Categorie
Borghi itinerari culturali Lazio vacanza natura Viaggi

Alla scoperta del Lazio tra storia, natura e arte in zone inedite e ricche di meraviglie

Se c’è un Paese particolarmente diversificato e ricco di siti di interesse sorprendenti quello è l’Italia. Dalla storia millenaria, lo Stivale è puntellato di zone meno note e spesso fuori dai classici circuiti turistici in grado di regalare bellezze genuine e, allo stesso tempo, estremamente affascinanti. È il caso del Lazio, regione del Centro Italia la cui città più conosciuta è certamente Roma, ma che oltre a essa ha davvero tantissimo da regalare ai suoi visitatori.

Il modo migliore per esplorare questi posti, vista la storia secolare e le numerose ricchezze dei territori, è rivolgersi a un’agenzia specializzata che permetta di venire a conoscenza di cose e luoghi che, alle volte, non sono scritte nemmeno sui libri.

Viaggi organizzati alla scoperta del Lazio più autentico

Fonte: Caldana Europe Travel

Civita di Bagnoregio (VT)

Grazie agli esperti di Caldana Europe Travel, grande e dinamico tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi guidati in Italia e in Europa, potrete percorrere degli incredibili itinerari alla scoperta di alcuni dei luoghi più suggestivi ed emozionanti del Lazio.

In particolare, vogliamo concentrarci su due territori: la Tuscia che per la sua bellezza è persino stato spesso luogo di riprese per molti film di grandi registi del cinema italiano, e la Riviera di Ulisse, meraviglioso tratto costiero tirrenico con spiagge e paesaggi leggendari. In sostanza, vi portiamo a scoprire il Nord e il Sud del Lazio.

La Tuscia degli Etruschi

Fonte: Caldana Europe Travel

Tarquinia (VT)

C’è un popolo che, precedentemente ai Romani, ha fatto la storia d’Italia e che, ancora oggi, è avvolto da un fitto mistero: gli Etruschi. Grazie ai viaggi organizzati di Caldana Europe Travel in Tuscia, potrete saperne di più su questi geniali ingegneri e spirituali abitanti che ci hanno lasciato un patrimonio dal valore inestimabile.

Il tour operator mette a disposizione varie formule di viaggio che portano alla scoperta di Viterbo, capoluogo della Tuscia, e conosciuta anche come “la Città dei Papi”. Questa deliziosa località del Nord del Lazio sfoggia un ricco patrimonio storico-artistico, come la spettacolare Piazza dei Priori su cui si affacciano il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Governatore e il Palazzo del Podestà; la maestosa Piazza San Lorenzo dove sorgono il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo, uno dei patroni della città insieme alla più sentita Santa Rosa.

Fonte: Caldana Europe Travel

Viterbo (VT)

Subito dopo, Tarquinia, città Patrimonio Mondiale dell’Unesco e uno dei centri più importanti della Dodecapoli etrusca. Da queste parti avrete modo di immergervi nella Necropoli dei Monterozzi con le sue oltre 2.000 tombe dipinte con colori intensi e vivaci e nel suggestivo borgo medievale racchiuso da un’imponente cinta muraria.

Poi ancora Caprarola per fare una visita guidata presso il suo sontuoso Palazzo Farnese, gioiello tardo-rinascimentale con stanze decorate in modo sfarzoso e con affreschi celebrativi della famiglia Farnese o a tema mitologico. Quello stesso giorno avrete la possibilità di dirigervi verso Bagnaia per la visita dei giardini di Villa Lante, uno dei più bei giardini all’italiana che esistano al mondo.

L’itinerario in Tuscia prosegue con l’ormai famosa in tutto il mondo Civita di Bagnoregio, soprannominata la “città che muore” per via della costante erosione delle rocce tufacee su cui poggia. Raggiungibile solo percorrendo a piedi uno stretto e ripido ponte pedonale, è annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.

Durante un tour della Tuscia non può di certo mancare una sosta al misterioso Parco dei Mostri di Bomarzo, il primo grande giardino manierista costruito per volere di Vicino Orsini, signore di Bomarzo. Statue di draghi, orsi, sirene e figure mitologiche, genereranno meraviglia e stupore.

Fonte: Caldana Europe Travel

Parco dei mostri di Bomarzo (VT)

Partenza per il Lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico d’Europa, dove scoprire Montefiascone con il suo celebre vino e la Collegiata di Santa Cristina, nella stessa Bolsena.

Il viaggio terminerà a Orvieto, in Umbria, una delle dodici città – stato etrusche che sfoggia uno splendido Duomo gotico.

La Riviera di Ulisse

Fonte: Caldana Europe Travel

Isola di Ponza (LT)

Il Lazio è per gran parte bagnato dalle limpide acque del Mar Tirreno e nella sua zona Sud sorge la meravigliosa Riviera di Ulisse che deve il suo nome al mito dell’eroe greco che qui sbarcò perché attratto dai sortilegi della Maga Circe.

Il tour organizzato conduce alla scoperta di Gaeta, dove sarà possibile ammirare la celebre e spettacolare Montagna Spaccata con il suo Santuario della Santissima Trinità. Non mancherà una visita al Quartiere Medievale, al Duomo di Sant’Erasmo, alla Chiesa di San Giovanni a Mare e molto altro ancora.

Fonte: Caldana Europe Travel

Montagna spaccata a Gaeta (LT)

Un’altra incredibile tappa della Riviera di Ulisse è Sperlonga, anch’essa parte de “I Borghi più belli d’Italia”. Collocata su di uno sperone roccioso a picco sul mare, regala i resti della Villa di Tiberio e della Grotta, una cavità dove sono stati rinvenuti alcuni gruppi di statue risalenti al I. secolo a.C.

Il viaggio continua in direzione Isola di Ponza, la più estesa delle Pontine, che vanta una forma stretta e allungata simile a una luna. Tra coste frastagliate con scogliere interrotte da calette e spiagge da sogno, riuscirete persino ad ammirarla da uno dei suoi punti di vista migliori: in barca.

Poi ancora Sermoneta dove visitare uno dei castelli più maestosi e meglio conservati della regione e il celebre Giardino di Ninfa, dichiarato Monumento Naturale della Repubblica Italiana e unanimemente considerato uno dei più bei giardini del nostro Paese.

Fonte: Caldana Europe Travel

Giardino di Ninfa – Cisterna di Latina (LT)

Infine, direzione Ostia Antica per innamorarsi di una delle aree archeologiche più interessanti del Centro Italia (e non solo).

Insomma, i viaggi organizzati di Caldana Europe Travel sono una garanzia di bellezza, storia e natura, occasioni uniche da non perdere.

Categorie
Idee di Viaggio Lazio Viaggi

Parco regionale di Marturanum, un posto d’Italia fuori dal comune

Probabilmente non tutti sanno che nella Tuscia viterbese, e più precisamente nel territorio comunale di Barbarano Romano, sorge un’area naturale protetta che ha davvero molto da regalare ai suoi visitatori. Una meraviglia che prende vita nel maestoso paesaggio del Lazio etrusco e che comprende un insieme di forre scavate da torrenti, boschi, pascoli, numerose necropoli e molto altro ancora: il Parco regionale di Marturanum.

Parco regionale di Marturanum, perché è così importante

Partiamo dalla basi: perché il Parco regionale di Marturanum è così importante? La questione è molto semplice in quanto, oltre alle meraviglie della natura, qui sono presenti rilevanti testimonianze archeologiche che coprono un arco temporale che va dall’età del Bronzo all’epoca romana.

Visitarlo, quindi, è come fare un salto nel passato e in un territorio che è stato modellato da un’attività vulcanica le cui colate hanno depositato il tipico tufo rosso a scorie nere. Poi ancora i valloni tufacei ricoperti da una fitta vegetazione attraversata dai fiumi Biedano e Vesca e il gran numero di facciate rupestri delle tombe, grazie alle quali Marturanum è anche chiamato “il Parco degli Etruschi”.

Trekking archeologico nel Parco regionale di Marturanum

Le numerose testimonianze archeologiche legate agli etruschi, ma anche ad altre popolazioni locali, sono perfettamente integrate nel meraviglioso paesaggio naturale. Grazie ai numerosi percorsi di trekking che impreziosiscono il Parco regionale di Marturanum, quindi, potrete incontrare svariate tombe rupestri dal valore inestimabile.

Vi basti pensare che sono oltre duemila le sepolture disperse nel sistema di forre del fiume Biedano. Zone dove l’acqua, nel corso dei secoli, ha inciso dei tavolati tufacei che oggi lasciano liberi di percorrere grandi canyon ricoperti di fitta vegetazione.

tobe etrusche marturanum

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / S. VANNINI /

Una delle numerose tombe rupestri de Parco regionale di Marturanum

Sono tanti i sentieri da intraprendere, ma noi ve ne segnaliamo alcuni:

  • Sentiero archeologico-naturalistico “Caiolo”: percorrendolo si potranno visitare le più belle e interessanti tombe etrusche nella necropoli di San Giuliano;
  • Sentiero “Bosco della Bandita-Via Clodia”: una rilassante passeggiata alla scoperta, ma ta le meraviglie della vegetazione, dei resti della via Clodia, di ruderi di età romana, punti panoramici da sogno e molto altro ancora;
  • Sentiero “Valloni”: un percorso che collega il borgo di Barbarano Romano a quello di Blera fatto di piccole dighe, cunicoli, mulini, grotte e cave;
  • Sentiero “Caiolo-Greppo Cenale”: parte dall’alto per scendere nella necropoli con tombe rupestri del V-IV e III secolo a.C;
  • Sentiero “Fonte di Pisciarello-tomba Cima”: partendo dal borgo conduce alla necropoli del Cima, mentre al ritorno si può deviare per la cava di Sarignano, la forra del Biedano fino a tornare al punto di partenza, Barbarano Romano.

L’incredibile necropoli di San Giuliano

Il Parco regionale di Marturanum vale la pena essere esplorato da cima a fondo, ma c’è un’area che da sola vale il viaggio: la necropoli di San Giuliano. Ma non c’è da sorprendersi perché, secondo gli studi condotti fino a questo momento e anche in base al pensiero della maggior parte degli archeologi che l’hanno esplorata, nessuna necropoli etrusca conosciuta presenta la varietà e la ricchezza di tipi sepolcrali come San Giuliano.

Una città dei morti molto antica in quanto risale al VII secolo a.C., e che sorge sui fianchi di una rupe tufacea occupata da un insediamento stabile già durante l’età del Bronzo. Da non perdere sono il Tumulo del Caiolo e le tombe cosiddette dei Carri e dei Letti. Meravigliose anche le tombe Palazzine e quella più monumentale, chiamata della Regina, che sfoggia una facciata alta dieci metri. Poi ancora la tomba del Cervo che rappresenta la lotta tra questo elegante animale e un lupo, e che è stata scelta dal parco come logo stilizzato dell’area protetta.

Infine, la rocca tufacea di San Giuliano dove sorge una piccola chiesa medievale omonima, anch’essa fatta in tufo.

Tumulo del Caiolo marturanum

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / S. VANNINI

Il Tumulo del Caiolo

Flora e fauna del Parco regionale di Marturanum

Come vi dicevamo in precedenza, il territorio è stato modellato dall’attività vulcanica Vicana e per questo motivo è caratterizzato da grandi valloni tufacei ricoperti di fitta vegetazione dove scorrono due principali corsi d’acqua.

Ma non solo. Nelle forre, lungo il corso di questi due importanti flussi d’acqua, vivono numerosi mammiferi come la volpe, il cinghiale, il tasso, l’istrice, il gatto selvatico, la puzzola europea, la nutria.

Inoltre, grazie alla tanta acqua presente e, al contempo, alla scarsa frequentazione umana, da queste parti sopravvivono diversi anfibi, tra i quali la rara salamandrina dagli occhiali. Non mancano di certo i volatili come l’usignolo di fiume, il luì piccolo, la ghiandaia marina europea, il martin pescatore comune e la cicogna nera.

Infine, nel parco nidificano diverse specie di rapaci notturni e diurni: il lanario, il biancone, il nibbio reale, lo sparviere comune, il gheppio e il falco pellegrino.

Per quanto riguarda la flora, c’è da segnalare che il fitto bosco consente di far sbocciare maggiormente piante come l’ontano nero, l’olmo, i pioppi bianchi e neri, diversi tipi di salice, nonché una fitta vegetazione arborea e arbustiva ricca di felci quali l’equiseto.

Parco regionale di Marturanum sentieri

Fonte: iStock

Tra storia e natura al Parco regionale di Marturanum

Il borgo di Barbarano Romano

Se si decidono di visitare le meraviglie del Parco regionale di Marturanum non si può fare a meno di andare a scoprire il borgo di Barbarano Romano. Un luogo che vi regalerà un centro storico caratterizzato da tre strade parallele e da una triplice cinta muraria.

Tra le architetture religiose, da non perdere c’è la Chiesa del Crocifisso, realizzata probabilmente tra il XII ed il XIII secolo e dove è conservato un pregevole Crocefisso in legno risalente al XVI secolo.

Molto interessante anche il Complesso di Sant’Angelo che è composto da una chiesa sconsacrata e da una parte del Museo archeologico delle necropoli rupestri di Barbarano Romano (altro luogo da visitare), dove sono custoditi rari reperti rinvenuti all’interno delle necropoli.

Non da meno è la Chiesa di Santa Maria del Piano, costruita nel XIII secolo, in cui sono stati riportati alla luce preziosi affreschi. Infine, la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta che custodisce gelosamente alcune pregevoli opere d’arte come un affresco della Madonna che allatta Gesù con i Santi Giovanni e Antonio abate, realizzato nel XIV secolo.

Insomma, il Parco regionale di Marturanum è una perla d’Italia ancora poco nota ma dalla ricchezza unica, e che merita di essere scoperta in tutte le sue sfaccettature.

Barbarano Romano cosa vedere

Fonte: iStock

Un angolo di Barbarano Romano
Categorie
Borghi Lazio luoghi misteriosi Viaggi viaggiare

Viaggio a Fumone, il borgo ricco di mistero

Oggi vi portiamo alla scoperta di un borgo italiano molto particolare poiché è uno dei più misteriosi in assoluto. Situato nella provincia di Frosinone, Fumone si erge tra i monti Ernici e quelli Lepini, una posizione così particolare che fu di ispirazione a Curzio Malaparte, nella prima metà del Novecento, per la celebre espressione con cui definì questa zone della regione del Centro Italia “l’Olimpo di Ciociaria”.

Ma non è finita qui. Fumone, infatti, è avvolto da tantissimi misteri che sono uno più inspiegabile dell’altro.

I misteri di Fumone

Circondato da colli ameni ed uliveti, Fumone è un borgo dove sembra che il tempo si sia fermato, ma soprattutto dalle origini particolarmente misteriose. Ciò che è certo è che trovandosi in una posizione strategica, a quasi 800 m. s.l.m. e distante pochi chilometri da Roma, fu una vera e propria fortezza imprendibile. Si narra, infatti, che il borgo di stampo medievale faceva parte di un ingegnoso sistema di comunicazioni per avvertire Roma di un imminente pericolo.

In particolare i suoi misteri sono racchiusi nel suo imponente castello, conosciuto anche come Castello Longhi-De Paolis che nel corso del tempo ha rivestito anche il ruolo di prigione: per poco più di 10 mesi del 1295, vi fu imprigionato Papa Celestino V che vi morì dopo una dura prigionia.

La prima cosa che si può ammirare quando si varca la soglia del maniero è il terribile “Pozzo delle Vergini” che si distingue per essere stretto e profondissimo e dove sembra fossero infilzate lame aguzze. Qui venivano torturate le ragazze scoperte non vergini in quanto esisteva il “Diritto di prima notte”, un’arcaica legge secondo cui le donne appena sposate dovevano trascorrere la loro prima notte di nozze nel letto del potente del paese, ma ovviamente vergini pena la morte.

Il castello, tra le altre cose, sfoggia stanze dipinte di un rosso che quasi sembra sangue e, secondo la leggenda, tra le sue mura sono stati sepolti vivi moltissimi nemici del potere locale, compreso l’Antipapa francese Gregorio VIII che si oppose ai Pontefici Pasquale II, Gelasio II e Callisto II.

Poi ancora la Sala dell’Archivio dove è custodita una teca in cui giace il misterioso corpicino di un bambino, il Marchesino Francesco Longhi, morto a soli 5 anni e imbalsamato seguendo un misterioso e oscuro metodo di mummificazione. La cosa più curiosa è che ancora oggi non chiaro come sia avvenuto questo particolare processo, in quanto anche il medico che lo fece morì in circostanze misteriose pochi giorni dopo averlo imbalsamato.

La madre, presa da delirio e disperazione, decise di vestire a lutto per sempre le mura del castello: fece ridipingere tutti i quadri appesi che ritraevano immagini liete o raffiguranti momenti di gioia e allegria. Da allora, sembra che il fantasma della donna si aggiri inconsolabile tra le mura del castello.

Stando ai racconti del locali, infatti, ancora oggi il suo spirito di dirige verso la camera dove è custodito il corpo del figlioletto per coccolarlo, tanto che si sentirebbero lamenti e pianti singhiozzanti. Allo stesso tempo, l’anima del bimbo pare spostare e nascondere oggetti con i quali era solito giocare e che sono ancora conservati dentro la teca in cui sembra dormire.

Cosa vedere a Fumone

Fumone vanta un fascino sicuramente misterioso, ma oltre a questo ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori. Al paese si accede attraverso due ingressi: Porta Romana e Porta Napoletana.

Annessi al castello ci sono il suggestivo Giardino Pensile, da cui si gode di una splendida vista, e Casa – Museo Ada e Giuseppe Marchetti Longhi, dove sono conservate collezioni di interesse storico e antropologico.

Tra le sue vie del centro storico , invece, è possibile ammirare case, mura, torri, bifore e molto altro ancora. Tra gli edifici da non perdere vi segnaliamo la Chiesa della SS. Maria Annunziata che risale al XII secolo. Quello che possiamo scoprire oggi è  una facciata definita da due paraste e un poderoso campanile. Al suoi interno, invece, degna di nota è la tela del Buttaragi che rappresentante l’Annunciazione; la cappella del SS. Sacramento dove è alloggiata l’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso; l’affresco raffigurante la morte di papa Celestino V; l’organo a canne; il fonte battesimale in pietra locale; la statua lignea cinquecentesca del santo protettore S. Sebastiano.

Chiesa della SS. Maria Annunziata fumone

Fonte: iStock

La bella Chiesa della SS. Maria Annunziata

Un altro edificio degno di nota è la Chiesa di S. Gaugerico che fu eretta nella prima metà del XIV secolo. La facciata ha un portale gotico ad arco a sesto acuto con varie modanature. Al suo interno, invece, si possono ammirare la pala dell’altare maggiore raffigurante il santo; il quadro della Madonna del Rosario di Vincenzo Cerica; il quadro di S. Michele Arcangelo; il leggio e una croce astile in legno del maestro locale Paolino Cialone.

Cosa vedere nei dintorni di Fumone

Visitare Fumone è l’occasione perfetta per fare un salto presso la Riserva Naturale Lago di Canterno, uno dei bacini carsici più estesi di tutta la regione. Questa si distingue per essere un’area paesaggisticamente rilevante, ricca di flora e fauna.

Certamente imperdibile è Fiuggi, sempre nella provincia di Frosinone, che è una delle principali stazioni termali del Lazio e che vanta anche un centro storico ben conservato e dal fascino medievale.

Poi ancora Anagni, una città in cui vissero 4 papi tra cui Bonifacio VIII. I maggiori luoghi di interesse sono collocati nel suo centro storico che è un vero e proprio intrico di viuzze e piazze. Passeggiarvi vuol dire scovare angoli e scorci suggestivi, piccoli spazi di cui è impossibile non innamorarsi,

Visitando Fumone vale la pena fare un salto anche a Ferentino, una località ricca di testimonianze storiche, culturali e archeologiche. Vi basti pensare che la sua Acropoli rimane ancora oggi un capolavoro di ingegneria civile e un’opera d’arte di potente bellezza.

E poi Frosinone, il cui centro storico è collocato sulla sommità di una collina. Molto particolare la sua cattedrale, la più importante del capoluogo. Ai piedi della città vecchia, invece, molto interessanti sono i resti dell’anfiteatro romano, delle terme e delle abitazioni.

Infine Roma, la nostra eterna e meravigliosa Capitale che per la sua storia e la sua bellezza il mondo intero ci invidia.

anagni cosa vedere

Fonte: iStock

Panorama di Anagni
Categorie
Borghi itinerari culturali Lazio montagna Viaggi

Il borgo tra i monti del Lazio ricco di storia

Nel Lazio, e più precisamente in provincia di Rieti, sorge un pittoresco borgo arroccato che svetta tra i monti e che vanta una lunga storia. Un paesino di circa 490 anime ma le cui origini sono molto antiche e tutte da scoprire.

La Rocca di Cittareale

Il borgo in questione si chiama Cittareale em proprio da queste parti, nel 9 secolo d.C. nacque l’imperatore Vespasiano. Le sue origini risalgono al 1300, anno in cui Roberto D’Angiò fece costruire la sua imponente e bellissima fortezza. Essa, infatti, ancora oggi è il simbolo identificativo del borgo anche perché svetta nella parte più alta del piccolo paese.

Nel corso degli anni, la sua particolare forma ha attirato l’interesse degli studiosi e degli appassionati: presenta una singolare punta che ricorda la sagoma della prua di una nave che guarda verso nord. Inoltre, lungo le mura vi sono state poste delle semisfere.

Va da sé che, per spiegare questa interessante conformazione e la loro conseguente funzione, siano state stipulate diverse teorie. Tra le più accreditate c’è quella che sostiene che fosse una sorta di monito per i nemici che le interpretavano come palle di cannone che però non sono riuscite a scalfire le possenti mura difensive.

Le particolarità della Rocca di Cittareale non sono finite qui. Per costruirla, infatti, sono state usate delle pietre di rivestimento caratterizzate da una trama ornamentale a righe e, tra le altre cose, è provvista delle cosiddette “case matte”, feritoie di forme diverse dove veniva collocata l’artiglieria.

Ma senza ombra di dubbio a colpire particolarmente il visitatore è che, pur essendo solo un fortino militare, fu costruita con grande sfarzo e lusso architettonico. Vi basti pensare che, stando alle ultime ricerche, fu chiamato a progettarla uno dei più famosi architetti militari dell’epoca.

Il motivo per cui è stato previsto tanto sfarzo non ci è ancora dato saperlo. Si suppone, tuttavia, che avesse una funzione di “biglietto da visita” per gli incursori, come a voler specificare che il regno era tanto ricco e potente da potersi permettere di sperperare molto denaro per una sola rocca difensiva.

Cos’altro vedere a Cittareale

Le meraviglie di Cittareale non sono finite qui. Merita una visita anche il Museo Archeologico al cui interno è possibile ammirare mosaici, utensili e gioielli emersi da recenti scavi. Poi ancora l’area archeologica di Vicus Phalacrinae e il Santuario di Capodacqua che è stato edificato in seguito al ritrovamento di una statua della Madonna con Bambino nella sorgente del Velino.

Imperdibile, inoltre, è un giro nei vicoli del borgo antico e un’escursione nei monti circostanti, fino alle meraviglie del Parco Nazionale del Gran Sasso.  Infine, è bene sapere che insieme alle vicine Amatrice, Paganico Sabino e Leonessa, la piccola ma splendida Cittareale è stata eletta “Borgo del Respiro”.

I motivi di questo riconoscimento sono molto semplici: vanta un’ottima qualità dell’aria tanto che i viaggiatori la raggiungono proprio per il suo clima ristoratore e per la tranquillità di cui è possibile godere. Qui stress e smog sono praticamente sconosciuti e quello che si respira è solo pura aria di montagna.

Categorie
Borghi Lazio panorami vacanza natura Viaggi

Paesaggi mozzafiato e natura rigogliosa, un borgo davvero speciale

Oggi vi portiamo nel versante laziale del meraviglioso Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il motivo è piuttosto semplice: da queste parti sorge un paesino dai paesaggi mozzafiato e dalla natura rigogliosa, un borgo così speciale che ha persino ricevuto la prestigiosa Bandiera Arancione assegnata del Touring Club Italiano.

Picinisco, il borgo che ispirò un romanzo

Il borgo in questione si chiama Picinisco ed è un’autentica meraviglia della provincia di Frosinone. Si caratterizza, infatti, per essere incoronato da una natura incontaminata che spesso è in grado di regalare paesaggi che arrivano dritti al cuore.

Sono tantissimi, infatti, i sentieri presenti e che aiutano il viaggiatore a scoprire questo bellissimo territorio. Alle spalle del paesino, tra le altre cose, si erge in tutta la sua eleganza e fierezza il massiccio del monte Meta, alto ben 2242 metri. Una sorta di controllore che sta lì vegliare sul borgo e la valle in cui sorge.

Il suo centro storico, invece, si sviluppa all’interno di un’affascinante cinta muraria, un vero e proprio impianto medievale fortificato che nel corso del tempo ha conquistato chiunque lo abbia visitato, compreso chi decise di trarne ispirazione per scrivere un romanzo.

Da queste parti, infatti, sorge una graziosa villa vittoriana risalente agli inizi del ‘900, ma che ancora oggi è conosciuta come Casa Lawrence. Se vi state chiedendo il perché la risposta è molto più facile di quanto sembri: il suo nome deriva all’autore inglese D. H. Lawrence che qui soggiornò nel 1919.

E a tal proposito si narra che fu così ispirato dal paese con i suoi scenari incantevoli che decise di concepire e scrivere proprio qui il suo romanzo The Lost Girl, La ragazza perduta, pubblicato nel 1921, in cui è possibile riscoprire tra le pagine il paesaggio di Picinisco.

Cosa vedere a Picinisco

Tutto il centro storico del bellissimo paese di Picinisco è dominato da un castello del 1054. Quattro sono le porte che circondano il borgo medievale ed entrarvi vuol dire scoprire vicoli, piccole piazze e palazzi signorili con portali e balconi in pietra.

Il vero e proprio cuore del paese è piazza Capocci dove svetta fiero un platano centenario, ma anche Palazzo degli Orologi e la chiesa di San Rocco. Molto suggestiva anche piazza Fucina, con una splendida meridiana e con vista sulla valle che lascia davvero incantanti.

Ma come vi dicevamo in precedenza, l’antico borgo si sviluppa intorno a un maestoso castello, eretto nell’XI secolo. Il maniero sfoggia una pianta rettangolare ed è circondato da un lato dalle case dell’antico centro storico. Porta Rione è il suo accesso principale, oltre a essere quello meglio conservato del castello, e da qui si può ammirare un grande torrione e alcune torri poste agli angoli.

Varcata la porta si può scoprire l’omonima piazza che conduce a una via intitolata a un figlio illustre di Picinisco: lo scrittore Giustino Ferri. La casa dell’artista si trova in piazza Fucina, la quale ospita anche la Chiesa di San Lorenzo Levita e Martire, del 1305, con all’interno un organo a canne costruito da Cesare Catarinozzi nel 1739.

Insomma, Picinisco è un borgo dall’anima assolutamente autentica e che merita di essere scoperto.

Categorie
Borghi Lazio luoghi misteriosi Roma Viaggi

A pochi chilometri da Roma esiste un borgo dove cantano le streghe

A volte sono le meraviglie create da Madre Natura a spingerci a organizzare quei viaggi che ci conducono dall’altra parte del mondo. Altre volte, invece, sono i capolavori firmati dall’uomo a farci mettere in viaggio per scoprire quelle attrazioni turistiche che si sono trasformate in simboli di territori, città e Paesi interi.

I motivi sono diversi, personali e soggettivi, e tutti sono accomunati dall’esigenza di vivere esperienze uniche che non si limitano solo a percorrere i sentieri più battuti del turismo di massa o a visitare le attrazioni più celebri in tutto il mondo, ma che coinvolgono i sensi, solleticano la fantasia e l’immaginazione, e superano le aspettative.

E se è un’avventura da brividi, che volete vivere, allora vi farà piacere che non dovrete allontanarvi dall’Italia per scoprire un luogo estremamente affascinante, misterioso e suggestivo. Nel BelPaese, e a pochi chilometri da Roma, infatti, esiste un villaggio abbarbicato su una rupe di tufo a strapiombo sul fiume. Si tratta di Calcata, il borgo delle streghe. Ed è qui che inizia il nostro viaggio.

Chi ha paura delle streghe?

Esiste un borgo dall’aspetto affascinante, che per forme, colori e posizione ricorda una cartolina, la più bella di un viaggio indimenticabile. Ci troviamo a Calcata, un piccolo paese nella Tuscia viterbese a pochi chilometri da Roma.

Immerso nella Valle del Treja, nei pressi delle Cascate di Monte Gelato, il paesino è situato in cima a una rupe in tufo che domina su tutta la valle circostante. Come molti borghi d’Italia, però, anche questo ha dovuto fare i conti con lo spopolamento avvenuto nella metà del secolo scorso. La roccia di tufo, infatti, era considerata poco sicura per gli abitanti che scelsero di lasciare le loro case per trasferirsi a Calcata nuova, il neonato centro abitato situato nelle immediate vicinanze del vecchio borgo.

Negli anni successivi, però, nuove perizie hanno attestato la solidità della rupe di tufo, una notizia questa che ha visto la rinascita di quel borgo medievale che, lentamente, si è popolato di botteghe di artisti che sono giunti fin qui per trovare ispirazione, pace e relax lontano dal caos cittadino.

Non sono mai stati soli, però. Insieme a loro, si dice, vivono anche le streghe. Nessuno le ha mai viste, intendiamoci, eppure c’è chi giura di sentirle cantare a volte. Ma quel che è certo è che queste creature magiche vivono e sopravvivono nelle leggende locali, le stesse che parlano di Calcata come il borgo delle streghe.

Calcata, il borgo degli artisti e delle streghe

Calcata, come abbiamo anticipato, è considerata il borgo degli artisti, perché è proprio a loro che è dovuta la sua rinascita. Intellettuali provenienti da tutto il mondo hanno scelto questo paese immerso nella natura come buen retiro, aprendo botteghe che ancora oggi popolano e rendono vive le strade e le viuzze del Paese.

Ma Calcata, lo abbiamo già detto, è anche il borgo delle streghe. Secondo alcune storie popolari sembra proprio che all’interno delle grotte sotterranee venissero propiziati rituali magici. Le streghe non sono mai state avvistate, però chi vive lì giura di sentirle cantare durante le giornate più ventilate.

Indipendentemente da ciò in cui scegliate di credere, quello che è certo è che una visita a questo borgo è un’esperienza al di fuori dell’ordinario. Non solo per la bellezza che appartiene a questo luogo, e per le storie che si celano tra le strette viuzze del paese, proprio lì dove si alternano le botteghe degli artisti. Ma anche per quell’atmosfera mistica, suggestiva e anche un po’ magica che si respira a ogni passo.

Il periodo migliore per visitare Calcata è sicuramente ottobre, quando i colori dell’autunno tingono tutto il paesaggio di meraviglia, ma anche perché è questo il mese di Halloween. E quale posto migliore, se non il borgo delle streghe, per vivere la notte più spaventosa dell’anno?

Categorie
città Idee di Viaggio Lazio luoghi misteriosi Roma Viaggi

Quello che era un ex binario ora è una passeggiata pedonale magica

Organizzare un viaggio a Roma è sempre una buona idea. La capitale d’Italia, infatti, è uno scrigno di tesori incredibili tutti da scoprire.

Le bellezze del passato e del presente qui vivono e convivono in un agglomerato di meraviglie, testimonianze artistiche, architettoniche e culturali che da sempre influenzano e affascinano il mondo. Il Colosseo e i Fori Imperiali, la Basilica di San Pietro, i Musei Vaticani, le vie dello shopping, le tradizioni e i monumenti iconici: le cose da vedere e da fare nella città eterna sono tantissime, e tutte sono destinate a lasciare senza fiato.

Eppure, al di là dei sentieri più battuti dai turisti che ogni giorno giungono della capitale italiana, esiste un altro modo per scoprire le meraviglie della città. Un sentiero che si aggroviglia all’ombra dei monumenti iconici e che permette di osservarli da un’altra prospettiva. Un percorso romantico e suggestivo che prende il nome di Passeggiata del Gelsomino.

Passeggiando per la città eterna

Lo abbiamo detto più volte e non ci stancheremo mai di ripetere che una semplice passeggiata nei luoghi che abitiamo, o visitiamo quando siamo in viaggio, può trasformarsi in un’esperienza da levare il fiato. Succede tutte le volte che aguzziamo la vista e ci soffermiamo sui dettagli, quelli che raccontano il volto inedito di una città, di un borgo o di un villaggio.

Ed è esattamente questo che succede quando si cammina tra le strade di Roma, quando il rumore del traffico e il brusio delle persone che popolano le vie del centro diventa un lontano ricordo. È in quel momento che possiamo scoprire una città diversa, unica e ancora più bella di come la conoscevamo.

Sono tante le strade che attraversano Roma e che ci permettono di vivere esperienze straordinarie passo dopo passo. Dalle vie storiche, larghe e monumentali a quelle più strette e acciottolate che ci conducono nel cuore dei quartieri antichi e suggestivi.

E poi c’è lei, la Passeggiata del Gelsomino, un percorso pedonale nel cuore cittadino che però + lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, che permette di osservare lentamente gli angoli più affascinanti della capitale e di scrutare i monumenti iconici da altre prospettive.

La Passeggiata del Gelsomino

Ci troviamo nei pressi di Piazza San Pietro, una delle più celebri e iconiche del BelPaese. È proprio qui che si snoda un percorso pedonale romantico, affascinante e suggestivo che, come dice il nome stesso è incorniciato dagli splendidi fiori di Gelsomino.

Il periodo dell’anno più magico è sicuramente l’inizio dell’estate, perché è in quel momento che i fiori di gelsomino che costeggiano la Passeggiata del Gelsomino sbocciano in tutta la loro bellezza. Ma tanto è suggestivo l’intero itinerario panoramico che in qualsiasi momento dell’anno restituisce emozioni uniche.

Questa via pedonale frequentata sopratutto dai cittadini, e poco conosciuto ai turisti, è sorta dalle ceneri di un ex binario dismesso, quello della stazione ferroviaria di San Pietro. Costruita nel 1929, la Ferrovia Vaticana, era stata realizzata per permettere il collegamento tra lo Stato Pontificio e il Regno d’Italia.

Con il passare degli anni, però, la ferrovia venne utilizzata sempre meno fino a essere completamente inutilizzata. In occasione del Giubileo del 2000, il binario numero uno è stato trasformato nella Passeggiata del Gelsomino, una strada breve ma con un panorama unico che si affaccia direttamente sulla grande e suggestiva cupola della Basilica di San Pietro.

Il percorso, che si snoda per circa 500 metri, è considerato dai cittadini uno dei più magici e romantici della città. Il consiglio è quello di percorrere l’intera passeggiata a ritmo lento con lo sguardo sempre vigile su tutto ciò che vi circonda: il panorama, da qui, è davvero spettacolare.

Passeggiata del Gelsomino

Fonte: IPA

Passeggiata del Gelsomino
Categorie
Borghi itinerari culturali Lazio Maremma Toscana Viaggi

Manciano, il borgo della Maremma che fa sognare

Nel cuore della Maremma, non lontano dal mare, ci si imbatte in una caratteristica cittadina dalla storia millenaria. Parliamo di Manciano, gioello della Toscana su cui ora sventola la Bandiera Arancione, il prestigioso riconoscimento che il Touring Club Italiano assegna ai borghi eccellenti dell’entroterra. La destinazione ideale per chi vuole fare un viaggio nella natura e nel tempo, un luogo di benessere e tradizioni enogastronomiche da scoprire.

Manciano, la ‘Spia della Maremma’

Circondato da un territorio ancora selvaggio, Manciano offre una vista unica su tutta la Maremma Toscana, spaziando dal mare alle colline, dalle cime del monte Amiata al Lago di Bolsena. Una particolarità che è valso al borgo l’appellativo di “Spia della Maremma“.

Il paese è dominato dal Cassero di origine aldobrandesca, oggi sede del Comune, costruito su un masso di pietra arenaria grigia, al cui interno si possono ripercorrere le vicende del paese attraverso i cimeli recuperati nelle proprietà comunali. Dalla torre panoramica si può godere di una vista a 360° della Maremma fino alle isole dell’Arcipelago Toscano arrivando a scorgere, nelle giornate con il cielo particolarmente terso, persino la Corsica.

Ai piedi del Cassero, si trova un altro monumento iconico, la fontana di Piazza Garibaldi, realizzata in stile liberty nel 1913 per celebrare l’arrivo dell’acquedotto in paese. L’abitato antico di Manciano è circondato da una cinta muraria tuttora in ottimo stato di conservazione. Completata dagli Aldobrandeschi verso la fine del Duecento, costituisce l’ultimo tassello di un sistema difensivo tra i più efficienti dell’epoca, che comprendeva ben 11 torri di avvistamento, di cui oggi restano una intatta e un’altra rimasta a metà, quest’ultima sulla sinistra di Porta Fiorella.

All’interno del borgo spicca il campanile della Chiesa di San Leonardo, costruita nella prima metà del XIV secolo in stile romanico-gotico, e in seguito sottoposta a diversi interventi di restauro che ne hanno modificato l’aspetto originale. A spiccare è anche la Torre dell’Orologio, probabilmente costruita nel 1472, parte integrante del più antico palazzo comunale che ospitava anche il granaio, la scuola, la stalla e l’alloggio del vicario. Da vedere ancora nel centro storico c’è, inoltre, il Museo di Preistoria e Protostoria della Valle del fiume Fiora, che custodisce importanti reperti che permettono di ricostruire la vita delle comunità precedenti la civiltà etrusca.

Manciano borgo Maremma fa sognare

Veduta del borgo di Manciano, la “Spia della Maremma”

Cosa fare a Manciano e dintorni

A pochi chilometri da Manciano ci si imbatte in un altro gioiello toscano, il borgo medievale di Montemerano, arroccato su una collina incorniciata da ulivi secolari e dalla splendida campagna maremmana. Una meta amata dagli spiriti romantici per le mura che cingono il centro storico a forma di cuore, ma anche un luogo ricco di attrazioni da visitare, come la Chiesa di San Giorgio, al cui interno sono custodite opere d’arte di grande valore, tra cui notevoli affreschi di scuola senese del XV e XVI secolo.

Poco distante da Manciano troviamo, poi, Saturnia con le sue celebri terme. Qui ci si può immergere nelle calde acque sulfuree dalle molteplici virtù terapeutiche, che sgorgano naturalmente e incessantemente da circa 3000 anni, alla temperatura sempre costante di 37,5°. Acque prodigiose di cui si può godere gratuitamente per tutto l’anno, presso le famose Cascate del Mulino e quelle del Gorello, in una cornice naturalistica di incredibile suggestione.

Per i buongustai, questo è un territorio che vanta una produzione molto variegata di formaggi, dai classici di pecora freschi e stagionati, come il Pecorino Toscano DOP a quelli più ricercati, ma anche vino, olio, zafferano e il ciaffagnone, antenato delle crêpes. Da non perdere, infine, gli eventi che svelano storie e tradizioni del posto, tra cui il Manciano Street Music Festival, a luglio, interamente dedicato alle street band, e il Palio delle Botti, in programma nel mese di agosto. Insomma, Manciano è un borgo che sa davvero sorprendere.

Montemerano

Il borgo medievale di Montemerano

Categorie
Barcellona città crociere Europa Florida Lazio Nord America Notizie Roma Viaggi

Arriva la nave più grande del mondo, una vera meraviglia

È arrivata nel Mediterraneo la nave più grande del mondo. Dopo essere salpata dal porto d Fort Lauderdale, in Florida, ha fatto rotta verso Barcellona, dove arriverà l’8 maggio, per poi proseguire verso Roma. La Wonder of the Seas è, come dice il nome, una vera meraviglia.

La nuovissima nave di Royal Caribbean International della Classe Oasis supera quella che è stata finora la più grande del mondo, la Symphony of the Seas, della stessa compagnia.

I “quartieri” della Wonder of the Seas

Avveniristica e da record, questa nave sorprende per i suoi otto “quartieri”, uno in più rispetto a quelli delle altre navi della compagnia, e dona un’incredibile esperienza di navigazione per una vacanza indimenticabile.

wonder-of-the-seas

La Wonder of the Seas, la nave più grande al mondo

Il quartiere suite è appunto l’ottavo e accoglierà gli ospiti della classe Royal Suite su un ponte privato Suite Sun con una plunge pool e bar, resi speciali da una splendida vista sull’oceano, nonché da altri elementi molto amati dagli ospiti come il ristorante esclusivo Coastal Kitchen, la Suite Lounge e l’immensa Ultimate Family Suite, che si sviluppa su due piani, adatta anche ad ospitare una famiglia di dieci persone e corredata da uno scivolo in-suite, di cinema, karaoke area e ping pong.

I ristoranti a bordo della nave

Dei 40 ristoranti ospitati a bodo della Wonder, uno è davvero unico: The Mason Jar Southern Restaurant & Bar, dove si possono fare brunch e cene fino a tarda notte allietati dalla musica dal vivo e da una pregiata collezione di whisky e cocktail.

wonder-of-the-seas-nave-piu-grande

I divertimenti a bordo della Wonder of the Seas

Intrattenimento per adulti

fare una crociera a bordo della Wonder of the Seas sarà una vera pacchia. Oltre al simulatore di surf FlowRider c’è anche The Ultimate Abyss, lo scivolo più alto del mare, ma anche la zip line alta dieci piani. Oltre a ciò, immancabili quartieri straordinari come Central Park, con più di 20.000 piante, e il Boardwalk, che mette insieme il fascino del mare e le attività per tutta la famiglia, tra cui la possibilità di cavalcare una meravigliosa giostra intagliata a mano, guardare un big match o impegnarsi in una competizione presso gli spazi del Playmakers Sports Bar & Arcade.

Per trascorrere le serate, sono ben quattro i “palcoscenici” a bordo della Wonder: aria, ghiaccio, acqua e teatro. Più di cento tra artisti e tecnici danno vita a super produzioni come inTENse, con il primo cast tutto al femminile di aerialistes, high divers, slackliners e altro ancora nell’unico AquaTheater, The Effectors II: Crash ‘n’ Burn, che debutta quest’estate, dove i supereroi high-tech di Royal Caribbean – The Effectors – si scontrano con i loro arcinemici per salvare ancora una volta il pianeta.

wonder-of-the-seas-notte

La Wonder of the Seas illuminata di notte

Intrattenimenti per bambini

Le famiglie con bambini troveranno una nuovissima avventura all’aperto, Wonder Playscape, una zona scivoli a tema sottomarino, con pareti da arrampicata e divertimenti interattivi. E in più, l’area Adventure Ocean, mentre gli adolescenti si divertiranno con Social100 e The Patio.

I numeri della Wonder of the Seas

Lunga 362,04 metri (praticamente come la Symphony) e con una stazza di quasi 237 tonnellate (dieci in più della sorella minore), la nuova Wonder of the Seas può ospitare a bordo fino a 6.988 passeggeri e 2.300 membri dell’equipaggio che sui 16 dei 18 ponti riservati ai passeggeri però non si noteranno affatto.

Le crociere della Wonder of the Seas

Per tutta l’estate 2022 la nave navigherà nel Mar Mediterraneo con crociere di sette notti. La nave salperà dal porto di Barcellona per le tappe successive a Palma di Maiorca, Marsiglia, La Spezia, Roma Civitavecchia e Napoli, per fare poi rotta di nuovo verso Barcellona. E questo fino alla fine di ottobre, quando lascerà di nuovo il Mediterraneo per tornare nel Mar dei Caraibi.

 

 

Categorie
città itinerari culturali Lazio Posti incredibili Roma Viaggi

Santo Stefano Rotondo, il tempio della perfezione

È nella bellezza delle sue linee rotonde, nella sinuosità dei suoi archi e negli incantevoli affreschi che custodisce al suo interno che si nasconde la vera perfezione della Basilica di Santo Stefano Rotondo, uno dei più antichi tempi cristiani. Nel cuore di Roma sorge questa incredibile chiesa a pianta circolare, che ancora oggi suscita grande meraviglia.

Santo Stefano Rotondo, nel cuore di Roma

Arte, architettura e storia si intrecciano amabilmente, tra le ampie arcate e i portici della Basilica di Santo Stefano Rotondo: è a due passi dal Colosseo, dove le mille bellezze della Città Eterna tornano a rivivere ogni giorno, che possiamo ammirare un vero capolavoro. È, questa, una delle più antiche chiese della cristianità e luogo di grande spiritualità, che ne pervade ogni singolo mattone. Eretta nel V secolo, probabilmente per volere di Papa Leone I, sin dall’inizio è nata come tempio di perfezione. La sua pianta circolare è simbolo di totalità e armonia, richiamo della meraviglia cosmica e dell’ordine della creazione.

Dal punto di vista architettonico, Santo Stefano Rotondo rientra nel periodo di massimo fulgore dello stile paleocristiano romano, che si rifà, proprio nelle linee rotonde, alla splendida Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il progetto originale era sicuramente molto ambizioso: i tre cerchi concentrici che costituivano la sua pianta erano divisi da imponenti colonne architravate, e al loro interno avevano volte a botte e numerosi spazi riccamente decorati. Lastre di marmo rivestivano pavimenti e, in alcuni casi, persino le pareti, mentre il tetto era sorretto da travi in legno.

Santo Stefano Rotondo

Santo Stefano Rotondo, la pianta circolare

La storia della Basilica di Santo Stefano Rotondo

Nei secoli successivi, la Basilica ha subito numerosi interventi che l’hanno portata al suo splendore attuale. Pregiati mosaici e affreschi stupendi hanno trovato pian piano luogo tra le mura di Santo Stefano Rotondo. E tra i suoi arredi più celebri spicca la “Sedia di Gregorio Magno”, un antico sedile in marmo di epoca romana, che secondo tradizione veniva impiegato dal pontefice per pronunciare le sue omelie. Ma il periodo più buio era dietro l’angolo, e si è manifestato con ripetuti saccheggi che hanno spogliato la chiesa delle sue ricchezze – e della sua bellezza incredibile.

Privata di tutto ciò che aveva più pregio e lasciata nell’incuria più totale, la Basilica ha vissuto un primo ritorno di gloria attorno al 1100, quando Papa Innocenzo II ha ordinato la creazione del suggestivo porticato d’ingresso a cinque arcate che ancora oggi possiamo ammirare prima di entrare nella chiesa. E ancora qualche secolo più avanti ha avuto inizio un’importante opera di restauro affidata alle mani esperte dell’architetto fiorentino Bernardo Rossellino. Negli ultimi decenni, Santo Stefano Rotondo è diventato luogo di importanti scavi archeologici che hanno riportato alla luce splendidi manufatti. E i restauri non hanno ancora avuto fine: riportare la Basilica alla sua antica bellezza è l’obiettivo ultimo, preservandone al contempo la storia.

Santo Stefano Rotondo

Il portico di Santo Stefano Rotondo

Santo Stefano Rotondo, tra simbologia e misteri

Se la forma rotonda di questa splendida chiesa di Roma richiama un’antica simbologia che sembra permeare l’intero edificio, Santo Stefano Rotondo è anche luogo di misteri incredibili. Sulle sue pareti vi sono affreschi che suscitano soggezione e un pizzico di orrore, rappresentando con crudeltà tutti i modi in cui un uomo può essere martirizzato. Si tratta del ciclo del Pomarancio, che include ben 34 scene di martirio con terrificanti punizioni in grado di generare più di un brivido freddo. Lo scopo? Mettere in guardia dai pericoli che si possono incontrare lungo il cammino, un monito a dir poco terrorizzante.

Santo Stefano Rotondo

Santo Stefano Rotondo, gli affreschi