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Tree Hotel: dormire in un nido d’uccello nella foresta svedese

Organizzare un viaggio in Svezia è sempre un’ottima idea, lo è perché il Paese scandinavo è un concentrato di bellezze naturalistiche che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto. Da una parte ci sono le isole che si snodano lungo la costa, dall’altra i laghi fiabeschi che caratterizzano l’entroterra. Tutto intorno, poi, si snodano vaste foreste e rilievi glaciali che circondano le città.

Meta prediletta degli amanti della natura, il Paese offre moltissime esperienze inedite tutte da vivere e condividere. Alcune di queste passano inevitabilmente anche per gli alloggi, che non solo solo luoghi del riposo e del ristoro, ma diventano parte integrante e caratterizzante delle avventure di viaggio. In Svezia, infatti, esistono molte sistemazioni integrate col paesaggio per garantire agli ospiti un contatto vero e autentico con la natura selvaggia.

Ed è proprio di un alloggio così che vogliamo parlarvi oggi, di un tree hotel immerso in un paesaggio primordiale nella zona settentrionale del Paese. Molto più di una casa sull’albero, ma un vero e proprio nido d’uccello incastonato nella foresta svedese. Il vostro sogno a occhi aperti comincia qui.

Dormire in un nido d’uccello nella foresta svedese

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di una destinazione ancora poco battuta dal turismo di massa, quella che ci conduce sulle sponde di un fiume che corre nelle profonde foreste della Svezia settentrionale. Ci troviamo a Granö, un piccolo insediamento urbano che conta poco più di 200 abitanti e che si snoda nel comune di Vindeln, a Västerbotten.

Proprio qui, immersa in una natura incontaminata e selvaggia esiste una piccola struttura ricettiva perfettamente integrata con l’ambiente circostante, un villaggio dove la vita scorre lenta e dove tutti sono invitati a lasciare alle spalle lo stress cittadino per contemplare le meraviglie di Madre Natura. Diversi gli alloggi proposti, tra cui anche diverse case sull’albero.

“Vivi come un uccello”: è questo l’invito ai viaggiatori di Granö Beckasin che tra gli alloggi propone proprio quattro bird nests, case sorrette tra gli alberi che per forme, lineamenti e concept sono ispirate ai nidi d’uccello che popolano la foresta.

Un alloggio da sogno nella natura

Dormire all’interno di un nido d’uccello è un’esperienza davvero unica, perfetta per tutti coloro che cercano un rifugio lontano dalla città e dai ritmi frenetici che caratterizzano la quotidianità. Gli alloggi sull’albero di Granö Beckasin affacciano direttamente sul fiume che attraversa il territorio e sulla foresta svedese, una delle zone più selvagge dell’intero Norrland.

Le case, costruite con materiali naturali e riciclabili sono semplici, ma dotate di ogni comfort. Non mancano, ovviamente, ampie vetrate panoramiche per godere della bellezza dei dintorni a ogni ora del giorno e della notte.

La struttura è aperta tutto l’anno, tuttavia consigliamo di raggiungerla in inverno per toccare con mano la magia di questa stagione che trasforma il Paese in una cartolina incantata. Ma non è tutto perché da ottobre a marzo gli ospiti possono ammirare tutta la bellezza dell’aurora boreale che infiamma i cieli della Svezia restando nel proprio nido, tra gli alberi.

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La foresta di pietra che sembra uscita da un film

Madre Natura ci regala ogni giorno degli spettacoli meravigliosi e sorprendenti, ma poche terre possono evocare un senso così profondo di mistero e fascino come la Cina. Quest’antica terra ci cattura con il suo richiamo irresistibile, svelando in ogni angolo una storia da raccontare.

Le città custodiscono segreti e tracce del passato, mentre i templi e le pagode evocano un profondo rispetto per la saggezza dei loro antenati.

Oggi vogliamo portarti in un’avventura emozionante nella provincia del Sichuan, nel cuore della Cina. Conosciuta per la sua magnifica bellezza naturale e la sua cucina piccante e sfiziosa, questa regione incantevole offre una varietà di esperienze indimenticabili. Una combinazione unica di panorami affascinanti e cultura, in cui potrai esplorare gli incantevoli paesaggi tra imponenti montagne e morbide valli.

Questo territorio custodisce numerosi parchi naturali, tra cui il Moshi Park, una delle principali attrazioni della regione. Aperto al pubblico nel 2017, oggi è diventato un popolare centro di scienze geologiche e la riserva più visitata della contea.

Moshi Park, un’oasi surreale

Moshi Park Cina

Fonte: Getty Images

Moshi Park, Sichuan, China

Il Moshi Park si estende su una vasta area di 4,8 chilometri quadrati, situato tra i 3000 e i 3500 metri di altitudine.

La sua caratteristica distintiva è la suggestiva foresta di miloniti, che crea un paesaggio unico, evocando l’atmosfera del “Regno di Mordor” della famosa trilogia “Il Signore degli Anelli“.

Queste incredibili rocce emergono dalle dolci colline della prateria di Tagong, creando uno spettacolo maestoso e fiabesco che lascia senza fiato.

Le morfologie presenti nel parco sono caratterizzate da una straordinaria pietra d’inchiostro, una roccia carbonatica nera con forme e trame uniche sviluppate durante milioni di anni di trasformazioni geologiche.

Queste formazioni rocciose assumono diverse gradazioni di colore a seconda delle stagioni, sfoggiando un incredibile paesaggio lunare caratterizzato da infinite tonalità di grigio. Un autentico spettacolo per gli occhi.

All’interno del parco, le maestose montagne sono interamente plasmate da questa pietra speciale, creando uno scenario unico che gli ha fatto guadagnare il titolo di “ottava meraviglia” lungo il percorso panoramico più incantevole di tutta la Cina.

Il fascino selvaggio del Sichuan

Il Moshi Park non è, però, l’unico motivo per cui vale la pena visitare questa regione. Il Sichuan, infatti, è una provincia che offre una straordinaria varietà di paesaggi e attrazioni.

Dai maestosi monti dell’Himalaya alle incantevoli gole, passando per le pittoresche risaie e i fiumi serpeggianti, questo territorio è un vero paradiso per gli amanti della natura e gli avventurieri.

Una delle attrazioni principali è la sua rinomata cucina piccante. I piatti tradizionali, come il famoso “hot pot” e la “mapo tofu“, sono amati sia dai locali sia dai turisti che desiderano assaporare sapori intensi e speziati.

Il cuore di questa rinomata cucina è Chengdu, il capoluogo, che negli ultimi anni è diventato un vivace centro culturale che sta attirando sempre più l’attenzione dei viaggiatori internazionali. Gli hotel di design, i club alla moda, le birrerie creative e i diversi musei offrono esperienze immersive uniche.

Ma il cibo piccante non è l’unica cosa che rende speciale questa regione. La provincia è anche famosa per essere la patria dei teneri panda, che abitano le numerose riserve naturali e i centri di ricerca in cui è possibile vedere da vicino questi adorabili animali.
In particolare, a soli 10 km dal centro di Chengdu, è presente la Base di Ricerca e Allevamento dei Panda Giganti, un’organizzazione senza scopo di lucro che si impegna nella conservazione di questa specie, ricreando il loro habitat naturale.

Spingendosi più a ovest, invece, si possono scoprire gli incredibili parchi nazionali che conservano alcune delle aree più scenografiche della regione. Qui potrai conoscere la cultura tibetana e ammirare gli affascinanti templi antichi.

Inoltre, avrai anche l’opportunità di fare trekking immerso completamente nella bellezza incontaminata della natura, lontano dal caos della modernità.

Cucciolo di Panda gigante in Cina

Fonte: Getty Images

Cucciolo di Panda gigante, Sichuan, Cina
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Questa roccia suggestiva custodisce un piccolo segreto

Luogo dalle mille leggende, la Foresta di Huelgoat ha un’atmosfera magica e davvero suggestiva: siamo in Bretagna, dove il mito di Re Artù si mescola a numerose altre storie del folklore locale, dando vita a racconti che incantano grandi e piccini. All’interno di questa foresta di rocce così meravigliosa, ce n’è una che nasconde un piccolo segreto. Scopriamo il mistero della Roche Tremblante.

La Roche Tremblante, un piccolo mistero

In Bretagna c’è un posto davvero magico, situato all’interno del Parco Naturale Regionale d’Armorique: stiamo parlando della Foresta di Huelgoat, caratterizzata da numerose rocce dalle forme bizzarre, alcune davvero antichissime, spesso legate a leggende locali che non smettono mai di affascinare. Una, in particolare, attira tantissimi turisti che vogliono cimentarsi in una vera e propria impresa… di fisica. Ma vediamo meglio di che cosa si tratta.

La Roche Tremblante è un gigantesco masso di granito lungo oltre 7 metri, largo e alto quasi 3 metri e dal peso di ben 137 tonnellate: sembrerebbe un monolite impossibile da spostare, se non fosse che basta una semplice pressione per farla oscillare. Da qui il nome di “roccia tremante”, che in francese si traduce per l’appunto Roche Tremblante. Se state pensando che solo i più forzuti possano riuscire a far muovere la pietra, vi sbagliate di grosso. Potrebbe farlo persino un bambino, purché sia in grado di trovare il punto giusto su cui fare forza.

Oggi non è più una missione così complicata, dal momento che migliaia di turisti si sono messi d’impegno e hanno lasciato una traccia ben visibile sulla roccia, un segno ben levigato e impresso da tantissime mani che vi si sono posate, premendo con delicatezza. Cosa succede se spingete leggermente in questo punto? Potrete sentire la roccia tremare sotto la vostra pressione, quasi come fosse sul punto di crollare. Tuttavia, il motivo per cui ciò accade rimane ancora un mistero: questo fenomeno è così affascinante proprio perché ciascuno può immaginare ciò che preferisce, dall’intervento degli spiriti della foresta allo zampino del diavolo in persona.

La Foresta di Huelgoat, tra natura e leggenda

La Roche Tremblante è senza dubbio la principale attrattiva della Foresta di Huelgoat, ma non certo l’unica. Qui è davvero pieno di sorprese, dove la natura si mescola alla leggenda. Ad esempio, una delle prime cose che saltano all’occhio è la presenza di tantissime rocce, disposte in maniera caotica qua e là per il bosco. Come ci sono finite? Si narra che Gargantua, di passaggio da queste parti, chiese ospitalità agli abitanti della foresta e ne ricevette solo un piatto di zuppa. Arrabbiato, riprese il suo cammino. Ma non prima di aver scagliato ogni roccia trovata nei paraggi nel cuore della foresta, per vendicarsi dell’accoglienza avuta.

Naturalmente, questa non è l’unica leggenda di Huelgoat. Si dice che tra questi alberi abbia passeggiato persino Mago Merlino, e che il Camp d’Artus – un antico insediamento gallico – sia strettamente legato alle vicende di Re Artù. Un luogo assolutamente da visitare è la Grotta del Diavolo, un antro oscuro al quale si accede dopo una lunga camminata tra sassi scivolosi. Al suo interno, il fiume d’Argent scorre limpido tra le rocce, sino a dare origine ad una splendida cascata. Ci sono numerose passerelle per esplorare in sicurezza questo anfratto, ed è un’emozione unica.

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In questa grotta si nasconde la stalagmite più grande del mondo

L’Aven Armand è un capolavoro della natura che va oltre le parole e che colloca questa meraviglia sotterranea tra le grotte più belle del mondo. Imperdibile attrazione turistica dell’Occitania, è uno dei siti più visitati della Lozère, al cui interno si cela una una foresta di oltre 400 stalagmiti. Tra queste, in uno scenario da sogno, spicca la più grande stalagmite conosciuta al mondo.

L’eccezionale foresta di stalagmiti

Scoperta nel 1897 dallo  speleologo francese Louis Armand, la grotta dell’Aven Armand è incastonata nel cuore dell’altopiano calcareo Causse Méjean, nel sud della Francia, facente parte dei Causses e delle Cévennes, paesaggio culturale agropastorale mediterraneo, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

La formazione delle stalagmiti è iniziata in questa grotta 700.000 anni fa. Qui, l’acqua è particolarmente ricca di calcare e forma gocce molto pesanti che non rimangono sul soffitto abbastanza a lungo da formare grandi stalattiti. L’altezza eccezionale di 45 m della grotta accelera la velocità della goccia. Quando colpisce il suolo, esplode in innumerevoli goccioline intorno al punto di impatto, che rilasciano il loro grande carico minerale per formare una stalagmite.

Nel tempo, l’elevato carico minerale, l’alta velocità d’impatto e la deviazione delle traiettorie delle gocce hanno creato una straordinaria foresta di centinaia di stalagmiti eccezionali. Una collezione di sculture naturali dalle forme fantastiche, che costituiscono un patrimonio unico al mondo, una vegetazione minerale dalle forme prodigiose, magiche e poetiche.

Foglie grandi e delicate, sottili come porcellana e cesellate come merletti, sculture naturali di alabastro che sfidano le regole dell’equilibrio e trasportano lontano l’immaginazione. Questi favolosi alberi pietrificati raggiungono spesso i 15-20 metri di altezza. La stalagmite più alta tocca i 30 metri il che, come detto, la rende la più grande fino a oggi conosciuta in tutto il mondo.

Le attrazioni uniche dell’Aven Armand

Soprannominata “la meraviglia delle Cevennes”, Aven Armand è spesso citata come una delle più belle grotte di Francia, di sicuro una tappa imperdibile durante un viaggio in Occitania. La sua immensa sala sotterranea, a 100 metri di profondità, potrebbe ospitare la cattedrale di Notre-Dame, per le sue eccezionali dimensioni. Le concrezioni hanno drappeggiato le pareti dell’immensa sala sotterranea con rivestimenti ocra e la sua volta è decorata con migliaia di stalattiti, aghi e delicati pendenti la cui varietà e ricchezza coronano questo scrigno di meraviglie.

Una funicolare permette di raggiungere la grande sala, da cui si snoda una scala dotata di corrimano che consente di muoversi attraverso la foresta pietrificata.

Aven è un nome di origine celtica, preso in prestito per designare un’apertura naturale che comunica con una cavità sotterranea. Un pozzo verticale di 75 metri di altezza e 3 metri di diametro si innalza dalla volta della sala per emergere sulla superficie della Causse Méjean sotto forma di imbuto. Un secondo pozzo cieco, di 87 metri di altezza e 5 metri di diametro, precipita dal fondo della sala verso profondità invisibili. Questa suggestiva grotta della Lozère permette ai visitatori più avventurosi di scoprirla come hanno fatto i primi esploratori, grazie a istruttori professionisti che guidano nella esplorazione di questa straordinaria voragine naturale.

A completare la magia, lo spettacolo di suoni e luci tratto dall’universo di Jules Verne, che valorizza di volta in volta i diversi elementi della grotta dell’Aven Armand, amplificandone la dimensione immaginaria. Il sentiero che penetra nella foresta delle stalagmiti offre un viaggio al centro della terra fuori dal tempo e dallo spazio. Stando a quanto dichiarato da Edouard-Alfred Martel, padre della speleologia moderna, “nessuna grotta conosciuta al mondo ha qualcosa di simile”.

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La Giornata della Poesia e delle Foreste nei Parchi Letterari

Ogni anno, i Parchi Letterari italiani diventano location di eventi imperdibili che accolgono la primavera: l’occasione è data da due appuntamenti importanti, la Giornata della Poesia istituita dall’UNESCO e la Giornata delle Foreste promossa dalle Nazioni Unite, entrambe celebrate il 21 marzo. A queste si unisce la Giornata mondiale dell’Acqua, che cade invece il 22 marzo. Tra laboratori, incontri e passeggiate nella natura, la bella stagione viene inaugurata con una lunga serie di esperienze tutte da vivere, per godere dei meravigliosi paesaggi italiani.

Che cos’è la Giornata della Poesia e delle Foreste

Il primo giorno di primavera, l’Italia intera festeggia con due eventi di risonanza internazionale. Il primo è la Giornata Mondiale della Poesia, indetta per la prima volta nel 1999 dall’UNESCO per preservare il patrimonio immateriale di grandi artisti che hanno segnato il nostro territorio. In concomitanza, si celebra anche la Giornata Internazionale delle Foreste: nata nel 2012 su intervento delle Nazioni Unite, è l’occasione per riscoprire l’importanza della natura e degli alberi per la nostra generazione e per quelle future.

Perché non rendere speciali questi due appuntamenti, dando vita ad un connubio perfetto? Nasce così l’idea di celebrare la letteratura in tutte le sue sfumature, in modo che questa offra un’innovativa chiave di lettura per andare alla scoperta dei più bei panorami italiani. Per ospitare i tanti eventi collegati alla Giornata della Poesia e delle Foreste, la cornice ideale è quella dei Parchi Letterari: istituzioni nate negli anni ’90 come omaggio ai territori che hanno ispirato i più grandi artisti del nostro Paese. Andiamo a vedere alcuni degli appuntamenti da vivere.

Gli appuntamenti da non perdere nei Parchi Letterari

Un primo evento imperdibile è la conferenza che si tiene mercoledì 22 marzo presso il Centro Visite del Parco a Pescasseroli, piccolo borgo abruzzese incastonato nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Per l’occasione, viene presentato il volume “20 anni di Una Fiaba per la montagna”, raccolta di racconti in concorso che esprimono la magia degli Appennini e della loro natura incontaminata. Perché non sfruttare questa opportunità per andare alla scoperta dei magnifici panorami montani e fare un po’ di trekking?

Sempre mercoledì 22 marzo, la Sala degli Specchi di Villa Reale di Monza apre i battenti per celebrare Eugenio Villoresi, l’ingegnere che “portò il mare in Lombardia”. Fu lui, grazie ad una canalizzazione capillare, a distribuire le acque in tutta la regione, dando nuova vita ad aree ad alto tasso di siccità. La giornata si può concludere con una bella passeggiata presso il Parco Letterario Regina Margherita, che per l’occasione ricorda anche la poetica dell’artista polacca Wislawa Szymborska.

Per chi ama l’avventura all’aria aperta, un appuntamento meraviglioso è quello fissato per sabato 25 marzo: un trekking bellissimo alle Cinque Terre, in collaborazione con il Parco Letterario Eugenio Montale. Qui, tra i panorami mozzafiato del Promontorio del Mesco, il poeta trascorse le sue estati giovanili lasciandosi ispirare. L’itinerario ad anello, lungo poco più di 5 km e mezzo, conduce da Colla di Gritta a Fegina di Monterosso. È il modo migliore per scoprire il patrimonio di biodiversità della Liguria, ma anche la storia più antica di questa regione. Non a caso l’evento si chiama “Camminare sul Giurassico”: le rocce che caratterizzano il promontorio risalgono a millenni fa.

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Ora puoi vivere in maniera interattiva un’incredibile foresta

La foresta incantata esiste davvero e aprirà i battenti il 1 maggio 2023.

Dream Forest Langkawi, grazie a projection mapping, illuminazione sofisticata e paesaggi sonori ipnotizzanti, trasformerà un sentiero di 1,2 chilometri e una foresta preistorica di oltre cento milioni di anni in un’esperienza coinvolgente e interattiva che racconta il folklore di Langkawi (paradiso tropicale della Malesia) attraverso la magia della tecnologia multisensoriale.

Il fiabesco progetto innovativo che fonde natura secolare e modernissima tecnologia

Dream Forest Langkawi era iniziato nel 2019 subendo, subito dopo, l’interruzione della pandemia.

Si trattava, però, di un progetto molto differente, parte del piano per rivitalizzare il bellissimo ex Kampung Buku (Villaggio del libro) dell’isola di Langkawi, ideato per essere vissuto nel segno di storie separate raccontate attraverso vari mezzi tecnologici in padiglioni singoli.

Con i fatti del 2020, invece, è diventato chiaro che l’industria del turismo e le attrazioni dovessero adattarsi a una nuova normalità: il mondo è cambiato, il modo in cui le persone viaggiano e consumano intrattenimento è mutato, e la sostenibilità culturale e ambientale è diventata un tema ancora più urgente.

Così, Puan Sri Tiara Jacquelina, Presidente e Chief Dream Maker dell’Enfiniti Academy of Musical Theatre and Performing Arts, ha riunito un team tutto malese di talenti creativi e tecnici ripensando il concetto di viaggio e come il percorso di scoperta del viaggiatore potrebbe essere migliorato ed elevato mediante l’uso della tecnologia e dell’automazione, utilizzando il paesaggio forestale naturale nel modo più responsabile e rispettoso possibile.

Il paese delle meraviglie

Alle pendici del maestoso Gunung Raya, il monte più alto dell’isola, la Dream Forest è un autentico paradiso di biodiversità che non dorme mai.

Durante il giorno, infatti, i visitatori hanno l’opportunità di compiere rigeneranti passeggiate nella natura per partecipare all’immersione nella foresta millenaria e trovarsi al cospetto di animali unici come il rospo di Sumatra, i lemuri volanti, le scimmie e numerose specie di bucefari che hanno fatto della foresta di Lubuk Semilang la loro dimora.

Ed è al tramonto che la foresta si trasforma, come per magia, e diventa uno spazio teatrale naturale dove Sang Gedembai, la guardiana della foresta dei sogni, insieme a Eli, Coco e Terra, tre helicopter seeds (particolare specie di albero che produce semi con le ali) ospitano i visitatori, danno il benvenuto per sperimentare e interagire con storie raccontate grazie a magnifiche proiezioni.

La prima storia è “La leggenda di Zigolo di Tasik Dayang” in cui la principessa delle fate Mambang Sari si innamora di Mat Teja, un principe mortale: i visitatori potranno scoprire come la loro storia d’amore agrodolce abbia modellato il paesaggio di Tasik Dayang Bunting come lo conosciamo oggi.

La seconda è “Il racconto di Merong Mahawangsa“: guerriero decorato e principe venerato, Merong Mahawangsa fu incaricato di scortare il figlio dell’imperatore romano in un viaggio per mare per sposare la principessa della Cina. La sua flotta fu intercettata dal temibile e focoso Garuda, determinato a interrompere l’alleanza tra queste due potenze giganti.

Infine, la terza storia, “La leggenda del Giganti di Langkawi” narra che, nei tempi antichi, i giganti vagavano a Langkawi. Due titani muscolosi, Mat Chinchang e Mat Raya erano cari amici, ma un malinteso al matrimonio dei loro figli si trasformò in una vera e propria rissa che quasi decimò l’isola.

Dream Forest Langkawi lavorerà anche a stretto contatto con i principali attori dell’industria turistica malese, tra cui Tourism Malaysia, Langkawi Development Authority (LADA) e associazioni turistiche come Malaysian Association of Tour and Travel Agencies (MATTA), Malaysian Inbound Tourism Association (MITA), compagnie aeree, agenzie di viaggio (OTA) e altri canali di distribuzione a livello locale e internazionale.
Ringraziando Tourism Malaysia, Puan Sri Tiara Jacquelina ha dichiarato: “Sono molto felice di aver ricevuto un forte sostegno anche dalle autorità statali e dalle agenzie governative. Credo che più lavoreremo in tandem e più riusciremo a sviluppare attrazioni entusiasmanti, Langkawi ha il potenziale per essere una delle destinazioni turistiche più popolari in questa regione”.
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Oslo, la Capitale con una foresta nel cuore della città

Oslo è una capitale tutta da scoprire, abbracciata da una natura rigogliosa e variegata, città europea con standard elevati, ristoranti di qualità, occasioni di shopping, vivace movida notturna e hub tecnologico in continua evoluzione.

È una meta particolare, cui dedicare il giusto tempo, ricca di sorprese e attrazioni sia all’aperto che al chiuso, con nientemeno che una foresta a venti minuti dal centro.

Oslo: i punti salienti da non perdere

Quando si pensa alla Norvegia, la prima immagine che viene in mente è la natura straordinaria, la motivazione principale per un viaggio da queste parti.

Una città allora, per quanto sia la capitale, potrebbe risultare meno interessante ed essere un po’ trascurata: niente di più sbagliato, soprattutto quando si tratta di Oslo, località da vivere e apprezzare grazie ai numerosi parchi, all’innovativa architettura, ai musei di fama internazionale e al variegato scenario culturale.

Per conoscerla meglio, il tour può iniziare con una tranquilla passeggiata nel centro, seguendo la lunghissima “Karl Johans Gate“, via dello shopping che, dalla stazione centrale, conduce alle tre attrazioni principali: la seicentesca Cattedrale con imponente torre campanaria, il Palazzo Reale, risalente alla prima metà del XIX secolo come residenza del re e aperto al pubblico dal 2002, e il parco pubblico che lo abbraccia, lo Slottsparken del 1840.

Imperdibili sono poi i musei, tra cui vanno citati quello dedicato a Munch, il Museo del popolo norvegese per scoprire il passato millenario della Norvegia e della Scandinavia, e il Museo delle Navi Vichinghe che ospita tre navi funerarie dell’epoca vichinga e propone un entusiasmante viaggio indietro nel tempo.

Spettacolari sono poi l’Oslofjord, il fiordo navigabile in barca, traghetto o mini crociera con partenza dal cuore pulsante della capitale, Aker Brygge, dai numerosi locali e bar all’aperto affacciati sul mare, e il Parco Vigeland, con un autentico museo a cielo aperto dedicato alle incredibili opere del noto scultore norvegese.

La Foresta di Nordmarka, cuore selvaggio in città

Fiore all’occhiello di Oslo, immersione perfetta nell’incanto dei paesaggi naturali della Norvegia, è la Foresta di Nordmarka (la “foresta del nord”), comodamente raggiungibile dal centro anche con i mezzi pubblici.

È una distesa incontaminata di verde, un luogo magico dove si esprime tutta la forza della natura norvegese, amata dagli abitanti in tutte le stagioni, luogo di relax, di benessere e di vita all’aria aperta.

I suoi boschi, a nord del celebre trampolino di salto con gli sci “Holmenkollen”, sono un’oasi ideale per gli amanti delle escursioni, del trekking, delle passeggiate, dello sci di fondo, delle gite in mountain bike oppure in slitta.

Inoltre, la vasta foresta di alberi secolari abbonda di ruscelli e laghi in cui ci si può divertire in kayak.

I percorsi e i sentieri sono ben segnalati e l’Ufficio Informazioni Turistiche fornisce cartine gratuite della zona per scegliere l’itinerario preferito: uno dei più gettonati è quello che esplora la zona attorno al lago Sognsvann (3,2 chilometri) il cui panorama appare uscito da un libro di fiabe, soprattutto al tramonto o ammantato dalla candida coltre di neve durante l’inverno.

Da qui partono numerosi altri sentieri che consentono di raggiungere zone più lontane e impervie, immerse nel silenzio e nell’atmosfera unica della foresta, al cospetto di laghi, scorci favolosi e un’indimenticabile vista panoramica sulla capitale.

Un’esperienza davvero da “una volta nella vita”.

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Alla scoperta della Foresta Nera sulle orme delle sue particolari leggende

Con questo nome un po’ misterioso ed evocativo, la curiosità è davvero tanta: che cos’è la Foresta Nera, e quali sono le sue infinite bellezze assolutamente da scoprire? Quest’ampia regione montuosa della Germania, che si dipana al confine con la Francia e la Svizzera, è senza dubbio uno dei luoghi più affascinanti che possano esistere al mondo. Paesaggi naturali così tanto diversi tra loro si affastellano in un territorio che da secoli è popolato di leggende da brividi, che rendono tutto ancora più emozionante.

La Foresta Nera, un posto incantato

Dalle colline erbose alle imponenti montagne dal profilo inquietante, dai rigogliosi boschi di abeti neri scuri ai piccoli laghi di acque turchesi: la Foresta Nera è una regione ricca di sorprese, dove immergersi in una natura incontaminata come difficilmente si può trovare altrove. Questa ampia zona montuosa si trova lungo il confine occidentale della Germania ed è costellata di luoghi meravigliosi, di piccoli borghi fatati e di tradizioni antichissime. I turisti ne rimangono incantati, portando via con loro un ricordo memorabile di paesaggi bellissimi e di piatti tipici prelibati che hanno fatto breccia nel cuore (e nello stomaco).

Quali sono le tappe più suggestive di un viaggio alla scoperta della Foresta Nera? Sicuramente c’è Friburgo, pittoresca cittadina di confine che offre un panorama spettacolare: nel centro storico spicca il campanile della Cattedrale di Nostra Signora, capolavoro gotico di rara bellezza. A non molta distanza si può visitare il villaggio museo di Gutach, che si estende per ben 50mila metri quadri accogliendo moltissime strutture tipiche della regione. Passeggiare all’aria aperta ammirando gli edifici è come fare un tuffo indietro nel tempo, ed è un modo davvero curioso di fare la conoscenza di culture così lontane dalla nostra.

Chi ama i paesaggi naturali, non può che sorprendersi davanti allo spettacolo delle Cascate di Triberg, le più alte di tutta la Germania. Con un totale di oltre 160 metri di salto, le loro acque spumeggianti si tuffano tra le rocce ricoperte di muschio, formando una piccola piscina cristallina. Per arrivarci, si possono percorrere diversi sentieri panoramici: è l’ideale per chi vuole fare un’escursione, con la promessa di giungere in un luogo magico dove potersi concedere un po’ di relax, con il fragore dell’acqua a fare compagnia. A poca distanza, si può poi visitare un curioso museo che raccoglie centinaia di orologi a cucù.

Le misteriose leggende della Foresta Nera

Miti e leggende si rincorrono per tutta la Foresta Nera, regalando suggestioni ai turisti che le ascoltano dagli abitanti del luogo. Una delle storie più affascinanti è quella che riguarda il monastero di St. Blasien, un complesso architettonico meraviglioso: si narra che due monaci, tanti e tanti secoli fa, fossero particolarmente malvagi con i poveri paesani del villaggio di St. Blasien, e dopo la loro morte continuassero ad infestare i dintorni sotto forma di spettri. Un giovane monaco cappuccino avrebbe quindi compiuto un vero e proprio miracolo, riuscendo a catturarli e a rinchiuderli in due sacchi, per poi gettarli dalla vetta del monte Feldberg e lasciarli affondare tra le acque del lago Feldsee.

Un’altra leggenda inquietante ha invece come protagonista una giovane ragazza sottomessa alle angherie di suo fratello, soprannominato il “servo nero”. Quest’ultimo la costrinse a sposare un uomo di cui non era innamorata, e dal quale veniva trattata malissimo. In preda alla disperazione, la donna riuscì a fuggire e, perdutasi nel bosco, venne soccorsa da alcuni nani che le indicarono una grotta segreta, quella che oggi conosciamo con il nome di Grotta di Hasel (un gioiello ricco di stalattiti). Il fratello e il marito, inseguendola, rimasero vittime di alcuni massi caduti dalla cima della montagna, e la giovane fu finalmente libera.

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Lettonia, la misteriosa foresta popolata da leggende

Sparsi ai quattro angoli della Terra, esistono luoghi incredibili, dorati di un’aura e di un’atmosfera impossibile da trovare altrove.

Uno di questi è la foresta di Pokaini, in Lettonia, accanto alla cittadina di Dobele, un’ottantina di chilometri a sud est da Riga, la capitale: si tratta di una foresta in cui coesistono miti, leggende ed eventi misteriosi.

Gli insondabili “agglomerati di pietra”

La foresta di Pokaini è un antico luogo sacro e straordinario, famoso per le meravigliose leggende che si narrano da sempre al riguardo.
Una passeggiata lungo i 15 chilometri di sentieri, consente di ritrovarsi in una dimensione fiabesca, all’ombra di pini e querce molto più alti del solito e dall’aspetto spesso distorto, con un sottobosco ricco di piante officinali e curiosi massi e pietre che formano muri, “fiumi” e cumuli: i cosiddetti “Agglomerati di Pietra Pokaini“.

Secondo gli esperti del paranormale, le pietre possiedono una forte energia percepibile avvicinandovi le mani, soprattutto durante l’inverno e l’estate: quando le temperature sono rigide, infatti, i massi sarebbero incandescenti arrivando a sfiorare i 40 gradi centigradi mentre nel periodo estivo la temperatura scenderebbe addirittura a 0 gradi centigradi.

Le rocce sono assemblate attorno a 30 alture in una particolare sequenza e nessuno è ancora riuscito a capire da dove provengano: gli archeologi, dopo aver condotto scavi nel sito, non hanno scoperto sepolture, quindi i massi devono essere stati collocati in quel modo per qualche altro motivo tuttora sconosciuto.

Alcuni storici ritengono che le pietre furono rimosse dai campi e portate nella foresta dai contadini mentre altri affermano che servissero per la costruzione di un castello che non venne mai edificato, ma nessuno ha prove concrete al riguardo.

Ciò che è certo, è che la popolazione locale non consente ai visitatori di spostare o portare via le pietre: è considerato pericoloso e di cattivo auspicio.

Un’altra leggenda narra che vi sia uno strano e insondabile oggetto nascosto sotto a una delle rocce: potrebbe essere un meteorite radioattivo oppure un’antica tomba.

Inoltre, le rocce sulla collina chiamata Zikkurat simboleggiano le quattro parti del mondo: è possibile che le rocce servissero da bussola per gli antichi?

La sacra foresta popolata da leggende

Gli “Agglomerati di Pietra Pokaini” non sono tuttavia l’unica particolarità della leggendaria foresta: nei racconti di molti, infatti, sarebbe dotata di poteri curativi soprattutto per problemi riguardanti reumatismi, nausea ed emicrania.

Ma non è tutto. In un particolare punto della foresta, all’ombra di un pino secolare, la temperatura è sempre superiore a quella dell’ambiente: le persone che hanno sperimentato questo curioso fenomeno affermano che il calore proveniente dal sottosuolo si diffonde in tutto il corpo, riscaldando anche nelle giornate più fredde.

Insomma, la foresta di Pokaini in Lettonia è un luogo enigmatico dove sembrano accadere avvenimenti che sfuggono alla logica: durante il giorno, è sempre illuminata dal sole e, in caso di maltempo, le nuvole cariche d’acqua cambiano direzione senza transitare al di sopra della foresta.

Le batterie dei dispositivi elettronici si scaricano immediatamente, i cellulari perdono il segnale, bussole, compassi e orologi “impazziscono”.

Le luci invisibili sono un’altra stranezza: si narra che la Valle degli Spiriti, anch’essa situata nella foresta di Pokaini, sia “visitata” da strane sfere illuminate invisibili a occhio nudo ma ben impresse nelle fotografie.

Oggi molti guaritori considerano la foresta un antico luogo sacro: che sia davvero un centro di guarigione o meno non è dato sapere con certezza, ma si tratta senza dubbio di un luogo davvero strano e misterioso.

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Notte nella foresta, sotto il cielo stellato più bello del mondo

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti plasmati sapientemente da Madre natura che con le loro forme, i lineamenti e i colori ci ricordano tutta la meraviglia che appartiene al nostro pianeta.

Sono le montagne che hanno preso in prestito i colori all’arcobaleno, i deserti che fioriscono inaspettatamente, le sabbie bianche che sfavillano il sole. E poi, ancora, le foreste verdeggianti e lussureggianti e i boschi che sembrano usciti da un libro di fiaba. Sono proprio questi paesaggi a spingerci a metterci in cammino, invitandoci a perderci e immergerci in quelle visioni sublimi e mozzafiato che ci ricordano quanto è bello il mondo che abitiamo.

Ed è ancora Madre Natura a fare da cornice a quello che è, con tutta probabilità, il cielo stellato più bello del mondo. Per ammirarlo in tutto il suo splendore, dobbiamo recarci in Namibia, proprio lì dove esiste una foresta dalla bellezza disarmante.

Quiver Tree Forest

Il suo nome è Quiver Tree Forest ed è, con tutta probabilità, la foresta più suggestiva e straordinaria del mondo intero. Chi è già stato in Namibia, per esplorare tutte le bellezze che si snodano nel Paese dell’Africa Sud-occidentale, probabilmente conoscerà già questo luogo, dato che si tratta di una delle attrazioni turistiche più amate e raggiunte nel sud del Paese.

La Quiver Tree Forest, conosciuta anche con il nome di Foresta degli alberi faretra, è situata a circa 14 chilometri dalla città di Keetmanshoop, sulla strada che conduce al villaggio di Koes. Proprio qui, sul terreno che appartiene alla fattoria di Gariganus, si snodano oltre 200 esemplari di Aloidendron dichotomum, un albero appartenente alla famiglia delle aloe diffusa appunto in Africa e in Sudafrica. I rami, e le sue foglie, sono utilizzati da secoli dalle popolazioni indigene del paese per costruire le faretre per le loro frecce, da qui il nome di Foresta degli alberi faretra.

La foresta, che vanta esclusivamente la mano di Madre Natura, ospita esemplari straordinari che svettano verso il cielo creando un paesaggio surreale. La loro età anagrafica, che corrisponde a 2 o a 3 secoli di vita, rende questi alberi un patrimonio naturalistico da proteggere e celebrare. La Quiver Tree Forest, infatti, è stata dichiarata monumento nazionale della Namibia già dal 1 giugno del 1995.

Quiver Tree Forest

Fonte: iStock

Quiver Tree Forest

Raggiungere questo sito africano è un’esperienza al di fuori dell’ordinario. Davanti agli occhi degli avventurieri che si spingono fin qui, infatti, si apre una distesa di alberi maestosi che si districano tra le tra le rocce nere di dolerite e che sfiorano i 9 metri d’altezza.

Durante il giorno è possibile ammirare tutti i dettagli che caratterizzano gli alberi. Le loro chiome, le cortecce e le sfumature particolari. I colori e i lineamenti. Ma è quando il sole lascia spazio al crepuscolo, e la notte più nera avvolge completamente il territorio che prende vita la magia.

Il cielo stellato più bello del mondo

Trascorrere la notte nella Quiver Tree Forest, circondati da alberi maestosi e secolari, è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Lontano dall’inquinamento luminoso, e avvolto nel silenzio, il sito si configura come un luogo privilegiato per ammirare quello spettacolo grandioso che si perpetua, ogni sera, sopra di noi.

Quando gli ultimi raggi del sole scompaiono al tramonto, e la Foresta degli alberi faretra sprofonda nel buio, milioni di stelle iniziano a illuminare tutta l’area circostante. Sopra le nostre teste prende vita uno show di infinita bellezza, Protagonista assoluta è la Via Lattea, che taglia il cielo con il suo fascio di luce e inizia a brillare. E allora sì che comincia la magia.

Quiver Tree Forest

Fonte: iStock

Quiver Tree Forest