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Màkari 4, le suggestive location che hanno fatto da sfondo alla serie Tv Rai

Màkari, la serie Tv che dal 2021 ha conquistato il pubblico, torna con i suoi personaggi, i delitti e le storie di vita che raccontano una Sicilia autentica, tra sentimenti, misteri e panorami mozzafiato. La quarta stagione, in onda su Rai 1 dal 19 ottobre 2025, è composta da 4 puntate che vanno in onda anche il 26 ottobre e il 2 e 9 novembre.

In Màkari 4, insieme a Claudio Gioè nei panni del giornalista e scrittore Saverio Lamanna, diventato investigatore per caso, è la Sicilia la protagonista indiscussa, con i suoi colori, le luci che si riflettono sul mare e le memorie del passato. In scena, sullo sfondo delle nuove indagini (e delle turbolenze del cuore), vediamo luoghi straordinari, tra i borghi, le coste trapanesi e i vicoli di Erice: sono diverse le location in cui è stata girata la celebre serie Tv. Vediamo quali sono.

La trama

Màkari 4, prodotta da Palomar con Rai Fiction e diretta da Monica Vullo e Riccardo Mosca, è tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri. La nuova stagione riparte da dove si era conclusa Màkari 3: un caso complesso è stato risolto e tra Saverio e Suleima (Ester Pantano) è tornato l’amore.

Nella quarta stagione, Suleima deve trasferirsi a Malta per lavoro per vari mesi, mentre diverse novità sconvolgono la vita di Saverio. Michela (Serena Iansiti) ricompare all’orizzonte e una sorpresa inaspettata è rappresentata da Arianna (Giovanna Rosace): un’adolescente di ribelle di 14 anni, figlia di un’ex fidanzata. Peppe Piccionello (Domenico Centamore) sarà il compagno di indagini e risate di Saverio, tra misteri da risolvere, delitti che affondano le loro radici nel passato e segreti che emergono dal presente.

Claudio Gioè (Saverio Lamanna), in Màkari

Ufficio Stampa Rai

Claudio Gioè (Saverio Lamanna), in Màkari

Dove è stata girata

Le riprese di Màkari 4 hanno attraversato alcuni dei luoghi più affascinanti della costa trapanese, trasformando la Sicilia occidentale in un set a cielo aperto che racconta il lato più autentico e poetico dell’isola.

Macari

Macari, piccolo borgo marinaro di 450 anime, frazione di San Vito Lo Capo (Trapani), torna ad essere la cornice principale della vita di Saverio. Qui si trova la sua casa, con viste pazzesche sul golfo di Cofano, sul Monte Monaco e sulle calette nascoste e spiagge dorate che invitano al relax.

Il golfo di Cofano è, appunto, tra i luoghi protagonisti: ricco di calette tranquille, è un tratto di costa dominato dal monte Cofano, con spiagge annoverate tra le più belle della Sicilia Occidentale.

Scorcio di Macari

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Scorcio suggestivo sulla costa di Macari

La costa trapanese

Lungo la costa trapanese, sono diversi i borghi e le ambientazioni naturali che hanno fatto da sfondo alla celebre serie Tv. Tra questi spicca la tonnara di Scopello, una delle perle più suggestive del territorio: un luogo sospeso nel tempo, dove i faraglioni che emergono dal mare incorniciano un’antica struttura di pescatori. È qui che, nella serie, prende vita il ristorante di Suleima, ambientazione perfetta per intrecciare storie d’amore, mare e memorie.

La telecamera si sposta anche su Castellammare del Golfo, un borgo che sembra nato per il cinema: il suo castello affacciato sul mare, il porticciolo costellato di barche colorate e i ristorantini dove il pesce fresco è protagonista, regalano un’atmosfera vivace e autentica. Le scene girate qui trasmettono tutto il fascino mediterraneo di una città che vive al confine tra tradizione e modernità.

La troupe si è poi spinta lungo i sentieri della Riserva Naturale dello Zingaro, un tratto di costa che sembra uscito da un sogno, dove la natura incontaminata domina con le sue calette nascoste e i panorami mozzafiato. È qui che la serie trova la sua dimensione più selvaggia e poetica, tra silenzi, vento e luce.

Riserva naturale dello Zingaro, in Sicilia

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Una caletta della Riserva naturale dello Zingaro Sicilia

Non poteva mancare San Vito Lo Capo, con le sue spiagge bianche e l’acqua trasparente che scintilla sotto il sole. In questo angolo di paradiso si svolgono alcune delle sequenze più romantiche della serie: il mare diventa il vero coprotagonista, testimone silenzioso di passioni e segreti.

Per aggiungere un tocco di mistero, le riprese hanno raggiunto anche Erice, borgo medievale sospeso tra cielo e mare. Le sue stradine lastricate, le mura antiche e la vista che abbraccia tutta la costa trapanese donano alla serie un’aura di introspezione, perfetta per le scene più intense.

Infine, il viaggio di Màkari tocca anche i dintorni di Valderice, con i suoi paesaggi agricoli e l’autenticità della campagna siciliana, Custonaci, celebre per le sue grotte, e il litorale di Sibiliana a Marsala, un tratto di costa più intimo e meno battuto dal turismo, ideale per le scene più riflessive e suggestive.

Panorama suggestivo da Erice

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Panorama suggestivo notturno da Erice
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Perché prenotare il prossimo viaggio a Saarbrücken

Dal 2026 si apre un nuovo capitolo per chi ama viaggiare a tariffe convenienti e scoprire mete insolite in Europa. La compagnia aerea Ryanair ha annunciato che Trapani tornerà a essere una base operativa, un ritorno che molti siciliani attendevano da tempo. Non si tratta soltanto di un potenziamento per l’aeroporto siciliano: tra le nuove rotte spicca quella che collega Trapani a Saarbrücken, città tedesca ricca di fascino e poco battuta dal turismo di massa.

Il collegamento sarà attivo a partire dal 3 aprile 2026 con due frequenze settimanali, un’occasione ideale sia per un weekend lungo sia per un soggiorno più esteso. Ma la novità non si ferma qui: anche da Lamezia Terme, cuore pulsante della Calabria, sarà possibile volare a Saarbrücken grazie a un nuovo volo che prenderà il via il 1° aprile dello stesso anno, anch’esso con due tratte settimanali.

Il duplice collegamento rende Saarbrücken accessibile a un bacino di viaggiatori ancora più ampio. Chi parte dal Mediterraneo potrà così raggiungere con facilità la Germania occidentale, e scoprire una città che rappresenta un crocevia tra storia, modernità e cultura europea.

Saarbrücken tra modernità e storia

Nonostante la vocazione contemporanea, fatta di istituzioni universitarie, centri di ricerca e infrastrutture moderne, Saarbrücken, capitale del Saarland, custodisce con orgoglio le tracce di un nobile passato.

Il Settecento fu il secolo che la consacrò, quando il principe Wilhelm Heinrich la scelse come residenza e ne affidò lo sviluppo a uno dei più brillanti architetti dell’epoca, Friedrich Joachim Stengel. Ancora oggi, passeggiando tra le vie centrali, si possono ammirare gli edifici barocchi che testimoniano quell’epoca di splendore, dalle chiese alle eleganti dimore nobiliari.

Il cuore pulsante è Sankt Johanner Markt, la piazza storica attorno alla quale si sviluppa il centro cittadino e dove il passato incontra il presente: i palazzi d’epoca fanno da cornice a ristoranti alla moda, caffetterie accoglienti e negozi caratteristici. È una tappa che invita a rallentare, a godersi un pranzo o un bicchiere di birra locale, respirando al tempo stesso la tipica atmosfera della città tedesca.

Un ponte tra culture europee

Tramonto a Saarbrücken, Germania

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Scorcio di Saarbrücken al tramonto

Ciò che rende Saarbrücken ancora più interessante è la sua posizione geografica: a pochi chilometri dal confine con la Francia, vive un costante dialogo culturale e linguistico che la rende unica nel suo genere. Camminando per le strade si percepisce tale fusione: nei menu dei ristoranti, nei mercati e persino nelle abitudini quotidiane dei residenti. È un luogo in cui la cucina tedesca incontra quella francese, dove le tradizioni si mescolano in un mosaico affascinante.

Per i viaggiatori, ciò significa non solo scoprire la bellezza di una città tedesca, ma anche assaporare l’atmosfera di una regione che rappresenta un ponte naturale tra due mondi. È l’occasione di vivere l’Europa nella sua essenza più vera, caratterizzata da scambi, influenze e contaminazioni.

Perché partire adesso

Con i nuovi voli diretti da Trapani e Lamezia, Saarbrücken diventa una meta alla portata di molti. Non è una destinazione inflazionata né presa d’assalto dal turismo di massa, ed è proprio questo a renderla speciale. È una città che si lascia scoprire con calma, che regala scorci inattesi e che sorprende chi è alla ricerca di esperienze insolite.

Scegliere Saarbrücken per il prossimo viaggio vuol dire aprirsi a una Germania differente da quella delle grandi metropoli, più intima e accogliente, ma non meno ricca di stimoli.

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Le più belle spiagge della Sicilia Occidentale, mare da sogno e cultura millenaria

C’è un pezzo di Sicilia che non ha bisogno di effetti speciali per stupire. Basta che vi sediate sul sedile del lato passeggero, apriate il finestrino e vi facciate investire dalla luce dorata, dai suoni dei clacson che si mescolano a quelli dei venditori di angurie e dal profumo misto di zagara e salsedine. Siete arrivati nella Sicilia occidentale, dove ogni spiaggia è una cartolina vissuta e ogni tuffo ha il sapore del mito.

Da Palermo a Trapani, passando per Marsala e Mazara, questa fetta d’isola è un condensato di bellezza, cultura araba, influenze spagnole, feste patronali, cannoli al pistacchio e tramonti che sembrano imbottigliati in un bicchiere di zibibbo.

È un modo di vivere e d’estate, tra Palermo e Trapani, quel modo esplode. Qui le spiagge non sono semplici lidi dove stendere un asciugamano: sono pezzi di storia, palcoscenici di vecchie storie d’amore, scogli dove le nonne stendevano i pomodori a seccare e insenature dove la sera si pescano i ricci.

Chi viene da fuori si innamora, ma chi ci è cresciuto lo sa: tra Marsala, Mazara, Castellammare del Golfo e Agrigento, il mare cambia volto ogni dieci chilometri. Sabbia dorata, ciottoli chiari, rocce bianchissime o calette segrete. Ci sono le località famose come San Vito Lo Capo, ma anche chicche nascoste dove il tempo pare essersi fermato. E dove, dopo un tuffo, si torna in paese per prendere pane e panelle e un’aranciata amara.

Ecco una selezione delle spiagge più belle e imperdibili della costa occidentale siciliana, pronti per il viaggio?

Mondello, elegante signora di Palermo dall’anima popolare

Mondello non è solo una spiaggia, è una filosofia di vita palermitana. È il posto dove si va per farsi il bagno, ma anche per “fare presenza”, per fare merenda con il panino con le panelle e per prendere il sole stesi sul lettino o sul cofano della macchina, a seconda dei gusti. Mondello è tutto e il contrario di tutto: è chic e casinista, è liberty e street food, è Palermo che si affaccia sul mare e si specchia vanitosa.

 

Mondello, Sicilia

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L’incredibile Spiaggia di Mondello

A soli dieci minuti dal centro città, questa baia dall’acqua azzurra e calma, incorniciata dal Monte Pellegrino e dal Monte Gallo, è la meta preferita dei palermitani appena esce il primo sole di marzo. La sabbia è chiara, finissima, e il mare ha una trasparenza che, nei giorni giusti, non ha nulla da invidiare ai Caraibi.

Il lungomare, detto “l’Antico Stabilimento”, è una sfilata di ville liberty, cabine color pastello, lidi storici come il Charleston, gelaterie sempre affollate e chioschi di granite artigianali e poi ci sono loro, i palermitani in versione “estiva”, che si dividono tra chi va “abbanniato” (spiaggia libera) e chi preferisce il lettino con spritz a portata di mano.

Chicca da palermitani doc: non andate via senza assaggiare il panino con milza (u pani câ meusa) al chiosco in piazza, oppure un vassoio di calzoni fritti e iris alla ricotta. Mondello è perfetta per una giornata di mare cittadino, per un tramonto con musica in sottofondo o per una passeggiata serale a mangiare il gelato con gli amici. Ma attenzione: d’agosto si riempie come un’arancina al ragù. Il consiglio? Andateci a giugno o a settembre, quando il mare è ancora caldo e il posto ritrova il suo ritmo lento e seducente.

San Vito Lo Capo, evergreen che stupisce sempre

San Vito Lo Capo è la classica spiaggia da copertina. Sabbia bianca, mare turchese e il Monte Monaco che troneggia alle spalle. Ma non è solo bellezza da cartolina. San Vito è un luogo che si vive con tutti i sensi: dal profumo delle spezie che escono dalle cucine arabe del centro storico al vociare dei bambini che corrono tra i vicoli, fino alle notti che profumano di gelsomino e mojito al fico d’India.

La spiaggia principale è lunga, attrezzata, perfetta per famiglie e bambini. Ma per chi cerca qualcosa di più selvaggio basta spingersi poco oltre il centro: Cala Mancina, con le sue scogliere dorate e l’acqua profonda, è una delle più amate dai locali. Poco più in là, la cala dell’Isulidda è un vero rifugio per chi vuole pace, acqua cristallina e un angolo d’ombra tra le rocce.

Spiaggia di San Vito Lo Capo, Sicilia

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Veduta di Spiaggia di San Vito Lo Capo

Il paese è un piccolo concentrato di tradizione e fusion gastronomica. Qui si mangia cous cous di pesce, sì, ma anche busiate alla trapanese, cassatelle calde appena fritte, e granita al gelsomino come non la trovate da nessun’altra parte. Settembre è il mese perfetto per venire: il Cous Cous Fest trasforma tutto il paese in un grande banchetto a cielo aperto dove si mescolano sapori arabi, siciliani e africani, accompagnati da musica dal vivo e notti senza fine.

Riserva dello Zingaro, il mare si conquista a piedi

La Riserva Naturale Orientata dello Zingaro è un piccolo gioiello custodito gelosamente tra Scopello e San Vito. Qui si arriva solo a piedi, ma ogni passo vale la fatica. Il sentiero si snoda tra cespugli di rosmarino selvatico, fichi d’india e macchia mediterranea che profuma di timo e sale. A ogni curva, una cala: Cala Capreria, Cala dell’Uzzo, Cala Marinella. Piccole insenature dove l’acqua è di vetro e le rocce bianche riflettono il sole come specchi.

È il posto ideale per chi cerca mare vero, silenzio, immersioni con maschera e pinne e pranzi frugali mangiati sull’asciugamano. Niente lidi, niente chioschi. Qui vige la regola del rispetto e della lentezza. È consigliabile entrare dalla parte di Scopello, fare un bagno alla prima cala e poi camminare fino alla fine, per guadagnarsi ogni sosta.

Riserva Naturale dello Zingaro, Sicilia

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Sguardo sul mare blu nella Riserva Naturale dello Zingaro

Usciti dalla riserva, tappa obbligata alla tonnara di Scopello. Una delle più antiche di Sicilia, oggi è uno scenario incantevole dove si può fare un ultimo bagno tra i faraglioni e poi sedersi al bar della piazzetta a mangiare pane cunzato con pomodoro secco, acciughe e primosale e, magari, chiudere con una cassatella ripiena di ricotta calda.

Scopello, tra faraglioni, tonnare e pane cunzato

A proposito di Scopello, questo è uno dei posti più fotografati della Sicilia, ma la sua bellezza va oltre Instagram. È un minuscolo borgo arroccato sulla costa, che guarda verso i suoi due faraglioni e la tonnara antica. L’acqua qui è limpida, profonda, perfetta per chi ama tuffarsi e nuotare. Ma, attenzione esploratori, perché questa è anche una delle zone più ricche di vita marina: non è raro incontrare polpi tra gli scogli o stelle marine adagiate sui fondali.

La spiaggia della tonnara è a pagamento però, va detto, se lo merita: l’ingresso è regolato per non affollare troppo e ci si può rilassare tra le antiche strutture della tonnara trasformate in spazi espositivi, docce, zone d’ombra. Per chi ama la libertà, ci sono anche accessi liberi tra le rocce più avanti.

Il pane cunzato di Scopello è leggendario: il forno storico del paese lo serve caldo, con pomodori, olio d’oliva, formaggio e un tocco di origano selvatico raccolto dai contadini locali e, mentre si mangia, si ascolta il dialetto forte e musicale degli anziani del borgo. Una lingua che sa di mare, di fatica e di bellezza antica.

Torre Salsa, natura selvaggia e silenzio assoluto

Nel territorio di Siculiana, a sud di Agrigento, Torre Salsa è una delle spiagge più autentiche e selvagge della Sicilia occidentale. Protetta dal WWF, è una riserva naturale con chilometri di costa incontaminata, scogliere calcaree, dune di sabbia bianca e macchia mediterranea intatta.

Niente bar, niente lidi, niente musica: solo il vento, il mare e il canto delle cicale. Si raggiunge dopo una strada sterrata tra ulivi e vigneti. Il parcheggio è libero, ma bisogna camminare un po’. Una volta arrivati, lo spettacolo ripaga tutto: una distesa quasi deserta dove si può camminare per ore con l’acqua alle caviglie, cercando conchiglie e lasciando che il sole faccia il suo lavoro.

Consigliatissima per chi ama la solitudine, il contatto con la natura, la fotografia e il mare limpido senza filtri. L’unica cosa da portare è una borsa frigo con qualcosa di fresco: magari una parmigiana di melanzane fatta in casa, o una fetta di anguria tagliata al momento sotto l’ombrellone.

Lido Fiori, Porto Palo e Menfi, il mare buono delle vigne

Menfi è una sorpresa per chi pensa che in Sicilia il mare bello sia solo a nord o ad est. Qui, sulla costa tra Agrigento e Trapani, si incontrano spiagge tranquille, mare pulitissimo (Bandiera Blu da anni) e vigneti che arrivano quasi fino alla battigia. Il tutto senza folla, senza caos, con quella tipica aria lenta e felice da Sicilia agricola e genuina.

Le spiagge di Lido Fiori e Porto Palo sono lunghe, sabbiose, perfette per famiglie o per chi vuole leggere un libro senza essere disturbato da musica a palla. Ci sono lidi attrezzati ma anche lunghi tratti di spiaggia libera.

Dopo il mare, fermarsi in una delle cantine della zona per degustare un Grillo o un Nero d’Avola è quasi obbligatorio. Planeta, Mandrarossa, Cantine Barbera: qui il vino è cultura, passione e accoglienza. E spesso le degustazioni includono pane di tumminìa, olio evo e pecorino locale.

Marsala e Mozia, tra saline rosa e bagni al tramonto

Marsala non è solo la città del vino liquoroso. È anche un punto strategico per godere di uno dei tramonti più spettacolari dell’isola. Le saline della Laguna dello Stagnone si tingono di rosa e arancio mentre le pale dei mulini a vento si muovono lente. E lì, in mezzo a tutto questo, si può fare il bagno.

Marsala, spiaggia, Sicilia

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Sguardo sulla spiaggia nella città di Marsala

L’isola di Mozia, raggiungibile con una piccola barca, è una chicca storica e naturalistica. Antica colonia fenicia, oggi è un sito archeologico visitabile ma anche un luogo magico dove si può camminare nella laguna con l’acqua alle ginocchia. Il mare è calmo, basso, caldo e i fenicotteri rosa a volte volano sopra le teste dei bagnanti.

Prima di andare via, tappa immancabile in una delle enoteche del centro per assaggiare un Marsala secco da meditazione o un passito da abbinare a biscotti alla mandorla e magari portarne una bottiglia a casa: chiudere l’estate in un bicchiere, ogni tanto, è possibile.

Mazara del Vallo, la kasbah siciliana dove il mare profuma di spezie

Mazara del Vallo non è solo una città di mare: è un ponte tra Sicilia e Maghreb, una di quelle perle dove la storia non sta nei musei, ma tra i vicoli. La sua Kasbah, nel cuore del centro storico, è un dedalo di viuzze strette e bianche, decorate da ceramiche colorate e murales arabeggianti, dove si respira ancora l’anima della dominazione islamica.

Il mare qui è vicino, dolce, calmo. La spiaggia di Tonnarella, ampia e sabbiosa, è perfetta per un bagno rilassante, soprattutto per chi viaggia con bambini o cerca acque basse e trasparenti. Ma la vera anima della città la si scopre camminando, perdendosi tra le stradine della Kasbah, magari all’alba, quando i profumi del pane e del cumino si mescolano con quelli della salsedine.

Mazara è anche una città di pesce freschissimo e cucina di confine. Non andate via senza aver assaggiato un cous cous di pesce alla mazarese, speziato, brodoso e ricco, servito con gamberi rossi, triglie e seppie. Oppure un piatto di gambero rosso crudo, simbolo del territorio, servito con un filo d’olio e una scorzetta d’arancia.

È una tappa meno turistica rispetto a San Vito o Mondello, ma autentica, profonda, sorprendente. Una città che non si limita a mostrarsi: Mazara si fa vivere, lentamente, lasciando tracce forti e luminose.

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Venerdì Santo, le processioni storiche e più famose in Italia

Il 18 aprile 2025 l’Italia si prepara a rivivere uno dei momenti più intensi e sentiti della tradizione cristiana: il Venerdì Santo, giorno della Passione e Crocifissione di Cristo, scandito da processioni sacre che, da nord a sud del Paese, uniscono spiritualità, arte, memoria e forte identità locale. In alcune città, questi riti si ripetono da secoli, coinvolgendo intere comunità in rappresentazioni che sono diventate simbolo di devozione popolare e patrimonio immateriale collettivo.

Tra le celebrazioni più suggestive si distinguono la Giudaica di Laino Borgo, in Calabria e la Processione del Venerdì Santo di Chieti, considerata una delle più antiche d’Europa, ma non solo. A queste si affiancano gli appuntamenti altrettanto emblematici di Enna, Trapani e Savona, che conservano un fascino profondo e scenografico, capace di attrarre fedeli, viaggiatori e studiosi da ogni parte del mondo.

La Giudaica di Laino Borgo: teatro e fede nel cuore del Pollino

Nel borgo calabrese di Laino Borgo, in provincia di Cosenza, la Giudaica rappresenta una delle più spettacolari rievocazioni della Passione di Cristo in Italia. A cadenza biennale, questo evento trasforma il piccolo paese della Calabria in un palcoscenico a cielo aperto, dove ogni angolo – dai vicoli alle piazze – diventa parte integrante di una narrazione sacra, intensa e collettiva.

La rappresentazione si basa su un testo seicentesco tramandato nei secoli e si sviluppa in 19 scene, dalla celebre Ultima Cena al momento della deposizione di Cristo dalla croce. Non si tratta solo di un corteo, ma di un vero e proprio percorso drammaturgico, che attraversa l’intero abitato, guidato dalla partecipazione corale degli abitanti. Ognuno ha un ruolo: attori, costumisti, tecnici e volontari lavorano per mesi alla riuscita di un evento che dura oltre cinque ore e coinvolge più di 200 figuranti.

La forza della Giudaica, infatti, risiede proprio nella sua capacità di fondere spiritualità e teatro, tradizione religiosa e identità civica. L’esperienza è tanto intensa da assumere una valenza quasi catartica per la collettività, capace di parlare anche a chi osserva da semplice spettatore, offrendo peraltro un’occasione per riflettere sul senso della Pasqua attraverso un linguaggio accessibile e profondamente umano.

Chieti e la solennità di una tradizione millenaria

A Chieti, in Abruzzo, si svolge una delle processioni del Venerdì Santo più antiche d’Italia, documentata già nell’anno 842. Organizzata dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, è diventata nel tempo un vero e proprio simbolo dell’identità cittadina.

Alle ore 19.00 del 18 aprile 2025, dalla Cattedrale di San Giustino, partirà il corteo che attraverserà le vie del centro storico illuminate solo da fiaccole e ceri, creando un’atmosfera raccolta e suggestiva. I membri delle confraternite, incappucciati e vestiti con mantelli tradizionali, portano l’effigie del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, accompagnati dalle struggenti note del “Miserere” di Saverio Selecchy, composto nel 1740 ed eseguito da un coro di oltre 160 elementi.

La processione di Chieti è più che una celebrazione religiosa: è un rito collettivo, che coinvolge emotivamente tutta la comunità e richiama ogni anno migliaia di fedeli, turisti e curiosi, affascinati dalla potenza evocativa del silenzio, del canto e del ritmo solenne dei passi.

Enna: la capitale siciliana della Settimana Santa

Nel cuore della Sicilia, Enna si conferma tra le città italiane dove la Settimana Santa assume i contorni più solenni e scenografici, culminando in un Venerdì Santo che rappresenta il momento di maggiore intensità religiosa e partecipazione popolare. La celebrazione richiama ogni anno migliaia di fedeli, visitatori e turisti affascinati dalla potenza visiva e simbolica di un rito tramandato nei secoli.

Il programma del 18 aprile 2025 è denso di appuntamenti che coinvolgono l’intera città. Alle ore 15.00, in tutte le chiese parrocchiali, si tiene lo scoprimento e l’adorazione della Santa Croce, con la celebrazione della Comunione. È il primo momento ufficiale che introduce la liturgia della Passione.

Enna, Venerdì Santo

Fonte: Getty Images

La processione del Venerdì Santo per le strade di Enna

A seguire, alle ore 16.30, dalla Chiesa di San Leonardo parte la processione della Confraternita della Santissima Passione. Lungo il tragitto verso il Duomo, si uniranno progressivamente tutte le altre sedici confraternite storiche della città, secondo un ordine processionale secolare. In uno dei passaggi più toccanti della giornata, tutte renderanno omaggio alla Madonna Addolorata presso l’omonima chiesa, prima che anche quest’ultima confraternita raggiunga il Duomo, dove sarà già stata deposta l’Urna del Cristo Morto, proveniente dalla chiesa del SS. Salvatore.

Il momento culminante della giornata avviene alle ore 19.00, quando dal Duomo di Enna prende avvio la solenne processione generale, con in testa la Spina Santa, antico reliquiario simbolo della Passione, seguito dai simulacri del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. Il corteo si snoda attraverso le vie principali della città, creando un’atmosfera carica di silenzio, raccoglimento e devozione.

Il percorso conduce fino al cimitero, dove viene impartita ai confrati e ai fedeli la benedizione con la Spina Santa, uno dei momenti spiritualmente più forti dell’intera Settimana Santa ennese. La processione fa poi ritorno al Duomo, da cui i simulacri del Cristo e della Madonna fanno rientro nelle rispettive chiese, chiudendo un cerimoniale che è insieme rito religioso, evento identitario e patrimonio immateriale della città.

L’intera celebrazione coinvolge oltre 2.500 confrati, vestiti con il tradizionale saio bianco e cappuccio, accompagnati da marce funebri eseguite dalle bande musicali locali. I cittadini assistono in silenzio al passaggio delle statue, tra luci tremolanti, canti, incenso e lacrime. A Enna, la Passione di Cristo diventa un’esperienza comunitaria totale, capace di unire generazioni e di mantenere viva una memoria collettiva radicata nella fede, nella storia e nel sentimento popolare.

Trapani: i Misteri in cammino per 24 ore

A Trapani, il Venerdì Santo assume da secoli le forme solenni e struggenti della Processione dei Misteri, una delle manifestazioni religiose più lunghe, famose e sentite d’Italia. Oggi, 18 aprile 2025, a partire dalle ore 14:00, prende il via dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio questo rito millenario, che si svolge per 24 ore ininterrotte, attraversando tutta la città in un intreccio di spiritualità, tradizione e identità popolare.

La processione è composta da diciotto gruppi scultorei detti appunto “Misteri” e da due simulacri, portati a spalla da squadre di portatori al suono lento e cadenzato delle marce funebri eseguite dalle bande cittadine. I Misteri, realizzati in legno e tela tra il XVII e il XVIII secolo, rappresentano in modo drammatico e teatrale le scene della Passione e Morte di Cristo: dal processo di Gesù fino alla deposizione nel sepolcro.

Durante l’intera giornata e la notte del Venerdì Santo, le strade di Trapani si trasformano: le luci si abbassano, le attività si fermano e l’intera città sembra entrare in uno stato di sospensione collettiva. I gesti antichi, i profumi di incenso, il ritmo solenne dei tamburi, le voci dei devoti, i colori tenui dei costumi tradizionali compongono un mosaico di intensa partecipazione emotiva, che coinvolge confraternite, famiglie storiche e centinaia di cittadini.

Savona: i riti secolari della Liguria

A cadenza biennale, anche Savona celebra il Venerdì Santo con una delle processioni più solenni del nord Italia. La Processione del Cristo Morto, risalente al 1600, prenderà il via da piazza Cavallotti alle ore 20.30 (tempo permettendo), dando vita a un evento di profonda fede e intensa partecipazione popolare. Si tratta di un appuntamento tanto atteso non solo dai savonesi, ma anche da numerosi visitatori provenienti da fuori città, attratti dalla suggestione e dalla bellezza della cerimonia.

Venerdì Santo, Savona

Fonte: Getty Images

Tradizionale processione del Venerdì Santo a Savona

La processione si distingue per il suo rigore liturgico e l’eleganza barocca, che le conferiscono un carattere unico. Protagoniste indiscusse sono le 15 casse lignee processionali, veri capolavori d’arte sacra, portate a spalla dalle sei confraternite storiche: Cristo Risorto, Santi Agostino e Monica, Santi Pietro e Caterina, SS. Trinità, Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla, e Nostra Signora di Castello. Queste confraternite, già esistenti nel Trecento e un tempo insediate sul Priamar, custodiscono e tramandano nei secoli lo spirito di devozione e il legame profondo con la tradizione.

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I luoghi di Iddu, il film con Elio Germano e Toni Servillo sul latitante Matteo Messina Denaro

Una Sicilia assolata e polverosa fa da sfondo a Iddu, il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia che porta sullo schermo un ritratto del famoso latitante Matteo Messina Denaro. Toni Servillo ed Elio Germano guidano la scena nei panni dei due protagonisti principali, muovendosi tra location caratteristiche della regione, perfette come sfondo di una storia criminale avvincente, drammatica e autentica. La produzione ha scelto di girare gran parte del film in alcuni luoghi natali del boss siciliano, tra la provincia di Trapani e Palermo. “L’ispirazione iniziale per Iddu sono stati i numerosi pizzini ritrovati nel corso dei tanti, troppi, anni della latitanza di Matteo Messina Denaro, prima del suo arresto. Attraverso queste insolite lettere gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari, ma i pizzini trascendevano la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere la sua personalità e il mondo insensato, tragico e ridicolo, che nel latitante si specchiava e intorno a lui volteggiava spericolatamente” hanno dichiarato gli autori.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato nel gennaio 2023 dopo una trentennale latitanza ed è deceduto 8 mesi dopo. La sceneggiatura del film è liberamente ispirata dal carteggio del 2004 tra il latitante e l’ex sindaco di Castelvetrano e dal contesto tragico e ridicolo che emerge da quelle lettere. Ne viene fuori una commedia nera che ha come protagonisti Matteo, interpretato da Elio Germano e il personaggio immaginario di Catello Palumbo interpretato da Toni Servillo.

La trama di Iddu

Siamo nella Sicilia dei primi anni 2000 quando, dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande latitante di mafia in circolazione, l’uomo coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio.

Iddu cast

Fonte: Ufficio stampa

Elio Germano e Toni Servillo nel film Iddu

Dove è stato girato

Iddu è stato girato nella provincia di Trapani, alternando interni a suggestive riprese nella Riserva Naturale del Fiume Belice e nei dintorni del Parco archeologico di Selinunte, ma alcune scene sono state girate anche a Salemi e Sciacca. Girato principalmente in interni, il film mostra comunque alcuni paesaggi naturali.

Sciacca e Selinunte

A Sciacca, in particolare, alcune scene sono state realizzate all’interno della struttura del Mangia’s Torre del Barone Resort, strutturato di recente e diventato un hotel di lusso a 5 stelle. I registi volevano sottolineare la vita agiata del boss in Sicilia negli anni 80, mentre costruiva la sua fortuna nell’ombra e hanno selezionato alcune location che raccontano la sua condizione nel periodo migliore e poi nella latitanza. Il paese di Sciacca sembra tuffarsi nel mare con un centro storico racchiuso tra le mura e un reticolo di vicoli ciechi e cortili in stile arabo.

I romani lo chiamavano Terme Selinuntine perchè nacque come stabilimento termale dipendente dalla vicina Selinunte. Passeggiando per Sciacca si può ammirare il Palazzo Steripinto realizzato da Carlo V d’Asburgo e ammirare la produzione ceramica artigianale. Questa cittadina si può dividere in tre quartieri adagiati su piani di roccia inclinati verso il mare: il primo tra la piazza Scandaliato e Corso Vittorio Emanuele e via Licata; il quartiere di Terravecchia d’impronta araba con tante stradine e delimitato da una cinta muraria bastionata; e infine il quartiere dei marinai e vasai ceramisti. Da non perdere una visita al Castello Luna.

Sciacca

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Sciacca in Sicilia

Riserva Naturale del Fiume Belice

La Riserva Naturale Foce del Fiume Belice rappresenta un territorio costiero da non perdere a livello naturalistico. Si estende per 5km tra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi ed è considerata una delle zone costiere siciliane meglio tutelate. L’ambiente è umido e ricco di vegetazione palustre e nidificano molte specie di uccelli. Le dune sabbiose modellate dal vento e dalla forza del mare, creano un paesaggio suggestivo e ospitano una fauna interessante. Per esempio qui nidifica la tartaruga marina Ceretta Caretta, una specie minacciata nel Mediterraneo.

Salemi

Salemi è una piccola città arabo-medievale nel cuore della Valle del Belice, in provincia di Trapani. Prima Capitale del Regno d’Italia, questo luogo magico con una storia antica, ha visto Garibaldi sventolare il tricolore dalla torre del castello. Un evento documentato da un regio decreto custodito nel Polo mussale cittadino. Nei secoli molte civiltà se la sono contesa, come i Greci, gli Elimi, i Romani, i Bizantini, ma il nome Salemi è opera degli Arabi. Da vedere se capitate da queste parti è sicuramente il Castello Normanno Svevo, la Chiesa Matrice, il Museo del Risorgimento, il Museo della Mafia e l’ex Collegio Gesuitico.

Salemi
L’antica città di Salemi in Sicilia

Trapani

Trapani è una città siciliana molto nota che si trova ai piedi del Monte Erice e tra due mari. Il centro storico denuncia le varie dominazioni nel corso dei secoli, ma le strade più antiche sono via Garibaldi, Corso Italia e Corso Vittorio Emanuele. Se si visita Trapani tra le cose da vedere c’è la Torre di Ligny, uno dei simboli della città costruita durante la dominazione spagnola che offre una vista bellissima sul Canale di Sicilia e il mar Tirreno e ospita il Museo Civico della Preistoria. Poi la Torre dell’Orologio è la porta più antica della città e sulla facciata presenta un orologio del 1596 con due quadranti circolari.

La Chiesa del Purgatorio custodisce 20 gruppi scultorei chiamati i “Misteri” che raccontano la Passione di Cristo, mentre la Chiesa di Sant’Agostino è l’ex Cappella dei Templari costruita vicino alla cinta muraria medievale e dedicata a San Giovanni Battista in un primo momento. Da vedere a Trapani poi anche la Cattedrale di San Lorenzo Martire, la Fontana di Saturno nella piazzetta della Chiesa di Sant’Agostino, il Museo Pepoli con opere siciliane dal XIII e XIX secolo e Villa Margherita, un parco urbano aperto al pubblico dal 1889. Se si è in auto si può infine spostarsi di circa mezz’ora da Trapani per visitare le Saline di Marsala e Mozia che offrono un tuffo nel passato con una laguna poetica ed evocativa che regala un tramonto bellissimo.

 

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Le destinazioni 2025 secondo il New York Times, 3 sono italiane

Ogni anno il New York Times propone ai suoi lettori alcune mete ideali per un turismo alternativo e tra le 52 in lista quest’anno c’è anche l’Italia. Sono tre le destinazioni che hanno colpito la rivista oltreoceano: il famoso Cammino Retico sulle Dolomiti, un itinerario in bici da Trapani a Catania, in Sicilia, e la Milano ‘ristrutturata’ per le Olimpiadi invernali previste nel 2026. Queste mete italiane promuovono un turismo lento e sostenibile che in varie parti del mondo si sta diffondendo sempre di più.

Il rispetto per l’ambiente, la paura di conseguenze gravi come il cambiamento climatico, l’inquinamento e altre minacce per l’essere umano e le specie animali che popolano la terra, concorrono a spingere una maggiore consapevolezza. L’uomo deve assumersi le responsabilità e provare ad avere un futuro migliore, promuovendo la sostenibilità in vari settori. Il turismo incide molto su questo problema dello sfruttamento delle risorse, l’inquinamento atmosferico e sonoro, il consumismo e la salvaguardia della natura e dei patrimoni culturali e storici. Pertanto visitare un posto a piedi o in bicicletta è una formula di viaggio che può fare la differenza.

Milano come non l’avete mai vista

La città della moda ha sistemato alcuni edifici storici come Palazzo Citterio, ha organizzato nuove mostre ed esperienze culinarie, e in aprile è in programma la Settimana del Design 2025 aperta anche al pubblico. In occasione delle Olimpiadi invernali previste nel 2026 Milano si è ‘rivitalizzata’ per prepararsi ad accogliere i visitatori italiani e stranieri nel corso dell’anno.

Sempre molto dinamica e affollata, la capitale del Nord Italia è stata sempre trafficata e ricca di turisti che passeggiano per negozi, frequentano i locali e i ristoranti, e partecipano ai vari eventi culturali e di intrattenimento muovendosi anche in auto. Tra il 2022 e 2023 Milano ha migliorato la sua posizione risultando ai primi posti in termini di incremento delle performance di sostenibilità promosse da una DMO in Europa occidentale. I trasporti pubblici come i tradizionali tram funzionano e con la linea della metro offrono di spostarsi senza usare la propria auto o altri mezzi privati.

Milano

Fonte: 123RF

Piazza del Duomo a Milano

La Sicilia in bici

In bici anche il ‘Sicily Divide‘ che prevede 7 itinerari per 460 chilometri di strade secondarie, sterrate e sentieri per esplorare l’entroterra siciliano tra paesaggi collinari, borghi storici, siti archeologici, una ricca esperienza enogastronomica, ma non solo. “L’itinerario passa attraverso siti incredibili e vigneti, ma soprattutto dimostra che la vera attrazione della Sicilia sono i suoi abitanti” ha spiegato al Times Giovanni Guarnieri che ha organizzato il percorso.

Da Trapani a Catania puoi viaggiare in Mountain bike, Gravel o bici da corsa con il Divider’s Pass con il quale puoi raccogliere timbri lungo il percorso alle varie tappe, fino a un attestato di percorrenza all’arrivo. Da solo o in gruppo si può decidere se e quando sostare in un bike hotel e si può affrontare il percorso con il proprio mezzo o con una bici a noleggio.

Il Cammino Retico

In partenza da Aune in provincia di Belluno c’è il Cammino Retico lungo 170 chilometri che si percorre a piedi in sette giorni (da quest’anno anche in mountain bike o con la bici elettrica). I pellegrini e turisti appassionati di trekking possono avventurarsi lungo sentieri e strade di montagna che esplorano alcune aree remote del Trentino-Alto Adige e del Veneto. Durante le varie tappe i partecipanti ricevono timbri su un ‘passaporto’ che in futuro darà l’opportunità di utilizzare sconti ed essere informati su nuove iniziative.

Feltre

Fonte: iStock

Feltre per il Cammino Retico

Anniversari 2025: le mete nel resto del mondo da non perdere

Alcune destinazioni della Top 52 sono state scelte dal New York Times a causa di anniversari, come l’Inghilterra per i 250 anni di Jane Austen, autrice di Orgoglio e Pregiudizio, o Amsterdam che nel 2025 compie 750 anni. Grazie alla serie tv White Lotus sulla mappa è apparsa anche l’isola di Koh Samui in Thailandia, dove sono state girate molte scene della terza stagione della premiata serie tv. Alcune mete sono diventate accessibili solo da poco, come la Valle Nangma del Pakistan o la Groenlandia, grazie al nuovo aeroporto internazionale di Nuuk.

New York celebra 400 anni, ma è stata inclusa anche per il ritorno del pubblico alla Frick Collection in aprile, le riapertura dell’ala Michael Rockefeller del Met con le collezioni di arte oceanica e africana e dello Studio Museum ad Harlem oltre all’ampiamento del New Museum. C’è anche Londra, o meglio East London, teatro delle Olimpiadi 2012 dove a febbraio è prevista l’apertura di un nuovo teatro per la danza contemporanea e a maggio debutterà il V&A East Storehouse con un nuovo David Bowie Centre.

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Gli americani elogiano Pantelleria: isola dai paesaggi spettacolari

C’è qualcosa di magico in Pantelleria, l’isola vulcanica nel Mediterraneo alla quale il magazine americano Travel and Leisure ha recentemente dedicato un ampio reportage, elogiandone il fascino irresistibile che cattura il cuore di chiunque la visiti. Situata tra la Sicilia e la Tunisia, Pantelleria è più vicina all’Africa che all’Europa, un aspetto che si riflette nel suo paesaggio unico e nelle sue tradizioni.

Durante l’estate, l’isola si anima con l’arrivo di turisti in cerca di sole, mare cristallino e bagni nelle sue sorgenti termali naturali. Il territorio è caratterizzato dalla macchia mediterranea e punteggiato dai tipici dammusi, case in pietra con cupole bianche risalenti all’epoca della dominazione araba. Mentre tutt’intorno vigneti, campi coltivati e ulivi producono vini pregiati, capperi apprezzati in tutto il mondo e olio d’oliva di alta qualità.

Pantelleria ha attratto negli anni personaggi famosi come Giorgio Armani, che qui possiede una villa dove trascorre regolarmente le sue estati. Tuttavia, non aspettatevi l’atmosfera glamour di Capri o della Costa Smeralda, ma piuttosto una destinazione per chi cerca di sfuggire allo stress quotidiano e di immergersi nella natura incontaminata.

“Pantelleria è più di una semplice destinazione: è un’esperienza dove la bellezza primitiva della natura si fonde con le tradizioni millenarie dell’isola”, spiega Travel and Leisure, che basandosi sui consigli degli isolani ha tracciato una guida alle esperienze da non perdere durante una visita.

Le migliori esperienze da vivere a Pantelleria

Ammirare l’Arco dell’Elefante

Tra le cose da fare assolutamente c’è l’escursione all’iconico Arco dell’Elefante, una meraviglia geologica che incarna lo spirito dell’isola. Questa formazione rocciosa naturale, che ricorda la proboscide di un elefante immersa nel Mediterraneo, è il luogo perfetto per nuotare, fare snorkeling e scattare foto da ogni angolazione.

La costa di Pantelleria

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L’Arco dell’Elefante a Pantelleria

Godersi un trattamento termale naturale al Lago di Venere

Il Lago di Venere, un bacino vulcanico ricco di minerali, è un must per chiunque visiti l’isola. Spalmatevi il corpo con il fango morbido e curativo del lago, lasciatelo asciugare al sole e poi sciacquatevi nelle sorgenti termali per ottenere il miglior trattamento spa naturale che si possa desiderare, che lascerà la vostra pelle liscia come seta.

Degustare vini locali in cantina

Prenotate una degustazione nelle numerose cantine dell’isola, sparse soprattutto tra le contrade di Bukkuram, Mueggen e Khamma, dove potrete assaporare il profumato zibibbo secco e il dolce passito, simboli dell’enologia locale.

Assaporare un bacio pantesco

Un viaggio a Pantelleria non è completo senza gustare un bacio pantesco, riferisce Travel and Leisure. Si tratta di una delicata pasta fritta, che con il suo ripieno dolce e cremoso rappresenta una celebrazione della tradizione culinaria dell’isola.

Visitare il Giardino Pantesco

Situato sul terreno della cantina Donnafugata, che nel 2008 l’ha donato al Fondo Ambiente Italiano, il Giardino Pantesco è una meraviglia agricola locale, espressione delle tecniche agrarie innovative dell’isola. Realizzato in pietra lavica murata a secco, questo giardino circolare protegge gli agrumi dai venti forti e dal clima arido, trattenendo l’umidità nel terreno.

Le contrade da scoprire

A Pantelleria, il principale centro dell’isola, si trovano negozi per le necessità di base e vari servizi, ma il vero spirito dell’isola si scopre esplorando i paesaggi vulcanici e incontaminati dell’interno. Il consiglio è quindi di iniziare il viaggio lasciandosi incantare dai tramonti mozzafiato di Scauri, frazione che introduce alla perfezione la bellezza selvaggia dell’isola. Nei giorni limpidi, da qui si può persino scorgere l’Africa. Altre contrade, come Khamma, offrono un’immersione nella cultura locale senza rinunciare ai comfort essenziali. Questi villaggi pittoreschi rappresentano l’autentica anima di Pantelleria.

Quando visitare Pantelleria

Pantelleria è una destinazione stagionale che si anima in estate, quando tutti i ristoranti e i bar sono aperti. Maggio e giugno offrono temperature ideali per escursioni e ciclismo, mentre agosto è il mese più affollato con prezzi più alti per alloggi e noleggi.
Si consiglia settembre come periodo ideale, quando le giornate sono ancora lunghe, il caldo estivo si attenua e ci sono meno turisti. Inoltre, si respira l’atmosfera magica della vendemmia appena conclusa, un momento di autentica poesia.

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L’Isola di Santa Maria, in Sicilia, è di nuovo in vendita

Immersa nel fascino della Laguna dello Stagnone, nel territorio di Marsala in provincia di Trapani, sorge un’isola, chiamata Santa Maria, che è in vendita e per la seconda volta. Un posto magico di circa 11 ettari, distante soltanto 500 metri dalla terraferma, ma che a quanto pare nessuno vuole. Il motivo? Molto probabilmente il prezzo, che è davvero piuttosto alto.

L’annuncio dell’Isola di Santa Maria in vendita

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato di fare una vacanza su un’isola deserta e immersa in un mare cristallino. Un desiderio che potrebbe diventare realtà e senza andare troppo lontano da casa propria, ma che ne fatti è impossibile per la maggior parte della popolazione: l’Isola di Santa Maria, in Sicilia, è in vendita, ma per un prezzo di ben 12 milioni di euro.

Ma non è la prima volta che questo magnifico lembo di terra siciliano viene messo sul mercato. Era già successo 5 anni fa e ad un costo persino superiore: ben 17 milioni di euro. Come è possibile immaginare, tuttavia, la compravendita non è mai andata a buon fine. Una decisione, quella di vendere l’isola, che già nel 2019 aveva provocato diverse reazioni da parte delle associazioni ambientaliste e dei Verdi, che temevano la costruzione di resort o altre strutture che avrebbero potuto danneggiarne il paesaggio e il prezioso territorio.

Tutta la bellezza dell’Isola di Santa Maria

Come si può leggere sull’annuncio che è apparso sul portale dell’agenzia immobiliare legata all’imprenditore kazako Azarovs, Santa Maria si estende su 11 ettari e dista dalla terraferma solo 500 metri, il che vuol dire che si può raggiungere con un tragitto in barca di circa 5 minuti.

Circondata da un fresco uliveto, accoglie il futuro proprietario con una villa di 350 mq (con 8 camere e 4 bagni), una casa per ospiti (o personale) di 120 mq, un garage per barche, e altri locali di servizio.

Parte del miniarcipelago dello Stagnone, ha la curiosa forma di un laccio e oltre che da svettanti ulivi è impreziosita da palme, pini marittimi e varie piante e fiori (ma anche dolcissimi asinelli).

Ma non è tutto, perché l’isola di Santa Maria è anche una zona d’interesse archeologico ed è abbracciata da straordinarie spiagge balneabili.

Nelle vicinanze, oltre alla Sicilia, ci sono le altre bellissime isole dello Stagnone di Marsala, ovvero l’Isola Grande o Isola Lunga, la più grande dello Stagnone; La Scuola o Isola Schola, la più piccola delle isole dello Stagnone; Isola di San Pantaleo (l’antica Mozia) è la più importante delle isole dello Stagnone dal punto di vista paesaggistico e archeologico.

Dei luoghi veramente magici, con colori speciali e di rara bellezza, tanto da regalare magnifici tramonti sullo sfondo di mulini a vento senza tempo. L’arcipelago rappresenta anche la Riserva Naturale dello Stagnone, che si estende dal litorale a nord di Marsala fino a quello di Trapani.

Insomma, se qualche fortunato avrà l’opportunità di poter acquistare l’Isola di Santa Maria potrà davvero trascorrere momenti da sogno in un luogo più unico che raro. La speranza, ovviamente, è che non venga deturpata considerando che quest’isola rappresenta un territorio magnifico, ma anche fragile e importantissimo.