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Monumenti Aperti 2025: l’Italia svela i suoi tesori il 18-19 ottobre

Ci sono momenti dell’anno in cui il patrimonio culturale italiano si mostra davvero in tutta la sua meraviglia e “Monumenti Aperti” è una di queste occasioni. Nato nel 1997 con l’idea di avvicinare i cittadini ai luoghi della memoria collettiva, il festival trasforma per qualche giorno strade, chiese e palazzi in spazi vivi, animati da studenti, volontari e guide appassionate.

L’edizione 2025 si estende fino al 9 novembre, e tocca ben 87 Comuni in 19 regioni, in un itinerario che unisce l’Italia in un unico racconto corale. Nel weekend del 18 e 19 ottobre, il viaggio prosegue con otto nuove città e paesi, pronti a raccontare la propria storia tra Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna.

In queste due giornate autunnali, l’esperienza si rinnova ancora una volta: porte che si aprono, comunità che si incontrano, e un patrimonio che, da muto testimone, torna a parlare.

Savona, nel cuore delle Fornaxi

Nel cuore del quartiere Fornaci, Savona propone un itinerario che unisce arte, devozione e memoria artigianale. Lungo Via Saredo si snoda il percorso denominato “Nel cuore delle Fornaxi”, un museo a cielo aperto che accompagna alla scoperta di ceramiche policrome esposte sulle facciate dei palazzi. Mattonelle e pannelli illustrano, come pagine di un libro visivo, la storica tradizione ceramica savonese, capace di fondere arte sacra e spirito popolare.

Poco distante, la Chiesa della Madonna della Neve è una tappa imprescindibile. Edificata nel XVII secolo e ricostruita dopo il terremoto del 1887, custodisce al suo interno la devozione di un intero quartiere. La facciata semplice, incastonata nel tessuto urbano, ricorda come il sacro sappia convivere con la quotidianità, diventandone parte integrante.

Treviso, un tuffo nell’arte

Scorcio di Piazza dei Signori a Treviso

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Suggestivo scorcio di Piazza dei Signori a Treviso

A Treviso, le visite guidate conducono all’interno di un edificio che da secoli cambia volto, riflettendo le trasformazioni della città. L’ex convento di Santa Chiara, oggi sede del Liceo Artistico, nasce come luogo di clausura e preghiera ma nel corso dei secoli le sue mura hanno accolto funzioni diverse, adattandosi ai cambiamenti storici e sociali.

Camminando tra i chiostri e le aule, lo si percepisce appieno: l’antico dialoga con il presente, mentre le voci degli studenti si intrecciano idealmente a quelle delle monache che un tempo abitavano questi spazi. “Monumenti Aperti” diventa un’occasione per riflettere su come la cultura possa reinventarsi, senza mai perdere la propria radice.

Mantova, storia e arte

A Mantova, il fine settimana di “Monumenti Aperti” invita a esplorare due luoghi emblematici.

Il primo è il Museo Virgilio, nato all’interno del Palazzo del Podestà risalente al XIII secolo, che ha ritrovato nuova vita dopo il restauro seguito al terremoto del 2012, grazie al progetto firmato dall’architetto Italo Rota.
Oggi ospita un percorso museale dedicato al poeta latino, in cui suoni, immagini e installazioni interattive guidano in un viaggio sensoriale tra le opere di Virgilio, dalle Bucoliche alle Georgiche, fino all’Eneide. Il modulo “MyVirgilio”, basato su QR Code, consente di costruire un’esperienza personalizzata, unendo tecnologia e classicità in una narrazione coinvolgente.

Non lontano, Palazzo d’Arco apre le sue porte con il fascino intatto di una dimora aristocratica settecentesca. Costruito nel 1784 da Antonio Colonna secondo i canoni del neoclassicismo, conserva ambienti, arredi e dipinti così come li lasciò la marchesa Giovanna d’Arco, ultima erede della casata. Tra sale eleganti e una preziosa Wunderkammer, si respira l’atmosfera di un’epoca in cui il collezionismo era una forma di conoscenza e di meraviglia. Il giardino, chiuso da un’esedra monumentale, completa il quadro con la grazia e la misura tipiche dell’architettura palladiana.

Neoneli, un luogo d’incontro

Nel piccolo centro del Barigadu, in Sardegna, Neoneli vanta un modello di comunità che vive la cultura come bene comune. La “Casa Cultura” rappresenta il cuore pulsante di tale spirito: un luogo di incontro aperto a tutti, dove la formazione, la creatività e il dialogo si uniscono in un progetto collettivo.

A pochi passi, la Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo domina il paese dall’alto del rilievo su cui sorge. Realizzata nel Seicento con il caratteristico paramento in trachite rossa e bruna, testimonia la devozione di una comunità che, nel corso dei secoli, ha mantenuto intatta la propria identità. L’impianto tardogotico della facciata racconta una stagione artistica in cui l’eleganza delle forme si univa alla solidità della pietra.

Gli altri Comuni aderenti

Nel weekend del 18 e 19 ottobre, anche Ferrara, Venezia, Capoterra e Palermo partecipano alla grande rete di “Monumenti Aperti” e, ognuna con le proprie peculiarità, aggiunge un tassello al mosaico di un’Italia che sceglie di raccontarsi grazie ai suoi luoghi più autentici.

Studenti, guide, associazioni e volontari saranno i narratori di un patrimonio che continua a vivere nel presente.

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Oh Che Bel Castello! Magie e misteri nei castelli dell’Emilia-Romagna

Con l’arrivo dell’autunno, l’Emilia-Romagna si trasforma in un palcoscenico di storia, arte e gusto grazie a “Oh Che Bel Castello!”, la kermesse giunta alla sua settima edizione che apre straordinariamente le porte di castelli, rocche e ville storiche.

Tra le mura secolari dei manieri, i visitatori possono vivere esperienze uniche, tra atmosfere misteriose, laboratori gastronomici, visite guidate e intrighi medievali.

I weekend del 18-19 e del 25-26 ottobre  – si andrà avanti poi fino a dicembre – offrono un ricco calendario di iniziative (alcune gratuiti, altre a pagamento o ad offerta libera – per la prenotazione e maggiori informazioni consultare il sito ufficiale “Castelli Emilia-Romagna“) pensate per tutta la famiglia, tra paesaggi autunnali, leggende locali e prelibatezze enogastronomiche.

Ecco gli eventi più suggestivi di “Oh Che Bel Castello!” per i due weekend di Ottobre.

Eventi nel weekend 18-19 ottobre

Il primo fine settimana di “Oh Che Bel Castello!” si apre con un dialogo culturale alla Foresteria del Castello di Rivalta (PC), sabato 18 ottobre alle 17:00. La scrittrice e giornalista Francesca Tumiati presenta il suo romanzo-memoir “Un’Allegria di Troppo2”, esplorando emozioni e ricordi in un’atmosfera raffinata.

Torna la kermesse "Oh Che Bel Castello!" in Emilia-Romagna

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Castello di Rivalta, Rivalta Trebbia (PC)

Domenica 19, i più giovani possono cimentarsi con la cucina tradizionale piacentina alla Rocca Viscontea di Castell’Arquato (PC) con il laboratorio “Mani in Pasta”, preparazione dei celebri tortelli piacentini – con la coda – insieme a Susanna di Batàlabar. Alle 17:00 seguirà una visita guidata del castello, unendo gusto e cultura in un’esperienza completa.

Sempre al Castello e Borgo di Rivalta, il breakfast nobiliareColazione al Bistrot nel Borgo & Tour del Castello” offre la possibilità di iniziare la giornata tra storia e sapori locali, mentre il Castello di Contignaco (PR) propone una Caccia al Tesoro dantesca: un percorso tra favole antiche e elementi ispirati alla Divina Commedia, con due turni giornalieri per adulti e bambini.

Al Castello di Roccabianca (PR), tra visite guidate e dimostrazioni della Distilleria Faled, sarà possibile scoprire segreti della produzione di grappe e liquori. Per chi cerca atmosfere notturne, il Castello di Torrechiara (PR) offre “Aperitivi Stellati”, un’apericena con osservazione astronomica sotto Saturno e la Luna.

Non mancano proposte per gli appassionati di mistero: la Rocca di Riolo (RA) propone “Occhio al Fantasma”, una visita al buio con caccia al tesoro, mentre alla Rocca Malatestiana di Verucchio (Rn) si terrà una visita tematica sulle vite di Sigismondo Pandolfo Malatesta e Federico da Montefeltro tra intrighi e leggende.

Il Mercatino dell’Antiquariato attorno alla Rocca Sanvitale di Fontanellato (PR) e la mostra “Pitture Sospese” alla Delizia Estense del Verginese (FE) completano l’offerta artistica del weekend.

Eventi nel weekend 25-26 ottobre

Il secondo weekend si conferma un’occasione imperdibile per vivere esperienze tra arte, cucina e mistero. Sabato 25, la Rocca dei Rossi di San Secondo (PR) ospita “Arte e Suggestioni in Rocca”, una visita spettacolo notturna con personaggi in costumi rinascimentali della Corte dei Rossi.

Domenica 26, al Castello di Rivalta (PC) si terrà una Cooking Class dedicata alle tagliatelle fatte in casa con la cuoca Ornella Malvicini, mentre l’Antica Corte Pallavicina (PR) celebra la tradizione norcina italiana con degustazioni, show cooking e incontri nell’ambito di “Salumi da Re – Raduno Nazionale dei Norcini”.

Per gli amanti del mistero, la Rocca Malatestiana di Verucchio (RN) propone “Rocca Noir – Visita a lume di candela”, un percorso tra passaggi segreti, leggende della famiglia Malatesta e storie del borgo.

"Oh Che Bel Castello!": l'iniziativa di Ottobre in Emilia-Romagna

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Rocca Malatestiana, Verucchio (RN)

Infine, Villa Mensa di Copparo (FE) apre le porte per visite guidate all’imbrunire, dove luce e ombra si intrecciano tra racconti storici e leggende a lume di candela.

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Monasteri Aperti, passeggiate tra arte e spiritualità nei luoghi sacri dell’Emilia-Romagna

Anche quest’anno torna Monasteri Aperti, l’appuntamento che invita a rallentare i ritmi e a scoprire la dimensione più intima dell’Emilia-Romagna, quella fatta di silenzi, spiritualità, arte e tradizioni culinarie. Giunto alla sua settima edizione, l’evento si svolge lungo i 22 Cammini del Circuito regionale, aprendo eccezionalmente al pubblico monasteri, abbazie, pievi, santuari e chiese disseminati tra città d’arte, borghi medievali e paesaggi naturali.

Per due weekend consecutivi, il 4-5 e l’11-12 ottobre 2025, i viaggiatori potranno vivere esperienze uniche che spaziano dalle escursioni lungo i cammini religiosi alle visite guidate tra pievi e chiostri, dai concerti di musica sacra alle degustazioni delle antiche ricette monastiche. Un itinerario che abbraccia tutta la regione, pensato per chi cerca momenti autentici e lontani dal turismo di massa, e che porta a conoscere da vicino alcuni dei luoghi più preziosi del patrimonio spirituale e culturale emiliano-romagnolo.

Monasteri Aperti 2025: un viaggio tra fede, arte e turismo slow

Il tema scelto per l’edizione 2025 di Monasteri Aperti è il Giubileo della Speranza, filo conduttore che lega le circa 60 iniziative in programma. L’obiettivo è quello di regalare ai visitatori un tempo di meditazione e scoperta, tra percorsi immersi nella natura e momenti di raccoglimento dentro mura secolari.

I monasteri e i luoghi sacri dell’Emilia-Romagna non vengono presentati soltanto come monumenti da ammirare, ma come realtà vive, custodi di memoria e spiritualità. Qui, il turismo incontra il silenzio dei chiostri, i canti delle liturgie, la musica sacra e persino le antiche ricette dei refettori.

La proposta è ampia e variegata: si passa dalle camminate a contatto con il paesaggio appenninico fino agli incontri con comunità monastiche ancora attive, dalle degustazioni di miele e tisane realizzate negli orti officinali fino ai concerti che rievocano il pellegrinaggio medievale. In questo intreccio tra cultura, spiritualità e natura, Monasteri Aperti diventa un’occasione per riscoprire un patrimonio spesso nascosto, ma di straordinaria bellezza.

Il programma del 4 e 5 ottobre

L’esperienza di Monasteri Aperti comincia sabato 4 ottobre alle 10:00 con la passeggiata di meditazione e bellezza attorno alla Badia di Torrechiara. Il monastero benedettino di Santa Maria della Neve, fondato nel Quattrocento da Pier Maria Rossi, apre i suoi spazi con un percorso guidato gratuito che tocca chiostri, giardini di erbe officinali e belvederi settecenteschi. A conclusione della giornata, alle 17:30, il convento ospiterà un concerto dell’Ensemble Dramsam, formazione internazionale che proporrà musiche medievali dedicate al tema del pellegrinaggio.

La domenica mattina, il 5 ottobre, sempre a Torrechiara, sarà possibile partecipare alla visita guidata delle ore 10:00 e, su prenotazione, al suggestivo Pranzo del Pellegrino servito nel refettorio, tra sapori semplici e conviviali. Chi ama i cammini potrà invece scegliere l’escursione lungo il Sentiero di Sant’Antonio, da Castrocaro Terme fino all’Eremo di Monte Paolo. Circa 15 chilometri immersi nella natura, percorsi in compagnia di guide ambientali, per raggiungere il luogo in cui il Santo visse e pregò, tra reliquie e la celebre Grotta della Speranza.

Nel pomeriggio, alle 16:00, l’appuntamento si sposta al Mercato Saraceno con Il Divino e l’Arte a Mercato Saraceno-Da San Damiano a Monte Sasso: un percorso ad anello che intreccia pievi e santuari in un paesaggio di vigneti e colline. Infine, per chi sceglie la costa, Rimini propone dalle ore 15:00 un itinerario giubilare tra il Tempio Malatestiano e il Santuario della Madonna della Misericordia, con la scoperta di un dipinto miracoloso venerato da secoli.

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Queste sono le migliori spiagge dell’Emilia-Romagna per una vacanza in famiglia

Tra le mete economiche e family friendly in Italia non possiamo non prendere in considerazione l’Emilia-Romagna. Spiagge lunghe e spaziose, intrattenimento, baby dance, giochi in spiaggia e tantissimo altro sono le proposte che hanno reso la costa romagnola e la riviera tra le più apprezzate da mamme, papà e nonni che portano i bimbi al mare. Ma quali sono le spiagge dell’Emilia-Romagna per una vacanza in famiglia? Ecco le migliori secondo noi.

Boabay a Rimini

Il Boabay è un vero divertimento per i più piccoli, si trova in prossimità dei bagni 47 e 62 e propone scivoli, tappeti elastici e strutture per piccoli scalatori… c’è persino un campo da calcio in acqua. I bambini dai 6 anni possono entrare accompagnati da un adulto. Perfetto per scaricare tutta l’energia con mamma e papà in una vacanza a Rimini.

Spiaggia 131 a Rimini

Nel quartiere Miramare, raggiungibile anche in treno, questo lido è perfetto per famiglie attive. Tra i plus: area giochi maxi, campi da ping-pong, basket, bocce e una palestra all’aperto. L’animazione propone attività ogni giorno, dai balli di gruppo alle gare in spiaggia.

Sunday beach a Rimini

Per chi viaggia con neonati, Sunday beach è un’oasi perfetta. Area gonfiabili e zona giochi, animazione soft, possibilità di baby-sitter, babyroom per allattamento e cambio, e perfino feste studiate per i piccolissimi. Relax per tutti, grandi e piccini.

Le fontane a Rimini

Non solo sport e giochi! Al bagno le fontane si mangia benissimo, anche per i più piccoli. Ristorante a due passi dal lettino, menù baby, vasche idromassaggio e animazione. E per i genitori, acquagym e risveglio muscolare.

Rivazzurra village a Rimini

Qui i teen non si annoiano! Rivazzurra Village è ideale per famiglie con ragazzi più grandi: campi sportivi, sala giochi, animazione “teen-style”, giornali, idromassaggi, palestra e una zona nursery per i più piccoli. Completo e super inclusivo.

Family beach 107 a Riccione

Un nome, una garanzia: area giochi protetta, cucina per pappe, nursery, bagno con fasciatoio e animazione dolce. Family Beach 107 di Riccione è tra i più consigliati per chi viaggia con bebè.

Marano beach a Riccione

Qui tutto è mini: lettini, ombrelloni, piscina, cabine… ma anche maxi-divertimento con Tata-Nido, nursery on the beach, baby toilette, campi sportivi e animazione continua. Pet friendly e super attenta alle esigenze dei bambini.

Spiaggia del cuore a Riccione

Dai laboratori alle feste fino ad una biblioteca: la spiaggia del cuore a Riccione ha davvero tutto ciò che serve per una vacanza in famiglia, nursery inclusa. Il plus? Un battello a vapore per sognare grandi avventure senza lasciare la spiaggia.

Playa del sol a Riccione

A Playa del Sol i bambini diventano veri protagonisti: cacce al tesoro, laboratori di riciclo, scuola di piadina romagnola. Per i più piccoli c’è persino una baby toilette e una cucina con microonde. E per i genitori? Relax garantito.

 

Altamarea beach village a Cattolica

Un vero villaggio vacanze in riva al mare. Altamarea beach village propone animazione per tutto il giorno, giochi e mini-club proponendo persino feste durante gli orari serali. E chi ama lo sport? Via libera a beach volley, acqua-gym e tornei.

I delfini beach village a Cattolica

Qui il relax incontra il gioco: piscine per tutte le età (riscaldate!), idromassaggi, mini club, fasciatoi e parco giochi coloratissimo. I delfini beach village di Cattolica è un angolo di pace dove i bambini si divertono in sicurezza.

Bagni Oasis a Cattolica

Fondali bassi, sabbia soffice, miniclub in aree ombreggiate, baby-pool, scivoli e persino braccialetti identificativi per i piccoli nei bagni Oasis di Cattolica. Parola d’ordine relax: i genitori potranno ricaricare le batterie.

Spiaggia di levante a Cesenatico

Circondata dai “Giardini al Mare”, un grande parco verde con giochi, zone ombreggiate e opere d’arte. Stabilimenti come Bagno 4 Venti (con acquascivolo) e Bagno Fafin (campi sportivi e fitness) offrono servizi eccellenti per famiglie.

Spiaggia di Ponente a Cesenatico

Zona più tranquilla, con atmosfere rilassate e molte spiagge libere. Il Sand Gate Beach Bar è perfetto per una pausa rigenerante tra ombra e musica, mentre il Parco di Ponente dietro la spiaggia è un’area giochi perfetta.

Spiaggia delle Tamerici a Cesenatico

Un sogno ecologico: niente ombrelloni in fila, ma alberi di tamerice che fanno ombra naturalmente. Cabine in legno, cespugli e un campo da beach volley in un contesto sostenibile. A Valverde, tra il bagno Eden e il bagno Maeba.

Zona bambini a Valverde e Villamarina a Cesenatico

Perfette per famiglie: stabilimenti con nursery, gonfiabili, acquascivoli (come al bagno 4 Venti), miniclub e menù baby. Al bagno Roma trovi anche baby doccia, lettura, scuola nuoto e animazione.

Spiaggia di Bellaria

Una delle regine incontrastate delle vacanze formato famiglia è senza dubbio Bellaria Igea Marina che mixa tutto ciò che serve per una vacanza rilassata: mare basso e sicuro, sabbia fine come borotalco, stabilimenti super attrezzati e un’attenzione speciale verso i più piccoli. Ogni lido ha qualcosa di speciale da offrire: dalla baby dance al tramonto a giochi di gruppo. Non mancano tornei, laboratori creativi e animatori pronti a coinvolgere grandi e piccoli. A pochi passi dalla spiaggia si trova anche il parco del Gelso, perfetto per picnic, giretti in bici e passeggiate all’ombra.

Spiagge per bambini a Bellaria

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Le spiagge di Bellaria per famiglie sono numerose, tanti gli stabilimenti baby-friendly

Lido di Classe

Gli amanti della natura apprezzano Lido di Classe per la sua spiaggia ampia, non troppo affollata e la presenza di una pineta alle spalle: insomma, un ambiente ideale per chi viaggia con bambini. Qui puoi scegliere tra relax sotto l’ombrellone o avventure tra dune, sentieri in bicicletta, cavalli e birdwatching nella Riserva dell’Ortazzo. E per chi ha voglia di adrenalina? C’è anche il kitesurf.

Lidi Ferraresi

Chiudiamo con i Lidi di Comacchio, detti anche Lidi Ferraresi, un angolo di paradiso per famiglie amanti della natura. I lidi sono sette, tutti con acqua bassa, fondali sabbiosi e stabilimenti perfetti per bimbi di ogni età. Il valore aggiunto? Il Parco del Delta del Po, dove potrai esplorare saline, boschi e lagune in bici, in barca o a cavallo. E che dire di Comacchio, una “piccola Venezia” dove passeggiare la sera dopo essersi goduti spiagge e mare.

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Romagna: dove fare il bagno nel fiume Santerno

Il fiume Santerno è uno dei corsi d’acqua più belli, puliti e scenografici dell’Appennino toscoromagnolo e una delle destinazioni preferite di tanti amanti delle spiagge di acqua dolce, che ne popolano le tante piscine naturali durante l’estate, alla ricerca di refrigerio in un ambiente naturale unico.

Nasce in Toscana, sulle pendici del passo della Futa, e scorre per poco più di 100 chilometri fino a gettarsi nel Reno, di cui è il principale affluente. Sul versante della provincia fiorentina scorre attraverso Firenzuola, “il bel paese che il Santerno bagna, e parla tosco in terra di Romagna“, come recitano un paio di versi di una poesia di dubbia attribuzione.

Dopo aver superato la cittadina della Romagna toscana, il fiume si spande in lunghe e dolci anse, che modellano un territorio scarsamente antropizzato. Splendide pareti rocciose erose dall’azione millenaria degli agenti atmosferici e delle acque si alzano ai margini delle sponde del fiume, che scorre incassato in un contesto vicino a strade (il suo corso è tutto fiancheggiato da una statale) e piccoli abitati, ma rimosso, isolato, totalmente naturale.

fiume Santerno dove fare il bagno

Lorenzo Calamai

La natura unica delle sponde del Santerno

Le piscine naturali del Santerno sono frequentate per tutta l’estate dalle famiglie del luogo, ma anche dagli amanti dell’acqua dolce che vogliono viversi una fuga dalle vicine città emiliane e romagnole, come Bologna e Imola, o da Firenze e dintorni sul lato toscano.

I luoghi migliori dove fare il bagno nel Santerno si trovano tutti tra la già citata Firenzuola e il paese di Castel del Rio, un bel borgo di origine medievale sul versante romagnolo.

Il ponte di Ca’ Maggiore

Il tratto del fiume Santerno che precede il ponte che collega le due sponde e porta a Coniale e a Ca’ Maggiore è uno dei luoghi più belli e gettonati sulle sponde del corso d’acqua, ma lo spazio gigantesco consente a tutti di trovare il proprio angolino riparato senza doversi pestare i piedi.

fiume Santerno dove fare il bagno

Lorenzo Calamai

Il ponte sul Santerno

A monte si trova la confluenza con il torrente Diaterna, un affluente, nota per la zona naturista che si può raggiungere risalendone il corso. A valle della confluenza, invece, prima di giungere al ponte, il Santerno ha un tratto di corso rettilineo contraddistinto da grosse lastre di roccia piatte che sono ideali per stendere l’asciugamano, mentre l’acqua bassa consente ai bambini di giocare spensieratamente. Man mano che ci si avvicina al ponte di Ca’ Maggiore, invece, si trovano piscine naturali sempre più profonde, con la più alta che si trova proprio in corrispondenza della costruzione.

Arrivarci è molto semplice: percorrendo in auto, moto o bicicletta la statale che costeggia il torrente si trova, una decina di chilometri dopo Firenzuola, dirigendosi verso Castel del Rio, il cartello che indica la strada per Ca’ Maggiore. Svoltando si attraversa il ponte e si raggiunge un’ampia area di parcheggio, dove sicuramente si troverà qualche camper in sosta e dove si trova un piccolo e simpatico chiosco estivo.

Mulinaccio, pace e tranquillità sul Santerno

Proseguendo verso Castel del Rio, poco dopo aver superato il ponte di Ca’ Maggiore, la strada compie una curva a gomito verso destra. Subito dopo, sulla sinistra, si apre una lingua d’asfalto che scende verso il fiume: è la strada che porta alla spiaggia d’acqua dolce del Mulinaccio, una vera e propria oasi di pace e tranquillità sul Santerno.

fiume Santerno dove fare il bagno

Lorenzo Calamai

La spiaggia del Mulinaccio

Si può parcheggiare oltre il ponticello che supera il fiume, all’ombra di alti alberi, e scendere molto facilmente sulle sponde. Qui il Santerno compie una bellissima, stretta ansa che ricalca la curva a gomito della strada (o a dire il vero viceversa). Bucoliche cascatelle caratterizzano il tratto più a monte, mentre una bella piscina naturale piuttosto profonda si presenta poco più a valle.

Sulla sponda in destra orografica si trova una bella e comoda spiaggetta di sassi bianchi, con alcuni alberi che offrono ombra e riparo. Sulla sponda sinistra ci sono invece lastroni in pietra altrettanto comodi sotto una parete rocciosa che mostra le tipiche stratificazioni di questa zona dell’Appennino.

L’atmosfera è quello che fa la differenza al Mulinaccio: tutte le persone che vengono qui sono alla ricerca di un luogo di relax e di serenità: le sentirete parlare a volume basso tra loro, le voci sovrastate dal gorgogliare delle acque, si respira un’aria quasi zen.

Moraduccio, la cascata scenografica

La Cascata di Moraduccio è uno dei luoghi più conosciuti sulle rive del Santerno. In questo tratto, che coincide con l’omonimo abitato che si trova esattamente sul confine tra Toscana ed Emilia Romagna, il fiume riceve uno dei suoi tributari, il Rio dei Briganti.

Cascata di Moraduccio, fiume Santerno

Lorenzo Calamai

La Cascata di Moraduccio

Solo che non si tratta della classica confluenza tra due corsi d’acqua: l’affluente si getta nel Santerno da una rupe alta una ventina di metri, dando vita a una spettacolare cascata, con tanto di verde polla in cui sguazzare piacevolmente ai suoi piedi.

Più va avanti l’estate, meno portata ha il Rio dei Briganti, quindi la cascata va progressivamente spegnendosi, senza rimanere tuttavia quasi mai secca. Si tratta di un luogo estremamente scenografico, dove unire la contemplazione al divertimento. Essendo molto conosciuta, è anche uno dei luoghi in assoluto più frequentati, e se non amate la folla, specie negli ambienti naturali, dovreste evitare i fine settimana.

Raggiungere la cascata è piuttosto semplice: praticamente in corrispondenza del cartello che annuncia l’inizio dell’abitato di Moraduccio si trova una stretta strada che scende sulla sinistra, via Castiglioncello. Si può lasciare l’auto sulla statale e scendere a piedi in una decina di minuti, oppure imboccare la strada e raggiungere il parcheggio che si trova qualche tornante più sotto.

Tintarella sul Santerno alla Buca

Superato Moraduccio in direzione di Castel del Rio, in corrispondenza di un lungo cavalcavia che attraversa il fiume, si può notare uno stradello che scende sulla destra, subito prima del ponte. La stretta via scende fino al letto del fiume, dove si può trovare una zona di parcheggio all’ombra della vegetazione e un bar aperto tutta l’estate con spritz, piadine e aperitivi.

fiume Santerno dove fare il bagno

Lorenzo Calamai

Prendere il sole in riva al Santerno

La chiamano La Buca, un ampio tratto rettilineo del Santerno dove il fiume ha una bella portata, ma in estate lascia anche molto spazio sul greto del proprio letto per prendere il sole. Qui le persone infatti si armano non solo di asciugamani, ma anche di sdraio e lettini per abbronzarsi sulle sponde del corso d’acqua, tuffandosi di quando in quando nelle belle polle per rinfrescarsi e divertirsi.

La Buca è la spiaggia d’acqua dolce sul Santerno ideale per chi non ha troppa voglia di faticare, ma vuole soltanto staccare la spina, sdraiarsi al sole e godersi la bellezza del fiume. Il cavalcavia da cui si scende si trova decine di metri sopra la spiaggia e finisce per diventare solamente un remoto elemento di contorno che non influenza l’esperienza fluviale.

La spiaggia urbana di Castel del Rio

Ancora qualche lento scorrere lungo alcune morbide anse, e il Santerno fa il suo ingresso a Castel del Rio, piccolo borgo romagnolo dal carattere medievale che merita di per sé una visita.

fiume Santerno dove fare il bagno

Lorenzo Calamai

La spiaggia urbana al tramonto

Oltre a visitare le sue preziose perle architettoniche, come l’imponente Ponte degli Alidosi, che attraversa proprio il fiume, o il massiccio, omonimo e rinascimentale Palazzo Alidosi, chi è interessato a fare il bagno nel Santerno può trovare a Castel del Rio una comoda spiaggia urbana.

Qui si trova uno spazio di comoda sabbia sulla battigia e una profonda piscina naturale, preceduta da alcune piccole cascatelle, dove sguazzano felici bambini e bambine di ogni età. Un bar con un bel giardinetto verde completa l’offerta, per freschi aperitivi estivi.

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Estate sulla Riviera Adriatica: le migliori spiagge libere dell’Emilia-Romagna

Con circa centotrenta chilometri di spiagge, l’Emilia-Romagna (soprattutto la Romagna) è una destinazione balneare che offre davvero spiagge per tutti i gusti, dalle più ricercate fino ad arrivare a quelle semplici e dove la natura regna sovrana. Sono molti i viaggiatori che scelgono di frequentare delle spiagge libere in Emilia-Romagna e i luoghi dove recarsi sono molti. Vale, quindi, la pena, di mettere in fila qualche informazione utile per vivere al meglio, e liberamente, il mare di questa splendida regione affacciata sul Mare Adriatico.

Consigli generali per frequentare le spiagge libere in Emilia-Romagna

Il fatto che una spiaggia sia libera non equivale a essere senza regole. Libera vuol a dire che non è attrezzata e che nessuno abbia la concessione di gestione ma ci sono delle regolamentazioni, dovute per legge che è sempre meglio considerare. Per esempio, in una spiaggia libera non si può campeggiare durante la notte.

Una seconda regola di cui non tutti sono a conoscenza è che non in tutte le spiagge libere è possibile portare i propri cani. Quando concesso, vanno in ogni caso tenuti d’occhio e va utilizzato il guinzaglio. Solitamente, questa regola è indicata nel pannello che si dovrebbe trovare nei punti di accesso all’arenile. Non sempre, però, i cartelli ci sono: meglio informarsi, prima, chiamando il Comune a cui appartiene la spiaggia.

Più che una regola, occorre tener presente un consiglio: spesso, le spiagge libere non presentano nemmeno bar e chioschi. Per questo motivo, è necessario che portiate con voi tutto quello di cui credete o sapete di aver bisogno.

A livello di sicurezza, inoltre, è bene ricordare che le spiagge libere non hanno il servizio di salvataggio e nemmeno quello di segnalazione sulla pericolosità del mare. Le spiagge attrezzate – l’avrai visto di sicuro  – mostrano una bandiera di colore diverso a seconda che il mare sia affrontabile da tutti (verde) o sia meglio non entrare (rossa). Per questo motivo, occorre sempre prestare il doppio dell’attenzione nelle spiagge libere.

Ultima regola molto importante: proprio come si fa quando si va a fare trekking nei boschi o in montagna, occorre portare via con sé tutta la spazzatura che si produce durante una giornata in spiaggia libera. Benché spesso siano presenti dei gestini per il pattume generale, è sempre bene riportare con sé i rifiuti e differenziali nel modo corretto, dove è possibile farlo.

Spiaggia Libera di Lido di Volano (Ferrara)

Se ami unire un po’ di tempo al mare con la possibilità di rilassarti in un luogo dove la natura regna sovrana, il posto da raggiungere è l’estremo nord della Riviera, in provincia di Ferrara, nel cuore del Parco del Delta del Po. La spiaggia libera del Lido di Volano è una delle più selvagge e tranquille dell’Emilia-Romagna. Qui non troverai né stabilimenti né locali alla moda, ma solo sabbia soffice, con dune e pinete degne della migliore foto naturalistica.

Come arrivare? Prendi la SS309 Romea da Ferrara fino al Lido di Volano. La spiaggia libera è indicata da cartelli di colore bianco: alcuni parcheggi in prossimità della spiaggia sono gratuiti. Non ci sono bar o chioschi in prossimità della spiaggia: tienilo presente.

Spiaggia Libera di Marina Romea (Ravenna)

In provincia di Ravenna, non mancano di certo le spiagge libere. Una degna di nota è quella che si trova tra Marina Romea e Casalborsetti: si tratta di un luogo immerso nella pineta e spesso lontano dal turismo di massa. Qui troverai sabbia fine, mare calmo e un’atmosfera rilassata. In alta stagione, però, potresti trovare un po’ di gente in più ma nulla che rovini l’atmosfera del luogo. Questa spiaggia è un luogo perfetto per ammirare l’alba. Durante il tramonto, proprio perché il sole scende alle sue spalle, i colori sono a dir poco intensi.

Per raggiungerla, partendo da Ravenna, si segue la SP112. La pineta è indicata. Ci sono parcheggi proprio a pochi passi dalla spiaggia.

Spiagge libere in Emilia-Romagna: la spiaggia della Bassona

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I casoni che circondano la spiaggia della Bassona

Spiaggia della Bassona – Lido di Dante (Ravenna)

Ecco un altro piccolo paradiso naturale in provincia di Ravenna, tra Lido di Dante e Lido di Classe. Questo luogo è noto anche per essere una delle poche spiagge nudiste ufficiali in Italia. Tienilo presente e controlla bene quale sia l’area in cui puoi tenere il costume addosso.  La Spiaggia della Bassona si trova all’interno di un’area protetta, circondata da dune e da una splendida vegetazione. Il contesto è spesso silenzioso, selvaggio e lontano da ogni tipo di mondanità. Alle spalle della spiaggia ci sono ancora oggi dei casoni di pesca storici e funzionanti.

Per accedere a questa spiaggia libera dell’Emilia-Romagna, partendo dal Lido di Dante, occorre camminare seguendo il percorso segnalato che porta proprio alla Spiaggia della Bassona. Il parcheggio nelle prossimità è, solitamente, a pagamento in alta stagione.

Spiaggia Libera di Marina di Ravenna

Se cerchi una spiaggia libera ma non vuoi rinunciare alla comodità dei servizi urbani, Marina di Ravenna è l’ideale. Tra uno stabilimento e l’altro, infatti, ci sono dei tratti di spiaggia che sono di libero accesso e uso. Avendo bar e spiagge attrezzate tutte attorno, l’ambiente non è incontaminato o silenzioso. Una spiaggia come quella di Marina di Ravenna è la soluzione ideale per unire una giornata gratuita al mare con la possibilità di avere bar e servizi vari in prossimità. Potrebbe essere anche l’idea perfetta per andare a fare un bagno dopo aver visitato le bellezze di Ravenna stessa.

Per arrivare a Marina di Ravenna, basta seguire la SP1 da Ravenna città. Ci sono parcheggi ampi (a pagamento) e accessi comodi per tutti.

Spiaggia Libera a Lido di Savio (Ravenna)

Il Lido di Savio, sempre in provincia di Ravenna, è uno dei luoghi più conosciuti da chi cerca delle spiagge libere in Emilia-Romagna. Ampia, sabbiosa e, proprio perché conosciuta, è molto frequentata, in ogni momento della bella stagione. L’area libera del Lido di Savio si trova nella parte settentrionale, verso Lido di Classe. Questo un luogo ideale per chi viaggia con gruppi di amici o chi cerca un luogo dove incontrare nuove persone e vivere giornate sempre molto divertenti. Gli stabilimenti non sono lontani.

Come arrivare? Questo posto è perfetto anche per chi viaggia con i mezzi pubblici, visto che ci sono delle fermate di bus in prossimità. Se arrivi in auto, i parcheggi sono disponibili, sia gratuiti che a pagamento.

Spiagge libere in Emilia-Romagna: Lido di Savio

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La spiaggia libera nei pressi del Lido di Savio

Spiaggia Libera di Cesenatico (Zona Ponente)

Anche nella celebre località di Cesenatico c’è spazio per chi ama la spiaggia in versione libera. La spiaggia libera di Cesenatico – Zona Ponente si trova, come dice il nome, a ovest del porto canale, tra il molo e alcuni stabilimenti balneari. È un tratto tranquillo, molto frequentato da residenti e da chi cerca un’alternativa economica e autentica.

Qui puoi stendere il tuo asciugamano senza vincoli, magari dopo una passeggiata nel caratteristico centro storico o lungo il porto leonardesco. Dal centro di Cesenatico basta attraversare il ponte mobile o usare il traghetto sul porto canale e camminare qualche minuto. In zona ci sono parcheggi, ma d’estate si riempiono presto: meglio arrivare al mattino.

Spiagge Libere in Emiia-Romagna: il litorale di Rimini

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Il litorale di spiaggia libera a Rimini

Spiaggia Libera di Rimini (zona Porto e Miramare)

Rimini è spesso la prima località alla quale si pensa quando si immagina di andare al mare in Romagna. La sua vocazione come località balnerare è ormai nota, da decenni, in mezza Europa e non mancano mai i viaggiatori che arrivano in zona e che vogliono approfittare dei divertimenti della Riviera ma desiderano utilizzare solo le spiagge libere dell’Emilia-Romagna.

I tratti liberi più noti di spiaggia gratuita a Rimini sono, attualmente, tra il Bagno 1 e il Bagno 9 (vicino al porto). Più a sud, invece, tra i Bagni 100-106 a Miramare. La numerazione dei bagni rende molto facile comprendere dove si trovino queste spiagge libere, decisamente molto cittadine e molto frequentate. Trattandosi di pezzi di arenile comunale, queste spiagge libere di Rimini sono ben tenute, con tanto di passerelle e docce pubbliche in alcuni punti.

Come arrivare? Basta seguire il lungo mare di Rimini e accedere nei punti indicati.

Spiaggia Libera di San Giuliano a Mare (Rimini)

Un’opzione meno affollata, ma sempre a due passi dal centro di Rimini, è la spiaggia libera di San Giuliano a Mare, che si trova subito a nord del porto canale. È una spiaggia più piccola rispetto alle molte altre che potrai trovare in città, con vista sul porto e un’atmosfera più intima (ma comunque vivace, in alta stagione) rispetto al lungomare principale.

La spiaggia libera di San Giuliano a mare si raggiunge a piedi o in bici da Rimini centro. Parcheggi disponibili nei dintorni.

Le migliori spiagge libere in Emilia Romagna

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Le spiagge libere sono spesso vicine a quelle attrezzate

Spiaggia Libera di Riccione (zona Marano)

Riccione non può essere da meno nell’offrire spiagge libere degne di nota. Un luogo molto conosciuto e che vale la pena di raggiungere, soprattutto se sei in vena di mare, un po’ di vita e musica è la spiaggia libera di Marano. Qui, tra il porto e il confine con Rimini, troverai un tratto libero frequentato soprattutto da gente giovane. Il tutto condito dalla presenza di alcuni celebri locali che si trovano proprio nelle vicinanze, anche se non direttamente sulla spiaggia.

Questa spiaggia libera è facilissima da raggiungere, seguendo sia la strada che i percorsi ciclabili. In zona ci sono diversi parcheggi.

Spiaggia Libera di Cattolica (vicino all’Acquario)

Piccola, ma accogliente, la spiaggia libera accanto all’Acquario di Cattolica è perfetta per una sosta mare prima o dopo la visita al parco. Ideale per famiglie con bambini: la sabbia è morbida, i fondali bassi e si trova in una zona curata e ben servita.

Puoi arrivare nei pressi di questa spiaggia libera in auto, treno o autobus. Parcheggi disponibili vicino all’Acquario. Data la vicinanza proprio di quest’ultimo, è possibile che ci sia molta gente in quest’area.

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Estate in Val d’Enza, tra castelli e spiagge d’acqua dolce

Val d’Enza, terra di castelli e d’acqua dolce: un binomio raro, che trova in questa porzione di Emilia la sua realizzazione e che offre una destinazione di viaggio unica, tra panorami agricoli e bucolici, pezzi di storia remota del nostro paese e placide spiagge di fiume dove rilassarsi in completa serenità, al riparo dal caos cittadino.

Il fiume Enza è uno degli affluenti del Po che provengono da meridione, una lingua d’acqua che taglia il territorio emiliano contrassegnando la linea di demarcazione tra Parma e Reggio Emilia. I suoi centododici chilometri di corsi originano dall’Appennino toscoemiliano, oltre i 1400 metri di altitudine del Monte Palerà, sul versante toscano del confine.

È un corso d’acqua per certi versi sottovalutato. Non solo perché il suo corso contrassegna un territorio turisticamente poco frequentato ma molto vario, pieno di luoghi interessanti e attrazioni naturali, ma anche perché l’acqua e l’aria che si respirano in Val d’Enza sono essenziali per due eccellenze tipiche locali: il Parmigiano Reggiano e l’aceto balsamico.

Per quanto riguarda i prodotti caseari, il sillogismo è semplice: la qualità del formaggio dipende da quella del latte, che dipende dal foraggio del bestiame, la cui bontà è a sua volta inevitabilmente determinata dalla qualità dell’acqua che viene utilizzata nei pascoli e negli allevamenti. E le acque dell’Enza recitano un ruolo determinante.

L’aceto balsamico beneficia invece di un microclima particolare, tutto emiliano, che però in val d’Enza assume connotati ulteriormente unici: in estate sulla valle fluviale scorre il phoen, un vento caldo che spira da sud verso nord, ovvero dalla montagna verso la Pianura Padana. È questo a consentire la grande escursione termica stagionale che investe le acetaie e consente la realizzazione del prezioso liquido.

I primi passi dell’Enza: il Lago Paduli

Il corso dell’Enza, poco dopo la sorgente, viene immediatamente irregimentato nel Lago Paduli, uno scenografico lago artificiale per la produzione di energia elettrica situato al Passo del Lagastrello, il valico che collega la Lunigiana toscana alla Val d’Enza.

Lago Paduli fiume Enza Passo del Lagastrello

Lorenzo Calamai

L’atmosfera selvaggia del Lago Paduli

Il Lago Paduli, che esiste dagli inizi del Novecento, è una prima destinazione estiva d’acqua dolce. Non è balneabile, ma essendo posto ad oltre mille metri di altitudine, con ampie zone di prato sulle sue sponde e alcune zone attrezzate per picnic e barbecue tra i boschi di faggio che circondano l’invaso, rappresenta una meta ideale per una rinfrescante gita fuori porta. Inoltre tutto attorno al Lago corrono affascinanti sentieri escursionistici che regalano panorami mozzafiato, tra cui una delle dodici tappe del Sentiero dei Ducati, cammino per trekker mountain bikers che collega Reggio Emilia a Sarzana.

Dal Passo del Lagastrello, l’Enza scende con grande impeto verso valle, ma poi il suo corso si allarga man mano che si inoltra verso la pianura, tingendosi di verde e d’azzurro tra pascoli, allevamenti, boschi e dolci declivi.

veduta dell'alta val d'enza

Lorenzo Calamai

L’Enza scorre stretto tra boschi e pascoli, in uno scenario paesaggistico estremamente verde

Alta Val d’Enza, la spiaggia de La Mora

La Mora è una località vicina a Ranzano, una frazione di Palanzano, uno dei comuni dell’Alta Val d’Enza, come viene chiamata la parte più collinare e montana della valle attraversata dal corso d’acqua.

Seguendo le indicazioni stradali da Ranzano per La Mora si scende lungo una stretta strada asfaltata fino ad arrivare a un gruppo di vecchi fienili nei pressi delle sponde dell’Enza. Il tratto rettilineo del fiume antistante agli edifici è uno dei luoghi preferiti dalla gente del posto per passare una giornata di relax e divertimento all’aria aperta: qui il corso d’acqua passa da avere l’aspetto impetuoso di un torrente nella parte a monte, al creare una profonda piscina naturale in corrispondenza di una parete rocciosa, fino a lasciarsi andare più placidamente, con acque basse, verso valle.

Piscina naturale del fiume Enza

Lorenzo Calamai

L’Enza a La Mora

La Mora è una spiaggia d’acqua dolce adatta a tutti: i bambini possono divertirsi dove l’acque è più bassa e la corrente quasi nulla, mentre i più audaci si divertono a fare un tuffo nella piscina naturale più alta; le rocce che punteggiano le sponde formano piccole spiaggette di sassolini dove è bello distendersi al sole, e sono comode abbastanza per imbandire un picnic.

Questa spiaggia è raggiungibile non solo da Ranzano, e quindi dalla sponda settentrionale dell’Enza, ma anche scendendo lungo la lingua d’asfalto che dalla frazione di Temporia giunge a uno spiazzo proprio in riva al fiume, utilizzato come parcheggio e come punto di partenza per escursioni in canoa, gommone e kayak verso valle.

Le piscine naturali di Vetto

Vetto è il comune meno popolato della provincia di Reggio Emilia: una cittadina quieta circondata dal verde, il cui territorio è attraversato dall’Enza, ma anche da altri quattro corsi d’acqua che confluiscono nel principale.

L’Enza, dunque, qui ha una portata maggiore, come evidenziato dal grande letto di pietre levigate all’interno del quale scorre. Rispetto al carattere più torrentizio, montano e impetuoso dei suoi primi chilometri, qui il fiume scorre tranquillo, placido, e il suo carattere si trasmette all’ambiente circostante, rilassato e sonnacchioso.

Se si percorre via Val d’Enza a Vetto, la strada che scende dall’altura su cui si trova il paese fino al letto del fiume, si giunge a una grande ansa. Qui d’estate è aperto un piccolo bar ristorante, all’ombra degli alberi, mentre asciugamani distesi e qualche lettino popolano la lunga distesa di ghiaia che contorna il corso d’acqua.

Al cosiddetto lido di Vetto, infatti, l’Enza occupa soltanto una piccola porzione di tutto il suo letto. Forma, comunque, una bella piscina naturale nella quale ci si può tuffare nelle sue acque cristalline e invitanti.

Lido di Vetto Val d'Enza piscina naturale spiaggia d'acqua dolce

Lorenzo Calamai

A bagno nelle fresche acque dell’Enza a Vetto

Più a valle, sempre nelle immediate vicinanze di Vetto, si trova un’altra piscina naturale. Per arrivarci si deve scendere lungo il sentiero che si apre al margine del ponte del Pomello, lungo la strada che porta verso le frazioni di Neviano e Scurano.

Una volta scesi sul letto del fiume ci si può fermare in una piccola polla nelle immediate vicinanze dei ciclopici archi del ponte, oppure risalire il corso del fiume ancora un po’, fino a trovare un’ampia spiaggetta di sassolini bianchi. Di fronte si trova una grande parete rocciosa, parzialmente erosa e dalla quale scendono esili rivoli d’acqua. Ai piedi della parete, una profonda piscina naturale rappresenta l’attrazione che attira tanti bagnanti nelle lunghe giornate estive.

Le terre di Canossa: i castelli della Val d’Enza

Scendendo ancora verso valle, l’Enza entra in un territorio che oltre al consueto splendore paesaggistico rurale è disseminato di tesori storici.

Sono queste infatti le terre che furono sede della nobile casata medievale degli Attoni, più nota come Canossa, proprio dal nome della loro sede sulle colline della Val d’Enza. Una famiglia di origine longobarda che a cavallo dell’Anno Mille fu tra le più rilevanti dell’Italia centro-settentrionale, dominando su Mantova, Lucca, Modena, Reggio Emilia, Verona e alcuni territori umbri e marchigiani.

Personaggio chiave della dinastia fu Matilde di Canossa, la gran contessa che estese al massimo livello i possedimenti della sua casata, arrivando a comprendere da Mantova alla Maremma laziale, includendo tutta la Toscana, la maggior parte dell’Emilia e parte dell’attuale Umbria. Figura ammantata di leggenda, di cui cantarono le lodi Petrarca e Ariosto, fu centrale nella celebre Umiliazione di Canossa, quando l’imperatore Enrico IV fu costretto a rimanere inginocchiato per tre giorni e tre notti nella neve alle porte del castello di Matilde, che ospitava papa Gregorio VII, al fine di ottenere la revoca della scomunica ricevuta.

Castello di Rossena val d'Enza

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Il Castello di Rossena

Oggi il Castello di Canossa si staglia ancora contro l’orizzonte della Val d’Enza. Ne restano poco più che rovine, ammantate dall’alone di leggenda della Storia passata per le sue pietre, in una posizione paesaggistica notevole. Lo si può visitare pagando un economico biglietto che consente anche di accedere al piccolo museo che ricostruisce la storia e l’aspetto del castello nel momento del massimo splendore.

Ancora intatto è invece il maestoso Castello di Rossena, non lontano da Canossa e anch’esso un tempo possedimento matildico. È una fortezza imponente, che domina il territorio della Val d’Enza da una posizione sopraelevata che consente una visuale entusiasmante che arriva fino alla Pietra di Bismantova. Lo si può visitare nei fine settimana su prenotazione.

Ancora più a valle, i castelli di Montechiarugolo e di Montecchio dell’Emilia sono due splendidi monumenti architettonici che valgono una visita, uno su una sponda e uno sull’altra del corso dell’Enza.

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I luoghi di 50km all’ora, la commedia on the road con Fabio De Luigi e Stefano Accorsi

Uscito nelle sale il 4 gennaio del 2024, il terzo film da regista del simpaticissimo Fabio De Luigi, ha trovato il proprio set in Emilia-Romagna. Terra d’origine dello stesso De Luigi, nato precisamente a Santarcangelo di Romagna, ha regalato uno sfondo suggestivo all’avventura di 50 km all’ora. Oltre all’artista romagnolo anche Stefano Accorsi nel cast, per riadattare in chiave nostrana una commedia on the road divenuta un vero successo al botteghino tedesco. Il film originale è infatti del 2018, scritto da Oliver Ziegenbalg e diretto da Markus Goller.

Di cosa parla il film

Rocco (Fabio De Luigi) è un uomo introverso e tranquillo, che ha trascorso gran parte della sua vita accanto al padre, accudendolo con dedizione nella loro casa in Emilia-Romagna. Guido (Stefano Accorsi), suo fratello, è invece l’esatto contrario: estroverso, irrequieto, sempre in movimento e distante da casa da anni. Le loro strade, ormai da tempo separate, si incrociano nuovamente quando la morte del padre Corrado li costringe a un inatteso e delicato riavvicinamento. Durante la lettura del testamento, i due scoprono l’ultima volontà del genitore: portare le sue ceneri fino a Cervia per deporle accanto alla tomba della madre.

Guido inizialmente sembra intenzionato ad andarsene in fretta, ma un messaggio lasciato dal padre lo colpisce profondamente, spingendolo a restare e intraprendere il viaggio insieme a Rocco. Così, i due fratelli decidono di dare finalmente vita a un sogno adolescenziale mai realizzato: attraversare la regione a bordo dei loro vecchi motorini, un Piaggio Ciao e un Atala Califfone, rimessi in funzione dopo anni di abbandono. Quel viaggio, lento e fuori dal tempo, li porterà a percorrere strade di campagna, coste e piccoli paesi, ma soprattutto a riaprire vecchie ferite, affrontare incomprensioni e recuperare un legame fraterno mai davvero spezzato.

Nel corso di questa avventura, fatta di soste improvvisate, incontri curiosi e situazioni impreviste, i due imparano a conoscersi di nuovo. Tra battute, scontri e confessioni, emergono verità sopite e sentimenti rimasti in sospeso. Il viaggio si trasforma così in un’occasione di riconciliazione, fatta di leggerezza, ironia e profondi momenti di riflessione su ciò che è stato e su ciò che ancora può essere.

50km all'ora location

Ufficio stampa

Le location del film “50km all’ora”

Dove è stato girato

Questa storia familiare on the road affronta temi come il rapporto tra fratelli, le distanze emotive e la possibilità di ritrovarsi. Un viaggio che, oltre al percorso fisico, diventa simbolo di guarigione, riconciliazione e trasformazione personale. L’opera, sostenuta dalla Regione attraverso Emilia-Romagna Film Commission, ha scelto diverse località della zona per le riprese. Ma dove è stato girato di preciso 50 km all’ora all’interno dei paesaggi emiliano-romagnoli?

Colline Romagnole (Cesena, Longiano, Bertinoro, San Giovanni in Galilea)

Queste località rappresentano il fulcro narrativo del film. Tra paesaggi dolci e scorci curati, le colline romagnole offrono uno sfondo autentico e suggestivo, in cui la semplicità del quotidiano incontra un’estetica quasi poetica. I borghi ben conservati e l’atmosfera raccolta permettono ai protagonisti di vivere situazioni a tratti comiche, a tratti toccanti. È in questi luoghi che emergono le sfumature più genuine del rapporto tra i due fratelli. Lontano dai circuiti cinematografici più battuti, questo territorio restituisce l’immagine di un’Italia vera, fatta di relazioni sincere e di comunità radicate.

Longiano

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Longiano

Costa Adriatica (Ravenna, Cervia, Lido di Dante, Lido di Savio)

Man mano che il viaggio avanza verso il mare, il paesaggio si apre, la luce si fa più ampia e l’atmosfera si alleggerisce. Le tappe sulla Riviera romagnola introducono un senso di libertà e di distensione. Tra spiagge, pinete e località balneari, il racconto si avvicina al suo compimento. Cervia, in particolare, non è solo una meta geografica, ma assume un ruolo simbolico: è il punto d’arrivo del viaggio e il luogo in cui si realizza l’ultima volontà del padre. Il mare, con la sua dimensione di passaggio e apertura, fa da sfondo alle riflessioni finali e alla trasformazione dei personaggi.

Appennino Modenese (Fanano, Pavullo nel Frignano)

Le prime sequenze del film si ambientano tra le curve verdi dell’Appennino modenese, dove strade strette si snodano tra boschi e silenzi. È qui che il viaggio prende il via, in un paesaggio che riflette perfettamente la distanza emotiva tra i due fratelli. Il clima è introverso, quasi sospeso, come a voler cristallizzare un passato che fatica a essere superato. Le montagne diventano così metafora dell’isolamento iniziale e della fatica del riavvicinamento.

Appennino Bolognese (Lizzano in Belvedere)

Questa tappa introduce un ritmo più contemplativo. Circondati da natura incontaminata e piccoli centri abitati, i protagonisti iniziano a lasciarsi spazio. I paesaggi di Lizzano, con la loro calma e sobrietà, fanno da cornice a momenti di confidenza e prime crepe nelle corazze emotive. È un luogo che incoraggia l’introspezione e che rappresenta uno dei passaggi più delicati del loro percorso.

Cesena

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Cesena

Comacchio (provincia di Ferrara)

Suggestiva e ricca di fascino, Comacchio offre una parentesi visiva unica nel film. I suoi ponti, i canali e l’architettura sospesa sull’acqua evocano atmosfere rarefatte, quasi oniriche. Inserita nel viaggio come una tappa fuori dal tempo, questa città lagunare assume un tono simbolico: un momento di pausa, in cui lo scorrere del tempo sembra dilatarsi. Visivamente affascinante, arricchisce la narrazione con un tocco più lirico e inatteso.

Milano (scene urbane)

In netto contrasto con la quiete e l’intimità delle altre location, Milano appare in brevi passaggi, ma con una forte carica evocativa. È il luogo della distanza, della frenesia e dell’individualismo. Qui affiorano elementi del passato e della vita adulta, messi in opposizione al ritmo lento e riflessivo del viaggio. La città simboleggia ciò da cui i protagonisti, in modi diversi, stanno cercando di allontanarsi: una vita scollegata dalle radici e dalle relazioni autentiche.

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Romagna: lo Zerbale e le altre spiagge d’acqua dolce del Bidente

Tutti sanno che cos’è un tridente: l’attributo tipico del dio dei mari Poseidone, quell’arma inastata che si chiude con una lancia a tre rebbi. Ecco, se i rebbi sono solo due, allora l’attrezzo, o l’arma, diventa un bidente, una sorta di forcone.

E perché il fiume Bidente, che scorre per circa 80 chilometri nella pianura della Romagna fino a confluire nel collega Montone, ha meritato questo appellativo?

Perché il corso d’acqua origina a sua volta dall’unione di due rami separati, come i rebbi dell’attrezzo: il Bidente di Pietrapazza e il Bidente di Corniolo. Entrambi nascono dalle pendici dell’Appennino Toscoromagnolo, il primo dal Passo dei Mandrioli e il secondo dal Passo della Calla, che separano le località montane e collinari romagnole dalla valle toscana del Casentino.

Lo Zerbale sul fiume Bidente

Lorenzo Calamai

Le acque smeraldine del Bidente

Nella prima parte del suo corso, dunque, il Bidente si trova all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, scorrendo attraverso quella che è una delle cittadine di riferimento di questa porzione di territorio, Santa Sofia, antica località di frontiera tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio.

Borgo fluviale elegante, Santa Sofia vanta dintorni splendidi dal punto di vista naturalistico, immersa in una vallata verde, circondata da colline boscose e numerosi sentieri escursionistici che permettono di esplorarle. Il ramo del Bidente di Corniolo e quello di Pietrapazza si uniscono pochi chilometri più a monte del paese, in località Isola.

Percorrendo la Strada statale 310, cosiddetta del Bidente perché costeggia il corso d’acqua, si risale lungo il braccio del Bidente di Corniolo e, superata la località Cabelli, si incontrano tre luoghi fantastici per un altro tipo di turismo, quello fluviale: le spiagge d’acqua dolce dello Zerbale, del Piombrino e della Spugna attirano ogni estate ragazzi, ragazze, intere famiglie alla ricerca di refrigerio dalle calde giornate estive in contesti naturali speciali, scavati dalle acque del fiume nella friabile roccia appenninica che dà sostanza a questa valle.

Lo Zerbale

Destinazione ben nota per gli amanti del wild swimming, lo Zerbale è il luogo più a monte del Bidente rispetto a Santa Sofia ed anche quello più bello, scenografico, particolare. Uno delle spiagge d’acqua dolce più belle della Romagna.

Tre piscine naturali si succedono una dietro l’altra, con due cascate che riversano l’acqua dall’una all’altra prima che il fiume prosegua il suo corso, placido, lungo un tratto rettilineo costeggiato da grandi lastre piatte di roccia.

Zerbale Bidente Romagna Santa Sofia

Lorenzo Calamai

Picnic sulle rive del Bidente, allo Zerbale

Si tratta di polle molto profonde, delle marmitte dei giganti (un fenomeno geologico per cui l’acqua erode il fondo della piscina naturale, scavando la roccia in profondità prima che in ampiezza) dove potersi tuffare liberamente. La forma svasata e conica delle piscine fa sì che si possa anche appoggiarsi al bordo roccioso e godersi la rinfrescante e purissima acqua del fiume in totale relax, con il corpo a bagno come un biscotto in una tazza di tè.

La piscina naturale più in basso, dove si riversa la seconda cascata e inizia il tratto rettilineo e pianeggiante del corso d’acqua, è invece più larga e sembra davvero non avere fondo. Le grandi rocce piatte che corredano il contesto sono l’ideale per prendere il sole o imbandire un picnic in riva alle acque smeraldine del Bidente.

Arrivare allo Zerbale non è semplicissimo, perché il fiume non si vede dalla strada. Il luogo dove inizia il sentiero per scendere sul letto del fiume si trova all’incirca a 8 chilometri da Santa Sofia, ma per trovarlo più facilmente potete inserire le seguenti coordinate sul vostro navigatore: 43.919130, 11.842099. Vi porteranno ad uno spiazzo sul lato della carreggiata da dove parte la traccia del brevissimo quanto ripido sentiero: da qui si scende sulle rive del Bidente in pochi minuti, in corrispondenza della prima cascatella.

Il Piombrino

Piombrino Bidente Santa Sofia

Lorenzo Calamai

La cascata del Piombrino

Poco più a valle rispetto allo Zerbale si trova un altro luogo splendido per tutti gli amanti dell’acqua dolce.

Al Piombrino il Bidente ha scavato la roccia generando una bella cascata con una profonda piscina naturale ai suoi piedi. Il salto, tripartito, è l’attrazione principale da ammirare mentre ci si rilassa, magari passando la giornata distesi tra le grandi lastre piatte al suo cospetto. La copiosa vegetazione e il fatto che il fiume sia diversi metri più in basso rispetto al livello della strada consentono sia di essere immersi nella natura, ascoltandone tutte le voci, che di giovarsi di abbondante ombra per ripararsi dal sole mordente.

Risalendo più a monte della cascata, si può risalire il fiume per un centinaio di metri fino a un’altra bella piscina naturale che si trova ai piedi di una vivace cascatella. Qui la disposizione delle rocce rende lo scenario perfetto per tuffarsi nelle profondità della polla.

Trovare la traccia del sentiero che scende non è difficile, basterà stare attenti al guardrail dal lato del fiume della Strada statale 310: quando si incontra un piccolo cartello marrone in corrispondenza di una curva, quello è il punto da dove si scende al Piombrino.

La Spugna

granchio fiume bidente

Lorenzo Calamai

La presenza di un granchio di fiume è indicativa della purezza delle acque del Bidente

Proseguendo ancora a valle, in direzione di Santa Sofia, si raggiunge la Spugna, un luogo selvaggio e particolare dove il Bidente scorre dentro una grotta forata con una grande piscina naturale, e poi si apre in una zona più ampia ideale per sistemarsi, stendere l’asciugamano e godersi la natura.

Il sentiero che porta a questo bello scenario si trova in corrispondenza del chiosco Al 46 sulla Strada statale 310. Dalla parte opposta della strada una traccia attraversa un prato e poi scende con un sentiero breve e ripido sulle sponde del fiume Bidente.

Si giunge quindi nella parte più ampia prima descritta, con una piscinetta di acqua bassa e trasparente chiusa da una cascatella, ideale per far divertire i bambini. Sulla sponda opposta rispetto a quella di arrivo si può trovare ombra e tanto spazio per sistemarsi.

Il bello della Spugna però lo si trova risalendo il corso del Bidente per qualche decina di metri: ci si addentra in un tratto stretto e profondo del fiume, che culmina in una grande polla rotonda ai piedi di una cascata, circondata da quella che è una sorta di grotta forata. Con alte pareti rocciose ai lati e una corda fissata alla pietra dai frequentatori abituali, è il luogo perfetto dove prodursi in adrenalinici e rinfrescanti tuffi prima di tornare a valle ad asciugarsi al sole.

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Feste della birra, mercatini e gli altri eventi imperdibili del weekend 27-29 giugno 2025

Profumo di birra artigianale, strade vestite di fiori, rievocazioni in costume, concerti all’alba e sapori che raccontano le tradizioni locali: il weekend del 27-29 giugno 2025 si preannuncia esplosivo. E se state cercando un’occasione per partire, fare una gita fuori porta o semplicemente vivere qualcosa di speciale, sappiate che questo fine settimana vi mette davanti a una valanga di eventi sparsi tra Lazio, Umbria, Marche ed Emilia-Romagna.

Dalle spiagge di Tarquinia ai canali di Comacchio, passando per i borghi fioriti della Sabina e le note all’alba in Franciacorta, ecco il meglio di questo weekend in giro per l’Italia.

Fermento a Tarquinia Lido: 16 birrifici, street food e mare

Sedici birrifici artigianali, street food da urlo, dj set e concerti in riva al mare. Serve aggiungere altro? Il 27 e 28 giugno il Lido di Tarquinia (VT) si trasforma nel cuore pulsante della birra artigianale con Fermento, il festival diffuso che celebra l’eccellenza brassicola del Lazio e della Tuscia.

Invece del classico villaggio fieristico, qui si passeggia tra stabilimenti balneari e locali sul lungomare, con otto postazioni che ospitano i birrifici: da Jungle Juice a Ritual Lab, da Linfa a Vento Forte, ognuno con una selezione delle proprie etichette più iconiche. E per non far mancare nulla al palato, c’è anche un’offerta gastronomica firmata dai beach bar del Lido: panini, fritti, specialità locali pensate per accompagnare ogni pinta.

Musica live e dj set accompagneranno entrambe le serate, con apertura alle 19. Si entra con due formule: 15 euro per 8 degustazioni, oppure 10 euro per 4 assaggi. Sì, potete anche provare entrambe le opzioni… Nessuno vi giudica.

Leonessa e il Palio del Velluto: tre giorni nel cuore del Rinascimento

Leonessa (RI) fa un salto nel tempo e riaccende lo splendore rinascimentale con il Palio del Velluto, una delle rievocazioni storiche più coinvolgenti del Lazio. Dal 27 al 29 giugno, dame, cavalieri, tamburini e contrade si danno battaglia per conquistare lo stendardo dei “Sesti”, i sei storici rioni della città.

Taverne, cortei in costume, duelli, spettacoli e una città intera che si trasforma in teatro a cielo aperto. Se amate l’atmosfera delle saghe storiche, qui troverete un mix perfetto di adrenalina, folklore e sapori del passato (con tanto di piatti rinascimentali rivisitati).

Da segnare in agenda anche la suggestiva “Scelta del Drappo” e la Giostra dei Tamburi, che anticipano il weekend del Palio. Un’esperienza da vivere, con smartphone carico per immortalare ogni dettaglio.

Poggio Moiano in fiore: l’Infiorata del Sacro Cuore

Nella Sabina Reatina si celebra la bellezza con petali e tradizioni. A Poggio Moiano, dal 27 al 29 giugno, va in scena l’Infiorata del Sacro Cuore, una tre giorni che trasforma il borgo in un tappeto floreale gigante.

Il programma mescola arte e fede: tra mostre, musei a cielo aperto, sfilate di sbandieratori, acrobati e mangiafuoco per la “Notte di meraviglie” e la sagra dell’olio d’oliva, Poggio Moiano diventa una vera esplosione di colori, profumi e magia. Un evento perfetto per le famiglie, i romantici, gli appassionati di fotografia e chiunque voglia prendersi una pausa tra bellezza e semplicità.

Concerto all’alba a Erbusco: musica, cielo rosa e colazione del Magüt

Per chi ama cominciare la giornata con poesia, musica e aria di collina, Erbusco (BS) propone uno dei momenti più suggestivi del weekend: il Concerto all’Alba, domenica 29 giugno alle 5:00 del mattino, con il duo Gianni Alberti (sax/clarinetto) e Fabio Gordi (pianoforte).

In un contesto naturale mozzafiato, il repertorio spazierà da Piazzolla a Morricone, passando per Gershwin e Iturralde. E al termine, la Pro Loco offrirà ai partecipanti la “colazione del Magüt”, per rendere l’esperienza ancora più autentica e condivisa.

Ingresso a offerta libera, prenotazione obbligatoria. Il check-in apre alle 4:45 (sì, anche il cielo avrà messo la sveglia). Consigliatissimo portarsi un telo e una giacca leggera, la magia è garantita.

Focus Assaggi a Corese Terra: gusto, olio DOP e storie di territorio 

Per chi ha il palato fino e l’anima da foodie, Corese Terra (RI) è la tappa perfetta del venerdì sera. Il 27 giugno alle 20:00 torna l’appuntamento con “Focus Assaggi”, la rassegna gratuita che valorizza i prodotti DOP e IGP del Lazio con degustazioni guidate da esperti ONAF.

Il terzo incontro di “S’abbina bene” sarà ospitato dall’Università Agraria e promette una vera immersione nel patrimonio agroalimentare della Sabina: mozzarella di Bufala Campana DOP, prosciutto di Amatrice IGP, salumi amatriciani, panzanella romana, il tutto abbinato agli oli Sabina DOP e Roma IGP, accompagnati da vini laziali selezionati.

Un’occasione unica per capire (e assaggiare) il vero significato delle etichette di qualità. L’ingresso è gratuito ma su iscrizione: andate sul sito ufficiale e prenotatevi, i posti sono limitati, le delizie no.

Carnevale estivo a Comacchio: maschere, barche e fuochi sull’acqua

Chi ha detto che il Carnevale si festeggia solo a febbraio? A Comacchio, la “piccola Venezia” del Delta del Po, sabato 28 giugno torna il Carnevale estivo sull’acqua, tra maschere, danzatori e dodici barche a tema che scivolano lungo i canali storici.

L’evento, organizzato dalla Cooperativa Girogirotondo, è una festa comunitaria che unisce artigiani, musicisti, sarte e volontari in un grande spettacolo galleggiante. Le imbarcazioni, spinte a paradello, renderanno omaggio anche ai 30 anni di Ferrara Patrimonio Unesco e ai 10 anni della riserva MaB Delta del Po.

Alle 21.00 si parte dai Trepponti, monumento simbolo della città, e si va avanti fino a mezzanotte, quando lo show si conclude con uno spettacolo piromusicale da batticuore. Evento gratuito e consigliatissimo anche per famiglie con bambini.

Brodetto Show a Porto Recanati: zafferano, quiz e grandi chef 

Il Brodetto alla Portorecanatese De.Co. ha una marcia in più: niente pomodoro, solo pesce fresco e zafferano. A Porto Recanati (MC), questo piatto diventa protagonista assoluto del Brodetto Show, in programma domenica 29 giugno dalle 18:30 in piazza Brancondi.

Brodetto Show, Porto Recanati

Ufficio Stampa

Edizioni passate del Brodetto Show

Un evento tra showcooking, storytelling, quiz con il pubblico e piatti-sorpresa. Sul palco ci saranno la giornalista Sara Santacchi e Marco Ardemagni di “Paparazzi” (Rai Italia), mentre gli chef dell’Accademia del Brodetto delizieranno i presenti con assaggi e aneddoti.

Il format interattivo è parte del Grand Tour delle Marche e porta in scena l’identità gastronomica della costa adriatica. Ingresso libero e palato felice assicurato.