Categorie
Città d'Arte Idee di Viaggio itinerari culturali Laghi Viaggi Viaggi Relax

Losanna, dove il Lago di Ginevra incontra la magia dello sport e della cultura

Affacciata sulle sponde del Lago di Ginevra, Losanna è una delle città più affascinanti della Svizzera francese. Capitale del Canton Vaud, combina il fascino di una cittadina storica con l’energia di un centro culturale e sportivo internazionale.

Le sue colline scendono dolcemente verso il lago, regalando panorami che abbracciano le Alpi e i vigneti del Lavaux, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Dal 1915 la città ospita la sede del Comitato Olimpico Internazionale e, non a caso, viene spesso definita la “Capitale Olimpica”.

Cosa vedere e fare a Losanna

Tra le attrazioni imperdibili di Losanna spicca il Museo Olimpico – situato nel quartiere sul lago di Ouchy – un luogo simbolo della città e uno dei musei più visitati della Svizzera. Il museo, in occasione dell’avvicinarsi dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, rende omaggio all’Italia con “Via Azzurra”, un nuovo percorso espositivo aperto fino al 1° marzo 2026.

Questa mostra temporanea, distribuita lungo gli 8.000 m² del Parco Olimpico e i due piani della collezione permanente, accompagna i visitatori in un viaggio emozionante tra sport, arte e memoria.

Via Azzurra racconta il legame profondo tra l’Italia e la tradizione olimpica, a partire da Cortina d’Ampezzo 1956, passando per Roma 1960 e Torino 2006, fino ad arrivare a Milano Cortina 2026.

Museo Olimpico di Losanna

International Olympic Committee

Vista aerea del Museo Olimpico di Losanna

Sculture, fotografie e installazioni digitali celebrano i momenti più iconici dello sport italiano, mentre cimeli leggendari come le scarpe autografate di Pietro Mennea, i guantoni di Francesco Damiani, la tuta di Federica Brignone e il costume di Vanessa Ferrari testimoniano la grandezza degli atleti azzurri.

All’interno dell’Art Lounge del Museo è possibile ammirare anche oggetti simbolo dei prossimi Giochi, come la torcia ufficiale, le mascotte Tina e Milo e, in una fase successiva, le medaglie olimpiche di Milano Cortina 2026. Un’audioguida in quattro lingue, tra cui l’italiano, accompagna il pubblico lungo tutto il percorso, rendendo l’esperienza ancora più immersiva e accessibile.

Dopo la visita al Museo, vale la pena esplorare il Parco Olimpico, un’oasi verde affacciata sul lago, arricchita da installazioni artistiche e punti panoramici.

Da qui, in pochi minuti si raggiunge il centro storico, con Place de la Palud e Rue de Bourg, dominato dalla splendida Cattedrale di Notre-Dame, uno dei migliori esempi di gotico in Svizzera. Qui, da 600 anni, ogni notte, un campanaro suona le ore intere.

Da non perdere anche il quartiere di Flon, simbolo della rinascita urbana di Losanna, con gallerie d’arte, negozi, locali e spazi creativi e il quartiere culturale delle arti, Plateforme 10, vicino alla stazione ferroviaria.

Cosa vedere a Losanna

iStock

Il quartiere di Flon, Losanna

Dove si trova e come visitarla

Losanna si trova nella Svizzera sudoccidentale, nel Canton Vaud, lungo la sponda settentrionale del Lago di Ginevra, in una posizione privilegiata tra le Alpi e la regione vitivinicola del Lavaux. È facilmente raggiungibile in treno da Ginevra (circa 40 minuti) e da Berna o Zurigo in circa due ore.

Uno dei simboli di Losanna è la metropolitana, automatica e telecomandata, che compie la metà del tragitto sottoterra. Un mezzo alternativo da provare per girare Losanna e raggiungere il Parc de Sauvabelin, perfetto per chi ama la natura. La Tour de Sauvabelin, alta 35 metri, regala poi una vista mozzafiato indimenticabile su tutto il territorio circostante.

Come fare e vedere nella città di Losanna

iStock

Losanna illuminata dalla luce del crepuscolo
Categorie
Cosa fare in autunno Europa Laghi vacanza natura Vacanze natura Viaggi

Kayak nel foliage: i fiumi e laghi europei più spettacolari in autunno

Prima o dopo, arriva: quel momento dell’autunno dove l’aria si fa più pungente e i colori cambiano. Le chiome degli alberi si trasformano, assumono mille tinte diverse e poi, progressivamente, si spogliano sotto la spinta di un’alito di vento, in un turbinio di colori. È sempre un momento speciale dell’anno, ma c’è un modo per renderlo ulteriormente unico: infilare le gambe nella stretta pancia di una canoa o di un kayak, prendere la via dell’acqua lungo i fiumi e i laghi d’Europa e godersi la stagione del foliage dal pelo dell’acqua, per godersi questa magia da un punto di vista unico.

Quando l’estate lascia il posto all’autunno, infatti, l’Europa intera si trasforma in una tavolozza di colori caldi e vibranti. I boschi si tingono di rosso, giallo e arancio, le montagne si avvolgono in una luce dorata, le acque dei fiumi e dei laghi riflettono paesaggi che sembrano dipinti, virando dalle tinte più accese a morbide colorazioni pastello a seconda del momento della giornata. Pagaiando tra rive alberate, ordinati canneti e placidi specchi d’acqua, si scopre così lo spettacolo dell’autunno a contatto con la natura. Un’esperienza in kayak non richiede particolare preparazione sportiva: basta un pizzico d’audacia, un po’ di curiosità per l’ambiente acquatico e un sano tocco di spirito d’avventura.

Kayak nel foliage in Italia

Paesaggi, scenari, atmosfere disparate e diverse: l’Italia è un vero e proprio paradiso per chi ama esplorare la natura. Vale anche per chi vuole avventurarsi alla scoperta dei suoi specchi d’acqua in kayak, soprattutto in autunno.

Uno dei luoghi più gettonati è il Lago di Garda, dove a bordo del kayak si può effettuare il periplo di alcune delle sue isole, come Isola del Garda, fantastica da scoprire da un punto di vista unico, o Isola San Biagio, anche nota come Isola dei Conigli.

In Trentino c’è anche il Lago di Ledro, più appartato e selvaggio, a offrire un’esperienza altrettanto incantevole. Le sue acque smeraldine, incastonate tra montagne boscose, si trasformando in un oceano di colori caldi quando le foglie iniziano a cambiare colore con l’arrivo dell’autunno.

In Piemonte il Lago d’Orta rappresenta una delle destinazioni più belle per ammirare il foliage, grazie al fatto di essere circondato da boschi di castagni e betulle. Pagaiando verso l’Isola di San Giulio, si gode di una vista mozzafiato sul borgo di Orta San Giulio, avvolto dai colori dell’autunno. All’esplorazione acquatica si può abbinare quella terrestre: attorno al lago si trovano percorsi cicloturistici e per mountain bikes che si snodano tra i maestosi alberi dalle chiome variopinte.

Lago d'Orta Laghi fiumi foliage autunno europa

iStock

Veduta autunnale del Lago d’Orta

La Laguna di Venezia è un’altra destinazione emozionante. Il contesto naturale è diverso e unico: si scopre un mondo silenzioso e dorato, in una dimensione quasi intima tra un canale e l’altro. Si scivola tra una barena e la’ltra, scoprendo una natura diversa, senza un vero confine tra terra e cielo e con una fauna caratterizzata da mille specie di uccelli.

Spostandosi più a sud, il Lago di Bracciano, a nord di Roma, è una delle opzioni da considerare. È un lago di origine vulcanica, con una eccezionale profondità e un ambiente naturale fantastico, con aree boschive estese che in autunno regalano un colpo d’occhio eccezionale. Queste foreste hanno permesso anche il mantenimento di una grande varietà faunistica che, abbinato al divieto di navigazione a motore sul lago, permettono spesso di poter avvistare numerose specie animali, acquatiche e non.

Non è navigabile per ragioni naturalistiche, ma uno dei luoghi più suggestivi da visitare in autunno rimane il Lago di Toblino, perla della cosiddetta Valle dei Laghi in Trentino. È un piccolo specchio d’acqua circondato da boschi e vigneti, con il suo elegante castello che si riflette sulla superficie. In autunno, le colline intorno si tingono di rosso e oro, creando uno scenario perfetto per una pagaiata lenta e rilassante.

Kayak nel foliage in Europa: i fiumi

Anche in Europa, l’autunno regala un fascino impareggiabile ai visitatori: il clima tende a essere più freddo, ma le belle giornate mantengono comunque temperature gradevoli e la natura si tinge di colori straordinari.

Per gli amanti dell’acqua e del paesaggio alpino, l’Austria occidentale offre la stagione di kayak più lunga delle Alpi. Qui si pagaia circondati da cieli di un azzurro intenso, in contrasto con le varie tonalità di rosso, arancione e giallo delle chiome degli alberi. Il fiume Sanna, un grande classico del rafting alpino, è l’ideale per i principianti. Anche il fiume Inn, regolato da numerose dighe, offre diverse sezioni navigabili, come la bellissima Gola di Imst.

In Francia, il fiume Ardèche, a nord della Costa Azzurra, è rinomato per le sue acque calme e incontaminate. Si scende il placido corso d’acqua ammirando spiagge naturali, canyon imponenti e l’impressionante ponte naturale di Pont d’Arc.

pont d'arc ardeche Laghi fiumi foliage autunno europa

iStock

Il Pont d’Arc sull’Ardeche in una mattina d’autunno

Chi cerca paesaggi più selvaggi può dirigersi in Slovenia, dove il fiume Soča (o Isonzo, in italiano) scorre tra le montagne del Parco nazionale del Triglav. Il contrasto tra il turchese dell’acqua e i boschi dorati delle Alpi Giulie crea uno dei panorami più spettacolari d’Europa, non lontano dal confine con il nostro Paese. Alcuni tratti del fiume sono ideali per principianti, altri sono più adatti per gli esperti del kayak fluviale: un’esperienza perfetta per chi ama unire sport e natura incontaminata.

Il fiume svedese Klarälven attraversa foreste boreali e villaggi di legno, offrendo un itinerario dalla bellezza travolgente nei mesi autunnali.

Kayak nel foliage in Europa: i laghi

L’autunno offre la cornice perfetta per esplorare i laghi e le coste meno affollate, dove i colori cangianti delle foreste si riflettono sull’acqua.

Il pittoresco Lago Verwall, in Austria, è un luogo ideale dove pagaiare in tranquillità con lo spettacolare sfondo di montagne e mucche al pascolo.

In Slovenia il Lago di Bled offre uno scenario da fiaba: un piccolo specchio d’acqua circondato da montagne e boschi dai colori autunnali, con al centro una celebre isoletta contraddistinta da una piccola chiesa. Il contrasto tra il blu del lago e i colori delle foglie crea uno spettacolo unico, che dal pelo dell’acqua risulta ancora più godibile, potendo anche vedere il Castello di Bled sulla rupe al di sopra del lago.

Lago di Bled Laghi fiumi foliage autunno europa

iStock

L’isola al centro del Lago di Bled

Nella Regione dei Laghi della Finlandia c’è l’imbarazzo della scelta per le tantissime attività acquatiche in un territorio occupato per un quarto da specchi d’acqua.

Qui storicamente i laghi hanno da sempre costituito una delle principali vie di trasporto per la vita quotidiana. Pertanto, la maggior parte delle città sorgono lungo le loro sponde, portando così a combinare la possibilità di scoprire una natura rara ed estremamente diversa da quella a cui siamo adusi, ma al contempo immergersi nella cultura locale.

Jyväskylä è una delle città più importanti della regione, abbellita dalle architetture di Alvar Aalto, e si trova sulle rive del lago Päijänne, il più profondo lago dell’intero Paese, incastonato tra colline e foreste a perdita d’occhio.

Jyväskylä Laghi fiumi foliage autunno europa

iStock

Il campus universitario di Jyväskylä, sulle rive del lago e con una splendida foresta tutta attorno

Sempre in Finlandia, ma in Lapponia, si trova invece lo spettacolare Lago Inari. Pagaiando tra le sue oltre tremila isole, si vive un’esperienza di totale immersione nella natura artica, dove il silenzio è rotto solo dallo sciabordio dell’acqua contro lo scafo del kayak. Non è raro, qui, assistere all’aurora boreale.

Ultima opzione, ma non meno importante, è la Scozia, con i suoi laghi incastonati tra colline e brughiere. Il Loch Katrine e il Loch Tay, nel cuore del Perthshire, sono perfetti per un’escursione autunnale, con la caratteristica luce dorata che esalta i colori caldi del paesaggio, creando riflessi poetici sull’acqua.

Categorie
Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Laghi Spagna vacanza natura Viaggi Viaggi Relax

Nel cuore del Parco Naturale dell’Albufera, viaggio alle origini della paella spagnola

Anche quando il meteo non è dalla nostra parte e il cielo è trapunto di nuvole, il sole del tramonto riesce comunque a tingere di leggere sfumature arancioni e violette le acque della grande laguna salata del Parco Naturale dell’Albufera.

I canneti, che ondeggiano al vento, accompagnano i canali dove ogni giorno lavorano pescatori e coltivatori di riso. Sullo sfondo, le barche tradizionali, le albuferencas, scivolano lente sulla laguna: sono le stesse su cui saliamo per esplorare questo tesoro naturale della costa orientale della Spagna.

Siamo a pochi chilometri da Valencia, eppure sembra di essere lontani anni luce dalla frenesia urbana. Qui dove ha origine il riso spagnolo, l’ingrediente fondamentale di uno dei piatti più celebri al mondo: la paella.

Parco dell’Albufera, un paradiso di biodiversità alle porte di Valencia

A soli dieci chilometri dalla città di Valencia si estende una delle zone umide costiere più importanti della penisola iberica: il Parco Naturale dell’Albufera. Il termine “parco” non rende giustizia alla complessità di questo luogo: oltre 21.000 ettari in cui convivono ecosistemi diversi, dalla natura mediterranea più libera e selvaggia alle vaste distese di risaie, fino alle dune che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

È un paesaggio di serena bellezza, dove uomo e natura convivono in un equilibrio delicato. Il riso, ingrediente chiave della cucina spagnola, è il protagonista di questo scenario, ma è supportato da un cast eterogeneo di personaggi: una rete di organismi e colture che si sostengono a vicenda. La salute del parco è infatti legata a doppio filo a quella delle risaie, che non solo forniscono l’acqua necessaria alle zone umide, ma offrono anche rifugio e nutrimento a numerose specie migratorie.

Le colture proteggono e allo stesso tempo si affidano all’ambiente naturale che le ospita.

Uccelli nel Parco Naturale dell'Albufera

iStock

Uccelli nel Parco Naturale dell’Albufera al tramonto

I fenicotteri, con il loro piumaggio rosato, becchettano il fondo fangoso della grande laguna, profonda appena un metro. Insieme a loro, una moltitudine di altri uccelli, come fischioni turchi, mestoloni comuni, germani reali, aironi cenerini, sgarze ciuffetto, marzaiole, sterne comuni e gabbiani, trova qui un luogo di sosta e di nidificazione. Non a caso, nel 1990 l’Albufera è stata dichiarata Zona di Protezione Speciale per gli Uccelli (ZPS).

Sono queste le ricchezze naturali che il governo spagnolo ha voluto tutelare nel 1986, quando l’Albufera fu ufficialmente riconosciuta come parco naturale.

Dove nasce la paella: il riso dell’Albufera

Il paesaggio del Parco Naturale dell’Albufera si è rivelato perfetto per la coltivazione del riso e per la nascita di un’icona della gastronomia mondiale: la paella. Per gli spagnoli, questo piatto è molto più di una semplice ricetta, è un simbolo culturale, tanto quanto i mulini a vento di Don Chisciotte o le tele cubiste di Picasso.

Ettari ed ettari di campi di riso si estendono attorno alla laguna, una coltura introdotta nella penisola iberica dai conquistatori musulmani secoli fa e che oggi rappresenta l’anima gastronomica di Valencia. Una tradizione che richiede dedizione, conoscenza e un controllo costante della qualità.

A garantire questi standard è il D.O. Arroz de Valencia (Regulatory Council of the Valencia Rice Designation of Origin), nato nel 1998 per riunire produttori e professionisti impegnati nella tutela di questa eccellenza. Oggi, circa il 95% del riso D.O. viene coltivato all’interno del Parco Naturale dell’Albufera.

Paella spagnola

@SiViaggia-Elena Usai

La preparazione della paella valenciana tradizionale, cotta a fuoco vivo con rami di ulivo

Le varietà riconosciute, Senia, Bomba e Albufera, sono le protagoniste della paella valenciana tradizionale: quella autentica, preparata con riso, olio extravergine d’oliva, pomodoro grattugiato, paprika dolce, zafferano, sale, acqua, pollo, coniglio, fagiolini verdi e garrofón, un grande fagiolo bianco tipico della regione. Per assaporarla al meglio, il consiglio è di provarla nei ristoranti di El Palmar o Dénia.

Chi invece desidera scoprire la storia e la lavorazione di questo ingrediente, può visitare il Museo del Arroz a Valencia, ospitato all’interno del Molí de Serra, un antico mulino costruito nel quartiere del Cabañal nei primi anni del Novecento. Attivo per quasi un secolo, è stato trasformato in museo nel 2003 e oggi racconta, attraverso i suoi macchinari e archivi, la memoria del riso valenciano.

Come visitare il Parco Naturale dell’Albufera

Visitare il Parco Naturale dell’Albufera è un’esperienza che si può vivere facilmente in giornata da Valencia: la laguna si trova a circa dieci chilometri a sud del centro città e si raggiunge in meno di mezz’ora. Si può arrivare in auto, in bicicletta o con i mezzi pubblici. In quest’ultimo caso, prendete la linea 25 dell’EMT che collega Valencia con El Palmar ed El Perellonet, attraversando paesaggi di risaie e canali che anticipano la bellezza del parco.

Una volta arrivati, il modo migliore per scoprire l’Albufera è salire su una delle barche tradizionali, le albuferencas, che scivolano silenziose sull’acqua tra canneti e riflessi dorati. Molte partono da El Palmar, piccolo villaggio di pescatori che oggi ospita anche alcuni dei ristoranti più autentici dove gustare la paella valenciana. Per prenotarla (consigliamo di scegliere l’orario del tramonto) visitate il sito ufficiale del parco, dove troverete tutti i contatti necessari.

Per chi ama la natura, ci sono sentieri e percorsi ciclabili che costeggiano la laguna e permettono di osservare da vicino aironi, fenicotteri e altre specie protette. Al tramonto, il paesaggio si trasforma in uno spettacolo di luce e silenzio, perfetto per chiudere la giornata con una passeggiata o un aperitivo vista laguna.

L’Albufera è un luogo che invita a rallentare: se state organizzando un viaggio a Valencia, dedicate almeno una giornata a questo paesaggio sospeso tra acqua e cielo. Lasciatevi cullare dal silenzio della laguna, dal profumo del riso e dal ritmo lento delle barche che scivolano sull’acqua. È qui che la Spagna mostra il suo volto più autentico, quello che vive di tradizione, natura e tempo condiviso attorno a una paella fumante.

Risaie all'Albufera

iStock

Risaie al Parco dell’Albufera
Categorie
Città d'Arte Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Laghi Svizzera Viaggi Viaggi Relax

San Gallo in Svizzera: viaggio tra cultura, tessuti e panorami mozzafiato

C’è un angolo di Svizzera che profuma di storia e di lana bagnata dalla pioggia, dove facciate color pastello si specchiano su vicoli lastricati e il silenzio delle colline si mescola al rintocco delle campane. Benvenuti a San Gallo, o St. Gallen per i locali: una città incastonata tra il Lago di Costanza e le prime pieghe delle Prealpi Appenzellesi.

Qui il tempo scorre con la calma precisa di un orologio svizzero, ma non manca di sorprendere chi cerca autenticità. Famosa per la sua tradizione tessile e per un’eleganza discreta, San Gallo svela il meglio di sé tra un caffè sotto i portici e una passeggiata nei suoi quartieri storici.

E se si capita a ottobre, durante la Festa di San Gallo (OLMA), tutto si accende: musica, bancarelle e profumi di strada riempiono le vie in un’atmosfera calda e contagiosa.

La tradizione tessile di San Gallo

A San Gallo, il filo non è solo materia: è memoria. Da secoli intreccia storie di maestria, eleganza e pazienza svizzera. Da queste parti, tra telai e ricami finissimi, è nata una delle industrie tessili più raffinate d’Europa, capace di vestire regine, stilisti e collezioni d’alta moda.

Passeggiando per la città, è facile percepire quanto il tessile sia ancora parte dell’identità locale. Lo si capisce nei dettagli delle vetrine, nei musei dedicati e nel modo in cui i residenti parlano del loro passato con un orgoglio silenzioso ma vivo.

Cosa vedere a San Gallo

San Gallo si scopre lentamente, passo dopo passo, anche perché ogni angolo riesce a far immergere in un frammento della sua storia: quella di una città colta, artigiana e sorprendentemente vivace. Ecco cosa non perdere per conoscerla davvero.

L’Abbazia di San Gallo: il cuore spirituale della città

Nel centro storico si erge la maestosa Abbazia di San Gallo, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Fondata nel VIII secolo, è il simbolo della località e il suo punto d’equilibrio. Le sue torri gemelle dominano i tetti e ricordano che, qui, il tempo ha radici profonde.

La Stiftsbibliothek: il gioiello barocco che ha ispirato Umberto Eco

Accanto all’abbazia, la Stiftsbibliothek custodisce secoli di sapere e uno dei patrimoni librari più preziosi del mondo. Entrarvi dà la sensazione di attraversare la soglia di un’altra epoca: scaffali intagliati, pavimenti scricchiolanti e l’odore inconfondibile del legno antico. Non a caso, Umberto Eco trovò proprio qui ispirazione per “Il nome della rosa”. Un posto che incanta chiunque creda ancora nel potere silenzioso dei libri.

Il centro storico: tra vicoli, facciate e dettagli nascosti

Il cuore di San Gallo è un dedalo di case a graticcio, balconi intagliati e piazze raccolte. Ogni scorcio sembra dipinto, ma sempre conservando un’autenticità rara, fatta di negozietti, atelier e caffè in cui scorre la vita di tutti i giorni.

Il Museo del Tessile: l’eleganza in mostra

Nel Textilmuseum, il filo diventa racconto. Pizzi finissimi, ricami storici e collezioni di haute couture testimoniano il legame profondo tra San Gallo e la sua tradizione tessile. È un luogo che unisce arte e industria, bellezza e lavoro, memoria e innovazione.

Drei Weieren: l’anima verde di San Gallo

Sopra la città si nascondono i Drei Weieren, tre stagni circondati da boschi e prati curatissimi. È il rifugio dei sangallesi, il top per camminare, nuotare o semplicemente godersi la vista sulla città e sulle montagne. Al tramonto, i riflessi sull’acqua fanno sembrare tutto sospeso.

La Mühleggbahn e il quartiere di St. Georgen

Una piccola funicolare in legno porta dal centro al quartiere di St. Georgen, tra casette ordinate e sentieri immersi nel verde. Il viaggio dura circa 90 secondi e attraversa un tunnel con una vista spettacolare sulla città e sulle colline che la impreziosiscono. È un salto indietro nel tempo, un modo lento e poetico di scoprire il lato più intimo di questa zona del mondo.

Kunstmuseum St. Gallen: arte e quiete

Un museo elegante e luminoso, dove la calma invita a guardare davvero. Il Kunstmuseum ospita opere che vanno dal romanticismo al contemporaneo, in un percorso curato con la tipica sobrietà locale e anche gusto internazionale.

Lokremise: il volto moderno della città

Un ex deposito ferroviario riconvertito in spazio culturale, con teatro, cinema e ristorante. La Lokremise è la San Gallo che guarda avanti: industriale, giovane e creativa. Un contrasto affascinante con il centro storico, ma perfettamente armonioso.

Il Lago di Costanza: una fuga tra acqua e cielo

A pochi chilometri dal centro, il Bodensee (Lago di Costanza) regala panorami aperti e un’atmosfera quasi marina. Perfetto per una gita in giornata, tra piste ciclabili, battelli e piccoli borghi affacciati sull’acqua.

L’OLMA di San Gallo e altri eventi: cosa fare in città

Ogni ottobre la città si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto: dal 9 al 19 di quest’anno va in scena l’OLMA, la grande fiera popolare che mescola tradizione, musica, sapori e allegria in un unico flusso continuo. Si passeggia tra stand che profumano di formaggi d’alpeggio, prodotti freschi e dolci tipici, ci si ferma a osservare spettacoli di strada o a gustare un bicchiere di sidro locale. In questo modo, pare di essere parte di un rito collettivo che unisce residenti e visitatori.

E se si desidera respirare la vita quotidiana di San Gallo senza il ritmo frenetico della fiera, basta fare un salto al mercato del sabato in Marktplatz: colori, profumi e chiacchiere genuine raccontano la località svizzera nel suo lato più vero. Tra mostre, concerti e spettacoli teatrali sparsi lungo tutto l’anno, la città dimostra che venirci non significa solo visitarla, ma partecipare alle sue storie, al suo ritmo e al suo spirito.

Abbazia di San Gallo, Svizzera

iStock

La maestosa Abbazia di San Gallo

Dove si trova e come arrivare

La pittoresca San Gallo si trova nella Svizzera orientale, incastonata tra le prime pendici delle Alpi Appenzellesi e le sponde del Lago di Costanza. Gode di una posizione strategica, in quanto sorge a meno di un’ora da Zurigo e a breve distanza dai confini con Germania, Austria e Italia. Per questo motivo, è facilmente raggiungibile sia in treno che in auto.

La stazione centrale, collegata con convogli regionali e internazionali, permette di arrivare senza fretta, godendo già del paesaggio che cambia mentre ci si avvicina. Per chi preferisce guidare, le autostrade locali collegano San Gallo alle principali città e ai valichi di frontiera, rendendo comodi anche brevi itinerari tra Svizzera, Germania, Austria e Nord Italia. Chi arriva dall’aeroporto può combinare voli low-cost e treni diretti.

Categorie
Laghi lago Lago Di Garda Notizie Viaggi

Il grido d’aiuto del Lago di Garda, primo in Italia a richiedere gli stessi diritti delle persone

Il Lago di Garda è il primo in Italia a essere candidato a diventare un “soggetto giuridico“: è un grido d’aiuto lanciato da coloro che vorrebbero preservarlo dalle costruzioni massive e dallo sfruttamento legato anche all’overtourism, che rischiano di minacciare l’ecosistema dello specchio d’acqua più grande del Belpaese.

Proprio come le persone in carne ed ossa, anche il lago che si estende a cavallo tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige richiede di poter tutelare i propri diritti: potrebbe diventare il primo lago italiano al quale verrebbe riconosciuto in senso giuridico il diritto di esistere. Proprio come già avvenuto in altre aree del mondo, dove alcuni fiumi, lagune e foreste hanno raggiunto il titolo di personalità giuridica.

Il Lago di Garda contro overtourism e sfruttamento del suolo

È un atto d’amore verso il paesaggio e le persone che vivono il Lago di Garda in ogni suo aspetto, quello che si è tradotto nella sua candidatura a “soggetto giuridico”.

Ogni anno, lungo le sponde del lago arrivano oltre 26 milioni di turisti, a fronte di 190mila residenti. Contro la logica dello sfruttamento del bacino per la realizzazione di resort e altre costruzioni in cemento, che stanno modificando il suo paesaggio, associazioni e studiosi si sono uniti per dare vita a una rottura culturale: non più risorsa da sfruttare, ma soggetto da tutelare, proteggere e difendere perché portatore di un valore intrinseco. Proprio come accade con i monumenti, le opere d’arte e i siti archeologici.

Tra coloro che hanno proposto questo cambio di paradigma troviamo la Federazione per il riconoscimento dei diritti del Lago di Garda, che unisce associazioni, comitati locali, studiosi, attivisti e cittadini (tra questi Legambiente, Gaia animali e ambiente, Presidio 9 agosto, Tavolo ambiente Garda, Monastero del bene comune).

Una “Carta dei diritti del Lago di Garda” è stata già scritta e presentata. Sebbene non abbia un valore giuridico, lo ha dal punto di vista politico e culturale, perché è da qui che ora si vuole far nascere una proposta di legge nazionale.

Rocca di Manerba lago di Garda

iStock

Rocca di Manerba sul Lago di Garda

Il significato

Il dibattito si concentra sul costituzionalismo ambientale e sull’inadeguatezza degli attuali strumenti normativi. Come ha sottolineato Pasquale Viola, docente di European and comparative environmental law dell’Università di Trieste, al Giornale di Brescia: “Riconoscere la personalità giuridica a un ecosistema come il Garda significa prendere atto del fatto che la tutela ambientale così com’è oggi non è sufficiente. È il diritto che deve aggiornarsi alla crisi ecologica, non il contrario”.

Cosa significa nel concreto  far diventare il lago un soggetto giuridico? A spiegarlo è stato il giurista Roberto Louvin: “Riconoscere diritti al Garda significa rompere l’asse esclusivo della proprietà privata e dell’utilità economica. Significa permettere che chiunque, in nome del lago, possa attivare strumenti di difesa giuridica per il suo interesse, e non solo per quello umano”.

Anche Francesco Visentin, docente a Udine, studia da anni il rapporto tra comunità e risorse idriche: “Il lago è diventato il simbolo del limite. Un territorio saturo che, se non cambia direzione, implode – ha affermato -. Questo processo di riconoscimento giuridico è un modo per dire: fermiamoci, riconosciamo il valore dell’intero ecosistema, e ripensiamo il nostro posto dentro di esso”.

I laghi nel mondo che hanno già personalità giuridica

Nel mondo esistono già alcuni elementi naturali cui è stata riconosciuta la personalità giuridica, una logica che ha radici lontane, nelle comunità indigene sudamericane che da sempre considerano fiumi, montagne e foreste come membri della collettività e non oggetti da sfruttare.

Tra i laghi e fiumi che già hanno ottenuto il riconoscimento come soggetti giuridici troviamo:

  • Il Fiume Atrato (Colombia): dal 2016 riconosciuto come entità soggetto di diritti dalla Corte Costituzionale colombiana, per proteggerlo contro inquinamento e deforestazione dovuti all’estrazione illegale di oro;
  • Lago Waikaremoana (Nuova Zelanda): dal 2017 soggetto di diritto insieme al parco nazionale Te Urewera, per restituire sovranità simbolica e giuridica al popolo Māori, custode tradizionale del territorio;
  • Lago Erie (Canada, Ontario): dal 2021 le Prime Nazioni Anishinaabe hanno adottato una legge indigena riconoscendo il lago come essere vivente dotato di diritti.

Tra gli altri luoghi naturali che hanno ottenuto tale riconoscimento troviamo la laguna del Mar Menor, in Spagna, che dal 2022 è diventata soggetto di diritto con tanto di legge nazionale, e il Monte Taranaki, sempre in Nuova Zelanda.

Categorie
autunno Borghi Calabria foreste itinerari culturali Laghi montagna Paesaggi tradizioni vacanza natura Vacanze natura Viaggi Viaggi Relax

Calabria: profumi e luci dei boschi antichi della Sila

Tradizioni contadine, paesaggi naturali intatti, un’atmosfera che sembra resistere al tempo: la Sila è un luogo così, a maggior ragione nel pieno dell’autunno, quando natura, colori e sapori sono esaltati dal passaggio dalla bella stagione al freddo inverno.

La Sila è un altopiano verde che si estende tra le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, in Calabria. È punteggiato da laghi scenografici, piccoli e pittoreschi borghi di montagna, boschi e foreste che profumano di resina e funghi.

Visitarla in autunno significa scoprire una Calabria diversa, lontana dal seducente mare così popolato durante la stagione estiva. Una Calabria forse anche più autentica, dove scoprire silenzi e luci, sapori e panorami.

Un viaggio di scoperta e una esplorazione che trovano una ulteriore bellezza nel camminare: una escursione autunnale sulla Sila equivale a un’immersione subacquea, ma invece che tuffarsi nel profondo blu del mare aperto, ci si immerge nel verde, nell’ocra e nel bruno di boschi autunnali intatti e remoti.

Qui la presenza dell’uomo è visibile, ma le comunità locali hanno saputo integrare il turismo senza stravolgere l’anima del territorio: l’antropizzazione è stata per certi versi garbata, rispettosa dei ritmi della montagna e delle sue necessità. E così gli amanti del trekking possono percorrere i tanti sentieri che si snodano tra radure e corsi d’acqua, scoprendo scorci inaspettati e panorami che si aprono all’improvviso.

I laghi della Sila e i relativi borghi

Sila Calabria autunno

Getty Images

Il Lago Cecita

Cuore dell’altopiano silano sono i suoi laghi. Ognuno ha il proprio carattere distinto e regala esperienze diverse.

Il Lago Cecita è forse il più autentico: pur essendo artificiale, si tratta di uno specchio d’acqua ancora incontaminato, dove la natura è la sola padrona. Sulle sue rive tranquille ci si può godere pienamente un momento di relax a contatto con l’ambiente circostante, mentre i boschi si specchiano nel largo bacino e la fitta popolazione di uccelli, migratori e non, volano bassi cercando cibo e riparo nei dintorni.

Il bacino è il luogo perfetto per chi ama contemplare la natura e ritrovare un contatto puro con l’ambiente, specie nel periodo autunnale, con i suoi profumi e il colpo d’occhio sulle chiome multicolore degli alberi che lo circondano.

È il lago più esteso tra quelli della Sila e si trova oltre i 1100 metri di altitudine. Si trova in provincia di Cosenza, non lontano da Camigliatello Silano, una delle località a maggiore vocazione turistica della zona. Il borgo ha meno di mille abitanti ed è contornato da selve di pini larici (varietà simbolo della Calabria), faggi e abeti bianchi.

Già di per sé quartier generale piuttosto gettonato per le attività outdoor della Sila e della Calabria in generale, in autunno Camigliatello diventa la base ideale per avventurarsi tra i tantissimi sentieri e le escursioni che attraversano la meravigliosa tavolozza di colori dipinta dalle chiome degli alberi nelle circostanti foreste.

Non è lontana San Giovanni in Fiore, con la sua duecentesca Abbazia Florense, l’Arco Normanno e le altre piccole gemme architettoniche di un centro storico davvero da non perdere.

Il Lago Arvo, invece, ha un’anima più smaccatamente turistica. Lungo le sue rive si possono vivere esperienze che uniscono sport e natura: dalle escursioni a cavallo alle gite in battello, fino alle particolari idrobike, biciclette d’acqua che permettono di pedalare direttamente sulla superficie del lago.

In mezzo al bacino sorge una piccola isola: è ciò che resta al di sopra del livello delle acque di una bassa montagna, rimasta in parte emersa dopo il riempimento negli anni Trenta. Il Lago Arvo, peraltro, nasce dalla costruzione di una diga in argilla e terra compatta che costituiva la più lunga e grande diga costruita in Italia fino a quel momento.

Sulle rive del lago nasce Lorica, pittoresca cittadina soprannominata la Perla della Sila. Qui ha sede il Parco Nazionale della Sila e si respira un’atmosfera da villeggiatura di un tempo, con le terrazze dei bar affacciate sullo specchio d’acqua, i tetti spioventi, i tavoli da picnic al riparo dei pini larici sulle rive del lago.

Lorica sorge nelle immediate vicinanze del Monte Botte Donato, la vetta più alta dell’altopiano silano. In inverno è una meta per gli appassionati di sci, ma in autunno dà il meglio di sé con una delle escursioni più belle del territorio, attraversando boschi silenziosi e atmosfere da sogno.

Più piccolo ma ugualmente suggestivo è anche il vicino Lago Ampollino, il più vecchio dei laghi artificiali della Sila. Si trova esattamente a metà tra la Sila Grande e la Sila Piccola, due dei tre lembi in cui si suddivide l’altopiano della Calabria. È particolarmente amato dai cicloturisti, che possono sfruttare un tratto di pista ciclabile per compiere il periplo del bacino, regalandosi panorami spettacolari sui grandi boschi che lo circondano.

Sapori di Sila

Se la natura è la grande protagonista della Sila, la cucina non è certo da meno. In questa porzione di Calabria a tavola ci sono ancora i prodotti di una volta: ingredienti semplici, tipici del territorio e cucinati secondo tradizione.

In Sila, le patate sono un’istituzione, tanto da avere il riconoscimento di prodotto tipico: la patata della Sila viene coltivata in altitudine, ha una consistenza e un sapore caratteristici. Viene servita in mille modi, dalle ricette più povere alle elaborazioni moderne, ma mantiene sempre la sua impronta rustica.

Sila Calabria autunno

iStock

Il caciocavallo è uno dei grandi protagonisti della tavola silana

L’autunno è la grande stagione dei funghi, capaci di arricchire zuppe, sughi e secondi piatti, portando in tavola l’aroma intenso dei boschi silani.

Il panorama di sapori decisi della cucina silana è completato dai salumi e dai formaggi dall’aroma robusto, capaci di raccontare la montagna da cui provengono fin dal primo assaggio. In piccoli paesi come Parenti, nella cosiddetta Presila cosentina, queste tradizioni culinarie vivono ancora in case e trattorie, mantenendo vivo un patrimonio di sapori che altrove rischia di andare perduto.

Escursioni d’autunno sulla Sila

L’esperienza più vera, autentica, appassionante e di connubio con la natura da fare in autunno sulla Sila è esplorarla passo dopo passo.

Una escursione d’autunno permette a chi vi si avventura di scoprire i profumi dei boschi, i riflessi della luce calda sui laghi, grandiose vedute sulle chiome degli alberi, brunite dal cambio di stagione, e sugli ampi spazi che si aprono sull’altopiano.

Si esplora, dunque, una Calabria che non si affaccia sul mare, ma che custodisce una bellezza ugualmente travolgente attraverso alcuni dei 123 sentieri attualmente in essere nel Parco Nazionale della Sila.

A Cupone, piccola località nei pressi del Lago Cecita dove si trova uno dei Centri Visite del Parco Nazionale della Sila, si trova un itinerario adatto a tutti, perfetto per le famiglie e immerso nei boschi di tipici pini larici del luogo, a cui si alternano splendidi punti panoramici. L’anello, lungo circa 10 chilometri ma con un dislivello in salita piuttosto modesto, è ideale per chi vuole avvicinarsi alla bellezza dell’autunno della Sila senza troppa fatica, scoprendo al contempo tantissime informazioni e peculiarità del territorio che si attraversa grazie alla presenza di numerosi pannelli didattici.

Sila Calabria autunno

iStock

Boschi secolari sulla Sila

Un percorso un po’ più difficile è quello che collega il paese di Camigliatello al Monte Curcio. Dal paese si sale lungo il cosiddetto Vallone delle Sette Acque, camminando a fianco di un piccolo torrente in un silenzioso e profumato bosco di pini larici. Il percorso poi si impenna per arrivare fino in cresta e a raggiungere poi la sommità del Monte Curcio, a 1768 metri di altitudine, da cui si aprono fantastici panorami su tutto il territorio circostante. La salita regala l’esplorazione della flora dei boschi silani, alternando il pino laricio alle chiome ingiallite dei faggi, e, se si è fortunati, anche della loro fauna: lupi, caprioli, cervi e tassi abitano queste zone.

L’ascesa al Monte Botte Donato da Lorica è impegnativa, ma non impossibile, e permette di fregiarsi del merito di aver scalato la cima più alta della Sila, a 1928 metri sul livello del mare. La fatica è ripagata dalla vista spettacolare sull’intero altopiano, a cavallo tra il Lago Arvo e il Lago Cecita, fino a scorgere, nelle giornate limpide, lo Ionio, il Tirreno e l’Etna, il vulcano siciliano.

Autunno Sila Calabria

iStock

Faggeta in autunno sulla Sila

Gli amanti del foliage autunnale non possono perdersi l’escursione alla Pietra d’Altare. Vuole una leggenda che Carlo Magno abbia celebrato una messa per un drappello di cavalieri di ritorno dalle crociate, improvvisando un altare su una grossa pietra in questi boschi. Il percorso, segnalato con il segnavia 2A del Parco Nazionale della Sila, si trova nei pressi di Silvana Mansio, una piccola frazione immersa nella tranquillità.

È un percorso adatto a tutti, lungo 6 chilometri e senza nessuna asperità che porta alla scoperta di uno splendido bosco tipicamente silano, che in autunno si tinge di giallo, ocra, arancio e rame per celebrare il passaggio della stagione.

Categorie
Alpi autunno itinerari culturali Laghi montagna Posti incredibili Viaggi Viaggi Relax

Autunno sul Lago d’Orta: quando il giardino si accende di rosso, oro e arancio

Il Lago d’Orta, incastonato tra morbide montagne e dolci colline, è diventato negli ultimi anni una delle mete più amate dagli appassionati di natura e paesaggi pittoreschi. Proprio sulle prime alture della sua sponda meridionale, a Vacciago, una piccola frazione del comune di Ameno, si trova il Giardino Lorella, un vero gioiello immerso in una cornice da cartolina.

Al centro del borgo sorge Casa Lorella, una dimora storica risalente al XVII secolo, circondata da un giardino paesaggistico all’inglese di 5 acri. Lungo i suoi sentieri si può passeggiare tra alberi secolari, aiuole fiorite e piante rare che prosperano grazie al clima mite della zona. A ogni svolta, tra un castagno maestoso e un’esplosione di ortensie, il panorama regala scorci indimenticabili: il lago, la piccola isola di San Giulio e, nelle giornate più limpide, il Monte Rosa, si stagliano all’orizzonte come in una tela dipinta.

In autunno, poi, il giardino si trasforma in un caleidoscopio di colori, offrendo un’esperienza che è al tempo stesso visiva, sensoriale e profondamente rilassante.

Cosa vedere nel Giardino Lorella

Il Giardino Lorella è una vera gemma botanica del Lago d’Orta, pensato per armonizzare natura e paesaggio lacustre. Strutturato su più livelli, permette di passeggiare tra sentieri che serpeggiano tra boschetti, aiuole fiorite e radure panoramiche. Ciò che lo rende unico è la combinazione di specie locali e piante esotiche, perfettamente integrate in un contesto naturale che cambia con le stagioni.

In autunno, il foliage diventa il vero protagonista: gli aceri giapponesi dipingono i sentieri di rosso intenso, le querce e i faggi offrono toni caldi di arancio e giallo, mentre le piante sempreverdi creano un contrasto elegante e armonioso. Passeggiando tra i vialetti, si incontrano piccoli laghetti e fontane, che riflettono i colori del cielo e delle foglie, creando angoli fotografici perfetti per chi ama immortalare la natura.

Non mancano inoltre installazioni artistiche discrete, integrate nel verde, e zone di sosta dove sedersi e godere della vista del lago tra un albero e l’altro. Ogni curva del giardino offre un punto panoramico differente, così da scoprire continuamente nuove prospettive e dettagli, dagli uccelli che svolazzano tra i rami ai profumi autunnali di erbe aromatiche e cortecce umide.

Giardino Lorella

Giardino Lorella

Le piante nel Giardino Lorella

Quando andare al giardino sul Lago d’Orta

Tra i periodi migliori per visitare il Giardino Lorella c’è l’autunno. Tra fine ottobre e inizio novembre, le chiome degli alberi raggiungono il loro apice cromatico, trasformando il giardino in un tappeto di sfumature calde e avvolgenti. Le giornate limpide offrono luci perfette per la fotografia e passeggiate piacevoli, mentre le temperature miti rendono l’esperienza ancora più confortevole.

Tuttavia, anche altre stagioni hanno il loro fascino: in primavera il giardino si colora di fiori, mentre in estate le zone d’ombra offrono un fresco rifugio dal caldo. In inverno, le strutture del giardino restano visitabili, ma l’atmosfera cambia: la magia del foliage lascia spazio a un paesaggio più essenziale, silenzioso e contemplativo.

Vista del Lago d'Orta

Giardino Lorella

Vista del Lago d’Orta dal Giardino Lorella

Come visitare il Giardino Lorella

Visitare il Giardino Lorella è semplice: situato a pochi minuti dal centro di Orta San Giulio, è facilmente raggiungibile sia con la propria auto che con i mezzi pubblici. Per visitarlo è necessario prenotare un tour botanico della durata di 1,5 ore condotto da uno dei giardinieri della proprietà o, su richiesta, dal maestro giardiniere. L’ingresso è a pagamento e, per conoscere i prezzi, consigliamo di contattare il giardino: il ricavato delle visite e delle esperienze sostiene la manutenzione del Giardino Lorella, per garantirne la conservazione a lungo termine.

Categorie
Europa itinerari culturali Laghi Paesi Bassi Posti incredibili Viaggi Viaggi Relax

Tutto il fascino di Lemmer e del suo mosaico d’acqua olandese

Lemmer non è un semplice villaggio costiero dei Paesi Bassi, ma un luogo che sembra plasmato dall’acqua e che nell’acqua ha trovato la propria anima.

Con circa diecimila abitanti, il gioiello della provincia della Frisia sorge sulle rive dell’IJsselmeer, l’immenso lago nato dalla chiusura dell’antico Zuiderzee: già una simile collocazione è sufficiente a evocare un paesaggio unico nel suo genere, dove la vita quotidiana è scandita dal ritmo del mare e dei canali.

Per secoli Lemmer è stato un porto peschereccio di primaria importanza, specialmente tra Ottocento e Novecento, quando i moli pullulavano di barche e reti colme di pesce destinato a rifornire gran parte del Paese. Ancora oggi, passeggiando per il centro, si percepisce quell’atmosfera marinara che racconta una storia antica, iniziata già alla fine del XII secolo.

Un patrimonio che unisce storia e ingegneria

Chi arriva a Lemmer non può ignorare l’imponente presenza dell’Ir. D.F. Woudagemaal, la più grande stazione di pompaggio a vapore funzionante al mondo: colosso dell’ingegneria idraulica, dichiarato Patrimonio UNESCO, continua a operare e rappresenta una delle testimonianze più affascinanti della battaglia che gli olandesi hanno sempre condotto contro l’acqua.

Visitare il suo centro espositivo significa immergersi non solo in un capolavoro tecnico, ma anche in una lezione di resilienza collettiva. È come entrare nel cuore di una macchina che da oltre un secolo custodisce il delicato equilibrio tra terra e mare.

Ir. D.F. Woudagemaal, la più grande stazione di pompaggio a vapore funzionante al mondo

iStock

La colossale stazione di pompaggio Ir. D.F. Woudagemaal

Il fascino dei canali e del centro storico

Il cuore pulsante di Lemmer si snoda poi lungo il suo canale principale, il Lemmer Kanaal, una sorta di salotto all’aperto dove bar e ristoranti affacciano sull’acqua: tra terrazze animate e negozi che invitano a una sosta, la vita scorre lenta e vivace allo stesso tempo. È una meta ideale per una passeggiata, magari osservando le barche che passano sotto i ponti mobili e creano quel continuo movimento che rende il villaggio una piccola scenografia in perenne trasformazione.

Il centro storico custodisce edifici che raccontano secoli di vicende: dalla casa “De Wildeman”, dall’architettura tipica, alle chiese che punteggiano il paesaggio urbano come la Riformata e la Sint-Willibrordus. Sullo spazio chiamato ’t Dok, invece, campeggiano monumenti che celebrano la tradizione nautica, quasi a ricordare che il mare, pur sorvegliato, rimane il fulcro dell’identità locale.

Le chiuse: porte sull’acqua e sulla storia

Un altro elemento che rende Lemmer speciale sono le sue chiuse, veri e propri “cancelli” che raccontano l’ingegno idraulico olandese.

L’imponente Prinses Margrietsluis è parte integrante del sistema che regola il complesso equilibrio idrico del Paese mentre la Lemstersluis, più antica e raccolta, sprigiona un fascino legato alle tradizioni marittime della zona: osservarle in funzione è come assistere a un rituale che da secoli protegge e accompagna la vita degli abitanti.

Panorama della curiosa geometria del villaggio olandese di Lammer

iStock

Veduta panoramica del suggestivo villaggio di Lammer

Arte, cultura e sport sull’acqua

Infine, Lemmer non è solo storia e ingegneria ma anche una località che coltiva creatività e tempo libero: tra gallerie d’arte come l’Inart Kunstcollectief e piccoli musei, i visitatori possono immergersi in un’offerta culturale che sorprende per varietà e vitalità.

Ma è comunque l’acqua a restare la protagonista assoluta, perché sull’IJsselmeer si pratica ogni tipo di sport acquatico: vela, windsurf, canottaggio, senza dimenticare la possibilità di noleggiare barche per avventurarsi tra le onde.

La marina e la spiaggia completano la vasta gamma di esperienze, offrendo relax e divertimento a famiglie, sportivi e a chiunque desideri respirare la libertà del mare.

Categorie
autunno boschi Europa itinerari culturali Laghi Notizie Svizzera vacanza natura Viaggi Viaggi Relax

Foliage, in Svizzera si segue la mappa dei colori autunnali

Il foliage è il simbolo dell’autunno. Quando le foglie degli alberi cambiano colore e dal verde passano al rosso, giallo, marrone, creano tavolozze che sembrano uscite dall’atelier di un pittore. È uno dei momenti più affascinanti dell’anno per ammirare la natura, per passeggiare nei boschi o intorno a un lago, per fare il pieno di calore da portare con sé nei mesi invernali.

Ma dove andare per essere certi di trovare i più bei paesaggi dove godere del momento del foliage? A volte si va a tentativi, nella speranza che non sia troppo presto e le fronde degli alberi siano ancora troppo “estive”, ma nemmeno troppo tardi e che tutte le foglie siano già cadute.

La mappa del foliage

In Svizzera sono così precisi che, oltre agli orologi che non sbagliano un rintocco, hanno studiato una mappa del foliage autunnale aggiornata in tempo reale. La mappa è online e indica tutti i punti della Svizzera dove è in atto il foliage e la previsione della colorazione delle foglie nelle aree boschive di tutta la Svizzera. A ogni puntino rosso corrisponde una webcam in modo da poter guardare come se si fosse lì davanti la situazione e decidere se vale la pena mettersi in pista per raggiungere il posto o se cambiare direzione.

La “Mappa dei colori” è stata lanciata già nel 2020. La cartina viene aggiornata due volte alla settimana, a partire dai primi di settembre e fino alla metà di novembre. Le informazioni che vengono fornite si basano su dati scientifici che vengono costantemente aggiornati relativi all’aridità, al calore e alla quantità di precipitazioni nel Paese e sulle analisi effettuate dal servizio meteorologico di SRF Meteo.

Le novità sono le webcam, che consentono di vedere in diretta cosa accade sul posto e che tempo fa e diversi utili contenuti che suggeriscono anche escursioni e che danno informazioni sulle stesse foglie.

La mappa fornisce tante altre informazioni turistiche come l’ubicazione dei parchi o delle funivie per salire in quota, i luoghi ideali per facili escursioni o quelli per chi preferisce esperienze avventurose e adrenaliniche e persino dove incontrare gli animali. Non mancano ovviamente le indicazioni per raggiungere rifugi, ristoranti panoramici e anche hotel.

Dove ammirare il foliage in Svizzera

Se l’idea vi attira, vi possiamo consigliare alcuni posti bellissimi all’aperto dove vale la pena andare per ammirare i colori dell’autunno in Svizzera. Ci sono per esempio alcuni laghetti di montagna, come il Lago di Sils, nell’Alta Engadina, sul quale naviga il battello più alto d’Europa oppure l’idilliaco Lago di Bannalp che si può raggiungere a 1.587 metri di altitudine, con la funivia che parte da Oberrickenbach, nel Cantone Nidvaldo, il Cantone delle funivie per eccellenza. Pensate che una volta giunti quassù, per rifocillarsi ci sono dei focolari con scorte di legna che si possono usare liberamente, ma anche comode e calde baite di montagna, alcune con una splendida vista sul lago.

Nella Val Piora, una delle più belle regioni del vicino Canton Ticino, si contano oltre 20 laghi di montagna. Qui si trova anche un’incredibile biodiversità, ricca di flora e fauna. E un lago, il Lago di Cadagno, che è così misterioso da attirare i ricercatori di tutto il mondo. Da cartolina è poi il piccolo Lago Tremorgio a 1.830 metri, perfetto per una gita con la famiglia perché si può facilmente camminare intorno al laghetto e trascorrere addirittura la notte in quota, soggiornando alla Capanna Tremorgio, oppure piantare una tenda canadese sulle rive del lago e addormentarsi con il suono della natura e delle foglie che cadono.

Prima che arrivi il gelido inverno, è anche bello poter ammirare le cascate di montagna, in Svizzera ce ne sono di impressionanti. Come la Cascata di Staubbach, nel Canton Berna, che vanta un salto di quasi 300 metri ed è la terza più alta del Paese, oppure le Cascate di Giessbach, dove 14 salti compongono il tuffo di 500 metri con il quale il flusso d’acqua precipita dalle alte valli fin giù nel Lago di Brienz. Proprio ai piedi di questo spettacolo naturale si trova lo storico Grandhotel Giessbach, che sembra uscito da un libro di fiabe, collegato dalla più antica funicolare d’Europa.

Infine, se desiderate solo ammirare il paesaggio e scsattare tante foto, appena oltre confine, nel Canton Ticino, abbiamo scoperto che esistono tantissime altalene panoramiche in punti incredibili sulle montagne o sui lungolaghi svizzeri. Gli “swing spots” sono particolari punti individuati per offrire una vista impareggiabile sul territorio ticinese: ce n’è per tutti i gusti. Una cosa hanno in comune tutte le altalene: lo scenario.

Categorie
Baviera Curiosità itinerari culturali Laghi Notizie Viaggi Viaggi Avventura

Overtourism in Germania: l’incredibile caso del lago Eib, i “Caraibi di Baviera”

L’overtourism è il tema caldo dell’estate e ad esserne colpite non sono solo spiagge e località balneari ma anche di montagna e di lago. Ultimo caso saltato all’occhio è quello del lago Eib in Germania soprannominati “i Caraibi di Baviera”. Il gioiello naturale situato ai piedi dello Zugspitze, la montagna più alta della nazione, sono tra gli esempi più eclatanti di overtourism.

Il problema? La sua bellezza è stata amplificata dai social network, trasformando questo lago in un’attrazione di massa. Le foto che mostrano le acque cristalline e gli isolotti immersi nel verde hanno raggiunto milioni di persone, attirando turisti da tutta Europa. E ora, il piccolo comune di Grainau, che lo ospita, fatica a gestire il flusso crescente di visitatori.

L’overtourism colpisce Grainau in Germania

Durante l’ultimo anno, Grainau ha registrato circa 620.000 pernottamenti, pari a una media di 1.700 ospiti al giorno. E questo senza contare i turisti giornalieri che si fermano solo qualche ora. Per un comune così piccolo, si tratta di cifre sproporzionate, che mettono a dura prova la viabilità, la gestione dei rifiuti e persino la vivibilità per i residenti.

I racconti mostrano autobus delle località già pieni e code interminabili di auto che conducono a parcheggi esauriti. L’amministrazione comunale del territorio che conta 3600 abitanti è in difficoltà e il vicesindaco ha dichiarato in un’intervista riportata da La Repubblica che la situazione somiglia ad una giornata di Oktoberfest o ad una partita di calcio a Monaco.

Le conseguenze sono oggettive e si riflettono in modo impattante sul lago: più rifiuti, sentieri sovraccariche ed è richiesta una costante manutenzione tanto che gli amministratori stanno riportando il problema, assorbendo la tensione che si crea tra residenti e turisti.

La qualità di vita di chi abita nel luogo non è certo da trascurare: spostarsi nei mesi di alta stagione crea un grave disguido e per questo la popolazione local chiede che si rispettino i cartelli, di non sporcare con rifiuti e provare a programmare la visita non puntando solo sull’alta stagione.

Germania, la spiaggia del lago Eib

iStock

Il lago Eib, conosciuto come Caraibi della Baviera, è vittima di overtourism

L’impatto dei social

I social sono un valido strumento di promozione turistica ma è importante considerare la viralità dei contenuti condivisi su Instagram e TikTok che, a quanto pare, hanno anche un risvolto negativo.

È il caso dell’assalto all’Eibsee che sui portali è ormai riconosciuto come i “Caraibi di Baviera”. Se video di pochi minuti creano curiosità, chi cerca paesaggi tropicali senza allontanarsi dall’Europa non può che pensare di programmarci una vacanza.

Il boom mediatico ha però un effetto notevole su Eibsee che ha generato un fenomeno simile a quello che abbiamo già conosciuto per località alpine quali Hallstatt in Austria o il lago di Braies in Italia. Ancora una volta, l’aumento massiccio e improvviso delle presenze ha generato una difficoltà di gestione del flusso con oggettive problematiche sulla comunità.

Il caso dell’Eibsee non è isolato: rappresenta un modello di ciò che accade quando un luogo autentico e fragile diventa virale online. L’overtourism non riguarda solo la Germania, ma tutte quelle località che, improvvisamente, passano dall’essere tesori nascosti a mete globali.