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Cammino dei Beati in Sardegna: 5 tappe tra Barbagia, storia e natura

Il Cammino dei Beati in Sardegna è un percorso escursionistico suddiviso in cinque tappe, che si sviluppa in ambito barbaricino attraversando territori compresi tra i comuni di Galtellì e Orgosolo, passando per Orosei, Dorgali e Oliena.

Si tratta di un itinerario che si estende per oltre 85 chilometri, caratterizzato da dislivelli significativi e una varietà ambientale che comprende rilievi collinari, tratti di bassa montagna, aree rurali e strade secondarie poco trafficate.

Lungo il cammino si incontrano borghi noti per la loro identità culturale e religiosa, ma anche ambienti naturali di valore paesaggistico, che rendono il tracciato adatto a escursionisti in buone condizioni fisiche, dotati di attrezzatura adeguata e abituati a camminare su terreni misti.

Storia del cammino

L’itinerario prende il nome da alcune figure religiose sarde che hanno avuto un forte legame con i territori attraversati. In particolare, il tracciato collega i luoghi legati alla Beata Antonia Mesina, al Beato Francesco da Lula e alla Venerabile Maria Gabriella Sagheddu, figure centrali della devozione popolare novecentesca e simboli di valori condivisi all’interno delle comunità locali.

Il cammino si inserisce in un contesto di valorizzazione del patrimonio immateriale legato alla religiosità popolare, ma anche del patrimonio materiale rappresentato da chiese, santuari, eremi e cappelle di campagna, spesso situati in posizioni periferiche o poco accessibili. L’iniziativa ha l’obiettivo di incentivare forme di turismo sostenibile, legate al camminare, alla conoscenza dei territori interni e alla riscoperta di percorsi di collegamento storici e secondari, oggi spesso in disuso.

Le tappe del cammino

Il Cammino dei Beati è articolato in cinque tappe, con lunghezze e dislivelli variabili, per un totale di circa 90 chilometri e un dislivello complessivo significativo. Le caratteristiche altimetriche e morfologiche rendono il percorso adatto a escursionisti con esperienza, in particolare in presenza di zaini con carico completo e condizioni meteorologiche stabili.

Tappa 1: Galtellì – Orosei

(12,5 km, +871 m D+, 883 m D–, 3h 30’)

La prima tappa inizia nel centro di Galtellì, borgo noto per il suo centro storico ben conservato e per la Chiesa del Santissimo Crocifisso, dove è custodita una croce lignea venerata. Uscendo dall’abitato si attraversano antichi percorsi pastorali che si inoltrano tra le colline, con un’alternanza di salite e discese che offrono panorami aperti sulla Valle del Cedrino.

Il tracciato prosegue in direzione sud-est, passando per aree boschive e zone di macchia mediterranea, con affacci sulla piana di Orosei. A Orosei sono visitabili numerose chiese storiche, tra cui San Giacomo e Sant’Antonio Abate, oltre al quartiere medievale di Sa Marina.

Tappa 2: Orosei – Dorgali

(22 km, +935 m D+, 515 m D–, 6h 30’)

La seconda tappa è tra le più impegnative in termini altimetrici e chilometrici. Si lascia Orosei percorrendo strade rurali e sentieri che risalgono le pendici del Monte Tuttavista, da cui si apre una vista ampia sulla costa orientale. Si attraversano aree forestali ricche di lecci e corbezzoli, oltre a tratti di pascolo e antichi stazzi.

La salita prosegue fino ai pressi dell’altopiano che introduce a Dorgali, con alcune varianti che passano per la zona di Ispinigoli, dove si trova l’omonima grotta e una dolina carsica di grande interesse geologico. L’ingresso a Dorgali avviene da nord-est, in prossimità del centro artigianale, noto per la produzione di ceramiche, filigrana e pane carasau.

Tappa 3: Dorgali – Oliena

(18,77 km, +331 m D+, 576 m D–, 5h 30’)

La terza giornata prevede una progressione meno faticosa rispetto alla precedente, grazie al dislivello contenuto. Dopo aver attraversato il centro storico di Dorgali, il cammino si dirige verso sud-ovest, seguendo un tracciato in discesa che si snoda tra terreni agricoli, vigneti e campi coltivati.

Lungo il percorso si incontrano zone di interesse naturalistico, con scorci sulle pendici del Supramonte. L’arrivo a Oliena, borgo ai piedi del massiccio calcareo, consente di visitare il centro abitato e i luoghi legati alla Venerabile Maria Gabriella Sagheddu.

Tappa 4: Oliena – Orgosolo

(24,41 km, +943 m D+, 475 m D–, 7h)

Questa è la tappa più lunga e con il dislivello positivo più marcato dell’intero cammino. Il tracciato risale verso le aree interne della Barbagia, attraversando ambienti collinari, pascoli e tratti montani che costeggiano il versante occidentale del Supramonte.

Dopo i primi chilometri si raggiunge la zona della Valle di Lanaitho, dove sono presenti siti archeologici di rilievo, tra cui il villaggio nuragico di Sa Sedda ‘e Sos Carros. Il cammino prosegue in salita fino all’altopiano che conduce a Orgosolo, noto per i suoi murales storici, che decorano le vie del centro. Da segnalare anche la chiesa di San Pietro, situata su un’altura a breve distanza dal paese.

Tappa 5: Orgosolo – Ovaddutzai

(8 km, +400 m D+, 400 m D–, 2h 30’)

La tappa finale inizia ad Orgosolo e prosegue fino alla località di Ovaddutzai, che dista all’incirca 8 km. Per quest’ultima tappa, si seguono le orme della beata Antonia Mesina, che consentono di arrivare fino al luogo del suo martirio.

Il cammino in bicicletta

Il Cammino dei Beati può essere percorso anche in bicicletta, a patto che si utilizzi un mezzo adatto a tratti misti e a dislivelli marcati. L’itinerario si sviluppa in buona parte su fondi sterrati, strade bianche e sentieri collinari che richiedono l’impiego di una mountain bike o, in alternativa, di una gravel bike con copertoni larghi e tassellati. Alcuni segmenti presentano pendenze significative e tratti tecnici, in particolare quelli in uscita da Orosei, nella discesa verso Oliena, e nella salita verso Orgosolo. In questi casi, potrebbe rendersi necessario spingere la bici a mano per brevi tratti.

I tempi di percorrenza in bici sono inferiori rispetto a quelli a piedi, ma occorre tenere in considerazione la fatica derivante dai continui cambi di pendenza, oltre alla necessità di fermarsi nei centri abitati per rifornimenti.

Come arrivare al cammino

Il punto di partenza del Cammino dei Beati si trova nel comune di Galtellì, in provincia di Nuoro, raggiungibile principalmente dalla costa nord-orientale della Sardegna. L’aeroporto più vicino è quello di Olbia Costa Smeralda, situato a circa 120 km, da cui si può proseguire in auto a noleggio o con autobus di linea, effettuando eventualmente un cambio a Nuoro o a Orosei.

Per quanto riguarda il termine del cammino, il rientro da Orgosolo può avvenire passando da Nuoro, distante circa 20 km, collegata tramite autobus locali.

Il periodo migliore per percorrerlo

Le condizioni ideali per percorrere il Cammino dei Beati si verificano nei mesi primaverili (aprile – giugno) e autunnali (settembre – ottobre). In primavera, il clima è generalmente stabile e le temperature gradevoli, con giornate più lunghe e buona visibilità; in autunno, le temperature si mantengono miti e i paesaggi mostrano tonalità calde, con ridotto rischio di affollamento. Durante l’estate, le alte temperature e la scarsità di punti d’ombra rendono il percorso meno agevole, mentre in inverno è possibile trovare fango, condizioni meteorologiche instabili e giornate troppo corte per affrontare con serenità tappe di media o lunga durata.

Consigli per affrontare il cammino

Il Cammino dei Beati si estende per circa 90 km con un dislivello positivo complessivo di oltre 3600 metri, distribuito in maniera variabile tra le cinque tappe. I fondi sono generalmente sterrati o su sentiero, con brevi tratti asfaltati nei pressi dei centri abitati. I tratti in salita e discesa più impegnativi si trovano nelle tappe 2 (Orosei – Dorgali) e 4 (Oliena – Orgosolo), mentre la tappa 5, pur essendo la più breve, presenta pendenze concentrate in un tratto ridotto. È consigliabile utilizzare scarponcini da trekking con buona aderenza, zaino da 30-40 litri, abbigliamento tecnico traspirante e dotarsi di tracce GPX aggiornate.

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Il Cammino del Gran Sasso: tappe, consigli e info

Il Cammino del Gran Sasso è un itinerario escursionistico di 61 km, articolato in 5 tappe, che si snoda tra altopiani, borghi storici e montagne del massiccio più imponente dell’Appennino. Si parte da Campo Imperatore, a oltre 2.100 metri di altitudine, per scendere gradualmente verso alcuni dei luoghi più iconici del Parco Nazionale del Gran Sasso, fino a chiudere il percorso nei pressi di Fonte Cerreto, punto d’arrivo connesso alla partenza tramite la funivia.

Non è un cammino per tutti, ma per chi cerca grande bellezza, silenzio e verticalità, il Gran Sasso sa essere maestoso e generoso. È un cammino adatto a chi desidera attraversare paesaggi vasti e aperti, lontani dai centri abitati, dove l’incontro principale è quello con le creste rocciose, i pascoli e il cielo.

La storia del cammino

Il Cammino del Gran Sasso nasce con l’intento di valorizzare un territorio spesso vissuto solo in chiave alpinistica o sciistica. Questo itinerario si inserisce in una tradizione secolare di pastorizia, spiritualità montana e vita nei borghi in pietra, e oggi permette a escursionisti e camminatori di ripercorrere queste direttrici a piedi, con lentezza.

Il progetto unisce natura e patrimonio culturale, offrendo una rete di sentieri segnati, accoglienze rurali e borghi storici come Castel del Monte, Calascio e Santo Stefano di Sessanio. Il percorso tocca luoghi d’altitudine e scorci tra i più fotogenici del centro Italia, ma lo fa con uno spirito intimo, offrendo ospitalità sobria e autentica, fuori da ogni turismo di massa.

Le tappe del Cammino del Gran Sasso

Tappa 1: Piana di Campo Imperatore – Castel del Monte

(21,9 km, 358 D+, 1153 D-, 6h)

Si parte da Campo Imperatore, uno degli altopiani più vasti d’Europa, spesso definito il “Tibet d’Italia”. Il cammino segue un tratto del Canyon dello Scoppaturo, ambientazione di film come Lo chiamavano Trinità, con scenari mozzafiato tra pascoli e fenditure di roccia. Il tracciato è inizialmente pianeggiante, poi inizia una lenta discesa verso Castel del Monte, borgo fortificato che conserva un’atmosfera arcaica, tra case in pietra e strade acciottolate. È bene partire al mattino presto, poiché il tratto iniziale è esposto e completamente privo d’ombra o punti d’acqua, se non quello alla partenza oppure quelli presso i rifugi Fontari e Racollo.

Tappa 2: Castel del Monte – Rocca Calascio

(9 km, 455 D+, 382 D-, 4h)

Da Castel del Monte si risale verso il Pianoro di San Marco, in un paesaggio che alterna tratti erbosi e massi. La salita è costante ma mai eccessiva, e premia con la vista sulla spettacolare Rocca Calascio, uno dei castelli più alti d’Europa, situato a 1.460 metri. Il tratto finale è su sentiero roccioso, da affrontare con cautela. La vista, una volta arrivati, è senza eguali: a perdita d’occhio, l’intero Appennino centrale.

Tappa 3: Rocca Calascio – Santo Stefano di Sessanio

(5 km, 177 D+. 322 D-, 2h)

Tappa breve, ottima per rigenerare le gambe. Dopo la visita alla rocca e alla chiesetta ottagonale di Santa Maria della Pietà, si scende lungo sentieri erbosi verso Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi simbolo del recupero architettonico in Abruzzo. Questa sezione offre il fascino di una camminata rilassata, tra fioriture spontanee e muretti a secco. Ottimo punto per una sosta lunga, una cena abruzzese e una notte immersa nella quiete più assoluta.

Tappa 4: Santo Stefano di Sessanio – Barisciano

(7 km, 546 D+. 795 D-, 2h 30’)

Il sentiero prosegue dolcemente nella Piana delle Locce, tra vecchi stazzi e alture dolci. È una delle tappe più semplici, adatta per lasciar andare il passo e assaporare la dimensione contemplativa del cammino. Si arriva a Barisciano, paese dalla storia millenaria con il suo castello, la torre civica e le chiese medievali.

Tappa 5: Barisciano – Fonte Cerreto

(17,5 km, 755 D+, 634 D-, 8h)

L’ultima tappa è la più lunga e richiede un buon livello di resistenza. Dopo i primi chilometri tra campi e boschi, si sale lentamente verso le pendici del Monte Ruzza, poi si attraversa il Vado di Sole, un valico erboso da cui si apre una vista strepitosa sulle pareti settentrionali del Gran Sasso. Il tratto finale conduce a Fonte Cerreto, base della funivia che sale a Campo Imperatore e punto conclusivo del cammino.

Indicazioni pratiche per affrontare il cammino

Il Cammino del Gran Sasso è segnalato con segnavia bianco-rossi CAI e con il logo ufficiale del cammino. Tuttavia, la segnaletica non è sempre evidente: è fondamentale scaricare le tracce GPX prima della partenza e avere con sé una mappa topografica.

Gran parte del percorso si svolge tra i 1.200 e i 2.100 metri, quindi è essenziale avere abbigliamento adatto a condizioni variabili: anche in estate, vento e temporali possono comparire all’improvviso. Porta sempre una giacca antivento e uno strato termico, anche se parti col sole.

La disponibilità d’acqua è limitata: le tappe hanno tutte delle fonti d’acqua alla partenza e all’arrivo, ma potresti avere delle difficoltà a trovarla lungo il percorso in alcuni momenti. Porta con te almeno 2 litri d’acqua, specialmente nelle tappe Campo Imperatore–Castel del Monte e Barisciano–Fonte Cerreto.

Le accoglienze sono in B&B, rifugi o alberghi diffusi, spesso a gestione familiare. Si consiglia di prenotare in anticipo, soprattutto nei mesi estivi, perché le strutture sono poche e possono riempirsi facilmente. Non esistono punti tenda autorizzati lungo il percorso.

I rifornimenti alimentari non sono sempre disponibili lungo le tappe: è consigliato portare cibo energetico, frutta secca, panini o snack salati, soprattutto per la prima e l’ultima tappa. Non ci sono bar né negozi a Campo Imperatore: occorre arrivare già equipaggiati.

La credenziale del cammino

La credenziale è il documento che accompagna ogni pellegrino lungo il Cammino del Gran Sasso. Non è solo un ricordo simbolico, ma un vero e proprio strumento di riconoscimento, utile per accedere all’accoglienza dedicata e per raccogliere i timbri tappa dopo tappa, fino al termine del cammino.

È possibile acquistarla prima della partenza, ad esempio presso alcuni punti di accoglienza locali lungo il tracciato. Il suo utilizzo prevede che venga timbrata in ciascuna località significativa, a testimonianza del passaggio e della progressione del cammino.

Alcuni dei luoghi dove è possibile timbrare la credenziale includono:

  • A Castel del Monte, presso strutture ricettive e piccoli esercizi commerciali del centro storico.
  • A Calascio e Rocca Calascio, dove si trovano ristori e B&B con timbro a disposizione dei pellegrini.
  • A Santo Stefano di Sessanio, nel cuore del borgo, in alcune accoglienze e spazi informativi.
  • A Barisciano, presso strutture convenzionate e punti di accoglienza lungo la via.
  • A Fonte Cerreto, punto d’arrivo del cammino, dove è anche possibile ottenere l’ultimo timbro e, su richiesta, ricevere l’attestato finale di completamento.

È consigliato verificare in anticipo la disponibilità dei timbri e gli orari di apertura, soprattutto nei giorni festivi o in bassa stagione. La credenziale rappresenta il filo conduttore dell’esperienza: pagina dopo pagina, raccoglie tracce concrete del passaggio attraverso una delle zone più belle e selvagge dell’Appennino.

Quando partire, perché farlo e a chi è adatto

Il Cammino del Gran Sasso si può affrontare da fine maggio a inizio ottobre, evitando però i periodi più affollati o più caldi come la seconda metà di agosto. Le condizioni ottimali si trovano in giugno e settembre, quando il clima è più stabile, le giornate sono lunghe e la temperatura è gradevole anche in quota.

Il cammino è adatto a escursionisti mediamente allenati, che hanno familiarità con i sentieri di montagna e non temono tratti lunghi o isolati. È ideale per chi cerca un’esperienza a contatto con la natura incontaminata, lontano da ambienti turistici, ma con il conforto di accoglienze autentiche.

È perfetto per chi ama i paesaggi vasti, i silenzi, i cieli aperti e vuole vivere un viaggio interiore fatto di spazi, respiro e lentezza. Non è il cammino giusto per chi cerca comodità a ogni passo, ma lo è per chi sa apprezzare l’essenzialità e la forza della montagna.

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