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Apre uno dei castelli più belli (e meno noti) d’Italia. E si può visitare

Nel cuore verde della Valle dell’Aniene e adagiato tra i monti del Parco dei Monti Lucretili, Mandela custodisce una storia antica e un patrimonio naturale di rara bellezza. A dominare il borgo, a un’ora di strada da Roma, è il Castello del Gallo che, dopo un accurato lavoro di restauro, dal 5 luglio 2025 apre al pubblico con i suoi meravigliosi giardini.

La storia del Castello del Gallo

Sospeso tra cielo e storia, il Castello del Gallo affonda le sue radici nell’epoca romana e medievale e, da secoli, racconta la sua storia attraverso le pietre, gli alberi e le vedute romantiche. Questo territorio, infatti, fu a lungo presidiato dalla popolazione degli Equi, che resistettero per 200 anni prima di essere sconfitti dai Romani tra il 500 e il 300 a.C. quando, qui, sorse un villaggio, il pagus Mandela, citato anche da Orazio nei suoi versi. Con la caduta dell’Impero romano, il castello passò sotto il controllo delle abbazie, inizialmente Farfa e poi Subiaco, entrambe legate all’Abbazia di Cluny, in Francia, che all’epoca rappresentavano delle vere potenze culturali ed economiche.

Fu in questo periodo che i monaci introdussero la coltivazione dell’olivo, una tradizione che è ancora viva nel paesaggio che circonda il borgo e il castello, che è anche l’azienda agricola dei proprietari del maniero. Gli ulivi più antichi furono piantati già nel ‘700.

Il castello divenne una fortezza strategica sotto il dominio degli Orsini, mentre nel XVII secolo fu trasformato in dimora signorile dalla famiglia Nuñez Sanchez, con due piani al livello della sommità della collina, la primitiva torre e l’aggiunta di un giardino pensile di arbusti a siepi e cisterne scavate nella roccia.

Nel XIX secolo, infine, Julie Bonaparte, nipote di Napoleone e cugina di Napoleone III, e Alessandro del Gallo di Roccagiovine, Marchese di Mandela, resero il castello un centro di cultura e arte, ospitando un salotto letterario internazionale e trasformando ulteriormente lo spazio esterno.

Come visitare il Castello del Gallo

Ora, il castello – privato e di proprietà dell’omonima famiglia – apre le porte ai visitatori con tutta la grazia del suo paesaggio antico. Il percorso di visita consentirà di scoprire stanze ricche di arredi d’epoca, eppure vissute quotidianamente ancora oggi dalla famiglia del Gallo, che continua a vivere il castello e che, come i loro antenati, mantengono il patrimonio artistico, culturale e storico di famiglia.

Tra i vari ambienti, la sala da pranzo, dove troneggia un ritratto dell’Imperatore Napoleone e il fortepiano che Napoleone III donò alla cugina Giulia, proveniente dal Palais des Tuileries di Parigi; lo splendido Giardino d’Inverno, nel quale Giulia Bonaparte ricevette, dal 1870 al 1900, ospiti di riguardo tra cui i direttori dell’Accademia di Francia e i loro allievi “pensionari”, nonché studiosi il filosofo francese Ernest Renan (a cui il borgo di Mandela ha dedicato al propria biblioteca); la Galleria degli Antenati, nella quale sono esposti i ritratti di diversi membri della famiglia del Gallo; la Stanza del Biliardo, che custodisce busti militari del XVI secolo, un piccolo cannone del XVII, le spade e il tavolo da biliardo del XVIII, i fucili del XIX; e, infine, un cartello in tedesco che ricorda l’ultimo grande capitolo storico vissuto da questo castello: l’occupazione nazista del 1944.

Il Castello del Gallo è aperto al pubblico a partire dal 5 luglio 2025 ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.30). È possibile prendere parte a una visita guidata completa di 40 minuti, il biglietto intero costa 15 euro (gratis per i bambini fino a 11 anni) comprende il castello, il Giardino privato, il Bosco francese e il giardino paesaggistico.

Oppure si può fare una visita in autonomia con la app in realtà aumentata solo degli esterni del castello passeggiando nel Bosco francese e nel Giardino paesaggistico. In questo caso il biglietto costa 8 euro. Sono previste anche aperture infrasettimanali per gruppi, dal lunedì al giovedì al costo di 12 euro (minino 15 persone) o scuole e centri anziani (8 euro, sempre per almeno 15 persone). La domenica alle ore 12 viene organizzato anche un tour completo in compagnia del proprietario che comprende anche una degustazione (50 euro).

I giardini del castello

Quando il Marchese Alessandro del Gallo e la moglie Giulia Bonaparte lasciarono Parigi nel 1870, a seguito dell’esilio di Napoleone III, decisero di trasformare il Castello di Mandela nel loro rifugio, lontano dal caos di Roma e di ospitarvi il celebre salotto letterario che, fino a quel momento, si era tenuto nel loro palazzo parigino di Rue de Grenelle. Allo stesso tempo, decisero di ridisegnare il terreno circostante e di creare un giardino segreto all’italiana vicino al castello, mentre sulle pendici della collina concepirono un romantico bosco e, più avanti, un giardino all’inglese.

Il Giardino segreto

Salendo per la rampa medievale del castello, si giunge a un ampio spazio creato nel XVII secolo dai Nuñez Sanchez, un giardino che si ispira alla tradizione persiana e islamica, con siepi curate all’italiana e cisterne medievali che ne regolano l’irrigazione. Nel XIX secolo, Giulia Bonaparte e Alessandro del Gallo aggiunsero elementi francesi, tra cui un giardino d’inverno e un’ampia varietà di rose ottocentesche. Affacciandosi dal muraglione si può ammirare la valle del fiume Licenza, al centro della valle il Comune di Vicovaro, famoso per il suo Tempietto di San Giacomo e, ancora più a sinistra, il Convento di San Cosimato, usato anche come location della serie Tv “Suburra 3”, testimone di eventi storici, tra cui la riconciliazione tra Papa Martino V e Re Alfonso d’Aragona, che pose fine allo Scisma d’Occidente.

Il convento, che sorge in un’area archeologica di particolare interesse, con resti di acquedotti romani e grotte rupestri, nel IX secolo fu teatro della Battaglia di San Cosimato, una feroce battaglia tra le truppe del Sacro Romano Impero e i Saraceni, giunti in Italia per razziare. I Saraceni furono sconfitti e si ritirarono sulle colline, dove fondarono tre famosi comuni, ancora oggi visibili. Da qui, è possibile vedere Saracinesco, il primo dei tre Comuni saraceni, arroccato in alto.

Il Bosco romantico

Nel XIX secolo, gli ulivi sotto il castello furono sostituiti da un Bosco romantico in stile francese, dove la natura sembra crescere senza regole. Questo spazio fu progettato per creare un’atmosfera di quiete e bellezza, con sentieri ombreggiati e un microclima ideale per le passeggiate estive. Non c’è una direzione precisa da seguire: i sentieri si intrecciano, si aprono e si chiudono tra la vegetazione, come se fosse la natura stessa a decidere dove condurre il visitatore.

Gli alberi, imponenti e antichi, sembrano osservare in silenzio il passaggio del tempo, mentre il sottobosco cresce libero, selvatico, senza essere costretto da regole o schemi. Questo giardino invita a esplorare, perdersi e ritrovarsi, secondo un’estetica che predilige il naturale imperfetto, l’incontro tra bellezza e mistero.

Il Giardino inglese

Nato come reazione ai giardini formali francesi, a prima vista sembra selvaggio, libero, spontaneo, ma il Giardino inglese è tutt’altro che casuale. Si tratta di una composizione raffinata, frutto di una pianificazione precisa, di un paesaggio naturale creato con maestria per suggerire armonia e quiete, come un dipinto in cui ogni pennellata è calcolata e invisibile. A prima vista, infatti, gli alberi e i cespugli sembrano disposti in modo casuale, ma ogni dettaglio è studiato per evocare un senso di libertà e bellezza naturale.

Spesso, tra la vegetazione, s’incontrano templi neoclassici, grotte artificiali e piccole rovine, elementi che richiamano alla mente riflessioni filosofiche e momenti di contemplazione, come la cosiddetta “Torraccia“, una struttura di epoca medievale nata come punto di osservazione della valle, che in seguito divenne dimora, o forse prigione, di un membro della famiglia del Gallo, Caio, il cui destino fu segnato dalla follia, conseguenza di una travagliata storia d’amore.

Poco distante, una piccola casa che sembra appartenere al mondo delle fiabe, soprannominata “Cottage dell’amore“, fu il luogo segreto degli incontri di due giovani amanti: Alberto, futuro marchese della famiglia del Gallo, e la figlia del Conte della famiglia rivale. Il prato si affaccia sulla splendida Valle dell’Aniene, nella quale si stagliano i ponti della ferrovia Roma-Pescara, vera e propria impresa ingegneristica, curata anche da Gustave Eiffel, e la leggendaria via Tiburtina Valeria, una delle otto strade consolari romane, che corre lungo questa valle.

Il Roseto Bonaparte

Attualmente ancora in fase di restauro, il Roseto Bonaparte sorgerà sulle piante antiche volute da Giulia nell’800, con le stesse varietà di rose rare e profumate.

Visite guidate, eventi culturali e percorsi immersivi conducono il visitatore del Castello del Gallo, uno scrigno di bellezza nonché uno dei luoghi segreti meglio conservati d’Italia, lungo viali ombreggiati, tra scorci inaspettati e terrazze panoramiche. Inoltre, dall’alto, lo sguardo si perde nelle splendide vedute sul fiume Aniene, mentre, intorno, il paesaggio si svela in tutta la sua bellezza. Questo sito suggestivo, che intreccia storia, arte e natura e ispira poeti e artisti da secoli, offre al pubblico che lo visita un’esperienza unica di bellezza e cultura, con un paesaggio di alberi secolari e sentieri suggestivi, in un perfetto dialogo tra natura e architettura.

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Oasi segrete di Roma: parchi e ville da riscoprire

Non solo città d’arte per eccellenza e vestigia storica della civiltà occidentale: la città di Roma è anche una delle più verdi d’Europa, con i suoi parchi, le sue ville storiche e i suoi giardini che costituiscono ben il 67% del suo territorio.

Oltre alle ville più note, come l’Orto Botanico, Villa Borghese o Villa Torlonia, a Roma ci sono diversi parchi più tranquilli e meno frequentati dai turisti, vere oasi dove nella stagione più calda è possibile trovare un po’ di refrigerio e dove si passeggia abitualmente a contatto con la Storia. Storia che, come spesso accade a Roma, si intreccia con le storie: dagli antichi romani alle famiglie nobili, dai Papi ai dittatori, passando per i cittadini e le loro famiglie, i giochi dei bambini, le domeniche fuori porta e la semplicità inestimabile del silenzzio e della frescura.

Ville storiche e giardini segreti: piccole grandi oasi urbane

La nostra panoramica inizia da Villa Sciarra: sette ettari e mezzo e situata sulle pendici del colle Gianicolo tra i quartieri di Trastevere e Monteverde Vecchio, addossata alle Mura gianicolensi, teatro di eventi storici (qui nel 121 a.C. venne ucciso Gaio Gracco) e passata nelle mani di famiglie ricche ed influenti come i Barberini/Sciarra, gli americani George Wurts e sua moglie Henriette Tower, Benito Mussolini e infine donata ai romani. Al suo interno si trovano fontane barocche, statue mitologiche, siepi scolpite e angoli silenziosi che evocano atmosfere da giardino segreto: le sue geometrie ordinate si fondono con una vegetazione lussureggiante, creando un luogo ideale per passeggiate al fresco e visite inedite, come quella al Museo della Matematica che si trova proprio all’ingresso della Villa.

Poco conosciuta e suggestiva è Villa Gordiani, un parco archeologico situato presso al III miglio della via Prenestina: contiene i resti di una vasta villa patrizia, tradizionalmente identificata con quella della famiglia imperiale dei Gordiani, ossia i tre imperatori romani del III secolo Gordiano I, Gordiano II e Gordiano III. Simbolo della Villa è il Mauseoleo dei Gordiani, che si staglia contro il verde quasi selvaggio che lo circonda: in realtà la Villa è molto apprezzata proprio perchè ben tenuta ed è frequentata dai residenti, in particolare da famiglie. Una passeggiata nel fresco e nella storia che solo la città di Roma può offrire.

Villa Leopardi, Villa Lazzaroni e Villa Celimontana: tre piccole gemme fuori dai circuiti turistici

Piccola gemma quasi sconosciuta su Via Nomentana è Villa Leopardi, un esempio di residenza di fine Ottocento che comprende quattro edifici fra cui la Biblioteca Comunale e che affaccia su un giardino caratterizzato dalla presenza di lecci, pini, allori. Qualche panchina, i “nasoni” in ghisa (le tipiche fontanelle romane) ad assicurare il refrigerio, tanta pace e molto silenzio: questi i piccoli tesori che regala la Villa.

Fuori dai radar turistici anche Villa Lazzaroni, nel quartiere Appio Latino, un Parco storico ottocentesco con giochi d’acqua, viali alberati e un’atmosfera intima, poco affollato anche nei weekend: mescola ulivi e mandorli secolari ad elementi di impronta esotica come la Pawlonia tomentosa, l’araucaria, l’albero di Giuda, il Gingko biloba.

Situata accanto al Colosseo, ma fuori dai circuiti turistici classici è Villa Celimontana, uno storico parco pubblico situato sul Colle Celio e immerso in un’area ricca di testimonianze antiche. Nata come giardino rinascimentale della famiglia Mattei nel XVI secolo, fu progettata su resti romani, tra cui tratti delle Mura Serviane e antichi acquedotti. All’interno ospita un piccolo obelisco egizio proveniente dal Tempio di Iside in Campo Marzio, fontane seicentesche, statue classiche e resti di mosaici antichi. Il verde è fitto e ombroso, ideale per passeggiate e letture, con scorci suggestivi tra pini, palme e cipressi. Oggi è anche sede della Società Geografica Italiana, ospitata nello storico Casino Nobile della villa.

Fuga nel verde fra tra periferie, natura e rigenerazione urbana

Il verde romano non è solo paesaggio, ma un vero veicolo di cultura e memoria collettiva: tra rovine sommerse e boschi urbani, i parchi di Roma custodiscono storia e storie, identità urbane e immaginari da riscoprire. In una città dove vivono 3 milioni di persone in un’area di 1.285 km quadrati, i parchi sono un valore in più, un necessario polmone verde ma anche un’aggiunta imprescindibile alla qualità della vita di chi vive una città così grande e così, per tanti versi, problematica.

Nel cuore del Pigneto, uno dei quartieri più densamente abitati e culturalmente interessanti di Roma si nasconde un piccolo giardino dal sapore medievale: il Parco del Torrione, che prende il nome da un’antica torre trecentesca in laterizio, unica superstite di un sistema di fortificazioni minori della campagna romana. Il parco è raccolto, selvatico, quasi spontaneo: alberi a foglia larga, sentieri sterrati, panchine solitarie. Di sera, soprattutto in estate, si accende: è infatti scenario di diverse manifestazioni musicali e culturali. Un’occasione in più per conoscere questo parco in un’ottica diversa.

Non è sconosciuto, ma ancora stranamente tranquillo il Giardino degli Aranci (Parco Savello), all’Aventino: offre una delle viste più iconiche della città, con la cupola di San Pietro perfettamente incorniciata tra i rami. Ma oltre allo scorcio da cartolina, c’è il profumo degli agrumi, la geometria rinascimentale del parco e la tranquillità che solo certi luoghi sanno offrire anche a due passi dal centro.

Tra gli altri parchi meno conosciuti ma preziose oasi verdi cittadine, fra centro e periferia, ricordiamo anche il Parco della Madonnetta ad Acilia, nel quadrante sud-ovest di Roma, che rappresenta uno degli spazi verdi più importanti ma meno noti. Ampio e articolato, ospita boschetti, percorsi ciclabili, aree giochi, piccoli laghetti artificiali e un’area naturalistica protetta. È una vera oasi per le famiglie e per chi ama muoversi in mezzo alla natura senza uscire dalla città. La sua ricchezza botanica lo rende un polmone verde prezioso per tutta la zona.

Roma Nord, una riserva verde inaspettata in città

Spostandosi verso Roma Nord esiste un vero e proprio bosco dentro la città, la Riserva dell’Insugherata, una delle aree naturali più selvagge e poco frequentate, con sentieri che si snodano tra le querce da sughero (da cui il nome), torrenti, piccole valli e panorami inaspettati. È un luogo dove si possono ancora ascoltare i suoni della natura e camminare per chilometri senza incrociare automobili. Perfetta per escursionisti urbani e camminatori solitari.

Sempre nella zona nord di Roma si trova una delle operazioni più interessanti di rigenerazione urbana degli ultimi anni: il Parco Lineare della Magliana, che nasce lungo l’argine del Tevere come spazio pubblico recuperato. Il quartiere Magliana infatti, densamente abitato, era praticamente privo di spazi verdi e gli abitanti percepivano l’argine del fiume come un vero e proprio muro: creando invece questa nuova realtà il Parco è diventato una passeggiata, attrezzato con rampe per disabili, attrezzi ginnici e giochi per bambini, riqualificando un’area di 9 ettari. C’è anche un anfiteatro con pavimentazioni per feste, spettacoli e schizzi per giocare con l’acqua e una vasta zona verde con altalene e scivoli. Quella che era una zona degradata e poco frequentata è diventato un nuovo polmone verde adatto a famiglie e turisti.

Infine, tra Balduina e Montemario si apre una valle verde fatta di sentieri, calanchi e scorci improvvisi sulla cupola di San Pietro. Il Parco del Pineto è una riserva naturalistica vera e propria, che custodisce la biodiversità del versante nord-ovest della città. Spesso trascurato dai circuiti turistici, è invece uno degli spazi più autentici per immergersi nella Roma naturale, dove il profilo urbano sfuma tra pini, querce e silenzi.

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Appuntamento in giardino, questi splendidi parchi segreti aprono le porte ai visitatori il 7 e l’8 giugno

Il 7 e l’8 giugno 2025 torna “Appuntamento in Giardino”, un evento imperdibile promosso dal FAI che apre le porte a spazi verdi preziosi e unici in tutta la Penisola, creando un sodalizio con l’iniziativa europea Rendez-vous aux jardins. Ma quali sono i luoghi da visitare? Ecco i giardini segreti che, solo per un giorno, possono essere scoperti.

Appuntamento in giardino, l’evento FAI del weekend

Sabato 7 e domenica 8 giugno 2025 torna l’evento “Appuntamento in giardino” che dà modo di spalancare i cancelli degli spazi outdoor più suggestivi d’Italia partecipando ad una festa promossa dall’APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia) sostenuta dal FAI. L’evento in Italia è atteso per questo weekend e si inserisce nel circuito europeo “Rendez-vous aux jardins”, che coinvolge oltre 20 Paesi nelle stesse date.

L’occasione è ghiotta e dà modo di scoprire la bellezza nascosta di alcuni parchi storici e spazi aperti di ville d’epoca, imparando i segreti della cura del paesaggio che passa dall’arte topiaria alla progettazione botanica e storica. Guide d’eccezione giardinieri, botanici, paesaggisti ed esperti che racconteranno storie, tecniche e meraviglie nascoste.

I luoghi aperti che parteciperanno

Gli eventi di “Appuntamento in Giardino 2025” di FAI si svolgeranno nelle giornate del 7 e 8 giugno.

Sabato 7 giugno si potranno visitare:

  • Castello e Parco di Masino. A Caravino in provincia di Torino il maestoso parco romantico all’inglese che circonda un castello millenario affacciato sulla pianura del Canavese. Ragguardevoli i labirinti e alberi secolari;
  • Castello della Manta. In provincia di Cuneo da non perdere un gioiello del Medioevo immerso in un giardino storico, famoso per i suoi affreschi cavallereschi e per l’atmosfera senza tempo;
  • Villa Necchi Campiglio. Un’oasi modernista nel cuore di Milano, con un elegante giardino privato che racconta il gusto raffinato degli anni ’30;
  • Villa dei Vescovi. Tra i colli Euganei, in provincia di Padova spicca un perfetto esempio di villa rinascimentale immersa nei vigneti, con logge panoramiche e un parco che invita alla contemplazione. Questa meraviglia si trova a Luvignano di Torreglia;
  • Villa Rezzola. Affacciata con una vista da sogno sul Golfo dei Poeti a Lerici, il giardino con piante mediterranee è una chicca da non perdere;
  • Villa Gregoriana. Un vero gioiello di Tivoli apre le porte ai visitatori, un parco romantico e storico che mixa giochi d’acqua e natura con elementi archeologici di tutto rispetto;
  • Villa del Balbianello. A Como non si può perdere la visita alla splendida costruzione di Tremezzina diventata famosa in tutto il mondo per il suo giardino terrazzato.
Parco della Villa Gregoriana a Tivoli

Fonte: iStock

Villa Gregoriana protagonista di Appuntamento in Giardino 2025

Domenica 8 giugno parteciperanno invece:

  • Villa della Porta Bozzolo. L’edificio a Casalzuigno in provincia di Varese è un esempio perfetto di giardino all’italiana, con geometrie verdi e fioriture spettacolari in un contesto barocco;
  • Palazzo Moroni. Nella città alta di Bergamo spicca questo tesoro con un giardino segreto che sembra arrampicarsi sulla collina;
  • Casa Carbone. In Liguria a Lavagna in provincia di Genova da non perdere questo spazio outdoor che strizza l’occhio alla borghesia del primo Novecento. La location a due passi dal mare è un incanto;
  • Orto sul colle dell’infinito. A Recanati si potrà visitare il giardino che ispirò Giacomo Leopardi. Uno spazio verde che unisce ispirazioni letterarie e botanica;
  • Giardino della Kolymbethra. Ad Agrigento a due passi dalla Valle dei Templi si può visitare un agrumeto che custodisce i veri profumi siciliani e un sistema di irrigazione molto particolare.
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Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane: il fascino senza tempo di ville, castelli e giardini

Il passato del nostro Paese può essere raccontato in tanti modi, anche attraverso i suoi edifici. Distribuite lungo tutto lo stivale, ci sono ville, castelli, parchi e giardini che racchiudono, tra le loro stanze e viali fioriti, la memoria e la tradizione dell’Italia ricoprendo un ruolo importante dal punto di vista storico e culturale.

Valorizzate e tutelate dall’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane), le dimore storiche sono immobili di interesse storico-artistico, costruiti sia per funzione residenziale o successivamente adibiti a residenza, che  di diversa destinazione, ma dall’alto interesse culturale.

In occasione della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane 2025, che si terrà il 25 maggio, 450 luoghi esclusivi apriranno le loro porte e avrete l’occasione di visitarli gratuitamente. Qui abbiamo fatto una selezione delle dimore più belle e interessanti da visitare!

Chalet Pagliuca, Alvignano (CE)

Immerso in un ampio parco con ulivi secolari, alberi da frutto e piante ornamentali come rose, ortensie, caprifogli e agapanti si trova il particolare Chalet Pagliuca. Costruito nel 1930 ad Alvignano, in provincia di Caserta, colpisce i visitatori con il suo stile neopompeiano, visibile fin dall’esterno grazie alla presenza di un peristilio sostenuto da esili colonne scanalate e da finestre sormontate da una cornice Liberty. L’interno, invece, si contraddistingue per i suoi soffitti a lacunari ispirati allo stile pittorico della Casa dei Vettii di Pompei.

Il giardino si rifà ai modelli del giardino all’italiana di epoca rinascimentale in cui si segnalano, quali elementi principali, la fontana e la scala di ingresso. Lo chalet ha ospitato anche il primo Presidente della Repubblica, l’Avv. Enrico De Nicola, e i musicisti Ernesto Tagliaferri, Ernesto Murolo e Gaetano Lama.

Castello di Fonterutoli, Castellina in Chianti (SI)

Situato in un borgo dal fascino medievale senza tempo, il Castello di Fonterutoli fa parte delle dimore storiche da visitare in Toscana. Fu sede storica della Famiglia Mazzei dal 1435, ossia da ben 24 generazioni, la quale svolse l’attività di viticoltore e partecipò attivamente alla vita mercantile e professionale a Firenze, giungendo a occupare importanti cariche di governo. È a Ser Lapo Mazzei che si deve il primo documento conosciuto sull’uso della denominazione “Chianti”.

In occasione della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane potrete visitare gli spazi dell’azienda, come l’incredibile cantina, un progetto architettonico importante su tre livelli di profondità facente parte del progetto Toscana Wine Architecture, un circuito di 14 cantine di design, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea.

Villa Piacenza, Pollone (BI)

Situata nell’Alto Piemonte, la settecentesca Villa Piacenza a Pollone potrà essere visitata per la prima volta nell’ambito della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche. Residenza della famiglia Piacenza dalla metà dell’800, è dal 1990 sede della fondazione che conserva tutti i documenti relativi all’attività tessile tramandata da più generazioni.

All’interno dell’archivio viene conservato tutto il materiale che i Piacenza, attivi nel campo della lavorazione e del commercio della lana a partire dalla prima metà del XVII secolo e in quello più propriamente tessile dalla prima metà del secolo successivo, hanno accumulato nel corso della loro lunga storia.

Giardino Giusti, Verona

Durante la Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane, è possibile visitare anche gli interni del palazzo e gli esterni di Giardino Giusti a Verona. La famiglia Giusti, specializzata nell’industria della tintura della lana, utilizzò nel 1400 questi spazi per far bollire i calderoni in cui la lana veniva trattata e per stendere ad asciugare i panni.

Nel corso del XVI secolo, venne convertito in un palazzo di rappresentanza nello stile del Sanmicheli, completato da un giardino con bossi, cipressi, fontane e grotte. Nel corso del tempo, il Giardino Giusti ha assunto molti elementi tipici dei giardini medicei, punto di riferimento estetico delle élites colte dell’epoca.

Palazzo del Drago, Bolsena (VT)

Il 25 maggio potrete visitare gratuitamente anche il piano nobile dei giardini e delle terrazze di Palazzo del Drago a Bolsena. Situato nel centro storico della città, l’edificio si estende per mezzo ettaro e, al suo interno, sono presenti meravigliose logge affrescate, saloni, gallerie, una cappella, una biblioteca, un parco di 2500 metri quadrati, terrazze panoramiche e i preziosi affreschi di Prospero Fontana.

Il palazzo fu costruito in due fasi, la prima dal 1533 al 1544 e la seconda dal 1554 al 1561, per volontà di Tiberio Crispo, Cardinale Diacono di Sant’Agata nel 1544 e governatore di Bolsena dal 1540 al 1543 e dal 1553 al 1562. Profondamente legato alla famiglia Farnese, godé dei benefici derivanti dalla sua vicinanza con Papa Paolo III e poté usufruire dei migliori artisti e architetti dell’epoca, come il già citato Prospero Fontana, Raffaelo Da Montelupo e Simone Mosca.

Villa Pace, Campolongo Tapogliano (UD)

Villa Pace è un gioiello architettonico situato a Campolongo Tapogliano, in Friuli-Venezia Giulia. Situata vicino a tre siti UNESCO, Aquileia, Palmanova e Cividale, questa dimora storica fu costruita nella metà del 1600 da Carlo Maria Pace, Feldmaresciallo di Leopoldo I° d’Asburgo, con una forma cubica e torri angolari.

Durante la metà del Settecento, è stata restaurata in stile rococò da Carlo Maria in occasione del suo matrimonio con Giuliana di Edling, dama di corte di Maria Teresa. A questa ristrutturazione risalgono gli splendidi saloni centrali, lo scalone d’onore ellittico e le sale affrescate a grisaglia.

Abbazia della Cervara, Margherita Ligure (GE)

In provincia di Genova, invece, si trova l’Abbazia della Cervara, un ex complesso monastico situato in una splendida posizione sulla strada che unisce Santa Margherita Ligure al borgo marinaro di Portofino e dichiarato monumento nazionale dal 1912.

Risalente al 1361, vanta un incantevole chiostro quadrangolare e una torre cinquecentesca, costruita nei pressi dell’ingresso nel XVI secolo a difesa del monastero dalle incursioni piratesche che infestavano in quel periodo le coste della Liguria. Il 25 maggio potrete partecipare alla visita gratuita del giardino all’italiana e del chiostro.

Tonnara Foderà di Magazzinazzi, Alcamo Marina (TP)

Infine, vi consigliamo di visitare la Tonnara Foderà di Magazzinazzi in Sicilia. Costruita dalla famiglia Foderà al centro del Golfo sul litorale tra Alcamo Marina e Castellammare, preserva ancora integro il sistema di reti e buona parte delle antiche imbarcazioni e ancore utilizzate per la pesca del tonno.

Durante la visita sarà possibile visitare il giardino, il pian terreno e il piazzale sul mare con i magazzini e le trizzane contenenti le antiche attrezzature della tonnara (reti, funi, galleggianti e timoni) e le imbarcazioni (il vascello e le muciare).

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Come arrivare all’Isola Bella, sul Lago Maggiore

L’Isola Bella è un isolotto del Lago Maggiore e si trova 400 metri al largo della città di Stresa. È la seconda isola più grande delle Borromee ed è quasi completamente occupata dal Palazzo Borromeo e dai suoi meravigliosi giardini.

Una gita al Lago Maggiore non può terminare senza prima aver visitato l’Isola Bella, uno scoglio trasformato in giardino fiorito. Se da lontano sembra quasi un vascello che fluttua sulle acque azzurre del lago che la ospita, da vicino tesori d’arte e fioriture si fondono in un armonioso microcosmo. Passeggiando per l’Isola sarà facile sentirsi catapultati in un’altra epoca dove il gusto barocco la fa da padrone.

Raggiungere l’Isola Bella in battello

All’Isola Bella si può arrivare solo tramite battello. Non è possibile raggiungere l’Isola Bella a piedi o in auto, ma è facilmente accessibile via lago con battelli pubblici o taxi boat. È possibile visitarla autonomamente o partecipare a tour guidati, disponibili anche con audioguide in diverse lingue. Inoltre, occorre sapere che questa meraviglia italiana è aperta ai visitatori (generalmente) solo da fine marzo a inizio novembre.

I battelli per l’Isola Bella

L’unico modo per raggiungere l’Isola Bella è via lago, attraverso uno dei numerosi battelli che fanno da spola con le località del Lago Maggiore. La città più vicina è Stresa, da cui partono battelli che in 5 minuti arrivano all’isola. Attualmente, in alta stagione i battelli operano dalle 9:00 alle 18:00, con partenze ogni 30 minuti. Inoltre, alcune compagnie private offrono partenze ogni 20 minuti, consentendo ai passeggeri di prendere qualsiasi barca indipendentemente dalla fascia oraria prenotata

I prezzi per il trasporto in battello da Stresa all’Isola Bella variano in base all’operatore e al tipo di servizio scelto: si parte da circa 6 euro.

Arrivare a Stresa in auto

Per raggiungere l’Isola Bella in macchina dovrete prendere l’autostrada dei Laghi in direzione Gravellona Toce, per poi uscire a Carpugnino e da lì seguire le indicazione per Stresa. Qui sono disponibili diverse opzioni di parcheggio, sia a pagamento che gratuiti. Ne sono degli esempi:

  • Piazza Marconi: il più comodo per raggiungere i battelli. Dispone di 254 posti auto. La tariffa è di 1,50 euro/ora o 10 euro per l’intera giornata;
  • Piazzale Lido di Carciano: vicino alla funivia per il Mottarone. Offre 84 posti auto e 6 per autobus. A pagamento dal 1° marzo al 31 ottobre, dalle 8:00 alle 22:00;
  • Parcheggio Stazione di Stresa (Via Giosuè Carducci, 6): gratuito e senza limiti di tempo;
  • Parcheggio gratuito vicino al centro (Corso Italia, 62): di recente costruzione sul lungolago di Stresa. Comodo per visitare la cittadina a piedi, a due passi dall’imbarcadero.

Arrivare a Stresa in treno

La stazione ferroviaria di Stresa è sulla linea Milano–Domodossola, conosciuta anche come linea del Sempione. I treni Regionali, Intercity e anche Eurocity fanno tappa qui. Il viaggio da Milano dura circa 1h–1h20 a seconda del treno.

La stazione dista circa 10 minuti a piedi dall’imbarcadero di Stresa. È una discesa leggera, facilmente percorribile a piedi. Al ritorno, ovviamente, il tragitto è in leggera salita, ma resta comunque agevole anche con bagagli a rotelle o passeggini. Un piccolo suggerimento: fate attenzione agli orari dei treni serali, che sono meno frequenti rispetto ai convogli disponibili al mattino e durante il pomeriggio.

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Tra i giardini più belli al mondo c’è una meraviglia italiana che sembra uscita da un libro di fiabe

Se esistesse un biglietto “solo andata” per la bellezza, questi spazi verdi e fioriti sarebbero la destinazione. La classifica sui giardini più belli al mondo redatta dal New York Times ha attraversato varie nazioni e località (Italia compresa) incoronando i luoghi da sogno tra 25 analizzati. Per stilare questa classifica sono stati coinvolti sei esperti internazionali di orticoltura che hanno analizzato vari aspetti estetici e ornamentali dei luoghi. Scopriamo insieme i 10 giardini più belli al mondo per il 2025 secondo il New York Times e quali sono i nomi italiani presenti in classifica.

Miller House and Garden negli Stati Uniti

Nella zona del Midwest, negli Stati Uniti, si trova una delle più straordinarie espressioni del modernismo paesaggistico. Si tratta di Miller House, progettata dall’architetto Eero Saarinen insieme al paesaggista Dan Kiley, e si caratterizza per la fusione tra spazi verdi e architettura. Vanta linee geometriche e simmetrie formali si fondono con piante ornamentali, giochi prospettici e scorci meditativi. Ogni elemento è pensato per integrarsi con l’abitazione, in un continuo rimando tra interno ed esterno. Questa meraviglia si posiziona al decimo posto.

Kirstenbosch National Botanical Garden a Città del Capo

Non c’è al mondo un altro giardino botanico come Kirstenbosch. Incastonato tra i pendii del Table Mountain National Park, ospita più di 7000 specie di piante native sudafricane, alcune delle quali crescono solo in questo angolo di mondo. Il giardino al nono posto è una celebrazione della biodiversità, in particolare della fynbos, la vegetazione tipica di Città del Capo.

The High Line a New York

All’ottavo posto si trova High Line: un luogo molto particolare nato da un ex tracciato ferroviario sopraelevato trasformato in un giardino urbano rivoluzionario, oggi sede di uno splendido giardino. Ci troviamo a New York e il progetto porta la firma di Piet Oudolf. Un perfetto stile post-industriale che abbraccia l’ecologia con piante autoctone e fioriture stagionali. Si trova proprio nel cuore della Grande Mela ed è un angolo di pace.

The High Line NYC

Fonte: iStock

The High Line, il parco di New York

Royal Botanic Garden a Sydney

Settimo posto per Royal Botanic Garden; fondato nel 1816, è il più antico istituto scientifico dell’Australia. Affacciato sul porto di Sydney, offre una varietà impressionante di piante native e importate: eucalipti, felci giganti, palme tropicali, ma anche fiori ornamentali e arbusti dai colori sgargianti. Particolarmente toccante è il Cadi Jam Ora Garden, che racconta attraverso piante e installazioni la storia del popolo Gadigal, i custodi originari di questa terra. Un giardino che è anche memoria, riconciliazione e identità.

Royal Botanic Gardens a Cranbourne

A sud di Melbourne, all’interno di una ex cava di sabbia sorge il Royal Botanic Gardens Cranbourne che conquista il sesto posto della top 10 firmata New York Times. Ad attirare l’attenzione, oltre agli 800 ettari, ci pensano i 22 paesaggi distinti che spaziano dalle praterie alle zone desertiche.

Saihoji (Kokedera) Moss Garden a Kyoto

In Giappone c’è un luogo fuori dal tempo, dove il muschio diventa protagonista assoluto. Il giardino del tempio Saihoji, noto come Kokedera, è un capolavoro di minimalismo spirituale e proprio per questo conquista il quinto posto della classifica. Più di 120 varietà di muschi ricoprono rocce, sentieri e radici, creando un tappeto soffice e umido che invita alla contemplazione. Per accedervi, è necessario partecipare a una cerimonia di scrittura di sutra, in perfetto spirito zen.

Giardino di Jacques Wirtz a Schoten

Nato quasi per caso, il giardino privato del paesaggista Jacques Wirtz è diventato una leggenda del design verde tanto da portare il Belgio in quarta posizione. Arbusti scolpiti in forme tondeggianti, siepi che ondeggiano come tessuti, spazi ordinati ma mai rigidi. L’ispirazione arriva anche dal Giappone, ma l’identità è profondamente europea. Il colore dominante è il verde, ma la varietà delle forme e delle texture rende il paesaggio ricco e dinamico.

Giardino di Ninfa a Cisterna di Latina

Al terzo gradino del podio spicca un incanto italiano: si tratta del giardino di Ninfa a Cisterna di Latina, non lontano da Roma. Vanta un territorio di venti ettari ed è decorato da rose, magnolie, aceri giapponesi, glicini, bambù e alberi da frutto immersi in un microclima lussureggiante.

Great Dixter a Northiam

Le prime due posizioni della top 10 sono dedicate all’Inghilterra: il secondo posto è di Great Dixter dove la creatività botanica esplode in combinazioni audaci, bordure fiammeggianti e accostamenti imprevisti. Residenza del celebre garden writer Christopher Lloyd, oggi è gestita dal talentuoso Fergus Garrett, che ne ha fatto un centro di ricerca, formazione e sperimentazione. Ogni stagione porta nuove fioriture, nuove idee, nuovi giardinieri.

Sissinghurst Castle Garden a Kent

Al vertice della classifica, un capolavoro letterario e botanico. Sissinghurst è il giardino creato da Vita Sackville-West e Harold Nicolson negli anni ’30, su un’antica proprietà Tudor immersa nella campagna del Kent. Diviso in “stanze” verdi delimitate da siepi di tasso, il giardino ospita la leggendaria White Garden: un tripudio etereo di rose bianche, lupini, iris e piante dai riflessi argentei.

I giardini italiani tra i più belli al mondo

L’Italia, con la sua straordinaria eredità artistica e paesaggistica, non poteva che brillare anche nel mondo del giardinaggio. In questa classifica globale, ben cinque giardini italiani sono stati riconosciuti tra i più belli e significativi del pianeta. Un risultato che testimonia non solo la bellezza naturale del territorio, ma anche il raffinato senso estetico che attraversa secoli di storia, architettura e cultura.

Classifica dei giardini più belli al mondo: citata anche villa d'Este a Tivoli

Fonte: iStock

Tra i giardini più belli al mondo anche villa d’Este a Tivoli

Oltre al giardino di Ninfa posizionato sul podio in terza posizione, tra i giardini più belli al mondo ci sono altre meraviglie italiane. Partiamo da villa Gamberaia in provincia ci Firenze dove spiccano simmetria eleganti e giochi d’acqua, tanto che Miami e Philadelphia hanno replicato l’ispirazione. Tivoli con Villa d’Este non poteva mancare: il trionfo barocco di cascate e fontane lascia tutti a bocca aperta. Si aggiungono poi in classifica, il Sacro Bosco di Bomarzo dall’anima enigmatica con “mostri” scolpiti nella pietra e un paesaggio rilassante tutto da esplorare. In classifica anche villa Silvio Pellico a Moncalieri, in provincia di Torino: il giardino disegnato da Russell Page con parterre geometrici e siepi potate con rigore è un ritratto di classicità.

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Weekend di maggio: sono i giardini più belli di Lisbona e questo mese potete visitarli gratis

C’è profumo di primavera nell’aria e le temperature si alzano ogni giorno di più anche nella penisola italiana, ma a Lisbona – in Portogallo – c’è anche qualcosa in più: un intero mese in cui i giardini più belli della città spalancano le porte, gratuitamente, al pubblico.

Si chiama Jardins Abertos ed è molto più di un semplice festival del verde: questa iniziativa è un invito a scoprire angoli nascosti, spazi verdi normalmente chiusi e autentici scrigni botanici nel cuore urbano della capitale portoghese.

Dal titolo poetico “Na esperança do que há de vir”, ovvero “Nella speranza di ciò che verrà”, l’edizione di maggio 2025 si snoda in quattro weekend – 3-4, 10-11, 17-18 e 24-25 maggio con un programma ricco di aperture straordinarie, attività culturali e momenti di pura meraviglia vegetale. La notizia più bella? Tutti gli ingressi sono gratuiti, ma solo durante i giorni del festival.

Jardins Abertos è un itinerario botanico tra i segreti di Lisbona

Il primo weekend di apertura, quello del 3-4 maggio, segna l’inizio di questa immersione nella Lisbona più verde con alcune chicche imperdibili. Si parte dall’Estufa Fria, la spettacolare serra tropicale incastonata nel Parque Eduardo VII: un vero paradiso di palme, felci e cascate che sembra uscito da un film d’avventura. E, per l’occasione, non servirà alcun biglietto d’ingresso.

Sempre nel primo weekend si apre il Jardim da Procuradoria Geral, elegante e rigoroso come solo un giardino istituzionale sa essere, ma solitamente off-limits per il pubblico. Tra le aperture più curiose, c’è anche l’Atelier do Grilo, dove la creatività incontra il verde in un mix che profuma d’arte e sperimentazione.

Ma Jardins Abertos è anche scoperta di micro-spazi e giardini meno noti, come il Jardim do Dragão (solo il 3 maggio), un piccolo gioiello urbano dal nome leggendario, o il Jardim do Bombarda (solo il 4 maggio), immerso nella vibrante zona del Bairro Alto, tra street art e locali alternativi.

Verde, cultura e poesia nei parchi di Lisbona

Tra le location che aprono per un solo giorno, vale la pena segnarsi anche il Jardim do Museu de Lisboa, disponibile sempre nel primo weekend, e il suggestivo Palácio Fronteira, una delle dimore storiche più belle della città, visitabile solo il 3 maggio: qui, le maioliche azzurre e il giardino all’italiana fanno da cornice a un vero viaggio nel tempo.

E per chi ama l’anima più “selvaggia” della capitale, Jardins Abertos riserva anche il Parque Florestal de Monsanto, il polmone verde di Lisbona. Solitamente frequentato da runner e appassionati di trekking, il parco aprirà eccezionalmente alcune delle sue aree più nascoste solo il 3 maggio.

Il festival continua nei fine settimana successivi con nuove aperture, workshop, passeggiate guidate e talk sul futuro sostenibile delle città. Jardins Abertos, infatti, non è solo un invito al relax, ma anche un momento di riflessione collettiva sul verde urbano e sull’importanza di riconnettersi con la natura.

In una Lisbona sempre più attenta all’ambiente, questo evento è la scusa perfetta per vedere la città sotto una nuova luce: se state programmando un viaggio nella soleggiata città del egnate in agenda le date, scarpe comode ai piedi e macchina fotografica a portata di mano: i giardini più belli di Lisbona vi aspettano, a porte aperte.

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Con l’evento Ville Aperte 42 dimore e giardini da sogno sono visitabili gratis

Dal 3 all’11 maggio 2025 torna l’edizione primaverile di Ville Aperte, una manifestazione che vuole valorizzare alcuni gioielli nascosti della Lombardia spaziando tra 5 province: dimore storiche e giardini in provincia di Milano, Monza e Brianza, Varese, Lecco e Como aprono le porte per l’occasione accogliendo i visitatori più curiosi. Per l’occasione questi luoghi inaspettati saranno accessibili a tutti dando modo di fare un balzo indietro nel tempo immaginando come potesse essere la vita nobiliare di un tempo.

Ville aperte 2025: il programma

Giunge alla ventitreesima edizione Ville Aperte; per il 2025 sono coinvolti 42 luoghi distribuiti in cinque province. Si parla spesso di Ville aperte Brianza ma in realtà le province coinvolte sono 5: Milano, Monza e Brianza, Varese, Lecco e Como con tantissime dimore storiche e giardini da esplorare. Il territorio custodisce numerosi gioielli che hanno fatto parte della storia e delle decisioni politiche di un tempo, accogliendo l’aristocrazia milanese e brianzola in eventi durante tutto l’anno.

Per l’occasione però ci sono delle novità: sono coinvolte alcune chiese giubilari della diocesi di Milano con la collaborazione dell’organizzazione dell’Associazione Cammino di Sant’Agostino. Tra affreschi, camini, soffitti decorati e giardini tutti da esplorare c’è davvero l’imbarazzo della scelta per gli appuntamenti dal 3 all’11 maggio. Una curiosità? L’evento replicherà il prossimo autunno con date dal 20 settembre al 5 ottobre. La partecipazione è gratuita, ma è necessario prenotarsi anticipatamente sul sito ufficiale dell’iniziativa.

Le ville aperte a Lecco

Il lecchese propone un mix unico tra arte contemporanea e memorie ottocentesche. A Bellano, i visitatori potranno scoprire il Museo Giancarlo Vitali e l’insolito spazio di San Nicolao Arte Contemporanea. Le ville di Calco, come villa Calchi e villa Moriggia Castelfranchi, raccontano storie di nobili casati, mentre villa Monastero a Varenna regala panorami mozzafiato sul lago.

 Le ville aperte a Milano e Varese

Nel milanese si va alla scoperta del fascino austero e raffinato di villa Arconati-FAR a Bollate, e dei fasti settecenteschi di villa Ghirlanda Silva e villa Casati Stampa di Soncino a Cinisello Balsamo. A Trezzo sull’Adda, si potrà esplorare il suggestivo Castello Visconteo, la Centrale Idroelettrica Taccani e il Santuario della Divina Maternità di Concesa. Immancabile anche una passeggiata nella magnifica villa Visconti Borromeo Litta a Lainate, con i suoi giochi d’acqua seicenteschi. E a Varese? Qui un solo tesoro: si tratta di villa Gianetti a Saronno, un edificio liberty elegante con un parco di tutto rispetto.

Villa Litta da visitare

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Villa Litta partecipa a Ville Aperte 2025

Le ville aperte in Brianza

La provincia di Monza e Brianza offre uno dei programmi più ricchi: dalla maestosa Reggia di Monza e il suo Parco alle dimore più intime come villa Cusani Traversi Tittoni a Desio o villa Borromeo d’Adda ad Arcore. Tra le chicche: il percorso nella Premiata Torrefazione Cafè Tropical a Monza e la visita all’enigmatico ex manicomio di Mombello a Limbiate. A Vimercate, spazio alla storia con il MUST Museo del Territorio e l’elegante villa Sottocasa.

La villa di Monza vista dall'esterno

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La villa di Monza partecipa a Ville Aperte 2025

Le ville aperte a Como

Il comasco stupisce con proposte originali: a Cernobbio, villa Bernasconi, la “casa che parla”, offre un’esperienza immersiva tra Art Nouveau e storytelling. A Cabiate, villa Padulli e il suo parco monumentale incantano con la loro eleganza, mentre a Canzo la vecchia filanda rivive come Atelier Fiume. Da non perdere anche villa Carcano ad Anzano del parco e villa Sormani a Mariano Comense.

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Isola Madre, il meraviglioso gioiello italiano sul Lago Maggiore

Il Golfo Borromeo rappresenta sicuramente l’angolo più bello del Lago Maggiore e, con la sua presenza, ripara i suoi gioielli più preziosi: le Isole Borromee e i loro spettacolari palazzi. Lussureggianti giardini, palazzi barocchi e bellezze naturali rendono questo luogo un’oasi tutta da scoprire, della quale fanno parte Isola Bella, Isola dei Pescatori, Isola San Giovanni, lo scoglio della Malghera e l’Isola Madre.

Quest’ultima è la più grande dell’arcipelago, per un totale di otto ettari di superficie, dove fioriture spettacolari e animali dai piumaggi variopinti immergono i visitatori in un paradiso paesaggistico definito da Gustave Flaubert “il luogo più voluttuoso al mondo”. Qui vi raccontiamo la sua storia e cosa vedere per scoprirla in ogni suo dettaglio.

La storia di Isola Madre, la più grande delle Isole Borromee

La storia di Isola Madre è indissolubilmente legata a quella della Famiglia Borromeo quando, a partire dal 1502, cominciarono i lavori per trasformarla da tenuta agricola a residenza privata di Lancillotto Borromeo. Per la costruzione del palazzo bisognerà attendere Renato I Borromeo, che ne affidò la progettazione a Pellegrino Tibaldi, figura di spicco della cultura lombarda contemporanea e architetto di fiducia di San Carlo.

Alla fine del 1700, l’isola appariva come la vediamo oggi e iniziò a essere considerata un luogo di pace e riposo. Nel 1823 furono aggiunte le serre, mentre nel 1826 fu eretta la cappella di famiglia sul lato orientale del grande piazzale. L’Isola Madre cambia nome diverse volte: prima è San Vittore, poi Isola Maggiore e ancora Isola Renata. Per il nome attuale, “Madre”, alcuni pensano che sia stato scelto per ricordare Margherita Trivulzio, madre di Renato I che riportò il possedimento tra i beni dei Borromeo, altri come omaggio alla supremazia storica dell’isola nel bacino del Verbano.

Cosa vedere all’Isola Madre sul Lago Maggiore

Visitare l’Isola Madre è un’esperienza suggestiva per chiunque si trovi sul Lago Maggiore. Qui potrete immergervi nell’antica vita cortese e ammirare i sontuosi interni di Palazzo Borromeo, tra porcellane, livree, dipinti di famiglia, arazzi e letti a baldacchino. Una volta tornati all’aria aperta, saranno gli incredibili giardini a conquistarvi, contraddistinti da una particolare atmosfera romantica ed esotica grazie alla presenza di piante ed essenze rare.

Palazzo Borromeo

Costruito tra il 1583 e terminato solo nell’Ottocento, Palazzo Borromeo fu inizialmente impiegato come dimora, per poi essere adibito ad altri usi e infine aperto al pubblico come museo nel 1978. Qui potrete ammirare preziosi arredi provenienti da varie dimore della famiglia Borromeo, scoprendo così lo stile di vita del XVI e XVII secolo.

Di particolare bellezza sono l’ingresso, con statue e medaglioni in marmo che introducono i visitatori al grande scalone a due rampe, il salotto veneziano con le pareti decorate a trompe l’oeil e la sezione dedicata ai teatrini delle marionette di casa Borromeo. Il Teatro delle Marionette racchiude una collezione di apparati scenici, marionette e copioni tra le più ampie e meglio conservate al mondo. Tutti questi oggetti venivano utilizzati per realizzare spettacoli domestici e intrattenere gli ospiti di Casa Borromeo.

Infine, dalle grandi finestre al piano Nobile, godrete di una vista incredibile sul golfo Borromeo e sulle altre Isole Borromeo.

I giardini e le specie botaniche rare

I giardini rappresentano uno spazio di quasi otto ettari, curato nei minimi dettagli, in cui ci si può perdere tra specie botaniche rare, provenienti da ogni parte del mondo e dalla forte impronta esotica. Realizzato a inizio Ottocento, quest’area verde vanta anche presenze importanti e di tutto rispetto, come una palma Jubaeae Spectabilis, che ormai ha superato il traguardo dei 125 anni, e il bicentenario cipresso del Kashmir, arrivato qui dall’Himalaya nel 1862. Si tratta del più grande e il più vecchio esemplare in Europa, ormai in via d’estinzione nel suo Paese d’origine.

Inoltre, qui, mentre si è rapiti dalla bellezza di fiori e alberi, ammirando il panorama dai cannocchiali che si trovano passeggiando lungo i viali ombreggiati, non di rado passano indisturbati uccelli variopinti, che vivono in libertà nel parco. A loro si aggiungono fagiani, sia argentati che dorati, e regali pavoni bianchi, rendendo così magica la permanenza su questa fantastica isola circondata dal Lago Maggiore.

Il giardino dell’Isola Madre, inoltre, è stato uno dei primi in Italia, nel 1830, a ospitare una collezione di camelie.

Come visitare l’Isola Madre

L’Isola Madre è aperta ai visitatori dal 15 marzo al 2 novembre 2025 in diversi orari:

  • dal 15 marzo al 25 ottobre, dalle 10:00 alle 17:00;
  • dal 26 ottobre al 2 novembre, dalle 10:00 alle 16:00.

Si possono acquistare diversi biglietti: la visita libera costa 21 euro, mentre la visita guidata 120 euro. Potete acquistare anche un’audioguida al costo di 6 euro.

Il modo migliore per raggiungere l’Isola Madre è con un battello in partenza da Stresa. Potete acquistare anche un biglietto combinato che vi permette di arrivare, nell’arco della stessa giornata, anche alle altre isole visitabili.

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Balboa Park a San Diego, dai giardini ai musei: un luogo dove è impossibile annoiarsi

Siamo a San Diego in California e qui c’è un luogo magico da scoprire: stiamo parlando del Balboa Park, un’area intrisa di storia. Inizialmente era un’area di 1400 acri di terreno conosciuta con il nome di City Park. Oggi, dopo un profondo sviluppo edilizio durato per anni, è diventata tra le attrazioni da non perdere quando ci si reca a San Diego. Si estende per più di 400 ettari e sono presenti musei, giardini, associazioni artistiche culturali e internazionali, oltre che lo zoo di San Diego.

Balboa Park, la storia

Quando siamo in vacanza, non desideriamo altro che entrare a contatto con la cultura del posto: a San Diego c’è un luogo dove è possibile farlo e dove 14 milioni di visitatori all’anno vengono proprio qui per scoprire i musei, i giardini, le associazioni artistiche, con la possibilità di fare delle attività storiche, didattiche, orticole o ricreative. Insomma, qui è proprio vietato annoiarsi!

Ma per scoprire la storia del Balboa Park, che si trova in America, dobbiamo fare un passo indietro fino al 1868: all’epoca si chiamava City Park ed era un luogo ricoperto di arbusti. Sebbene la superficie totale del parco oggi sia ridotta rispetto al passato, in realtà la sua realizzazione è stato uno sforzo profuso da parte di numerose persone che negli anni si sono offerte di contribuire attivamente a ciò che oggi è Balboa Park.

Balboa Park a San Diego

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La fontana del Balboa Park a San Diego

Solamente durante il 1900 è stato infatti messo a punto un piano generale per migliorare e abbellire il parco con impianti idrici, piantumazione, realizzazione di strade. Nel corso degli anni ha assunto le sembianze che ha oggi, ovvero una struttura in grado di mettere d’accordo tutti con attrazioni ed eventi da non perdere.

I musei

All’interno del parco sono presenti numerosi musei dove è possibile approfondire la storia, la scienza e molte altre tematiche. A tal proposito, sottolineiamo che è possibile richiedere il Pass Explorer per accedere ai musei in modo comodo e conveniente. Tra i primi di cui vogliamo parlare troviamo il Centro Culturale della Raza, che è una celebrazione dell’arte, della cultura chicana, latina e indigena. Sono presenti mostre di arti visive, spettacoli dal vivo e proiezioni cinematografiche. Lo spazio è impreziosito inoltre dai murales vivaci, dove i turisti si fermano a scattare foto memorabili.

Un altro degli appuntamenti imperdibili del Balboa Park? Fare un salto al Comic-Con Museum, dove invece possiamo soffermarci sulle collezioni dedicate ai fumetti e all’arte popolare. Citiamo poi la Casa delle Relazioni del Pacifico, in cui c’è l’opportunità di approfondire le culture da ogni parte del mondo, il Centro Scientifico della Flotta e l’Istituto di Arte Contemporanea. Il parco è infatti un vero punto di riferimento per chi desidera scoprire l’arte progressista e sperimentale.

Ma siamo solo all’inizio di quello che possiamo effettivamente ammirare all’interno del Balboa Park, come il Giardino e il Museo dell’Amicizia Giapponese, Casa Marston (che invece celebra l’architettura californiana), il Museo Internazionale Mingei, il Museo delle Arti Cinematografiche, o persino il Museo dell’Aria e dello Spazio.

I giardini

Oltre alla storia, all’arte e alla cultura, al Balboa Park possiamo trascorrere una giornata a contatto con la natura. Sono presenti diversi giardini e sentieri naturalistici, come quello del Nat, che è circondato da piccoli giardini e sentieri didattici con esposizioni di piante autoctone e a basso tenore idrico. Per chi invece desidera scoprire un’oasi tropicale con più di 450 palme e 58 specie diverse, allora l’appuntamento imperdibile è Palm Canyon.

Il Giardino di Zoro è invece un’ex colonia nudista che oggi è stata trasformata in un giardino per le farfalle. Al Balboa Park si trovano anche il Giardino Commemorativo dei Veterani, il Giardino degli Alberi per la Salute (un giardino didattico per le piante medicinali), la Fondazione del Giardino Botanico di San Diego, oltre a una magnifica riserva di piante autoctone della Florida. Non dimentichiamo di vedere il Giardino del Deserto, con piante succulente e resistenti alla siccità da tutto il mondo, oltre a un’oasi urbana in cui sono conservate diverse piante rare, ovvero il Giardino della Pace Curativa.

Le attrazioni

Se desideriamo arricchire ulteriormente il nostro itinerario di visita a Balboa Park, possiamo farlo tranquillamente perché non abbiamo ancora citato le attrazioni: il Ponte Cabrillo è l’ingresso più famoso al distretto del Parco, ma è impossibile non adocchiare la magnifica Torre della California, un simbolo del luogo. Sono previste attività per tutti, inclusi i bambini, tra cui l’opportunità di fare un giro sulla giostra o partecipare a un tour su un treno d’epoca, un vero e proprio trenino in miniatura.

O magari possiamo rimanere senza fiato di fronte all’albero di fico di Moreton Bay, un vero e proprio gigante magnifico e centenario. E poi non manca un centro d’arte del villaggio spagnolo per tutti gli amanti dell’arte. E non dimentichiamo che, disseminati in giro per il parco, è possibile visitare i numerosi negozi di souvenir dove possiamo comprare un cadeau da portare ai nostri amici o magari per ricordare la visita.

Le attrazioni del Balboa Park

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Le attrazioni del Balboa Park

Dove si trova Balboa Park e come arrivare

C’è una buona notizia: raggiungere Balboa Park è semplice con i mezzi pubblici. Delimitato da Upas St a nord, dalla 28th St a est, oltre che dalla Sixth Avenue a ovest, a sud invece c’è l’arco della San Diego Fwy. Park Boulevard è la strada che passa in mezzo al parco, vicinissima all’ufficio informazioni, in modo tale da essere subito a contatto con i professionisti del parco per farsi guidare e ricevere gli opuscoli e la mappa. Per recarci in bus, dobbiamo prendere l’autobus della linea 7.

All’interno del Balboa Park sono naturalmente presenti tutti i servizi, e spicca la presenza del tram gratuito che percorre proprio il quartiere culturale durante il giorno, trasportandoci in pochi minuti nelle attrazioni più popolari del parco. Effettua ben 5 fermate, tra cui il parcheggio Inspiration Point e Plaza de Panama, installata nel 1996. Aggiungiamo inoltre che l’ingresso al Balboa Park è gratuito ed è aperto 24 ore su 24 durante tutti i giorni della settimana. Solamente alcuni musei o attrazioni possono essere a pagamento, ma ci sono anche moltissime attrazioni gratuite che possiamo ammirare senza spendere nulla. Quando visitarlo? Il periodo migliore per visitare San Diego è l’autunno o la primavera.