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Mauritius, tra acque cristalline e coste segrete: le spiagge da non perdere

Mauritius è sicuramente un’isola da sogno, ma soprattutto è un mondo a parte. Da quest’anno, raggiungerla è ancor più semplice grazie al nuovo volo diretto ITA Airways da Roma Fiumicino. Una novità che apre le porte a chi cerca un inverno al caldo, tra mare turchese, spiagge bianchissime e un paesaggio che mescola natura incontaminata e cultura locale.

Questo, infatti, è il posto più indicato per chi sogna luce, quiete e panorami che restano impressi a lungo. Ogni spiaggia racconta una storia diversa. Alcune si aprono con larghe distese di sabbia, altre svelano insenature raccolte e calme.

Le acque cambiano colore ad ogni passo: azzurro intenso, turchese trasparente e blu profondo si alternano come un dipinto in continua evoluzione. La flora accompagna la costa, con palme, casuarine e vegetazione spontanea che creano ombra e profumo.

Belle Mare

La prima spiaggia di cui vi vogliamo parlare si trova sulla costa orientale di Mauritius e si chiama Belle Mare. Un nome che, come si suol dire, svela già tutto: si stende per circa 10 chilometri di sabbia fine e bianca. Le acque sono calme e accolgono piccole barche da pesca e colori intensi, dal verde chiaro dei fondali bassi al blu profondo della barriera corallina.

Camminando sulla sabbia si avverte una sensazione di morbidezza che si mescola al calore del sole. I coralli vicini mostrano pesci dalle tinte vivaci, invisibili finché non ci si avvicina lentamente. Belle Mare invita a scegliere il proprio angolo di paradiso, a fermarsi a osservare il mare o a sedersi sotto le casuarine (alberi sempreverdi molto diffusi in zona) per sentire il vento tra le foglie.

Palmar Beach

Poco più a sud, Palmar Beach si distingue per il ritmo tranquillo. La spiaggia è raccolta, il top per chi vuole spazio e pace. Il mare si muove con lentezza, riflettendo ogni raggio di sole. Le ombre delle palme e la sabbia finissima invitano a sostare senza fretta. I fondali ospitano una varietà di pesci che emergono all’improvviso tra le rocce e le alghe. Un luogo eccezionale, dove il tempo segue il movimento naturale dell’acqua, con giornate che scorrono tra immersioni leggere e il suono delle onde che si infrangono dolcemente sulla riva.

Mont Choisy

Mont Choisy cattura lo sguardo con la sua mezzaluna di sabbia bianca abbracciata dalla vegetazione. La costa mette a disposizione acque poco profonde e limpide, ideali per osservare ogni dettaglio dei fondali. Il tramonto dipinge la scena con sfumature di arancio e rosa, mentre gli alberi disegnano ombre sinuose sulla sabbia. Passeggiare qui significa percepire qualsiasi rumore dell’acqua salata, il fruscio delle foglie e l’eco delle barche dei pescatori.

Trou aux Biches

A nord, Trou aux Biches si presenta come una lunga striscia di sabbia bianca contornata da palme alte. Le acque turchesi accolgono tartarughe e pesci variopinti, e le barche per snorkeling partono regolarmente lungo la costa. Il mare si accende di colori durante il calar del sole, trasformando ogni onda in un riflesso di viola, arancio e oro. La spiaggia resta vivace ma ordinata: il movimento dei turisti si integra con la vita locale, creando una sensazione di armonia tra natura e cultura isolana.

Grand Baie

C’è poi la bellissima Grand Baie che combina sabbia soffice, acqua limpida e vivacità. La baia protegge le acque, rendendole ideali per piccole imbarcazioni e attività acquatiche. I locali, ristoranti e negozi danno vita a un’atmosfera vivace, mentre il mare esorta chi desidera osservare la fauna marina a fermarsi, oppure a sperimentare sport acquatici. La sera, luci e musica trasformano il lungomare in un punto di incontro tra turisti e abitanti, con tramonti che accendono il cielo di rosso e oro.

Grand Baie, Mauritius

iStock

Veduta di Grand Baie

Flic en Flac

La spiaggia di Flic en Flac si estende per otto chilometri. Il fondale è protetto da una barriera corallina e le piante verdissime realizzano ombra naturale lungo la costa. La sabbia, dal canto suo, pare chiedere gentilmente di sostare e osservare le onde che scorrono con un ritmo delicato. Il lungomare mostra chioschi di street food, bar e ristoranti, mentre il tramonto dona uno spettacolo di colori intensi. Piccole escursioni portano a vedere delfini o fondali ricchi di vita marina, un’esperienza concreta e affascinante.

Le Morne

Poi ancora spiaggia di Le Morne (probabilmente una delle più famose) che si apre sotto il massiccio di roccia basaltica Le Morne Brabant, che domina il paesaggio. La sabbia bianca e il mare cristallino sono custodi di ampi spazi, mentre le correnti creano condizioni ottimali per kitesurf e parasailing. Escursioni lungo i sentieri del Morne mostrano piante endemiche e panorami spettacolari sull’oceano. Le barche che partono dalla costa conducono, invece, a osservare delfini e la fauna locale.

Blue Bay

Blue Bay protegge un parco marino con fondali pieni di coralli e pesci tropicali. Le acque calme fanno scorgere i colori intensi direttamente dalla riva o attraverso barche con fondo trasparente. Il paesaggio circostante mantiene una quiete preziosa, con poca affluenza turistica rispetto ad altre zone, e offre un’esperienza immersiva tra natura e acqua che pare vetro.

Gris Gris

Qui si cambia quasi completamente volto, perché Gris Gris mostra un lato selvaggio dell’isola. Da queste parti le onde si infrangono sulle scogliere scure, generando scenari spettacolari e intensi. Il suono dell’oceano domina, mentre la vista abbraccia tutta la costa. La forza dell’acqua e il paesaggio roccioso mettono in scena uno spettacolo da osservare con calma e attenzione, ideale per chi cerca immagini potenti e ricordi memorabili.

Pointe aux Piments

Infine Pointe aux Piments, spiaggia che mescola sabbia bianca e barche tradizionali dei pescatori locali. L’orizzonte si apre tra acqua e cielo, mentre la vita quotidiana dei residenti aggiunge autenticità alla scena. La vegetazione circostante crea punti d’ombra che sono fantastici per sostare e osservare la costa, ma la vera forza è il contatto con la vita isolana in cui comprendere dettagli concreti, dalla pesca alle piccole imbarcazioni ormeggiate lungo la riva.

Come arrivare dall’Italia: nuovo volo ITA e non solo

Il nuovo volo diretto ITA Airways da Roma Fiumicino rende Mauritius accessibile senza scali. L’Airbus A330neo parte venerdì e domenica alle 22:00 e arriva alle 11:20 del giorno successivo. Il ritorno parte sabato e lunedì alle 22:10, con arrivo a Roma alle 06:40. Milano collega l’isola attraverso hub internazionali e in più sono disponibili alcuni pacchetti che combinano voli e crociere.

Una volta sull’isola, il noleggio auto facilita l’esplorazione: la costa orientale e le spiagge del sud risultano immediatamente accessibili, così come gli angoli nascosti a nord o a ovest. L’itinerario resta flessibile, con possibilità di muoversi in autonomia e fermarsi dove il mare e la luce catturano lo sguardo.

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Si alza il sipario sul Tesoro di Tutankhamon al GEM de Il Cairo

Dopo oltre dieci anni di rinvii, attese e annunci, il Grand Egyptian Museum – anche conosciuto come GEM – ha aperto le porte della sua galleria più attesa: quella dedicata all’immenso tesoro di Tutankhamon. Il nuovo museo, inaugurato al completo i primi di novembre, e progettato per essere il più grande al mondo dedicato a una singola civiltà, già viene chiamato dalle guide più appassionate semplicemente “il Museo di Tutankhamon”, perché è questo il motivo principale per cui venire e lasciarsi innamorare.

L’affluenza è stata da subito superiore a ogni previsione: visitatori egiziani e turisti da tutto il mondo hanno preso d’assalto le prenotazioni, tanto che è stato necessario sospendere temporaneamente la vendita dei biglietti. Già, pazientiamo un attimo, ma studiamo e pianifichiamo, perché questo museo che si affaccia direttamente sull’altopiano di Giza, con vista sulle Piramidi, è assolutamente da vedere. Noi ci siamo stati ed ecco le nostre impressioni.

Un museo nel museo

Il complesso del GEM si estende su oltre 500.000 metri quadrati complessivi (di cui 30.000 di area espositiva) e ospita dodici sale principali. A differenza del Museo Egizio del Cairo che segue un ordine cronologico (e che comunque continua a ospitare alcune delle più importanti testimonianze dell’antico Egitto), il percorso espositivo del GEM è pensato in modo tematico: la grande Scalinata d’ingresso introduce subito il visitatore a un viaggio simbolico attraverso quattro tappe dedicate alla figura del faraone in tutte le sue epoche; ai luoghi delle cerimonie con l’esposizione di colossi, colonne e sfingi, al rapporto del faraone con le divinità, e all’eternità e rinascita con i sarcofagi. Anche le altre sale sono divise in tre grandi filoni: la società, la regalità e il credo.

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Getty Images

Il sarcofago d’oro di Tutankhamon

Di tutte le sale, la più suggestiva è senza dubbio quella dedicata al giovane faraone Tutankhamon, di 7.500 metri quadrati. L’esposizione conta più di 5.000 reperti, molti dei quali mai mostrati prima al pubblico: alcuni provengono dal vecchio Museo Egizio di piazza Tahrir; altri sono stati recuperati dai magazzini dove erano rimasti per decenni. Nella tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re rimangono solo la mummia e il sarcofago in quarzite.

Varcata la soglia della sala del faraone bambino (chiamato così perché salì al trono d’Egitto a soli nove anni), l’atmosfera cambia completamente. Luci basse, sfondo nero e riflessi d’oro: l’allestimento è intimo, quasi sacrale. È qui che si trovano, finalmente riuniti, i reperti scoperti il 4 novembre 1922 da Howard Carter davanti alla tomba nella Valle dei Re. Le sei bighe dorate, i bastoni cerimoniali, le armi, i gioielli e gli oggetti personali raccontano la vita e la morte di un re fragile e misterioso.

Il faraone che divenne leggenda

Ma facciamo un passo indietro, per conoscere il faraone e comprendere davvero la natura di questo tesoro.

Chi era Tutankhamon

Nonostante tutta l’importanza di oggi, va detto che Tutankhamon non fu un faraone potente. Bambino, malato e fragile, morto giovanissimo probabilmente per complicazioni a seguito di una caduta, non lasciò guerre né grandi costruzioni. A renderlo immortale non fu il suo regno, ma la casualità della storia: la sua tomba fu l’unica trovata intatta nella Valle dei Re e “solo” per questo è diventato protagonista della sua dinastia e di tutto l’antico Egitto. Questo, d’altra parte, consente di affermare con una certa sicurezza che il trattamento riservato a Tutankhamon era consueto e comune anche per i faraoni “minori”: quello che noi possiamo vedere nella galleria non è un tesoro eccezionale, ma il corredo funebre che ogni faraone meritava per il suo viaggio verso il sole.

La scoperta casuale

Il nome di Tutankhamon è rimasto per anni nell’oblio. Nel 1909 fu ritrovato un vaso con inciso il suo cartiglio e questo risvegliò l’interesse degli archeologi. La vera svolta arrivò nel 1922, quando Howard Carter trovò nella Valle dei Re l’ingresso alla tomba del faraone bambino, rimasto sotto i detriti degli scavi delle tombe di Ramses V e VI.

Secondo quanto raccontano le guide, la scoperta fu casuale: un bambino con il proprio asino rovesciò dell’acqua a terra e dalla terra bagnata emerse un gradino. Fu così che Carter venne avvisato e avviò gli scavi: al gradino ne seguivano altri che portavano fino a un muro con due statue. Dietro al muro si aprì alla storia qualcosa di straordinario: un’anticamera piena di carri da parata, statue, letti rituali e scrigni d’oro. Oltre quella stanza, quattro grandi catafalchi dorati, uno dentro l’altro come una matrioska, smontabili e in legno di cedro del Libano, racchiudevano tre sarcofagi sovrapposti, l’ultimo dei quali in oro massiccio. Dentro, la mummia del giovane re indossava la celebre Maschera d’oro, realizzata con undici chili d’oro e pietre semipreziose: icona nel mondo dell’antico Egitto.

Il tesoro esposto al GEM

Entrando nella sala, lo sguardo va verso il primo dei quattro catafalchi, esposti in fila, uno dietro l’altro, come un percorso iniziatico che accompagna il visitatore. Il primo, in oro e turchese, è decorato con il Nodo di Iside (tit), simbolo del femminile e della rinascita, della protezione e della continuità della vita. Si trova aperto, rivelando un interno altrettanto prezioso, decorato con iscrizioni e immagini legate al viaggio ultraterreno del faraone.

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I quattro catafalchi, esposti in fila, uno dietro l’altro

Il secondo catafalco raffigura le divinità protettrici che accompagnano il re nel passaggio verso l’aldilà. I geroglifici dorati risplendono sotto le luci soffuse della sala, mentre figure di dèi con ali spiegate abbracciano la tomba. Proseguendo, si trovano esposte le tre bare sarcofago, realizzate in legno e oro e finemente intarsiate con lapislazzuli, turchesi e coralli. La più piccola, interamente in oro massiccio, è la più preziosa e monumentale, a detta delle guide ancora più preziosa della celebre maschera.

Nella sala si trovano anche la portantina del dio Anubi, rappresentato con testa di sciacallo, simbolo di protezione dei defunti, e il sacrario dei vasi canopi, che contenevano gli organi mummificati del faraone in piccoli sarcofagi. Poco più avanti, le statue cerimoniali del re (o statue del Ka di Tutankhamon), armato di mazza e bastone, sono disposte una di fronte all’altra a rappresentare il principio di specularità e dualità, fondamentale e ripetitivo nella cosmologia egizia.

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I vasi canopi contenevano gli organi mummificati del faraone in piccoli sarcofagi

Al centro della sala, in una teca di vetro visibile da ogni lato, brilla la Maschera d’oro di Tutankhamon. Realizzata con oltre undici chili d’oro massiccio e intarsi di lapislazzuli, quarzo, ossidiana e turchese, rappresenta il volto del giovane re con lineamenti idealizzati ma umani. Il nemes, il copricapo a strisce blu e oro, e l’uraeus — il cobra che s’innalza sulla fronte — simboleggiano il potere e la protezione divina.

Nelle vetrine circostanti si ammirano i gioielli e gli oggetti personali del faraone: pettorali decorati con lo sparviero di Horus, cinture d’oro, sandali finemente cesellati, bastoni da cerimonia, boomerang per la caccia agli uccelli. Il motivo dello scarabeo, simbolo di rinascita e movimento verso il sole, ricorre in molti ornamenti.

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La Maschera d’oro di Tutankhamon è realizzata con oltre undici chili d’oro massiccio

L’ultima parte della galleria propone una sezione multimediale che ricostruisce la figura del giovane sovrano. Qui si trova la scultura di Tutankhamon bambino che emerge da un fiore di loto — simbolo della creazione e della rinascita dal caos primordiale —, accompagnata da proiezioni che ricostruiscono il volto del faraone, dal cranio al volto umano.

Su due pannelli bassi è disegnata la mummia di Tutankhamon con focus sul suo corpo e sul processo di mummificazione: veniva aperta la parte sinistra del corpo per estrarre le viscere; il cervello era estratto dal naso, mentre il cuore veniva tolto, disidratato e ricollocato vicino al ventre; al suo posto uno scarabeo era di buon auspicio e guida nel viaggio verso il sole.

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La scultura di Tutankhamon bambino che emerge da un fiore di loto

Prima di uscire, si trova il Trono d’oro di Tutankhamon, un capolavoro di oreficeria e simbolismo. Sullo schienale è raffigurata la regina Ankhesenamon mentre unge con profumi il suo giovane sposo, in una scena di rara intimità domestica; sui poggiapiedi, invece, sono raffigurati i nemici del re, schiacciati sotto i suoi piedi, a significare il dominio e la protezione del regno.

La visita e le informazioni pratiche

Visitare il GEM richiede tempo: le guide propongono anche una giornata intera per esplorare il museo, con pausa pranzo; la sola galleria di Tutankhamon merita tre ore. Il biglietto per adulti costa 1.270 EGP (23 euro circa), ridotto a 635 EGP per studenti e bambini. Le guide ufficiali sono disponibili in loco, ma solo in lingua inglese e araba.

Come arrivare

Il museo si trova a circa 14 chilometri dal centro e a 3 chilometri dalle Piramidi di Giza. Si può raggiungere il GEM dal centro del Cairo in metropolitana, in taxi o con tour organizzati in partenza direttamente dall’hotel. A breve, dal museo sarà possibile raggiungere a piedi l’altopiano delle Piramidi grazie a un lungo ponte pedonale e panoramico.

La visita al GEM può essere inserita in una due giorni al Cairo, che oggi è collegata comodamente dall’Italia. Oltre ad alcune low cost che volano sull’aeroporto di Sphinx, nelle immediate vicinanze dell’altopiano, Egyptair, la compagnia di bandiera dell’Egitto, garantisce 30 voli settimanali diretti da Milano Malpensa e Roma Fiumicino, con diverse promozioni per il fine settimana e per la visita al museo.

Come organizzare la visita

Vista la grande affluenza, il consiglio è quello di iniziare a pianificare la visita al GEM e a Il Cairo, con calma, anche per godere al meglio dei tesori finalmente svelati al pubblico. La città è in pieno fermento, a tratti ancora un po’ caotico.

Per ottimizzare i tempi negli spostamenti o nella prenotazione delle visite, ma anche per affidarsi a guide in lingua italiana o combinare il museo alla visita delle Piramidi o della città, la soluzione migliore è affidarsi a un’agenzia. La spesa vale la pena perché una visita guidata con un esperto egittologo cambia tutta la percezione che si ha del luogo.

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Un viaggio tra magie d’inverno e fughe al sole: dove andare a Natale 2025

Le festività natalizie sono l’occasione perfetta per vivere viaggi unici, immersi in atmosfere magiche e momenti indimenticabili con amici e familiari. Per Natale 2025 ci sono proposte adatte a tutti i gusti: tra città illuminate, mercatini tipici, spiagge dorate e panorami esotici, ogni viaggio diventa un’esperienza speciale.

Ecco 12 mete sorprendenti da vivere.

Bolzano e l’Alto Adige: mercatini e tradizione alpina

Bolzano, nel cuore dell’Alto Adige, è una meta ideale per vivere il Natale 2025 tra mercatini e atmosfere alpine. La città si illumina con decorazioni eleganti e le strade del centro ospitano casette di legno ricche di prodotti artigianali, dolci tipici e specialità locali.

L’Alto Adige, con i caratteristici borghi come Bressanone e Merano, offre anche attività all’aria aperta: piste da sci, ciaspolate tra i boschi innevati e tour enogastronomici per assaporare vini e distillati locali.

Matera: Natale tra storia e luci suggestive

Matera diventa una città incantata durante il periodo natalizio. I celebri Sassi, patrimonio UNESCO, si illuminano con installazioni artistiche e luminarie, mentre la città propone eventi culturali, presepe vivente, villaggio di Babbo Natale e concerti per celebrare le feste. I mercatini locali offrono prodotti artigianali e prelibatezze della tradizione lucana.

Courmayeur: il fascino della montagna innevata

Nel cuore della Valle d’Aosta, Courmayeur regala un Natale immerso nella magia delle montagne. Le vie del centro si illuminano con addobbi eleganti, mentre l’evento Welcome Winter 2025 anima il borgo con musica, spettacoli e mercatini locali.

Passeggiare tra le boutique e assaggiare le specialità valdostane – dalla Fontina DOP al cioccolato artigianale – è un vero piacere per i sensi. I più piccoli durante la notte della vigilia possono vivere l’emozione del ritorno di Rhémy de Noël, il Babbo Natale alpino che percorre le strade del paese guidato dalle lanterne.

Gli appassionati di sport invernali troveranno piste perfette per sci, snowboard e ciaspolate, con panorami mozzafiato sulle cime innevate.

Vienna: luci imperiali e concerti di Natale

Vienna si trasforma in un vero e proprio regno delle luci durante il periodo natalizio. Dal Graben alla Rotenturmstraße, le vie del centro scintillano con decorazioni spettacolari, mentre Schönbrunn ospita l’evento Imperial Lights, un percorso luminoso in stile barocco.

La città offre anche una vasta offerta culturale: concerti di musica classica, cori natalizi e spettacoli teatrali, senza dimenticare le tradizionali piste di pattinaggio come il Wiener Eistraum. Vienna è perfetta per chi cerca un Natale 2025 elegante, ricco di cultura e tradizione, con un’atmosfera fiabesca che avvolge ogni angolo della stupenda capitale.

Idee di viaggio per Natale 2025

Paul Bauer

Christmas Market di Vienna a Rathausplatz

Reykjavik: luci nordiche e paesaggi fiabeschi

Per un Natale suggestivo, Reykjavik offre scenari da cartolina tra aurore boreali, fiordi e mercatini tradizionali. La città, illuminata da decorazioni natalizie, permette di vivere esperienze uniche come quella della Sky Lagoon, escursioni con motoslitta sui ghiacciai e passeggiate nei villaggi di pescatori vicini. La combinazione di natura selvaggia e tradizione rende l’Islanda una meta perfetta per chi cerca un Natale fiabesco, al freddo e lontano dai soliti itinerari alpini.

Marrakech: colori, spezie e tradizione

Marrakech è una meta originale per un Natale caldo e culturale. I souk, i palazzi e i giardini della città offrono un’esperienza sensoriale unica tra colori, profumi e sapori locali. Gli hotel e riad propongono pacchetti con cene a tema, spettacoli di musica e danze tradizionali. Una destinazione perfetta per chi desidera trascorrere il Natale 2025 tra relax, cultura e un tocco di magia.

Seul: un Natale tra tradizione e modernità

Seul, città vibrante e cosmopolita della Corea del Sud, offre un Natale unico, diverso dalle solite mete. Le strade si animano con luci e albero decorati, ma la vera magia è la combinazione tra antiche tradizioni e modernità.

Nella zona di Myeongdong è possibile assaggiare dolci tipici coreani e partecipare a eventi culturali, mentre i grandi centri commerciali propongono installazioni scenografiche spettacolari. Seul offre anche la possibilità di scoprire i templi illuminati, come Bongeunsa, dove le lanterne colorate creano un’atmosfera contemplativa unica.

Ras Al Khaimah: Natale al caldo nel deserto

Per chi sogna sole e relax, Ras Al Khaimah è la destinazione ideale a poche ore dall’Italia. Tra spiagge dorate, resort di lusso e le maestose montagne Hajar, l’emirato unisce avventura e benessere.

È possibile trascorrere giornate di mare, salire alla vetta di Jebel Jais per esperienze adrenaliniche o godersi cene e brunch natalizi nei resort. La stagione festiva culmina poi con lo spettacolo di fuochi d’artificio e droni a Capodanno. Intrattenimento dal vivo e attività per tutta la famiglia, trasformeranno il Natale 2025 in un’occasione di lusso e divertimento sotto il sole d’inverno.

Sudafrica: safari e natura incontaminata

Trascorrere il Natale in Sudafrica significa vivere un’esperienza avvolgente immersi nella natura. Tra safari emozionanti e riserve naturali come iMfolozi Wilderness Trails o la Cape Whale Route, i viaggiatori possono osservare animali selvatici in habitat protetti e partecipare a escursioni guidate da esperti.

Cape Town e la regione del KwaZulu-Natal offrono inoltre attività uniche, come l’incontro con i pinguini africani o i river safari tra paesaggi spettacolari.

Key West: Natale sotto le stelle

Per chi cerca un Natale 2025 insolito ma divertente, Key West in Florida offre un’esperienza unica tra sole, mare e feste vivaci. La città celebra l’arrivo del nuovo anno con il famoso evento Shoe Drop di Duval Street, tra musica e atmosfera festosa. Le spiagge illuminate, gli eventi locali e le escursioni marine rendono Key West una destinazione perfetta per chi vuole un Natale esotico senza rinunciare a divertimento e relax.

Mete per Natale 2025

Ufficio Stampa

Evento Shoe Drop di Duval Street

Philadelphia: tradizioni e luci natalizie

Philadelphia si distingue per la ricchezza di tradizioni e spettacoli durante le feste. Dal Philadelphia Christmas Village alle luminarie di Franklin Square, la città si trasforma in un villaggio natalizio pieno di eventi. La Mummers Parade del 31 dicembre e spettacoli come Lo Schiaccianoci aggiungono un tocco culturale unico alle feste. La città è ideale per chi desidera vivere un Natale 2025 autentico tra tradizioni americane e esperienze originali, lontano dai soliti itinerari.

Dove trascorrere il Natale 2025

J Fusco

Electrical Spectacle in Franklin Square a Philadelphia

Oman: deserto e mare in perfetta armonia

Il Sultanato dell’Oman combina perfettamente avventura, relax e cultura. Tra immersioni sulle isole Daymaniyat, deserti infiniti come Sharqiya Sands e resort di lusso, il Natale diventa un’esperienza multisensoriale. Gli amanti del wellness possono affidarsi a trattamenti tradizionali, mentre chi cerca avventura può volare in mongolfiera sopra il deserto o esplorare canyon e oasi.

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Alla scoperta delle Residenze Sabaude in Piemonte: un viaggio tra storia e bellezza

Il Piemonte custodisce un patrimonio storico e artistico senza pari: le Residenze Sabaude, dimore regali che raccontano la grandezza della dinastia dei Savoia. Dal Palazzo Reale di Torino alla Reggia di Venaria, dal Castello di Racconigi alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, questi luoghi non sono solo gioielli architettonici, ma veri e propri testimoni di una storia che unisce arte, cultura e vita di corte.

Grazie al progettoResidenze Sabaude, un territorio da Re”, visitare queste dimore oggi significa immergersi in esperienze uniche, scoprendo i territori circostanti e ascoltando le storie dei cittadini che li abitano.

Il progetto Residenze Sabaude

Il progetto “Residenze Sabaude, un territorio da Re” è un’iniziativa finanziata dal Ministero del Turismo che coinvolge i principali comuni del Piemonte con siti UNESCO: Torino, Agliè, Bra, Govone, Moncalieri, Racconigi, Rivoli, Venaria Reale e Nichelino.

L’obiettivo è promuovere il circuito delle Residenze Sabaude, che ogni anno attira oltre 2 milioni di visitatori, valorizzando non solo le dimore storiche, ma anche i territori e le comunità che le circondano.

Grazie alla collaborazione tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Turismo Torino e Provincia, Fondazione Film Commission Torino Piemonte e Fondazione Piemonte dal Vivo, il progetto punta a rafforzare l’esperienza turistica attraverso percorsi tematici, segnaletica interattiva e eventi culturali.

La chiave innovativa è il concetto di “Italian Royal Experience”, che trasforma le Residenze da semplici musei in luoghi da vivere, dove storia, arte e natura si incontrano con le comunità locali.

A Racconigi, in particolare, il progetto prende forma con i Royal Community Tour, itinerari culturali guidati dagli abitanti del luogo. L’idea è semplice ma efficace: far diventare i cittadini stessi protagonisti del turismo, raccontando le loro storie e le tradizioni del territorio ai visitatori.

Residenze Sabaude del Piemonte: quali visitare.

Ufficio Stampa

Royal Community Urban Tour a Racconigi

I Royal Community Tour di Racconigi

Nell’ambito di questa iniziativa a Racconigi saranno proposti due diversi itinerari:

  • Royal Community Urban Tour Racconigi: un itinerario a piedi nel centro storico della città, tra setifici storici, il Museo della Seta e la Pinacoteca Civica Levis. Gli ospiti scoprono l’anima operosa di Racconigi attraverso le storie degli abitanti, con la possibilità di visitare anche la Residenza Reale inclusa nel biglietto.
  • Royal Community Country Tour Racconigi: un percorso immerso nella natura lungo il Sentiero sul Maira, tra cascine Reali e paesaggi con vista sul Monviso. L’itinerario, percorribile a piedi o in bicicletta, include una tappa al Centro Cicogne e Anatidi, un’oasi di biodiversità. Anche in questo caso, la Residenza Reale è compresa, mentre guide naturalistiche accompagnano i visitatori in un’esperienza unica tra storia e natura.

Entrambi i tour permettono di vivere Racconigi attraverso gli occhi di chi la conosce meglio, rendendo l’esperienza culturale autentica e memorabile.

Le Residenze Sabaude del Piemonte non sono quindi solo monumenti da ammirare, ma spazi da vivere, dove passato e presente si incontrano e dove i cittadini diventano i veri narratori della storia.

Grazie al progetto “Residenze Sabaude, un territorio da Re”, visitare il Piemonte significa oggi immergersi in un viaggio tra cultura, arte e paesaggi mozzafiato, scoprendo il fascino senza tempo delle dimore sabaude.

Per informazioni e prenotazioni dei Royal Community Tour a Racconigi, visitare il sito ufficiale delle Residenze Reali Sabaude.

Le Residenze Sabaude del Piemonte: luoghi da vivere

Ufficio Stampa

Royal Community Country Tour a Racconigi
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I siti italiani UNESCO tornano a risplendere: un viaggio tra arte e storia

Il ministero della Cultura ha recentemente varato un decreto storico di sostegno ai siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Con un investimento complessivo di 3.620.374 euro, il MiC mira a proteggere e a far rinascere alcune delle eccellenze culturali dell’Italia.

L’intervento si inserisce all’interno della missione istituzionale del MiC, dedicata alla “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici”, e rafforza il legame tra il patrimonio culturale italiano e il suo potenziale turistico ed economico sul palcoscenico internazionale.

Il finanziamento

Il finanziamento complessivo è articolato su due assi complementari:

  • 1.900.374  euro per garantire servizi di assistenza, supportare la gestione quotidiana dei siti UNESCO, favorire la formazione, la comunicazione e la cooperazione tra enti locali e stakeholder,
  • 1.720.000  euro per progetti di valorizzazione — restauro, fruizione, iniziative culturali — mirati a rendere i siti più accessibili, sostenibili e attrattivi per i visitatori.

Grazie a questa doppia linea di intervento, il MiC rafforza la sua azione su due fronti: preservare il valore storico e artistico dei siti UNESCO, e allo stesso tempo potenziare l’esperienza turistica culturale legata a questi luoghi.

Siti UNESCO finanziati

I progetti finanziati, a favore dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, sono tantissimi. Ecco alcuni dei siti coinvolti:

  • Area archeologica di Aquileia e Basilica Patriarcale,
  • Genova: le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli,
  • Monumenti Paleocristiani di Ravenna,
  • Orto botanico di Padova,
  • Crespi d’Adda,
  • Piazza del Duomo di Pisa,
  • Ville e giardini medicei in Toscana,
  • Centro storico di Firenze,
  • Città di Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto,
  • Cicli affrescati del XIV secolo di Padova,
  • Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene,
  • Città tardo-barocche del Val di Noto (Sicilia),
  • Centro storico di Siena,
  • Portovenere, Cinque Terre e Isole Palmaria, Tino e Tinetto,
  • Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande,
  • Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato,
  • Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti francescani,
  • Trulli di Alberobello,
  • Ferrara città del Rinascimento e il suo delta del Po,
  • Portici di Bologna,
  • Ivrea città industriale del XX secolo.

Il sito archeologico di Aquileia con il progetto “Aquileia tra scienza e cultura” riceverà 100.000 euro per studiare la vulnerabilità del sito ai cambiamenti climatici, mentre a Crespi d’Adda oltre alla conservazione architettonica del lavatoio ottocentesco, è prevista anche la riattivazione dimostrativa della funzione idrica originaria dello stesso, per restituire alla comunità un luogo di memoria sociale e industriale.

Il Comune di Assisi, con un finanziamento di 90.000 euro, intende trasformare gli studenti in ambasciatori francescani con il progetto “Comunicare i luoghi francescani: gli studenti araldi di Francesco“. Laboratori interattivi, storytelling, e tecnologie permetteranno ai giovani di esplorare i luoghi simbolici e di condividere con le comunità i valori di pace e fratellanza tipici del francescanesimo.

Il progetto “Linee d’ombra” dei portici di Bologna punta invece a valorizzare la rete dei magnifici portici bolognesi come “corridoi climatici”.

Siti italiani UNESCO: il finanziamento del MiC

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Colonnato a portici nella zona pedonale storica di Bologna

UNESCO primo sì alla cucina italiana

Parallelamente ai progetti sui siti materiali, cresce l’attesa per un’altra grande candidatura italiana: quella della cucina italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

L’UNESCO ha già dato un primo parere tecnico favorevole, ma la decisione finale spetta al Comitato intergovernativo che si riunirà a Nuova Delhi dall’8 al 13 dicembre 2025. Se confermata, sarebbe un traguardo storico.

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Perché La Corea del Sud è il viaggio top del 2026

Tra noodles piccanti che spopolano su TikTok, sfide virali a base di Buldak Hot Chicken, video di fan che cantano BTS, Stray Kids o Blackpink e concerti sold‑out da tutto esaurito – anche in Italia, la Corea del Sud è ormai nel radar globale di tutti. La passione per Seoul e dintorni non accenna a fermarsi: l’estate 2025 ha visto infatti le Blackpink esibirsi a Milano per la prima volta, attirando migliaia di fan, mentre i social continuano a condividere trend legati al cibo, alla moda e alle serie TV coreane.

Non è solo pop culture: K‑drama, K‑Beauty, street food pazzesco, snack istantanei piccanti e nuove rotte aeree rendono il Paese una meta irresistibile, soprattutto per under 40 e viaggiatori digitalmente connessi. Instagram, reels e TikTok hanno trasformato Seoul in un luogo da esplorare, immortalare e condividere, facendo impazzire chi sogna di immergersi nell’universo coreano senza limiti.

Ecco dunque le tendenze principali che rendono la Corea del Sud irresistibile, soprattutto per l’anno nuovo: dalle novità sui voli diretti dall’Italia, ai luoghi simbolici dei K‑drama più amati, fino alle ultime tendenze di K‑Beauty e alla cultura gastronomica che spopola sui social.

Nuovi voli diretti dall’Italia: Seoul è più vicina che mai

Udite, udite: dal 31 marzo 2026, la Corea del Sud diventa ancora più accessibile. Asiana Airlines, infatti, collegherà Milano‑Malpensa a Seoul‑Incheon tre volte a settimana, ogni martedì, giovedì e sabato. Partenza da Seoul alle 13:40 con arrivo a Malpensa alle 20:00 ora locale, e ritorno da Milano alle 22:00 con arrivo a Seoul il giorno successivo alle 16:40.

Asiana, inoltre, opererà con uno dei suoi quindici Airbus A350‑900, configurati con 28 posti in business (layout 1‑2‑1) e 283 in economy (3‑3‑3), offrendo così comfort e modernità anche sui voli intercontinentali. Grazie ai 3 voli di Asiana, che si aggiungono ai 4 già operati da Korean Air, il collegamento Milano–Seoul diventerà praticamente giornaliero – o quasi!

Questa novità rappresenta un passo in avanti significativo per il turismo italiano verso la Corea del Sud, rendendo il Paese più vicino e accessibile anche per city‑break o viaggi più lunghi. L’esperienza di volo su A350 promette cabine moderne, intrattenimento di bordo e comfort sia in business che in economy, caratteristiche apprezzate dai viaggiatori contemporanei che vogliono vivere un’esperienza completa già prima di atterrare a Seoul.

I K‑drama guidano i viaggi: le location più amate

Negli ultimi anni, dunque, la Corea‑mania non accenna a spegnersi: anzi, come già accennato, tra pop band, K‑drama e cultura virale, la musica, la lingua e lo stile di vita coreano sono più vicini che mai. Per molti, il K‑drama è il pretesto perfetto per viaggiare e scoprire la Corea del Sud attraverso le location delle serie che hanno spopolato in Italia.

Jusangjeolli, Jeju, Corea del Sud

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Le scogliere vulcaniche di Jusangjeolli sull’isola di Jeju

Le serie coreane raccontano amori impossibili, amicizie sincere, vendette e redenzioni – oppure storie distopiche, come quella di Squid Game, e si ambientano in scenari spettacolari che diventano veri e propri protagonisti del viaggio. Questo trend fonde turismo e cultura pop, alimentato dal fenomeno Hallyu (letteralmente l’onda di passione coreana). Serie come Crash Landing on You, Hometown Cha‑Cha‑Cha, Itaewon Class, Tastefully Yours e When Life Gives You Tangerines hanno segnato l’immaginario collettivo e guidano i fan verso itinerari emozionanti, dove il viaggio diventa esperienza narrativa e immersiva.

Jeju – protagonista in When Life Gives You Tangerines – è un gioiello naturale e cinematografico. La serie racconta la vita rurale dell’isola, con storie di resilienza e comunità. Oltre alla fiction, Jeju offre sentieri panoramici come il Jeju Olle Trail, scogliere vulcaniche di Jusangjeolli, spiagge bianche come Hamdeok e Hyeopjae e vivaci agrumeti di mandarini. L’isola rappresenta un perfetto mix tra natura, tradizione e scenografie da serie Tv.

La Zona Demilitarizzata diventa teatro romantico e simbolico in Crash Landing on You. Oggi è visitabile con tappe come il Terzo Tunnel, l’Osservatorio Dora e la Joint Security Area di Panmunjom, unendo la narrazione delle serie alla realtà storica. Visitare questi luoghi significa immergersi in una storia reale e potente, senza perdere la magia del drama.

Il villaggio costiero di Gongjin, tra Pohang e Gyeongju, prende vita nella serie Hometown Cha-Cha-Cha, mostrando il volto più autentico della Corea. Mercati del pesce, botteghe colorate, biblioteche affacciate sul mare e spiagge punteggiate da pescherecci offrono un’esperienza intima e immersiva. Gyeongju, ex capitale del regno di Silla, completa il quadro con templi buddhisti, tombe reali e giardini di loto, fondendo storia e vita quotidiana.

Gyeongju, templi, tramonto

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Vista su Gyeongju al tramonto

Seoul non può mancare, d’altronde la capitale fonde energia urbana e tradizione. Itaewon Class mette in luce lo spirito multiculturale del quartiere di Itaewon, mentre K‑pop Demon Hunters trasforma la città in un set urbano-fantastico dove idol combattono forze oscure. Tra Coex Mall, Dongdaemun Design Plaza, Bukchon Hanok Village, vie tradizionali di Insadong e il quartiere di shopping di Myeongdong, fino alla romantica Namsan Seoul Tower, la capitale si rivela un set cinematografico a cielo aperto, pronto a catturare ogni fan di K‑drama e K‑pop.

I fan dei period drama, invece, troveranno templi, foreste e fortezze come Bulguksa di Gyeongju o le foreste di bambù di Damyang, scenari perfetti per storie ricche di pathos e simbolismo.

Fortezza di Bulguksa, Gyeongju

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Ingresso del tempio alla Fortezza di Bulguksa a Gyeongju

Squid Game mostra infine una Corea cruda, simbolica e urbana: location reali come Seoul Land, la stazione di Daejeon o la scala del dormitorio sono mete turistiche oggi affollate da fan e curiosi, che uniscono estetica pop e critica sociale in un turismo contemporaneo unico.

La K‑Beauty spopola e conquista il mondo

La passione per la Corea passa anche dalla pelle. La K‑Beauty, con le sue routine multi‑step, ingredienti avanzati e packaging curato nei dettagli, è ormai un fenomeno globale che ha conquistato anche il pubblico italiano. Le routine coreane prevedono più fasi, dalla detersione doppia alla tonificazione, dai sieri a base di collagene e peptidi alle emulsioni idratanti, fino a maschere notturne che lavorano mentre dormi, creando il cosiddetto glow mattutino. L’obiettivo è ottenere una pelle uniforme, levigata, con pori minimizzati e quel celebre effetto Glass Skin amato dagli idoli K‑pop.

Oggi la K‑Beauty offre prodotti di alta qualità in tutte le fasce di prezzo: dalle linee più accessibili ai trattamenti più esclusivi di nicchia, ancora reperibili soprattutto in Corea senza passare dall’export. Alcuni prodotti permettono di replicare in casa trattamenti che fino a pochi anni fa erano riservati a cliniche specializzate, con risultati visibili e texture innovative. Gli ingredienti chiave includono peptidi, estratti botanici, acido ialuronico e altre formule avanzate studiate per idratare, tonificare e stimolare il rinnovamento cutaneo.

Visitare Seoul significa quindi immergersi in un vero e proprio universo di K‑Beauty: negozi specializzati come Olive Young, boutique dedicate e mercati locali offrono la possibilità di scoprire prodotti esclusivi, testare nuove texture e ricevere consigli su misura. Per chi resta in Italia, molte di queste linee sono già disponibili online o in negozi selezionati, ma l’esperienza coreana permette di accedere a formule ancora più di nicchia e a prezzi più vantaggiosi, senza intermediari o costi di importazione.

Oltre ai prodotti da banco, Seoul è anche meta per chi desidera approcci clinici e trattamenti professionali: centri estetici e cliniche dermatologiche offrono protocolli innovativi, dai peeling delicati ai trattamenti anti-age, dai percorsi per migliorare elasticità e luminosità fino a sedute con tecnologie high‑tech per tonificare, stimolare il collagene e ottenere una pelle visibilmente più giovane.

In questo senso, la Corea è anche una meta che combina cultura pop, innovazione cosmetica e know-how dermatologico. Non le manca nulla, la amerete sia che siate appassionati di beauty, sia che siate cinefili…o delle buone forchette!

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Alla scoperta dei Villaggi di Babbo Natale 2025: dove la magia prende vita in Italia

L’Italia anche nel 2025 ospita tantissimi villaggi di Babbo Natale molto suggestivi, luoghi capaci di incantare famiglie e bambini grazie a percorsi immersivi, ambientazioni scenografiche, incontri personalizzati con Santa Claus ed esperienze magiche che trasformano borghi e città in piccoli mondi incantati.

Da nord a sud, i villaggi natalizi diventano tappe da non perdere per chi desidera vivere la magia del Natale circondato da lucine, atmosfere fiabesche e tradizioni che si rinnovano anno dopo anno. Ecco una selezione dei migliori villaggi di Babbo Natale d’Italia nel 2025.

La casa di Babbo Natale a Riva del Garda

Riva del Garda (TN) torna anche nel 2025 con uno dei villaggi più amati dalle famiglie. La Casa di Babbo Natale, aperta dal 29 novembre al 31 dicembre, viene allestita nel cuore del centro storico – alla Rocca di Piazza Battisti – e propone un percorso emozionante tra laboratori con gli elfi, attività per prendere il patentino della slitta di Babbo Natale, il magico studio dove i bambini possono incontrare Santa Claus e consegnare la propria letterina.

L’esperienza è pensata come un racconto interattivo che unisce autentici spettacoli, ambientazioni decorate con dettagli artigianali e attività create su misura per i più piccoli. Il villaggio si integra perfettamente con l’atmosfera del Garda Trentino, trasformando l’intera area in un set natalizio suggestivo, perfetto anche per chi desidera scattare foto memorabili.

Le visite seguono fasce orarie dedicate e vanno prenotate acquistando un biglietto sul sito ufficiale del Garda Trentino, presso gli Info Point o direttamente alla casa di Babbo Natale. Biglietti a partire da 8 euro.

Trono di Babbo Natale a Levico Terme

Nel meraviglioso Parco Asburgico, Levico Terme (TN) ospita il villaggio degli elfi & il trono di Babbo Natale che ogni anno attira famiglie da tutta Italia. L’edizione 2025, dal 22 novembre al 6 gennaio 2026, propone ogni giorno la visita di questo mondo magico con piccoli set scenografici.

Bambini e adulti possono immergersi in una realtà fatta di colori, decorazioni in legno, profumi di bosco e suoni tipici del Natale. Tutti i giorni dalle 10:30 alle 18:30 (alcuni giorni dalle ore 14) sarà possibile immergersi in questo contesto natalizio e tornare tutti un pò bambini.

Casa di Babbo Natale a Govone

Govone (CN) in Piemonte ospita uno degli allestimenti più iconici del nord Italia: la Casa di Babbo Natale all’interno del Castello Reale. Il percorso 2025, che si svolgerà dal 15 novembre al 21 dicembre, si sviluppa nelle sale storiche trasformate in ambienti fiabeschi, dove ogni stanza racconta un momento della vita quotidiana del Polo Nord.

L’ingresso segue una narrazione teatrale con elfi-attori che accompagnano i visitatori fino a Babbo Natale, punto culminante dell’esperienza, in cui i bambini possono parlarci e lasciargli la letterina.

L’atmosfera del castello rende questo villaggio uno dei più eleganti d’Italia e tra i più fotografati, grazie alla ricchezza degli allestimenti e alla cura artistica che ogni anno caratterizza l’evento. Lo spettacolo va prenotato con acquisto biglietto (a partire da 5 euro) sul sito ufficiale “Magico paese di Natale“.

Grotta di Babbo Natale a Ornavasso

Ornavasso (VB) ospita uno degli eventi natalizi più famosi d’Italia: la Grotta di Babbo Natale e il Villaggio degli Elfi. Per il 2025 sono previste date dal 22 novembre al 26 dicembre.

Il percorso parte dal paese con il Trenino Renna Express che conduce i visitatori al villaggio, arricchito da laboratori, spettacoli, artigiani e la nuova installazione del Castello di Luci. Da qui si accede al bosco illuminato che porta alla vera e propria Grotta, dove Babbo Natale accoglie i bambini nel suo rifugio. Il percorso è uno dei più scenografici d’Italia e unisce natura, fantasia e tradizione in un’esperienza completa.

Casetta di Natale a Salsomaggiore Terme

Salsomaggiore Terme (PR) conferma anche nel 2025 la sua casetta di Natale, situata in centro e aperta dalle 8 alle 18 dal 29 novembre al 21 dicembre. Non è possibile fare l’esperienza tutti i giorni quindi è consigliabile confrontare il programma ufficiale dell’evento sul sito di Salsomaggiore.

Per incontrare Babbo Natale bisognerà aspettare la mattina del 25 dicembre quando arriverà e porterà le caramelle a tutti i bimbi. La cittadina termale arricchisce l’iniziativa con animazioni, spettacoli e mercatini che rendono l’evento molto carino.

Il villaggio di Natale a Grazzano Visconti

Nel borgo neomedievale di Grazzano Visconti (PC) viene allestito uno dei villaggi più scenografici d’Italia – fino a lunedì 6 gennaio 2026 (dalle 10 alle 19). Il villaggio di Babbo Natale comprende: l’ufficio postale, la casa, il villaggio degli elfi (novità di questa edizione), il teatro di Natale con spettacoli di magia.

L’intero centro del borgo si trasforma in un vero villaggio del Polo Nord. Un’altra novità di quest’anno è la giostra: grande slitta di Babbo Natale. L’esperienza è arricchita da personaggi tematici, installazioni luminose e ambientazioni curate con grande attenzione. Per accedere bisogna acquistare un biglietto all’infopoint in loco al prezzo di 12 euro.

Tempio di Babbo Natale a Montecatini Terme

Anche Montecatini Terme (PT) ospita uno dei villaggi di Babbo Natale 2025 più belli d’Italia. Il tempio di Babbo Natale, aperto dal 15 novembre al 6 gennaio 2026, propone un percorso completo tra le stanze più caratteristiche del mondo di Santa Claus.

Da non perdere la Elfi Academy, dove i bambini potranno mettersi in gioco come dei veri elfi, e aiutare Babbo Natale nel suo tempio. Le ambientazioni sono pensate per coinvolgere i bambini attraverso il gioco, la narrazione e piccole attività manuali. Il contesto termale aggiunge un fascino particolare all’esperienza, rendendo la visita perfetta per chi desidera combinare un weekend di relax con la magia delle feste.

Casa di Babbo Natale a Viterbo

Al Christmas Village di Viterbo viene allestita la Casa di Babbo Natale a Palazzo degli Alessandri per tutto il periodo natalizio dal 15 novembre 2025. Il percorso si sviluppa tra ricostruzioni fedeli delle ambientazioni del Polo Nord: le poste dei bambini, Rudolph e l’albero dei desideri, la slitta di Babbo Natale e tanto altro.

L’allestimento, inserito tra le vie del centro storico medievale, crea un’atmosfera fiabesca in cui storia e magia si incontrano.
Il biglietto, disponibile con diverse opzioni, si può acquistare sul sito ufficiale dell’evento.

La casa di Babbo Natale a Corinaldo

Il borgo marchigiano di Corinaldo (AN) ospita la sua meravigliosa Casa di Babbo Natale per più di un mese (si inizia con l’accensione dell’albero e delle luminarie il 30 novembre 2025). L’evento si sviluppa nel centro storico con ambientazioni curate nei dettagli e personaggi magici. I bambini potranno divertirsi e incontrare Santa. Il borgo offre un’atmosfera medievale che amplifica la magia dell’evento.

La casa di Babbo Natale a Monte Castello di Vibio

Monte Castello di Vibio (PG), in Umbria, diventa dal 30 novembre al 6 gennaio 2026, il “Paese del Natale”, con la Casa di Babbo Natale allestita nelle sale di Palazzo Persiani. Il percorso include la fabbrica dei giocattoli, le stanze domestiche di Santa Claus, il garage della slitta e la Sala del Trono dove i bambini possono incontrarlo. L’atmosfera medievale del borgo rende l’esperienza particolarmente suggestiva e coinvolgente.

I villaggi di Natale più belli in Italia nel 2025

Ufficio Stampa

Allestimento natalizio nel borgo di Monte Castello di Vibio

Casa di Babbo Natale a Candela

Nel borgo pugliese di Candela (FG), noto per le sue tradizioni natalizie, la Casa di Babbo Natale rappresenta anche quest’anno uno dei fulcri della nuova edizione. L’allestimento – 22 novembre/6 gennaio 2026 –  è inserito in un’atmosfera di festa del centro storico, decorato con luci colorate e installazioni a tema, che rendono la visita particolarmente suggestiva. Il villaggio è perfetto per le famiglie che cercano un’esperienza immersiva.

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Treno storico dei Krampus, da Trieste a Tarvisio tra natura e leggende natalizie

Esiste un villaggio innevato sospeso nel tempo dove la tradizione è la regina incontrastata della giornata più speciale dell’anno. Il 5 dicembre, Tarvisio (in provincia di Udine) torna a vivere la sua notte più identitaria, tra creature animalesche, fuochi e suggestioni che lasciano a bocca aperta: è quella dedicata a San Nicolò.

E se per raggiungere questo mix travolgente di folklore e spiritualità si percorrono i binari su una locomotiva elettrica degli Anni ’30, la magia diventa totale: benvenuti a bordo del treno storico dei Krampus, dove ogni dettaglio profuma di un passato lontano e prepara al rito ancestrale più atteso della Val Canale.

Viaggio unico sul treno storico dei Krampus

Un’antica locomotiva elettrica con carrozze Centoporte degli Anni ’30 con partenza da Trieste, il 5 dicembre 2025, accoglie i viaggiatori per un itinerario alla scoperta della sfilata tradizionale dei Krampus a Tarvisio (a soli 12 km dal confine con la Slovenia, in Friuli-Venezia Giulia) in occasione della festa di San Nicolò. Nato dalla collaborazione tra Fondazione FS e PromoTurismo FVG, il viaggio a ritmo lento permette di vivere un’esperienza d’altri tempi a bordo di uno dei treni più belli per il Natale 2025.

Ma non è tutto. Per tutti i passeggeri è prevista anche la consegna alla stazione di Boscoverde di una cena al sacco composta da un assaggio di prodotti tipici del Friuli Venezia Giulia. Il viaggio in treno verso Tarvisio effettua anche alcune fermate intermedie a Monfalcone, Gorizia e Udine.

I tradizionali Krampus di Tarvisio

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I tradizionali Krampus di Tarvisio

Festa di San Nicolò 2025 a Tarvisio

Come ogni anno, il 5 dicembre, quando il sole scivola dietro le montagne, il centro di Tarvisio prende vita tra suoni, luci e figure ancestrali per la festa di San Nicolò: i tradizionali Krampus, esseri demoniaci e animaleschi che vanno alla ricerca di bambini “cattivi”, fanno il loro ingresso per accompagnare San Nicolò in una suggestiva sfilata tra le vie principali del paese (Via Dante, Via Vittorio Veneto, Via Roma e Piazza Unità), trasformandolo in un palcoscenico a cielo aperto fatto di fuoco, campanacci e antiche leggende, fino a raggiungere Rutte Piccolo, dove i boschi sono lo scenario davanti a cui stupirsi ad ogni passo.

Durante la serata, San Nicolò distribuisce doni e dolci ai bambini, mentre i Krampus mantengono viva la parte più misteriosa e selvaggia di una tradizione che affonda le radici nelle culture germanica, slava e latina. Non è un caso che ogni anno arrivi qui un pubblico sempre più numeroso, attratto da un’esperienza che parla direttamente all’immaginazione.

L’intera Val Canale partecipa alla festa con iniziative diffuse anche nelle frazioni di Coccau, Fusine, Centrale, Camporosso e Cave del Predil, rendendo l’evento un racconto corale, autentico e profondamente identitario.

Un’altra particolarità della festa di San Nicolò? Come da tradizione, la mattina successiva, i bambini trovano sul davanzale un Krampus di pane dolce, con in mano una verga, più o meno lunga, a seconda del loro comportamento durante l’anno! Un rituale antico, che continua a emozionare e regalare sorrisi ancora oggi.

Monte Santo di Lussari a Tarvisio

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Monte Santo di Lussari, località di Tarvisio

Come prenotare il treno storico

Le prenotazioni per il treno storico dei Krampus risultano attualmente chiuse, ma il consiglio è quello di monitorare il sito ufficiale Fondazionefs.it o di contattare info.tarvisio@promoturismo.fvg.it, in caso vengano organizzate corse aggiuntive, e per ottenere ulteriori informazioni.

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Deserto di Accona, la bellezza arcaica e rara di una Toscana nascosta

Nel cuore della Toscana, tra Siena e Asciano, si trova un posto che sorprende chi crede di conoscere già le colline che caratterizzano il poetico territorio di questa regione. Qui, tra argille chiare e formazioni calanchive, la luce si riflette sulle superfici aride creando un panorama quasi lunare. Il Deserto di Accona, situato all’interno delle Crete Senesi, non è un deserto nel senso stretto del termine, ma un’area di badlands, terre modellate dall’erosione e dalla storia umana. Un luogo dove natura e cultura si intrecciano, offrendo uno scenario unico e straordinariamente suggestivo.

Da queste parti, infatti, si alternano campi di biancane, calanchi e vallate plasmate dall’acqua e dal vento, dando vita a un paesaggio quasi surreale, che ha catturato per secoli l’immaginazione di viaggiatori, artisti e geologi, diventando un simbolo di una Toscana meno conosciuta ma altrettanto affascinante.

Origine e storia del Deserto di Accona

Il Deserto di Accona si estende principalmente nel territorio comunale di Asciano, in provincia di Siena, ma la sua influenza si percepisce anche nei comuni vicini come Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme e San Giovanni d’Asso. La storia geologica di questa zona risale al Pliocene, milioni di anni fa, periodo in cui l’area era ancora sommersa dal Mar Tirreno. La sedimentazione di argille, salgemma e gesso ha creato strati che oggi conferiscono al paesaggio il caratteristico colore chiaro, quasi bianco, delle biancane.

Il termine “deserto” deriva proprio dalla difficoltà di coltivazione di queste terre, spesso inaridite dall’erosione, più che da condizioni climatiche effettive. Il clima è infatti mediterraneo, con estati calde e secche e precipitazioni medie che variano (in alcune zone si avvicinano agli 800 mm/anno, in altre risultano inferiori ai 600 mm). Il termine “badlands” o “terre cattive” descrive in modo più preciso il fenomeno: aree gravemente erose, con creste, calanchi e tunnel sotterranei scavati dall’acqua, difficili da percorrere e improduttive dal punto di vista agricolo senza interventi specifici.

Asciano, deserto in Toscana

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Paesaggio rurale della Toscana

La regione ha subito l’impatto umano fin dal Medioevo. I monaci dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore piantarono cipressi per stabilizzare il terreno e prevenire frane. Le pratiche agricole locali, come il pascolo controllato e la bruciatura annuale della vegetazione, hanno contribuito a modellare il tutto, permettendo la sopravvivenza di specie vegetali e animali adattate a condizioni difficili. Negli anni ’90, molte di queste attività furono sospese a favore della conservazione ambientale, e oggi la vegetazione sta progressivamente coprendo alcune delle forme originarie, rendendo la visita ancora più preziosa.

L’erosione ha creato due tipi principali di badlands nella zona: le biancane, campi di argilla chiara con tunnel sotterranei, e i calanchi, vallate scavate dall’acqua con movimenti di massa. Entrambi offrono una testimonianza unica della forza della natura e delle interazioni tra uomo e ambiente attraverso i secoli.

Cosa vedere e fare

Visitando il Deserto di Accona si ha davvero l’opportunità di entrare in un mondo parallelo, in cui la luce e le ombre modificano continuamente il paesaggio e ogni angolo regala una prospettiva diversa. Le attività sono varie, dal trekking alla fotografia, dalle escursioni guidate alle soste nelle aziende agricole locali, dove conoscere le tradizioni gastronomiche e agricole del territorio. Di seguito i principali punti di interesse.

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Fondata agli inizi del XV secolo da Bernardo Tolomei, l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore domina le Crete Senesi con le sue mura rosse e il chiostro affrescato. Arte e natura si incontrano: oltre all’architettura monastica, il panorama circostante fa posare lo sguardo sui primi calanchi e le biancane. La posizione strategica sull’altura offre vedute emozionanti soprattutto al tramonto, quando la luce accentua le sfumature del terreno argilloso.

Le Biancane di Leonina e Lucciola Bella

Le aree Leonina e Lucciola Bella sfoggiano dei sentieri grazie ai quali camminare tra campi dalle tonalità chiare, punteggiati da formazioni quasi lunari. La combinazione di erosione superficiale e sotterranea crea tunnel e avvallamenti unici, mentre la vegetazione resistente come timo, asparagi selvatici e lavanda regala tocchi di colore inattesi. Con questa esperienza si può osservare la geologia dal vivo, comprendere i processi naturali e percepire la fragilità di questo ecosistema.

Calanchi di Monte Oliveto

Siamo di fronte all’altra faccia del Deserto di Accona: i calanchi sono profondi solchi scavati dall’acqua nel corso dei secoli, con pareti verticali di argilla che creano giochi di luce spettacolari. Camminare lungo i crinali dona una visione più panoramica del luogo e permette di osservare la fauna adattata a queste condizioni, come gechi e uccelli rapaci.

Escursioni guidate e attività all’aperto

Per chi desidera conoscere meglio la storia e la geologia del territorio, le escursioni guidate rappresentano un’opzione importante. I percorsi possono includere trekking a piedi o in bicicletta tra le colline e le vallate, con soste nei punti più fotografici delle Crete Senesi. L’esperienza consente di scrutare da vicino biancane, calanchi e flora tipica, comprendendo l’interazione tra erosione, vegetazione e intervento umano.

Agriturismi e tradizioni locali

Le aziende agricole e gli agriturismi della zona riescono a fare avere un contatto diretto con la cultura contadina toscana. Qui è possibile assaggiare formaggi, salumi, olio e miele, immergendosi in una tradizione secolare che ha saputo adattarsi alle difficili condizioni locali. Le soste gastronomiche completano l’esperienza, aggiungendo una dimensione culturale e sensoriale alla visita.

Dove si trova e come arrivare

Il Deserto di Accona si trova nel comune di Asciano, in provincia di Siena, all’interno delle Crete Senesi. I principali accessi comprendono Le Fiorentine, Leonina e Chiusure, con percorsi segnalati tramite cui esplorare sia biancane che calanchi.

  • In auto: da Siena, prendere la SR2 verso Asciano. Le strade panoramiche regalano scorci spettacolari sulle Crete Senesi e aiutano a raggiungere facilmente i punti di interesse principali.
  • In treno: la stazione di Asciano consente di muoversi tra i sentieri principali, con possibilità di noleggiare biciclette o proseguire a piedi.
  • A piedi o in bicicletta: numerosi sentieri segnalati attraversano l’intero territorio, in modo da riuscire ad arrivare al cospetto sia delle zone più famose che di quelle più nascoste, lontano dalle rotte turistiche.

I tre deserti italiani

L’Italia ospita tre aree note come “deserti” per caratteristiche naturali, climatiche o geomorfologiche (anche se nei fatti non lo sono):

  • Dune di Piscinas (Sardegna): le più famose del Mediterraneo, con dune alte e paesaggi sabbiosi lungo la costa sud-occidentale.
  • Dune di Capocotta (Lazio): situate vicino a Ostia, tra spiagge e macchia mediterranea, rappresentano un raro esempio di dune costiere italiane.
  • Deserto di Accona (Toscana): tra biancane e calanchi, un paesaggio unico modellato dall’erosione e dalla storia umana, simbolo di una Toscana diversa da quella dei vigneti e delle città d’arte.
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Luci d’artista: quando le città si accendono di sogni e meraviglia

Quando l’arte incontra la luce, le città si trasformano. Ogni inverno Torino e Salerno diventano laboratori di creatività a cielo aperto grazie alle rispettive edizioni di Luci d’Artista, due manifestazioni che coniugano innovazione, identità e partecipazione.

Attraverso installazioni luminose, piazze e palazzi si accendono di significati nuovi: l’illuminazione non è più solo abbellimento, ma strumento di racconto, linguaggio poetico e motore di turismo culturale. La luce diventa così un modo per ripensare il rapporto tra spazio urbano, arte contemporanea e comunità, che offre al pubblico esperienze sensoriali che cambiano la percezione stessa della città.

Torino: Swarms e il museo diffuso della luce

A Torino, la ventottesima edizione di Luci d’Artista, inaugurata il 24 ottobre 2025 e curata da Antonio Grulli, segna un nuovo capitolo nella storia del progetto.
La grande novità di quest’anno è Swarms (Sciami) di Chiara Camoni, artista di rilievo internazionale e futura protagonista del Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia 2026.

La sua installazione, collocata al 43° piano del Grattacielo Piemonte, trasforma la sommità dell’edificio in un palcoscenico di sfere specchiate che si muovono e cambiano colore, evocando sciami luminosi che danzano “al ritmo di una musica che non si sente”.

L’opera, visibile da chilometri di distanza, fonde la rigidità dell’architettura moderna con la leggerezza della natura, creando un’immagine sospesa e poetica che ridisegna lo skyline torinese.

Accanto a Swarms, altre quattro nuove luci arricchiscono la collezione: il neon di Tracey Emin “Sex and Solitude” ai Giardini Reali bassi, il progetto “Mummer Love” dei Soundwalk Collective con Patti Smith e Philip Glass al cortile OGR, “Bouncing the Ball” di Riccardo Previdi in Piazza San Carlo e l’opera “Untitled” di Gintaras Didžiapetris al Museo Regionale di Scienze Naturali.

Insieme alle installazioni storiche di artisti come Mario Merz, Daniel Buren e Michelangelo Pistoletto, queste creazioni trasformano la città in un percorso luminoso che unisce memoria e sperimentazione, confermandone il ruolo di capitale italiana della luce e del contemporaneo. Le luci resteranno accese fino all’11 gennaio 2026, proiettando la città in una dimensione quasi onirica.

Torino, Luci d'Artista, evento

Alessandro Muner

Opera di Chiara Camoni: Swarms (Sciami) a Torino

Salerno: una costellazione luminosa nel cuore del sud

A più di 700 chilometri di distanza, anche Salerno si prepara a risplendere. Dal 14 novembre 2025 al 1 febbraio 2026, torna Salerno Luci d’Artista, giunta alla sua ventesima edizione.

La manifestazione trasforma la città in una costellazione di oltre quaranta installazioni luminose che abbracciano il centro storico, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Flavio Gioia, la Villa Comunale e altri luoghi.

Il progetto, curato dall’artista torinese Luca Pannoli, punta a unire arte pubblica, sostenibilità e coinvolgimento collettivo. Tutti gli impianti utilizzano tecnologie LED a basso consumo e programmazione intelligente per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare l’efficienza energetica.

Quindici opere luminose sono ormai parte permanente del patrimonio cittadino, firmate da artisti come Enrica Borghi, Roberto Castaldo, Eduardo Giannattasio e Eliana Petrizzi.

Salerno Luci d’Artista non è solo un evento culturale: è un motore economico e identitario. Ogni anno richiama visitatori da tutta Italia e dall’estero, con un impatto diretto sul turismo invernale, sul commercio di prossimità e sulla filiera ricettiva. L’edizione 2024 ha superato il milione di presenze, confermando come la luce possa diventare strumento di rigenerazione urbana e di valorizzazione del territorio.