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Sicilia, natura e storia: Noto Antica e la Cava Carosello

Un torrente con acque fresche e cristalline, alcune piscine naturali di diversa profondità dove tuffarsi. Attraverso i ruderi di un’antica e gloriosa città siciliana passa il sentiero che scende fino al corso d’acqua, passa per un ombroso bosco verde e rigoglioso, fino a tornare al sole sulle rive di un grande laghetto sotto un costone di roccia, che invita a tuffarsi nel suo specchio d’acqua.

È uno dei tesori nascosti della Sicilia orientale: l’ascesa alle rovine di Noto Antica e la conseguente discesa sulle sponde del fiume Asinaro, fino a raggiungere Cava Carosello, il laghetto di cui sopra.

La Val di Noto e i dintorni sono infatti una terra imprevedibilmente tempestata di piccole meraviglie naturali d’acqua dolce. Non solo: colpisce il numero di luoghi che riescono a unire la bellezza della natura al fascino dello scorrere del tempo e del passaggio della storia.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

L’acqua cristallina del fiume Asinaro, a Cava Carosello

Come nel caso della preistorica necropoli di Pantalica, che sorge nelle pareti rocciose che sovrastano due splendidi e incontaminati corsi d’acqua, o di Cavagrande del Cassibile, uno dei luoghi di riferimento per il wild swimming in Sicilia dove si possono parimenti trovare le tracce del passaggio della Storia, i laghetti di Noto Antica riescono ad abbinare un attrattiva archeologica al bisogno altrettanto preistorico di gettarsi nelle fresche acque di un torrente quando le giornate estive raggiungono il proprio apice di calore.

A differenza degli altri casi succitati, però, Noto Antica porta sì i segni di insediamenti risalenti a qualche millennio fa, ma la fanno da padrone principalmente i resti della città medioevale e cinquecentesca, distrutta poi da uno dei più grandi terremoti che la storia d’Italia ricordi.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

La splendida valle su cui si affaccia Noto Antica e la Cava Carosello

Noto Antica: ascesa e caduta di una città

L’11 gennaio del 1693 un terremoto di magnitudo 7,5, con epicentro al largo del golfo di Augusta, colpì la costa orientale della Sicilia, distruggendo oltre 45 centri abitati.

Fra questi c’era la città di Netum, l’antica Noto, poi ricostruita più a valle nel gioiello barocco che ancora oggi incanta centinaia di turisti che visitano la cittadina ogni anno.

Circondata da alte mura e seduta sulla vetta del monte Alveria, Noto antica era stata uno dei principali centri culturali, militari ed economici della Sicilia sud-orientale a partire dai tempi dei Romani e per tutto il medioevo.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

Una riproduzione di Noto Antica al momento del terremoto

Sotto la dominazione araba, a partire dal X secolo, la Sicilia viene divisa in tre sezioni, o valli, e a Noto viene affidato il ruolo di capovalle, la città preposta al controllo amministrativo del territorio. In epoca normanna la città fiorisce architettonicamente con la costruzione di un poderoso castello e di numerose chiese. Nel Quattrocento il sovrano aragonese Ferdinando il Cattolico insignisce Noto del titolo di Civitas ingeniosa per la sua laboriosità e inventiva nei campi commerciale e architettonico.

Noto antica si trova a una ventina di minuti di auto dalla Noto odierna. Percorrete la Strada statale 287 che porta verso Palazzolo Acreide e svoltate a sinistra in corrispondenza delle indicazioni per Noto antica. La strada sale rapida e stretta in un panorama classicamente siciliano, tra rocce bianche e piccoli alberi, fino a quando un imponente bastione ancora in piedi non vi segnalerà di essere arrivati a destinazione. A margine della costruzione, c’è un ampio parcheggio dov’è possibile lasciare l’auto.

Un grande e scenografico portale rappresenta il varco d’ingresso all’area dei ruderi di Noto Antica. Un’iscrizione in latino attira l’attenzione: numquam vi capta, questa città non fu mai presa con la forza. Ed effettivamente solo il terremoto riuscì a sconfiggerla.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

Il portale di Noto Antica

L’area coinvolta è veramente ampia. D’altra parte si calcola che al momento del sisma che la spazzò via, Noto contasse poco meno di 15mila edifici tra case, palazzi, chiese e quant’altro. Il suo impianto medievale, fatto di stretti vicoli tortuosi e senza un particolare piano urbanistico, convinse allora all’abbandono della cittadina piuttosto che alla sua ricostruzione.

Seguendo la mappa dell’antica città, presente su alcuni pannelli informativi, si possono esplorare i resti di numerose chiese, come la Chiesa del Carmine e la Chiesa dei Gesuiti. Nei pressi della Chiesa del Carmine, peraltro, si possono trovare alcuni resti di epoca greca, quando l’insediamento di Noto era già rilevante. In particolare si tratta di resti di monumenti dedicati al culto degli eroi.

L’edicola votiva costruita dopo il terremoto si trova là dove un tempo sorgeva la Piazza Maggiore di Noto, mentre si possono ancora indovinare le strutture e le suddivisioni degli ambienti dei palazzi gentilizi delle famiglie Landolina e Belludia.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

Resti delle fortificazioni di Noto Antica

Le mura e il castello sono fra gli edifici più riconoscibili, con il torrione rotondo del mastio che svetta con i suoi piccoli mattoni bianchi contro il cielo azzurro sulla vetta del monte Alveria.

Una passeggiata tra le rovine di Noto antica è un’immersione nel passato, uno stimolo all’immaginazione per rivedere nella strada sterrata che attraversa i ruderi quella che era una città fiorente, spezzata tutta d’un tratto da uno degli eventi più catastrofici che abbiano coinvolto questo territorio di particolare bellezza, come peraltro è testimoniato dagli affacci sulla vallata circostante.

I Laghetti di Noto Antica e Cava Carosello

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

Cava Carosello è una delle perle del wild swimming in Sicilia

Dietro all’edicola votiva posta in quella che fu Piazza Maggiore, si apre un sentiero che scende dalla pianoro su cui permangono i resti di Noto antica e scende verso il basso, con le indicazioni per le antiche concerie medievali, una delle industrie più fiorenti della città.

È la strada che conduce al fiume Asinaro, una discesa scavata nella roccia bianca e calcarea che contraddistingue il territorio. Scendendo si incrociano le antiche concerie di origine araba e i ruderi degli antichi mulini che, attraverso un sistema di condotte, sfruttavano la forza idraulica del corso d’acqua.

In circa 30 minuti di camminata si raggiunge il bosco che costeggia il fiume, estremamente rigoglioso, quasi pluviale. Nelle immediate vicinanze della fine della parte in pietra del sentiero si trova un bellissimo laghetto, animato da una cascatella, dove le acque cristalline dell’Asinaro fanno bella mostra di sé.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

Non si resiste al richiamo di un tuffo nelle acque cristalline di Noto antica

Una piscina naturale invitante, dove sostare sulle rive in terra battuta e su alcuni massi e rinfrescarsi dalla prima parte della camminata con un tuffo rigenerante. Per i locali le cave sono queste tipiche gole scavate dai fiumi, in fondo alle quali si possono ancora oggi trovare testimonianze del tempo passato o splendidi paesaggi naturalistici come quello di Cava Carosello, com’è chiamata questa.

Proseguendo lungo il sentiero si costeggia il corso d’acqua per diverse centinaia di metri, addentrandosi nella vegetazione fitta e verde, fino a quando, con un ultimo ripido passaggio, non si torna a riaffacciarsi al sole in corrispondenza di una splendida marmitta di acqua freschissima e pura.

Noto Antica Cava Carosello

Fonte: Lorenzo Calamai

Cava Carosello, il laghetto pensile

È l’uruvu tunnu, il laghetto tondo, la destinazione finale dell’escursione: un cerchio quasi perfetto dove l’acqua si tuffa da due morbide cascatelle e genera una piscina naturale splendida, alla quale è impossibile resistere. Dopo aver fatto un tuffo, galleggiando nelle trasparentissime acque del fiume, potrete godervi la splendida vista sulla valle circostante. Il laghetto offre infatti una meravigliosa visuale sulle circostanze, visto che oltre l’ampio cordolo di roccia che lo costeggia si apre un salto di oltre 40 metri, dove si infilano le acque dell’Asinaro gettandosi verso l’infinito e oltre.

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Incheon, la città che unisce tradizione e tecnologia

Incheon è una bella e moderna città portuale della Corea del Sud, nella provincia nord-occidentale di Gyeonggi do. Si trova vicino alla foce del fiume Han, a 40 km circa da Seoul, con cui è collegata tramite autostrada e ferrovia, e ormai è una meta molto popolare per via dell’arrivo anche delle navi da crociera. È l’affaccio sul mare della capitale sudcoreana e ospita il principale aeroporto internazionale del Paese. Il centro della città si trova a soli 32 km a sud della zona demilitarizzata tra Corea del Sud e Corea del Nord.

Conosciamo meglio la storia di Incheon

Approdo per i pescherecci fin dalla fine del 1300, Incheon si sviluppò come porto commerciale internazionale nella prima metà del ‘900. Dagli anni ’50 in poi, dopo la Guerra di Corea, la città è cresciuta e ha visto la nascita di diverse fabbriche, industrie di alta tecnologia e di un nuovo porto. Nel 2003, per incoraggiare gli affari e gli investimenti internazionali, il governo ha istituito la Zona Economica Libera di Incheon, che comprende diverse aree intorno alla città. Uno degli elementi di particolarità della zona è stata la costruzione, su terreni bonificati, della città ad alta tecnologia di Songdo, in cui tutti i sistemi informativi residenziali, commerciali e governativi sono collegati tramite un sistema comune di condivisione dei dati.

Oggi, Incheon è un hub di trasporto nazionale e internazionale. L’aeroporto internazionale, inaugurato nel 2001, ha sostituito l’aeroporto Gimpo di Seoul come principale punto di accesso aereo del Paese. La città dispone di una rete di metropolitana e numerose superstrade e ferrovie collegano Incheon alla regione circostante, a Seoul e ad altre città sudcoreane. Tra Incheon e i porti della Cina circolano traghetti internazionali.

Visitare Incheon, le principali attrazioni da scoprire

Incheon è una città affascinante e in continua evoluzione, ricca di storia, cultura e modernità. Terza città più grande della Corea del Sud, è un melting pot di culture e tradizioni. Molti turisti vi arrivano da Seul o fanno l’errore di trascurare questa località, passandoci solo nel tragitto da e per l’aeroporto. Una buona idea invece è quella di programmare la tua visita ad Ancheon il giorno prima di lasciare la Corea del Sud, come ultima tappa del tuo viaggio nel Paese. Arrivando da Seul, la prima cosa che vorrai fare è immergerti nell’atmosfera autentica della Chinatown di Incheon, l’unica presente in tutta la Corea del Sud.

Chinatown Incheon

Fonte: iStock

La porta d’ingresso alla Chinatown di Incheon

Chinatown

Prova la cucina cinese, esplora i templi e ammira l’architettura tradizionale, e non dimenticare un po’ di shopping sopra le righe, con souvenir e chincaglierie di cui potrai pentirti con calma, al tuo rientro. Assaggia un piatto di jajangmyeon, noodles saltati con una salsa dolce e ricetta sino-coreana per eccellenza. Per fare una bella foto, cerca la scalinata che va da via di Chinatown alla porta cinese del Jayu Park, dove troverai le 12 statue di animali dello zodiaco cinese.

Incheon Art Platform

L’Incheon Art Platform è formato da una serie di edifici industriali degli anni ’30 e ’40 che nel tempo sono stati trasformati e diventati musei e sale espositive. Si trova vicino al Museo del Porto, dove scoprire la storia della zona attraverso le testimonianze fotografiche del passato e l’Hotel Daibutsu Museum, allestito all’interno di quello che è stato il primo hotel dallo stile occidentale del Paese.

Jayu Park

Il bel Parco della Libertà, lo Jayu Park, è particolarmente suggestivo nel periodo della fioritura dei ciliegi ma merita una visita in qualsiasi stagione dell’anno. Potrai vedere la torre del memoriale eretta per i 100 anni delle relazioni diplomatiche USA – Corea del Sud e potrai osservare un fantastico panorama dal suo belvedere.

Fairytale Village

Fuori dallo Jayu Park si trova il Fairytale Village, un bel quartiere che è stato riqualificato seguendo uno stile fiabesco, con continui riferimenti al mondo Disney attraverso murales, installazioni e locali molto particolari.

Sinpo Market e Incheon Complex Fish Market

Il Sinpo Market è il posto ideale per assaggiare tanti piatti diversi. Ha due corridoi principali, uno dedicato allo street food e uno con i ristoranti. Dall’atmosfera estremamente vivace, è un posto di ritrovo molto frequentato dagli abitanti così come il Complex Fish Market, dove potrai acquistare pesce fresco o sederti al tavolo di uno dei tanti ristoranti della zona. Potrai smaltire tutto con una gradevole passeggiata fino al porto turistico e salire sull’osservatorio per una bella vista dall’alto sulla zona.

Lungo la costa si trovano altre interessanti attrazioni attrazioni turistiche come il Songdo Resort, l’insenatura di Sorae e l’isola di Ganghwa. Sorae è nota per la sua cucina a base di frutti di mare, in particolare per il pesce crudo affettato. L’isola di Ganghwa, a nord della città, presenta molti punti di interesse storico e culturale come l’antico tempio buddista di Jeondeungsa.

Songdo

Fonte: iStock

La smart city di Songdo, un viaggio nel futuro

Songdo

Quella di Songdo è una splendida e modernissima area urbana, costruita ex novo da un terreno bonificato dal mare e collegata a Incheon da cinque ponti, dove fare un vero e proprio salto nel futuro, che qui però è già il presente. Potrai camminare per ore tra le sue belle strade e i suoi moderni edifici fino ad arrivare al Central Park, un’area verde particolarmente suggestiva, cuore pulsante della zona, con diversi punti di interesse tra cui il Tri Bowl, un centro culturale e artistico che ti stupirà con il suo design davvero innovativo: sembra letteralmente galleggiare sull’acqua! Songdo è il risultato di un vero e proprio miracolo dell’ingegneria e dell’urbanistica moderna, una smart city che rappresenta perfettamente l’esempio di tecnologia e sostenibilità possano essere integrate tra loro e nella vita urbana. Songdo è stata concepita come una città intelligente, dotata di sistemi avanzati di gestione dei trasporti, dell’energia e dei rifiuti, con ampi spazi verdi, sistemi di raccolta delle acque piovane ed edifici eco-friendly. Per fare un salto nel futuro, visita il campus dell’Università di Incheon: moderno e innovativo, ospita anche il Global Campus, un consorzio di università internazionali che hanno scelto, per evidenti ottime ragioni, di aprire qui le proprie sedi all’estero.

Tri Bowl Building Incheon

Fonte: iStock

L’incredibile Tri Bowl di Incheon

Wolmi Island Park

Vuoi divertirti un po’ in modo spensierato? Prendi il Wolmi Sea Train e fai un salto al Wolmi Insland Park, un’isola artificiale dove è stato costruito un grande parco di divertimento e non solo. Già il viaggio vale la pena: dal treno potrai vedere il murales più grande del mondo e scendendo alla prima fermata ti troverai all’interno di un grande parco verde, da cui potrai dirigerti a piedi verso la zona museale o quella del parcogiochi per salire sulla ruota panoramica o buttarti nella piscina dell’acqua park.

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Senegal: scopri il Parco Nazionale del Delta del Saloum

Se stai pensando di visitare il Senegal e in ogni viaggio che fai sei sempre alla ricerca di una meta incontaminata per scoprire le bellezze naturali di un luogo, allora il Parco Nazionale del Delta del Saloum è la tappa che non può assolutamente mancare sul tuo itinerario. Grazie alla sua incredibile varietà di ecosistemi questo parco è un gioiello dal valore naturalistico inestimabile che ti permette di entrare in contatto con la natura più autentica dell’Africa occidentale. In questa guida puoi trovare tutte le informazioni necessarie per scoprire questo luogo unico al mondo.

Caratteristiche del Parco Nazionale Delta del Saloum

Conosciuto come delta del Sine-Saloum, questa zona nasce dall’incontro delle foci del fiume Saloum e del fiume Sine nell’Oceano Atlantico. L’area, dichiarata Patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2011 occupa circa 76 mila ettari ed è costituita da uno stuolo di piccole isole e isolotti separati gli uni dagli altri da stretti bracci d’acqua salmastra che ricordano alla lontana le caratteristiche strutturali delle nostre lagune.

Gli abitanti del Parco: flora e fauna

Appena entrerai nel parco, verrai abbracciato da un contesto naturalistico mozzafiato e dall’ampia varietà di scenari: dall’intricatissimo sistema di mangrovie all’agglomerato di isole, lagune e paludi, questo insieme di ecosistemi fa da casa a una varietà di flora e fauna talmente ampia da riempire un libro di scienze naturali.
Si contano quasi 200 specie vegetali, ma la regina indiscussa di questa zona è senza dubbio la mangrovia che contribuisce a plasmare l’intero aspetto di questo luogo. Nelle acque del parco si contano più di 100 specie di pesci diversi, tanto che il delta offre quasi il 10% del pescato del Senegal. Gli abitanti dell’entroterra, invece, sono principalmente sciacalli, coccodrilli, scimmie, tartarughe e numerosi altri mammiferi. Importante per la biodiversità è l’avifauna spettacolare con più di duecento specie di uccelli è il paradiso per gli amanti del birdwatching.

Oltre la bellezza naturale: un tuffo nella cultura del Parco

La regione del Delta del Saloum ha una profonda storia, le sue aree sono state infatti abitate da diverse etnie che hanno contribuito a tessere una trama di tradizioni ancestrali. Oggi la zona è abitata dai Serer, una popolazione locale che vive principalmente di agricoltura e pesca e che possiede una forte tradizione culturale, con celebrazioni e riti che riflettono le credenze e l’identità del popolo. Ogni evento importante come riti matrimoniali, di natalità o funebri sono accompagnati da danze tradizionali e melodie provenienti da strumenti musicali tipici come il tamburo e la kora. Tra le feste più importanti per i Serer c’è il “Xoy” una celebrazione scandita da preghiere, balli e rituali che onorano gli antenati in cambio di protezione e benedizioni sulla comunità e sul raccolto.

Parco Nazionale del Delta del Saloum: cosa fare

Tramonto al Parco Nazionale Delta del Saloum

Fonte: iStock

Il suggestivo tramonto nel Parco Nazionale Delta del Saloum

Ci sono tante cose da fare e da vedere all’interno della riserva, ecco una lista delle attività principali e più gettonate da chi decide di visitare questo spettacolare angolo di mondo:

  • Escursioni: barca o kayak non importa, qualsiasi cosa tu scelga di fare navigare le acque del delta facendosi strada tra le mangrovie è un’esperienza unica che ti permette di osservare da vicino la vita degli animali all’interno dell’area protetta. Se invece preferisci l’entroterra, allora le escursioni e le visite ai villaggi locali fanno per te e rappresentano il modo più immediato per scoprire le tradizioni locali ed entrare in sintonia con la vita dei residenti.
  • Birdwatching: come ti abbiamo raccontato, il parco è un vero e proprio tesoro per chi ama fare birdwatching.
  • Pesca Sportiva: le acque ricche di pesci, molluschi e crostacei sono il luogo perfetto per chi ama fare pesca sportiva.
  • Ricerca di tesori: se la storia ti appassiona e ti piace scoprire piccoli tesori antichi, all’interno del parco ci sono numerosi siti archeologici con antiche rovine e luoghi funerari da esplorare.

Informazioni utili: tutto quello che devi sapere per organizzare al meglio la tua visita

Raggiungere il parco

Puoi raggiungere il Parco Nazionale del Delta del Saloum dalla capitale del Senegal, Dakar, la quale dista circa 150 chilometri dal parco. Puoi arrivarci in auto con un viaggio di circa 3-4 ore. Se preferisci utilizzare i mezzi pubblici puoi optare per autobus o minibus che partono tutti i giorni da Dakar verso Fatick e Foundiougne, fermate dalle quali poi puoi proseguire in taxi o con un’auto privata. Infine, una terza opzione è affidarsi a tour operator che organizzano escursioni o trasferte via mare.

Alcuni consigli utili per non farsi trovare impreparati

  • Abiti leggeri e comodi: prediligi la comodità e ricordati di portare con te un copricapo e degli occhiali per proteggerti dal sole.
  • Protezione solare: applica regolarmente una crema solare con SPF alto, il sole può essere particolarmente aggressivo.
  • Porta con te un repellente per insetti: la zona, essendo paludosa, rappresenta un habitat ideale per zanzare e altri insetti.
  • Vaccinazioni: prima di partire, verifica tutte le vaccinazioni obbligatorie o consigliate per il Senegal.
  • Documenti di viaggio: assicurati di avere tutti i documenti di viaggio in regola; tra cui passaporto, visti e assicurazioni.

Ora che hai tutte le informazioni necessarie per visitare il Parco Nazionale del Delta del Saloum, puoi organizzare al meglio la tua visita in questa meravigliosa zona dell’Africa occidentale e prepararti a farti sorprendere da uno scenario capace di togliere il fiato e lasciare un segno indelebile nel tuo cuore. Non ci sono dubbi, il Parco Nazionale del Delta del Saloum ti farà provare immediatamente il Mal d’Africa, quella sensazione di nostalgia e desiderio impellente di tornare a visitare questa terra.

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Direzione Parigi: cosa mettere in valigia

La valigia per un viaggio direzione Parigi, bellissima capitale francese, è un elemento essenziale per vivere nel migliore dei modi la visita di questa affascinante metropoli.

Organizzare al meglio la valigia per la visita della città delle luci è molto importante in quanto si tratta di una città dal clima estremamente variabile, in quanto colpita dalle correnti provenienti dall’Atlantico e dal Mar Mediterraneo, che potrebbero far variare velocemente le condizioni meteorologiche, con frequenti piogge. Proprio per questo, è bene non farsi cogliere di sorpresa!

Cosa mettere in valigia, quindi, per un viaggio a Parigi?

Un aspetto fondamentale per chi vuole scoprire la città passeggiando, fra le sue affascinanti vie e scoprire angoli nascosti, è sicuramente quello di munirsi di scarpe comode. Si possono utilizzare semplici sneakers, magari con una suola alta e più ammortizzata, oppure ci si può affidare a scarpe dedicate alla camminata, acquistabili in diversi negozi sportivi.

La città è un vero paradiso per gli amanti dell’arte e dei monumenti, con centinaia di attrazioni storiche e artistiche imperdibili. In Scarpe con i tacchi o, ad esempio, i mocassini possono essere entrare in valigia ed essere utilizzati per eventuali occasioni più formali, come le serate galanti. Parigi ha veramente tanto da offrire ai suoi visitatori e sarebbe un peccato non approfittarne.

Una volta messe in valigia queste scarpe, è il turno degli indumenti. La posizione geografica di Parigi e le correnti che la colpiscono, la rendono una città piuttosto fresca, quindi è bene non arrivare troppo scoperti. Può capitare, infatti, che da un clima fresco si passi ad una calura improvvisa nel giro di poche ore. Per evitare spiacevoli sorprese, è bene avere in valigia un abbigliamento vario.

Le t-shirt e le magliette vanno benissimo, ma allo stesso tempo è consigliabile avere con sé anche delle felpe, dei maglioni, a seconda anche della stagione in cui si decide di visitare la città, o dei gilet. Questi capi vanno bene soprattutto per la sera, quando per le vie della città si respira un’aria decisamente più fresca. Quindi, vestirsi a cipolla è la soluzione ideale per scoprire Parigi e le sue imperdibili attrazioni.

Per non rimanere sorpresi da eventuali piogge, si consiglia anche di mettere in valigia un piccolo ombrello da borsa e/o una giacca impermeabile, che occupa poco posto e può essere portata sempre con sé anche durante le camminate giornaliere.

Valigia aperta con indumenti e lista delle cosa da inserire al suo interno

Fonte: iStock

Cosa mettere in valigia per un viaggio a Parigi?

Ma non è tutto. Per completare la valigia direzione Parigi, bisogna pensare ad alcuni accessori fondamentali, che non bisogna dare per scontato e che in viaggio potrebbero aiutare moltissimo. Ecco una breve lista di accessori che potrebbe essere d’aiuto:

  • Accessori personali: si tratta, ad esempio, di quegli accessori da toeletta, che in un viaggio non dovrebbero mancare mai. Sono, ad esempio, prodotti personali come lo spazzolino, eventuali prodotti per l’igiene personale e la cura della pelle, come, ad esempio, creme solari per proteggersi dal sole durante le camminate in città, oppure determinati trucchi di base. Da non dimenticare a casa un buon cappello, per proteggersi dal sole o dal freddo, e gli occhiali da sole;
  • Accessori high-tech: gli irrinunciabili, soprattutto per un viaggio a Parigi, durante il quale si scatteranno centinaia di fotografie dei tesori artistici e storici cittadini. Quindi, assolutamente da non dimenticare cavi per la ricarica dello smartphone, della macchina fotografica e/o del computer. Essenziale durante la giornata anche una power bank, quindi una batteria portatile da utilizzare in caso di telefono scarico. Inoltre, in una valigia preparata ad hoc per un tour di Parigi, non possono mancare gli adattatori per le prese francesi per l’elettricità. Come in Germania, infatti, e in diversi altri paesi europei, anche in Francia si utilizzano prese di tipo C.

Inoltre, per portare con sé tutti questi accessori, oltre che una borraccia termica, per tenere al caldo o al freddo acqua e bevande (a seconda della stagione), non bisogna dimenticarsi di mettere in valigia un piccolo zaino, che occupi poco spazio e che si possa indossare durante la visita di Parigi senza particolari problemi.

Con questa lista, ogni visitatore sarà pronto per godersi al massimo una breve vacanza alla scoperta di Parigi, senza farsi cogliere impreparato da eventuali cambiamenti climatici o dalle situazioni che si possono incontrare durante la visita.

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Clima e temperatura di Belgrado: quando organizzare un viaggio nella capitale della Serbia

Belgrado è la capitale della Serbia ed è una città capace di appassionare moti viaggiatori con il suo carattere forte e accogliente. Si tratta di uno di quei luoghi che si presenta con il giusto mix di cultura balcanica mista a quella più dell’Europa occidentale, uniti a una grande offerta di attività culturali e di occasioni di vita sociale e divertimento notturno degno di altre città importanti del Vecchio Continente. Conoscere il clima e la temperatura di Belgrado è fondamentale per capire quando organizzare il tuo viaggio in questa parte della Serbia. Pur non essendo una nazione molto grande, quest’area della ex Jugoslavia presenta delle differenze climatiche tra le varie zone di cui è composta. Belgrado è situata alla confluenza dei fiumi Sava e Danubio e, in linea generale, gode di un clima continentale umido, influenzato dalle masse d’aria provenienti dal Mediterraneo ma anche dall’aria che arriva dalle pianure dell’est Europa.

Caratteristiche generali del clima e della temperatura di Belgrado

Il clima e la temperatura di Belgrado sono quelli tipici delle regioni interne dei Balcani, con stagioni ben definite e variazioni significative tra estate e inverno. Gli inverni sono generalmente freddi, con frequenti nevicate, mentre le estati possono essere calde e umide. Per quanto riguarda le temperature medie annuali, la media si aggira intorno agli 11-12 °C, con notevoli oscillazioni più specifiche.

Si può passare da giornate molto rigide, con molto ghiaccio sulle strade, in gennaio fino a momenti più roventi in estate, tanto da fare invidia a luoghi come il sud dell’Italia o la Spagna interna. Capire quali siano il clima e la temperatura di Belgrado, nei diversi periodi dell’anno, ti aiuterà a fare più facilmente la valigia e a capire cosa portare con te in viaggio in Serbia.

Le condizioni climatiche di Belgrado offrono la possibilità di vivere quattro stagioni ben distinte. Dalle nevicate invernali che aggiungono un tocco magico ai paesaggi urbani in inverno, alle calde giornate estive perfette per godersi le numerose attività all’aperto, ogni momento dell’anno porta con sé il suo fascino unico.

Cliam e temperatura di Belgrado in inverno

Fonte: iStock

Chiesa di St Petka in inverno, Belgrado, Serbia

Clima e temperatura di Belgrado in inverno

Il periodo invernale, per Belgrado, si concentra a livello meteorologico, proprio come per l’Italia, tra dicembre e la fine febbraio.  Le temperature invernali a Belgrado possono scendere frequentemente sotto lo zero, con medie giornaliere che variano tra -2 °C e 5 °C. Le nevicate sono comuni, specialmente a gennaio, il mese più freddo dell’anno. Tuttavia, l’atmosfera fredda e ghiacciata dei mesi freddi rende

Belgrado un luogo denso di magia e perfetto per essere esplorato in questo momento dell’anno. Se pensi che il clima e la temperatura di Belgrado non ti fermino, metti in valigia i tuoi vestiti più pesanti e organizza un viaggio in Serbia in questo periodo. Data la latitudine della Serbia, le giornate hanno una lunghezza pari a quella dell’Italia.

Clima e temperatura di Belgrado in primavera

Marzo è il primo mese di primavera anche a Belgrado, anche se il clima e la temperatura della capitale serba sono spesso variabili in questo periodo. Al di là di questo, la primavera vede un graduale aumento delle temperature, con medie che passano dai 10 °C di marzo ai 20 °C di maggio. Questo è il periodo in cui clima e temperatura di Belgrado sono miti e piacevoli, ideali per esplorare la città senza cappotti pesanti e calzature adatte alla neve.

È bene tenere presente che la primavera può essere, a tratti, piovosa ma le giornate serene non mancano di farsi vedere e sentire.

Clima e temperatura di Belgrado in estate

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Fortezza di Kalemegdan al tramonto, Belgrado

Clima e temperatura di Belgrado in estate

Con l’inizio di giugno si tende, a livello meteorologico, a dare il via alla bella stagione anche in Serbia. Le estati a Belgrado possono essere calde, con temperature medie che oscillano tra i 20 °C e i 30 °C. Luglio e agosto sono i mesi più caldi, con punte che possono superare i 35 °C, durante giornate in cui il caldo si fa particolarmente sentire. La città si trova sulle rive del Danubio, in un punto in cui il fiume ha una portata molto vasta.

Il clima e la temperatura di Belgrado risentono della presenza del fiume, soprattutto per quanto riguarda l’umidità. L’afa, in estate, potrebbe farsi sentire. Il fiume fa anche la parte del ristorato, portando spesso movimento d’aria, soprattutto verso sera.

Clima e temperatura di Belgrado in autunno

Che sia l’autunno la stagione migliore per fare un viaggio in Serbia? Le giornate sono ancora lunghe e la temperatura è gentile. A settembre, l’estate inizia a lasciare il passo alla nuova stagione ma sono ottobre e novembre i mesi centrali per questo momento climatico. L’autunno è una stagione di transizione, con temperature che gradualmente scendono dai 20 °C di settembre ai 10 °C di novembre.

È un periodo caratterizzato da giornate soleggiate e fresche serate. Le piogge sono più frequenti in novembre ma conviene sempre partire con un ombrello pieghevole in valigia o nel proprio zaino, così come è un bene avere l’abbigliamento adatto.

Clima e temperatura a Belgrado: precipitazioni ed eventi estremi

Belgrado registra una modesta quantità di precipitazioni precipitazioni durante l’anno, con una media di circa 700 mm. La distribuzione delle piogge nell’arco dei 12 mesi è abbastanza uniforme, ma i mesi primaverili e autunnali, come dicevamo, tendono ad essere i più piovosi e umidi. Le precipitazioni estive si manifestano spesso sotto forma di temporali brevi ma intensi, mentre in inverno le nevicate possono essere persistenti e durante anche per diversi giorni.

Sebbene Belgrado non sia soggetta a fenomeni climatici estremi frequenti, le sue condizioni meteo tipiche offrono ogni tanto la possibilità di sperimentare ondate di calore potente durante l’estate e periodi di gelo intenso in inverno. Le alluvioni possono verificarsi, specialmente in primavera, a causa dello scioglimento della neve nelle regioni montuose circostanti e delle abbondanti piogge. Questo è il periodo in cui il Danubio aumenta di molto la sua portata. La presenza del fiume, però, non è un problema in città ma è sempre bene informarsi prima del proprio viaggio a Belgrado. Molte informazioni fondamentali su eventuali condizioni meteo problematiche sono riportate, in modo puntuale, dal sito dell’Ambasciata Serba in Italia, così come dai portali di rifermento della Farnesina.

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In Lombardia ci sono delle isole, e sono bellissime

In Lombardia non c’è il mare, quindi è strano sentir parlare di isole. Non è come la Sicilia, con i suoi meravigliosi arcipelaghi, Eolie, Egadi, o come la Toscana con le sue sette isole la più grande delle quali è l’Elba, o come la Puglia con le Tremiti. Eppure, anche in Lombardia ci sono delle isole, e sono bellissime.

Sì, perché la Lombardia è una terra di laghi. Oltre ai più celebri Lago di Como, Lago Maggiore e Lago di Garda, ci sono anche il Lago d’Iseo, il Lago d’Idro e il Lago di Lugano, al confine con la Svizzera. Ma solo in Brianza ce ne sono altri piccolini che sono davvero deliziosi, come il Lago di Pusiano o il Lago di Alserio. Ma, senza dilungarmi troppo sui laghi, che comunque, insieme ai fiumi, creano un paesaggio unico e affascinante, tornando alle isole, immerse nella vegetazione di questi specchi d’acqua evocano sogni di vacanze esotiche.

L’Isola Comacina, sul Lago di Como

Tra le isole più belle della Lombardia c’è l’Isola Comacina, un’oasi verdeggiante e un gioiello che si può raggiungere in barca da Ossuccio, nel Comune di Tremezzina. Abitata fin dall’epoca romana, ospita il complesso della Basilica romanica di S. Eufemia. Particolarmente suggestivo è lo spettacolo pirotecnico sull’acqua durante la Festa di San Giovanni che si celebra il 24 giugno.

L’Isola dei Cipressi, sul Lago di Pusiano

Il Lago di Pusiano è un piccolissimo specchio d’acqua della provincia di Como ed è la meta preferita dai brianzoli durante i fine settimana estivi. Ci sono passeggiate, ristoranti e, soprattutto, è molto pittoresco per via dell’isoletta che spunta dalle acque. Si tratta dell’Isola dei Cipressi ed è un’isola privata. Oltre a una bellissima villa, c’è un grande parco con centinaia di cipressi – da cui il nome – dove girano in libertà pavoni, gru, cicogne, tartarughe, scoiattoli e alcuni wallaby arrivati direttamente dall’Australia. Un piccolo eden che si può visitare su prenotazione sede anche di matrimoni ed eventi privati.

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Fonte: iStock

Il Lago di Pusiano

Montisola, sul Lago d’Iseo

Ormai è diventata molto famosa Montisola (o Monte Isola), dopo che l’artista Christo, qualche anno fa creò, una passerella galleggiante, The Floating Piers, per “camminare sulle acque” tra la terraferma, Sulzano, e le isole del Lago d’Iseo, Montisola e l’isola di San Paolo. Montisola è un’oasi verde dove le auto sono bandite e si può girare solo a piedi o in bicicletta (che si può noleggiare sul posto), perfetta per fare trekking tra boschi e uliveti e raggiungere il Santuario della Ceriola, situato a 600 metri d’altezza, con una vista mozzafiato sul lago. Sul Lago d’Iseo, peraltro, c’è una terza isola, l’Isola di Loreto che però è di proprietà privata e che ha un castello in stile neogotico attorno al quale si estende un giardino ricco di conifere, un porticciolo e due torrette faro.

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Fonte: Ufficio stampa

Montisola sul Lago d’Iseo

L’Isola dei Conigli, sul Lago di Garda

Sul Lago di Garda, l’Isola di San Biagio, meglio conosciuta come Isola dei Conigli, è famosa per i suoi prati verdi e i numerosi conigli che vi scorrazzano in libertà. È la destinazione ideale per un bagno nelle acque che davvero sul Garda sono cristalline come quelle del mare, prendere il sole e godere del panorama della scogliera della Rocca di Manerba. Questa isola può essere raggiunta anche a piedi, quando le condizioni lo permettono, attraverso una striscia di fondale che la collega alla terraferma oppure con un servizio di taxi-boat da Porto Torchio.

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Fonte: Ufficio stampa

L’Isola dei Conigli sul Lago di Garda

L’Isolino Virginia, sul Lago di Varese

Infine, sul Lago di Varese, c’è l’Isolino Virginia, un suggestivo triangolo di terra nel Comune di Biandronno, riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2011 per la sua importanza archeologica e ambientale. Infatti, quella che apparentemente sembrerebbe una formazione naturale emersa da un lago di origine glaciale, in realtà è il risultato della sedimentazione dei detriti accumulatisi nel corso dei millenni, a seguito di un insediamento umano a partire dal V millennio a.C., in pieno Neolitico. Il nome gli fu dato dall’ultimo proprietario dell’isola, in onore della moglie. Prima si chiamava Isola di San Biagio e successivamente Isola di Donna Camilla Litta. Quando è stagione, si riempie di ninfee e si vedono volare aironi e germani reali.

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Fonte: 123RF

L’Isolino Virginia, Patrimonio mondiale dell’Unesco

Insomma, anche in Lombardia ci sono isole, belle e con delle storie meravigliose da raccontare. Magari non le più belle d’Italia dove fare il bagno ma sicuramente sono uniche per storia, natura e cultura e offrono ai visitatori esperienze indimenticabili.

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Strade da bollino rosso: quando partire per le vacanze

Per chi deve mettersi in viaggio nell’ultimo fine settimana di luglio, le notizie relative al traffico invitano ad armarsi di pazienza. Gli spostamenti più consistenti sono attesi da venerdì 26 luglio e sabato 27 luglio, in uscita dai grandi centri urbani, in special modo lungo le direttrici che da Nord portano alle località di villeggiatura del Sud. Ecco quali sono i giorni e le strade da bollino rosso.

Inizia l’esodo estivo: le strade da bollino rosso nel weekend

Da questo fine settimana inizierà la fase più intensa delle partenze per le vacanze degli italiani. Secondo il calendario contenente le previsioni di traffico, predisposto da Viabilità Italia, venerdì 26 luglio sarà da bollino giallo per l’intera giornata. Il traffico si prevede intenso già a partire dal pomeriggio di giovedì, con una probabile intensificazione nel pomeriggio e alla sera di venerdì.

Per la mattinata di sabato 27 luglio è segnalato il primo bollino rosso per il traffico del weekend, quando è previsto il grosso dell’esodo estivo. Il traffico dovrebbe diminuire nel pomeriggio, valutato da bollino giallo. La situazione è però in peggioramento nella giornata di domenica 28 luglio, a causa del traffico intenso anche per il rientro di molti dal weekend o dalle ferie. Per facilitare gli spostamenti estivi, come da Decreto ministeriale, è già in vigore il divieto di circolazione dei mezzi pesanti a partire dal venerdì pomeriggio per tutto il weekend.

Secondo Autostrade per l’Italia, gli spostamenti più consistenti sono attesi lungo l’A1 Milano-Napoli, l’A14 Bologna-Taranto e l’A30 Caserta-Salerno. I giorni segnati dai maggiori volumi di traffico saranno quelli di sabato 3 e sabato 10 agosto. Nel complesso, nei primi due weekend di agosto si prevedono 28 milioni di italiani in viaggio lungo la rete autostradale italiana. Traffico ancora intenso verso le località turistiche anche nel weekend che seguirà il Ferragosto. I rientri nelle grandi città saranno invece più diluiti e riguarderanno soprattutto gli ultimi tre fine settimana di agosto.

La società ha messo a punto un piano di gestione della viabilità che prevede, tra l’altro, la rimozione dei cantieri più impattanti lungo i principali tratti autostradali, così che tutte le corsie siano disponibili nei periodi di maggior afflusso. Gli accorgimenti adottati e i presidi previsti garantiranno in ogni caso la disponibilità di due corsie nella direzione prevalente di traffico. Potenziati inoltre i presidi di personale e mezzi in punti strategici, per assicurare un intervento tempestivo a supporto degli utenti.

In concomitanza al grande esodo estivo, ha preso il via il Centro per il monitoraggio del Traffico, degli Impianti e delle Infrastrutture di Aspi, per gli addetti ai lavori la control room, nuovo cuore tecnologico che dalla sede della direzione generale di Roma coordina da remoto la viabilità e lo stato dell’infrastruttura, attraverso software evoluti connessi con i dispositivi in campo che utilizzano intelligenza artificiale, droni e Iot (Internet of things).

Come restare aggiornati sul traffico: info utili per i viaggiatori

Prima di mettersi in viaggio, soprattutto nei periodi da bollino rosso, è sempre bene essere informati sulla situazione delle nostre autostrade. Al fine di fornire ai cittadini informazioni utili per favorire partenze consapevoli e per aumentarne la sicurezza, Viabilità Italia ha messo a disposizione documenti consultabili sul sito della Polizia di Stato, tra cui il calendario con i bollini di traffico con indicazione delle fasce orarie di divieto di circolazione per i veicoli di portata superiore alle 7.5 t. e il “Piano Estate 2024”.

Muovy_ASPI è, invece, il canale Twitter ufficiale di Autostrade per l’Italia, attraverso il quale è possibile seguire gli eventi di viabilità sul traffico aggiornati in tempo reale. Notizie aggiornate per chi viaggia in auto sono disponibili anche tramite i canali del Centro Coordinamento Informazioni Sicurezza Stradale (C.C.I.S.S.), la radio RTL 102.5, Isoradio, il canale radiofonico Rai dedicato alle informazioni di traffico, e i notiziari di “Onda Verde” sulle tre reti Radio-Rai. Infine, i Pannelli a Messaggio Variabile situati lungo tutta la rete del Gruppo Autostrade, consentono di informare costantemente i viaggiatori con messaggi relativi a incidenti, cantieri, code e rallentamenti, tempi di percorrenza ed eventi meteo.

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Test: sei un middle traveller?

I viaggi sono le specchio della vita. In base alla propria personalità, alla famiglia, agli interessi e alle proprie disponibilità economiche cambia il modo di viaggiare. Ma i viaggi sono anche un continuo adattamento a ciò che offre il mercato turistico che è in costante evoluzione.

Ecco perché questo mondo coinvolge praticamente tutti e ognuno si approccia ai viaggi in modo assolutamente personale e unico.

Ci sono viaggiatori e turisti

Infatti, bisogna sempre fare una distinzione tra viaggiatori e turisti. Il turista è colui il quale affida l’organizzazione del proprio viaggio ad altri, siano questi un’agenzia di viaggio, un sito web, un travel blogger, e segue un programma predefinito che gli consenta di visitare tutti i luoghi più famosi durante il suo viaggio. Il viaggiatore, invece, organizza il proprio itinerario di viaggio per conto proprio. E qui si apre un mondo perché in base a interessi, budget, età e a numerosi altri fattori cambia tutto.

Chi è il middle traveller

Senza addentrarci nella miriade di profili di viaggiatori, possiamo raccontarvi, però, delle ultime tendenze di viaggio e di un tipo di viaggiatore che sta iniziando a distinguersi: il middle traveller.

Come viaggia il middle traveller

Una “specie” ancora in fase di evoluzione, il middle traveller è un viaggiatore che idealmente sarebbe un backpacker, ma che in realtà non viaggia con lo zaino, bensì preferisce un comodo trolley per sistemare ben bene i propri capi e tutto il necessario per il viaggio che deve intraprendere. Inclusi prodotti per l’igiene personale e di tutto ciò che gli sta attorno.

Dove dorme il middle traveller

Il middle traveller opta per alloggiare in alberghi economici ma non dorme mai negli ostelli, a meno che non siano boutique hostel e non abbiano una camera individuale con bagno individuale.

Dove mangia il middle traveller

Ama lo street food e i ristoranti tipici, ma non disdegna un’esperienza gourmet se è alla sua portata. Usa i mezzi pubblici per muoversi quando visita le città, cerca le offerte delle compagnie aeree prima di prenotare e non si tira indietro se gli offrono un upgrade di classe a bordo.

Qual è il budget del middle traveller

Il lusso, per il middle traveller, non è contemplato, se non una volta ogni tanto. Il middle traveller, infatti, ha una buona disponibilità economica che gli permette di essere parsimonioso dove serve e di gratificarsi quando si presenta l’occasione unica. Il middle traveller è quindi disposto a spendere, gli piace viaggiare in maniera comoda sia in fatto di alloggi sia di spostamento. Perché per questo tipo di viaggiatore ciò che conta è l’esperienza, che è poi il motivo per cui viaggia.

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Alla scoperta di Ouakam, il vivace quartiere costiero di Dakar

Situato all’estremità della penisola di Capo Verde, il quartiere di Ouakam a Dakar gode di una posizione privilegiata, tra le spiagge della costa atlantica e le colline delle Mamelles. In origine semplice villaggio costiero dell’etnia Lebou, Ouakam si è evoluto negli ultimi decenni fino a diventare un vivace sobborgo residenziale della capitale senegalese, pur conservando la sua ricca identità culturale.

Nelle sue strade convivono antico e moderno, l’atmosfera del villaggio di pescatori si mescola con quella delle strade più recenti, facendo di Ouakam una delle destinazioni più interessanti e culturalmente dinamiche di Dakar. Non è un caso quindi che qui si trovino alcuni dei monumenti più significativi della città.

Moschea della Divinità

La Moschea della Divinità è uno dei luoghi di culto più importanti e riconoscibili non solo di Ouakam, ma di tutta Dakar. Situata sulla Corniche occidentale, a un passo dal mare, è un fulgido esempio di architettura islamica moderna e tradizionale, caratterizzato da due eleganti minareti alti 45 metri e da una cupola imponente. Opera dell’architetto Cheikh Ngom, fu completata nel 1997, sebbene l’idea di costruirla risale agli anni Settanta.

Costruita con materiali locali, oltre che luogo di preghiera per la comunità musulmana, è anche un punto di riferimento culturale e sociale per Ouakam. La sua posizione prominente e la struttura maestosa la rendono un’attrazione visibile da vari punti della città. Simbolo di spiritualità e di unità, la Moschea della Divinità è fulcro delle principali festività islamiche, con migliaia di fedeli che si riuniscono tra le sue mura per le preghiere e le celebrazioni, manifestando un senso di coesione e identità comunitaria.

Faro di Mamelles

Situato sulla punta più occidentale del continente africano, da oltre un secolo il Faro di Mamelles, con la sua lanterna che proietta un potente fascio di luce visibile a grande distanza, guida i naviganti verso le coste dell’Africa. Costruito nel 1864, durante il periodo coloniale francese, sorge su una delle due colline vulcaniche note come “Les Mamelles,” da cui prende il nome.

La sua struttura bianca e slanciata è considerata uno dei punti di riferimento più iconici e storici della città, da cui si gode una vista panoramica spettacolare su Dakar e sull’oceano. Oltre ad assolvere alla sua funzione pratica, il Faro di Mamelles è infatti anche un popolare luogo turistico e culturale, una tappa imperdibile che chiunque voglia conoscere la storia marittima della regione.

Monumento della Rinascita Africana

Sull’altra collina di Mamelles si erge il Monumento della Rinascita Africana, una maestosa opera d’arte in bronzo, alta ben 49 metri, che simboleggia il progresso e l’emancipazione dell’Africa. Inaugurato nel 2010, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza del Senegal, raffigura un uomo, una donna e un bambino che emergono trionfalmente dalla collina, rappresentando la rinascita, la resilienza e la speranza per il futuro del continente africano.

Progettato dall’architetto senegalese Pierre Goudiaby Atepa, il monumento è stato fortemente voluto dall’ex presidente Abdoulaye Wade ed è diventato un simbolo di orgoglio nazionale, oltre che un’attrazione turistica che attira visitatori da tutto il mondo.

Monumento a Ouakam, Dakar

Fonte: iStock

Monumento della Rinascita Africana, Ouakam, Dakar

Museo Leopold Sedar Senghor

Il Museo Léopold Sédar Senghor, affacciato sulla Corniche occidentale di Ouakam, è una tappa d’obbligo per chi vuole approfondire la conoscenza della storia e della cultura del Senegal. Dedicato alla vita e all’eredità del primo presidente del Senegal, oltre che illustre poeta, è ospitato nella sua ex residenza e offre ai visitatori un’affascinante immersione nel pensiero e nelle attività di uno degli intellettuali più influenti dell’Africa del XX secolo. L’edificio stesso è un esempio di architettura coloniale, con ampi giardini che riflettono il gusto estetico di Senghor.

All’interno, è esposta una vasta collezione di opere d’arte, manoscritti, libri e oggetti personali che raccontano la storia del presidente-poeta e del movimento della Négritude, di cui fu co-fondatore. Attraverso mostre temporanee e permanenti, il Museo Léopold Sédar Senghor preserva la memoria di una figura chiave della storia senegalese e al tempo stesso promuove anche la cultura, la poesia e l’identità africana. Per questo rappresenta un luogo di grande importanza educativa e culturale per il quartiere di Ouakam e per tutta Dakar.

Spiagge di Ouakam

Tra le spiagge più rinomate di Dakar, la plage de Ouakam, incorniciata dalle suggestive colline vulcaniche delle Mamelles, si distingue per la bellezza naturale, la sabbia dorata e l’atmosfera vivace. Frequentata sia da locali sia da turisti, è il posto perfetto per una nuotata rinfrescante nelle acque dell’Atlantico durante la visita del quartiere, ma offre anche la possibilità di praticare numerosi sport acquatici, tra cui surf, paddleboard, kite surf, e anche immersioni subacquee. Nelle vicinanze non mancano caffè e ristoranti dove gustare i piatti tipici senegalesi con vista sul mare.

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La Rossa all’isola d’Elba, la spiaggia dove lettini e ombrelloni sono gratis

Chi ama rilassarsi al mare in estate, standosene comodamente sdraiato sui lettini e godendosi il fresco di un ombrellone, sa bene che deve fare i conti con i listini degli stabilimenti sempre più salati. C’è però una piccola e deliziosa spiaggia che si distingue, dove ombrelloni e lettini sono messi a disposizione di turisti e residenti a titolo gratuito. Per trovarla bisogna recarsi sull‘isola d’Elba: si chiama La Rossa, ed è una meraviglia da scoprire nel cuore turistico di Porto Azzurro.

La Rossa, la spiaggia con ombrelloni e lettini gratuiti

La Rossa è tra le poche spiagge in Italia a essere gestita direttamente dal Comune, l’unica davvero pubblica dellisola d’Elba. Una meta ideale per coloro che non vogliono rinunciare alla possibilità di usufruire gratuitamente di ombrelloni, lettini e sdraio durante le proprie vacanze.

L’idea è nata una decina di anni fa, quando il sindaco di Porto Azzurro, Maurizio Papi, ha deciso di mettere a disposizione degli abitanti, in particolar modo degli anziani che necessitavano di un luogo di ritrovo, la piccola spiaggia di sabbia e ghiaia, piazzandovi inizialmente trenta ombrelloni e settanta sdraio, offerti gratuitamente sia ai suoi concittadini che agli ospiti degli alberghi vicini. Oggi quel progetto di spiaggia attrezzata è stato perfezionato, con l’installazione di circa una cinquantina di ombrelloni per un centinaio di sdraio e lettini, così da far fronte alla richiesta dell’utenza in aumento nell’alta stagione.

Situata all’interno della rada di Porto Azzurro, in pieno centro urbano, La Rossa si affaccia sulla maggior insenatura del versante orientale dell’isola d’Elba. Questa piccola oasi di pace lunga 120 metri è ciò che è rimasto della più ampia spiaggia che, prima della realizzazione del banchinamento che ha originato l’attuale porto, arrivava fino al Palazzo Comunale. Il suo aspetto è mutato negli anni anche a seguito di un intervento di ripascimento effettuato a luglio 2021. Se un tempo era composta da sabbia mista a ghiaietta rossastra ricca di minerali, oggi è formata da una fine sabbia bianca, lambita da un mare limpido nonostante sia compresa nell’aera del porto, specialmente nelle giornate in cui soffia vento di Maestrale.

La Rossa non è di certo una delle spiagge più belle e ambite dell’isola d’Elba, ma il suo punto di forza è l’accessibilità dei servizi che si trovano nelle immediate vicinanze, cui si aggiunge la possibilità di usufruire di sdraio e ombrellone senza dover pagare. Il che la rende senza dubbio un esempio virtuoso tra le spiagge italiane sempre più dominate da concessioni private.

Le altre spiagge di Porto Azzurro

Per il quinto anno consecutivo, il porto turistico di Porto Azzurro ha ricevuto la certificazione Bandiera Blu, che sventolerà sulla banchina del Marina di Porto Azzurro anche per il 2024-25. Oltre alla Rossa, ci sono altre spiagge che vale la pena scoprire in questa splendida località turistica dell’isola d’Elba.

A partire dalla Dog Beach di Mola, situata all’interno del Golfo di Mola, l’unica spiaggia per cani ufficiale dell’isola d’Elba. Circa 500 metri quadrati dedicati alla balneazione con molti servizi dedicati agli amici a 4 zampe, tra lettini, ombrelloni, ciotola d’acqua fresca e lavaggio finale con acqua dolce.

Per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni c’è la spiaggia della Pianotta, situata all’esterno della rada del porto di Porto Azzurro, composta da ciottoli di ghiaia bianca che rendono l’acqua limpidissima e con un fondale turchese mozzafiato.A un km dal centro del paese troviamo, invece, la spiaggia di Barbarossa costituita da ghiaia scura di piccole medie dimensioni, con un fondale ricco di insenature rocciose, perfette per esplorazioni subacquee. Con una nuotata di circa 10 minuti, nella parte settentrionale è possibile raggiungere la splendida Caletta di Barbarossa, racchiusa dagli scogli in un panorama molto suggestivo. Gli amanti del trekking possono avventurarsi per la passeggiata Carmignani, che unisce la spiaggia al paese costeggiando il perimetro delle mura del forte S.Giacomo.

Da non perdere anche l’incantevole spiaggia di Reale, situata in un pregevole contesto ambientale, composta da ghiaia fine grigio chiara con fondale profondo e roccioso. Da qui si può proseguire tramite un sentiero per raggiungere la spiaggia di Terranera, con il suo caratteristico laghetto.