Categorie
Dolomiti montagna trekking vacanze avventura Vacanze natura Viaggi

I più bei trekking da fare sulle Dolomiti

Le Dolomiti sono il fiore all’occhiello dell’Italia. Patrimonio Unesco dal 2009, questa iconica catena montuosa modellata da vento, aria e acqua nel corso dei secoli, si estende su tre regioni del nostro arco alpino: Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

Sono anche chiamate “monti pallidi” per via del loro colore chiaro dovuto ai coralli e ai fossili marini emersi dal mare primordiale 250 milioni di anni fa. Al tramonto, si colorano di rosa dando origine al fenomeno dell’Enrosadira.

Le Dolomiti sono le montagne più monumentali di qualsiasi altro rilievo, uno spettacolo della natura. Possiamo tranquillamente dire che sono le più belle montagne del mondo.

Le cime delle Dolomiti sfiorano i tremila metri di altitudine e tra i gruppi montani più famosi e spettacolari come le Tre Cime di Lavaredo, la Marmolada, il Catinaccio, il Rosengarten-Latemar, le Pale di San Martino e le Dolomiti di Brenta, si trovano alcune delle più belle località turistiche, note per le piste da sci, ma anche per i sentieri che si possono percorrere nella bella stagione.

La nostra guida scaricabile comprende alcuni dei sentieri più famosi adatti a ogni livello di preparazione atletica da percorrere.

Registrati per continuare a leggere questo eBook

Categorie
Cammini mare montagna santuari turismo religioso Viaggi

Sta per nascere un nuovo cammino con una spettacolare vista mare

Camminare per 126 chilometri passando per l’entroterra, per poi andare a inebriarsi dei colori e degli odori del mare. Si tratta di un nuovo bellissimo cammino che sta per nascere nel nostro Paese, e che permette di fare un viaggio a passo lento tra panorami mozzafiato e luoghi sacri.

Il “Cammino dei Santuari del Mare”

Si chiama il “Cammino dei Santuari del Mare“, un nome che che evoca meraviglie e spiritualità. Si tratta di un progetto realizzato dall’Associazione Monte Gazzo Outdoor in collaborazione con i Comuni di Genova, Ceranesi, Campo Ligure, Masone, Tiglieto, Arenzano e Mele.

Ci troviamo in Liguria, quindi, e parliamo di un sentiero che consente di visitare alcuni dei più significativi monumenti religiosi del territorio devoti al culto mariano, passando per boschi, antichi insediamenti e panorami che sono in grado di emozionare.

Diviso in sei magnifiche tappe, permette di vivere un’esperienza straordinaria creando ricordi che difficilmente si dimenticano.

Tappa 1: Sestri Ponente – Santuario della Guardia

La prima tappa del “Cammino dei Santuari del Mare” va da Sestri Ponente al Santuario della Guardia. Si parte dall’affascinante Basilica di Santa Maria Assunta a Sestri Ponente, edificio religioso con una facciata che è opera dell’architetto Piero de Barbieri e dello scultore sestrese Luigi Venzano e pregno di affreschi, stucchi e marmi realizzati in tempi diversi.

Si percorrono 13 chilometri scoprendo vie storiche e luoghi di culto, come la Chiesa dei Santi Rocco ed Isidoro e il Santuario di N.S. del Gazzo. Passo dopo passo si arriva sulla cima del Monte Figogna che svetta nei cieli a 890 metri sul livello del mare, e dominato dal maestoso Santuario di Nostra Signora della Guardia, il più importante santuario mariano della Liguria e uno dei più rilevanti di tutto il nostro Paese.

Il cammino continua attraversando boschi e antiche strade che lascino scorgere paesaggi da cartolina sulla città di Genova e la sua pittoresca costa.

Tappa 2: Santuario della Guardia – Campo Ligure / Masone

La seconda tappa parte dal magnifico Santuario della Guardia, che offre persino una cupola alta 40 metri e decorata con affreschi che raffigurano la miracolosa apparizione, ed è di circa 26 chilometri. Abbraccia la bellezza delle alture liguri scovando antiche mulattiere, boschi di castagni e panorami sulla costa che in altri pochi luoghi del mondo si possono ammirare.

Il viaggiatore si ritrova al cospetto della Cappellina di Rocca Maja e dell’Altopiano dei Piani di Praglia, caratterizzato da una sorprendente natura selvaggia e autentica.

La tappa termina nel suggestivo centro di Campo Ligure, incantevole borgo che sorge sulle sponde del torrente Stura e dove storia e artigianato si fondono nel Castello e nel Museo della Filigrana.

Tappa 3: Campo Ligure – Tiglieto

Partendo da Campo Ligure, parte dell’Associazione “I Borghi più Belli d’Italia” e circondato da una natura rigogliosa e pressoché intatta, il viandante scopre paesaggi mozzafiato che rimettono al mondo.

Si cammina per 15,5 chilometri tra salite e discese, sfidando un po’ di più la propria resistenza. Anche in questo caso, si attraversano antiche mulattiere e boschi suggestivi, per poi giungere sulle panoramiche cime del Monte Pavaglione e del Monte Calvo, che permettono di godere di emozionanti scorci sulla Pianura Padana e sulle valli circostanti.

Non mancano luoghi di reale suggestione, come il Passo Fruia e le Vasche di Tiglieto, dei laghetti in parte balneabili che si sono formati fra monti sinuosi, edifici medievali, una ricca vegetazione e limpidi corsi d’acqua.

La tappa si conclude nell’incantevole centro di Tiglieto, dove svetta nei cieli il complesso monumentale architettonico-culturale della Badia di Tiglieto, primo insediamento cistercense costruito in Italia. Questa, tra le altre cose, è una località famosa per i tradizionali taglialegna custodi della cultura del bosco.

Tappa 4: Tiglieto – Arenzano

Quella che inizia da Tiglieto, borgo che fa parte del magnifico Parco naturale regionale del Beigua, è forse la tappa più impegnativa del “Cammino dei Santuari del Mare”, ma offre un’ alternanza e una varietà di ambienti di cui è davvero impossibile non innamorarsi.

Con una lunghezza di 29,5 chilometri e un dislivello che varia da 10 a 1182 metri, permette di scovare magnifici angoli storici come il Ponte Romanico di Tiglieto, monumento di epoca romanica interamente in pietra di serpentino e con una struttura composta da cinque maestose arcate; l’Abbazia di Santa Maria della Croce – conosciuta anche come Badia di Tiglieto -, che costituisce un “unicum” dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico perché sorge al centro di una conca montuosa attraversata dal torrente Orba; la Cappella della Gattazzè, una struttura in pietra su base circolare che si erge tra le foglie.

C’è poi da affrontare la salita al Monte Reixa, che ripaga la fatica vissuta con panorami spettacolari, per poi scendere attraverso il suggestivo Sentiero degli Inglesi per raggiungere il Santuario del Santo Bambino di Praga di Arenzano, che si fa spazio a poca distanza dal centro cittadino e che offre un ampio panorama sulla città e sui monti circostanti.

Tappa 5: Arenzano – Acquasanta

La quinta tappa parte da Arenzano, stupendo borgo abbracciato dal mare e dai monti, e si snoda per circa di 16,5 km com un dislivello di 600 metri in salita e 450 in discesa.

Si attraversa il suggestivo lungomare cittadino per continuare, sempre con un leggiadro passo lento, lungo la costa che permette di ammirare dei panorami che toccano le corde del cuore.

Si arriva alla Madonna dell’Aguggia, graziosa statuetta in cima ad uno scoglio nel mare di Vesima e patrona dei pescatori dell’ormai lontanissimo 1700, per poi entrare nel Comune di Genova e attraversare luoghi storici come il Mulino di Crevari e il Santuario delle Grazie.

La tappa termina ad Acquasanta presso il Santuario omonimo, un mistico luogo di culto con interni magnifici affrescati da Giuseppe Canepa nel XVIII secolo e ripresi, nel 1911, da Rodolfo Gambini.

Tappa 6: Acquasanta – Genova

L’ultima tappa del “Cammino dei Santuari del Mare” parte dal centro di Acqusanta, suggestivo e antico borgo incastonato tra la costa del ponente genovese e le alte cime dell’Appennino ligure, e può essere diviso in due itinerari diversi perché conduce presso le innumerevoli meraviglie del centro storico di Genova.

Il principale, ovvero quello che porta verso Genova Pegli, permette di camminare tra colline, antiche strade romane e mulattiere panoramiche.

Un passo dopo l’altro ci si ritrova al cospetto dell’imponente gruppo montuoso di Punta Martin, da dove si snoda il sentiero delle “Lische Alte” che è pregno natura e avvolto da un costante profumo di piante mediterranee.

Al contempo, la tappa attraversa borghi storici come Prà, quartiere del ponente genovese, e Pegli, che ancora oggi conserva l’antico affaccio sul mare, un vibrante lungomare e una spiaggia perfetta per godersi il limpido mare ligure.

La tappa si divide al Molo Archetti da dove è possibile partire per dirigersi nel cuore di Genova.

Categorie
montagna Notizie Viaggi viaggiare

Nel 2040 il turista-sciatore non esisterà più

C’è un drammatico aspetto che sta modificando la montagna (ma non solo) così come la conoscevamo e che avrà un impatto sempre più significativo con il trascorrere degli anni: si tratta del cambiamento climatico, il climate change, una realtà purtroppo consolidata e inarrestabile.

Ormai la neve che brilla è davvero poca ed è arrivato un annuncio, a suo modo, choc: nel 2040 il turista-sciatore non potrà più esistere.

Addio allo sci

Il professor Carlo Visentin, docente al Master in International Tourism all’Università della Svizzera Italiana, è andato dritto al punto con le sue dichiarazioni al Corriere del Ticino: “La stagione degli sport invernali come la conosciamo oggi non ha futuro. I repentini cambiamenti climatici sono destinati a moltiplicarsi accrescendo, di anno in anno, i disagi per il mancato innevamento sulle Alpi. Purtroppo gli oltre 150 milioni di appassionati sciatori, che ogni anno affollano centinaia di località sciistiche, dovranno adattarsi ad altre modalità di fruizione della classica vacanza bianca”.

Entro una ventina d’anni, gli impianti di risalita non potranno più venire attivati e ciò significa una “riconversione” del prodotto-neve e del bene-montagna su cui gli operatori, le comunità e le amministrazioni locali dovranno iniziare a ragionare fin da subito.

Gli sport sulla neve e lo sci, infatti, saranno soltanto una componente minoritaria di un soggiorno che non sarà più “bianco” ma comunque rigenerante poiché in alta montagna.

Il professore, infatti, ha continuato: “Nessuno si illuda di fronte a una nevicata più intensa di altre, perché, purtroppo da un punto di vista turistico, la stagione degli sport invernali non ha futuro. Già adesso il periodo per sciare si è ridotto di un mese rispetto al recente passato: i costi per le imprese sono uguali se non maggiori, ma i profitti si sono inevitabilmente ridotti. Inoltre, domina l’imprevedibilità: una volta si programmava la settimana bianca con mesi di anticipo, oggi è impossibile farlo“.

È allora chiaro che per il turismo sugli scii numeri non torneranno più. Serve una ritirata ordinata, sapendo, senza farsi soverchie illusioni, che si possono salvare in parte presenze e occupazione solo diversificando l’offerta e orientandosi sulle attività apprezzate dalle giovani e giovanissime generazioni: trekking, mountain bike, parapendio, zipline e così via“.

Verso l’inevitabile tramonto della settimana bianca

È un mito che si è avviato inevitabilmente sul viale del tramonto quello della “settimana bianca”. La neve sui monti è davvero poca e il 62% dei vacanzieri opta oggi per soggiorni brevi, con una media di due pernottamenti: solo il 9% degli italiani ha programmato sette o più notti e una delle ragioni è anche legata al budget.

Inoltre, dall’indagine dell’Osservatorio di Confcommercio, è emerso che tra gli appassionati di montagna, soltanto l’1% ha come obiettivo principale gli sport sulla neve, sci in primis: il 40% degli intervistati, invece, predilige le escursioni naturalistiche e altre attività quali visite a mercatini, centri benessere e SPA, degustazioni di prodotti tipici, relax e riposo.

Una tendenza che, insieme all’incognita sempre più stringente dell’innevamento, sta contribuendo a ridefinire e trasformare le caratteristiche dei servizi turistici in montagna, rendendoli sempre meno dipendenti dalla “dama bianca”.

Categorie
capitali europee Edimburgo Europa Idee di Viaggio montagna rifugi Scozia Viaggi

Questa antica colombaia è stata trasformata in un rifugio da sogno

Nel cuore vivace di Edimburgo, tra le strade animate e i monumenti storici che catturano lo sguardo dei turisti, si nasconde un gioiello inaspettato: una colombaia trasformata in un rifugio elegante e rustico, immerso in un giardino segreto incantevole.

Questo luogo unico rappresenta un perfetto equilibrio tra storia e tranquillità, dove il passato si fonde armoniosamente con il presente. Lontano dagli sguardi indiscreti, questa pittoresca dimora offre un’oasi di pace e serenità, permettendo agli ospiti di immergersi nella bellezza della natura circostante, lontano dal frastuono delle vie cittadine.

Il cottage inaspettato nel cuore di Edimburgo

Cottage Edimburgo

Fonte: Photo courtesy of Airbnb community

Interno, Colombaia del XVI Secolo (Edimburgo, Scozia, Regno Unito)

Nel cuore di un vasto giardino recintato, avvolto dal profumo di rose e circondato da un’aura di mistero, sorge un piccolo cottage in pietra, saldo testimone della storia e dell’architettura dell’antica Edimburgo.

Un tempo abitata da colombe, questa struttura è ora un affascinante capolavoro architettonico che cattura l’attenzione con la sua singolare bellezza. Le imponenti travi in legno e le scalinate finemente lavorate trasportano in un suggestivo viaggio nel tempo, mentre il camminamento lastricato in pietra sottolinea la grandezza e l’eleganza di questa costruzione risalente al 1600.

Attraversando la porta d’ingresso in vetro, gli ospiti sono accolti da un’atmosfera di calma e serenità. La luminosa sala da pranzo, con le sue pareti in pietra originali e il soffitto alto adornato da lucernari, crea uno spazio accogliente e suggestivo, perfetto per riunioni intime o cene romantiche.

Nonostante le dimensioni ridotte dell’edificio, ogni angolo è stato sfruttato al meglio per garantire il massimo comfort. La stufa a legna, posizionata di fronte a un divano letto estraibile, offre calore durante le fredde serate invernali, mentre il riscaldamento a pavimento dell’intero piano terra assicura una temperatura piacevole in ogni stagione.

Con soli 2,4 metri di larghezza, questo cottage è una delizia straordinaria e rara che incanta e stupisce gli ospiti, offrendo loro un assaggio autentico della vita passata mentre godono delle comodità e dei lussi moderni.

Un cottage nel cuore di Midlothian

Se hai in programma un viaggio a Edimburgo e cerchi un’esperienza autentica e accogliente, il cottage è la soluzione ideale. Posizionato nell’incantevole area di Midlothian, questo rifugio rustico ti permette di esplorare non solo la vivace città, ma anche i suoi affascinanti dintorni.

A pochi passi dalle animate zone di Bruntsfield e Morningside, il cottage è immerso in un vivace panorama urbano, ricco di negozi, supermercati, ristoranti e caffetterie trendy. Questa vivace atmosfera permette di immergersi appieno nella cultura locale, gustare piatti tipici della regione e fare shopping tra le caratteristiche boutique che arricchiscono il quartiere.

Grazie alla sua posizione privilegiata, il cottage permette di raggiungere il centro città in soli 20 minuti a piedi, attraversando incantevoli parchi e scenari naturali mozzafiato. Questa piacevole passeggiata offre non solo un’opportunità per esplorare le bellezze paesaggistiche di Edimburgo, ma anche per assorbire l’atmosfera unica e l’architettura storica della città.

In conclusione, il soggiorno nel cottage rappresenta un’opportunità unica per gli ospiti di vivere appieno l’essenza di Midlothian e scoprire tutto ciò che questa ricca e diversificata zona ha da offrire, garantendo un soggiorno indimenticabile.

Cottage Edimburgo

Fonte: Photo courtesy of Airbnb community

Giardino privato, Colombaia del XVI Secolo (Edimburgo, Scozia, Regno Unito)
Categorie
Destinazioni montagna panorami Trentino Alto Adige valli Viaggi

Valle del Vanoi, il Trentino più verde che c’è

Ha conservato il fascino della montagna più selvaggia e autentica, lontana dall’afflusso turistico di massa, e con il suo paesaggio incontaminato di pascoli, zone verdeggianti, boschi, prati, villaggi alpini, corsi d’acqua, malghe, rifugi e fienili in pietra, è conosciuta come il “cuore verde del Trentino”: si tratta della Valle del Vanoi, 125 chilometri quadri vegliati dal massiccio granitico di Cima d’Asta e dalla catena del Lagorai.

Siamo a oltre 750 metri di altitudine, nel Trentino orientale, a sud dei comuni di Sovramonte e Lamon (Bolzano): la valle si raggiunge attraversando il tunnel al di sotto del Monte Totoga (che collega la Strada Statale 50 del Grappa al Passo Rolle) oppure percorrendo la strada panoramica del Passo Gobbera o la Strada Provinciale 79 del Passo Brocon se si arriva da Castel Tesino.

Un paradiso di quiete e bellezza

Forse meno conosciuta di altre valli trentine ma altrettanto spettacolare, la Valle del Vanoi è la meta perfetta per regalarsi una rigenerante vacanza all’insegna del relax e del benessere, di passeggiate nella natura, di escursioni e percorsi per trekking e mountain bike in un ambiente da favola.

Parte del Parco naturale Paneveggio e Pale di San Martino, si contraddistingue per l’ameno profilo rurale, le tipiche costruzioni del “tabi“, utilizzato sia come fienile che come stalla, e della “ritonda“, antico focolare, nonché per un’area botanica custode di migliaia di specie rare e protette.

Qui, oltre a provare l’esperienza di un piacevole soggiorno presso le baite e i rifugi di montagna, i visitatori possono andare alla scoperta di autentiche perle come, ad esempio, il Lago di Calaita, incorniciato dalle vette delle Dolomiti e facilmente raggiungibile lungo un sentiero che porta a un balcone panoramico che osserva le Pale di San Martino.

Ma non è ancora tutto.

Di sicuro interesse, infatti, è l’Ecomuseo del Vanoi, un museo diffuso che ha l’obiettivo di valorizzare il territorio e la sua storia mostrando le tradizioni, le attività e la vita di un tempo. È composto da:

  • il Sentiero Etnografico con quattro escursioni a tema: “Anello dei Pradi” per la fienagione e la vita stagionale sui prati, “Anello della Val“, per la vita stagionale nei paesi, “Anello della montagna” per l’uso delle zone prative attorno alle malghe, e “Anello del Bosc” per l’utilizzo e la coltivazione del bosco;
  • la Casa dell’Ecomuseo a Canal San Bovo;
  • il Museo delle Arti e Mestieri e il Museo della Guerra a Caoria;
  • il Mulino dei Caineri a Ronco;
  • la Stanza del Sacro a Zortea.

I suggestivi paesi della Valle del Vanoi

Diamo ora uno sguardo agli splendidi paesi di montagna che disegnano la Valle del Vanoi, località ideali per vivere appieno il “Trentino più verde che c’è”.

Ecco, allora, Canal San Bovo, alla confluenza del torrente Lozen, in felice posizione soleggiata tra verdissimi prati punteggiati da fienili e casolari, punto di partenza per entusiasmanti escursioni, e Luasen, importante centro di servizi per tutta la valle.

L’itinerario continua con Caoria, alla confluenza del rio Valsorda da cui è suddiviso in due zone, Caoria di fuori e Caoria di dentro. Qui, merita una sosta la Chiesa di San Giovanni Nepuceno, fulgido esempio di architettura moderna in un contesto alpino.

Baciato dal sole, tranquillo e su di un terrazzo panoramico, si svela Prade, protagonista ogni dieci anni della rappresentazione in piazza del “sacro mistero” di “Godimondo e Fortunato”, mentre Zortea domina la conca di Canale e il Sass Maor.

Ancora, Gobbera si presenta come “anello di congiunzione” tra gli abitati (un tempo uniti) di Canal San Bovo e Imèr e custodisce, a poca distanza, l’importante chiesetta di San Silvestro, e il paesaggio è “severo” ma suggestivo nei due pittoreschi villaggi di Ronco e Cainari, sulla destra del Vanoi, tra i prati che pullulano di baite.

Non mancano numerose e pittoresche frazioni come Battistoni, Berni, Valline, Mureri, e Cicona che vanta un particolare microclima per la coltivazione di piccoli frutti, ortaggi e fiori.

Categorie
Alpi Friuli Venezia-giulia Idee di Viaggio montagna Viaggi

Lago di Cavazzo, dalle acque particolarmente turchesi

È una delle mete perfette per godersi una giornata all’aria aperta in uno scenario idilliaco, nel cuore delle Alpi Carniche: si tratta del Lago di Cavazzo, conosciuto anche come Lago dei 3 comuni poiché con i suoi 174 ettari bagna Cavazzo Carnico, Bordano e Trasaghis, il bacino naturale più grande del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Udine.

Di origine glaciale, alimentato da sorgenti sotterranee e da una condotta artificiale, incanta a 195 metri s.l.m, vegliato dal Monte San Simeone, dal Monte Festa e dal Naruvint, un dipinto a cielo aperto che dà vita a un ambiente ricco di fauna e flora: le sue rive, adornate da canneti, offrono rifugio a svariate specie di uccelli (quali folaghe, martin pescatori, tarabusi, germani reali e oche granaiole) mentre le acque incredibilmente turchesi sono la casa di 14 specie ittiche tra cui carpe, anguille, trote, lucci, persici e alborelle.

Cosa fare al Lago di Cavazzo

Una gita fuori porta a 40 minuti da Udine (soprattutto in primavera e in estate quando il clima è più mite) conduce alla scoperta di un territorio da favola dove il Lago di Cavazzo è protagonista indiscusso, ideale per momenti di puro relax sulle verdi sponde (magari allestendo un picnic), per piacevoli e facili escursioni e percorsi da trekking, per il birdwatching e per gli amanti degli sport acquatici.

Infatti, lungo i comodi sentieri, offre numerosi itinerari da percorrere a piedi oppure in sella alla mountain bike, ammirando panorami che scaldano il cuore e la fauna locale nel suo habitat prediletto mentre il lago stesso è punto di riferimento per le attività di canoa, windsurf, kayak, SUP (stand-up paddle) e per la pratica della vela: a disposizione, il circolo nautico “Nautilago”, noleggio giornaliero di SUP e kayak presso il camping “Lago 3 Comuni”, rent bike per noleggiare sia MTB che e-bike, nonché aree attrezzate per picnic e parchi giochi per i più piccoli.

Ma non è tutto.

Da non perdere è la passeggiata di 8,20 chilometri che costeggia il lago, un percorso ad anello adatto a tutti che dona scorci invidiabili sulle acque trasparenti e sulle montagne che vi si specchiano, sul fitto canneto e sullo stagno della zona sud dove nidificano o sono di passaggio anatre e altri volatili. Non manca l’Ecomuseo che, grazie ai dettagliati pannelli illustrativi, consente di approfondire la conoscenza con il Lago di Cavazzo, la sua storia e i suoi abitanti.

In più, dall’Ecomuseo, un sentiero in salita (che ripaga di tutta la fatica) conduce a una straordinaria terrazza panoramica da cui la vista sul lago dall’alto è qualcosa da vedere assolutamente con i propri occhi! Qui si trova anche il Monumento al Terremoto, con area informativa sull’isolatore sismico, installata nel 33esimo anniversario del sisma del 1976 con epicentro il Monte San Simeone.

Un angolo di natura tropicale a soli dieci minuti dal lago

Per godersi appieno la meraviglia del Lago di Cavazzo, vale la pena visitare, a soli dieci minuti di auto, la Casa delle Farfalle di Bordano, la più ampia esposizione in Italia di farfalle e insetti viventi, un paradiso tropicale che riproduce fedelmente gli habitat originari delle oltre 400 specie di farfalle provenienti da tutto il mondo.

Un’attrazione turistica che sa emozionare, con 1000 metri quadri di serre riscaldate e altrettanti dedicati a laboratori, aule video, esposizioni e attività educative dedicate ai bambini e ai ragazzi.

Categorie
Borghi itinerari culturali montagna musei Prealpi Viaggi

Visitare il borgo dipinto di Arcumeggia, un museo a cielo aperto

Nascosto sulle Prealpi lombarde, c’è un piccolo borgo di pietra famoso per essere uno dei più bei paesi dipinti d’Italia. È il borgo di Arcumeggia, in provincia di Varese, sulle cui case si possono ammirare diversi dipinti eseguiti con la tecnica dell’affresco proprio come fosse un museo a cielo aperto.

L’itinerario che vi consigliamo si snoda tra gli antichi vicoli del paesino, situato nel cuore della montagna a quasi 800 metri d’altezza, camminando sull’antico ciottolato, tanto da sentirsi fuori dal tempo.

Quasi 150 dipinti, uno diverso dall’altro e realizzati da artisti differenti, da Sassu a Montanari, da Migneco a Salvini, da Usellini a Brindis, ciascuno con un soggetto proprio, ma legato comunque alla storia, alle tradizioni, alla natura e persino ai miti del territorio, raccontano la storia di Arcumeggia e costituiscono un patrimonio pittorico unico.

È il paese dipinto più importante d’Italia, se si contano le dimensioni del borgo rispetto al calibro degli artisti presenti e l’inizio dei lavori.

Arcumeggia-borgo-dipinto

Fonte: @Varese Turismo

Escursionisti in visita al borgo di Arcumeggia

Da paese rurale a borgo d’artista

Il paese di origine medievale – anche se è stata individuata una fortificazione di epoca romana chiamata “arx media”, fortezza di mezzo ovvero in mezzo a due valli, la Valcuvia e la Valtravaglia, da cui il nome del luogo – è sempre stato a vocazione rurale, con un’architettura tipica della zona: stretti vicoli attraversano un abitato compatto, disposto secondo la direzione delle curve naturali del terreno, orientato in modo da sfruttare al massimo l’esposizione solare. In origine, le abitazioni erano composte da poche stanze, stalle e cascine.

Il paese, molto popolato fino ai primi decenni del Novecento, conobbe il progressivo abbandono negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, quando l’industrializzazione e diversi stili di vita indussero le famiglie a trasferirsi altrove.

Arcumeggia-borgo-dipinto

Fonte: @IPA

Uno degli affreschi sulle case di Arcumeggia, in provincia di Varese

Negli Anni ’50, però, nel borgo accade qualcosa di incredibile che cambiò completamente le sue sorti e, oggi, queste case sono state in gran parte ristrutturate a uso residenziale (sono circa 60 gli abitanti fissi) e, spesso, si aprono su cortili interni, di grande fascino e suggestione.

Era il 1956, quando venne indetta la manifestazione “Pittori in vacanza“: alcuni tra i maggiori artisti italiani contemporanei si recarono a dipingere sulle pareti esterne delle case del piccolo borgo contadino. Il successo della manifestazione fu tale da trasformare l’intero paese in una mostra capace di documentare una tecnica mai abbandonata della pittura italiana, offrendo ai pittori un colloquio aperto e diretto con il pubblico e favorendone la partecipazione.

Arcumeggia divenne non soltanto un borgo dipinto, ma un borgo di pittori e artisti. Quelli che si possono ammirare sugli edifici all’aperto non sono semplici affreschi realizzati direttamente sui muri, bensì veri e propri quadri dipinti dentro i telai da murare in nicchie appositamente preparate sulle facciate delle case.

arcumeggia

Fonte: @Getty Images

Il borgo dipinto di Arcumeggia in provincia di Varese

Una galleria a cielo aperto

L’idea fu molto probabilmente dell’architetto varesino Bruno Ravasi, che creò questa prima galleria all’aperto dell’affresco in Italia alla fine degli Anni ’50. Il primo fu realizzato dall’affrescatore locale Ferruccio Ferrazzi. E fu sempre a Ravasi che fu commissionata la realizzazione della Casa del Pittore, un edificio che il Comitato Organizzativo desiderava mettere a disposizione di tutti quegli artisti che, da allora in poi, avrebbero collaborato all’ampliamento della galleria all’aperto dell’affresco, venendo di persona a lavorare nel borgo. Gli artisti venivano così ospitati nel borgo per un mese, il tempo di creare la loro opera en plein air.

Vennero chiamati artisti di fama nazionale e internazionale a realizzare affreschi sulle facciate delle case rurali e furono attivati corsi estivi di tecnica dell’affresco, concorsi e mostre d’arte, cosa che avviene ancora oggi.

Artisti ad Arcumeggia

Ma gli affreschi sui muri delle case non sono le uniche opere d’arte che si possono ammirare nel borgo. Arcumeggia è di fatto un vero re proprio borgo d’artista. E nella Casa del Pittore si conservano i bozzetti e le prove degli affreschi e vengono ospitati corsi estivi di pittura organizzati dall’Accademia di Belle arti di Brera.

arcumeggia

Fonte: @IPA

Uno degli affreschi di Arcumeggia

Negli oltre cinquant’anni di esperienza, gli incontri artistici sono divenuti una consuetudine che si è puntualmente rinnovata nel tempo.

C’è una via di Arcumeggia, detta “Via degli Allievi“, dove sono esposte le opere degli allievi delle Accademie di Belle Arti. Accanto alla chiesa, vi è una Via Crucis, con le stazioni affrescate da undici artisti diversi. Chi esce da qui oggi, insomma, potrebbe diventare il Picasso di domani.

Fin dall’inizio, i cortili delle vecchie case hanno ospitato gli studi degli allievi durante i corsi estivi e, spesso, le opere realizzate dagli allievi sono rimaste per i posteri. Visitando il paese, è ancora oggi possibile entrare in alcuni cortili, dove arte e tradizione contadina, cultura rurale e vita quotidiana s’incontrano.

Visitando il paese è ancora possibile entrare in alcuni cortili, che – sia pure con nuove destinazioni d’uso dei locali – raccontano questa storia. Ogni cortile rappresenta un vero e proprio “condominio”, in cui sono presenti più unità immobiliari, a volte anche molto piccole: per il loro carattere raccolto, per gli spazi limitati e protetti, i cortili d’Arcumeggia sono delle piccole gallerie d’arte che meritano una visita.

Arcumeggia-borgo-dipinto

Fonte: @Varese Turismo

I cortili del borgo di Arcumeggia, gallerie a cielo aperto

Inoltre, Arcumeggia è il paese natale dello scultore Giuseppe Vittorio Cerini, nominato da Vittorio Emanuele III Cavaliere della Corona d’Italia, di cui si conservano numerose opere in Italia e all’estero. Nel borgo si possono ammirare una piccola gipsoteca nel cortile della casa natale dell’artista e due opere in marmo nel cimitero locale.

Una gita ad Arcumeggia, una tavolozza colorata nel verde della Valcuvia, è come tuffarsi in un mondo incantato, fatto di arte e di storie, tutte da scoprire.

Categorie
Dolomiti Idee di Viaggio montagna Viaggi viaggiare

Alleghe, in un contesto naturale unico

È un contesto naturale unico e straordinario quello che accoglie il grazioso paesino montano di Alleghe, in provincia di Belluno, sulle rive del lago omonimo e vegliato dal maestoso Monte Civetta di ben 3220 metri.

Siamo nel cuore delle Dolomiti Patrimonio UNESCO, in un’amena località pioniera del turismo e dell’alpinismo, godibile in tutte le stagioni e, in inverno, anche per chi non scia: sì perché le innumerevoli occasioni per praticare sport all’aria aperta in un ambiente incontaminato, la ricchezza della gastronomia tipica, il lago e i colori della natura invitano a una rigenerante vacanza a 360 gradi.

Le attrazioni di Alleghe per amare la natura e le Dolomiti

Vivere Alleghe significa immergersi appieno nella bellezza, nei suoni, nel silenzio e nel fascino indiscusso delle “montagne più belle d’Italia” e delle perle di cui sono custodi.

Dopo una passeggiata in Piazza Kennedy, centro pulsante del paese su cui si affacciano ristoranti, hotel, negozietti di souvenir, noleggio sci e la caratteristica Chiesa di San Biagio, in stile gotico-alpino con alto campanile a punta con affresco che ritrae il santo, è tempo di escursioni e passeggiate. Prima tra tutte quella che gira attorno al Lago di Alleghe, 5 chilometri per due ore di cammino su asfalto, sterrato e sentieri nel bosco con l’occasione di ammirare l’abitato da differenti prospettive e di concedersi un piacevole picnic sulle sponde.

Il lago, non a caso, è il fiore all’occhiello della zona, nato da una frana che, nel 1771, precipitò dal Monte Piz ostruendo il corso del torrente Cordevole e formando, così, una diga naturale. Oggi meta turistica per eccellenza, in estate è anche navigabile: è possibile noleggiare barche e pedalò oppure cimentarsi con il windsurf, la vela e il kayak.
Durante la stagione invernale, invece, quando la superficie lo permette si trasforma in un’entusiasmante pista di pattinaggio.

Mentre percorrete il classico “giro del Lago di Alleghe” prevedete una deviazione per arrivare alla cascata del Masarè (Cascata Ru de Rialt), una delle frazioni del paese, un piccolo ma suggestivo salto d’acqua che merita una sosta: dal centro, sono venti minuti di sentiero che si snoda prima tra le case e poi nel bosco.

Altro lago da ammirare, sempre sotto l’egida del Civetta, è il Lago del Coldai, raggiungibile solo a piedi partendo da Col dei Baldi con un’ora e mezza di cammino e l’incontro con il Rifugio Coldai dove assaporare la cucina di montagna.

E le sorprese non finiscono qui.

Una vista mozzafiato del Monte Civetta (in particolare al tramonto) la dona il punto di osservazione del ponte sul Cordevole a Caprile, frazione a 1023 metri, mentre uno sguardo indimenticabile sul Lago di Alleghe dall’alto incorniciato dalle vette diventa realtà da Bramezza, “villaggio fantasma” nel comune di Rocca di Pietore, dove il tempo si è davvero fermato.

Cosa fare ad Alleghe, non solo sci

Vero paradiso per le vacanze attive in ogni periodo dell’anno, Alleghe incontra i gusti e le esigenze di tutti, non soltanto degli sciatori.

Certo, lo sci è punta di diamante del territorio: qui ci troviamo in una delle località di spicco del comprensorio sciistico Ski Civetta con 80 chilometri di piste di svariati livelli e oltre 20 impianti di risalita, nonché parte del circuito Dolomiti Superski che offre la possibilità di accedere a 12 diversi comprensori con un unico skypass.
Ed è un must per lo sci alpino, lo sci di fondo e di discesa, il freestyle, lo snowboard, le ciaspolate, il carving e le gite in motoslitta.

Ma le attività da praticare sono davvero molte a partire dal pattinaggio sul ghiaccio e dall’hockey per arrivare a splendide e facili camminate fino ai più impegnativi percorsi da trekking in quota.

Non dimentichiamo, infine, il grande richiamo delle ferrate e delle arrampicate tra cui la leggendaria “conquista del Monte Civetta” e l’avvento delle mountain bike su mulattiere, single track, sterrate e sentieri.

Categorie
Idee di Viaggio montagna Trentino Alto Adige vacanze Viaggi

In Alto Adige, in vacanza a casa di Jannik Sinner

La Val Pusteria era già una delle zone più belle e amata dell’Alto Adige, ma da quando un suo conterraneo è diventato uno degli sportivi più famosi del mondo, tutti vogliono andare alla scoperta di quella meravigliosa terra che ha dato i natali a Jannik Sinner.

Il nostro campione di tennis, numero 4 al mondo nella classifica ATP, è nato e cresciuto tra quelle montagne Patrimonio Unesco, quei prati sempre perfetti e quella natura che sembra una cartolina vivente.

San Candido, paese natale di Sinner

Jannik Sinner è nato a San Candido, la più celebre località di villeggiatura sia estiva sia invernale dell’Alta Pusteria nonché una delle più amate delle Dolomiti. Il paese, molto piccolo, è delizioso, con un piccolo centro storico pedonale il cui cuore è la piazza San Michele su cui s’affaccia la chiesa di San Michele. Sembra uscito da un libro di fiabe.

san-candido-val-pusteria

Fonte: 123rf

Il paese di San Candido in Val Pusteria

San Candido è immerso in una cornice a dir poco bellissima. Il paese è sovrastato dal Monte Baranci, meta di escursioni sia estive sia invernali. È qui che il giovane Jannik ha imparato a sciare, tanto da essere indeciso a un certo momento della sua vita di sportivo se puntare sullo sci oppure sul tennis. Visti i risultati, la scelta è stata azzeccata, ma resterà sempre il dubbio se non sarebbe diventato anche un grande campione di slalom gigante (nel 2008 è stato campione italiano), la sua specialità.

La vetta del Baranci, che prende il nome da un gigante protagonista di una leggenda locale, è perfetta come destinazione per le famiglie in quanto ha, d’inverno, diverse piste da sci di vari livelli e una famosa per lo slittino lunga 3 chilometri oltre a un fun park per bambini con un percorso Kids-Ski-Cross.

D’estate, invece, è l’ideale per chi ama fare passeggiate in quota, ma ci sono anche tante attrazioni per le famiglie, dalla prima pista estiva in Italia per lo slittino alla piccola pista Tubing al villaggio degli gnomi nei pressi del rifugio Gigante Baranci, nelle immediate vicinanze dei laghetti a forma di piede gigante.

Qui corre anche uno degli itinerari più celebri d’Italia, la ciclabile di San Candido che collega il paese a quello di Rio di Pusteria. L’itinerario di poco più di 5o km si snoda in mezzo alle montagne, ma non preveda tratti particolarmente difficili.

Un vero paradiso delle vacanze estive.

Nel rifugio di famiglia a Sesto Pusteria

Da bambino, Jannik si è traferito poi a vivere con i genitori, proprietari di un rifugio di montagna in Val Fiscalina, Casa Sinner, in cima alla Val Pusteria, già nel Parco naturale delle iconiche Tre Cime di Lavaredo, nel vicino Comune di Sesto Pusteria, il più orientale della regione.

val-fiscalina-alto-adige

Fonte: 123rf

La meravigliosa Val Fiscalina in Alto Adige

Come riporta il sito della struttura, qui è possibile, tra un impegno e l’altro, incontrare Jannik che torna a casa per rilassarsi dopo gli incontri disputati in giro per il mondo. “Jannik ogni tanto torna a casa per recuperare le energie”, scrivono. “Lui ama trascorrere le sue poche giornate senza tennis insieme ai genitori e al fratello Mark tra le montagne dell’Alta Pusteria. Di tanto in tanto puoi incontrarlo tutto rilassato con i suoi amici al campo di calcio oppure nel vicino paese. La sua natura semplice e i suoi modi amichevoli lo hanno reso uno sportivo popolare non solo nel mondo del tennis”.

Anche qui a Sesto, infatti, il paesaggio è una meraviglia, all’ombra del gruppo della Dolomiti di Sesto e punto di partenza per salire sulle Tre Cime. Da Sesto, si possono raggiungere gli impianti sciistici del Monte Elmo e della Croda Rossa di Sesto. Entrambi offrono, durante il periodo invernale, oltre alle piste di sci, anche diverse piste per slittino.

D’estate, questa valle raggiunge il suo top perché è famosa per i sentieri escursionistici, anche rivolti ai camminatori esperti. Il sentiero più famoso qui è quello degli Alpini, che si sviluppa lungo il confine veneto, con un dislivello di circa 1.200 metri, di cui 300 in ferrata, che culmina al Passo della Sentinella.

È qui che hanno girato il celebre film con Sylvester Stallone “Cliffhanger – l’ultima sfida”, che ha contribuito, grazie alle immagini e alle scene adrenaliniche, a diffondere il profilo unico al mondo dei Monti Pallidi nel mondo.

Insomma, una terra che il mondo ci invidia e che, grazie a star del cinema e a sportivi conosciuti a livello internazionale, non smetterà mai di attirare turisti.

sesto-pusteria-alto-adige

Fonte: 123rf

Sesto Pusteria e la Croda Rossa sulle Dolomiti di Sesto
Categorie
Alpi hotel montagna Notizie vacanza natura Viaggi

L’albergo diffuso che ti farà rivivere la “Belle Époche” tra le Alpi

L’Austria, terra di eterna bellezza, continua ad affascinare con la sua perfetta fusione di cultura e natura, che dà vita a panorami indimenticabili. Durante i mesi invernali, il Paese si trasforma in un paradiso scintillante, quasi surreale. La neve cade delicatamente, avvolgendo ogni angolo del territorio con un manto bianco lucente che sembra tratto direttamente dalle pagine di una favola. Un luogo dove la magia dell’inverno prende forma, incantando visitatori da tutto il mondo.

Oggi, ti invitiamo a esplorare uno dei suoi tesori più nascosti: Bad Gastein. Questa località, situata a 1000 metri di altezza sulle maestose Alpi Austriache e a sud di Salisburgo, è un gioiello incastonato nel cuore dell’Europa. Sin dal ‘700, ha attratto l’élite internazionale, guadagnandosi l’appellativo di “Montecarlo delle nevi”, grazie al suo inconfondibile mix di lusso, relax e attività sportive. Le sue rinomate terme, famose per le loro acque curative, offrono un’oasi di pace e tranquillità, trasformando questa destinazione in un perfetto rifugio dalla frenesia della routine quotidiana.

Recentemente, è stato arricchito da un tocco di eleganza grazie all’intervento dello studio viennese BWM Designers & Architects che, con una visione innovativa e un occhio attento al dettaglio, ha saputo valorizzare l’unicità di questa località austriaca. Il risultato è un complesso alberghiero che rispecchia perfettamente l’essenza di Bad Gastein: un equilibrio armonioso tra storia, lusso e innovazione, il tutto immerso in un contesto naturale di straordinaria bellezza.

Due nuovi alberghi glamour brillano nel cuore di Bad Gastein

Bad Gastein

Fonte: iStock

Bad Gastein, Austria

Il progetto di BWM Designers & Architects ha seguito un fil rouge che lega insieme l’eredità storica del luogo, l’eleganza contemporanea e l’attenzione per il design narrativo, creando una sinergia unica tra architettura e ambiente.

Dopo vent’anni di chiusura, il Grand Hotel Straubinger è rinato, riaffermandosi come un’icona indiscussa di lusso e tradizione nel cuore delle Alpi austriache. Situato in prossimità dell’imponente cascata che caratterizza la città di Bad Gastein, questo storico albergo offre ai suoi ospiti un’esperienza senza pari. Ogni dettaglio, dall’arte alle piante, dal design all’architettura, è stato curato con estrema attenzione per offrire un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione.

Il Badeschloss, invece, si distingue per l’audace aggiunta di una torre rivestita in cemento, che ospita una lussuosa piscina riscaldata a sfioro al tredicesimo piano. Questa struttura unica è stata costruita quasi sull’alveo di una cascata d’acqua calda, creando un’esperienza sensoriale incomparabile. I visitatori possono immergersi nelle acque tiepide della piscina, godendo di una vista panoramica mozzafiato sul paesaggio circostante.

Un progetto innovativo che cambia il volto di Bad Gastein

I nuovi alberghi di Bad Gastein, il Badeschloss e il Grand Hotel Straubinger, stanno cambiando radicalmente il concetto tradizionale di ospitalità. Non si limitano solamente a essere semplici strutture dove gli ospiti possono trascorrere la notte. Piuttosto, si posizionano come veri e propri punti di riferimento che stanno plasmando in modo significativo l’aspetto urbano della città.

Infatti, grazie al loro innovativo approccio di “albergo diffuso“, superano i limiti fisici di un singolo edificio. Piuttosto che essere confinati in una struttura isolata, questi hotel si espandono e si integrano armoniosamente nel contesto urbano circostante, contribuendo attivamente alla vitalità e alla dinamicità del tessuto cittadino.

Inoltre, le strutture esibiscono una raffinata collezione di opere d’arte, attentamente selezionate da Andrea von Goetz, per rendere ogni soggiorno un vero e proprio viaggio attraverso l’arte contemporanea.

Bad Gastein

Fonte: iStock

Cascata di Bad Gastein, Austria