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Monumenti Aperti 2025: l’Italia svela i suoi tesori il 18-19 ottobre

Ci sono momenti dell’anno in cui il patrimonio culturale italiano si mostra davvero in tutta la sua meraviglia e “Monumenti Aperti” è una di queste occasioni. Nato nel 1997 con l’idea di avvicinare i cittadini ai luoghi della memoria collettiva, il festival trasforma per qualche giorno strade, chiese e palazzi in spazi vivi, animati da studenti, volontari e guide appassionate.

L’edizione 2025 si estende fino al 9 novembre, e tocca ben 87 Comuni in 19 regioni, in un itinerario che unisce l’Italia in un unico racconto corale. Nel weekend del 18 e 19 ottobre, il viaggio prosegue con otto nuove città e paesi, pronti a raccontare la propria storia tra Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna.

In queste due giornate autunnali, l’esperienza si rinnova ancora una volta: porte che si aprono, comunità che si incontrano, e un patrimonio che, da muto testimone, torna a parlare.

Savona, nel cuore delle Fornaxi

Nel cuore del quartiere Fornaci, Savona propone un itinerario che unisce arte, devozione e memoria artigianale. Lungo Via Saredo si snoda il percorso denominato “Nel cuore delle Fornaxi”, un museo a cielo aperto che accompagna alla scoperta di ceramiche policrome esposte sulle facciate dei palazzi. Mattonelle e pannelli illustrano, come pagine di un libro visivo, la storica tradizione ceramica savonese, capace di fondere arte sacra e spirito popolare.

Poco distante, la Chiesa della Madonna della Neve è una tappa imprescindibile. Edificata nel XVII secolo e ricostruita dopo il terremoto del 1887, custodisce al suo interno la devozione di un intero quartiere. La facciata semplice, incastonata nel tessuto urbano, ricorda come il sacro sappia convivere con la quotidianità, diventandone parte integrante.

Treviso, un tuffo nell’arte

Scorcio di Piazza dei Signori a Treviso

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Suggestivo scorcio di Piazza dei Signori a Treviso

A Treviso, le visite guidate conducono all’interno di un edificio che da secoli cambia volto, riflettendo le trasformazioni della città. L’ex convento di Santa Chiara, oggi sede del Liceo Artistico, nasce come luogo di clausura e preghiera ma nel corso dei secoli le sue mura hanno accolto funzioni diverse, adattandosi ai cambiamenti storici e sociali.

Camminando tra i chiostri e le aule, lo si percepisce appieno: l’antico dialoga con il presente, mentre le voci degli studenti si intrecciano idealmente a quelle delle monache che un tempo abitavano questi spazi. “Monumenti Aperti” diventa un’occasione per riflettere su come la cultura possa reinventarsi, senza mai perdere la propria radice.

Mantova, storia e arte

A Mantova, il fine settimana di “Monumenti Aperti” invita a esplorare due luoghi emblematici.

Il primo è il Museo Virgilio, nato all’interno del Palazzo del Podestà risalente al XIII secolo, che ha ritrovato nuova vita dopo il restauro seguito al terremoto del 2012, grazie al progetto firmato dall’architetto Italo Rota.
Oggi ospita un percorso museale dedicato al poeta latino, in cui suoni, immagini e installazioni interattive guidano in un viaggio sensoriale tra le opere di Virgilio, dalle Bucoliche alle Georgiche, fino all’Eneide. Il modulo “MyVirgilio”, basato su QR Code, consente di costruire un’esperienza personalizzata, unendo tecnologia e classicità in una narrazione coinvolgente.

Non lontano, Palazzo d’Arco apre le sue porte con il fascino intatto di una dimora aristocratica settecentesca. Costruito nel 1784 da Antonio Colonna secondo i canoni del neoclassicismo, conserva ambienti, arredi e dipinti così come li lasciò la marchesa Giovanna d’Arco, ultima erede della casata. Tra sale eleganti e una preziosa Wunderkammer, si respira l’atmosfera di un’epoca in cui il collezionismo era una forma di conoscenza e di meraviglia. Il giardino, chiuso da un’esedra monumentale, completa il quadro con la grazia e la misura tipiche dell’architettura palladiana.

Neoneli, un luogo d’incontro

Nel piccolo centro del Barigadu, in Sardegna, Neoneli vanta un modello di comunità che vive la cultura come bene comune. La “Casa Cultura” rappresenta il cuore pulsante di tale spirito: un luogo di incontro aperto a tutti, dove la formazione, la creatività e il dialogo si uniscono in un progetto collettivo.

A pochi passi, la Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo domina il paese dall’alto del rilievo su cui sorge. Realizzata nel Seicento con il caratteristico paramento in trachite rossa e bruna, testimonia la devozione di una comunità che, nel corso dei secoli, ha mantenuto intatta la propria identità. L’impianto tardogotico della facciata racconta una stagione artistica in cui l’eleganza delle forme si univa alla solidità della pietra.

Gli altri Comuni aderenti

Nel weekend del 18 e 19 ottobre, anche Ferrara, Venezia, Capoterra e Palermo partecipano alla grande rete di “Monumenti Aperti” e, ognuna con le proprie peculiarità, aggiunge un tassello al mosaico di un’Italia che sceglie di raccontarsi grazie ai suoi luoghi più autentici.

Studenti, guide, associazioni e volontari saranno i narratori di un patrimonio che continua a vivere nel presente.

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Giornata delle Ville Venete: vivi la magia delle dimore che raccontano la storia

Torna anche quest’anno, sabato 18 e domenica 19 ottobre, la Giornata delle Ville Venete (GVV), l’evento diffuso che apre le porte di oltre cento straordinarie dimore tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione rappresenta un’occasione unica per scoprire la bellezza, la cultura e il fascino senza tempo delle Ville Venete, veri scrigni di arte e tradizione che dal Cinquecento sono simboli dell’antico splendore della Serenissima Repubblica di Venezia.

Promossa dall’Associazione per le Ville Venete APS con IRVV – Istituto Regionale Ville Venete, e patrocinata da Ministero della Cultura, ENIT e Regione Veneto, la Giornata delle Ville Venete invita il pubblico a vivere oltre 150 esperienze tra storia, natura, enogastronomia e benessere.

Che cos’è la Giornata delle Ville Venete?

La Giornata delle Ville Venete è il primo evento diffuso di turismo esperienziale dedicato alle splendide residenze nobiliari. Non una semplice visita, ma un vero e proprio viaggio nell’essenza del territorio, per riscoprire l’eredità storica, artistica e paesaggistica che le ville custodiscono da secoli.

Ville storiche e giardini aperti per la GVV 2025

Ufficio Stampa

La Villa di Maser, Treviso

Le Ville Venete non sono solo monumenti storici, ma luoghi vivi che raccontano storie affascinanti. In occasione della GVV, queste dimore aprono eccezionalmente al pubblico, offrendo esperienze che uniscono arte, cultura, natura e sapori locali.

Durante il fine settimana, ogni visitatore potrà scegliere la propria esperienza tra sette cluster tematici: Heritage, Green, Family, Wine&Food, Dream, Wellbeing e Vita di Villa, per vivere un percorso personalizzato, adatto a tutte le età e interessi.

Attività proposte

La Giornata delle Ville Venete propone più di 150 attività distribuite in tutto il territorio, dalle colline del Veneto fino alla pianura friulana. Le iniziative spaziano dalle visite guidate a ville e giardini storici, anche con il supporto della realtà aumentata, alle esperienze sensoriali e gastronomiche come la merenda settecentesca, le degustazioni di vini autoctoni come il Prosecco o il Valpolicella, e i laboratori dedicati al benessere e alla vita in villa.

Tra le esperienze più suggestive, non mancano i percorsi di transumanza, le passeggiate nei parchi secolari e la possibilità di trascorrere una notte da sogno in una villa storica, respirando il fascino autentico di un’epoca passata.

L’autunno, con i suoi colori caldi e il profumo del vino nuovo, rende queste giornate ancora più affascinanti, regalando emozioni uniche tra arte, gusto e relax.

Giornata delle Ville Venete 2025 in Veneto e Friuli Venezia Giulia

Ufficio Stampa

I giardini di Villa Rizzardi, Verona

Informazioni per la visita

Per partecipare alla Giornata delle Ville Venete 2025, basta visitare il sito ufficiale dell’evento, dove è possibile consultare la lista completa delle esperienze e utilizzare i filtri di ricerca per selezionare la villa, la località o il tema desiderato.

Una mappa interattiva consente di visualizzare rapidamente tutte le ville aderenti in Veneto e Friuli Venezia Giulia, con dettagli su programmi, orari e modalità di prenotazione.

La maggior parte delle esperienze richiede la prenotazione anticipata, e alcune attività si svolgono anche in caso di maltempo – basterà utilizzare il filtro “E se piove?”.

Che si tratti di un weekend romantico, di un’uscita in famiglia o di un viaggio tra arte e gusto, la Giornata delle Ville Venete rappresenta un’occasione imperdibile per vivere da protagonisti l’anima autentica di una terra ricca di fascino, storia e ospitalità.

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Cansiglio: un oceano di colori e silenzi nella foresta nel cuore del Veneto

In cima: alberi dai fusti lunghi e dalle chiome brunite. A valle: il sempreverde degli abeti.

Sembra quasi un mondo al contrario quello della foresta che popola l’altopiano del Cansiglio, all’estremo orientale del Veneto, tra le province di Treviso, Belluno e, per una porzione, della friulana Pordenone.

Un luogo raro: un vasto pianoro che si staglia nella zona delle Prealpi Bellunesi, ad un’altitudine costantemente racchiusa tra i 900 e i 1200 metri sul livello del mare, caratterizzato da un fitto bosco che si estende per oltre 7000 ettari e da una conformazione morfologica a conca, con la parte centrale dell’altopiano più in basso della parte esterna, disposta come una corona avvolgente.

La Foresta del Cansiglio è caratterizzata in particolare da due specie vegetali, il faggio e l’abete rosso. La particolare natura dell’altopiano fa sì che si verifichi il fenomeno dell’inversione termica: le temperature sono inferiori nella parte più bassa dell’altopiano, nella conca centrale, rispetto alla parte esterna, più alta. Questo fa sì che si abbia anche una sorta di inversione dal punto di vista della flora: l’abete, che di solito cresce e si sviluppa ad altitudini superiori a quelle del faggio, si trova nella conca, mente le faggete autoctone crescono nella parte più alta dell’altopiano.

Foresta Cansiglio Veneto

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La Foresta del Cansiglio

Questo peculiare tratto del Cansiglio lo rende una destinazione fantastica in particolare nel periodo dell’autunno, rendendo davvero speciale il fenomeno del foliage. In una stagione in cui per propria natura i boschi, e in particolare i boschi di faggio, diventano particolarmente affascinanti per l’ingiallimento e l’imbrunimento delle chiome degli alberi, in questo angolo di Veneto si ha un contrasto inconsueto e affascinante con il verde permanente degli abeti più a valle. Ne emerge uno dei luoghi più scenografici e da non perdere per gli amanti della fotografia e della natura.

Il Cansiglio nella storia

Come detto, la Foresta del Cansiglio è formata principalmente da faggi, alberi autoctoni che crescono spontaneamente in questo tipo di territorio, e abeti bianchi e rossi. Questo secondo tipo è stato invece importato sull’altopiano dalla Repubblica di Venezia, che ne utilizzava il pregiato legno per realizzare i remi delle proprie imbarcazioni e come pali di fonda per le abitazioni sull’isola nella Laguna.

La Foresta è infatti tutt’oggi nota come Bosco della Serenissima, poiché per secoli fu una riserva di legname estremamente preziosa e gestita con puntualità estrema da Venezia. Una cura che terminò con la caduta della Repubblica alla fine del Settecento.

Pochi decenni prima l’altopiano fu interessato dall’insediamento di una piccola comunità cimbra, una minoranza etnica e linguistica che resiste in alcune sparute zone alpine in Italia. Ancora oggi pochi piccoli villaggi cimbri permangono in Cansiglio, caratterizzati dalla loro tipica, peculiare architettura.

L’Anello del Cansiglio, tra foliage e silenzi

Foreste Cansiglio Veneto

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Autunno sul Cansiglio

Esplorare la Foresta del Cansiglio e tutto l’altopiano è possibile grazie alla fitta rete di sentieri che lo percorrono, ma per scoprirne ogni angolo l’ideale è intraprendere la lunga escursione ad anello che aggira la conca centrale.

Si chiama Anello del Cansiglio e consente di attraversare i luoghi più belli e suggestivi del luogo con una camminata lunga poco più di 13 chilometri, che a sua volta può essere spezzata in una serie di percorsi più brevi. Peraltro, malgrado la lunghezza, l’Anello non prevede mai grandi difficoltà altimetriche, alternando sentieri ben battuti nel bosco a comode strade forestali. In ogni caso, ne esiste una versione breve da 8 chilometri, della durata complessiva di circa due ore e mezzo, che è l’ideale per le giornate autunnali che virano verso l’inverno, dove le ore di luce vanno diminuendo.

Il percorso alterna tratti nel bosco ad altri fuori dalla vegetazione. Sotto le chiome degli alberi si respira l’atmosfera della stagione che cambia, ai piedi un letto di foglie secche e sui rami degli alberi mille screziature diverse dei colori dell’autunno. La quiete e il silenzio dominano la scena, interrotti solo dai passi di chi cammina, e non è difficile avere qualche incontro con la fauna che popola questo habitat.

Quando si è invece fuori dalla foresta lo sguardo si perde proprio sui fianchi dell’altopiano così uniformemente coperti dal bosco, con le grandi macchie di colore che suggeriscono quale sia la varietà di albero prevalente in ogni data zona.

Foresta Cansiglio Veneto

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Tra i faggi del Cansiglio

Una seconda caratteristica morfologica chiave dell’altopiano è il carsismo. I boschi celano infatti numerosi avvallamenti, grotte, crepacci, buche e apertura nel terreno. Sono spesso recintati, affinché non costituiscano un pericolo per i visitatori, ma rimangono un fenomeno peculiare ed estremamente ricco di fascino.

Camminando lungo i sentieri dell’Anello non sarà raro incontrare più di uno di questi inghiottitoi. Il più famoso è il Bus de la Lum, un raro esempio di unico pozzo verticale che raggiunge circa 180 metri di profondità, con un diametro interno mai superiore ai 15 metri.

Cosa fare al Cansiglio oltre a camminare

L’altopiano del Cansiglio offre una grande varietà di attrattive oltre al trekking sulla sua fitta rete sentieristica.

Fin dagli Anni Settanta, ad esempio, è attivo il Museo di Ecologia, gestito dai Carabinieri Forestali. Ci si possono trovare reperti naturalistici che riguardano l’altopiano, scoprire la flora e la fauna tipiche della foresta e scoprire la sezione dedicata agli uccelli che dimorano nell’area.

Altra istituzione interessante è il Giardino Botanico Alpino, istituito nel 1972: uno splendido luogo dalla vegetazione ordinata e lussureggiante dove si possono ammirare e conoscere circa 500 specie diverse di piante presenti sul Cansiglio.

Più in disparte, in località Pian Osteria, sorge il Museo Regionale dell’Uomo in Cansiglio, che racconta ai visitatori lo sviluppo della presenza umano sull’altopiano a partire dal Paleolitico, passando per il periodo meno documentato, quello medievale, e arrivando fino ai giorni della Repubblica di Venezia prima e della contemporaneità poi.

Foresta Cansiglio Veneto

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Panorama dei pascoli del Cansiglio con vista sulle Dolomiti

Si possono poi visitare i già citati villaggi cimbri. Il villaggio Vallorch si trova sul tracciato dell’Anello del Cansiglio, alla propaggine sud-occidentale dell’altopiano. Fu fondato nel 1850 per essere vicino ai boschi di faggi presenti in quella zona, che per qualità e quantità erano particolarmente adatti alla lavorazioni degli scatoi, contenitori circolari in legno per la conservazione degli alimenti che erano l’attività artigianale principale della popolazione cimbra. Il villaggio Le Rotte è oggi abitato solo stagionalmente, ma possiede ancora le tipiche caratteristiche architettoniche con case dotate di tetti spioventi, con un portico coperto nella parte anteriore dell’edificio.

Rifugi, malghe e aziende agricole popolano infine la parte centrale dell’altopiano, quella libera dal bosco. Le aziende agricole utilizzano i grandi prati, che da tempo immemore sono dedicati alla pastorizia. I rifugi e le malghe offrono ai visitatori la possibilità di addentrarsi nelle prelibatezze del territorio, scoprendo una cucina montana genuina e dai sapori decisi.

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Transumanze d’autunno, 7 borghi dove passano ancora le greggi

La transumanza è un rito stagionale delle mandrie che si spostano, un rito antico e popolare diffuso in varie regioni italiane. La pratica viene portata avanti dai pastori e oggi è riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale e continua ad animare montagne, borghi e vallate. Dai boschi del Trentino alla Valle d’Aosta, dai paesaggi dolomitici del Veneto fino alla Valtellina, i cortei di mucche, pecore e capre adornati di fiori e campanacci sono occasioni di festa e di memoria. Ecco quali non perdere. Ecco quali sono i 7 borghi dove poter assistere alle transumanze d’autunno in Italia.

Cogne e la Dévéteya

In Valle d’Aosta, il termine dévéteya indica la discesa delle mandrie dagli alpeggi. A Cogne, ai piedi del Gran Paradiso, questo momento diventa una festa corale che coinvolge tutto il paese. Le bovine, chiamate “reine”, sono ornate con fiori, nastri e simboli tradizionali, e guidano una sfilata che attraversa le vie del borgo. La più importante, la Reina di cornes, porta con orgoglio un bosquet rosso sulle corna, mentre la Reina di lacé sfoggia un bosquet bianco, segno della sua abbondante produzione di latte.

La festa non si limita alla sfilata: bancarelle di prodotti tipici, dimostrazioni di artigianato, musica tradizionale e momenti di convivialità trasformano la giornata in un’occasione unica per conoscere le tradizioni valdostane. Nel 2025, la Dévéteya si terrà il 4 e 5 ottobre, e sarà un appuntamento imperdibile per chi vuole respirare la vera essenza alpina.

Pont Canavese

Ci sono stati alcuni anni di pausa ma ora il borgo torinese di Pont Canavese torna con la sua festa tradizionale legata alle valli Orco e Soana. La transumanza supera il concetto di folclore e diventa un atto importante per occuparsi della montagna, potendo poi continuare a produrre formaggi locali con latte ricco di nutrimento grazie all’alimentazione sul territorio degli animali lasciati liberi.

Il 5 ottobre 2025 la transumanza di Pont Canavese viene accompagnata da colori, suoni e profumi: i campanacci delle mucche fanno da sottofondo alla sfilata degli allevatori ma non mancano giochi, caccia al tesoro e laboratori per intrattenere grandi e bambini. l’entusiasmo è alto, soprattutto perché per questo 2025 è un ritorno prezioso dell’appuntamento dopo anni di stop.

Auronzo di Cadore e la Desmonteada

Auronzo di Cadore celebra ogni autunno la Desmonteada, una festa che trasforma il ritorno delle mandrie in una vera e propria sfilata scenografica. Le mucche, “vestite a festa” con corone di fiori e ornamenti colorati, percorrono le vie del borgo guidate dai pastori. In apertura, la “regina” del bestiame apre il corteo, seguita da cavalli, capre e pecore.

Ma la Desmonteada non è solo animali e pastori: è anche un tripudio di tradizioni popolari. Carretti di fieno decorati, attrezzi contadini del passato, giochi antichi e musica dal vivo accompagnano la festa, insieme a una pista da ballo che invita tutti a unirsi alla danza. Il 4 e 5 ottobre 2025, Auronzo diventerà una finestra aperta sulla cultura alpina del Veneto.

Moena e Soraga con le Desmontegade

Nella Val di Fassa, la Desmontegada è un evento che coinvolge più comunità e che riunisce le tradizioni ladine in una festa di colori, sapori e musica. Soraga e Moena, due borghi trentini incastonati tra le Dolomiti, organizzano ogni anno la discesa delle mandrie dai pascoli del Passo San Pellegrino. Il ritorno del bestiame viene accompagnato da sfilate, mercatini a km zero e degustazioni… non mancano neppure i trekking gastronomici.

La data da segnare in agenda è quella del 20 e 21 settembre 2025: un intero weekend che trasforma i due paesi rendendoli i veri protagonisti della festa che celebra un prodotto gastronomico locale come il Puzzone di Moena DOP, un formaggio dall’aroma intenso che racconta l’identità della valle.

L'evento della transumanza a Moena

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La transumanza nel borgo di Moena

Ridanna e la transumanza altoatesina

Nella Val Ridanna, in Alto Adige, la transumanza segna il confine simbolico tra estate e inverno. Dopo mesi trascorsi nei pascoli d’alta quota, bovini, vitelli e pecore fanno ritorno a valle in una sfilata festosa. Gli animali, adornati per l’occasione, attraversano il borgo accompagnati da musica tradizionale e dall’accoglienza calorosa degli abitanti.

Il 27 settembre 2025, Ridanna offrirà ai visitatori non solo la suggestione del corteo, ma anche un ricco programma gastronomico con specialità altoatesine: speck, canederli, formaggi stagionati e dolci tipici come lo strudel. L’atmosfera che si respira è quella di una festa semplice, autentica, che mantiene vivo il legame tra la montagna e chi la abita.

Livigno e l’Alpen Fest

In Valtellina è il borgo di Livigno a festeggiare la fine dell’estate con l’appuntamento chiamato Alpen Fest: la transumanza tra le più vivaci dell’arco alpino si terrà il 27 e 28 settembre 2025 con un weekend all’insegna di abiti tradizionali, sfilate e un’atmosfera autentica che richiama turisti e curiosi.

L’Alpen Fest è una festa popolare a tutto tondo: oltre alle sfilate, si organizzano concorsi di mungitura, degustazioni di prodotti locali, spettacoli musicali e laboratori per bambini. È un’occasione perfetta per avvicinarsi alla cultura contadina della Valtellina, scoprendo la vita di montagna e la sua resilienza di fronte alla modernità.

Brentonico e la festa di San Matè

Nel parco del Monte Baldo, il borgo di Brentonico rinnova ogni anno la tradizione della transumanza con la festa di San Matè. La discesa delle mandrie si intreccia con un ricco programma culturale e gastronomico. Oltre alle specialità locali e alle degustazioni, il 28 settembre 2025 sarà protagonista un percorso storico che condurrà i visitatori fino all’osservatorio della Prima Guerra Mondiale di Cornalè, unendo memoria e paesaggio.

Nel pomeriggio, il momento più atteso: le mandrie adornate con campanacci e corone floreali attraverseranno il paese, trasformando la transumanza in una sfilata spettacolare. Servizi di navetta e noleggio di e-bike renderanno l’evento accessibile e sostenibile, offrendo a tutti l’opportunità di partecipare.

La transumanza, riconosciuta come Patrimonio Unesco, va oltre la sua funzione pastorale: il rito popolare e identitario rafforza il legame tra uomo, animali e paesaggio. Ecco perché in molti borghi italiani l’attività viene accompagnata da una festa che anima il territorio, attira i local e molti turisti curiosi. Ora non ti resta che segnarti in agenda i borghi dove passano le greggi e goderti le feste della transumanza in autunno durante questo 2025.

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Le isole del Veneto: angoli segreti dove l’estate è magia

Il Veneto è una delle regioni italiane più visitate e apprezzate soprattutto per la straordinaria varietà dei suoi paesaggi: dalle Dolomiti alle colline del Prosecco, dalle città d’arte come Verona, Padova e Venezia, fino al litorale adriatico. Ma c’è un altro lato affascinante del Veneto che è spesso poco conosciuto: quella delle sue isole. Incastonate nella Laguna di Venezia o affacciate sull’Adriatico, le isole venete sono spesso piccole oasi dove il tempo sembra essersi fermato. Visitare le isole del Veneto, soprattutto in estate, significa scoprire un altro lato di questa regione che più si addice a chi cerca tranquillità abbinata a piccoli borghi e paesaggi naturali meravigliosi.

Ecco una guida completa alle migliori isole del Veneto da visitare soprattutto durante la bella stagione.

1. Murano

Tra le isole più conosciute della Laguna di Venezia, Murano è famosa in tutto il mondo per la sua secolare tradizione vetraria. L’isola si raggiunge in dieci minuti da Venezia con una scenografica corsa in vaporetto. Passeggiare per Murano significa ammirare botteghe artigiane, fornaci e luoghi dedicati all’arte del vetro. Tra le vetrerie più antiche e famose c’è Vetreria Artistica Colleoni, dove si possono ammirare artigiani e maestri vetrai all’opera. Imperdibile una visita al Museo del Vetro, ospitato nel Palazzo Giustinian, dove si può scoprire di più sulla nascita e lo sviluppo di quest’arte ma si possono anche ammirare numerose opere. Non mancano le chiese antiche, come la splendida Basilica dei Santi Maria e Donato che risale al periodo medioevale e conserva al suo interno bellissimi mosaici in marmo e le reliquie di San Donato di Arezzo. Da non perdere anche una visita a Palazzo Da Mula, un complesso in stile gotico veneziano che è stato a lungo proprietà di nobili famiglie veneziane mentre ora è sede di eventi e mostre.

Murano, tra le più belle isole venete

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Murano, l’isola del vetro soffiato

2.Torcello

Torcello non è solo una delle più suggestive isole della laguna, ma anche una delle più antiche dato che proprio qui si dice siano avvenuti i primi insediamenti veneziani. A Torcello si respira un’atmosfera davvero tranquilla e rilassata e qui il tempo sembra essersi fermato. Per scoprire di più sulla storia e le tradizioni dell’isola è consigliata una visita al Museo provinciale di Torcello che è ricco di reperti archeologici. Tra i monumenti principali, invece, non bisogna perdere la Cattedrale di Santa Maria Assunta, che conserva all’interno opere di grande pregio mentre dal suo campanile si può ammirare una vista mozzafiato sull’isola.

3. Burano

Se cerchi un luogo davvero pittoresco, che in molti ora definirebbero “instagrammabile”, Burano è la scelta giusta. L’isola, infatti, è un vero e proprio tripudio di colori e i suoi paesaggi caratterizzati da abitazioni colorate sono diventati celebri in tutto il mondo. I colori delle case avevano in passato una funzione pratica dato che aiutavano i pescatori, in rientro con le loro barche, a riconoscere le case anche quando c’era una fitta nebbia. Tra le case più famose ora c’è sicuramente la Casa di Bepi che è un’esplosione di colori e fantasie. A renderla così speciale è stato Giuseppe Toselli, detto appunto Bepi, che ha trasformato la facciata in un’opera d’arte dipingendola con forme astratte dai colori accesi.

Burano, però, è anche celebre per il suo merletto artigianale, lavorato a mano dalle donne del posto dette “merlettaie di Burano”. Da visitare il Museo del Merletto, ospitato in un antico palazzo gotico, che racconta la storia  di quest’arte e del suo legame con il territorio. Dal Museo è facile raggiungere con una piacevole camminata la Chiesa di San Martino Vescovo nota per il suo campanile storto. Burano conquista anche per il palato: una volta qui bisogna assaggiare i biscotti tipici chiamati “bussolà” o “buranelli”.

Burano, tra le più belle isole venete

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Burano è l’isola del merletto

4. Pellestrina

Poco conosciuta rispetto alle altre isole venete più famose, Pellestrina è una lunga e sottile striscia situata a sud del Lido di Venezia e a nord di Chioggia. È una delle poche isole della laguna ancora autentica e poco turistica, ideale per chi cerca una vacanza lenta e immersa nella natura. Il suo territorio si può esplorare facilmente in bici lungo la pista ciclabile panoramica che conduce ai principali centri abitati: Pellestrina, Portosecco, San Pietro in Volta, Santa Maria del Mare. Tra le cose da vedere ci sono sicuramente i murazzi, massicci sbarramenti in pietra costruiti nel Settecento per proteggere l’isola dalle mareggiate. Si possono visitare anche diverse chiese storiche come la Chiesa di Ognissanti e il Santuario della Madonna dell’Apparizione, costruito nel XVIII secolo per custodire un’immagine mariana e ancora oggi meta di pellegrinaggi.

5. Lido di Venezia

Il Lido di Venezia è l’isola balneare più famosa del Veneto, nota per ospitare ogni anno la Mostra del Cinema di Venezia. Si tratta di una lingua di terra lunga circa 12 km, situata tra la laguna veneziana e il mare Adriatico, che ospita spiagge attrezzate e stabilimenti storici come il Des Bains o l’Excelsior. È l’unica isola della laguna veneziana dotata di strade che possono essere percorse da auto ma la zona è molto piacevole anche da esplorare in bicicletta o a piedi.

Si parte da Gran Viale Santa Maria Elisabetta, l’arteria principale che collega la laguna alla spiaggia, dove sorgono numerosi caffè, negozi, hotel in stile liberty. Da non perdere il famoso Grand Hotel Lido Venezia, Villa Pannonia e altre residenze che sono ottime testimonianze di quando Venezia era considerata una meta balneare ambita dall’élite a inizio Novecento. Accanto alla presenza di ville liberty ci sono ancora piccoli borghi dall’atmosfera tranquilla e autentica. Meritano una visita San Nicolò al Lido, antico complesso religioso, e Malamocco, un suggestivo borgo nella zona meridionale del Lido con calli e ponticelli.

6. Isola di San Giorgio

Situata di fronte a Piazza San Marco, non lontano dalla Giudecca, l’Isola di San Giorgio Maggiore è una delle località più affascinanti di Venezia. Anche per questo, lo scorso giugno Jeff Bezos avrebbe scelto proprio San Giorgio per celebrare le nozze con Lauren Sánchez! Piccola ma ricca di storia, l’isola ospita l’imponente Basilica di San Giorgio Maggiore, capolavoro progettato da Andrea Palladio che conserva all’interno opere di grande valore. È possibile salire in cima al campanile per ammirare una delle più belle viste panoramiche sulla città e sulla laguna. Presso l’ex convento benedettino, invece, ora ha sede la prestigiosa Fondazione Cini che ospita eventi culturali, mostre e convegni.

San Giorgio

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San Giorgio, l’isola scelta da Bezos per le nozze

7. Sant’Erasmo

Chiamata “l’isola verde”, Sant’Erasmo è la più grande delle isole veneziane ma anche una delle meno turistiche. È un’altra meta ideale per chi ama la natura e i ritmi lenti, lontano dalle folle di Venezia. Qui non ci sono molti siti di interesse ma l’isola è più che altro famosa per le sue coltivazioni agricole, in particolare i carciofi violetti che sono anche presidio Slow Food. Sant’Erasmo è perfetta da esplorare in bicicletta tra vigneti e coltivazioni fino a raggiungere la spiaggia libera di Bacàn, molto frequentata d’estate dai locali. Tra le cose da vedere c’è la Torre Massimiliana, una struttura ottocentesca che aveva funzione di difesa mentre oggi ospita mostre ed eventi, e la piccola Chiesa del Cristo Re.

8. Isola di Albarella

L’Isola di Albarella è una meta esclusiva situata nel Parco Regionale del Delta del Po, collegata alla terraferma da un ponte e da una strada arginale. È ricoperta dalla fitta vegetazione della macchia mediterranea e ospita oltre 2 milioni di alberi, tra cui pini marittimi, lecci e soprattutto il pioppo bianco (Populus Alba), che dà il nome all’isola. Questo paradiso naturalistico è perfetto per chi ama le vacanze attive ma in totale tranquillità: Albarella è infatti accessibile solo agli ospiti registrati. Sono presenti spiagge attrezzate e numerose strutture ricettive, inoltre, qui si possono praticare sport come vela, equitazione, golf, ciclismo e tennis, il tutto immersi in un ambiente incontaminato.

Albarella, tra le più belle isole venete

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Isola di Albarella, natura e relax nel Delta del Po

Scegliere una o più isole venete per una vacanza o una semplice gita giornaliera significa vivere un’esperienza diversa, in modo spesso più autentico e lontano dalle rotte più battute. In estate, queste isole rappresentano una valida alternativa alle mete balneari più affollate e sono perfette per chi vuole combinare un viaggio all’insegna di natura, cultura e relax.

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Le migliori spiagge per famiglie in Veneto, tra stabilimenti e aree libere

Il Veneto offre una varietà di spiagge perfette per le famiglie in cerca di relax, sicurezza e divertimento, grazie anche ai suoi oltre cento cinquanta chilometri di costa affacciata sul Mare Adriatico. Da Rosolina Mare a Bibione, passando luoghi assolutamente da citare come Jesolo e Caorle, il litorale del Veneto riesce a mettere insieme servizi di alta qualità, natura e un’attenzione costante alle esigenze di chi viaggia in famiglia e anche con bambini molto piccoli. Le spiagge per famiglie in Veneto sono ovunque: quali sono le migliori?

Jesolo: un luogo che ha fatto la storia dell’accoglienza per famiglie

Lido di Jesolo – che molti, soprattutto in Veneto, chiamano semplicemente Jesolo –  è una delle mete balneari più frequentate d’Italia e, da decenni, investe in accoglienza di qualità, adatta a ogni tipo di viaggiatore. Sono molte, infatti, le strutture specializzate per famiglie, molte delle quali hanno pezzi di spiaggia dedicati e pronti ad accogliere proprio chi viaggia in compagnia di bimbi di ogni età. La spiaggia di Jesolo, lunga circa quindici chilometri, si distingue è particolarmente adatta alle famiglie perché presenta ingressi in acqua molto sicuri e i fondali si abbassano in maniera molto lenta.

Il Consorzio Jesolo Turismo identifica, ogni anno, gli stabilimenti che propongono ombrelloni distanziati, giochi per bambini, animazione quotidiana, nursery attrezzate, docce e spazi ombreggiati dove poter girare con passeggini o carrozzine.

Oltre alle sue spiagge, Jesolo offre anche una passeggiata pedonale e ciclabile parallela al mare, perfetta per muoversi con carrozzine e biciclette, senza tenere l’eventuale traffico delle automobili.

Spiagge per famiglie in Veneto: Lido di Jesolo

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La spiaggia del Lido di Jesolo all’alba

Bibione: tra benessere e qualità certificata

Bibione è un altro dei nomi da citare quando si parla di vacanza al mare in Veneto, fatta su misura per famiglie. Questo luogo, infatti, è stato più volte premiato con la Bandiera Verde dai pediatri italiani, riconoscimento guadagnato da quelle località che si sono rese perfette per chi viaggia in compagnia di bambini. Esso, infatti, certifica la presenza di fondali bassi, sabbia pulita, aree gioco e personale qualificato per lavorare con i più piccoli.

Tutto il litorale sabbioso di Bibione è organizzato in maniera esemplare: gli stabilimenti offrono servizi per bambini, baby sitting, spazi relax per genitori e persino aree smoke-free, come l’intera zona sotto gli ombrelloni. Bibione Spiaggia, il principale operatore balneare del luogo, è particolarmente attento all’ospitalità per le famiglie con neonati.

Una peculiarità del luogo è la presenza delle terme, a pochi passi dal mare. Il centro Bibione Thermae, con aree dedicate ai più piccoli, unisce il relax del benessere all’intrattenimento.

Chi preferisce la spiaggia libera per la propria vacanza in Veneto può dirigersi verso Bibione Pineta, dove l’ombra e la totale vicinanza al mare sono garantite, così come la tranquillità dell’area. Ci sono spiagge libere adatte alle famiglie anche nella zona del faro.

Spiagge per famiglie in Veneto: Caorle

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La bellezza storica di Carole al tramonto

Caorle: storia e spiaggia in armonia

Caorle, affacciata sulla Laguna Veneta, riesce a combinare l’atmosfera suggestiva di un borgo pieno di storia e scorci speciali da fotografare con la vivacità di una località balneare che guarda al presente e anche al futuro. Il centro, con le sue calli colorate e il Duomo romanico, è perfetto per passeggiate da fare in famiglia, magari per far conoscere ai viaggiatori più piccoli le bellezze del Veneto. Oltre a questo, le spiagge di Carole – sia Levante che Ponente, offrono tutto quello che una famiglia possa chiedere per vivere delle giornate al mare perfette per tutti.

Quasi tutti i lidi di Caorle propongono animazione, giochi, noleggio attrezzature e ampie zone d’ombra. Le strutture sono accessibili, con docce, fasciatoi, nursery e punti ristoro dedicati. Chi vuole scegliere la spiaggia libera non rimarrà di certo deluso da Caorle: la città ne possiede varie porzioni, tutte ben tenute, in particolare lungo il tratto tra la spiaggia di Levante e il lungomare Petronia.

Rosolina mare

Rosolina Mare: tra natura e semplicità

Situata all’interno del Parco Regionale del Delta del Po, Rosolina Mare, in provincia di Rovigo, rappresenta la scelta ideale per le famiglie che desiderano una vacanza in un luogo che offre molto ma che, nel contempo, resta tranquillo. Oltre a questo, la vicinanza della natura della Laguna è un qualcosa di speciale e imperdibile, anche per i più piccoli. La spiaggia di Rosolina Mare è lunga, sabbiosa e circondata da pinete, con un’atmosfera rilassata e mai affollata.

I principali stabilimenti dispongono di giochi per bambini, animazione e servizi di base. Sono presenti anche ampi tratti di spiaggia libera, particolarmente apprezzati per la loro pulizia e l’ambiente tranquillo.

Oltre alla balneazione, Rosolina Mare offre numerose opportunità per escursioni in bicicletta o in barca all’interno del Delta del Po, ideale per educare i più piccoli al rispetto dell’ambiente. La zona è perfetta per picnic all’ombra e attività all’aria aperta.

Dove trovare le spiagge per famiglie in Veneto

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In Veneto ci sono molte spiagge libere adatte alle famiglie

Sottomarina di Chioggia: cultura e balneazione

A breve distanza da Chioggia, conosciuta anche come la “Piccola Venezia”, si trova Sottomarina, una delle spiagge più estese del Veneto. La costa è ampia e sabbiosa, divisa tra stabilimenti moderni e spiagge libere, con numerosi servizi pensati per famiglie.

Gli stabilimenti balneari offrono animazione, aree giochi, punti ristoro e servizi igienici completi. L’accessibilità è garantita anche per disabili e bambini piccoli. I lidi sono spesso a gestione familiare e risultano, in determinati periodo, più convenienti rispetto a quelli delle località più turistiche.

Chioggia, inoltre, con il suo centro storico, i canali e i mercati del pesce, è perfetta per una gita culturale in famiglia. La zona a sud verso Isola Verde ospita spiagge libere più selvagge, ma comunque curate, ideali per chi desidera maggiore autonomia.

Eraclea Mare: la quiete della pineta

Tra Jesolo e Caorle si trova Eraclea Mare, una località perfettamente conosciuta dai Veneti ma meno da altri viaggiatori. Eraclea è un po’ il regno per famiglie lungo la costa del Veneto, soprattutto quelle in cerca di tranquillità. La spiaggia di Eraclea è conosciuta perché incorniciata da una pineta storica che offre ombra naturale e frescura, perfetta durante le giornate più calde.

La spiaggia, prevalentemente libera ma con alcuni stabilimenti ben organizzati, è sabbiosa, pulita e presenta i consueti fondali bassi tipici di questa parte di litorale adriatico.

Numerosi i sentieri nella pineta, ideali per passeggiate con i bambini o pic-nic in mezzo al verde. Eraclea Mare è la meta ideale per chi desidera coniugare il mare con un soggiorno rigenerante nella natura.

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Spiagge libere nel Veneto: angoli di tranquillità tra sabbia dorata e paesaggi naturali

Le spiagge potrebbero non essere la prima cosa che viene in mente quando si parla di una regione come il Veneto, dove a dominare il panorama turistico ci pensano città come Venezia o Verona. Eppure, le sue coste sono ricche di località balneari pronte ad accogliere un turismo ampio e differenziato: dai giovani in cerca di divertimento alle famiglie con bambini.

Molte di queste spiagge sono coperte dagli stabilimenti balneari, altre sono libere. Qui vogliamo parlarvi proprio di quest’ultime, consigliandovi le spiagge libere del Veneto più belle dove andare quest’estate.

Spiaggia della Brussa

Tra le spiagge libere più belle del Veneto c’è sicuramente quella della Brussa. Situata tra Caorle e Bibione, è completamente libera e priva di servizi: ad accogliervi troverete solo dune sabbiose, il suono del mare e una rigogliosa pineta, ideale per stare all’ombra durante le ore più calde della giornata. La spiaggia della Brussa fa parte dell’Oasi Naturalistica di Vallevecchia, un’area protetta che ospita numerose specie di uccelli, come l’airone rosso e il germano reale, e una flora variegata, composta da piante particolari come la salicornia veneta, il limonio del caspio e il lino delle fate piumoso.

Non solo relax, se amate il turismo attivo potete percorrere i sentieri naturalistici ideali per trekking e passeggiate all’aria aperta. Le acque calme e poco profonde, inoltre, sono perfette per utilizzare il kayak o il SUP e la spiaggia è adatta anche per i cani.

Spiaggia del Faro

Jesolo è una delle località turistiche più famose del Veneto, con molte spiagge dotate di stabilimenti balneari. Non mancano le spiagge libere, come quella del Faro: prende il nome dall’imponente costruzione situata nel comune di Cavallino-Treporti, proprio oltre la foce del fiume Piave Vecchio, che domina la scena con la sua silhouette elegante, rappresentando un punto di riferimento visivo e simbolico della zona.

La spiaggia si contraddistingue per la sua ampiezza e per le acque tranquille, oltre che per il tramonto mozzafiato, un momento che attira residenti e turisti. Oltre al paesaggio suggestivo, la spiaggia del Faro è il cuore pulsante dell’estate perché qui si concentrano alcuni degli eventi più attesi della stagione: concerti all’aperto, manifestazioni sportive sulla sabbia, spettacoli teatrali e serate a tema.

Punta Sabbioni

All’estremità orientale del suggestivo litorale del Cavallino-Treporti si trova Punta Sabbioni, una spiaggia libera che si estende per circa due chilometri. Caratterizzata da una sabbia dorata finissima, il suo paesaggio è dominato dalla natura, in particolare dalle dune naturali modellate dal vento. Un altro punto di forza di Punta Sabbioni è il suo mare trasparente, spesso premiato per la pulizia e qualità delle acque.

A differenza delle località balneari più affollate, qui non troverete stabilimenti, ma la quiete ideale per chi ricerca una giornata di relax in totale libertà, a contatto diretto con la natura. Inoltre, Punta Sabbioni è anche porta d’accesso privilegiata alla Laguna di Venezia. Dal vicino terminal partono regolarmente motonavi dirette a Venezia, alle isole di Burano, Murano e Torcello, rendendola una base ideale per esplorare la laguna e le sue meraviglie, senza rinunciare alla tranquillità di un soggiorno lontano dal turismo di massa.

Infine, se viaggiate con il camper, sarete felici di sapere che qui sono presenti diverse aree sosta e campeggi.

Spiaggia di Porto Caleri

Impossibile parlare delle spiagge libere del Veneto e non citare quella di Porto Caleri, considerata tra le più selvagge della regione. Situata tra il fiume Adige e il Po Levante, a circa 40 chilometri a sud di Venezia, questa spiaggia è molto amata per la limpidezza delle sue acque e per la sua libertà: non è attrezzata e non sono presenti stabilimenti balneari.

Qui, oltre a rilassarsi sulla sabbia, si possono seguire anche i diversi percorsi dotati di passerelle in legno sospese sull’acqua: uno dedicato alla zona boschiva, uno alle dune interne e l’altro al resto degli eco-sistemi presenti, composti da pineta, sabbia, macchia mediterranea e zone umide.

La spiaggia è un’oasi naturalistica protetta, ricca di flora e fauna, dove dimenticare il caos dei lidi affollati e godersi semplicemente la quiete della natura.

Spiaggia di Porto Caleri

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La spiaggia di Porto Caleri

Spiaggia di Eraclea Mare

Infine, a pochi chilometri da Jesolo, si trova una località più tranquilla e riservata: stiamo parlando di Eraclea Mare. Seppur sia presente un tratto di spiaggia dotata di stabilimenti balneari, è presente anche una parte di spiaggia libera, ideale per chi è alla ricerca di un’esperienza più intima e rilassata. Le famiglie con bambini trovano ampi spazi dove far giocare i più piccoli in sicurezza, grazie anche alla sabbia fine e dorata e al mare dai fondali bassi e digradanti.

Per chi viaggia con gli animali è disponibile un’area dedicata ai cani e ai loro accompagnatori, attrezzata per garantire comfort e libertà sia agli umani che ai loro amici a quattro zampe. Inoltre è presente un angolo riservato anche a chi pratica naturismo. Il tutto circondati dalla pineta litoranea, che regala ombra e frescura nelle ore più calde.

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Il paese degli spaventapasseri in Italia ha subito un altro incantesimo: si è tinto di viola

C’è uno spettacolo che ogni estate muove le masse, che spinge i viaggiatori a raggiungere un luogo specifico nel mondo, proprio lì dove l’oro viola fiorisce e prospera dando vita a uno spettacolo mozzafiato. Stiamo parlando dei campi di lavanda in Provenza, quelli sterminati o intimi, quelli ordinati e selvaggi, quelli che si sono trasformati in un appuntamento imperdibile a cui non mancare in questo periodo. Ma non sono gli unici, quelli d’oltralpe, perché anche l’Italia ha i suoi campi fioriti che meritano solo di essere scoperti.

Da nord a sud dello Stivale, infatti, sono tanti e diversi gli angoli di Provenza che si possono esplorare tra giugno e luglio. Tra i più famosi ci sono, senz’altro, quelli che puntellano la zona tra l’Alessandrino e il Monferrato, ma non sono gli unici come dimostra quel gigantesco campo in Veneto che è il labirinto di lavanda più grande d’Italia.

E poi c’è Vendersi, anche conosciuto come paese degli spaventapasseri, che proprio quest’anno è stato scelto da Madre Natura come palcoscenico del suo spettacolo più bello. È proprio qui, infatti, che tra curiosi abitanti inanimati che accolgono i viaggiatori da diversi anni si snodando campi profumati dalle mille sfumature di viola. Ecco come raggiungerli.

Vendersi, i campi di lavanda tingono il paese degli spaventapasseri

Nel cuore della Val Borbera, e immerso nella natura rigogliosa e selvaggia, esiste un paese popolato da strani e curiosi abitanti. Ed è bellissimo.

Si tratta di Vendersi, un piccolo villaggio italiano dove la magia prende forma ogni giorno grazie all’intuizione e all’estro creativo dell’essere umano. Un luogo segnalato tra gli itinerari esperienziali dedicati alla vallata piemontese, ma ancora fuori dai radar turistici, che vale davvero la pena di scoprire, proprio come un gioiello. Cos’ha di speciale è presto detto: è abitato da spaventapasseri che vivono tra le strade del villaggio e tra i suoi campi.

Alice Tosonotti

La lavanda in fiore in Val Borbera

Visitare questo piccolo paese è un’esperienza che consigliamo di fare a tutti in ogni periodo dell’anno. Tuttavia, se è il fascino delle fioriture estive che subite, vi suggeriamo di farlo adesso perché la fioritura della lavanda sta dando spettacolo.

In cima al paesino, infatti, è presente un suggestivo campo di lavanda, che per forme, colori e profumi ricorda proprio la Provenza. Il campo, di proprietà privata, può essere visitato ed esplorato, ma anche contemplato in silenzio grazie alla presenza di una sedia a dondolo, dello stesso colore della lavanda, che invita a fermarsi e ad ammirare il panorama che si snoda tutto intorno.

Il periodo migliore per visitarlo? Da fine giugno a metà luglio.

lavanda in piemonte, val borbera

Alice Tosonotti

A Vendersi e in Val Borbera la lavanda in fiore dà spettacolo tra i campi

Non solo Vendersi, itinerario della lavanda in Val Borbera

Vendersi è solo una delle suggestive tappe di un itinerario della lavanda più ampio che ci consente di riscoprire la Val Borbera in maniera inedita e sublime. A Viguzzolo, infatti, è possibile ammirare la lavanda in fiore che cresce tra i campi della tenuta di Giancarlo Nossa mentre a Tortona c’è l’omonima cantina che organizza degustazioni al tramonto con vista sull’oro viola.

Spostandoci a Cantalupo Ligure, ad appena dieci minuti in auto da vendersi, troviamo invece l’azienda agricola Saint Hubert, una pet friendly farm circondata da campi di erbe aromatiche e lavanda.

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Terme di Abano, obiettivo benessere: tutto quello che c’è da sapere

Meta storica del benessere in Italia, Abano Terme è una delle località termali più conosciute e apprezzate d’Europa. Situata ai piedi dei Colli Euganei, nel cuore del Veneto, Abano è famosa per il suo fango termale dalle proprietà terapeutiche riconosciute anche dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Le Terme Euganee di Abano, Montegrotto, Galzignano, Battaglia e Teolo costituiscono la più grande stazione termale d’Europa specializzata in fangobalneoterapia e trattamenti termali, capostipiti delle terapie naturali che affondano le radici nell’epoca romana. Il concetto di Salus Per Aquam, da cui deriva l’acronimo SPA, nasce proprio qui: terapie che traggono beneficio dagli elementi naturali dell’acqua e della terra, perfettamente tollerate dall’organismo umano.

Più di 100 stabilimenti termali compongono questa rete d’eccellenza, vanto per tutto il Veneto del wellness. I numerosi hotel, ognuno con il proprio centro termale interno, sono specializzati in fangoterapia e trattamenti inalatori. Alle aree wellness si aggiungono le oltre 240 piscine termali interne ed esterne dove rilassarsi avvolti nel tepore dell’acqua. Nei singoli centri termali annessi agli hotel delle Thermae Abano e Montegrotto, la medicina termale si applica a una vasta gamma di patologie. Diversi hotel sono convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) e offrono ogni tipo di attività curativa termale, supervisionata da direttori sanitari e personale specializzato.

Ecco tutte le informazioni pratiche per organizzare una visita alle terme convenzionate di Abano.

Come arrivare alle terme di Abano

Le strutture termali convenzionate con il SSN si trovano tra Abano Terme e Montegrotto Terme, a pochi chilometri da Padova, facilmente raggiungibili sia in auto che coi mezzi pubblici. Chi arriva in auto può uscire dall’autostrada A13 Bologna–Padova al casello Terme Euganee e proseguire lungo la SP16 in direzione Abano. Chi proviene dall’autostrada A4 Milano–Venezia può uscire al casello Padova Ovest. Per chi preferisce il treno, la stazione Terme Euganee-Abano-Montegrotto si trova sulla linea ferroviaria Padova–Bologna, mentre la stazione di Padova dista circa 12 km ed è servita da autobus di linea ogni 20 minuti circa. Dalla stazione è possibile raggiungere i centri termali a piedi o con mezzi pubblici. Da Padova e Venezia partono inoltre autobus extraurbani diretti, mentre all’interno del territorio termale circola anche un servizio navetta locale.

Giorni e orari di apertura delle Terme di Abano

Le strutture termali convenzionate con il SSN sono generalmente aperte dal lunedì al sabato, prevalentemente in fascia mattutina. In particolare:

  • Le fangobalneoterapie sono solitamente disponibili dalle 5 alle 12, come avviene presso strutture come l’Hotel Terme Belsoggiorno, che in alcuni casi offrono turni anche la domenica mattina.
  • Le cure inalatorie, tra cui aerosol, inalazioni e insufflazioni, si effettuano tra le 7 e le 13:30 circa, come presso le Terme La Contea. Alcuni stabilimenti garantiscono l’accesso fino alle 12:00 il sabato.
  • Le piscine termali per uso benessere e i centri SPA, non convenzionati con il SSN ma disponibili negli stessi hotel, possono rimanere aperti dalle 8 alle 20, con alcune strutture che prolungano l’orario fino alle 23:30, in particolare nel weekend (es. Hotel Terme Eliseo, Aquis, Panta Rhei).

È sempre consigliata la prenotazione anticipata, sia per le cure convenzionate sia per l’accesso ai servizi wellness, soprattutto nei periodi di alta affluenza.

Prezzi e convenzioni delle Terme di Abano

Le cure termali convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale sono accessibili a tutti i cittadini italiani in possesso di una prescrizione del proprio medico di base. Ogni cittadino ha diritto a un ciclo all’anno di cure termali, pagando solo il ticket sanitario previsto (che può variare in base al reddito o all’eventuale esenzione). Le tipologie di cure incluse nella convenzione generalmente sono:

  • 12 applicazioni di fango termale con bagno terapeutico;
  • 12 bagni termali semplici;
  • 12 cure inalatorie (inalazioni e aerosol);
  • 12 insufflazioni endotimpaniche con supporto inalatorio.

Il costo del ticket varia generalmente da 3 a 55 euro. Alcune strutture propongono inoltre pacchetti per terapie senza soggiorno, particolarmente vantaggiosi per chi risiede in zona o vuole seguire un ciclo di cure senza pernottare. In parallelo, molte strutture offrono anche trattamenti liberi e giornate benessere a pagamento, con accesso a piscine termali, SPA e massaggi.

Piazza Fontana, Abano Terme

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Piazza Fontana di notte, Abano Terme

Trattamenti e servizi disponibili alle Terme di Abano

Le terme convenzionate di Abano offrono cure di comprovata efficacia, riconosciute dal Ministero della Salute. Il trattamento più caratteristico è la fangobalneoterapia, che combina applicazioni di fango termale maturato con bagni in acqua salsobromoiodica. È particolarmente indicata per chi soffre di artrosi, reumatismi, dolori muscolari e disturbi della colonna vertebrale.

Le terapie inalatorie, invece, aiutano a prevenire e trattare riniti, sinusiti, faringiti e altre affezioni dell’apparato respiratorio. I trattamenti sono sempre supervisionati da medici specializzati e personalizzati in base alle esigenze del paziente.

A questi si affiancano, nelle strutture più attrezzate, programmi di idrokinesiterapia, fisioterapia, riabilitazione motoria e trattamenti estetici. Sono disponibili anche sedute di balneoterapia (bagni in acqua termale, docce idromassaggio, ginnastica vascolare, cure vascolari), massoterapia (massaggi terapeutici e fisioterapici), esperienze in grotta termale con vapori naturali, e percorsi dedicati allo sport e medicina termale, per una riabilitazione attiva in sicurezza. Inoltre, molte strutture propongono terapie per la cura delle patologie vascolari periferiche, trattamenti di otorinolaringoiatria, reumatologia, ginecologia, programmi di medicina preventiva e antiaging e percorsi di nutrizione e benessere psico-fisico.

Le piscine termali sono spesso accessibili anche a chi non usufruisce delle cure mediche, e offrono un’esperienza rigenerante per corpo e mente.

Trattamenti per i bambini

Le terme di Abano e Montegrotto sono anche una destinazione ideale per le famiglie con bambini. Alcuni stabilimenti termali offrono infatti trattamenti specifici per i più piccoli, in particolare cure inalatorie (come aerosol e inalazioni), che risultano utili per prevenire e curare sinusiti, bronchiti, laringiti e patologie dell’apparato respiratorio, molto diffuse in età pediatrica. Queste cure possono essere effettuate anche in braccio a mamma o papà, in ambienti accoglienti e dedicati. Inoltre, molte strutture propongono corsi di acquaticità per neonati e future mamme, grazie alla temperatura costante delle piscine termali (circa 35°C), ideale per il rilassamento e il benessere psicofisico.

Gli hotel per famiglie, convenzionati con il SSN, offrono anche servizi su misura: family room, menù dedicati, aree gioco, animazione, servizio baby-sitting su richiesta, biciclette con seggiolini e sconti sul soggiorno in base all’età.

Terme di Abano, info utili

Tutte le strutture convenzionate dispongono di spogliatoi, armadietti e assistenza sanitaria in loco. Il parcheggio è disponibile in quasi tutti gli hotel termali e nei pressi delle strutture più grandi sono presenti anche parcheggi pubblici. L’accesso è garantito anche a persone con disabilità, con ambienti attrezzati e personale formato per l’accoglienza.

Per accedere alle cure convenzionate è necessario presentare una prescrizione medica (la cosiddetta “ricetta rossa”) del proprio medico curante, nella quale sia indicato il tipo di patologia e il trattamento consigliato. La ricetta è valida per 365 giorni dalla data di emissione. È possibile prenotare le cure direttamente presso la struttura scelta, telefonicamente o presentandosi in reception.

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Lago di Sorapis, un angolo di paradiso blu turchese tra le Dolomiti

Nel cuore delle Dolomiti Bellunesi, incastonato tra vette monumentali e boschi silenziosi, il Lago di Sorapis si rivela come un vero e proprio capolavoro della natura: il suo colore, un turchese così intenso da apparire surreale, rapisce lo sguardo e l’immaginazione. A circa 1.925 metri di altitudine, è una delle mete più affascinanti delle Dolomiti e un’esperienza irrinunciabile per chiunque ami la montagna.

A pochi chilometri da Cortina d’Ampezzo, a sud-est del Passo Tre Croci, si raggiunge solo a piedi: due ore di cammino al cospetto di un ambiente di straordinaria bellezza, lungo sentieri che invitano all’avventura e alla scoperta.

Il fascino del colore turchese: un miracolo glaciale

Non è solo la posizione a rendere speciale il Lago di Sorapis, ma anche (e forse soprattutto) il colore delle acque, un azzurro cangiante, acceso da venature lattiginose che variano con la luce del giorno. Tale spettacolo è il risultato di un fenomeno geologico senza pari: il lago è alimentato dal ghiacciaio sovrastante, che durante lo scioglimento rilascia minuscole particelle di roccia le quali si depositano sul fondale e riflettono la luce in modo unico, creando la celebre sfumatura turchese che lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Ogni estate, mentre le acque si alzano grazie allo scioglimento, si può godere appieno della sua magia. Ma quando arrivano l’autunno e il freddo, il bacino comincia lentamente a prosciugarsi: non è un segnale d’allarme, ma un ciclo naturale che accompagna da secoli cotanto angolo di paradiso.

L’escursione classica: il sentiero n° 215 da Passo Tre Croci

Per raggiungere il Lago di Sorapis, il percorso più noto e frequentato parte dal Passo Tre Croci. Da qui ha inizio il sentiero CAI n° 215, un itinerario che in circa due ore di cammino conduce al lago in un susseguirsi di emozioni: si entra in un bosco incantato, si scorgono in lontananza le maestose cime del Cristallo, dei Cadini di Misurina e persino le leggendarie Tre Cime di Lavaredo.

Dopo una parte iniziale piuttosto agevole, il percorso inizia a diventare più impegnativo e si affrontano scalette metalliche e cenge esposte, attrezzate con cavi di sicurezza. In cima, quasi come una ricompensa, si apre lo scenario incantevole del Rifugio Vandelli.

Il rifugio, costruito nel 1890 in un anfiteatro naturale sotto le pendici del Monte Sorapis, gode di una vista eccezionale: il “Dito di Dio”, pinnacolo che svetta fino a 2.603 metri, si staglia sopra il lago come un monumento alla bellezza selvaggia delle Dolomiti. Poco distante, la cascata del Piss scende fragorosa dalla roccia, chiudendo il cerchio dell’incanto.

L’anello panoramico: Forcella Marcoira e il sentiero n° 213

Il lago turchese di Sorapis nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

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Il lago turchese di Sorapis

Per chi desidera una variante meno battuta e più panoramica, l’escursione attraverso la Forcella Marcoira è la scelta ideale: si tratta di un percorso più lungo e impegnativo (circa cinque ore complessive) che regala però emozioni che non si potranno dimenticare.

Il cammino comincia sempre dal Passo Tre Croci, ma si imbocca il sentiero n° 213, che si inoltra tra i boschi del Ciampo Marzo. Salendo di quota, il sentiero 216 guida verso la Forcella Marcoira, un valico spettacolare con affacci sulle Tofane, sul Monte Cristallo e sul piccolo altopiano del Ciadin del Loudo. Da qui lo sguardo si allarga fino alle Dolomiti di Sesto e a cime leggendarie come la Croda dei Rondoi e il Lastron dei Scarperi.

Superato questo passo, si scende verso il Lago di Sorapis, completando un anello che riporta al punto di partenza lungo il sentiero 215. È un itinerario perfetto per chi cerca un’escursione più avventurosa e desidera vivere il lago lontano dalla folla estiva.

Il Lago di Sorapis in inverno: silenzio, ghiaccio e magia

L’inverno trasforma il Lago di Sorapis in un regno silenzioso, dove la neve ovatta ogni rumore e la natura riposa sotto una coperta di ghiaccio. Il sentiero 215 può ancora essere percorso, ma solo da escursionisti esperti e ben attrezzati. Le ciaspole sono indispensabili, così come la prudenza: alcuni tratti possono diventare insidiosi per la presenza di ghiaccio e la maggiore esposizione.

Il Rifugio Vandelli resta chiuso durante la stagione fredda, ma questo non impedisce agli appassionati di ice climbing di avventurarsi verso la cascata del Piss, che in inverno si ghiaccia diventando una spettacolare parete di cristallo.

In questo periodo dell’anno il lago assume un aspetto più austero ma non meno suggestivo: i colori si attenuano, ma l’atmosfera diventa ancora più irreale, quasi fuori dal tempo.