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Questo è il momento migliore per visitare Toronto e la temperatura è unica

C’è una città in Nord America che riesce a sorprendere chiunque la visiti, una metropoli capace di mescolare l’eleganza europea con l’energia americana, incastonata tra il lago Ontario e un cielo di vetro e acciaio. Siamo a Toronto, la capitale culturale del Canada, dove ogni stagione racconta una storia diversa e ogni viaggio cambia volto a seconda del periodo in cui si parte; continua la lettura e scopri con noi il clima di Toronto per non farti sorprendere dalle temperature e quando partire per vivere al meglio la città canadese tra eventi, panorami e stagioni indimenticabili.

Clima a Toronto: il fascino delle quattro stagioni canadesi

Toronto non è una città qualunque quando si parla di clima, infatti segue la tipica danza delle quattro stagioni canadesi, ma con una personalità tutta sua grazie alla vicinanza con il lago Ontario che influenza temperature e umidità. Il suo carattere meteo è definito da contrasti netti, tipici delle città nordamericane affacciate sui grandi laghi.

 Qui l’inverno è un affare serio: freddo pungente, giornate limpide e cieli che si colorano di blu cristallino, con temperature che possono scendere ben al di sotto dello zero, toccando facilmente i -10°C o anche di più. Eppure, è proprio sotto la neve che Toronto mostra uno dei suoi volti più affascinanti, tra mercatini natalizi, pattinaggio all’aperto e vetrine scintillanti lungo Yonge Street e Queen Street West.

Poi arriva la primavera, tanto breve quanto intensa è quella stagione di transizione che sa essere tanto capricciosa quanto incantevole. Tra marzo e maggio la città si scrolla di dosso la neve, i parchi si colorano di fiori e la temperatura torna a salire, oscillando tra i 5°C e i 20°C. L’aria profuma di rinascita, le terrazze iniziano a riempirsi e Toronto ritrova la sua vivacità a passo lento.

Il clima nella bellissima città di Toronto

Fonte: iStock

Com’è il clima a Toronto: il periodo migliore per visitarla

L’estate, qui, sa essere sorprendentemente calda: tra giugno e settembre le giornate si allungano, il sole scalda con decisione e le temperature oscillano tra i 20°C e i 30°C, regalando weekend perfetti per scoprire le Toronto Islands o passeggiare lungo la Waterfront promenade, con la skyline della città che al tramonto sembra un quadro impressionista.

Infine, l’autunno, che a Toronto ha il sapore della poesia: il foliage tinge di rosso e oro le chiome degli alberi, l’aria si fa frizzante e le temperature scendono dolcemente da 15°C fino ai primi freddi di novembre, senza mai essere troppo rigide, almeno fino a metà stagione.

Quando andare a Toronto: il periodo perfetto per ogni tipo di viaggiatore

Scegliere quando partire per Toronto dipende tutto da che tipo di viaggio hai in mente. Se cerchi paesaggi da cartolina e un’atmosfera da fiaba, l’inverno ti regalerà emozioni uniche, soprattutto tra dicembre e febbraio, quando la città si veste di luci e neve e i festival invernali riscaldano le strade, nonostante le temperature glaciali.

Se invece preferisci vivere Toronto all’aperto, tra street food, concerti e parchi rigogliosi, allora l’estate è la stagione ideale; da giugno ad agosto la città esplode di vita, i festival si susseguono senza sosta e il clima, caldo ma mai eccessivo, trasforma ogni angolo in una perfetta cartolina urbana.

Per chi ama il compromesso tra bel tempo e tranquillità, la primavera e l’autunno sono le scelte più intelligenti. Aprile e maggio offrono giornate fresche ma piacevoli, perfette per visitare musei e quartieri senza la folla estiva, mentre settembre e ottobre conquistano con la magia del foliage e con eventi come il Toronto International Film Festival, una delle rassegne cinematografiche più importanti al mondo.

Toronto non è mai uguale a se stessa, e proprio per questo non esiste una stagione sbagliata per visitarla. ogni mese offre il suo fascino, ogni quartiere cambia volto con il passare delle stagioni. Il vero segreto? Lasciarsi guidare non solo dal meteo, ma anche dalla voglia di scoprire una metropoli che, stagione dopo stagione, ti farà sentire a casa e in viaggio allo stesso tempo.

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Cosa vedere a Fontanellato, gioiello del Parmense

Ogni borgo ha la sua storia da raccontare e tesori racchiusi tra mura, piazze e vicoli che ci fanno quasi dimenticare in che anno siamo. Un esempio su tutti è Fontanellato, gioiello della Bassa Parmense, che si incontra a 5 Km dalla Via Emilia tra Parma e Fidenza. Capiamo subito che è una località speciale perché è tra quelle contrassegnate dalla Bandiera Arancione del Touring Club, nonché aderente al circuito delle CittaSlow italiane.

A Fontanellato, ogni passo conduce a una piccola meraviglia inaspettata. Il tour tra le bellezze storiche e artistiche del borgo che si lascia visitare a passo lento svela attrazioni imperdibili, da ammirare in ogni periodo dell’anno, specialmente in estate, quando il paese risplende dei colori della campagna e si anima di eventi. Se non avete ancora mai visitato questo paese-gioiello, è arrivato il momento di farlo. Ecco un assaggio della sua storia e una guida delle cose da vedere per non perdervi l’incanto di un luogo davvero speciale.

La storia di Fontanellato

Cominciamo dal nome: da dove deriva? Ebbene, Fontanellato è il toponimo di “Fontana lata”, ovvero grande fontana, così chiamato perché, come detto, il paese si colloca nella cosiddetta Bassa Parmense, tra i fiumi Taro e Stirone. L’ambiente è quello tipico della pianura padana “bassa”, con le vaste coltivazioni estensive e i fontanili o risorgive, alimentati dalle acque sotterranee, coperte da uno strato impermeabile di terreno argilloso.

Le origini del borgo sono da ricercarsi già in epoca preistorica, legate all’insediamento terramaricolo di Castellazzo, emerso tra il 1888 e il 1895 dagli scavi di Luigi Pigorini. Nel X secolo venne costruita una prima fortificazione di origine longobarda che si articolò in seguito in un vero e proprio castrum appartenente alla famiglia Pallavicino dal 1124, probabilmente con scopo esclusivamente militare. Solo intorno alla fine del 1300, con il passaggio della proprietà alla famiglia Sanvitale, cominciò il processo di creazione del centro urbano, oggi conosciuto come Fontanellato.

La Rocca

La maggiore attrazione di Fontanellato è la Rocca Sanvitale, posta al centro della piazza principale. Eretta come fortezza difensiva nel XIV secolo, su un preesistente edificio del XII secolo, è stata trasformata nella residenza dei nobili Conti Sanvitale, che l’hanno abitata per circa sei secoli.

La caratterizzano muri merlati, quattro torri angolari e un ampio fossato alimentato un tempo dall’acqua prodotta da una risorgiva e risistemato all’inizio del XVII secolo dall’architetto parmense Smeraldo Smeraldi. Attraverso un ponte levatoio si accede al cortile interno. Nel 1948 l’ultimo Conte cedette la Rocca con i suoi arredi al Comune, che ha provveduto successivamente a trasformarla in museo, aperto tutto l’anno, con la possibilità di visitare le splendide sale.

Nell’appartamento nobile posto al primo piano della Rocca sono, infatti, conservati arredi e decorazioni risalenti ai secoli compresi tra il XVI e il XIX. Il gioiello più prezioso è la “Saletta di Diana e Atteone”, affrescata da Francesco Mazzola, noto come Parmigianino, dipinta nel 1523-1524 per il conte Galeazzo Sanvitale e sua moglie, Paola Gonzaga, e considerato uno dei capolavori giovanili dell’artista. Diverse sono le interpretazioni date alla saletta nel corso degli ultimi decenni, ma l’ipotesi più accreditata è che fosse una sorta di piccolo “boudoir” o “studiolo” privato di Paola Gonzaga, ritratta nella figura femminile sopra la finestra.

Il Santuario della Beata Vergine del Rosario a Fontanellato

Fonte: iStock

Santuario della Beata Vergine del Rosario, meta di pellegrinaggio

Le chiese, il Teatro Comunale e il parco botanico

Sulla piazza antistante la Rocca affacciano due edifici religiosi: l’Oratorio dell’Assunta, con una splendida sagrestia lignea del 1720, opera di Giulio Seletti, capolavoro del Barocchetto parmense, e la Chiesa tardo-gotica di Santa Croce, al cui interno sono conservati pregevoli dipinti del ‘700.

Da non perdere anche il Teatro Comunale, progettato nel 1681 da Alessandro Sanvitale ma demolito completamente nel 1832, la cui attuale struttura risale al XIX secolo e si basa sul progetto presentato dall’architetto Pier Luigi Montacchini. Di fronte all’ingresso della Rocca ci si imbatte nelle ex scuderie Sanvitale, alle quali è annesso il bellissimo parco botanico con alberi secolari con più di seicento anni, visitabile accedendo alla struttura “In Villa”, inserita nel circuito delle Dimore Storiche Italiane.

Fino al XIX secolo, l’ampio parco secolare era parte integrante del castello e lo collegava all’esterno del paese mediante un accesso privilegiato. All’interno di questo capolavoro botanico, i Conti Sanvitale avevano creato serre fredde, esedre, cineserie e scorci paesaggistici tuttora esistenti. Luoghi che oggi accolgono eventi artistici e proposte ricettive, offrendo un ambiente unico ed esclusivo.

Santuario della Beata Vergine del Rosario

Al di fuori del centro storico di questo grazioso borgo poco distante da Parma, si incontra il Santuario della Beata Vergine del Rosario – sorto su un preesistente oratorio del 1397 – da secoli meta di pellegrinaggio. Il primo nucleo dell’edificio venne costruito nel 1514. Dopo il saccheggio del 1531 e la demolizione del 1543 venne ricostruito il tempio e il monastero, che vennero dedicati a San Giuseppe. Solo dopo il Concilio di Trento venne promosso il culto della Madonna con il titolo di “Regina del Santo Rosario”. La monumentale facciata neobarocca si deve al progetto di Lamberto Cusani, del 1912-13, e all’opera dello scultore Ettore Ximenes, che recuperò anche le statue della facciata del XVIII secolo.

Veduta aerea del Labirinto della Masone

Fonte: iStock @A_Columbo

Labirinto della Masone, il più grande labirinto di piante di bambù al mondo

Labirinto della Masone

Senza allontanarsi troppo dal centro di Fontanellato, si può visitare il più grande labirinto al mondo composto interamente da piante di bambù. Il Labirinto della Masone è uno straordinario parco culturale, concepito dall’editore, bibliofilo, collezionista e designer Franco Maria Ricci, con una caratteristica pianta a stella, che copre 7 ettari di terreno. Inaugurato nel 2015, è il regno di circa 300 mila piante di bambù, alte tra i 3 e i 15 metri e appartenenti a venti specie diverse.

Oltre alle suggestive gallerie vegetali che incorniciano i corridoi del labirinto, offrendo ai visitatori riparo e la sensazione di trovarsi immersi in una dimensione sospesa, il parco ospita un museo con centinaia di opere d’arte datate dal Rinascimento al Novecento e spazi per mostre temporanee eclettiche e sorprendenti, come anche spazi per feste ed eventi cuturali. Le architetture del Labirinto, ispirate alle utopie dei grandi architetti del periodo della Rivoluzione Francese, si integrano armoniosamente con il paesaggio circostante, dando vita a un luogo davvero sublime.

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Cosa conviene comprare a Monaco di Baviera

Viaggiare significa fare il pieno di esperienze, colmare lo sguardo di location stupende e conoscere culture più o meno distanti dalla nostra. Quando si torna da una vacanza si desidera sempre portare con sé un po’ dell’atmosfera di quei giorni e di quei luoghi, non solo con immagini speciali, o video, non solo con ciò che si è  collezionato imprimendolo nella nostra memoria, ma anche con oggetti e sapori.

Ecco che, quando si va a Monaco di Baviera, in Germania, sono diversi i souvenir che possiamo riportare a casa con noi: abbigliamento, oggetti per la casa, ma anche qualcosa che stuzzichi il palato e che ci faccia sentire ancora per un po’ di tempo in vacanza.

Le cose più originali che conviene comprare a Monaco di Baviera durante un viaggio.

Cibo e bevande: cosa comprare a Monaco di Baviera

La birra è senza alcun dubbio una delle bevande più celebri e rinomate della Germania e, in particolare, di Monaco di Baviera dove ogni anno si svolge un appuntamento amatissimo che diventa un viaggio sensoriale nel cibo e nei sapori di questo Paese cuore dell’Europa, ovvero l’Oktoberfest.

Quindi non si può dire di aver visitato la città senza portare a casa con sé la birra, per consumo personale ma anche da utilizzare come cadeau per amici e parenti. Ce ne sono di tante tipologie differenti, per accontentare tutti i palati.

E poi il celebre bretzel, una tipologia di pane annodato, molto gustoso e che è tipico proprio della Germania e rientra tra gli acquisti golosi e speciali da fare. Così come vale la pena, se il tempo e il bagaglio lo consentono, acquistare dei weisswurst, ovvero wurstel bianchi che sono proprio specifici della Baviera.

Per chi ama i dolci, infine, ce ne sono due in particolare che possono fare la felicità di tutti i palati. Uno è il apfelstrudel, ovvero lo strudel di mele che si prepara con uvetta e cannella, oppure la prinzregententorte, una torta composta da dischi di pasta biscotto che si alternano con crema al burro al cioccolato ed è poi rifinita con una copertura di glassa al cioccolato.

Cosa comprare a Monaco di Baviera: cibo e bevande

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Cibo e bevande: cosa comprare a Monaco di Baviera cibo

Oggetti per la casa: i più tipici da acquistare a Monaco di Baviera

Se il sogno, invece, è quello di comprare dei souvenir preziosi e per la casa allora a Monaco di Baviera ci sono alcuni oggetti che sono imperdibili.

Per chi ama la birra, come abbiamo già detto, questa è una tappa fondamentale, basti pensare che in città ci siano diverse fabbriche che producono la celebre bevanda oltre a locali in cui poterla gustare. Con che cosa? Con un boccale, naturalmente, che poi è la tipologia di bicchiere da acquistare e da portare a casa dopo la vacanza, per poter essere utilizzato. Ce ne sono davvero di tantissime tipologie e materiali differenti, basta scegliere quello che piace di più.

Un’altra cosa speciale da comprare in questa città della Germania è la porcellana, infatti questa città è molto celebre per quanto riguarda la realizzazione di oggetti di questo materiale. Quando ci pensa, del resto, la mente non può che correre subito a quella nota come porcellana di Nymphenburg, che si chiama così perché veniva prodotta nell’omonimo castello. Fine ed elegante, è davvero un dono prezioso da farsi e un ricordo indimenticabile da trattare con cura.

Monaco di Baviera, poi, è una città ricca di musei e di luoghi bellissimi da visitare: acquistare un ricordo in questi posti significa fare incetta di libri, oppure cartoleria, ma anche piccoli pensieri più tradizionali come cartoline e stampe.

Vestiti, perché comprarli a Monaco di Baviera

Tra negozi di marchi celebri, centri commerciali o boutique, a Moanco c’è davvero l’imbarazzo della scelta in ogni senso, compreso il settore dell’abbigliamento. Qua si può unire l’utile al dilettevole e si possono comprare capi da indossare tutti i giorni, oppure più particolari, si possono intercettare nuove mode e fare shopping come più piace.

Ma ci sono degli abiti che, per chi ama le tradizioni, sono irrinunciabili. Si tratta di quelli bavaresi, per lei e per lui, da portare a casa come ricordo di una vacanza, si tratta di una scelta adatta a tutti coloro che viaggiano alla ricerca dello spirito autentico di un luogo.

Monaco di Baviera: i vestiti

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Monaco di Baviera i vestiti tradizionali

Senza dubbio non si tratta di un acquisto utile, ma non si sa mai: e allora un Trachten si può trasformare in un souvenir speciale e originale. Quindi via libera a pantaloni al ginocchio, giacca e cappello per lui, oppure agli abiti per lei con camicia e grembiule.

Mercatini di Natale (ma non solo)

Se si viaggia in direzione Monaco durante il periodo dei mercatini di Natale, si ha la certezza di immergersi nella perfetta atmosfera delle feste: ce ne sono diversi, ma tra i più celebri vale la pena segnalare il Christkindlmarkt a Marienplatz che si dice affondi le sue radici nel XIV secolo.

A parte questi, che si tengono intorno alle festività natalizie, Monaco di Baviera offre mercatini di prodotti alimentari da visitare e dove fare compere, o una sosta golosa, durante il resto dell’anno: si tratta di una tappa molto interessante se si vuole conoscere bene il luogo in cui si è andati in vacanza, perché è un’esperienza autentica e che permette di fare un viaggio nei sapori. Ed è anche l’occasione per acquistare qualche specialità da portare a casa. Tra i più celebri vi è il Viktualienmarkt, che si trova nel centro storico cittadino e che è accessibile tutti i giorni dal lunedì al sabato, con alcune attività aperte anche la domenica. Qui si trovano prodotti alimentari, fiori, pane e anche locali.

Viktualienmarkt: dove fare shopping a Monaco di Baviera

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Viktualienmarkt, il mercato dove fare shopping a Monaco di Baviera
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Un messaggio segreto di Ramses II è stato scoperto sull’obelisco a Parigi

Parigi è la città dell’amore e dell’arte e proprio nel suo centro storico custodisce opere d’arte e monumenti che hanno tanto da raccontare. Tra questi, al centro della Place de la Concorde svetta un obelisco. Secondo quanto emerso, su di esso è custodito un messaggio segreto rimasto nascosto per oltre tremila anni prima che emergesse dalla pietra per raccontare cosa il faraone volesse dirlo. A decifrarlo ci ha pensato l’egittologo francese Jean-Guillaume Olette-Pelletier.

Il messaggio segreto studiato sull’obelisco di Parigi

Nel 2020 Olette-Pelletier, professore alla Sorbona, si trova durante il periodo di lockdown a camminare ai piedi del monumento studiandone ogni frammento. Un luogo per lui importante perché raggiungibile in un chilometro da dove viveva; non si limitava ad osservarlo, lo leggeva. Ogni geroglifico, ogni figura aveva qualcosa da raccontare. Proprio tutto questo tempo a disposizione ha fatto in modo che tra i simboli spiccò ai suoi occhi una direzione nascosta, un’incongruenza. Uno dei simboli celati era quasi impercettibile: due corna di toro, incastonate nella corona del faraone Ramses II. Da sole, potevano sembrare un dettaglio decorativo e invece avevano molto da raccontare.

Nel 2021 in occasione delle Olimpiadi in Francia è stata montata un’impalcatura per il suo restauro e proprio in quell’occasione lo studioso ottenne l’autorizzazione per salire fino in cima, ad un’altezza di circa 30 metri. Da qui non solo si gode una vista effetto wow su Parigi ma è anche stato possibile iniziare a decifrare ciò che fino a quel momento nessuno aveva mai approfondito. Messaggi criptati erano custoditi incastonati nei geroglifici e visibili solo da alcune angolazioni precise. Ai tempi era stato progettato per poter essere letto solo con lo sguardo dei nobili in arrivo via Nilo, durante le celebrazioni del dio Amon.

Sull'obelisco di Place de la Concorde è stato scoperto un messaggio segreto di Ramses II

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L’obelisco di Place de la Concorde a Parigi nasconde un messaggio segreto

Le iscrizioni non erano semplici decorazioni: erano codici, enigmi sacri. Alcuni messaggi si svelavano solo combinando simboli da facce opposte dell’obelisco; altri erano leggibili solo inclinando lo sguardo. Uno di questi recita: Placate la forza-ka di Amon. Il faraone, con le corna del toro nascoste nella sua corona, si offriva come tramite tra il mondo terreno e quello divino. La scrittura si faceva tridimensionale, viva, con il corpo stesso del re che diventava geroglifico.

L’importanza della scoperta

Un dettaglio sorprendente emerso tra i geroglifici riguarda un cambio di nome: nel secondo anno del suo regno, Ramses abbandona il suo primo titolo per adottare Setepenra, “scelto da Ra”. Il gesto, inciso nella pietra millenaria, rivela la sua volontà di legittimare il proprio potere attraverso il sole, la divinità suprema. La pietra non mente: racconta due momenti diversi, due anime del faraone.

Grazie allo studio del professore Olette-Pelletier sono stati rivelati sette livelli di criptografia geroglifica nascosti nell’obelisco diventati una testimonianza storica davvero rilevante. Il segreto di Ramses II un tempo sospeso tra Luxor e Parigi ora torna a parlare e finalmente non è più un mistero. La scoperta mostra come una sorta di guerra di comunicazione scolpita oltre tremila anni fa sia simbolo di maestria e astuzia tanto da poter essere colta solo dagli occhi più attenti.

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Gaztelugatxe, l’isola con una scalinata leggendaria è un luogo fuori dal comune

La Spagna racchiude autentici tesori che vanno oltre Madrid e Barcellona: uno di questi si chiama Gaztelugatxe e si trova sulla costa dei Paesi Baschi. A fare da cornice le acque agitate del mar Cantabrico e le alture del monte Burgoa, che rivelano un promontorio roccioso collegato alla terraferma da un ponte serpeggiante. Un luogo unico al mondo e assolutamente da visitare, passo dopo passo. Scarpe comode, mi raccomando: si dovranno affrontare 241 gradini scolpiti nella roccia per arrivare a quello che risulta uno dei panorami più emozionanti d’Europa.

Cosa vedere a Gaztelugatxe

Tra le cose più importanti da vedere a Gaztelugatxe c’è l’eremo. È stato costruito nel lontano X secolo e nonostante la sua dimensione piccola e raccolta è carico di storie e misteri. Si racconta che marinai superstiti dai naufragi lasciavano un voto e ancora oggi si segue un antico rituale di suonare per tre volte la campana accompagnando il gesto con un desiderio. Un luogo che custodisce secoli di fede e sogni. Non molti sanno però che oltre ad essere stato un eremo, in realtà ha anche svolto le proprie attività nelle vesti di convento, fortezza e prigione. Alcuni racconti spiegano che ha persino incarcerato alcune donne accusate di stregoneria. Nel tempo ha saputo resistere a saccheggi, incendi e all’inquisizione. Nel 1978 l’ultima ricostruzione che ha dato una nuova vita al luogo, oggi raggiunto da turisti in cerca di luoghi particolari e unici da scoprire.

Una curiosità che riguarda il luogo? È stato set di alcune scene della serie TV Il trono di spade. La HBO ha ambientato proprio qui la dimora maestosa della casata Targaryen che nelle puntate veniva chiamata Dragonstone, Roccia del drago. Oggi sono tanti anche gli appassionati della serie TV che raggiungono il luogo per percorrerlo a piedi alla ricerca degli scatti visti sullo schermo. Visitabile tutto l’anno, dà il suo massimo in estate quando il clima è particolarmente favorevole anche se in modo proporzionale aumenta il numero di turisti che lo raggiungono.

Chi ha in programma un viaggio in Bizkaia non può perdersi questa tappa che si caratterizza per una forma conica a 150 metri a picco sul mare. Un percorso a zig-zag che connette la vetta da un’estremità all’altra da percorrere con qualche sosta per scattare foto uniche da condividere sui social.

La scala di Gaztelugatxe che conduce all'eremo

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La scalinata suggestiva che conduce all’eremo di Gaztelugatxe

Dove si trova e come arrivare

Gaztelugatxe abbiamo capito essere un luogo ricco di fascino situato nel nord della Spagna e più precisamente lungo la costa della Biscaglia. L’isolotto roccioso appartiene al comune di Bermeo e dista circa 10 chilometri dal centro abitato di Bakio. La città più vicina? Bilbao, circa 35 chilometri di strada ed è proprio da qui che conviene partire per raggiungere Gaztelugatxe. Per proteggere l’area e tutelarla, entrare con un veicolo privato è praticamente impossibile ma sono previsti dei parcheggi limitrofi e strategici da cui si prosegue a piedi attraverso un sentiero che porta verso il mare. Un’alternativa è data dai mezzi pubblici: con la rete Bizkaibus si trovano diversi collegamenti da e per Bilbao specialmente durante l’estate. Una volta raggiunto l’inizio del sentiero si dovrà percorrere una camminata con 241 scalini che conducono al ponte e quindi all’eremo di San Juan de Gaztelugatxe.

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La maestosa Amerigo Vespucci fa tappa a Crotone (ma le prenotazioni sono sold out)

L’Amerigo Vespucci, la “nave più bella del mondo”, fa tappa a Crotone, dove arriverà il 23 e il 24 aprile 2025. C’è grande attesa per il veliero a motore e nave scuola più antica della Marina Militare Italiana attualmente in tour nelle diverse città nostrane: è già approdata a Trieste, Venezia, Ancona, Ortona, Brindisi e Taranto. Dopo Crotone, salperà per i porti di Porto Empedocle, Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Cagliari, Gaeta, Civitavecchia e Livorno, terminando il suo viaggio a Genova.

È una nave maestosa che, in occasione del tour, può essere visitata gratuitamente dai fortunati che riescono a prenotarsi in tempo. La tappa di Crotone, infatti, è andata subito sold out in poche ore.

L’Amerigo Vespucci a Crotone

La Nave Scuola Amerigo Vespucci è il più antico veliero in servizio della Marina Militare Italiana, inaugurata il 22 febbraio 1931. Dopo la tappa di Taranto, arriverà nel porto di Crotone il 23 e il 24 aprile 2025 e, chi è riuscito a prenotarsi, potrà salire a bordo gratuitamente, scattare delle foto e visitarla in autonomia. Le visite al pubblico sono previste in data 23 aprile, dalle 15:00 alle 20:00, per le quali è consigliato indossare scarpe comode, mentre non sono ammesse scarpe aperte o con il tacco.

Non sono consentiti passeggini o carrozzine, anche gli animali non sono permessi, mentre i cani di piccola taglia possono essere portati solo in braccio. Crotone non è l’unica tappa calabrese, in quanto la nave approderà il 5, 6 e 7 maggio anche a Reggio Calabria, mentre a Scilla sosterà al largo e potrà essere ammirata solamente in mare.

Cosa aspettarsi durante le visite dell’Amerigo Vespucci

Non è la prima volta che l’Amerigo Vespucci arriva a Crotone: in passato, approdò in questo porto nel 1996. Durante le visite del Tour Mediterraneo, avrete l’opportunità unica di scoprire da vicino il veliero che si occupa dell’addestramento e della formazione degli allievi dell’Accademia Navale e altre scuole della Marina, oltre che della salvaguardia e tutela del patrimonio naturale e dell’ambiente marino. Non a caso collabora con l’UNICEF e con il WWF.

Una volta saliti a bordo, esplorerete l’interno della nave, scoprendo le cabine degli ufficiali, i ponti e gli strumenti di navigazione storici. Potrete approfondire la storia e le missioni dell’Amerigo Vespucci e ammirare l’artigianato navale che rende questo veliero un simbolo di eccellenza italiana nel mondo. La visita della Vespucci non è guidata, ma i membri dell’equipaggio saranno felici di rispondere a tutte le domande lungo il percorso.

Come prenotare e visitare gratis l’Amerigo Vespucci

Come scritto anche in precedenza, le visite a bordo dell’Amerigo Vespucci sono gratuite, ma è necessario prenotare con anticipo e velocemente perché vanno subito sold out. L’unico sito dal quale prenotare il proprio posto, per un massimo di quattro persone, è quello ufficiale della nave. Se siete interessati alle prossime tappe, consigliamo di seguire i canali social per conoscere l’apertura delle prenotazioni e le altre novità.

Oltre a poter accedere alla nave, il biglietto vi permetterà di entrare nel Villaggio IN Italia allestito in ogni tappa, che completa l’offerta culturale con esposizioni tematiche e laboratori interattivi.

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La Basilica di Santa Maria Maggiore: l’eterna dimora di Papa Francesco

Da sedici secoli, la Basilica di Santa Maria Maggiore domina la città di Roma con la sua posizione sulla sommità del colle Esquilino. Una presenza importante per la Capitale non solo per la sua ubicazione, ma anche per la sua storia, per le leggende che l’avvolgono e per il ruolo che ricopre come custode dei corpi di sette Pontefici, tra i quali comparirà anche Papa Francesco, morto il 21 aprile 2025.

È una delle quattro basiliche papali di Roma, la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da aggiunte successive. Inoltre, è il più grande e antico santuario del mondo occidentale dedicato a Maria Santissima e custodisce preziose reliquie mariane, tra cui un pezzo della mangiatoia dove fu deposto Gesù.

Rappresenta una meta di pellegrinaggio importante dato il suo riconoscimento papale, ma anche una tappa imperdibile per gli appassionati di storia, arte e architettura.

Le origini leggendarie della Basilica di Santa Maria Maggiore

La Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma affascina non solo per la sua bellezza, ma anche per le sue origini che uniscono realtà e leggenda. Secondo la tradizione, la basilica fu costruita seguendo le indicazioni della stessa Vergine Maria, apparsa in sogno al patrizio romano Giovanni e a Papa Liberio nel IV secolo. In base alla leggenda, la Madonna indicò che il luogo della costruzione sarebbe stato segnato da una miracolosa nevicata in pieno agosto, un evento che sarebbe stato definito “miracolo della neve”.

Ogni anno, il 5 agosto, viene rievocato con un’apposita celebrazione durante la quale, dalla sommità della basilica, vengono liberati in aria dei petali bianchi che riproducono l’effetto della neve.

La basilica fu eretta su richiesta del Papa, anche se il progetto fu successivamente ampliato e arricchito nel corso dei secoli dai pontefici successivi. Oggi, rappresenta l’esempio perfetto di come fede e architettura si sono fuse per creare un monumento di inestimabile valore storico e artistico, dove l’importanza religiosa come meta di pellegrinaggio si unisce ai preziosi mosaici e affreschi medievali contenuti al suo interno.

Gli interni della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma

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Gli interni della Basilica di Santa Maria Maggiore

Cosa vedere nella Basilica di Santa Maria Maggiore

La basilica colpisce subito dalla sua facciata, realizzata in occasione dell’Anno Santo 1750 dall’architetto fiorentino Ferdinando Fuga. Qui potete ammirare la Loggia delle Benedizioni, caratterizzata da uno slanciato motivo ad arco di trionfo che incornicia i mosaici di Filippo Rusuti, i quali mostrano Cristo in trono affiancato da diversi santi, nonché il miracolo della neve. Da notare il campanile che, con i suoi 75 metri, rappresenta il più alto di Roma.

È un’opera architettonica che attraversa diverse epoche, un aspetto che può essere osservato nei suoi incredibili interni, dove convivono opere medievali, come il mosaico della navata centrale, e paleocristiani, come i mosaici del V secolo situati nell’arco trionfale e nell’abside. Durante il Rinascimento e il Barocco, la basilica fu arricchita con l’aggiunta delle Cappelle (in totale sei), come la Cappella Sistina (da non confondersi con quella del Vaticano) e la Cappella Paolina.

Tra le reliquie più importanti custodite al suo interno ci sono la Sacra Culla, in riferimento alle cinque asticelle in legno di sicomoro parte della mangiatoia in cui è stato adagiato Gesù, l’icona mariana Salus Populi Romani e il presepe in marmo di Arnolfo di Cambio.

Chi è sepolto a Santa Maria Maggiore

Non tutti i Papi sono stati sepolti nelle grotte vaticane sotto la Basilica di San Pietro. All’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore si trovano le spoglie di vari pontefici: Niccolò IV (1227-1292), primo Papa appartenente all’Ordine Francescano e il primo a essere sepolto a Santa Maria Maggiore; ‘il Papa inquisitore’ Pio V (1504-1572), il francescano Sisto V (1521- 1590), Paolo V (1552-1621), Clemente VIII (1536 – 1605), Clemente IX (1600-1669). Inoltre qui è sepolto, nella tomba di famiglia, il massimo artefice dell’età barocca, Gian Lorenzo Bernini.

Dopo i funerali, verrà sepolto qui anche Papa Francesco, che ha espresso nel suo testamento il desiderio di riposare all’interno della basilica, un luogo importante fin dal primo giorno della sua elezione. Come ha scritto lo stesso Bergoglio: “Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni viaggio apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarla per la docile e materna cura”.

Come visitare la basilica: prezzi e orari

La basilica è aperta tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00 e si può entrare gratuitamente fino alle 18:30. Se volete visitare il Polo Museale Liberiano, invece, che comprende il Museo Storico Liberiano, la Loggia delle Benedizioni, la Sala dei Papi, la Scala del Bernini e gli Scavi Archeologici, dovrete acquistare un biglietto. Il polo è aperto da lunedì a sabato dalle 9:30 alle 18:00, con ultimo ingresso alle 17:30, e il biglietto costa 7,50 euro quello intero e 4,50 euro quello ridotto.

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Sulle orme di Papa Francesco: i viaggi più importanti che hanno sorpreso il mondo

I viaggi apostolici, per Papa Francesco, morto il 21 aprile 2025 all’età di 88 anni, sono sempre stati non solo motivo di evangelizzazione, ma anche un’occasione per entrare in dialogo con la storia e la cultura dei popoli. Durante il suo papato ha compiuto 47 viaggi in 66 diverse nazioni e 40 visite pastorali in 49 differenti città o frazioni d’Italia.

Il continente dove ha compiuto più viaggi è stato l’Europa, visitata 20 volte. È stato poi 14 volte in Asia, 7 volte in America Latina e Caraibi, 4 in Africa, 2 in Nord America e 1 volta in Oceania. In linea con il suo pensiero, sempre rivolto ai poveri, agli emarginati e agli svantaggiati, durante i suoi viaggi Papa Francesco si è dedicato a quei luoghi che, per un motivo o per un altro, hanno bisogno dell’attenzione mediatica. Basti pensare al viaggio che fece nel 2016 a Lesbo, in Grecia, per incontrare profughi e rifugiati ospitati nell’isola.

Questi sono i viaggi di Papa Francesco inseriti in ordine cronologico che, per la loro importanza storica e religiosa, sono rimasti impressi nella memoria collettiva.

Lampedusa, Italia

La prima visita del suo pontificato fu a Lampedusa l’8 luglio del 2013. Papa Francesco raggiunse l’isola perché toccato dai naufragi dei migranti nel canale di Sicilia, desideroso di incontrare alcuni profughi e celebrare la Messa in località Salina. Qui sono state scattate immagini che fecero il giro del mondo: dal lancio di una ghirlanda di fiori bianchi e gialli in mare per ricordare quanti hanno perso la vita nelle traversate all’incontro con i profughi a Punta Favarolo, dove il Papa venne accolto da canti africani. Infine, ha celebrato la Messa al campo sportivo Arena, su un altare allestito utilizzando una piccola barca.

Viaggio di Papa Francesco a Lampedusa

Fonte: IPA Agency

Il viaggio di Papa Francesco a Lampedusa

Rio de Janeiro, Brasile

Il primo vero viaggio apostolico fu in Brasile nel 2013, in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. Fu accolto ufficialmente con una cerimonia al Palazzo Guanabara, dove incontrò la presidente brasiliana Dilma Rousseff, mentre le celebrazioni raggiunsero il culmine con una messa sulla spiaggia di Copacabana, dove si radunarono fino a 3,5 milioni di pellegrini. Durante la veglia, il Papa esortò i giovani a vivere la fede in modo pieno e autentico, rifiutando di essere “cristiani part-time”.

Seppur viaggiò più volte in Sud America, non tornò mai a visitare i luoghi della sua infanzia in Argentina.

Giordania, Palestina e Gerusalemme

Dal 24 al 26 maggio 2014, Papa Francesco ha compiuto un pellegrinaggio in Terra Santa, dove ha toccato i principali luoghi religiosi in Giordania, a Betlemme e a Gerusalemme. Ha celebrato la Messa in Piazza della Mangiatoia a Betlemme, al Getsemani e al Cenacolo, pronunciando durante il suo viaggio parole di pace in occasione della visita allo Yad Vashem (il memoriale della Shoah) e durante la preghiera al Muro occidentale. Fece sosta anche al muro che divide Betlemme da Gerusalemme e al memoriale degli israeliani vittime di terrorismo.

Cuba e Stati Uniti d’America

Storico fu il suo viaggio a Cuba, dove prima di lui andarono Giovanni Paolo II (21-25 gennaio 1998) e Benedetto XVI (26-28 marzo (2012). Papa Francesco arrivò sull’isola nel settembre del 2015, dopo la ripresa delle relazioni diplomatiche con Washington. Papa Francesco ha fatto tappa prima a Cuba, nel dettaglio all’Avana, a Holguin e Santiago, e poi negli Stati Uniti d’America, in particolare a Washington, New York e Filadelfia.

Questo è stato, fino a quel momento, il viaggio più lungo del suo pontificato, oltre che il più denso e complesso, con ben ventisei discorsi in programma: otto a Cuba e 18 negli USA, di cui solo quattro in inglese, il resto in spagnolo.

Lesbo, Grecia

Particolarmente impresso nella memoria collettiva è il viaggio di Papa Francesco sull’isola di Lesbo, in Grecia. Avvenuto il 16 aprile 2016 per fare visita ai rifugiati e migranti del campo di Morìa, protagonisti di quella che definì la “catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Qui, il Papa, il patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo Ieronymus si incamminarono tra le tende del campo profughi per richiamare l’attenzione del mondo su questa crisi umanitaria incitando l’Europa a mostrare misericordia.

Thailandia e Giappone

Nel novembre del 2019, il Papa è arrivato in Thailandia in occasione dell’anniversario del Vicariato Apostolico del Siam, eretto nel 1669, che ha segnato l’inizio della presenza della Chiesa nel Paese. Il viaggio non si è concentrato solo sui cattolici, che in Thailandia rappresentano poco più dello 0,5% dei 65 milioni di abitanti del Paese, ma anche sull’incontro con esponenti del buddismo.

Successivamente è volato in Giappone, dove si è recato a Nagasaki per rivolgere un messaggio contro l’uso delle armi nucleari presso l’Atomic Bomb Hypocenter Park. A Hiroshima, invece, ha partecipato a un incontro al Memoriale della Pace durante il quale è stata anche ascoltata la testimonianza di una sopravvissuta alla bomba atomica.

Papa Francesco incontra le vittime del triplice disastro alla Bellesalle Hanzomon

Fonte: IPA Agency

Papa Francesco incontra le vittime del triplice disastro alla Bellesalle Hanzomon in Giappone

Baghdad e Mosul, Iraq

Papa Francesco è stato il primo Papa nella storia a visitare l’Iraq. Il viaggio si è svolto dal 5 all’8 marzo 2021, prima a Baghdad, dove ha celebrato una messa in rito caldeo, e poi nel Kurdistan iracheno. Ha fatto visita anche a Mosul, dove ha recitato una preghiera di suffragio per le vittime della guerra, e alla comunità cristiana di Qaraqosh.

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Cassinetta di Lugagnano, in bici da Milano a visitare le ville di delizia nobiliari (e non solo)

Cassinetta di Lugagnano, a circa 25 chilometri da Milano e facilmente raggiungibile dal capoluogo lombardo sia in auto che in bicicletta seguendo il percorso lungo il Naviglio Grande, è un borgo che conserva intatto il fascino delle sue origini nobiliari. Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, la visita a Cassinetta di Lugagnano è poco impegnativa ma assolutamente piacevole.​

Le ville di delizia, dimore nobiliari

Cassinetta di Lugagnano è un piccolo borgo che custodisce un tesoro architettonico raro e molto curioso: un gruppo compatto e ben conservato di ville di delizia, dimore nobiliari costruite tra il XVII e il XIX secolo, che si affacciano con eleganza sulle sponde del Naviglio Grande. Erano le residenze estive dell’aristocrazia milanese, che qui trovava ristoro dalla città, in un paesaggio di acqua, campi coltivati e giardini ordinati. A rendere unico il borgo è il fatto che queste ville siano ancora oggi immerse in un contesto rurale integro, salvaguardato anche da un piano regolatore che impedisce nuove edificazioni.

Tra le ville più significative spicca Villa Visconti Castiglione Maineri, costruita alla fine del Settecento. Si riconosce per la facciata sobria e per il grande parco che si sviluppa su due livelli: uno all’italiana, con siepi geometriche e vialetti simmetrici, e uno all’inglese, più libero e romantico. All’interno si trovano affreschi di scuola lombarda e una piccola cappella con decorazioni del pittore Giovanni Antonio Ferrario. La villa, pur essendo proprietà privata, viene aperta in alcune occasioni per eventi culturali o visite guidate.

Cassinetta di Lugagnano

Fonte: iStock

Villa Visconti Maineri

Poco distante si incontra Villa Negri, una delle prime dimore che si scorgono arrivando dal Naviglio. Costruita nel 1761, ha una struttura compatta e lineare, con un bel giardino che si affaccia sull’alzaia. La semplicità dell’architettura nasconde ambienti interni riccamente decorati, ancora parzialmente conservati. Oggi la villa è utilizzata anche per iniziative culturali locali.

Un’altra presenza importante è Villa Cattaneo-Krentzlin, riconoscibile per la sua torretta e le decorazioni in cotto. Si trova sulla riva sinistra del Naviglio ed è protetta da un elegante muro di cinta. L’impianto originario è del XVIII secolo, ma fu ampliato e rimaneggiato in epoca successiva. La villa conserva ancora un vasto giardino all’inglese e un ingresso monumentale che si affaccia sul canale, da cui un tempo si raggiungeva Milano via barca.

Sulla riva destra si affaccia invece Villa Birago Clari Monzini, forse la più antica e maestosa del borgo. L’elemento più suggestivo è la grande scalinata a doppia rampa che scende direttamente verso l’acqua, creando un effetto scenografico. All’interno si trovano sale decorate e ambienti che riflettono lo stile neoclassico tipico della villeggiatura ottocentesca. La villa è ancora abitata e apre solo in rare occasioni, ma resta uno dei simboli più fotografati di Cassinetta.

Non va dimenticata Villa Trivulzio, situata nella frazione di Lugagnano. Appartenuta alla storica famiglia milanese, ha una struttura imponente e un tempo era circondata da un vasto podere agricolo. Anche questa villa conserva elementi decorativi di pregio, in particolare nei soffitti lignei e nelle antiche cucine.

Accanto a queste spiccano anche altre dimore meno note ma interessanti, come Villa Mörlin-Visconti, costruita in posizione dominante con una facciata sobria e uno scalone interno monumentale; Villa Frotta Eusebio, con il suo parco alberato che si estende verso i campi; e Villa Mantegazza Macinaghi, del 1580 che vanta elementi decorativi in stile liberty.

La bellezza di queste ville non è solo architettonica, ma anche paesaggistica: tutte sono immerse in giardini, siepi, filari di pioppi e viali alberati che dialogano con il Naviglio e con il paesaggio agricolo che le circonda. Per chi visita il borgo a piedi o in bicicletta, è possibile scoprirle una a una lungo l’alzaia, seguendo il ritmo lento del canale.

In alcune occasioni dell’anno, in particolare durante le giornate FAI o eventi dedicati alla riscoperta del patrimonio rurale lombardo, molte ville vengono aperte al pubblico con visite guidate. Esistono anche percorsi tematici curati da guide locali che raccontano non solo l’architettura, ma anche le vicende familiari, le curiosità e gli aneddoti legati alla vita nelle ville tra Settecento e Novecento. Quasi tutte le ville sono a disposizione come location per matrimoni e eventi privati.

Le chiese di Cassinetta di Lugagnano

La Chiesa di Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate, eretta nel 1435 per volere di Maffiolo Birago, è la parrocchiale del borgo. Rimaneggiata nel Settecento, presenta una pianta poligonale irregolare con muri perimetrali in mattoni pieni. Il corpo principale è coperto da volte in muratura in parte a botte e in parte a botte lunettate. Il campanile ha solai lignei a orditura semplice. La copertura è a falde con la parte absidale a padiglione. Le cappelle laterali hanno copertura ad una falda. La struttura è a capriate lignee e il manto è in coppi di laterizio. ​ All’interno si trova un busto in legno dipinto raffigurante San Carlo Borromeo, che la tradizione vorrebbe essere stato eseguito “dal vivo” durante la visita del cardinale al borgo. ​

Merita una menzione anche l’Oratorio di San Giuseppe, affacciato sull’alzaia del Naviglio Grande, e costruito nella prima metà del XVIII secolo dall’architetto Carlo Federico Castiglioni come cappella privata della sua villa. La facciata della chiesa è in stile barocco lombardo, contraddistinta da due ordini da lesene doppie coronate da capitelli corinzi. ​

Natura e relax lungo il Naviglio

Cassinetta di Lugagnano è immersa in un paesaggio fluviale di grande fascino, tutelato dal Parco Lombardo della Valle del Ticino. L’ambiente naturale è uno dei punti di forza del borgo e si presta a essere esplorato con lentezza, a piedi o in bicicletta, grazie a una fitta rete di percorsi ciclopedonali che costeggiano il Naviglio Grande. Il tratto dell’alzaia che attraversa Cassinetta è pianeggiante, ben tenuto e facilmente percorribile anche da famiglie con bambine e bambini.

L’itinerario più frequentato collega il borgo a Robecco sul Naviglio, ma prosegue senza interruzioni fino ad Abbiategrasso e, in direzione opposta, fino a Gaggiano e Milano (ci sono piccole aree di sosta e fontanelle lungo il tragitto).

Durante la primavera e l’estate, è possibile scoprire il territorio anche dall’acqua: alcune associazioni locali organizzano brevi escursioni in battello sul Naviglio, per una prospettiva diversa sulle ville e sui paesaggi. In genere si parte da Cassinetta o da Robecco e si possono essere abbinate a visite guidate o degustazioni in cascine e agriturismi della zona.

Per chi preferisce il verde, il Parco Sandro Pertini, noto anche come Parco De André, si affaccia sul canale e dispone di ampie zone ombreggiate, panchine, spazi per il gioco e un piccolo percorso vita. È facilmente accessibile, anche per chi si muove con passeggini o sedie a rotelle. Nelle vicinanze, non mancano agriturismi, bar e ristoranti per un pranzo tipico o una merenda all’aperto.

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Giornata Mondiale della Terra 2025, gli eventi più emozionanti in Italia per celebrare il pianeta

Come ogni anno, anche in questo 2025, il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, un’importantissima ricorrenza (esiste dall’ormai lontano 1970) che si pone l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla tutela del pianeta in cui abitiamo. Del resto, è un dato certo e noto che lo stiamo distruggendo: tra crisi climatica, inquinamento, disastri ambientali e politiche troppo lente, è sempre più evidente l’urgenza di accelerare la transizione globale verso l’energia pulita e, di conseguenza, abbandonare i combustibili fossili.

Non a caso, il tema di quest’anno è “Il nostro potere, il nostro pianeta“, in quanto la responsabilità di cambiare rotta ricade su ciascuno di noi. Per questo motivo, in occasione del 55° anniversario dell’Earth Day, in molte città italiane si può partecipare a momenti di riflessione, formazione e intrattenimento. Scopriamone alcuni insieme.

Bergamo e Seriate con il festival “Earth – Abbiamo un solo pianeta”

Dal 22 al 28 aprile, Bergamo e Seriate ospitano il festival “Earth – Abbiamo un solo pianeta”, un evento internazionale dedicato alle problematiche climatiche e ambientali. La manifestazione è organizzata dall’Associazione Climarte con la direzione artistica di Proloco Bergamo, e mira a istruire tutti noi sulle emergenze ambientali, promuovendo la consapevolezza e l’attivismo civico attraverso un ricco programma di eventi culturali e formativi:

  • Musica e danza;
  • Proiezioni cinematografiche;
  • Esposizioni fotografiche;
  • Letture di poesie;
  • Convegni e incontri tematici;
  • Visite guidate e camminate ecologiche;
  • Presentazioni e premiazioni di concorsi artistici​.

L’ingresso è libero e gratuito, ad eccezione di alcuni particolari appuntamenti che necessitano di prenotazione.

Roma con l’Earth Action Day

Non potevano mancare appuntamenti a Roma, la nostra Capitale, per una ricorrenza così importante come la Giornata Mondiale della Terra. In particolare, vogliamo portare alla vostra attenzione l’Earth Action Day all’Auditorium Ara Pacis (Via di Ripetta 190), in scena il 22 aprile dalle 14:30 alle 16:30. Si tratta di un evento intitolato “Strategies and Policies for a Sustainable Future” ad ingresso gratuito (la prenotazione è consigliata) in cui partecipano personalità di rilievo nel campo della sostenibilità, tra cui:​

  • Kathleen Rogers, Presidente di EARTHDAY.ORG;
  • Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica;
  • Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma;
  • Francesco La Camera, Direttore Generale dell’International Renewable Energy Agency (IRENA)​

Durante l’evento, saranno discussi temi legati alle politiche e alle strategie per un futuro sostenibile, con un focus particolare sulle energie rinnovabili. Verranno anche distribuiti 85.000 dollari in fondi a giovani leader impegnati nello sviluppo di soluzioni climatiche.

A Napoli con una serie di eventi e attività speciali

Anche a Napoli la Giornata Mondiale della Terra si celebra con una serie di eventi e attività speciali. In particolare, la Città della Scienza mette a disposizione:

  • Laboratori tematici: dalle 9:00 alle 13:00, i visitatori, di tutte le età possono partecipare a laboratori interattivi che esplorano i principali temi legati all’ambiente;
  • Incontri con esperti: per poter ascoltare professionisti nel campo della scienza climatica, delle energie rinnovabili, e della conservazione ambientale;
  • Dimostrazioni interattive: mirano a illustrare i principi della sostenibilità

Gli eventi sono aperti a tutti e pensati per coinvolgere non solo adulti ma anche famiglie con bambini.

Verona con una passeggiata ecologica

Il fiume Adige è uno degli elementi più significativi dell’ecosistema di Verona e dell’intera regione Veneto. Per questo motivo, il 22 aprile nella città di Romeo e Giulietta è prevista una passeggiata ecologica lungo di esso. Si parte dal Parco delle Colombare alle ore 9:00 e, durante il percorso, sono previsti approfondimenti sull’ecosistema fluviale e le specie locali.

Per partecipare all’evento è obbligatoria la prenotazione. Le iscrizioni sono aperte sul sito ufficiale del Comune di Verona e sulla pagina Facebook del Festival della Scienza di Verona. Si consiglia di prenotare con anticipo, poiché i posti sono limitati.​

Firenze, “Climate Change is Real”

Nel pomeriggio del 22 aprile, più precisamente dalle 14:00 alle 17:00, presso Piazza di San Lorenzo di Firenze va in scena “Climate Change is Real”. Si tratta di un’iniziativa, organizzata da DA-Florence, che desidera sensibilizzare il pubblico riguardo alle problematiche legate al cambiamento climatico.

A disposizione dei visitatori:

  • Attività interattive ed educative: come giochi educativi e laboratori tematici, progettati per illustrare in modo dinamico le sfide legate al cambiamento climatico e con cui poter interagire per simulare gli effetti del riscaldamento globale, imparare a ridurre l’impronta ecologica e a capire come le piccole azioni quotidiane possano fare la differenza;
  • Materiali informativi e risorse: offrono suggerimenti pratici su come ogni persona può ridurre il proprio impatto ambientale attraverso piccole ma efficaci modifiche nello stile di vita quotidiano;
  • Interventi di esperti: climatologi, ecologi e attivisti ambientali interverranno durante l’evento per rispondere alle domande del pubblico.

L’evento è gratuito e aperto a tutti, persino ai più piccoli perché le attività sono progettate per essere comprese e apprezzate anche da loro.

Palermo con una serie di eventi ecologici e culturali

Infine, chi si trova a Palermo durante la Giornata Mondiale della Terra può partecipare a una serie di eventi ecologici e culturali che mirano alla promozione di azioni concrete per il nostro pianeta:

  • Earth Day Med al Museo Pasqualino: con uno spettacolo di Opera dei Pupi alle ore 17:00, inserito nell’ambito del festival Earth Day Med. Questo evento fa parte della prima manifestazione del clima nel Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Rizoma con il patrocinio del Comune di Palermo;
  • LAV’s Earth Day ai Cantieri Culturali alla Zisa: incontro gratuito e aperto a tutti gratuito che si pone l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali. Il tutto è previsto per le ore 18:00.