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Il Lago Tekapo è il paradiso dei lupini: la fioritura fiabesca della Nuova Zelanda

Esistono luoghi nel mondo talmente incantevoli da non sembrare reali. Posti in cui la natura usa tavolozze di colori speciali e dipinge un panorama unico al mondo: uno di questi, in un particolare periodo dell’anno, si trasforma in un paesaggio mozzafiato che sembra sia stato pensato appositamente per raccontare la fiaba perfetta.

Montagne glaciali sullo sfondo, calme acque turchesi e cieli spettacolari che con il calare del sole infuocano l’orizzonte. Tutt’intorno una distesa infinita di fiori viola, lilla e rosa che creano sfumature meravigliose. Siamo in Nuova Zelanda, sulle sponde del Lago Tekapo, dove verso la fine di novembre la fioritura dei lupini mette in scena uno spettacolo meraviglioso.

L’esplosione di colori che conquista occhi e cuore

Conosciamo i lupini per essere presenti nel celebre romanzo “I Malavoglia” di Verga, ma tanti non hanno mai avuto la fortuna di assistere allo spettacolo della loro fioritura.

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, ogni anno, per alcune settimane sulle sponde del Lago Tekapo torna la magia: il paesaggio si trasforma in un mosaico vivente di sfumature che vanno dal rosa al lilla e al giallo. Così, i lupini selvatici (Lupinus polyphyllus) invadono ogni angolo: colline, rive, sentieri. In quei giorni, il Lago Tekapo diventa un dipinto impressionista firmato dalla natura.

La fioritura mozzafiato dei lupini al Lago Tekapo

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La fioritura dei lupini al Lago Tekapo

È lo scatto perfetto che tutti vorremmo fare e il quadro che nessun artista potrebbe mai replicare: il contrasto tra le tonalità accese dei lupini, l’acqua turchese del lago, la neve residua sulle montagne e la natura incontaminata, creano uno scenario da sogno per chi ama la natura e vuole vivere un’esperienza visivamente indimenticabile.

Come ammirare la magia della fioritura

Il luogo migliore da cui ammirare le distese di lupini? Uno dei punti panoramici più amati è una suggestiva chiesetta in pietra affacciata al lago, la Church of the Good Shepherd. Ma non è l’unico: lungo la Godley Peaks Road si susseguono scorci perfetti per immergersi nella bellezza dei campi di lupini, magari partecipando a un’escursione guidata che porta nei luoghi più nascosti.

L’alba e il tramonto sono i momenti migliori per vivere questa magia, quando la luce si riflette sull’acqua, i fiori sembrano accendersi e il cielo si tinge d’oro. È in questo momento che il Lago Tekapo invita a riscoprire il legame tra uomo e natura in uno dei luoghi più puri e incontaminati del pianeta, e mostra la sua anima più poetica: quella che fa innamorare ogni viaggiatore.

Dove si trova

Il Lago Tekapo si trova nel cuore dellIsola del Sud della Nuova Zelanda, nella splendida regione del Mackenzie, circondata dalle Alpi Meridionali. Vi si arriva in auto in circa 3 ore da Christchurch e 3 ore e mezza da Queenstown, lungo una delle strade panoramiche più suggestive del Paese.

Un ultimo consiglio? Raggiungete anche il Mount John Observatory, da cui si gode una vista mozzafiato sul lago e sui cieli stellati che rendono questa zona una delle più limpide al mondo.

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Lavanda in fiore, i migliori luoghi d’Italia per ammirare spettacoli viola da sogno

Quel momento dell’anno in cui la lavanda inizia a colorare le colline d’Italia con le sue sfumature di viola, vuol dire che si sta aprendo una stagione magica per chi ama viaggiare immerso nella natura e nei profumi autentici. Non si tratta solo di una festa per gli occhi, ma di un’esperienza sensoriale che unisce paesaggi mozzafiato, piccoli borghi e tradizioni rurali che raccontano storie antiche. Dalle distese toscane alle valli piemontesi, ecco a voi i migliori luoghi del nostro Paese per ammirare le fioriture di lavanda.

Sale San Giovanni, Piemonte

In Piemonte, tra le sue tante meraviglie, si nasconde un vero e proprio angolo di Provenza a Sale San Giovanni, in provincia di Cuneo. Da queste parti, tra fine giugno e inizio luglio, i campi di lavanda esplodono in un tripudio di viola. Passeggiando tra i filari di lavanda della zona, ci si imbatte anche in erbe officinali come camomilla, issopo e achillea, che arricchiscono il panorama con colori e profumi intensi.

A disposizione dei visitatori ci sono dei percorsi pedonali, che vanno da 25 minuti a 4 ore, che catapultano in un mondo fatto di bellezza e tranquillità. Per accedervi, durante i weekend dal 21 giugno al 6 luglio, è richiesto un contributo simbolico di 2 euro a persona, che include l’accesso ai sentieri e alle visite guidate alle chiese locali. A disposizione ci sono anche eventi speciali, come la “Fiera delle Erbe” che quest’anno andrà in scena il 28 e 29 giugno.

Piemonte, Sale San Giovanni

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La lavanda a Sale San Giovanni

Tuscania, Lazio

Nella suggestiva e antica cornice di Tuscania, in provincia di Viterbo, i campi di lavanda sono appezzamenti che i locali coltivano più per passione e per la qualità del prodotto che per turismo di massa, ma sono assolutamente suggestivi. Si trovano un po’ fuori dal centro storico del borgo, vicino alle campagne, e si presentano come luoghi raccolti e autentici.

Il momento giusto per vedere la lavanda in fiore in questa zona è tra fine giugno e inizio luglio. Per celebrare questa meraviglia della natura dalle mille sfumature di viola, viene organizzata anche l’amatissima Festa della Lavanda, un evento annuale che quest’anno si terrà il 5 e 6 luglio.

In questa occasione, le vie del centro storico si animano con bancarelle che offrono prodotti a base di questa pianta, come oli essenziali, saponi, sali e prodotti alimentari, ed è possibile partecipare anche a tour nei campi per scoprire la coltivazione e la distillazione dell’olio essenziale. L’evento include persino mostre, musica dal vivo e spettacoli. L’ingresso è gratuito, ma alcune attività, come le visite guidate ai campi di lavanda, potrebbero richiedere una prenotazione anticipata e un piccolo contributo economico.

Campotenese, Calabria

Immerso nel Parco Nazionale del Pollino, il Parco della Lavanda di Campotenese, in provincia di Cosenza, è nato nel 2007 grazie all’idea della famiglia Rocco che ha riscoperto la lavanda autoctona chiamata “Loricanda”, una varietà selvatica che rischiava di scomparire. In zona la fioritura va da circa il 20 giugno al 20 agosto, con picchi tra fine giugno e luglio. Visitarlo è molto facile: basta un contributo di 2 euro a persona (gratis sotto i 14 anni), per poter approfittare di visite guidate di circa 40 minuti.

Un angolo autentico, ruvido e profumato nel cuore del Sud Italia, fuori dai soliti circuiti turistici ma che senza ombra di dubbio è in grado di emozionare: si trova a oltre 1000 metri di altitudine, nel silenzio rarefatto del Parco Nazionale. Durante i weekend, tra le altre cose, sono presenti laboratori per famiglie ed è possibile prendere parte a escursioni con guida naturalistica (il “LavandaTrekking”) e piccoli eventi serali tra musica, teatro e tramonti che incendiano le montagne.

Parco della Lavanda di Campotenese, Calabria

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Tutta la bellezza del Parco della Lavanda di Campotenese

Godiasco Salice Terme, Lombardia

Un tuffo nella lavanda si può fare anche a due passi da Milano, più precisamente presso il campo di Godiasco Salice Terme (Oltrepò Pavese), dove dal 20 al 22 giugno 2025 torna “Lavandissima”, la festa in mezzo ai filari di lavanda. L’ingresso è libero, senza prenotazione, dalle 17 a mezzanotte, con musica live, DJ set, punti ristoro e vini locali.

Il 28 giugno, tra le altre cose, si svolge “Mani nella lavanda”. Un appuntamento che inizia alle 9 con raccolta manuale e a cui segue una dimostrazione di distillazione, per poi finire con un pranzo curato per i partecipanti (antipasto, risotto, crostata, vino e caffè), tutto incluso nel prezzo. Ovviamente, il campo è visitabile anche durante la settimana.

È luogo piccolo, autentico, con circa 5.000 piante coltivate dalla proprietaria ed è gestito con cura: è un angolo di Lombardia che profuma di Sud francese.

Assisi, Umbria

È possibile immergersi nel profumo della lavanda anche con alle spalle il suggestivo sfondo della città che ha dato i natali a San Francesco: Assisi. In questo incantevole angolo di Umbria, infatti, prende vita il Lavandeto di Assisi, dove si tiene persino una festa nei fine settimana che vanno dal 14 giugno al 6 luglio, con ingresso gratuito.

Nei giorni infrasettimanali, invece, è possibile visitare i campi pagando un biglietto di 5 euro, con orari dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:00. Non si tratta solo di una passeggiata tra filari colorati, ma di un’esperienza completa: ci sono visite guidate per scoprire i segreti botanici della pianta, laboratori per imparare a creare unguenti o intrecciare cesti, e la possibilità di assistere alla distillazione tradizionale della lavanda.

Nei weekend serali, poi, l’atmosfera si anima con musica dal vivo e cene a picnic che regalano un modo speciale di vivere il luogo. È il posto perfetto per chi desidera rallentare, immergersi nei profumi intensi della natura e godersi una giornata di tranquillità.

Santa Luce, Toscana

Nel cuore dei Colli Pisani, in Toscana, c’è Santa Luce che si trasforma ogni anno in un piccolo angolo di Provenza, grazie ai suoi campi di lavanda che fioriscono dal 7 giugno al 13 luglio 2025. L’evento, chiamato “I Giorni della Lavanda”, non è solo una festa visiva, ma un’immersione completa nella natura e nelle tradizioni regionali più autentiche.

Le aziende agricole e gli agriturismi della zona aprono i loro cancelli per far passeggiare i numerosi visitatori tra i filari profumati, partecipare a degustazioni di prodotti biologici e godere di picnic incantati tra il viola intenso dei fiori. Le visite ai campi sono per lo più gratuite e disponibili tutti i giorni, ma l’esperienza si arricchisce con escursioni guidate a piedi, tour in e-bike e trekking a cavallo, ideali per chi vuole vivere la campagna in modo attivo.

Durante il weekend, la festa si anima con appuntamenti culturali, concorsi di pittura e conferenze sull’aromaterapia, che rendono il tutto più coinvolgente e stimolante. I Colli Pisano sono il posto più indicato per respirare un’atmosfera rilassata, fatta di sapori genuini, ospitalità rurale e paesaggi che sembrano dipinti.

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Sentiero della fioritura a Castelluccio di Norcia, una passeggiata arcobaleno da scoprire

No, non è un sogno. E non sono nemmeno i filtri. È il sentiero della fioritura di Castelluccio di Norcia ed è proprio così come lo vedi. Percorrerlo? Un’esperienza memorabile che ti fa fare il pieno di colori: indossa scarpe comode, porta con te un po’ d’acqua e lasciati stregare da questo fenomeno naturale. Un vero e proprio tappeto infinito di fiori dove il rosso dei papaveri si mescola alle viole e al giallo acceso dei ranuncoli interrotti dai bianchissimi narcisi. E poi c’è lei, la regina indiscussa: la lenticchia di Castelluccio, che non è solo buona da mangiare, ma regala anche una fioritura spettacolare. Un arcobaleno che fa battere il cuore.

Le tappe del sentiero della fioritura Castelluccio di Norcia

Siamo nella Piana di Castelluccio, cuore pulsante del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in Umbria. Un altopiano che, tra la fine di maggio e metà luglio, si trasforma in un paesaggio da fiaba. Il percorso ad anello di 4 km, completamente pianeggiante (quindi zero fatica e solo bellezza) ti farà immergere nella fioritura più celebre d’Italia. Lo inizi e lo finisci nello stesso punto, con panorami sempre nuovi e rigorosamente mozzafiato. Dura circa due ore, ma fidati: ti fermerai ogni cinque minuti per dire “wow” o per scattare una foto.

Il punto di partenza consigliato? Il centro del Piangrande, un’area aperta a circa 6 km dal paese di Castelluccio dove troverai anche un grande fontanile e le indicazioni chiare per cominciare il tuo cammino tra i colori. Per percorrerlo non serve essere esperto di trekking: indossa scarpe comode da camminata, un cappellino e crema solare.

Questo è il bello: il sentiero è per tutti. Se ami la natura, se ti piace camminare senza fretta, se vuoi vivere un’esperienza unica con i tuoi figli, il tuo partner, il tuo cane o semplicemente con te stesso, questo posto ti accoglie a braccia aperte. Ben segnalato, si si snoda tra strade sterrate che ti regalano una visuale a 360 gradi sull’altopiano. In lontananza, svettano i monti Sibillini, che fanno da cornice a questo spettacolo naturale.

Consigli utili

Il periodo perfetto per visitarlo va da fine giugno a metà luglio, ma la fioritura può variare leggermente ogni anno in base al clima. Quindi, tieni d’occhio le previsioni, segui qualche pagina dedicata alla fioritura e appena arriva il momento… parti. Ricorda che non è un percorso da gara ma un’esperienza che puoi vivere a ritmo lento e che racconta pienamente quella che è l’anima dell’Umbria. E se ami la fotografia… beh, preparati. La luce è perfetta e ogni angolazione un capolavoro: dal controluce dell’alba alle ombre morbide del pomeriggio, non c’è momento in cui la Piana di Castelluccio non sia fotogenica.

Quando tornerai a casa, qualcosa di questo sentiero ti rimarrà nel cuore. Forse sarà l’intensità dei colori, o quel senso di pace che si prova solo quando sei davvero immerso nella natura. Forse sarà quel panorama aperto che ti fa sentire piccolo ma felice. O magari sarà solo la voglia di tornare, perché, diciamolo, una sola volta non basta.

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Elizabeth Street è la strada più fiorita di Londra

Nel cuore di Londra, in una zona residenziale, c’è una strada che è diventata la più cool della città. È Elizabeth Street, una via nascosta nel quartiere di Belgravia, che solo gli inglesi conoscono. Un tempo gli edifici bassi di questa strada, ora divenuta pedonale, ospitavano le stalle per i cavalli, trasformate poi in carrozzerie e garage. Oggi, queste casette a due piani sono state sventrate, rifatte e trasformate in residenze di lusso e, lungo la via, sono nati piccoli negozi di quartiere e ristorantini dove la ‘Londra bene’ va a fare la spesa e a trascorrere il weekend con gli amici o in famiglia.

Ogni palazzina è stata abbellita e resa unica: c’è chi ha messo i fiori alle finestre e chi un tavolino con le sedie colorate all’esterno, chi parcheggia la propria bicicletta e chi la Porsche d’epoca. passeggiare su Elizabeth Street è una vera esperienza.

La via più fiorita di Londra

Ognuno dei circa 300 negozi che s’affaccia su Elizabeth Street è decorato con piante e fiori, veri a primavera, di stoffa quando il clima britannico non lo permette. Un tripudio di colori, questa via particolarissima, frequentata da bella gente e da qualche turista che la sta scoprendo solo ora e che diventa un vero giardino all’aperto in occasione dell’annuale Chelsea Flower Show che si tiene qui vicino nel mese di maggio e che invade anche le strade con installazioni floreali open air.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Un negozio di piante e fiori su Elizabeth Street

C’è il panettiere che prepara il pane artigianale con farine naturali, c’è il fruttivendolo Natoora che rifornisce i migliori ristoranti e hotel londinesi e che importa frutta e verdura dal Sud Europa e dai migliori mercati mondiali.

C’è la pasticceria di Peggy Porschen che, con le sue vetrine color rosa confetto, sembra uscita dalle pagine di Alice nel Paese delle Meraviglie, ed è divenuta in poco tempo uno dei luoghi più instagrammati di Londra. C’è Philip Treacy, il negozio di cappellini fatti a mano dove si serviva Lady D e dove, oggi, si riforniscono anche Kate Middleton e tutte le signore che prendono parte agli eventi mondani britannici come il celebre Royal Ascot. dove il cappellino è assolutamente d’obbligo.

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Fonte: Getty Images

Fiori sulla facciata dello Sloane Square Hotel a Londra

C’è The Fine Cheese Company che vende il vero Cheddar cheese, anche affumicato, e c’è Pierre Hermé Paris che organizza blind tasting – degustazioni a occhi chiusi – di macaron ripieni di creme di ogni gusto. Ci sono persino quelli al caviale e al foie gras. E poi, cioccolaterie, sartorie, boutique per animali, bigiotterie che servono le case di produzioni cinematografiche e tanti spazi per i nostalgici dei negozi di una volta.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il negozio di cappelli Philip Treacy, il preferito di Kate Middleton

Visitare Elizabeth Street

Si può gironzolare per Elizabeth Street per conto proprio oppure farsi accompagnare in un tour guidato, come i Sweet Tooth Tours organizzati da Lynne, un’americana che vive nel quartiere e che racconta la storia di ogni singolo commerciante. È uno dei tour offerti da The Halkin London, un silenzioso boutique hotel a dieci minuti di strada a piedi da qui.

Il Chelsea Flower Show per le strade di Londra

Il Chelsea Flower Show, la più grande e importante esposizione floreale della Gran Bretagna che si tiene ogni anno a fine primavera, invade anche le strade del quartiere, con installazioni artistiche a tema floreale per un vento che si svolge contemporaneamente e che si chiama Chelsea in Bloom. La prima edizione dello show risale a 1862, quando venne organizzato nei giardini reali di Kensington, ma già prima della Grande guerra la sede fu spostata nel Royal Hospital Chelsea dove si tiene tutt’oggi. Da vent’anni, anche tutto il quartiere londinese si colora di composizioni floreali per un evento aperto a tutti e gratuito. Una meravigliosa celebrazione della primavera che coinvolge oltre 130 attività commerciali che vengono ogni anno premiate da una giuria di esperti e dal pubblico per la migliore decorazione.

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Fonte: Getty Images

Un’installazione floreale per il Chelsea in Bloom

Belgravia è oggi il quartiere più costoso di Londra. Qui hanno sede le ambasciate e i condomini meglio abitati della città. Vi hanno vissuto tre Primi ministri inglesi, tre James Bond e diversi Lord. A due passi dalle trafficatissime Knightsbridge e Piccadilly Circus, da Victoria Station e Oxford Circus, è un angolo segreto della Capitale britannica, un piccolo villaggio di campagna nel centro della città, da girare a piedi o in bicicletta.

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Fonte: Getty Images

Vetrine di negozi fiorite a Belgravia
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Cosa fare nel weekend: le sagre e gli eventi più belli del 23-25 maggio in Italia

Se vi state chiedendo cosa fare nel weekend, noi di SiViaggia abbiamo tanti suggerimenti che andranno sicuramente a riempire quegli spazi vuoti nella vostra agenda! Dalle mostre mercato dedicate al mondo dei fiori e delle piante all’attesissimo Festival Internazionale degli Aquiloni, qui troverete sicuramente la sagra o l’evento in Italia più adatti ai vostri interessi.

Clorofilla 2025, Alba

Sabato 24 e domenica 25 maggio, Piazza San Paolo ad Alba si trasforma in un giardino a cielo aperto con l’evento Clorofilla 2025. Si tratta di una mostra-mercato florovivaistica che, dalle 9:00 alle 19:00, accoglierà i visitatori di ogni età in una cornice pensata per emozionare e far riflettere. Qui potrete partecipare a giochi esperienziali e laboratori creativi, dai percorsi sensoriali a piedi nudi ai laboratori della “Cucina Verde”, o ascoltare gli esperti del settore.

Tra gli eventi più attesi c’è sicuramente “Il canto delle piante”, in programma per tutta la giornata di sabato 24: grazie all’incredibile strumento “Music Plant” del ricercatore e naturopata Severino Doppi, potrete ascoltare le armonie prodotte dagli impulsi elettrici delle piante. Un’esperienza sonora unica e suggestiva!

15° Festival Internazionale degli Aquiloni, San Vito lo Capo

Dal 21 al 25 maggio 2025, il cielo di San Vito lo Capo sarà arricchito di colori e fantasie grazie alla 15ª edizione del Festival Internazionale degli Aquiloni. L’evento, che conquista sia adulti che bambini, organizzato nella cornice offerta da questa splendida località siciliana, comincerà con una parata di apertura che, partendo dal Palazzo Comunale, arriverà fino alla spiaggia, dove il cielo si popolerà di aquiloni.

Durante le cinque giornate, potrete ammirare le esibizioni degli aquilonisti e partecipare ai laboratori didattici attivi tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, dove creare e decorare il proprio aquilone. Per i più piccoli sono previsti gonfiabilispettacoli di magia e giocoleria, parate con mascotte e il villaggio Children Flying Kites con fiabe animate.

Tra i momenti più significativi del festival ci sono la commemorazione del 33° anniversario della strage di Capaci, con una cerimonia caratterizzata dal volo di aquiloni bianchi accompagnata dalla lettura di brani dai testi di Giovanni Falcone, e il volo notturno degli aquiloni.

Festival degli Aquiloni a San Vito lo Capo

Fonte: Ufficio Stampa

Festival Internazionale degli Aquiloni

Camminata dei musei, Cossignano (AP)

Sabato 24 maggio, a partire dalle 16:00, in occasione dell’iniziativa “Camminata dei musei”, potrete partecipare alla visita gratuita del borgo di Cossignano. Questa prevede una passeggiata nel centro storico, una visita al Museo Civico di Arte Sacra e una all’Antiquarium comunale “Nicola Pansoni”. La partecipazione è gratuita e limitata a un massimo di 70 persone, ma occorre prenotare con un messaggio al numero telefonico presente sul sito dell’evento.

Festa della Francigena, Fossanova (LT)

Il borgo medievale di Fossanova e il comune di Priverno, il 24 e 25 maggio 2025, ospiteranno la Festa della Francigena con tema “La Francigena e il Giubileo: i Cammini della Speranza”. A Priverno ci sarà la presentazione della nuova guida in lingua inglese dedicata al cammino della Via Francigena, mentre a Fossanova si terrà la conferenza “Il Giubileo della Speranza e i Cammini della rinascita: Pellegrinaggio, Tradizione, Cultura e Spiritualità”.

Potrete partecipare anche ai cammini che portano all’Abbazia di Fossanova, partendo rispettivamente da Sonnino, Priverno e Maenza: questi si terranno domenica 25 ed è necessaria la prenotazione.

Festa del Narciso, Rocca di Mezzo (AQ)

Domenica 25 maggio, presso la piazza Principe di Piemonte a Rocca di Mezzo, si terrà l’attesa Festa del Narciso con il passaggio di sei carri allegorici completamente ricoperti di narcisi, il fiore simbolo dell’altopiano. Sfileranno sei compagnie che, in modo divertente e creativo, si sfideranno recitando e ballando in costume ai piedi dei carri da loro realizzati.

Flowers – Moda, Arte, Spettacolo e Gusto, Modena

Il 25 maggio, dalle 12:00 fino a sera, ci sarà l’evento Flowers – Moda, Arte, Spettacolo e Gusto a Fuoricittà Countryclub, alle porte di Modena. Si tratta di un evento benefico pensato per offrire un’esperienza di intrattenimento raffinato e per sostenere le attività delle associazioni Autaut e PrenditiCura, impegnate nell’inclusione e nel supporto di ragazzi con disabilità. In programma sono previsti concorsi dedicati alla bellezza autentica, cooking class stellata con lo chef Luca Marchini, sfilate di moda e DJ set.

La serata terminerà con la cena di gala ideata dallo Chef Marchini. L’ingresso con l’aperitivo costa 12 euro, mentre con la cena costa 55 euro.

Fiera del Vino, Polpenazze del Garda (BS)

Dal 23 al 26 maggio 2025, tra i vicoli e le piazza di Polpenazze del Garda, si terrà la 73ª edizione della storica Fiera del Vino, una manifestazione che da oltre 70 anni racconta il territorio attraverso i suoi calici. In programma sono previsti diversi eventi come la celebrazione dei vini vincitori del 19° Concorso Enologico Nazionale Valtènesi Garda Classico, degustazioni guidate e masterclass.

Ogni giornata sarà scandita da abbinamenti con i sapori più identitari del territorio, dai formaggi ai salumi, fino all’olio extravergine. Ad arricchire il tutto ci saranno musica dal vivo, spettacoli e mercatini.

Hippie Market, Roma

Il 24 e il 25 maggio, dalle 11:30 alle 20:30 a Ripa Grande, nel cuore di Trastevere a Roma si terrà l’evento gratuito a offerta libera Hippie Market. Due giornate all’insegna di artigianato, vintage, musica dal vivo e street band, artisti di strada, expò d’arte, street food e spazi dedicati ai più piccoli. Il market ospiterà 80 espositori selezionati provenienti da tutta Italia tra artigiani, designer e stilisti indipendenti, illustratori e vintage
reseller.

A completare l’esperienza, ci saranno anche performance di artisti di strada, concerti all’aperto e un’area per bambini dove la creatività dei più piccoli sarà protagonista.

50° raduno internazionale Porsche 356, Cervia

Gli appassionati della Porsche non possono perdere l’evento che si terrà dal 22 al 25 maggio a Cervia e Milano Marittima. Il 50° raduno internazionale Porsche 356 celebra la passione per una delle vetture più famose della storia, dove le Porsche sosteranno per le vie del centro di Milano Marittima e Cervia, permettendo ai visitatori di ammirarle da vicino. In occasione dell’evento ci saranno anche delle visite guidate per alcuni centri storici della Romagna e la possibilità di pranzare e cenare assaporando i piatti tipici del territorio.

Bosa Wine Festival, Bosa

Il 24 e 25 maggio 2025, presso il caratteristico borgo di Bosa in Sardegna, si terrà il festival del vino che vi permetterà di provare i migliori vini prodotti sull’isola. Acquistando il biglietto, avrete un calice in vetro e un apposito porta-calice e un coupon con 6 ticket degustazione, da utilizzare presso le cantine partecipanti.

Da provare è la pregiatissima Malvasia di Bosa, da accompagnare con l’assaggio delle specialità gastronomiche bosane e isolane con in sottofondo musica, folklore e tradizione.

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I più bei festival dei fiori di primavera in Italia

Con l’arrivo della primavera, l’Italia si trasforma in un vero e proprio giardino a cielo aperto, dove borghi, città d’arte e paesaggi naturali si colorano grazie a spettacolari festival floreali. Questi eventi celebrano la bellezza della natura che rinasce, ma anche la cultura, la tradizione e la creatività delle comunità locali.
Ogni festival rappresenta un’occasione unica per vivere la primavera in modo suggestivo e autentico.

I festival dei fiori attirano ogni anno migliaia di visitatori, italiani e stranieri, desiderosi di immergersi nei profumi e nei colori di composizioni floreali mozzafiato. Molti di questi eventi si svolgono in luoghi dal fascino storico, offrendo così l’opportunità di unire la scoperta delle bellezze naturali a quella del patrimonio artistico e architettonico italiano.

Inoltre, sono spesso accompagnati da iniziative enogastronomiche, spettacoli, mostre d’arte e attività per famiglie, rendendoli perfetti anche per una gita fuori porta o un weekend primaverile.
In questo articolo ti porteremo alla scoperta dei sei più bei festival dei fiori di primavera in Italia.

Expoflora – Fossano (CN)

Nel cuore del Cuneese, nella suggestiva Città dei Principi d’Acaja, sabato 10 e domenica 11 maggio si tiene Expoflora, uno degli appuntamenti floreali più attesi del Piemonte. L’evento trasforma Fossano in una vera oasi di colori e profumi: il parco cittadino, via Roma e viale Alpi diventano un grande giardino a cielo aperto con esposizioni di arte floreale, stand di vivaisti, floricoltori e produttori locali.

Accanto alla mostra mercato, trovano spazio anche l’artigianato, l’arredamento da esterni, le tecnologie agricole e le eccellenze enogastronomiche del territorio, con degustazioni, showcooking e laboratori per bambini.

Ma Expoflora è anche un’occasione perfetta per scoprire il fascino storico di Fossano, con il suo castello medievale, i portici barocchi di via Roma e i percorsi naturalistici lungo il fiume Stura.

Grazie alla sua atmosfera unica, Expoflora è molto più di una semplice fiera: è un’immersione nella bellezza della primavera piemontese.

Pienza e i fiori – Pienza (SI)

Nel cuore della Val d’Orcia, patrimonio UNESCO, la splendida città rinascimentale di Pienza ospita ogni anno Pienza e i fiori, una raffinata mostra-mercato floreale che trasforma la centrale Piazza Pio II in un elegante giardino all’italiana.

evento dedicato ai fiori a pienza

Fonte: Ufficio Stampa

Pienza e i fiori, evento toscano per la primavera

La manifestazione giunta alla 38ª edizione, inaugurerà sabato 3 maggio. Sarà un autentico tributo alla bellezza botanica, con oltre 2.000 piante  – tra cui petunie dai vivaci colori e profumato rosmarino – disposte con precisione geometrica a formare decorazioni ispirate all’arte sacra e al paesaggio toscano.

L’evento non è solo un piacere per gli occhi: offre un ricco calendario di appuntamenti culturali, musicali e letterari, oltre a visite guidate, esposizioni d’arte e incontri con autori.

Nei weekend si tiene anche una fiera promozionale che anima le vie del centro con stand di vivaisti, artigiani e produttori locali. Pienza e i fiori è quindi molto più di un evento floreale: è un’esperienza immersiva tra cultura, natura e architettura, in una delle cornici più suggestive della Toscana.

Orticola e FuoriOrticola – Milano

Orticola 2025 torna a Milano dall’8 all’11 maggio nei Giardini Pubblici Indro Montanelli, un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del verde, del giardino e della natura, all’insegna del tema “Bio, bio, bio: in giardino c’è vita!”, che sottolinea la vitalità e la biodiversità come valori fondanti del nostro rapporto con l’ambiente.

Ma Orticola non è solo una mostra-mercato: è anche cultura diffusa, scoperta e meraviglia, grazie a FuoriOrticola, il circuito che coinvolge la città e i suoi dintorni in un vivace intreccio tra arte, natura, design e bellezza.
Dal 29 aprile al 18 maggio, musei, gallerie, negozi, hotel, orti condivisi e ville storiche partecipano con eventi, visite guidate, aperture straordinarie, allestimenti floreali e mostre ispirate al tema dell’edizione.
I floral designer, veri protagonisti della scena urbana, interpretano opere d’arte delle collezioni museali in vetrine sorprendenti, regalando alla città un percorso fiorito da esplorare.

FuoriOrticola 2025 cresce ancora, coinvolgendo 36 musei, 45 negozi, 26 floral designer e nuove prestigiose collaborazioni: dalle Gallerie d’Italia alla Pinacoteca Ambrosiana, dal Museo del Novecento all’Orto Botanico di Brera, fino alle ville del Lago di Como e alle Isole Borromee sul Lago Maggiore.

Un programma ricchissimo, che rende Milano protagonista di un viaggio tra natura e cultura e che celebra il verde come forma d’arte, occasione di riflessione ecologica e bellezza condivisa. Orticola, dentro e fuori i giardini, è sempre di più un’esperienza da vivere con tutti i sensi.

Euroflora 2025 – Genova

Dal 24 aprile al 4 maggio 2025, Euroflora torna a Genova con un’edizione che si presenta come un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per le nuove generazioni.

Più di una semplice esposizione floreale, Euroflora è un viaggio immersivo nel verde, dove bambini e ragazzi diventano protagonisti attivi di percorsi educativi, laboratori sensoriali, giochi interattivi e attività artistiche legate alla natura e alla sostenibilità.

festival di primavera in italia

Fonte: Ufficio Stampa

Euroflora a Genova

Tra i padiglioni affacciati sul mare, i giovani visitatori potranno scoprire i segreti dei vivai forestali con i Carabinieri della Biodiversità, toccare con mano il mondo segreto dei funghi, osservare da vicino l’ape italiana, partecipare a giochi sul clima, esplorare erbe officinali o cimentarsi in creazioni artistiche con petali e colori. Un’occasione straordinaria per risvegliare la consapevolezza ambientale fin da piccoli, in un contesto dove bellezza e impegno si fondono in un’esperienza educativa unica.

Euroflora diventa così un luogo dove coltivare il futuro, unendo gioco e conoscenza per ispirare una nuova generazione di custodi della Terra.

Peonies & street food festival 2025 – Terno d’Isola (BG)

Dopo il successo della stagione dei tulipani, Tulipania riapre i battenti con un’esperienza nuova e multisensoriale: il Peonies & Street Food Festival.

A partire dal 21 aprile 2025, ogni weekend (venerdì, sabato e domenica) sarà un’immersione tra profumi e sapori, dove il pubblico potrà raccogliere magnifiche peonie direttamente dal campo o scegliere tra quelle in vaso, pronte da trapiantare.

Tra un fiore e l’altro, l’atmosfera si accende grazie a una selezione dei migliori food truck con proposte culinarie per ogni gusto: dai burger gourmet agli arrosticini, dai burritos ai dolci artigianali, senza dimenticare il gelato e le colazioni fiorite del breakfast truck.

Per un momento di relax, imperdibile il picnic tra i fiori, da prenotare online e personalizzabile in base alle esigenze alimentari. L’esperienza si completa con cocktail floreali, scatti fotografici tra le fioriture, il Bulbo Market e il Tunnel delle Aromatiche.

Un evento da vivere, assaporare e ricordare nel cuore della primavera.

Floravilla 2025 – Castel San Giovanni (PC)

Il 3 e 4 maggio 2025 torna Floravilla, la mostra mercato che ogni primavera trasforma Castel San Giovanni in un’esplosione di colori, profumi e bellezza.

Quest’anno, la manifestazione cambia casa e si sposta nella splendida Villa Caramello, capolavoro barocco del XVIII secolo immerso nella natura, dove oltre 50 espositori florovivaisti da tutta Italia daranno vita a un imperdibile viaggio tra fiori e piante da giardino.

Ma Floravilla è molto più di un evento green: laboratori, workshop e incontri con esperti renderanno l’esperienza ancora più ricca e coinvolgente.

In parallelo, produttori e artigiani della Val Tidone offriranno una vetrina del territorio tra eccellenze enogastronomiche e creazioni uniche. Per chi ama l’arte e la storia, saranno disponibili visite guidate alla dimora storica a cura dell’associazione Archistorica.

Un’occasione speciale per vivere due giornate all’insegna della natura, della cultura e delle tradizioni locali, in una cornice da favola.

San Pellegrino in Fiore – Viterbo

Dal 1 al 4 maggio 2025, il centro storico di Viterbo si accende di colori e profumi con la nuova edizione di San Pellegrino in Fiore. Si tratta di una delle manifestazioni floreali più scenografiche del panorama italiano.

Per quattro giorni, vie, piazze, cortili e profferli del centro storico medievale si trasformano in un suggestivo percorso tra installazioni artistiche e allestimenti botanici che celebrano la primavera in tutta la sua bellezza.

L’edizione 2025 porta la firma creativa dell’architetto Lorenzo Porciani, autore di un progetto selezionato tramite concorso pubblico, che reinterpreta il patrimonio storico della città attraverso il linguaggio dei fiori.

Oltre agli allestimenti floreali, il programma prevede una ricca offerta di eventi culturali, laboratori, esposizioni artigianali e spettacoli diffusi, pensati per coinvolgere adulti e bambini in un’atmosfera di festa e condivisione.

San Pellegrino in Fiore non è solo un omaggio alla natura, ma anche un’occasione per riscoprire l’anima medievale di Viterbo, tra architetture antiche e tradizioni locali, grazie alla sinergia tra Comune e istituzioni del territorio che hanno reso possibile questa manifestazione tanto amata.

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Simpson, il deserto dalle dune rosse che affascina con il suo mistero

A prima vista potrebbe sembrare un luogo ostile, un territorio inospitale plasmato da silenzi assoluti e distese infinite. Ma il Simpson Desert sa sorprendere chi osa avventurarsi tra le sue dune rosseggianti e regalare scorci inattesi di vita, colore e bellezza. È uno di quei posti che potrebbero benissimo appartenere a un altro mondo, dove la sabbia brucia sotto il sole cocente ma si lascia attraversare da fiotti di vita che sbocciano non appena piove.

In primavera, la superficie arida del deserto si trasforma in un caleidoscopio naturale grazie alla fioritura dei fiori selvatici. Spuntano come per incanto e tingono le dune di colori inaspettati. A fare da contraltare alla fioritura spettacolare, si innalzano abeti rarissimi e, tra la sabbia rossa, si muove una fauna endemica che ha imparato a sopravvivere in condizioni estreme, adattandosi con grazia a un ambiente apparentemente inospitale.

Il cuore remoto dell’Australia

Il Simpson Desert occupa un’enorme porzione del territorio australiano centrale e abbraccia tre stati: si estende a sud-est del Northern Territory, per poi sconfinare nel South Australia e nel Queensland. Le sue dune, che si perdono all’orizzonte come onde pietrificate, si muovono a ritmi impercettibili ma costanti, e creano un paesaggio ipnotico, dove il tempo sembra sospeso.

Da Alice Springs, l’avamposto urbano più vicino, si possono raggiungere alcune località del deserto anche in giornata, purché si disponga di un mezzo fuoristrada adatto a percorsi impegnativi. In alternativa, ci si può affidare ai tour organizzati, che guidano i viaggiatori al cospetto delle meraviglie più remote del Simpson, accompagnandoli in un’avventura che profuma di sabbia, vento e leggenda.

Tra le meraviglie più suggestive, la Rainbow Valley è una visione che lascia senza fiato: uno sperone di arenaria che all’alba e al tramonto si accende di sfumature spettacolari, come se il sole stesso volesse dipingere la roccia con pennellate di luce. Pochi chilometri più in là, Chambers Pillar si erge solitario nel mezzo del nulla, straordinaria colonna di arenaria alta cinquanta metri e levigata dal vento e dagli elementi in 350 milioni di anni.

Altrettanto affascinante è l’Ewaninga Rock Carvings Conservation Reserve dove si possono ammirare antiche incisioni rupestri realizzate dal popolo aborigeno Arrernte. Non sono semplici decorazioni su pietra: ogni simbolo incide una storia, un significato, una tradizione ancora viva, che continua a parlare con le forme scolpite nella roccia.

L’adrenalina di guidare fra le dune

Il Simpson non è solo contemplazione, è anche avventura. Le sue piste fuoristrada sono considerate tra le migliori di tutta l’Australia per chi ama mettere alla prova la propria abilità di guida. Il Binns Track, ad esempio, corre parallelo alla Stuart Highway e attraversa territori selvaggi dal South Australia fino al Northern Territory, per poi spingersi verso il Western Australia.

L’Old Andado Track, invece, costeggia il confine occidentale del deserto fino a Finke: occorre preparazione, esperienza, rispetto per l’ambiente e per i suoi pericoli. Ma la ricompensa è grande: sentirsi soli in un oceano di sabbia, guidati solo dal rumore del vento.

L’arte aborigena, viva nel cuore del deserto

Il Simpson Desert è anche terra di cultura e spiritualità. Chi desidera avvicinarsi alla realtà degli aborigeni può visitare alcuni centri artistici gestiti dalle comunità locali. A sud-est di Alice Springs, il centro di Santa Theresa è celebre per le opere dai colori intensi, in cui la tradizione prende forma in quadri vibranti, ispirati alla terra e alle storie ancestrali.

A Titjikala, invece, vive una vivace comunità di oltre trenta artisti: pittura, scultura e incisioni raccontano la visione del mondo degli abitanti del deserto, mescolando simbolismo e vita quotidiana. L’accesso a tali comunità richiede un tour guidato o specifici permessi, ma l’esperienza è preziosa e autentica: entrare in contatto con chi abita da secoli il territorio permette di vedere il Simpson con occhi nuovi.

Un ecosistema sorprendente tra sabbia e saline

Il Simpson non è un deserto “morto”. Al contrario, ospita una biodiversità sorprendente. I suoi paesaggi cambiano sempre, alternando dune a vasti salini, tratti sabbiosi a conche che si colmano d’acqua dopo le piogge.

Tra i suoi abitanti spiccano rettili come il drago barbuto centrale e la lucertola a gonnellina, mammiferi notturni come il dunnart a coda grassa e predatori come i dingo, oltre ai cammelli e alle volpi selvatiche che hanno trovato qui un habitat favorevole. E poi ci sono gli uccelli: quasi duecento specie che si radunano nei laghi effimeri e nei tratti umidi.

Tra parchi nazionali e viaggi leggendari

Fiori tra le dune del Deserto Simpson

Fonte: iStock

Tutto il fascino del deserto fiorito

Il deserto del Simpson si estende su oltre 170.000 chilometri quadrati, guadagnandosi così il titolo di quarto deserto più grande dell’Australia e di più vasto sistema di dune di sabbia al mondo. Una vastità difficile da immaginare, che diventa un vero e proprio banco di prova per chi sogna di attraversarlo.

Per farlo in sicurezza, servono mezzi adatti: fuoristrada attrezzati con bandiere fluorescenti, radio CB sintonizzate sul Canale 10, telefoni satellitari, radio ad alta frequenza e tutto il necessario per affrontare eventuali emergenze. Non è un viaggio da prendere alla leggera, ma un’impresa da pianificare con cura.

L’accesso è regolato attraverso un Desert Parks Pass, un permesso annuale che consente l’ingresso e il campeggio nei parchi nazionali della zona. Oltre al pass, vengono fornite mappe dettagliate, manuali di sicurezza e informazioni pratiche.

Va ricordato che i parchi sono generalmente chiusi nei mesi più caldi, dal 1° dicembre al 15 marzo, quando le temperature possono superare i 50 °C. Il periodo migliore per visitare il deserto va da maggio a ottobre, quando il clima è più mite e la natura regala il meglio di sé.

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Maggio in Italia, destinazioni da sogno per una fuga primaverile imperdibile

Giosuè Carducci, poeta, scrittore e critico letterario italiano, nella sua Maggiolata scrisse: “O maggio, che all’aria odorosa, nel cielo apri l’arcobaleno, e di fiori il prato rosa t’impreziosisce il cammino”, e di certo noi di SiViaggia non possiamo fare altro che essere d’accordo con lui, perché questo è un periodo davvero speciale per stare all’aria aperta.

Il quinto mese dell’anno, infatti, è forse il migliore per viaggiare o per fare delle gite fuori porta per osservare i fiori che sbocciano come piccoli miracoli, le città storiche con i loro abiti migliori e le spiagge paradisiache che sono praticamente deserte. Il nostro Paese, per fortuna, offre tutto questo e molto più, ma scegliere la propria destinazione non è sempre facile. Per questo motivo, abbiamo pensato noi a selezionare per voi i luoghi migliori d’Italia dove andare a maggio.

Val di Funes (e le Dolomiti in primavera)

Le gite fuori porta servono anche per fuggire dal caos e dallo stress che caratterizza le città. Partendo da questo presupposto, uno dei luoghi top del Belpaese in cui rifugiarsi è la Val di Funes, in Trentino-Alto Adige. Ci troviamo quindi nel cuore delle Dolomiti e in una zona che durante il mese di maggio si trasforma in un quadro naturale vivente, grazie al cielo azzurro e ai prati verdi punteggiati di fiori selvatici.

Parliamo quindi di un paesaggio bellissimo e privo delle folle estive, in cui si snodano numerosi sentieri che conducono verso piccoli borghi caratterizzati da una tranquillità quasi surreale. Da non perdere per esempio è la Chiesa di Santa Maddalena, un piccolo edificio bianco che emerge dalla terra e circondato dall’emozionante panorama delle Dolomiti. La Val di Funes, tra le altre cose, è anche uno dei posti migliori per ammirare il raro fenomeno dell‘Enrosadira, che colora i profili di queste montagne di mille sfumature di rosa.

Val d’Orcia, tra paesaggi Unesco

Poetica durante tutto l’anno, ma dalla bellezza struggente a maggio, è la Val d’Orcia, nella Toscana meridionale. Patrimonio dell’Umanità Unesco, è famosa in tutto il mondo per le sue dolci colline, i cipressi secolari e i vigneti che si estendono a perdita d’occhio, e che durante il quinto mese dell’anno sono al massimo del loro splendore: la natura è rigogliosa, le temperature sono miti e l’atmosfera è tranquilla, lontana dalla frenesia dell’estate.

Tra le tappe da fare segnaliamo:

  • Montalcino: un must per gli amanti del vino (e non solo);
  • Pienza: città ideale del Rinascimento e piccolo gioiello di architettura;
  • Bagno Vignoni: borgo perfetto per una passeggiata rilassante e dove poter fare anche un’esperienza termale.
Val d'Orcia, primavera

Fonte: iStock

Un meraviglioso angolo della Val d’Orcia in primavera

Pantelleria, a caccia d’estate

Maggio può rivelarsi un mese interessante persino per tentare di andare al mare, e una meta italiana ottimale per questo scopo è l’Isola di Pantelleria. Definita la “Perla Nera del Mediterraneo”, è un angolo remoto e selvaggio della Sicilia, che a differenza di altre località della regione conserva un’anima autentica e incontaminata: ci sono paesaggi vulcanici, terme naturali, muretti a secco, vigneti eroici e calette nascoste.

Le temperature sono già piacevoli e il paesaggio è emozionante per via della macchia mediterranea in fiore, i campi di capperi, vigneti verdissimi, e un profumo inebriante di erbe selvatiche e mare. Qui, oltre a rilassarsi sulle spiagge quasi deserte, si può fare trekking su un antico cratere spento, il Monte Gibele, oppure scoprire Lo Specchio di Venere, un lago termale con fanghi naturali ricchi di minerali e acque calde in cui immergersi.

Val di Mello, La Yosemite d’Italia

La Val di Mello, in Lombardia, permette di rimanere in Italia ma sentirsi negli Stati Uniti. Se vi state chiedendo come sia possibile, la risposta è molto semplice: a causa delle sue incredibili caratteristiche naturalistiche e morfologiche, è simile a una famosissima (e amatissima) zona della California, tanto che il suo soprannome è Yosemite italiano. A maggio, questo angolo incantevole a non troppa distanza da Milano, si risveglia dopo l’inverno, offrendo prati color smeraldo, fiori di campo che sbocciano ovunque, e il torrente Mello che brilla d’acqua cristallina.

Tantissimi sono i trekking disponibili, come le occasioni per potersi dedicare ad attività più avventurose tra cui, ad esempio, l’arrampicata. Qualunque sia il vostro desiderio, vi ritroverete in un’oasi perfetta per staccare la spina, dove camminare nella natura incontaminata, respirare aria pura e riscoprire il piacere delle cose semplici.

Giardino di Ninfa, fioritura monumentale

Una gita fuori porta da fare assolutamente a maggio in Italia è quella verso il Giardino di Ninfa, nel comune di Cisterna di Latina, tra Roma e Latina. Ci vuole poco più di un’ora per arrivarci dalla Capitale, e non appena vi si approda si avverte la sensazione di essere al cospetto di un parco antico e monumentale, in cui esplodono colori e profumi di rose rampicanti, glicini, iris, peonie, papaveri e rododendri.

Molto probabilmente vi sembrerà di stare in un posto fuori dal mondo perché il giardino è stato creato tra le rovine di Ninfa, un’antica cittadina distrutta nel XIV secolo. Da queste parti torri, chiese, mulini, ponti e strade in pietra convivono con la vegetazione, ma anche con fiumi e sorgenti che scorrono tra i vialetti formando laghetti cristallini, ruscelli e specchi d’acqua che riflettono le piante e le rovine. Tra i punti migliori in cui scattare una foto-ricordo ci sono il Ponte Romano coperto di glicine, i resti della Chiesa di Santa Maria Maggiore e il Lago delle Ninfee con ninfee rosa e bianche in fiore.

Craco, la bellezza della decadenza

Infine, una delle località migliori in cui andare a maggio in Italia è il borgo di Craco, in provincia di Matera, che è una delle città fantasma più scenografiche del nostro Paese. A colpire è sicuramente il paesaggio in cui è immerso, ma anche la sua bellezza spettrale. Del resto, in passato era un paesino di origine medievale vivo e abitato, che venne poi abbandonato negli anni ’60 a causa di frane e smottamenti.

Da allora è rimasto cristallizzato nel tempo, e il suo fascino decadente è stato spesso il soggetto di diversi set cinematografici. Vi basti pensare che qui hanno girato film del calibro de La passione di Cristo di Mel Gibson. È bene sapere, tuttavia, che occorre organizzarsi poiché si può visitare esclusivamente con guida autorizzata. Il motivo? Il borgo è meraviglioso ma diroccato, quindi è fondamentale scoprirlo in completa sicurezza.

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Il Giardino di Ninfa è un gioiello da scoprire: cosa vedere

Sorto alle pendici dei monti Lepini, la propaggine più a Nord dell’Antiappenino Laziale, il Giardino di Ninfa è un’oasi verde realizzata sulle rovine della omonima città medievale. Il Monumento Naturale comprende il giardino all’inglese attraversato dal fiume e l’area rinaturalizzata di Pantanello. Tra aprile e maggio, la fioritura raggiunge il massimo splendore, con gli imperdibili ciliegi giapponesi in fiore. Ecco cosa vedere e cosa sapere prima di programmare una visita in questo luogo incantato.

L’affascinante storia del Giardino di Ninfa

“Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche”, scriveva Ferdinand Gregorovius, in “Passeggiate romane”.

Anticamente, Ninfa – il cui nome deriva da un tempio di epoca romana costruito nei pressi dell’attuale giardino, dedicato alle divinità delle acque sorgive – faceva parte di un più vasto territorio chiamato Campagna e Marittima. Nell’VIII secolo entrò a far parte dell’amministrazione pontificia, mentre dall’XI secolo assunse il ruolo di città. Fu governata da varie famiglie nobiliari come i Tuscolo, i Frangipane, sotto i quali fiorì l’architettura cittadina e crebbe l’importanza economica e politica di Ninfa, i Conti, la famiglia Colonna e infine i Caetani.

Dopo essere stata saccheggiata e distrutta da parte delle truppe sostenitrici dell’antipapa nel Grande Scisma, la città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestò la vicina pianura, e finì per essere abbandonata dai pochi abitanti rimasti. Oggi restano i ruderi di cinque chiese – San Giovanni, San Biagio, San Pietro fuori le mura, San Salvatore e Santa Maria Maggiore – i cui affreschi sono conservati nel castello Caetani di Sermoneta.

Solo verso la fine dell’Ottocento i Caetani ritornarono sui possedimenti da tempo abbandonati, creando un giardino in stile anglosassone. Dopo aver bonificato le paludi, estirpato gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi cipressi, lecci, faggi e rose, occupandosi anche del restauro di alcune rovine, fra cui il Palazzo Baronale che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani.

Nel XVI secolo, il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare un “giardino delle delizie“: fece realizzare, accanto alla rocca medievale, un hortus conclusus, un giardino delimitato da mura con impianto regolare, coltivandovi pregiate varietà di agrumi, fra cui il Citrus Cajetani. Nel XVII secolo si occupò dell’hortus anche il Duca Francesco IV, della cui opera rimangono le polle d’acqua e le fontane.

Negli anni Trenta del Novecento, Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, aprì le porte del giardino al circolo di letterati e artisti legato alle riviste letterarie da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”. L’ultima erede e giardiniera della famiglia fu la figlia Lelia Caetani, una pittrice che curò il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, evitando inoltre l’uso di sostanze inquinanti. Insieme alla madre, introdusse numerose magnolie, prunus, rose rampicanti, e realizzò il rock garden, chiamato anche “colletto”. Nel 1972, Lelia istituì la Fondazione Roffredo Caetani, al fine di tutelare la memoria del Casato e di preservare il giardino di Ninfa e il Castello di Sermoneta.

Cosa vedere al Giardino di Ninfa

All’interno del giardino all’inglese di 8 ettari, il più bello del mondo secondo il New York Times, si possono ammirare oltre 1300 specie di piante, tra cui ciliegi e meli ornamentali che in primavera regalano fioriture spettacolari, varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una incredibile varietà di aceri giapponesi.

Nel 1976, è stata istituita un’oasi del Wwf che mira alla protezione della fauna nel comprensorio di Ninfa. È stato realizzato un impianto boschivo e un sistema di aree umide per agevolare la sosta e la nidificazione dell’avifauna, e allo stesso tempo si è cercato di ricreare, su un’area di quindici ettari, la vegetazione tipica della zona, ossia quella prettamente paludosa, già esistente fino agli anni Trenta, prima che l’area pontina venisse del tutto bonificata. Si tratta di un’area situata sulla traiettoria di una delle principali rotte migratorie percorse da uccelli che, provenienti dai Paesi africani, si trasferiscono in varie zone dell’Europa.

Oggi quest’oasi chiamata Giardino di Ninfa si presenta come una pittoresca rovina con avanzi di un castello, di palazzi, di chiese, di campanili medievali, il tutto abbracciato da una vegetazione lussureggiante. Il tutto reso ancora più suggestivo dagli abbondanti ruscelli che sgorgano dal monte sgorgano, formando un laghetto.

Da un anno, la Fondazione Roffredo Caetani è impegnata nel progetto “Il Giardino di Ninfa: dalla memoria del passato alla nuova resilienza e sostenibilità”, finanziato dal PNRR, volto a valorizzare le aree finora non incluse nel tradizionale percorso di visita. Tra queste, l’Hortus Conclusus, archetipo del giardino segreto, con le sue fontane, le vasche e i ninfei, oltre che l’agrumeto e le antichissime e rare specie arboree contenute tra le sue mura medievali.

Il Castello Caetani a Sermoneta

Per completare il tuffo nel passato, proseguite la vostra esperienza in questo tempo sospeso visitando il Castello Caetani nell’antica e splendida città medievale di Sermoneta. Il suggestivo edificio domina l’intera Pianura Pontina, affondando le sue origini nel XIII secolo, quando la Santa Sede affidò alla famiglia baronale degli Annibaldi le città di Sermoneta, Bassiano, San Donato e altri territori annessi. Si tratta di uno dei monumenti tra i più integri dell’antica architettura medievale del Lazio e dell’Italia, grazie al lavoro di tutela e conservazione della Fondazione Roffredo Caetani, che ha cercato di perpetuare l’opera iniziata dal plurisecolare casato.

Nel XV secolo, i Caetani avviarono grandi opere di ampliamento, la collegiata di San Pietro, dove erano custodite le spoglie della famiglia, venne inglobata in Piazza D’Armi e al 1470 risalgono le Camere Pinte, stanze affrescate con scene mitologiche e allegoriche. Sotto i Borgia, il castello divenne una fortezza militare, fu rinforzata la cinta muraria, costruito il Rivellino, o Cittadella, e il muraglione del camminamento di ronda, fu distrutto l’ultimo piano del Maschio e raso al suolo la Chiesa di San Pietro in Corte.

Alla morte di Alessandro VI, Papa Giulio II nel 1504 riconfermò i Caetani Signori di Sermoneta. Questo splendido monumento ha visto il passaggio di ospiti illustri come imperatori, papi, principi e cardinali e grandiosi festeggiamenti, fino all’abbandono dell’edificio. Solo alle fine dell’Ottocento i Caetani tornarono ad occuparsene, avviando imponenti lavori di restauro e trasformandolo in centro sociale ed educativo.

Grazie alle visite guidate gestite dalla Fondazione Roffredo Caetani, oggi si può ammirare il Castello in tutto il suo splendore, insieme alle sue prigioni, con la Sala dei Gendarmi, le cucine dei soldati, e le stanze adornate da graffiti settecenteschi, realizzati con molta probabilità dai soldati delle truppe napoleoniche durante l’occupazione del maniero.

Il Parco Pantanello

Se volete ammirare uno splendido esempio di ricostituzione dell’ambiente originario delle Paludi Pontine, non potete perdervi il Parco Naturale Pantanello, che si estende per circa cento ettari al di fuori delle mura del Giardino di Ninfa. Le aree umide, che coprono circa 12 ettari di superficie, sono costituite da stagni, acquitrini e ambienti paludosi, prati umidi e piccoli corsi d’acqua corrente, e sono caratterizzate da differenti valori ecologici.

Il Parco è nato dal desiderio della Fondazione Roffredo Caetani di riconsegnare alla natura selvaggia un territorio fortemente trasformato dall’uomo per creare un continuum con il Giardino, così che, una volta rinata la palude, la città oramai fantasma di Ninfa tornasse ad affacciarsi, come in passato, su una distesa di paludi e boschi.

Giardino di Ninfa: info utili

Il Giardino di Ninfa si trova a Cisterna di Latina, tra i comuni di Norma e Sermoneta. La zona non è servita da mezzi pubblici, ed è raggiungibile esclusivamente con mezzi propri anche se si può arrivare nei dintorni con il treno e servizio taxi dalla stazione di Latina Scalo (circa 7 km) al giardino. All’ingresso è presente un ampio parcheggio gratuito per auto e autobus.

Come detto, oltre al Giardino di Ninfa, sul sito è possibile prenotare la visita al Castello Caetani di Sermoneta e al Parco Naturale Pantanello. Il Castello Caetani di Sermoneta dista dal Giardino di Ninfa circa 30 minuti in auto (circa 9km).

Biglietti e costi

L’acquisto dei biglietti è possibile esclusivamente online, sul sito ufficiale del Giardino di Ninfa. I minori con età inferiore a 12 anni entrano gratis.

  • Il biglietto d’ingresso per il Giardino di Ninfa costa 15,75 euro. A luglio e ad agosto il Giardino organizza anche visite speciali al costo di 20 euro.
  • Il costo del biglietto di ingresso per il Castello Caetani è di 8,25 euro.
  • Il prezzo del biglietto per la visita al Parco Pantanello è di 6 euro.

Giorni e orari di apertura

Gli orari di ingresso al Giardino di Ninfa possono variare a seconda della stagione, indicativamente vanno dalle 9 alle 18/18.30, mentre per le aperture serali gli orari di ingresso sono 18.30 e 19. Si consiglia comunque di controllare sul sito al momento della prenotazione.

Ecco i giorni di visita del 2025.

  • Aprile: 5, 6, 12, 13, 19, 20, 21, 25, 26, 27
  • Maggio: 1, 3, 4, 10, 11, 17, 18, 24, 25, 31
  • Giugno: 1, 2, 7, 8, 14, 15, 21, 22, 28, 29
  • Luglio: 5, 6, 12*, 13*, 19*, 20*, 26*, 27*
  • Agosto: 2*, 3*, 9*, 10*, 15, 16, 17, 23, 24, 30, 31
  • Settembre: 6, 7, 13, 14, 20, 21, 27, 28
  • Ottobre: 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25, 26
  • Novembre: 1, 2, 8, 9

* Dal 12 luglio al 10 agosto si svolge la visita speciale al tramonto, sarà possibile scegliere tra due percorsi: “Il Giardino di Ninfa e la flora” e “Il Giardino di Ninfa e le rovine”.

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Lombardia tra fiori e piante: i 5 migliori giardini botanici da non perdere

Per riconnetterci con la natura non è sempre necessario andare lontano, a volte basta semplicemente salire in macchina, sul bus o in sella alla propria bicicletta e raggiungere il giardino botanico più vicino. In Lombardia ne esistono diversi che, soprattutto con l’arrivo della primavera, sbocciano trasformandosi in vivaci tappeti multicolore.

Se state cercando un rifugio lontano dalla folla, un angolo di tranquillità dove godervi le bellezze dei fiori e delle piante, ecco la nostra lista dei migliori giardini botanici della Lombardia, da Milano a Brescia, fino a Bergamo e oltre.

Orto botanico di Brera, Milano

Uno dei giardini più belli della Lombardia si trova proprio nel cuore di Milano, nello storico quartiere di Brera. In origine centro di meditazione e coltivazione dei Gesuiti, diventa nel Settecento un orto botanico dedicato alla formazione scientifica, dove poter studiare le specie medicinali coltivate al suo interno.

Oggi è un museo universitario in cui si tutela la biodiversità, suddiviso in tre settori: le collezioni di specie medicinali, alimentari, tintorie e di altri usi si trovano nei primi due settori, mentre il terzo ospita l’arboreto, le cui star sono i due esemplari di Ginkgo Biloba con due secoli e mezzo di vita.

L’orto botanico si trova in Via Brera ed è consigliato raggiungerlo con i mezzi pubblici: MM3 (Montenapoleone), MM2 (Lanza), MM1 (Cairoli) tram e bus 1, 2, 4, 12, 14, 61, 94. Dall’1 aprile al 31 ottobre è aperto dalle 10:00 alle 18:00, mentre dal 1 novembre al 31 marzo è aperto dalle 9:30 alle 16:30. L’ingresso è libero e gratuito.

Orto botanico Brera Milano

Fonte: iStock

Scorcio dell’orto botanico di Brera

Orto botanico Lorenzo Rota, Bergamo

È un piccolo eden cittadino l’orto botanico Lorenzo Rota a Bergamo, nato nel 1972. Seppur di dimensioni ridotte (2400 metri quadri), custodisce al suo interno un’incredibile varietà di specie vegetali, offrendo allo stesso tempo un meraviglioso panorama sulla città e sulle Prealpi Orobie.

Al suo interno ci sono due sezioni: Città Alta, dov’è possibile osservare soprattutto la flora autoctona e alcune piante derivanti da altre parti del mondo, tra cui succulente e carnivore, e Astino dov’è possibile fare un viaggio nel mondo delle piante alimentari e comprendere come possiamo vivere in modo sostenibile.

L’ingresso all’orto è gratuito, ma la sezione Città Alta è aperta solo dal 1 marzo al 30 novembre; gli orari di apertura variano ogni mese e consigliamo di consultarli sul sito ufficiale. La sezione Astino, invece, è aperta dal 1 aprile al 31 ottobre.

Giardino Botanico Alpino Rezia, Campello

Nato nel 1979 in seguito a un intervento di riqualificazione, il Giardino Botanico Alpino Rezia si trova Campello, a nord di Bormio, a un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare. Gestito dal Parco dello Stelvio, è organizzato su una superficie di quasi 15.000 metri quadrati e ospita più di 2500 specie vegetali, suddivise in quattro macro aree di appartenenza: la flora del Parco Naturale dello Stelvio, gli esemplari alpini delle zone europee ed extraeuropee, le specie artiche e antartiche.

L’obiettivo principale del giardino è quello di conservare e preservare le specie vegetali dei territori alpini, spesso minacciate a causa delle azioni distruttive dell’uomo. L’accesso è gratuito, ma lo spazio è aperto solo a maggio, dalle 9:00 alle 17:00 tutti i giorni, a giugno, luglio e agosto dalle 9:00 alle 18:00 tutti i giorni, settembre e ottobre dalle 9:00 alle 17:00 dal lunedì al venerdì e fino alle 18:00 nei weekend.

Giardino Botanico Fondazione Heller, Gardone Riviera

A Gardone Riviera, in provincia di Brescia, c’è un giardino botanico speciale che unisce natura e arte. Stiamo parlando del progetto della Fondazione André Heller, creato nel 1903 dal dentista naturalista A. Hruska (dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII), successivamente acquistato nel 1989 dall’artista viennese Andrè Heller.

L’obiettivo di questo giardino è quello di coniugare la natura con l’arte: all’interno dei suoi 10.000 metri quadrati, infatti, le specie botaniche provenienti da ogni parte del mondo convivono con opere d’arte firmate da Keith Haring, Auguste Rodin, Joan Mirò e dello stesso Heller. Le 3.000 specie botaniche provenienti dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa

Il biglietto d’ingresso costa 12 euro e il giardino è aperto da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00.

Orto botanico di Pavia

Infine, vi consigliamo l’orto botanico più antico della Lombardia. Quello di Pavia, infatti, venne fondato nel 1773 per volere di Maria Teresa d’Austria e nacque come istituzione all’avanguardia dedicata allo studio dei molteplici aspetti del mondo vegetale.

Qui potrete ammirare diverse serre, da quelle che custodiscono le piante tropicali alle serre scopoloniane, le quali racchiudono una collezione di cactacee, piante succulente e cicadaceae. All’interno dell’orto botanico è presente anche una collezione di piante officinali e tossiche come lo stramonio (Datura stramonium) o l’edera velenosa (Toxicodendron radicans).

Grande protagonista dell’orto è il famoso platano che Scopoli piantò in onore della morte di Linneo nel 1778, oltre che il Roseto che, con le sue 300 fra rose botaniche, antiche e moderne, colora in primavera la facciata meridionale.

Orto botanico Pavia

Fonte: IPA Agency

L’orto botanico di Pavia