Abu Simbel è uno dei siti archeologici più belli, interessanti e maestosi dell’Antico Egitto, capolavoro assoluto dell’architettura faraonica. La sua storia, anche recente, è a dir poco affascinante. Una visita a questo luogo merita assolutamente, tanto che viene proposto come escursione, anche extra e da fare in giornata, durante le crociere sul Nilo e a chi trascorre una vacanza sulle spiagge del Mar Rosso. Se siete in procinto di partire per uno di questi viaggi, mettete Abu Simbel tra le vostre priorità. La prima volta che ho fatto la crociera non l’avevo incluso per via dei costi aggiuntivi e neppure tutte le volte che sono stata sulle spiagge egiziane. Ma me ne sono sempre pentita. Alla fine, ci sono andata. Ed ecco perché non dovete fare il mio stesso sbaglio.
L’escursione ad Abu Simbel
Come ho detto, Abu Simbel viene abbinato alle crociere sul Nilo o ai soggiorni mare in Egitto, in entrambi i casi il viaggio è molto lungo. Solitamente è un’escursione fuori programma, anche se qualche tour operator la inserisce già in partenza e quindi è compresa nel pacchetto. Come tappa della crociera, solitamente si parte da Assuan dove la nave fa sosta lungo il Nilo mentre i passeggeri sbarcano e il tempo di percorrenza in pullman è di circa tre ore e mezza mentre in aereo 8ad Abu Simbel c’è un piccolo aeroporto dove volano compagnie di linea) il volo dura 45 minuti. Dalle spiagge del Mar Rosso invece la distanza è di circa 650-750 km a seconda di dove si parte ed è una vera mazzata. Ma già che ci siete fatelo ugualmente.
Il consiglio migliore ovviamente è quello di prevedere un pernottamento e non di fare la visita in giornata perché si ammortizza il viaggio (almeno per quanto riguarda la durata) che diventa così meno stancante e, al contempo, si gode al massimo dell’esperienza di visita di quello che, forse, è il tempio (o i templi, perché in realtà sono due) più bello che questa civiltà così evoluta, misteriosa e interessante ci abbia lasciato. Sì, perché restando anche la sera non soltanto si potranno visitare i tempi di Ramses II e della regina sua sposa Nefertari con tutta calma, ma si potrà tornare anche la sera per lo spettacolo di suoni e luci che rende questi maestosi templi scavati nella roccia incredibilmente maestosi.
Cosa vedere ad Abu Simbel
Il complesso monumentale di Abu Simbel che si staglia nel bel mezzo del deserto (ricordatevi di portare con voi acqua, cappello, crema solare e vi consiglio anche un ventaglio e una bomboletta spray di acqua vaporizzata) rappresenta l’apoteosi del regno di Ramses II, con la realizzazione di due templi in onore di AmonRa, Ptah, Harmakhis e di se stesso, oltre al tempio minore realizzato in onore di Nefertari, sua sposa.
Si trova sulle sponde del Lago Nasser l’immenso lago artificiale venutosi a creare in seguito alla costruzione della Diga di Assuan. Se vi capita di trovarvi ad Abu Simbel all’ora del tramonto potete godere dello spettacolo dei templi che s’affacciano sulle acque del lago. La visita di Abu Simbel può durare dalle due alle tre ore, ma se decidete di restare fino al tramonto o addirittura per lo spettacolo di Suoni e Luci serale allora ci resterete tutta la giornata. In caso di escursione in giornata, nel primo pomeriggio si riparte per Assuan.
Il Tempio di Ramses II
Il tempio fu scavato in una montagna della sponda occidentale del Nilo tra il 1290 e il 1224 a.C.. Rimase sommerso dalla sabbia per secoli, fino alla sua scoperta, del tutto accidentale, avvenuta nel 1813. La facciata è a dir poco monumentale. Una breve rampa di scale porta dal cortile anteriore alla terrazza di fronte alla facciata tagliata nella roccia dove, a guardia dell’ingresso, si stagliano quattro colossali statue alte 20 metri che rappresentano Ramses II seduto sul trono rivolte verso il fiume. Sopra la porta della sala si trova la figura del Dio sole dalla testa di falco; la grande sala è sorretta da otto colonne alle quali sono appoggiate altre statue di faraone la cui immagine è effigiata anche nei rilievi alle pareti; il soffitto della sala è ornato di avvoltoi simbolo di Osiride.
La camera più interna del tempio è il Sacro santuario che contiene le rappresentazioni delle quattro divinità sedute nei loro troni scavati nella parete. All’interno sono rappresentate scene di guerra, in particolare la battaglia di Qadesh, combattuta da Ramses II (1279-1213 a.C.) contro il re ittita Muwatalli nella valle dell’Oronte. Il tempio è stato costruito in modo che ogni 22 febbraio e 22 ottobre, anniversario dell’incoronazione e della nascita di Ramses, all’alba il sole attraversi tutte le stanze e giunga a illuminare Hamon e il Faraone, lasciando però Ptah (dio dell’oscurità) nell’ombra.
Il Tempio di Nefertari
Il tempio dedicato alla dea Hathor e alla regina Nefertari, moglie prediletta di Ramses II, è anch’esso scavato nella roccia. Le sei statue, quattro di Ramses e due di Nefertari (alte uguali, cosa rarissima in quanto solitamente le regine venivano rappresentate più piccole, simbolo dell’amore del faraone per la regina), che si stagliano davanti alla soglia affiancate da altre più piccole a rappresentare i principi e le principesse. Le colonne della sala interna hanno capitelli raffiguranti Hathor e i rilievi alle pareti rappresentano il faraone vittorioso e la sua sposa al cospetto degli dèi, ma ci sono anche scene religiose e familiari. Il tempio conserva anche la statua di una mucca, simbolo della dea Hathor, che fuoriesce per metà dalla parete. Il biglietto d’ingresso per visitare Abu Simbel costa 14,50 euro.
Lo spettacolo serale Suoni & Luci
Tutte le sere, al calar del sole, viene organizzato il suggestivo spettacolo di Suoni e Luci che racconta la storia dei templi, proiettando effetti luminosi sulle due colossali facciate. Lo show di Sound & Light inizia alle 20 e alle 21 (ce ne sono due), dura circa 40 minuti e costa 17 euro. L’audio è disponibile in tutte le lingue e viene scelto di volta in volta in base alla lingua parlata dalla maggioranza degli spettatori di quello spettacolo. Quindi, se ci sono tanti italiani, viene rappresentato nella nostra lingua ed decisamente meglio.
L’incredibile storia di Abu Simbel
Non è solo l’imponente complesso di Abu Simbel ad affascinare e a lasciare a bocca aperta i visitatori, ma anche la sua incredibile storia. Come ho accennato, i templi furono costruiti nel XIII secolo a.C., durante il regno del faraone Ramses II per celebrare, come spesso accadeva nell’Antico Egitto, la potenza del re e il suo culto divino, per onorare gli dèi, ma, in questo caso, anche per intimidire i vicini nubiani, mostrando la forza militare e religiosa dell’Egitto. Infatti, Abu Simbel sorse proprio al confine con la Nubia e si trovava, allora, sulle rive del Nilo. Ora non è più così perché è ubicato sulle rive del Lago Nasser. Ed è qui che la storia più recente lascia di stucco. Ve la riassumo.
Dopo il declino dell’Antico Egitto, avvenuto fondamentalmente con l’arrivo dei romani, i templi furono in gran parte dimenticati e, nei secoli, coperti dalla sabbia del deserto. Fu solo nel 1813 che l’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt segnalò il sito e, pochi anni dopo, l’italiano Giovanni Belzoni riuscì a entrare nel tempio principale. Circa 150 anni dopo la grandiosa scoperta, però, il governo egiziano, per risolvere il problema della siccità e contrastare le piene del Nilo che, più che salvare le coltivazioni le distruggevano, decise di costruire una grande diga. La famosa Diga di Assuan fu realizzata negli Anni ’60 e fu un’opera a dir poco grandiosa. Peccato che a farne le spese fu proprio il sito di Abu Simbel perché, con la formazione del Lago Nasser (dal nome dell’allora leader egiziano Gamal Abdel Nasser che volle realizzare l’opera), i templi rischiavano di essere sommersi.
Fu grazie all’intervento dell’Unesco che i due templi furono salvati, con un’opera altrettanto colossale, grazie alla quale oggi Abu Simbel è il sito che tutto il mondo può vedere. In pratica, tra il 1964 e il 1968 fu avviata una delle più grandi imprese ingegneristiche della storia: entrambi i templi furono completamente smontati, numerati e ricostruiti più in alto. Furono tagliati in migliaia di blocchi di pietra del peso anche fino a 30 tonnellate ciascuno. E tutto questo immane lavoro “solo” per spostare il Tempio di Ramses II e quello di Nefertari 65 metri più in alto e 200 metri più indietro. Ma l’opera a dir poco pazzesca servì per salvarli e portali fino a noi affinché ne potessimo godere.
Naturalmente, oggi, Abu Simbel è un patrimonio dell’Unesco e, oltre a essere un luogo di culto dell’Antico Egitto, è anche un simbolo della genialità del popolo egizio che già allora aveva grandi nozioni di astronomia. Ma rappreenta anche la perfetta fusione tra archeologia e ingegneria moderna. Insomma, il sito di Abu Simbel è una delle attrazioni più visitate di tutto l’Egitto, insieme alle Piramidi e alla Valle dei Re.
Come arrivare ad Abu Simbel
Abu Simbel si trova nel profondo Sud dell’Egitto ed è raggiungibile con il pullman o in aereo. In entrambi i casi, di solito si parte la mattina presto, con il bus perché il viaggio per raggiugere il sito è lungo, con l’aereo perché si vola andata e ritorno quasi sempre in giornata. Con il bus si deve attraversare il deserto, oltrepassando il tropico del Cancro. Da Assuan dista 280 km. In aereo il volo dura circa 45 minuti e l’aeroporto si trova nei pressi dei templi. La compagnia di bandiera EgyptAir ed AirCairo di solito operano un paio di voli al giorno tra Assuan e Abu Simbel. Se si arriva dal Cairo o da Luxor è necessario fare uno scalo perché non ci sono voli diretti.
Per dovere di cronaca, ad Abu Simbel si può arrivare anche in nave e, secondo chi l’ha fatto, l’esperienza è spettacolare. Infatti, ci sono crociere che proseguono da Assuan ad Abu Simbel lungo il Lago Nasser e che durano 3-4 giorni. Durante il viaggio si visitano anche altri templi nubiani (Kalabsha, Amada, Wadi es-Sebua). Il viaggio è consigliato a chi può permetterselo, sia dal punto di vista del tempo sia del costo, ma è ancora più spettacolare.
Una volta giunti nei pressi del sito, un sentiero ad anello in mezzo alla sabbia del deserto conduce ai templi e permette di fare tutto il giro a 360 gradi. C’è anche la possibilità di spostarsi a bordo dei golf cart (a pagamento, ma costano poco).