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Cosa vedere a Lourdes, dove si trova il santuario mariano

È il 1858 quando la quattordicenne pastorella Bernadette Soubirous sperimenta l’apparizione della Vergine Maria nella grotta di Massabielle a Lourdes, tra i Pirenei francesi. Da questo momento in poi, apparizione dopo apparizione, questa grotta ha catturato l’immaginario collettivo dei fedeli diventando un luogo sacro, meta di pellegrinaggi e destinazione prediletta del turismo religioso. Ogni anno, infatti, questa cittadina di circa 14.000 abitanti, il cui nome in lingua occitana è tradotto in Lorda, accoglie milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.

I fedeli rendono omaggio alla santa e alla Vergine visitando il famoso Santuario Mariano Notre-Dame di Lourdes, oltre che recandosi in Rue Bernadette Soubirous, dove si trovano la casa natale Le Moulin Lacadé e il museo a lei dedicato che ricostruisce le testimonianze delle apparizioni. Quello verso Lourdes è un viaggio spirituale, ma ci sono anche altre mete da non perdere nei dintorni, rendendo la città il punto di partenza ideale per scoprire alcune delle bellezze naturali francesi.

Il Santuario della Madonna di Lourdes

Situata a sud ovest della Francia, nella regione Occitania del Dipartimento di Hautes-Pyrénées (degli Alti Pirenei), la città di Lourdes ospita il famoso Santuario Mariano Notre-Dame, un luogo mistico e di contemplazione visitato ogni anno da milioni di fedeli. Non immaginatevi un semplice edificio religioso, bensì un complesso che si estende su una superficie di 52 ettari e all’interno del quale ci sono 22 luoghi di culto. Quelli più visitati sono sicuramente la Grotta di Massabielle, dove sono avvenute le apparizioni, la Basilica di San Pio X e la Basilica di Notre-Dame du Rosaire. In totale vi occorrono circa 3 ore per visitare tutto il complesso, escludendo eventuali messe e celebrazioni.

La Grotta di Massabielle

Il luogo più conosciuto e rappresentativo di Lourdes è sicuramente la Grotta di Massabielle, dove si trova la cavità in cui è apparsa per la prima volta la Vergine Maria a Bernadette – e successivamente per altre 18 volte sempre nello stesso posto – presentandosi dicendo “Io sono l’Immacolata Concezione”. Sul fondo della grotta potrete osservare la fonte miracolosa, comparsa dal nulla durante la nona apparizione: si tratta di una sorgente di acqua potabile, bevuta da molti pellegrini, alcuni dei quali affermano di aver ottenuto guarigioni. A tal proposito, a Lourdes esiste un ufficio chiamato Lourdes Medical Bureau che ha il compito di verificare e valutare i singoli casi e darne comunicazione alla Chiesa. L’acqua di Lourdes, utilizzata per alimentare le fontane del santuario, è gratuita e accessibile a tutti.

Grotta a Lourdes

Fonte: iStock

Pellegrini pregano nella Grotta di Massabielle

La chiesa di Bernadette e le basiliche

Di fronte alla grotta troverete la Chiesa di Bernardette, costruita nel 1988 nel punto in cui la giovane contadina si trovava nel giorno dell’ultima apparizione. Proseguendo la visita fra le varie costruzioni religiose giungerete all’area dedicata alle tre basiliche, costruite nella seconda metà del XIX secolo e nella prima metà del XX secolo. Queste sono la Basilica sotterranea di San Pio X, maestosa per le sue straordinarie dimensioni e per le vetrate in gemmail, il vetro colorato; la Basilica di Nostra Signora del Rosario, realizzata in stile romanico bizantino e ricoperta da 2.000 m² di mosaici; la Basilica dell’Immacolata Concezione, riconoscibile dalla grande guglia e dalle vetrate che raccontano gli eventi di Lourdes.

Uscendo dalle basiliche, fate caso ad alcune aree indicate come piscine dove migliaia di fedeli, e in particolare di ammalati, si recano per bagnarsi con la speranza di guarire o semplicemente per devozione. Al santuario vengono celebrate ogni giorno due processioni, quella eucaristica e la benedizione dei malati, da Pasqua a fine ottobre. La famosa fiaccolata, invece, considerata come il momento clou della giornata, si svolge ogni sera alle 21 durante lo stesso periodo.

Cosa vedere a Lourdes oltre il santuario

Non tutti i luoghi da vedere a Lourdes sono legati alla religione. A dominare sulla città c’è la fortezza di Chateau-Fort che, dall’alto della sua posizione, offre una vista privilegiata sul santuario mariano e sui Pirenei. Rappresenta l’esempio perfetto di una fortificazione pedemontana pirenaica, di quelle costruite dall’XI al XIX secolo, e custodisce al suo interno un museo dedicato alle arti e alle tradizioni popolari del territorio.

A soli 23 chilometri da Lourdes potrete raggiungere Bagnères-de-Bigorre, dove si trova un rinomato centro termale, mentre percorrendo qualche chilometro in più in direzione sud vi addentrerete nella Catena dei Pirenei, dove fra le località più importanti da visitare ci sono Cauterets e Luz Ardiden, destinazioni amate soprattutto durante l’inverno grazie alla presenza di impianti sciistici. Dalla zona dei Pirenei potete raggiungere anche un’altra destinazione, perfetta per gli appassionati di bicicletta: la Luz-St-Sauveur, dove si trova la strada D918 che si “arrampica” lungo i tornanti del Col du Tourmalet, protagonista di una delle salite più impegnative del Tour de France.

Per chi desidera godere di viste mozzafiato senza scalare nessuna montagna, il Pic du Jer è la meta perfetta: qui si aprirà davanti a voi un panorama a 360 gradi che abbraccia le cime dei Pirenei, le città di Lourdes e Tarbes, il santuario, il lago e la valle del Gaves. Questo punto panoramico è accessibile a tutti grazie a una comoda funivia.

Città di Lourdes

Fonte: iStock

Vista dall’alto della città di Lourdes

Come arrivare a Lourdes

Situata a 8 ore da Parigi, la città di Lourdes può essere raggiunta facilmente atterrando all’aeroporto di Tarbes-Lourdes, a circa 15 chilometri di distanza dal centro abitato. Sono molti i visitatori che scelgono di servirsi anche di autobus o treni per arrivare a Lourde: dall’Italia il viaggio ha una durata di circa 15 ore dal confine di Ventimiglia.

Il periodo migliore per visitare Lourdes è sicuramente l’estate poiché le temperature massime si registrano attorno a valori compresi tra i 25-26 gradi, mentre le minime si mantengono tra i 13 e i 14 gradi, in particolare il mese di luglio risulta essere quello meno piovoso e la posizione vicino alle montagne garantisce una leggera brezza che rende gradevoli le giornate più calde.

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In Irlanda nasce il nuovo sentiero sulla montagna sacra di Croagh Patrick

Tra tradizioni e leggende, l’Irlanda è un luogo ricco di meraviglie tutte da scoprire: una delle mete più affascinanti per i pellegrini e gli amanti dell’escursionismo è senza dubbio Croagh Patrick, la montagna sacra legata alla figura del santo patrono del Paese. Per lungo tempo, affrontare questo pellegrinaggio significava districarsi tra percorsi ripidi e sterrati che non sono mai stati messi in sicurezza, ormai considerati troppo pericolosi. Nasce così un nuovo sentiero che consente di raggiungere la vetta della montagna senza più alcuna difficoltà, proteggendo anche l’ambiente naturale.

Il nuovo sentiero sul Croagh Patrick

L’Irlanda rimane la meta perfetta per gli escursionisti, offrendo una vasta scelta di paesaggi pazzeschi dove immergersi nella natura e affrontare lunghe camminate. Ci sono poi alcuni luoghi speciali, soprattutto per gli abitanti e i pellegrini: è il caso di Croagh Patrick, chiamata dai locali The Reek, una vera e propria montagna sacra. Si trova nel Mayo, una delle contee occidentali del Paese, ed è un piccolo rilievo montuoso alto appena 765 metri – non lasciatevi ingannare, perché sulla vetta si gode di un panorama sensazionale.

È  qui che nasce un nuovo sentiero, voluto soprattutto per mettere in sicurezza i pellegrini che precedentemente si arrampicavano lungo percorsi sterrati fin troppo pericolosi. Si tratta di un cammino lungo 4 km, nel cui punto di massima ampiezza si allarga per un paio di metri, consentendo di muoversi con maggior facilità. È stato realizzato in appena tre anni, utilizzando solo materiali scavati dalla montagna stessa: sono state spostate migliaia di tonnellate di pietre e di terra, per arrivare alla conclusione dei lavori. Il risultato è sorprendente, un vero e proprio viaggio spirituale nella natura per raggiungere la vetta di Croagh Patrick e godere della distesa infinita delle campagne e della costa della Wild Atlantic Way.

Per chi vuole avventurarsi in un trekking più impegnativo, l’ideale è percorrere il Croagh Patrick Heritage Trail, che ha come punto di arrivo proprio la montagna sacra. Il sentiero, lungo 61 km, inizia presso il villaggio di Balla e affronta alcuni dei paesaggi tipici irlandesi, tra boschi, torbiere e piccole colline verdi. Si attraversano numerosi villaggi e siti storici di grande importanza, come l’abbazia di Ballintubber (costruita nel XIII secolo), il letto di pietra ad Aughagower e l’incantevole Boheh Stone, dove si possono trovare incisioni artistiche del 3.000 a.C.

La storia di Croagh Patrick e del suo santuario

Perché il Croagh Patrick è considerato una montagna sacra? Questa imponente formazione rocciosa è legata alla figura di San Patrizio, il santo patrono d’Irlanda: si dice infatti che, nel corso del V secolo, egli affrontò la salita per raggiungere la vetta e vi rimase per 40 giorni e 40 notti, digiunando per tutto il periodo. Il santo fu impegnato nella costruzione di una chiesa, tutt’oggi visibile sulla cima della montagna. Nel 1905 vi si aggiunse una piccola cappella, che leggenda vuole sia stata realizzata da soli 12 uomini utilizzando pietra e cemento locali, trasportati sul Croagh Patrick a dorso di asino.

La montagna sacra è considerata da millenni un luogo di pellegrinaggio, ben prima che San Patrizio vi trascorse il suo periodo di digiuno nel V secolo. Oggi, qui si commemora una festa molto importante: si tratta del Reek Sunday, l’ultima domenica di luglio, quando migliaia di fedeli si arrampicano sul monte (spesso a piedi nudi) per espiare le proprie colpe, raggiungendo la vetta per ascoltare l’annuale messa che viene celebrata all’interno della cappella.

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Incendio a Notre Dame di Rouen, la cattedrale amata da Monet

È andata a fuoco una delle guglie della Cattedrale di Notre Dame di Rouen in Seine-Maritime, Normandia, nel nord della Francia. Il sindaco della città, Nicolas Mayer-Rossignol, ha dichiarato su ‘X’ che ”tutte le risorse pubbliche sono state mobilitate” e che “le cause del rogo sono al momento sconosciute”. L’incendio, scoppiato a mezzogiorno, è avvenuto durante i lavori di ristrutturazione sulla guglia, come spiega l’emittente tv Bfmtv che sta trasmettendo la diretta dell’evento. Al momento l’incendio è sotto controllo e l’intera area attorno alla cattedrale è stata evacuata e circondata da un perimetro di sicurezza.

In aggiornamento.

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Cosa vedere a Leon in Spagna, tra pellegrinaggi e feste imperdibili

León in Spagna, è il capoluogo della comunità autonoma Castilla y León, una delle regioni storiche che diedero origine allo Stato nazionale spagnolo alla fine del Medioevo. Qui si concentrano infatti monumenti, castelli, chiese spettacolari, testimonianze di un passato millenario.

Fondata dai Romani durante la loro prima colonizzazione, per le strade di León  sono passati tanti popoli: per il centro storico sono evidenti le tracce di queste culture e di un passato glorioso, che rendono León una delle più belle città della Spagna, con il suo affascinante mix di monumenti antichi, musei moderni e paesaggi mozzafiato.

Cosa vedere a León

A seconda del tempo a disposizione si può pensare ad una visita più o meno approfondita della città; ma ecco quali sono le attrazioni culturali principali.

Si parte da Plaza Mayor

Per entrare nel cuore di León bisogna raggiungere la principale piazza cittadina, Plaza Mayor, il centro geografico del tessuto urbano a poca distanza dal fiume Bernesga che attraversa la città. La splendida piazza è un trionfo dell’architettura barocca e proprio qui sorge il palazzo comunale, conosciuto come il Balcón de la Ciudad, per via dell’usanza dei nobili di León di osservare dall’alto dei suoi balconi lo svolgersi delle attività cittadine.

A poca distanza dal palazzo comunale si trovano la Casa delle Carnicerías e palazzo del Conte Luna. La prima era l’istituzione deputata alla distribuzione della carne in città e aveva sede in un edificio del XVII secolo di grande eleganza e che oggi è stato trasformato in una sede espositiva dove si tengono mostre di grande interesse dedicata all’arte e alla fotografia. Il palazzo del Conte Luna è una struttura molto interessante che conserva ancora il portale originale del Trecento ed è una testimonianza del gusto artistico eclettico di León, che vede unire allo stile gotico le influenze arabe dell’architettura moresca.

Cattedrale di León

Un capolavoro gotico del XIII secolo e ispirata alle grandi cattedrali gotiche francesi, annoverata tra i Monumenti Nazionali di Spagna. La cattedrale è dedicata alla Vergine Maria e per la sua bellezza ed eleganza è soprannominata Pulchra Leonina. Rappresenta una delle vette dell’architettura spagnola medievale, sia per l’architettura magnifica che per la meravigliosa opera di decorazione che abbraccia ogni angolo della struttura. La facciata scolpita è solo un’anteprima del meraviglioso interno che ospita il portale di San Froilán, la Sala del Capitolo con il suo soffitto a crociera e le stupefacenti vetrate dai colori sgargianti dove si possono ammirare le storie dell’antico testamento realizzate sia nel Medioevo che in anni più recenti e che si fondono in un complessivo turbine ipnotico. Dalla torre, una vista panoramica sulla città.

Quartiere Húmedo

Questo quartiere, alla destra della Cattedrale, si sviluppa intorno a piazza San Martín, popolarmente nota come piazza “dei negozi” (plaza de la Tiendas), tanto che i nomi delle sue strade riprendono le attività artigianali che le caratterizzano: Zapaterías, Platerías, Azabachería. Questa zona, una delle più vivaci del centro storico, è disseminata di bar e ristoranti, dove praticare la radicata tradizione di ir de tapas: andare da un bar all’altro per degustare assaggi di prodotti tipici, un tempo offerti  gratuitamente per “tappare” la bevanda alcolica ordinata.

Basilica di San Isidoro

Un gioiello romanico del XI secolo, la Basilica di San Isidoro è costruita sull’antico tempio romano dedicato a Mercurio, ed è considerata la “Cappella sistina” del romanico spagnolo. Il soprannome è dovuto alla maestosa decorazione ad affresco che copre buona parte degli interni della chiesa e rappresenta uno dei più incredibili esempi dell’arte religiosa spagnola medievale. La basilica è famosa per il Pantheon Reale dove riposano i sovrani del León medievale e le spoglie mortali di Isidoro di Siviglia, il vescovo spagnolo del VI secolo che fu anche uno dei più grandi intellettuali dell’alto medioevo. Da non perdere il Calice di León, una reliquia sacra per i pellegrini.

I musei di León

Con un po’ di tempo a disposizione, ecco i musei della città che meritano una visita.

Museo di León

Per conoscere la storia della città in ogni dettaglio allora la scelta migliore è visitare il Museo di León, situato nel Palazzo Pallarés, nella Plaza de Santo Domingo, dove sono custoditi una grande varietà di reperti, opere d’arte, documenti e ogni tipo di testimonianza materiale che ripercorre la vicenda storica di León dalle prime testimonianze di epoca paleolitica fino all’età contemporanea. Con una grande attenzione all’aspetto multimediale e interattivo il museo offre la possibilità di conoscere la storia attraverso le contaminazioni tra le diverse culture che nel corso dei secoli si sono succedute a Leon, permettendo in questo modo di comprendere meglio lo sviluppo della sua cultura ricca ed eclettica.

MUSAC (Museo d’Arte Contemporanea di Castiglia e León)

Un edificio avanguardista che ospita una collezione permanente che ripercorre le tendenze artistiche del XX e XXI secolo, con opere di artisti spagnoli e internazionali. Da ammirare le installazioni, le sculture e i dipinti che raccontano la storia dell’arte contemporanea.

Casa Botines

Un capolavoro modernista opera di Antoni Gaudí, la Casa Botines è un edificio unico nel suo genere. Progettata alla fine dell’Ottocento come nuova sede dell’associazione degli artigiani tessili di León, l’edificio è un magnifico esempio di ibrido tra neomedievalismo e architettura modernista, della quale Gaudí era l’esponente più importante nella Spagna di quegli anni, con guglie, decorazioni e trafori che rendono la facciata un gioiello di eleganza e abilità architettonica. Oltre alla facciata in pietra e ferro battuto, opera di fantasia del celebre architetto catalano, merita una visita l’interno, oggi adibito a centro culturale.

Museo della Cattedrale

Tutte le tappe della storia dell’arte, dalla preistoria al XX secolo, distribuite intorno al chiostro della Cattedrale. Di particolare rilievo la sala dedicata al romanico, con una raccolta di 60 sculture del XII e XIII secolo, trittici castigliani e fiamminghi, opere in avorio, oggetti di culto e codici singolari come l’Antifonario mozarabico, una Bibbia del X secolo e il Libro delle Stampe.

Natura e dintorni

Per chi ama la natura e vuole abbinare escursioni fuori porta alla visita della città, i Picos de Europa sono parte di un parco nazionale che regala paesaggi montani mozzafiato, con sentieri escursionistici, laghi glaciali e villaggi pittoreschi: esplorate la Valle de Valdeón, salite sul Pico Mampodre o avventuratevi nella Garganta del Cares. Las Médulas invece è un sito archeologico Patrimonio dell’Umanità UNESCO e offre uno spettacolo unico: antiche miniere d’oro romane a cielo aperto, dove ammirare i resti dell’ingegneria romana e immergersi nella storia del territorio.

Il Cammino di Santiago a León

León rappresenta una tappa fondamentale per i pellegrini che percorrono il Cammino di Santiago, uno dei pellegrinaggi più antichi e famosi del mondo. Il motivo? La Cattedrale di León ospita la tomba di San Froilán, che è uno dei patroni del Cammino, e la Basilica di San Isidoro custodisce il Calice di León, una reliquia sacra per i pellegrini. León offre ai pellegrini una vasta gamma di servizi e strutture dedicate, tra cui alberghi, ostelli, ristoranti e ospedali. La città è inoltre ricca di associazioni e gruppi di supporto che offrono assistenza e informazioni ai viandanti. Oltre alla visita alle due chiese, un pellegrino può partecipare a una delle messe celebrate ogni giorno nella Cattedrale e in altre chiese di León e deve ricordarsi di richiedere la Compostela, la credenziale del pellegrino che viene timbrata in ogni tappa del Cammino. A León, i pellegrini che hanno percorso almeno 100 chilometri a piedi o 200 chilometri in bicicletta possono richiedere la Compostela, la certificazione ufficiale del pellegrinaggio.

Info pratiche

Gastronomia leonese

Un viaggio a León non sarebbe completo senza un’immersione nella sua ricca tradizione culinaria. Da assaggiare: il botillo, un insaccato di carne di maiale speziato; la morcilla (salsiccia di sangue) e il Cecina de León, un prosciutto di manzo stagionato. Non perdete l’occasione di gustare i formaggi tipici e di accompagnare il pasto con un buon bicchiere di vino locale.

Quando andare

Il periodo migliore per visitare León è la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre), quando il clima è mite e piacevole. L’estate può essere calda e affollata, mentre l’inverno è freddo e nevoso. Anche approfittare di uno degli eventi organizzati in città può essere una buona idea. Tra i tanti festival e appuntamenti: la Settimana Santa è una delle feste più importanti in Spagna, e a León si svolgono numerose processioni e manifestazioni religiose; anche las Fiestas de San Juan, a fine giugno, è molto sentita e la città si anima con concerti, spettacoli e fuochi d’artificio.

Come arrivare a León

In aereo

L’aeroporto di León (LELN) si trova a 7 chilometri dal centro della città. È collegato con voli nazionali da Madrid, Barcellona, ​​Bilbao e Valencia. Alcune compagnie aeree, anche low cost, offrono voli stagionali da principali città europee. Dall’aeroporto è possibile raggiungere il centro città in autobus o in taxi per chi viaggia in orari scomodi.

In treno

La stazione ferroviaria di León si trova nel centro della città ed è ben collegata con le principali città spagnole, tra cui Madrid (2 ore e 30 minuti), Barcellona (5 ore e 30 minuti) e Bilbao (3 ore). I treni ad alta velocità AVE collegano León a Madrid in meno di 2 ore.

In autobus

León è ben collegata con autobus a lunga percorrenza da diverse città spagnole e portoghesi. Le principali compagnie di autobus offrono diverse corse giornaliere da Madrid, Barcellona, ​​Bilbao, Valencia, Lisbona e Porto. La stazione degli autobus di León si trova nel centro della città.

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Luoghi energetici in Italia: cosa sono e dove si trovano

Avete mai visitato un luogo dove, per citare Stephen King, “un senso di mistero ha invaso il vostro cuore e la vostra mente”? Nel mondo sono tanti i luoghi considerati magici, in grado di emanare vibrazioni energetiche particolari e dove si percepisce un’aura speciale. Questi vengono chiamati luoghi ad alta energia e, se in alcuni casi rappresentano posti che invitano alla contemplazione e al silenzio, come quelli naturali, in altri si parla di una linea vera e propria che collega monumenti ed edifici specifici.

In Italia, questa misteriosa linea retta, chiamata ‘Linea di San Michele‘, unisce alcuni santuari con quelli situati in altri paesi come St. Michael’s Mount in Cornovaglia, Le Mont Saint Michel in Bretagna, il Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis nell’isola greca di Symi per poi raggiungere il Monastero di Stella Maris sul Monte Carmelo ad Haifa, in Israele. Di chiese e abbazie dedicate all’Arcangelo ne esistono tante sul territorio italiano, ma quelle che si posizionano sulla linea retta energetica sono la Sacra di San Michele in Val di Susa e l’omonimo santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano. Questa linea è ricca di misteri, siete pronti a scoprirla?

La misteriosa linea di San Michele

L’Arcangelo Michele è colui che insorge contro Satana e i suoi satelliti in quanto difensore degli amici di Dio e protettore del suo popolo. Ed è proprio questo il racconto al centro della leggenda che ha dato vita alla misteriosa linea di San Michele. Secondo la tradizione biblica, la linea sarebbe stata tracciata con la spada dall’Arcangelo durante la lotta contro Lucifero, al termine della quale fu ricacciato e sigillato all’inferno.

La leggenda aggiunge anche un dettaglio in più, sottolineando che l’Arcangelo Michele sarebbe apparso in ognuno dei sette punti che tracciano la retta, conferendo a ogni posizione una particolare sacralità. Ed è proprio in questi punti che sono stati costruiti i monasteri e i luoghi di culto citati nel paragrafo precedente, custodi di un’energia potente avvertita da credenti e non. Oltre alla storia biblica, questa linea retta rappresenta anche il percorso di pellegrinaggio seguito dai devoti Micheliti.

I luoghi energetici in Italia

Il primo dei due santuari italiani situati sulla Via Micaelica si trova in Piemonte, nella Val di Susa, dove la venerazione per San Michele ha origini molto antiche, risalenti al V-VI secolo d.C. Costruita a partire dall’anno 1000 da cinque monaci benedettini su volere del vescovo Annuncone, la Sacra di San Michele sorge arroccata a 962 metri di altezza sulla punta del monte Pirchiriano, nelle Alpi Cozie. Come avvenne per il santuario de Le Mont Saint Michel in Francia, sempre secondo la leggenda, anche La Sacra fu realizzata su volere dell’Arcangelo che qui vi apparve ordinando al vescovo l’edificazione del santuario.

Questa maestosa abbazia, che ha ispirato la scrittura del monumentale “Il nome della Rosa” di Umberto Eco, può essere raggiunta a piedi attraverso due percorsi: uno che la collega all’abitato di Chiusa di San Michele, e uno che la collega all’abitato di Sant’Ambrogio. Una volta arrivati, vi mancherà salire i 239 scalini in pietra per arrivare a questo luogo magico e ricco di mistero. I più avventurosi possono raggiungerla anche percorrendo la via Ferrata Carlo Giorda.

Il secondo santuario, tra i più importanti luoghi energetici in Italia, è il Monte Sant’Angelo in Puglia. Anche in questo caso si dice che il santuario dedicato al divino messaggero sia stato costruito dagli angeli e consacrato da San Michele in persona. Anche qui, secondo la leggenda, apparve al Vescovo dell’antica diocesi di Siponto, fondata dall’apostolo Pietro, rivelandogli l’arcano di un luogo inaccessibile e misterioso che, per volontà di Dio, era stato designato a sua privilegiata dimora terrena. La grotta viene considerata un luogo sacro che testimonia la nascita del culto micaelico sul Gargano. Qui potete visitare la Basilica Santuario, la Cappella Penitenziale e i Musei Tecum, che custodisce le cripte longobarde, il museo lapidario e quello devozionale.

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Un viaggio ad Aquisgrana, sulle orme di Carlo Magno

Carlo Magno e Aquisgrana, un legame inscindibile fatto di imperatori e re, incoronazioni solenni, residenze e palazzi. Situata al centro del land Nord Reno-Vestfalia e conosciuta anche come Aachen, il nome tedesco, questa città trasuda memorie storiche da ogni angolo. Di origine romana, è diventata famosa grazie a Carlo Magno che nel 794 la scelse come capitale del Sacro Romano Impero. Una scelta intima quanto strategica perché, oltre a essere il luogo in cui l’imperatore trascorse la sua infanzia, garantiva molti vantaggi dal punto di vista geografico.

In questo articolo vi proponiamo un itinerario sulle orme di Carlo Magno, dove ogni dettaglio urbanistico e architettonico ci riporta indietro al suo spirito moderno e cosmopolita, a partire dalla famosa Cappella Palatina e dalla Cattedrale, al tempo considerata la più grande a nord delle Alpi. Aquisgrana è rinomata anche per le sue acque termali, amate dallo stesso imperatore perché ricche di minerali in grado di apportare numerosi benefici al corpo. Non è un caso che il nome latino sia Aquae Granni, con riferimento a Granno, il dio celtico della salute.

Il Duomo e la Cappella Palatina

Il primo luogo da visitare ad Aquisgrana è non solo uno dei più belli voluti da Carlo Magno, ma anche quello in cui giace sepolto. Il Duomo si contraddistingue per la sfarzosità delle decorazioni interne e per la famosa Cappella Palatina. La cattedrale è stata eretta tra il 786 e l’804 come chiesa-palazzo di Carlo Magno, mentre il coro gotico fu completato solo nel 1414. Si tratta del primo monumento in Germaniatra i primi d’Europa – ad essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1978. Situato nella centralissima Münsterplatz, è uno scrigno di tesori antichi unici come il trono di marmo di Carlo Magno, il reliquiario contenente le sue spoglie e il lampadario in rame voluto da Federico Barbarossa.

L’atmosfera storica che si respira all’interno del Duomo è indescrivibile: fu proprio Carlo Magno a posare la prima pietra della cappella, il nucleo più antico della cattedrale di Aquisgrana. Il sovrano aveva chiesto alle sue maestranze francesi, sotto la responsabilità di Oddone da Metz, di replicare le forme delle basiliche romaniche viste durante i suoi soggiorni in Italia, a Ravenna e a Roma. Nei secoli successivi, la cattedrale venne arricchita da nuove cappelle laterali, realizzate in stili diversi. L’aspetto attuale è dovuto ai lavori di restauro successivi all’incendio avvenuto nel 1224 e al suo interno è possibile ammirare il Tesoro della Cattedrale, costituito da pezzi unici che lo hanno reso uno dei più importanti al mondo e che comprendono, tra gli altri, l’olifante, la croce pettorale di Carlo Magno e il Crocifisso di Lotario.

Grashaus e Rathaus

Non dovete spostarvi di molto dal Duomo per raggiungere il Grashaus, uno degli edifici più antichi e primo municipio della città, le cui parti originali facevano parte del palazzo di Carlo Magno. Prima di entrare, ammirate la sua facciata gotica, impreziosita da eleganti finestre a bifora e coronata da merli ghibellini. Nel XIV secolo divenne sede delle attività del borgomastro e nel corso degli anni assunse ruoli sempre diversi: nei suoi interni, infatti, si sono svolte cerimonie di ogni tipo, dalle incoronazioni ai funerali.

L’attuale palazzo del municipio, invece, è il Rathaus, costruito tra il 1334 e il 1376. Anche qui, come nel caso del Grashaus, la facciata è un esempio perfetto di stile gotico, impreziosita da una cinquantina di statue a dimensione naturale rappresentanti i maggiorenti tedeschi, compresi i trenta imperatori incoronati ad Aquisgrana. Le parti interne, invece, sono state risistemate in chiave barocca, con l’elegante Reichsaal, cuore del palazzo, arricchita da affreschi ottocenteschi che illustrano la vita di Carlo Magno con repliche di insegne reali, corona, globo e spada. Se visitate Aquisgrana durante le feste natalizie, ricordatevi che è sulla piazza del municipio che vengono organizzati i meravigliosi mercatini di Natale.

Mercatini di Natale Aquisgrana

Fonte: iStock

La piazza del municipio allestita con i mercatini di Natale

Il centro storico di Aquisgrana

Il centro storico di Aquisgrana è piuttosto esteso, ma nonostante ciò può essere visitato tranquillamente perché a passaggio pedonale. Senza doversi preoccupare di auto e moto, è facile perdersi nei dettagli delle sue strade contraddistinte dalla presenza di numerose fontane, sculture e statue. L’atmosfera è arricchita anche dalla presenza di piccoli negozietti e graziose boutique, ideali per portarsi a casa un ricordo carino del vostro viaggio sulle orme di Carlo Magno.

Dal centro, dirigetevi verso Friedrich Wilhelm Platz, dove la Fontana di Elisa (Elisenbrunnen), rappresenta una delle tante fontane che testimoniano l’importanza dell’acqua per la città. Come abbiamo scritto anche all’inizio dell’articolo, fin dai tempi antichi, la città è stata plasmata dalla presenza di sorgenti termali minerali. Non immaginate una semplice fontana, perché in realtà si tratta di un edificio solenne realizzato in stile neoclassico e dedicato a Elisabeth Ludovika di Baviera, figlia del re Massimiliano I. La struttura architettonica accoglie i visitatori con un colonnato in stile dorico, mentre dalle due fontane sgorga l’acqua termale. Attraversando questo ambiente vi troverete all’interno di un grazioso giardino che custodisce un piccolo sito archeologico con resti d’epoca romana.

Porta medievale Aquisgrana

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Porta medievale nel centro storico

Le terme Carolus Thermen

Fra gli edifici legati al nome di Carlo Magno non bisogna dimenticare le Carolus Thermen in Pass Strasse, perfette per concedervi un pomeriggio di relax dopo aver passeggiato per le strade di Aquisgrana. L’imperatore, attratto dalle acque benefiche e dal clima mite di Aquisgrana, fece costruire sontuose terme private, dove si immergeva per curarsi e rigenerarsi. La cultura delle terme è entrata così a far parte del tessuto economico della città e le Carolus Thermen rappresentano la struttura più bella. Questo moderno centro termale vanta piscine a diverse temperature, saune finlandesi e giapponesi, hammam, trattamenti benessere ayurvedici, massaggi e tanti altri servizi pensati per coccolare i clienti abituali e i viaggiatori.

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Sta per riaprire Notre-Dame, una delle cattedrali più belle al mondo

Le immagini dell’incendio di Notre-Dame, tra i principali monumenti simbolo della Francia e dell’Europa, hanno fatto il giro del mondo. Cinque anni dopo quel tragico evento l’iconica cattedrale di Parigi sta gradualmente riacquistando il suo magnifico aspetto ed è pronta a riaccogliere il pubblico dall’8 dicembre 2024. Nel frattempo, nei primi mesi di quest’anno sono state raggiunte diverse tappe importanti, come la ricostruzione della famosa guglia progettata dall’architetto Viollet-Le-Duc.

Notre-Dame prima e dopo l’incendio

Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, la cattedrale di Notre-Dame è da sempre non solo un luogo religioso ma anche un simbolo di arte e cultura e dell’identità nazionale dei francesi.  La sua storia, però, è stata alquanto travagliata. Nel 2017  la diocesi parigina aveva avviato una raccolta fondi per rimettere a nuovo una delle icone francesi nel mondo, a cui si sarebbero aggiunti i contributi statali. La cattedrale era, infatti, minacciata dall’erosione causata dall’inquinamento atmosferico e dall’acqua piovana, ma anche dall’enorme afflusso di turisti, oltre 12 milioni di visitatori accolti in condizioni non ottimali, con lunghe code sul sagrato nei periodi festivi e un percorso caotico tra la navate e le varie cappelle. Poi l’incendio che l’ha devastata il 15 aprile 2019.

Sin da subito l’importante cantiere di uno monumenti simbolo di Parigi, della Francia e dell’Europa intera, è stato oggetto di accesi dibattiti sulle tecniche da mettere in campo e sullo stile da scegliere. Alla fine le autorità hanno optato per una ricostruzione identica alla cattedrale d’origine. Per il restauro della guglia è stato utilizzato il legno provenente da querce secolari della foresta di Bercé, nella Sarthe, scelto per via della sua solidità, durevolezza e plasticità. Tuttavia, non sono mancate le polemiche, come quelle relative al destino delle vetrate di Notre-Dame, tra chi preferisce preservare la storia e chi punta, invece, all’innovazione.

A che punto è il restauro della cattedrale di Notre-Dame

Chi visita Parigi in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici potrà già ammirare quest’estate l’iconica guglia di Viollet-le-Duc, la cui ricostruzione è stata completata lo scorso febbraio, permettendole così di riprendere il suo posto nello skyline della capitale francese, con la punta che svetta fino a 96 metri. Nell’aprile 2019, il pennacolo era stato divorato dalle fiamme ed era crollato, provocando i danni su tutta la parte centrale della cattedrale. In cima alla guglia sono state di nuovo installate la croce e un nuovo gallo a sovrastare la cattedrale. La scultura, progettata dall’architetto Phillipe Villeneuve, è realizzata in rame e ricoperta da uno strato d’oro.

All’interno della cattedrale, la rimozione delle impalcature nel presbiterio permette di riscoprire i mobili pregiati e le grandi opere d’arte che non hanno mai lasciato l’edificio, tra cui statue di marmo e di bronzo del voto di Luigi XIII e le decorazioni pittoriche delle cappelle del coro, che ora rivelano i loro colori e la loro piena bellezza. Le 8.000 canne del grande organo sono state reinstallate dopo essere state ripulite, mentre è iniziato il processo di armonizzazione. Nei prossimi mesi saranno completamente restaurati anche i tetti della navata e del coro.

Sebbene gran parte dei lavori sia già stata completata, questi continueranno anche dopo la riapertura della chiesa al pubblico. Le prossime tappe della ricostruzione di Notre-Dame prevedono il restauro dell’abside e della sacrestia nel 2025 e l’installazione, entro il 2026, di vetrate contemporanee, la cui realizzazione è attualmente oggetto di un bando di gara. Molto popolare tra i visitatori francesi e internazionali, la cattedrale di Notre-Dame dovrebbe accogliere tra i 12 e i 15 milioni di persone all’anno una volta riaperta, rispetto ai 10-12 milioni di persone che la visitavano prima dell’incendio.

In attesa della riapertura, chi lo desidera può partecipare a un’esperienza immersiva di realtà virtuale chiamata “Eternelle Notre-Dame”, accessibile dal piazzale, che permette di immergersi nel cuore della storia della cattedrale e dei suoi tesori, dalla costruzione nel Medioevo fino all’attuale progetto di restauro.

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I tesori da scoprire del Monastero delle Grotte di Kiev

Il Monastero delle Grotte di Kiev è uno dei più antichi e venerati complessi monastici dell’Ucraina e del mondo ortodosso, sede del Primate della Chiesa Ortodossa Ucraina. Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, fu fondato nell’XI secolo da Sant’Antonio e San Teodosio e ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della religione, della cultura e dell’identità nazionale ucraina.

Per secoli, con le reliquie dei santi sepolti nelle grotte, è stato uno dei centri di pellegrinaggio e venerazione più importanti al mondo. Considerato un importante luogo di santità e miracoli, la sua eredità continua a influenzare profondamente la vita religiosa e culturale del paese.

Grotte del Monastero delle Grotte di Kiev

Il Monastero è celebre per le sue grotte, un labirinto sotterraneo che si estende per centinaia di metri, composto da due complessi principali.

Le Grotte Vicine, conosciute anche come le Grotte di Sant’Antonio, scavate nella collina dai monaci, sono un dedalo di passaggi stretti e celle monastiche, utilizzate dai monaci per vivere, pregare e meditare in solitudine. Ospitano le reliquie di diversi santi e personaggi storici importanti, tra cui lo stesso sant’Antonio di Kiev, fondatore del monastero.

L’atmosfera è mistica e serena. Le pareti sono decorate con icone e affreschi, che aggiungono un senso di sacralità al luogo; è frequentato da pellegrini che vengono per pregare e rendere omaggio ai santi.

Le Grotte Lontane, o Grotte di San Teodosio, si trovano più in basso rispetto alle Grotte Vicine e sono altrettanto significative dal punto di vista storico e spirituale. Meno estese, offrono un’esperienza altrettanto profonda e spirituale, ospitando numerosi corpi mummificati di santi, molti dei quali sono visibili attraverso teche di vetro.

Chiese del Monastero delle Grotte di Kiev

Oltre alle grotte, il complesso del Monastero comprende magnifiche chiese e cattedrali, che rappresentano autentici capolavori dell’architettura sacra ortodossa di inestimabile valore storico e artistico. Ogni edificio racconta storie di devozione, arte e cultura che si intrecciano nel corso dei secoli.

Cattedrale della Dormizione

La Cattedrale della Dormizione, nota anche come Cattedrale dell’Assunzione, è il cuore spirituale del Monastero delle Grotte di Kiev. Costruita nell’XI secolo, è uno degli esempi più splendidi dell’architettura medievale ucraina. L’imponente struttura, con le cupole dorate e gli interni sontuosi, è un testamento dell’abilità degli artigiani bizantini e ucraini. All’interno, custodisce preziose reliquie e icone, tra cui l’icona miracolosa della Theotokos di Petchersk, considerata un simbolo sacro dai fedeli ortodossi.

La cattedrale è famosa per i suoi affreschi e mosaici, che adornano pareti e cupole. L’interno è riccamente decorato con iconostasi dorate e icone antiche, che conferiscono un’aura di sacralità e magnificenza. Oltre al suo valore religioso, la Cattedrale della Dormizione ha svolto un ruolo fondamentale nella storia ucraina. È stata testimone di incoronazioni reali, matrimoni principeschi e importanti concili ecclesiastici. Nel corso dei secoli, ha resistito a invasioni, incendi e terremoti, riemergendo sempre più forte come simbolo della fede e della resilienza del popolo ucraino.

Monastero delle Grotte

Fonte: iStock

Cattedrale della Dormizione, Monastero delle Grotte di Kiev

Chiesa del Refettorio dei Santi Antonio e Teodosio

Costruita tra il 1893 e il 1895, la Chiesa del Refettorio dei Santi Antonio e Teodosio si distingue per la sua imponente cupola di 20 metri, la più grande in Ucraina senza supporti interni, e per l’iconostasi in marmo realizzata in stile russo, considerata una delle più straordinarie del paese.

E’ conosciuta anche come la Chiesa della Trapezna in quanto in origine aveva la funzione di refettorio per i monaci, dove consumare i pasti in comunione dopo le preghiere. Ancora oggi, l’edificio conserva questo aspetto conviviale, pur essendo diventato una meta imperdibile per i visitatori del monastero di Kiev. Al suo interno, la chiesa ammalia con la sua ricchezza di dettagli. L’iconostasi dorata, finemente intagliata e decorata con icone risalenti al XVII secolo, cattura l’attenzione per la sua bellezza e la sua maestria artigianale.

Chiesa della Porta della Trinità

La Chiesa della Porta della Trinità rappresenta un’affascinante combinazione di architettura difensiva e sacra. Costruita nel XII secolo, sorge sopra la Porta della Trinità, uno degli ingressi principali del monastero, e funge da punto di transizione spirituale per i pellegrini che entrano nel sacro complesso. La facciata della chiesa è decorata con affreschi vibranti e icone, raffiguranti scene bibliche e santi, che accolgono i visitatori in un’atmosfera di venerazione e tranquillità. All’interno, la Chiesa della Porta della Trinità continua a incantare con la sua iconostasi finemente lavorata e le sue opere d’arte sacra, rendendola un simbolo di protezione divina e un luogo di preghiera fondamentale per la comunità monastica e i pellegrini.

Chiesa di Tutti i Santi

Costruita nel XVII secolo, la Chiesa di Tutti i Santi è un eccellente esempio dello stile barocco ucraino, con le sue cupole dorate e la sua facciata intricatamente decorata. L’interno è altrettanto suggestivo, con affreschi che rappresentano scene bibliche e santi ortodossi. La Chiesa di Tutti i Santi è particolarmente nota per la sua iconostasi, una parete di icone e pitture religiose che separa il santuario dalla navata. Considerate miracolose dai fedeli, attirano numerosi pellegrini in cerca di guarigione e benedizione.

Campanile della Grande Lavra

Uno dei simboli più iconici del Monastero delle Grotte di Kiev, il Campanile della Grande Lavra domina la skyline della città con i suoi 96,5 metri di altezza. La struttura a quattro piani, sormontata da una cupola dorata, ospita un concerto di 37 campane, il cui suono melodioso risuona per tutta Kiev, richiamando i fedeli alle funzioni religiose e scandendo il ritmo della vita cittadina.

Oltre alla sua funzione religiosa, il Campanile della Grande Lavra offre una vista panoramica mozzafiato sulla città. Salendo i 400 gradini che conducono alla cima, si può ammirare un panorama suggestivo del monastero, del fiume Dnepr e dei quartieri circostanti. Purtroppo, il campanile ha subito gravi danni a causa dell’invasione russa del 2022.

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Morimondo, il borgo lombardo dominato da un’antica abbazia

In provincia di Milano, Morimondo è annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia. E gran parte del merito va alla sua abbazia. Se state pensando a una gita fuori porta che vi permetta di immergervi tra storia e natura, Morimondo è la destinazione che fa per voi. A circa 40 km a sud-ovest del capoluogo meneghino, Morimondo si snoda intorno alla sua abbazia cistercense del XII secolo, ancora oggi scrigno di fascino e mistero.

L’Abbazia di Morimondo: un gioiello cistercense

Fondata nel 1135 da monaci cistercensi provenienti dalla Francia, questa perla architettonica rappresenta un capolavoro di arte romanico-gotica che ancora oggi affascina e incanta i visitatori.

Visita all’Abbazia

Immaginate di varcare la soglia dell’abbazia e di essere immediatamente avvolti da un’atmosfera di quiete e solennità. La luce soffusa che filtra attraverso le vetrate policrome illumina le eleganti colonne, che sorreggono le volte a crociera, creando un gioco di luci e ombre impressionante. Lo sguardo non può che cadere sul prezioso coro ligneo, finemente intagliato e intarsiato, dove i monaci un tempo si riunivano per la preghiera.

Ogni angolo dell’abbazia racconta una storia, sussurra segreti del passato e testimonia la maestria degli artigiani che l’hanno costruita. Passeggiate nel chiostro, un luogo di pace e silenzio dove i monaci meditavano e passeggiavano, e immaginate di sentirne i passi risuonare sotto i colonnati. Visitate il refettorio, dove consumavano i loro frugali pasti, e riflettete sulla loro vita semplice e austera. Esplorate la sala capitolare, dove si riunivano per discutere le questioni della comunità, e provate a percepire l’eco delle loro discussioni.

Ma il vero gioiello dell’abbazia è senza dubbio la biblioteca. Qui, tra scaffali carichi di antichi manoscritti e volumi preziosi, vi sembrerà di fare un salto indietro nel tempo, di tornare in un’epoca in cui la conoscenza era custodita gelosamente e i libri erano considerati oggetti sacri.

L’Abbazia di Morimondo non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere. È un viaggio nel tempo, un tuffo nella storia, un incontro con la spiritualità e la bellezza. Lasciatevi avvolgere dalla sua atmosfera mistica e lasciatevi trasportare in un’altra epoca.

Un po’ di storia

L’Abbazia di Morimondo è stata fondata nel 1135 da monaci cistercensi provenienti dalla Francia e ha vissuto una storia ricca e affascinante. I cistercensi erano noti per la loro austerità, il loro  rigore monastico e il loro impegno nel lavoro agricolo. La loro filosofia si basava sul ritorno ai valori essenziali del cristianesimo e sull’importanza del lavoro manuale. L’arrivo dei cistercensi a Morimondo portò un profondo cambiamento nella regione, non solo dal punto di vista religioso, ma anche economico e sociale.

Nel corso del Medioevo, l’Abbazia di Morimondo assunse un ruolo di primaria importanza, sia dal punto di vista religioso che economico. Divenne un centro di riferimento spirituale per l’intera area, attirando pellegrini e devoti da tutto il nord Italia. L’abbazia possedeva vasti terreni agricoli che venivano coltivati dai monaci, contribuendo allo sviluppo economico della regione. Inoltre, l’abbazia era un importante centro di cultura e di istruzione, con una biblioteca ricca di manoscritti e una scuola frequentata da giovani provenienti da famiglie nobili.

L’abbazia di Morimondo attraversò periodi di grande splendore, durante i quali ospitò importanti personalità e svolse un ruolo fondamentale nella vita politica e culturale della regione. Tuttavia, subì anche momenti bui, come le guerre e le spoliazioni, che ne segnarono il declino. A partire dal XV secolo, l’abbazia iniziò a perdere la sua influenza, anche a causa della riforma protestante e delle guerre d’Italia. Nonostante il declino, l’Abbazia di Morimondo non ha mai perso il suo fascino e il suo valore storico-artistico. Nel XX secolo, grazie a un’opera di restauro e valorizzazione, l’abbazia è stata riportata alla luce e oggi è un’importante meta turistica e culturale.

Il Museo dell’Abbazia: un viaggio nella storia

Per approfondire la storia del monastero e del territorio circostante, visitate il Museo dell’Abbazia, ospitato all’interno del complesso. Tra reperti archeologici, sculture, affreschi e paramenti sacri, ripercorrerete le vicende che hanno segnato Morimondo nel corso dei secoli.

Oltre l’Abbazia: il borgo medievale

Oltrepassate le mura dell’abbazia e lasciatevi conquistare dal borgo medievale di Morimondo, passeggiando tra le strette vie acciottolate e le antiche case in pietra e mattoni rossi. Il modo migliore per scoprire i segreti di Morimondo è partecipare a una visita guidata dell’abbazia e del borgo. Organizzate regolarmente durante tutto l’anno, in italiano e in inglese, queste visite vi permetteranno di conoscere a fondo la storia, l’arte e la cultura di questo luogo magico.

Cosa fare nei dintorni di Morimondo

Se avete ancora tempo a disposizione, non perdete l’occasione di esplorare i dintorni di Morimondo. Ecco alcune mete consigliate:

  • Cascina Salubria: oasi di pace nella natura. Amanti della natura, non perdete l’occasione di visitare la Cascina Salubria, un’oasi naturalistica situata a pochi chilometri da Morimondo. Tra boschi e prati rigogliosi, potrete fare passeggiate a piedi o in bicicletta, osservare la fauna selvatica e godervi un momento di relax a contatto con la natura.
  • Abbiategrasso: A circa 6 km da Morimondo, Abbiategrasso vanta un centro storico ricco di monumenti, tra cui la chiesa di Santa Maria Nuova, il Castello Visconteo e l’ex Convento dell’Annunziata. Passeggiate tra le sue vie e immergetevi nella sua atmosfera vivace.
  • Vigevano: Poco più distante, Vigevano, conosciuta come “città di Ludovico il Moro”, merita una visita per il suo Duomo, il Castello Sforzesco e la Piazza Ducale.
  • Naviglio Grande: Per gli amanti delle attività all’aria aperta, il Naviglio Grande offre suggestivi percorsi ciclabili e pedonali che si snodano lungo le rive del canale, tra paesaggi rurali e scorci pittoreschi.
  • Bosco della Zelata: Se desiderate immergervi nella natura incontaminata, il Bosco della Zelata, a pochi chilometri da Morimondo, è l’ideale. Tra sentieri immersi nel verde, potrete fare trekking, mountain bike o semplicemente godervi un momento di relax a contatto con la flora e la fauna locale.

Info pratiche

Come arrivare a Morimondo

Raggiungere Morimondo è semplice: il borgo è ben collegato con Milano e le principali città lombarde tramite autostrade e strade provinciali. Se decidete di viaggiare in auto, potrete parcheggiare comodamente nel centro storico, nelle vicinanze dell’abbazia. In alternativa, potrete optare per i mezzi pubblici, con autobus in partenza da Milano e Abbiategrasso.

Morimondo a tavola

A Morimondo potrete gustare i piatti tipici della regione, come il succulento risotto alla milanese, la cotoletta alla milanese croccante e la deliziosa torta paesana. Non dimenticate di accompagnare il vostro pasto con un buon bicchiere di vino DOC lombardo.

 

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Ribeira Sacra, regione incontaminata e ricca storia

Nel cuore della Galizia, lontano dalle rotte turistiche più battute, si cela la Ribeira Sacra, una fiabesca regione che incanta grazie alla bellezza naturale, alla storia millenaria e alla preziosa tradizione vinicola. Si tratta davvero di una terra affascinante, che si estende lungo le rive dei fiumi Miño e Sil, e dona a chi la raggiunge un’esperienza unica, al cospetto di canyon spettacolari, antichi monasteri e vigneti terrazzati: insomma, un viaggio dai ricordi indelebili.

Il nome “Ribeira Sacra” significa “riva sacra” e deriva dalla straordinaria presenza di monasteri, costruiti in posizioni spesso inaccessibili e suggestive, luoghi destinati alla contemplazione e alla preghiera che ancora oggi rievocano un’atmosfera intrisa di silenzio e pace. La loro presenza ha, inoltre, lasciato un’impronta profonda nella cultura e nella storia della regione, rendendola meta di pellegrinaggio e riflessione.

Ribeira Sacra, un patrimonio artistico e culturale d’eccellenza

La Ribeira Sacra è una di quelle località per cui dire che “il tempo sembra essersi fermato” non è un’esagerazione. Le sue radici, infatti, affondano nell’epoca romana (come dimostrano le numerose vestigia archeologiche del periodo) ed è durante il Medioevo che assume il suo carattere distintivo, diventando un centro spirituale di primaria importanza.

I monasteri e le chiese romaniche sono vive testimonianze di un passato in cui la vita monastica giocava un ruolo importante e rappresentano il principale esempio di architettura romanica rurale in Europa, un patrimonio culturale e artistico di assoluto valore.

A questo proposito, seguendo il corso del fiume Sil, si possono visitare svariati monasteri benedettini di notevole interesse culturale, come Santo Estevo de Ribas de Sil, edificato tra il XII e il XVIII secolo e oggi trasformato in un lussuoso hotel, di cui sono ancora accessibili i chiostri e la chiesa, Santa Cristina de Ribas de Sil, Santa María de Montederramo e San Pedro de Rocas, un monastero scavato nella roccia che, secondo le iscrizioni rinvenute, ospitò una delle prime comunità monastiche della zona.

Proseguendo il cammino nel territorio vegliato dai pendii affacciati sul Miño, si incontrano altri importanti monasteri come Santo Estevo de Ribas de Miño e San Paio de Diomondi, oltre a chiese di spicco quali San Miguel de Eiré, San Martiño da Cova e San Fiz de Cangas.

Le attrazioni naturalistiche da non perdere

Uno dei tesori naturali più spettacolari della Ribeira Sacra è il Canyon del Sil. Le sue pareti rocciose, che si innalzano in maniera vertiginosa sopra il fiume, creano un panorama di rara bellezza. Non manca l’occasione di esplorare il canyon a bordo di piccole imbarcazioni che solcano le placide acque del fiume e offrono una prospettiva inedita sulle scogliere e sui vigneti terrazzati che si arrampicano lungo i pendii. Per chi invece preferisce “rimanere con i piedi per terra”, i numerosi punti panoramici, come il Mirador de Cabezoás, regalano a loro volta viste che lasciano senza fiato.

Una menzione a parte la merita poi la viticoltura che qui è un’arte antica, risalente ai tempi dei Romani: non a caso, i già citati vigneti terrazzati sono il risultato di secoli di lavoro e dedizione. Oggi, i viticoltori coltivano uve autoctone come il Mencía e il Godello da cui si ottengono vini di grande qualità e carattere, e le cantine locali propongono tour e degustazioni per scoprire i segreti di una tradizione millenaria e assaporare il nettare di Bacco in un contesto senza eguali.

Un paradiso per le escursioni e i tour enogastronomici

Ma non è tutto. La Ribeira Sacra è un autentico paradiso per gli amanti della natura, delle escursioni, del trekking, delle passeggiate a cavallo e della mountain bike.

I percorsi escursionistici, come il Ruta de los Monasterios e il Sendero del Cañón del Río Mao, attraversano paesaggi indimenticabili e permettono di immergersi nella storia e nella natura incontaminata: camminare lungo questi sentieri significa ammirare monasteri nascosti, lussureggianti boschi incantati e vedute panoramiche sui fiumi che scorrono a valle.

Infine, chi desidera unire una vacanza attiva all’aria aperta con le bontà della gastronomia tipica, oltre alle degustazioni dei vini pregiati, deve provare la cucina galiziana che, con i suoi sapori autentici e i piatti della tradizione, è un viaggio nel viaggio. Tra le specialità da assaggiare ci sono il pulpo a la gallega, antipasto servito con paprica e olio d’oliva, e la tarta de Santiago, un dolce a base di mandorle che delizia il palato.