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So cosa hai fatto 2025: le spiagge e i set del ritorno horror dell’anno

So cosa hai fatto è un film horror thriller in uscita nelle sale il 18 luglio 2025, anche se il titolo potrebbe ricordarvi qualcosa. Diretto da Jennifer Kaytin Robinson, segue cinque amici che decidono di tacere sul loro coinvolgimento in un incidente d’auto avvenuto una sera d’estate. Un anno dopo l’accaduto un personaggio vestito da Pescatore comincia a mietere vittime, spingendo il gruppo di amici a chiedere aiuto. Se la trama vi sembra familiare avete ragione, perchè questo film è il sequel del famoso slasher movie del 1997 e dal passato riporta sullo schermo anche gli storici protagonisti: Freddie Prinze Jr., Jennifer Love Hewitt e Sarah Michelle Gellar.

Madelyn Cline, Chase Sui Wonders, Jonah Hauer-King, Tyriq Withers e Sarah Pidgeon sono i nuovi volti di So cosa hai fatto 2025. Gran parte delle riprese si è svolta in diverse località dell’Australia, mentre alcune scene sono state girate a Los Angeles. Tra le pittoresche spiagge e baie di Sydney, la nuova avventura ad alta tensione reinterpreta l’atmosfera di una minacciosa città balneare. Le location creano la cornice per la sanguinosa catena di omicidi che animano il film. Come Woodsboro per la saga di Scream, Southport è il luogo dove il sangue scorre in So Cosa hai fatto, ma la cittadina che si affaccia sull’oceano del nuovo film non si trova negli Stati Uniti.

So cosa hai fatto

Ufficio stampa

So cosa hai fatto

Dove è stato girato

Sydney e i suoi sobborghi circostanti sono la location principale per le scene costiere e cittadine del film. Le riprese si sono svolte principalmente in quartieri residenziali come Paddington, famoso per le sue terrazze patrimonio dell’umanità e le sue strade eleganti. È anche la città natale del gruppo. Altre location cittadine creano l’atmosfera contemporanea e accrescono la paranoia urbana che caratterizza la trama.

Newbort Beach, una pittoresca striscia costiera all’interno delle Northern Beaches di Sydney, è anche la principale località balneare in cui avviene il mortale incidente. Questa location è stata usata per la spiaggia e le sequenze di inseguimento sulla costa che precedono l’incidente che nel primo film invece è stato girato nei pressi di San Francisco a Coast Highway, Kolmer Gulch, qualche km a nord da Schoolhouse Beach.

White Bay, un quartiere industriale portuale, è stato utilizzato per le scene più suggestive e fatiscenti del cantiere navale in cui il pescatore insegue il gruppo. La location grezza aggiunge tensione alle sequenze notturne.

Baia di Southport

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Baia di Southport

Watson’s Bay e Oatley hanno entrambe offerto pittoreschi sfondi residenziali. Le famose scogliere e le tranquille strade di Watson’s Bay compaiono in diverse sequenze di stalking e nascondigli dei personaggi. L’atmosfera suburbana di Oatley è il fulcro delle scene più semplici, in cui i personaggi cercano di riprendere una vita normale nonostante condividano un ingombrante segreto.

Alcune scene del municipio e degli eventi comunitari sono state girate a Breakfast Point, in particolare quelle che coinvolgono raduni locali dove gli scandali iniziano a svolgersi di fronte al pubblico. Queste scene accentuano la tensione tipica di una piccola città dove tutti sanno qualcosa. Come in molte produzioni contemporanee, i pick-up in post-produzione e alcune scene selezionate sono state girate negli studi di Los Angeles. La CGI principale e le riprese degli interni che hanno richiesto set appositamente costruiti sono state girate lì, garantendo una fusione di grande impatto con le riprese girate in Australia.

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Portofino, tra bellezza esclusiva e nuove regole per il decoro urbano

Portofino, perla della Riviera Ligure e simbolo del turismo di lusso internazionale, si prepara alla stagione estiva con una nuova ordinanza mirata a tutelare l’immagine del borgo.

Dal 16 luglio al 30 settembre, il sindaco Matteo Viacava ha firmato un provvedimento che introduce il divieto di accattonaggio, anche non molesto, e una serie di comportamenti considerati incompatibili con la vocazione turistica ed estetica del centro storico. L’obiettivo è chiaro: garantire ordine, decoro e una permanenza di qualità per i visitatori, in linea con lo status esclusivo del paese più ricco d’Italia.

Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di valorizzazione del territorio, che punta a preservare l’identità di Portofino, riconosciuta a livello mondiale per il suo patrimonio ambientale, architettonico e culturale. La tutela della sua immagine passa anche attraverso il controllo delle attività quotidiane e del comportamento dei frequentatori, residenti e turisti.

Nuove regole a Portofino per salvaguardare l’immagine turistica del borgo

La decisione dell’amministrazione comunale di Portofino nasce dalla volontà di mantenere elevato il livello qualitativo della vita pubblica e dell’offerta turistica. L’ordinanza vieta ogni forma di accattonaggio e mendicità, anche se effettuati senza insistenza, nelle aree centrali del borgo, come la famosa piazzetta, i parcheggi, le zone adiacenti alle chiese e il molo Umberto I.

A Portofino scatta l'ordinanza estiva

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Portofino: la famosa piazzetta piena di turisti

Secondo quanto riportato dall’edizione locale del Secolo XIX, la misura è pensata per contrastare comportamenti che possono influire negativamente sull’immagine di Portofino, conosciuta nel mondo per le sue eccellenze paesaggistiche, culturali e residenziali.

Il provvedimento sottolinea come certe dinamiche sociali, sebbene comuni in altre realtà urbane, non siano compatibili con il contesto esclusivo di Portofino. Le autorità ritengono che anche comportamenti non aggressivi, se reiterati o ostinati, possano compromettere il senso di benessere, ordine e bellezza che contraddistingue il borgo ligure.

Stop a bivacchi, alcool e abbigliamento inadeguato: cosa prevede l’ordinanza

Oltre al divieto di accattonaggio, l’ordinanza introduce altre restrizioni finalizzate a salvaguardare l’estetica e la tranquillità del borgo. È vietato bivaccare in spazi pubblici con cibo o oggetti, sdraiarsi a terra, su panchine o muretti, e sedersi nei portici, giardini e piazze. Anche il consumo di bevande alcoliche all’aperto, di qualsiasi gradazione, è proibito, così come le emissioni sonore dopo mezzanotte e mezza.

Norme specifiche riguardano anche l’abbigliamento: non si potrà più circolare a torso nudo, in costume da bagno o scalzi. Queste indicazioni nascono dall’esigenza di preservare il decoro urbano e offrire un’esperienza di visita all’altezza della fama internazionale del borgo.

Le sanzioni per chi non rispetta le nuove regole vanno da 25 a 500 euro. Un messaggio chiaro rivolto non solo ai cittadini ma soprattutto ai turisti, invitati a godere del fascino di Portofino nel rispetto del suo contesto.

Portofino, un gioiello da vivere con rispetto

Portofino non è solo una meta turistica, ma un simbolo di eleganza, cultura e armonia con il paesaggio. Le nuove norme non vogliono scoraggiare il turismo, bensì promuovere un’accoglienza più ordinata e rispettosa, in linea con l’unicità del territorio. Il borgo continuerà a incantare con le sue case color pastello, il porticciolo pittoresco e i tramonti sul mare, ma chiederà a chi lo visita di farlo con consapevolezza e rispetto.

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I luoghi di Bla Bla Baby, la commedia con Alessandro Preziosi

Usciva il 7 aprile del 2022 nelle sale cinematografiche italiane, una nuova commedia diretta e in parte scritta da Fausto Brizzi. Con protagonista Alessandro Preziosi, nei panni di un uomo intrappolato in una situazione insolita, Bla Bla Baby prova a domandarsi e domandare al proprio pubblico un simpatico ma allarmante quesito: se anche i neonati parlassero e fossimo noi adulti a non comprendere il loro linguaggio? Dopo Notte prima degli esami e Maschi contro femmine, che hanno saputo lasciare il segno nel panorama nostrano della commedia, è arrivata questa nuova divertente avventura per tutta la famiglia. Ambientata a Milano ma girata completamente a Roma, sceglie dunque la capitale per raccontare la storia di Luca e della ciurma di bimbi che gli gravitano attorno.

Di cosa parla il film

Luca, quarantacinque anni, si ritrova suo malgrado a lavorare in un asilo nido aziendale. Ogni giorno è alle prese con i figli dei dipendenti della Green Light: pianti inconsolabili, urla continue e l’apparente impossibilità di stabilire un vero contatto con quei piccoli esseri indecifrabili. Tutto cambia quando, dopo aver ingerito per errore un omogeneizzato alla platessa “alterato”, scopre di riuscire a comprendere i pensieri e le intenzioni dei bambini come se parlasse la loro lingua.

Bla Bla Baby

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Bla Bla Baby

Dove è stato girato

La storia raccontata in Bla Bla Baby, come dicevamo, è ambientata a Milano ma in realtà il film è stato girato totalmente a Roma. Durate sette settimane, le riprese di questa commedia che unisce immaginazione e tenerezza in una divertente esplorazione dei rapporti genitori-figli, hanno toccato alcune zone precise della Capitale. Partiamo dalla sede della Green Light, che è una delle strutture principali del film. Altro non è che il Centro Direzionale Da Vinci, nel cuore di Roma. Più precisamente si trova all’uscita del GRA nei pressi della Nuova Fiera di Roma. Il complesso, progettato dall’architetto Marco Tamino per Ingenium Real Estate ed edificato tra il 2009 e il 2011, è composto da tre palazzine: due (a pianta ellittica e a corona circolare, ciascuna di 8 piani) adibite a uffici e una centrale per servizi condivisi.

Milano

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Milano

Passiamo poi al parco giochi di Tor di Quinto e anche al ristorante Quinto, che si affaccia proprio sul parco. Il parco, che si estende lungo l’argine del Tevere sfruttando un invaso naturale che dà vita a un laghetto centrale, ha offerto uno scenario perfetto per le esilaranti interazioni tra i protagonisti. Rigoglioso (pioppi, frassini, querce), crea un ecosistema accogliente per numerosi uccelli acquatici. Il ristorante, invece, inaugurato nel 2019 al posto dell’ex “Oltre Lounge Restaurant”, ha aggiunto dinamicità alle scene del film. Il locale, gestito da Green Network con lo chef Daniele Creti, offre 500 coperti e una configurazione elegante con sale interne e ampi spazi esterni, tra cui veranda, rooftop, secret garden e Igloo garden.

Un altro quartiere di Roma, protagonista del film, è l’Eur. Utilizzato dal regista Fausto Brizzi per inscenare diverse sequenze chiave di questo Bla Bla Baby, è diventato un nucleo di intense attività per attrici, attori e tutti gli altri addetti ai lavori. Il quartiere, scelto dunque come set principale, gode di un’estetica moderna e architettonicamente affascinante. Realizzato in stile razionalista, con ampie vie e gemme strutturali come il Palazzo della Civiltà Italiana (detto Colosseo Quadrato) famoso per i suoi 216 archi, è simbolo senza dubbio di unicità oltre ad essere considerato un importante snodo per la cultura e il lavoro.

Eur Roma

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Il laghetto dell’Eur a Roma

Questa zona è infatti un polo direzionale, residenziale e commerciale che comprende uffici di grandi aziende, ministeri, banche e istituzioni europee. Non mancano servizi per i cittadini come scuole e strutture sanitarie o attività per il tempo libero che spaziano dai centri commerciali ai ristoranti e dalle palestre ai musei. Nel cuore del quartiere sorge inoltre il Parco Centrale del Lago (o Laghetto dell’EUR), con percorsi pedonali e il Giardino delle Cascate. Per chiudere infine il cerchio sulla lavorazione di Bla Bla Baby, non si può omettere quest’ultima influenza scenografica. In aggiunta alle location romane appena esplorate si è optato per alcune residenze private, utili per determinate scene. Il riflesso di questi ambienti più intimi ha infatti donato al film un’autenticità in termini di contesto familiare.

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Salento, dove andare per una vacanza all’insegna del lusso e dell’autenticità

Il Salento non è solo mare. C’è tutto un entroterra meraviglioso, ricco di storia e di tradizioni da scoprire che consiglio di visitare sicuramente in bassa stagione, quando in spiaggia non si può andare, ma soprattutto in alta stagione, proprio per allontanarsi dalle orde di bagnati che affollano le spiagge. Per chi cerca esperienze esclusive, non tanto per i costi quanto perché poco note, vi suggerisco alcuni luoghi da vedere per conoscere alcuni aspetti unici, originali e, perché no, anche esclusivi, di questo meraviglioso territorio che fa sognare tanti turisti, italiani e sempre più stranieri.

Salento, terra tra i due mari

Il Salento, terra tra due mari, da sempre è vocata all’agricoltura e, in particolare, alla viticoltura. Ed è proprio grazie allo sviluppo del commercio verso Roma che questa regione ha da secoli favorito la viabilità. La direttrice Manduria-Oria-Brindisi divenne un tratto della Via Appia Traiana, percorsa da mercanti ed eserciti. La via del mare portava, invece, alla sponda opposta, da cui partiva la Via Egnazia che giungeva fino a Costantinopoli. Elementi questi dei quali, qualche secolo dopo, avrebbe beneficiato Federico II di Svevia. Il “Puer Apuliae”, così come fu definito l’imperatore del Sacro Romano Impero per la sua predilezione per questa terra, promosse proprio l’agricoltura di questa regione fertile, costruendo numerose fortificazioni, tutt’oggi patrimonio turistico da scoprire.

Oria e il Castello di Federico II

Arroccato su una collina nel bel mezzo del Salento, perfettamente equidistante dal Mar Ionio e dal Mare Adriatico, e da Brindisi e Taranto, Oria è un luogo che merita assolutamente di essere visitato. Fu un discendente di Federico II a innamorarsene e a ordinare la costruzione di una fortificazione sopra una torre normanna. Ancora oggi, il Castello di Federico II o Castello Svevo, con i suoi merli e le sue imponenti torri, domina la città dalla cima del colle del Vaglio. Secondo una leggenda, ci sarebbero dei passaggi sotterranei che arrivano addirittura fino a Brindisi che dista 35 chilometri. Anche sull’architettura ci sarebbe riflettere: il castello, infatti, ha la forma di un triangolo isoscele e in cima c’è la torre “Dello Sperone”, che è simile alla prua di una nave.

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Il Castello Svevo di Oria

Si visita solo su prenotazione, in quanto il Castello Svevo oggi è di proprietà privata, mentre apre sempre in occasione del corteo storico e del Palio dei rioni di metà agosto, un evento voluto dallo stesso Federico II per allietare gli abitanti del borgo tramandato fino ai giorni nostri. In futuro sono previste maggiori aperture, ma anche la creazione di un museo archeologico, di un bookshop e una caffetteria.

La cittadina di Oria è ricca di storia. Secondo Erodoto, fu fondata da un gruppo di cretesi fuggiti dall’isola nel 1200 a.C. che le diedero il nome di Hyria. Fu un importante avamposto romano proprio per via della vicinanza alla Via Appia, ma fu anche dominata da greci, longobardi e bizantini. Passeggiare tra gli stretti vicoli bianchi del ghetto ebraico, uno dei più antichi d’Europa, che s’avvitano fino su al castello, attraversando deliziose piazzette e sbirciando dentro i cortili, è come fare un salto indietro nel tempo.

Esperienza autentica in masseria

Nell’entroterra del Salento, nell’Agro del territorio di Torre Santa Susanna e di Oria, a metà strada tra il Mar Ionio e il Mar Adriatico, si trova una delle masserie più antiche della zona che risale al 1600, Masseria Altemura, che produce vino e olio extra vergine. Oltre 270 sono gli ettari totali che caratterizzano la tenuta, di cui 130 lavorati a vigneto e 40 a oliveto. Restaurata nel rispetto dell’ambiente e dell’architettura originaria, comprende una cantina moderna, studiata secondo i principi più attuali della bioarchitettura. Di proprietà del Gruppo Zonin 1821, produce vini eccellenti.

La tenuta si trova all’interno del territorio di produzione della DOC Primitivo di Manduria, un terroir tra i più vocati in Italia alla vitivinicoltura di qualità. Oltre al Primitivo, nei vigneti della Masseria Altemura vengono prodotte anche altre varietà autoctone come il Fiano, antico vitigno il cui successo viene fatto risalire ai tempi di Federico II di Svevia, il Negroamaro e l’Aglianico. La posizione geografica della masseria permette alle coltivazioni di beneficiare sia delle correnti dello Ionio sia della salinità tipica dell’Adriatico.

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@SiViaggia – Ilaria Santi

La Masseria Altemura del XVII secolo

Vengono organizzate visite guidate delle vigne e della cantina, spesso accompagnate dal direttore Antonio Cavallo, che si concludono con degustazioni e pairing di prodotti tipici locali, dalle mozzarelle di bufala ai tarallini fatti in casa, ma anche corsi di cucina salentina. Nel calendario degli eventi che si svolgono in masseria ci sono anche reading e star gazing per ammirare le stelle, vista l’assenza di inquinamento luminoso per chilometri. Ma la masseria merita una visita anche solo per la sua rilevanza storica. Di proprietà di Federico II (allora si chiamava La palombara), è appartenuta anche a San Carlo Borromeo. Particolare cura è stata riservata al recupero dei due edifici storicamente significativi per il territorio: la massiccia torre, che sarà trasformata in una residenza di pregio per gli ospiti della tenuta, e una cappella privata con affreschi risalenti al XVI secolo.

Il frantoio ipogeo a Torre Santa Susanna

Anche questo luogo è una vera chicca, nota davvero a pochi e dista soltanto una decina di chilometri dalla masseria. Si tratta dell’unico frantoio ipogeo visitabile. Qui venivano spremute le olive per la produzione dell’olio lampante ovvero quello che serviva per l’illuminazione e non per la cucina, che era una fonte di sostentamento per l’intero Comune di Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, tanto che veniva per la maggior parte esportato all’estero (i lampioni di Parigi, la prima città al mondo a dotarsi di illuminazione pubblica a olio durante il regno di Luigi XIV nel 1667, erano alimentati con l’olio di Torre Santa Susanna). Fino agli Anni ’50, sottoterra ci vivevano ancora tutto l’anno coloro che si occupavano del frantoio.

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@SiViaggia – Ilaria Santi

Il frantoio ipogeo di Torre Santa Susanna

La zona più antica del frantoio risale addirittura al 1100 e visitare questo luogo aperto solo nel 2000 racconta una pagina importantissima del Salento. Le visite sono gratuite, ma solo su prenotazione e condotte da guide volontarie. Un’esperienza davvero esclusiva. Del frantoio fa parte anche il Museo dell’olio “Molo” nel quale i visitatori possono rivivere il ciclo di produzione dell’olio attraverso un percorso fatto di sale multimediali.

Istituire il museo proprio a Torre Santa Susanna non è stato casuale. Il Comune è da secoli un luogo simbolo della lavorazione dell’oro verde. Nei suoi frantoi, infatti, veniva lavorato oltre il 60% delle olive di tutta la regione. E Torre Santa Susanna divenne famosa sin dal XVI secolo proprio per i suoi frantoi ipogei, costruiti nella roccia, come questo. Se cercate esperienze insolite in una terra già molto sfruttata dal punto di vista turistico, queste lo sono di certo.

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Nella città danese di Aalborg si vive la magia del Natale in estate: al via il congresso mondiale di Santa Claus

Chi ha detto che Babbo Natale si muove solo a dicembre? In realtà, ogni anno, nel cuore dell’estate, un gruppo di Santa Claus appende per un attimo la slitta al chiodo per ritrovarsi in Danimarca, nella vivace città di Aalborg, per uno degli eventi più insoliti e adorabili dell’anno: il Santa Claus World Congress. Dal 7 al 10 luglio 2025 il nord dello Jutland si colora di rosso e accoglie non solo i tanti Babbo Natale, ma anche tutta l’atmosfera delle feste seppur ora la neve e quel mood siano solo un ricordo.

Il raduno di Babbo Natale in Danimarca

Non è uno scherzo né una trovata pubblicitaria: il congresso estivo dei Babbi Natale è un vero e proprio incontro internazionale che ogni anno attira delegazioni da tutto il mondo. Oltre 40 Santa Claus parteciperanno all’edizione 2025, provenienti da Danimarca, Svezia, Norvegia, Giappone, Canada e altri angoli del pianeta dove la magia del Natale ha mille forme.

Tutti rigorosamente in abito rosso (anche se con versioni più “leggere” per affrontare le temperature estive), con barbe fluenti, occhiali rotondi e sacchi pieni di allegria, questi ambasciatori dello spirito natalizio si danno appuntamento ad Aalborg per celebrare l’unione, l’amicizia e la fantasia, in un contesto completamente fuori stagione.

Durante i giorni del congresso (7-10 luglio), l’intera città di Aalborg si veste di spirito natalizio fuori stagione. Le vetrine si riempiono di decorazioni, alcuni locali servono menù a tema e non mancano eventi collaterali: concerti, laboratori per bambini, flash mob in centro e incontri con i Santa Claus internazionali. Un’occasione unica per vivere la città con occhi nuovi… e un po’ di magia in più.

In Danimarca ad Aalborg torna il raduno di Babbo Natale

Aalborg Zoo

Aalborg ospita il congresso mondiale di Santa Claus

Il programma del raduno di Babbo Natale

Il momento clou dell’evento arriva giovedì 10 luglio, quando l’intera carovana natalizia invade lo Zoo di Aalborg, trasformandolo in un vero e proprio villaggio di festa. Sin dal mattino, Babbi Natale e consorti, elfi e aiutanti speciali si spargono tra gli animali esotici e gli habitat dello zoo per intrattenere grandi e piccini con giochi, racconti e mini-spettacoli interattivi.

Passeggiando per il parco si può finire in una caccia al tesoro a tema renne, imbattersi in un Santa che racconta favole sotto un albero tropicale, o essere coinvolti in un laboratorio creativo da un elfo entusiasta. Il tutto tra giraffe, pinguini e leoni incuriositi dall’insolito fermento natalizio fuori stagione.

La giornata si chiude con un grande momento collettivo: canti, risate e uno show finale pensato per unire tutte le generazioni. I bambini ballano accanto ai nonni, i Babbi si scambiano consigli su nuovi giocattoli, gli elfi fanno le ultime magie tra il pubblico. Il messaggio è chiaro: la magia del Natale non ha stagione, e può comparire quando meno te lo aspetti, anche tra un leone e un panda.

Il Santa Claus World Congress è molto più di una curiosità: è una celebrazione gioiosa dell’unione tra culture, della fantasia senza limiti e del desiderio universale di fare del bene. Se capiti in Danimarca a luglio, è un appuntamento imperdibile. Perché in fondo, lo sappiamo tutti: un po’ di spirito natalizio fa bene in ogni stagione. Anche con la crema solare addosso.

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Dove è stato girato Io Sono Leggenda: le iconiche location del film con Will Smith

Quando pensiamo a Io Sono Leggenda ci vengono subito in mente le immagini surreali di una New York deserta, invasa dalla natura e immersa nel silenzio. Il film del 2007, diretto da Francis Lawrence e interpretato da Will Smith, ha fatto la storia anche grazie alle sue ambientazioni spettacolari e ha offerto un’anteprima della fine del mondo. Basato sull’omonimo libro di Richard Matheson del 1954, racconta l’avventura del dottor Robert Neville, l’unico essere umano rimasto a New York dopo che un virus creato dall’uomo, nato da una rivoluzionaria cura per il cancro, si è trasformato in un virus letale.

Come fece Danny Boyle con 28 Giorni Dopo a Londra, il team di produzione di Io sono Leggenda ha potuto liberare interi isolati della città di New York per brevi periodi e nei weekend. Anche la più breve scena esterna richiedeva di allestire ogni location con auto abbandonate, facciate di edifici fatiscenti, piante e erbacce artificiali inserite nei marciapiedi crepati e uno strato finale di sporco. Scopriamo insieme le location reali del film, tra luoghi iconici e scorci trasformati in un paesaggio post-apocalittico.

Dove è stato girato

Quasi tutto il film è stato girato a Manhattan, il cuore pulsante di New York. Ma nel film la città è completamente svuotata, invasa da piante e animali selvatici. Per ottenere questo effetto, alcune delle strade più trafficate al mondo sono state chiuse per giorni, tra cui Washington Square Park dove si trova la casa del protagonista, in un edificio residenziale ricostruito per la produzione, Times Square che appare deserta e inquietante in una delle scene più potenti, e Fifth Avenue dove Will Smith cammina tra i negozi e i grattacieli, in una metropoli improvvisamente priva di vita. Per girare queste scene, la produzione ha dovuto ottenere permessi speciali e coordinare centinaia di comparse, creando un’atmosfera realistica e al tempo stesso surreale.

Times Square

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Times Square

Tra le strade di New York

Neville appare per la prima volta nel film mentre guida la sua Mustang Shelby verso sud sulla Fifth Avenue, partendo dalla 38th Street, passando per Herald Square e il grande magazzino Macy’s, prima di svoltare a sinistra in 34th Street. Sulla West 25th Street, devia improvvisamente per evitare un cervo che corre libero in città davanti al Flatiron Building. Insegue l’animale attraverso Madison Square Park, prima di uscire in East 26th Street e superare l’elegante Hotel Giraffe (una location importante anche per la versione cinematografica di Sex And The City) su Park Avenue.  Anche nelle ore più tranquille, sarebbe stato impossibile riempire Times Square con vegetazione rigogliosa. Per questo, il Kingsbridge Armory (ex Eighth Regiment Armory), un’ex caserma della Guardia Nazionale su West Kingsbridge Road nel Bronx, ha ospitato il grande set di ‘Times Square’ invaso da erbacce, dove Neville lascia andare generosamente una famiglia di leoni con la preda che stava cacciando.

Brooklyn

Una delle sequenze più memorabili del film è ambientata sul Ponte di Brooklyn che appare parzialmente distrutto. Per rappresentare la quarantena e l’evacuazione della popolazione, la produzione ha ricostruito sezioni del ponte e girato scene molto complesse, con elicotteri e mezzi militari. Il costo stimato di questa scena è stato di oltre 5 milioni di dollari, rendendola una delle più costose nella storia del cinema. Molte scene interne, comprese quelle ambientate nell’ospedale abbandonato, sono state girate all’interno degli edifici industriali dismessi del Brooklyn Navy Yard. Queste location hanno offerto ambienti perfetti per le sequenze più intense e claustrofobiche del film. Un confronto suicida con le creature notturne sotto il Brooklyn Bridge porta al suo salvataggio da parte di altri due sopravvissuti, Anna (Alice Braga) ed Ethan (Charlie Tahan), che avevano sentito i suoi messaggi radio. Questo momento di fortuna ha un lato oscuro: le orde di infetti si dirigono verso il suo rifugio a Washington Square, ormai non più sicuro.

Ponte di Brooklyn

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Ponte di Brooklyn

La casa-rifugio di Neville

L’appartamento che si vede nel film si trova al numero 11 di Washington Square North, con vista sul famoso Arco di Washington Square. Questa casa fortificata è il rifugio di Neville nella città deserta, barricata con pesanti porte e finestre sigillate per proteggerlo dagli infetti. Mentre cammina nella penombra della sua dimora, l’isolamento e la desolazione della sua esistenza sono palpabili, riflettendo l’inquietante tranquillità del paesaggio urbano abbandonato all’esterno. Washington Square North, situato nel Greenwich Village di New York, è un punto di riferimento storico e culturale. Confina con l’iconico Washington Square Park, un centro di attività comunitarie con la sua grande fontana centrale. Il quartiere è inoltre circondato dal vivace campus della NYU e da numerosi caffè e ristoranti. Gli interni dell’appartamento, decorati con opere d’arte preziose delle gallerie cittadine, sono stati ricostruiti nella caserma Marcy Avenue Armory, nel quartiere Williamsburg di Brooklyn, che ha ospitato anche le scene di Sherlock Holmes di Guy Ritchie (2009), con Robert Downey Jr.

Washington Square

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Washington Square Park

Il tempo libero di Neville

Con Manhattan come suo parco giochi, Neville passa il tempo perfezionando il suo swing di golf sul Lockheed A-12 Blackbird esposto all’Intrepid Sea-Air-Space Museum, Pier 86 su West 46th Street. Will Smith in realtà si trovava su una piattaforma accanto all’aereo, poi digitalmente spostato per apparire come se battesse la pallina dall’ala. Questo elegante aereo da ricognizione è molto fotogenico ed è lo stesso che si vede come Decepticon in Transformers: Revenge of the Fallen.

Neville pesca anche nella piscina apparentemente ben fornita al Tempio di Dendur, una delle esposizioni più famose del Metropolitan Museum of Art, al 1000 di Fifth Avenue con angolo 82nd Street sulla East Side. Il tempio egizio ricostruito e trasferito negli Stati Uniti nel 1967 da Tuzis, in Nubia, dove fu trovato, è apparso anche in Harry ti presento Sally ed è uno dei monumenti newyorkesi che Woody Allen mostra in Manhattan. Fu un dono alla dea Iside costruito intorno al 15 d.C. e oggi è simbolo di conservazione della storia e condivisione delle culture.

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La nuova meta di lusso dove andare in Italia è Poltu Quatu, la Portofino sarda

Nascosta tra le curve scintillanti della Costa Smeralda, avvolta dal verde intenso della macchia mediterranea e baciata da un mare che sembra dipinto, Poltu Quatu è la nuova destinazione di lusso che sta conquistando l’estate italiana. Un angolo intimo e curato, incastonato in un fiordo naturale che ricorda per bellezza e charme la celebre Portofino, ma con un’identità tutta sua: autentica, elegante, capace di unire il respiro del mare con un’idea contemporanea di accoglienza. 

E no, non è un borgo, né pretende di esserlo. Poltu Quatu nasce negli anni ’80, ma oggi si afferma come una delle mete più sofisticate della Sardegna, un luogo dove il design incontra la natura e l’ospitalità si fa stile di vita.

Un fiordo smeraldo affacciato sull’Arcipelago della Maddalena

Il nome in gallurese significa letteralmente “porto nascosto”, e mai definizione fu più azzeccata. Poltu Quatu è un’insenatura segreta, una stretta lingua di mare che si insinua nella costa tra Baia Sardinia e Porto Cervo, offrendo un rifugio naturale alle barche e uno scenario mozzafiato a chi arriva per cercare bellezza e quiete. Di fronte si apre l’orizzonte azzurro dell’Arcipelago della Maddalena, con Caprera che sembra a portata di nuotata.

Negli ultimi anni, in particolare nell’estate 2025, Poltu Quatu sta vivendo una vera e propria rinascita. Interventi urbanistici, riqualificazioni di pregio e un nuovo modo di intendere l’accoglienza stanno trasformando l’intera area in un elegante rifugio per viaggiatori internazionali. 

Senza scivolare nell’ostentazione, qui si respira un lusso misurato, fatto di dettagli, privacy e armonia. Gli hotel di nuova generazione che stanno sorgendo offrono un’ospitalità contemporanea e sensoriale: spa panoramiche, ambienti dal design sofisticato, ristoranti gourmet e zone relax affacciate sul porto.

Passeggiando tra le vie pedonali che costeggiano la marina, si ha la sensazione che il tempo si sia allungato. I ritmi si fanno lenti, le giornate si dilatano tra un caffè vista molo e un aperitivo al tramonto, tra una gita in barca e un tuffo in una caletta nascosta. La vegetazione abbraccia l’architettura mediterranea: intonaci bianchi, forme curve, scalinate discrete e terrazze segrete dove il mare si intravede tra i pini.

Oltre la vacanza: Poltu Quatu è una destinazione da vivere

Non è solo il mare cristallino ad attrarre. A rendere speciale Poltu Quatu è la sua capacità di offrire un’esperienza a 360 gradi, che mescola sapientemente benessere, cultura, gusto e attività all’aria aperta. 

Chi ama il movimento può trovare centri fitness attrezzati e zone dedicate a pilates, yoga e sport nautici, sempre con il Mediterraneo sullo sfondo. Gli amanti del buon cibo, invece, vengono accolti da una ristorazione varia e curata, con cucine che valorizzano le eccellenze locali in un’atmosfera rilassata ma sofisticata.

La vicinanza con località famose della Sardegna come Porto Cervo, Baja Sardinia, Liscia di Vacca e l’Arcipelago di La Maddalena rende Poltu Quatu anche un ottimo punto di partenza per esplorare la regione. Infatti, da qui potete anche partire alla scoperta della chiesa di Stella Maris, affacciata sul mare con la sua cupola bianca o concedervi una visita alla Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu, per chi vuole immergersi nella Sardegna più misteriosa e antica.

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Ritorno al Futuro: 5 location della saga cult anni ’80 che ogni fan dovrebbe visitare

Dal 1985 in poi Ritorno al Futuro non è stato soltanto un successo cinematografico: è diventato un vero e proprio fenomeno culturale, capace di ridefinire l’immaginario collettivo sul viaggio nel tempo. Le avventure di Marty McFly e del geniale, stralunato Doc Brown hanno attraversato epoche, generazioni e scenari memorabili, lasciando dietro di loro non solo citazioni e battute iconiche, ma anche una scia di luoghi diventati leggendari per i fan. Dietro ai paradossi temporali, agli inseguimenti in skate e alle invenzioni fuori di testa, c’è una trilogia che ha saputo raccontare il tempo con intelligenza, ironia e cuore. E mentre la DeLorean sfrecciava tra passato e futuro, sullo sfondo prendevano vita location reali, tangibili, ancora oggi visitabili.

Scritta da Bob Gale e Robert Zemeckis, la saga Ritorno al Futuro ha superato ostacoli produttivi, scelte di casting controverse e anni di attesa prima di esplodere al box office nell’estate dell’85. Il resto è storia. O meglio: è storia del cinema. Oggi, nel nostro presente, c’è qualcosa di affascinante nel tornare a quei luoghi in cui il tempo si è, per un attimo, fermato. E allora, senza bisogno di un flusso canalizzatore, partiamo per un viaggio alla scoperta di 5 location reali in cui sono state girate alcune delle scene più iconiche della trilogia.

Ritorno al Futuro

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Ritorno al Futuro

Il ballo del liceo di Marty

La scuola frequentata da Marty McFly e dal giovane George McFly è in realtà la Whittier High School, situata nella cittadina omonima a sud-est di Los Angeles. Ancora oggi l’edificio mantiene la sua facciata originale con il classico ingresso e le scale che si vedono in varie scene del film. Camminare davanti a quelle porte fa sentire come se stessi per entrare in una lezione con il professor Strickland. Qui si svolge una delle prime scene che inevitabilmente viene in mente quando si pensa a questa saga: Michael J. Fox che suona “Johnny B. Goode” al ballo di fine anno. Nei panni di Marty, il giovane attore regala una performance piena di energia, mentre il pubblico si muove sulle note di un brano musicale non ancora scritto nel 1955. Questa scena porta Marty a dire: “Immagino che non siate ancora pronti. Ma ai vostri figli piacerà un sacco“. È un momento classico in cui gli elementi culturali dei diversi periodi della trilogia trascendono le generazioni e lasciano il segno.

Il famoso orologio di Courthouse Square

Pochi momenti nella storia del cinema sono emozionanti quanto il fulmine che colpisce la torre dell’orologio nel primo film di Ritorno al Futuro. Tra Doc che si occupa del cavo e Marty che porta la velocità della DeLorean a 88 miglia orarie con l’avvicinarsi della mezzanotte, la scena è ricca di colpi di scena e la posta in gioco è alta per entrambi i personaggi principali. È un momento di grande soddisfazione per i personaggi e per il pubblico, in gran parte dovuto alle interpretazioni di Fox e Lloyd.
Tutto si incastra al momento giusto: il fulmine colpisce la torre dell’orologio, Doc collega il cavo e la DeLorean trasporta Marty indietro nel 1985. La piazza con il celebre orologio della torre è probabilmente la location più iconica della trilogia. Si tratta del Courthouse Square, un set permanente all’interno degli Universal Studios di Hollywood. Anche se è stato modificato per altri film e serie TV nel corso degli anni, gran parte dell’atmosfera originale è rimasta intatta. Visitare questo luogo è come entrare letteralmente nel cuore di Hill Valley.

Jamestown

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Jamestown

Sierra Railroad

Gli splendidi e ampi spazi aperti di Jamestown, in California, sono una location pittoresca per qualsiasi western. Mantenere viva e vegeta la sua rete ferroviaria ha dato i suoi frutti anche per la città, che le è valsa il titolo di California Historical Landmark. Rendendo omaggio a uno dei dettagli nascosti in piena vista di Ritorno al Futuro – Parte II, l’intera trama di Ritorno al Futuro – Parte III ruota attorno alle potenti locomotive attorno alle quali è stata costruita la città. La sua lussureggiante estetica rurale ha fatto sì che la città apparisse in diverse produzioni, tra cui il film Hidalgo (2004). Jamestown ha persino un museo dove è possibile ammirare il treno di Ritorno al Futuro – Parte III e altri oggetti di scena del film.

La DeLorean nel parcheggio del Twin Pines Mall

La scena in cui Marty viaggia per la prima volta nel tempo con la DeLorean è ambientata nel parcheggio del Twin Pines Mall. Questo centro commerciale esiste davvero e si chiama Puente Hills Mall, situato nella città di Industry, California. Anche se l’insegna è cambiata, l’edificio è facilmente riconoscibile per chi conosce il film a memoria. Di notte ha ancora quell’atmosfera sospesa e cinematografica che lo ha reso celebre. Con solo tre negozi principali rimasti e una serie di rapine con scasso, il centro commerciale potrebbe essere considerato in terapia intensiva con poche speranze per il suo futuro.

Arizona

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Arizona

Nel deserto dell’Arizona

Nel film Ritorno al Futuro – Parte III (1990), quando Marty viaggia nel tempo fino al 1885 e si ritrova nel Vecchio West, alcune delle scene panoramiche con la DeLorean nel deserto sono state girate nella Monument Valley, al confine tra Arizona e Utah. Questo luogo iconico degli Stati Uniti è stato reso celebre da decine di western classici, e offre paesaggi mozzafiato con le sue formazioni rocciose rosse. È visibile soprattutto nella scena in cui Marty guida a cavallo o cammina nel paesaggio desertico, cercando di orientarsi nel nuovo contesto temporale. Questa fu la location ideale secondo Doc Brown per riportare Marty al 1885, con ampi spazi aperti dove raggiungere le 142 km/h senza essere visto. Fu anche nello stesso luogo nel 1885, subito dopo essere stato teletrasportato indietro nel tempo, che Marty incontrò gli indiani inseguiti dall’esercito americano. Il drive-in prende il nome dalla fittizia tribù indiana Pohatchee che abitava la zona prima della fondazione di Hill Valley.

Anche se gran parte della cittadina western Hill Valley 1885 fu ricostruita in un set nella California del Nord (Sonora), le riprese della Monument Valley servono a dare profondità cinematografica alla nuova ambientazione western. Il set, costruito appositamente nel 1989, fu smantellato e rimosso dopo la produzione del film. Monument Valley è stata un set per numerosi altri film come Ombre Rosse (1939) e Sentieri Selvaggi (1956), ma anche in Easy Rider (1969), e Forrest Gump (1994), per citarne alcuni.

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Un sogno su rotaie: il golf incontra il lusso a bordo dell’Orient Express La Dolce Vita

A partire da ottobre 2025, gli appassionati di golf potranno vivere un’esperienza senza precedenti: un viaggio de La Dolce Vita Orient Express, alla scoperta di alcuni dei migliori campi da golf italiani. Il progetto nasce dalla volontà di unire l’eleganza del viaggio su rotaia con il prestigio dei green più esclusivi d’Italia, offrendo un’esperienza unica tra sport, paesaggi mozzafiato e ospitalità d’eccellenza.

Un viaggio slow tra golf e lusso a bordo dell’Orient Express

La Dolce Vita Orient Express, nato dalla collaborazione tra LVMH, Accor e il gruppo Arsenale, amplia la propria offerta con un nuovo format di itinerari dedicati al golf. Si tratta di viaggi pensati per un pubblico internazionale di alto profilo, desideroso di scoprire l’Italia in modo raffinato e rilassato, all’insegna dello sport e del lifestyle italiano.

Gli itinerari, parte dell’iniziativa “La Dolce Vita”, vogliono promuovere il patrimonio culturale e naturale italiano attraverso il golf, valorizzando le eccellenze del territorio e i campi da golf più rinomati.

L’itinerario Northern Greens: dal Lazio al Piemonte, tra i campi più iconici del Nord Italia

Il primo itinerario golfistico, Northern Greens, debutterà a ottobre 2025. La partenza è fissata al Marco Simone Golf & Country Club di Roma, noto per aver ospitato la Ryder Cup 2023. Da lì, i viaggiatori verranno accolti nella raffinata Dolce Vita Lounge della stazione Roma Ostiense prima della partenza del treno.

Le tappe previste includono:

  • Franciacorta Golf Club (Lombardia)
  • Royal Park I Roveri (Piemonte)
  • Antognolla Golf Club (Umbria)
  • Terme di Saturnia Natural SPA & Golf Resort (Toscana)

Ogni sosta è pensata per offrire green di livello internazionale, accoglienza esclusiva e panorami indimenticabili.

Antognolla Umbria

Ufficio stampa

Il suggestivo Antognolla Golf Club in Umbria con tanto di castello

Italian Swing: la magia del golf nel Centro-Sud Italia

A novembre 2025 sarà la volta del secondo itinerario, Italian Swing, che si concentrerà sulle bellezze del Centro-Sud Italia. Anche in questo caso, gli ospiti potranno godere di un’esperienza immersiva, tra campi da golf iconici e ospitalità cinque stelle.

Le tappe di questo percorso includeranno:

  • San Domenico Golf Club (Puglia)
  • The Club at Castiglion del Bosco (Toscana)
  • Argentario Golf Club (Toscana), unica struttura PGA autorizzata in Italia

Un’occasione per scoprire l’Italia più autentica, abbinando il golf a esperienze enogastronomiche e culturali.

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Ufficio stampa

The Club at Castiglion del Bosco in Toscana

Comfort, cucina stellata e servizi su misura a bordo

A bordo della Dolce Vita Orient Express, nulla è lasciato al caso. Gli ospiti saranno coccolati con suite di lusso, cucina stellata e ambienti curati nei minimi dettagli, ispirati al design italiano e alla tradizione dell’Orient Express.

Orient Express La Dolce Vita: partono 2 itinerari di lusso per golfisti

Ansa

Interno dell’Orient Express La Dolce Vita

Inoltre, ogni itinerario prevede la presenza di un golfista professionista di fama internazionale, che accompagnerà i viaggiatori in ogni tappa, offrendo approfondimenti tecnici personalizzati e consigli esclusivi.

Un premio speciale per il miglior golfista

In collaborazione con l’Open d’Italia, il progetto prevede anche un premio esclusivo per chi realizzerà il primo “hole in one” durante il viaggio. Il fortunato vincitore riceverà un viaggio di due giorni e tre notti a bordo dell’Orient Express La Dolce Vita, con soggiorno incluso presso il prestigioso Hotel Orient Express La Minerva di Roma, per un’esperienza di relax totale.

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Ufficio stampa

Il San Domenico Golf di Savelletri in Puglia

Golf e territorio: un connubio vincente per il turismo di lusso

L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia volta a rafforzare l’attrattività dell’Italia come meta golfistica di lusso.
Ogni tappa dell’itinerario è arricchita da:

  • accoglienza riservata,
  • materiali esclusivi,
  • pause gourmet sul green,
  • servizi personalizzati a terra e a bordo.

Questo approccio non solo valorizza il territorio, ma offre anche un nuovo modo di vivere il golf in chiave esperienziale.

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Ufficio stampa

Il Royal Park I Roveri tra le colline del Piemonte
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Gatto è il nuovo film animato della Pixar ambientato in una delle città più magiche d’Italia

Durante l’Annecy International Animation Festival, la Pixar ha annunciato una grande novità: nell’estate del 2027 uscirà un nuovo film originale intitolato “Gatto” creato da Enrico Casarosa, il regista di “Luca”. Grazie ad alcune concept art del film mostrate sul palco dell’evento, sappiamo anche quale sarà la location in cui verrà ambientata la storia: Venezia.

Quale sarà la trama? Il protagonista è un gatto di nome Nero che, dopo anni trascorsi a muoversi in una città superstiziosa e ricca di canali, inizia a chiedersi se abbia vissuto le vite giuste. Indebitato con un boss della malavita felina locale, Nero si trova a dover affrontare un dilemma ed è costretto a stringere un’amicizia davvero inaspettata con una ragazzina, che potrebbe finalmente condurlo al suo scopo, a meno che Venezia non abbia la meglio su di lui.

Dove sarà ambientato Gatto, il nuovo film Pixar

Dopo “Luca”, il regista genovese Enrico Casarosa, autore di punta della casa di produzione statunitense, torna in Italia per raccontare la storia di un felino che vive nella famosa città lagunare. Il direttore creativo della Pixar, Pete Docter, ha raccontato la location dichiarando che l’obiettivo è quello di ricreare la resa pittorica di Venezia, senza però sacrificare la profondità e la dimensione a cui Pixar ha abituato i suoi fan.

Ambientato in una versione riccamente animata di Venezia, “Gatto” fonde l’autenticità culturale con la narrazione distintiva della Pixar. Il regista e storyboarder Enrico Casarosa riporta quel senso del luogo, ma questa volta attraverso una lente più stilizzata e pittorica. I primi bozzetti, infatti, suggeriscono un allontanamento dal tradizionale look 3D della Pixar, orientandosi verso un’identità visiva distintiva e artigianale.

Il film “Gatto” si svilupperà, quindi, tra calli e misteri veneziani, com’è stato reso visibile anche nell’immagine promozionale, rendendo l’Italia ancora una volta protagonista di una pellicola che verrà guardata in tutto il mondo: d’altronde stiamo parlando di due colossi dell’animazione, Pixar e Disney.

“Luca”, il film di Casarosa ambientato in Italia

Anche il precedente lungometraggio della Pixar, sempre diretto dallo storyboarder Enrico Casarosa, è stato girato in Italia. Stiamo parlando di “Luca” dove, per raccontare una storia di amicizia e inclusione, è stata scelta una location d’eccezione: le Cinque Terre, in Liguria.

Per la realizzazione di Luca, infatti, Enrico Casarosa e il suo team hanno visitato più volte i borghi, così da scoprirne i misteri del mondo subacqueo e le tradizioni che si tramandano da nonno a nipote, quelle che poi vengono raccontate nella trama del film. Come ha dichiarato lo stesso regista: “Per me era fondamentale che tutti capissero l’atmosfera di questi posti. La luce, i dettagli. C’è così tanta storia dietro”.

Gli splendidi borghi di Manarola, Vernazza, Riomaggiore, Corniglia e Monterosso, con le loro minuscole abitazioni colorate che si abbarbicano sulla roccia e riflettono la loro immagine nelle acque turchesi del Tirreno, hanno fatto da scenario per questo lungometraggio della Pixar.

Ora non vediamo l’ora di scoprire come verrà rappresentata e raccontata Venezia!