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A Zanzibar, tra le spiagge più belle dell’isola africana

Zanzibar, gioiello dell’Oceano Indiano, è un vero e proprio sogno tropicale che attira viaggiatori da ogni parte del mondo. E i motivi sono ben chiari: le favolose spiagge, le acque cristalline che si tingono di infinite sfumature di blu e la natura rigogliosa. Ogni passo sulla candida sabbia trasporta in un’idilliaca dimensione dove relax, avventura e cultura si fondono in perfetta armonia. Scopriamo insieme alcune delle spiagge più affascinanti di Zanzibar, pronte a catturare il cuore di chiunque le visiti.

Bwejuu: la quiete di un angolo incontaminato

A sud-est ecco Bwejuu, che è molto più di una semplice spiaggia: possiamo definirla un rifugio per l’anima. Lontana dai circuiti turistici più battuti, è perfetta per chi desidera allontanarsi dalla frenesia della vita di tutti i giorni e sperimentare un contatto autentico e profondo con la natura ancora intatta.

Le acque poco profonde sono ideali per rilassanti passeggiate durante la bassa marea, quando il mare si ritira e rivela piccole piscine naturali tra la soffice sabbia abbagliante e le rocce.

Inoltre, la magnifica barriera corallina è facilmente raggiungibile e regala uno spettacolo di rara bellezza per gli amanti dello snorkeling. A Bwejuu, i ritmi rallentano e il silenzio regna sovrano, interrotto soltanto dal dolce sussurro del vento tra le palme e dal suono delicato delle onde turchesi.

Prison Island: storia e natura in un angolo di paradiso

Diventata luogo di quarantena per gli schiavi malati durante il periodo coloniale, Prison Island, a pochi chilometri dalla costa di Stone Town, porta con sé una storia intensa, che si intreccia con l’indiscusso fascino che oggi la caratterizza.

Oltre alle splendide spiagge, è famosa per il santuario delle tartarughe giganti di Aldabra (alcune hanno più di 100 anni) che vivono in libertà.

È un luogo in cui il tempo sembra fermarsi, dove si può passeggiare tra le tartarughe, fare snorkeling tra pesci colorati e ammirare i resti dell’antica prigione che raccontano storie del passato.

Dongwe: eleganza e pace sulla costa orientale

Dongwe, Zanzibar

Fonte: iStock

Spiaggia Dongwe, Zanzibar

Lungo la costa orientale di Zanzibar, Dongwe è sinonimo di esclusività e tranquillità: meno conosciuta rispetto ad altre spiagge, è il top per concedersi una vacanza di lusso nella pace più assoluta.

Gli hotel e i resort che si affacciano sulla spiaggia sono rinomati per la loro eleganza e il servizio impeccabile. Le acque calme sono ottime per rilassarsi, ma per i più avventurosi, Dongwe offre anche l’opportunità di esplorare la vicina barriera corallina con immersioni e gite in barca.

La lunga distesa di sabbia bianca invita a rigeneranti passeggiate al tramonto, quando il sole scende dolcemente sull’orizzonte, dando vita a scenari da sogno.

Nungwi: una delle mete più amate

Nungwi, nell’estremo nord, è senza dubbio una delle mete più popolari e vivaci di Zanzibar, soprattutto per chi ama un mix di relax e divertimento. Non manca proprio nulla: acque cristalline, un’ampia distesa di sabbia bianca su cui rilassarsi e una vibrante vita notturna che si anima al calare del sole.

È anche possibile praticare numerose attività, dalle escursioni in barca al tramonto alle immersioni in profondità, passando per il kite surfing e lo snorkeling tra coralli colorati.

Nungwi è altresì famosa per la costruzione dei dhow, le tradizionali barche di legno, realizzate a mano sulla spiaggia: una sosta tra i cantieri navali offre uno sguardo inedito sulla cultura locale.

Mnemba: l’isola privata da sogno

Mnemba

Fonte: iStock

Spiaggia Mnemba, Zanzibar

Mnemba è il sogno che diventa realtà per chi cerca l’ultima frontiera del lusso e della privacy.

Piccola isola privata delimitata da una riserva marina protetta, è la scelta migliore chi sogna vacanze all’insegna della natura e delle immersioni. Le sue acque sono talmente limpide da consentire di scorgere la ricca vita sottomarina già dalla superficie e le immersioni sono tra le migliori al mondo, con la possibilità di nuotare tra delfini, tartarughe e una miriade di pesci tropicali.

Gli ospiti dei pochi esclusivi resort di Mnemba possono godere di un servizio personalizzato e di un’esperienza intima, lontano da ogni pensiero.

Chumbe: un paradiso ecologico

Infine, Chumbe Island rappresenta un esempio encomiabile di turismo sostenibile e tutela dell’ambiente.

Infatti, si tratta di una riserva marina protetta, creata per preservare una delle barriere coralline più intatte del pianeta. I visitatori possono soggiornare in eco-bungalows del tutto autosufficienti, immersi nella natura e realizzati con materiali eco-compatibili.

Chumbe è un paradiso per gli amanti del mare, con acque limpide che donano indimenticabili opportunità per fare snorkeling o immersioni tra coralli dai colori vividi e una variegata fauna marina. Ma è anche una meta dove si impara a rispettare l’ambiente, grazie ai molti programmi di educazione ambientale rivolti ai turisti.

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Viaggiare sicuri: quanto è pericolosa Port Moresby?

Hai scelto di partire per un viaggio alla scoperta della Papua Nuova Guinea ma hai letto di qua e di là che la sua capitale, Port Moresby, è considerata una delle città più pericolose al mondo. In questo articolo cercheremo di spiegarti quanto è pericolosa Port Moresby, quali sono le zone da evitare e quali i comportamenti da adottare per permetterti di godere appieno del tuo viaggio in Papua Nuova Guinea, una terra affascinante e selvaggia, nota per il suo mosaico culturale e per le sue bellezze naturali. Questa destinazione è fuori dalle principali rotte turistiche e resta, ancora oggi, un territorio abbastanza inesplorato e remoto, ecco perché è fondamentale avere le idee chiare e le informazioni necessarie per non incappare in spiacevoli imprevisti. Quindi, quanto è pericolosa Port Moresby?

Livello di sicurezza e tassi di criminalità a Port Moresby

Prima di affrontare qualsiasi viaggio in qualsiasi luogo consigliamo sempre di visitare il sito della Farnesina, qui sarà possibile trovare informazioni in costante aggiornamento per il tuo viaggio, non solo in termini di requisiti d’ingresso nel Paese scelto, ma anche per quanto riguarda la sicurezza del Paese stesso. Per quanto concerne Port Moresby, possiamo affermare che sia una città dove è importante stare attenti, poiché i tassi di criminalità sono molto elevati. Nello specifico, si evidenzia la presenza di molti gruppi etnici che, fino a poco tempo fa, vivevano isolati e in costante lotta tra loro; la convivenza di questi gruppi all’interno di uno stato moderno ha comportato l’insorgenza di grossi disagi politici e sociali i quali, a loro volta, hanno portato a un tasso di criminalità elevato. Le forze di sicurezza locali sono poche e mal strutturate, il che comporta una scarsa possibilità di contenere la criminalità del luogo. Andando ad analizzare le varie aree di sicurezza troviamo:

  • Rischio borseggiatori e piccole rapine: il livello è alto; è molto frequente che i borseggiatori cerchino di strappare dalle mani dei passanti borse e zaini.
  • Rischio sui trasporti pubblici e taxi: anche in questo caso, il rischio è elevato a causa della scarsa manutenzione di strade e infrastrutture che rende i viaggi nei mezzi pubblici ad alto rischio. Il consiglio è quello di girare con un’auto noleggiata per spostarsi e di fare attenzione alle gang di criminali che possono cercare di fermarti per derubarti. In generale non è consigliato guidare di notte.
  • Rischio aggressione: a Port Moresby le aggressioni fisiche, spesso a mano armata, non sono rare, soprattutto nelle zone più malfamate della città. Il rischio sale di livello se a viaggiare sono donne e ragazze non accompagnate.
  • Rischio terrorismo: nonostante il terrorismo sia un problema di ordine globale e qualsiasi luogo al mondo sia potenzialmente a rischio, in Papua Nuova Guinea il terrorismo transnazionale è raro, dunque si può affermare che il rischio è di livello basso.
  • Rischio catastrofi naturali: Port Moresby si trova in una regione attiva sia dal punto di vista sismico che vulcanico, dunque si possono verificare terremoti di magnitudo elevata.

La situazione politica e il rischio manifestazioni

La Papua Nuova Guinea è caratterizzata da una forte instabilità politica ed economica, che si traduce frequentemente in proteste, manifestazioni e disordini di vario tipo. La capitale, in particolare, è spesso il nodo di queste tensioni, con episodi di violenza e agitazione più intensi e frequenti rispetto ad altre aree del Paese. In queste situazioni atti vandalici, piccoli crimini e scioperi sono all’ordine del giorno costringendo le autorità locali a dichiarare non solo lo stato d’emergenza ma, spesso, a imporre coprifuochi. Qualora si verificasse l’introduzione di queste misure, potresti incorrere in fastidiosi disagi come le interruzioni dei trasporti. Pertanto, ti consigliamo di mantenerti sempre informato consultando regolarmente i siti web delle autorità locali o dell’ambasciata italiana.

Port Moresby le zone da evitare

Port Moresby di notte

Fonte: iStock

La capitale della Papua Nuova Guinea, Port Moresby, illuminata di notte

Se la voglia di scoperta ti spinge a visitare questa affascinante seppur controversa città, puoi cercare di ridurre al minimo le possibilità di incorrere in spiacevoli inconvenienti. Il primo passo è sicuramente evitare di frequentare le zone più rischiose e pericolose. Un esempio? La zona di Waigani e l’area che circonda il Port Moresby Golf Club; qui infatti si sono verificate diverse rapine di auto e aggressioni. Un secondo quartiere da evitare è quello di Morata, che nei wekend fa da teatro a grossi disordini. Anche i mercati, nonostante il loro forte fascino culturale, sono zone da evitare: nei mercati Gordons e Hohola è frequentissimo assistere a scippi per mano dei borseggiatori il cui target preferito sono proprio i viaggiatori e turisti. Se non riesci a frenare la curiosità il consiglio è quello di visitare il mercato accompagnato da qualcuno del posto che potrà guardarti le spalle e gestire le situazioni con maggior esperienza. In generale il consiglio più importante, e che vale per tutte le zone della città, è quello di non camminare da solo, soprattutto di notte.

3 consigli per affrontare il viaggio in sicurezza a Port Moresby

Se hai deciso di visitare la capitale della Papua Nuova Guinea dovrai adottare alcuni comportamenti essenziali per garantire una permanenza quanto più tranquilla possibile. I consigli che vogliamo darti sono tre e riguardano i trasporti, il comportamento da adottare per strada e i tour organizzati.

Muoversi in sicurezza

Una delle raccomandazioni più importanti per chi vuole visitare Port Moresby è quella di evitare l’uso dei trasporti pubblici. Bus e minivan sono convenienti da un punto di vista economico ma non sono per niente sicuri per i viaggiatori: i furti sono all’ordine del giorno e spesso la scarsa manutenzione li vede costretti a bloccarsi in piena notte a bordo strada o in zone pericolose, diventando un facile bersaglio per le bande criminali che creano forti disagi nella città. Oltre alla criminalità, un secondo problema dei mezzi pubblici, è il totale disinteresse da parte dei conducenti di rispettare i percorsi o i limiti di velocità aumentando di fatto i rischi per la sicurezza. L’alternativa più sicura è quella di affidarsi ai servizi di trasporto organizzati dagli hotel o dai tour operator.

Comportamento in pubblico

Come dicevamo, Port Moresby non è una città da prendere alla leggera, soprattutto dopo il tramonto. Pertanto, è caldamente consigliato non andare in giro per le vie della capitale della Papua Nuova Guinea da soli e specialmente di notte: le vie poco illuminate e poco frequentate sono il palcoscenico perfetto per incontri spiacevoli e situazioni insidiose. Infine, evita di indossare oggetti di valore: al bando orologi, anelli, collanine e occhiali firmati; cerca anche di non muoverti con grosse somme di denaro e, in generale, di mostrare banconote in pubblico. Anche il telefono va tenuto sempre sott’occhio e mai lasciato incustodito o semplicemente appoggiato su un tavolino.

Tour organizzati

Il modo più sicuro in assoluto per esplorare Port Moresby e, in generale, la Papua Nuova Guinea è quello di affidarsi a tour organizzati da guide locali. Le persone che lavorano per questi enti sono molto preparate e conoscono la città e le sue controversie riuscendo ad accompagnarti per le zone di Port Moresby in tranquillità e permettendoti di goderti il viaggio. Non solo, è anche un ottimo modo per scoprire la storia e gli aneddoti della città, raccontati da chi la vive ogni giorno. Affidandoti a un tour operator potrai visitare i posti più belli di Port Moresby come l’Ela Beach, il National Parliament House o il Nature Park, immergendoti nella storia e nella cultura del luogo senza doverti preoccupare troppo dei rischi inerenti la criminalità.

In sintesi, Port Moresby e la Papua Nuova Guinea sono zone poco inflazionate dai turisti ma che possono offrire esperienze davvero uniche a chi decide di esplorarle. Tuttavia, è fondamentale essere pienamente consapevoli delle caratteristiche di questi luoghi e di come affrontarli adottando le giuste precauzioni; solo in questo modo potrai godere di un’esperienza di viaggio autentica e di evitare di ritrovarti in situazioni che potrebbero rovinarla. La pianificazione puntuale e l’adozione dei suggerimenti che ti abbiamo fornito in questa guida sono un ottimo punto di partenza per esplorare le bellezze di Port Moresby e portare a casa uno splendido ricordo di una terra ricca di fascino e di risvolti culturali tutti da scoprire. Segui tutti i consigli che ti abbiamo dato e preparati per affrontare un viaggio che difficilmente potrai dimenticare in una terra unica a sud-ovest del Pacifico.

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Bolzano, la città della musica

L’hanno chiamata in tanti modi: la città dove si vive meglio, la città sostenibile, la città dei fiori, delle montagne e dei mercatini di Natale… ma sapevate che Bolzano è anche la città della musica? Proprio nel 2023, è stata designata Città creativa della musica UNESCO, un prestigioso riconoscimento che ha alla base il forte legame, forse ancora poco noto ai più, che questa città ha con la musica.

Bolzano e la musica, una storia di secoli

Di qui passò Mozart

Ancora oggi si racconta di quando un piccolo genio della musica dal nome di Wolfgang Amadeus Mozart alloggiava in una taverna alle (allora) porte della città insieme al padre, diretto verso i teatri più importanti d’Italia dove veniva chiamato a esibirsi. Ed è un vanto, qui, nel 1772, che, proprio durante una delle sue tappe bolzanine diretto a Milano per la prima di “Lucio Silla”, arrabbiato per il tempo pessimo e per la disagevole accoglienza, si consolò componendo nientemeno che il quartetto KV 155, anche noto come “Quartetto Bolzano”, inserito, poi, fra i sei “Quartetti milanesi”.

Oggi, la locanda alle porte di Bolzano dove era solito fermarsi Mozart, così come la maggior parte dei viandanti e dei commercianti che passavano di qua, è la Locanda al sole che si trova nella centralissima piazza Erbe, famosa per ospitare ancora oggi ogni mattina le bancarelle del mercato e per essere uno dei luoghi più frequentati di Bolzano. Oggi sul lato della piazza c’è una bella fontana, la Fontana di Nettuno, super fotografata da tutti i turisti, ma allora era il luogo della gogna pubblica che stava, appunto, appena fuori città.

Nonostante Mozart non fosse un grande fan di Bolzano – pare perché nessuno lo invitò mai a esibirsi – la città gli è, invece, molto riconoscente tanto che Palazzo Toggenburg, un palazzo medievale, Bene del FAI, nascosto da una recinzione, circondato da un bellissimo parco barocco di piante secolari con fontane e statue del ‘700, conserva un archivio di spartiti, tra cui l’originale del Requiem di Mozart. Ma il compositore salisburghese non è l’unico musicista di una certa fama a essere legato a Bolzano.

Walther von der Vogelweide e la statua a lui dedicata

Il primo di cui si hanno tracce è ricordato addirittura con una statua scolpita nel pregiatissimo marmo bianco di Lasa che svetta nella centralissima piazza Walther (quella dei mercatini di Natale, per intenderci). Si tratta del poeta cantore più famoso di tutto il territorio, un menestrello di nome Walther von der Vogelweide al servizio di Federico II che, a cavallo tra il 1200 e il 1300, andava a cantare storie di amore e libertà di castello in castello.

La musica del Duomo di Bolzano

Un ruolo importante nella diffusione della musica l’ebbe, comunque, già nel Medioevo il Duomo di Bolzano, anche chiamato chiesa di Santa Maria Assunta, concattedrale della diocesi di Bolzano-Bressanone, che fu fondato nel 1100 e che aveva un ruolo di promotore della musica sacra. E l’ebbero anche i ricchi mercanti della città – Bolzano era una città di passaggio tra Nord con Sud Europa ed era una città di grande mercato – che erano soliti costruire delle sale concerto nelle proprie case dove ospitare artisti, musicisti e organizzare concerti privati. Per comprendere la bellezza di queste sale della musica basta visitare Palazzo Menz, lungo via della Mostra, dietro piazza Walther, che oggi è sede di un negozio di abbigliamento, ma che al primo piano, aperto a tutti negli orari del negozio ovviamente, ha una spettacolare sala affrescata, opera di un artista della scuola del Tiepolo.

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Fonte: 123RF

La centralissima piazza Walther a Bolzano

I salotti musicali di Claudia de Medici

Una figura femminile è all’origine della diffusione di questi salotti musicali e si tratta di Claudia de Medici, moglie dell’arciduca Leopoldo V d’Austria, arciduchessa d’Austria e contessa di Tirolo, che volle far costruire da un architetto italiano Palazzo Mercantile, dove istituire l’ufficio del magistrato mercantile, il quale aveva il compito di risolvere tutte le questioni relative al mercato e decidere eventuali controversie sorte tra mercanti. Questo edificio è ancora oggi ben riconoscibile a Bolzano per essere l’unico con un balcone all’aperto anziché con un erker, quella finestra chiusa che sporge dalla facciata di un edificio e che consentiva di ammirare il passaggio senza essere esposti alle temperature rigide invernali. La stessa arciduchessa fu la prima a decidere di organizzare dei concerti nel palazzo grazie ai proventi del mercato.

Bolzano e la musica oggi

E la musica è tutt’oggi protagonista della scena bolzanina. Tantissimi sono gli eventi musicali che vengono organizzati in città tutto l’anno e che hanno contribuito alla nomina di città creativa della musica da parte dell’UNESCO.

Il Conservatorio di Bolzano

Il Conservatorio di Bolzano, per esempio, oggi è uno dei più importanti d’Italia, tanto che a studiarvi arrivano giovani da ogni parte del mondo. Dalla Cina, per esempio, vengono soprattutto per imparare il piano e il canto, ma nei corridoi si sentono parlare tutte le lingue, oltre al tedesco ovviamente, parlato dagli abitanti di Bolzano. Intitolato al compositore cinquecentesco Claudio Monteverdi, ha sede in quello che un tempo era il convento dei domenicani. Del convento, infatti, ha mantenuto il bellissimo chiostro che sfoggia splendidi affreschi che meritano di essere preservati e dove, d’estate, ma anche nel periodo dell’Avvento e il 1° maggio, in occasione del mercato dei fiori, gli studenti si esibiscono in concerti aperti a tutti.

La Società dei concerti, che ha sede proprio qui nel Conservatorio, tiene concerti di musica da camera con un regolare calendario e ha un’offerta di alta qualità rivolta a un pubblico maturo. Già negli Anni ’50, il Conservatorio bolzanino aveva una fama che superava anche i confini nazionali. Per dare un’idea di quel periodo basta ricordare la nascita, nel 1959, del Concorso pianistico Busoni, promosso da Benedetto Michelangeli che insegnò al Conservatorio per una decina d’anni. Ferruccio Busoni era un bambino prodigio – il primo concerto lo tenne all’età di sette anni – che, di passaggio a Bolzano, venne invitato a esibirsi in un concerto di pianoforte nel salone delle feste del Palazzo Mercantile. Così, ogni due anni, grazie al “Busoni”, d’estate la città si anima di artisti, di musicofili, critici e, di conseguenza, di turisti che rendono particolarmente vivace il clima culturale bolzanino, tanto più che i concerti si svolgono in diversi luoghi sparsi in città.

Il Teatro Verdi

E di luoghi dove ascoltare musica a Bolzano ce ne sono diversi. Se d’inverno, visto il freddo alpino (essendo in una conca circondata dalle montagne, Bolzano è freddissima d’inverno e caldissima d’estate), si tende a cercare location al chiuso, d’estate, come abbiamo visto, molti concerti si tengono all’aperto. Oltre al Conservatorio, infatti, si può prenotare una poltrona per uno spettacolo al Teatro Verdi, un teatro piuttosto recente, inaugurato nel 1999, dove ci sono rappresentazioni di opere contemporanee. D’estate, ospita la Gustav Mahler Junghen orchestra con musicisti che arrivano dall’Europa dell’Est. Questa collaborazione è nata nel 1984 grazie a Claudio Abbado, il celebre direttore d’orchestra, come European Community Youth Orchestra (dovevano farla a Sarajevo ma poi è scoppiata la guerra). Ma vi si tengono concerti per tutta l’estate ed è aperto per i corsi che servono per essere ammessi alla scuola di musica.

Il Carambolage

Si può ascoltare buona musica anche al Carambolage, un piccolo teatro nato nel 1996 all’interno della cantina a volta di un magazzino di ferramenta nel cuore della città vecchia, dove fanno spettacoli in lingua tedesca e concerti jazz. Fin dall’inizio, sul suo palcoscenico si sono avvicendate rappresentazioni teatrali di cabarettisti di fama internazionale e di artisti locali. Ogni stagione organizza un centinaio di rappresentazioni.

Il Parkhotel Laurin

Proprio per via della musica (ma non solo), molti personaggi del panorama musicale internazionale fanno tappa, per dovere o per piacere, a Bolzano e molti sono degli habitué del Parkhotel Laurin, una delle icone della città, un hotel in stile Liberty, ma anche e soprattutto luogo d’incontro, ubicato a due passi dalla stazione ferroviaria di Bolzano e immenso in un vasto parco con piscina e, presto, una spa. Tra gli ospiti fissi ci sono Chuck Berry, Vasco Rossi e molti altri. L’hotel organizza, non soltanto per gli ospiti ma per tutti, eventi musicali, aperitivi jazz, musica live e concerti tutto l’anno.

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Fonte: Ufficio stampa

Gli eventi nel giardino del Parkhotel Laurin a Bolzano

D’estate si può stare all’aperto nel giardino tra le opere d’arte di artisti contemporanei (in tutto l’hotel se ne contano circa 200), mentre quando arriva il freddo ci si ritira nei saloni affrescati del bellissimo palazzo che ospita l’hotel. Da ottobre a maggio ospita ogni venerdì concerti intitolati “All That Music”, quest’anno giunti al 30° anniversario, a suon di musica jazz, soul, swing, blues, mentre ogni sabato serate di Live Piano Music. Invece, durante il periodo dell’Avvento si tengono dei suggestivi concerti gospel con gruppi musicali che arrivano dagli Usa. Per chi visita Bolzano in occasione dei mercatini di Natale è un appuntamento serale da non perdere.

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A Roma ha riaperto la Loggia dei Vini di Villa Borghese

Il 19 ottobre ha riaperto al pubblico la Loggia dei Vini all’interno di Villa Borghese a Roma, grazie al progetto d’arte LAVINIA. Un primo intervento di restauro è stato fatto per preservare e valorizzare questa opera di architettura elegante e preziosa, costruita tra il 1609 e il 1618 per volere del cardinale Scipione Borghese. Questa struttura veniva usata soprattutto nella stagione estiva per riunioni e feste conviviali e oggi è accessibile a tutti gratuitamente in seguito al progetto d’arte contemporanea curato da Salvatore Lacagnina e realizzato da Ghella.

Promosso da Roma Capitale, dall’Assessorato della Cultura, dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e con la collaborazione di Zetema Progetto Cultura, il restauro della Loggia dei Vini è solo all’inizio. Chiuso al pubblico da tanto tempo, questo complesso architettonico comprende anche la Grotta sottostante che era destinata alla conservazione dei vini e collegata al Casino Nobile di Villa Borghese con un passaggio sotterraneo.

Il restauro della Loggia dei Vini a Roma

Nel corso del 900 sono stati fatti alcuni interventi di manutenzione, ma solo ora la Loggia torna a rivivere dopo il primo di tre lotti di restauro che hanno interessato soprattutto la volta interna, le cornici in stucco e l’affresco centrale raffigurante Il Convito degli Dei, realizzato da Archita Ricci. I pilastri nel tempo sono stati danneggiati da alcune infiltrazioni di acqua, come anche le scale per accedere alla Loggia.

Dopo il Giardino delle Erme, inauguriamo un altro prestigioso spazio a Villa Borghese che torna a essere aperta al pubblico dopo un intervento di restauro realizzato grazie a una donazione di Ghella e con la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina” ha dichiarato l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor. E ha aggiunto “questo è un importante tassello della riqualificazione del nostro patrimonio storico e artistico, in cui l’arte contemporanea si affianca al restauro di uno spazio pubblico. Con questa riapertura portiamo avanti due delle principali missioni culturali che Roma Capitale ha perseguito con questa amministrazione: la valorizzazione dei luoghi e la promozione culturale”.

Restauro Loggia dei Vini

Fonte: Ufficio stampa/Daniele Molajoli/Ghella

Il primo restauro della Loggia dei Vini a Villa Borghese

Il prestigioso spazio di Villa Borghese riapre al pubblico

Crediamo nel valore della cultura e ci impegniamo da sempre ad esportarla nel mondo. È un grande onore poter donare un restauro dentro Villa Borghese, uno dei più bei parchi del mondo. Credo che il nostro ruolo nella società non si debba limitare a costruire infrastrutture, ma debba farsi promotore di un nuovo modello di sviluppo, più sostenibile e orientato al benessere collettivo. LAVINIA rappresenta la volontà di dare libertà espressiva ad artisti in dialogo col monumento de la Loggia dei Vini” ha affermato Enrico Ghella, Presidente e Amministratore Delegato.

Questo primo restauro è stato fatto da R.O.M.A. Consorzio e seguiranno altri due interventi che si focalizzeranno sugli intonaci dei pilastri interni e della parte esterna della Loggia, fino al ripristino dell’emiciclo e della pavimentazione in cotto. La Loggia dei Vini, tuttavia, non tornerà solo a incantare nuovamente i romani e i turisti per la sua estetica e il suo valore artistico e storico, ma ospiterà anche opere, letture, performance, laboratori e attività didattiche varie per coinvolgere un pubblico eterogeneo.

Cos’è il progetto LAVINIA

LAVINIA è un programma d’arte contemporanea che è stato pensato per far dialogare lo spazio della Loggia con le varie fasi del restauro, cercando di inserire l’arte nella vita quotidiana di chi frequenta Villa Borghese per una semplice passeggiata, per fare sport o per ammirare le bellezze dell’architettura che questo luogo romano contiene da sempre. Apre quindi la strada alla potenza dello storytelling in una cornice culturale e artistica di grande spessore trasformando la Loggia dei Vini che era un luogo di ricevimenti in uno spazio moderno e allo stesso tempo antico di creatività conviviale.

Il nome del progetto nasce come un omaggio a Lavinia Fontana, una delle prime artiste riconosciute nella storia dell’arte che si trova nella collezione Borghese dai primi anni del 600. Fino al 26 gennaio 2025 LAVINIA prevede l’esposizione di numerose opere site specific dei seguenti artisti: Monika Sosnowska, Enzo Cucchi, Gianni Politi, Piero Golia, Virginia Overton e Ross Birrell & David Harding.

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Come trovare i voli economici durante il Black Friday? La guida

Skyscanner è un valido alleato quando si tratta di selezionare la migliore offerta per un volo andata e ritorno in Italia e nel mondo. E il Black Friday è un’occasione unica per risparmiare, non solo su articoli di elettronica o di abbigliamento, ma anche sui biglietti aerei. Chi ama viaggiare, infatti, può approfittare di offerte uniche e risparmiare, visitando posti bellissimi, vicini e lontani.

Quando si cerca un volo si tende a comparare tutte le più note compagnie aeree per capire qual è la migliore tariffa per la tratta più comoda, in base alle proprie esigenze. Skyscanner può ridurre i tempi di ricerca dando un aiuto molto valido al viaggiatore. Basta impostare gli aeroporti di andata e ritorno e la piattaforma offre uno sguardo a 360 gradi sulle offerte di tutte le maggiori compagnie aeree, dando modo all’utente di scegliere la soluzione di viaggio migliore per lui.

Come trovare le offerte del Black Friday

Il Black Friday può essere molto vantaggioso, ma anche ricco di insidie. Per prima cosa, se volete acquistare dei voli buoni a prezzo onesto, è consigliabile confrontare sempre i prezzi proposti da Skyscanner con quelli riportati nei singoli siti delle compagnie aeree.

Se non hai un’idea chiara di dove andare, puoi usare la funzione “Cerca ovunque” e trovare i prezzi migliori per voli diretti a varie destinazioni in tutto il mondo. Scegli delle possibili date di viaggio e vedi cosa ti propone il sito tra i risultati di ricerca. Molto utile e comoda, per chi preferisce, è la app omonima che si può scaricare gratuitamente e usare quando e dove si vuole.

voli aerei

Fonte: 123RF

I migliori biglietti aerei

Consigli utili per evitare problemi

Quando si pianifica un viaggio il budget a disposizione detta le regole. Dalla scelta del volo andata e ritorno, alla prenotazione di un albergo per il soggiorno, e altre spese previste per attività, cibo e intrattenimento, tutto deve essere calibrato per godersi il viaggio senza sensi di colpa al rientro. A prescindere dalla propria idea di vacanza è importante risparmiare laddove possibile, e durante il black friday è bene fare attenzione ad alcuni dettagli che possono causare inconvenienti, economici e non.

Costi addizionali nascosti

Se siete soliti consultare i siti delle compagnie aeree sarete abituati al fatto che alla tariffa iniziale della tratta scelta si aggiungono costi ulteriori andando avanti nella procedura di prenotazione e acquisto. Soprattutto con il Black Friday meglio fare attenzione alle spese addizionali che entrano in gioco, per un bagaglio in più, un posto vicino al finestrino o nelle file più avanti, qualche servizio come il noleggio auto all’arrivo o il check-in prioritario e i vari servizi a bordo.

Meglio sempre leggere le dichiarazioni di esclusione di responsabilità e le varie note in piccolo dove possono nascondersi informazioni scomode che poi possono ritorcersi contro in caso di bisogno. Skyscanner, inoltre, ti permette anche di avere un’idea del budget totale del viaggio che hai in mente poiché seleziona anche hotel ed eventuale noleggio auto all’occorrenza.

Cancellare o modificare un biglietto aereo

Infine può capitare che si debba modificare la data di un volo per vari motivi e non tutte le compagnie aeree danno la possibilità di farlo. Skyscanner fornisce una serie di informazioni utili qualora si verificasse qualche cambiamento dei piani e si avesse bisogno di cambiare il biglietto aereo.

Tuttavia, di solito dipende dalla compagnia selezionata sul sito per il proprio viaggio e dalla sua politica aziendale in caso di modifica data o nominativo. Alcuni lasciano la possibilità di cambiare tutto gratuitamente entro un certo periodo di tempo, altri prevedono commissioni più o meno alte per portare a termine l’operazione.

Reputazione della compagnia aerea

Per approfittare di una buona tariffa per un volo bisogna tenere in considerazione anche la reputazione di una compagnia aerea. Oggi sono tante le realtà low cost, le compagnie locali e quelle più internazionali che sono sinonimo di garanzia da tanti anni. C’è chi ha la compagnia aerea di riferimento e chi si affida ogni volta a quella che offre la tariffa e l’orario migliore, ma è importante dedicare qualche minuto a leggere le recensioni dei viaggiatori e valutare l’affidabilità del servizio e la professionalità del personale di una compagnia prima di viaggiare. Il servizio clienti ha un ruolo significativo per far sì che un volo economico sia anche di qualità, sicuro e confortevole.

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Le 10 città sull’acqua, destinazioni affascinanti in tutto il mondo

Tra le città costruite sull’acqua, Venezia è senz’altro un orgoglio tutto italiano, ma la Serenissima non è certo l’unico centro urbano al mondo ad esercitare da sempre un fascino irresistibile, proprio per il fatto di unire l’architettura con la natura in un equilibrio spettacolare.

Canali, fiumi e lagune diventano vere e proprie arterie di queste città, protagoniste assolute in grado di  modellare lo sviluppo del centro stesso e l’atmosfera che lo permea. Attraversare queste meravigliose quanto suggestive (e misteriose) città sull’acqua permette di avere la possibilità, per un viaggiatore, di vedere scorci unici, dove i riflessi sull’acqua raccontano storie di antiche civiltà, modernità e cultura.

Non fermatevi a Venezia. Fate come dei veri Marco Polo e scoprite quali sono le più belle città sull’acqua del mondo.

Venezia, regina tra le città d’acqua

Venezia è senza dubbio la città sull’acqua più famosa del mondo e con la sua bellezza giochiamo “in casa”. Fondata nel V secolo d.C., la città lagunare sorge tuttora su un insieme di isole nella laguna veneta e ogni anno attira milioni di turisti, tanto da essere stata di recente sotto i riflettori per l’esperimento relativo al pagamento di un ticket di ingresso a causa del fenomeno dell’overtourism. I suoi canali, su tutti il celebre Canal Grande, sono attraversati da gondole e vaporetti e offrono una prospettiva unica dei palazzi rinascimentali e gotici che dominano il centro di Venezia. Ma la Serenissima è anche la culla del Carnevale, una delle feste più iconiche al mondo, dove maschere di finissima e pregiata fattura riempiono la città di mistero e bellezza.

Amburgo, il gigante del Nord

Adagiata con la sua eleganza sulle rive del fiume Elba, Amburgo è la città portuale più importante della Germania e la seconda più grande dell’Unione Europea. Nonostante sia una metropoli di impronta industriale, Amburgo è anche una città che ammalia grazie ai suoi scorci pittoreschi resi tali dai numerosi canali, laghi e ponti (pensate che ne conta persino più di Venezia e Amsterdam messi insieme!). Uno dei luoghi più curiosi da visitare se si è di passaggio ad Amburgo è il Miniatur Wunderland, il più grande plastico ferroviario del mondo. Oltre a questo, l’Elbphilharmonie, una sala concerti ultramoderna affacciata sul porto, è diventata ormai un simbolo iconico della città, da fotografare subito.

Amburgo, canali

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Le barche lungo i canali di Amburgo

Alappuzha, la Venezia d’Oriente

Ci spostiamo molto più lontano, prendendo l’aereo verso l’India: qui, Alappuzha, anche conosciuta come Alleppy, è attraversata da un intricato sistema di canali, lagune e laghi che la rendono un centro vivo di attività legate all’acqua. I turisti possono navigare tra le houseboats, tipiche case galleggianti, e visitare villaggi di pescatori nascosti tra le palme. Ogni anno si svolge la famosa gara delle Snake Boat, in cui barche lunghe e affusolate vengono spinte da decine di rematori, in una vera e propria festa, oltre che competizione.

Amsterdam, la Venezia del Nord Europa

Se pensate che Amsterdam sia solo coffe shop e vita notturna, significa probabilmente che non ci siete ancora stati e non avete ancora avuto il piacere di scoprire quanto questa città olandese e i suoi dintorni abbiano da offrire ai turisti. Infatti, Amsterdam è una città incredibilmente bella dal punto di vista architettonico e urbano, piena di verde e caratterizzata da un ritmo di vita rilassato, con i suoi cittadini che usano principalmente le biciclette come mezzo di trasporto, una ricca offerta culturale e ottimo street food. Amsterdam è soprannominata la “Venezia del Nord” per il suo vasto sistema di canali, che attraversano la città creando un paesaggio pittoresco. Fondata nel XVII secolo, la città ha più di 100 chilometri di canali, 90 isole e oltre 1.200 ponti. Una delle attività più popolari tra i turisti è fare un giro in barca lungo i canali, che offre viste uniche sui caratteristici edifici del Secolo d’Oro. Oltre a questo, Amsterdam è una città vibrante, con musei famosi come il Rijksmuseum, il Van Gogh Museum e la Casa di Anna Frank.

Birmingham, la città dai mille canali

Pochi sanno che Birmingham, nel cuore dell’Inghilterra, ha più chilometri di canali di Venezia. Questi canali furono costruiti durante la Rivoluzione Industriale per facilitare il trasporto delle merci e oggi sono una caratteristica affascinante della città. I turisti possono fare escursioni in barca lungo il Gas Street Basin, una zona vivace e restaurata piena di ristoranti, caffè e pub, oppure esplorare il Jewellery Quarter, il famoso quartiere dei gioiellieri.

Birmingham, canali

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I canali di Birmingham alla sera

Fort Lauderdale, Venice of America

Situata in Florida, Fort Lauderdale è spesso chiamata la Venezia d’America grazie al suo sistema di baie e canali che si estendono per oltre 250 chilometri. Qui si possono fare giri in gondola o in barca, ammirando le lussuose ville che si affacciano sui canali. La città è anche famosa per le sue spiagge e la Las Olas Boulevard, una strada ricca di boutique, gallerie d’arte e ristoranti raffinati, perfetta per passeggiare.

Fort Lauderdale, Florida

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I canali della città americana di Fort Lauderdale

San Pietroburgo, la Venezia russa

San Pietroburgo, la seconda città della Russia, è attraversata dal maestoso fiume Neva e da una rete di canali che le conferiscono un’atmosfera elegante e regale. Tra le cose da fare, un giro in barca lungo i canali è imperdibile, soprattutto in estate quando le temperature sono più miti. Durante le Notti Bianche, in giugno, la città si illumina con eventi culturali e festival. Da non perdere anche una visita all’imponente Museo dell’Hermitage, una delle più grandi collezioni d’arte al mondo.

Stoccolma, la regina del Baltico

Stoccolma si estende su quattordici isole lì dove il lago Mälaren incontra il Mar Baltico. La capitale svedese è una perfetta combinazione di natura e modernità, dove l’acqua è parte integrante del paesaggio urbano. Gli amanti della natura possono fare escursioni in kayak tra le isole, mentre gli appassionati di cultura possono visitare il Palazzo Reale, il Museo Vasa e il centro storico, Gamla Stan, con le sue pittoresche stradine medievali.

Suzhou, la Venezia d’Oriente

Suzhou, conosciuta come la Venezia d’Oriente, è celebre per i suoi antichi canali, ponti di pietra e giardini classici cinesi. Situata nella provincia di Jiangsu, è una delle città più pittoresche della Cina, con il Giardino dell’Umile Amministratore e il Giardino del Maestro delle Reti, entrambi Patrimonio dell’Unesco. I canali di Suzhou sono attraversati da tradizionali barche cinesi, offrendo ai visitatori un’esperienza autentica e rilassante.

Suzhou, canali

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I corsi d’acqua nella città cinese di Suzhou

Xochimilco, città d’acqua del Nuovo Mondo

Situata nei pressi di Città del Messico, Xochimilco è famosa per i suoi coloratissimi canali e le trajineras, tipiche imbarcazioni tradizionali decorate con fiori e motivi vivaci. Qui, i turisti possono noleggiare una barca e navigare tra i canali accompagnati da musicisti mariachi e gustando piatti della cucina messicana direttamente a bordo. Questo sito, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è anche un’affascinante finestra sulla cultura e le tradizioni azteche.

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In Nuova Zelanda c’è un aeroporto in cui è vietato abbracciarsi per più di 3 minuti

Esprimere i propri sentimenti per molte persone non è così semplice, eppure non è sempre un bene lasciare scorrere le emozioni in un luogo pubblico. Soprattutto se ci si trova in Nuova Zelanda, la terra che gli appassionati de Il Signore degli Anelli conoscono come la Terra di Mezzo. Infatti all’aeroporto di Dunedin è spuntato fuori un cartello che informa i viaggiatori che un abbraccio non può durare più di tre minuti all’interno della struttura, mentre nel parcheggio ci si può lasciare andare a effusioni più lunghe.

“Per affettuosità più prolungate si prega di usare il parcheggio” si legge blu su bianco nel cartello che in primo piano riporta la scritta: “Tempo massimo per l’abbraccio: 3 minuti“. Leggendo questa notizia viene da sorridere pensando alla gente che si saluta con il cronometro alla mano fino al momento di distacco che è sempre particolarmente intenso e drammatico se un viaggio divide per tanto tempo.

Coccole a tempo in Nuova Zelanda

Un genitore e un figlio, una coppia innamorata, due cari amici che magari hanno trascorso un periodo insieme ma poi devono tornare alle loro vite in due posti diversi del mondo, devono misurare l’ultimo frammento di tempo che trascorrono insieme. Non è facile immaginare come la notizia delle “carezze a tempo” sia diventata virale sul web in pochissimo tempo, alimentando polemiche e discussioni.

Cronometrare gli addii sembra una richiesta cinica e bizzarra, ma all’aeroporto di Dunedin un addetto è pronto a fare la multa se qualcuno supera il limite dei tre minuti consentiti per baci e abbracci a una persona cara prima della partenza o al momento dell’arrivo. La direzione che ha preso questa decisione si è difesa avanzando l’idea che questo dovrebbe limitare gli affollamenti in aeroporto. Il CEO Daniel De Bono ha dichiarato: “Per un buon saluto, basta un abbraccio di 20 secondi. Questo arco di tempo è sufficiente per ottenere una scarica di ossitocina, “l’ormone dell’amore”. Poi, se si vuole avere più tempo per i saluti, c’è sempre il parcheggio delle auto”. 

Il Kiss & Fly in Italia e nel mondo

Certo è che ridurre l’amore e l’affetto a un’analisi scientifica denota l’animo razionale e pragmatico di chi ha valutato questa decisione e imposto questo divieto in Nuova Zelanda. Per chi vive una relazione a distanza il saluto in aeroporto è un momento fondamentale che ha portato all’idea delle aree di sosta Kiss & Fly in Europa e nel resto del mondo.

In Italia siamo famosi per essere romantici e passionali e questo si rispecchia anche nelle regole di viaggio. All’aeroporto di Lamezia Terme, per esempio, ci si può abbracciare e baciare per ben 30 minuti con il parcheggio per le soste brevi, mentre a Milano e Napoli l’area Kiss & Fly prevede venti minuti. Il tempo si riduce a Firenze, Roma, Palermo, Bari, Catania e Brindisi dove si può parcheggiare per salutare i propri cari per 15 minuti.

A livello internazionale non molti paesi seguono l’esempio della Nuova Zelanda, infatti a Tokyo, Singapore e Palma di Maiorca sono disponibili 30 minuti di sosta per i saluti, mentre a Dubai, Praga e Copenaghen il kiss & fly prevede 15 minuti di sosta. I meno romantici sembrano gli Stati Uniti, dove vanno sempre tutti di corsa e infatti ai viaggiatori è consentito scendere e salire dall’aereo a New York, Los Angeles e San Francisco, senza perdere tempo.

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Naica, la grotta messicana con i cristalli giganti

Il nostro pianeta è un mosaico di meraviglie naturali, oltre che ricco di opere di fattura umana che hanno contribuito nel corso dei secoli al patrimonio artistico e culturale di ogni Paese, ma tra quelle frutto di Madre Natura alcune sfuggono all’immaginazione.

Ogni angolo della Terra infatti offre spettacoli straordinari e tra queste meraviglie spicca la Miniera dei Cristalli Giganti di Naica, una grotta messicana che incanta chiunque abbia la fortuna di visitarla. Questo luogo straordinario, con i suoi cristalli di selenite di dimensioni colossali, è una testimonianza della potenza della natura e della sua bellezza ineguagliabile.

La scoperta della Grotta dei cristalli di Naica

La Grotta di Naica ha sede nel comune di Saucillo, all’interno dello stato di Chihuahua, in Messico. La Grotta di Naica è in realtà un sito minerario gestito da Industrias Peñoles, uno dei maggiori produttori di piombo, zinco e argento del Messico.

L’apertura di questa miniera risale ai primi anni del 1920, ma solo dal 2000 in poi è stato scoperto il suo fascino: è in quell’anno che gli operai hanno scoperto l’incredibile formazione di cristalli di selenite, uno dei materiali più belli che si possa trovare in mineralogia.

I cristalli di selenite, infatti, non sono solo spettacolari per via delle loro dimensioni, ma anche per la loro bellezza estetica. La miniera di Naica si estende per una lunghezza di 20 metri, una larghezza di 35 metri e un’altezza di 2,5 metri, racchiudendo al suo interno cristalli che possono raggiungere oltre un metro di diametro e 15 metri di lunghezza, con pesi che superano le 55 tonnellate.

Come si formano i cristalli della Grotta di Naica

La genesi dei cristalli di selenite che si trovano all’interno della Grotta di Naica è altrettanto interessante quanto la loro scoperta. I cristalli di selenite si formano attraverso processi idrotermali, ovvero tramite l’interazione di acqua calda e minerali disciolti, con temperature che possono raggiungere i 58°C. Questi ambienti, caratterizzati poi da una umidità che sfiora addirittura il 90%, creano le condizioni ideali per la cristallizzazione lenta e continua, consentendo ai cristalli stessi di raggiungere dimensioni sbalorditive.

La composizione chimica del selenite, che è un tipo di gesso, unita alle condizioni estreme di temperatura e umidità, ha favorito anno dopo anno la crescita di queste sculture naturali incredibili.

La “Cappella Sistema” della geologia

Il soprannome “la Cappella Sistina della geologia” è stato attribuito alla Grotta di Naica nel corso del ventennio successivo alla sua scoperta, allo scopo di evidenziare l’unicità di questo luogo. Come la famosa cappella di Michelangelo, infatti, la Grotta dei cristalli di Naica è un’opera d’arte naturale, formatasi da milioni di anni di processi geologici. I cristalli, luminosi e quasi eterei, riflettono la luce in modi che sembrano provenire da un altro mondo, tanto che ammirarli è un’esperienza davvero suggestiva. Ogni angolo della grotta presenta formazioni di cristalli di selenite straordinarie che sembrano raccontare una storia antica, un libro di geologia aperto che attira la curiosità di scienziati e visitatori.

L’importanza della conservazione per la Grotta di Naica

La Grotta dei cristalli di Naica è un esempio lampante di ciò che la natura può creare da sé, ma è anche un monito sulla vulnerabilità di queste creazioni. Infatti, purtroppo, la bellezza della Grotta di Naica – così come quella di molti altri luoghi naturali nel mondo – oggi è minacciata. L’esposizione all’aria ha bloccato la crescita dei cristalli, che rischiano di deteriorarsi progressivamente. Gli scavi minerari continuano a essere una fonte di preoccupazione, e gli scienziati avvertono che, senza un’interruzione delle attività minerarie, i cristalli non potranno riprendere la loro crescita.

Questo scenario drammatico per il futuro di questa opera d’arte geologica, evidenzia il conflitto tra l’industrializzazione e la conservazione della natura. I cristalli di Naica, una meraviglia naturale creata già 26 milioni di anni fa a 300 metri di profondità, potrebbero svanire a causa dell’egoismo umano e della continua ricerca di risorse minerarie.

Come visitare la Grotta dei cristalli di Naica

La capitale dello stato messicano che ospita la Grotta di Naica è Chihuahua City, una città vibrante e ricca di storia e cultura. Qui si anche trova la Cattedrale di Chihuahua, un perfetto esempio di architettura coloniale. La città offre a chi la visita anche diversi musei, come il Museo Casa de Juárez, dedicato a Benito Juárez, un importante leader messicano.

La capitale è probabilmente il punto di partenza ideale per visitare la Grotta dei cristalli di Naica, usando i mezzi pubblici oppure noleggiando un’auto.

Tuttavia, ad oggi, l’unica opportunità per visitare la grotta è riservata ai soli esperti e addetti ai lavori, assistendo alle operazioni di pompaggio messe in atto dalla compagnia mineraria. Infatti, così come la Grotta delle Spade (con le sue stalattiti e stalagmiti), la Grotta dei cristalli giganti di Naica non è aperta al pubblico per diverse ragioni, tra cui quella per cui al suo interno non ci sono condizioni ambientali facilmente sopportabili dall’uomo, nonché per la sua stessa protezione.

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I luoghi in cui Alexandre Dumas ha ambientato Il Conte di Montecristo

È uno dei romanzi che più ha appassionato generazioni di ragazzi. Almeno una ventina le trasposizioni televisivie e cinematografiche, tra cui l’ultim, in arrivvo nel 2025 su RAI1 con una nuova fiction. Del resto, come non prendere le parti di Edmond Dantès, protagonista di “Il Conte di Montecristo”, la vicenda narrata dallo scrittore francese Alexandre Dumas nella seconda metà dell’800.

Ambientata sotto il complicatissimo regno di Napoleone, alcune delle location narrate nel romanzo e viste sul piccolo e grande schermo sono diventate luoghi di pellegrinaggio per gli appassionati del genere, per le famiglie e per tutti coloro che sono rimasti affascinati dalla vicenda.

Ambientato tra Italia (l’Isola di Montecristo, appunto), la Francia (il terribile Château d’If) e alcune altre isole del Mar Mediterraneo, si è recentemente scoperto che alcuni fatti narrati non sarebbero solo il frutto della fantasia di Dumas.

L’Isola di Montecristo

Su quest’isola è ambientata una parte del celebre romanzo. Mentre sconta la pena detentiva, Edmond viene informato circa un tesoro sepolto proprio a Montecristo. Così, una volta libero, decide di recarsi sull’isola, di autoproclamarsi Conte di Montecristo per poi tornare in Francia e vendicarsi dei suoi nemici. Per anni si è vociferato che sull’isola fosse davvero stato nascosto un tesoro, individuato sotto l’altare del Monastero di San Mamiliano a Montecristo. L’isola si trova all’interno del Parco dell’Arcipelago Toscano, ma al largo delle coste francesi, motivo per cui Dumas molto probabilmente ha pensato di ambientarvi il romanzo.

Il grande tesoro citato nel romanzo, appartenuto alla famiglia Spada e nascosto sull’isola, riprende un’antica leggenda legata a un ipotetico tesoro che i monaci di San Colombano avrebbero nascosto prima della distruzione del potente Monastero di San Mamilian, edificato proprio sull’Isola di Montecristo, da parte dei saraceni. Nel romanzo il tesoro si trova in una grotta e, in effetti, sull’isola esiste davvero la grotta di San Mamiliano proprio sotto i resti di un eremo.

Fino a una decina di anni fa, Montecristo era chiusa al turismo. Oggi, invece, è disponibile un limitato numero d’accessi. Due volte l’anno, l’isola apre ai visitatori. Ma non a tutti: lo Stato italiano concede solo mille permessi giornalieri, e 600 di questi sono riservati agli studenti.

isola di montecristo come visitarla

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La spettacolare Isola di Montecristo

Oggi, sull’isola non ci si reca per trovare un tesoro, ma per vederlo. Questo strano angolo d’Italia, così vicino alla Francia, è davvero un gioiello in quanto, nella riserva naturale, ospita numerose specie protette. Ed è proprio per preservare questa biodiversità che a Montecristo è vietato pescare o nuotare entro un chilometro dalla costa. Ma non c’è solo la natura. Il piccolo territorio dell’isola è costellato di testimonianze di popoli che l’hanno occupata: i Greci, i Romani, gli Etruschi. E poi i Turchi, i monaci cattolici e i francesi.

Lo Château d’If

La temibile fortezza dove viene tenuto prigioniero Edmond Dantès viene identificata con il Castello d’If, che si trova al largo di Marsiglia, nel Sud della Francia. Per la gravità del reato imputatogli, il Conte di Montecristo è condannato a trascorrervi il resto della vita. Proprio quando le speranze di tornare libero svaniscono, fa la conoscenza di un altro prigioniero, l’abate Faria, che da anni sta scavando un tunnel sotterraneo, nella speranza che possa condurlo fuori dalla fortezza. Questa location piacque talmente a Dumas da ambientarvi anche la vicenda della Maschera di ferro nel romanzo “Il visconte di Bragelonne”, l’ultimo della trilogia dei Tre moschettieri.

Il castello risale al 1500 e nacque proprio come prigione, una sorta di Alcatrax di un tempo, costruita su una roccia in mezzo al mare, irraggiungibile, inespugnabile e da cui era quasi impossibile fuggire. Il luogo perfetto, insomma, dove ambientare “Il Conte di Montecristo”. Era famoso per avere celle senza finestre e pessime condizioni igieniche. Un posto infame, insomma.

L’isola e il castello si possono visitare quasi tutto l’anno, il battello parte dal porto di Marsiglia. Non ci sono visite guidate, ma si può scaricare la guida in pdf (compreso un libretto in francese per bambini) e la app per smartphone un avolta sbarcati sull’isola-fortezza. Si cammina sullo sterrato – per questo sono consigliate scarpe comode – e ci sono parecchi gradini da fare. La curiosità della fortezza è costituita soprattutto dai graffiti lasciati un po’ ovunque dai prigionieri e dai soldati che vissero confinati su questo scoglio per anni.

L’isola fa parte del Parco nazionale delle Calanche e dell’Arcipelago delle Frioul che è formato da quattro isolette, una zona meno frequenatata dagli italiani rispetto al resto della Provenza-Costa Azzurra, ma che assolutamente vale la pena visitare. Qui c’è un mare meraviglioso, cale e calette paradisiache, e tanti angolini pittoreschi, come il borgo marinaro di Cassis, per esempio, una piccola St Tropez rimasta ancora piuttosto autentica.

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Toscana, i luoghi degli Etruschi spiegati ai bambini

La Toscana non è solo fatta di città d’arte, di musei, delle colline del Chianti, della selvaggia Maremma o delle spiagge della Versilia. Questa splendida regione italiana è anche la terra degli Etruschi. Con un patrimonio archeologico ancora poco conosciuto e poco sfruttato, la Toscana ci racconta una delle culture più misteriose e affascinanti attraverso acropoli affacciate sul mare, necropoli e musei ricchi di ritrovamenti storici che le organizzazioni turistiche regionali vogliono far conoscere sia ai visitatori adulti che ai bambini.

Per stimolare la fantasia dei più piccoli e per permettere alle loro famiglie di organizzare al meglio un itinerario, infatti, Toscana Promozione Turistica ha messo a disposizione un avvincente audiolibro intitolato “Il Vaso della Concordia”, di Lorenza Cingoli e Marina Forti. Scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale, i capitoli sono stati scritti per i ragazzi tra i 5 e i 12 anni per raccontare una bellissima avventura etrusca in italiano, inglese e tedesco. Vediamo insieme chi erano gli Etruschi e quali tappe fare in Toscana per scoprirli.

Chi erano gli Etruschi

Tra i popoli più antichi che hanno abitato l’Italia ci sono gli Etruschi. Dalle origini misteriose, vissero in gran parte del paese tra il IX e il I secolo a.C.: inizialmente, l’Etruria comprendeva l’area tra i fiumi Arno in Toscana e Tevere nel Lazio, espandendosi successivamente verso il Nord, nel Veneto meridionale, e a Sud, in Campania. Sul territorio toscano, quello che interessa a noi per creare l’itinerario da vivere con i vostri bambini, le città di origini etrusche sono, per esempio, Arezzo e Perugia.

A quei tempi rappresentavano città-stato indipendenti e alcune appartenevano alla cosiddetta “dodecapoli”: una forte alleanza economica, religiosa e militare tra 12 città dell’impero etrusco. Amanti dell’arte, soprattutto nella lavorazione della terracotta e dei metalli, lasciarono splendide opere artistiche, insieme a città e borghi che ancora oggi conservano le impronte del loro passaggio.

Itinerario alla scoperta del popolo etrusco

I luoghi degli Etruschi da scoprire con i bambini sono diversi: dalle città, dove troverete musei ricchi di reperti, ai parchi archeologici sulla costa, dove all’interno dell’itinerario potete inserire anche altre entusiasmanti attività per intrattenere i più piccoli. Scopriamo insieme quali sono le tappe, così da aiutarvi a organizzare al meglio il vostro viaggio.

Le città etrusche in Toscana

Una delle principali città etrusche in Toscana è Chiusi, in provincia di Siena. Qui potete visitare il Museo Nazionale Etrusco, dov’è stata esposta una ricca selezione di reperti ordinati secondo un criterio cronologico e topografico provenienti principalmente dalle raccolte di collezionisti chiusini e, in parte, da scavi archeologici. Alle porte della città, invece, si trova la necropoli di Poggio Renzo con la famosa Tomba della Scimmia, scoperta da Alessandro François nel marzo del 1846 e che prende il nome dalla raffigurazione di una scimmia dipinta nel fregio che orna la camera centrale della tomba. Sfortunatamente la necropoli è chiusa, quindi se fate tappa a Chiusi potrete visitare solo il museo.

Anche Cortona fu città etrusca, tra le più importanti e potenti soprattutto grazie alla sua posizione collinare. Per immergervi nel suo passato potete visitare il Museo dell’Accademia Etrusca MAEC, ricco di reperti etruschi rinvenuti tra la Valtiberina e la Valdichiana, provenienti dalle tombe gentilizie del Sodo e di Camucia. Tra i più belli citiamo lo straordinario lampadario etrusco e la collezione dei bronzetti. Ad Arezzo, invece, fu rinvenuta la celebre Chimera, oggi conservata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, mentre in città merita una visita il museo “Gaio Cilnio Mecenate” con i gioielli etruschi provenienti dalla necropoli di Poggio del Sole.

A Fiesole, l’area archeologica e il museo civico documentano la storia antichissima della città, mentre il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra conserva una delle più importanti collezioni di reperti etruschi, l’Urna degli Sposi, il coperchio di un’urna cineraria in terracotta, e l’Ombra della Sera, una statuetta in bronzo risalente al III secolo a.C. Sempre a Volterra potete fare tappa al Parco Archeologico Enrico Fiumi, ossia l’acropoli etrusco-romana con i resti dell’antica Velathri.

Cortona Toscana etrusca

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Cortona, dove si trova il Museo dell’Accademia Etrusca MAEC

I parchi archeologici etruschi

L’itinerario perfetto per scoprire il popolo etrusco in Toscana mixa città e parchi archeologici. A chi viaggia con bambini è consigliato visitare la Costa degli Etruschi, il tratto che va da Livorno a Piombino e che custodisce l’unica città etrusca affacciata sul mare. Stiamo parlando del Parco archeologico di Baratti e Populonia, un luogo ricco di fascino non solo per i reperti, ma anche per il paesaggio naturale in cui è immerso. Qui potete visitare l’acropoli, dove i cartelli con le informazioni hanno racconti dedicati anche ai più piccoli e dove potrete ammirare templi, ville e mosaici, e le necropoli.

Se volete far felici i vostri bambini, portateli al Parco Archeominerario di San Silvestro e salite sul trenino per scoprire le antiche miniere, le quali mostrano il legame indissolubile tra il passato etrusco e un presente più vicino a noi.

Scendendo nella Maremma, invece, da visitare c’è Vetulonia, con i resti delle mura, le tombe e i reperti custoditi nel Museo Civico Archeologico, e le suggestive Vie Cave scavate nel tufo a Pitigliano. A Sovana, invece, troverete un grande sito etrusco che custodisce la famosa Tomba Ildebranda, anche questa scavata nel tufo e con un porticato a sei colonne. Imperdibile per chi viaggia in famiglia è il Museo Archeologico di Chianciano Terme, dove sono esposti oggetti appartenenti alla vita quotidiana della civiltà etrusca, narrata con semplicità per essere compresa facilmente anche dai più piccoli.

Parco Archeologico Populonia

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Rovine etrusche al Parco Archeologico di Populonia