Categorie
camping Idee di Viaggio Toscana vacanza natura Viaggi

Il glamping più bello si fa nel Chianti, dormendo in un bus americano

Le esperienze di viaggio, quelle uniche, irripetibili e sensazionali, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi. Tutto merito delle case, delle baite, dei campeggi e delle strutture ricettive che, per offerte, posizioni e servizi, permettono agli avventurieri di realizzare i sogni di una vita. Se poi questi alloggi sono immersi nella natura, e in quelli che sono i paesaggi più belli e suggestivi del mondo intero, allora, dormire in questi luoghi si trasforma davvero in un’esperienza straordinaria.

Ed è proprio quella che si può vivere all’interno di un glamping originale e incredibile, che permette ai viaggiatori di dormire in un bus americano restaurato. Per farlo, però, non dovrete volare per forza dall’altra parte del mondo perché questo american bus si trova in Italia, in uno dei luoghi più incantati del BelPaese. Pronti a partire?

Un glamping da sogno nel Chianti per avventure uniche

Organizzare un viaggio nel Chianti, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. L’entroterra toscano, che si snoda tra le provincie di Firenze e di Siena, è uno dei luoghi più suggestivi del BelPaese e non è un caso che proprio qui giungano ogni giorno centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo.

Questo territorio, infatti, ospita tutta una serie di paesaggi evocativi caratterizzati da sinuose colline verdi, da distese sterminate di vigneti che si perdono all’orizzonte e da piccoli borghi che conservano le tradizioni secolari di questa terra. Attraversare questo territorio è un po’ come immergersi in uno scenario da cartolina che che lascia senza fiato.

Se avete quindi in mente di organizzare un viaggio nel Chianti, per perdervi nella bellezza rara della natura, e circondarvi dai colori suggestivi che cambiano con il trascorrere delle stagioni, non dovreste rinunciare alla possibilità di dormire all’interno di un glamping davvero unico.

L’Orlando in Chianti, questo il suo nome, è un glamping resort situato nel cuore della Toscana che offre alloggi unici, particolari e originali. Oltre e case mobili e tende, infatti, c’è una collezione di strutture davvero inedite che consentono di vivere una vacanza al di fuori dall’ordinario in un contesto esclusivo.

Noi abbiamo scelto il nostro preferito, si tratta di un bus americano che garantisce un’esperienza american style fatta di bellezza, originalità, lusso e natura.

Dormire in un bus americano tra le colline del Chianti

Incastonato tra le colline del Chianti, e circondato da boschi, vigneti e borghi che in lontananza fanno capolino, l’Orlando in Chianti Glamping Resort è il perfetto punto di partenza per andare alla scoperta di uno dei territori più suggestivi del BelPaese, ma anche per concedersi una vacanza di relax immersi nella natura.

Tra i diversi alloggi proposti dalla struttura, uno più di tutti ci ha conquistato. Si tratta di un vecchio bus americano restaurato e trasformato in un glamping sensazionale da vivere e condividere con la famiglia, con gli amici o con la propria dolce metà.

Il bus ospita una camera matrimoniale con due letti singoli, un soggiorno con angolo cottura e un bagno. L’alloggio è dotato anche di un patio esterno ed esclusivo e di una tenda Maggiolina posizionata proprio sopra il tetto del mezzo di trasporto,per dormire sotto il cielo stellato ed esprimere i desideri durante le notti di mezza estate.

Categorie
Europa Grecia Idee di Viaggio Viaggi viaggiare

Nauplia, la Grecia poco nota ma da sogno

Nauplia, il cui nome è cambiato più volte nel corso dei secoli, è una meraviglia ellenica che dal 1829 al 1834 è stata la prima Capitale della Grecia indipendente. Un luogo che si presenta con una storia che ancora oggi è possibile respirare in ogni angolo, e che si rivela persino la meta perfetta per chi cerca mare paradisiaco che si mescola a meraviglie architettoniche.

Cosa sapere su Nauplia

Conosciuta in italiano con il nome di Nafplio, è oggigiorno la città capoluogo dell’Argolide, che possiamo definire la regione del mito per eccellenza. Nauplia si presenta come una località bohémien e spensierata, ma che al contempo sa unire la tranquillità e la vivacità di un piacevole luogo di mare, in cui è persino possibile visitare incredibili siti archeologici e testimonianze di un glorioso passato medievale.

Se per i greci è una città importante e molto nota, per noi italiani è una meta che deve ancora essere del tutto scoperta e dove immergersi in una combinazione di stili veneziani, orientali e tratti tipicamente greci.

Cosa vedere a Nauplia

Visitare Nauplia è come fare un tuffo nella storia grazie a un centro storico facile da girare a piedi dove svettano moltissime cose da vedere. Caratterizzata da tante stradine ciottolate, regala ripide scalinate da cui ammirare angoli caratteristici e scorci indimenticabili.

Nauplia grecia centro storico

Fonte: iStock

Una tipica via di Nauplia

Piazza Sintagma

Partendo proprio dalla sua Città Vecchia, che sorge all’ombra di due promontori sui quali sorgono altrettante fortezze, la prima sosta da fare per entrare subito in contatto con la vita quotidiana locale è Piazza Sintagma. Un angolo dove numerosi  bar e locali regalano gioia e allegria. Seduti a a gustare una bevanda tipica, si possono ammirare gli edifici più importanti che hanno caratterizzato la storia della città, tra cui il primo parlamento greco risalente al 1825.

Altrettanto interessanti sono le strutture in stile neoclassico che sono oggi sedi di musei e attività amministrative; anche se a farsi notare un po di più sono forse il Trianon e il Vouleftiko, costruzioni che sfoggiano un’architettura dai tratti orientali.

Forte Veneziano Palamidi

Un’altra tappa da fare per forza di cose è il Forte Veneziano Palamidi, un imponente edificio che si trova a un’altezza di 216 metri sul livello del mare. Dall’eleganza solenne, sfoggia otto bastioni dalla cui cima si può ammirare Nauplia come da nessun altro luogo.

Ma attenzione, bisogna mettere in conto un po’ di fatica: occorre salire ripidi gradini di cui non si sa il numero preciso: alcune guide dicono 847 gradini, altre 999, altre ancora sostengono siano più di 1000.

Castello di Bourzi

Un’altra meraviglia di Nauplia è Il Castello di Bourzi che sorge sull’omonima isoletta e che senza ombra di dubbio è uno dei simboli della città. Costruito nel 1400 dai veneziani, è visitabile durante il periodo estivo tramite delle barche che partono dal porto cittadino.

Visto dall’alto ha una forma che, con un po’ di immaginazione, ricorda quella di una nave e nel corso dei secoli venne usato come prigione, caserma e albergo.

Castello di Bourzi nauplia

Fonte: iStock – Ph: nito100

Il meraviglioso Castello di Bourzi

Acronafplia

Un’altra delle fortezze da non perdere in città è Acronafplia, anche se oggi ospita un albergo di lusso. Tra le varie costruzioni difensive esistenti, è la più antica e si può raggiungere a piedi senza fare tanta fatica (a differenza di Palamidi). Per la sua esposizione, è anche un ottimo luogo da cui ammirare il tramonto.

Chiesa di Agios Spyridona

Infine – ma le attrazioni in città non sono finite quei – la Chiesa di Agios Spyridona che è la più importante di tutta Nauplia. Situata al centro, custodisce una collezione di icone e dipinti tradizionali, anche se la sua fama è più che altro legata a un drammatico evento: l’assassinio del primo presidente greco, Ioannis Kapodistrias, avvenuto il 27 settembre 1831.

Il mare e le spiagge di Nauplia

Nauplia regala anche un mare cristallino e spiagge in cui prendere tutto il sole che si desidera. Le più incantevoli sono situate dal lato opposto rispetto al porto e alla fortezza di Acronafplia. La spiaggia cittadina prende il nome di Arvanitias10 e si distingue per essere una striscia di ciottoli in una piccola, ma accogliente, baia. Dotata di bar e servizi, è spesso molto affollata, ma regala comunque un senso di appagamento dopo una giornata passate tra le vie di Nauplia.

Molto affascinante è anche la spiaggia di Neraki11, più piccolina dell’altra e anche meno invasa da visitatori. Poi ancora Paralia Karathonas12, un arenile di sabbia dorata delimitata da ombrose e svettanti tamerici.

Cosa fare nei dintorni

Non molto distanti dal centro della città giacciono i resti dell’antica città di Micene che risalgono al secondo millennio prima di Cristo. Quello di Micene è il sito archeologico di una delle polis greche più famose e importanti del Paese, culla di una millenaria civiltà.

Tale meraviglia si sviluppava lungo le pendici di un colle e dalla sua cima si può godere di uno splendido paesaggio del Peloponneso, fino a scorgere il mare in lontananza.

Poi ancora Epidauro, un altro sito archeologico che vanta uno splendido teatro, ancora oggi utilizzato grazie al suo perfetto stato di conservazione. Ma l’area più importante è quella del santuario vero e proprio, che in epoca Ellenistica divenne il principale centro di guarigione di tutta la Grecia.

Non meno interessante è l’antica Nemea che si fa spazio tra lo splendido paesaggio greco. La parte principale del sito è il tempio dedicato a Zeus, del quale tre colonne sono sopravvissute al tempo, mentre altre sei sono state ricostruite.

Senza dimenticare che Nauplia è un ottimo punto di partenza per visitare il Peloponneso, una regione che può essere definita un vero e proprio pezzo di Grecia geograficamente, storicamente e culturalmente.

Epidauro teatro

Fonte: iStock

L’antico teatro di Epidauro
Categorie
Idee di Viaggio Nord America Texas Viaggi

Esiste un piccolo villaggio dall’altra parte del mondo che è la Capitale dei cowboy

Se subite il fascino dei cowboy e conoscete a memoria tutti i film western prodotti negli ultimi due secoli, allora, un viaggio in questo delizioso e piccolo villaggio vi sorprenderà.

Ci troviamo in Texas, nell’Altopiano di Edwards e a circa 70 chilometri dal centro di Sant’Antonio. È qui che esiste un nucleo urbano abitato da appena 900 anime. Il suo nome è Bandera, eppure nonostante i piccoli numeri che appartengono alla località, per dimensioni e abitanti, il villaggio è conosciuto in tutto il mondo.

Il motivo? Bandera è considerata la Capitale mondiale dei cowboy. Un viaggio qui, tra ranch, cavalli, eventi e rodei, vi catapulterà, come per magia, in un’altra epoca. Quella che vi permetterà di perdervi e immergervi in un suggestivo film western. Pronti a partire?

Benvenuti a Bandera, la Capitale mondiale dei cowboy

Organizzare un viaggio in Texas è sempre un’ottima idea. Il grande Paese degli Stati Uniti, infatti, è caratterizzato da un fascino senza tempo che non conosce eguali. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dall’esplorazione dei deserti, delle pinete e del Rio Grande, passando per la storia, le tradizioni e la cultura musicale che appartiene a Austin, la sua capitale.

Ma è allontanandoci dai sentieri più battuti dal turismo di massa che è possibile raggiungere un luogo sconosciuto ai più. Si tratta di un piccolo villaggio situato sulla curva del fiume Medina, e a meno di 100 chilometri dalla città di Sant Antonio. È proprio qui che, nel XIX secolo, fu realizzato l’insediamento urbano dopo la conquista del territorio. A causa di numerose alluvioni che si sono susseguite nel tempo, però, molte persone hanno scelto di lasciare questo luogo per trovare fortuna altrove.

Tuttavia, coloro che sono rimasti, oggi meno di mille, hanno scelto di preservare la memoria storica del villaggio, trasformando Bandera nella Capitale mondiale dei cowboy. A rimarcare questo titolo ci pensa un monumento di bronzo situato nel cuore del nucleo urbano e dedicato ai campioni nazionale di rodeo che considerano questo luogo come la loro casa.

Bandera

Fonte: 123rf

Bandera

Come vivere un’esperienza da vero cowboy

Sono diversi i luoghi del mondo da raggiungere per tutti gli appassionati del filone western, quello che narra le avventure di cowboy, cacciatori di frontiera e fuori legge in lotta tra loro per la conquista dei territori. Ma se è un’avventura da vero cowboy che volete vivere durante il vostro prossimo viaggio, allora, dovreste davvero raggiungere Bandera.

I motel in strada e le guest house nei ranch sono sicuramente i migliori alloggi in cui sostare per immergersi nell’atmosfera dei tempi passati e mai dimenticati. Ma di cose da fare e da vedere nel centro abitato e nei suoi dintorni ce ne sono davvero tantissime.

Imperdibile, per gli amanti della natura, è l’Hill Country State Natural Area, un parco naturale che si estende su 2000 acri di terreno e che ospita canyon e colline. Qui è possibile anche campeggiare e trascorrere del tempo immersi nella natura.

Ovviamente, per vivere un’avventura da vero cowboy, non possono mancare le passeggiate a cavallo. Bandera è piena di maneggi, punti di partenza perfetti per escursioni incredibili nel villaggio e nei suoi dintorni.

Raggiungere la Capitale mondiale dei cowboy vi permetterà, inoltre, di assistere a un rodeo. Gli spettacoli vengono organizzati tutti gli anni e in diversi periodi e si alternano a quelli del sabato pomeriggio che intrattengono gli abitanti del villaggio e i turisti curiosi.

Imperdibile è anche il Western Trail Heritage Park, l’area dedicata alla fondazione del nucleo urbano e a tutti i cowboy che di qui sono passati, e che hanno contribuito a rendere Bandera la Capitale mondiale dei cowboy.

Bandera, Capitale Mondiale dei Cowboy

Fonte: 123rf

Bandera, Capitale mondiale dei cowboy
Categorie
Amsterdam capitali europee Europa Idee di Viaggio luoghi misteriosi Olanda Viaggi

Il piccolo villaggio sull’acqua che sembra uscito da una fiaba

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, lo sanno bene tutti quei viaggiatori che proprio quando credono di aver visto tutto di una determinata destinazione, tornano a incantarsi grazie alla scoperta di inedite e straordinarie meraviglie.

Spesso, infatti, è proprio lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa che possiamo scoprire nuove bellezze, quelle che spesso si nascondono all’ombra dei luoghi iconici e dei monumenti più celebri delle città e dei Paesi che visitiamo.

E capita anche ad Amsterdam che, allontanandosi di qualche chilometro dalla capitale dei Paesi Bassi, è possibile raggiungere un luogo incantato. Un piccolo villaggio sospeso sull’acqua che sembra uscito da una fiaba e che vi farà sentire i protagonisti di un racconto magico. Pronti a partire?

Benvenuti a Giethoorn, la Venezia dei Paesi Bassi

Non ci sono macchine, traffico e caos, non ci sono neanche le strade. Ma c’è l’acqua, quella che compone un dedalo di canali sul quale il villaggio sembra magicamente sospeso. Ci troviamo a Giethoorn, in un pittoresco paesino interamente pedonale situato nella provincia olandese dell’Overijssel.

Basta allontanarsi dalle meraviglie della capitale, quelle che attirano ogni giorno migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, per raggiungere questo luogo incantato. Giethoorn, infatti, è situato ad appena poco più di 100 chilometri da Amsterdam.

I motivi per raggiungere questo villaggio sono diversi, molti dei quali sono intuibili proprio ammirando le fotografie che ritraggono questo gioiello della provincia dell’Overijssel. Giethoorn, infatti, è un luogo incantato che grazie alle sue forme, ai lineamenti e ai colori evoca tutti gli scenari che appartengono all’immaginario favolistico.

Non solo i canali, che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “Venezia dei Paesi Bassi”, ma anche i suoi numerosi ponti, quelli da attraversare per ammirare scorci mozzafiato, le case con i tetti di paglia risalenti al XVIII secolo e i viali alberati.

Giethoorn, un villaggio da fiaba a pochi chilometri da Amsterdam

Fonte: 123rf

Giethoorn, un villaggio da fiaba a pochi chilometri da Amsterdam

Come visitare il paese delle fiabe

A Giethoorn, dicevamo, non ci sono strade. Gli abitanti del villaggio, poco più di 2000 anime, si spostano in barca, a piedi e in bicicletta, e sono questi i modi che i viaggiatori hanno a disposizione per esplorare il territorio.

Il modo migliore per raggiungere questo paese delle fiabe è proprio partendo da Amsterdam, organizzando una gita di un giorno o trascorrendo qui l’interno weekend, in auto o con i treni che ogni giorno partono dalla stazione centrale della città.

Una volta arrivati sul posto, potrete immergervi in un’atmosfera surreale e sospesa nel tempo che parla di bellezza e di magia. Lo scenario, caratterizzato da case colorate, giardini, parchi e sentieri alberati attraversati dai canali, è davvero suggestivo. Il consiglio è quello di andare alla scoperta del villaggio facendo un giro in barca, così da poter ammirare il paesaggio in movimento.

Immancabili, però, sono le passeggiate, a piedi o in bicicletta. A Giethoorn, come nel resto dei Paesi Bassi, esistono diverse piste pedonali e ciclabili che permettono di attraversare il villaggio e la campagna circostante. Prendetevi tutto il tempo di cui avete bisogno per esplorare questo luogo, solo così potrete toccare con mano la magia che lo caratterizza e sentirvi i protagonisti di una fiaba straordinaria.

Giethoorn, la "venezia dei Paesi Bassi"

Fonte: 123rf

Giethoorn, la “Venezia dei Paesi Bassi”
Categorie
capitali europee Europa Idee di Viaggio Londra Regno Unito Viaggi viaggiare

Bloomsbury, il quartiere londinese amato da Virginia Woolf

Se avete in programma un viaggio a Londra, non perdete di visitare il quartiere di Bloomsbury. Si trova in centro e fa parte del borgo di Camden.

È uno dei quartieri londinesi più storici, amatissimo da Virginia Woolf che, insieme ad altri intellettuali, fondò il Bloomsbury Group di cui restano ancora oggi delle tracce, ma anche di Charles Dickens e di Darwin.

Il quartiere storico di Bloomsbury

Bloomsbury era il nome dal proprietario terriero di origini normanne William de Blemund, che acquistò questa zona nel 1201. Fino alla metà del XVII secolo, rimase in gran parte agricola, ma dopo il 1660, il conte di Southampton costruì quella che sarebbe diventata l’attuale Bloomsbury Square, al centro della quale oggi si trova un bellissimo giardino frequentato dalla Londra “bene”.

Questa piazza è stata al centro di molte vicende storiche e letterarie e ha tante storie da raccontare. Ancora oggi affacciata su Bloomsbury Square si trova la casa dove viveva il conte (Southampton House, poi Bedford House e oggi Bedford Place). Al civico 6 c’è l’edificio che ospitò lo scrittore Isaac D’Israeli, padre del Primo ministro britannico Benjamin Disraeli, tra il 1817 e il 1829. Al numero 17 nel 1880 venne fondata la Società Aristotelica che ancora oggi organizza convegni nelle più prestigiose università britanniche.

A oggi, poche delle case settecentesche sono sopravvissute, ma ci sono edifici dell’Ottocento e del Novecento dove un tempo si era trasferita la borghesia londinese e che oggi ospita diversi uffici.

Virginia Woolf e Bloomsbury

Da sempre, però, Bloomsbury è associato alle arti, agli studi universitari e alla medicina ed è considerato il quartiere letterario e artistico londinese. Vi hanno sede molte facoltà e strutture dell’Università di Londra. Ma soprattutto, vi si trova il British Museum (Great Russell Street), aperto al pubblico nel lontano 1759 a Montague House, nel cuore di Bloomsbury. Il museo è gratuito.

Bloomsbury è anche il quartiere delle librerie. Ce ne sono tantissime e vale la pena visitarle per respirare l’atmosfera del quartiere che ha ispirato così tanti intellettuali nel corso della storia. È in una di queste, ubicata a Lamb’s Conduit Street, che è stato ambientato il recente romanzo “Le ragazze della libreria Bloomsbury” di Natalie Jenner racconta di quanto, attraverso il microcosmo della libreria Bloomsbury, forte sia il potere dei libri e della letteratura.

Il Bloomsbury Group, un circolo ristretto a cui apparteneva Virginia Woolf nei primi anni del XX secolo era solito riunirsi nelle case private della zona. La stessa scrittrice affermò: “Tutte le persone che rispetto ed ammiro di più sono appartenute a Bloomsbury”. La Woolf incontrò il marito Leonard proprio nel Bloomsbury Group. Insieme alla sorella Vanessa, che faceva la pittrice, e a suo marito Cliff Bell, un pittore post-impressionista, e al critico d’arte Roger Fry, contribuirono a far accettare le loro idee e la loro arte in tutta la Gran Bretagna.

Se si osserva con attenzione, si possono ancora scorgere molte tracce delle vite di questi Bohémien. Le targhe blu sulle facciate degli edifici indicano i luoghi in cui vissero i membri del gruppo. Alcuni abitarono per qualche tempo nella vicina Gordon Square. Bertrand Russell – che fondò la vicina Russell Square che fa parte sempre del quartiere di Bloomsbury – visse al numero 57, Lytton Strachey al 51, Vanessa e Clive Bell, Keynes e la famiglia Woolf al numero 46. Strachey, Dora Carrington e Lydia Lopokova (moglie di Keynes) vissero per qualche tempo al numero 41 e anche Virginia e Leonard abitarono al 29 della vicina Fitzroy Square per quattro anni.

Da Dickens a Bob Marley

Molti sono stati gli artisti, studiosi e intellettuali che hanno vissuto nel quartiere di Bloomsbury. Lo scrittore Charles Dickens, autore di libri come “Le avventure di Oliver Twist”, “David Copperfield” e di molti altri classici della letteratura inglese, visse a Tavistock House, in Tavistock Square, un palazzo ancora oggi ben riconoscibile per la targa blu apposta sulla facciata. Qui scrisse alcune delle sue opere più famose. Non lontano da qui, a Doughty Street, in quella che per qualche anno fu la sua abitazione, si trova invece il Museo di Dickens, che ospita alcuni dei suoi racconti e oggetti personali.

Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, visse al numero 115 di Gower Street, a due passi da Gordon Square. Anche in questo caso una targa blu indica il luogo ai visitatori.

Il quartiere vide tra gli abitanti più recenti anche Bob Marley, padre della musica reggae, che nel 1972 visse nell’appartamento di una palazzina in stile vittoriano al 34 di Ridgmount Gardens a Bloomsbury per circa sei mesi (venduto nel 2021 per 2 milioni di euro), prima di trasferirsi nella casa definitiva al 42 di Oakley Street a Chelsea. Ma questo è un altro viaggio.

Categorie
Asia Idee di Viaggio itinerari culturali patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare Vietnam

Viaggio a Tràng An, il complesso paesaggistico patrimonio Unesco

Un patrimonio mondiale dell’umanità che emoziona anche solo a immaginarselo. Situato alla sponda meridionale del delta del fiume Rosso, regione immensa del Vietnam, il complesso paesaggistico di Tràng An è uno spettacolo di picchi carsici calcarei e valli, molte delle quali parzialmente sommerse e circondate da ripide scogliere quasi verticali. Ciò che lo rende straordinario non è soltanto lo scenario che strega lo sguardo, al punto da far fatica a distinguere la realtà dalla fantasia, ma anche la storia che l’attraversa e che fa di questi luoghi un regno di scoperte uniche: basti pensare che vi sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti ad almeno 30.000 anni fa.

L’antichissima e affascinante storia di Tràng An

Dove ci troviamo esattamente? L’area di pregio paesaggistico di Tràng An, patrimonio Unesco, è situata presso Ninh Bình, città capitale dell’omonima provincia nella regione del delta del fiume Rosso, nel Vietnam settentrionale, a poco meno di 100 chilometri a sud di Hanoi (ecco nove cose da fare quando ci andrete).

L’esplorazione di grotte a diverse altitudini ha rivelato tracce dell’attività umana per oltre 30.000 anni. Ci sono prove che dimostrano come i primi gruppi di cacciatori e agricoltori si siano adattati ai cambiamenti del paesaggio e a quelli climatici più estremi della storia recente del pianeta. Si può intuire come si siano sviluppate le abitudini delle popolazioni locali nei secoli grazie alla presenza di trenta siti archeologici disseminati nell’area, a pitture rupestri e a una incredibile varietà di strumenti in pietra primitivi.

Non sono solo le grotte e i loro tesori antichissimi a regalarci un viaggio indietro nel tempo. La storia millenaria dell’interazione tra esseri umani e natura selvaggia è racchiusa nelle pagode, nei templi e nei villaggi, ma soprattutto nei resti della città di Hoa Lu, la prima capitale del Vietnam indipendente, dopo i precedenti mille anni di dominazione cinese, stabilita strategicamente qui nel X e XI secolo d.C. A dimostrazione di come Tràng An abbia svolto un ruolo centrale nella storia politica della regione. Hoa Lu fu la capitale per 41 anni, fino al 1010, quando prese il suo posto come centro del potere politico la Cittadella imperiale di Thang Long, sede della corte reale fino al 1810. In seguito, la dinastia Trần trasformò quest’area in un centro religioso ed educativo dei membri reali e, da allora, è stata la culla della cultura e del buddismo del Vietnam fino ai giorni nostri.

Un paesaggio eccezionale che strega chiunque

Tràng An è di importanza mondiale per il suo paesaggio tropicale a dir poco eccezionale, con una varietà di coni e torri carsiche e un intricato sistema di corsi d’acqua sotterranei, alcuni dei quali navigabili. Le montagne spettacolari, le grotte segrete e i luoghi sacri di questo patrimonio paesaggistico e culturale creano uno scenario di una calma e bellezza surreali, tanto da ispirare le persone che lo hanno abitato per innumerevoli generazioni.

Tutte queste caratteristiche contribuiscono a creare un’esperienza multisensoriale per il visitatore, accentuata da colori contrastanti e sempre diversi: il verde intenso delle foreste, il grigio delle rocce calcaree e delle scogliere, il blu e smeraldo delle acque e l’azzurro brillante del cielo, cui si aggiungono quelli delle aree utilizzate dall’essere umano, tra cui le risaie dalle inconfondibili tonalità verdi e gialle. I visitatori, trasportati sui sampan – le tradizionali imbarcazioni di legno del posto – condotti da guide locali, sperimentano un’intima connessione con l’ambiente naturale e un rilassante senso di serenità e sicurezza. Semplicemente, un paradiso.

Categorie
Idee di Viaggio mete storiche siti archeologici Toscana Viaggi

Populonia, meraviglia toscana, è il miglior sito archeologico d’Italia

È stato eletto miglior sito archeologico d’Italia, battendo luoghi anche più famosi, in occasione della prima edizione del premio GIST ACTA, Archeological & Cultural Tourism Award assegnato a Firenze durante “TourismA”, l’annuale salone dell’archeologia e del turismo culturale che si svolge a Firenze, patrocinato dal ministero della Cultura.

A vincere il prestigioso riconoscimento è stato inaspettatamente il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, in Toscana, l’antica città etrusca affacciata sul mare. Il sito comprende l’area dove sorgeva la città etrusca e romana di Populonia, nota fin dall’antichità per l’intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferro. Un luogo di grande fascino, immerso in un paesaggio naturale unico, con le sepolture dei princìpi guerrieri affacciate sul golfo, la macchia mediterranea che nasconde tombe etrusche scavate nella roccia, fino a giungere sull’acropoli, con i suoi edifici sacri affacciati sulle isole dell’Arcipelago Toscano.

Populonia, il più bel sito archeologico d’Italia

Antichissima città etrusca, Populonia si erge sulla punta Nord del promontorio di Piombino, con una bellissima vista mare. Circondata dalla natura, questa località era una dei 12 centri della Dodecapoli, città-Stato che facevano parte dell’Etruria, l’unica a sorgere sulla linea di costa. Ancora oggi racchiude moltissimi tesori, anche di diverse epoche.

populonia-tomba-etrusca

Fonte: 123rf

Una tomba etrusca a Populonia

A iniziare dalla Rocca, situata in cima alla collina. Sorta sull’acropoli dell’antica “Pupluna” e poi edificata nella prima metà del XV secolo, la fortezza s’impone tra le viuzze strette e lastricate del centro storico, dove oggi si alternano antiche botteghe, bar e negozietti.

Qui il tempo sembra essersi fermato in un’epoca passata e, ancora oggi, si possono ammirare i resti della città antica, tra mura etrusche, antichi edifici d’epoca romana e medievale, tra cui la torretta che regala, una volta raggiunta, una splendida vista a 360 gradi.

Castello di Populonia

Fonte: iStock

Il Castello di Populonia

Il panorama da qui è davvero meraviglioso e riporta anche al Golfo di Baratti, che si apre all’estremità Sud-orientale del Mar Ligure. Qui c’è una spiaggia libera, preceduta dalle pinete, ma anche moltissime testimonianze etrusche che si estendono tra il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, in cui si possono ritrovare i resti dell’antica città. Diviso tra parte alta e bassa, il parco mostra due necropoli di fase etrusca, le cave e gli antichi quartieri industriali dove si lavorava per produrre il ferro, oltre a templi, edifici, capanne e mosaici ricavati lungo le mura e risalenti alla fase romana.

Alla scoperta del Parco Archeologico di Baratti e Populonia

Non solo storia e archeologia. In questa zona si possono percorrere sentieri o fare trekking, magari seguendo le antiche mura, all’interno del parco, oppure salendo lungo il sentiero boscoso di via delle Cave fino al Belvedere, per ammirare dall’alto la baia di Baratti. Per gli amanti dell’aria aperta e dello sport non ci sarà proprio da annoiarsi: diversi sono gli itinerari per scoprire questi bellissimi luoghi, seguendo le strade rivestite di roccia, attraversando i boschi o, ancora, attraversando la macchia mediterranea.

populonia-sito-archeologico

Fonte: 123rf

Il sito archeologico di Populonia in Toscana

Dalla città antica alle insenature, ci si può spingere anche verso i ruderi del monastero benedettino di San Quirico, complesso ecclesiastico situato alle pendici del Poggio Tondo. Per poi tornare giù, verso il mare e le spiagge rossastre, colorate così per via dei residui minerali legati all’estrazione del ferro in epoca etrusca. Godersi il panorama, seduti in riva al mare, con alle spalle la natura, sarà davvero fantastico, così come immergersi nei fondali cristallini del Golfo, certamente ancora ricchi di tesori.

golfo baratti vista populonia

Fonte: iStock

Il Golfo di Baratti visto da Populonia
Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi

I bunker raccontano la storia d’Italia, e si possono visitare

In occasione delle ultime Giornate FAI di primavera, il luogo più visitato in Italia è stato il tunnel del bunker antiatomico West Star di Affi, in provincia di Verona. Si tratta di una base militare sotterranea fra le più grandi d’Italia, costruita durante gli anni della Guerra Fredda. Poteva ospitare 999 militari in caso di guerra. Al bunker non è ancora possibile accedere, ma, visto il grande interesse per questo tipo di costruzioni, ce ne sono altri in Italia che si possono visitare.

Molti si trovano lungo il confine italiano, in particolare ce ne sono diversi in Val Venosta, vicino all’Austria. Uno di questi, il bunker n. 20, si trova a Curon, il Comune divenuto famoso per il Lago di Resia e il suo campanile che spunta dalle acque e per essere stato scelto come location per una serie Tv.

Lungo il confine, a partire dagli Anni ’30, venne realizzata un’estesa linea di difesa formata da ben 66 bunker, sbarramenti anticarro, strade di rifornimento e trincee di combattimento, per proteggersi da una potenziale invasione della Germania di Hitler. La linea di difesa nel paese di confine di Resia è ancora oggi ben conservata.

Il bunker n. 20

Questo sbarramento alpino, che appare come una bizzarra opera d’arte, oggi può essere riscoperto e ci si può passeggiare in mezzo. Merita assolutamente una visita il bunker della sorgente dell’Adige n. 20 a Curon e lo sbarramento di Pian dei Morti, che si trova in una zona paludosa, oggi monumento naturale, sopra l’abitato di Resia. Sia in estate sia in inverno l’ufficio del turismo organizza visite guidate.

Le fortificazioni al Passo Resia, chiamate Vallo Alpino, sono una meta perfetta per gli appassionati di storia. Le visite guidate al bunker n. 20 permettono di immergersi nel periodo dei grandi conflitti mondiali moderni.

Il bunker si trova in corrispondenza della sorgente del Fiume Adige facilmente individuabile perché c’è una targa di pietra, a 1.525 metri di quota e a solo una ventina di minuti a piedi dal centro di Resia, raggiungibile percorrendo l’Altavia Val Venosta lungo il sentiero n. 2, una bellissima escursione in alta quota da fare a piedi d’estate e con le ciaspole d’inverno. Con i suoi 415 chilometri di lunghezza, l’Adige, che attraversa Trentino-Alto Adige e Veneto per poi sfociare a Rosolina Mare sull’Adriatico, è il secondo fiume d’Italia.

Il bunker n. 20 è stato realizzato in parte in calcestruzzo e in parte scavato direttamente nella roccia. La parte interrata ha una lunghezza di circa 270 metri e la superfice calpestabile è di circa 450 metri quadrati. L’ingresso è consentito solo con la guida.

Lo sbarramento Pian dei Morti

Lo sbarramento di Pian dei Morti è un’opera difensiva che fa parte del “XIII Settore di Copertura Venosta”, all’interno del Vallo Alpino in Alto Adige. Si trova proprio a Pian dei Morti, da cui prende il nome, a duemila metri di quota, sopra al Lago di Resia, al confine con l’Austria. La sua particolarità è data dal fossato anticarro realizzato in modo particolare: a forma di “denti di drago”, un ostacolo insormontabile per l’eventuale passaggio dei carri armati.

Per raggiungere il Pian dei Morti oggi esiste un sentiero, lo stesso n. 2 che conduce al bunker n. 20 e che prosegue fin lassù. Si tratta di un percorso di trekking piuttosto impegnativo lungo circa 7 km, ma tranquillamente adatto a una famiglia e che si può fare anche in sella a una comoda e-bike. Si attraversano boschi che ancora oggi dividono l’Italia dall’Austria (ogni tanto si incontra un cavo che delinea il confine), laghetti e paesaggi incantati, spesso frequentati da cavalli Haflinger (o avelignesi, una razza originaria di Avelengo, sempre qui in Alto Adige) allo stato brado.

Lungo tutto il sentiero, che si snoda lungo una strada a tornanti che segue il crinale della montagna, e sulla cima di Pian dei Morti si trovano diversi bunker che si mimetizzano con il terreno. Le porte e le finestre di queste opere sono state realizzate con del materiale che simula la pietra.

Qui si trova uno dei punti più amati dagli escursionisti che vengono fin quassù. Si tratta del “belvedere” sul Lago di Resia, che si trova quasi alla fine dello sbarramento. Non è una vera terrazza, quanto una grossa roccia sulla quale salire e da cui ammirare la spettacolare vista dall’alto del Lago di Resia.

La rete di sotterranei

Essendo un luogo di passaggio attraverso le Alpi, l’Alta Val Venosta ha da sempre avuto una grande importanza strategico-militare. Romani, Asburgici e l’esercito napoleonico passarono di qui, e anche la Seconda guerra mondiale ha lasciato le sue tracce.

In tutta la zona, nascosta in mezzo ai frutteti e ai prati, si dirama una fitta rete di sotterranei che è possibile visitare. Le visite guidate nei sotterranei dell’Alta Val Venosta ripercorrono un gigantesco sistema di gallerie invisibili a occhio nudo costruito come rifugio in epoca fascista. La visita lunga comprende due bunker, di cui uno a Malles e l’altro a Tarces e la galleria sotterranea di collegamento.

La Val Venosta

È una valle tranquilla, che confina da un lato con l’Austria e dall’altro con la Svizzera, la Val Venosta, un piccolo paradiso delle vacanze, lontana dalle folle di turisti che, strano a dirsi, regala ancora scorci incontaminati. Qui, dove nasce l’Adige e dove svettano picchi che sfiorano le nuvole, si dipanano piccole e incantevoli vallate ideali per chi è alla ricerca di una vacanza attiva, ma anche slow. E, cosa alquanto inusuale, nasconde un lato della nostra storia che pochi conoscono e che merita di essere scoperta.

 

Categorie
Idee di Viaggio vacanza natura Viaggi

Mete da visitare almeno una volta nella vita: il Glacier National Park

Esistono mete che dovrebbero davvero essere visitate almeno una volta nella vita, inconfondibili e uniche per la loro maestosa bellezza.

Una di queste è, senza alcun dubbio, il Glacier National Park del Montana, un luogo a dir poco magico dove la natura ha dato il meglio di sé, chiamato anche la “Corona del Continente” per via delle innumerevoli meraviglie naturali.

Alla scoperta di uno dei parchi più favolosi degli Stati Uniti

Al confine con il Canada, plasmato da incredibili laghi, 26 ghiacciai, vette imponenti, chilometri e chilometri di fiumi, fragorose cascate e due catene montuose, il Glacier National Park, con una superficie di 4102 chilometri quadrati, è uno dei parchi più affascinanti degli USA, Patrimonio UNESCO, un’esperienza da “una volta nella vita” per gli escursionisti, gli alpinisti e per chi ama i paesaggi di montagna.

Lo attraversa la Going-to-the-Sun Road, ottanta chilometri di strada tra i più panoramici d’America, la più gettonata per un “viaggio on the road” e per scattare fotografie uniche e ammirare vedute che rimarranno per sempre indelebili.

Percorrendola, costeggerete lo sfavillante e trasparente Lago McDonald a 916 metri di altezza, ammirerete le cascate McDonald Falls, passerete accanto all’incantevole distesa fiorita del Garden Wall e vi troverete al cospetto del “muro piangente”, il Weeping Wall, tratto di parete rocciosa su cui l’acqua, scorrendo dal bordo delle rocce, finisce direttamente sulla strada.

Ancora, vi sorprenderanno la svolta chiamata Paradise Meadow (o Big Bend) da cui il tramonto è eccezionale, il Jackson Glacier Overlook da cui si gode di una visuale privilegiata sul settimo ghiacciaio più grande del parco, e il Wild Goose Island Lookout, suggestivo panorama sull’omonima isola.

Ma il Glacier National Park, come accennato, è un paradiso per il trekking e le escursioni in montagna: sono molti i sentieri con inizio dalla Going-to-the-Sun Road, da quelli brevi e adatti a tutti come il Trail of the Cedars (1,6 chilometri immersi in una foresta di maestosi cedri, alcuni dei quali di oltre 500 anni) che può essere anche allungato per raggiungere l’Avalanche Lake, ai più impegnativi come l’Highline Trail, per escursionisti esperti, che segue il Continental Divide e regala uno scenario mozzafiato disegnato da valli glaciali, prati alpini e la famosa Garden Wall.

Altri sentieri molto frequentati sono il St. Mary and Virginia Falls Trail che porta alle cascate Virginia e Saint Mary e l’Hidden Lake trail che porta al lago celato tra splendide vette montane.

E non è tutto.

Oltre al viaggio on the road e alle escursioni in un paesaggio difficile da descrivere a parole, il parco tra i più belli degli USA offre la possibilità di gite in barca sul Lake Medicine o sul Lake McDonald, gite a cavallo, rafting e pesca.

Informazioni pratiche

Il parco è visitabile tutto l’anno 24 ore su 24 ma uno dei periodi migliori per scoprirlo va da giugno a ottobre quando la Going-to-the-Sun Road e le altre strade rimangono solitamente aperte.

Considerata la notevole estensione e le infinite attrattive da esplorare nel dettaglio, è consigliabile dedicare almeno 3 giorni al Glacier National Park con 1 giorno per zona (Going to the Sun Road, Two Medicine Valley e Many Glacier).

Per quanto riguarda il pernottamento, si tratta di uno dei pochi parchi degli USA con varie strutture ricettive al suo interno, comode e vicine ai principali punti di interesse e immerse in paesaggi da favola.

Infine, segnaliamo la presenza di un servizio navetta che consente di ammirare una buona parte del parco tra i centri visitatori di Apgar e St. Mary lungo la Going-to-the-Sun Road con corse, generalmente, ogni 15 minuti senza necessità di prenotazione.

Categorie
Idee di Viaggio Viaggi

Questa piccola città è la capitale dell’aurora boreale

Se c’è un’esperienza che gli appassionati di viaggi e non, devono provare almeno una volta nella vita è quella di assistere all’aurora boreale. Le luci pronte a colorare i cieli notturni con i loro movimenti molto simili a una danza hanno in sé qualcosa di magico, difficile da dimenticare.

Se sei pronto a rimanere incantato da questo fenomeno, devi sapere che ci sono molti posti in cui poterlo osservare. Oltre al circolo Polare Artico, Alaska e paesi del nord Europa come Svezia, Norvegia, Finlandia, puoi scovarla anche in Canada e in particolare nella città di Yellowknife. Situata sulla sponda settentrionale del Great Slave Lake, il lago più profondo del Nord America, la cittadina può essere considerata un piccolo paese delle meraviglie in cui il tempo si è fermato perché sono tutti con il naso all’insù ad osservare l’aurora boreale.

Yellowknife, la capitale americana dell’aurora boreale

Posizionata nel Nord del Canada, quando arrivi a Yellowknife hai davanti a te un territorio estremo in cui la fauna e la natura selvatica fanno da sfondo al fenomeno dell’aurora boreale. Il momento migliore per osservarla è proprio l’inverno, stagione in cui le le temperature possono arrivare fino a -40°, un sacrificio che ne vale assolutamente la pena. In cambio avrai il privilegio di assistere al fenomeno naturale di luci e colori anche più sere di seguito.

Yellowknife e la meraviglia dell'aurora boreale

Fonte: iStock

Giochi di luci e colori durante l’aurora boreale a Yellowknife

Yellowknife, proprio per la sua posizione è il luogo ideale perché è possibile ammirare l’aurora boreale per circa 240 notti l’anno. Ma c’è un momento specifico per assistere a questo spettacolo della natura? L’orario non è sempre lo stesso, può variare: in genere le prime luci colorate appaiono la sera e terminano nelle prime ore del mattino, in questo caso sarà piacevole passare la notte in bianco.

Una città incantevole tutto l’anno

Anche se viene considerata la capitale del Nord America dell’aurora boreale, Yellowknife è un luogo affascinante tutto l’anno. In inverno oltre ad osservare questo fenomeno naturale puoi vivere l’esperienza di pescare su un lago ghiacciato, oppure organizzare delle escursioni a bordo di una motoslitta o di una slitta trainata da cani.

L’estate, invece, è il momento dell’anno in cui è possibile ammirare la natura al meglio. In questo periodo le temperature gelide cedono il passo a un clima un po’ più mite che ti permette di trascorrere le giornate svolgendo diverse attività all’aperto e assistere allo spettacolo del sole di mezzanotte. La pesca rimane una delle attività preferite della zona da fare in riva al lago, o a bordo di una barca. Se invece ami passeggiare nella natura non puoi rinunciare a una piacevole escursione sfruttando in pieno le ore di luce fino alla mezzanotte.

Yellowknife si tinge di colori con l'aurora boreale

Fonte: iStock

L’aurora boreale illumina la notte a Yellowknife

Yellowknife non è solo fauna e flora, ci sono anche numerosi luoghi da visitare durante tutto l’anno direttamente nella cittadina. Ad esempio si può scoprire il Prince of Wales Northern Heritage Centre, un archivio museale ricco di testimonianze storiche della città, ma anche il Bush Pilots Monument il monumento dedicato ai piloti che sorge nel belvedere della cittadina. C’è infine l’Assemblea legislativa dei Territori del Nordovest, la sede del governo Canadese in questo territorio. Yellowknife è una piccola città dove si può stare realmente a contatto con la natura, ma che stupisce anche per la sua storia.