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Chiese di Roma dove ammirare gratuitamente opere d’arte

Quando si dice museo a cielo aperto. Roma, in questo senso, è un esempio quanto mai calzante di tale modo di dire. Visitare la Città Eterna, infatti, significa scoprire strade, piazze, ponti e vicoli che riservano sorprese capaci di raccontare millenni di storia attraverso capolavori artistici e architettonici ad ogni angolo. Perché l’arte non è confinata nei musei ma vive negli spazi pubblici. Basta pensare ai maestosi palazzi monumentali, alle grandiose fontane che abbelliscono alcuni dei luoghi nevralgici per la vita della comunità, alle grandiose statue, agli obelischi svettanti e alle chiese disseminiate sul territorio.

Dal Rinascimento al Barocco, dai mosaici bizantini alle sculture del Neoclassicismo, ogni epoca ha lasciato a Roma la sua impronta indelebile, che ha regalato alla capitale un patrimonio senza pari che continua a incantare visitatori da tutto il mondo. E proprio molti dei capolavori realizzati dagli artisti più celebri – Michelangelo, Raffaello, Caravaggio e Bernini, solo per fare alcuni nomi – sono conservati in edifici religiosi per accedere ai quali non serve alcun biglietto d’ingresso.

Tra le meraviglie più affascinanti, infatti, le chiese sono scrigni di tesori artistici spesso visitabili gratuitamente. Opere che in passato adornavano le residenze di papi e mecenati, oggi sono accessibili a tutti rendendo basiliche e cappelle ambienti dal valore artistico incommensurabile oltre che luoghi fede. Dai drammatici chiaroscuri di Caravaggio alle possenti sculture di Michelangelo fino ai raffinati affreschi di Raffaello, l’offerta è immensa.

Per chi desidera scoprire l’arte di Roma senza costi d’ingresso, le chiese della città rappresentano una porta aperta verso un mondo di meraviglia e ispirazione. Ecco, allora, alcune delle opere più iconiche da non perdere magari proprio in occasione del Giubileo 2025.

Il Mosè di Michelangelo nella Basilica di San Pietro in Vincoli

Perché non parli? Così, si narra, Michelangelo apostrofò il suo monumentale gruppo scultoreo colpendo il ginocchio di Mosè con un martello. Che sia successo o meno, il capolavoro in marmo di Carrara conserva, a secoli di distanza, forza, vigore e realismo straordinari. Tali da far pensare che all’opera, davvero, manchi solo la parola.

Il Mosè di Michelangelo
Il Mosè di Michelangelo nella Chiesa romana di San Pietro in Vincoli

Tra le testimonianze più rappresentative del Rinascimento italiano, il progetto (alto 235 cm) fu realizzato tra il 1513 e il 1515 circa ed è custodito nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, dove domina il monumento funebre di Papa Giulio II della Rovere. Rispetto al piano originario che prevedeva oltre quaranta statue, Michelangelo fu costretto a ridimensionare il lavoro a causa di vicissitudini finanziarie e politiche tali per cui la figura di Mosè rimase il fulcro della composizione. La scultura a lui dedicata lo rappresenta seduto, con le Tavole della Legge sotto il braccio destro e lo sguardo fiero, autorevole.

Tra i dettagli più curiosi, le corna sul capo che derivano da una traduzione della Bibbia nella quale il termine ebraico ‘karan’ (ovvero, raggi di luce) fu reso in latino come ‘corna’ alimentando, negli anni, numerosi dibattiti tra gli studiosi, ormai concordi nel ritenere quell’insolito elemento simbolo di illuminazione divina.

I capolavori di Caravaggio nel cuore di Roma

Il percorso tra le opere d’arte che si possono ammirare gratuitamente nelle chiese di Roma prosegue con un maestro nell’uso drammatico del colore, Caravaggio. L’artista realizzò, infatti, per la Cappella Contarelli – che si trova all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi – ben tre dipinti dedicati alla vita di San Matteo. Si tratta, in particolare, de La Vocazione di San Matteo, de Il Martirio di San Matteo e di San Matteo e l’Angelo.

Vocazione di San Matteo
La Chiesa di San Luigi dei Francesi conserva la celebre Vocazione di San Matteo dipinta dal Caravaggio

Lavorate tra il 1599 e il 1602, le tre opere segnarono con la loro iconografia una vera e propria svolta nell’arte sacra grazie all’uso innovativo del chiaroscuro e alla rappresentazione drammaturgicamente realistica dei personaggi. Ne La Vocazione, Caravaggio coglie Matteo nel momento in cui Gesù, affiancato da San Pietro, lo chiama a sé indicandolo (un gesto che evoca il movimento di Dio ne La Creazione della Cappella Sistina). Segue l’opera che raffigura il martirio del santo, che giace a terra vittima di assassinio. A completare il trittico, San Matteo nell’atto di redigere il suo Vangelo sotto la guida di un angelo.

Spostandoci, poi, nella Basilica di Santa Maria del Popolo troviamo altri due capolavori caravaggeschi conservati nella Cappella Cerasi. Qui, Caravaggio ha dipinto La Conversione di San Paolo e La Crocifissione di San Pietro nel 1601. Nel primo, il santo appare immediatamente dopo essere caduto da cavallo, accecato dalla luce divina che irrompe improvvisamente sconvolgendone la vita. La seconda opera, invece, è dedicata all’apostolo Pietro raffigurato inchiodato a testa in giù sulla croce. In entrambi i casi, il realismo e il magistralmente gioco di luci e ombre trasmettono tutta l’intensità emotiva degli eventi biblici.

Raffaello in Santa Maria della Pace

Si trova, invece, nella Chiesa di Santa Maria della Pace l’affresco dal titolo Le Sibille e gli Angeli che Raffaello Sanzio realizzò nel 1514 su commissione del banchiere di origini senesi Agostino Chigi detto il Magnifico. L’opera si estende per oltre sei metri di larghezza e raffigura quattro sibille (Cumana, Persiana, Frigia e Tiburtina, appartenenti alla mitologia classica) impegnate nel ricevere rivelazioni divine dagli angeli. La disposizione delle figure è stata studiare per guidare lo sguardo dell’osservatore in maniera dinamica attraverso l’intera rappresentazione, creando così un senso di movimento e continuità.

Nel complesso, l’affresco è caratterizzato da una composizione equilibrata e da un uso magistrale del colore e della luce, che conferiscono profondità e dinamismo alla scena. Per la composizione, l’artista adottò in maniera armoniosa elementi della tradizione classica e di quella cristiana, a evidenziare una continuità culturale e temporale tra sapienza antica e religione. A caratterizzare le figure e la resa complessiva sono il vivace cromatismo e l’interazione dinamica fra i diversi soggetti, che confermano la maestria di Raffaello nel creare composizioni equilibrate e ricche di movimento.

Una curiosità interessante che riguarda l’opera è il fatto che è visibile non solo dall’interno della chiesa, ma anche da una delle sale dell’attiguo Chiostro del Bramante, permettendo così d’essere osservata da punti di vista differenti. Inoltre, non è difficile riscontrare una certa influenza di Michelangelo sul lavoro Raffaello in particolare nelle pose delle sibille che richiamano quelle dipinte dal Divin Artista nella Cappella Sistina.

Il genio di Gian Lorenzo Bernini tra architettura e scultura

Le ultime tappe ci portano alla scoperta di Gian Lorenzo Bernini, magistrale rappresentante del Barocco romano. A lui si deve la Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, nel rione Monti, progettata tra il 1658 e il 1670 su commissione del cardinale Camillo Pamphilj. A caratterizzare l’edificio è un’inedita pianta ovale con l’asse maggiore perpendicolare all’ingresso, struttura che – insieme alla distribuzione degli spazi interni – garantisce un effetto di spazialità dinamica in pieno stile berniniano.

Estasi di Santa Teresa d’Avila
L’Estasi di Santa Teresa d’Avila nella Basilica di Santa Maria della Vittoria

Di qualche anno precedente è la realizzazione de L’Estati di Santa Teresa d’Avila (datata tra il 1647 e il 1652). Scolpito in marmo e bronzo dorato, il gruppo è situata nella Cappella Cornaro della Chiesa di Santa Maria della Vittoria e rappresenta la transverberazione della santa colta nel momento in cui viene trafitta da un angelo con un dardo che simboleggia l’amore di Dio. Per incorniciare la scena, il Bernini progetto una struttura architettonica che comprende una nuvola sospesa su cui è adagiata la santa, illuminata dalla luce naturale che filtra da una finestra nascosta. Ai lati, i membri della famiglia Cornaro nell’atto di assistere all’evento mistico.

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The Brutalist, i luoghi in cui è stato girato il film candidato agli Oscar

Diretto da Brady Corbet e con una straordinaria performance di Adrien Brody (candidato all’Oscar come miglior attore protagonista), The Brutalist è un film che esplora la complessa vita di László Tóth, un architetto ebreo che, dopo la Seconda Guerra Mondiale e un’infanzia segnata dai traumi dei campi di concentramento tedeschi, cerca una nuova vita negli Stati Uniti. Ambientato nell’arco di tre decenni, il film segue Tóth dalle sue difficili origini come immigrato ungherese in America nel 1947, alle sue sfide nel mondo dell’architettura, fino al suo grande progetto che lo vede coinvolto nella costruzione di un ambizioso centro culturale commissionato dal milionario Harrison Lee Van Buren.

Carrara, piccola gemma della Toscana celebre per il suo marmo bianco e i paesaggi mozzafiato, è da tempo un set cinematografico privilegiato e nel film candidato agli Oscar è stata protagonista tra le location. Con il fascino delle sue cave, la città toscana si conferma come uno degli scenari più suggestivi, dove la bellezza naturale si intreccia con la grandezza dell’arte e del cinema.

Le Cave di Carrara: il cuore pulsante di The Brutalist

Le cave di Carrara sono tra le location più iconiche del film. Già immortalate dai fratelli Lumière nel 1897, le cave hanno un fascino irresistibile che le rende il set perfetto per storie cariche di simbolismo e potenza. In The Brutalist, le cave Bettogli e Bombarda sono utilizzate per rappresentare l’ambientazione in cui il protagonista, Toth, è chiamato a compiere scelte artistiche fondamentali per il suo progetto. Le scene girate tra queste montagne di marmo riescono a catturare l’essenza di un paesaggio che è al tempo stesso naturale e frutto dell’ingegno umano.

Carrara, Piazza Alberica

Fonte: Ufficio Stampa

Vista di Piazza Alberica nella città di Carrara

Nel film, la maestosità delle cave diventa un riflesso della grandezza e della determinazione dei protagonisti, che affrontano sfide e scelte difficili. La location, grazie alla sua bellezza cruda e primitiva, è la perfetta metafora della creazione artistica, che nasce dalla fatica e dalla ricerca del sublime.

Budapest: l’America Anni ’50 tra le strade della capitale ungherese

Mentre la trama di The Brutalist si svolge in gran parte negli Stati Uniti, la produzione ha scelto Budapest come set principale per ricreare l’atmosfera dell’America degli anni ’50. La capitale ungherese, con la sua architettura storica e le aree industriali ben conservate, ha offerto un contesto perfetto per le scene ambientate a Philadelphia. La scenografa Judy Becker ha spiegato che Budapest, grazie alle sue location e agli incentivi fiscali, è stata l’unica città che ha reso possibile la realizzazione del film.

In particolare, il quartiere industriale di Csepel Island, con i suoi magazzini e le strutture in cemento, è stato utilizzato per ricreare i docks di Philadelphia, dove Toth cerca lavoro. Le riprese in luoghi come il Mahart Gabonatárház Kft e la Teleki Square Synagogue sono un esempio di come Budapest sia riuscita a ricreare perfettamente il contesto urbano dell’epoca, contribuendo a portare in vita un’America del passato.

Budapest

Fonte: iStock

Uno scorcio della città di Budapest

Andrássy Castle: la residenza del Van Buren Institute

Un altro luogo centrale di The Brutalist è il Van Buren Institute, un vasto centro comunitario progettato dal protagonista, Toth. La residenza di Van Buren, che nel film diventa il simbolo del potere e dell’ambizione, è stata girata in una delle location più lussuose e maestose dell’Ungheria: Andrássy Castle, a 40 miglia da Budapest, in Tóalmás. Questo castello, costruito nel 1894, è un esempio di architettura aristocratica con 50 stanze e giardini formali che ricordano le grandi residenze europee.

Le imponenti scale doppie, la sala centrale e i giardini, un tempo proprietà della nobile famiglia Andrássy, sono stati utilizzati per rappresentare la magnificenza della residenza del ricco committente, Van Buren. La grandiosità del castello si riflette nel design monumentale dell’istituto progettato da Toth, un simbolo di potere e maestosità.

Venezia: l’epilogo all’architettura della Biennale

Il finale di The Brutalist si svolge durante la celebre Biennale di Venezia, un evento che celebra l’architettura e l’arte. Sebbene le scene siano ambientate a Venezia, il legame con Carrara rimane forte, dato che le scelte materiali per l’istituto di Van Buren – come già detto in precedenza – provengono proprio dalle cave toscane.

Il regista Corbet ha saputo mescolare elementi reali con finzione, girando alcune scene con una vecchia videocamera Betamax e integrando filmati d’epoca della Biennale di Venezia del 1980. Questo espediente ha reso il finale ancora più realistico e coinvolgente, dando una sensazione di connessione tra il passato e il futuro dell’architettura.

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I luoghi di A Complete Unknown, il film su Bob Dylan

Il film A Complete Unknown, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 23 gennaio 2025, ci porta a scoprire le tappe cruciali della vita di Bob Dylan, immergendoci nei luoghi che hanno segnato la sua transizione dalla musica folk a quella elettrica.

Sebbene la trama si svolga principalmente tra New York e il Newport Folk Festival del 1965, molte delle riprese sono state realizzate in New Jersey, dove gli scenografi hanno ricreato fedelmente l’atmosfera di quegli anni. Ecco un tour delle principali location che hanno contribuito a ricreare il leggendario mondo di Dylan.

Jersey City: un viaggio nel Greenwich Village degli anni ’60

Nel film di James Mangold, Jersey City si trasforma in un affascinante riflesso del vecchio Greenwich Village, ricreando alcuni dei luoghi simbolo frequentati da Bob Dylan all’inizio della sua carriera. Il Cafe Borgia, celebre ristorante di New York che ospitava incontri tra intellettuali e artisti, è stato ricreato proprio qui, in una delle zone più storiche della città. Ma non è l’unico: anche il Café Wha?, il noto club dove Dylan ha esordito dal vivo a New York, è stato rappresentato a Jersey City. Qui, la produzione ha lavorato per riprodurre l’ambiente di questi spazi iconici, unendo elementi architettonici e scenografici che richiamano l’atmosfera degli anni ’60.

Nella stessa città, gli interni del celebre Gaslight Café, dove Dylan si esibiva nei suoi primi anni newyorkesi, sono stati allestiti con grande attenzione al dettaglio, ricreando l’intimità e l’energia che quel piccolo locale emetteva. La vicina Minetta Tavern, altro locale storico del Greenwich Village, è stata ricostruita in un altro angolo di Jersey City, sfruttando la storicità di alcuni edifici per ricreare la New York degli anni ’60. Anche la sala da musica Music Inn, altro punto di riferimento per i giovani musicisti del periodo, è stata ricreata in un negozio di Hoboken, a pochi passi da Jersey City, dove Dylan e altri artisti si incontravano per discutere di musica e acquistare strumenti.

Cape May e il Newport Folk Festival

Anche se le riprese del Newport Folk Festival si sono svolte in New Jersey, la scelta di Cape May per rappresentare Newport non è stata casuale. Questa località costiera, con il suo paesaggio pittoresco e la sua atmosfera tranquilla, ha fatto da sfondo all’esibizione leggendaria di Dylan nel 1965. La sua performance con la chitarra elettrica ha suscitato un misto di emozioni nel pubblico, segnando una delle transizioni più discusse della musica contemporanea. Cape May, con il suo fascino vintage, ha perfettamente ricreato quell’atmosfera di fermento musicale che ha caratterizzato il periodo.

Cape May

Fonte: iStock

Vista sul faro e la spiaggia a Cape May

New York: tra Hotel Chelsea e scena underground

Nonostante gran parte delle riprese siano state fatte nel New Jersey, New York mantiene il suo posto di onore come cuore pulsante della scena musicale e culturale degli anni ’60. Il Hotel Chelsea, uno dei luoghi più iconici di Manhattan, è stato utilizzato per le riprese, un simbolo della vibrante vita artistica della città che ha visto passare leggende come Bob Dylan. Nel cuore di New York, anche il celebre Café Bizarre è stato ricreato, seppur in versione Jersey City, per rendere omaggio a quel mondo musicale che aveva trasformato il Greenwich Village in un epicentro di innovazione.

Con queste location, A Complete Unknown non solo racconta la storia di Dylan, ma fa anche un omaggio a una New York e a un New Jersey che, tra caffè, locali e strade affollate, hanno visto crescere una delle figure più rivoluzionarie della musica. Un’epoca che non è solo raccontata attraverso la musica, ma anche attraverso le strade e i luoghi che hanno accolto il cambiamento.

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Le nuove rotte italiane di easyJet per l’estate 2025

Con l’arrivo della stagione estiva 2025, easyJet amplia ulteriormente la sua rete di collegamenti internazionali, offrendo nuove opportunità di viaggio da Milano Malpensa e Napoli verso alcune tra le destinazioni più affascinanti d’Europa. Con tre nuove rotte in partenza a partire da giugno, la compagnia aerea britannica si conferma ancora una volta come una delle scelte preferite dai viaggiatori per la sua comodità e accessibilità.

Da Biarritz sulla costa atlantica francese a Salonicco in Grecia, fino alla soleggiata Fuerteventura nelle Canarie, i passeggeri potranno scoprire nuovi angoli di mondo con facilità e comfort, per una maggiore varietà di opzioni per le loro vacanze estive, con collegamenti pratici e frequenti.

Queste nuove rotte si aggiungono a un ampio network che vede oltre 250 collegamenti da e verso 18 aeroporti italiani, confermando easyJet come una delle compagnie più apprezzate dai viaggiatori italiani. I voli sono già prenotabili sul sito easyJet.com e tramite l’app mobile, ecco i dettagli dell’offerta.

Biarritz: la perla della costa atlantica

Dal 23 giugno 2025, easyJet inizierà a operare voli diretti tra Milano Malpensa e Biarritz, una delle gemme più affascinanti della regione dei Paesi Baschi, in Francia. Con due voli settimanali ogni lunedì e venerdì, questa rotta rappresenta un’occasione unica per esplorare una città che fonde eleganza, storia e natura.

Biarritz è famosa per le sue splendide spiagge (come la Grande Plage) che attirano surfisti da tutto il mondo, ma è anche una meta perfetta per chi cerca un mix di relax e avventura. I visitatori possono passeggiare lungo il lungomare, scoprire le ville in stile Belle Époque e ammirare il leggendario Hôtel du Palais, un’icona della città. Ma non solo: i dintorni di Biarritz offrono opportunità imperdibili per chi ama la natura, con escursioni nei pittoreschi villaggi baschi e nelle montagne circostanti, che fanno da sfondo a un’esperienza unica di scoperta e autenticità.

Salonicco: un viaggio tra storia, cultura e gastronomia

Dal 25 giugno 2025, easyJet inaugurerà anche una nuova rotta da Milano Malpensa a Salonicco, la seconda città della Grecia, con voli settimanali il mercoledì e la domenica. Questa città vibrante, ricca di storia e cultura, è un punto di riferimento imprescindibile per chi desidera scoprire una delle metropoli più affascinanti del Mediterraneo.

Salonicco

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Panorama della città di Salonicco al sole

Salonicco è un connubio perfetto di antichità e modernità. Passeggiando per il centro storico, i visitatori possono ammirare le rovine dell’antica Grecia, le magnifiche architetture bizantine e il White Tower, simbolo della città. Salonicco è anche famosa per la sua cucina, con piatti tipici come la bougatsa (un dolce tipico a base di crema) e il souvlaki che conquistano i palati di chiunque. La vivace vita notturna e i numerosi caffè e bar lungo la costa contribuiscono a rendere questa città un’ottima meta per chi cerca sia cultura che divertimento.

Fuerteventura: l’isola del sole e del mare cristallino

Infine, easyJet lancia una nuova rotta da Napoli a Fuerteventura a partire dal 25 giugno 2025. Con un volo settimanale ogni mercoledì, i passeggeri napoletani potranno finalmente raggiungere una delle isole più spettacolari delle Isole Canarie, famosa per le sue spiagge dorate e le acque cristalline, ideali per chi ama il windsurf e il kitesurf.

Oltre al mare, Fuerteventura è un’isola ricca di paesaggi vulcanici e dune dorate come quelle del Parco Naturale di Corralejo, che offrono uno spettacolo mozzafiato al tramonto. Per gli amanti della cultura, Fuerteventura offre anche affascinanti villaggi tradizionali dove è possibile immergersi nella vita locale e assaporare i piatti tipici delle isole Canarie. Questa destinazione è ideale per chi cerca una vacanza all’insegna del relax e dell’avventura, tra mare, sole e tradizioni uniche.

Caleta de Fuste, Fuerteventura

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Le piscine naturali di Caleta de Fuste, a Fuerteventura
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Boston Idee di Viaggio itinerari culturali vacanza natura Viaggi

Isabella Stewart Gardner Museum di Boston: dove l’arte è viva

All’Isabella Stewart Gardner Museum arte, architettura e natura si fondono per offrire ai visitatori un’esperienza straordinaria. Ispirato alla bellezza del Rinascimento Veneziano, il museo è costruito attorno a un elegante cortile interno che cambia con le stagioni, per un ambiente suggestivo in cui immergersi in una delle collezioni d’arte più notevoli al mondo.

Con opere di maestri come Rembrandt, Botticelli, Tiziano, Degas e Sargent, il museo è un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti dell’arte, ma anche per chi cerca un angolo di serenità nel cuore di Boston, nel quartiere Fenway, accanto al celebre tempio del baseball.

Isabella Stewart Gardner (1840-1924) era una donna che incarnava lo spirito bohemien e colto della Boston di fine Ottocento. Nata in una famiglia benestante, Gardner crebbe con una grande passione per i viaggi, l’arte e la cultura, elementi che avrebbero poi plasmato la sua visione di un museo.

Dopo la morte del marito Jack Gardner nel 1898, Isabella intraprese la costruzione del suo museo avvalendosi dell’architetto Willard T. Sears. Il museo fu inaugurato nel 1903 e da subito divenne un centro culturale vivace, ospitando concerti, mostre e performance artistiche. Isabella, infatti, non si limitò a collezionare opere d’arte, ma fece della sua casa un punto di incontro per artisti e intellettuali.

Perchè visitare l’Isabella Stewart Gardner Museum

La collezione di Isabella Stewart Gardner è una delle più eclettiche e prestigiose del mondo. Comprende oltre 17.000 oggetti, tra cui dipinti, sculture, arazzi, mobili, libri rari e manufatti provenienti da Europa, Asia e America.

L’influenza della passione per i viaggi della mecenate è evidente in ogni sala, dove le opere sono disposte in modo da creare un’esperienza immersiva che stimola il dialogo tra diverse culture e epoche storiche.

Tra i capolavori più celebri della collezione spiccano La Danza di Degas e una straordinaria selezione di opere di Rembrandt, Botticelli e John Singer Sargent.

Un aspetto unico del museo è il modo in cui Isabella ha scelto di allestire la sua collezione: le opere sono disposte in un contesto che include elementi architettonici acquistati da tutto il mondo, creando un’esperienza estetica che va oltre la semplice esposizione di quadri e sculture.

Il museo non ha etichette convenzionali per le opere, in quanto Isabella desiderava che i visitatori trovassero le proprie interpretazioni e significati personali.

Esposizioni temporanee e altre attività

Oltre alla sua collezione permanente, l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston ospita regolarmente mostre temporanee, che spaziano dall’arte contemporanea alle reinterpretazioni di opere storiche. Un esempio recente è l’esposizione “Rewriting History” (2023), che ha messo in luce il potere delle donne nere attraverso fotografie di Fabiola Jean-Louis, che ritraggono donne vestite con abiti storici creati con carta.

Il museo offre anche una serie di eventi interattivi come i “Free First Thursdays”, che si tengono il primo giovedì di ogni mese, quando l’ingresso è gratuito dalle 15:00 alle 21:00 e i visitatori possono partecipare a conversazioni con curatori, performance musicali e attività artistiche.

Un museo per tutti

Nonostante l’atmosfera intima e raccolta, l’Isabella Stewart Gardner Museum attrae una vasta gamma di visitatori, dai turisti agli artisti locali. La tranquillità del cortile e l’atmosfera unica del museo lo rendono un luogo ideale per chi cerca una pausa dal trambusto della città.

Inoltre, il museo è facilmente accessibile e, nonostante la sua struttura storica, le nuove ali progettate da Renzo Piano nel 2012 offrono spazi moderni e funzionali.

Un custode della memoria

L’Isabella Stewart Gardner Museum non è solo un luogo di arte, ma anche un custode della memoria di una donna che ha dedicato la sua vita alla bellezza e alla cultura. La sua fondazione ha garantito che la collezione non venga mai modificata, mantenendo intatta la visione originale della sua fondatrice.

Oggi, nonostante il furto di 13 opere celebri nel 1990, il museo continua a essere un faro di arte e cultura a Boston, attirando visitatori da tutto il mondo.

In un’epoca in cui i musei tendono a essere spazi dinamici e in continua evoluzione, l’Isabella Stewart Gardner Museum si distingue come un tributo alla conservazione della bellezza in un formato che rimane fedele al suo passato, invitando ogni visitatore a vivere un’esperienza unica e senza tempo.

Chi era Isabella Stewart Gardner

Isabella Stewart Gardner è stata una figura affascinante, una donna di straordinario talento e visione, la cui vita e memoria continuano a influenzare il panorama culturale di Boston e del mondo intero.

Nata il 14 aprile 1840 a New York, Isabella Stewart Gardner apparteva a una famiglia benestante che le offrì opportunità uniche per esplorare il mondo e le culture al di fuori degli Stati Uniti.

Figlia di un ricco importatore di lino irlandese, e di sua moglie, la newyorkese Caroline Watts Haskell, Isabella crebbe in un ambiente aristocratico, frequentò scuole private e sviluppò un interesse precoce per la letteratura, la musica e, soprattutto, per l’arte.

Nel 1860, all’età di 20 anni, Isabella si sposò con John Lowell Gardner Jr., noto come “Jack”, un ricco uomo d’affari di Boston. La coppia si trasferì in Massachusetts dove Isabella iniziò a inserirsi nella scena culturale della città e a esplorare le sue inclinazioni artistiche.

I vaggi di Isabella: la scoperta del mondo 

La vera trasformazione di Isabella avvenne durante i suoi viaggi. Nel 1867, in seguito alla morte prematura per polmonite del loro figlio Jackie, la coppia partì per l’Europa in cerca di sollievo dalla sofferenza. Questo fu l’inizio di una serie di viaggi in tutto il mondo che segnarono la vita di Isabella.

Ogni destinazione, dalla Russia all’Egitto, passando per il Medio Oriente e l’Asia, lasciò una traccia indelebile nella sua vita e nelle sue scelte artistiche.

Durante questi viaggi, Isabella non si limitò a visitare luoghi di interesse turistico, ma si immerse nelle culture locali, esplorando l’arte, l’architettura e la storia dei luoghi che visitava.

Si racconta che mantenesse dettagliati diari di viaggio, annotando ogni impressione visiva e sensoriale, e che acquisisse una straordinaria conoscenza dell’arte europea, in particolare dell’arte rinascimentale e barocca.

Nel 1884, Isabella e Jack visitarono Venezia, dove s’innamorarono dell’atmosfera unica di palazzi e giardini. Fu qui che nacque l’idea di creare il suo museo a Boston, ispirato alle eleganti residenze veneziane. La sua visita al Palazzo Barbaro, residenza di altri collezionisti d’arte americani, fu fondamentale nell’ispirarla a dare vita al suo progetto.

Una collezionista visionaria

Il vero cuore dell’eredità di Isabella Stewart Gardner è la sua collezione d’arte. Attratta dai grandi maestri della pittura e della scultura, Isabella intraprese un’intensa attività di acquisizione, guidata dall’esperto d’arte Bernard Berenson, un critico e storico dell’arte che divenne uno dei suoi più stretti collaboratori.

La sua passione per l’arte italiana rinascimentale la portò ad acquistare capolavori come il Ratto di Europa di Tiziano, nel 1896, superando la concorrenza del Musée du Louvre di Parigi e della National Gallery di Londra, stabilendo un record per l’acquisto di opere d’arte.

La sua collezione non si limitava solo alla pittura; Isabella accumulò una varietà di oggetti, da arazzi e mobili a libri rari, manoscritti e sculture. Incredibilmente esigente, curò personalmente l’esposizione di queste opere all’interno di quello che divenne il suo museo, creando un ambiente dove l’arte e l’architettura si fondono in un’armonia unica.

La sua collezione abbracciava anche l’arte asiatica, africana e americana, con pezzi che riflettevano la sua passione per le diverse culture del mondo.

La creazione del museo

Dopo la morte improvvisa del marito Jack nel 1898, Isabella proseguì il loro progetto di costruire un museo che fosse anche una casa, dove arte e natura coesistessero in perfetta sintonia. Con l’aiuto dell’architetto Willard T. Sears, progettò un edificio che unisse gli elementi della palazzina veneziana con un’atmosfera accogliente e intima.

Nel 1901 il museo fu completato, e Isabella vi si stabilì al quarto piano, continuando a sistemare e riorganizzare la sua collezione per gli anni successivi.

Il 1° gennaio 1903, Isabella aprì ufficialmente il suo museo al pubblico: non una semplice galleria, ma un luogo dove l’arte fosse viva, partecipativa e accessibile, per offrire un’esperienza sensoriale e emotiva. Non solo i capolavori appesi alle pareti, ma anche l’architettura, la disposizione delle opere e la serenità del cortile dovevano evocare un senso di bellezza e di riflessione.

La disposizione dei quadri e degli oggetti era volutamente informale, senza didascalie o spiegazioni, poiché Isabella voleva che ogni visitatore trovasse il proprio significato nelle opere.

Per Isabella, il museo non doveva mai essere statico. Continuò a modificare e arricchire la sua collezione per tutta la sua vita, aggiungendo nuovi pezzi, ma senza mai vendere o scambiare ciò che aveva acquisito.

Nel suo testamento indico che il museo dovesse rimanere intatto, così com’era al momento della sua morte (avvenuta nel 1924), e la sua collezione sarebbe stata preservata per l’educazione e il godimento del pubblico per sempre.

Ancora oggi, il museo di Isabella Stewart Gardner è una delle istituzioni culturali più celebri di Boston, un luogo che non solo conserva il suo straordinario patrimonio artistico, ma che continua a essere un punto di riferimento per chi cerca bellezza e ispirazione, simbolo della passione e della visione senza compromessi di una donna che ha saputo lasciare il proprio segno indelebile nel mondo dell’arte.

Indicazioni utili per la tua visita

Un’adeguata visita al museo richiede almeno due ore, che permettono di apprezzare appieno ogni dettaglio. Potrai scegliere di utilizzare un’audioguida, per espolare in autonomia le diverse gallerie, o partecipare a tour guidati su prenotazione.

Le visite speciali per i membri del museo e le giornate di apprezzamento per la comunità sono occasioni imperdibili per approfondire la storia e la collezione del museo.

Per chi desidera un souvenir, il negozio del museo offre una selezione raffinata di libri d’arte, oggetti artigianali e accessori, tra cui tazze con citazioni spiritose di Isabella stessa. Infine, il Café G, situato nell’ala moderna progettata da Renzo Piano, è un’ottima location per una pausa pranzo leggera, con piatti eleganti che riflettono l’atmosfera sofisticata del museo.

Acquisto dei biglietti

I biglietti possono esaurirsi rapidamente, soprattutto durante i giorni e le ore più frequentati. Ti consigliamo perciò di acquistare i biglietti in anticipo per evitare la fila e garantirti l’ingresso all’orario preferito. I bambini e ragazzi sotto i 17 anni entrano gratuitamente, ma è necessario prenotare anche i loro biglietti insieme alla prenotazione dell’adulto.

Per gruppi di 11 persone o più, è necessario contattare la biglietteria per ulteriori dettagli. Arriva al massimo 5 minuti prima dell’orario indicato sul biglietto, non ti verrà permesso di entrare in anticipo rispetto all’orario corretto.

  • Adulti: $22
  • Over 65 : $20

Foto e video policy

È possibile fare foto o video senza flash per uso personale, ma non per scopi commerciali. Non sono ammessi cavalletti, bastoni per selfie o servizi fotografici professionali (come matrimoni, ritratti, ecc.), poiché disturbano gli altri visitatori e l’accessibilità delle gallerie.

Le esposizioni

Isabella Stewart Gardner ha progettato il museo per stimolare una risposta emotiva nei visitatori, per cui, come abbiamo già scritto, non ci sono etichette con didascalie convenzionali. Per conoscere meglio le opere, puoi usare guide digitali, audio guide o mappe sul tuo smartphone.

Altrimenti, puoi rivoglerti ai volontari: li riconoscerai per la spilla “Ask Me” che indossano. Durante la visita potrai portare con te:

  • Cuffie per le audio guide sul tuo smartphone
  • Passeggini singoli e tandem o fasce per bambini
  • Giacche che puoi legare in vita
  • Borse di dimensioni inferiori a 30×30 cm

Cosa non puoi portare

  • Cibo e bevande
  • Borse, zaini o bagagli superiori a 30×30 cm (borse grandi, ombrelli e giacche ingombranti devono essere lasciati al guardaroba o negli armadietti gratuiti)
  • Zaini porta-bambini o bambini sulle spalle
  • Passeggini doppi

Come arrivare al museo

Il museo, al numero 25 di Evans Way a Boston, è facilmente raggiungibile sia in autobus che con la metropoitana. Vi arrivano sia la metro verde, la Green Line E (fermata Museum of Fine Arts) che la metro arancione, la Orange Line (fermata Ruggles).

Se preferisci muoverti in autobus, potrai salire su 8, 9, 19, 35, 39, 47, CT2 e CT3, che fermano tutti vicino al museo.

Se stai facendo un viaggio itinerante negli Stati Uniti e utilizzi un auto, puoi raggiungere l’Isabella Stewart Gardner Museum anche con quella, ma i posti destinati al parcheggio non sono molti. Ad ogni modo, con il biglietto d’ingresso al museo potrai usufruire di uno sconto per usare il garage della vicina Simmons School of Management.

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Carnevale di Rio de Janeiro 2025: le cose da sapere sullo show più bello del mondo

Il Carnevale di Rio de Janeiro è uno degli spettacoli più belli al mondo e chiunque sogna di potervi partecipare almeno una volta nella vita. C’è adrenalina nell’aria, divertimento, aspettativa: il pubblico, composto da un alto numero di spettatori che hanno acquistato il biglietto anche un anno prima, attendono in fermento l’inizio dell’evento dove ogni parte della sfilata è un turbinio di colori, musica e movimenti coinvolgenti.

Dentro il Carnevale di Rio c’è tutto lo spirito del Brasile, le tradizioni di un popolo che hanno trovato una nuova espressione dopo periodi difficili, tra schiavitù e colonialismo, diventando parte integrante dell’identità culturale del Paese. Il Carnevale non è solo un festival, ma anche una vera e propria competizione tra le oltre 200 scuole di samba che si contendono il titolo di campione.

Il tutto durante la parata al Sambodromo, una struttura imponente costruita appositamente per ospitare questo grandioso evento del quale vi racconteremo ogni dettaglio, e tra le strade della città.

Storia del Carnevale a Rio de Janeiro

Per conoscere la storia del Carnevale di Rio dobbiamo tornare indietro alla prima metà del 1700, quando gli immigrati portoghesi provenienti dalle Azzorre, da Madeira e da Capo Verde portarono il festival di Entrudo (che significa Carnevale) sulle strade del Brasile. Se inizialmente i partecipanti si lanciavano l’un sull’altro farina, secchi d’acqua, fango, sabbia e cibo, ben presto si trasformò in una manifestazione più organizzata, soprattutto grazie alla partecipazione degli aristocratici che si unirono ai festeggiamenti introducendo l’uso di maschere, costumi elaborati e musica.

Ben presto si passò dai balli in maschera tipicamente europei alle sfilate in strada con carri trainati da cavalli e bande militari, fino alla partecipazione delle classi lavoratrici che si appropriarono del festival per esprimere il loro desiderio di libertà e il loro disappunto nei confronti del governo. Un dettaglio interessante da sottolineare è che, per tutto questo tempo, la musica principale non era la samba, ma la polka e il valzer.

Per l’introduzione della samba, oggi protagonista principale del Carnevale a Rio, bisognerà aspettare il 1917 quando i popoli africani arrivati sulle coste del Brasile durante la tratta degli schiavi diedero vita a una nuova comunità afro-brasiliana. Dal ritmo contagioso, questo genere musicale entrò a far parte dell’identità stessa del Paese: artisti, compositori e ballerini si unirono per formare associazioni e scuole, le stesse che vedrete esibirsi al Sambodromo, la struttura costruita nel 1984 per ospitare le scuole e i visitatori e che sancì definitivamente il successo del Carnevale come spettacolo più bello del mondo.

Carnevale Rio

Fonte: iStock

Scuola di samba si esibisce al Sambodromo durante il Carnevale

Date del Carnevale a Rio 2025

Il Carnevale di Rio comincia il 28 febbraio e termina l’8 marzo. La scelta delle date coincide con l’origine religiosa dell’evento che prevede di festeggiare fino al Mercoledì delle Ceneri, giorno d’inizio della Quaresima, caratterizzata dall’astinenza dai piaceri mondani e dal digiuno per i cristiani di tutto il mondo.

Al Sambodromo, le esibizioni si suddividono in tre slot: il 28 febbraio e il 1 marzo si esibiscono i primi gruppi, il 2, 3 e 4 marzo i gruppi speciali e l’8 marzo i campioni.

Eventi 2025 del Carnevale di Rio de Janeiro

Il Carnevale in Brasile organizzato a Rio de Janeiro fa sognare a occhi aperti milioni di persone con le sue atmosfere allegre e colorate. Gli eventi organizzati sono tanti, dalla famosa competizione del Sambodromo ai blocos, le feste organizzate nei diversi quartieri della città.

La parata delle scuole di samba al Sambodromo

L’epicentro del Carnevale di Rio è il Sambodromo, lo stadio progettato dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer e completato nel 1984, che può ospitare fino a 100.000 persone. Durante le grandi sfilate, è questo il luogo ideale dove ammirare dalla tribuna i carri, gli artisti e farsi trasportare dalle coinvolgenti percussioni suonate dai musicisti che accompagnano le scuole di samba.

Seppur non sia il modo più economico per fare esperienza del Carnevale in Brasile, ne vale veramente la pena. Qui vedrete le elaborate performance, con ballerini, musica e giganteschi carri allegorici, preparate dalle scuola di samba durante l’anno precedente. L’obiettivo della sfilata è offrire alle scuole l’opportunità di dimostrare tutto il loro talento.

Per farlo devono scegliere un tema per il Carnevale e comporre una canzone che ne rifletta magnificamente il significato. Il tema verrà poi espresso principalmente attraverso la danza e la musica.

I blocos, party per le strade di Rio

I blocos rappresentano lo spirito della città e possono svolgersi letteralmente dovunque, interpretando qualsiasi ritmo musicale attraverso la samba, dal rock al funk, fino al jazz. Sono vere e proprie feste di strada gratuite, oltre che uno spazio di grande creatività, dove la musica viene suonata sia con strumenti che attraverso gli altoparlanti.

Tenete a mente una cosa: partecipare a tutti i blocos è praticamente impossibile! Ci sono oltre 453 blocos al Carnevale di Rio de Janeiro, elencati per comodità nel sito ufficiale del Carnevale, che potete sfogliare per scegliere i vostri preferiti. Tra i più belli citiamo il Bloco das Carmelitas, il Corda da Bola Preta, il Bloco do Sargento Pimenta, noto anche come Beatles Bloco, dove le persone si vestono e si comportano come in “All You Need Is Love”.

Benché ogni quartiere vanti un proprio bloco, le due località più popolari sono Ipanema e Copacabana, famosa per la sua spiaggia leggendaria. I blocos sono una parte fondamentale del Carnevale a Rio perché rappresentano uno spazio in grado di riunire persone di ogni genere, nazionalità e classe in modo davvero magico.

Blocos Carnevale Rio

Fonte: iStock

Blocos al Carnevale di Rio

Il ballo esclusivo al Copacabana Palace Ball

Se i blocos sono gratuiti e inclusivi, il Copa Ball, al contrario, è il party più esclusivo del Carnevale. Quello organizzato al Copacabana Palace Hotel, oggi Belmond Copacabana, è il ballo più glamour e famoso di Rio, dove la lista degli invitati comprende politici, mondani e musicisti che prima di entrare percorrono il tappeto rosso davanti a una folla di paparazzi e gente del posto.

Ogni anno, l’hotel viene decorato con un tema diverso che rappresenta quello principale del carnevale. Tra abiti e costumi lussuosi e i design dei saloni dell’hotel, l’atmosfera diventa davvero magica e surreale. Quest’anno, il Copa Ball si terrà il 1 marzo e, per parteciparvi, non è necessario un invito formale, ma l’acquisto di un biglietto dove il più economico costa ben 998 dollari.

Chi riesce a parteciparvi, inoltre, deve seguire un dress code ben preciso dove la parola chiave principale è lusso: gli uomini devono indossare esclusivamente abiti formali con cravatta nera, mentre le donne possono indossare un abito da gala.

Biglietti del Carnevale a Rio

Una cosa è certa: i biglietti per il Carnevale di Rio vanno letteralmente a ruba e molti li acquistano con mesi e mesi di anticipo. Tuttavia, sul sito ufficiale, dove è consigliato acquistarli, si possono trovare dei biglietti anche un mese prima, seppur quelli più economici rischiano di essere sold out.

I prezzi dei biglietti variano in base alla tribuna scelta e alle esibizioni. Ci sono cinque opzioni, Grandstands, Allocated Chairs, Front Box, Covered Box e Folia Tropical. Queste sono le differenze principali:

  • Grandstands: questo è il pacchetto di biglietti più economico per il Sambodromo perché prevede posti a sedere sulle tribune non numerati né assegnati, a eccezione del Settore 9, il Settore delle Stelle, che offre maggiore comfort e spazio e costa di più. I prezzi variano tra i 120 e i 500 dollari;
  • Allocated Chairs: questi sono i posti a sedere assegnati, disponibili solo nel Settore 12 dello Sambodromo. Il settore è organizzato come un teatro all’aperto con file di sedie rivolte verso la sfilata. I prezzi variano tra i 130 e i 164 dollari;
  • Front Box: questa è considerata la posizione migliore dalla quale assistere alla parata perché situata a livello del suolo, vicino alla pista, in quattro file di palchi da A a D, con una capacità di sei persone per ogni palco. Offrono un’esperienza meno affollata e il Settore 9 è raccomandato per la sua migliore struttura e la vicinanza agli accessi per il trasferimento. I prezzi variano tra i 604 e i 1194 dollari;
  • Covered Box: queste sono le cabine coperte che offrono una vista privilegiata e garantiscono il massimo comfort, dal divano a U con sedute imbottite alle prese elettriche per ricaricare il cellulare. I prezzi variano tra i 404 ai 1084 dollari;
  • Folia Tropical: Folia è ideale per le persone che amano festeggiare e vogliono godersi la sfilata divertendosi allo stesso tempo. Offre open bar, buffet, DJ, spettacoli e trasferimenti andata e ritorno allo Sambodromo da Leblon e Barra da Tijuca. Con una capacità di 800 persone, i biglietti costano 714 dollari.

Come raggiungere il Carnevale di Rio de Janeiro

Si può raggiungere Rio de Janeiro dai principali aeroporti italiani: da Roma, per esempio, è possibile volare con ITA Airways acquistando un biglietto di 700-800 euro andata e ritorno, da Milano, invece, i biglietti costano tra i 700 e i 1300 euro in base al numero degli scali.

Una volta arrivati a Rio, se avete acquistato i biglietti per il Sambodromo, potete raggiungere l’arena in diversi modi: con i taxi autorizzati, che vi accompagneranno al settore di riferimento, con i transfer privati, o con la metropolitana. In alcuni biglietti è inclusa anche la corsa in metropolitana.

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Il fenomeno del Nocturismo, i luoghi migliori dove praticare il trend nel 2025

Il fascino della notte ha da sempre catturato l’immaginazione di chi cerca di esplorare il mondo da una prospettiva diversa. Nel 2025, il Nocturismo sembra infatti essere ormai una tendenza che andrà a consolidarsi a livello globale. Ma di che si tratta?

Questo fenomeno, legato al mondo del travel, invita i viaggiatori a scoprire luoghi, storie e atmosfere uniche durante le ore notturne, quando il buio trasforma tutto ciò che conosciamo, sotto una nuova “luce”. Dalle leggende antiche alla bellezza dei paesaggi naturali, fino alla magia delle città deserte, il Nocturismo è un’esperienza che va ben oltre il semplice viaggio, offrendo una nuova dimensione di esplorazione e connessione con il mondo che ci circonda. Ecco i luoghi migliori e più suggestivi dove lasciarsi incantare e sedurre dalla magia e dal fascino delle ore notturne.

Cos’è il Nocturismo?

Il Nocturismo è un movimento che celebra la bellezza e il mistero delle ore notturne, invitando i viaggiatori a vivere luoghi familiari sotto una nuova luce: quella della luna, delle stelle o delle luci artificiali che disegnano scenari affascinanti.

Non si tratta solo di una tendenza turistica, ma di una vera e propria riscoperta del buio, che offre la possibilità di percepire con maggiore intensità suoni, colori e atmosfere. Passeggiare in città deserte, osservare il cielo stellato lontano da inquinamenti luminosi o esplorare leggende misteriose sono solo alcune delle esperienze che il Nocturismo offre. È un viaggio che coinvolge i sensi e l’immaginazione, immergendosi nel cuore della notte per scoprire aspetti nascosti della realtà.

Nocturismo nella natura

La natura di notte assume una dimensione completamente diversa, quasi surreale. Le montagne, i laghi, le foreste e le coste offrono uno spettacolo che durante il giorno sarebbe impossibile cogliere. Camminare al buio, sotto il chiarore della luna, risveglia un senso di solitudine e meraviglia, amplificando ogni dettaglio del paesaggio e permettendoci anche di connetterci con noi stessi e con le nostre emozioni a livello più profondo, diventando dunque un’esperienza curativa anche a livello psichico.

Uno dei luoghi più incredibili per vivere il Nocturismo in natura è il Parco Nazionale di Banff, in Canada. Situato nel cuore delle Rocky Mountains, Banff è famoso per i suoi paesaggi mozzafiato, i laghi cristallini e le vette imponenti. Di notte, lontano dall’inquinamento luminoso delle grandi città, il parco diventa un angolo di quiete perfetto per l’osservazione astronomica. Passeggiando tra i sentieri del parco, con il cielo stellato che sovrasta il paesaggio, ci si sente parte di un mondo lontano e incontaminato, dove la bellezza del silenzio e la vastità della natura diventano protagonisti.

Parco Nazionale di Banff, Canada

Fonte: iStock

Il Parco Nazionale di Banff di notte

Un altro luogo spettacolare per il Nocturismo è il Deserto di Atacama in Cile, una delle aree più aride e remote del pianeta. Qui, il cielo limpido e privo di inquinamento luminoso offre condizioni ideali per un’esperienza unica di osservazione delle stelle. Camminare tra le dune e le formazioni rocciose del deserto al chiaro di luna è un’esperienza che sembra sospesa nel tempo.

Lo Yelverton Brook Conservation Sanctuary, invece, è uno spot perfetto nel Western Australia. Questo santuario, situato nella regione di Margaret River, è un rifugio per specie a rischio di estinzione come l’opossum, il woylie e il bandicoot. Qui, le escursioni notturne offrono l’opportunità di osservare questi affascinanti animali nel loro habitat naturale, mentre il cielo sopra si trasforma in un vero spettacolo. In questo angolo remoto dell’emisfero australe, la Grande Nube di Magellano, una galassia che non è visibile dall’emisfero settentrionale, può essere ammirata ad occhio nudo, un’esperienza che aggiunge ulteriore magia alla bellezza di questo angolo di natura incontaminata.

In Italia, nel cuore della Toscana, Montalcino e le colline circostanti offrono un altro angolo ideale per il Nocturismo. Qui, il paesaggio toscano, che durante il giorno è dominato dalle vigne e dai cipressi, di notte assume un aspetto più intimo e suggestivo. Passeggiando tra i vigneti, con il cielo stellato sopra di noi, la sensazione di pace è palpabile, rendendo la notte un momento ideale per staccare dalla quotidianità e immergersi nel cuore pulsante della campagna.

Anche la Sardegna, con la sua Isola di San Pietro, offre un’esperienza da sogno per il Nocturismo. La piccola isola, famosa per le sue spiagge incontaminate e la sua natura selvaggia, si trasforma sotto il cielo notturno, diventando un luogo di tranquillità assoluta.

Nocturismo e fascino urbano

Non solo la natura, ma anche le città si trasformano quando cala la notte, rivelando un volto più intimo e misterioso. Le strade vuote, l’illuminazione soffusa e il silenzio che sostituisce il trambusto diurno regalano un’esperienza completamente diversa da quella vissuta sotto il sole. Le città, che durante il giorno sono piene di turisti e frenesia, di notte diventano un rifugio dove i dettagli, solitamente nascosti, emergono con una nuova bellezza.

A Istanbul, la maestosa Hagia Sophia e la Moschea Blu, illuminate dalla luce soffusa dei lampioni, offrono uno spettacolo incantevole che trasporta i visitatori in un’atmosfera mistica. La città, che mescola la cultura europea e asiatica, durante la notte si tinge di colori caldi, e il Bosforo, con le sue acque tranquille, riflette le luci dei ponti e dei palazzi storici, creando uno scenario da sogno.

A Praga, la Città Vecchia si trasforma dopo il tramonto. Le strette strade acciottolate, i ponti gotici e la famosa Piazza della Città Vecchia acquistano una nuova dimensione sotto la luce delle lanterne. L’architettura medievale, che di giorno può sembrare frenetica e turistica, di notte assume un aspetto più sereno, quasi fiabesco, regalando un’esperienza unica per chi decide di perdersi tra le sue vie al calar del buio.

Anche New York, con la sua energia sempre viva, offre una dimensione affascinante di notte. La 5th Avenue, le luci di Times Square e l’imponente Empire State Building diventano protagonisti di un’atmosfera che, pur nella frenesia, riesce a regalare un tocco di magia. Passeggiare lungo il Central Park di notte, magari fermandosi ad ammirare il riflesso dei grattacieli sulle acque dei laghetti, è un’esperienza che solo il buio riesce a rendere ancora più suggestiva.

New York, notte

Fonte: iStock

La bellezza di New York nelle ore notturne

A Roma, i vicoli di Trastevere, illuminati dalla luce calda dei lampioni, offrono un angolo di quiete che sembra scolpito nel tempo. Milano, con i suoi grattacieli e piazze illuminate, mostra un lato più affascinante e misterioso, lontano dal caos quotidiano. Ogni città ha il suo volto di notte, e il Nocturismo consente di scoprirlo, lontano dalla folla e nella quiete che solo il buio sa offrire.

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Hammamet, le location del film su Bettino Craxi

Hammamet è il film scritto e diretto da Gianni Amelio dedicato a Bettino Craxi, interpretato da Pierfancesco Favino. In particolare, il regista si è voluto concentrare sul rapporto che il politico aveva con la figlia durante i suoi ultimi sei mesi di vita, in esilio (o latitanza) in Tunisia. La particolarità di questo film è che il protagonista non è solo Bettino Craxi, ma anche gli ambienti che lo circondano, soprattutto la villa, una sorta di “prigione dorata” dove ha vissuto prima di morire.

Ecco che le location, quindi, giocano un ruolo importante nel racconto di questa storia. Nulla è stato lasciato al caso, ma soprattutto nulla è stato ricostruito in teatro perché il regista ha avuto l’opportunità di girare le scene nella location originale. La villa tunisina, però, non è stato l’unico luogo utilizzato per le riprese: ve li raccontiamo di seguito.

La villa originale di Craxi in Tunisia

La villa originale di Bettino Craxi è la co-protagonista di questo film. Situata ad Hammamet, una delle mete più famose della Tunisia, a sud-est di Capo Bon, è contraddistinta da ambienti bianchi che fanno contrasto con la vegetazione locale, verde e rigogliosa. Nel film vengono sfruttati sia gli ambienti esterni, come la piscina e il patio dove Craxi riceveva i suoi ospiti, che gli interni, dove appese alle pareti si notano le fotografie che raccontano la vita pubblica e privata dello statista italiano.

Si tratta di una “prigione dorata”, la cui bellezza offre un senso di pace fittizio perché, fuori dalle sue mura, il senso di libertà offerto dagli ampi spazi esterni entra in collisione con la presenza dei militari, il cui compito era quello di assicurarsi che Craxi non lasciasse la Tunisia.

Le location italiane del film Hammamet

In Italia, invece, le riprese del film si sono svolte in tre città della Lombardia, mentre in altri casi il set è stato ricostruito.

Tra queste città ritroviamo Pavia, dove sono state utilizzate come location il collegio Ghislieri, edificio impiegato per conferenze e incontri culturali, e l’ex Arsenale, composto da edifici e capannoni abbandonati. Si tratta di un’area di 140 mila metri quadrati al momento soggetto di un bando di rigenerazione urbana.

Nella città di Legnano, invece, la troupe ha trasformato i capannoni della fabbrica di turbine Franco Rosi nell’Ansaldo di Milano, ossia quello che fu parte del Teatro alla Scala, aperto nel 1989 al pubblico per lo storico congresso in cui vide inizio la crisi di governo.

Infine, l’ultima location utilizzata è il piccolo comune di San Vittore Olona, situato poco distante da Legnano. I capannoni industriali Franco Tosi divennero l’ambiente ideale per rappresentare Craxi nell’ambito delle lotte operaie, mentre la storica Villa Mocchetti, residenza di Pino Mocchetti e contraddistinta dalla presenza di arredi d’epoca, contribuì a rendere le riprese ancora più autentiche. Un aspetto molto interessante è che, proprio grazie al film e alla sua comparsa tra le location, la villa è stata salvata dal progetto di demolizione alla quale era destinata.

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In Slovenia le terme più low cost d’Europa

Al confine con la regione italiana del Friuli Venezia Giulia si trova un Paese che si presenta come una terra incantevole, dalla natura verde ed incontaminata, ricca di storia e di cultura. Si tratta della Slovenia, una piccola nazione in grado di offrire un mix perfetto tra relax e benessere, spesso non considerata come una delle mete principali dai turisti, ma che nasconde luoghi imperdibili, assolutamente da visitare.

Inoltre, per chi desidera rigenerarsi, la Slovenia è famosa per i suoi centri termali di alta qualità, con trattamenti per il corpo di ogni tipo, da quelli più tradizionali alle esperienze di benessere più innovative. Un valido motivo per cui visitare questo bellissimo Paese. Ecco alcune delle strutture termali più conosciute, con informazioni utili come orari, prezzi e servizi offerti.

Terme di Čatež

Le Terme di Čatež si trovano nella parte meridionale della Slovenia, nei pressi del confine croato. Si trovano a circa 30 chilometri da Novo Mesto e 100 km da Lubiana, la bellissima capitale slovena, una posizione che le rende facilmente raggiungibili sia in auto, percorrendo l’autostrada A2, sia in treno, giungendo alla stazione di Brežice, che si trova poco distante dal complesso.

Questo centro termale è aperto tutto l’anno ed è composto da diverse “sezioni”, se così è possibile chiamarli, che rispettano orari differenti. Nello specifico:

  • la Riviera Termale Invernale, dove sono presenti vasche idromassaggio, piscine, scivoli e lettini per massaggi, il tutto nella più grande struttura coperta del Paese, è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00. Il prezzo di ingresso parte da 17€ per gli adulti e 14€ per i più piccoli, con variazioni nei giorni festivi o nel weekend;
  • la Wellness Riviera, ovvero uno spazio di oltre mille metri quadri in cui è possibile rilassarsi fra bagni di vapore salato, bagni turchi, saune finlandesi o ad infrarossi, pediluvi e molto altro, è aperta dalla Domenica al Giovedì dalle 11.00 alle 21.00 ed il Venerdì e Sabato dalle 11.00 alle 24.00. Il prezzo di ingresso per Wellness Riviera parte da 30€, dal Lunedì al Giovedì, e sale a 46€ il Venerdì e la Domenica e a 50€ per il Sabato e i festivi;
  • la Grand Spa Terme è una nuova sezione delle Terme di Čatež all’interno dell’Hotel Terme, al cui interno è presente sia una parte dedicata al fitness, con strumenti all’avanguardia, sia piscine termali che una sauna per nudisti, alla quale possono accedere solo i maggiori di 15 anni. Le piscine sono aperte tutti i giorni dalle 8.00 alle 21.00, il centro fitness è aperto dalle 10.00 alle 21.00 tutti i giorni e le saune dal Lunedì al Giovedì dalle 15.00 alle 21.00 e dal Venerdì alla Domenica, e nei giorni festivi, dalle 11.00 alle 21.00. Anche in questo caso il prezzo di ingresso parte da 17€ per gli adulti e 14€ per i ragazzi, se si vuole effettuare solo l’ingresso alle piscine, altrimenti se si vuole anche l’ingresso alle saune il prezzo sale 35€ per adulti durante la settimana e 50€ nel weekend e nei festivi;
  • il Centro Spa & Wellness, presente all’Hotel Čatež, è il posto perfetto per chi, invece, è alla ricerca di trattamenti benessere tipici del Medio-Oriente, con massaggi e saune, ed è aperta tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00. I prezzi per il centro SPA & Wellness sono vari e dipende molto dal tipo di trattamento scelto. In questo caso si consiglia di consultare direttamente il listino prezzi presente sul sito ufficiale;
  • infine, è presente anche la Riviera Termale Estiva, un complesso enorme dove le famiglie potranno divertirsi all’interno di diverse piscine, anche con le onde, con scivoli e giochi, ma anche piscine olimpioniche o percorsi avventura. Questa sezione apre generalmente da metà Aprile a metà Settembre, tutti i giorni e dalle 10.00 alle 18.00. I prezzi rispecchiano quelli della Riviera Termale Invernale.
Sauna interna presente in diversi centri termali della Slovenia, terme low cost d'Europa

Fonte: iStock

Sauna interna in un centro termale della Slovenia

Terme Dobrna

Un altro centro termale degno di nota è quelle delle terme Dobrna, che si trovano nella Slovenia orientale, facilmente raggiungibili dalla capitale con un viaggio di poco più di ottanta chilometri. Raggiungere queste terme, infatti, è molto semplice in quanto da Lubiana basta seguire le indicazioni per Maribor, dopodiché la destinazione finale è ben segnalata, con parcheggi comodi per chi decide di giungere qui in auto. 

Qui sono presenti diverse strutture presso le quali è possibile soggiornare e, allo stesso tempo, godere del centro termale presente, con le sue piscine. È presente il centro di bellezza e benessere “La Vita” presso cui gli ospiti possono scegliere tra diversi trattamenti benessere, come i massaggi, a partire da 30€, per una durata di 20 minuti, fino ad anche 100€ per un massaggio di coppia al cioccolato, oltre che la possibilità di scegliere tra numerosi trattamenti per parti specifiche del corpo. Il centro è aperto dal Lunedì al Sabato dalle 08.00 alle 18.00 e la Domenica ed i giorni festivi dalle 09.00 alle 14.00.

C’è anche l’Arbora SPA, dove gli ospiti possono scegliere fra diversi tipi di saune, bagni turchi, grotte di ghiaccio, vasche idromassaggio, sia al coperto che all’esterno, oppure piscine rinfrescanti. Il centro è aperto dal Lunedì al Giovedì dalle 12.00 alle 20.00, il Venerdì dalle 12.00 alle 22.00, il Sabato dalle 10.00 alle 22.00 e la Domenica ed i festivi dalle 10.00 alle 20.00. Il prezzo di ingresso, invece, varia a seconda della giornata scelta e se si decide anche di acquistare l’ingresso per le piscine. Quindi, il costo d’ingresso di 23€ per i giorni della settimana e 28€ per il weekend, solo SPA, e di 30€ durante la settimana e 35€ weekend e festivi per chi decide anche l’ingresso alle piscine.

Infine, le Piscine Termali presenti al terzo piano dell’Hotel Vita, che sono aperte tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00 ed il cui prezzo di ingresso parte da 19€ per gli adulti e 14€ per i bambini dai 5 ai 14 anni, con possibilità di aggiungere un “pacchetto pranzo”.

Donna gode di un trattamento benessere all'interno di un centro termale delle terme low cost della Slovenia

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Massaggio benessere in un centro wellness della Slovenia

Terme di Ptuj

Nella parte settentrionale della Slovenia, nei pressa della città storica di Ptuj, la più antica cittadina del Paese, la cui tradizione termale risale addirittura al Medioevo, data la presenza di bagni pubblici nella zona che risale addirittura al 1311. È possibile raggiungere il centro termale facilmente sia in auto, tramite l’autostrada A4 slovena, sia in treno, in quanto presente la stazione centrale ferroviaria di Ptuj.

Il parco termale delle Terme di Ptuj è aperto tutti i giorni dalle 8.00 alle 21.00. Anche qui, il prezzo di ingresso è basso ed è alla portata di tutti. Dal Lunedì al Venerdì l’ingresso giornaliero è di 22€ per gli adulti e di 12,60€ per i bambini dai 5 ai 15 anni e 15,30€ per pensionati e studenti. A questi è possibile aggiungere un sovrapprezzo, così da ottenere anche un pranzo o una cena presso il ristorante Zila. Il Sabato, la Domenica o i giorni festivi i prezzi sono rispettivamente 22€, 15,50€ e 18,70€. Sono presenti 7 piscine termali in totale, di cui una all’aperto disponibile tutto l’anno, dove adulti e bambini possono divertirsi anche grazie alla presenza di scivoli, piscine con le onde ed olimpioniche.

Per le famiglie è possibile acquistare anche pacchetti famiglia, a partire da 27,50€, nei giorni feriali per un adulto ed un bambino, a salire in base all’aumento dei componenti della famiglia, oppure pacchetti di abbonamento annuali o per ingressi limitati.

Alle terme di Ptuj sono presenti anche le saune sia interne, che esterne. Le saune interne sono aperte il Lunedì, Martedì, Giovedì e Venerdì dalle 12.00 alle 20.30 ed il Mercoledì, Sabato, Domenica e festivi dalle 9.00 alle 20.30. Le saune all’aperto, invece, il Lunedì, Martedì, Giovedì e Venerdì dalle 14.00 alle 20.00 ed il Mercoledì, Sabato, Domenica e festivi dalle 11.00 alle 20.00.

Mamma e figlia si divertono in una piscina termale interna delle terme low cost della Slovenia

Fonte: iStock

Mamma e figlia si divertono in una piscina termale adatta alle famiglie

Terme 3000 di Moravske Toplice

Infine, fra i centri termali più conosciuti della Slovenia è presente anche il centro Terme 3000 di Moravske Toplice, che si trova nella bellissima e pittoresca regione del Prekmurjie, sempre nella parte settentrionale della Slovenia, facilmente raggiungibile sia in auto, che in treno, arrivando alla vicina stazione di Murska Sobota.

Il complesso Terme 3000 è un centro molto ben strutturato, composto da diversi tipi di alloggi, come Hotel e Bungalow, ma anche appartamenti e campeggi, oltre che 32 differenti piscine e bagni, un centro medico e rigenerante, 2 centri wellness ed aree gioco per bambini, in aggiunta anche diversi centri meeting.

Per l’ingresso al centro termale e alle piscine è possibile anche acquistare un Aquapass, ovvero un biglietto dal costo di 22€ per gli adulti e di 16€ per i bambini, che consente di entrare in diversi centri della regione, fra cui anche quelle delle Terme di Ptuj, di cui si è parlato in precedenza. Nello specifico, le Terme 3000 di Moravske Toplice con le sue piscine è la scelta giusta per chi decide di passare un’esperienza rilassante e divertente in famiglia, grazie anche alla presenza di attività per tutte le età. Inoltre, è presenti anche un’area sauna, dove gli adulti possono rilassarsi e ritrovare riposo. Le piscine sono aperte tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00 e l’area saune dalle 10.00 alle 20.30.

È presente anche un centro medico, dove gli ospiti possono godere del Bagno Nero, ovvero una piscina formata dall’acqua termo minerale nera, conosciuta anche come l’acqua più calda della Slovenia, particolarmente efficace per i problemi articolari. Inoltre, sono presenti anche attrezzature ad hoc e personale esperto, specializzato per la cura di malattie specifiche degenerative e riabilitazioni in seguito ad infortuni o interventi chirurgici. In questo caso i prezzi variano a seconda del trattamento richiesto e pertanto si consiglia di visitare il sito ufficiale del centro medico Terme 3000.

Con i suoi paesaggi mozzafiato, una cultura ricca e un’offerta termale senza pari, la Slovenia si conferma una destinazione imperdibile per chi cerca una fuga rigenerante, ad un prezzo realmente accessibile a tutti, dove trovare serenità e relax, sia in famiglia, che accompagnati dal proprio partner o amici. Strutture che possono essere riconosciute sicuramente fra le terme più affascinanti e grandi d’Europa.

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Ponte di Legno: le migliori attività da fare in inverno

Ponte di Legno, comune italiano situato in provincia di Brescia, all’estremità settentrionale della Valcamonica, è una delle mete invernali preferite dagli amanti dello sport. Viene considerata una località molto rinomata per lo sci, soprattutto perché in inverno le nevicate sono molto abbondanti e frequenti e spesso la neve resta sulle vette più alte anche per lunghi periodi. Non è un caso, infatti, che sia stata la prima località a ottenere il titolo di stazione italiana di turismo e sport invernale da parte del Touring Club Italiano.

A contraddistinguere Ponte di Legno è anche la sua posizione, davvero singolare: si trova tra il corso d’acqua torrenziale del Narcanello e quello del Frigidolfo. Proprio per la notevole presenza di acqua, questa zona è stata spesso soggetta a opere di bonifica per favorire l’agricoltura e, successivamente, il turismo. Storicamente parlando, Ponte di Legno fu dapprima sotto il controllo dei Romani e, più tardi, venne invasa dai Longobardi, i quali fecero una grande opera di cristianizzazione. Sotto il controllo di Federico Barbarossa, poi, il Passo del Tonale diventò il punto strategico utilizzato dal re per controllare ogni genere di passaggio.

Storia, attività all’aperto e gastronomia, un mix da vivere in inverno con i nostri consigli.

Cosa fare a Ponte di Legno in inverno

La maggior parte dei visitatori sceglie Ponte di Legno come meta invernale: questo, infatti, è uno dei primi fra le più importanti mete sciistiche in Italia ed è dotato di ottime piste che collegano Ponte di Legno al Passo del Tonale.

Sciare nel comprensorio Pontedilegno-Tonale

Sciare a Ponte di Legno è un must: il comprensorio vanta 41 piste comprese tra i 1.121 metri e i 3.016 metri di quota fra Trentino e Lombardia, che attraversano bellezze naturali e paesaggistiche uniche. Le piste da sci passano tra fitti boschi di pini e abeti e, se a Temù i tracciati si fanno ampi e panoramici, al Passo Tonale lo sci si vive nel mezzo di candide distese innevate, mentre le discese dal Ghiacciaio Presena sono capaci di conquistare davvero tutti.

Il Passo del Tonale è uno dei più importanti valichi alpini e divide le Alpi dell’Adamello e della Presanella da quelle dell’Ortles, mettendo in comunicazione l’Alta Valle. All’interno del comprensorio è possibile praticare anche sci alpinismo, sci nordico, sci notturno e freeride. Lo skipass, venduto al prezzo di 59 euro per l’ingresso giornaliero, permette inoltre di usufruire di tutti gli impianti dell’area, comprese le scuole di sci con lezioni dedicate anche ai più piccoli.

Sci notturno

Tra le cose da fare a Ponte di Legno in inverno non può certo mancare lo sci notturno: questa è un’esperienza che può essere vissuta sulla Pista Valena al Passo Tonale, tutti i martedì e i giovedì dalle 20:30 alle 23:00, da dicembre ad aprile, e sulla Pista Valbione, con orari e date specifiche consultabili sul sito ufficiale del comprensorio sciistico, dove sono presenti anche le tariffe.

Escursioni in ciaspole

Cosa fare a Ponte di Legno se non si scia, ma si vuole godere comunque dei meravigliosi paesaggi innevati? Noi consigliamo di indossare delle ciaspole! Queste passeggiate in ciaspole sono possibili sia a Ponte di Legno che a Passo del Tonale e Temú, da fare insieme a una guida locale o in autonomia. Inoltre, alle racchette da neve è dedicata anche la “Caspolada al chiaro di luna“, offerta da Vezza d’Oglio, che coinvolge più di 4.000 partecipanti, in una passeggiata non competitiva in notturna a luna piena. Potete consultare le date e il programma completo sul sito ufficiale.

Slitta con i cani

Un’altra attività molto diffusa in inverno a Ponte di Legno è l’escursione sulla slitta trainata dai cani husky della Scuola di Sleddog del Tonale. Saranno loro a insegnarvi a far scivolare la slitta sulla neve in modo silenzioso, così da godervi questo regno magico in modo responsabile per l’ambiente.

Visitare il centro storico

Quando non siete sulle piste potete visitare il borgo, ricostruito a causa delle distruzioni provocate dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Partite dalla Piazza XXVI Settembre, ricca di ristoranti, negozi e bar, dove scaldarvi con un tè o una cioccolata calda, e procedete verso la Chiesa della Santissima Trinità e il Castello di Poia, visitabile solo dall’esterno.