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Scozia: alla scoperta di 5 luoghi misteriosi

La Scozia è terra di paesaggi mozzafiato; una nazione ricca di cultura e tradizioni uniche. Con le sue antiche leggende, castelli infestati e luoghi enigmatici, questo paese  nell’estremità settentrionale della Gran Bretagna è un paradiso per chi ama il mistero e l’avventura. I miti dei clan (che derivano dalle tribù, gruppi composti per lo più da individui legati al capo da legami di sangue), le danze tradizionali, il suono delle cornamuse e la cultura gaelica contribuiscono a creare un’atmosfera magica che cattura l’immaginazione di ogni visitatore.

Alcuni luoghi sono l’emblema e l’essenza di tutto questo: scopriamo 5 luoghi misteriosi che raccontano la storia più enigmatica di questa affascinante terra.

I Crannog della New Stone Age

I Crannog sono antiche abitazioni costruite su laghi e fiumi, tipiche della Scozia preistorica, e uno dei più noti si trova nel Loch Tay, nella regione del Perthshire. Queste strutture risalenti alla New Stone Age sono avvolte nel mistero riguardo alla loro funzione e costruzione. Usati forse come abitazioni difensive, ritiri cerimoniali o semplicemente case, i Crannog sono testimoni silenziosi di una civiltà antica che ancora suscita curiosità e fascino. Lo Scottish Crannog Centre si trova sulle rive del Loch Tay, vicino al villaggio di Kenmore: questo museo vivente offre ai visitatori l’opportunità di esplorare una ricostruzione autentica di un crannog dell’età del ferro e di scoprire di più sulla vita e le tecniche costruttive delle persone che vivevano in queste strutture antiche. Per arrivarci, basta seguire le indicazioni per Kenmore dal villaggio di Aberfeldy o Crieff, entrambi facilmente raggiungibili in auto da Perth. Una volta a Kenmore, ci sono segnalazioni chiare che ti guidano verso il centro.

La Valle di Glencoe

La valle di Glencoe, situata nelle Highlands scozzesi, vicino al villaggio omonimo, è nota per la sua bellezza selvaggia e per la tragica storia del Massacro di Glencoe del 1692, dove molti membri del Clan MacDonald furono uccisi dai soldati governativi. La valle è spesso descritta come uno dei luoghi più spettrali della Scozia, con un’atmosfera che sembra sospesa nel tempo. Si dice che le anime dei MacDonald uccisi vaghino ancora nella valle, e molte persone hanno riportato avvistamenti di figure spettrali e suoni inspiegabili. In generale, Glencoe è un paradiso per gli escursionisti e sono diversi i sentieri che includono il Lost Valley (Coire Gabhail), il Devil’s Staircase e le Three Sisters (verificare di avere l’equipaggiamento adeguato e le condizioni meteorologiche prima di partire). Ancora, il Centro Visitatori di Glencoe, gestito dal National Trust for Scotland, offre mostre informative sulla geologia, la flora, la fauna e la storia umana della valle. È un buon punto di partenza per comprendere meglio l’area. La Valle di Glencoe è facilmente raggiungibile in auto. La A82 è la strada principale che attraversa Glencoe, collegando Glasgow e Fort William e, partendo da Glasgow, il viaggio dura circa 2 ore e mezza. Diverse compagnie di autobus offrono servizi regolari verso Glencoe da Glasgow, Fort William e altre città vicine; in alternativa si può prendere un treno per Fort William (la linea ferroviaria West Highland offre un viaggio panoramico spettacolare!) e poi un autobus o un taxi fino a Glencoe.

Skaill House

Skaill House, situata sulle isole Orcadi vicino al sito neolitico di Skara Brae, è una dimora storica risalente al XVII secolo e nota per le sue leggende di fantasmi e apparizioni spettrali. Costruita vicino a Skara Brae, offre un intrigante connubio di storia antica e leggende moderne. Tra i racconti più noti, ci sono quelli di una misteriosa dama in grigio che si dice vaghi per le stanze della casa e di rumori inspiegabili che disturbano i visitatori. Skaill House è aperta ai visitatori durante la stagione turistica, generalmente da aprile a ottobre con visite guidate che esplorano la storia della casa e le leggende spettrali che la circondano. Arrivarci non è immediato: si può prendere un traghetto da John O’Groats, Scrabster o Gills Bay; oppure con un volo diretto per l’aeroporto di Kirkwall. Poi da Kirkwall o Stromness, bisogna guidare seguendo le indicazioni per Skara Brae, che si trova accanto a Skaill House, o prendere un autobus locale.

Il Castello di Edimburgo

Il Castello di Edimburgo domina la skyline della capitale scozzese dalla sua posizione strategica sulla Castle Rock. Avvolto da numerose leggende di fantasmi, il castello è stato teatro di avvistamenti di figure spettrali, come il suonatore di tamburo senza testa che si dice annunciare cattivi presagi. Inoltre, la prigione del castello è nota per essere infestata dai fantasmi dei prigionieri che vi morirono in condizioni terribili. Partecipare a una delle visite guidate del castello è il modo migliore per scoprire le storie più inquietanti e immergersi nell’atmosfera misteriosa di uno dei luoghi più iconici della Scozia.

Castello di Edimburgo

Fonte: iStock

Castello di Edimburgo

La Cappella di Rosslyn

La Cappella di Rosslyn, situata nel villaggio di Roslin a pochi chilometri a sud di Edimburgo, è famosa per le sue intricate sculture e per i misteri che la circondano. Tra le leggende più affascinanti ci sono quelle sui Cavalieri Templari e il Santo Graal. La cappella è ricca di simboli enigmatici che hanno alimentato numerose teorie del complotto e ipotesi sulla sua vera funzione. La sua architettura e le sue decorazioni, come il celebre “Apprendista Pilastro”, continuano a suscitare interrogativi e ad attrarre studiosi e curiosi da tutto il mondo. La Cappella di Rosslyn si trova a circa 12 km a sud di Edimburgo e ci si può arrivare in auto, autobus o taxi. La cappella è aperta tutto l’anno, ma gli orari possono variare stagionalmente, quindi è meglio controllare il sito web ufficiale per gli orari aggiornati e prenotare in anticipo una visita guidata o il solo ingesso con audio guida  in loco.

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Il Castello Sforzesco come non lo hai mai visto: apre una nuova area

Il già suggestivo percorso di visita del Castello Sforzesco a Milano si è arricchito dal 28 giugno 2024 con la Salita alle Merlate Panoramiche, un’opportunità resa possibile dalla collaborazione del Comune di Milano con CoopCulture e Artem che, finalmente, consente a cittadini e turisti di scoprire un’area fondamentale dello storico edificio, accessibile (a fronte dell’acquisto del biglietto dedicato) senza visita guidata su prenotazione.

Un itinerario panoramico di una quarantina di minuti che affascina proponendo lo skyline del capoluogo lombardo da un punto di vista del tutto inedito e privilegiato: si tratta di una nuova esperienza di visita individuale, che si affiancherà alle proposte di tour guidati già attive.

Il percorso delle Merlate attende i visitatori

Dopo aver affrontato i cento gradini dello Scalone del Cortile della Rocchetta (che possono essere sostituiti dall’ascensore per chi ne avesse necessità), ecco l’ingresso all’ultimo piano della Torre del Tesoro: da qui, si apre il percorso delle Merlate, in passato camminamento di ronda dei soldati, quando il Castello Sforzesco era fortezza militare all’epoca della famiglia Sforza.

Passeggiando lungo il perimetro della struttura, oggi è di nuovo possibile ammirare Milano “come non l’avete mai vista” con un itinerario (della durata di circa 40 minuti) che inizia dal lato nord-ovest, verso il Parco Sempione, e continua in senso anti-orario a sud-ovest, verso il Duomo e il centro città.

La nuova passeggiata culturale milanese

La Salita alle Merlate Panoramiche è, quindi, una nuova e ottima occasione per esplorare Milano e lo skyline in maniera suggestiva e immergersi appieno nella sua storia.

Infatti, oltre a essere davvero incantevole, l’itinerario è impreziosito da pannelli descrittivi che, passo dopo passo, illustrano ai visitatori i dettagli sui sistemi difensivi degli Sforza, i cenni storici salienti nonché informazioni e curiosità sui punti di interesse che si mostrano allo sguardo (quali, ad esempio, il Bosco Verticale, la Torre Unicredit, il Campanile di San Gottardo in Corte, gli edifici di Gio Ponti e Giovanni Muzio, le Torri di CityLife).

Ancora, non mancano approfondimenti di carattere architettonico sui vari elementi del sistema di difesa, a partire dall’antico muro della Ghirlanda al Rivellino di Santo Spirito fino ai merli, alle caditoie e alle feritoie. Infine, ma non certo per ultimi, largo spazio ai racconti e alle leggende che, dal Medioevo in poi, hanno reso celebre il fortilizio milanese del XV secolo.

Informazioni utili per la visita

Il tratto del camminamento per un emozionante e coinvolgente sguardo su Milano è accessibile dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 17.00 (ultimo ingresso).

Il biglietto si può acquistare online oppure direttamente presso l’Info Point del Castello. Chi è in possesso di un Abbonamento Musei Lombardia in corso di validità, ha diritto a ricevere il biglietto gratuito presentandosi alla biglietteria delle Merlate Panoramiche (questa tipologia di biglietto non è disponibile online).

È consentito l’ingresso a un massimo di 25 persone ogni 20 minuti e l’intero percorso, come accennato, ha una durata di circa 40 minuti.

Sono necessarie scarpe comode per affrontare l’itinerario (a partire dalla salita dei 100 gradini della Scalone della Rocchetta), quindi si sconsigliano tacchi o ciabatte.

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Rocca Calascio: il castello misterioso

Il castello di Rocca Calascio è immerso tra le vette maestose ed uniche dell’Abruzzo, tra il verde intenso degli alberi e dei boschi ed il cielo azzurro, un luogo pieno di incanto e mistero. Questo antico castello, con le sue mura in pietra grigia e la sua atmosfera che sembra quasi senza tempo, è come se fosse uscito direttamente da un racconto di fantasia. È la destinazione adatta per chi cerca un’esperienza unica ed indimenticabile, per un vero e proprio viaggio nel tempo.

La notorietà di Rocca Calascio è dovuta anche ai numerosi film che sono stati girati qui, grazie proprio alla bellezza del luogo e della Rocca stessa. Il più famoso è sicuramente “Lady Hawke”, durante il quale si notano moltissimi scorci delle torri diroccate, un film del 1985 con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick. Oltre a questo film, nel castello di Rocca Calascio stato ambientato anche il film “Il nome della rosa”, con cast formato da attori importanti, tra cui Sean Connery.

La magia del castello di Rocca Calascio

Il misterioso castello di Rocca Calascio è una delle fortificazioni più alte d’Italia. Infatti, si trova ad un’altitudine di circa 1.460 metri sul livello del mare. La sua posizione strategica permetteva di controllare le vie di comunicazione tra il Mar Adriatico ed il Tirreno. Questo castello ha una ricca storia, che risale all’anno Mille circa, sebbene la struttura attualmente visibile e visitabile risalga prevalentemente al quindicesimo secolo, quando la famiglia Piccolomini ampliò e fortificò ulteriormente questo castello.

Appena varcate le sue antiche mura, per i visitatori sembra di tornare indietro nel tempo, epoca in cui cavalieri e soldati popolavano questi luoghi magici. L’atmosfera è carica di storia e le pietre sembrano raccontare numerose leggende di battaglie ed amori perduti.

Oltre alla sua bellezza e alla sua storia, il castello di Rocca Calascio è avvolto da una certa aura di mistero. La leggenda narra, infatti, che il castello sia abitato da diversi spiriti e che le sue mura custodiscano antichi segreti. Queste storie di fantasmi e leggende contribuiscono a rendere il luogo ancora più affascinante, attirando così curiosi e appassionati di storia e paranormale.

Castello di Rocca Calascio al tramonto

Fonte: iStock

Il Castello di Rocca Calascio al tramonto

Panorama mozzafiato sulle montagne abruzzesi: cosa vedere a Rocca Calascio

La posizione così elevata del castello offre ai visitatori una vista spettacolare fra le meraviglie della regione Abruzzo, che abbraccia l’intero Gran Sasso, l’omonimo Parco Nazionale del Gran Sasso ed i Monti della Laga. In una giornata limpida, è possibile vedere anche il mare Adriatico, una vista che crea un connubio perfetto tra natura e storia. Questo panorama mozzafiato attira fotografi e amanti della natura da tutto il mondo, offrendo uno sfondo ideale per scatti davvero unici. Oltre a questo, le attrazioni di Rocca Calascio

Il Castello di Rocca Calascio

Il castello di Rocca Calascio, ovviamente, è la principale attrazione di questo luogo. La struttura, che venne costruita con sole pietre locali, presenta una pianta quadrata con torri angolari, tipica delle fortificazioni medievali. Sebbene in parte ormai il castello sia in rovina, mantiene intatta la sua imponenza e offre scorci suggestivi, che fanno rivivere ai visitatori l’epoca medievale.

La chiesa di Santa Maria della Pietà

Non lontano dal castello si trova la chiesa di Santa Maria della Pietà, una piccola chiesa costruita nel diciassettesimo secolo. La leggenda narra che questa chiesa, nei pressi del misterioso castello, sia stata edificata in segno di gratitudine per una vittoria contro i briganti. La sua posizione panoramica e la sua architettura semplice, ma elegante, rendono questa struttura una tappa quasi obbligata per i visitatori, dopo il Castello di Rocca Calascio.

Il borgo abbandonato di Rocca Calascio

Ai piedi del castello si trova il borgo abbandonato di Rocca Calascio. Si tratta di un piccolo villaggio, ormai abbandonato, un luogo molto affascinante da esplorare, che con le sue case di pietra e le sue strette vie fra le case di un tempo, porta il visitatore in un viaggio nel tempo. Passeggiare per il borgo di Rocca Calascio è sicuramente un’esperienza unica, quasi surreale, che permette di immaginare la vita quotidiana di un tempo.

Vista dal basso del Borgo di Rocca Calascio in Abruzzo

Fonte: iStock

Vista del Borgo e del Castello di Rocca Calascio in Abruzzo

Esperienze uniche a Rocca Calascio

Trekking ed escursioni

Per gli amanti delle camminate all’aria aperta, Rocca Calascio è un punto di partenza ideale per numerose escursioni e trekking nel bosco. I sentieri che attraversano il Parco Nazionale del Gran Sasso offrono numerosi percorsi di varia difficoltà, adatti sia ai principianti, che agli escursionisti più esperti. Escursioni assolutamente da non perdere sono quelle al Monte Prena e al Monte Camicia, che sono dei percorsi particolarmente apprezzati per la loro bellezza e per i panorami unici fra cui sono immersi.

Inoltre, grazie alla sua posizione panoramica e alla sua architettura, Rocca Calascio è un vero paradiso per i fotografi e gli amanti della fotografia, soprattutto nei momenti di alba e tramonto, dove la luce, sui boschi circostanti e sul castello, può restituire scatti unici.

Consigli pratici per la visita del castello di Rocca Calascio

Quando visitare il castello, come arrivarci e cosa portare?

Il periodo migliore per visitare Rocca Calascio è durante la primavera e l’autunno, stagioni in cui le temperature sono miti e i colori della natura sono al loro massimo splendore, soprattutto in autunno con il cambio colore delle foglie. L’estate è ideale per chi ama il caldo e le lunghe giornate di sole, mentre l’inverno, nonostante le basse temperature, è in grado di creare scenari incantevoli con la neve che ricopre il castello di Rocca Calascio e lo storico borgo.

Rocca Calascio, inoltre, è facilmente raggiungibile in auto dalla città de L’Aquila.

Per visitare il borgo di Rocca Calascio e scoprire il suo castello misterioso, è sicuramente consigliato indossare un abbigliamento molto comodo, come scarpe comode da trekking e abbigliamento a strati, dato che il clima può cambiare rapidamente, oltre che essere molto utile per percorrere i numerosi sentieri che si snodano nel Parco Nazionale del Gran Sasso.

Il castello di Rocca Calascio è molto più di una semplice destinazione turistica, in una regione, quella dell’Abruzzo, amato così tanto anche dai turisti di tutto il mondo. Si tratta, infatti, di un luogo dove storia, natura e mistero si fondono per creare un’esperienza unica ed indimenticabile per i visitatori di tutte le età, fra paesaggi naturali unici.

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Come arrivare dall’aeroporto di Katowice a Cracovia

Insieme a Varsavia, Cracovia è la meta più visitata della Polonia. Ben collegata con l’Italia grazie alle più importanti compagnie aeree, le quali hanno creato tratte comode e veloci partendo da diversi aeroporti, rappresenta la destinazione perfetta anche solo per una fuga di un weekend. Antica capitale del paese, qui è custodito un importante patrimonio storico e artistico, dal castello reale alla fabbrica di Schindler.

Ma come arrivare dall’aeroporto di Katowice al centro di Cracovia per iniziare il vostro viaggio in tutta tranquillità e senza stress? Ve lo spieghiamo noi in questo articolo, dove troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno.

L’aeroporto di Katowice Pyrzowice

Cracovia ha due aeroporti, quello di Cracovia – Balice (KRK) e quello di Katowice Pyrzowice (KTW). Il secondo, al quale stiamo dedicando questo articolo, è situato a circa 30 chilometri a nord dalla città di Katowice, una delle più importanti basi aeree della Polonia, e a 100 chilometri da Cracovia. Con la compagnia Wizz Air, per esempio, è raggiungibile dall’Ugo Niutta di Napoli, mentre con Ryanair partono tutti i giorni voli da Milano della durata di un’ora e quaranta.

Si trova al quarto posto tra gli aeroporti con il più alto traffico passeggeri della Polonia dopo il Fryderyk Chopin di Varsavia, il Giovanni Paolo II di Cracovia e il Lech Wałęsa di Danzica, con circa un milione e mezzo di viaggiatori che lo frequentano mediamente ogni anno. Atterrando qui è possibile recarsi a Cracovia, una tra le più belle città del territorio polacco e dell’Europa dell’est, con l’autobus. Sono disponibili anche i taxi e i transfer privati, tuttavia li sconsigliamo considerata la distanza e l’alto costo della tratta.

Come raggiungere Cracovia con l’autobus

Il mezzo più utilizzato è l’autobus, la soluzione più economica e veloce, e quindi alla portata di tutti. Gli autobus partono dal terminal e conducono a Cracovia operando un’unica fermata a Katowice città. Tra le compagnie di riferimento c’è la Matuszek, che organizza le corse seguendo gli orari degli arrivi; nel caso di ritardi, il bus aspetta i passeggeri. Il prezzo è di circa 16 euro ed è possibile acquistarlo comodamente online dal sito.

Anche la compagnia Infobus effettua la tratta dall’aeroporto di Katowice alla stazione di Cracovia. Il costo del biglietto è di circa 13 euro mentre il tempo di percorrenza è in media di un’ora e quaranta. Le altre compagnie che organizzano il trasferimento per il centro di Cracovia sono la stessa WizzAir e FlixBus, quest’ultima a un prezzo tra i 10 euro e i 13 euro. Per una soluzione ancora più economica, consigliamo di prendere un BlaBlaCar che, a soli 3€, vi porterà da Katowice città a Cracovia in circa un’ora.

Dall’aeroporto di Katowice ad Auschwitz

L’aeroporto di Katowice è situato a poca distanza da una delle attrazioni più visitate in Polonia: il campo di concentramento di Auschwitz. Se avete poco tempo e una volta atterrati desiderate cominciare subito il vostro viaggio, vi consigliamo di arrivare in questo luogo importante per la memoria storica europea direttamente dall’aeroporto. Potete valutare sia la prenotazione di un transfer privato che, dal terminal degli arrivi, vi porterà velocemente alla vostra destinazione, che il treno. In questo secondo caso dovrete prima arrivare alla stazione centrale di Katowice e, da qui, salire su uno dei tanti treni che, in un’ora e dieci, vi condurrà alla fermata di Oswiecim, a circa 2 chilometri da Auschwitz.

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Escursioni e attività al lago di Bled in Slovenia

La Slovenia è un paese piccolo, ma ricco di luoghi magici e fiabeschi dove la natura incontaminata incontra città dal fascino medievale. I posti da vedere sono tanti, ma uno su tutti attira sempre più viaggiatori con il suo paesaggio da cartolina composto da una chiesa su un’isoletta e da un castello aggrappato alla parete rocciosa, circondato da rigogliose foreste, verdi prati e montagne innevate. Avete capito di cosa stiamo parlando?

Il lago di Bled è la perla alpina slovena che fa sognare persone provenienti da tutto il mondo, che arrivano in questa regione nord-occidentale per poterlo vedere con i propri occhi. Gli italiani sono i più fortunati perché questo posto splendido si trova in una zona montuosa a ridosso delle Alpi Giulie, non lontano dal confine italiano, quindi facilmente raggiungibile in auto in circa un’ora e mezza da Trieste. Il lago può essere raggiunto con semplicità anche da Lubiana, diventando la meta perfetta anche per una gita di un giorno. Iniziate a prendere appunti perché in questo articolo vi consigliamo cosa fare e cosa vedere in una giornata o durante un weekend.

Cosa fare al lago di Bled

Le montagne circostanti si specchiano nelle sue acque, il castello veglia silenzioso e l’isolotto al centro completa un paesaggio che sembra uscito da un quadro: inutile girarci intorno, Bled è un vero e proprio luogo d’incanto. La sua atmosfera sognante lo rende la meta perfetta per un weekend di coppia, che potrete trascorrere in un romantico glamping, passeggiando intorno al lago e gustando la cucina locale. In una giornata d’autunno, poi, rimarrete di certo incantati dal panorama del suo isolotto sospeso nella nebbia, circondato dai vivaci colori dei boschi e del foliage. L’autunno, infatti, è il periodo perfetto per scoprirlo non solo per la bellezza particolare del paesaggio in questa stagione, ma soprattutto perché meno affollato rispetto ai mesi estivi.

Sono molte le cose da fare al lago di Bled e nei dintorni: queste sono le nostre preferite.

Escursione in barca all’isolotto

Una delle cose più romantiche da fare al lago di Bled è l’escursione con le classiche barchette in legno. Avete due opzioni per scoprire gli angoli più pittoreschi della costa, tra piccoli moli e canneti popolati da maestosi cigni bianchi. Potete salire a bordo di una pletna guidata da un barcaiolo, la barchetta tradizionale tipica di questi luoghi, dalla forma inconfondibile. In questo modo potrete visitare anche l’isolotto al centro del lago, con la sua chiesetta e il borgo che sembra sospeso nel tempo, un vero scrigno di bellezza che vi regalerà sorprendenti scatti fotografici.

Se invece preferite scoprire il lago in autonomia, potete affittare una barca a remi, facile da navigare e che vi permetterà di arrivare all’isolotto in 10-15 minuti. Qui vi consigliamo di visitare la chiesetta risalente al XVII secolo e di salire sulla torre per suonare la campana per tre volte, un segno di porta fortuna che la fa risuonare tutto il giorno!

Barca lago di Bled

Fonte: iStock

Una barca per escursioni sul lago di Bled

Attività all’aria aperta e relax

La Slovenia è la destinazione perfetta per gli amanti degli sport all’aria aperta e anche il lago di Bled offre tante possibilità per entrare a contatto con la natura circostante in modo sostenibile. Potete soggiornare in uno dei tanti campeggi lungo la costa, base perfetta per salire su una bici e pedalare sulla pista ciclabile che si snoda tutto intorno al lago, ideale anche per chi desidera fare jogging o una semplice camminata. Ogni ora del giorno è quella giusta anche per percorrere il giro ad anello lungo 6 chilometri e che vi permetterà di ammirare il lago da prospettive diverse.

Se restate per più giorni potete regalarvi momenti di puro relax sulle spiagge del lungolago. Alcuni punti sono attrezzati con ombrelloni, sdraio e giochi per i più piccoli, perfetti per nuotare nelle acque cristalline. A quanto pare, queste acque sono ricche di minerali e possiedono poteri curativi, tanto che il lago di Bled divenne una meta importante del turismo termale già all’inizio del XX secolo. I centri termali sono raggruppati sulla sponda occidentale del lago e offrono percorsi rilassanti con una vista splendida. Potrete scegliere tra numerose strutture in cui, oltre al centro termale, sono disponibili eleganti stanze dove alloggiare. Consultate i siti web dei diversi hotel e centri benessere per scegliere i pacchetti e le offerte più adatti al vostro viaggio!

Assaggiare la famosa Bled cake

Se c’è una cosa che dovete assolutamente fare durante il vostro viaggio al lago di Bled è assaggiare l’immancabile torta di Bled (kremna rezina), fatta con una deliziosa pasta sfoglia friabile e strati di crema pasticcera e panna. È considerata il simbolo della cittadina, inventata nel 1953 dal pasticciere ufficiale dell’Hotel Park, Ištvan Lukačević. Ogni fetta verrà servita perfettamente quadrata e sarà composta per due terzi di crema alla vaniglia e un terzo di panna montata, il tutto racchiuso tra due strati di pasta sfoglia. Una dolcezza da non perdere!

Bled Cake

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La famosa Bled cake da provare fronte lago

Cosa fare nei dintorni del lago di Bled

Nei dintorni sono numerosi i percorsi naturalistici, come quello che attraverso il bosco vi porterà in cima a una collina da cui potrete godere di un panorama privilegiato sull’intero lago. Non a caso, qui è stata allestita una panchina solitaria, per regalare momenti romantici e indimenticabili con una vista davvero eccezionale.

Anche gli appassionati di escursionismo non rimarranno delusi: potranno infatti scoprire numerosi sentieri che si sviluppano nei boschi intorno al lago, perfetti per fare un po’ di trekking, divertirsi con la mountain bike o visitare una delle gole più belle della Slovenia, quelle di Vintgar.

Le gole di Vintgar e il Parco Nazionale del Triglav

Nelle vicinanze del lago di Bled, un percorso di grande interesse naturalistico vi porterà a esplorare le gole di Vintgar, scoperte nel 1891. Lungo il canyon è stato costruito un sistema di passerelle lungo 2 chilometri, ponti e gallerie che vi permetterà di visitare la profonda gola scavata dal fiume, accompagnati dal rumore delle acque impetuose, tra rapide e cascatelle, in uno scenario naturale davvero suggestivo. Immersa in una fitta foresta, la gola è stata creata nel corso di millenni dal fiume Radovna che, lentamente, ha eroso la roccia. Se non avete l’auto, per raggiungerla potete affittare una bicicletta o utilizzare i mezzi pubblici.

Per gli amanti dell’adrenalina è possibile organizzare un’escursione nel Parco Nazionale del Triglav all’insegna del canyoning, per vivere un’avventura in un vero e proprio parco acquatico naturale, dove cimentarsi con scivoli, salti e discese in corda doppia. Un’esperienza unica adatta anche ai meno esperti perché tutti i gruppi sono accompagnati da guide alpine qualificate.

Come arrivare al Lago di Bled

Il lago di Bled può essere raggiunto con diversi mezzi di trasporto. Se volete arrivare con la vostra auto dovrete prendere l’autostrada E61 in direzione Lubiana e uscire a Lesce/Bled. Attenzione però: per percorrere le autostrade slovene dovete acquistare la “vignetta” da apporre sul parabrezza.

Se volete raggiungere il lago in treno, dovrete prima dirigervi alla stazione di Lubiana. Da qui potete prendere un treno che vi porterà nelle vicinanze di Bled: le due stazioni più vicine al lago sono Lesce e Jezero Bled.

Per arrivare in bus, invece, vi basterà partire da Lubiana dove ogni giorno sono disponibili corse dalle 6 del mattino alle 22, che vi permetteranno di raggiungere il lago in circa un’ora.

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Alla scoperta di Smederevo, l’antica capitale serba

Esistono città che sono diventate capitali grazie al loro sviluppo storico, e altre che sono state costruite per esserlo. Smederevo fa parte di questa seconda categoria. Ultima capitale medievale serba, nel corso del tempo le sono stati dati diversi epiteti: è chiamata città dell’acqua, la più grande fortezza di pianura d’Europa e la porta tra l’Oriente e l’Occidente.

Smederevo si trova nella Serbia centrale ed è il centro amministrativo del distretto di Podunavski. Si estende su una superficie di 481,5 km ed è delimitata dal Danubio a nord, dalla Velika Morava a est e dalle colline di Sumadija a sud e a ovest.

Gli antichi insediamenti romani di Mons Aureus e Vincea si trovavano nella zona dell’odierna Smederevo. La città viene menzionata per la prima volta nella Carta del 1019 d.C. dell’imperatore bizantino Basilio II, con il nome di “Sphenteromon”. Il suo clima è moderatamente continentale. Sul territorio di Smederevo vivono 117.134 abitanti, di cui 83.768 all’interno della città e della sua periferia.

La storia della città e della sua celebre fortezza

Uno dei motivi principali per visitare Smederevo è la famosa Fortezza di Djuradj, celebre per le sue finestre e la sua acustica particolare. Le magnifiche vetrare catturano ancora oggi le attenzioni dei visitatori come facevano in passato. Il loro infatti non è un vetro qualsiasi, ma proviene direttamente dall’isola veneziana di Murano. Mentre venivano costruite le torri di pietra a difesa della fortezza (ben 25), il corpo centrale era stato studiato per propagare al meglio la musica per il despota e il suo seguito reale, così come per i nobili di passaggio a Smederevo per affari o per pregare sulle reliquie di San Luca, oggi custodite a Padova. All’interno della fortezza ci sono ancora i resti della chiesa che per un periodo ospitò le memorie di uno dei quattro evangelisti.

La città si è estesa a partire dalla fortezza, a forma di triangolo, custodendo i segni della vita, delle battaglie e delle sofferenze, della sua crescita e del suo sviluppo nel corso della storia. Solo a Smederevo si può vedere un gelso di oltre 300 anni, sotto il quale Karadjordje prese le chiavi della città dal comandante turco nel 1805. Alla folla riunita disse: “Continuiamo dove ci siamo fermati, Smederevo è stata l’ultima capitale serba e sarà la prima capitale della Serbia liberata”. E in effetti, ancora oggi, si può vedere una targa commemorativa a Smederevo, sulla casa dove si trovava il primo governo serbo, dal 1805 al 1807.

Smederevo municipio

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Municipio di Smederevo

Dopo la fine della dominazione ottomana, fu la dinastia reale degli Obrenovic a segnare il volto della città. Vennero costruite chiese, uffici distrettuali, il tribunale, e la piazza della città fu resa più accogliente e moderna, in modo da essere al pari delle più belle capitali europee dell’epoca. La città doveva mostrarsi al meglio per accogliere quanti arrivavano a Smederevo, anche attraverso i collegamenti via nave, per il suo famoso vino. Gli operosi viticoltori e frutticoltori di Smederevo accolsero le navi al porto nel 1888 ed esposero i loro prodotti sul lungofiume del Danubio, senza sapere di aver dato vita a uno dei festival più antichi della Serbia, l’Autunno di Smederevo, quando la città si riempie di bancarelle di frutta, uva, vino e tanti altri prodotti gastronomici della zona. Il momento ideale per assaggiare la Smederevka, varietà autoctona di vino bianco, da cui l’antica capitale prende il suo nome.

Avendo sempre avuto un importante significato strategico, Smederevo fu attaccata due volte dagli eserciti austro-ungarici e tedeschi, sempre respinti, durante la Prima Guerra Mondiale. Fu la Seconda però a portare a Smederevo l’evento più distruttivo della sua storia. La Fortezza comincio ad accogliere gli armamenti delle forze militari del Regno di Jugoslavia. Tonnellate di scatole di munizioni, granate, polvere da sparo, esplosivi, barili di carburante, benzina, olio furono trasportati nella fortezza da ogni parte. Il 5 giugno 1941, alle 14:14, il deposito di esplosivi nella fortezza di Djuradj saltò in aria. In pochi secondi causò la morte di 2.500 persone e ne ferì il doppio, mentre un terzo delle case della città fu demolito. Il monumento commemorativo di quella tragedia si trova nell’area tra il Museo di Smederevo e la Fortezza.

Nel dopoguerra Smederevo si è sviluppata come città industriale, grazie alla ferriera, tuttora in funzione, che ha dato il via all’industria della città e dell’intera Serbia, ma è anche una città di giovani, di sport, di turismo e naturalmente di vino. Smederevo è nota per la sua atmosfera rilassata e per l’eccellente offerta enogastronomica.

Quello dell’acciaieria è un tema complesso perchè, se è vero che ha fornito lavoro e opportunità  di crescita e sviluppo per l’economia e per gli abitanti di Smederevo, non vanno dimenticati i problemi dovuti  all’inquinamento prodotto dall’industria. La qualità dell’aria, ma anche di acqua e suolo, specialmente nei vicini villaggi di Radinac, Vranovo e Ralja, è considerata inaccettabile. Il tema non è nuovo ma persiste fin dal 1960. L’inquinamento però sarebbe aumentato dal 2016 in poi, quando la nuova proprietà dell’acciaieria, l’azienda cinese HBIS, ha aumentato la produzione senza, denunciano gli attivisti locali, fare alcun investimento in tencologie che potessero limitare le emissioni.

Fortezza di Smederevo

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Vista dall’alto della Fortezza di Smederevo

Smederevo, cosa fare e cosa vedere

Smederevo offre molto ai visitatori, indipendentemente dal tempo e dal periodo dell’anno. La città dispone di un numero incredibile di attrazioni, paesaggi pittoreschi e luoghi incantevoli ed è una destinazione perfetta in ogni stagione, facilmente raggiungibile da Belgrado. Se vuoi conoscere meglio la Serbia, il suo patrimonio e la sua storia, Smederevo è destinazione ideale. Qui trovi la nostra Top 10 delle cose da fare a Smederevo: ce n’è per tutti i gusti!

  1. Fai un tour a piedi della città per orientarti al meglio. Puoi partire esplorando la chiesa di San Giorgio, una delle più grandi chiese serbe del XIX secolo, e scoprire la storia generale della città.
  2. Visita la Fortezza di Smederevo, la più grande fortificazione di pianura in Europa. È una fortezza triangolare con 25 torri.
  3. Da non perdere la Chiesa dell’Assunzione della Santa Madre di Dio, risalente al XV secolo. Gli scavi archeologici condotti nel 1982 hanno dimostrato che la chiesa è stata costruita sul sito di una necropoli più antica.
  4. Fai un tour delle regioni vinicole per conoscere l’origine del miglior vino di Smederevo. La Smederevka, che prende il nome dalla città di Smederevo, è il vitigno principale e il simbolo tradizionale della viticoltura della regione.
  5. Visita il Museo della Storia della città con manufatti risalenti all’epoca romana. Il tesoro museale esposto offre ai visitatori l’opportunità di rivivere la storia della regione e di farsi un’idea della sua ricchezza e imprevedibilità.
  6. Fai una crociera: niente di più rilassante di una crociera lungo il fiume Danubio. È un’attività perfetta per le giornate estive, adatta a tutte le età e un ottimo modo per vedere Smederevo da una prospettiva diversa, lontano dalla folla.
  7. Visita la Biblioteca comunale, una delle più antiche istituzioni culturali di Smederevo, fondata nel 1846.
  8. Visita la Villa della Collina d’Oro, un tempo residenza estiva della dinastia reale degli Obrenovic, situata nella parte più bella della città, su una collina rivolta a nord, verso il Danubio e le pianure del Banato.
  9. La Città del Vino è da non perdere. Questo luogo particolare, con le sue botti a forma di casa, ha persino strade che portano i nomi dei vini per cui questa regione era famosa fin dall’antichità.
  10. Goditi il tuo viaggio al massimo visitando Piazza della Repubblica, un luogo di incontro, riposo e divertimento tra i giovani e gli anziani della città. Con la sua continuità storica, la forma urbana triangolare e il patrimonio rappresentativo, mostra l’identità della città stessa e, insieme alla Fortezza, ne esprime il profilo riconoscibile.

Come arrivare a Smederevo

Il comune di Smederevo si trova in una posizione geografica estremamente comoda da raggiungere. Si trova a circa un’ora di distanza da Belgrado, la rinata capitale serba:

  • sull’autostrada internazionale E-75, il Corridoio 10 che collega Budapest, Belgrado, Nis, Salonicco e Atene
  • si trova sulla linea ferroviaria internazionale che collega Budapest e Belgrado con Atene e Sofia
  • sulla parte più attraente della sponda del Danubio in Serbia, con una riva adatta alla costruzione di porti e marine, con aree vicine sviluppate industrialmente, sul Corridoio internazionale 7
  • a 45 km da Belgrado, centro amministrativo, economico e turistico della Serbia
  • l’aeroporto internazionale Nikola Tesla si trova a 60 km da Smederevo

Per raggiungere Smederevo da Belgrado ci sono almeno una decina di autobus al giorno (ogni 30 minuti) dalla stazione degli autobus di Lasta. Alcuni di questi passano dall’autostrada e sono un po’ più costosi, anche se non necessariamente più veloci. La maggior parte prende la strada più panoramica via Grocka, lungo un alto crinale sopra il fiume Danubio. La stazione degli autobus di Smederevo è vicina alla Fortezza, così come la stazione ferroviaria. Esiste anche un servizio di autobus frequente per Vrsac, attraverso le città di Kovin e Bela Crkva a nord del Danubio.

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Cosa vedere a San Leo, il borgo che domina la Val Marecchia

San Leo è un piccolo gioiello incastonato tra le colline della Val Marecchia, nel cuore della Romagna. Questo borgo medievale, situato su un imponente roccia, offre panorami unici dell’entroterra romagnolo e una ricca storia che affascina tutti i visitatori. Con la sua fortezza inespugnabile e le sue stradine suggestive che sembrano portare indietro nel tempo, San Leo è una meta imperdibile per tutti coloro che desiderano scoprire le meraviglie del patrimonio culturale italiano.

La Fortezza di San Leo, simbolo del borgo

La Fortezza di San Leo è senza dubbio il simbolo più riconoscibile del borgo. Questa imponente struttura fu costruita su una rupe a picco sulla valle ed ha avuto una lunga e affascinante storia. Originariamente venne edificata dai Romani e poi successivamente ampliata dai Longobardi e dai Duchi di Montefeltro che abitarono queste terre. La fortezza è anche famosa per aver ospitato il celebre alchimista e avventuriero Cagliostro, imprigionato qui fino alla sua morte nel lontano 1795.

All’interno della fortezza, i visitatori possono esplorare diverse aree, tra cui le prigioni, dove è possibile visitare le celle in cui venivano rinchiusi i prigionieri, tra cui la famosa cella di Cagliostro, le sale espositive, che ospitano oggi una collezione di armi antiche e reperti storici che raccontano la storia della fortezza e della regione, ed i camminamenti di ronda, punti da cui si può godere di una vista panoramica spettacolare sulla Val Marecchia e sui monti circostanti.

Centro storico di San Leo

Fonte: 123RF

Centro storico di San Leo in Romagna

Il Duomo di San Leone

Il Duomo di San Leone, conosciuto anche come Pieve di Santa Maria Assunta, è un altro tesoro architettonico e storico del borgo di San Leo, che domina la Val Marecchia. Questa chiesa di epoca romana, costruita nel nono secolo e successivamente ampliata, è dedicata a San Leone, il santo patrono del borgo. La sua struttura, il cui interno è caratterizzato da colonne massicce e affreschi antichi, offre un’atmosfera unica e di spiritualità.

Alcuni degli elementi più significativi da ammirare al suo interno sono sicuramente gli affreschi medievali, alcuni dei quali oggi ancora ben conservati e che rappresentano scene bibliche e figure di santi, e la cripta, un luogo suggestivo dove si respira un’aria quasi mistica, forse anche grazie alla presenza di alcune reliquie di San Leone.

La Torre Civica nel cuore di San Leo

La Torre Civica, situata nel cuore del borgo, è un altro punto di interesse in questa piccola cittadina della Val Marecchia. Venne costruita nel dodicesimo secolo per poi essere stata utilizzata nel corso dei secoli come torre di avvistamento e campanile. Oggi, la torre, che domina la Val Marecchia, offre una splendida vista sul borgo e sui paesaggi circostanti, oltre che fare un viaggio nel passato grazie ai suoi interni ed alle campane antiche ancora funzionanti.

Passeggiate e sentieri nei dintorni di San Leo

La zona in cui si trova San Leo è quella del Montefeltro che deve il suo nome a Mons Feretrius, un importante insediamento di epoca romana sorto attorno al tempio consacrato a Giove Feretrio. Si tratta di luoghi circondati da una natura incontaminata, che offrono numerose opportunità per passeggiate ed escursioni. I sentieri che partono dal borgo di San Leo, ad esempio, permettono di immergersi nel verde della Val Marecchia, tra fitti boschi, prati e panorami mozzafiato. Alcuni dei percorsi consigliati sono:

  • Sentiero del Falco: un percorso ad anello che parte dal borgo e si snoda attraverso i boschi circostanti, offrendo ai camminatori viste spettacolari sulla valle e sulla fortezza di San Leo;
  • Cammino di San Francesco: un tratto del famoso cammino che attraversa anche San Leo, permettendo di seguire le orme del santo in un contesto di grande bellezza naturale.
  • Sentiero delle Marmitte dei Giganti: un itinerario che porta a scoprire queste curiose formazioni rocciose naturali, scavate dall’acqua nel corso dei millenni.

Come arrivare a San Leo

San Leo è facilmente raggiungibile in auto seguendo l’autostrada A14, proseguendo per l’uscita di Rimini Nord, se si proviene da nord, o per l’uscita di Rimini Sud, se si viene da sud, e poi proseguendo sulla SP258. Da Firenze, è possibile proseguire seguendo l’autostrada A1.

La stazione ferroviaria più vicina è a Rimini, da dove si può prendere un autobus diretto a San Leo. Per chi, invece,  vuole raggiungere il borgo di San Leo in aereo, si consigliano gli aeroporti di Rimini, Bologna e Ancona, questi ultimi, soprattutto, offrono opzioni di noleggio auto, consigliato per chi vuole anche visitare i dintorni del borgo, e i collegamenti in treno per la città di Rimini, rendendo San Leo facilmente accessibile anche per chi arriva in aereo.

Dove alloggiare a San Leo

Il borgo di San Leo offre diverse opzioni di alloggio, dalle diverse strutture ricettive all’interno del borgo agli agriturismi immersi nella natura circostante della Val Marecchia. Le strutture più conosciute nelle quali passare la notte sono l’Hotel Ristorante San Leo,  un’accogliente struttura situata nel centro del borgo, ideale soprattutto per chi vuole immergersi completamente nella vita del paese, oppure l’agriturismo Ca’ del Fabbro, una struttura situata appena fuori dal borgo, che offre camere confortevoli e una vista panoramica sulla valle. Sono anche disponibili diversi Bed and Breakfast, tra cui il B&B Le Querce, che può essere una soluzione familiare e accogliente, perfetta per chi cerca un’atmosfera rilassante.

San Leo è una meta che può essere visitata in qualsiasi periodo dell’anno, soprattutto durante i mesi primaverili ed estivi, che sono ideali per godere appieno delle bellezze naturali e partecipare agli eventi locali. D’altro canto, l’autunno offre colori mozzafiato nei boschi circostanti.

San Leo è un luogo che incanta per la sua storia millenaria, la bellezza dei suoi monumenti e la serenità del suo paesaggio, a circa 30 chilometri da Rimini e dalle sue spiagge affollate. Visitare questo borgo significa fare un tuffo nel passato, scoprendo tesori artistici e architettonici di grande valore, ma anche vivere un’esperienza autentica a contatto con la cultura del borgo e le tradizioni locali.

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La Budapest da visitare è quella sotterranea

C’è una Budapest che si nasconde anche agli occhi del più attento viaggiatore. La città, già splendida alle luci del sole, nasconde sotto di sé un fitto sistema di grotte naturali in cui sono stati costruiti, nei secoli, sotteranei di castelli, chiese e persino un ospedale. Noi vi sveliamo cosa si cela sotto le strade ed i palazzi di questa splendida capitale europea.

Le grotte sulle colline di Buda

Non tutti sanno che Budapest è una città divisa in due dal Danubio: Buda e Pest. Il centro nevralgico della città è Pest con il palazzo del Parlamento, il mercato alimentare e il commercio. Dall’altra parte del fiume ci sono invece Buda e le sue pittoresche colline, costellate da eleganti case residenziali e sovrastate dal castello. Proprio al di sotto di queste colline esiste un’intera rete di caverne da esplorare.

Le due grotte più popolari sono Pálvölgyi e Szemlőhegyi, attraversate da una lunga ragnatela di sentieri sotterranei dove si registra una temperatura costante di circa 11 gradi. Scendendo le lunghe scale è possibile arrivare in profondità per ammirare formazioni cristalline, stalattiti e stalagmiti. La grotta di Pálvölgyi è la più lunga di Budapest ed è spesso considerata anche la più bella per le sue architetture naturali. Se invece volete approfittare dei benefici effetti sulla salute dell’aria infusa di minerali, le grotte di Szemlőhegyi sono la soluzione migliore.

Stalattiti a Budapest

Fonte: 123RF

Le stalattiti nelle grotte di Budapest

Il labirinto del castello

Se si viaggia con tutta la famiglia, l’esperienza di speleologia del labirinto sotterraneo del castello di Buda è sicuramente alla portata di tutti. La storia del labirinto, che fa parte di un sistema naturale di caverne sotterranee, risale a centinaia di migliaia di anni fa, sebbene questo fu utilizzato anche durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio.

Durante i secoli il labirinto ebbe i più svariati utilizzi: dalla conservazione del vino all’estrazione mineraria, sino agli scopi militari e al suo impiego come prigione. Si pensa addirittura che Dracula (o meglio il principe della Transilvania noto come Vlad l’Impalatore, che ha ispirato il personaggio immaginario che beve sangue) sia stato imprigionato qui. Oggi è uno dei luoghi più visitati di Budapest e ospita al suo interno mostre speciali.

La chiesa nella roccia

L’altra collina che domina lo skyline di Buda è la collina di Gellért, coconosciuta come il luogo della “statua della libertà dell’Ungheria” e della famosa Cittadella. Ma sotto questi punti di riferimento si trova un’altra fitta rete di caverne. L’unica area aperta al pubblico è la Grotta di San Ivan, che oggi è costituita da Sziklatemplom, nota anche come Chiesa nella roccia, chiesa rupestre o Grotta di San Ivan.

Fondata nel 1926, la chiesa fu utilizzata come ospedale e centro di cura durante la Seconda Guerra mondiale. Durante il regime comunista, tuttavia, la chiesa fu sigillata e inaccessibile al pubblico. Riaprì nel 1991 dopo la fine del dominio comunista.

Chiesa nella Roccia a Budapest

Fonte: 123RF

La Chiesa nella Roccia a Budapest

Un ospedale dentro la roccia

Una parte di queste caverne costituiva durante la guerra un elemento vitale per la città di Budapest: l’ospedale che, scavato nella roccia, si trova anche sotto il castello ed ora è sede di un museo. Durante la Seconda Guerra Mondiale lo spazio fu utilizzato come importante centro d’emergenza durante i raid aerei.

Più tardi, durante la rivoluzione ungherese del 1956, l’ospedale fu riaperto per curare civili e soldati feriti. Chiuse definitivamente alla fine di quell’anno, per poi diventare bunker nucleare segreto durante la guerra fredda. In caso di attacco nucleare o chimico, il bunker era ancora dotato di un ospedale perfettamente funzionante. Durante questo periodo, alcuni medici e infermieri erano regolarmente impiegati per essere pronti ad ogni evenienza.

Una metro d’altri tempi

Sul primato di Londra per la tratta della più antica linea della metropolitana sotterranea in Europa non si discute, ma la famosa linea gialla di Budapest (conosciuta come M1) è la più antica al di fuori delle Isole britanniche. Fu inaugurata nella primavera del 1896, collegando due dei più grandi quartieri della città: il Danubio e il City Park. Lungo il suo percorso ci sono diverse importanti fermate tra cui la Basilica di Santo Stefano, il Teatro dell’Opera ungherese, Piazza degli Eroi e le Terme di Széchenyi.

Metropolitana di Budapest

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La linea M1 della metropolitana di Budapest

Tenendosi ancora ai cinturini in pelle e intravedendo scorci delle stazioni piastrellate, ci si può sentire come se si fosse tornati indietro nel tempo. Passando dalla M1 alla più recente linea verde M4 si potranno notare invece le notevoli differenze tra la storia e la modernità. Ogni stazione della linea M4 infatti, è stata progettata da un artista diverso e mette in mostra l’innovazione tecnologica di Budapest.

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A bordo del Trenino dei Castelli del Trentino: date e info

Trentino, terra di incantevoli montagne, di paesaggi dominati dalla natura incontaminata e… di antichi manieri che raccontano storie meravigliose: è proprio alla scoperta di questi ultimi che parte il Trenino dei Castelli, un viaggio incredibile che conquista grandi e piccini. L’itinerario dura appena una giornata, con visita guidata a quattro splendidi castelli della regione, ed è un’esperienza assolutamente da vivere quest’estate. Ecco le date e le tappe più suggestive.

Il Trenino dei Castelli del Trentino: programma e percorso

Un viaggio tra le più belle valli del Trentino, a bordo di un treno storico che conduce alla scoperta di alcuni affascinanti manieri e delle loro favolose leggende: è il Trenino dei Castelli, una vera e propria avventura perfetta anche per le famiglie. Si tratta di un itinerario da compiere in giornata, con partenza dalla stazione di Trento in direzione di Mezzana, da dove si prosegue in autobus. È un’occasione unica per ammirare i paesaggi della Val di Sole e della Val di Non, dove spiccano alcune antiche fortezze ricche di storia e arte. Non manca, naturalmente, l’opportunità di fare qualche assaggio delle prelibatezze locali con pranzo incluso nel biglietto.

I castelli più belli da visitare

Sono ben quattro i castelli che si potranno visitare con il Trenino, per una giornata davvero ricca di emozioni. La prima tappa e la Val di Sole, dove si incontra il Castello di San Michele: situato nel borgo di Ossana, ha un mastio alto ben 25 metri e una solida cinta muraria ancora integra. Le sue origini sono ignote, sebbene probabilmente risalga ai tempi dei Longobardi. Vi succedettero diverse famiglie nobili, prima di diventare proprietà della Provincia di Trento. Recentemente restaurato, è oggi aperto alle visite del pubblico.

Tornando verso Trento, è poi il turno di Castel Caldes: splendido maniero in stile gotico, si dice abbia visto imprigionata la giovane Olinda, nobildonna “colpevole” di essersi innamorata di un menestrello. È una suggestiva casa-torre che si erge su cinque piani, restaurata e adibita oggi a sede di esposizioni temporanee ed eventi culturali. La Val di Non accoglie invece i visitatori con il piccolo borgo di Tassullo, dove sorge Castel Valer: situato in posizione panoramica, vanta la torre più alta della provincia ed è una proprietà privata che solo in occasioni eccezionali apre al pubblico.

Infine, ecco il suggestivo Castel di Thun: anch’esso gode di una vista mozzafiato ed è circondato da un complesso sistema di fortificazioni cinquecentesche. Al suo interno, le sale sono riccamente decorate e presentano ancora gli arredi originari. Una delle più affascinanti è la Stanza del Vescovo, interamente rivestita di legno di cirmolo. Una visita guidata offre l’opportunità di scoprire le numerose collezioni d’arte e le porcellane d’epoca che raccontano una storia meravigliosa.

Le date e i biglietti del Trenino dei Castelli

Quando parte il Trenino dei Castelli del Trentino? Scopriamo le date in programma per l’estate 2024:

  • sabato 1, 8, 15, 22 e 29 giugno;
  • sabato 6, 13, 20 e 27 luglio;
  • sabato 3, 10, 17, 24 e 31 agosto;
  • sabato 7 e 14 settembre.

È obbligatoria la prenotazione: il biglietto va acquistato sul sito ufficiale del Trenino o presso l’Ufficio Informazioni di APT Trento, Monte Bondone. L’intero viaggio, incluse le visite guidate e il pranzo al ristorante Giardino di Cles, ha un costo di 89 euro – il prezzo ridotto per i minori di 16 anni è invece di 79 euro, mentre per i bambini al di sotto dei 4 anni è gratuito. Le persone con invalidità superiore al 74% non pagano, mentre il loro accompagnatore ha diritto ad uno sconto del 50% sul biglietto intero.

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Giornata Nazionale delle Dimore Storiche: le più belle da visitare in Italia

Il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte: torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), giunta quest’anno alla XIV edizione. Domenica 26 maggio, oltre 450 luoghi esclusivi come castelli, rocche, ville, parchi e giardini saranno visitabili gratuitamente, consentendo di ammirare da vicino scrigni di tesori senza tempo e regalando una immersione nella storia che rende ancora oggi il nostro Paese identificabile nel mondo. Scopriamo alcune delle dimore più belle da visitare in questa occasione.

La Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane

La Giornata Nazionale ADSI è nata non solo con l’intento di far scoprire ai visitatori le splendide dimore storiche che impreziosiscono l’Italia da Nord a Sud, ma anche per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che esse ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese. Quella degli immobili storici è, infatti, una rete unica, dall’immenso valore sociale, culturale ed economico che i proprietari si impegnano quotidianamente a custodire e a valorizzare. Si tratta di un patrimonio vasto ed eterogeneo: case e palazzi, ville e castelli, ma anche giardini e tenute agricole, distribuiti in tutto il Paese e, per quasi l’80% per cento, situati in campagna o in provincia.

Ognuno di questi beni ha una precisa identità, unica in Europa, per la sua storia, per il suo valore culturale e per lo stretto legame con il territorio di riferimento. Le dimore storiche costituiscono non solo un patrimonio turistico di rara bellezza ma anche il perno di una economia circolare per i borghi su cui si trovano. Molte sono le figure professionali che gravitano intorno a una dimora, mestieri dal sapere antico, come artigiani, restauratori, maestri vetrai. Investire in questi magnifici tesori, unici e irripetibili, significa anche creare opportunità occupazionali per i più giovani, messi a loro volta in condizione di tramandare quei saperi che hanno reso grande il patrimonio privato italiano.

Le dimore storiche imperdibili in Italia

Ecco alcune delle più belle dimore storiche che aderiscono alla Giornata Nazionale ADSI, offrendo visite guidate speciali, eventi e mostre, ma soprattutto la possibilità di scoprire un patrimonio davvero unico.

Castello Pergine, gioiello del Trentino-Alto Adige

In occasione della Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane si potranno effettuare quattro visite guidate, di circa un’ora l’una, dello splendido Castel Pergine, che sorge a est del borgo di Pergine Valsugana, in provincia di Trento. Situato in cima a Colle del Tegazzo, questa affascinante fortezza regala ai visitatori un panorama unico sulle Dolomiti di Brenta e sulle montagne del Trentino. Trasformato in residenza signorile per volere dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo nei primi anni del XVI secolo, nel 1826 la proprietà fu affittata dalla Mensa vescovile a famiglie di contadini. Nel 1905 fu rilevato da una società privata tedesca, restaurato e adibito ad albergo. Dal 2019 la Fondazione CastelPergine Onlus si occupa della conservazione di questo patrimonio d’arte e di storia, acquisito tramite un’iniziativa di sottoscrizione popolare e diventando il primo bene storico collettivo d’Italia.

Villa di Mondolo, new entry in Veneto

Delle 56 le dimore storiche venete che partecipano quest’anno alla Giornata ADSI, ce ne sono 15 che mai prima di quest’anno avevano partecipato alla manifestazione. Tra queste, Villa di Modolo, nel cuore delle Dolomiti, a pochi chilometri da Belluno, quest’anno entrata a far parte della classifica dei Grandi Giardini Italiani. Magnifica costruzione del primo ‘800 disegnata dall’architetto Andrea Miari, il complesso costituisce uno dei maggiori esempi di ville perfettamente inserito nella grande tradizione dei più significativi modelli veneti. In tempi più recenti, dopo gli anni della Prima Guerra Mondiale in cui la villa venne utilizzata come ospedale da campo dai tedeschi e poi dagli italiani, sono stati intrapresi numerosi lavori di ripristino, insieme a diverse attività all’avanguardia legate all’agricoltura e all’allevamento. Oggi la famiglia Miari mantiene questo filone abbinandolo ad attività legate al turismo, all’arte, alla ristorazione e alla sperimentazione agricola.

Castello di Chignolo Po, la “La Versailles della Lombardia”

Splendida dimora patrizia settecentesca, museo d’arte e di costume, il Castello di Chignolo Po è conosciuto come “la Versailles della Lombardia”. Al suo interno racchiude importanti e preziose testimonianze del mondo fastoso della nobiltà lombarda e veneziana. La parte più antica della struttura, nata come fortezza su di un’altura, è la grande Torre, dalla quale si controllava un lungo tratto del Po. Si ritiene che fu fatta costruire dal re Liutprando intorno al 740 d.C., quando Pavia era capitale dei Longobardi, con lo scopo di servire da fortezza di difesa e di presidio sul Po e sulla Via di Monte Bordone, successivamente denominata via Francigena – Romea, che collegava il Nord Europa con Roma. Lo scenografico cortile barocco, le grandi sale affrescate di scuola tiepolesca, la raffinatezza degli stucchi e delle decorazioni, la torre dominante con la sua maschia mole turrita, il tutto immerso in un dolce scenario agreste, fanno di questo monumento una delle più importanti dimore storiche italiane.

Castello di Chignolo Po, gioiello della Lombardia

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Castello di Chignolo Po, la “La Versailles della Lombardia”

Castello di Piovera, scrigno di tesori in Piemonte

Solo per la Giornata Nazionale ADSI saranno visitabili gratuitamente il parco del castello, le ex cantine vinicole e i musei esterni nel parco: Museo degli antichi mestieri, Collezione di radici artistiche e Galleria di opere del Conte Niccolò Calvi. Il Castello di Piovera, in provincia di Alessandria, nacque come fortezza per la difesa del territorio nel XIV secolo su antecedenti accampamenti di origine romana, longobarda e carolingia (Castrum Pioperae). Fu rimaneggiato nel XVI secolo e in età tardo barocca con rifacimenti che non ne hanno intaccato la struttura originaria. Oggi è proprietà del conte Niccolò Calvi di Bergolo che lo ha aperto al pubblico fin dal ’72 coi suoi laboratori d’arte, visite guidate all’interno del castello e la fattoria didattica. Per chi lo desidera, e solo su prenotazione, durante la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane saranno disponibili altri percorsi di visita agli interni del castello (a pagamento) denominati “Viaggio nel tempo” e “Raccontami il castello”.

Marchesi Gondi – Tenuta Bossi, nel cuore del Chianti Rufina

In Toscana, gli amanti del vino non possono perdere una visita alla Marchesi Gondi – Tenuta Bossi, situata sulle boscose colline a nord-est di Firenze, nel cuore del Chianti Rufina, zona vitivinicola famosa fin dall’epoca degli Etruschi. Questa gemma si trova in una valle vitata,  tra 200 e 400 metri d’altezza s.l.m. L’azienda si estende per 315 ettari di cui 19 ettari a vigneti e 32 a oliveti, oltre a cereali e boschi. La maestosa Villa rinascimentale, che domina la vallata con il suo parco monumentale e le cantine, è stata restaurata e modificata nei secoli successivi all’acquisto. La tenuta appartiene dal 1592 all’antica famiglia fiorentina dei Gondi, di cui si hanno notizie fin dal VIII secolo. Sotto la Villa vi sono le cantine a volta, dove maturano i vini in botti di rovere e barriques. In occasione della Giornata Nazionale ADSI, si svolgerà un evento nell’evento chiamato “Villa Bossi vino, pane e artigianato”. Il parco, il museo di arte contadina e la cantina della Tenuta Bossi-Marchesi Gondi saranno visitabili gratuitamente. Ogni ora partirà la visita alla cantina con assaggio finale di un vino.

Palazzo Boncompagni, nel cuore di Bologna

Nel pieno centro storico di Bologna a poche centinaia di metri da piazza Maggiore e dalle Due Torri, si trova lo splendido Palazzo Boncompagni. Papa Gregorio XIII prima fu Cardinale Ugo Boncompagni e visse qui – nel palazzo di famiglia – fino alla salita al soglio pontificio il 13 maggio 1572. Costruito per iniziativa di suo padre, Cristoforo Boncompagni, il Palazzo si contraddistingue per la sobria facciata di impianto ancora quattrocentesco e il grande portale decorato su cui figura l’insegna papale. Sono attribuiti al Vignola sia la splendida scala elicoidale che la conclusione del loggiato con il portale d’accesso alla scala. In occasione della Giornata Nazionale ADSI sarà visitabile gratuitamente la mostra di Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa, a cura di Silvia Evangelisti. L’ingresso comprende una visita guidata dalla durata di 45 minuti alla mostra che si sviluppa all’interno delle sale del Palazzo, come la Sala delle Udienze Papali e la loggia che conduce alla scala del Vignola.

Castello Brancaccio a Ruffano, in Puglia

Se vi trovate in Puglia, non perdetevi una visita al Castello di Ruffano, noto anche come Castello Brancaccio dal nome della famiglia che nel XVII secolo lo trasformò in residenza nobiliare. Lo splendido edificio sorge su una rocca che domina il borgo alle porte di Lecce, nel cuore del Salento. Una lunga balconata collega il palazzo alla settecentesca chiesa matrice, affinché i feudatari potessero assistere alle sacre funzioni dai loro spazi. L’atrio è caratterizzato da magnifici fregi barocchi realizzati dallo scultore leccese Angelo Ricciardo nel 1654. In alto spicca la scultura a tutto tondo del principe Rinaldo Brancaccio vestito da soldato romano. Verso la metà del XVIII secolo divennero proprietari del castello i Marchesi Ferrante, il cui blasone campeggia sul portale di ingresso. Nel 1835 il maniero venne acquistato da Antonio Leuzzi di Latiano e oggi appartiene ai suoi eredi che portano il doppio cognome Pizzolante – Leuzzi.

Il suggestivo Castello di Piovera, in provincia di Alessandria

Fonte: iStock – Ph: Faina Gurevich

Il Castello di Piovera, gioiello da scoprire in Piemonte