinnovati e nuovi A350) e l’esperienza sia in First Class che in quella Premium Economy.

L’esperienza di First Class garantisce il massimo del comfort con suite private completamente chiuse, caviale e champagne Dom Pérignon illimitati, pigiami idratanti di lusso, prodotti per la cura della pelle Byredo e prodotti per la doccia sostenibili Voya, nonché kit di cortesia Bulgari. Chi viaggia con la Premium Economy Class avrà invece spaziosi sedili reclinabili in pelle, kit di cortesia gratuiti su voli selezionati ed esperienze culinarie di alta qualità, il tutto accompagnato dal suo spumante esclusivo – Chandon Vintage Brut 2017.

Infine, è molto apprezzata anche l’esperienza a terra, dove le tre First Class Lounge presso l’aeroporto internazionale di Dubai offrono di tutto, da un’area commerciale duty-free premium dedicata a una ristorazione à la carte con una moltitudine di opzioni di menù, una spa Timeless con servizi gratuiti, una cantina e molto altro ancora.

I premi vinti da Emirates, la migliore compagnia aerea al mondo

Fonte: Ufficio Stampa

I premi vinti da Emirates come migliore compagnia aerea al mondo

Un brand amato da tutti i viaggiatori

Secondo alcune analisi, Emirates è tra i primi cinque marchi di compagnie aeree più preziosi al mondo e, grazie ai suoi servizi e all’esperienza offerta, è considerata una delle più amate dai viaggiatori. Il solido posizionamento del marchio si basa sul suo impegno a fornire prodotti e servizi di prim’ordine sia in volo che a terra soddisfacendo le esigenze dei viaggiatori.

Dall’Italia, la compagnia aerea Emirates vola verso tantissime destinazioni dagli aeroporti di Bologna, Milano, Roma e Venezia.

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Estate: 5 città low cost in Europa tutte da scoprire

L’estate ormai è alle porte e con lei il desiderio sempre più vivo di partire, cambiare aria e ricaricare le energie. Lontani dal lavoro, lontani dalla scrivania o da qualsiasi luogo che ricordi le giornate passate fra il caos quotidiano. E per staccare la spina e vivere esperienze nuove e rigeneranti cosa c’è di meglio che prenotare un volo low cost e concedersi una vacanza?

Grazie alle numerose compagnie low cost che servono i maggiori aeroporti italiani, non è raro trovare offerte per voli per andare alla scoperta di affascinanti città europee a prezzi davvero accessibili. A pochi passi dall’Italia è possibile trovare mete perfette per chi cerca cultura, ma anche paesaggi naturali mozzafiato, buon cibo e, perché no, un pizzico di avventura.

Tra le destinazioni emergenti e quelle che mantengono un irresistibile fascino autentico, ecco 5 città low cost in Europa tutte da scoprire. Località che meritano di essere scoperte (o riscoperte) quest’estate e non solo, tutte città che si possono raggiungere con voli diretti dalle principali città italiane.

Porto: la perla del Portogallo tra oceano e vino

Nella parte settentrionale del Portogallo, affacciata sull’Oceano Atlantico, spicca Porto, una bellissima città dal carattere romantico, poetico e, al tempo stesso, molto vivace. Il suo centro storico è composto da numerosi vicoli acciottolati, dove è possibile vivere la vera anima portoghese durante la sera, e gli azulejos colorati, le tipiche piastrelle di ceramica portoghesi, finemente decorate e smaltate, che venivano e vengono tutt’oggi utilizzate in Spagna e Portogallo per rivestire pareti e pavimenti e sono visibili nelle principali stazioni della città e sulla facciata di numerose chiese. Inoltre, è molto frequente osservare panorami unici sul fiume Douro che divide in due Porto. Tutte caratteristiche che hanno reso il centro storico patrimonio UNESCO.

Cosa fare a Porto: buon cibo, musica e tradizioni locali

Chi visita Porto non deve assolutamente perdere una visita al quartiere Ribeira, il vero e proprio cuore pulsante della città. Qui è possibile trovare trattorie e assistere alle esibizioni dei diversi artisti di strada, con la cui musica riescono a creare un ambiente davvero suggestivo.

Dall’antica tradizione enogastronomica locale nasce anche il famoso vino Porto. In città, oltre il ponte Dom Luís I, si trova il quartiere di Vila Nova de Gaia, che ospita celebri cantine di vino portoghese. Qui è possibile fare degustazioni con vista sul fiume e sull’affascinante centro storico cittadino. È possibile raggiungere questa sponda del Douro sia con i mezzi pubblici, che a piedi. Quest’ultima modalità molto consigliata per non farsi sfuggire scatti unici.

A rendere Porto ancora più interessante come meta low cost in Europa c’è il costo della vita, che risulta piuttosto basso rispetto ad altre capitali europee: un pasto completo in una taverna tipica può costare meno di 15 euro, perfetto per i viaggiatori attenti al budget alla ricerca di una destinazione dove poter spendere poco.

Come raggiungere Porto dall’Italia?

I collegamenti con la città di Porto sono numerosi. È possibile raggiungere il Paese, ad esempio, da Milano, Pisa, Roma o Torino, con voli che spesso hanno un prezzo inferiore anche ai 50€.

Sofia, tra storia e natura nel cuore dei Balcani

Sofia, la capitale della Bulgaria viene spesso trascurata dai circuiti turistici, ma negli ultimi anni sta guadagnando molta popolarità tra i viaggiatori alla ricerca di una meta low cost in Europa. Tutto questo per la sua autenticità, la vivace scena culturale e, soprattutto, per i prezzi davvero imbattibili. La città si presenta agli occhi dei visitatori come un mix affascinante di stili architettonici ortodossi e socialisti, che è possibile osservare nei più antichi palazzi del centro cittadino.

Cosa fare a Sofia?

Il clima estivo è caldo e secco, mai soffocante, e ciò rende Sofia una meta molto piacevole da visitare durante il periodo estivo. Periodo nel quale si consiglia di visitare il vicino monte Vitosha, una riserva naturale facilmente raggiungibile in auto e dove si possono passare piacevoli e spensierate giornate immersi nella natura, tra trekking, picnic o semplici passeggiate durante godersi una vista spettacolare sulla capitale.

Allo stesso tempo, gli amanti di storia e cultura non rimarranno di sicuro a bocca asciutta grazie agli scavi archeologici sotto il Largo, che svelano l’antica Serdica, un vecchio anfiteatro di origine romana. Inoltre, nel centro storico di Sofia, la cattedrale di Aleksandr Nevskij domina la città con le sue affascinanti cupole dorate, mentre il quartiere Boema è il luogo perfetto dove scegliere di riposarsi dopo una visita della città tra le numerose caffetterie artistiche ed i bar alternativi frequentati da studenti e creativi.

Da non tralasciare il fatto che a Sofia tutto costa relativamente poco: un caffè costa meno di un euro, e un piatto tipico bulgaro come il mekitsa, ovvero una frittella tradizionale, dolce o salata, si può gustare nei mercati locali con pochissimi lev (la moneta locale).

Cattedrale di Sofia, meta low cost imperdibile in Europa

Fonte: iStock

Cattedrale della città di Sofia, Bulgaria

Come arrivare a Sofia dall’Italia?

Wizz Air è la compagnia di riferimento per volare a Sofia a basso costo, con voli diretti dalle principali città italiane. In molti casi il prezzo di un biglietto di sola andata è inferiore ai 40 euro. Questo rende di fatto Sofia una meta europea low cost imperdibile.

Valencia, la città solare dove il Mediterraneo incontra l’arte

Per chi è alla ricerca di un’estate al mare, all’insegna del divertimento, ma allo stesso tempo vuole concedersi una visita culturale in una delle città più belle ed affascinanti di tutta Europa, allora la bellissima città di Valencia potrebbe essere la scelta giusta.

Spesso questa destinazione viene offuscata dalla più frequentata Barcellona, ma si tratta di una città in grado di regalare piacevoli giornate di relax e divertimento e, soprattutto, meno affollata e anche più conveniente della precedente. Cosa che la rende, di fatto, una delle migliori mete per i viaggiatori low cost in Europa.

Cosa fare a Valencia? Tra mare, musei e la vera paella valenciana

Gli amanti del mare non rimarranno assolutamente delusi da Valencia. Le sue spiagge bellissime di sabbia dorata, come Malvarossa ed El Cabanyal, sono facilmente raggiungibili in bici o in tram dal centro cittadino, per una pausa rigenerante nelle acque del Mediterraneo.

E dopo una giornata al mare? Valencia è la patria della vera paella. È possibile assaggiare la vera ricetta tradizionale, con pollo e coniglio, che è possibile gustare nei ristoranti attorno al parco naturale dell’Albufera, poco distante dal centro cittadino.

Oltre al mare ed al buon cibo, vale la pena perdersi nella Città delle Arti e delle Scienze (Ciutat de les Arts i les Ciències). Si tratta di un affascinante complesso architettonico futuristico firmato dal famoso artista Santiago Calatrava, che ospita musei, un planetario e l’acquario più grande d’Europa.

Come raggiungere Valencia?

Compagnie aeree come Ryanair, Vueling e Wizz Air offrono collegamenti diretti da varie città italiane, tra cui Milano, Venezia, Torino, Roma e Bologna, con voli che in estate partono anche da 20 euro. Per risparmiare ancora di più, è utile acquistare la Valencia Tourist Card, che include l’uso illimitato dei mezzi pubblici e sconti per molte attrazioni turistiche e ristoranti.

Città delle Arti e delle Scienza a Valencia, meta low cost imperdibile in Europa
Città delle Arti e delle Scienze a Valencia, Spagna

Tirana, la capitale dai mille volti

L’Albania è probabilmente una delle mete più in voga degli ultimi anni, in grado di attirare migliaia, se non milioni di turisti da tutta Europa, grazie alla possibilità di vivere e godere di una natura senza eguali a prezzi decisamente abbordabili. Tra le località imperdibili di questo Paese rientra di diritto la capitale Tirana.

Cosa fare nella capitale Tirana e dintorni?

Tirana si è trasformata in una delle città più creative e vivaci dei Balcani. La capitale albanese, infatti, è un vero e proprio mosaico di colori, murales, palazzi razionalisti e caffè moderni. L’anima vivace della città si rivela nel quartiere di Blloku, che un tempo era zona riservata all’élite comunista che aveva il potere, ora cuore della movida con bar, bistrot e locali alternativi.
Nei dintorni, si può prendere la funivia che sale fino al monte Dajti, che domina l’intera città albanese.

L’Albania è famosa anche per le sue spiagge da sogno. Proprio da qui, da Tirana, è possibile raggiungere le località balneari della costa sud, in particolare Ksamil, Dhermi e Himara, che non hanno assolutamente nulla da invidiare alle più famose spiagge della vicina Grecia.

La vita a Tirana è molto economica: ad esempio, una corsa in taxi raramente supera i 5 euro e pranzare o cenare nei ristoranti più frequentati può costare non più di 15€ a testa.

Come raggiungere Tirana e l’Albania dall’Italia?

Sicuramente, decidere di volare verso Tirana è la soluzione meno dispendiosa per chi decide di vistare questa bellissima città. La capitale, infatti, è collegata ai maggiori aeroporti, soprattutto del nord Italia, grazie alle tratte aeree proposte da Ryanair e Wizz Air, con prezzi che si aggirano spesso intorno ai 20€.

Piazze della città di Tirana, meta low cost imperdibile in Europa

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Piazza di Tirana, Albania

Bratislava, gioiello sull’acqua tra Medioevo e modernità

Infine, una città che rientra assolutamente tra le mete low cost imperdibili in Europa e che merita una visita è BratislavaStretta tra Vienna e Budapest, ha spesso vissuto all’ombra di queste due grandi città, ma ha decisamente molto da offrire.

Cosa fare a Bratislava?

Durante l’estate, la capitale slovacca si anima con festival, eventi open-air e musica lungo le rive dello storico fiume Danubio, che divide in due la città. È una meta perfetta per essere esplorata a piedi o in bicicletta, magari seguendo i percorsi che costeggiano il proprio il suo affascinante fiume, grazie anche ad un clima mite e piacevole durante i mesi estivi.

Il suo centro storico, poi, è un intreccio di strade suggestive, bellissimi edifici color pastello e numerose terrazze dove poter gustare la deliziosa birra artigianale locale.

Per chi non vuole perdere la possibilità di scattare una foto perfetta del Danubio e della città, allora non può mancare la visita al castello di Bratislava, antica costruzione risalente al Decimo secolo, situata nei pressi del centro storico della capitale della Slovacchia.

Anche qui, mangiare bene non costa una fortuna: molti locali propongono piatti tradizionali come zuppe locali, piatto principale e bibita inclusa a meno di 10 euro. Non male vero?

Come arrivare a Bratislava dall’Italia?

Ryanair collega Bratislava direttamente con Bologna, Milano e Bari. In alternativa, però, è possibile atterrare a Vienna, distante circa 80 chilometri, da cui partono bus frequenti e convenienti che in meno di un’ora portano al centro di Bratislava o in treno, con biglietti inferiori ai 10 euro.

Veduta aerea della città di Bratislava, meta low cost imperdibile in Europa

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Bratislava dall’alto, capitale della Slovacchia

L’Europa è più vicina di quanto si pensi: basta un click, un po’ di curiosità ed il desiderio di partire. Pronti? Si Viaggia!

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Alla scoperta di Morterone, il piccolo comune con meno abitanti d’Italia

Situato in provincia di Lecco, ai piedi del Resegone, il comune di Morterone ha tutte le carte in regola per diventare una meta naturalistica e orientata al turismo lento che, in questo periodo, è sempre più amato dai viaggiatori consapevoli. Tuttavia, questa non è la caratteristica che lo rende famoso: con i suoi 31 abitanti, è il comune più piccolo d’Italia!

Secondo i dati Istat, al 1 gennaio 2025 il paesino di Morterone conta 19 maschi e 12 femmine, una situazione che si è creata nel tempo come risultato di uno spopolamento cominciato negli anni ’50 e proseguito nei decenni successivi. Negli anni ’30, infatti, il comune contava 400 abitanti, dimezzati da un anno all’altro fino al raggiungimento del numero attuale negli anni ’80.

Con il diminuire degli abitanti è cambiata anche l’economia locale che, in passato orientata sopratutto all’allevamento e all’agricoltura, oggi dedica molto spazio al turismo con un target rivolto in particolare agli amanti della natura. Se anche voi fate parte di questa categoria, ecco quali sono le cose da fare per scoprire al meglio Morterone e le sue bellezze.

Museo di Arte Contemporanea all’Aperto

Morterone asseconda chiunque voglia trascorrere le proprie giornate all’aria aperta. Un messaggio chiaro che viene espresso fin dal suo museo, dove le opere non sono chiuse tra le pareti di una sala, ma allestite negli spazi all’aperto. Il progetto del Museo d’Arte Contemporanea nasce dalla concezione poetico-filosofica della Natura Naturans del poeta Carlo Invernizzi, che pone al centro delle proprie riflessioni l’uomo nella sua relazione con quanto lo circonda.

In questo grande museo a cielo aperto potrete ammirare più di trenta opere immerse nella natura e disseminate tra le case del paese e sulle pareti degli edifici. Queste sono state realizzate sia da artisti locali che internazionali e possono essere visitate gratuitamente.

Escursioni e trekking

Come anticipato, il comune di Morterone è un riferimento in Lombardia per gli amanti della natura grazie alla sua posizione, così immerso tra boschi e vallate. Una delle escursioni più semplici, fattibile anche con i bambini, è quella ad anello che conduce, in circa due ore, all’Agriturismo Costa del Palio. Qui godrete di una vista mozzafiato a 360 gradi sulla Valsassina e sulla Val Taleggio.

Un altro itinerario molto semplice è il Sentiero dei Grandi Alberi, un percorso ad anello lungo 3 ore all’interno della Foresta Regionale del Monte Resegone. Se invece cercate un’escursione più impegnativa, potete intraprendere il percorso che vi porterà alla croce di vetta del Resegone, a un’altezza di 1875 metri. La salita richiede circa 1 ora e mezza e, una volta giunti in cima, godrete di un panorama spettacolare sul Lago di Como, sulla Brianza e sulle Prealpi. Qui è presente anche un rifugio dove mangiare o soggiornare per la notte.

Infine, vi consigliamo il percorso verso le sorgenti dell’Enna, un angolo selvaggio e poco conosciuto della Val Taleggio. Una volta arrivati, vi godrete un’oasi naturale dove cascatelle e torrenti creano l’atmosfera ideale dove rilassarvi e ritrovare il contatto con la natura, il modo perfetto per scoprire un paesino unico come Morterone.

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The National WWII Museum a New Orleans: cosa vedere e le esperienze interattive

Tra i luoghi più importanti a New Orleans per scoprire la storia, troviamo il Museo Nazionale della Seconda Guerra Mondiale The National WWII Museum – che in passato si chiamava The National D-Day Museum. Si trova nel Central Business District di New Orleans, in Louisiana negli Stati Uniti, proprio tra Camp Street e Magazine Street. Visitandolo è possibile approfondire il contributo degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.

The National WWII Museum, la storia

Il National WWII Museum è stato fondato nel 2000, ma è diventato tale solo nel 2004: affiliato alla Smithsonian Institution, fa parte del programma di sensibilizzazione: è situato (ma solo in parte) in un ex birrificio progettato dall’architetto William Fitzner. Ristrutturato e inaugurato come D-Day Museum il 6 giugno 2000, permetteva di percorrere il tratto di storia dello sbarco in Normandia. Le imbarcazioni Higgins, infatti, erano state costruite proprio a New Orleans.

Con il tempo, nel giro di pochi anni, sono stati aggiunti ulteriori padiglioni al museo: è stata inaugurata una seconda galleria sulle invasioni durante la guerra del Pacifico. Oggi occupa vari isolati del Warehouse District, e si suddivide in diversi padiglioni dove è possibile osservare aerei restaurati, carri armati, display interattivi che raccontano la storia o ancora teche di armi, uniformi e medaglie, oltre a cinegiornali e ricostruzioni immersive di bunker e ponti navali. Rientra così tra le cose da vedere a New Orleans.

The National WWII Museum, cosa vedere

Cosa si può osservare all’interno del National WWII Museum? Suddiviso in padiglioni, di seguito offriamo una panoramica di alcune delle mostre e delle esperienze interattive che è possibile fare.

Campagne del Coraggio

Come anticipato, il National WWII Museum di New Orleans si articola in diverse sezioni, ma tra le zone da visitare troviamo le mostre che appartengono alle cosiddette Campagne del Coraggio che sono incentrate proprio sulla Strada per Berlino e sulla Strada per Tokyo. Il padiglione della Strada per Berlino presenta la ricostruzione di un deserto tunisino con sabbia, ghiaia e una jeep del 1943. Invece nella Strada per Tokyo abbiamo l’occasione di osservare un aereo P-0 Warhawk con la faccia di uno squalo, oltre alla ricostruzione del ponte della USS Enterprise.

Le mostre

Le mostre presenti al National WWII Museum di New Orleans ripercorrono dunque un pezzo di storia che ha cambiato profondamente il nostro mondo e ci accompagnano con un percorso intimo e personale per scoprire non solo il ruolo dei leader mondiali ma anche e soprattutto le storie delle donne e degli uomini comuni che hanno compiuto delle imprese straordinarie.

Al primo piano troviamo il Liberation Pavilion, in onore di David W. Trott: qui è possibile scoprire i sacrifici che giovani donne e uomini hanno fatto durante la Seconda Guerra Mondiale. Ci sono anche delle mostre sull’Olocausto, su Anna Frank e sulla fede in tempo di guerra, oltre che monumenti dedicati a coloro che sono caduti servendo il paese. Al secondo piano del Liberation Pavilion è presente invece la Forces of Freedom at Home and Abroad, dal 1945 a oggi, che approfondisce l’impatto della guerra e la sua eredità. Le mostre presenti narrano i processi di guerra, l’ascesa degli Stati Uniti come superpotenza mondiale, ma anche i movimenti per il cambiamento sociale dei diritti civili.

Al terzo piano è presente il Priddy Family Foundation, che propone al pubblico un’esperienza multimediale sul significato della vittoria alleata. Il terzo piano si collega all’ultimo mediante il Ponte della Libertà di Ann e John Koerner III: un percorso sopraelevato che si collega a tutti i padiglioni presenti nel museo.

L’Arsenale della Democrazia

Si trova al secondo piano, e racconta come è stata vinta la guerra: è il centro della missione del museo. Sono presenti delle gallerie che raccontano la strada verso la guerra, come è stata combattuta e la vittoria degli alleati, un’impresa alimentata proprio dall’industria, dall’ingegno e dal lavoro degli americani. Sono inoltre presenti delle esposizioni multimediali e interattive con manufatti che provengono dalle collezioni del museo.

Lo Sbarco in Normandia

È inoltre presente la mostra originale del museo situata al terzo piano del Louisiana Memorial Pavilion, dedicata allo sbarco in Normandia. Vengono così ripercorsi tutti i preparativi che le truppe hanno affrontato prima e dopo lo sbarco sulle spiagge della Normandia: sono presenti numerose testimonianze che raccontano il periodo, cercando di restituire un ritratto autentico ma soprattutto un momento riflessivo. Al termine della mostra, infatti, ci si prende qualche minuto per riflettere sul costo finale della vittoria: le vite delle persone che hanno lottato, che hanno creduto e che non ci sono più.

L’esperienza del sottomarino USS Tang

Tra le esperienze interattive del National WWII Museum citiamo la possibilità di salire a bordo del sottomarino USS Tang. Questo sottomarino è salpato per la quinta e ultima missione di guerra il 25 ottobre 1944: un’esperienza che fa rivivere l’ultima battaglia e che è dedicata a coloro che hanno prestato servizio nel mondo della guerra subacquea. La “missione finale” è un’esperienza che viene vissuta da 27 visitatori al massimo per volta: alcuni vengono arruolati per svolgere dei compiti specifici durante l’attività mentre altri rappresentano alcuni membri dell’equipaggio.

Come visitare il National WWII Museum: info utili

Dopo aver visto la storia e cosa vedere al National WWII Museum, cerchiamo di capire come possiamo visitarlo: consigliamo di ritagliarsi almeno mezza giornata, in quanto il museo si suddivide in numerosi padiglioni ed è possibile prendere parte a diverse esperienze immersive per sfogliare alcune delle pagine di storia più importanti.

Esteso su ben 7 acri, si compone di 7 padiglioni ed è possibile soffermarsi sulle mostre immersive, sulla collezione dei manufatti e testimonianze della Seconda Guerra Mondiale. Suggeriamo di pianificare la visita segnando tutte le cose da vedere, ma è sempre possibile prenotare una visita guidata: in questo modo una guida ufficiale del museo ci accompagnerà per approfondire ulteriormente le storie e le strategie degli sforzi bellici americani sul fronte interno e all’estero. Il biglietto d’ingresso costa 25 $ per gli studenti, per i bambini e per i militari, invece costa 32 $ per gli anziani e 35 $ per gli adulti. Si possono prenotare anche online, cosa che suggeriamo di fare per evitare code.

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Dove festeggiare il weekend del 1° maggio: le sagre e gli eventi da non perdere in Italia

Come ogni anno e giorno festivo, arriva la fatidica domanda: “cosa fare il 1° maggio?“. C’è chi si prende una meritata pausa e trascorrerà la giornata dedicata ai diritti dei lavoratori da qualche parte in Europa e nel mondo e chi, invece, ha organizzato le vacanze più avanti, ma non vuole rinunciare a passarla in un modo divertente, speciale o semplicemente diverso. Se da una parte i concertoni restano un grande classico, non mancano anche altre iniziative, da quelle a contatto con la natura alle più culturali.

Noi di SiViaggia abbiamo fatto una selezione e queste sono le sagre e gli eventi da non perdere in Italia dove festeggiare il 1° maggio.

Palchi sull’Acqua, Gaiba (RO)

Per chi vuole trascorrere il weekend del 1° maggio in Italia a contatto con la natura, l’evento da segnare in agenda è quello che si terrà nel borgo di Gaiba, in provincia di Rovigo. Qui ci sarà il primo appuntamento della rassegna Palchi sull’Acqua, pensata per permettere ai visitatori di scoprire il territorio con lentezza, in modo autentico e attraverso esperienze indimenticabili.

Quello che potrete fare domenica 4 maggio è una pedalata notturna alle 5:00 del mattino con partenza da Occhiobello o da Rovigo fino a Gaiba, che si concluderà alle prime luci dell’alba con un concerto jazz, dove si esibirà il Quartetto Flumen. Infine, alle ore 10:00, ci sarà anche un incontro dedicato alle esperienze di cicloturismo. Per partecipare all’evento è necessaria una prenotazione, da fare telefonando ai numeri presenti sul sito ufficiale.

Fiera del 1° maggio, Montepulciano

Nella cornice medievale del borgo di Montepulciano, giovedì 1° maggio si terrà, come di consueto, la fiera che unisce tradizione e divertimento. Durante la giornata si svolgerà il corteo da Piazza Grande, con partenza alle 8:00, fino alla Chiesa di Sant’Agnese, durante il quale la Banda Poliziana suonerà l’Inno dei Lavoratori. Giunti in chiesa, i visitatori potranno ascoltare la messa e assistere all’offerta dei ceri da parte delle Contrade del Bravìo.

In Piazza P. Nenni, invece, troverete ad aspettarvi le oltre 40 attrazioni del luna park, che continueranno a essere attive sino a domenica 4 maggio, e stand di prodotti, da capi di abbigliamento a specialità gastronomiche del territorio.

Officinalia, Pavia

A Pavia, dal 1° al 4 maggio 2025, si terrà la storica fiera sul mondo biologico al Castello di Belgioioso. Arrivato alla sua 37ª edizione, l’evento immerge i visitatori in un’esaltante esperienza sensoriale dedicata alla cultura del biologico attraverso profumi, sapori ed esperienze. Oltre alla degustazione di prodotti come pane, olio, miele e aceto balsamico, l’edizione di quest’anno propone workshop, incontri con esperti del settore, dimostrazioni culinarie che evidenziano l’importanza di uno stile di vita sostenibile e i Tai Chi Days, quattro giornate di pratica e approfondimento con la Scuola Itcca Italia, punto di riferimento nazionale per il Tai Chi Chuan tradizionale.

Ci saranno anche diversi stand espositivi dove acquistare prodotti alimentari biologici certificati, prodotti naturali per la cura della persona e capi di abbigliamento realizzati in fibre naturali.

Evento 1 maggio a Pavia

Fonte: Ufficio Stampa

Stand di prodotti biologici per il corpo all’evento Officinalia

Floravilla, Castel San Giovanni (PC)

A Castel San Giovanni, il 3 e il 4 maggio, torna Floravilla, la celebre mostra mercato dedicata ai fiori e alle piante da giardino. Quest’anno si svolgerà nella magica cornice di Villa Caramello, alle porte della città piacentina, dove saranno presenti oltre 50 espositori florovivaisti provenienti da varie regioni d’Italia per offrire ai visitatori una ricchissima scelta di fiori e piante da giardino.

Oltre a questo, ci saranno anche laboratori, workshop, seminari e convegni, con la presenza di esperti del settore pronti a fornire consigli e condividere i segreti per un giardino sano e rigoglioso. Chi è interessato, potrà anche partecipare alle visite guidate per scoprire Villa Caramello, un gioiello barocco risalente al XVIII secolo. Queste si terranno dalle 11:00 alle 18:00 ed è necessaria la prenotazione.

Cocco…Wine Stories – Messaggi in bottiglia, Cocconato d’Asti

Il 1° maggio, il borgo del gusto Cocconato d’Asti organizza l’evento “Cocco…Wine Stories” – Messaggi in bottiglia, un’intera giornata (dalle 11:00 alle 20:00) dedicata ad assaggi, incontri e riflessioni sul mondo del vino, avvolti dall’atmosfera ospitale e conviviale del centro storico. Le cantine partecipanti saranno suddivise in aree tematiche, ognuna con enoteca dedicata. Ci saranno anche tre punti ristoro lungo il percorso che completeranno l’esperienza, insieme a talk e masterclass.

Il costo della degustazione è di 15,00 euro, da prenotare sul sito ufficiale. Dalle 21:30, invece, la festa continua in piazza con i DJ set Avanzi di Balera.

Città del Formaggio 2025, Poggioreale (TP)

Dal 2 al 4 maggio, ci saranno incontri, degustazioni e momenti culturali per festeggiare la nomina di Poggioreale a Città del Formaggio 2025. Il riconoscimento, conferito dall’ONAF – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio, celebra l’identità casearia del piccolo comune belicino e lo proietta tra le eccellenze nazionali nel panorama lattiero-caseario.

Il programma prevede diversi eventi come degustazioni, incontri scientifici e momenti di festa. Tra gli appuntamenti principali citiamo il workshop su agroecologia, educazione alimentare e turismo sostenibiledegustazioni in piazza, passeggiata trekking nei sentieri degli Elimi e la degustazione guidata di formaggi DOP in collaborazione con il Consorzio DOS Sicilia.

Borgolibri, Borgofranco d’Ivrea (TO)

Gli appassionati di libri e cultura potranno partecipare alla quinta edizione del festival letterario che celebra libri, cultura e territorio. Borgolibri, che si terrà a Borgofranco d’Ivrea dal 2 al 4 maggio, darà spazio ad autori locali, con presentazioni di libri e letture, ma non solo. La cultura viene raccontata anche attraverso rappresentazioni teatrali ed esposizioni artistiche.

CantinArte, Nurachi (OR)

Dal 3 al 31 maggio, a Nurachi in provincia di Oristano, ci saranno diversi eventi legati a CantinArte. Le iniziative si svolgeranno presso le antiche mura della Cantina Caddeo, un edificio che racconta la storia di Nurachi, edificata nel 1800, dove al suo interno è possibile ammirare la bellezza della lavorazione della terra cruda. La rassegna comincerà sabato 3 maggio con una serata d’inaugurazione che prevede l‘installazione artistica “La Battigia Traslucida” di Filippo Martinez alle 19:30, mentre alle 21:30 salirà sul palco il celebre musicista Gavino Murgia con un concerto jazz. La serata si chiuderà con il DJ set di Luca Ponti, che animerà il pubblico con sonorità Funky Tech House.

Sagra del Gorgonzola, Cavallermaggiore (CN)

Fino al 4 maggio, Cavallermaggiore omaggia quest’amato formaggio durante la Sagra del Gorgonzola. Durante le giornate di festa, cibo, musica e tradizione si uniranno per offrire ai visitatori un’esperienza unica e divertente. Qui troverete oltre 20 produttori di formaggi blu provenienti da tutta Italia e dalla Francia.

Sagra dell’Asparago, Poggio Moiano (RI)

A Poggio Moiano, in provincia di Rieti, torna la Sagra dell’Asparago Selvatico. Domenica 4 maggio potrete assaporare tante specialità preparate con questo ingrediente: dalle 13:00 ci sarà l’apertura degli stand gastronomici con un menù a base di asparagi selvatici. Il tutto è arricchito da musica dal vivo con il gruppo Born to run e dalle 14:00 dalla box in piazza. La sagra è anche l’occasione per conoscere la Sabina e organizzare un’escursione nei boschi a caccia di asparagi.

Gemme di gusto, Trentino

Tutti i cinque fine settimana di maggio, a partire dal ponte del 1° maggio, in Trentino si svolgono tantissimi eventi. Il Castello di Avio, dall’1 al 4 ospita “Herbarium”, un appuntamento dedicato alle erbe officinali, ai fiori e alle piante aromatiche con laboratori, visite guidate e pranzi a tema; a Nogaredo, il 2 e 3 maggio appuntamento con Tasting Spring e una degustazione guidata di vini, formaggi e prodotti locali; a Cembra Lisignago sabato 3 appuntamento tra i vigneti della Val di Cembra dove si ha l’opportunità di degustare i migliori vini, accompagnati da stuzzichini che celebrano i sapori autentici del territorio.

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Fonte: @Pelz

Gli eventi gastronomici in Trentino per tutto il mese di maggio