Categorie
Notizie trekking vacanze avventura vacanze romantiche Viaggi

Il sentiero più romantico d’Italia diventa ancora più bello

L’Italia è attraversata da una rete di sentieri che portano a scoprire il cuore più vero del nostro Paese. Da Nord a Sud, Isole comprese, non c’è niente di più autentico che viaggiare a passo lento da un punto all’altro del territorio. Ma c’è un percorso, in particolare, che si distingue non solo per essere suggestivo, ma anche perché è davvero romantico. Un tragitto che incanta chiunque decida di intraprenderlo, ma che deve essere riqualificato.

Il nuovo volto di uno dei percorsi costieri più apprezzati al mondo

Il Parco Nazionale delle Cinque Terre è un vero e proprio capolavoro italiano, tanto da essere inserito nell’elenco del patrimonio mondiale, ambientale e culturale dell’Unesco. Tra coste a strapiombo sul mare, baie e spiaggette da sogno, migliaia di chilometri di muretti a secco per la coltivazione della vite, i caratteristici rustici, i borghi medievali e santuari, si sviluppano anche dei sentieri panoramici sul mare e sui pendii che sono uno più prezioso dell’altro.

Tuttavia, al suo interno c’è un tratto – chiamato SVA, ovvero Sentiero Verde Azzurro – che collega i magnifici borghi di Manarola e Corniglia e che, purtroppo, necessita di essere messo in sicurezza.

Un sentiero costiero di 1,6 km considerato la punta di diamante dell’offerta escursionistica del territorio, ma che si sviluppa in un’area caratterizzata da elementi di fragilità con versanti particolarmente franosi ed esposti ai fenomeni erosivi del mare.

Per questo motivo, è stato presentato un progetto per la riqualificazione e mitigazione del rischio idrogeologico che, come ha sottolineato la Presidente del PN5T, Donatella Bianchi: “Intervenire per la messa in sicurezza del versante interessato dal sentiero SVA, tra Manarola e Corniglia è urgente e non più procrastinabile”.

Il progetto, realizzato dal raggruppamento temporaneo di professionisti – coordinato dalla soc. Flow-Ing srl di La Spezia – e venuto al mondo a seguito di un’accurata attività di studio svolta in collaborazione con il DICCA – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale dell’Università di Genova, si configura come un’opera complessa sia sul piano idrogeologico che naturalistico e paesaggistico, un qualcosa da attuare prima di subito perché il tempo e gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti.

Come diventerà il Sentiero Verde:

Il Sentiero Verde Azzurro inizia in prossimità del cimitero di Manarola e termina in corrispondenza della stazione di ferroviaria di Corniglia. Si tratta di un tragitto che passa all’interno di un ambiente emozionante e selvaggio, un tempo adibito alla coltivazione della vite.

Calpestarlo vuol dire quindi ritrovarsi immersi nel tipico paesaggio terrazzato di questa zona, ma che purtroppo è oggi in stato di abbandono. Inoltre, da queste parti i versanti sono particolarmente friabili, tagliati verticalmente da ripidi impluvi e solchi vallivi che determinano un contesto dinamico, esposto diffusamente a dissesti di natura gravitativa, quali crolli in roccia, franamenti e colate di detriti.

In più, la conformazione di questo sentiero fa sì che si ritrovi esposto all’azione del moto ondoso e ai fenomeni erosivi che avvengono al piede del versante e che, arretrando progressivamente verso monte, ne minacciano la stabilità.

Con lo scopo di proteggere questo angolo affascinante del nostro Paese e di renderlo fruibile in sicurezza, il progetto prevede la posa in opera di barriere paramassi, reti metalliche in aderenza al versante, chiodature ed ancoraggi e la realizzazione di nuove scogliere in massi naturali a protezione dell’azione erosiva del moto ondoso su uno sviluppo della linea di costa di circa 500 metri.

Il tutto, ovviamente, in un’ottica di attenzione agli aspetti paesaggistici e alla storicità dei luoghi e in questo senso è in programma anche il ripristino dei terrazzamenti da destinare alle colture tradizionali.

È inoltre prevista la ricostruzione di circa 1500 mq di muri a secco e la ricomposizione di habitat sottratti dai dissesti su una superficie complessiva di circa 13’000 mq. Poi altri interventi che mirano alla protezione del sentiero dai fenomeni di crollo/colata nei tratti maggiormente esposti al consolidamento dei principali dissesti di versante che minacciano la stabilità della sede pedonale, non trascurando la protezione del piede del versante e dei manufatti antropici di sostegno nei settori più direttamente esposti all’azione del moto ondoso, attuata anche attraverso la realizzazione di barriere frangiflutti in massi naturali posati lungo la linea di costa.

Categorie
Cammini Inghilterra trekking vacanze avventura Viaggi

Lungo il sentiero di re Carlo III d’Inghilterra

È in preparazione un nuovo sentiero che sarà persino il cammino costiero più lungo del mondo: ben 4500 chilometri di costa inglese, una full immersion di spiagge, scogliere, città e riserve naturali. E sapete qual è la cosa più interessante? Si tratta di un percorso dedicato a re Carlo III d’Inghilterra.

King Charles III England Coast Path

L’England Coast Path è già stato definito un capolavoro, ma in divenire. Del resto, è un progetto che prevede un percorso che parte dalla punta meridionale della Cornovaglia e arriva alle zone più alte del Northumberland, facendo tantissime tappe tra monumenti famosi e angoli poco conosciuti.

L’apertura del sentiero completo è prevista entro la fine del 2024 e collegherà le comunità attorno alla costa inglese diventando, di fatto, il sentiero nazionale più lungo. Tuttavia, in questo momento sono ufficialmente aperte alcune interessantissime sezioni che ora andremo a scoprire insieme.

I tratti già aperti

Uno dei tratti già aperti, organizzati e che permette di fare un viaggio lento tra culture, storie, panorami e siti geologici è l’Olimpic Trail, inaugurato in concomitanza con le Olimpiadi di Londra del 2012. Si tratta di un percorso che consente di immergersi in modo straordinario tra le meraviglie della costa meridionale dell’Inghilterra.

Con un totale di 32 km, comprende Chesil Beach, Weymouth, le scogliere disseminate di fiori selvatici di Portland e la famosa Lulworth Cove, una strepitosa baia dell’Inghilterra meridionale.

È attualmente possibile salire sulle vette delle Seven Sisters, delle mastodontiche scogliere che dominano il Canale della Manica. Essendo in gesso naturale, si fanno amare per il loro colore bianchissimo che sembra brillare alla luce del sole, e non a caso sono uno dei luoghi più iconici della costa meridionale. Un percorso tra Eastbourne e Shoreham-by-Sea da fare in circa 80 km e che conduce anche alle riserve naturali di Newhaven, la spiaggia di Cuckmere Haven e la vivace città di Brighton.

Sulla costa nord-orientale dell’Inghilterra è invece possibile battere il percorso di 71 km che collega Amble e South Bents. Solcarlo vuol dire immergersi in atmosfere dai profili magici perché costellato di fari solitari e spiagge battute dal vento, tutte lambite dalla potenza del Mare del Nord. Tra le soste da fare assolutamente lungo la strada ci sono il castello di Tynemouth, la baia di Whitley e il forte romano di Arbeia.

Non mancano di certo le sabbie dorate e i pittoreschi villaggi portuali britannici. Basta seguire la costa del Norfolk, tra Hopton e Weybourne, ovvero quel pezzo di England Coast Path che si sviluppa per 133 km. Un percorso che permette di trovarsi al cospetto di località come Great Yarmouth e alle dune ricche di fauna selvatica di Winterton-Horsey.

Nei pressi di Londra è possibile incamminarsi lungo l’England Coast Path da Woolwich, una sezione di 79 km che segue il fiume Tamigi toccando punti di riferimento storici e moli affollati, paludi e spiagge ricche di fauna selvatica. Il tragitto termina poi a Isle of Grain, un lembo di terra conosciuto per la presenza di tantissimi uccelli migratori e persino di foche grigie.

Infine, l’ultimo tratto attualmente aperto del King Charles III England Coast Path è quello che sorge ai margini del Lake District National Park. Una sezione che si spinge nella costa tra Allonby e Green Road Station, vicino a Millom, e che in 130 km conduce al cospetto di città vittoriane, ampie spiagge sabbiose e fiorenti riserve naturali.

Categorie
Borghi Chiese Destinazioni lago montagna trekking Trentino Alto Adige turismo religioso vacanze avventura valli Viaggi

Valle del Chiese: cosa visitare in questo angolo di Trentino

Una vacanza rilassante trai monti del Trentino? La località ideale è la Valle del Chiese, una perla incastonata nella Valle delle Giudicarie, attraversata dal corso del Fiume Chiese, al confine con la Lombardia.

Tra laghi, tipici borghi alpini, immense foreste, antichi alpeggi, vette imponenti, ghiacciai, torrenti e sentieri da trekking, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: ecco le tappe da non perdere.

I borghi, 14 gemme da scoprire

Sono ben 14 i borghi che adornano la Valle del Chiese, piccoli scrigni di bellezza ognuno con le sue peculiarità.

E così conosciamo Bondo, ospitale e tranquillo, custode del Cimitero Monumentale Austro-Ungarico e del Museo della Civiltà Contadina, Lardaro, dove svettano ancora oggi le due magnifiche fortificazioni Forte Corno e Forte Larino, il vivace abitato di Roncone con lo splendido laghetto a pochi passi dal centro, Praso, cuore medievale dalle poche casette in pietra, Pieve di Bono con il Castel Romano da cui godere di un panorama incredibile e la Pieve di Santa Giustina.

Poi, ecco Bersone che ospita il Museo della Grande Guerra, Prezzo, eccellente punto di partenza per rigeneranti escursioni nella natura, l’antico Daone non lontano da fragorose cascate tra le rocce, Brione, uno dei più alti della Valle, Condino, scrigno d’arte con la Pieve di Santa Maria Assunta, Castel Condino, laddove la storia incontra la natura, Cimego, dove il tempo si è fermato al Medioevo, Bondone, nei pressi del Lago d’Idro con il magnifico Castel San Giovanni, e Storo, in cui la gastronomia tipica è sopraffina.

Il Sentiero Etnografico del Rio Caino

Terra di percorsi affascinanti ed eccezionale eden per gli escursionisti, i trekker e gli amanti della vita e degli sport all’aria aperta, la Valle del Chiese ha uno dei suoi fiori all’occhiello nel Sentiero Etnografico del Rio Caino di Cimego, un suggestivo museo a cielo aperto di circa quattro chilometri che consente di ripercorrere, in un paesaggio emozionante, la tradizione rurale, i mestieri ormai scomparsi e la storia delle genti che hanno abitato la Valle nei secoli.

Catturano lo sguardo gli antichi opifici, le rarità botaniche, gli scorci invidiabili sul Lago d’Idro e le montagne del bresciano, e le trincee, i camminamenti e i manufatti militari della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Naturale Adamello Brenta

Siamo in una cornice in cui la natura incontaminata è la vera protagonista e non può certo mancare una visita al Parco Naturale Adamello Brenta, tra le Dolomiti del Brenta e l’Adamello, il più grande di tutta la regione dove dedicarsi a spettacolari e facili passeggiate oppure a escursioni più impegnative.

Il paesaggio è variegato, indimenticabile, con la flora e la fauna che sono tra le più ricche di tutte le Alpi: non è difficile scorgere gli stambecchi, gli orsi bruni, e numerose specie di piante e fiori particolari.

Non mancano le Case del Parco per approfondire tematiche specifiche con percorsi dedicati alla natura e alla storia del territorio e delle sue genti.

Il Lago d’Idro

Incantevole specchio lacustre formato dalle acque limpide e trasparenti del Chiese, il Lago d’Idro è un’altra meta da non lasciarsi sfuggire, balneabile e dalla temperatura ottimale per rinfrescanti nuotate fino a settembre inoltrato.

Le sue sponde sono un must per i surfisti, i velisti e i canoisti ma anche per le famiglie grazie ai campeggi e alle spiagge adatte anche ai più piccoli.

Categorie
Cammini Castagne itinerari trekking vacanze avventura Viaggi

Il Sentiero delle prugne, l’itinerario più bello dell’estate

Ogni stagione ha il proprio frutto e a molti di essi sono stati dedicati dei meravigliosi sentieri tematici. Dopo l’uva, le mele e le castagne, è nato anche un sentiero dedicato alle prugne.

Questo frutto si raccoglie d’estate fino a ottobre e c’è un itinerario immerso tra la natura e gli alberi di prugne che merita di essere percorso.

Il Sentiero delle prugne di trova a Barbiano, in Valle Isarco, in provincia di Bolzano, dove cresce una delle migliori varietà che esista in Italia e dove ogni anno, le prime due settimane di settembre, vengono organizzate le Settimane delle prugne di Barbiano.

Per l’occasione, i ristoranti di Barbiano offrono ai visitatori piatti a base di prugne autoctone.

Proprio in occasione della festa del frutto autunnale tipico di questa località altoatesina vengono organizzate escursioni guidate sul Sentiero delle prugne, che può essere percorso in autonomia anche in altri periodi dell’anno.

Il Sentiero delle prugne

Il Sentiero delle prugne prende il nome dai numerosi pruni che s’incontrano lungo il percorso, molto bello anche dal punto di vista paesaggistico.

Si snoda all’interno del paese di Barbiano con partenza dal centro verso la parte inferiore del borgo, passando il maso Feltuner fino alla croce. Si prosegue in salita superando i masi Stich e Frühaufhof, si attraversa la strada e, all’altezza della casa Urban, si prosegue in salita fino al bivio. Si svolta a destra e si cammina attraverso la parte superiore del paese, per poi ritornare in centro.

Durante il cammino s’incontrano diversi pannelli che forniscono informazioni interessanti sulla prugna di Barbiano e diversi pruni particolarmente suggestivi nel periodo della fioritura, nei mesi di aprile e maggio.

Il sentiero è adatto alle famiglie e la percorrenza media è di un paio d’ore.

Barbiano, il paese della “torre pendente”

Il paese di Barbiano vanta una storia molto antica, precedente anche al passaggio dei Romani. Il suo simbolo però è molto più recente. Si tratta della torre del campanile della Chiesa di San Giacomo costruita nel XIII secolo. Se la chiesa è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli, così non è stato per il campanile eretto in parte sulla roccia e in parte su un terreno instabile e per questo divenuto storto.

Benché negli ultimi anni sia stato messo in sicurezza, resta comunque storto e, con i suoi 37 metri d’altezza, è visibile in tutto il paese. Si dice sia più pendente della Torre di Pisa.

Sulle alture di Barbiano, lungo la strada che porta al Comune di Villandro, meritano una tappa anche le famose Tre Chiese, il più suggestivo insieme architettonico dell’Alto Adige. Si tratta di tre chiesette di pietra così vicine tra loro da formare un triangolo. La più grande è la Chiesa di Santa Maddalena del 1500, poi ci sono Santa Geltrude e San Nicola. Le chiese solitamente sono chiuse, ma le chiavi sono a disposizione dei visitatori nell’albergo nei pressi delle tre chiesette.

Barbiano_Tre-chiese

Fonte: @Rene Gruber

Le famose Tre Chiese sopra il villaggio di Barbiano in Alto Adige

Un nuovo ponte panoramico (e da brividi) collega il villaggio di Barbiano con quello di San Ingenuino, lungo il Sentiero del castagno (un altro sentiero tematico che passa da queste parti). Il ponte offre una splendida vista sulla Valle Isarco e conduce alle vicine cascate di Barbiano, tre salti d’acqua per un totale di 200 metri. Nascono dal Rio Gander che poi sfocia nell’Isarco e, proprio nel punto più roccioso, forma le tre cascate, le Barbianer Wasserfälle. La cascata inferiore, con i suoi 85 metri, è la più alta, mentre quella superiore, che si trova a 1.214 metri di quota, è alta 45 metri.

Le prugne di Barbiano

Le prugne costellano i pendii di Barbiano sin dal tardo Medioevo. Fino al XX secolo, questo frutto ricco di vitamine e minerali era un importante prodotto d’esportazione della Valle Isarco meridionale, e numerosi masi locali ancora oggi lo coltivano e lo lavorano.

Una ricetta tipicamente altoatesina realizzata con questo frutto sono i canederli di prugne (dolci, quindi) da assaggiare anche durante le Settimane delle prugne.

Categorie
Bologna Cammini Emilia Romagna Firenze Toscana trekking vacanze avventura Viaggi

Via delle Dee, il trekking per sole donne tra Emilia-Romagna e Toscana

Se la Via degli Dei è un itinerario turistico ormai noto agli appassionati di cammini e di trekking, che collega Bologna a Firenze attraversando l’Appennino tosco-emiliano, lo è meno la Via delle Dee, la versione riservata alle sole donne delle stesso itinerario.

Nato nel 2019 e inaugurato in occasione della Festa della Donna, oggi la Via delle Dee è un percorso da fare tutto l’anno e che riserva delle incredibili sorprese.

A proporlo per la prima volta è stato Destinazione Umana, un tour operator specializzato in vacanze ispirazioni che lo descrive come un “trekking emozionale“. Sì, perché, se il percorso lungo la Via delle Dee è bellissimo, lo scopo del viaggio non è tanto raggiungere la meta, quanto fare un percorso di ispirazione, apprendimento e consapevolezza ed è anche un’occasione per incontrare nuove persone.

L’itinerario della Via delle Dee

La Via delle Dee parte da piazza Maggiore, a Bologna, e arriva in piazza della Signoria, a Firenze: 130 chilometri attraverso gli straordinari paesaggi appenninici, su antichi sentieri, passando tra oasi naturalistiche e boschi secolari, borghi ed edifici ricchi di storia.

via-delle-dee

Fonte: @Destinazione Umana

Un gruppo di ragazze lungo la Via delle Dee

Ripercorrere l’itinerario della Via degli Dei, il sentiero escursionistico segnalato anche dal CAI (Club Alpino Italiano) molto simile agli antichi percorsi che nel Medioevo venivano utilizzati per le comunicazioni tra le due città e, ancora prima, dai Romani, lungo la Flaminia militare.

Ideata alla fine degli Anni Ottanta da un gruppo di escursionisti bolognesi, la Via degli Dei ricalca gli antichi tracciati tra Monte Bastione e Monte di Fo’ e, in alcuni tratti, ricalca la strada Romana originale, riscoperta proprio di recente.

Le tappe della Via delle Dee

La Via delle Dee (come anche la Via degli Dei) può essere percorsa a piedi in cinque o sei giorni oppure in mountain bike in soli due o tre giorni, ma è possibile percorrerne anche solo alcuni tratti. La difficoltà non è accessiva ed è un itinerario adatto a tutti.

via-dee-natura

Fonte: @Destinazione Umana

Camminare in mezzo alla natura sulla Via delle Dee
  • Prima tappa

Lasciata Bologna e il famoso portico di San Luca, il più lungo del mondo, ci si dirige, a passo lento, verso i colli e, con un po’ di sali scendi, si giunge alle pendici di Monte Adone. La prima tappa è lunga circa 30 km e il tempo di percorrenze è di circa sette ore.

  • Seconda tappa

Inizia con la salita alla vetta di Monte Adone, per godere di un panorama appenninico meraviglioso e raggiungere il paese di Monzuno. Seguendo un sentiero di crinale, con vista sui boschi delle valli del Setta e del Savena, e camminando su un tratto di strada Romana si arriva a Madonna dei Fornelli, a quasi 800 metri di altitudine, tappa fondamentale della Via degli Dei, e dopo aver percorso 25 km.

  • Terza tappa

La terza tappa del cammino si entra in Toscana e si raggiunge il punto più alto di tutto il percorso. La sosta si fa dopo 15 km a Traversa, una mioroscopica frazione di Firenzuola che cota una manciata di abitanti, vicino al Passo della Futa, il valico dell’Appennino tosco-emiliano a 903 metri di altitudine.

  • Quarta tappa

Dal Passo della Futa a questo punto si scende verso Sant’Agata del Mugello, un piccolo gioiello architettonico alle porte di Firenze esistente già nel V secolo e ricco di testimonianze di epoca Romana. La quarta tappa termina a San Piero a Sieve dopo aver percorso 27 km.

  • Quinta tappa

La quinta tappa di 21 km è tutta un sali-scendi tra le colline toscane, in mezzo a ulivi, vigneti e anche castelli ed è un itinerario da cartolina. Il percorso si snoda su strade sterrate e sentieri nel bosco fino a raggiungere il sacro eremo di Monte Senario risalente al XIII secolo e infine il piccolo abitato di Olmo.

  • Sesta tappa

La sesta e ultima tappa, infine, comprende un tratto di sentiero naturalistico verso Poggio Pratone, da cui si scende verso Fiesole, una delle cittadine più belle e storiche della Toscana, abitata già dall’epoca etrusca. Da qui, seguendo la vecchia via Fiesolana che collegava Fiesole a Firenze si giunge a destinazione dopo aver percorso 17 km.

Quando andare

Per chi decide di percorrere le Via delle Dee in mountain nike o e-mountain bike (ancora meglio) le tappe sono Bologna – Madonna dei Fornelli – Passo della Futa – Firenze. Il periodo migliore per percorrerla è naturalmente durante la bella stagione, quindi da marzo all’autunno.

Categorie
Curiosità litorali mare montagna trekking vacanze vacanze avventura Viaggi

Test: sei mare o montagna?

Il mondo si divide in due: ci sono gli amanti delle vacanze relax, tutte mare, spiaggia e tintarella, e gli appassionati di attività outdoor, tra pedalate e trekking.

Gioca con il nostro speed test e scopri di che vacanza sei.

Quando avrai ottenuto il risultato, possiamo inspirarti con alcuni nostri consigli di viaggio.

  • Se sei “mare“, ti consigliamo di andare alla scoperta delle più belle isole del Mediterraneo. Non solo splendide spiagge lambite da acque cristalline, perché il nostro mare è ricco di meraviglie, naturali o create dalla sapiente mano dell’uomo. Leggi lo speciale QUI.
  • Se, invece, sei più da “montagna“, ispirati leggendo i nostri suggerimenti sulle mete fuori rotta, tra le piccole valli montane poco note al turismo di massa, dove trascorrere vacanze al fresco lontani dalla folla. Trovi lo speciale QUI.

 

Categorie
Idee di Viaggio mare trekking vacanza natura vacanze avventura Viaggi

Alla scoperta del Mare di Wadden, dove si fa trekking nel fango

Patrimonio UNESCO, paradiso per gli amanti della natura selvaggia, degli spazi aperti e del trekking, il Mare di Wadden è un luogo unico dell’Europa del Nord dove il paesaggio, conteso tra terra e acqua, muta in continuazione e non appare mai due volte nello stesso modo.

Spettacolo assoluto, rappresenta la più estesa area salata europea, con una lunghezza totale di ben 450 chilometri tra Danimarca, Germania e Paesi Bassi.

Il Mare di Wadden, dove la natura è protagonista assoluta

È un paesaggio unico nel suo genere, di una bellezza struggente e delicata, dove l’equilibrio naturale agisce indisturbato e, in un contesto dinamico per eccellenza, trovano il loro habitat ideale moltissime specie ittiche, tra cui sogliole, cefalo, sperlano, branzino, aringhe, piccoli invertebrati quali gamberetti, vongole, cozze, molluschi, la foca comune e gli uccelli migratori.

Infatti, il Mare di Wadden è una delle zone più importanti del mondo per le rotte migratorie e da qui transitano, ogni anno, in media 10/12 milioni di esemplari.

Ma non soltanto.

Tra le dune sabbiose e le isole, nidificano i gabbiani e le sterne, e fioriscono innumerevoli specie di piante da fiore, all’incirca 400-600 esemplari.

La natura selvaggia è, quindi, protagonista assoluta, e quello che sorprende ancora di più è proprio quanto questo angolo di paradiso terrestre non sia mai uguale a sé stesso ma si modifichi ora dopo ora, giorno dopo giorno, e offra così l’occasione di ritrovarsi in uno scenario dinamico e irripetibile.

Siamo di fronte a un ecosistema davvero straordinario, un fittissimo intreccio di fondi melmosi, strisce di sabbia, canali di marea e acquitrini salati: quelle che oggi ci appaiono come isole, in passato erano dune che spiccavano lungo la costa.
Ma poi, la forza degli elementi naturali, tra il X e il XIV secolo ha fatto avanzare la linea del mare e le acque hanno ricoperto immense superfici di terreno torboso, creando quel mare interno che oggi si estende per più di 10.000 metri quadri.

La pratica del mudflat hiking

Modellato dal mare, dal vento e dalle maree, il Mare di Wadden include la più ampia e ininterrotta serie di distese fangose al mondo e, per questo, si presta alla pratica del cosiddetto “mudflat hiking“, ovvero la “camminata nel fango”.

Sport, tuttavia, che non va improvvisato ma deve sottostare a una preparazione adeguata e alla guida di esperti: infatti, è consentito soltanto a orari precisi poiché, se non si conosce il flusso della marea, sussiste il rischio di restare bloccati a chilometri dalla riva  o, peggio, di essere travolti dalle onde.

Inoltre, per tutelare la straordinaria varietà dell’ambiente marino (ricco di sedimenti, delicati habitat e plancton), l’ente turistico locale promuove un turismo sostenibile consentendo il “trekking nel fango” soltanto in alcune zone che sono:

  • specifici itinerari in Danimarca tra Mandø, Fanø e Langli;
  • Norderney, Baltrum, Langeoog, Spiekeroog e Minsener-Oldoog raggiungibili “con i piedi nel fango” in Germania. In più, in alcuni momenti, non manca la possibilità di camminare tra le isole Föhr e Amrum;
  • dalla terraferma alle isole di Rottumeroog, Schiermonnikoog, Engelsmanplaat, Ameland, Simonszand e Terschelling nei Paesi Bassi.
Categorie
Cammini Costa Smeralda mare trekking vacanza natura vacanze avventura Viaggi

Il trekking con vista sul mare più bello del mondo

La Costa Smeralda è la meta ideale per una fuga nella natura.. Oltre a godere di una terra dove il verde la fa da padrone, offre il trekking con vista mare più bello del mondo. Parliamo del Pevero Health Trail, che si snoda lungo una delle aree di maggiore pregio ambientale del tratto costiero della Gallura nel nord-est della Sardegna e che quest’anno è stato potenziato e arricchito con l’obiettivo di renderlo ancora più invitante e fruibile per i suoi visitatori in ogni periodo dell’anno.

Pevero Health Trail, immersione nella natura e nella storia

Aperto nell’estate del 2017, il Pevero Health Trail – realizzato da Smeralda Holding in collaborazione con il Consorzio Costa Smeralda e il Pevero Golf Club – si sviluppa nell’area incastonata fra il Pevero e il Romazzino e che prende il nome di Monti Zoppu (Monte Zoppo), passando per due delle più belle spiagge di tutta la Costa Smeralda: la baia di Porto Liccia e la baia del Grande Pevero.

Complessivamente, il sentiero è lungo tredici chilometri, tutti sterrati, con una difficoltà di percorrenza che varia in base alle zone – in alcune è bassa, in altre media. Cinque i punti di ingresso e uscita al Pevero Health Trail: Grande Pevero, Pevero, Piccolo Romazzino, Romazzino e Porto Liccia. Numerose le scoperte regalate dal tragitto immerso in una zona ricca di biodiversità.

Il paesaggio dominante è quello della macchia mediterranea, con piante di ginepro, lentisco, fillirea, corbezzolo, olivastro, mirto, erica, cisto e, nei punti più riparati dal vento, leccio. Ma non mancano la particolarità, come il ginepro fenicio e quello chiamato ‘coccolone’, con cui venivano costruire le travi per sostenere i tetti degli stazzi galluresi, ma anche piante protette dalle convenzioni internazionali. Nelle dune del Grande Pevero si può invece ammirare la Vulneraria barba di Giove, che in Sardegna si trova solo a Capo Caccia, vicino ad Alghero, e in qualche isola dell’arcipelago della Maddalena.

L’immersione completa nella natura della Costa Smeralda va di pari passo con un viaggio nella storia di questi luoghi. Durante il tragitto, infatti, i visitatori possono imparare che cosa fossero lu stazzu, la tipica casa-azienda della Gallura, e lu rotu, uno spiazzo in lastre di granito in cui, facendoci passare sopra i buoi, veniva trebbiato il grano.

Postazioni fitness e percorso spirituale

Oltre alle meraviglie appena descritte, il Pevero Health Trail comprende 11 postazioni fitness dedicate alla flora autoctona: Lavanda, Rosmarino, Cisto, Mirto, Lentisco, Ginestra, Corbezzolo, Ginepro, Euforbia, Caprifoglio e Tamarice. Ciascuna è dotata di panche e attrezzature per esercizi, per unire la camminata e la corsa allo sport all’aria aperta.

Il Pevero Health Trail è anche un percorso spirituale, poiché offre l’occasione di visitare la Madonna dello Speronello, che si affaccia sul golfo del Grande Pevero. Portata via da Montalto di Castro nell’alluvione del novembre 2012, la statua è stata ritrovata nei fondali della Costa Smeralda.

Il punto più suggestivo del percorso, però, è la vetta di Monti Zoppu, su cui è stato sistemato un Instagram Point Costa Smeralda in legno, dove farsi un selfie ricordo catturando un panorama di inaudita bellezza.

Trekking panoramico in Costa Smeralda: info utili

Gli itinerari del Pevero Health Trail possono essere praticati sia a piedi che in sella alla mountain bike, si intrecciano in più punti e sono tutti molto ben segnalati da cartelli realizzati in legno riciclato, colorati di bianco e rosso secondo i canoni del Club Alpino Italiano, che oltre a indicare le varie direzioni forniscono notizie sui punti di interesse storici o ambientali.

In aiuto alla segnaletica, si può consultare il tragitto anche su mappa cartacea, scaricabile dal sito del Consorzio Costa Smeralda, o con un Qr code presente in tutti i cartelli, grazie al quale si potrà anche stabilire con esattezza la propria posizione avvalendosi semplicemente di uno smartphone.

Categorie
Cammini Dolomiti montagna patrimonio dell'umanità trekking Trentino Alto Adige vacanze avventura Viaggi

In Alto Adige, i sentieri più belli all’ombra delle Dolomiti

L’Alto Adige, ossia la splendida provincia autonoma di Bolzano, vanta alcuni dei tragitti più belli da percorrere su tutto il territorio italiano (e non solo), molti dei quali con vista direttamente sulle Dolomiti, patrimonio UNESCO.

Da queste parti, infatti, gli appassionati di esplorazioni a contatto con la natura possono godere di posti magnifici che sono plasmati da queste maestose montagne, da alcuni ritenute le più belle della Terra. Ma quali sentieri all’ombra delle Dolomiti vale davvero la pena percorrere durante una tiepida giornata di sole?

I cammini del Latemarium

Già a pochi chilometri dal Capoluogo altoatesino, in Val d’Ega, si snodano oltre 500 chilometri di cammini, quelli del Latemarium, un reticolo di percorsi tematici che avvolge una delle vette dolomitiche più affascinanti che esistano: il Latemar.

Inaugurato nell’estate del 2014, il Latemarium si rivolge a tutti i viaggiatori e consente di avvicinarsi alla natura in modo autentico ed emozionante.

Il percorso più panoramico si raggiunge da Obereggen con la seggiovia Oberholz, che porta fino alla piattaforma Latemar 360°, una grande chiocciola di legno attaccata alla montagna a 2.100 metri di altitudine da cui si gode di una vista particolarmente mozzafiato.

Quassù si trova anche l’avveniristico rifugio Oberholz, una perla architettonica con grandi vetrate panoramiche, e la Latemarhüttem, a più di 2.600 metri di quota. Detta anche Rifugio Torre di Pisa perché a poca distanza si trova una sorta di campanile obliquo di una ventina di metri di altezza che assomiglia al celebre monumento toscano, è raggiungibile attraverso uno dei più bei sentieri delle Dolomiti, dove si può anche soggiornare.

Alcuni di questi incredibili percorsi sono adatti anche alle famiglie con bambini piccoli, e comprendono cartelloni con informazioni sulla geologia della montagna, sulla flora e la fauna e persino sulle leggende del Latemar. Sentieri che attraversano distese di prati alpini sui quali pascolano gli animali, offrendo ai più piccini divertimento mentre i genitori si godono un po’ di relax sui lettini. C’è persino un sentiero percorribile con il passeggino: il Latemar .Alp.

lago-carezza-alto-adige-foliage-autunno

Fonte: 123rf

Il Latemar e il lago di Carezza @123rf

I cammini nei dintorni di Merano

Un altro paradiso per gli amanti delle escursioni è Merano, probabilmente una delle zone più complete dell’Alto Adige da diversi punti di vista. Vi basti pensare che le possibilità, da queste parti, sono così tante che una vita non basterebbe per completarle tutte.

Tra i più belli ci sono i Sentieri delle Rogge (“Waalwege”), itinerari che seguono i corsi d’acqua che un tempo servivano per irrigare i campi.

La conca di Merano, infatti, ha una fittissima rete di questi canali che attraversano luoghi incantevoli e incontaminati. I Sentieri d’acqua meranesi, 100 km circa, da percorrere in uno o più giorni, consentono di fare escursioni tranquille, godendo pienamente della natura, dei frutteti, delle chiesette e dei castelli.

In tutta questa area si contano circa una ventina di Sentieri delle Rogge, e la cosa più interessante è che sono percorribili in tutti i periodi dell’anno. Inutile dirvi che le vedute panoramiche sulle imponenti catene montuose e sulla valle sono emozionanti e differenti in base alla stagione. I Sentieri delle Rogge sono i preferiti dalle famiglie, da chi cerca escursioni non troppo impegnative e da coloro che vogliono godersi la straordinaria flora e fauna della Val Venosta in totale relax.

passeggiata-merano-via-acqua

Fonte: Ufficio stampa

I sentieri delle rogge @Ufficio stampa

Per i più avventurosi, l’Alta via di Merano è probabilmente il sentiero escursionistico più affascinante delle Alpi. Contrassegnato dal numero 24, gira tutto intorno al Parco Naturale Gruppo di Tessa e viene considerato uno dei più incantevoli di tutto il territorio. Lunga oltre 80 km, mette a disposizione del viaggiatore panorami incantevoli con i “tremila” dell’Alto Adige in primo piano. Fu creata da Robert Schönweger ed Helmuth Ellmenreich, guide alpine dell’AVS (Associazione alpina altoatesina), e inaugurata nel 1985.

Un percorso escursionistico immerso nella natura e che si trova all’interno di un’area naturale protetta. Per questo motivo, è di fondamentale importanza per la fauna e la flora che gli escursionisti non lascino rifiuti lungo il tragitto (compresi quelli biologici). Inoltre, è assolutamente vietato campeggiare.

L’escursione ai laghi di Sopranes

L’escursione ai laghi di Sopranes è, probabilmente, una delle più famose di tutta questa fiabesca zona d’Italia. Del resto, sono dieci incantevoli bacini d’acqua incastonati nel cuore del parco naturale Gruppo di Tessa che vantano il primato di essere il più esteso gruppo lacustre d’alta quota dell’Alto Adige.

Il percorso è di forma circolare, ma richiede resistenza e assenza di vertigini. In sostanza è un’escursione che ben si plasma agli escursionisti più esperti, ai quali regala paesaggi emozionanti da varie prospettive.

Escursione ad Anello al Lago di Braies

Gli spiriti più romantici non possono di certo perdersi l’escursione ad Anello al Lago di Braies, un meraviglioso specchio d’acqua che è diventato particolarmente famoso negli ultimi anni grazie alla serie televisiva italiana “Un passo dal cielo”, anche se da sempre è una meta turistica molto frequentata.

Il giro del Lago di Braies parte dall’omonimo albergo e si distingue per essere una passeggiata facile di circa 4 chilometri. Un percorso da fare con calma per assaporare al 100% la bellezza davvero unica al mondo di questo luogo. Il periodo migliore per scoprirlo è la bella stagione poiché l’inverno può rivelarsi impraticabile a causa del ghiaccio.

Il punto di partenza preciso è l’iconica palafitta in legno e lungo il tragitto si incontrano diverse panchine, zone ristoro e delle spiaggette dove potersi rilassare al sole.

Non lontano è possibile scorgere la Chiesa della Divina Madre Dolorosa, costruita nel 1904 dalla famiglia Hellensteiner e divenuta oggi un pittoresco luogo di culto per viaggiatori e alpinisti della zona. Il tragitto prosegue in un’atmosfera rilassata, addentrandosi nel fitto bosco di abeti da cui si scorge il lago dai mille colori sorprendenti. Superata una spiaggetta di sassi si arriva alla sponda orientale, quasi sicuramente la più spettacolare in quanto scavata nella roccia viva.

Infine, il Lago di Braies è un ottimo punto di partenza per fare altrettante escursioni che conducono alla scoperta di località poco lontane, ma tutte assolutamente meritevoli di una visita grazie alla loro bellezza naturalistica e importanza storica.

Non resta che correre in Alto Adige per andare a conoscere, a passo lento, alcuni dei panorami più belli di tutto il mondo.

Lago di Braies alto adige

Fonte: iStock

Il meraviglioso Lago di Braies
Categorie
Dolomiti montagna Notizie panorami trekking vacanze avventura Viaggi viaggiare

Nasce un nuovo sentiero tra le Dolomiti, accessibile a tutti

Nell’immenso patrimonio naturalistico del nostro Paese, spicca il panorama incantevole offerto dalle Dolomiti, divenute persino un sito protetto dall’Unesco per la loro importanza paesaggistica. È in questa cornice, tanto amata da villeggianti ed escursionisti, che nasce un nuovo sentiero: la sua peculiarità è che lo possono percorrere proprio tutti, essendo parte di un progetto di più ampio respiro dedicato al turismo inclusivo. Andiamo alla sua scoperta.

Dolomiti, il nuovo cammino

Il Parco Naturale Adamello Brenta è un vero gioiello, per la sua natura incontaminata e i suoi paesaggi che attirano ogni anno moltissimi turisti. Tra panorami meravigliosi che caratterizzano questi luoghi, si snoda un nuovo cammino inclusivo: il sentiero B06. Lungo appena 1,8 km e privo di barriere, è un esempio virtuoso che si sta già diffondendo a macchia d’olio, quantomeno nell’area delle Dolomiti. Punto di partenza del percorso è il pascolo alpino Patascoss, che sorge alle porte del borgo di Madonna di Campiglio, una delle più rinomate mete turistiche della regione.

Addentrandosi tra boschi e prati verdi, il sentiero – che si percorre in appena 45 minuti – giunge infine presso il lago di Nambino, un’oasi dal fascino irresistibile per le sue acque turchesi e l’atmosfera suggestiva. Il bacino si trova a poco più di 1.700 metri di altitudine, in un punto che regala una vista meravigliosa sulle vallate circostanti. A due passi dalle sponde, c’è un delizioso rifugio pronto ad accogliere gli escursionisti che desiderano rifocillarsi con tante prelibatezze genuine tipiche del luogo, prima di fare inversione di marcia alla volta di Madonna di Campiglio.

Perché il sentiero B06 è così speciale? Tutto merito dell’impegno congiunto di Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e Amici dei Sentieri di Campiglio con il comune di Pinzolo e la provincia autonoma di Trento. Ne è nato così un percorso inclusivo, breve e accessibile a chiunque, sia da persone con disabilità di vario tipo o con difficoltà di movimento che da anziani e famiglie con passeggini. I lavori di riqualificazione si sono infatti concentrati sulla risistemazione del fondo e sulla realizzazione di parapetti di legno, per rendere il percorso adatto anche a chi ha bisogni speciali.

Il turismo inclusivo sulle Dolomiti

Il nuovo cammino che porta al lago di Nambino non è certo l’unico ad avere queste peculiari caratteristiche di accessibilità. Il Parco Naturale Adamello Brenta sta lavorando da tempo, in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità, istituzioni dedicate alla salvaguardia dell’ambiente ed enti che promuovono il turismo, per la creazione di una rete di percorsi inclusivi. Madonna di Campiglio è una delle prime realtà ad aver aperto la strada ad un turismo accessibile, mirando alla rimozione di qualsiasi tipo di barriere per consentire a tutti di godere del meraviglioso panorama delle Dolomiti.

Oltre al nuovissimo sentiero B06, ci sono altri itinerari già attivi da tempo. Uno dei principali è quello che, sempre dal pascolo di Patascoss, conduce sino alla Malga Ritorto, un punto panoramico tra i più belli del Parco Adamello Brenta. Si snoda lungo una strada pianeggiante e ombreggiata, nonché quasi interamente asfaltata, di circa 5,3 km. In estate, essendo chiusa al traffico di auto e moto, è il luogo perfetto per una passeggiata a contatto con la natura, anche per persone con difficoltà motorie.