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L’antico villaggio di Uzteri emerge dagli scavi a Sassari: la scoperta è straordinaria

Una scoperta casuale ma che ha quasi dell’incredibile: mentre sono stati avviati i lavori per la realizzazione del primo polo scolastico montessoriano della Sardegna, un frammento di storia medievale sepolto per anni ha portato alla luce una scoperta che ha lasciato tutti a bocca aperta. In via Artiglieria, gli archeologi hanno fatto emergere i resti murari e diversi reperti che testimoniano un insediamento extraurbano databile tra il XII e il XIV secolo, con ogni probabilità corrispondente all’antico villaggio di Utzeri. Un ritrovamento che offre una preziosa finestra sul passato e che ha imposto una riflessione sulla convivenza tra sviluppo urbano e tutela del patrimonio culturale.

La scoperta archeologica a Sassari

Durante i lavori di scavo per la posa delle nuove fondamenta, una scoperta ha rallentato i lavori. Tra strati di terra sono apparse strutture murarie, frammenti ceramici e persino monete medievali. La portata del ritrovamento ha richiesto l’intervento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, che ha autorizzato l’ampliamento delle indagini con metodologia stratigrafica, consentendo uno studio più approfondito dell’area.

Gli scavi hanno rivelato parte di un’abitazione rurale, completa di selciato esterno e una buca usata per la manutenzione del tetto, colmata con materiali che raccontano la vita quotidiana di un tempo. I reperti coprono un periodo compreso tra il 1200 e il 1350 e attestano legami commerciali tra la Sardegna e varie aree del Mediterraneo: dalla Provenza alla Liguria, dalla Toscana fino a probabili contatti con il Lazio, la Tunisia, l’Egitto e la Siria. Tra i reperti spiccano monete genovesi, databili tra il 1139 e il 1339, che testimoniano la vitalità economica della regione e l’inserimento della Sardegna nelle rotte mercantili mediterranee.

antico villaggio di Uzteri scoperto a Sassari

Fonte: Comune di Sassari

Gli scavi a Sassari rivelano l’antico villaggio di Uzteri

L’ipotesi di Utzeri e il contesto storico

Particolarmente significativa è l’associazione tra i resti e il toponimo “Utzeri“, già evocato dalla vicina Porta Utzeri. Si ipotizza che il villaggio fosse uno dei tanti piccoli nuclei abitativi sorti fuori dal circuito murario sassarese, come Silki, Cleu e Kitarone, abbandonati nel Trecento a causa di mutamenti sociali, attrazione verso il centro urbano fortificato e turbolenze legate all’invasione catalano-aragonese. Non sono mancati nemmeno reperti di epoca romana, seppur residuali, che confermano la continuità insediativa del territorio, ricco e fertile, frequentato sin dall’età repubblicana.

La scoperta ha portato alla temporanea sospensione dei lavori e alla revisione del progetto originario. Senza intaccare le superfici previste per la nuova scuola, è stato elaborato un piano per inglobare l’area dello scavo all’interno del nuovo edificio scolastico. La variante progettuale prevede infatti la creazione di un varco visibile da via Padre Ziranu che permetta di osservare i resti archeologici, trasformando lo spazio in un piccolo laboratorio didattico. In piena coerenza con l’approccio educativo montessoriano, si intende così offrire agli studenti un’esperienza concreta del passato, favorendo l’interazione diretta con la storia locale.

La conclusione dei lavori è ora prevista entro marzo 2026, nel rispetto delle scadenze imposte dal finanziamento europeo. La scoperta di Utzeri non rappresenta solo un vincolo o un ritardo, ma una straordinaria occasione per arricchire il nuovo polo scolastico di un’anima storica, radicata nel territorio e nella memoria collettiva.

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Le città italiane dove i turisti spendono di più, anche quelle che non ti aspetti

L’estate 2024 ha visto un interessante cambio di scena nel panorama turistico italiano, con alcune province meno note che invece si sono fatte notare per l’alto volume di spesa da parte dei turisti stranieri. Accanto alle grandi città come Roma, Venezia, Napoli, Milano, Firenze e Verona, che dominano storicamente le classifiche turistiche, c’è un sorprendente elenco di destinazioni che hanno attirato l’attenzione dei viaggiatori internazionali.

Tra queste figurano Bolzano, Sassari, Salerno e Brescia, provincie che, nel periodo estivo, hanno contribuito con il 13% alla spesa complessiva in Italia tramite Pos fisici. Vediamo le ragioni dietro questi dati sorprendenti quanto soddisfacenti.

Le province che sorprendono

Questo dato emerso durante il Forum Internazionale del Turismo, organizzato alla Fortezza da Basso di Firenze, testimonia come il turismo stia evolvendo e come anche le destinazioni meno convenzionali stiano guadagnando terreno. L’analisi dei consumi, presentata dal direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale del Turismo (ONT), Carlo Brugnoli, ha svelato un trend in crescita, con un incremento significativo della spesa da parte dei turisti internazionali in tutte le aree del Paese.

Ad agosto 2024, la spesa dei viaggiatori stranieri è aumentata rispetto all’anno precedente, con i dati che indicano un +6,1% rispetto al 2019 e un +4,5% nei primi otto mesi del 2024. Questo è un segnale positivo per l’economia turistica, con prospettive di crescita che si preannunciano anche per la fine dell’anno.

La Toscana fuori da Firenze: una destinazione apprezzata

Un’altra conferma arriva dalla Toscana, che continua ad essere una delle regioni più amate dai turisti, non solo grazie al capoluogo Firenze, ma anche grazie alle sue splendide colline e alla costa. La regione ha rappresentato il 5% del totale della spesa turistica in Italia durante l’estate del 2024.

Questo dimostra che la valorizzazione del territorio e la scoperta di aree meno conosciute stanno diventando una tendenza sempre più rilevante per i turisti, desiderosi di scoprire il lato autentico e meno affollato delle destinazioni turistiche italiane. Ad esempio, gli antichi borghi e la zona collinare, come quella di San Gimignano, è una delle mete più amate a livello internazionale.

Il turismo nelle “mete secondarie”

Un fenomeno che sta prendendo piede è quello delle cosiddette “mete secondarie”, località meno conosciute ma di grande valore storico, culturale e paesaggistico, come i borghi e i piccoli comuni. Questi luoghi stanno vedendo un aumento del flusso turistico, contribuendo significativamente all’economia locale.

Si stima che il turismo in queste zone generi ogni anno oltre 5 miliardi di euro del PIL italiano, con un impatto anche a livello fiscale, con oltre 2,3 miliardi di euro di entrate per lo Stato. A livello occupazionale, l’indotto del turismo nei borghi coinvolge circa 90.000 persone.

La spesa dei turisti stranieri: tendenze e comportamenti

I dati presentati hanno anche messo in luce i cambiamenti nei comportamenti di consumo dei turisti, a seconda della loro provenienza. I turisti europei, ad esempio, tendono a spendere principalmente in ristorazione, grande distribuzione organizzata e nei costi di trasporto, mentre quelli provenienti dal Nord America si concentrano maggiormente sulle spese alimentari.

I visitatori del Sud-Est Asiatico e del Medio Oriente, invece, sono particolarmente attenti agli acquisti nel settore del lusso. Questi trend offrono spunti utili per gli operatori turistici che desiderano orientare le proprie offerte in base alle specifiche esigenze dei diversi gruppi di turisti.

Turista asiatica, Italia

Fonte: iStock

Una turista asiatica in vacanza in Italia

Turismo d’affari: un settore in crescita

Non solo il turismo di piacere, ma anche il turismo d’affari sta registrando numeri importanti. Nel 2023, la spesa legata ai viaggi d’affari ha superato i 30 miliardi di euro, con un incremento del 43% rispetto all’anno precedente. Le fiere, che contribuiscono al 4% della spesa turistica nazionale, sono particolarmente significative, attirando ogni anno circa 20 milioni di visitatori, di cui 1,5 milioni provenienti dall’estero.

Ogni euro speso dai partecipanti a eventi fieristici genera, infatti, un effetto moltiplicatore sull’economia locale: ogni euro produce più di 2 euro in ritorni per il territorio.

Un futuro luminoso per il turismo in Italia

Con una crescita della spesa e delle presenze turistiche, l’Italia continua a rafforzarsi come una delle destinazioni preferite dai viaggiatori internazionali. Ma oltre ai grandi centri urbani, c’è una crescente attenzione per le destinazioni meno conosciute, che offrono esperienze autentiche e uniche.

La valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, la diversificazione dell’offerta turistica e l’adattamento alle nuove tendenze di consumo sono le chiavi per il futuro del settore, che si preannuncia sempre più dinamico e in espansione.