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Roma e l’acqua: un itinerario tra le fontane della città

L’estate a Roma si preannuncia – come sempre – arida e afosa: per i pellegrini accorsi in città per il Giubileo 2025 vagare per la Capitale potrebbe dunque rivelarsi una vera sfida, soprattutto se una passeggiata diventa una battaglia contro il caldo e il sole cocente. La buona nuova è che, da sempre, il rapporto di Roma con l’acqua è profondo e strutturale: gli antichi romani avevano una vera e propria passione per le acque pubbliche, come dimostrano gli acquedotti, le terme e – soprattutto – le fontane.

In città se ne contano più di 2000 tra le vie e le piazze, da quelle costruite durante l’Impero (che completavano gli acquedotti o trasformavano sorgenti spontanee in fonti per i cittadini) ai capolavori del Rinascimento, frutto di un restauro urbanistico. Alcune di queste opere ancora oggi sono a disposizione dei viandanti assetati, mentre altre – assolutamente protette – possono essere solo ammirate.

Quello che vi proponiamo dunque è un itinerario alla scoperta della Roma dell’acqua, tra arte, storia e una meritata frescura. Un percorso da fare a piedi in una giornata, ammirando vere e proprie d’arte e rifocillandosi.

Fontana di Trevi – Piazza di Trevi

Famosissima e affollatissima, ma imperdibile: possiamo iniziare da qui il nostro itinerario proprio per partire dalla fontana più celebre della Capitale. Enorme e imponente, la Fontana di Trevi si appoggia su Palazzo Poli e fu costruita da Nicola Salvi. Iniziata nel 1732, fu completata e inaugurata nel 1762: a terminarla furono tuttavia Pietro Bracci e suo figlio Virginio. Ovviamente quasi tutti ricordano invece il nome di Gian Lorenzo Bernini: lo scultore, in realtà, intorno al 1640 – su richiesta di Papa Urbano VIII – cambiò la conformazione della piazza progettando una mostra d’acqua con due vasche semicircolari.

Il progetto rimase tuttavia incompiuto, ma gettò una base, che portò alla fontana che conosciamo oggi. Un’opera entrata ormai nell’immaginario comune, legato ai classici del cinema (come La Dolce Vita) e a rituali ormai imprescindibili se si passa da Roma (parliamo, ovviamente, del lancio della monetina). Regole: è vietato entrare nella Fontana di Trevi, bagnarsi, sedersi sul bordo e – assolutamente – bere. A destra della Fontana di Trevi c’è tuttavia la Fontanella degli Innamorati, dove potrete dissetarvi e riempire le borracce. Anche qui c’è una leggenda: le coppie che bevono acqua da questa fontana saranno innamorate e fedeli per tutta la vita.

Fontana di Trevi, Roma

Fonte: 123RF

La Fontana di Trevi, uno dei capolavori romani

Fontana della Barcaccia – Piazza di Spagna

Imboccate via della Stamperia, poi Via del Nazareno fino a raggiungere Piazza di Spagna (sono nove minuti di cammino). Ora vi trovate di fronte alla Fontana della Barcaccia, questa sì realizzata da Pietro e Gian Lorenzo Bernini. Fu papa Urbano VIII a incaricare Pietro Bernini del lavoro e l’opera fu completata – con l’aiuto del figlio Gian Lorenzo – nel 1629. La forma di barca semi-sommersa fu una trovata geniale dei due, che ovviarono così alla bassa pressione dell’acquedotto dell’Acqua Vergine (Aqua Virgo).

Si narra che, all’epoca, i due scultori vennero ispirati anche dalla presenza nella piazza di una barca in secca, portata lì dalla piena del Tevere del 1598. Altra curiosità: è la prima fontana concepita come un’opera scultorea più che come semplice insieme di geometrie funzionali al suo scopo. È un vero e proprio simbolo della Roma barocca. Regole: è vietato sedersi sulla fontana, già più volte danneggiata dai turisti, ma la sua acqua è potabile e al servizio di chiunque.

La Fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna, Roma

Fonte: 123RF

La Fontana della Barcaccia a Roma

Fontana del Tritone – Piazza Barberini

Salite la scalinata e percorrete Via Sistina fino a Piazza Barberini (sono 11 minuti di cammino). Siete arrivati alla Fontana del Tritone. Anche quest’opera si deve a Gian Lorenzo Bernini che la realizzò tra il 1642 e il 1643, anche stavolta su commissione di Papa Urbano VIII.

Il pontefice voleva infatti sistemare Palazzo Barberini e la piazza su cui esso si affacciava. Interamente scolpita in travertino, la fontana ha assistito all’urbanizzazione di quell’area di Roma, diventando nei secoli un luogo di ritrovo di artisti e cittadini romani. Regole: non ci si può avvicinare alla fontana, né si può bere da essa.

Fontana del Tritone, Roma

Fonte: Wikicommons

La Fontana del Tritone in Piazza Barberini, Roma

Fontana delle Tartarughe – Piazza Mattei

Ora vi attendono circa 25 minuti di cammino, che potrete percorrere scegliendo un vostro personale itinerario: potete nuovamente passare davanti alla Fontana di Trevi o scegliere ad esempio di percorrere Via del Tritone. L’importante è arrivare alla vostra prossima tappa: la Fontana delle Tartarughe nel rione Sant’Angelo. All’epoca le fontane nascevano a Roma soprattutto come meta finale e necessaria degli acquedotti: in questo caso, parliamo dell’Aqua Virgo, acquedotto restaurato nel 1570. Muzio Mattei fece notevoli pressioni per far sì che la fontana venisse costruita di fronte al suo palazzo e, in cambio, promise di pavimentare la piazza e tener pulita l’opera. Il progetto di Giacomo Della Porta è del 1581, mentre lo scultore che ha firmato il lavoro è Taddeo Landini (che lo terminò nel 1588).

La scultura mostra quattro efebi in bronzo e delfini, mentre il nome della fontana deriva dalle tartarughe che gli efebi sembrano spingere ad abbeverarsi nella vasca. Queste ultime furono aggiunte nel 1658 e sono attribuite a Gian Lorenzo Bernini o ad Andrea Sacchi. Quelle che vedete sono tuttavia delle copie, perché le originali – dopo vari tentativi di furti – sono conservate presso i Musei Capitolini. Regole: vietato bagnarsi e vietato bere.

La Fontana delle Tartarughe a Roma

Fonte: Wikicommons

Fontana delle Tartarughe in Piazza Mattei, Roma

Fontana del Moro, Fontana dei Quattro Fiumi e Fontana del Nettuno – Piazza Navona

Ora imboccate Via dei Falegnami, poi via dei Chiavari e via della Cuccagna. Vi stiamo portando in Piazza Navona (appena 13 minuti di camminata). Qui le fontane sono ben tre e ci sembra un ottimo modo per terminare il nostro itinerario. Del resto, Piazza Navona – con la sua storia e le sue meraviglie – è perfetta per sostare e difendersi dal sole cocente della capitale.

La Fontana del Moro

Partiamo dalla Fontana del Moro, realizzata sulla base di un progetto di Gian Lorenzo Bernini e come arricchimento di un lavoro di Giacomo della Porta del 1575-76. Finanziata da Olimpia Maidalchini, la fontana si deve a Giovanni Antonio Mari. Va tuttavia sottolineato che la storia delle tre fontane di Piazza Navona è strettamente legata da racconti e opere di restauro dell’area.

Ad esempio, nel 1651 Papa Innocenzo X chiese a Gian Lorenzo Bernini di realizzare al centro della piazza la Fontana dei Quattro Fiumi e colse l’occasione per ampliare anche la Fontana del Moro. Bernini ornò la fontana con un personaggio marino-umano con i tratti – si pensò – di un uomo di colore. Per questo l’opera venne soprannominata prima dell’Etiope e poi del Moro. Si narra che Bernini si ispirò alla statua di Pasquino per fare un dispetto al Papa, che temeva quella particolare statua parlante (in quanto all’epoca era ricca di biglietti e critiche al clero, lasciati da mani sconosciute).

Fontana del Moro in Piazza Navona, Roma

Fonte: 123RF

Fontana del Moro a Roma

La Fontana del Nettuno

Dall’altra parte della piazza svetta la Fontana del Nettuno: la vasca è di Giacomo della Porta (1575-76), mentre le sculture risalgono al 1878 e sono opera degli scultori Antonio Della Bitta e Gregorio Zappalà. Qui non c’è la mano del Bernini, probabilmente sia per questioni economiche sia perché la Fontana del Nettuno si trovava di fronte a Palazzo Pamphilj di proprietà di Innocenzo X. Gian Lorenzo Bernini, tuttavia, qualche tempo dopo il lavoro sulla prima fontana rimosse i gradini e la cancellata e creò una vasca più ampia. Le Nereidi sono opera di Zappalà, mentre Nettuno è di Della Bitta, ma siamo già nel 1873: fu il Comune di Roma ad indire un concorso pubblico per allineare la Fontana del Nettuno allo stile delle altre due fontane di Piazza Navona.

Fontana del Nettuno a Roma

Fonte: 123RF

La Fontana del Nettuno in Piazza Navona a Roma

La Fontana dei Quattro Fiumi

Il breve tour di Piazza Navona si conclude con la Fontana dei Quattro Fiumi, progettata da Gian Lorenzo Bernini e realizzata da un gruppo di scultori, tra cui Giovan Maria Franchi, Giacomo Antonio Fancelli, Claude Poussin, Antonio Raggi e Francesco Baratta. Siamo tra il 1648 e il 1651. È così chiamata perché ritrae i quattro fiumi della terra (uno per ogni continente allora conosciuto): il Danubio, il Gange, il Nilo e il Rio de la Plata.

Anche questa fu commissionata da Papa Innocenzo X, che recuperò anche l’obelisco (detto Agonale) che si trovava sull’Appia Antica nel circo di Massenzio. Una curiosità: per far fronte alle spese della fontana, il papa impose una tassa sul pane. Decisione che fece notoriamente arrabbiare i romani (e non poco!). Regole: le fontane di Piazza Navona sono off limits e non si può bere.

Fontana dei Quattro Fiumi, Roma

Fonte: 123RF

Fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona, Roma
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Giubileo 2025, gli eventi ufficiali del mese di giugno

L’inizio del mese di giugno segna non solo l’ingresso ufficiale nell’estate ma anche un periodo carico di appuntamenti per il Giubileo 2025. Roma, infatti, ha già accolto nel primo weekend oltre 70mila pellegrini che hanno festeggiato in Piazza San Pietro il Giubileo delle Famiglie insieme a Papa Leone XIV. Tra bandiere da ogni parte del mondo e sorrisi, i fedeli hanno applaudito le parole del Santo Padre che ha definito la famiglia “un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù”. Dove “la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione”.

Inoltre – come riporta il sito ufficiale iubilaeum2025.va – il Pontefice ha sottolineato il valore della cura reciproca e del legame che salva. Oltre a ricordare che “anche davanti al male, Gesù continua a pregare il Padre per noi”, offrendo perdono e riconciliazione. Parole di pace, dunque, che fin dal primo discorso dopo l’elezione Leone XIV non mai mancato di pronunciare confermando il ruolo di Roma come cuore pulsante della speranza.

Anche per il proseguo del mese, il calendario ufficiale curato dal Dicastero per l’Evangelizzazione, intreccia celebrazioni solenni, incontri culturali e momenti di gioia, pensati per parlare a ogni cuore, dai giovani agli anziani, dai volontari alle famiglie. Ogni evento è un’occasione per attraversare la Porta Santa, scoprire la città o fermarsi in preghiera. Per chi arriva da lontano o per chi la chiama casa, il programma offre spunti per vivere la capitale in modo autentico, magari con una passeggiata al tramonto sul Gianicolo o un caffè a Campo de’ Fiori tra un evento e l’altro.

Scopriamo a questo punti gli appuntamenti principali che il Giubileo riserva per il mese di giugno.

Arte e teatro, le proposte culturali di giugno

Ultimi giorni per visitare, presso la Chiesa di San Marcello al Corso, la mostra Il Cammino della Speranza. Rembrandt e Burnand a Roma, prorogata fino all’8 giugno per il grande successo (ha registrato 130 mila visitatori). Parte della rassegna ‘Il Giubileo è Cultura’, curata da Don Alessio Geretti, l’esposizione presenta due capolavori: I discepoli Pietro e Giovanni corrono insieme al sepolcro di Cristo il mattino della Resurrezione di Eugène Burnand (1898) e La Cena in Emmaus di Rembrandt (1629). Queste opere, tra le più celebri dedicate alla Pasqua, raccontano la Resurrezione con emozione e profondità. Un’occasione speciale per immergersi nell’arte sacra nel cuore del Giubileo, a due passi da Piazza Venezia.

Piazza San Pietro di notte

Fonte: 123RF

Vista notturna della facciata della chiesa nella Città del Vaticano

Tra le proposte culturali con il patrocinio giubilare, dal 24 al 28 giugno 2025, il Teatro Sistina vede in cartellone Pietro e Paolo a Roma, spettacolo di Michele La Ginestra con La Ginestra e Fabio Ferrari. Riproposto dopo il successo del 29 giugno 2024 davanti alla Porta Santa di San Pietro, questo “piccolo gioiellino” torna in una versione rinnovata. Con un linguaggio semplice e poetico, la pièce immagina incontri tra i due apostoli nelle vie di Roma, umanizzandoli per avvicinare i giovani alla fede cristiana. Divertente e profondo, il testo stimola riflessioni su speranza e ascolto,  grazie alle parole dei due santi tra le vie di Roma, là dove il loro messaggio divenne universale. Un evento che unisce teatro e spiritualità, perfetto per il cuore giubilare della Capitale.

Gli eventi dal 7 al 9 giugno

Dopo Il Giubileo delle Famiglie, anche il secondo weekend di giugno propone un grande evento, ovvero il Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle nuove Comunità.  Il 7 e 8 giugno, infatti, Roma chiama a sé movimenti ecclesiali, associazioni e gruppi di preghiera. Si comincia sabato 7, dalle 8alle 12, con il pellegrinaggio alla Porta Santa nella Basilica di San Pietro, momento che apre un cammino di fede con il Sacramento della Riconciliazione disponibile nelle chiese giubilari.

Quindi, alle 18:00, Piazza San Pietro si anima con una Preveglia, seguita alle 20 dalla Veglia di Pentecoste presieduta dal Papa. Domenica 8, alle 10.30, la Messa papale chiude l’evento in un abbraccio collettivo.

Ma il weekend si prolunga anche su lunedì 9 giugno quando la Basilica di San Pietro si illumina per il Giubileo della Santa Sede, un evento che chiama a raccolta fedeli e rappresentanti vaticani. La giornata inizia alle 9 con il Sacramento della Riconciliazione nell’Atrio dell’Aula Paolo VI, seguito alle 10 da una meditazione di Suor Maria Gloria Riva alla presenza del Papa. Alle 10:30, una suggestiva processione conduce al passaggio della Porta Santa, cuore del Giubileo a cui segue la Messa presieduta dal Santo Padre.

Il Giubileo dello Sport e il Giubileo dei Governanti

Il 14 e 15 giugno 2025, Roma celebra il Giubileo dello Sport, convocando atleti, amatori, allenatori e associazioni sportive in un weekend di fede e passione. Sabato 14, Piazza del Popolo si trasforma nel “Villaggio dello Sport” (10:00-17:00), una festa organizzata dal CONI con stand, discipline sportive e l’incontro Lo sport genera speranza, dove campioni condividono storie di vita. Segue il Pellegrinaggio della Speranza verso la Porta Santa di San Pietro.

Inoltre, dalle 9:00 alle 13:00, l’Auditorium Augustinianum ospita Lo slancio della speranza: storie oltre il podio, una riflessione su sport e fede con atleti olimpici e paralimpici (iscrizione obbligatoria). In serata, invece, Piazza San Cosimato a Trastevere si illumina con la proiezione di Chariots of Fire, film premio Oscar, per “Il Cinema in Piazza”. Domenica 15, la Messa presieduta dal Papa in Piazza San Pietro chiude l’evento.

Vista su Piazza del Popolo a Roma

Fonte: 123RF

Piazza del Popolo accoglie il Villaggio dello Sport il 14 e 15 giugno 2025

Il grande evento ufficiale successivo è previsto per il 21 e 22 giugno con il Giubileo dei Governanti, evento aperto ad amministratori e leader mondiali. Sabato 21, alle 11, inizia il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro, seguito alle 17 da un incontro in Campidoglio sul Debito ecologico con il Sindaco Gualtieri, il Cardinale Parolin e il Senatore Monti. Alle 20:30, Piazza Pio XII si illumina con il concerto Armonie di speranza, con artisti come Beatrice Rana e Brad Mehldau.

Infine, domenica 22, i governanti partecipano all’Angelus in Piazza San Pietro in un settore riservato, e alle 17:00 la Messa presieduta da Papa Leone XIV a San Giovanni in Laterano chiude l’evento.

Giubileo 2025: Seminaristi, Sacerdoti e Vescovi riuniti a Roma

Nella seconda metà del mese, la capitale si veste di fede, accogliendo seminaristi, sacerdoti e vescovi in tre eventi che tra preghiera e comunione. Il Giubileo dei Seminaristi inizia il 23 con un benvenuto a San Paolo fuori le Mura con il rosario e un concerto del Coro della Diocesi di Roma, diretto da Mons. Frisina. Quindi, Il 24, alle 9, i seminaristi pellegrinano alla Porta Santa di San Pietro, seguiti da una catechesi con Papa Leone XIV (11:00) e Messe serali in chiese romane per gruppi linguistici.

Il 25, il Giubileo dei Vescovi riunisce i presuli nel Braccio di Costantino per il passaggio alla Porta Santa, una Messa con il Cardinale Ouellet e una catechesi papale (12:00). Un pranzo offerto dal Dicastero per l’Evangelizzazione chiude la mattinata. Contemporaneamente, i sacerdoti partecipano a catechesi serali.

Il Giubileo dei Sacerdoti, dal 25 al 27, prevede giovedì 26 una Messa presieduta dal Cardinale Lazzaro You a San Giovanni in Laterano. Seguono pellegrinaggi alle Porte Sante con confessioni e una veglia con Mons. Rino Fisichella. Venerdì 27, quindi, la Messa papale in Piazza San Pietro (9:00), nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, include ordinazioni presbiterali, suggellando un momento di grazia.

L’ingresso è gratuito con una quota di solidarietà opzionale (20 euro per seminaristi, 50 per sacerdoti e vescovi) a sostegno dei più bisognosi. Roma, con le sue basiliche e l’atmosfera giubilare, diventa un faro di speranza per tutti i “Pellegrini di Speranza”, invitando a vivere la fede in comunione, tra silenzi solenni e piazze gremite.

 

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Domenica al Museo, dieci musei a Roma da visitare gratis

Arte, storia e cultura sono solo alcune delle parole che vengono in mente parlando di Roma, non per nulla chiamata Città Eterna. Non c’è angolo della capitale che non regali, infatti, scorci di bellezza capaci di conquistare non solo i turisti ma anche i suoi stessi abitanti. E con il Giubileo 2025 in pieno svolgimento, l’urbe è sempre più meta prediletta da ogni parte del mondo anche solo per trascorrere qualche giorno immergendosi nelle sue infinite proposte culturali.

Tra queste, spicca l’iniziativa Domenica al Museo promossa dal Ministero della Cultura, che permette l’accesso gratuito ai musei civici e statali e ad alcuni siti archeologici la prima domenica del mese, da gennaio a dicembre 2025. Idea perfetta per chi vuole dedicare il proprio tempo libero scoprendo il patrimonio italiano senza spendere un euro. Ecco, allora, una guida a dieci musei romani da visitare gratis la domenica (e non solo). Preparate scarpe comode e lasciatevi incantare da Roma.

Colosseo e Foro Romano-Palatino

Il Colosseo, must-see di Roma, aderisce all’iniziativa Domenica al Museo permettendo l’accesso gratuito anche alla sezione permanente della mostra evento ‘Giacomo Boni. L’alba della modernità’ presso il complesso di Santa Maria Nova. Attenzione, però: gli ingressi sono contingentati per ragioni di tutela e non è possibile prenotare anticipatamente; meglio, quindi arrivare presto per evitare code. Camminare tra gli archi millenari famosi in tutto il mondo è come toccare il cuore dell’Impero Romano. A pochi passi, si estendono il Foro Romano e il Palatino, centri nevralgici della vita politica e religiosa nel mondo antico, con viste mozzafiato tra rovine e cipressi.

Vista del Colosseo

Fonte: 123RF

Vista del Colosseo dal Palatino

Galleria Borghese

Nel polmone verde di Villa Borghese, la Galleria Borghese è un gioiello d’arte barocca. Ogni prima domenica l’ingresso al polo museale è gratuito (esclusi eventuali diritti di prenotazione). Nelle sue sale – visitabili dalle 9 alle 19, ultimo ingresso alle 17.45 – si possono ammirare alcune delle opere più celebri di artisti quali Gian Lorenzo Bernini, Caravaggio e Raffaello. Qui i capolavori scultorei come Apollo e Dafne o il Ratto di Proserpina sembrano prendere vita. Una visita che è un dialogo intimo con l’arte, tra marmi e dipinti che raccontano passioni eterne.

Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo

A pochi passi dalla Stazione Termini, Palazzo Massimo custodisce veri e propri tesori dell’antichità. La prima domenica del mese l’ingresso gratuito permette di godere di mosaici, affreschi e statue, come il Discobolo o la Villa di Livia con i suoi giardini dipinti. Quello all’interno dell’edificio che fu eretto tra il 1883 e il 1887 per volontà del gesuita Massimiliano Massimo è un viaggio nella Roma imperiale che si snoda attraverso quattro piani, perfetto per chi ama l’archeologia e vuole scoprire un museo meno affollato ma altrettanto prezioso.

Terme di Caracalla

Le Terme di Caracalla (nel mondo latino nome come Thermae Antonianae), tra i più maestosi complessi termali di età antica visitabili ancora oggi, sono visitabili gratuitamente la prima domenica del mese. Fatti edificare nel III secolo d.C. sul Piccolo Aventino dall’imperatore Caracalla, hanno una struttura imponente di cui sono apprezzabili mosaici, archi e vasche monumentali, ambiente di quotidiana frequentazione per i romani fino al 537 d.C quando cessarono di essere in uso. La vastità del sito, immerso nel verde, regala un senso di pace, con il profumo di pini a fare da cornice. Ideale per una visita domenicale durante la bella stagione, magari accompagnata con un picnic nei dintorni.

Galleria Nazionale d’Arte Antica – Palazzo Barberini

Sala di Palazzo Barberini a Roma

Fonte: 123RF

Interno di Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d’Arte Antica visitabile gratuitamente la prima domenica del mese

Con la sua scalinata progettata dal Bernini, Palazzo Barberini è un scrigno di arte rinascimentale e barocca. Con ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese, il biglietto dà accesso alla ampie sale in cui si possono ammirare dipinti di Caravaggio, come Giuditta e Oloferne, e soffitti affrescati che lasciano senza fiato. Commissionato dal cardinale Francesco Barberini, l’edificio esprime tutta l’autorevolezza del casato di origini toscane e fu progettato da Maderno per poi essere concluso da Borromini e infine dal Bernini. Fu donato allo stato dopo essere stato residenza privata per lunghi secoli e dal 1949 è sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica. Last but not least, la sua posizione centrale lo rende perfetto per una passeggiata verso Piazza di Spagna dopo la visita, con Roma che si svela in tutto il suo splendore.

Musei Capitolini

Tra i musei civici a ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese, spiccano i Musei Capitolini, cuore pulsante della storia romana. Dall’alto del colle del Campidoglio, i musei furono aperti al pubblico nel 1734 per opera di Papa Clemente XII ma la loro nascita è molto più antica. Fu, infatti Papa Sisto IV a donare simbolicamente al popolo romano, nel 1471, alcune statue tra le quali l’iconica Lupa Capitolina, la Testa Colossale di Costantino e lo Spinario che andarono a costituire il patrimonio originario dell’istituzione che, ad oggi, rappresenta il più antico museo pubblico al mondo. Una domenica qui è un’immersione nella grandezza di Roma.

Museo Napoleonico

A ingresso sempre gratuito, il Museo Napoleonico è una valida alternativa per trascorrere una domenica al museo immersi nella storia. La sua nascita risale al 1927 quando il conte Giuseppe Primoli donò a Roma la preziosa collezione custodita al pianterreno del suo palazzo. Figlio di Pietro Primoli e Carlotta Bonaparte, Giuseppe raccolse opere d’arte, cimeli napoleonici e memorie familiari. Nessuna particolare celebrazione dei fasti imperiali: il Museo Napoleonico racconta i legami tra i Bonaparte e Roma, intrecciati con l’occupazione francese del 1808.

Museo dell’Ara Pacis

Gratuito la prima domenica del mese, il Museo dell’Ara Pacis è caratterizzato da un’architettura moderna ben visibile dal Lungotevere che custodisce, al proprio interno, l’altare dedicato alla pace augustea. L’antica ara, restituita al pubblico dopo importanti lavori di restauro, è tornata alla sua bellezza originaria con rilievi dalle scene vivaci sapientemente illuminati dalla luce che filtra dalle vetrate così da creare un’atmosfera magica, ideale per chi cerca arte e storia in un contesto contemporaneo.  La struttura ospita anche mostre temporanee che rendono l’esperienza di visita un dialogo tra passato e presente.

Bassorilievo Ara Pacis Augustae
La Saturnia tellus, uno dei bassorilievi dell’Ara Pacis

Centrale Montemartini

Tra i musei che vi proponiamo per una domenica alternativa (e gratuita) a Roma, c’è anche la Centrale Montemartini. Si tratta di un’ex centrale elettrica trasformata in museo, un ambiente unico e suggestivo nel quale statue romane convivono con macchinari industriali. Varcando la soglia d’ingresso, infatti, si svelano alla vista marmi antichi, mosaici e sculture, come la Musa Polimnia, in un contrasto affascinante tra classicità e modernità. Situata nell’Ostiense, è una meta per chi ama uscire dai percorsi turistici tradizionali e scoprire una Roma insolita, magari con una passeggiata al vicino Gazometro.

Museo Civico di Zoologia

Immerso nel polmone verde di Villa Borghese, il Museo Civico di Zoologia è un viaggio nella natura e nella scienza, tra collezioni di fossili, scheletri, conchiglie marine del Mediterraneo, fossili e anfibi da svariati paesi del mondo. Le sale raccontano la biodiversità con un approccio educativo, mentre il parco circostante invita a una pausa tra gli alberi. Un’esperienza che unisce cultura e relax, con Roma che si svela in una veste diversa.

Una nota finale: visitare questi musei gratis richiede un po’ di pianificazione e anche una certa pazienza, dal momento che potrebbero esserci code agli ingressi per l’affluenza di visitatori. Il consiglio, quindi, è arrivare presto per evitare il sovraffollamento e ricordarsi di portare un documento d’identità (alcune biglietteria potrebbero richiederlo).

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Roma, un itinerario alla scoperta di San Lorenzo

C’è un quartiere di Roma entrato ormai nell’immaginario sia dei cittadini che dei turisti: a ridosso della stazione Termini, si trova infatti San Lorenzo, per molti indissolubilmente legato ormai al viavai di studenti universitari. Locali, bar e ristorantini popolano infatti le vie della zona, sempre molto viva. Il suo nome deriva però da un luogo storico, la Basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Sarà forse proprio per il fatto che storia e movida si intrecciano in questo quartiere che è aumentato il suo fascino, unito alla vicinanza con la zona universitaria vera e propria. Un’area giovane, quindi, in cui non mancano attrazioni storiche da visitare. Vi proponiamo un itinerario tra le sue meraviglie, da svolgere in qualche ora rigorosamente a piedi. Prima, però, un po’ di storia.

La storia del quartiere San Lorenzo a Roma

La storia del quartiere San Lorenzo è relativamente recente: circondato dalle Mure Aureliane, fino alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 è stata un’area prevalentemente agricola che è stato poi necessario urbanizzare: Roma, del resto, era diventata Capitale d’Italia. Un paesaggio brullo all’epoca, interrotto alla vista solo dalla Basilica di San Lorenzo e dal cimitero del Verano. Poco dopo – tra il 1860 e il 1890 – iniziano ad apparire lo scalo merci San Lorenzo, i relativi alloggi (un tempo case popolari, oggi affascinanti case a ringhiera) e persino la prima Casa dei Bambini al mondo di Maria Montessori.

La vita essenzialmente popolare e giovane del quartiere lo resero, in men che non si dica, un’area abitata da una forte componente social-comunista e – nei primi anni ‘20 – rinomatamente antifascista. Sono note, in questi anni, le rappresaglie continue tra i due schieramenti politici italiani. La Città Universitaria sorge invece negli anni ‘30 e, in seguito, è celebre il bombardamento del 1943 da parte degli statunitensi: il 19 luglio di quell’anno morirono 3.000 persone e ne furono ferite 11.000, ancora oggi ricordate da continui eventi commemorativi. Negli anni ‘70, il quartiere non perse la propria natura – grazie anche alla vicinanza degli studenti – e fu il centro romano delle contestazioni. Ancora oggi è, a tutti gli effetti, il quartiere degli studenti: se possibile, il più giovane di Roma.

Porta Tiburtina

Il nostro itinerario parte da qui: dalla Porta che segna – nelle Mura Aureliane – il punto in cui la via Tiburtina usciva dalla città. Edificata in realtà già nel 5 a.C. da Augusto, la Porta fu poi restaurata – tra gli altri – da Tito e Caracalla e infine inglobata nelle Mura Aureliane tra il 270 e il 275.

Un altro intervento di restauro si deve anche all’imperatore Onorio (qui siamo nel 401-402) ed è per questo che Porta Tiburtina è nota per il suo doppio stile architettonico: romano repubblicano all’interno e tardoantico all’esterno. Sembra simbolico iniziare da qui il nostro percorso, considerando che la Porta è nota anche come Porta San Lorenzo, grazie al cristianesimo che la collegò (almeno nel nome) alla vicina Basilica più che alla storia dell’Impero Romano.

Basilica di San Lorenzo fuori le Mura

La seconda anima storica di questo quartiere, quella cristiana, la scopriamo proprio dirigendoci verso la Basilica che gli dà il nome: fino alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura sono 15 minuti a piedi lungo Via Tiburtina, per circa 1 km. Qui si conclude il celebre Giro delle Sette Chiese di San Filippo Neri ed è bene sottolineare che – dato che siamo nell’anno del Giubileo – è una Chiesa che merita sicuramente una visita, per storia e fascinazioni.

È così chiamata perché ospita la tomba di San Lorenzo, ma anche quella di Alcide De Gasperi e di cinque papi: san Zosimo, san Sisto III, sant’Ilario, Damaso II e beato Pio IX. Tantissime le opere e le meraviglie da ammirare in questa Chiesa: il piazzale fu voluto da Papa Pio IX e lì troverete una statua in bronzo di San Lorenzo, opera di Stefano Galletti del 1865. L’interno è invece a tre navate con l’organo a canne, realizzato (forse) nel 1958 dai fratelli Ruffatti. La Basilica è stata di fatto vittima dei bombardamenti del 1943 e, in alcuni casi, sono visibili i lavori di restauro e le stratificazioni storiche.

Cimitero del Verano

Siete già praticamente al Cimitero del Verano, altra tappa imperdibile del quartiere. Il Verano è adiacente alla Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, quindi vi basteranno appena tre minuti di camminata. Come scritto sopra, il Cimitero è nato prima del quartiere San Lorenzo: risale infatti all’editto di Saint Cloud del 1804 di Napoleone Bonaparte e fu progettato da Giuseppe Valadier.

Costruito a partire dal 1811 fu terminato in varie fasi per diventare attivo intorno al 1830-1840. Si tratta di un’area di 83 ettari suddivisa in 21 zone. Tantissimi i monumenti e le opere funebri presenti in questo luogo. Qui troverete anche il Sacrario militare del Verano (un cimitero militare che ospita le salme di 4978 soldati), il Mausoleo dei mutilati e invalidi di guerra e il cosiddetto Tempio (o Tempietto) egizio, che ospita cerimonie funebri laiche. Tra i personaggi celebri qui sepolti spiccano Vittorio Gassmann, Eduardo De Filippo e Raimondo Vianello.

Sepolcro di Largo Talamo

Torniamo indietro lungo Via dei Volsci, per poi virare a sinistra in Via dei Reti e imboccare, a destra, Via dello Scalo di San Lorenzo. All’inizio di Via dei Campani vi troverete ad ammirare il Sepolcro di largo Talamo a largo Eduardo Talamo. È un’ulteriore testimonianza dell’Antica Roma del quartiere, perché risale al I secolo d.C. (apparteneva probabilmente alla gens Pomponia). Venuto alla luce nel 1935 durante gli scavi in Viale dello Scalo di San Lorenzo, è stato spostato nella posizione in cui si trova ora per far sì che i passanti lo ammirassero.

Il Parco Caduti del 19 Luglio 1943 e Villa Mercede

Ultima tappa del nostro itinerario, arriviamo a Villa Mercede perdendoci prima però tra le stradine che compongono la cosiddetta Street Art Walk. Tra via dei Campani, via degli Equi, via dei Lucani potete anche passeggiare, fermarvi in qualche locale per riposarvi e – contemporaneamente – ammirare la street art che popola e dà vita al quartiere. Qui giace infatti proprio l’anima più giovane di San Lorenzo, la più viva umanamente e artisticamente.

Appena sbucate in Via Tiburtina, troverete ben due parchi. Il primo è il Parco Caduti del 19 Luglio 1943 che, come dice ampiamente il nome, ricorda la data e i caduti durante i bombardamenti da parte degli angloamericani. Nel parco troverete un Monumento ai Caduti dell’architetto Luca Zevi inaugurato nel 2003: composto da cinquanta lastre metalliche, porta i nomi delle vittime accertate di quel tragico giorno.

Poco più avanti, potete invece sostare nel parco pubblico di Villa Mercede, tra via Marruccini e via Tiburtina. Non un parco vastissimo, ma perfetto per una sosta. Appartenente nel 1913 alla famiglia De Reinach, contiene al suo interno la cosiddetta Villetta (edificio realizzato per Teresa Lemoine). Non si sa molto dei De Reinach, tranne che acquistarono il terreno nel 1907 e che la signora Lemoine fosse molto religiosa: nel 1931, non a caso, cedette questo spazio al vicino Istituto delle Suore Ausiliatrici con tutta la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice (oggi chiesa di San Tommaso Moro) progettata dall’architetto Giuseppe Gualandi e all’epoca ancora in fase di costruzione.

Fino al 1970 il Parco e i suoi edifici restarono nelle mani delle suore Ausiliatrici che divisero l’intera area in due parti e vendettero la zona sulla via Tiburtina al Banco di Santo Spirito. Fu aperta al pubblico nel 1979. Ospita attualmente la Biblioteca Tullio De Mauro.

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Giubileo, gli eventi di maggio: cosa cambia col conclave

La notizia della scomparsa di Papa Francesco ha commosso, e continua a emozionare, il mondo intero che si è unito anche idealmente al cordoglio della comunità cristiana accorsa in Vaticano per far sentire la propria vicinanza. Così, dopo aver visto il santo padre salutare i fedeli scendendo in piazza San Pietro nel giorno di Pasqua, quella stessa folla gli ha tributato l’ultimo saluto solo pochi giorni dopo, sabato 26 aprile, in occasione delle solenni esequie, alla presenza dei più influenti leader mondiali.

Uomo di pace che fino all’ultimo ha invocato il dialogo soprattutto per le terre martoriate dai conflitti bellici, Francesco ha spesso sottolineato come le vittime finiscano per essere i civili e gli innocenti. Anche per questo, dunque, Bergoglio lascia un’eredità morale, religiosa e politica importante. In un anno speciale come questo che vede come tema portante degli eventi giubilari la speranza. E a proposito di Giubileo 2025 e futuro, il calendario ufficiale degli appuntamenti di maggio fa i conti con un altro grande evento, il conclave, la cui apertura è prevista il 7 maggio. Cosa potrebbe, allora, cambiare rispetto al programma già definito?

La canonizzazione del Beato Carlo Acutis e altri possibili cambiamenti

Sinora, l’unica modifica sostanziale in agenda ha riguardato la canonizzazione del beato Carlo Acutis inizialmente calendarizzata su domenica 27 aprile durante il Giubileo degli Adolescenti che si è svolto, invece, in maniera regolare. Per il giovane milanese “influencer di Dio”, la strada a questo punto si fa un po’ più lunga ma si tratta solo di tempistiche legate proprio all’arrivo del nuovo Pontefice, che determinerà a un rinnovamento delle nomine. Se da una parte, quindi, l’iter al Dicastero per le Cause dei Santi è concluso, e i miracoli di Acutis sono riconosciuti, a restare incerti a questo punto sono solamente i tempi per definire una nuova data della celebrazione. E si spera che il 2025 possa vedere il traguardo di questa attesa.

Stando, quindi, alla programmazione ufficiale di maggio, nel momento in cui scriviamo paiono confermati gli appuntamenti già in precedenza comunicati dalla Santa Sede. Il Giubileo non si ferma, ma si adatta soprattutto in relazione alle necessità del conclave e al cerimoniale che l’elezione del nuovo Papa prevede. È possibile, però, che alcune celebrazioni possano essere sospese o rinviate e certamente il nuovo Pontefice avrà un ruolo decisivo. Sarà lui, infatti, a confermare il calendario giubilare o ridisegnarlo, imprimendo il proprio stile alla Chiesa.

Cappella Sistina e Giudizio Universale

Fonte: 123RF

Interni della cappella Sistina, che ospita il conclave

Per esempio, in data 10 maggio, tra gli eventi ufficiali del Giubileo è prevista un’udienza con il Santo Padre. Ovviamente, questo dipenderà dai tempi e dall’esito del conclave: in caso la fumata bianca sia già avvenuta, potrebbe essere il primo appuntamento ufficiale del nuovo rappresentante di Pietro ma i tempi sono davvero molto stretti. Più probabile, invece, che si svolga l’udienza giubilare del 31 maggio. Non resta, dunque, che riepilogare gli eventi che risultano in essere per il mese di maggio in attesa di conoscere chi prenderà le redini della Chiesa nel prossimo futuro e quali saranno gli eventuali cambiamenti che vorrà imprimere in Vaticano e nel proseguo di questo Anno Santo.

Gli eventi di inizio maggio: Giubileo dei Lavoratori, Giubileo degli Imprenditori e Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare

Maggio si è già aperto con il Giubileo dei Lavoratori (1-4 maggio) a cui segue il Giubileo degli Imprenditori (4-5 maggio), appuntamenti per i quali il Dicastero per l’Evangelizzazione ha apportato alcune modifiche nel programma a causa degli eventi recenti. Le celebrazioni si concentrano, in particolare, sul rito giubilare in modo da semplificarne lo svolgimento offrendo ai visitatori l’occasione di vivere Roma in un’atmosfera di raccoglimento e riflessione, tra le sue basiliche e le sue piazze primaverili.

In entrambe le occasioni, i pellegrini possono attraversare le Porte Sante di San Pietro e delle altre Basiliche Papali, un momento di fede e speranza che resta il cuore dell’Anno Santo. Un evento che invece brilla di vitalità è il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare, il 10 e 11 maggio. Sabato 10, dalle 14 alle 17, bande militari, folkloristiche, scolastiche e sportive sfileranno verso la Porta Santa, mentre le piazze romane si animeranno con le loro melodie. Domenica 11, alle 10:30, Piazza San Pietro accoglierà la Messa presieduta dall’eventuale nuovo Pontefice.

Giubileo delle Chiese Orientali, Giubileo delle Confraternite e Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani

Attorno alla metà del mese – dal 12 al 14 maggio –, è previsto il Giubileo delle Chiese Orientali che riunisce fedeli cattolici orientali. Lunedì 12, le Basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore ospitano Divine Liturgie in riti etiopico, armeno e copto mentre martedì 13 si svolgeranno liturgie siro-orientali e vespri siro-occidentali che culmineranno nell’Akathistos serale sul sagrato di Santa Maria Maggiore. Mercoledì 14, infine, una Divina Liturgia bizantina chiuderà l’evento, celebrando la ricchezza delle tradizioni orientali.

Fedeli verso Piazza San Pietro a Roma

Fonte: 123RF

Folla di fedeli e turisti in Piazza San Pietro

Si prosegue, dal 16 al 18 maggio, con il Giubileo delle Confraternite che invita le comunità religiose di pellegrini ad attraversare la Porta Santa e confessarsi nelle chiese giubilari. Sabato sera, poi, una grande processione illuminerà le vie romane, seguita domenica dalla Messa in Piazza San Pietro.

Dal 30 maggio al 1° giugno, tocca al Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani che celebra l’amore familiare. La giornata di venerdì sarà animata da concerti e giochi alla SS. Trinità dei Monti, con una mostra a San Salvatore in Lauro. Sabato, catechesi sull’anzianità, convegni e una festa in Piazza San Giovanni con il Rosario. Domenica, la Messa in Piazza San Pietro, con Prime Comunioni, sigillerà l’evento.

Gli altri eventi giubilari di maggio

Ma il mese di maggio 2025 porta a Roma anche una serie di eventi che intrecciano innovazione, spiritualità e memoria nel cuore del Giubileo. Tra convegni, concerti e celebrazioni, la città invita infatti a riflettere sul futuro e sul passato. Il 7 maggio, RomeCup 2025 all’Università Roma Tre (ore 10:00-12:00) apre con un convegno al Dipartimento di Ingegneria. “Intelligenza umana e artificiale: le sfide per il benessere olistico” esplora come robotica e IA possano promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, affrontando dilemmi etici in un mondo sempre più “tecno-umano”. È un dialogo sulla tecnologia come faro di speranza, perfetto per chi cerca una Roma che guarda avanti.

La sera dell’8 maggio, poi, la Basilica di Santa Maria in Aracoeli si riempie di note con il concerto Anima Mundi (ore 19:00). Un evento che unisce musica e fede, sotto le volte di una delle chiese più amate, offrendo un momento di pace ai pellegrini. Il 9 maggio, l’Auditorium San Giovanni Paolo II della Pontificia Università Urbaniana (9:00-19:30) ospita la presentazione di “Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore”, celebrando i 1700 anni del Concilio di Nicea. La giornata di studio, arricchita dalla Commemorazione dei Nuovi Martiri, è un tuffo nella storia cristiana, ideale per chi ama il connubio tra cultura e spiritualità.

Sempre il 9, “1900-2000: Un secolo di Giubileo” porta le vetture storiche dell’ASI da Piazza del Gianicolo a San Pietro. È una parata che celebra il passato, unendo il rombo dei motori alla magia del Giubileo che conferma Roma come crocevia di idee, suoni e ricordi, pronto ad accogliere chiunque cerchi bellezza e profondità. A chiusura del mese, come si accennava, è prevista un’udienza giubilare del Santo Padre; durante l’evento, il 31 maggio, la Porta Santa della Basilica di San Pietro rimarrà chiusa ma sarà attraversabile al termine anche senza essersi iscritti al portale di registrazione. Per partecipare all’udienza occorre richiedere i biglietti alla Prefettura Della Casa Pontificia.

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Roma, un itinerario urbano per scoprire l’EUR

Tra le zone di Roma un po’ più distanti dal clamore del Giubileo c’è sicuramente l’EUR, la cui storia è strettamente legata agli anni ‘30 del nostro paese e al fascismo, sebbene il XXXII quartiere della città si sia poi sviluppato – in epoca contemporanea – su binari ben diversi. La zona risale infatti agli anni in cui Giuseppe Bottai – allora governatore della Capitale – propose a Mussolini la candidatura della città per l’Esposizione Universale del 1942. Lo stesso acronimo E.U.R. – di fatto – sta per Esposizione Universale di Roma (ora il quartiere mantiene l’acronimo ma è denominato Europa), che non ebbe mai luogo a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Per questo motivo, sebbene l’EUR si ispiri alla classica urbanistica romana – di cui il Colosseo Quadrato è il massimo rappresentante – i lavori si interruppero nel 1942 e, negli anni successivi, il quartiere vivrà di vita propria, formandosi intorno ai pochi edifici già avviati. Dato ancor più importante, in parte l’EUR sarà simbolo della ricostruzione del dopoguerra, sfuggendo ideologicamente alla sua missione originale. Quello che vi proponiamo è dunque un itinerario urbano alla scoperta di quest’area di Roma relativamente recente, ma sempre ricca di storia.

Palazzo della Civiltà Italiana

Partiamo dal simbolo dell’EUR: il Palazzo della Civiltà Italiana, ormai noto in realtà come Colosseo Quadrato. Impossibile non notarlo nella sua statuarietà e, infatti, è una delle strutture progettate nel 1937 e addirittura inaugurate – anche se incompleta – nel 1940. È ricoperto in travertino e fu ideato da Giovanni Guerrini, Ernesto Lapadula e Mario Romano. Sulle quattro facciate potete leggere la frase Un popolo di poeti di artisti di eroi, di Santi di pensatori di scienziati, di navigatori di trasmigratori: era parte di un discorso di Mussolini tenutosi il 2 ottobre 1935. Il piano terreno accoglie invece 28 statue, ognuna delle quali rappresenta una virtù del popolo italiano.

Se le premesse di costruzione indicano chiaramente un approccio al regime dell’epoca, già dal 1943 il palazzo ospitò in realtà le truppe tedesche e poi quelle alleate. Dopo la guerra, la sua funzione fu invece quella di alloggio per gli sfollati. La sua ricostruzione riparte di fatto solo nel 1951 e, nel 1953, ospitò l’Esposizione Internazionale dell’Agricoltura. Attualmente (e fino al 2028) il Palazzo è concesso in affitto al gruppo Fendi.

Il Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, EUR

Fonte: 123RF

Palazzo della Civiltà Italiana a Roma

Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi

Camminate ora per circa dieci minuti lungo Viale della Civiltà del Lavoro fino a Piazza John Kennedy: qui sorge il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, anche questo progettato già nel 1938 da Adalberto Libera e concluso nel 1954. Il progetto di Libera è già di per sé estremamente interessante, più libero dai vincoli architettonici dell’epoca fascista. Di fatto, il palazzo – per quanto ricoperto in travertino e dunque decisamente appariscente – rivela la sua origine cronologica solo con il colonnato frontale.

Tra gli eventi ospitati nell’edificio durante il periodo post-bellico vanno sicuramente citate le gare di scherma per i Giochi Olimpici di Roma del 1960. Nel 1962, ospitò invece il Congresso del Partito Comunista, mentre nel ‘64, ‘69 e ‘73 accolse i congressi della Democrazia Cristiana. Dal 2002 al 2016 qui si sono tenute invece le annuali edizioni di Più libri più liberi.

Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi a Roma, EUR

Fonte: 123RF

Roma EUR, il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi

Obelisco di Marconi

Ora affacciatevi a Piazza Marconi – senza camminare troppo – per guardare l’Obelisco che dà il nome alla Piazza. È l’Obelisco di Marconi – noto ai romani semplicemente come Obelisco dell’EUR – che nulla o poco ha a che vedere con gli obelischi storici e millenari della Capitale. Data la modernità del quartiere, del resto, non potrebbe essere altrimenti: è opera dello scultore Arturo Dazzi, è intitolato al fisico italiano Guglielmo Marconi e fu commissionato nel 1939. Anche questa scultura rientra dunque nel piano di costruzione del progetto dell’Esposizione Universale di Roma del 1942, ma – come tutti gli edifici – fu poi terminato in seconda battuta e, più precisamente, nel 1959 (anno della sua inaugurazione).

L’obelisco è rivestito con 92 lastre di marmo di Carrara e ricoperto da altorilievi: si staglia al centro della Piazza con la sua forma a tronco di piramide, al centro di un’aiuola.

Obelisco di Marconi in Piazza Marconi, Roma EUR

Fonte: 123RF

L’Obelisco di Marconi nel quartiere EUR

Museo delle Civiltà

Ora che siete già in Piazza Marconi, vi basterà volgere lo sguardo verso il Museo delle Civiltà che si affaccia sulla medesima Piazza e, se volete, approfittarne per fare un giro tra i suoi tesori. Nato nel 2016, contiene le collezioni di quattro musei nazionali (il Museo nazionale preistorico etnografico, il Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari, il Museo nazionale dell’Alto Medioevo e il Museo nazionale d’arte orientale). Ha poi aggiunto anche le collezioni del Museo africano e del Museo geologico nazionale. Gli edifici risalgono invece sempre al progetto dell’EUR del 1942: tra questi spicca il Palazzo delle tradizioni popolari, progettato dagli architetti Massimo Castellazzi, Pietro Morresi e Annibale Vitellozzi e realizzato tra il 1938 e il 1942. Accanto ad esso, sorge il Palazzo delle Scienze, che – per EUR42 – doveva ospitare la Mostra della scienza universale.

Museo della civiltà romana e la Nuvola di Fuksas

Percorrete Viale Asia e poi Viale Rembrandt fino al Museo della civiltà romana in Piazza Giovanni Agnelli. In seguito al successo della mostra augustea della romanità del 1937, organizzata dall’archeologo e deputato Giulio Quirino Giglioli, nel 1939 si pensò di realizzare un edificio nel neonato quartiere EUR per ospitare in modo permanente gli oggetti esposti. Il progetto porta la firma degli architetti Pietro Aschieri, Gino Peressutti, Domenico Bernardini e dall’ingegnere Cesare Pascoletti, ma la commissione in sé era della FIAT. La storia di questi edifici ormai la sapete: i lavori si interruppero e ripresero nel ‘52 con l’inaugurazione ufficiale nel 1955. Il Museo è temporaneamente chiuso, quindi ammiratelo dall’esterno e proseguite fino alla Nuvola di Fuksas.

Vi trovate ora di fronte a un edificio recente, noto comunemente con il nome La Nuvola: il Nuovo Centro Congressi – come dice anche il nome – è stato progettato dallo studio Fuksas nel 2008 ed è un capolavoro di architettura contemporanea, tanto da guadagnarsi – nel 2021 – il premio Best Building Site del Royal Institute of British Architects. La struttura – così chiamata perché al suo interno è ben visibile una nuvola bianca – è stata inaugurata ufficialmente nel 2016 e, da allora, i suoi utilizzi sono stati molteplici. Durante la pandemia, è stato ad esempio utilizzato come luogo per la somministrazione dei vaccini, ma ha ospitato anche il vertice del G20 nel 2021 oltre ad accogliere gli avventori dell’ormai consolidata fiera di arte contemporanea Roma Arte in Nuvola.

La Nuvola di Fuksas all'EUR

Fonte: 123RF

La Nuvola di Fuksas nel quartiere EUR di Roma

Giardino delle Cascate

Da qui percorrete Via Cristoforo Colombo per circa 10 minuti fino ad arrivare al Giardino delle Cascate. Vi troverete l’ormai celeberrima Passeggiata del Giappone, dove in primavera è possibile praticare l’hanami, ossia l’ammirazione della fioritura dei ciliegi proprio come in terra nipponica. Anche se non in primavera, è chiaro che il giardino dà il suo meglio nei mesi più caldi dell’anno, ma anche d’inverno è uno dei Parchi più apprezzati della Capitale. Progettato dall’architetto Raffaele De Vico e realizzato nel 1961, questo polmone verde regala all’EUR circa 42mila mq di natura tra cascate (come da nome, del resto), fontane e piante.

Giardino delle Cascate a Roma EUR

Fonte: 123RF

Giardino delle Cascate nel quartiere EUR a Roma

Basilica dei Santi Pietro e Paolo

L’ultima tappa di questo nostro breve itinerario urbano vi porta fino alla Basilica: sono circa 20 minuti di camminata attraversando il Parco dell’EUR, estremamente piacevole. La Basilica dei Santi Pietro e Paolo sorge nel punto più alto del quartiere ed è un progetto iniziato nel 1939: qui tuttavia la guerra arrivò nella sua piena e distruttiva forza.

Nel 1943 – mentre l’edificio era ancora in costruzione – si registrarono scontri tra soldati italiani e paracadutisti tedeschi. Per forza di cose, dunque, i lavori ripresero nel 1953, ma il conflitto non fece sconti, tra furti di materiale e distruzione. La Basilica fu dunque aperta al culto solo nel 1955, nel 1966 fu dedicata dal cardinale titolare Franjo Šeper e nel 1967 fu elevata alla dignità di basilica minore.

Basilica dei Santi Pietro e Paolo

Fonte: 123RF

La Basilica dei Santi Pietro e Paolo all’EUR
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Roma dopo la morte di Papa Francesco: cosa succede ora

Papa Francesco è morto il 21 aprile 2025, durante l’anno Giubilare da lui stesso inaugurato e che non potrà chiudere: l’ultimo precedente risale al 1700, quando la Porta Santa venne aperta da  Innocenzo XII, che morì poi il 27 settembre, e richiusa da Clemente XI. In Italia sono in corso cinque giorni di lutto nazionale, proclamati dal Consiglio dei ministri: il periodo di lutto si concluderà sabato mattina, 26 aprile, quando si terranno i funerali solenni alle 10.00 in Piazza San Pietro.

La città di Roma si trova quindi ad affrontare un periodo molto particolare: il funerale del Papa, l’arrivo dei Cardinali per il Conclave, lo svolgimento stesso del Conclave con la presenza costante di giornalisti da tutto il mondo in piazza San Pietro in attesa della fumata bianca e il proseguimento del Giubileo con gli eventi programmati. Vediamo nella pratica cosa cambierà.

Morte del Papa: cosa cambia per i turisti

I turisti e i pellegrini che si trovano a Roma o che arriveranno nelle prossime ore si troveranno di fronte ad alcuni cambiamenti: l’accesso alla Basilica di San Pietro sarà limitato e ci saranno lunghe code per omaggiare la salma, esposta dal 23 aprile di fronte all’altare maggiore. Alcune aree non saranno probabilmente aperte al pubblico, tra cui la Cappella Sistina, chiusa dal 28 aprile per l’arrivo dei Cardinali e l’inizio del Conclave.

Chiusi il 26 aprile, in segno di rispetto, i Musei Vaticani e il Polo Museale di Castel Gandolfo, mentre saranno chiusi alle visite dal 28 aprile in poi, per motivi di sicurezza, i Giardini Vaticani e la Necropoli della via Triumphalis, che vengono usati come via di transito dai Cardinali in conclave. Previste, almeno nella giornata del 26 aprile, anche modifiche alla visitabilità della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove Papa Francesco ha chiesto di essere tumulato.

Confermati i festeggiamenti per il 25 aprile, 80esimo anniversario della Liberazione, ma con la sobrietà imposta dalla circostanza, come indicato dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci. Si svolgerà comunque la tradizionale cerimonia all’Altare della Patria, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della premier Giorgia Meloni e di vari ministri.

E’ invece stata annullata la canonizzazione di Carlo Acutis, il nuovo giovanissimo santo per la quale si erano già prenotati 120mila fedeli: la cerimonia è rimandata a data da destinarsi.

Il Giubileo della Speranza prosegue

Inizialmente Mons. Fisichella aveva ventilato l’idea che il Giubileo venisse interrotto per la morte di Papa Francesco, ma l’ipotesi è stata smentita dal direttore della sala stampa Vaticana Matteo Bruni.

Le attività giubilari quindi proseguono con il Giubileo degli adolescenti, che si aprirà venerdì 25 aprile e si chiuderà domenica 27. Poi sarà la volta del Giubileo delle Persone con Disabilità (28-30 aprile); quello dei Lavoratori (1-4 maggio) e quello degli Imprenditori (4-5 maggio). Questi eventi si svolgeranno per forza di cose senza la presenza del Papa, mentre gli eventi estivi vedranno con molta probabilità la presenza del nuovo Pontefice.

Roma blindata, aumentate le misure di sicurezza

In tutta la città è stato innalzato il livello di sicurezza, anche in previsione dell’arrivo dei potenti del mondo per il funerale di Papa Francesco: è stato attivato il livello 1, il più alto previsto dal protocollo, coordinato dalla Sicurezza Vaticana, una struttura interforze che lavora in stretto raccordo con la Gendarmeria Vaticana, la Guardia Svizzera Pontificia e le principali forze dell’ordine italiane, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Aeronautica Militare.

La zona più attenzionata è San Pietro, ma su tutta Roma è scattata la no-fly zone temporanea, sorvegliata da elicotteri della Polizia e dei Carabinieri. Droni dotati di videocamere ad alta risoluzione vengono utilizzati per la sorveglianza tattica e inviano immagini in tempo reale alle centrali operative dislocate sul territorio. Inoltre sono state posizionate altre 200 telecamere, attive 24 ore, nei punti nevralgici della Capitale, controllate da postazioni centralizzate.

Eventi annullati a Roma

Per la morte di Papa Francesco e il successivo periodo di lutto nazionale di cinque giorni, sono state rimandate le partite di calcio di ogni categoria e annullati i festeggiamenti per il Natale di Roma, che cadevano proprio il 21 aprile.

Rimandato anche il concerto di Jovanotti, previsto a Roma proprio sabato 26 aprile, giorno in cui saranno svolti i funerali del Papa: inizialmente il cantante aveva dichiarato che il concerto si sarebbe comunque svolto, per rispetto a chi aveva acquistato i biglietti o programmato il viaggio verso la Capitale. Nella giornata del 23 aprile, però, il ripensamento: il concerto viene rimandato al giorno dopo, domenica 27. Per chi aveva acquistato i biglietti per il 26 è comunque prevista la possibilità di chiedere il rimborso, disponibile da mercoledì 23 aprile alle 10:00 fino a giovedì 24 aprile alle 18:00, attraverso i siti Ticketone e Ticketmaster o nei punti vendita fisici, a seconda di dove il biglietto è stato acquistato.

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Natale di Roma, perché (e come) si festeggia il 21 aprile

Il 21 aprile a Roma non è una data come tutte le altre: è il “Natale di Roma”, il compleanno della città, che viene festeggiato con sfilate e ricorrenze che affascinano i turisti e rendono i residenti orgogliosi, ancora una volta, dell’unicità della loro città.

Quale altra città può infatti vantare un “Natale” festeggiato e conosciuto anche a livello nazionale?

Le origini di Roma

Come sappiamo, le origini della città di Roma si dividono nettamente fra storia e leggenda, anche se ci sono dei punti di contatto. La leggenda vuole che la città sia stata fondata dal primo Re di Roma, Romolo, dopo aver ucciso il fratello gemello Remo; la storia raccconta invece che Roma è nata per “sinecismo”, cioè per l’unificazione progressiva dei villaggi sparsi sui vari colli come Palatino, Campidoglio, Aventino. C’è però da segnalare che i ritrovamenti archeologici confermano alcune circostanze del mito: la prima cinta muraria, per esempio, oggetto del contendere fra Romolo e Remo, risale effettivamente all’VIII secolo, come leggenda racconta.

Roma non è stata costruita in un giorno, recita un antico detto ed in effetti è proprio così: si è trattato di un lungo processo e non di una fondazione in una data precisa. Avere però una data di riferimento è una tentazione troppo forte per gli storici ed infatti è stato l’autore latino Marco Terenzio Varrone, nel I se a.C, a fissare al 21 aprile 753 la nascita di Roma, a sua volta ispirandosi alle ricerche di un altro studioso, un astrologo, Lucio Taruzio Firmano.

Il processo che portò Varrone a fissare il 21 aprile (che nel calendario pre-giuliano, il cosiddetto calendario romano arcaico o repubblicano, corrispondeva al XI giorno prima delle Calende di Maggio) come data di fondazione di Roma ha delle basi religiose ma anche “scientifiche”, oltre che astrologiche: questo convinse i romani ad accettare la data come autentica nel giro di alcuni decenni e a smettere di identificare gli anni in base al nome dei consoli in carica, inziando invece a contarli “ab urbe condita”, quindi dalla data di fondazione.

Perché il 21 aprile è il Natale di Roma

Dietro alla data del 21 aprile ci sono tre tipi di motivazioni, molto importanti all’epoca di Varrone:

  • Tradizione religiosa:
    Il 21 aprile, nel calendario romano antico, si celebrava una festa rurale antichissima chiamata Parilia, in onore della dea Pales, protettrice delle greggi e dei pastori. Era una festa di purificazione e rinnovamento, quindi simbolicamente perfetta per fondare una città. Roma, secondo il mito, nasce come insediamento voluto da Romolo, che era stato cresciuto da pastori ed era a tutti gli effetti un pastore anche lui, quindi la fondazione durante i Parilia aveva un forte valore religioso e culturale.
  • Calcoli cronologici:
    Varrone cercava di dare un fondamento scientifico alla la storia di Roma. Seguendo cronologie leggendarie (come i regni dei sette re di Roma, le genealogie troiane ecc.), Varrone calcolò all’indietro partendo da eventi storici certi (come la prima Olimpiade, la guerra di Troia) e concluse che la fondazione dovesse cadere nel 753 a.C..
  • Coerenza con i miti troiani:
    Roma, secondo il mito, discendeva da Enea, fuggito da Troia. Varrone tenne conto anche delle cronologie mitiche che legavano la caduta di Troia (tradizionalmente datata intorno al 1184 a.C.) con l’arrivo di Enea in Italia e la successiva fondazione di Alba Longa e Roma, sistemando tutto con un calcolo “armonico” delle genealogie.
  • Influenza astronomica:
    Qui entra in scena Lucio Taruzio (o Taruzio Firmiano), un astrologo e matematico amico personale di Cicerone. Fu proprio grazie ai calcoli astrologici di Taruzio che Varrone potè fissare non solo l’anno, ma addirittura il giorno esatto della fondazione di Roma. Secondo quanto tramandato (soprattutto da Plutarco in Vita di Romolo), Taruzio aveva ricostruito astrologicamente il cielo alla nascita di Romolo, partendo da miti e racconti, stabilendo che Romolo fosse nato il 23 settembre sotto il segno della Bilancia (segno dell’equilibrio e della giustizia, simbolicamente perfetto per il fondatore di una città) e determinato che avesse fondato Roma il 21 aprile.

Storia e leggenda si intrecciano nel mito di Roma

Il simbolo di Roma è una lupa che allatta due gemellini: questa immagine viene da un mito, formato da diverse leggende e definito in età augustea. Romolo e Remo, i due gemelli, sarebbero stati figli del dio Marte e di Rea Silvia, a sua volta figlia del re di Alba Longa, Numitore. Il trono di Alba Longa era stato usurpato dal fratello di Numitore, Amulio, il quale, venuto a sapere della nascita dei due gemelli, ordinò che fossero uccisi. Il servo incaricato di uccidere i bambini però non ne avrebbe avuto il coraggio e invece di sopprimerli li affidò alle acque del Tevere, adagiati in una cesta. La cesta si fermò proprio nella zona in cui sarebbe sorta Roma e Romolo e Remo si salvarono perchè allattati da una lupa e poi adottati da un pastore.

Nell’anno 753, diventati adulti, uccisero Amulio, restituirono il trono di Alba Longa a Numitore e decisero di fondare una città nel luogo dove erano cresciuti. Quella fondazione però doveva essere segnata dal sangue.

La leggenda narra infatti che Romolo e Remo, in competizione per diventare sovrani della città che dveva ancora nascere, si posizionassero su due colli poco distanti, Romolo sul Palatino e Remo sull’Aventino, in attesa che gli dei mandassero un presagio. Remo avvistò sei avvoltoi, suo fratello dodici: a quanto pare gli dei avevano scelto Romolo, che fondò la città sul colle del Palatino, tracciando il perimetro delle mura, e la chiamò Roma dal suo nome.

Remo però non accettò il risultato di questa disputa e quando Romolo tracciò il confine della città, il sacro “pomerium”, ci saltò sopra in segno di scherno: a quel punto, secondo la versione più diffusa, Romolo lo uccise (o secondo altre versioni ordinò di ucciderlo) pronunciando la famosa frase: “Così perirà chiunque osi varcare le mura che ho costruito”

L’archeologia conferma il mito?

Alcune scoperte archeologiche hanno trovato elementi di riscontro del mito: tra gli anni ’80 e ’90 il famoso archeologo Andrea Carandini ha scavato proprio sul Palatino, dove secondo la tradizione Romolo avrebbe fondato Roma, trovando i resti di un muro di fortificazione (una specie di palizzata molto antica) che risale proprio attorno al 750 a.C.: esattamente il periodo indicato dalla leggenda.

Cosa significa tutto questo? Probabilmente che qualcosa di vero sotto il mito c’è: Roma fu davvero fondata in quel periodo, da comunità latine che si unirono, e che usarono riti molto solenni per sancire la nascita della città. Non c’erano magari Romolo e Remo in persona, ma capi tribali sì, e violente lotte per il potere (come la storia del fratricidio suggerisce). La leggenda di Romolo e Remo non è quindi vera parola per parola, ma racconta in forma epica eventi reali: una nascita difficile, una lotta per il comando, un’alleanza tra villaggi sul Palatino.

Il Natale di Roma oggi, come si festeggia

Ogni anno la città di Roma rende il 21 aprile una ricorrenza storica, folkloristica e culturale: gli eventi in città sono diversi e variegati, per romani e turisti.

Al Circo Massimo, il Gruppo Storico Romano animerà il “Natale di Roma 2025” con rievocazioni che si intrecceranno ai giorni di Pasqua. Il momento culminante sarà lo spettacolo “Roma Città del Fuoco”, dove si ripercorreranno eventi come l’incendio di Nerone e il rito della fondazione.

Già dal 19 aprile il Circo Massimo ospiterà anche mostre fotografiche, incontri con gli scrittori, concorsi, giochi gladiatori e attività didattiche. I festeggiamenti culmineranno con l’apertura gratuita dei Musei Civici di Roma Capitale il 21 aprile, per un’immersione totale nella storia e nell’arte della città eterna.

Celebrazioni sono previste anche a Piazza del Campidoglio: al Belvedere Caffarelli si celebrerà la romanità con spettacoli dedicati a Belli, Petrolini, Trilussa e ai grandi imperatori di Roma. Non mancheranno tributi a icone come Gabriella Ferri, con performance poetiche, musicali e teatrali.

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Roma, un itinerario urbano per scoprire Caravaggio

In occasione del Giubileo, Roma ospita – a Palazzo Barberini – la mostra Caravaggio 2025, un’occasione imperdibile per ammirare i dipinti dell’artista, alcuni dei quali mai esposti prima d’ora. Tra questi, il Ritratto di Maffeo Barberini, recentemente svelato al pubblico, e l’Ecce Homo, riscoperto a Madrid nel 2021 e di ritorno in Italia dopo quattro secoli. La Capitale, tuttavia, è ricca delle opere di Michelangelo Merisi, che visse a Roma tra il 1593 e il 1606, l’anno in cui si macchiò di un omicidio che lo costrinse a fuggire dalla città.

Roma offre quindi angoli – alcuni molto noti, altri meno – che anche gratuitamente vi permettono di ammirare l’arte del Caravaggio, ancora potente e sempre immortale. Abbiamo quindi preparato un itinerario urbano, che vi permetterà di esplorare la nostra capitale e, nello stesso tempo, scoprire i luoghi del celebre pittore.

Chiesa di San Luigi dei Francesi

Iniziamo cronologicamente dal primo grande incarico che Caravaggio ottenne nella Capitale. Siamo nel 1599 e Caravaggio era sotto l’ala protettiva del cardinale Francesco Maria del Monte. Grazie al Cardinale, gli furono commissionate (da Virgilio Crescenzi, erede di Matteo Contarelli) due tele per la Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi. Il tema era San Matteo e, all’inizio, Michelangelo Merisi optò per la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

Sono le prime opere monumentali di Caravaggio e ottennero così tanto successo che Francesco Contarelli, nipote o figlio illegittimo del cardinale Matteo Contarelli, commissionò al pittore un terzo dipinto. Nella Cappella Contarelli, dunque, ancora oggi troviamo il ciclo pittorico di San Matteo: sopra l’altare vi è San Matteo e l’angelo, sul lato destro il Martirio di San Matteo e su quello sinistro la Vocazione di san Matteo. I dipinti furono realizzati entro il 1600 (tranne l’ultimo, concluso nel 1602).

Quadri di Caravaggio nella Cappella Contarelli

Fonte: 123RF

I quadri di Caravaggio nella Cappella Contarelli

Chiesa di Sant’Agostino

Dalla Chiesa di San Luigi dei Francesi, in appena tre minuti a piedi, arrivate alla Chiesa di Sant’Agostino: vi basterà percorrere qualche metro in Via della Scrofa e virare a sinistra in via di Sant’Agostino. Qui si trova la Madonna dei Pellegrini (o di Loreto) del Caravaggio – realizzato probabilmente tra il 1604 e il 1606 – sito nella Cappella Cappelletti.

Il dipinto fu commissionato all’artista dalla famiglia Cappelletti – bolognese d’origine – che acquistò la Cappella nel 1603. La famiglia era particolarmente devota alla Madonna lauretana e quindi l’indicazione era già chiara dall’inizio. Un fatto curioso vuole che, a posare per Caravaggio, fosse la celebre Lena, poi identificata in Maddalena Antognetti, cortigiana nota nella Roma del tempo. Si pensa che tra Caravaggio e la donna ci fosse una relazione sentimentale, quantomeno per il fatto che – per lei – il pittore aggredì il notaio Mariano Pasqualone nel 1605.

Madonna di Loreto di Caravaggio

Fonte: 123RF

La Madonna di Loreto di Caravaggio

Santa Maria del Popolo

A questo punto percorrete Via Ripetta per circa 15 minuti per giungere alla tappa forse più celebre e, probabilmente, più affollata. Ormai tutti sanno, infatti, che la Basilica Santa Maria del Popolo a Roma ospita due tele di Caravaggio – la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo – ammirabili dunque gratuitamente. I due dipinti si trovano nella Cappella Cerasi, acquistata nel 1600 dal monsignor Tiberio Cerasi, tesoriere della Camera apostolica. Cerasi l’aveva scelta come luogo per la propria sepoltura e, per questo motivo, volle il meglio dell’epoca per decorarla: l’architetto Carlo Maderno per l’ampliamento della struttura e i pittori Annibale Caracci e Caravaggio, in quel periodo famosissimi a Roma.

Sui due dipinti di Caravaggio, in realtà, va fatta una precisazione: la richiesta di Cerasi era quella di realizzarli su tavola, mentre i due quadri presenti nella Cappella sono su tela. Ciò fa presupporre che le due opere di Caravaggio siano dunque successive alla committenza di Cerasi: sappiamo infatti che Tiberio Cerasi morì prima che il pittore riuscisse a consegnargli le proprie opere e che Caravaggio fu pagato dopo Caracci. Probabile dunque che l’artista abbia messo più volte mano ai propri dipinti. Ad ogni modo, la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo furono collocati nella Cappella Cerasi nel 1605. E lì potete ancora osservarli, in tutta la loro magnificenza.

Le opere di Caravaggio nella Basilica di Santa Maria del Popolo

Fonte: 123RF

Le opere di Caravaggio nella Cappella Cerasi

Casino Ludovisi

Vi aspetta adesso una lunga passeggiata, ma è bene precisare che siamo nel centro di Roma. Dalla Chiesa di Santa Maria del Popolo a Casino Ludovisi sono infatti 40 minuti di cammino lungo Viale Gabriele d’Annunzio fino a Piazza di Spagna, per poi prendere Via Francesco Crispi e Via di Porta Pinciana, fino a Villa Aurora. In realtà qui si ergeva Villa Ludovisi, voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, che la acquistò nel 1622 (all’epoca era nota come Villa Orsini) e la ampliò, oltre a stabilirvi la propria (e copiosissima) collezione.

La storia della Villa non è poi a lieto fine. Dopo la morte del cardinale, l’edificio passò ai suoi eredi – i Boncompagni Ludovisi – che la lottizzarono nel 1883 fino a portarla alla demolizione. In quegli anni, la costruzione del quartiere intorno a via Veneto condusse infatti alla distruzione di edifici storici in quell’area, non senza proteste (tra cui quella sentitissima di Gabriele D’Annunzio). Oggi dunque dell’antica Villa Ludovisi non resta che il Casino dell’Aurora, così chiamato perché al suo interno c’è un omonimo affresco del Guercino. Questo specifico edificio fu costruito per il cardinale Francesco Maria del Monte e poi rimaneggiato da Ludovico Ludovisi tra il 1621 e il 1632.

La visita però è da fare: anche perché Casino Ludovisi sarà aperto eccezionalmente in occasione della mostra Caravaggio 2025, con visite guidate a pagamento dal 29 marzo al 6 luglio. Perché prenotarla? Qui si trova l’unico dipinto su muro di Caravaggio, realizzato tra il 1597 e il 1600 per il Cardinal del Monte: il titolo è Giove, Nettuno e Plutone. Dato che Francesco del Monte in questo luogo si dilettava nell’alchimia, l’artista scelse un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del sale e della terra.

Galleria Doria Pamphilj

L’ultima tappa del nostro itinerario urbano è ora a circa 20 minuti di passeggiata. Da Villa Aurora riprendete Via Francesco Crispi. Svoltate in via in Arcione, proseguite in via Del lavatore e poi svoltate ancora in Via di San Vincenzo. Da qui prendete Via dell’Umiltà e infine Via del Corso: siete davanti alla Galleria Doria Pamphilj. Anche qui la visita è a pagamento, ma vale assolutamente la pena: si ammirerà infatti la grande collezione privata del Palazzo Doria Pamphilj, sorta nel 1651 per volere di Giambattista Pamphilj, il Pontefice Innocenzo X, che cedette la responsabilità del luogo al nipote Camillo.

Camillo Francesco Maria Pamphilj già possedeva quattro opere di Caravaggio, la maggior parte delle quali acquistate dalla madre Olimpia Maidalchini. Tra queste, vi era La buona ventura che – nel 1665 – fu regalata a Luigi XIV e che oggi è esposta al Louvre. Nella Galleria restano comunque esposti – ad opera di Michelangelo Merisi – i dipinti Riposo durante la Fuga in Egitto, Maddalena Penitente e San Giovanni Battista. Riposo durante la fuga in Egitto fu realizzato nel 1597 ed è un cosiddetto quadro da stanza, realizzato per essere esposto in una dimora privata.

La Maddalena Penitente – eseguito nel 1594-1595 – è di dubbia committenza, ma sicuramente entrerà a far parte della collezione grazie al matrimonio tra Camillo Pamphilj e Olimpia Aldrobrandini. Sappiamo per certo, infatti, che il quadro finì a un certo punto a far parte della dote della donna. Infine, il San Giovanni Battista risale al 1602 ed è probabilmente una copia. L’originale si trova infatti presso i Musei Capitolini, mentre alla galleria Doria Pamphilj vi è una delle sette versioni che Caravaggio creò sul tema di San Giovannino, ossia Giovanni Battista da giovane.

Galleria Doria Pamphilj Roma

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La Galleria Doria Pamphilj a Roma
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Giubileo 2025, gli eventi ufficiali del mese di aprile

È stato un mese difficile quello di marzo che si è chiuso, per la comunità cristiana, con la gioia del ritorno di Papa Francesco a casa Santa Marta dopo 37 giorni di degenza al Policlinico Gemelli di Roma. Un periodo nel quale i fedeli si sono uniti, fisicamente e spiritualmente, da ogni parte del mondo per dimostrare la propria vicinanza al Santo Padre in un momento di grave difficoltà. Così, il rientro di Sua Santità in Vaticano, lo scorso 23 marzo, non poteva che essere accolto con entusiasmo e sollievo, come dimostrato in primis dalla folla radunatasi davanti all’Ospedale romano.

Prima di uscire, Papa Francesco si è affacciato al balcone – visibilmente provato dalla grave polmonite che lo ha afflitto – per salutare i fedeli e ringraziarli del loro costante sostegno. “In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari […]”, la riflessione che il Santo Padre ha voluto condividere durante l’Angelus della III Domenica di Quaresima.

“Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose”. Parole pienamente coerenti con le intenzioni del Giubileo 2025 dedicato alla Speranza, che vede in calendario ad aprile molti appuntamenti ufficiali. L’Anno Santo della Speranza, iniziato a Natale con l’apertura delle Porta Sante, si prepara infatti a un mese intenso, con pellegrini pronti a riempire Roma da ogni latitudine, trasformando la Città Eterna in un crocevia di fede, cultura e pellegrinaggi.

Nel mese del pieno risveglio primaverile, l’agenda giubilare si riempie di iniziative che spaziano dai grandi eventi in Piazza San Pietro a momenti di preghiera più intimi nelle chiese storiche della città. Quello di aprile è, di fatto, un calendario pensato per tutti: famiglie, giovani, lavoratori, artisti e comunità religiose troveranno un’occasione per vivere lo spirito dell’Anno Santo. E per chi visita Roma per la prima volta, sarà anche un viaggio tra arte, storia e natura, con il verde dei parchi cittadini che si mescola al marmo delle basiliche.

Ma quali sono gli appuntamenti principali di aprile? Tra i momenti più importanti di questo mese, vi sono il Giubileo del Mondo del Volontariato, il Giubileo degli Adolescenti e il Giubileo delle Persone con Disabilità. Tre celebrazioni che trasformeranno Roma in un abbraccio aperto a tutti.

I Grandi Eventi del Giubileo ad aprile 2025

Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità

Il primo weekend del mese – sabato 5 e domenica 6 aprile –, Roma accoglie il Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità, evento speciale che unisce malati, familiari e professionisti della salute – medici, infermieri, volontari e operatori pastorali – in un momento di fede e solidarietà. Sabato 5, dalle 8:00 alle 17:00, il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro apre la giornata, con confessioni disponibili nelle chiese giubilari sparse per la città. Dalle 16:00 alle 18:30, piazze romane si animano con incontri culturali, artistici e spirituali, un “dialogo con la città” che intreccia storie e speranze. Il giorno successivo, domenica 6, alle 10:30, Piazza San Pietro ospita la Messa celebrata da Mons. Rino Fisichella, Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione.

Colonnato Piazza San Pietro

Fonte: 123RF

Scorcio di Piazza San Pietro con il colonnato

Giubileo degli Adolescenti

Si continua, quindi, con il Giubileo degli Adolescenti che promette di portare in città un’onda di energia giovane. Il weekend lungo inizia venerdì 25 aprile con il pellegrinaggio alla Porta Santa, dalle 9:00 alle 17:00, accompagnato dal Sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari. È un giorno di passi e silenzi, di ragazzi che si mettono in cammino sotto il sole primaverile. Sabato 26, la giornata si scalda: dalle 11:00 alle 15:00, piazze sparse per Roma ospitano concerti e incontri tematici, mentre alle 17:00 una festa musicale riunisce tutti in un’esplosione di note e allegria.

Il clou è l’incontro con Papa Francesco, un momento che illumina i volti e scalda i cuori. Domenica 27, alle 10:00, la Messa in Piazza San Pietro chiude il weekend con un evento speciale: la canonizzazione del Beato Carlo Acutis, il giovane “santo digitale” che parla ai ragazzi di oggi. Per chi viaggia con figli o nipoti, è un’occasione per vivere una Roma vivace, magari con una tappa a Villa Borghese dopo la Messa.

Giubileo delle Persone con Disabilità

Infine, il terzo grande evento di aprile è previsto a fine mese, il 28 e 29 aprile, con il Giubileo delle Persone con Disabilità, momento che mette al centro chi spesso resta ai margini. Lunedì 28, dalle 8:00 alle 12:00, il pellegrinaggio alla Porta Santa apre la giornata, con confessioni disponibili nelle chiese giubilari. Alle 17:00, Piazza San Pietro si raccoglie per una Messa che celebra la forza della fragilità, un momento semplice ma potente.

Quindi, martedì 29 sarà il giorno dell’incontro: alle 11:00, Papa Francesco accoglierà i partecipanti con parole che scaldano l’anima, seguito da un pranzo nei Giardini della Città alle 13:00, un tavolo condiviso sotto gli alberi. Dalle 15:00 alle 19:00, la festa continua nei Giardini, tra musica e sorrisi. Un evento che respira accoglienza, perfetto per chi cerca una Roma che sa abbracciare tutti.

Gli altri eventi del mese con il patrocinio del Giubileo 2025

Il calendario di aprile prevede anche una serie di appuntamenti patrocinati, che coinvolgono diverse realtà, dal mondo dello sport all’arte. Ecco i principali.

La Partita del Futuro allo Stadio Olimpico

Il 2 aprile 2025, lo Stadio Olimpico di Roma si trasforma in un’arena di idee con La Partita del Futuro, evento del Giubileo 2025 che dà voce alle nuove generazioni. L’obiettivo? Ascoltare i ragazzi, veri protagonisti del domani, e raccogliere i loro progetti per una Roma più accogliente, sotto il motto “ROMA BeneComune”. Dalle 8:00 alle 14:00, studenti di vari istituti presenteranno proposte virtuose – già in cantiere o appena nate – narrandole dal vivo e proiettandole sui maxischermi durante una gara sportiva. Un’app permetterà ai partecipanti di votare in diretta, decretando il vincitore, che riceverà supporto per realizzare il suo sogno. Non solo idee: la mattinata si accende con esibizioni di sport, musica e intrattenimento, tra beniamini dei giovani ed emergenti.

Terrazza del Pincio a Villa Borghese

Fonte: 123RF

Vista panoramica dalla Terrazza del Pincio a Roma

Un ‘Villaggio per la Terra’ a Villa Borghese

Dal 10 al 13 aprile 2025, Villa Borghese si trasforma nel cuore verde del Giubileo con il “Villaggio per la Terra”, evento gratuito organizzato da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari. Al Galoppatoio e sulla Terrazza del Pincio, famiglie, scuole e cittadini troveranno un’esplosione di vita: laboratori scientifici, sport, spettacoli e incontri, tutti a costo zero. È un’occasione per toccare con mano i temi dell’Agenda 2030, dalla sostenibilità alla solidarietà, grazie a partner istituzionali e associazioni che animano centinaia di attività giornaliere.

I ragazzi potranno immergersi in  un villaggio sportivo con 30 Federazioni, provando discipline insolite, mentre per i più piccoli (dai 3 anni in su) ci sarà una tenda dedicata. Scienziati dei migliori istituti italiani sveleranno meraviglie nei laboratori divulgativi. Radio Vaticana trasmetterà in diretta, catturando voci e storie. Tra gli highlights: il 10 aprile (16:00-17:00) “Combattere la desertificazione” sulla Terrazza del Pincio, l’11 (17:15-18:30) un talk sull’economia di comunione, il 12 (11:30-13:30) un incontro su pace e multilateralismo, e alle 15:00 uno sulla famiglia. Domenica 13, la “Marcia per la Terra” e la “Run for Unity” (ore 11:00) chiuderanno con un cammino dal Pincio al Galoppatoio.

Due mostre da non perdere

Spazio, infine, a due proposte artistiche per l’Anno Santo. Dal 14 al 16, la Terrazza del Pincio ospita la mostra-laboratorio Porte Aperte alla Speranza. Trenta artisti da tutto il mondo, portavoce di culture e religioni diverse, creeranno opere sotto il cielo, spaziando da tecniche antiche a moderne. La Bottega dell’Arte guiderà i visitatori tra pennelli e racconti, in un dialogo aperto sulla pace, il clima, le migrazioni e il ruolo delle donne. Il 16, alle 15:00, una cerimonia con preghiera ecumenica inaugurerà la mostra, parte del progetto “Open Doors”, nato con il Dicastero per la Comunicazione per trasformare l’arte in un motore di cambiamento sociale.

Nello stesso giorno, alle 18:00, la Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio inaugura Un Ponte fra la Città Eterna e la Città Santa. Luigi Caflisch reinterpreta gli Angeli di Bernini su Ponte Sant’Angelo, creando un cammino giubilare contemporaneo. Visitabile fino al 16 maggio (lunedì-venerdì, 17:00-19:00), la mostra, curata da Francesco Buranelli, unisce arte e spiritualità.