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Natale tutti i giorni? Si può, nel primo Christmas Hotel in Italia

I più nostalgici, ormai, se ne sono fatti una ragione: bisogna attendere 12 lunghissimi mesi esatti dalla fine del periodo natalizio per rivivere le magiche atmosfere che questo porta con sé. Quelle che fanno sognare a occhi aperti grandi e bambini, le stesse che tingono di meraviglia i quartieri, le strade e le città del mondo con un tripudio di luci, colori e profumi, che incantano la vista e inebriano i sensi.

Già, Natale è con tutta probabilità il periodo più magico dell’anno, a parte per i Grinch, s’intende. Lo stesso che permette a persone di ogni età, e a viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, di toccare con mano quel miracolo che trasforma i paesaggi che conosciamo in cartoline incantate. Difficile davvero attendere un anno intero per diventare, di nuovo, i protagonisti di una fiaba natalizia.

Ma non è così che deve andare per forza. Sfidando le stesse leggi che regolano il tempo, infatti, alcuni luoghi del mondo hanno deciso di sovvertire le regole e di appropriarsi del natale 365 giorni l’anno. Ed è quello che ha fatto anche questo hotel, che si trova in Italia, dove è Natale tutti i mesi. Preparate le valigie, e gli indumenti rossi, si parte alla ricerca del Natale.

A caccia di Natale in un luogo magico

Gli amanti del Natale lo sanno, basta prendere un volo con destinazione Polo Nord per cancellare ogni traccia di nostalgia. Proprio qui, al confine col Circolo Polare Artico, la famosa casa di Babbo Natale accoglie i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo in ogni periodo dell’anno. Certo, le renne sono al riposo, così come le attività degli elfi sono ridotte al minimo, eppure lì, in quel villaggio, c’è sempre qualcosa da fare. Lo sappiamo tutti.

Quello che invece molti non sanno è che c’è un altro luogo dove è possibile respirare l’atmosfera natalizia in ogni periodo dell’anno. E questo posto si trova in Italia. Incastonato nello splendido territorio della provincia di Vercelli, e situato ai piedi del versante meridionale del Monte Rosa, esiste un family hotel davvero speciale. Si tratta del primo Christmas Hotel in Italia, e l’esperienza che si vive qui è davvero unica.

Benvenuti nel primo Christmas Hotel in Italia, dove è Natale tutto l’anno

Dicono che non può essere Natale tutti i giorni, e in effetti il calendario lo conferma. Nonostante questa consapevolezza, però, il Mirtillo Rosso ha scelto di cambiare le cose e di creare nuove regole. Questo family hotel, situato ad Alagna Valsesia, ha infatti deciso di offrire ai viaggiatori di ogni età un’esperienza magica e incantata, fatta di emozioni e sorprese, ma soprattutto di atmosfere natalizie.

La struttura ricettiva, calda e accogliente come una baita di montagna, offre un’avventura senza eguali, quella di poter rivivere la magia del Natale in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Tra momenti esclusivamente dedicati al relax e al benessere mentale e fisico all’interno della Spa della struttura, alternati a giochi ed esperienze culinarie, ecco che ogni 24 del mese, gli interni dell’hotel si trasformano per abbigliarsi a festa. Non un vestito qualunque, ma quello del Natale.

Una volta al mese, infatti, Babbo Natale lascia la sua dimora in Lapponia per trasferirsi qui, proprio in questo hotel, e permettere agli ospiti della struttura di vivere un’esperienza magica e incantata. Tra spettacoli, decorazioni, canti e atmosfere fatate, ecco che il miracolo di Natale prende vita, anche in pieno agosto.

Decorazioni di Natale al Mirtillo Rosso Family Hotel

Fonte: Ufficio stampa Italy Family Hotels

Decorazioni di Natale al Mirtillo Rosso Family Hotel
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Una Venezia insolita, tra i suoi capolavori segreti che in pochi conoscono

Venezia, lo sappiamo bene, è una città unica al mondo, una delle mete più iconiche e gettonate, il cui nome porta subito alla mente la spettacolare Piazza San Marco con il Campanile e la Basilica, il Ponte di Rialto, il Ponte dei Sospiri e le caratteristiche isole di Burano, famosa per i merletti, e Murano, celebre per il vetro artistico.

Ma la città lagunare non è soltanto questo: tra calli, campi e sestieri, infatti, si celano chicche segrete, capolavori della storia dell’arte e luoghi insoliti tutti da scoprire per conoscere e apprezzare un lato inedito di rara suggestione.

Ponte del Chiodo

Lungo le fondamenta di San Felice, nel sestiere Cannaregio, ecco Ponte del Chiodo, uno dei due soli ponti veneziani (l’altro è il Ponte del Diavolo sull’isola di Torcello) rimasti intatti senza parapetti.

Si tratta di un piccolo ponte privato, lontano dai flussi turistici, che porta all’ingresso delle case sull’altra sponda e prende il nome dalla famiglia che in passato lo attraversava.

Calle Varisco

È davvero magico perdersi tra i ponti e le stradine meno frequentate di Venezia, nel silenzio rotto soltanto dai passi, e trovarsi dinanzi meraviglie impensate: una di queste è Calle Varisco, la via più stretta della città (indicata da due colonne) che misura appena 53 centimetri!

San Pantalon

Chiesa di San Pantalon

Fonte: Ph Crisfotolux – iStock

Chiesa di San Pantalon

Nelle immediate vicinanze di Campo Santa Margherita, svetta una chiesa dalla facciata incompiuta, il cui aspetto dimesso non cattura l’attenzione.

Si tratta della Chiesa di San Pantalon che, eppure, custodisce un’emozionante sorpresa. Appena varcato l’ingresso, preparatevi al capolavoro: il soffitto di 443 metri quadri è impreziosito da una maestosa tela dipinta simile a un affresco, forse la più grande del mondo.
L’opera, ricavata unendo 40 tele, sfrutta un sapiente gioco di prospettive per ampliare lo spazio della chiesa dove, all’architettura reale, si affiancano colonne e arcate dipinte.

San Zaccaria e la cripta allagata

Non lontano da Piazza San Marco, in  Campo S. Zaccaria, si staglia l’omonima chiesa, tra le più affascinanti della città, con pregevole facciata quattrocentesca e interni che pullulano di opere d’arte.

Ma non basta: raggiunta la cappella di San Tarasio, una serie di gradini conducono alla cripta, suggestivo ambiente a tre navate con colonne e volte a crociera dove venivano sepolti i primi dogi.
La presenza ormai immancabile dell’acqua l’ha resa ancora più affascinante: le volte e le colonne, come in un gioco di specchi, raddoppiano così gli spazi, creano nuove prospettive e aggiungono profondità.

Il labirinto sull’isola

Venezia vanta anche un labirinto.

Sull’isola di San Giorgio Maggiore, a breve distanza in vaporetto da Piazza San Marco, si trova un incredibile percorso tra le siepi di oltre un chilometro con tremila piante di bosso appositamente allineate.

La curiosa struttura è dedicata allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, molto legato alla Serenissima, nei cui romanzi il labirinto è un tema ricorrente come metafora della complessità del mondo e della conseguente difficoltà dell’uomo a “trovare la propria strada”.

Scala Contarini del Bovolo

Scala Contarini del Bovolo

Fonte: Ph Paul Hayward – iStock

Scala Contarini del Bovolo

Nel sestiere di San Marco, vicino a Campo Manin, cattura lo sguardo la Scala Contarini del Bovolo, gioiello nascosto plasmato da una torre cilindrica alta 26 metri e 80 scalini dalla forma elicoidale, in stile gotico, rinascimentale e veneto-bizantino.

Dalla sua sommità, si gode di una vista superba sui tetti della città, i campanili e le inconfondibili cupole della Basilica di San Marco.

La tomba di Canova

Poco distante da Campo San Polo, la Basilica dei Frari conserva la tomba dello scultore Antonio Canova, dalla particolare forma a piramide per rappresentare il “grande architetto dell’universo”, divinità dei massoni.

Il complesso, mediante il linguaggio cifrato delle statue e degli elementi arcani, parla della sapienza e dell’ispirazione dell’artista, nonché dell’immortalità dell’anima.

Inoltre, nella tomba è custodito soltanto il cuore del Canova, le cui spoglie si trovano invece a Possano, città natale.

Teatro Italia

A pochi passi dal Ghetto Ebraico, percorrendo la via che dalla stazione ferroviaria conduce a Rialto, ci si imbatte in uno storico edificio su cui campeggia la scritta “Teatro Italia“.

Al suo interno, la sorpresa: il supermercato più elegante d’Italia, il “DESPAR Teatro Italia”, ricavato nell’ex cinema teatro di inizio Novecento, con balconata in stile liberty e volte affrescate.

Palazzo Tetta

Nel Sestiere di Castello, uno dei palazzi più particolari e fotografati di Venezia: il settecentesco Palazzo Tetta, raro esempio di edificio lagunare indipendente sui tre lati.

Salite sul Ponte dei Conzafelzi e potrete immortalarlo da una posizione privilegiata.

Lo Squero di San Trovaso e lo Squero Tramontin

Sono molti i cantieri navali a Venezia, gli squeri, dove vengono costruite le gondole.

Tra questi, meritano una visita lo Squero di San Trovaso nel sestiere Dorsoduro, uno dei più famosi e antichi della città, nonché tra i pochi ancora in attività, e lo Squero Tramontin  e Figli, un’autentica istituzione del settore: i Tramontin, infatti, esportarono la gondola nel mondo e furono i fornitori ufficiali della Questura, del Comando dei Carabinieri e della Casa Reale Savoia.

Il canale sotterraneo

L’unico canale sotterraneo di Venezia? Eccolo in Campo Sant’Angelo, lungo il fianco della Chiesa di Santo Stefano, una piccola cavità cui si accede soltanto via acqua.

È parte del Rio Santissimo e termina al di sotto del coro della chiesa.

San Lazzaro degli Armeni

san lazzaro degli armeni venezia

Tra le isole della laguna di Venezia, da vedere è anche San Lazzaro degli Armeni, dal Settecento centro spirituale di una comunità di monaci provenienti dall’Armenia.

Ottenuto il permesso di stabilirsi sull’isola abbandonata, ristrutturarono la chiesa del monastero in rovina, costruirono nuovi edifici e diedero vita a una tipografia con cui stamparono opere scientifiche, letterarie e religiose in 10 alfabeti e 36 lingue.

Visitando l’isola, raggiungibile in vaporetto da San Zaccaria lungo la Riva degli Schiavoni, ammirerete un museo con arte e oggettistica araba, una pinacoteca e oltre 4000 manoscritti armeni.

La Porta Blu

Infine, la bellezza della Venezia nascosta si rivela anche nella pittoresca Porta Blu, nei presso di Palazzo Tetta e dell’originale Libreria Acqua Alta.

Da Calle Longa Santa Maria Formosa, prendete per Calle Ruga Giuffa, svoltate in Calle de Mezo e percorretela fino in fondo: ve la ritroverete proprio dinanzi.

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Puoi rivivere la magia dei tuoi film preferiti a Miami

Sono tanti i motivi che ci spingono a esplorare il globo in lungo e in largo, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Lo facciamo per andare alla scoperta delle meraviglie che portano la firma di Madre Natura o per toccare con mano l’immenso patrimonio artistico e storico del mondo. Lo facciamo anche per conoscere culture, tradizioni e usanze dei popoli che abitano luoghi lontanissimi da noi.

Indipendentemente dalle motivazioni che ci esortano a volare altrove, tutti siamo uniti dal medesimo desiderio di voler vivere esperienze caratterizzanti, le stesse che rendono unici e straordinari i nostri viaggi, indipendentemente dai chilometri percorsi.

E se è un’esperienza davvero unica che volete vivere in occasione del vostro prossimo viaggio, allora, abbiamo la destinazione giusta per voi. Stiamo parlando di Miami, la fervida e dinamica città internazionale che sorge nella parte meridionale della Florida. È proprio qui, infatti, che potrete trasformarvi nei protagonisti di un film e rivivere la magia delle vostre pellicole preferite. Pronti a partire?

Come in un film: benvenuti a Miami

Si chiama cineturismo, e come il nome stesso suggerisce è un trend di viaggio che riunisce tutti i cinefili e gli appassionati del grande e del piccolo schermo. L’obiettivo? Quello di andare alla scoperta delle location cinematografiche o televisive per rivivere la magia di serie televisive e pellicole. Del resto, è proprio attraverso queste che abbiamo potuto conoscere quei luoghi del mondo che ci hanno fatto sognare e che oggi popolano le nostre travel wish list.

Adesso, però, è il momento di trasformare quei sogni in realtà. E per farlo abbiamo pensato di recarci proprio nella meravigliosa Miami per andare alla scoperta di tutte quelle ambientazioni iconiche viste proprio sul grande schermo.

Miami, infatti, non solo ospita uno dei più grandi centri di produzione per il cinema, la televisione e la pubblicità, ma ha fatto da sfondo ad alcune delle pellicole più celebri mai viste al cinema e in televisione. Pronti a scoprirle tutte?

Diventare il protagonista di un film: le location iconiche di Miami

Miami, dicevamo, ha fatto da sfondo a numerose pellicole e serie televisive. La più iconica porta proprio il suo nome, stiamo parlando di “Miami Vice”, la serie televisiva che narra le appassionate indagini del detective James Crockett. Tutta la città parla del telefilm e viceversa: vi basterà una passeggiata per Miami per indossare idealmente i panni di Don Johnson.

Un viaggio nell’assolata città della Florida vi permetterà di ripercorrere le orme di una delle saghe cinematografiche più famose della storia, quella di 007. “Casinò Royale”, infatti, è stato girato qui. Anche “The Bodyguard”, uno dei film più iconici degli anni ’90 che ha consacrato il mito di Whitney Houston nel ruolo di attrice, ha visto Miami diventare la scenografia di una storia d’amore. Indimenticabile è la scena dell’esclusivo concerto al Fontainebleau di Miami Beach.

Il fascino della città non ha lasciato immuni neanche i registi italiani. Neri Parenti, infatti, ha deciso di girare qui il suo cinepanettone: “Natale a Miami”. Ve lo ricordate? La città, inoltre, ha fatto da sfondo anche alla serie televisiva “Flipper”, quella che racconta la storia di delfino che è stato salvato da un uomo e dalla sua famiglia e che ora vive con loro aiutandoli a proteggere la loro riserva.

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La cascata che si getta nel mare è tra i segreti più belli d’Italia

L’Italia è un luogo meraviglioso che affascina e sorprende da tempi immemori viaggiatori e persone provenienti da ogni parte del mondo. Lo fa con il suo immenso patrimonio storico, culturale e naturalistico, con la sua bellissima a costa, bagnata dal Mediterraneo e illuminata dal sole, con le città, quelle grandi che conservano i resti di un passato che non si può dimenticare, con le metropoli e poi, ancora, con i borghi e le isole.

Le cose da fare e da vedere nel nostro Paese sono tantissime, e anche quando crediamo di aver visto tutto, in realtà, lui torna a sorprenderci e a incantarci con i suoi segreti. E oggi è proprio di una bellezza nostrana che vogliamo parlarvi, di un luogo nascosto e affascinante, e ancora poco conosciuto dai turisti, dove la natura ha creato uno dei suoi più grandiosi capolavori. Si tratta di una cascata che si getta nel mare e che regala una delle visioni più belle del mondo.

Un segreto custodito in terra sarda

Per scoprire questo luogo ancora poco conosciuto, ma estremamente affascinante, dobbiamo recarci in Sardegna, la meravigliosa isola italiana che è diventata meta imprescindibile di viaggiatori e turisti che giungono nello Stivale ogni giorno. Proprio qui, tra spiagge di sabbia bianca che si alternano a coste selvagge e a un entroterra aspro e frastagliato, si apre una visione da sogno: una cascata bianca che si getta dentro il mare.

Per ammirare questo paesaggio così inedito e incredibile dobbiamo recarci a Cuglieri, in provincia di Oristano, proprio dove si estende la regione storica del Montiferru che prende il nome dal massiccio di origine vulcanica che caratterizza l’intero territorio. Tra altipiani verdeggianti, boschi lussureggianti e fiumi, appare all’improvviso un corso d’acqua che attraversa la terra e che si lancia nel vuoto fino a fondersi col mare.

Si tratta della cascata di Cabu Nieddu, che nasce dall’incontro di un corso d’acqua, il rio Salighes, e la costa. Il fiume, infatti, attraversa il magnifico scenario del Montiferru fino ad arrivare all’altopiano di Campeda. La sua corsa finisce proprio sulla scogliera dalla quale si getta a picco creando uno scenario unico al mondo. Il più bello della Sardegna e dell’Italia intera.

La cascata che si getta nel mare: una visione mozzafiato

È uno scenario unico, affascinante e straordinario, quello che si apre davanti agli avventurieri che giungono fin qui, e che non si può descrivere ma solo vivere. Quello messo in scena dalla natura, in questa zona della Sardegna, è uno spettacolo incredibile e raro. Sono poche, infatti, le cascate che si gettano nel mare, in Italia e nel resto del mondo. Eppure Cabu Nieddu lo fa, regalando ai cittadini e ai viaggiatori uno show di immensa bellezza.

La cascata, situata tra la baia de s’Archittu e la marina di Tresnuraghes, compie un salto di circa quaranta metri, potente e selvaggio, fino a fondersi con le acque che bagnano il territorio, creando un paesaggio idilliaco.

Il periodo migliore per godersi lo spettacolo è quello che va tra i mesi di novembre e marzo. Le piogge invernali, infatti, riempiono il corso d’acqua regalando così una caduta abbondante, maestosa e impressionante.

È possibile ammirare la cascata di Cabu Nieddu dal mare, navigando la costa in barca, oppure optare per una delle tante escursioni via terra che permettono di raggiungere i punti più strategici per l’osservazione.

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Hai mai provato ad attraversare questa piazza “bendato”? Dicono che è impossibile

Ogni città ha una storia fatta di misteri, avvenimenti oscuri e inspiegabili in cui i protagonisti sono persone di spicco o che hanno avuto un ruolo importante nel contesto urbano. Questi personaggi sono spesso al centro di leggende e racconti popolari che gettano un ulteriore velo di mistero sulla città. Tra quelle che hanno un fascino indiscutibile Napoli non poteva essere da meno. Uno dei luoghi simbolo del capoluogo campano è Piazza del Plebiscito. Oltre ad essere un luogo in cui la bellezza artistica si sposa alla perfezione con l’imponenza architettonica è al centro di una leggenda che ha come protagonista la Regina Margherita e le persone che tentano di attraversare la piazza bendati.

La maledizione della Regina Margherita

Maestosa e affascinante: queste sono le prime cose che vengono in mente quando si arriva a Piazza del Plebiscito. Con i suoi 2500 metri quadrati trasmette al turista un senso di imponenza confermato dalla bellezza delle sue opere. Tra queste spiccano le due statue equestri al centro della piazza realizzate da Antonio Canova, raffiguranti Carlo III di Borbone e suo figlio, Ferdinando I delle due Sicilie.

Le statue di Piazza del Plebiscito

Fonte: 123RF

Le statue equestri di Piazza del Plebiscito

Queste statue sono le protagoniste della leggenda. Si narra infatti che chiunque cerchi di attraversare bendato la piazza partendo dall’entrata di Palazzo Reale, non riuscirà mai ad arrivare al lato opposto e a passare tra le due statue. Il motivo? Secondo un mito, tutto è legato a una maledizione della Regina Margherita. La sovrana, infatti una volta al mese concedeva la libertà a quei prigionieri che riuscivano in questa impresa. Facile a dirsi, ma non a farsi, infatti nessuno ci è mai riuscito proprio perché sembra che la regina avesse lanciato una maledizione.

Una spiegazione scientifica dietro la leggenda

Una leggenda è sempre una leggenda e credere che la regina abbia potuto scagliare una maledizione è affascinante, ma in realtà c’è un motivo se nessuno riesce a passare in mezzo alle due statue equestri. La piazza è molto ampia e priva di punti di riferimento che portano chi l’attraversa a confondersi facilmente. A questo bisogna aggiungere la sua conformazione particolare e una leggera pendenza che impedisce di seguire una traiettoria dritta e quindi a deviare a destra o a sinistra. In questo modo immancabilmente non si riesce a passare tra le due statue.

Palazzo Regio a Napoli

Fonte: 123RF

La facciata del Palazzo Regio a Piazza del Plebiscito

Questa non è l’unica leggenda legata alla piazza, ci sono molte storie e aneddoti che rendono Piazza del Plebiscito ancora più intrigante e amata dai turisti e dagli abitanti del capoluogo campano. Sulla facciata del Palazzo Reale all’interno delle nicchie ci sono 8 statue che raffigurano i sovrani del Regno di Napoli, ma l’attenzione deve essere rivolta alle ultime quattro. La posizione in cui sono stati ritratti ha spinto a creare una simpatica storiella su di loro. Si dice che Carlo V D’Asburgo con l’indice verso il basso abbia indicato una pozza d’acqua esclamando “Chi ha fatto pipì per terra?”. Carlo III avrebbe risposto: “Io non ne so niente”, mentre Gioacchino Murat puntando la mano al petto si sarebbe accusato dicendo: “Sono stato io e allora?”. A questo punto Vittorio Emanuele II avrebbe cercato di risolvere il problema sguainando la spada e minacciando di evirarlo.
È innegabile che le storie e le leggende legate ai luoghi siano sempre piene di fascino, ma Piazza del Plebiscito ha il merito di conquistare i visitatori anche e soprattutto per la sua bellezza senza pari.

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La villa più bella del Lago di Como è pura magia

Il Lago di Como è puntellato di splendide ville lungo tutta la costa. Antiche dimore sorte nel corso dei secoli a testimonianza della ricchezza e dell’opulenza dei proprietari che le hanno volute.

Ma ce n’è una fra tutte che spicca per la sua magnificenza, per l’opulenza del suo parco e per la posizione unica a invidiabile che la rende la più bella villa del Lago di Como. Talmente unica da aver ispirato scrittori e registi che ne sono stati ispirati per creare capolavori.

Stiamo parlando della Villa del Balbianello, nel Comune di Lenno, sulla sponda occidentale del lago, dove inizia la zona costiera denominata Costa della Tremezzina. Con il suo splendido giardino e la vista mozzafiato che offre, Villa del Balbianello è una delle più spettacolari dimore del Lago di Como.

Come arrivare alla Villa del Balbianello a Lenno, sul Lago di Como

Fonte: 123rf

Villa del Balbianellovista dal Lago di Como

È una villa costruita sulla punta della penisola di Lavedo, e proprio per questo è visibile da ogni punto del Lago di Como. È una delle più scenografiche dimore d’epoca che disegnano il profilo del Lario. Donata al FAI da Guido Monzino, suo ultimo proprietario, nel 1988, Villa del Balbianello fu voluta dal Cardinal Angelo Maria Durini alla fine del Settecento e fu costruita sul luogo dove un tempo si trovava un monastero francescano.

Luogo di poeti, scrittori e registi

Quando la villa passò in eredità dal Cardinal Durini al nipote Luigi Porro Lambertenghi questo invitò nientemeno che lo scrittore Silvio Pellico, l’autore di “Le mie prigioni”, come precettore dei suoi figli. Pellico era solito gustare il proprio sigaro sulle rive del lago ed è qui che s’intrattenne con il patriota Piero Maroncelli per parlare dell’Italia e della rivoluzione. Secondo alcuni, fu proprio in questi anni che i loro discorsi vennero intercettati dalla ronda austriaca che perlustrava le coste.

Successivamente, la Villa del Balbianello fu acquistata da Giuseppe Arconati Visconti, che ospitò nel proprio salotto personaggi come Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e persino Alessandro Manzoni.

In seguito, la proprietà venne abbandonata in stato di degrado a causa del declino della casata, finché l’ufficiale statunitense Butler Ames se ne innamorò, decise di acquistarla nel 1919 e la restaurò. Monzino, collezionista d’arte e appassionato viaggiatore (fu il primo italiano ad arrivare in cima all’Everest), acquistò la villa nel 1974, per farne custode dei ricordi delle sue imprese. Ricordi che ancora oggi riempiono le stanze: le mappe, i libri, gli strumenti di viaggio, i cimeli delle sue note alpinistiche sono racchiusi nel Museo delle Spedizioni.

Il contesto in cui si trova la villa ha fatto innamorare oltre ai letterati anche artisti e registi: nel giardino e nelle sale sono state girate scene di molti film, da “La Certosa di Parma” nel 1947 a “Jackpot” nel ’92 con Adriano Celentano a saghe famosissime, come quella di Star Wars con “Episodio II – L’attacco dei cloni” di George Lucas nel 2002 e quella di 007 con il film “Casino Royale” nel 2006.

Il Bene FAI più visitato d’Italia

Dal 1988 si prende cura della villa e dello splendido parco il Fondo Ambiente Italiano e lo fa in modo eccellente evidentemente, visto che è da anni ormai il Bene FAI più visitato d’Italia con circa 150mila turisti l’anno). E non soltanto dagli italiani, ma anche da turisti stranieri provenienti da tutta Europa, Stati Uniti e persino dall’India. Viene spesso richiesta come location per matrimoni: solo nel 2022 ne sono stati celebrati ben 200.

Quest’anno la stagione di apertura della villa è stata estesa; quindi, i visitatori saranno ancora più numerosi. Non soltanto, quindi, da aprile a ottobre, ma sarà visitabile a partire dall’11 marzo e per buona parte dell’inverno, consentendo così di destagionalizzare il turismo lungo tutto il Lago di Como e di godere del fascino del lago in ogni stagione. L’autunno, per esempio, è la più affascinante per le immagini, i panorami e i colori del lago.

Cosa vedere a Villa del Balbianello

Decisamente il punto forte della villa è il suo enorme giardino. Le potature ardite, come quella a ombrello del grande leccio, sono un vero spettacolo. E poi la Loggia Durini, la monumentale struttura ad arco decorata da una rosa dei venti intarsiata e abbracciata da un Ficus Repens (dove è stata girata la celebre scena del bacio in Star Wars tra Anakin Skywalker e la bellissima Padme), e la Darsena, il porticciolo ricavato nelle rocce (chi ha la fortuna di giungere a Villa del Balbianello a bordo di un’imbarcazione potrà provare un’esperienza davvero esclusiva).

All’interno della villa, oltre al Museo delle Spedizioni, ci sono anche numerose collezioni: oggetti d’arte primitiva, carte geografiche, stampe ottocentesche con vedute del Lario, tappeti e rari dipinti su vetro del XVIII secolo.

Info utili

La Villa del Balbianello è aperta tutti i giorni tranne lunedì e mercoledì (non festivi), dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso per visitare solo il parco alle 17 e ultima visita guidata agli interni della villa alle 16.30. A partire dal mese di novembre entrerà in vigore l’orario ridotto con apertura al pubblico dalle 10 alle 17. In questo periodo, l’ultimo ingresso al giardino sarà alle 16 mentre nella villa l’ultima visita guidata partirà alle 15.30.

A dicembre le aperture sono solo nei giorni 1, 2, 3, 5, 8, 9, 10, 12, 15,16,17, 19, 22, 23, 26, 29, 30, 31. A gennaio 2024 la villa sarà aperta solo i giorni 2, 5, 6 e 7. È sempre consigliata la prenotazione al massimo 24 ore prima. La visita del parco costa 12 euro (9 euro il biglietto ridotto), mentre con la visita guidata della villa che dura tre quarti d’ora costa 23 euro (15 euro il ridotto). Inoltre, il FAI organizza anche aperture speciali, come le Giornate di primavera, ed eventi durante tutto il corso dell’anno.

Villa del Balbianello

Fonte: Marianne Majerus Garden Images

Il parco della Villa del Balbianello
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Kronborg, il castello che stregato Shakespeare

Di principi, regnanti e cavalieri parlano i castelli e le fortezze, custodi di storie, leggende e segreti che affascinano e suggestionano da sempre. Ce ne sono tantissimi, da visitare e da scoprire nel mondo, e alcuni sono così celebri da essersi trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche. Edifici imponenti e maestosi che con le loro torri merlettate, i ponti di attraversamento, gli arredamenti opulenti e le stanze segrete evocano un passato che non si può dimenticare.

E oggi è proprio di un castello che vogliamo parlarvi, di una delle più emblematiche fortezze rinascimentali europee, situata in Danimarca e iscritta nel registro del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 2000.

Il nome Kronborg Slot, forse, non vi dirà molto, ma la fama di quello che è successo all’interno del maestoso edificio secoli fa ha raggiunto il mondo intero. Perché questo castello non solo ha stregato William Shakespeare, ma è stato trasformato dal grande scrittore nella dimora di Amleto.

Viaggio in Danimarca sulle orme di Shakespeare

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Danimarca, nel Paese scandinavo che da sempre popola le travel wish list dei viaggiatori di tutto il mondo. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, come perdersi e immergersi nella bellezza della capitale o lasciarsi suggestionare da Odense, la città natale dello scrittore Hans Christian Andersen.

Non ci sono solo le celebri città da visitare però, ma anche i suoi dintorni. Partendo da Copenhagen, e a soli circa 40 chilometri dalla capitale danese, è infatti possibile raggiungere uno dei luoghi più affascinanti dell’intero Paese: il castello di Kronborg.

Situato a Helsingør, l’edificio fu costruito nel 1420 da Eric di Pomerania, ma il suo aspetto attuale risale alla grande ristrutturazione effettuata dall’architetto Anthonis van Obbergen il secolo successivo, su commissione di Federico II di Danimarca, che lo ha trasformato nello splendido castello rinascimentale che oggi possiamo ammirare.

Lo stesso castello, che è diventato una meta imprescindibile per tutte le persone che giungono nel Paese, stregò letteralmente William Shakespeare. Fu proprio in questo che il drammaturgo e poeta inglese scelse di ambientare il suo più celebre dramma, quello dell’Amleto.

La residenza di Amleto

Che siate affascinati dalle opere di William Shakespeare o siete in cerca di esperienze uniche e iconiche in Danimarca, non potete rinunciare a una visita al castello di Kronborg per rivivere le suggestioni del dramma shakespeariano in quella che è conosciuta nel mondo come la residenza di Amleto.

L’edificio è un vero e proprio gioiello rinascimentale tutto da scoprire, nei suoi esterni così come nei suoi interni. Grazie alle visite guidate, infatti, è possibile esplorare le stanze, le cripte e le catacombe. Proprio qui, nelle viscere del castello, potrete scoprire la grande statua in pietra di Ogier, il protettore della Danimarca, alla quale è legata una suggestiva leggenda. Secondo la tradizione il guerriero si risveglierà per proteggere il Paese in caso di pericoli.

Non è tutto, però, perché all’interno del castello ogni estate vengono portate in scena, da attori e compagnie teatrali, le opere più famose del poeta e drammaturgo inglese. Ed è allora che è possibile immergersi totalmente nel fascino della letteratura shakespeariana.

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Tafraoute: il villaggio magico che svela il volto inedito del Marocco

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, perché infinite sono le bellezze che gli appartengono. Lo sanno bene tutte quelle persone che hanno scelto di trasformare il viaggio in una vera e propria missione di vita per esplorare il globo, per indagare i patrimoni artistici, storici e naturalistici e per toccare con mano le usanze e le culture di popoli lontani.

E oggi è proprio in una destinazione lontana che vogliamo recarci insieme a voi, per conoscere un luogo ancora distante dai radar del turismo di massa, ma non per questo meno sorprendente. Per scoprirlo dobbiamo recarci in Marocco, tra le montagne dell’Anti Atlante nel sud del Paese.

È qui che, incastonato nella splendida valle di Ameln, esiste un villaggio magico che appare agli occhi dei visitatori come un miraggio e che svela il volto inedito e autentico del Marocco. Pronti a partire?

Benvenuti a Tafraoute, tra le montagne dell’Anti Atlante

È un viaggio diverso dai soliti, quello che facciamo oggi, e che ci porta alla scoperta di una piccola e sorprendente oasi nel Marocco che si apre davanti allo sguardo di tutti gli avventurieri che osano spingersi fin qua giù.

Ci troviamo nella valle di Ameln, in quel territorio costellato da tanti piccoli villaggi berberi che si snodano tra le montagne dell’Anti Atlante che infiammano il paesaggio. Percorrendo chilometri di strade tortuose è possibile scorgere un agglomerato di case che si snodano sotto una roccia dalla forma insolita. Si tratta di un piccolo e inaspettato villaggio ancora sconosciuto alla maggior parte dei turisti.

Il suo nome è Tafraoute, ed è un luogo magico incastonato tra le maestose montagne di granito rosso che al tramonto si tingono di rosa e che regalano spettacoli unici e mozzafiato. Un luogo idilliaco dove la vita scorre lenta e dove, a ogni ora del giorno e della notte, è possibile ammirare scorci mozzafiato su tutto il territorio circostante.

Tafraoute è situato a 1200 metri di altezza e il paesaggio in cui è immerso lo fa somigliare a un’oasi nel deserto. Lo scenario aspro e selvaggio, infatti, ospita filari di palme che si estendono all’orizzonte e mandorli che nella stagione primaverile esplodono in tutta la loro bellezza tingendo l’intero territorio. Tutto intorno, invece, montagne di granito rosso e rocce dipinte incorniciano il paesaggio rendendolo straordinario.

Il villaggio è il perfetto punto di partenza per andare a visitare le Paint Rocks che si sono trasformate nelle protagoniste assolute delle istantanee di viaggio di chi giunge fin qui. Si tratta di rocce dipinte negli anni ’90, di blu, di rosso e di verde, che fanno da contrasto ai colori della terra creando scenari davvero mozzafiato.

Il villaggio di Tafraoute

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Il villaggio di Tafraoute

Un villaggio-oasi nel sud del Marocco

È possibile raggiungere Tafraoute da Agadir, percorrendo circa 160 chilometri in auto. Le strade sono tortuose e polverose e circondate da paesaggi aridi e incontaminati. Ma è alla fine del percorso che, come per magia, appare davanti agli occhi dei viaggiatori questo villaggio-oasi incastonato tra le montagne dell’Anti Atlante.

Da qui è possibile scoprire i dintorni in bicicletta, per ammirare le bellezze della valle e per raggiungere i vicini villaggi berberi. Imperdibili sono le rocce dipinte che si snodano appena fuori dal villaggio e che creano uno scenario unico e sorprendente. Fermatevi ad ammirare il territorio: la vista da qui è meravigliosa.

Le rocce dipinte nei pressi del villaggio di Tafraoute

Fonte: iStock

Le rocce dipinte nei pressi del villaggio di Tafraoute
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I segreti nascosti dietro la Piramide Nera d’Egitto

Costruita dopo le piramidi di Giza, questa è però la più misteriosa d’Egitto. La Piramide di Amenemhat III, un Faraone appartenente XII dinastia egizia, meglio conosciuta come “Piramide Nera”, è un intricato labirinto che ancora oggi nasconde dei segreti.

Si trova all’interno della necropoli di Dahshur, uno dei siti archeologici più importanti dell’antichità, che comprende anche sepolture di nobili e un villaggio di operai nella zona di Saqqara, a una ventina di chilometri a Sud rispetto alle piramidi di Giza e al Cairo. Intitolata al sovrano Amenemhat detto “il potente”, è chiamata “Piramide Nera” per via della presenza di basalto nel nucleo molto scuro e al pyramidion in diorite grigia. Un reperto di pyramidion è conservato nel Museo egizio del Cairo e, secondo gli esperti, potrebbe svelare alcuni misteri, a partire dal materiale con cui è stato forgiato.

Cos’è il pyramidion

Il pyramidion è la particolare cuspide piramidale monolitica che rappresentava l’apice delle antiche piramidi e di molti obelischi egizi. Secondo gli storici, questo elemento architettonico rappresentava la pietra sacra chiamata “benben”. Nella mitologia egizia, era la collina emersa dall’oceano primordiale. Su questa collina il creatore Atum generò se stesso e la prima coppia divina di Shu e Tefnut. La sua forma era piramidale, ecco perché i principali edifici religiosi dell’antico Egitto hanno questo aspetto. Fra tutti i pyramidion che sono rimasti, il più particolare è proprio quello della piramide di Amenemhat III.

Gli antichi egizi vengono dallo spazio?

Torna quindi l’antica credenza secondo cui gli antichi egizi potrebbero essere arrivati dallo spazio. Ecco la teoria. I primi egittologi non riuscivano a comprendere di quale materiale fosse composto il pyramidion. L’aspetto di questo materiale e la sua resistenza ricordano il ferro, che però a quei tempi non era ancora conosciuto.

È stato quindi ipotizzato che questa pietra nera e lucida potesse essere giunta sulla Terra dallo spazio sotto forma di meteorite. Ecco perché si parla di una pietra spaziale, posta dagli antichi egizi in cima alla piramide come fosse un’antenna che serviva per comunicare con gli alieni.

Cos’hanno scoperto gli esperti

Gli studiosi hanno poi scoperto che i pyramidion, quasi tutti costruiti durante l’Antico Regno, erano ottenuti da materiali rari, come la diorite o il nero basalto. Con il loro colore scuro dovevano creare un contrasto con il bianco del calcare che rivestiva le piramidi. Durante il Medio Regno, gli egizi cominciarono a usare il granito e ad aggiungervi iscrizioni geroglifiche. Il pyramidon di Amenemhat III proveniente dalla piramide di Dahshur, decorato con geroglifici, non è dunque fatto con una pietra proveniente dallo spazio, ma è di granito scuro.

Perché si chiama “Piramide Nera”

Ci sono due ragioni per cui la piramide di Amenemhat III è detta “Piramide Nera”. La prima, come anticipato, è per via della presenza di basalto nel nucleo molto scuro e al pyramidion in diorite grigia. Ma c’è anche un altro motivo. L’appellativo si deve anche al suo aspetto attuale, grigio e semi distrutto. La piramide, infatti, oggi appare come un cumulo di macerie.

Una rivoluzione epocale

Ma questa piramide ha una grande importanza in quanto rappresenta un passaggio epocale nell’evoluzione architettonica delle piramidi, passando dal modello “a gradoni” a quello dalle linee classiche. E non è tutto. Fu anche la prima a ospitare sia il Faraone defunto sia le sue regine (il labirinto interno pare servisse proprio al re per raggiungere le stanze delle mogli). Infine, era quella ad avere uno dei pyramidion più belli dell’arte egizia.

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Il mistero dei volti apparsi in villaggio dell’Andalusia

C’è un piccolo borgo dell’Andalusia che attira molti curiosi e appassionati di fenomeni paranormali per un fatto straordinario accaduto negli Anni ’70. È il villaggio di Bélmez de la Moraleda, a un’ora di auto da Granada, nel Sud della Spagna.

L’apparizione dei Volti di Bélmez

Qui, una certa María Gómez Cámara, vide improvvisamente apparire sul pavimento di casa un volto. Nonostante cercasse di lavare via l’immagine, questa non si cancellava. Nonostante avesse provato a picconare il pavimento e a cementarlo di nuovo per rimuovere l’immagine questa tornava ancora.

Avvertite le autorità locali, si scoprì che sotto il pavimento, proprio nel punto in cui era apparso il volto, erano celate delle ossa umane. In effetti, dove sorgeva l’abitazione della famiglia Gómez Cámara un tempo si trovava un cimitero di epoca romana. Peccato che, secondo studi condotti in seguito, le ossa non fossero di epoca romana ma molto più recente, intorno al XIII secolo. Quando altri volti apparvero in alte stanze della casa, alcuni addirittura nella mansarda, quindi non a contatto con la terra, il caso fece il giro della Spagna, divenendo il più straordinario fenomeno paranormale di tutta la Spagna, ma anche d’Europa e poi del mondo.

Fu così che molti curiosi e soprattutto appassionati di turismo esoterico iniziarono a recarsi nel paesino andaluso apposta per vedere i visi apparsi sul pavimento e studiare il fenomeno di quelli che divennero famosi come i Volti di Bélmez. Nei fine settimana, folle di pellegrini si addensavano fuori dalla casa, arrivando a picchi di 20mila persone, un numero enorme per un paese di soli 2mila abitanti.

Il significato

Molti sono stati gli studiosi che hanno visitato e analizzato questi volti e che hanno dato diverse spiegazioni. Veri e propri “ghostbuster” in versione spagnola. Secondo alcuni si tratterebbe di una frode, ma sono in tanti a ritenere che si tratti di un fenomeno paranormale, visto che dopo decenni queste figure continuano ad apparire. Provarono addirittura a tenere chiusa una stanza per tre mesi e quando la riaprirono trovarono ben 17 nuovi volti.

Quando nel 2004 la signora maria morì, comparvero dei volti anche in un’altra casa, quella dove la donna nacque, benché continuassero a esserci anche in quella dove aveva vissuto. Questo fece sì che alcuni parapsicologi sostenessero che i volti venivano creati dal subconscio di Maria, un fenomeno chiamato “teleplastia” ovvero la capacità di materializzare involontariamente immagini. Questi volti, quindi, avevano e hanno un forte legame con la signora Maria Gómez Cámara che sarebbe stata, a sua insaputa, un medium capace di attivare il fenomeno dei volti nei luoghi dove ha vissuto.

Turismo del paranormale

Il mistero dei Volti di Bélmez che dapprima aveva creato grande scompiglio nel paese e tra le autorità locali e quelle religiose – oltre che nella vita di Maria Gómez e della sua famiglia – ha cambiato una volta per tutte anche le sorti del piccolo paese dell’Andalusia che da Bélmez de la Moraleda è diventato “il paese dei volti”, in spagnolo “Caras de Bélmez”.

Chi desidera avventurarsi nel paese dei volti trova facilmente le indicazioni per raggiungere la “Casa dei volti“, al numero 5 di calle Rodriguez Acosta, una classica casa spagnola intonacata di bianco e con gli infissi gialli, e la “Nuova casa dei volti”, al numero 2 della stessa via, visto che gli indirizzi sono due. Nella seconda casa è stato allestito un piccolo museo, il Centro de Interpretación de Las Caras de Bélmez che racconta la storia delle apparizioni.