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Gorizia-Nova Gorica, un itinerario per scoprire il confine

Nel 2025 Gorizia e Nova Gorica hanno dato vita alla prima Capitale europea della cultura transfrontaliera: uno status che va oltre il mero titolo per diventare esempio di una lettura unica e propositiva del confine. Le due città sono di fatto attaccate l’una all’altra e unite – addirittura – nella da poco rinnovata Piazza Transalpina: metà italiana e metà slovena.

Del resto, la storia di questo territorio segue più giochi di potere che effettivo sentir popolare. Nova Gorica nacque nel 1947, nel tentativo di creare – come dice lo stesso nome – una nuova Gorizia dopo l’annessione dell’area alla Jugoslavia. Per decenni le due città sono rimaste separate da linee bianche e reticolati, fino all’entrata della Slovenia in Europa che ha portato alla rimozione delle barriere doganali.

Barriere fisiche che poco hanno a che vedere con la vera anima dei luoghi che le hanno viste nascere: seppure diverse architettonicamente e storicamente, Gorizia e Nova Gorica condividono un profondissimo legame, tra famiglie miste e lingue che si mescolano. Non è un caso che a guidare il dialogo tra le due realtà ci sia il GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale), ampiamente attivo anche nella gestione di questo 2025 importantissimo per il territorio.

Quello che vi proponiamo è un itinerario pedonale, da percorrere in un giorno, che vi permetta di esplorare liberamente entrambe le città: passeggiando tra Italia e Slovenia, scoprirete luoghi insoliti che raccontano di confine, storia e identità.

Smart Space

Il nostro itinerario parte da questo luogo che fa capo alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Si tratta di uno spazio espositivo altamente immersivo che – nella sua mostra permanente – spiega proprio l’origine e i movimenti del confine tra i due territori. «La mostra – spiega lo storico Enrico Loru – è divisa in quattro fasi. Si inizia con il Medioevo, poi c’è l’Età Moderna. E ancora l’800, che è un periodo felice per Gorizia, e infine il 900 fino ai giorni nostri».

Troverete qui schermi a scorrimento e potrete persino intervistare gli eroi del territorio che risponderanno a tutte le vostre domande. Nello Smart Space potrete divertirvi con realtà virtuale e un’area museale in vecchio stile, con dipinti e ritratti dei principali personaggi goriziani. Le visite guidate sono gratuite.

Il Valico del Rafut

Dallo Smart Space, percorrete ora via Carlo Favetti e girate poi a destra in via del Rafut fino a raggiungere un passaggio a livello con la bandiera italiana. State già attraversando il confine in appena 10 minuti. È il nome stesso della via a raccontare una storia: Rafut è infatti una variazione della parola tedesca raffholz (rami caduti), perché la tradizione voleva che si cercasse la legna da ardere in città sul vicino colle del Rafut.

Il Valico del Rafut tra Italia e Slovenia

GC

Il Valico del Rafut tra Gorizia e Nova Gorica

Nel 1947 – proprio dove ora sorge la sbarra – venne istituito il nuovo confine tra l’Italia e l’allora Jugoslavia. C’è una celebre fotografia che immortala proprio questo luogo separando l’abitazione (in Italia) dalla stalla (in Jugoslavia). Poco prima di varcare il confine, sulla destra, trovate una casupola che contiene la mostra multimediale Lasciapassare/Prepustnica – Storia e memorie di una città di confine (fino al 31 dicembre 2025). Il Valico del Rafut vi porta quindi oggi alla scoperta della storia di Gorizia, Nova Gorica e del confine che le attraversa con citazioni, foto e QR code da esplorare liberamente nello spazio esterno.

Lasciapassare/Prepustnica, la mostra a Gorizia

GC

L’esposizione Lasciapassare/Prepustnica

Collezione museale Pristava

Attraversate il confine e vi troverete dinanzi a uno dei musei più particolari di questa zona: siamo negli ex uffici del valico di seconda categoria di Pristava (Prestava). In queste stanze ora sorge un piccolissimo museo che racconta, in breve, la storia del contrabbando che avveniva proprio intorno alla frontiera. In mostra c’è di tutto: dai walkman alle riviste osé, ma c’è anche la riproduzione di una sala degli interrogatori e persino una escape room per rendere la storia didatticamente più divertente.

Collezione museale Pristava, il museo del contrabbando

GC

Collezione museale Pristava a Nova Gorica

Galleria Ciclopedonale Castagnevizza

Fate ora appena qualche passo indietro fino ai binari e imboccate la Galleria ciclopedonale Castagnevizza: si tratta di una ex galleria ferroviaria convertita – come dice il nome stesso – in tratto ciclopedonale. Se la percorrete per circa 1 km (15 minuti di cammino) vi porterà direttamente a Piazza Transalpina, la nostra prossima tappa. Godetevi la galleria ciclopedonale, una esperienza transfontaliera completa: state infatti passeggiando sul confine, come dimostra la presenza dei cosiddetti cippi di confine (o pietre di delimitazione). In genere, questi massi mostrano due numeri che indicano il segmento di confine e la posizione del punto sulle mappe della commissione italo-jugoslava che tracciò la linea dopo il Trattato di Pace del 1947.

Altra curiosità: nella galleria troverete una targa in sloveno a tutt’oggi di origine sconosciuta. La frase che vi è iscritta recita: Tukai Sva Se Ljubila Ti In Jaz Popolnoma Gola, vale a dire Qui ci siamo amati, tu e io, completamente nudi.

Targa nella Galleria Ciclopedonale Castagnevizza

GC

La targa anonima nella Galleria Ciclopedonale Castagnevizza

Piazza Transalpina

Siete ora nella piazza più celebre di quest’area, completamente restaurata proprio in occasione di GO!2025 con il sostegno del GECT. È una piazza unica al mondo: per metà è in Italia e per metà – la parte dove svetta la stazione ferroviaria di Nova Gorica – in Slovenia. I confini però qui non si vedono: non ci sono segnali né barriere, ma solo spazi comuni in cui sloveni e italiani si incontrano per un caffè al bar o per organizzare eventi speciali.

Qui – fino al 2007 – sorgeva il cosiddetto Muro di Gorizia, una recinzione su calcestruzzo costruita nel 1947. Dopo il restauro, del celebre Muro sono rimasti piccoli segni (che sembrano dei cumuli) a ricordare il tempo che fu, mentre una targa al centro della piazza segna il confine circondata dal Mosaico della Nuova Europa di Franco Vecchiet. Prima di continuare il nostro percorso, entriamo nella stazione di Nova Gorica: anche qui, neanche a dirlo, si respira aria di confine.

Nova Gorica

iStock

Piazza della Transalpina prima del restauro

Stazione di Nova Gorica

Siamo dentro a una stazione ricca di storia: negli anni questo stop ferroviario è infatti appartenuto all’Impero austro-ungarico (dal 1906 al 1919), all’Italia (dal 1919 al 1943 e poi dal 1945 al 1947), alla Germania (tra il 1943 e il 1945), alla Jugoslavia (dal 1947 al 1991) e infine alla Slovenia. Ha cambiato nome, volto e appartenenza arricchendosi di tutto ciò che il confine poteva regalare e oggi la stazione stessa è un museo. Non solo perché al suo interno c’è la Collezione museale Kolodvor appartenente al Museo sul Confine, ma perché proprio qui troverete mappe, teche e oggetti che raccontano la storia di una stazione perennemente mutevole. Persino la biglietteria sembra uscita da un passato rimasto fermo ai tempi che furono, mentre il bar che si affaccia su Piazza Transalpina (sloveno, per la precisione) è frequentato in equal modo dai cittadini di entrambi le città.

Se dovessimo indicare un luogo simbolo di un confine senza confine, è proprio la stazione di Nova Gorica con la Piazza Transalpina su cui si affaccia: uno spazio che, tra storia e futuro, sembra dirci che ogni barriera forzata è in fondo inutile.

Uscite ora dalla stazione e tornate su Piazza Transalpina, dirigetevi verso l’EPIC Centre (anche questa area è stata recentemente completamente rinnovata) fino al sottopassaggio che vi porta a Nova Gorica: noterete che è ricco di manifesti e poster, che appartengono alla mostra Never Mind the Borders istituita sempre in occasione di GO!2025.

Quale suggerimento extra

Il nostro tour pedonale alla scoperta del confine tra Gorizia e Nova Gorica si conclude qui, ma se avete ancora tempo potete allungarvi con una passeggiata fino al centro di Nova Gorica. Sono due in realtà i luoghi che vi consigliamo di visitare con più calma, uno in Slovenia e uno in Italia. A Nova Gorica, a circa 20 minuti a piedi da Piazza Transalpina, sorge il Monastero di Castagnevizza, un convento francescano fondato nel 1623 dal conte Mattia della Torre sulla collina del Rafut. Ad oggi potete girare nei suoi giardini ed entrare nella cappella monastica (si dice che contenga gli affreschi più belli della Slovenia). La sua biblioteca è invece dedicata al linguista sloveno Stanislav Škrabec che visse nel monastero più di 40 anni e, al suo interno, c’è anche la prima grammatica slovena di Adam Bohorič con dedica dell’autore.

In Italia (ma parliamo di circa un’ora di passeggiata da Piazza Transalpina) vale invece la visita il Sacrario Militare di Oslavia, realizzato nel 1938 su progetto dell’architetto romano Ghino Venturi. Qui ci sono le spoglie dei soldati caduti nelle diverse battaglie della Grande Guerra.

L'Ossario di Oslavia

GC

Ossario di Oslavia a Gorizia
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Il percorso delle panchine arancioni di Oslavia, dove la memoria cammina tra le vigne

Oslavia è un paese minuscolo, quasi un sussurro tra le colline del Friuli-Venezia Giulia: 150 persone circa, nessuna chiesa e più botti che abitazioni. Ma qui, tra i vigneti che disegnano la terra, ogni passo è un incontro con la storia. Letteralmente, perché sotto le radici della vite dormono i resti della Prima Guerra Mondiale; sopra, maturano i grappoli che hanno dato a questo territorio una seconda vita. È una convivenza silenziosa, quella tra passato e presente, dove la memoria non si cancella, ma germoglia e assume nuove forme.

Una di queste si chiama “Il percorso delle panchine arancioni”, un trekking ad anello lungo 12 chilometri che fa camminare tra vigne e boschi, sostando su terrazze naturali che guardano Gorizia e, più in là, la linea sottile di un confine che fino al 1992 separava l’Italia dalla Jugoslavia. Qui la geografia diventa introspezione e ogni panchina è un invito a sedersi e rallentare.

A crearlo sono stati quelli che, amichevolmente, vengono chiamati ‘i magnifici sette’. Sette produttori, sette cantine a conduzione famigliare che hanno trasformato la Ribolla, vitigno autoctono e tenace, nel simbolo di una rinascita. Hanno disegnato un itinerario che non ostenta, ma punta all’autenticità. Un turismo lento, di prossimità, che nasce dal gesto più semplice e disarmante: sedersi “e sconfinare con lo sguardo”, come recita una delle targhe che incontrerete durante il vostro cammino.

Il percorso delle panchine arancioni

Scarpe da trekking ai piedi, il percorso è il punto di partenza ideale per scoprire il territorio di Oslavia e i suoi preziosi vigneti, seguendo il ritmo dei filari che in autunno si infiammano di rosso.

Partendo dal Sacrario Militare, da dove comincia ufficialmente il percorso, il paesaggio che cominciamo ad attraversare è quello del Collio, una mezza luna verde incastonata nel Friuli-Venezia Giulia che non ha subìto i cambiamenti del tempo e della modernità. È rimasto quasi com’era prima, non c’è un esubero di strutture importanti, si è salvato dalla viticoltura intensiva e ha dato valore alle piccole forme di coltivazioni. Camminiamo dove dominano querce e gelsi che difendono il suolo, su una terra che si rigenera da sé.

Vigneti a Oslavia

@SiViaggia-Elena Usai

Uno degli scorci panoramici che troverete durante il trekking

Seguendo il percorso delle panchine arancioni, segnalato con un simbolo arancione dove compare l’acino d’uva della Ribolla, attraversiamo vigne nate dove un tempo sorgevano paesi distrutti dalla guerra. È un trekking lieve e abbastanza semplice se si è abituati a camminare, che alterna tratti di bosco e aperture sui colli, dove le panchine segnano le tappe del cammino, ciascuna con una storia da raccontare perché ognuna rappresenta una delle 7 cantine aderenti ad APRO-Associazione Produttori Ribolla di Oslavia.

Alcune panchine si intrecciano con storie del passato. D’altronde ve l’abbiamo anticipato all’inizio: a Oslavia il passato è dovunque. Siamo passati dove un tempo camminavano a passo svelto le portatrici carniche, donne che durante la Prima Guerra Mondiale trasportavano munizioni e viveri fino alle linee del fronte. E abbiamo ammirato il Monte Sabotino, oggi parco della pace e museo a cielo aperto, roccaforte strategica durante la Grande Guerra, conquistata dagli italiani nel 1916. Dalla sua cresta si domina l’Isonzo, fiume di confine e di passaggi, che scorre come una linea di memoria tra due mondi.

Persino il nome “Collio” cambia lingua in quattro versioni diverse, tutte con lo stesso significato, ‘collina’, tranne quella tedesca, che curiosamente indica la confluenza dei popoli.

La Banca della Ribolla di Oslavia

Il percorso delle panchine arancioni passa anche da un luogo importantissimo, appena inaugurato: la Banca della Ribolla di Oslavia. È un vigneto neonato, sorto accanto all’Obelisco dei Quattro Generali, in una zona che fino a poco tempo fa era coperta dai rovi. Oggi, questo che rappresenta il primo archivio genetico territoriale d’Italia, ospita 225 barbatelle, destinate a diventare la memoria vivente di un vitigno e di una comunità.

L’iniziativa è nata dai ‘magnifici sette’ (Dario Prinčič, Fiegl, Gravner, Il Carpino, La Castellada, Primosic e Radikon) con l’obiettivo di preservare il patrimonio genetico della Ribolla Gialla di Oslavia, salvando dall’omologazione le varietà originarie che qui hanno trovato il loro terreno d’elezione e custodendo la diversità: piante una diversa dall’altra, come le famiglie che le coltivano.

A Oslavia regna un altro ritmo, quello della Ribolla: un ritmo lento, fatto di attesa e di fiducia nel tempo. È il frutto di una comunità che ha saputo rinascere dalle macerie, riscoprendo nella cooperazione la propria forza. Gli abitanti si definiscono “Oslauzi”, né italiani né sloveni: semplicemente di Oslavia.

Vigneto

@SiViaggia-Elena Usai

Il percorso attraversa i vigneti dei 7 produttori di Oslavia
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Feste tradizionali, sagre di stagione ed eventi imperdibili nel weekend del 26, 27 e 28 settembre 2025

In Italia si celebrano eventi e ricorrenze che esaltano gusti e tradizioni antichi. I piccoli borghi sono spesso protagonisti di grandi eventi che animano i centri storici e attirano visitatori da ogni dove. Ecco perché spesso le sagre, i pali, le feste patronali e gli eventi enogastronomici si svolgono durante i fine settimana. Occasioni perfette per organizzare una gita fuori porta e per visitare alcuni dei Comuni meno noti del nostro bellissimo Paese. Ecco gli appuntamenti imperdibili del prossimo weekend.

Gusti di Frontiera – Special Edition GO! 2025, Gorizia

Da giovedì 25 settembre 2025, Gorizia diventa il cuore pulsante del gusto da tutto il mondo con la 20ª edizione di Gusti di Frontiera – Special Edition GO! 2025, la più grande festa enogastronomica del Nordest italiano. Un traguardo straordinario che, quest’anno, assume un significato speciale: vent’anni di storia celebrati nell’anno in cui Gorizia e Nova Gorica sono Capitale Europea della Cultura 2025, trasformando la città in un crocevia internazionale di sapori e culture. La giornata inaugurale si apre fin dal mattino, quando gli oltre 400 stand distribuiti in 19 borghi tematici cominciano ad accogliere i visitatori con i primi profumi e colori che invadono le strade e le piazze. Dall’Italia con le sue specialità regionali – dal frico friulano alla pizza napoletana, dai formaggi d’alpeggio alle prelibatezze siciliane – all’America Latina con empanadas e carne alla griglia; dall’Europa centrale con strudel, gulasch e birre artigianali, fino ai sapori nordici a base di salmone e aringhe affumicate. Non mancano le cucine dell’Africa e dell’Asia, con spezie, curry e cous cous, e quelle dell’Oceania, accanto all’innovativa area vegetariana e vegana, per un’offerta che abbraccia ogni stile e sensibilità alimentare. Tra le grandi novità di quest’anno spicca il Borgo Borderless, allestito nella simbolica piazza Transalpina/Trg Evrope, il confine che unisce Gorizia e Nova Gorica. Musei cittadini e mostre aperti gratuitamente, laboratori per famiglie, passeggiate urbane e visite guidate alla scoperta della storia e dell’identità transfrontaliera di Gorizia sono solo alcuni degli appuntamenti, tra cui la visita guidata alla piazza Transalpina organizzata dal Gect Go.

gusti di frontiera gorizia

Ufficio stampa

Gusti di frontiera a Gorizia

Sagra del porcino, Oriolo Romano (VT)

Il weekend del 26, 27, 28 settembre, il borgo della Tuscia chiude in bellezza tre settimane di festa, trasformandosi ancora una volta nella capitale mondiale del fungo porcino. I porcini, che in questa stagione sono protagonisti assoluti delle sagre in tutta Italia, arrivano in tutte le forme possibili: in crema, in zuppa, sulle bruschette, con le fettuccine, fritti dentro hamburger. Non mancano i grandi classici dell’Alto Lazio: salsicce, braciole, ventresca, bruschette e patatine fino al gran finale dolce con il cremolato di more. Inoltre, in piazza Santacroce vi aspettano mercatini a km zero, mostre, gonfiabili e Ludobus per i bambini, spettacoli e musica dal vivo. La location è da cartolina: l’imponente Palazzo Altieri che veglia sulla piazza e la Fontana delle Picche con la rosa dei venti incorporata.

Palio degli Asini, Cocconato (AT)

Domenica 28 settembre a Cocconato, la “riviera del Monferrato”, uno dei Borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione del Touring Club, si svolgerà la 56ª edizione del tradizionale Palio degli Asini, appuntamento clou che coinvolge l’intera comunità e richiama ogni anno migliaia di visitatori. Il palio, nato nel 1979, non è soltanto una corsa, ma una vera e propria rievocazione storica: i sette borghi del paese – Airali, Brina, Colline Magre, Moransengo, San Carlo, Torre e Tuffo – si sfidano lungo un mese di eventi che culminano proprio nella corsa della quarta domenica di settembre. Alla vigilia del palio, sabato 27 settembre, alle 19:00, una suggestiva sfilata storica con i nobili, i gonfaloni del borgo dei Conti Radicati e il Capitano del Palio guiderà il pubblico fino al Cortile del Collegio, dove andrà in scena il Grande Banchetto medievale, animato dai Fulet d’la Marga. Il menu proporrà un percorso tra i sapori del territorio: robiola di Cocconato con pere al Barbera, carne cruda con vinaigrette alla senape, sformato di zucca con fonduta di toma, agnolotti di robiola ed erbe aromatiche, torta di nocciole con zabaione, il tutto accompagnato da vini locali.

Sagra degli strigliozzi, Castel di Tora (RI)

Il 28 settembre va in scena la 27ª Sagra degli strigliozzi, i celebri maccheroni fatti a mano che si ottengono “strigliando”, cioè tirando e allungando la pasta fino a trasformarla in fili sottili. Un’arte antica che le massaie del borgo custodiscono con la stessa cura con cui si difende la ricetta della nonna. Dalle 12 alle 17 vi aspetta un menu che non si dimentica: strigliozzi al sugo di pomodoro, pane cotto a legna, dolci tipici, spezzatino di vitella in vino bianco e cicoria e un bicchiere di vino corposo che vale più di mille parole. E per rendervi tutto più comodo, una navetta vi porterà fin dentro al cuore del borgo. Gli stand gastronomici, con prodotti tipici locali, vi accoglieranno lungo le vie che si arrampicano sul lago del Turano, tra panorami mozzafiato e profumo di sugo. Ma Castel di Tora non è solo gola: tra vicoli medievali, torri, cantine scavate nella roccia e il castello di Monte Antuni che domina il paesaggio, la sagra diventa anche un viaggio nel tempo.

Transumando, Bressanvido (VI)

Transumando, la manifestazione che anima il comune di Bressanvido, festeggia l’arrivo della Transumanza, la più attesa e amata dell’arco alpino. Da quest’anno, il format che riunisce la Festa della Transumanza, il Festival dell’Agricoltura, che quest’anno festeggia l’undicesima edizione, e Latterie Vicentine in Festa, il grande evento a porte aperte del più grande polo produttivo di formaggio Asiago DOP, con una novità: “VIVI”, l’iniziativa lanciata della Consulta Giovani di Bressanvido che propone una settimana a ritmo di musica e non solo. Il grande evento che dal 26 settembre al 6 ottobre abbraccia le tre manifestazioni storiche del territorio, per 11 giorni prevede un fitto calendario di eventi che attirerà migliaia di visitatori. Fulcro della manifestazione è l’arrivo della mandria previsto per domenica 28 settembre alle 17, uno dei momenti più emozionanti dell’intera manifestazione.

transumando

@Davide Miolo

La sfilata di Transumando a Bressanvido

Regina di Miele, Tornareccio (CH)

Al via in Abruzzo sabato 27 e domenica 28 settembre la XIX edizione di Tornareccio Regina di Miele, con la mostra-mercato del miele e dei prodotti tipici, la premiazione dei grandi mieli d’Abruzzo e tanti appuntamenti nel cuore del centro storico, tra laboratori per bambini e trattamenti wellness. Immancabile, anche quest’anno, il concorso “Stand Regina di Miele 2025”, che dà la possibilità ai visitatori di votare per scegliere lo spazio espositivo più rappresentativo dell’evento.

Palio dei Carretti, Valiano di Montepulciano (SI)

Dal 20 al 28 settembre 2025, Valiano di Montepulciano vive il 51° Palio dei Carretti. L’avvincente sfida tra le contrade Castello, Chiesina, Dogana, Fonte, Padule e Ponte in onore del SS. Crocifisso, in programma domenica 28 settembre, è preceduta da una settimana di eventi, tra figuranti in costumi storici, giullari e saltimbanco, come rievocazione delle celebrazioni per la vittoria del Signor del Pecora nella Battaglia di Torrita del 1358. Giovedì 25 settembre alle 21:00 si assiste all’apertura della Sagra del Ciambello, che per tutto il resto della settimana proporrà piatti tipici della tradizione locale, e il corteo storico per l’offerta dei ceri al SS. Crocefisso, con la partecipazione del Gruppo Sbandieratori e Tamburini di Montepulciano.

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Ufficio stampa

Il Palio dei carretti a Valiano

Festa dei Nocciolini, Chivasso (TO)

Torna la manifestazione nata nel 1995 con la 30ª Festa dei Nocciolini di Chivasso in programma dal 23 fino al 28 settembre 2025. Per sei giorni Chivasso offre il meglio delle sue eccellenze: i nocciolini e i loro produttori, la mostra-mercato con ben 44 attività commerciali, 20 stand di attività legate al territorio e all’enogastronomia, i ristoranti e i loro menu speciali, i cooking show, la musica, gli spettacoli e gli appuntamenti culturali. A suggellare questo anniversario, un francobollo celebrativo che Poste Italiane ha dedicato ai Nocciolini, inserendoli nella serie nazionale “Le eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy” che sarà presentato il 26 nel Teatrino Civico. Sabato sono attesigli eventi Vetrine sotto il cielo dei negozi di Chivasso, la mostra-mercato delle eccellenze enogastronomiche del Piemonte e GiocaChivasso e Ludobus, mentre domenica stand dei produttori dei Nocciolini, Festival del Gelato di Rivara, I Maestri del Gusto della Provincia di Torino, Sagra del Mirtillo di Moncrivello e vendita del francobollo.

“Cose mai viste”, Castello di Padernello (BS)

Sabato 27 e domenica 28 settembre 2025 torna la mostra-mercato dedicata all’handmade e al riciclo nella suggestiva cornice del Castello di Padernello, nella Bassa bresciana. Il maniero quattrocentesco, per la nuova edizione di “Cose mai viste”, torna a essere un borgo artigiano. Durante le due giornate, sarà possibile scoprire le creazioni di giovani stilisti, designer, professionisti delle arti manuali, che esporranno abbigliamento, accessori, oggettistica, bijoux e design. Oltre ai particolarissimi oggetti del mercato creativo si potranno gustare i sapori della tradizione e i prodotti del territorio nell’area food, e sarà possibile esplorare le sale del castello che ripercorrono diverse epoche, tra storie, leggende e opere d’arte.

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Ufficio stampa

Il cortile del Castello di Padernello con i banchi di Cose mai viste

Fiera del vino e del tartufo, Ricaldone (AL)

Iniziano le prime sagre del tartufo e Ricaldone celebra la tradizione dal 24 al 26 ottobre con la “Fiera del vino e del tartufo”, in occasione della Patronale dei SS. Simone e Giuda Taddeo. Tre giorni di cultura, enogastronomia, musica e intrattenimento nel borgo fra i più antichi e belli del Monferrato Patrimonio Unesco. Il borgo dell’Alto Monferrato sarà animato da eventi per famiglie, giovani, bambini e appassionati del buon cibo e della musica, con un ricco programma che spazia dai concerti alle degustazioni, dai giochi tradizionali alla spiritualità, fino all’incontro tra culture. Il tartufo bianco, grande eccellenza del Monferrato, e in particolare della zona di Ricaldone, sarà protagonista assoluto dell’evento, con degustazioni, approfondimenti e la tartufaia didattica, esempio unico di tartufaia in piena attività dedicata dal Comune di Ricaldone e dall’Associazione Liberi Tartufai all’insegnamento e alla pratica della cerca del tartufo, per tramandare alle nuove generazioni – ma anche ai turisti che vogliano provare un’esperienza straordinaria – l’antica tradizione patrimonio secolare di questa terra. Da non perdere la gara dei “can da trifula” (nome tradizionale piemontese dei cani da tartufo), con la partecipazione di cani (prevalentemente “lagotti” e cercatori (“trifulai”) da tutto il Piemonte. E domenica 26 ottobre sarà possibile fare un giro in mongolfiera tra i colori autunnali delle vigne. Il volo della durata di 1-3 ore prevede brevi ascensioni verticali di 15 metri di altezza.

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Qualità della vita: le 5 migliori province italiane per ogni generazione

Dove si vive meglio in Italia? Secondo il report annuale del Sole 24 OreLecco, Gorizia e Bolzano sono risultate le tre province in testa alle classifiche. L’indagine, nata nel 2021 e arrivata alla sua quinta edizione, ha impiegato parametri statistici rigorosi, forniti da fonti certificate come Istat, Infocamere, Iqvia e Siae. In questo modo, riesce a offrire una fotografia precisa della qualità della vita in Italia in base a tre fasce d’età specifiche: anziani, giovani e bambini.

Presentate in anteprima al Festival dell’Economia di Trento, le classifiche misurano, ormai da cinque anni, “le risposte dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute”.

La top 5 delle migliori province italiane per i bambini

In un momento storico in cui l’Italia sta vivendo un forte calo demografico, la generazione dei bambini è considerata la più preziosa. Secondo i dati raccolti dal Sole 24 Ore, se nel 1982 i bambini tra 0 e 14 anni residenti in Italia erano oltre 12 milioni, oggi sono poco più della metà. In questo contesto, investire sul benessere dei più piccoli deve diventare una priorità e, nella classifica appena pubblicata, a dimostrare l’impegno maggiore sono state le città di Lecco, Siena e Aosta.

Si tratta di tre province medio-piccole che spiccano in diversi indicatori, compresi quelli relativi allo sport, alle competenze scolastiche e alla bassa quota di delitti contro i minori. Altri indicatori importanti tenuti in considerazione per la qualità di vita dei bambini sono stati la presenza di mense o palestre nelle scuole, aree verdi attrezzate e spesa sociale per famiglie e minori.

In generale, nella top 5 compaiono:

  • Lecco
  • Aosta
  • Siena
  • Trento
  • Firenze

Al contrario, le 5 peggiori sono risultate:

  • Palermo
  • Napoli
  • Crotone
  • Trapani
  • Caltanissetta

La top 5 delle migliori province italiane per gli anziani

Per quanto riguarda la fascia d’età relativa agli anziani, a dominare la classifica è il Triveneto occupando tutto il podio, con anche altre quattro province fra le prime 12. Al primo posto troviamo Bolzano grazie alla presenza di biblioteche, per lo scarso consumo di farmaci contro le malattie croniche e per la spesa sociale pro anziani. Inoltre, ha dimostrato un grande impegno anche per la densità di posti letto nelle Rsa.

Bolzano è seguita da Treviso, che spicca per l’alta percentuale di utenti dei servizi sociali comunali, e da Trento. Nella classifica compaiono anche Como, dove si è registrato un alto numero di orti urbani, Lodi, Parma e Aosta.

Nella top 5 dedicata agli anziani troviamo:

  • Bolzano
  • Treviso
  • Trento
  • Como
  • Cremona

Le 5 province peggiori, invece, sono:

  • Messina
  • Vibo Valentia
  • Reggio Calabria
  • Agrigento
  • Trapani

La top 5 delle migliori province italiane per i giovani

Infine, l’ultima indagine fatta dal Sole 24 Ore riguarda i giovani, dove Gorizia si trova, per il secondo anno consecutivo, in testa, seguita da Bolzano, Cuneo e Trieste. Un risultato che fotografa le opportunità offerte dai territori ai residenti tra i 18 e 35 anni.

Con la sua nomina a Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera 2025, Gorizia si conferma una città dinamica, particolarmente adatta ai giovani. Le sue eccellenti performance si manifestano in diversi ambiti, dalla vita sociale e culturale, grazie alla presenza di un elevato numero di locali ed eventi in rapporto ai giovani residenti, alle possibilità di lavoro.

Nella top 5 compaiono:

  • Gorizia
  • Bolzano
  • Cuneo
  • Trieste
  • Ferrare

Le 5 peggiori, invece, sono:

  • Latina
  • Napoli
  • Taranto
  • Sud Sardegna
  • Roma
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Il 2025 di Nova Gorica e Gorizia tra musica, cinema e arte

È la prima volta nella storia che due città – nel caso specifico Nova Gorica in Slovenia e Gorizia in Italia – uniscono le forze per celebrare il loro status di Capitale Europea della Cultura 2025. Una Capitale che è in realtà un’area specifica, un territorio di confine che più che divisione – in questa occasione – rappresenta unione e collaborazione. Il 2025 sarà dunque un anno speciale per le due città, grazie a un programma di eventi che offrirà spazi di confronto, nuove opportunità di collaborazione internazionale e un impulso significativo al turismo. GO! 2025, Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025 è un calendario fitto, che si muove tra musica, arte, teatro, cinema, sostenibilità e cultura.

Il programma ufficiale di GO! 2025 si snoda lungo quattro temi portanti: Guerra e Pace, La creazione del nuovo, Contrabbandieri e Tanto verde. A formare questi pilastri, un cartellone di eventi, mostre e iniziative culturali ed enogastronomiche. «Questi pilastri, che definirei finestre, si affacciano su diversi mondi – ha dichiarato Stojan Pelko, Direttore del Programma GO! 2025 – Siamo convinti che questa Regione possa dire all’Europa e al mondo quanto è difficile costruire la pace dopo la guerra, e quanto l’unico confine che ci riguarda è quello per il futuro, con al centro la sostenibilità. Nell’acronimo GO si riconoscono entrambe le città, sia la città slovena di Nova Gorica che la città italiana di Gorizia. Sono due città in due Stati diversi, che sono assieme Capitale Europea della Cultura in modo transfrontaliero. È dunque un motore di sviluppo che massimizza anche il messaggio che vogliamo mandare all’Unione Europea e all’Europa: in un territorio che era stato marcato da conflitti e guerre, oggi si parla di pace».

Gorizia

Fonte: @Fabrice Gallina

Vista su Gorizia, Capitale della Cultura 2025

L’inaugurazione dell’8 febbraio

C’è ovviamente una data d’inizio per GO! 2025 ed è quella dell’8 febbraio. La cerimonia di apertura – chiamata Da stazione a stazione – rappresenta il primo imperdibile appuntamento culturale del programma ufficiale e coinvolge sia la città di Gorizia che quella di Nova Gorica. Una data non casuale: coincide infatti con la Giornata della Cultura Slovena, che ricorda la scomparsa del poeta sloveno France Prešeren (8 febbraio 1849) e, per quanto riguarda l’Italia, con l’anniversario della nascita del poeta Giuseppe Ungaretti (8 febbraio 1888).

Si inizia alle 10 alla Stazione Ferroviaria di Gorizia con la partenza di un corteo transfrontaliero (1.500 performer, bande musicali e gruppi folcloristici). In Piazza Vittoria – sempre a Gorizia – spazio invece alla musica: per tutto il giorno, giovani artisti del Friuli Venezia Giulia (tra questi Shari, Tish e Pierpaolo Foti) saliranno sul palco per ore e ore di live. Alle 11:15 Piazza Vittoria ospiterà poi un programma culturale con interventi del sindaco di Nova Gorica, Samo Turel, e del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna. Alle 13:15 atleti, studenti e artisti daranno vita alla suggestiva performance Walking Sculpture, con la Sfera di Michelangelo Pistoletto.

Alle 14:00, il corteo raggiungerà il valico di via San Gabriele e continuerà lungo via Erjavčeva e Piazza Rusjan – a Nova Gorica – per arrivare a Piazza Bevk. Alle 15:00 spazio anche agli stand enogastronomici. L’inizio ufficiale dell’inaugurazione è previsto per le 16 in Piazza Transalpina: una piazza realmente unica al mondo, realizzata per l’occasione e condivisa dalle due città. La cerimonia sarà proiettata in diretta anche in Piazza Vittoria (Gorizia) e Piazza Bevk (Nova Gorica).

Alle 18:00, appuntamento con lo spettacolo artistico a Nova Gorica in Piazza Edvard Kardelj a cura della regista Neda Rusjan Bric. In Piazza Vittoria si terrà invece un’illuminazione scenografica del Castello di Gorizia, con musica di Remo Anzovino e dei 40 Fingers, e spettacoli dal vivo che animeranno tutta la serata. Alle 20:30, la festa transfrontaliera proseguirà fino a notte fonda con il DJ set di DADDY G (Massive Attack) e Andy Smith (Portishead) in piazza Transalpina. Dopo l’8 febbraio, il calendario si arricchisce con eventi che coinvolgono qualsiasi arte e disciplina: sono più di 1000, vediamo i principali.

Eventi cinematografici

Partiamo dal cinema. L’1 febbraio 2025, presso Dom krajanov Osek in Slovenia, ci sarà la proiezione di Moja meja (Il mio confine, 2002) di Anja Medved e Nadja Velušček. Si tratta di un documentario sulla storia di Nova Gorica e Gorizia. Il 3 febbraio si terrà invece una serie di eventi in memoria di Nora Gregor, attrice nata a Gorizia, per l’anniversario della sua nascita. Previsti una conferenza, una proiezione cinematografica e una passeggiata cinematografica per le vie di Gorizia. L’evento si svolgerà in diverse location della città, tra cui il Palazzo del Cinema, Kinemax Gorizia, BorGO Cinema.

Il 10 aprile 2025 si terrà, sempre a Gorizia, la proiezione di film Nekoč v Posočju (C’era una volta a Valle dell’Isonzo), diretto da Ema Kugler: è la storia della tradizione popolare degli Staroverci, trasmessa dagli zii, uomini soli che non avevano diritto all’eredità e vivevano come servi ai margini della società. Da segnalare che quest’anno anche il Trieste Film Festival è rientrato nelle celebrazioni di GO! 2025, mentre in programma ci sono anche le giornate della Fice con Palazzo del Cinema, la produzione di otto cortometraggi con FVG Film Commission (realizzati ad hoc in occasione della Capitale Europea della Cultura e selezionati da una giuria di esperti presieduta dal regista Gabriele Salvatores), il docufilm sul filosofo Carlo Michaelstadter scritto e diretto dal regista e attore Massimiliano Finazzer Flory e il documentario di Anja Medved sui testimoni della Seconda Guerra Mondiale.

nova gorica 2025

Fonte: @Jernej Humar

Gli eventi di Nova Gorica per il 2025

Danza e teatro

Non solo cortei e artisti nel giorno dell’inaugurazione. Tra gli spettacoli teatrali già annunciati ci sono la performance Alla ricerca della lingua perduta (V iskanju izgubljenega jezika) il 20 febbraio a Nova Gorica e il Dodecalogo (la docu-fiction transgenerazionale del regista Tomi Janežič) che andrà avanti per tutto l’anno.

Da citare anche la masterclass a Gorizia per giovani danzatori con l’étoile Eleonora Abbagnato e i ballerini dell’Opera di Roma e la premiere de La Cripta dei Cappuccini, prima parte della trilogia teatrale Inabili alla Morte (Nezmožni umreti), prodotta da Mittelfest (il 16 settembre a Gorizia). Inseriamo in questa categoria – anche se è più trasversale – l’annuncio del Festival della Complessità con grandi protagonisti: tra gli altri Didier Eribon, Aleksandar Hemon, Miljenko Jergović, Slavoj Žižek.

Enogastronomia

Non possono mancare eventi enogastronomici. Tra quelli annunciati durante la conferenza di presentazione del programma di GO! 2025 e GO! 2025 & Friends segnaliamo l’edizione 2025 di Gusti di Frontiera, Gusti senza frontiere, dal 26 al 28 settembre a Gorizia, ma anche nel vicino versante sloveno. A giugno (14 e 15) spazio poi a Le Giornate delle Cantine Aperte a Brda. Il programma è in aggiornamento, quindi non resta che attendere ulteriori (e deliziose) iniziative.

Mostre, arte e convegni

Gli eventi espositivi si avvicenderanno, quindi avrete tutto il tempo di ammirarli. Tra questi, citiamo la mostra dedicata a Zoran Mušič e l’omaggio a Franco Basaglia con la circuitazione in sedi slovene del mitico Marco Cavallo, simbolo dell’abbattimento dei confini e pregiudizi sulla salute mentale. Non solo: si terrà nelle due città la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e il focus sull’architetto Edvard Ravnikar che progettò la città di Nova Gorica. Tra le esposizioni già inaugurate, ricordiamo Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia – presso il Museo di Santa Chiara – visitabile fino al 4 maggio e Andy Warhol. Beyond Borders, un’esposizione aperta anch’essa fino alla stessa data presso Palazzo Attems Petzenstein.

Inoltre, a Villa Manin si aprirà nel corso dell’anno la mostra Borders from Turner to Monet to Hopper, a Gorizia la mostra dedicata ai tesori di Aquileia e la mostra Tre Sguardi con le fotografie di Steve McCurry, Alex Majoli e Meta Krese che raccontano il confine.

Aprirà poi il 7 febbraio a Villa Manin (Codroipo – UD) anche Scooter Italia 1945-1970, esposizione che racconta il settore degli scooter attraverso una selezione di 50 modelli provenienti da collezionisti privati.

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Fonte: @Ernad Ihtijarević

Il confine tra Italia e Slovenia a Nova Gorica/Gorizia

Musica

C’è l’imbarazzo della scelta, ma soprattutto il programma di GO! 2025 & Friends offre eventi imperdibili: i Thirty Seconds to Mars (3 luglio) e i Massive Attack (24 giugno) animeranno l’Arena di Casa Rossa a Gorizia. E poi Alanis Morissette (22 giugno 2025 a Villa Manin di Codroipo), Sting (9 luglio sempre a Villa Manin) e Robbie Williams (17 luglio 2025 allo stadio Nereo Rocco di Trieste).

Sostenibilità ed experience

Le proposte sulla sostenibilità non potevano mancare in un luogo che fa dell’Isonzo il proprio confine: avete l’imbarazzo della scelta, dal futuro del cibo (con laboratori e progetti artistici di Jurij Krpan), alla vetrina sulla Biblioteca dei semi della Biblioteca Bevk di Nova Gorica. Per vivere a pieno Nova Gorica-Gorizia, PromoTursimo FVG organizza inoltre per tutto l’anno due visite guidate per vivere ed esplorare il territorio in modo unico ed esclusivo.

La prima, Atmosfere goriziane- Tour classico – disponibile il sabato e la domenica alle ore 15:00 – permette di godere di Gorizia, del Collio, della zona del Brda, del fiume Isonzo simbolo della Prima Guerra Mondiale e dei tre rilievi su cui si sono svolte alcune delle battaglie più importanti della Grande Guerra in Italia: Calvario, Sabotino e San Michele. La seconda experience, Gorizia – Una storia di frontiera – disponibile il sabato e la domenica alle ore 10:30 – porta direttamente all’interno della travagliata storia della città nel Novecento.

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Le 5 destinazioni italiane in cui assaggiare le migliori ricette di Natale

Il Natale porta con sé l’inconfondibile profumo di dolci appena sfornati e di piatti fumanti. Ma oltre ai grandi classici della tradizione, l’Italia nasconde favolosi tesori gastronomici che meritano di essere scoperti, approfittando di questo periodo di viaggi e vacanze. Ogni regione infatti ha le sue usanze e le sue specialità culinarie legate in particolar modo alle festività natalizie. Ne abbiamo selezionate 5, tra le più autentiche e deliziose, che sono l’emblema della tavola delle feste di altrettante destinazioni, possibili mete di un viaggio del gusto all’insegna degli antichi sapori della tradizione.

Gubana, il dolce natalizio di Gorizia

La gubana goriziana, o presniz, è un dolce che racchiude secoli di tradizioni e un’infinità di sfumature di gusto. Originaria della città di Gorizia, questa prelibatezza si distingue per la sua delicata pasta sfoglia che avvolge un cuore generoso, ricco di frutta secca, canditi, miele, spezie e aromi. Ogni famiglia, tramanda la propria ricetta di generazione in generazione, aggiungendo un tocco personale, un piccolo segreto che rende ogni gubana unica e inconfondibile.

Le origini della gubana si perdono nella notte dei tempi. Le prime attestazioni scritte risalgono al XVIII secolo, ma è probabile che questo dolce fosse già conosciuto e apprezzato molto prima. La sua diffusione ha dato vita a una vera e propria famiglia di dolci simili, ma con nomi e caratteristiche differenti: gubana di Cividale, putizza, potiza, gubana delle Valli del Natisone. Un arcobaleno di sapori che unisce e differenzia, un gioco di nomi e ingredienti che ci racconta la storia di un territorio e delle sue genti.

Situata al confine tra Italia e Slovenia, Gorizia, culla della gubana, è una città dove culture e tradizioni si intrecciano da secoli. Passeggiando per le sue vie, si respira un’atmosfera unica, fatta di storia, arte e sapori autentici. I palazzi austriaci si affacciano su piazze animate, mentre le botteghe artigiane custodiscono i segreti di antichi mestieri. Piazza della Vittoria, su cui si affaccia la chiesa barocca di Sant’Ignazio, è il cuore della città, dove si svolgono mercati, manifestazioni ed eventi culturali. Un’attrazione imperdibile è il Castello di Gorizia, che domina la città dall’alto. Le sue mura medievali e le sale affrescate raccontano secoli di storia, così come le collezioni di armi, armature e reperti archeologici che si possono ammirare all’interno.

Cotechino, simbolo della tradizione emiliana

Nato dalla necessità e forgiato dalla creatività, il cotechino di Modena ci regala un racconto affascinante. Siamo nel 1511, quando Mirandola resisteva strenuamente all’assedio papale. Circondati dal nemico e affamati, gli abitanti idearono un modo ingegnoso per conservare la carne dei pochi maiali rimasti, insaccandola nel budello degli animali, creando così una straordinaria specialità gastronomica.

Nato quasi per caso, il cotechino superò ben presto i confini di Mirandola per conquistare tutta l’Italia, e oltre. Oggi, è un simbolo della tradizione culinaria emiliana, un piatto che non può mancare sulla tavola delle feste, ricordandoci l’importanza della creatività e della resilienza.

Modena, la città che ha dato i natali al cotechino, è uno dei gioielli dell’Emilia-Romagna che accoglie i visitatori con il suo raccolto centro storico. La Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo, patrimonio UNESCO, domina la città con la sua maestosa bellezza, mentre la Galleria Estense custodisce capolavori di artisti come Beato Angelico e Correggio. E dopo aver ammirato i tesori d’arte, non c’è niente di meglio che gustare un piatto di cotechino, magari in un’osteria tradizionale, accompagnato da un buon bicchiere di Lambrusco.

Minestra maritata, un matrimonio di sapori a Napoli

Nata sotto il dominio spagnolo, questa minestra è un riuscito connubio tra carne e verdure, un abbraccio di sapori che ha conquistato i palati napoletani fin dal 1600. Un brodo ricco, profumato, dove si fondono le note intense della carne di maiale, pollo e manzo, abbracciate dalla delicatezza di scarola, borragine, cicoria e verza.

Una sinfonia di sapori che, un tempo, vedeva protagoniste anche le parti meno nobili del maiale, un omaggio alla tradizione e alla necessità di non sprecare nulla. Oggi, la minestra maritata è un classico delle feste in Campania e Calabria, sebbene le ricette si siano evolute, adattandosi ai gusti contemporanei, anche se Napoli, che ne fu la culla, resta il luogo migliore dove gustarla.

Passeggiando tra i vicoli di Spaccanapoli, ammirando il Vesuvio che domina la città e perdendosi tra le bancarelle del mercato, non si può fare a meno di sentire l’energia vibrante del capoluogo campano. La minestra maritata non poteva che nascere qui, in questa città dal cuore caldo e dalla cucina ricca di sapori. Assaporatela in una trattoria tradizionale, magari vicino al Castel Sant’Elmo, con vista panoramica sul golfo, e lasciatevi avvolgere dal calore di questa zuppa che racconta secoli di storia e tradizioni. E dopo aver gustato questo piatto tipico, niente di meglio di una passeggiata sul lungomare, ammirando il Castel dell’Ovo e il Vesuvio.

Su Pan’e Saba, delizia delle feste a Cagliari

Nato come un semplice pane arricchito con la densa sapa, Su Pan’e Saba è uno dei più tipici dolci sardi invernali, vero capolavoro di sapori e profumi. Si tratta di un pane dolce e umido, intriso di sciroppo di mosto cotto (sapa), arricchito da un mix di frutta secca e spezie. Ogni morso è un’esplosione di gusto, un abbraccio caloroso che ci riporta alle antiche tradizioni isolane. La sapa, ottenuta dalla lenta cottura del mosto d’uva, dona al pan’e saba un colore ambrato e un sapore inconfondibile, mentre le noci, le nocciole e l’uva passa aggiungono note dolci e croccanti. Un dolce semplice, perfetto per scaldare il cuore nelle fredde giornate invernali e per condividere momenti speciali con i propri cari.

Cagliari è una città che incanta al primo sguardo, con il suo centro storico arroccato su una collina che domina il mare. Passeggiando tra le viuzze del Castello, tra le antiche mura e le torri medievali, sembra di fare un salto nel passato. Da non perdetere la Cattedrale di Santa Maria, un capolavoro di architettura romanica, e il Bastione di Saint Remy, da cui si gode di una vista spettacolare sulla città e sulla baia. La spiaggia del Poetto, a pochi passi dal centro, è un invito a lunghe passeggiate con i suoi chilometri di sabbia fine bagnate da acque cristalline. E dopo una giornata al mare, ci si può rilassare in uno dei tanti locali sulla passeggiata, assaporando i piatti tipici della cucina sarda e una fetta di pan’e saba.

Pangiallo romano, un raggio di sole nel cuore dell’inverno

Nato nei fasti dell’antica Roma, il pangiallo è un dolce che da millenni illumina le tavole laziali durante le festività natalizie. Le sue origini si perdono nel tempo, legate ai rituali pagani del solstizio d’inverno, quando si offriva questo dolce dorato agli dei per propiziare il ritorno del sole. La ricetta originale prevedeva un impasto a base di miele, farina e frutta secca, simboli di abbondanza e prosperità. Nel corso dei secoli, il pangiallo si è arricchito di nuovi ingredienti, come canditi, uvetta e spezie, trasformandosi in un vero e proprio scrigno di sapori. Oggi, questo dolce dal colore giallo intenso, che richiama la luce del sole, continua a essere una presenza immancabile sulla tavola di Natale.

Sotto le feste, Roma è una meta perfetta per immergersi nella magica atmosfera natalizia, con la città che si accende di mille luci e colori, concerti e spettacoli per grandi e bambini. Una visita nella capitale in questo periodo è l’occasione giusta per riscoprire musei straordinari come i Musei Vaticani e la Galleria Borghese, che custodiscono tesori inestimabili, oppure ammirare le splendide fontane barocche, come quella di Trevi, a cui il recente restauro ha restituito tutto il suo splendore. Immancabile una passeggiata romantica tra le stradine di Trastevere e un giro al celebre mercatino di Natale di piazza Navona, dove assaporare le specialità locali e, naturalmente, gustare un delizioso pangiallo.

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Nova Gorica e Gorizia, due città per una Capitale Europea della Cultura 2025

Il 2025 sarà un anno storico per le città di Nova Gorica, in Slovenia, e Gorizia, in Italia. Per la prima volta nella storia della Capitale Europea della Cultura, questo prestigioso titolo sarà condiviso da due città separate da un confine internazionale. Si tratta di un evento unico che mette al centro la collaborazione transfrontaliera, e che attraverso il progetto GO! 2025 intende celebrare le diversità culturali e la comunanza di due centri che sono stati a lungo divisi.

Gli eventi da non perdere

Le celebrazioni iniziano l’8 febbraio 2025, quando entrambe le città saranno protagoniste della cerimonia inaugurale che coinciderà con la Giornata slovena della Cultura, in onore del poeta nazionale sloveno France Prešeren. Questo evento simbolico darà il via a un anno ricco di manifestazioni culturali, artistiche e gastronomiche, che avranno luogo sia a Gorizia che a Nova Gorica.

Tra gli eventi principali spicca la Marcia per l’Europa, prevista tra il 1° e il 9 maggio, e la manifestazione culinaria Gusti senza Frontiere, dal 26 al 28 settembre. Il programma culminerà con una luminosa cerimonia di chiusura GO! 2025, che si terrà tra il 1° e il 5 dicembre. Per tutto il periodo la città non sarà soltanto uno scenario per eventi, ma un simbolo di cooperazione europea, dove arte, cultura e persone si incontrano in un contesto di dialogo e scambio.​

Il filo rosso e il filo verde: i temi di GO! 2025

GO! 2025 si sviluppa attorno a due temi principali, simboleggiati dai filoni rosso e verde. Il filo rosso rappresenta il concetto di confine, che ha segnato la storia delle due città. Attraverso lo slogan GO! Borderless, si indaga su come i confini influenzino le culture e le relazioni umane. Un confine, infatti, non è solo una linea fisica che separa due territori, ma può anche rappresentare barriere culturali o storiche.

Gorizia e Nova Gorica incarnano perfettamente questa dicotomia: per decenni separate da un confine rigido, oggi sono un esempio di come la collaborazione possa superare le divisioni. “Auspichiamo che la nomina di Nova Gorica e Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025 diventi un’occasione per raccontare una regione in cui il concetto stesso di confine cambia significato, mettendo al centro la comunicazione e la condivisione attraverso l’arte, la cultura e l’enogastronomia” ha dichiarato Aljoša Ota, direttore dell’Ente sloveno per il turismo in Italia.

Il filo verde, invece, si ispira al fiume Isonzo, le cui acque smeraldine uniscono le due città e il cui corso rappresenta l’anima verde e sostenibile del progetto. Il tema ambientale è infatti cruciale in GO! 2025, che pone un forte focus sulla sostenibilità e sull’attenzione alle generazioni future. In quest’ottica, un nuovo distretto culturale ecosostenibile prenderà vita nel tratto di un chilometro che separa le due ex dogane. Questo spazio verde, simbolico e concreto, diventerà un punto di incontro e di socialità per gli abitanti di entrambe le città, con un progetto architettonico che coinvolge piazzale della Transalpina e l’area verde che conduce al valico di San Gabriele.

Un passato condiviso, un futuro comune

Le storie di Gorizia e Nova Gorica sono strettamente legate al corso del Novecento, un secolo di profondi cambiamenti geopolitici e sociali. Gorizia, situata sul corso dell’antica via Gemina e del fiume Isonzo, è stata per secoli un crocevia di culture latine, germaniche e slave. Nova Gorica, al contrario, è una città giovane, costruita dal nulla dopo la Seconda Guerra Mondiale, come parte del progetto urbanistico socialista della Jugoslavia. La sua nascita risale al Trattato di Parigi del 1947, che ne sancì l’appartenenza alla Jugoslavia, separandola fisicamente da Gorizia.

Oggi, le due città, seppur divise politicamente, formano una sola entità urbana che rappresenta simbolicamente la riunificazione e la cooperazione. L’immagine del filo spinato che divideva piazzale della Transalpina negli anni del dopoguerra è ormai un ricordo, sostituito da un’idea di confine aperto e di dialogo interculturale. Il titolo di Capitale Europea della Cultura 2025 sarà un’occasione per dimostrare al mondo come la pace e la condivisione siano non solo possibili, ma anche auspicabili in un’epoca di crescenti tensioni globali.

​Terre di frontiera

GO! 2025 coinvolgerà anche le zone circostanti, come la regione di Brda in Slovenia, famosa per i suoi vigneti e la ricca offerta gastronomica, ma anche in quanto meta privilegiata per gli amanti dell’escursionismo e del cicloturismo. Percorsi come l’Alpe Adria Trail, il Juliana Trail e il Sentiero della Pace attirano ogni anno visitatori da tutta Europa, così come la nuovissima TransDinarica e la Juliana Bike, ideali per chi ama esplorare la natura in bicicletta. Il turismo sostenibile sarà un altro tema centrale di GO! 2025, con la volontà di promuovere uno sviluppo territoriale in armonia con l’ambiente.

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Cosa vedere a Gorizia, tra Italia e Slovenia

La città di Gorizia è una città di confine nell’estremo nord est italiano, tra Italia e Slovenia, in grado di incarnare una miscela unica di diverse culture e tradizioni. Questa città fu testimone di grandi eventi storici in passato e grazie a questo riesce ad offrire ai visitatori, che vogliono scoprirne i segreti, un’esperienza autentica e rilassante. Ma cosa fare e cosa vedere a Gorizia durante una visita? Ecco un itinerario per scoprire il meglio che la città ha da offrire.

Il castello di Gorizia, per una vista mozzafiato

Una delle principali attrazioni della città di Gorizia è senza dubbio il suo castello medievale. La struttura si trova su una collina che domina dall’alto la città ed è la destinazione ideale per chi vuole scoprire una vista panoramica unica sulle valli circostanti e persino sulla vicina Slovenia. Il castello di Gorizia, che va ad aggiungersi ai magnifici castelli del Friuli Venezia Giulia, venne costruito nel lontano Undicesimo secolo ed ha visto molteplici trasformazioni nel corso degli anni, passando da essere una fortezza militare a diventare una maestosa residenza nobiliare.

Visitare il castello permette di scoprire le antiche mura, le torri e gli ambienti interni, ricchi di diversi oggetti d’epoca e varie mostre che raccontano la storia della città e della regione intera.

Foto dal basso del Castello di Gorizia, con in primo piano alberi verdi del parco circostante

Fonte: iStock

Castello di Gorizia

Piazza della Vittoria, il centro cittadino

Dopo aver visitato il castello di Gorizia è tempo di passare al centro cittadino. In particolar modo, degna di nota, è sicuramente la Piazza della Vittoria, che è oggi il centro nevralgico della vita cittadina. Qui è possibile ammirare edifici storici come, ad esempio, il Duomo di Gorizia, caratterizzato da uno stile neoclassico e da una facciata imponente. Il Duomo merita di essere visitato in quanto un esempio di arte del passato ancora perfettamente conservata: interni sobri ed eleganti, numerosi affreschi e splendide decorazioni caratterizzano questo luogo sacro.

Piazza della Vittoria è anche il luogo ideale dove passare momenti di relax dopo aver camminato in lungo e in largo alla scoperta della piccola cittadina di Gorizia. Sono presenti diversi caffè e ristoranti, dove sedersi ed assaporare un buon caffè rigenerante o un buon piatto tipico del Friuli Venezia Giulia. Gorizia, infatti, è molto apprezzata anche per la sua cucina, in grado di fondere sapori italiani, sloveni e mitteleuropei: il gulasch ed i famosi cjarsons, ravioli tipici della Carnia, fanno da padrone.

Parco della Rimembranza

Per gli amanti degli spazi verdi, a Gorizia è presente il Parco della Rimembranza, il luogo ideale per una passeggiata ai piedi del castello, a contatto con la natura. Questo parco è dedicato alla memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che ha lasciato una ferita profonda sulla città di Gorizia, situata in una posizione altamente strategica durante il conflitto e che fu teatro di aspri combattimenti.

Il parco è la soluzione ideale per scappare dal caos cittadino, grazie ai suoi ampi viali alberati, e dove è possibile scoprire anche storia e cultura del luogo grazie alla presenza di diverse sculture commemorative ed una serie di monumenti dedicati ai caduti.

Borgo Castello e il Ghetto Ebraico

Un’altra zona di grande interesse a Gorizia è il quartiere Borgo Castello che sorge ai piedi della fortezza. Qui si trovano diverse stradine strette ed acciottolate, vie che conducono i turisti attraverso un percorso ricco dal punto di vista storico e culturale e dotato di grande fascino. Percorrendo le vie del quartiere è possibile ammirare, infatti, antiche abitazioni, botteghe artigiane e piccoli locali che conservano ancora oggi l’atmosfera del passato.

Nelle vicinanze di questo quartiere si trova il Ghetto Ebraico, una zona di Gorizia che testimonia la forte presenza del popolo ebraico in città dal Sedicesimo secolo. Si tratta di un angolo della città poco conosciuto, ma comunque dal grande valore storico e culturale. Qui è possibile visitare la sinagoga, con la sua semplice ed elegante architettura, che è il simbolo della comunità, con al suo interno documenti e reperti storici, che raccontano la quotidianità degli ebrei goriziani.

Le ville storiche di Gorizia

Passeggiando per la città di Gorizia è quasi impossibile non notare la presenza di numerose ville storiche, che raccontano il passato elegante di questa cittadina del Friuli Venezia Giulia. Tra le più famose, si può citare sicuramente Villa Coronini Cronberg, una delle residenze meglio conservate e che merita una visita. Si tratta di una villa del Diciottesimo secolo, circondata da un verde e vasto parco e che oggi ospiti un museo, tra mobili d’epoca, opere d’arte e documenti storici.

Per gli amanti della storia questa villa, grazie alla sua maestosità ed alla sua bellezza, può essere inclusa tra quelle che sono considerate le più belle ville tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, simboli di eleganza e prosperità di quella che un tempo veniva chiamata Repubblica di Venezia.

Tra Italia e Slovenia: piazza della Transalpina

Ciò che affascina di più di Gorizia è sicuramente la sua posizione di confine, tra Italia e Slovenia. Un luogo che incarna perfettamente questo aspetto è piazza della Transalpina. Si tratta di una piazza divisa a metà dal confine italo-sloveno ed è un simbolo dell’unità europea. Qui, infatti, fino al 2004, anno in cui la Slovenia è entrata a far parte dell’area Schengen, era presente un muro che divideva in due la piazza e divideva i Paesi. Oggi, grazie a questi accordi, è possibile attraversare la piazza liberamente, con un piede in Italia e uno in Slovenia.

È presente nella piazza anche la storica stazione ferroviaria Transalpina, il punto di partenza per chi desiderava viaggiare verso il cuore dell’Europa centrale.

Veduta aerea della città di Gorizia, con i suoi tetti in tegole tradizionali e colline sullo sfondo

Fonte: iStock

Veduta aerea della città di Gorizia

Cosa fare nei dintorni di Gorizia?

Per chi ha tempo a disposizione ed intende visitare non solo la città di Gorizia, ma anche i suoi dintorni, ecco alcune raccomandazioni. La città si trova ai margini di una delle zone vinicole più rinomate d’Italia: la regione del Collio. Qui si producono alcuni dei vini bianchi più pregiati e ricercati del Paese, tra paesaggi mozzafiato formati da colline verdeggianti e vigneti che si estendono a perdita d’occhio.

Per un’esperienza indimenticabile nella regione del Collio, è possibile visitare le cantine locali per assaporare i vini più celebri, come il Friulano, la Ribolla Gialla ed il Sauvignon, accompagnati da prodotti tipici come formaggi o salumi, mentre si partecipa ad una delle numerose degustazioni guidate.

La città di Gorizia, pur essendo piccola, è in grado di offrire ai propri visitatori un’esperienza ricca e decisamente variegata. Si passa dalla storia millenaria del suo castello, ai borghi e quartieri che raccontano la storia recente di Gorizia, della sua popolazione e della sua regione, fino ad arrivare a quella che è la piazza principale che oggi unisce due importanti Paesi come l’Italia e la Slovenia. Gorizia non è solo una destinazione turistica, ma rappresenta un vero e proprio ponte tra due mondi, un luogo dove diverse culture si incontrano e danno vita ad un’atmosfera unica ed indimenticabile.

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Cosa vedere a Grado, storia e arte dell’Isola d’Oro

Grado è una piccola cittadina lagunare del Friuli Venezia Giulia in provincia di Gorizia. Collegata alla terra ferma da una sottile striscia di terra è una famosa località turistica e termale conosciuta anche come l’Isola d’Oro o la Prima Venezia a causa delle sue vicende storiche. Scopriamo insieme cosa fare e cosa vedere durante un soggiorno a Grado.

La storia di Grado

Situata su un’isola tra il mare e la laguna, Grado vanta oltre 1600 anni di storia. Nata in epoca romana come scalo mercantile di Aquileia, Grado deve il suo nome proprio ai tipici gradoni romani che agevolavano lo sbarco di passeggeri e merci dalle navi. Da sempre centro di grandi attività commerciali, nel IV secolo venne costruito il suo castrum, dove trovarono rifugio le popolazioni dell’entroterra scampate all’assalto dei barbari.

Lo stesso Patriarca si trasferì a Grado, spostando la sede da Venezia nella città lagunare che abbellì con edifici di culto e con la costruzione del Duomo. Il rientro del Patriarcato a Venezia nel 1451 significò per l’isola l’inizio di anni difficili, segnati da numerosi conflitti fino al 1797, quando passò sotto il dominio Austriaco per poi tornare ad essere cittadina italiana al termine della I Guerra Mondiale.

Decidere cosa vedere a Grado non sarà difficile, la città oltre ad essere una delle attrazioni turistiche più apprezzate della riviera adriatica grazie al suo mare cristallino, alle spiagge dorate e al sole, offre anche un ricco patrimonio storico e artistico, che ogni anno attira moltissimi turisti.

Panorama di Grado

Fonte: iStock

Vista della città di Grado

Cosa vedere a Grado

Il luogo perfetto per cominciare il giro della città è sicuramente il suo centro storico dal fascino veneziano, un labirinto di calli e pittoreschi cortili, sul quale si affacciano le case colorate dei pescatori, un mondo magico e incantevole che vi porterà in un viaggio a ritroso nel tempo. Il campo dei Patriarchi è il fulcro del periodo tardo romano e veneziano, qui si affaccia la Basilica di Sant’Eufemia, cattedrale del Patriarcato di Aquileia per più di otto secoli, almeno fino a quando il titolo non venne ceduto a Venezia. Restaurata nella prima metà del Novecento secondo l’originario progetto voluto dal vescovo Elia nel 579, la facciata presenta un bel campanile quattrocentesco con in cima un arcangelo giravento (l’Anzolo), una statua in rame dell’Arcangelo San Michele, da tempo diventato il simbolo della città vecchia.

L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate da eleganti colonne in marmo e presenta uno splendido pavimento con mosaici del VI secolo. Sul fianco destro della Basilica si trova il Lapidario con reperti romani e paleocristiani, mentre sul lato sinistro sorge il Battistero, di forma ottagonale che conserva tre sarcofagi e are funerarie romane del III a.C.. Nella Basilica è conservato anche il prezioso Tesoro del Duomo, con le reliquie dei santi patroni della città Ermacora e Fortunato.

Un altro capolavoro da vedere a Grado è senza dubbio la Basilica di Santa Maria delle Grazie, meta religiosa della popolazione locale e costruita nel IV secolo in stile paleocristiano, all’interno della quale si possono ammirare l’altare, l’acquasantiera e la statua lignea della Madonna delle Grazie. Da non perdere è anche Piazza Biagio Marin, dedicata al grande poeta, cantore della laguna che nacque proprio qui a Grado nel 1891.

Sempre in piazza Marin, attraversando lunghe passerelle di vetro, si giunge alla Basilica della Corte dove si possono ammirare alcuni sarcofagi e i resti delle mura dell’edificio, riportati alla luce nel 1902, grazie alla ristrutturazione della piazza, ma anche i Giardini del Municipio e il sontuoso e rinnovato Hotel Fonzari, il più antico di Grado. Proseguendo verso campo dei Santi Ermagora e Fortunato si arriva al Lungomare Nazario Sauro, undici chilometri di spiagge, con splendide ville, meravigliosi giardini, residence e negozi esclusivi: da qui il panorama si allarga sul mare aperto e nelle giornate più limpide si possono scorgere tutta la riviera di Trieste e la costa dell’Istria.

Grado, spiaggia

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Una spiaggia nei pressi di Grado

Chi è interessato a una visita naturalistica e religiosa può prendere il traghetto (circa 20 minuti di viaggio), che collega Grado all’isola di Barbana dove potrà ammirare l’antichissimo Santuario della Madonna, oggi sede di una comunità di Frati Minori Francescani. Qui, dal lontano 1237, si festeggia anche il famoso Perdòn e ogni prima domenica di luglio, il paese è addobbato a festa, mentre una lunga processione di barche colorate si dirige verso l’isola di Barbana, per rinnovare un antico voto alla Madonna che avrebbe salvato il paese da una terribile epidemia di peste.

Per concludere la vacanza in bellezza vi consigliamo un bel trattamento curativo o estetico presso le Terme Marine di Grado e, a seguire, un ottima cena nel centro della città vecchia presso la tavernetta all’Androna, che vanta una lunga e rinomata tradizione nella preparazione di piatti a base di pesce accompagnati da un ottimo vino friulano.