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Cosa vedere e cosa fare a Pordenone

La città di Pordenone si trova nella bellissima regione del Friuli Venezia Giulia ed è una destinazione sorprendente, che sorprende per il suo mix di modernità e tradizione. Pordenone viene spesso trascurata rispetto ad altre destinazioni italiane, ma è perfetta per chi desidera vivere un’esperienza unica ed autentica, lontana dal grande afflusso di turisti. Ecco, quindi, cosa vedere cosa fare nella città di Pordenone.

Corso Vittorio Emanuele II: il cuore di Pordenone

La visita alla scoperta di questa città del Friuli Venezia Giulia non può che non iniziare dalla sua via principale: Corso Vittorio Emanuele II. Si tratta di una strada storica di Pordenone e ne rappresenta il suo cuore pulsante. È possibile passeggiare tra antichi edifici, palazzi nobiliari e coperta da fantastici portici eleganti. In questa via si apprezza l’atmosfera rilassata e accogliente del centro storico, ideale per una pausa dai tanti caffè e ristoranti, per immergersi nella vita quotidiana della città.

L’edificio più notevole lungo questa strada è il Palazzo Comunale, in stile gotico, con il suo imponente orologio e la loggia, la cui costruzione risale al Tredicesimo secolo e rappresenta uno dei simboli della città. Nelle vicinanze è possibile visitare anche la Torre Civica, da cui è possibile godere di una fantastica vista sulla città.

Il Duomo di San Marco e il campanile

A pochi passi dal Corso è possibile visitare il Duomo di San Marco, un gioiello del patrimonio religioso di Pordenone. Questa struttura, che venne costruita nel Tredicesimo secolo, racchiude al suo interno diversi stili architettonici, gotico e rinascimentale, ed è caratterizzata da splendidi affreschi, tra cui le opere del pittore Giovanni Antonio de’Sacchis, noto come “Il Pordenone”. Al suo fianco svetta la torre del campanile, visibile da tutta la città, e che è anche riconosciuto come uno dei campanili più alti del Friuli Venezia Giulia. Secondo alcuni racconti, come la celebre Torre di Pisa, la sua inclinazione lieve sarebbe dovuta a un errore di calcolo durante la costruzione.

I Musei Civici di Pordenone

Per gli appassionati di arte e cultura, non può mancare la visita ai Musei Civici di Pordenone, ospitati all’interno di Palazzo Ricchieri. Al suo interno è possibile trovare una vecchia e ricca collezione di opere d’arte, che spaziano dal Medioevo fino all’epoca contemporanea, con particolare attenzione ad artisti locali come Il Pordenone, citato prima, ed altri maestri del Rinascimento. I musei civici sono divisi in diverse sezioni e a raccontano la storia della città attraverso sculture, dipinti, ceramiche e reperti archeologici.

Scorcio del centro storico di Pordenone con palazzo del Comune sullo sfondo

Fonte: iStock

Centro storico della città di Pordenone

Parco Galvani e Villa Galvani

Pordenone non è solo arte e storia, ma è anche il luogo perfetto per chi ama rilassarsi a contatto con la natura. Il Parco Galvani è uno dei luoghi ideali, dove trovare un’oasi di tranquillità e relax. Passeggiando tra i viali alberati e gli ampi prati del parco, è possibile prendere una pausa dalla visita della città ed ammirare la Villa Galvani, un’elegante dimora storica che va ad aggiungersi alla lunga lista di ville storiche da scoprire, tra Veneto e Friuli.

All’interno di Villa Galvani è possibile visitare la galleria d’arte dedicata al panorama fumettistico pordenonese “PAFF! International museum of Comic Art”.

Il mercato cittadino, una tradizione vivente

Il modo migliore e più autentico per conoscere la vita e le tradizioni locali è sicuramente quello di visitare il mercato cittadino. Qui a Pordenone è possibile camminare tra bancarelle colorate che ogni settimana si riuniscono e dove acquistare prodotti freschi e locali, immergendosi nella sua vivace atmosfera.

Il sentiero del Noncello

Per gli amanti della natura, che hanno intenzione di passare giornate all’aria aperta, il sentiero del Noncello è da non perdere. Si tratta di un itinerario naturalistico che si snoda lungo il fiume Noncello e che offre panorami suggestivi tra boschi ed aree agricole, lungo il quale si trovano diversi punti di interesse storico, come antichi mulini e ponti di legno. È un sentiero adatto a tutti e rappresenta un ottimo modo per godersi un po’ di attività all’aperto, ma senza allontanarsi eccessivamente dal centro storico di Pordenone, per una passeggiata rilassante.

Eventi culturali e festival a Pordenone

Dal punto di vista culturale, Pordenone è una città molto attiva, con eventi e festival che si tengono durante tutto l’anno. Uno degli appuntamenti più famosi è sicuramente pordenonelegge, un festival letterario che si tiene ogni anno a Settembre e che è in grado di attirare autori e appassionati di letteratura da tutta Italia. Durante questo evento la città, infatti, diventa un vivace punto di incontro per lettori e scrittori, tra dibatti, presentazioni e laboratori.

Un altro evento da non perdere è l’evento Cinema Zero, un festival del cinema indipendente, durante il quale è possibile godere di film di alta qualità, che sono spesso fuori dai circuiti cinematografici commerciali. Inoltre, per chi ama la musica, presso il Teatro Verdi, nel cuore di Pordenone, durante l’anno si tengono regolarmente diversi concerti, ma anche spettacoli teatrali, opera e di danza.

Cosa fare nei dintorni di Pordenone: gite e escursioni

Pordenone si può considerare anche come un’ottima base di partenza per esplorare le bellezze naturali del Friuli Venezia Giulia. A breve distanza dalla città, infatti, si trovano le Dolomiti Friulane, patrimonio mondiale dell’UNESCO e luogo ideale per escursioni a piedi o in bicicletta. In inverno queste vette diventano una meta popolare per gli amanti dello sci e degli sport invernali.

Inoltre, non lontano dalla città si può visitare anche la pittoresca cittadina di Spilimbergo, città famosa e conosciuta in tutta Italia per la tradizione mosaicista, grazie alla presenza della sua scuola di Mosaicisti del Friuli, e dove è possibile ammirare opere d’arte in mosaico dalla straordinaria bellezza.

Per chi, invece, preferisce il mare, in meno di un’ora di auto è possibile raggiungere la storica località balneare di Grado, con lunghe passeggiate sabbiose ed un centro termale rinomato.

Pordenone potrebbe non essere tra le mete più conosciute d’Italia, ma allo stesso tempo vanta di un fascino discreto, una città ricca di storia e cultura, che rende questa destinazione del Friuli Venezia Giulia l’ideale per scoprirne le sue bellezze, lontana dai soliti itinerari turistici.

Palazzo del comune di Pordenone con bandiera italiana e con i colori cittadini

Fonte: iStock

Palazzo del Comune di Pordenone
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Cosa vedere nella regione della Carnia

Incastonata nell’angolo nord occidentale del Friuli Venezia Giulia, al confine a ovest con il Veneto e a nord con l’Austria, si trova la Carnia, un dedalo di paesaggi di montagna straordinari, valli incantate e borghi dal fascino antico, ricco di storia e con una prelibata tradizione culinaria. Alle famiglie, agli amanti dello sci, della bici e di passeggiate ed escursioni a stretto contatto con la natura una vacanza in Carnia, in estate così come in inverno, assicura autenticità, tranquillità e benessere.

Ecco le cose da vedere e le attività da fare durante un viaggio nel territorio della Carnia.

Cosa vedere e cosa fare in Carnia

Considerato il capoluogo della Carnia, Tolmezzo è un borgo ricco di storia e di tradizioni e anche un ideale luogo di soggiorno per scoprire le valli circostanti. Nel centro storico del paese meritano una visita il Duomo settecentesco dedicato a San Martino e i numerosi edifici nobiliari, tra cui il Palazzo Campeis, con il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. Inoltre, tra i vicoli del vicino borgo rurale di Ileggio si possono ammirare il cinquecentesco Mulin de Flec, ancora funzionate e la Pieve di San Floriano, una chiesa rurale risalente al IX-X secolo.

Nel cuore della Carnia, si trova anche Arta Terme, nota stazione termale, dove soggiornò persino il poeta e scrittore Giosuè Carducci. Grazie alle acque sulfuree, in particolare dell’acqua “Pudia”, è una destinazione perfetta per un soggiorno sia terapeutico sia di benessere, a cui abbinare d’inverno lo sci e d’estate passeggiate nella natura o escursioni in bici alla scoperta del territorio. Meritano una visita anche la vicina Zuglio, sulla sponda destra del torrente But, il più importante sito archeologico della Carnia, e il borgo di Cabia, famoso per i formaggi della latteria e per lo sliwovitz, un distillato di prugne.

Sutrio è un caratteristico borgo di montagna, aderente all’Associazione Borghi Autentici d’Italia, che si trova nella Valle del But. Questo borgo è molto affascinante per le sue case tradizionali in pietra e qui l’atmosfera diventa ancora più suggestiva nel periodo delle festività natalizie, quando per le vie del paese vengono allestiti presepi lignei, di ogni genere e tipo, persino a dimensione naturale. Legata alla tradizione della lavorazione del legno, la prima domenica di settembre si svolge la manifestazione “Magia del legno”. Sutrio è una piacevole destinazione per una vacanza in estate così come in inverno.

Sutrio, Carnia

Fonte: iStock

Panorama di Sutrio, in Carnia

Chi non ha sentito parlare del Monte Zoncolan, una delle tappe più famose del Giro d’Italia? La salita che da Ovaro porta in cima è tanto impegnativa che il monte è stato soprannominato “Kaiser”, ma non preoccupatevi, perché vi sono anche vie più rilassanti, quali la Funivia Ravascletto-Zoncolan in inverno e il sentiero “Gjalinar” in estate. Ravascletto è, quindi, la meta ideale per una vacanza bianca, grazie alle bellissime piste da cui è circondata, e per una vacanza attiva in estate, quando godere di bellissimi paesaggi montani, tra passeggiate e pedalate in MTB, più o meno impegnative.

Capoluogo della Val Pesarina è Prato Carnico, composto da 10 paesini e circondato da imponenti montagne dolomitiche che superano i 2.000 metri d’altezza. Una delle frazioni più conosciute è Pesariis, dove da più di quattro secoli si fabbricano orologi. Alla bellezza del luogo, si aggiunge la peculiarità di una passeggiata tra le vie di questo borgo, decorate da orologi pubblici di ogni genere, con relativa descrizione. Un itinerario unico nel suo genere, che culmina nella visita al Museo dell’Orologeria: una realtà davvero sorprendente.

Forni Avoltri è il comune più a nord del Friuli Venezia Giulia ed è famoso per il Centro Biathlon, nel quale si sono disputati numerosi eventi sportivi a livello nazionale e internazionale. Si tratta in realtà di due borghi e il nome è legato alla loro storia: i forni, in cui si fondevano i minerali estratti dal monte Avanza, e Avoltri, che fu il primo nucleo abitativo dei minatori. Numerose sono le passeggiate attraverso oasi faunistiche e laghetti alpini, fino al monte più alto del Friuli Venezia Giulia, il Coglians, così come tante sono le possibili escursioni in bici, contando anche sulle strutture ricettive del Club Bike Experience, dotate di tutti i servizi e comfort ideali per i cicloturisti.

Per una vacanza all’insegna della tranquillità immersi in un paesaggio mozzafiato, Sauris è la meta ideale, dove fare escursioni a piedi nei boschi, tra torrenti e malghe, pescare lungo i fiumi o fare canoa sull’omonimo lago. Interessanti da visitare sono il Santuario di Sant’Osvaldo a Sauris di Sotto e a Sauris di Sopra la Chiesa di San Lorenzo e il Centro Etnografico. Un’attenzione particolare merita la tipica architettura delle case, unica nel suo genere: le case in pietra e legno vengono, infatti, costruite con la tecnica block bau, ovvero con tronchi di legno sovrapposti e incastrati agli angoli. Da non perdere la degustazione del prosciutto crudo locale, un po’ affumicato, e della birra artigianale.

Forni Sopra e Forni Sotto erano una volta un unico comune, infatti le due località, che si trovano nell’alta Val Tagliamento, distano solo 8 km. Forni di Sotto è il comune più esteso della Carnia e si suppone essere già abitato in epoca pre-romana, i ruderi del castello sono ancor oggi visibili nella località detta Chiastelàt; completamente raso al suolo nel 1944 dai nazisti fu poi ricostruito conservando le fontane delle tre borgate in cui era suddiviso. Forni di Sopra, pittoresco paese di montagna con case in pietra e antiche chiese, è dominato dalle vette delle Dolomiti Friulane, che regalano paesaggi mozzafiato, ed è una delle mete sciistiche più amate dagli appassionati di sci, snowboard e ciaspole. Durante l’estate entrambe i comuni sono mete ideali per le vacanze dei walker e biker che qui possono scegliere, dopo un percorso in bici lungo i sentieri di fondovalle o un’escursione nel Parco delle Dolomiti Friulane, Patrimonio Unesco, di soggiornare nelle strutture ricettive dei Club Bike Experience e Walking Hotels Experience qualificate, attrezzate e studiate ad hoc per le loro esigenze. Inoltre, per coloro che vogliono misurare il loro coraggio con lanci nel vuoto e percorsi acrobatici sospesi tra gli alberi e molto altro, non può mancare una visita al Dolomiti Adventure Park.

La cucina della Carnia

Anche in campo gastronomico la Carnia ha un carattere distintivo rispetto al resto della regione, con la sua cucina ricca di cereali, legumi, ortaggi, erbe aromatiche, che si trovano nei boschi e nei prati di questa terra. Assolutamente da gustare sono i Cjarsòns, ravioli ripieni di ricotta, erbe e altri ingredienti come spinaci, uvetta, formaggio grattugiato, uova, spesso tendenti al dolce,, cotti in acqua bollente e conditi con burro fuso, ricotta affumicata e cannella. Squisiti sono i formaggi, come il Formadi Frant o il formaggio di malga, e i salumi, come il Prosciutto di Sauris affumicato, da abbinare alla birra artigianale locale.

Sauris, Carnia

Fonte: iStock

Il prosciutto tipico della Carnia
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Soleschiano di Manzano, il primo borgo vegano d’Italia

Incastonato tra le verdeggianti colline del Friuli orientale, si trova un borgo che ha qualcosa di speciale non soltanto per la sua bellezza paesaggistica e architettonica, ma anche perché è il primo borgo vegano d’Italia. Stiamo parlando di Soleschiano di Manzano, nel Friuli Venezia Giulia: un luogo in cui viene portato avanti da anni un progetto lodevole che vuole sensibilizzare sulla sostenibilità attuale e futura nel rapporto tra uomo e ambiente, un tema a cui viene posta sempre maggior attenzione in un mondo in cui il cambiamento climatico causato dall’essere umano sta dimostrando tutti i suoi effetti drammatici.

Scopriamo qualcosa in più sull’impegno di Soleschiano a diventare un borgo vegano, un progetto ideato e condotto dalla RAVE Residency, che salva gli animali destinati al macello per riportarli ad una vita di campagna. Vediamo anche quali sono le cose da non perdere visitando questo borgo vegano in cui l’uomo si impegna a rispettare l’ambiente naturale circostante.

Il progetto che unisce arte, territorio e sostenibilità

Tutto ha inizio dall’idea delle promotrici, le sorelle Isabella e Tiziana Pers, insieme a Giovanni Marta, di dare vita ad un progetto artistico chiamato RAVE East Village Artist Residency. L’obiettivo è quello di contribuire nel cambiamento della realtà di Soleschiano, in provincia di Udine, unendo le attività produttive e quelle creative presenti nel territorio, per creare uno stile di vita più biocentrico. Così facendo si può puntare a ripristinare l’equilibrio virtuoso tra uomo e natura, soprattutto in relazione all’urgenza climatica di cui tanto si parla.

Quello di RAVE è un progetto multidisciplinare che unisce l’arte contemporanea alla salvaguardia della vita animale, sensibilizzando chiunque verso uno stile di vita più sostenibile. Qui viene praticata quella che viene chiamata la “Art_History”, ovvero uno scambio di opere d’arte, create dalle fondatrici di questo progetto, con animali destinati al macello, che vengono quindi salvati e riportati a vivere all’aria aperta.

Ogni anno, in più occasioni, la residenza ospita artisti contemporanei che sono chiamati a sviluppare idee, opere, riflessioni approfondite sulle tematiche che guidano la loro missione. Vengono organizzati eventi, incontri e mostre diffuse (soprattutto nel periodo estivo), che si snodano lungo le vie del borgo storico di Soleschiano di Manzano, tra le antiche case di pietra e le sue piante secolari. In tali occasioni, aperte a tutti, non mancano anche degustazioni di prodotti a chilometro zero e laboratori per bambini.

Nella descrizione di uno degli eventi organizzati, il gruppo Zero Waste FVG, aveva scritto: “La necessità di porre attenzione verso la vita in ogni sua forma e di ricercare un nuovo equilibrio uomo-natura è il punto cardine che l’umanità deve affrontare in questa era storica e geologica per fermare il cambiamento climatico in atto. A 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il suo pensiero nei confronti del regno animale e l’estremo rispetto per il mondo naturale ritornano nella nascita di un borgo per ripensare gli attuali squilibri degli ecosistemi e per porre ogni vita al centro”.

Cosa vedere nel borgo di Soleschiano di Manzano

È un borgo che racconta l’Italia più autentica e attenta al paesaggio, quello di Soleschiano. Sorge a circa 17 chilometri da Udine, in un territorio collinare nel quale scorre il fiume Natisone. Anche questo piccolo gioiello a 20 minuti d’auto da Palmanova (famosa per la sua incredibile pianta a stella) ha diversi punti di interesse che meritano di essere visitati, dai palazzi alle chiese, fino alle enormi querce che punteggiano il territorio: vediamoli tutti.

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, nel cuore del borgo

Tra le viuzze che compongono il centro abitato, spicca Villa Piccoli Brazzà Martinengo, risalente al 1715. Alla vista, la costruzione che si sviluppa su tre piani è incorniciata da un grande portale in pietra con motivi decorativi e volute, e da un cancello in ferro battuto. La vasta area verde circostante è arricchita da reperti archeologici di provenienza aquileiese, oltre che da un’originale riproduzione di rovine romane. Fu nel 1877 che venne realizzato anche un corso d’acqua e un laghetto, opera idraulica che risulta molto utile per tutta la zona circostante. Le visite alla villa sono possibili soltanto previo appuntamento e per gruppi di persone (possono essere chieste informazioni alla Pro Loco di Manzano).

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, a Soleschiano di Manzano

Fonte: iStock

Villa Piccoli Brazzà Martinengo, a Soleschiano di Manzano

Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato

A due passi dalla storica villa Piccoli Brazzà Martinengo, si trova la Chiesa dei Santi Ermacora e Fortunato, fondata nel XII secolo per opera di alcuni monaci benedettini. Dopo diversi interventi di rifacimento e restauro nel corso dei secoli, oggi l’edificio si presenta con una facciata arricchita da una decorazione “a graffio” su intonaco chiaro, con paraste doriche e con un’architrave a triglifi.

La quercia secolare cara ad una poetessa

Qui si trova anche la Farnia, ovvero una quercia secolare che conta ben duecento anni di vita. Ciò che la rende speciale, oltre alla sua longevità e imponenza, è il fatto che fosse il luogo prediletto della scrittrice e poetessa friulana Caterina Percoto (1812-1887). Si racconta infatti che l’artista si sedesse qua sotto, all’ombra dei suoi imponenti rami, per scrivere i propri componimenti.

A 500 metri dalla quercia si trova la casa natale della poetessa, risalente al Seicento: un antico edificio padronale su tre piani che presenta all’ingresso una lapide commemorativa, mentre tutt’attorno sorgono alcune costruzioni rurali di valore ambientale.

Abbazia di Rosazzo, con una vista mozzafiato

A 8 km da Soleschiano, infine, merita una tappa l’antica Abbazia di Rosazzo, in cima all’omonimo colle e immersa in un suggestivo paesaggio fatto di vigne, colline e attraversato dal fiume Natisone. Il complesso abbaziale è composto da diversi edifici che formano gli ambienti tipici di un monastero, arricchiti da giardini pensili e da un belvedere. La struttura più importante è la chiesa di San Pietro Apostolo, costruita all’inizio dell’XI secolo, il stile romanico e ricca di affreschi. È visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.

Dal belvedere dell’Abbazia di Rosazzo la vista è spettacolare e nelle giornate in cui il cielo è più limpido si scorgono i piccoli borghi rurali che punteggiano il territorio, come Manzinello, San Lorenzo, San Nicolò e Soleschiano.

Paesaggio nei dintorni di Soleschiano di Manzano

Fonte: iStock

Paesaggio nei dintorni di Soleschiano di Manzano
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Friuli: 5 laghi panoramici da non perdere

Acqua cristallina, il verde dei boschi e intorno una corona di montagne. Il contesto ideale per una giornata a contatto con la natura, tra relax e azione, in uno dei tanti, splendidi laghi che punteggiano la cartina geografica del Friuli.

La regione più nordorientale d’Italia è, forse più di ogni altra, un vera e propria terra delle acque. Le sue valli sono solcate da decine di fiumi rilevanti come il Tagliamento, l’Isonzo, il Natisone, il Livenza, il Piave, e da centinaia di torrenti purissimi che gli tributano le loro acque. Per questo, per gli amanti delle spiagge d’acqua dolce e del wild swimming, il Friuli è spesso considerato una specie di paradiso.

A questo impressionante menù di corsi d’acqua si devono aggiungere però un bel numero di laghi, che rappresentano una variante interessante e diversa rispetto a un tuffo in una piscina naturale di un torrente montano. I laghi del Friuli sono tutti di piccole dimensioni e collocati in un ambiente montano: luoghi di bellezza e di natura, dov’è impossibile non rimanere colti dalla grande bellezza di tutto ciò che accoglie il nostro sguardo. La loro natura alpina consente loro di evitare le caratteristiche che spesso rendono negativa un’esperienza balneare di lago, come fastidiosi depositi o un lieve strato melmoso sul fondo.

Lago di Cavazzo, il più grande lago naturale del Friuli

Lago Cavazzo Friuli

Fonte: Lorenzo Calamai

Il panorama dalle sponde del Lago di Cavazzo

Il Lago di Cavazzo è il lago naturale più grande del Friuli-Venezia Giulia: si apre in un bacino al confine tra tre diverse amministrazioni locali e, per questo, è non solo noto come Lago dei Tre Comuni, ma anche con il nome, a turno, di uno dei tre comuni in questione: Trasaghis, Bordano e Cavazzo Carnico.

Il lago è balneabile in un paio di ampie zone, ha un fondale di ghiaia molto fine, acque pure e trasparenti. Le spiagge sono di piccoli e comodi sassi bianchi, ma con un ampio spazio verde, con prati al riparo di frondosi alberi dov’è comodo stendere teli, asciugamani e materiale per il pic-nic. In più, sono presenti aree attrezzate con griglie per il barbecue.

L’acqua del Lago di Cavazzo è piuttosto fredda, ma il suo colore cristallino, che assume un blu più intenso quando la profondità diventa maggiore, attira anche i nuotatori più restii. Splendida la visuale che, dalla spiaggia sul lato sud-orientale, attraversa il bacino e si posa sui profili imponenti del monte Festa, con le rovine del fortino che ne incoronano la cima, e sulle cime circostanti.

Un sentiero pedonale percorre tutto il lato est del lago, regalando splendidi scorci sulla natura circostante, mentre sul lato occidentale il campeggio Lago 3 Comuni noleggia SUP e kayak per un viaggio acquatico che permette di esplorarne davvero ogni angolo.

Il Lago di Cornino e i grifoni

Il Lago di Cornino, con il suo specchio d’acqua talmente azzurro e blu da sembrare irreale, è un piccolo lago originatosi oltre diecimila anni fa.

Oggi ospita una strepitosa riserva naturale, con la più grande colonia italiana di grifoni. Non le creature della mitologia, bensì grossi rapaci della famiglia degli avvoltoi, nome scentifico gyps fulvus. Questa specie si era praticamente estinta in Italia, ne erano rimasti alcuni esemplari solamente in Sardegna. Un progetto di reintroduzione in alcune aree del paese, fra cui in Friuli, ha avuto successo.

Lago Cornino Friuli

Fonte: Lorenzo Calamai

Gli splendidi colori del Lago di Cornino

Nella Riserva naturale del Lago di Cornino la colonia di grifoni ha potuto consolidarsi e crescere negli anni, e oggi si vedono costantemente le sagome di questi grandi volatili volteggiare intorno alle montagne che sovrastano il bacino.

Il piccolo lago smeraldino è circondato da sentieri per una rapida passeggiata immersi nel verde e nella natura. Benché non sia balneabile, una gita in questo piccolo paradiso nella valle del Medio Tagliamento è un toccasana per gli occhi e per l’anima.

La riserva naturale si trova poco fuori dall’omonimo abitato, Cornino.

Laghi di Fusine, un anfiteatro naturale mozzafiato

Nei pressi della località sciistica di Tarvisio, vicino al confine con la Slovenia, il complesso dei piccoli Laghi di Fusine offre uno spettacolo naturale esaltante.

I laghi sono due, entrambi di origine glaciale e collegati tra loro da facili sentieri, con intorno un fitto bosco di abete rosso e una strepitosa visuale sulla catena montuosa del monte Mangart. Un anfiteatro naturale che offre una visione paradisiaca su un contesto alpino meraviglioso.

Laghi Fusine Friuli

Fonte: ph. greenoid via Wikimedia Commons con licenza CC BY-SA 2.0

Lo spettacolare circo di vette alpine attorno al Lago superiore di Fusine

Non sono balneabili, poiché all’interno di una riserva naturale dedicata, ma anche se lo fossero la temperatura dell’acqua placherebbe ogni bollente spirito dello sventurato avventore.

Una rete di sentieri permette di fare il giro attorno ad entrambi i laghi, e dalla zona circostante partono una serie di escursioni verso la catena montuosa circostante. I Laghi di Fusine sono anche una splendida destinazione invernale: quando si posa la neve tutt’intorno e la superficie dei due bacini è congelata, lo spettacolo è assicurato.

Il Lago di Sauris e la sua zip-line

Situato a quasi 1000 metri di quota, il Lago di Sauris è uno specchio d’acqua artificiale. Quando venne costruita la diga che diede origine al lago, nel secondo dopoguerra,  questa era la seconda più alta d’Europa: una vera e propria meraviglia ingegneristica del tempo.

Oggi la diga è ancora apprezzabile, ma quello che più si ammira è la splendida cornice di questo ampio lago, situato vicino alla pittoresca e omonima cittadina di Sauris, patria di alcune speciali prelibatezze locali come lo splendido prosciutto, i formaggi di malga, lo speck e la birra.

Lago Sauris friuli
Le scenario del Lago di Sauris

Il Lago di Sauris è balneabile in un paio di zone, La Maina e la foce del Rio Storto, rispettivamente sulla sponda nord e sud, ma la data la quota e la temperature delle acque la maggior parte delle persone preferisce approfittare delle canoe e dei SUP per avere la propria esperienza acquatica.

Un’altra attrazione di recente realizzazione è una zip-line lunga oltre 2 km che porta a sorvolare il lago legati a un cavo d’acciaio a oltre 100 metri di altezza: un’esperienza adrenalinica e mozzafiato in un contesto unico.

Il Lago del Predil, gioiello verde tra le montagne

Non lontano dai già citati Laghi di Fusine, da Tarvisio e dal confine di Stato, un altro bellissimo lago caratterizza la catena montuosa che separa il Friuli dalla Slovenia.

È il Lago del Predil, un vero e proprio gioiello verde in mezzo alle montagne. Nasce da un’antica conca glaciale ed è il secondo lago del Friuli per grandezza dopo il lago di Cavazzo. Le sue acque sono limpide e fredde, pronte a sfidare anche il nuotatore più testardo, ma il loro colore attrae come il canto di una sirena. Le spiagge sabbiose lasciano ben presto spazio a piccoli prati rigogliosi dov’è semplicemente un toccasana rimanere a prendere il sole.

Lago Predil Friuli

Fonte: Mondogenerator via Unsplash

Lago del Predil, pregiata meta balneare e montana insieme

In mezzo al lago resiste un’isoletta, relitto di un arco morenico in parte distrutto. Al Predil si trova anche un piccolo stabilimento balneare che noleggia attrezzature nautiche durante l’estate. Si tratta, inoltre, di un luogo molto amato dai giovani d’estate, dove si può sempre trovare qualcuno che ama il divertimento in mezzo alla natura.

Lo spettacolo, dalle sue spiagge sabbiose, è veramente stupendo: uno specchio d’acqua piatto che va dal cristallino alle trasparenze smeraldine delle sue zone più profonde, incastonato tra altissime vette che lo circondano, i fianchi delle montagne coperte di fitti boschi.

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Friuli, un’escursione panoramica con vista sul Tagliamento

Il Tagliamento è un fiume unico.

Non per i suoi 170 chilometri di lunghezza, dalle sorgenti sul Passo della Mauria a 1195 metri di altitudine fino a sfociare nell’Adriatico tra Lignano Sabbiadoro e Bibione, che lo rendono il più lungo ed importante del Friuli. Non, o almeno non solo, per gli intrecci della Storia, che lo videro protagonista tanto in epoca napoleonica quanto durante la rovinosa ritirata seguente alla disfatta di Caporetto, o le righe della letteratura, che da Hemingway a Pasolini ne hanno toccato le sponde.

La caratteristica che lo rende singolare è che si tratta di un braided river, un fiume a canali intrecciati. Il solo a scorrere nell’intero arco alpino ad aver mantenuto questa caratteristica morfologica grazie a un limitato intervento dell’uomo sul suo corso.

Quando si attraversa uno dei tanti ponti che in Friuli portano da una parte all’altra del fiume più rilevante della regione si intuisce immediato il significato di braided river: come sinuose trecce dalle volontà indipendenti, molteplici canali portano le cristalline acque del Tagliamento da monte a valle all’interno di un grande, ampio letto di ghiaia, intrecciandosi e separandosi più volte. Sono canali mutevoli, che modificano continuamente il proprio corso, tanto che quando si attraversa il medesimo ponte e si guarda giù, magari dopo un periodo di assenza, si trova un fiume diverso, un panorama cambiato e cangiante.

Fonte: Getty Images

I canali intrecciati del corso del Tagliamento

L’unicità del Tagliamento, che condivide questa caratteristiche con un risicato numero di fiumi in Europa e con una quantità più sostanziosa nel mondo intero, rende altrettanto unico anche il contesto paesaggistico all’interno del quale il fiume si muove.

La valle del medio Tagliamento, quella che orientativamente si trova tra Venzone e Pinzano al Tagliamento, offre una occasione perfetta per scoprirlo: qui il fiume si trova ad attraversare territori con una altitudine piuttosto bassa, contornati di montagne le cui vette non raggiungono grandi sommità, ma che per il forte dislivello rispetto al principale corso d’acqua che le attraversa permettono di bearsi gli occhi con panorami eccezionali.

Un esempio? Dalla cima del Monte Cuar, 1478 metri sopra il paese di Forgaria del Friuli, nel Gemonese, si gode di un panorama sensazionale sul corso del Tagliamento, su alcuni suoi affluenti e sulle montagne circostanti.

Per raggiungere la sommità della montagna esiste un sentiero ad anello, un’escursione semplice e divertente alla portata dei più.

Friuli, escursione al Monte Cuar

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Lago di Cavazzo visto dal Monte Cuar

L’escursione per salire al Monte Cuar prende le mosse dal Cuel di Forchia, una sella da dove passa la strada sterrata che arriva dal vicino paese di Avasinis e che è uno snodo di molti sentieri della zona.

Percorrendo la SP41 con provenienza Trasaghis, si raggiunge la frazione di Avasinis e si svolta a sinistra su via Novedet. La stretta strada asfaltata si impenna quasi subito, trasformandosi in una tortuosa stradella di montagna. La si segue per circa 8 chilometri, fino ad arrivare al Cuel di Forchia, contraddistinto da una vistosa segnaletica del CAI, con tanti cartelli in legno che indicano diverse direzioni per imboccare altrettanti sentieri.

Qui ci si trova di fronte a una scelta, poiché l’anello per la salita al monte Cuar si può percorrere in entrambi i sensi: il sentiero 815 sale per un sentiero comodo e largo, con una pendenza inizialmente molto morbida, che si fa più ostica solamente negli ultimi due chilometri dei sei che si devono percorrere per arrivare alla cima; il sentiero 816, invece, sale da Cuel di Forchia alla cima in un paio di chilometri appena, brusco e ripido, e arriva alla croce sommitale.

Uno lo si percorre in salita, l’altro lo si percorre in discesa, tenendo conto che anche scendere comporta la sua fatica. I tempi di percorrenza sono simili, il dislivello in salita molto simile. Il primo passa dalle rovine di alcune piccole stalle e costruzioni contadine: i fianchi della montagna, oggi meta soprattutto di escursionisti, erano fino agli anni Settanta sfruttati per l’agricoltura e l’allevamento. Rigogliosi cespugli di lamponi costeggiano il sentiero, quasi tutto al riparo di un fitto bosco. Il secondo, dal sapore più impervio e immediatamente montano, corre lungo il costone roccioso più ripido del monte: si chiama cuar, in friulano corno, per via di questa sua forma protrusa, proprio come un balcone panoramico.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

I pascoli attorno al Monte Cuar

Lungo il sentiero 815 si trova inoltre una malga, poco sotto la cima del monte, tra pascoli verdeggianti. È aperta al pubblico e ci si può rifocillare assaggiando i prodotti tipici locali. Da qui già si gode di una splendida vista sul versante nord-orientale, con il Monte Festa e il Monte San Simeone che vegliano sul Lago di Cavazzo, le vette della Carnia alle loro spalle.

Il panorama sul corso del Tagliamento

Quando si avvista l’ampia croce che simboleggia la vetta del Monte Cuar, si percorrono con energia gli ultimi passi per arrivare fino in cima. È il momento di far viaggiare lo sguardo lungo le valli del Tagliamento e del torrente Arzino, uno degli affluenti del fiume che scorre in una vallata adiacente, incassato tra tornite colline sul lato destro del panorama, incuneandosi fino alla confluenza nel fratello maggiore.

All’estrema sinistra, incassato tra le montagne circostanti, il Lago di Cavazzo offre bella mostra di sé, con le sue acque cristalline. Accanto fa il suo ingresso sulla scena il Tagliamento, che proviene dalla sua parte più montana: l’ampio letto grigio, sinuosamente tagliato dai canali più grandi e dai rivoli più piccoli, si espande di fronte all’ampia pianura di Gemona del Friuli e di Osoppo.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Tagliamento scorre verso sud oltre il Monte di Ragogna

Spostando lo sguardo verso destra, lo si osserva lambire il Monte di Ragogna, un colle che ricorda la schiena di un gigantesco dinosauro che emerge dalla pianura circostante. Dietro, le colline intorno a San Daniele del Friuli. La vista si perde verso l’orizzonte mentre il fiume continua la sua intrecciata e vorticosa discesa verso sud, nella pianura udinese.

Lo sguardo spazia a 360 gradi, consentendo di ammirare la corona di montagne nobili che spuntano all’orizzonte e lo circondano, regalando quel tipo di pienezza sensoriale che riescono a dare i panorami che, con un’espressione trita ma assolutamente efficace, chiamiamo mozzafiato.

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Friuli, dal Natisone all’Isonzo: lungo il fiume in bicicletta

Non c’è, in Italia, altra regione così brulicante di torrenti e fiumi balneabili e brillanti come il Friuli. La regione all’estremo nord-est del nostro paese è un vero e proprio regno delle acque, capace di conquistare i più indefessi amanti del turismo fluviale e di stupire al contempo anche i novizi del wild swimming.

Ad aumentare esponenzialmente l’attrattiva delle sponde di alcuni dei fiumi e dei torrenti friulani c’è la possibilità, non così frequente, di poterle esplorare in sella a una bicicletta, sfruttando magari alcuni dei percorsi ciclabili pensati per i visitatori della regione.

Pensate a quando andate in bicicletta nella vostra città: piste ciclabili intermittenti, automobilisti imprudenti, l’inquinamento che neutralizza il piacere del movimento a due ruote. Niente a che vedere con l’esperienza di pedalare tranquilli a stretto contatto con la natura che regala la ciclovia che collega Cividale del Friuli a Tolmin, in Slovenia, e che collega le rive del fiume Natisone a quelle dell’Isonzo.

Due corsi d’acqua straordinari. Il Natisone attraversa una valle stretta, dall’altitudine assai limitata, con usi, costumi e cultura separati da quelli del resto del Friuli. Le sue acque tendono allo smeraldino, sempre limpide e pure, raramente fredde (una rarità per certi corsi montani). L’Isonzo ha metà del suo corso in territorio italiano, ma le sue spiagge più belle, caratterizzate da piscine naturali con acque turchesi e cristalline su un fondale di sassolini bianchissimi, si trovano in Slovenia, nella zona compresa tra Kranjska Gora e Tolmin.

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Il Natisone poco fuori da Cividale

Le due vallate, di qua e di là dal confine di Stato, hanno il vantaggio di mantenersi su un’altitudine media relativamente bassa, mentre i fianchi delle montagne si impennano ai loro lati. Così, anche per il ciclo-amatore alle prime armi non è impresa impossibile percorrere i 45 chilometri che compongono il percorso: il dislivello totale dell’intero percorso è di appena 350 metri, alla portata della maggior parte delle persone, e pertanto adatto a intere famiglie.

Cividale del Friuli, la partenza

La partenza del percorso ciclistico è a Cividale del Friuli, piccolo gioiello delle Valli del Natisone, di cui è anche il centro decisamente più rilevante.

Nata in epoca romana con il nome di Forum Iulii, dalla cui contrazione nasce il toponimo Friuli che andrà ad indicare l’intera regione, Cividale è un borgo storico, con un centro che merita una prolungata visita.

Vi si entra attraversando il Ponte del Diavolo, che permette di attraversare una vertiginosa gola dove scorre il fiume Natisone. Si accede quindi a Piazza del Duomo, con il duomo cinquecentesco che si trova di fronte al bel Palazzo comunale, ornato a sua volta dalla statua di Giulio Cesare, fondatore della città.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Cividale del Friuli vista dalle sponde del Natisone

In fondo alla piazza, sul lato opposto, si trova il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, ospitato in quello che fu il Palazzo dei Provveditori veneti, elegante edificio di impronta palladiana. Il Museo ospita soprattutto reperti del passato longobardo della città, che fu capoluogo del ducato stabilito in Friuli dopo la caduta dell’impero romano.

Altra mirabile testimonianza del passato di Cividale è il Tempietto longobardo, piccolo gioiello di architettura e scultura facente parte del complesso religioso di Santa Maria in Valle, all’estremità orientale del centro storico.

Il Museo archeologico nazionale e il Tempietto longobardo sono i due luoghi che fanno parte del sito seriale dell’UNESCO I Longobardi in Italia: i luoghi del potere, che raggruppa le tracce del passaggio storicamente, architettonicamente e artisticamente importante della popolazione longobarda nella Penisola, al fianco di luoghi come Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Spoleto.

Partendo dal centro storico di Cividale prende quindi le mosse la pedalata lungo il corso del Natisone per giungere nella valle dell’Isonzo. Si risale il corso d’acqua sulla sponda in sinistra orografica sfruttando la pista ciclabile in sterrato ben tenuto fino alla vicina frazione di Ponte San Quirino, quindi si passa sull’altro lato e si attraversano tutte quelle piccole frazioni di San Pietro al Natisone che ospitano alcuni dei più bei luoghi dedicati al wild swimming lungo il fiume, soste ideali per una pedalata col giusto ritmo.

Le piscine naturali del Natisone lungo il percorso

Fin dalle prime battute, il percorso ciclistico affronta piste ciclabili dedicate o strade secondarie molto poco trafficate. In più, ci sono diversi spot dov’è possibile abbandonare la bicicletta per qualche decina di minuti, rinfrescandosi nelle più belle spiagge d’acqua dolce del fiume Natisone.

Poco dopo l’attraversamento del Natisone in località Ponte San Quirino, ad esempio, si arriva a Vernasso.

Qui l’area predisposta alla nota, chiassosa sagra locale, si trasforma in un gioiellino di pace e tranquillità durante la settimana. Vi si trova una larga spiaggia per metà costituita da sassi e per metà da un bel prato d’erba. Il fiume si allarga tranquillo in un’ampia piscina naturali dove rinfrescarsi in totale relax.

Non lontano, in località Oculis, è possibile una piccola deviazione: percorrendo una stradina tra i campi sulla destra si arriva a un piccolo ponte pedonale. A fianco del ponte un sentierino porta al letto del torrente e a una bella spiaggia riparata dalle fronde degli alberi. Le acque del Natisone scorrono placide all’ombra delle chiome: un luogo ideale per i giorni più caldi d’estate.

Superata la località di Cras si giunge all’incrocio con il ponte che attraversa il fiume. Mentre il percorso ciclabile continua seguendo le indicazioni per Antro e imbocca la strada sterrata sulla destra a pochi metri dall’incrocio, gli appassionati di wild swimming possono imboccare, anche in bici, il sentiero che scende a pochi metri dal ponte. Conduce a un’ampia radura boschiva a stretto contatto con una spiaggia in uno dei punti più belli del Natisone: una cascatella delimita l’inizio di un tratto molto spettacolare, con grosse conformazioni rocciose decorate da una timida vegetazione che sorgono dal letto del fiume, che sotto di loro raggiunge una elevata profondità.

Trampolini ideali per un acrobatico tuffo nelle temperate acque del Natisone, mentre l’ampia piscina naturale garantisce anche lo spazio per qualche rilassante bracciata.

Un’altra piccola piscina naturale si trova dietro al campo sportivo di Pulfero, che viene fiancheggiato dal percorso ciclistico che, infine, si sposta lungo la Strada statale 54 fino a Stupizza e poi al confine con la Slovenia.

A Stupizza l’ultima possibile deviazione per un bagno nel Natisone: in concomitanza della fermata dell’autobus del paesino, si seguono le indicazioni per il percorso tematico il Villaggio degli Orsi e la strada bianca che porta al ponte sul fiume. Da qui si accede alla lunga spiaggia di sassolini bianchi, con tanto spazio per sistemarsi (e anche per appoggiare le bici, se serve). La piscina naturale migliore si trova risalendo di un centinaio di metri a monte del ponte.

La Valle dell’Isonzo e lo sconfinamento in Slovenia

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L’Isonzo scorre in terra slovena

Oltrepassato il confine nei pressi di Stupizza, si prosegue per qualche chilometro lungo il corso del Natisone sloveno, quindi si piega a oriente in direzione Tolmin, piegando verso la valle dell’Isonzo.

È qui che le cose si fanno un po’ più avventurose: il percorso lascia l’asfalto per uno sterrato comunque non impegnativo, tagliando per le campagne fino a Kobarid, quella che fu Caporetto, nota per la battaglia della Prima guerra mondiale.

Proprio in questo luogo carico di storia e di fascino, nel quale merita fermarsi a riprendere fiato, si incontra l’altro grande fiume di questo splendido viaggio a due ruote: da qui in poi si costeggia l’Isonzo fino a Tolmin, scendendo verso sud con lo sguardo rapito dagli scorci sulle sue acque turchesi e incredibilmente attraenti.

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Una delle meravigliose spiagge sull’Isonzo

Poco a sud di Kobarid, in località Ladra, si trovano un paio di tratti di fiume splendidi, con ampie spiagge di sabbia sulle sponde delle acque turchesi del fiume.

Infine anche a Tolmin, termine ultimo della splendida pedalata, l’Isonzo regala un paio di splendidi spot per il wild swimming proprio a margine della città: dove il torrente Tolminka si getta nell’Isonzo formando un’enorme piscina naturale.

Così, anche una volta scesi dal sellino, ci sarà spazio per un ultimo tuffo prima del ritorno a casa.

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Friuli: le più belle piscine naturali delle Valli del Natisone

Il Friuli-Venezia Giulia ha tre propaggini orientali, tre lembi di terra che si spingono verso la Slovenia: a nord c’è Tarvisio, crocevia verso l’Austria e gli impianti sciistici di Kranjska Gora; a sud Gorizia e Nova Gorica, divise soltanto da una linea di confine; e a far da baricentro fra queste due zone c’è una regione poco conosciuta, che dalla pianura udinese muove verso nord-est seguendo il placido scorrere di un fiume: sono le Valli del Natisone.

Ma perché se il fiume è uno le valli sono al plurale? Perché a far parte di questo insieme geografico non è solo la vallata principale del fiume Natisone, che entra in Italia dalla Slovenia nei pressi della minuscola cittadina di Stupizza per scorrere fino a Cividale del Friuli e oltre, fino a perdersi nelle acque del Torre prima e dell’Isonzo poi. Sono anche le piccole, nascoste e misconosciute valli laterali dei suoi affluenti principali: i torrenti Erbezzo, Cosizza e Alberone.

Le Valli del Natisone coniugano la bellezza incontaminata della natura alla facilità nel raggiungere tutti i luoghi di interesse, siano essi i piccoli borghi che punteggiano il territorio, i verdi boschi nei quali affrontare una delle tante escursioni verso le montagne che circondano la valle o le spiagge d’acqua dolce sulle rive smeraldine del corso d’acqua, frequentate da locali e visitatori durante l’estate.

È l’ideale per chi ama un tuffo rinfrescante senza lunghe sfacchinate, ma al tempo stesso ritrovandosi in pochi minuti nel mezzo della natura, senza niente di artificiale che inquini il contesto. Vi ritroverete in spiagge d’acqua dolce da sogno, senza nessuna traccia umana se non la presenza di qualche altro bagnante, a poche centinaia di metri da dove avrete lasciato il vostro mezzo, sia esso a quattro o a due ruote, a motore o a pedali.

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Il fiume Natisone nei pressi del confine fra Italia e Slovenia

Le acque del Natisone sono particolarmente tendenti al verde, ma sempre limpide e pure, come uno smeraldo, una pietra preziosa incastonata in un territorio dove la natura la fa da padrona. In più, è un corso d’acqua particolarmente temperato: rinfrescante d’estate, ma raramente freddo come lo sono tanti altri torrenti e fiumi montani che caratterizzano il territorio friulano.

Le Valli del Natisone sono inoltre ideali per chi ama il turismo in sella a una bicicletta: l’altitudine limitata e un terreno sostanzialmente pianeggiante rendono il territorio ideale ad essere attraversato dalle due ruote, come testimonia anche la presenza della Ciclovia della pianura e del Natisone, che da Cividale del Friuli risale fino a Stupizza.

È una zona che si adatta perfettamente ad essere scoperta a ritmo lento come lo scorrere del fiume, perlustrando ogni angolo, perché anche il più remoto ha una piccola storia da raccontare, il suo piatto tipico da assaggiare, l’impronta del passaggio della Storia e delle storie delle persone che queste valli hanno popolato nel corso del tempo: negli ultimi 60 anni le Valli del Natisone hanno perso circa il 30% degli abitanti, rimanendo un luogo ancorato al passato e immerso nel verde.

Valli del Natisone: le più belle piscine naturali

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Un’altalena improvvisata per tuffarsi nelle splendide acque del Natisone

Lungo i 15 chilometri d’asfalto della Strada statale 54 che collegano Cividale del Friuli, bella cittadina che rappresenta il portale d’ingresso alle Valli del Natisone, a Stupizza, ultimo avamposto italiano prima del confine con la Slovenia, il fiume Natisone regala alcune delle più belle piscine naturali di tutto il Friuli.

Nelle immediate vicinanze di Cividale si trova subito uno dei luoghi magici lungo il corso del fiume. Basta uscire dalla città da Borgo Brossana, l’antica porta d’accesso alla città per chi proveniva da oriente,  e seguire la strada tra i campi fino ad arrivare al primo incrocio dopo la fine dell’abitato. Qui si può vedere una traccia attraversare il campo e inoltrarsi verso il letto del torrente.

Si ha così accesso a una bella e comoda spiaggia di sassi bianchi con un’ampia piscina naturale dove si può fare il bagno in completo relax. Poco più a monte un’ampia ansa del Natisone dà vita a una polla molto profonda, dove ci si può tuffare dalle rocce sovrastanti. Sono due zone piuttosto conosciute e frequentate, tanto che i locali preferiscono a volte risalire ancora un po’ più a monte, dove si trova una spiaggia molto ampia di piccoli sassi bianchi con una zona dove il letto del fiume presenta diverse profondità, adatte a tutti i gusti.

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Le acque smeraldine del fiume Natisone

Uscendo da Cividale sulla sponda opposta del Natisone, invece, si può raggiungere la frazione di Purgessimo. Qui, poche centinaia di metri dopo l’insegna stradale che annuncia l’inizio dell’abitato, si trova un sentiero sulla sinistra che porta a una lunghissima lingua di sassi bianchi in fondo alla quale una rapida forma una bella piscina naturale profonda.

A Vernasso, piccola frazione di San Pietro al Natisone, si trova una delle spiagge d’acqua dolce più gettonate, in particolare per la sua comodità: a fianco della classica spiaggia di sassi si trova un bel prato verde dove sistemare l’asciugamano. È un luogo ideale per le famiglie con i bambini grazie alla sua ampia piscina naturale con acqua piuttosto bassa e corrente pressoché inesistente.

Il titolo di più bella piscina naturale sul corso del Natisone se la contendono però due luoghi vicini: il mulino di Biarzo e i massi nei pressi del ponte di Tiglio, entrambe piccole frazioni raggiungibili da strade che si diramano dalla solita Strada statale 54 succitata.

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Scorci di Natisone nei pressi del ponte di Tiglio

A Biarzo il Natisone è costretto a compiere una brusca curva da un promontorio roccioso che diventa l’ideale trampolino per rinfrescanti tuffi nella profonda piscina naturale sottostante. Un luogo animato da un’atmosfera vivace, ma con tanto spazio a disposizione per tutti.

A valle del ponte di Tiglio una spiaggetta oltre una radura alberata, in concomitanza di una cascatella, delimita l’inizio di un tratto altamente spettacolare del fiume. Grosse conformazioni rocciose, come scogli decorati da una sparuta vegetazione, sorgono dal letto del fiume in un tratto dove raggiunge elevate profondità. La corrente è dolce e c’è tanto spazio per nuotare fra i riflessi e le trasparenze smeraldine dell’acqua.

Valli del Natisone: da vedere

Le Valli del Natisone, territorio nascosto e dimenticato, sono punteggiate non solo da prodigi della natura, ma anche da sottovalutate bellezze artificiali.

Una visita non può prescindere da un giro per Cividale del Friuli, centro più importante lungo il corso del fiume. Il Natisone scorre in una gola diversi metri sotto il Ponte del Diavolo, mirabile opera ingegneristica e architettonica dal quale si accede al centro storico del borgo. Qui, di fronte al Palazzo comunale, veglia lo sguardo di Giulio Cesare, reso permanente da una statua che ritrae il condottiero romano, fondatore della città. La chiamò Forum Iulii, toponimo a cui risale l’origine del nome Friuli, mentre la denominazione di Cividale risale ad epoca medievale.

A quest’ultimo periodo deve le sue origini il Tempietto longobardo, una delle opere architettoniche più rilevanti del borgo. Un giro per il curatissimo centro storico, fra eleganti bar e osterie con la cucina tipica locale, non può prescindere dalla visita al Duomo e all’antistante piazza.

Valli del Natisone Friuli

Fonte: ph. Aconcagua via Wikimedia Commons con licenza CC BY-SA 3.0

San Giovanni D’antro

Non perdetevi un assaggio di gubana e strucchi, i dolci tipici delle Valli: la prima è una torta di pasta lievitata ripiena di uvetta, frutta secca e scorza di limone che viene tipicamente servita bagnandola con della grappa per ammorbidirla; i secondi sono piccoli pasticcini ripieni di un ripieno simile a quello della gubana, spesso arricchito dai profumi della cannella, del miele e del burro fuso.

Altro luogo sensazionale delle valli è la Grotta di San Giovanni d’Antro. Antro è una frazione del comune di Pulfero, dove si trova una chiesa ipogea costruita all’interno di una montagna. Un luogo unico, al quale si ha accesso salendo gli 114 scalini che portano al maestoso ingresso. All’interno della grotta, tra cunicoli e stalattiti, si trova una vera e propria pieve. Un sito dall’enorme valore sia speleologico che storico.

La leggenda vuole che la chiesa e la grotta siano stati rifugio per le popolazioni delle Valli durante le scorrerie degli Unni. In realtà sin dal IX secolo d.C. si hanno testimonianze dell’utilizzo delle grotte di Antro come luogo di preghiera, ascesi e contemplazione.

A Polava, minuscola frazione di una delle valli laterali dove scorrono gli affluenti del Natisone, resiste un incredibile tempio buddista. Fondato negli anni Novanta dal maestro Yeshe Tobden, il piccolo santuario prosegue le sue attività in un luogo di pace piuttosto sperduto: a Polava sono rimasti solamente 3 abitanti stabili, mentre sono un migliaio le statue di Buddha presenti al tempio.

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In Friuli tra wild swimming, meraviglie naturali, borghi e cultura

Un enorme punto interrogativo: se si guarda da una foto satellitare il corso del Tagliamento, il fiume più importante, caratteristico e identitario del Friuli, lo si vede disegnare, con il suo ampio letto grigio solcati da azzurri canali che si staglia nelle immagini aeree, un’ampia curva iniziale per poi andare giù dritto, lungo la verticale nord-sud, fino a gettarsi nell’Adriatico.

In effetti il Tagliamento nasce nei pressi del Passo della Mauria, in Carnia, e scorre in direzione est fino al magico borgo di Venzone. Qui, scontrandosi con il massiccio montano delle Prealpi Giulie, è costretto a deviare repentinamente il suo corso verso sud con una grande curvatura che, molti chilometri più a valle, si stabilizza in un percorso più rettilineo verso sud.

Quella forma che ricorda un punto interrogativo ha un significato metaforico ma preciso: lungo il corso del Tagliamento si trovano molte risposte alle vostre domande sui luoghi da visitare nella vostra prossima vacanza in Italia.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Getty Images

I canali intrecciati del corso del Tagliamento

Il Friuli è un paradiso per l’outdoor, una terra delle acque che invita a nozze gli amanti del wild swimming e della natura, un territorio bellissimo pieno di ricchezze culturali e culinarie che, malgrado una costante crescita turistica in anni recenti mantiene la sua originalità e offre zone ancora molto poco battute, ma assolutamente imperdibili.

Il Tagliamento e i suoi affluenti: le spiagge più belle del Friuli

Tagliamento, Arzino, Leale, ma anche Torre, Natisone, Isonzo e molti altri ancora. Sono i nomi di alcuni dei fiumi che condiscono il territorio del Friuli di una molteplicità di stupende spiagge d’acqua dolce, tra piscine naturali, canyon da esplorare e grandi cascate.

Le spiagge più belle del Friuli, infatti, non sono sul mare. Niente da togliere al litorale adriatico della regione, ma le vette di bellezza raggiunte dai fiumi e dai torrenti che costellano le mille valli delle province di Udine e Pordenone restano irraggiungibili: spiagge di minuscoli sassolini bianchi levigate dallo scorrere millenario dei corsi d’acqua, stupendi ambienti naturali da esplorare, torrenti dalle acque cristalline che regalano ogni possibile colorazione nello spettro del blu e dell’azzurro.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

Le sinuose curve dell’Arzino, uno dei torrenti più belli del Friuli

Uno spettacolo a cui è difficile resistere e che è molto vario: lungo il corso del Tagliamento sono innumerevoli le discese sull’ampio greto del fiume, dove in ogni giorno d’estate è possibile scorgere il cono degli ombrelloni piantati tra la ghiaia, mentre la gente si rinfresca dalla calura gettandosi nelle fredde acque del fiume; il torrente Arzino, suo affluente, è assai più selvaggio e montano, ma regala la possibilità di esplorarlo camminando direttamente nel letto del torrente, e i suoi colori sono unici; il torrente Palâr ha i puoi bei trampolini per tuffi adrenalinici tra le sue acque cristalline, e lo si può risalire esplorando un ambiente fluviale incontaminato; il fiume Natisone, più a est, è adatto a tutti i gusti, con spiagge comode da raggiungere e acque temperate dove sguazzare gioiosamente.

Spilimbergo e Venzone, borghi da non perdere

Il Friuli, la zona centro-occidentale della regione Friuli-Venezia Giulia, comprendente le province di Udine e Pordenone, è un territorio pieno non solo di attrazioni naturali, ma anche di splendide opere dell’uomo, che si possono ammirare nei borghi medievali e rinascimentali che popolano il suo territorio.

Il Duomo romano-gotico, il Palazzo del Daziaro, la Loggia della Macia e il Castello con il suo Palazzo dipinto sono le principali attrazioni del bel borgo di Spilimbergo, sulla sponda occidentale del Tagliamento. Una cittadina curata e viva, movimentata dai tanti eventi culturali che si susseguono nelle sue strade lastricate e pedonali del centro storico, animata dalle osterie che popolano i suoi vicoli e immersa in una atmosfera rinascimentale conferitale dalle opere d’arte di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, e dalle architetture che riportano gli stilemi romanici, gotici, e del Rinascimento Veneto.

Spilimbergo-Friuli
Il centro di Spilimbergo, uno dei borghi più belli del Friuli

Spilimbergo è inoltre per la Scuola mosaicisti del Friuli, centro di formazione di fama mondiale nell’antica (e resa contemporanea) arte del mosaico.

Ben più a monte, seguendo il corso del Tagliamento, si incontra Venzone. Antica cittadina rasa al suolo dal terremoto del 1976, è stata ricostruita così com’era, pietra per pietra, riportandola ad essere l’unico esempio rimasto in Friuli di cittadina fortificata del Trecento.

Cinta dalle antiche mura, Venzone affascina con la sua atmosfera medievale, con il Duomo di Sant’Andrea a recitare il ruolo di grande protagonista della scena. Il Municipio è uno splendido esempio di palazzo di stile gotico veneziano.

Nella Cappella di San Michele, vicino al Duomo, sono conservate le mummie di Venzone, una serie di corpi risalenti al XIV secolo. Nel Seicento circa una quarantina di mummie venne estratta dalle tombe del Duomo: il processo di mummificazione non era dovuto ad opera umana, ma a particolari condizioni naturali del luogo. I motivi esatti per cui la mummificazione sia stata possibile non è ancora stato determinato con precisione, ma si ritiene sia dovuto a una temperatura e umidità particolarmente adatte, oltre alla consistente presenza di solfato di calcio nel terreno e, forse, di un particolare tipo di fungo idrovoro.

Duomo di Venzone
Mura e Duomo di Venzone

Le colline di San Daniele e i gusti del Friuli

Un viaggio in Friuli non può prescindere dalle gioie del palato, che in Friuli sono peraltro più economiche che in molte altre regioni d’Italia, che si parli di cibo o di buoni bicchieri.

San Daniele del Friuli, oltre a essere un borgo seduto sul cocuzzolo di una dolce collina e meritare una visita, è naturalmente la patria di uno dei prosciutti più rinomati del Paese. La cittadina offre osterie e ristoranti di tutti i livelli e per tutte le tasche per assaggiare un prodotto prodigioso e unico al mondo, mentre le persone del luogo sapranno edurvi su quale, secondo loro, sia il prosciuttificio che in quel momento offre il prodotto migliore.

Da non perdere l’abbinamento con i fantastici formaggi locali e con alcuni dei vini bianchi più pregiati d’Italia, anche se non sono da sottovalutare i vini rossi freschi e leggeri che accompagnano spesso i pasti dei friulani.

Re della cucina friulana, infine, è il frico, ricetta contadina simbolo della regione. Si tratta di una sorta di tortino con due soli ingredienti di base: patate e formaggio. Lo si può arricchire con cipolla, salsiccia, speck, ma la ricetta di base prevede solo l’unione di qualche patata, come legante, e di una ricca grattugiata di formaggio che viene fatto fondere, fino a formare una crosticina dorata all’esterno. È così pronto ad essere impiattato per far innamorare della cucina friulana qualunque ospite, come accade da innumerevoli generazioni.

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Friuli: 5 splendide spiagge d’acqua dolce in Val d’Arzino

Trenta chilometri di meraviglia. Sono quelli percorsi dal torrente Arzino, uno dei corsi d’acqua più belli per chi ama il turismo fluviale, le spiagge d’acqua dolce e il wild swimming.

Scorre in Friuli, da sella Chiampon fino a gettarsi nel fiume Tagliamento poco a monte della stretta di Pinzano al Tagliamento. Con il suo scorrere ha scavato una valle profonda, sui cui fianchi trovano posto diversi piccoli borghi immersi nella natura montana del luogo, tra le Prealpi Carniche.

L’Arzino regala una serie di spiagge d’acqua dolce straordinarie, alternando continuamente tratti del letto del fiume in piano, dove l’acqua scorre placida, a profonde piscine naturali al cospetto di contrafforti rocciosi, e ancora a tratti più impetuosi in strette forre. La sua natura montana gli regala la sua caratteristica più bella: una trasparenza totale che regale un colore cristallino all’acqua, che poi si intensifica sempre più verso il turchese laddove aumenta la profondità del fondale.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

Esplorando il corso dell’Arzino

Gli ampi tratti placidi, con una corrente tranquilla, e le temperature calde in estate, pur trattandosi di una valle montana, lo rendono una destinazione fantastica per i pomeriggi di luglio, agosto e settembre.

Inoltre, per ampi tratti il corso dell’Arzino può essere esplorato semplicemente percorrendo il suo letto a piedi. Un’escursione divertente che permette di scoprire ogni angolo del torrente e di trovare la piscina naturale più adatta ai propri gusti. Qui di seguito, alcune delle più belle spiagge d’acqua dolce che si possono trovare in Val d’Arzino.

Sequalins, pace e relax in Val d’Arzino

Sequalins è una piccola borgata poco distante da Casiacco, risalendo il corso dell’Arzino verso monte. Qui, imboccando la via omonima all’abitato, si trova una strada sterrata che costeggia il torrente. Sulla destra, una traccia consente di scendere sulla spiaggia di sassi bianchi.

Grandi massi dove sistemarsi, pace e silenzio popolano questa tranquilla spiaggia d’acqua dolce. Un luogo riservato per godersi un torrente dal colore unico. Una piccola piscina naturale si trova ai piedi di un solitario masso bianco, mentre poco più a monte, dietro un’ansa del torrente, c’è un altro bello spot per fare il bagno.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

L’imbattibile colore dei flutti dell’Arzino

La briglia distrutta

Proseguendo lungo la strada sterrata succitata e percorrendola fino al termine, si trova un argine in cemento del torrente. Lo si percorre a piedi e si scende sul greto del torrente, trovandosi di fronte uno spettacolo che ricorda la devastante potenza della natura: in questa stretta gola la furia dell’Arzino in piena ha distrutto completamente la briglia di cemento costruita proprio per rallentare l’impeto quando il torrente si ingrossa e una massa consistente d’acqua scende verso i paesi a valle.

D’estate, però si trasforma in un luogo di divertimento e relax: una profonda piscina naturale è sorta tra i massi e le macerie, profonda abbastanza da consentire di tuffarcisi in mezzo.

Qui, spesso, i ragazzi del luogo che frequentano questa spiaggia d’acqua dolce abbelliscono il luogo con qualche elemento in più, come qualche panchina intagliata sul lato del fiume opposto a quello di arrivo, o corde da equilibrista sospese in mezzo alla polla d’acqua.

Pert, l’Arzino per tutti i gusti

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

Un tuffo dal lungo masso piatto

Pert, qualche chilometro più a monte di Sequalins, è uno dei luoghi più gettonati dalle famiglie in cerca di un bel posto dove fare una rilassante gita giornaliera al fiume, magari con un bel picnic.

Qui l’Arzino offre divertimento per tutti i gusti in un tratto dove il torrente scorre tranquillo e offre diversi tipi di piscina naturale. Si parcheggia da un lato e dall’altro del ponte sul torrente e, scendendo sulla grande spiaggia di ghiaia e sabbia sottostante, troverete una lunga e placida piscina naturale mediamente poco profonda che si sviluppa tra due docili rapide.

Le famiglie amano rinfrescare cocomeri, meloni e bevande nelle fredde acque dell’Arzino, mentre imbandiscono la tavola tra gli alberi al margine del corso d’acqua. L’area è attrezzata con tavoli in legno e barbecue in muratura per grigliare. I bambini, intanto, giocano senza pericoli nell’acqua bassa.

Per chi ama maggiormente la quiete e ha voglia di un tuffo dove l’acqua è più profonda, scendendo leggermente a valle, via fiume o tramite i sentieri che lo costeggiano, si raggiunge un comodo e ombroso masso piatto, ai piedi del quale un’ampia e profonda polla permette di fare qualche bracciata.

La cascatella laterale

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

Lo spettacolo delle spiagge d’acqua dolce dell’Arzino

Risalendo ancora leggermente a monte rispetto a Pert, nei pressi della piccolissima frazione di Chiamp, si trova un altro bellissimo tratto del torrente Arzino. Un ripido sentiero scende nel bosco che nasconde alla vista le anse più affascinanti porta direttamente sul letto del corso d’acqua.

In meno di 5 minuti si raggiunge una spiaggia di sassi bianchi sul lato orografico destro del torrente e ci si trova di fronte uno scenario semplicemente spettacolare: l’Arzino assume tutte le sfumature del blu, dalle tonalità più cristalline alle tinte del cobalto dove l’acqua si fa particolarmente profonda, contrastando con il verde degli abeti e la roccia scura sull’altra sponda.

Un piccolo affluente del torrente balza giù dal fianco della montagna, con una cascatella bucolica che si apre la strada tra le rocce.

Per fare il bagno ci sono due possibilità: la prima è la lunga e profonda piscina a valle del punto nel quale siete scesi, che ha di fronte una piccola, deliziosa e comoda spiaggetta di sabbia; la seconda si trova risalendo un po’ più monte, fin dove l’Arzino si stringe in una corte e stretta, spettacolare gola: qui l’acqua è davvero profonda, ci si può arrampicare sulle pareti rocciose attorno alla piscina naturale e concedersi il più azzurro dei tuffi.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

È sempre possibile vedere il fondale, ma in realtà l’acqua è molto profonda

Cerdevol

Cerdevol, luogo che prende il nome dalla vicina borgata del paese di Pielungo, è una delle spiagge d’acqua dolce più gettonate della Val d’Arzino.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Filippo Tuccimei

Cerdevol, uno dei luoghi più belli della Val d’Arzino

Un luogo davvero sensazionale, dove grandi faraglioni di roccia bianca fanno da contorno a diverse, profonde piscine naturali di acqua azzurrissima. Tra tuffi, grandi nuotate e spiagge di sassi bianchi, si può passare una giornata di divertimento a contatto con la natura. Il luogo è racchiuso tra due forre: quella a monte, da dove arriva il torrente, è corta e, malgrado la forte corrente, la si può riuscire a risalire; quella a valle è ben più lunga ed è meglio non avventurarvisi.

Per arrivarci si deve percorrere la Strada provinciale 1, che costeggia tutto il corso dell’Arzino, fino al bivio per Pielungo. Lasciatosi questo sulla sinistra, si prosegue per poche centinaia di metri fino a trovare alcuni spiazzi dove parcheggiare. Da qui un comodo sentiero porta sul greto del torrente in circa 5 minuti.

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Friuli Venezia-giulia Notizie Viaggi

Andar per ville e castelli del Friuli Venezia Giulia, l’evento da non perdere

Il Friuli Venezia-Giulia è una delle regioni italiane maggiormente attive nella promozione del turismo lento e sostenibile, dal momento che gode di una posizione ideale che permette al territorio di offrire paesaggi variegati, dalle colline ricoperte dai vigneti alle spiagge lambite dal Mar Adriatico.

L’iniziativa “Andar per Ville & Castelli” promossa da AICS – Associazione italiana per lo sviluppo della cultura d’impresa turistica e culturale, avrà luogo nei weekend di luglio, agosto e settembre.

“Andar per Ville & Castelli fra natura e cultura” propone percorsi lenti a piedi o in bicicletta per scoprire le bellezze del territorio. Saranno proposti 10 itinerari e sarà possibile visitare 8 dimore storiche, anche in notturna. Si parte il weekend del sabato 27 luglio (Villa Gallici Deciani) e domenica 28 luglio (Casaforte la Brunelde) per proseguire fino alla fine della bella stagione a settembre.

L’iniziativa di AICS in Friuli

Dopo il successo della prima edizione nel 2023, l’evento sarà organizzato grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e della Comunità Collinare del Friuli, in collaborazione con Ecoturismo FVG e Alpe Adria Bike.

Durante i weekend tra la fine di luglio e settembre, gli partecipanti potranno esplorare case e dimore storiche della regione, accompagnati da guide naturalistiche e cicloturistiche. I percorsi, adatti a tutti, offriranno la possibilità di scoprire la biodiversità del territorio e ammirare i suggestivi paesaggi del Friuli.

Le dimore visitabili rappresentano alcune delle più belle della regione e saranno illustrate dai proprietari stessi, con aneddoti e curiosità. Al termine dei tour, sarà possibile degustare prodotti enogastronomici locali. Inoltre, è prevista una passeggiata notturna con visita a un’antica dimora illuminata a lume di candela, per vivere un’esperienza davvero romantica e unica.

“Andar per Ville & Castelli fra natura e cultura” è stato pensato per valorizzare e far conoscere non esclusivamente le splendide dimore storiche del territorio, alcune chiuse al pubblico durante l’estate, ma anche le bellezze naturalistiche e storiche delle colline friulane. L’iniziativa mira infatti a promuovere il turismo lento, rispettoso dei luoghi e delle culture, con un impatto ambientale ridotto. I tour si svolgono a ritmo tranquillo e i percorsi sono semplici e circolari intorno ai castelli, per scoprire i paesaggi, le colline, le acque e la natura dell’incantevole regione.

Gli itinerari proposti

Gli itinerari proposti da questa iniziativa alla scoperta del territorio friulano sono per la maggior parte nella provincia di Udine su 14 comuni: si inizia il 27 luglio con una passeggiata a piedi che parte da Villa Gallici Deciani nel comune di Montegnacco. Il 28 luglio, invece, ci saranno tour in bicicletta con partenza dalla Casaforte la Brunelde a Fagagna. Seguiranno visite alla Villa del Torso Paulone (Brazzacco, 3 agosto), al Castello di Prampero (Magnano in Riviera, 4 agosto), al Castello di Susans (Majano, 24 agosto), alla Casaforte il Bergum (Remanzacco, 25 agosto, tour in bicicletta), al Castello d’Arcano (Rive d’Arcano, 31 agosto), alla Casaforte La Brunelde (Fagagna, venerdì 6 settembre, tour notturno), alla Casaforte Il Bergum (Remanzacco, 14 settembre) e infine al Castello Savorgnan di Brazzà (Moruzzo, 15 settembre).

Nel corso di questi tour guidati, i partecipanti potranno ammirare gli antichi borghi del territorio, ma anche storici ospedali, chiesette, torri, castelli e la natura incontaminata delle colline friulane.

I tour hanno una durata complessiva di circa quattro ore, così suddivise: la visita alla dimora storica dura un’ora, mentre il trekking o la passeggiata in bicicletta (lunga circa 16/18 km) ha una durata di un paio d’ore a cui segue un’ora dedicata alla degustazione enogastronomici. La partenza è prevista alle 8.30 del mattino.