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I più bei festival dei fiori di primavera in Italia

Con l’arrivo della primavera, l’Italia si trasforma in un vero e proprio giardino a cielo aperto, dove borghi, città d’arte e paesaggi naturali si colorano grazie a spettacolari festival floreali. Questi eventi celebrano la bellezza della natura che rinasce, ma anche la cultura, la tradizione e la creatività delle comunità locali.
Ogni festival rappresenta un’occasione unica per vivere la primavera in modo suggestivo e autentico.

I festival dei fiori attirano ogni anno migliaia di visitatori, italiani e stranieri, desiderosi di immergersi nei profumi e nei colori di composizioni floreali mozzafiato. Molti di questi eventi si svolgono in luoghi dal fascino storico, offrendo così l’opportunità di unire la scoperta delle bellezze naturali a quella del patrimonio artistico e architettonico italiano.

Inoltre, sono spesso accompagnati da iniziative enogastronomiche, spettacoli, mostre d’arte e attività per famiglie, rendendoli perfetti anche per una gita fuori porta o un weekend primaverile.
In questo articolo ti porteremo alla scoperta dei sei più bei festival dei fiori di primavera in Italia.

Expoflora – Fossano (CN)

Nel cuore del Cuneese, nella suggestiva Città dei Principi d’Acaja, sabato 10 e domenica 11 maggio si tiene Expoflora, uno degli appuntamenti floreali più attesi del Piemonte. L’evento trasforma Fossano in una vera oasi di colori e profumi: il parco cittadino, via Roma e viale Alpi diventano un grande giardino a cielo aperto con esposizioni di arte floreale, stand di vivaisti, floricoltori e produttori locali.

Accanto alla mostra mercato, trovano spazio anche l’artigianato, l’arredamento da esterni, le tecnologie agricole e le eccellenze enogastronomiche del territorio, con degustazioni, showcooking e laboratori per bambini.

Ma Expoflora è anche un’occasione perfetta per scoprire il fascino storico di Fossano, con il suo castello medievale, i portici barocchi di via Roma e i percorsi naturalistici lungo il fiume Stura.

Grazie alla sua atmosfera unica, Expoflora è molto più di una semplice fiera: è un’immersione nella bellezza della primavera piemontese.

Pienza e i fiori – Pienza (SI)

Nel cuore della Val d’Orcia, patrimonio UNESCO, la splendida città rinascimentale di Pienza ospita ogni anno Pienza e i fiori, una raffinata mostra-mercato floreale che trasforma la centrale Piazza Pio II in un elegante giardino all’italiana.

evento dedicato ai fiori a pienza

Fonte: Ufficio Stampa

Pienza e i fiori, evento toscano per la primavera

La manifestazione giunta alla 38ª edizione, inaugurerà sabato 3 maggio. Sarà un autentico tributo alla bellezza botanica, con oltre 2.000 piante  – tra cui petunie dai vivaci colori e profumato rosmarino – disposte con precisione geometrica a formare decorazioni ispirate all’arte sacra e al paesaggio toscano.

L’evento non è solo un piacere per gli occhi: offre un ricco calendario di appuntamenti culturali, musicali e letterari, oltre a visite guidate, esposizioni d’arte e incontri con autori.

Nei weekend si tiene anche una fiera promozionale che anima le vie del centro con stand di vivaisti, artigiani e produttori locali. Pienza e i fiori è quindi molto più di un evento floreale: è un’esperienza immersiva tra cultura, natura e architettura, in una delle cornici più suggestive della Toscana.

Orticola e FuoriOrticola – Milano

Orticola 2025 torna a Milano dall’8 all’11 maggio nei Giardini Pubblici Indro Montanelli, un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del verde, del giardino e della natura, all’insegna del tema “Bio, bio, bio: in giardino c’è vita!”, che sottolinea la vitalità e la biodiversità come valori fondanti del nostro rapporto con l’ambiente.

Ma Orticola non è solo una mostra-mercato: è anche cultura diffusa, scoperta e meraviglia, grazie a FuoriOrticola, il circuito che coinvolge la città e i suoi dintorni in un vivace intreccio tra arte, natura, design e bellezza.
Dal 29 aprile al 18 maggio, musei, gallerie, negozi, hotel, orti condivisi e ville storiche partecipano con eventi, visite guidate, aperture straordinarie, allestimenti floreali e mostre ispirate al tema dell’edizione.
I floral designer, veri protagonisti della scena urbana, interpretano opere d’arte delle collezioni museali in vetrine sorprendenti, regalando alla città un percorso fiorito da esplorare.

FuoriOrticola 2025 cresce ancora, coinvolgendo 36 musei, 45 negozi, 26 floral designer e nuove prestigiose collaborazioni: dalle Gallerie d’Italia alla Pinacoteca Ambrosiana, dal Museo del Novecento all’Orto Botanico di Brera, fino alle ville del Lago di Como e alle Isole Borromee sul Lago Maggiore.

Un programma ricchissimo, che rende Milano protagonista di un viaggio tra natura e cultura e che celebra il verde come forma d’arte, occasione di riflessione ecologica e bellezza condivisa. Orticola, dentro e fuori i giardini, è sempre di più un’esperienza da vivere con tutti i sensi.

Euroflora 2025 – Genova

Dal 24 aprile al 4 maggio 2025, Euroflora torna a Genova con un’edizione che si presenta come un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per le nuove generazioni.

Più di una semplice esposizione floreale, Euroflora è un viaggio immersivo nel verde, dove bambini e ragazzi diventano protagonisti attivi di percorsi educativi, laboratori sensoriali, giochi interattivi e attività artistiche legate alla natura e alla sostenibilità.

festival di primavera in italia

Fonte: Ufficio Stampa

Euroflora a Genova

Tra i padiglioni affacciati sul mare, i giovani visitatori potranno scoprire i segreti dei vivai forestali con i Carabinieri della Biodiversità, toccare con mano il mondo segreto dei funghi, osservare da vicino l’ape italiana, partecipare a giochi sul clima, esplorare erbe officinali o cimentarsi in creazioni artistiche con petali e colori. Un’occasione straordinaria per risvegliare la consapevolezza ambientale fin da piccoli, in un contesto dove bellezza e impegno si fondono in un’esperienza educativa unica.

Euroflora diventa così un luogo dove coltivare il futuro, unendo gioco e conoscenza per ispirare una nuova generazione di custodi della Terra.

Peonies & street food festival 2025 – Terno d’Isola (BG)

Dopo il successo della stagione dei tulipani, Tulipania riapre i battenti con un’esperienza nuova e multisensoriale: il Peonies & Street Food Festival.

A partire dal 21 aprile 2025, ogni weekend (venerdì, sabato e domenica) sarà un’immersione tra profumi e sapori, dove il pubblico potrà raccogliere magnifiche peonie direttamente dal campo o scegliere tra quelle in vaso, pronte da trapiantare.

Tra un fiore e l’altro, l’atmosfera si accende grazie a una selezione dei migliori food truck con proposte culinarie per ogni gusto: dai burger gourmet agli arrosticini, dai burritos ai dolci artigianali, senza dimenticare il gelato e le colazioni fiorite del breakfast truck.

Per un momento di relax, imperdibile il picnic tra i fiori, da prenotare online e personalizzabile in base alle esigenze alimentari. L’esperienza si completa con cocktail floreali, scatti fotografici tra le fioriture, il Bulbo Market e il Tunnel delle Aromatiche.

Un evento da vivere, assaporare e ricordare nel cuore della primavera.

Floravilla 2025 – Castel San Giovanni (PC)

Il 3 e 4 maggio 2025 torna Floravilla, la mostra mercato che ogni primavera trasforma Castel San Giovanni in un’esplosione di colori, profumi e bellezza.

Quest’anno, la manifestazione cambia casa e si sposta nella splendida Villa Caramello, capolavoro barocco del XVIII secolo immerso nella natura, dove oltre 50 espositori florovivaisti da tutta Italia daranno vita a un imperdibile viaggio tra fiori e piante da giardino.

Ma Floravilla è molto più di un evento green: laboratori, workshop e incontri con esperti renderanno l’esperienza ancora più ricca e coinvolgente.

In parallelo, produttori e artigiani della Val Tidone offriranno una vetrina del territorio tra eccellenze enogastronomiche e creazioni uniche. Per chi ama l’arte e la storia, saranno disponibili visite guidate alla dimora storica a cura dell’associazione Archistorica.

Un’occasione speciale per vivere due giornate all’insegna della natura, della cultura e delle tradizioni locali, in una cornice da favola.

San Pellegrino in Fiore – Viterbo

Dal 1 al 4 maggio 2025, il centro storico di Viterbo si accende di colori e profumi con la nuova edizione di San Pellegrino in Fiore. Si tratta di una delle manifestazioni floreali più scenografiche del panorama italiano.

Per quattro giorni, vie, piazze, cortili e profferli del centro storico medievale si trasformano in un suggestivo percorso tra installazioni artistiche e allestimenti botanici che celebrano la primavera in tutta la sua bellezza.

L’edizione 2025 porta la firma creativa dell’architetto Lorenzo Porciani, autore di un progetto selezionato tramite concorso pubblico, che reinterpreta il patrimonio storico della città attraverso il linguaggio dei fiori.

Oltre agli allestimenti floreali, il programma prevede una ricca offerta di eventi culturali, laboratori, esposizioni artigianali e spettacoli diffusi, pensati per coinvolgere adulti e bambini in un’atmosfera di festa e condivisione.

San Pellegrino in Fiore non è solo un omaggio alla natura, ma anche un’occasione per riscoprire l’anima medievale di Viterbo, tra architetture antiche e tradizioni locali, grazie alla sinergia tra Comune e istituzioni del territorio che hanno reso possibile questa manifestazione tanto amata.

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Simpson, il deserto dalle dune rosse che affascina con il suo mistero

A prima vista potrebbe sembrare un luogo ostile, un territorio inospitale plasmato da silenzi assoluti e distese infinite. Ma il Simpson Desert sa sorprendere chi osa avventurarsi tra le sue dune rosseggianti e regalare scorci inattesi di vita, colore e bellezza. È uno di quei posti che potrebbero benissimo appartenere a un altro mondo, dove la sabbia brucia sotto il sole cocente ma si lascia attraversare da fiotti di vita che sbocciano non appena piove.

In primavera, la superficie arida del deserto si trasforma in un caleidoscopio naturale grazie alla fioritura dei fiori selvatici. Spuntano come per incanto e tingono le dune di colori inaspettati. A fare da contraltare alla fioritura spettacolare, si innalzano abeti rarissimi e, tra la sabbia rossa, si muove una fauna endemica che ha imparato a sopravvivere in condizioni estreme, adattandosi con grazia a un ambiente apparentemente inospitale.

Il cuore remoto dell’Australia

Il Simpson Desert occupa un’enorme porzione del territorio australiano centrale e abbraccia tre stati: si estende a sud-est del Northern Territory, per poi sconfinare nel South Australia e nel Queensland. Le sue dune, che si perdono all’orizzonte come onde pietrificate, si muovono a ritmi impercettibili ma costanti, e creano un paesaggio ipnotico, dove il tempo sembra sospeso.

Da Alice Springs, l’avamposto urbano più vicino, si possono raggiungere alcune località del deserto anche in giornata, purché si disponga di un mezzo fuoristrada adatto a percorsi impegnativi. In alternativa, ci si può affidare ai tour organizzati, che guidano i viaggiatori al cospetto delle meraviglie più remote del Simpson, accompagnandoli in un’avventura che profuma di sabbia, vento e leggenda.

Tra le meraviglie più suggestive, la Rainbow Valley è una visione che lascia senza fiato: uno sperone di arenaria che all’alba e al tramonto si accende di sfumature spettacolari, come se il sole stesso volesse dipingere la roccia con pennellate di luce. Pochi chilometri più in là, Chambers Pillar si erge solitario nel mezzo del nulla, straordinaria colonna di arenaria alta cinquanta metri e levigata dal vento e dagli elementi in 350 milioni di anni.

Altrettanto affascinante è l’Ewaninga Rock Carvings Conservation Reserve dove si possono ammirare antiche incisioni rupestri realizzate dal popolo aborigeno Arrernte. Non sono semplici decorazioni su pietra: ogni simbolo incide una storia, un significato, una tradizione ancora viva, che continua a parlare con le forme scolpite nella roccia.

L’adrenalina di guidare fra le dune

Il Simpson non è solo contemplazione, è anche avventura. Le sue piste fuoristrada sono considerate tra le migliori di tutta l’Australia per chi ama mettere alla prova la propria abilità di guida. Il Binns Track, ad esempio, corre parallelo alla Stuart Highway e attraversa territori selvaggi dal South Australia fino al Northern Territory, per poi spingersi verso il Western Australia.

L’Old Andado Track, invece, costeggia il confine occidentale del deserto fino a Finke: occorre preparazione, esperienza, rispetto per l’ambiente e per i suoi pericoli. Ma la ricompensa è grande: sentirsi soli in un oceano di sabbia, guidati solo dal rumore del vento.

L’arte aborigena, viva nel cuore del deserto

Il Simpson Desert è anche terra di cultura e spiritualità. Chi desidera avvicinarsi alla realtà degli aborigeni può visitare alcuni centri artistici gestiti dalle comunità locali. A sud-est di Alice Springs, il centro di Santa Theresa è celebre per le opere dai colori intensi, in cui la tradizione prende forma in quadri vibranti, ispirati alla terra e alle storie ancestrali.

A Titjikala, invece, vive una vivace comunità di oltre trenta artisti: pittura, scultura e incisioni raccontano la visione del mondo degli abitanti del deserto, mescolando simbolismo e vita quotidiana. L’accesso a tali comunità richiede un tour guidato o specifici permessi, ma l’esperienza è preziosa e autentica: entrare in contatto con chi abita da secoli il territorio permette di vedere il Simpson con occhi nuovi.

Un ecosistema sorprendente tra sabbia e saline

Il Simpson non è un deserto “morto”. Al contrario, ospita una biodiversità sorprendente. I suoi paesaggi cambiano sempre, alternando dune a vasti salini, tratti sabbiosi a conche che si colmano d’acqua dopo le piogge.

Tra i suoi abitanti spiccano rettili come il drago barbuto centrale e la lucertola a gonnellina, mammiferi notturni come il dunnart a coda grassa e predatori come i dingo, oltre ai cammelli e alle volpi selvatiche che hanno trovato qui un habitat favorevole. E poi ci sono gli uccelli: quasi duecento specie che si radunano nei laghi effimeri e nei tratti umidi.

Tra parchi nazionali e viaggi leggendari

Fiori tra le dune del Deserto Simpson

Fonte: iStock

Tutto il fascino del deserto fiorito

Il deserto del Simpson si estende su oltre 170.000 chilometri quadrati, guadagnandosi così il titolo di quarto deserto più grande dell’Australia e di più vasto sistema di dune di sabbia al mondo. Una vastità difficile da immaginare, che diventa un vero e proprio banco di prova per chi sogna di attraversarlo.

Per farlo in sicurezza, servono mezzi adatti: fuoristrada attrezzati con bandiere fluorescenti, radio CB sintonizzate sul Canale 10, telefoni satellitari, radio ad alta frequenza e tutto il necessario per affrontare eventuali emergenze. Non è un viaggio da prendere alla leggera, ma un’impresa da pianificare con cura.

L’accesso è regolato attraverso un Desert Parks Pass, un permesso annuale che consente l’ingresso e il campeggio nei parchi nazionali della zona. Oltre al pass, vengono fornite mappe dettagliate, manuali di sicurezza e informazioni pratiche.

Va ricordato che i parchi sono generalmente chiusi nei mesi più caldi, dal 1° dicembre al 15 marzo, quando le temperature possono superare i 50 °C. Il periodo migliore per visitare il deserto va da maggio a ottobre, quando il clima è più mite e la natura regala il meglio di sé.

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Maggio in Italia, destinazioni da sogno per una fuga primaverile imperdibile

Giosuè Carducci, poeta, scrittore e critico letterario italiano, nella sua Maggiolata scrisse: “O maggio, che all’aria odorosa, nel cielo apri l’arcobaleno, e di fiori il prato rosa t’impreziosisce il cammino”, e di certo noi di SiViaggia non possiamo fare altro che essere d’accordo con lui, perché questo è un periodo davvero speciale per stare all’aria aperta.

Il quinto mese dell’anno, infatti, è forse il migliore per viaggiare o per fare delle gite fuori porta per osservare i fiori che sbocciano come piccoli miracoli, le città storiche con i loro abiti migliori e le spiagge paradisiache che sono praticamente deserte. Il nostro Paese, per fortuna, offre tutto questo e molto più, ma scegliere la propria destinazione non è sempre facile. Per questo motivo, abbiamo pensato noi a selezionare per voi i luoghi migliori d’Italia dove andare a maggio.

Val di Funes (e le Dolomiti in primavera)

Le gite fuori porta servono anche per fuggire dal caos e dallo stress che caratterizza le città. Partendo da questo presupposto, uno dei luoghi top del Belpaese in cui rifugiarsi è la Val di Funes, in Trentino-Alto Adige. Ci troviamo quindi nel cuore delle Dolomiti e in una zona che durante il mese di maggio si trasforma in un quadro naturale vivente, grazie al cielo azzurro e ai prati verdi punteggiati di fiori selvatici.

Parliamo quindi di un paesaggio bellissimo e privo delle folle estive, in cui si snodano numerosi sentieri che conducono verso piccoli borghi caratterizzati da una tranquillità quasi surreale. Da non perdere per esempio è la Chiesa di Santa Maddalena, un piccolo edificio bianco che emerge dalla terra e circondato dall’emozionante panorama delle Dolomiti. La Val di Funes, tra le altre cose, è anche uno dei posti migliori per ammirare il raro fenomeno dell‘Enrosadira, che colora i profili di queste montagne di mille sfumature di rosa.

Val d’Orcia, tra paesaggi Unesco

Poetica durante tutto l’anno, ma dalla bellezza struggente a maggio, è la Val d’Orcia, nella Toscana meridionale. Patrimonio dell’Umanità Unesco, è famosa in tutto il mondo per le sue dolci colline, i cipressi secolari e i vigneti che si estendono a perdita d’occhio, e che durante il quinto mese dell’anno sono al massimo del loro splendore: la natura è rigogliosa, le temperature sono miti e l’atmosfera è tranquilla, lontana dalla frenesia dell’estate.

Tra le tappe da fare segnaliamo:

  • Montalcino: un must per gli amanti del vino (e non solo);
  • Pienza: città ideale del Rinascimento e piccolo gioiello di architettura;
  • Bagno Vignoni: borgo perfetto per una passeggiata rilassante e dove poter fare anche un’esperienza termale.
Val d'Orcia, primavera

Fonte: iStock

Un meraviglioso angolo della Val d’Orcia in primavera

Pantelleria, a caccia d’estate

Maggio può rivelarsi un mese interessante persino per tentare di andare al mare, e una meta italiana ottimale per questo scopo è l’Isola di Pantelleria. Definita la “Perla Nera del Mediterraneo”, è un angolo remoto e selvaggio della Sicilia, che a differenza di altre località della regione conserva un’anima autentica e incontaminata: ci sono paesaggi vulcanici, terme naturali, muretti a secco, vigneti eroici e calette nascoste.

Le temperature sono già piacevoli e il paesaggio è emozionante per via della macchia mediterranea in fiore, i campi di capperi, vigneti verdissimi, e un profumo inebriante di erbe selvatiche e mare. Qui, oltre a rilassarsi sulle spiagge quasi deserte, si può fare trekking su un antico cratere spento, il Monte Gibele, oppure scoprire Lo Specchio di Venere, un lago termale con fanghi naturali ricchi di minerali e acque calde in cui immergersi.

Val di Mello, La Yosemite d’Italia

La Val di Mello, in Lombardia, permette di rimanere in Italia ma sentirsi negli Stati Uniti. Se vi state chiedendo come sia possibile, la risposta è molto semplice: a causa delle sue incredibili caratteristiche naturalistiche e morfologiche, è simile a una famosissima (e amatissima) zona della California, tanto che il suo soprannome è Yosemite italiano. A maggio, questo angolo incantevole a non troppa distanza da Milano, si risveglia dopo l’inverno, offrendo prati color smeraldo, fiori di campo che sbocciano ovunque, e il torrente Mello che brilla d’acqua cristallina.

Tantissimi sono i trekking disponibili, come le occasioni per potersi dedicare ad attività più avventurose tra cui, ad esempio, l’arrampicata. Qualunque sia il vostro desiderio, vi ritroverete in un’oasi perfetta per staccare la spina, dove camminare nella natura incontaminata, respirare aria pura e riscoprire il piacere delle cose semplici.

Giardino di Ninfa, fioritura monumentale

Una gita fuori porta da fare assolutamente a maggio in Italia è quella verso il Giardino di Ninfa, nel comune di Cisterna di Latina, tra Roma e Latina. Ci vuole poco più di un’ora per arrivarci dalla Capitale, e non appena vi si approda si avverte la sensazione di essere al cospetto di un parco antico e monumentale, in cui esplodono colori e profumi di rose rampicanti, glicini, iris, peonie, papaveri e rododendri.

Molto probabilmente vi sembrerà di stare in un posto fuori dal mondo perché il giardino è stato creato tra le rovine di Ninfa, un’antica cittadina distrutta nel XIV secolo. Da queste parti torri, chiese, mulini, ponti e strade in pietra convivono con la vegetazione, ma anche con fiumi e sorgenti che scorrono tra i vialetti formando laghetti cristallini, ruscelli e specchi d’acqua che riflettono le piante e le rovine. Tra i punti migliori in cui scattare una foto-ricordo ci sono il Ponte Romano coperto di glicine, i resti della Chiesa di Santa Maria Maggiore e il Lago delle Ninfee con ninfee rosa e bianche in fiore.

Craco, la bellezza della decadenza

Infine, una delle località migliori in cui andare a maggio in Italia è il borgo di Craco, in provincia di Matera, che è una delle città fantasma più scenografiche del nostro Paese. A colpire è sicuramente il paesaggio in cui è immerso, ma anche la sua bellezza spettrale. Del resto, in passato era un paesino di origine medievale vivo e abitato, che venne poi abbandonato negli anni ’60 a causa di frane e smottamenti.

Da allora è rimasto cristallizzato nel tempo, e il suo fascino decadente è stato spesso il soggetto di diversi set cinematografici. Vi basti pensare che qui hanno girato film del calibro de La passione di Cristo di Mel Gibson. È bene sapere, tuttavia, che occorre organizzarsi poiché si può visitare esclusivamente con guida autorizzata. Il motivo? Il borgo è meraviglioso ma diroccato, quindi è fondamentale scoprirlo in completa sicurezza.

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Il Giardino di Ninfa è un gioiello da scoprire: cosa vedere

Sorto alle pendici dei monti Lepini, la propaggine più a Nord dell’Antiappenino Laziale, il Giardino di Ninfa è un’oasi verde realizzata sulle rovine della omonima città medievale. Il Monumento Naturale comprende il giardino all’inglese attraversato dal fiume e l’area rinaturalizzata di Pantanello. Tra aprile e maggio, la fioritura raggiunge il massimo splendore, con gli imperdibili ciliegi giapponesi in fiore. Ecco cosa vedere e cosa sapere prima di programmare una visita in questo luogo incantato.

L’affascinante storia del Giardino di Ninfa

“Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche”, scriveva Ferdinand Gregorovius, in “Passeggiate romane”.

Anticamente, Ninfa – il cui nome deriva da un tempio di epoca romana costruito nei pressi dell’attuale giardino, dedicato alle divinità delle acque sorgive – faceva parte di un più vasto territorio chiamato Campagna e Marittima. Nell’VIII secolo entrò a far parte dell’amministrazione pontificia, mentre dall’XI secolo assunse il ruolo di città. Fu governata da varie famiglie nobiliari come i Tuscolo, i Frangipane, sotto i quali fiorì l’architettura cittadina e crebbe l’importanza economica e politica di Ninfa, i Conti, la famiglia Colonna e infine i Caetani.

Dopo essere stata saccheggiata e distrutta da parte delle truppe sostenitrici dell’antipapa nel Grande Scisma, la città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestò la vicina pianura, e finì per essere abbandonata dai pochi abitanti rimasti. Oggi restano i ruderi di cinque chiese – San Giovanni, San Biagio, San Pietro fuori le mura, San Salvatore e Santa Maria Maggiore – i cui affreschi sono conservati nel castello Caetani di Sermoneta.

Solo verso la fine dell’Ottocento i Caetani ritornarono sui possedimenti da tempo abbandonati, creando un giardino in stile anglosassone. Dopo aver bonificato le paludi, estirpato gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi cipressi, lecci, faggi e rose, occupandosi anche del restauro di alcune rovine, fra cui il Palazzo Baronale che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani.

Nel XVI secolo, il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare un “giardino delle delizie“: fece realizzare, accanto alla rocca medievale, un hortus conclusus, un giardino delimitato da mura con impianto regolare, coltivandovi pregiate varietà di agrumi, fra cui il Citrus Cajetani. Nel XVII secolo si occupò dell’hortus anche il Duca Francesco IV, della cui opera rimangono le polle d’acqua e le fontane.

Negli anni Trenta del Novecento, Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, aprì le porte del giardino al circolo di letterati e artisti legato alle riviste letterarie da lei fondate, “Commerce” e “Botteghe Oscure”. L’ultima erede e giardiniera della famiglia fu la figlia Lelia Caetani, una pittrice che curò il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, evitando inoltre l’uso di sostanze inquinanti. Insieme alla madre, introdusse numerose magnolie, prunus, rose rampicanti, e realizzò il rock garden, chiamato anche “colletto”. Nel 1972, Lelia istituì la Fondazione Roffredo Caetani, al fine di tutelare la memoria del Casato e di preservare il giardino di Ninfa e il Castello di Sermoneta.

Cosa vedere al Giardino di Ninfa

All’interno del giardino all’inglese di 8 ettari, il più bello del mondo secondo il New York Times, si possono ammirare oltre 1300 specie di piante, tra cui ciliegi e meli ornamentali che in primavera regalano fioriture spettacolari, varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una incredibile varietà di aceri giapponesi.

Nel 1976, è stata istituita un’oasi del Wwf che mira alla protezione della fauna nel comprensorio di Ninfa. È stato realizzato un impianto boschivo e un sistema di aree umide per agevolare la sosta e la nidificazione dell’avifauna, e allo stesso tempo si è cercato di ricreare, su un’area di quindici ettari, la vegetazione tipica della zona, ossia quella prettamente paludosa, già esistente fino agli anni Trenta, prima che l’area pontina venisse del tutto bonificata. Si tratta di un’area situata sulla traiettoria di una delle principali rotte migratorie percorse da uccelli che, provenienti dai Paesi africani, si trasferiscono in varie zone dell’Europa.

Oggi quest’oasi chiamata Giardino di Ninfa si presenta come una pittoresca rovina con avanzi di un castello, di palazzi, di chiese, di campanili medievali, il tutto abbracciato da una vegetazione lussureggiante. Il tutto reso ancora più suggestivo dagli abbondanti ruscelli che sgorgano dal monte sgorgano, formando un laghetto.

Da un anno, la Fondazione Roffredo Caetani è impegnata nel progetto “Il Giardino di Ninfa: dalla memoria del passato alla nuova resilienza e sostenibilità”, finanziato dal PNRR, volto a valorizzare le aree finora non incluse nel tradizionale percorso di visita. Tra queste, l’Hortus Conclusus, archetipo del giardino segreto, con le sue fontane, le vasche e i ninfei, oltre che l’agrumeto e le antichissime e rare specie arboree contenute tra le sue mura medievali.

Il Castello Caetani a Sermoneta

Per completare il tuffo nel passato, proseguite la vostra esperienza in questo tempo sospeso visitando il Castello Caetani nell’antica e splendida città medievale di Sermoneta. Il suggestivo edificio domina l’intera Pianura Pontina, affondando le sue origini nel XIII secolo, quando la Santa Sede affidò alla famiglia baronale degli Annibaldi le città di Sermoneta, Bassiano, San Donato e altri territori annessi. Si tratta di uno dei monumenti tra i più integri dell’antica architettura medievale del Lazio e dell’Italia, grazie al lavoro di tutela e conservazione della Fondazione Roffredo Caetani, che ha cercato di perpetuare l’opera iniziata dal plurisecolare casato.

Nel XV secolo, i Caetani avviarono grandi opere di ampliamento, la collegiata di San Pietro, dove erano custodite le spoglie della famiglia, venne inglobata in Piazza D’Armi e al 1470 risalgono le Camere Pinte, stanze affrescate con scene mitologiche e allegoriche. Sotto i Borgia, il castello divenne una fortezza militare, fu rinforzata la cinta muraria, costruito il Rivellino, o Cittadella, e il muraglione del camminamento di ronda, fu distrutto l’ultimo piano del Maschio e raso al suolo la Chiesa di San Pietro in Corte.

Alla morte di Alessandro VI, Papa Giulio II nel 1504 riconfermò i Caetani Signori di Sermoneta. Questo splendido monumento ha visto il passaggio di ospiti illustri come imperatori, papi, principi e cardinali e grandiosi festeggiamenti, fino all’abbandono dell’edificio. Solo alle fine dell’Ottocento i Caetani tornarono ad occuparsene, avviando imponenti lavori di restauro e trasformandolo in centro sociale ed educativo.

Grazie alle visite guidate gestite dalla Fondazione Roffredo Caetani, oggi si può ammirare il Castello in tutto il suo splendore, insieme alle sue prigioni, con la Sala dei Gendarmi, le cucine dei soldati, e le stanze adornate da graffiti settecenteschi, realizzati con molta probabilità dai soldati delle truppe napoleoniche durante l’occupazione del maniero.

Il Parco Pantanello

Se volete ammirare uno splendido esempio di ricostituzione dell’ambiente originario delle Paludi Pontine, non potete perdervi il Parco Naturale Pantanello, che si estende per circa cento ettari al di fuori delle mura del Giardino di Ninfa. Le aree umide, che coprono circa 12 ettari di superficie, sono costituite da stagni, acquitrini e ambienti paludosi, prati umidi e piccoli corsi d’acqua corrente, e sono caratterizzate da differenti valori ecologici.

Il Parco è nato dal desiderio della Fondazione Roffredo Caetani di riconsegnare alla natura selvaggia un territorio fortemente trasformato dall’uomo per creare un continuum con il Giardino, così che, una volta rinata la palude, la città oramai fantasma di Ninfa tornasse ad affacciarsi, come in passato, su una distesa di paludi e boschi.

Giardino di Ninfa: info utili

Il Giardino di Ninfa si trova a Cisterna di Latina, tra i comuni di Norma e Sermoneta. La zona non è servita da mezzi pubblici, ed è raggiungibile esclusivamente con mezzi propri anche se si può arrivare nei dintorni con il treno e servizio taxi dalla stazione di Latina Scalo (circa 7 km) al giardino. All’ingresso è presente un ampio parcheggio gratuito per auto e autobus.

Come detto, oltre al Giardino di Ninfa, sul sito è possibile prenotare la visita al Castello Caetani di Sermoneta e al Parco Naturale Pantanello. Il Castello Caetani di Sermoneta dista dal Giardino di Ninfa circa 30 minuti in auto (circa 9km).

Biglietti e costi

L’acquisto dei biglietti è possibile esclusivamente online, sul sito ufficiale del Giardino di Ninfa. I minori con età inferiore a 12 anni entrano gratis.

  • Il biglietto d’ingresso per il Giardino di Ninfa costa 15,75 euro. A luglio e ad agosto il Giardino organizza anche visite speciali al costo di 20 euro.
  • Il costo del biglietto di ingresso per il Castello Caetani è di 8,25 euro.
  • Il prezzo del biglietto per la visita al Parco Pantanello è di 6 euro.

Giorni e orari di apertura

Gli orari di ingresso al Giardino di Ninfa possono variare a seconda della stagione, indicativamente vanno dalle 9 alle 18/18.30, mentre per le aperture serali gli orari di ingresso sono 18.30 e 19. Si consiglia comunque di controllare sul sito al momento della prenotazione.

Ecco i giorni di visita del 2025.

  • Aprile: 5, 6, 12, 13, 19, 20, 21, 25, 26, 27
  • Maggio: 1, 3, 4, 10, 11, 17, 18, 24, 25, 31
  • Giugno: 1, 2, 7, 8, 14, 15, 21, 22, 28, 29
  • Luglio: 5, 6, 12*, 13*, 19*, 20*, 26*, 27*
  • Agosto: 2*, 3*, 9*, 10*, 15, 16, 17, 23, 24, 30, 31
  • Settembre: 6, 7, 13, 14, 20, 21, 27, 28
  • Ottobre: 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25, 26
  • Novembre: 1, 2, 8, 9

* Dal 12 luglio al 10 agosto si svolge la visita speciale al tramonto, sarà possibile scegliere tra due percorsi: “Il Giardino di Ninfa e la flora” e “Il Giardino di Ninfa e le rovine”.

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Lombardia tra fiori e piante: i 5 migliori giardini botanici da non perdere

Per riconnetterci con la natura non è sempre necessario andare lontano, a volte basta semplicemente salire in macchina, sul bus o in sella alla propria bicicletta e raggiungere il giardino botanico più vicino. In Lombardia ne esistono diversi che, soprattutto con l’arrivo della primavera, sbocciano trasformandosi in vivaci tappeti multicolore.

Se state cercando un rifugio lontano dalla folla, un angolo di tranquillità dove godervi le bellezze dei fiori e delle piante, ecco la nostra lista dei migliori giardini botanici della Lombardia, da Milano a Brescia, fino a Bergamo e oltre.

Orto botanico di Brera, Milano

Uno dei giardini più belli della Lombardia si trova proprio nel cuore di Milano, nello storico quartiere di Brera. In origine centro di meditazione e coltivazione dei Gesuiti, diventa nel Settecento un orto botanico dedicato alla formazione scientifica, dove poter studiare le specie medicinali coltivate al suo interno.

Oggi è un museo universitario in cui si tutela la biodiversità, suddiviso in tre settori: le collezioni di specie medicinali, alimentari, tintorie e di altri usi si trovano nei primi due settori, mentre il terzo ospita l’arboreto, le cui star sono i due esemplari di Ginkgo Biloba con due secoli e mezzo di vita.

L’orto botanico si trova in Via Brera ed è consigliato raggiungerlo con i mezzi pubblici: MM3 (Montenapoleone), MM2 (Lanza), MM1 (Cairoli) tram e bus 1, 2, 4, 12, 14, 61, 94. Dall’1 aprile al 31 ottobre è aperto dalle 10:00 alle 18:00, mentre dal 1 novembre al 31 marzo è aperto dalle 9:30 alle 16:30. L’ingresso è libero e gratuito.

Orto botanico Brera Milano

Fonte: iStock

Scorcio dell’orto botanico di Brera

Orto botanico Lorenzo Rota, Bergamo

È un piccolo eden cittadino l’orto botanico Lorenzo Rota a Bergamo, nato nel 1972. Seppur di dimensioni ridotte (2400 metri quadri), custodisce al suo interno un’incredibile varietà di specie vegetali, offrendo allo stesso tempo un meraviglioso panorama sulla città e sulle Prealpi Orobie.

Al suo interno ci sono due sezioni: Città Alta, dov’è possibile osservare soprattutto la flora autoctona e alcune piante derivanti da altre parti del mondo, tra cui succulente e carnivore, e Astino dov’è possibile fare un viaggio nel mondo delle piante alimentari e comprendere come possiamo vivere in modo sostenibile.

L’ingresso all’orto è gratuito, ma la sezione Città Alta è aperta solo dal 1 marzo al 30 novembre; gli orari di apertura variano ogni mese e consigliamo di consultarli sul sito ufficiale. La sezione Astino, invece, è aperta dal 1 aprile al 31 ottobre.

Giardino Botanico Alpino Rezia, Campello

Nato nel 1979 in seguito a un intervento di riqualificazione, il Giardino Botanico Alpino Rezia si trova Campello, a nord di Bormio, a un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare. Gestito dal Parco dello Stelvio, è organizzato su una superficie di quasi 15.000 metri quadrati e ospita più di 2500 specie vegetali, suddivise in quattro macro aree di appartenenza: la flora del Parco Naturale dello Stelvio, gli esemplari alpini delle zone europee ed extraeuropee, le specie artiche e antartiche.

L’obiettivo principale del giardino è quello di conservare e preservare le specie vegetali dei territori alpini, spesso minacciate a causa delle azioni distruttive dell’uomo. L’accesso è gratuito, ma lo spazio è aperto solo a maggio, dalle 9:00 alle 17:00 tutti i giorni, a giugno, luglio e agosto dalle 9:00 alle 18:00 tutti i giorni, settembre e ottobre dalle 9:00 alle 17:00 dal lunedì al venerdì e fino alle 18:00 nei weekend.

Giardino Botanico Fondazione Heller, Gardone Riviera

A Gardone Riviera, in provincia di Brescia, c’è un giardino botanico speciale che unisce natura e arte. Stiamo parlando del progetto della Fondazione André Heller, creato nel 1903 dal dentista naturalista A. Hruska (dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII), successivamente acquistato nel 1989 dall’artista viennese Andrè Heller.

L’obiettivo di questo giardino è quello di coniugare la natura con l’arte: all’interno dei suoi 10.000 metri quadrati, infatti, le specie botaniche provenienti da ogni parte del mondo convivono con opere d’arte firmate da Keith Haring, Auguste Rodin, Joan Mirò e dello stesso Heller. Le 3.000 specie botaniche provenienti dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa

Il biglietto d’ingresso costa 12 euro e il giardino è aperto da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00.

Orto botanico di Pavia

Infine, vi consigliamo l’orto botanico più antico della Lombardia. Quello di Pavia, infatti, venne fondato nel 1773 per volere di Maria Teresa d’Austria e nacque come istituzione all’avanguardia dedicata allo studio dei molteplici aspetti del mondo vegetale.

Qui potrete ammirare diverse serre, da quelle che custodiscono le piante tropicali alle serre scopoloniane, le quali racchiudono una collezione di cactacee, piante succulente e cicadaceae. All’interno dell’orto botanico è presente anche una collezione di piante officinali e tossiche come lo stramonio (Datura stramonium) o l’edera velenosa (Toxicodendron radicans).

Grande protagonista dell’orto è il famoso platano che Scopoli piantò in onore della morte di Linneo nel 1778, oltre che il Roseto che, con le sue 300 fra rose botaniche, antiche e moderne, colora in primavera la facciata meridionale.

Orto botanico Pavia

Fonte: IPA Agency

L’orto botanico di Pavia
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Cieza, lo spettacolo della fioritura che dipinge un arcobaleno di colori

Quando la primavera arriva, la bella stagione porta con sé un incanto che si ripete ogni anno, dipingendo i paesaggi di tutto il mondo con i suoi colori straordinari. Se cercate un luogo dove la natura regala uno spettacolo da sogno, Cieza, una piccola cittadina nella regione di Murcia, è il posto che fa per voi.

Qui, la stagione della fioritura non è solo un evento, bensì una vera e propria festa dei sensi, che trasforma la valle in un mare di colori e profumi intensi. Dalle distese di pesche, mandorle, albicocche e prugne, Cieza si trasforma in un “arcobaleno della terra” che conquista chiunque decida di immergersi in questo angolo di paradiso naturale.

La magia della fioritura a Cieza

Immaginate di trovarvi in una valle circondata da montagne, dove, ogni primavera, la terra si risveglia e le piante fioriscono in un tripudio di colori vivaci. Questo è Cieza, il cuore pulsante della fioritura in Spagna, e un luogo che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutta Europa. Il fenomeno della Floración de Cieza è così spettacolare da guadagnarsi il soprannome di “arcobaleno della terra”: un dipinto naturale che si estende per chilometri, dove il bianco delle prugne, il rosa dei peschi e il viola delle albicocche si mescolano armoniosamente dipingendo un quadro mozzafiato.

Cieza non è solo famosa per la bellezza dei suoi frutteti in fiore, ma anche per essere la prima produttrice di pesche in Europa, con ben 330.000 tonnellate di frutti che ogni anno conquistano il mercato internazionale. E se i colori sono stupefacenti, il profumo che avvolge tutta la zona è qualcosa che non dimenticherete facilmente. Durante questo periodo, il dolce profumo dei fiori inonda l’aria in Murcia, creando un’atmosfera fiabesca che trasporta chiunque in un sogno ad occhi aperti.

Cieza, frutteti

Fonte: iStock

I frutteti profumati di Cieza

Fioritura e festa: un evento per tutti i gusti

La Floración de Cieza non è solo un evento “naturale”, ma una vera e propria celebrazione della vita e della cultura locale. Ogni anno, durante il mese di marzo, la cittadina spagnola organizza una serie di attività che vanno ben oltre la semplice visita ai frutteti. Dalle escursioni guidate lungo il fiume Segura, dove si può ammirare la bellezza incontaminata del paesaggio, a mostre d’arte, concerti, mercatini artigianali e percorsi enogastronomici, c’è davvero qualcosa per tutti.

Cieza, castello

Fonte: iStock

Il castello medievale di Cieza

Se siete amanti della natura, non perdetevi un’escursione fino al Canyon di Almadenes, dove potrete scoprire grotte misteriose, voragini mozzafiato e fresche sorgenti d’acqua, tra cui la suggestiva fontana del Gorgotón. Per gli appassionati di fotografia, invece, non mancano i workshop organizzati durante la fioritura che permettono di catturare ogni angolo di questo incantevole paesaggio, mentre per chi ama lo shopping, i mercatini artigianali offrono una varietà di prodotti tipici e souvenir unici. La festa della fioritura è davvero un’esperienza completa, che unisce natura, cultura e divertimento in un mix perfetto per grandi e piccini.

Se ancora non avete deciso dove trascorrere la vostra prossima primavera, Cieza vi aspetta a braccia aperte, pronta a regalarvi un’esperienza indimenticabile. Non dimenticate di portare con voi la macchina fotografica, perché ogni angolo di questo spettacolo naturale merita di essere immortalato.

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La fioritura che ha rubato il colore al sole è esplosa. Il Paese si tinge d’oro

C’è qualcosa di magico che sta accadendo, proprio adesso, in Cina. I grandi campi delle province, situate a ridosso dei luoghi più battuti dal turismo di massa, sembrano essere vittime di un incantesimo che sta tingendo, letteralmente, tutto di oro. Ma non si tratta di un sortilegio, anche se a guardarlo si direbbe il contrario, ma dell’incredibile fioritura di colza che ogni primavera colora le campagne del Paese e lascia tutti a bocca aperta. Ecco dove ammirare le più belle.

Fioritura di colza in Cina: dove ammirare le più belle

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea, lo sanno bene tutti quei viaggiatori che si muovono in lungo e in largo tra marzo, aprile e maggio. È proprio in questo periodo, infatti, che la natura sfoggia il suo abito migliore, quello fatto di profumi inebrianti e colori cangianti che invadono e trasformano il mondo che conosciamo.

Stiamo parlando delle fioriture, di quel miracolo della natura che incanta e sorprende, che muove le masse alla stregua della più celebre attrazione turistica. Tulipani, rododentri, rose e ciliegi, questi sono solo alcuni degli esemplari protagonisti di alcune delle fioriture più belle del mondo, ma non sono gli unici.

Non tutti sanno, infatti, che anche i fiori di colza – proprio quelli utilizzati per ricavare il celebre olio – danno spettacolo da qualche parte del mondo. E vi assicuriamo che lo show è bellissimo. Il motivo è presto detto: il fiore della pianta, infatti, è contraddistinto da un giallo cangiante che ricorda ora il sole, ora l’oro, una peculiarità che durante la fioritura dell’esemplare trasforma i campi sterminati delle campagne in tavolozze luminose e mozzafiato.

La fioritura di colza, per troppo tempo trascurata, oggi è diventata una vera e propria attrazione turistica in Cina. Sono milioni, infatti, i cittadini provenienti da ogni parte del Paese che in primavera si riversano tra i campi per contemplare la natura a distanza ravvicinata, ma anche per scattare selfie che fanno il giro del mondo.

Una tradizione recente, questa, della quale ovviamente si sono appropriati anche i turisti che giungono nel Paese durante la primavera. Ma dove si trovano i campi di Colza in Cina? E dove e quando è possibile ammirare le fioriture più belle? Scopriamolo insieme.

Luoping

Sono diversi i campi di colza che si perdono a vista d’occhio tra le province cinesi. Tra i più belli, e forse meno conosciuti, troviamo quelli di Luoping, una contea della Cina che si trova fuori dai radar turistici, ma che offre spettacoli primaverili senza eguali.

Ci troviamo nella provincia di Yunnan, e più precisamente nella prefettura di Qujing. È qui che cartoline di immensa bellezza, con predominanza di giallo, fanno il giro del mondo a ogni primavera. Tutto merito dei terrazzamenti, tra i più grandi dell’intero Paese, che ospitano i semi di colza e che fioriscono tra inizio marzo e aprile.

La colza fiorisce a Luoping, Cina

Fonte: Getty Images

I campi terrazzati di Luoping, Cina, ospitano le più belle fioriture di colza del Paese

Guizhou

Ci spostiamo nel Sudovest della Cina, per andare alla scoperta di Guizhou, una provincia montuosa famosa per i villaggi rurali tradizionali, per la presenza della grande e possente cascata Huangguoshu e per la Grotta del palazzo del Drago. Attrazioni turistiche di grande pregio, queste, alle quali si aggiunge anche la fioritura della colza già a partire dai primi giorni di marzo.

Sono diverse le località della provincia interessate da questo fenomeno che vengono prese letteralmente d’assalto in primavera. I campi più imperdibili si trovano a Huichuan, a Zunyi e a Qiandongnan.

Shangrao

La fioritura di colza invade anche Shangrao, città-prefettura nella provincia dello Jiangxi. Qui tra i villaggi rurali sospesi nel tempo, si snodano coltivazioni che si perdono a vista d’occhio e che a partire da febbraio si tingono di infinite sfumature di giallo.

Ammirare queste fioriture è diventata una tradizione per i cittadini che nel tempo libero si riversano tra i campi per passeggiare, fotografare e rilassarsi. Il punto più panoramico della zona è sicuramente il delizioso villaggio di Wuyuan, dal quale parte anche un trenino turistico che attraversa la colza in fiore.

Campi di Colza a Shangrao, Cina

Fonte: Getty Images

Il trenino turistico che attraversa i campi di colza in fiore a Shangrao, Cina

Xinghua

Altro luogo imperdibile per chi vuole ammirare la fioritura che ha rubato i colori del sole è Xinghua, una città-contea situata nella provincia di Jiangsu, nella prefettura di Taizhou. Da qui è possibile raggiungere l’area panoramica di Qianduo dove è possibile ammirare i campi coltivati che galleggiano tra i corsi d’acqua.

Vista nell’insieme, la visione dell’area ricorda un micro-arcipelago con tante isole che si snodano una di fianco l’altro e che sono raggiungibili solo con la barca. Il periodo migliore per visitare i campi di Qianduo è aprile. Per celebrare la fioritura di colza, che tinge di giallo l’intera area, viene anche organizzato il festival di Qingming. L’esperienza è mozzafiato.

La fioritura della colza a Qianduo, in Cina

Fonte: Getty Images

A Qianduo (Cina), nell’area panoramica dove sorgono diverse isole galleggianti, la fioritura della colza incanta

Quando andare

Come abbiamo anticipato, sono tante e diverse le fioriture di colza da ammirare in tutta la Cina. La pianta, infatti, viene coltivata in quasi tutto il Paese a partire dalla fine di settembre con l’obiettivo di ricavarne il celebre olio. Tuttavia, lo spettacolo scintillante dell’oro che invade i campi, ha fatto sì che la fioritura si trasformasse con gli anni in una vera e propria attrazione turistica.

Quando andare, dunque, a passeggiare tra i fiori gialli? Le fioriture possono variare tra le diverse zone del Paese, che subiscono differenti condizioni climatiche. È possibile ammirarle a partire da febbraio e fino aprile, con la loro esplosione massima nella prima decade del mese.

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Riapre uno dei giardini più belli che esista in Italia

Rose, tulipani, fiori di loto e ninfee, boschi di alberi antichissimi, come la Grande Quercia con oltre quattro secoli d’età, e giurassici risalenti all’era dei dinosauri, come il ginkgo biloba e la metasequoia, prati e giardini, come il Giardino delle piante officinali ma anche un labirinto in cui perdersi, un tempio, un castelletto, una grotta, un eremo, viali fioriti come il Viale delle rose e il Viale dei tronchi smeraldo e tanti scorci romantici tra giardini acquatici e laghetti fioriti e passeggiate panoramiche: è questo uno degli angoli verdi tra i più affascinanti d’Europa.

Ci troviamo nel Giardino di Sigurtà, un’oasi di 600.000 metri quadrati alle porte di Verona in uno dei borghi più belli d’Italia: Valeggio sul Mincio. Un parco storico da visitare nel modo che più aggrada: a piedi, in bicicletta, a bordo di un golf-cart con audio-guida GPS, di uno shuttle o di un trenino panoramico.

Aperto al pubblico da più di 40 anni, riapre i cancelli sabato 8 marzo 2025 per una nuova stagione che si prospetta più bella che mai. Il Parco Sigurtà ha una doppia anima: una progettazione all’italiana caratterizzata da disegni geometrici che circoscrivono lo spazio e una all’inglese, che si basa sull’accostamento di elementi naturali e artificiali come grotte, alberi secolari, tempietti dove, chi passeggia, percepisce una natura ordinata anche quando assume un carattere più spontaneo.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

Il Viale delle rose a Sigurtà

Tulipani a Sigurtà

Nel 2024, il parco è stato premiato per l’innovazione della fioritura dei tulipani con il World Tulip Innovation Award. La fioritura stagionale dei tulipani del parco è la più importante del Sud Europa. Ogni primavera fioriscono oltre un milione di tulipani che, con muscari, giacinti e narcisi, colorano nei mesi di marzo e aprile i manti erbosi e i boschi del parco con spettacoli floreali sempre nuovi. L’evento si chiama Festival Tulipanomania 2025 ed è il fiore all’occhiello della primavera del Parco Giardino Sigurtà. Inizia fin dall’8 marzo (primo giorno di apertura della stagione 2025) fino indicativamente al 30 aprile, quando i 600.000 metri quadrati di uno dei parchi più ammirati al mondo fanno da sfondo a oltre un milione di tulipani con profumati giacinti e narcisi. Tra le tante le iniziative e i progetti collaterali di questa straordinaria fioritura ci sono la decorazione con aiuole firmate Sigurtà in alcuni Comuni del Lago di Garda e due appuntamenti con il Sabato d’Artista, il 29 marzo e il 12 aprile, che coinvolge gli appassionati di disegno e pittura che potranno immortalare questa favolosa fioritura. Ma la grande novità dell’edizione 2025 è uno show garden ovvero un’esposizione di circa 2000 metri quadrati a pochi passi dall’entrata di oltre cento varietà di tulipani accompagnati da etichette descrittive.

Fonte: Ufficio Stampa

Tulipanomania a Sigurtà

Non solo piante e fiori

Passeggiando tra i viali e percorrendo i boschi del Parco giardino Sigurtà, ci si può imbattere in diverse specie animali, dagli aironi cenerini che hanno un’apertura alare di quasi 2 metri agli scoiattoli, dalle tartarughe alle carpe koi giapponesi. E, nella fattoria, ci sono gli animali da cortile come le galline, le anatre, i tacchini, le pecore della Lessinia e gli asini, ma anche le caprette tibetane e i daini.

All’interno del parco, nascosti tra la fitta vegetazione, ci sono anche dei deliziosi edifici. Uno di questi è il Castelletto, uno dei luoghi storici più importanti. Originariamente chiamato Castelletto di Nina, è stato realizzato alla fine del 1700 e utilizzato in passato come Sala d’Armi. Oggi vi sono custodite le memorie letterarie, come la raccolta della rivista “Lo Smeraldo” per cui ha collaborato anche Eugenio Montale, e scientifiche. Un altro edificio è l’Eremo, in passato chiamato Eremo di Laura. Nascosto in un angolo di pace, questo edificio fu realizzato nel 1792. Ha una facciata ornata da una bifora e all’interno ospita una statua della Madonna. da qui si gode di una meravigliosa vista sul Grande Tappeto Erboso.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

I daini del Parco giardino di Sigurtà

Nascosta agli occhi del visitatore è la Grotta di Gianna, circondata da querce e fitti boschi, è stata realizata con pietre e fossili incastonati. Dal 1942 è chiamata Grotta Votiva e Giuseppe Carlo Sigurtà, findatore del parco, dedicò questo angolo di pace alla Madonna di Lourdes.

Infine, nel bel mezzo del Grande Tappeto Erboso si erge il monumento di bronzo dedicato a Sigurtà, alto quasi 4 metri e visibile da differenti punti del parco.

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Fonte: 123RF

Il Parco giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio

Pasqua a Sigurtà

Per sabato 19 aprile è in programma la Caccia alle Uova Pasqua, un evento imperdibile per tutta la famiglia, tra favolose fioriture di tulipani, narcisi, giacinti e allium. L’appuntamento èalla Fattoria interna al parco, raggiungibile a piedi dopo una piacevole passeggiata di circa 20 minuti tra le verdeggianti colline. Questo spazio ludico e didattico che accoglie animali da cortile sorge nell’area agricola del parco-giardino ed è dedicato ai bambini di età indicativa compresa fra i 3 e i 10 anni. Una volta giunti in Fattoria, i bambini sono accolti in gruppi da 15. Prima di iniziare l’avventura della ricerca, i bimbi possono realizzare un cestino porta-uova, aiutati dalle animatrici, che servirà per la raccolta delle uova durante la caccia. L’evento è gratuito, previo pagamento del biglietto di ingresso.

La storia del parco

La storia del Parco risale al 1407, quando era un brolo cinto de mura ovvero terre coltivate con foraggi racchiuse all’interno di una muraglia. Nel corso dei secoli ha avuto diverse evoluzioni, come l’ampliamento della superficie e la possibilità di attingere l’acqua dal Mincio, per arrivare al 19 marzo 1978, quando Giuseppe Carlo Sigurtà aprì il Giardino al pubblico. Oggi, gli eredi continuano con dedizione a preservare e a far conoscere questo parco naturalistico, proseguendo il lavoro svolto dai loro antenati. Dal 2007 è entrato a far parte dei Grandi Giardini Italiani, una rete che racchiude i più bei giardini visitabili d’Italia, mentre dal 2020 è stato inserito nel progetto della Garden Route Italia, volto a valorizzare i giardini italiani, promosso da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia.

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Fonte: @Parco giardino Sigurtà

Il labirinto del Parco giardino di Sigurtà

Info utili per visitare il parco

A partire dall’8 marzo e fino al 1 9 novembre 2025 il Parco giardino Sigurtà è aperto tutti i giorni (festivi inclusi) dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Nei mesi di marzo, ottobre e novembre l’ultimo ingresso è alle 17 con chiusura alle 18. Entrata contingentata e biglietto di ingresso acquistabile solo online per le seguenti festività: 21 aprile (lunedì di Pasquetta), 25 aprile, 1° maggio 2025.

Il biglietto d’ingresso per gli adulti costa 18 euro, per i ragazzi tra i 5 e i 14 anni costa 10 euro, per gli over 65 costa 14 euro, mentre è gratuito fino ai 4 anni di età e per i disabili con certificazione Legge 104/1992 (art. 3, comma 3) o Disability Card (l’accompagnatore della persona disabile paga 14 euro).

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Il monumento di bronzo dedicato a Giuseppe Carlo Sigurtà