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Souvenir da Orvieto: cosa comprare in una delle più belle città dell’Umbria

Arroccata su una rupe di tufo nel cuore dell’Umbria, Orvieto è una delle città d’arte più affascinanti del centro Italia. A metà strada tra Roma e Firenze, si raggiunge facilmente anche in treno ed è una meta ideale per una gita di un giorno o un weekend lento, tra panorami collinari, vicoli medievali e capolavori architettonici come il suo celebre Duomo. La città conserva un forte legame con le tradizioni locali: i piatti della tavola, le botteghe artigiane e i prodotti del territorio ne sono testimonianza.

E allora per chi cerca un ricordo da portare a casa, passeggiando per il centro storico, ecco cosa conviene comprare a Orvieto e cosa si trova solo qui o quasi.

Ceramiche artistiche dipinte a mano

Orvieto vanta una tradizione ceramica millenaria, risalente al periodo etrusco e sviluppatasi nel Medioevo. Le botteghe del centro storico vendono piatti, brocche e mattonelle decorati a mano, spesso ispirati a motivi medievali e rinascimentali. Questi manufatti, realizzati con tecniche tramandate da generazioni, rappresentano l’espressione più autentica dell’artigianato locale.

Orvieto

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Vicoli di Orvieto

Tessuti umbri in lino e cotone

L’artigianato tessile umbro è rinomato per la produzione di tovaglie, asciugamani e runner in lino e cotone. Diversi laboratori della zona realizzano tessuti con motivi tradizionali e tecniche jacquard. Questi prodotti, eleganti e alla moda, sono degli evergreen perfetti per un souvenir o un regalo pratico e raffinato.

Il vino DOC di Orvieto

Il vino Orvieto Classico DOC è un bianco secco prodotto principalmente da uve Grechetto e Procanico. Caratterizzato da un colore giallo paglierino e un gusto fresco e leggermente amarognolo, è ideale per accompagnare antipasti e piatti di pesce. Acquistarlo direttamente nelle enoteche locali, magari dopo una degustazione, permette di chiedere consigli e scoprire anche etichette meno famose. Se non si hanno problemi per il trasporto di liquidi e bagagli fragili, una bottiglia di vino è un ottimo prodotto da portare a casa.

Olio extravergine di oliva dei Colli Orvietani

Le colline intorno a Orvieto sono note anche per la produzione di olio extravergine di oliva di alta qualità. I frantoi della zona producono oli dal gusto fruttato e equilibrato, spesso prodotti con metodi tradizionali. Le botteghe vendono confezioni regalo molto particolari, anche da regalo.

Dolci tradizionali: tozzetti e panpepato

Tra le specialità dolciarie di Orvieto spiccano i tozzetti alle nocciole e il panpepato. I tozzetti, biscotti secchi ideali da accompagnare con il vino, sono preparati con ingredienti semplici e genuini. Il panpepato, dolce natalizio a base di frutta secca, miele e spezie, è legato alle forti tradizioni locali. Regali non impegnativi o assaggi da condividere con gli ospiti al ritorno a casa.

prodotti tipici Orvieto

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Tozzetti

Prodotti alla cipolla di Cannara

La cipolla di Cannara, prodotto agroalimentare tradizionale dell’Umbria, è apprezzata per il suo sapore dolce e delicato. In zona si trovano confetture, sottoli e condimenti a base di questa cipolla, ideali per accompagnare formaggi e piatti tipici.

Composta di cipolla

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Composta di cipolla

Artigianato in legno e ferro battuto

Tornando all’artigianato, Orvieto è famosa per la lavorazione del legno e del ferro battuto. Nel caratteristico Vicolo degli Artigiani si trovano botteghe che realizzano oggetti d’arredo, lampade e utensili, combinando funzionalità e design. Questi manufatti, spesso realizzati su misura, sono un bellissimo regalo per dare un tocco unico agli ambienti di casa.

Libri e stampe su Orvieto

Le librerie e i bookshop di Orvieto propongono una selezione di pubblicazioni dedicate alla storia, all’arte e alle tradizioni della città. Guide, monografie e stampe artistiche sono utili per approfondire la conoscenza del territorio durante la visita, ma possono essere un bel ricordo culturale del viaggio.

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Cosa vedere in Umbria, tra borghi da sogno, città d’arte e natura

Hai voglia di un viaggio che mescoli borghi da fiaba, arte senza tempo e panorami che sembrano dipinti? L’Umbria è proprio quello che fa per te: il cuore verde d’Italia tra borghi da sogni, cascate, rafting e attività outdoor sa incantare anche gli appassionati di turismo enogastronomico con alcune chicche da non perdere per nessun motivo.

Cosa vedere in Umbria: 10 luoghi da non perdere

Se desideri organizzare un weekend lungo oppure una vacanza, anche di una settimana, l’Umbria è il territorio top che ti conquisterà. Tra borghi fiabeschi, buon cibo, natura e città d’arte ha davvero molto da offrire. Scopriamo insieme cosa vedere in Umbria spaziando tra i 7 luoghi più caratteristici da non perdere assolutamente.

Perugia

Se Assisi è spirituale, Perugia è decisamente vivace. È il capoluogo dell’Umbria, ed è una città che pulsa di vita, cultura e… cioccolato! Esatto, sei nella patria dell’Eurochocolate e della mitica Perugina. Ma cosa vedere qui? Partiamo da piazza IV Novembre dominata dalla fontana maggiore e dalla cattedrale di San Lorenzo. Entra nella galleria Nazionale dell’Umbria se ami l’arte (spoiler: vale la pena). E poi perché non perdersi nei vicoli dell’acropoli è un’avventura che ti regala scorci medievali e locali accoglienti? Se ci capiti in estate metti in agenda l’Umbria Jazz, concerti e atmosfera musicale dall’anima retrò animano la città.

Orvieto

Orvieto è una di quelle cittadine che ti colpiscono già da lontano: arroccata su una rupe di tufo, sembra quasi fluttuare e quando ci metti piede, capisci subito perché è una delle perle dell’Umbria. Il duomo? Un vero spettacolo: una facciata che lascia senza parole e un interno dove ti ritrovi a fissare a bocca aperta la cappella di san Brizio affrescata dal Signorelli. Ma Orvieto ha anche un lato sotterraneo: un vero labirinto di grotte e cunicoli scavati nella roccia. Affascinante e un po’ misterioso. E se ti piace l’idea di un pranzo con vista, qui sei nel posto giusto: vini eccellenti e piatti umbri da leccarsi i baffi. Concediti anche un bicchiere di Orvieto Classico, te lo sei meritato.

Assisi

Non si può parlare di Umbria senza iniziare da Assisi. Sì, proprio lei, la città di San Francesco. Ma non pensare che sia solo un posto per pellegrini: Assisi è un capolavoro medievale che ti rapisce con la sua atmosfera sospesa nel tempo. Il centro storico è tutto da scoprire e conduce in uno dei luoghi più amati della regione: la basilica di San Francesco anche riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Un gioiello gotico decorato con gli affreschi di Giotto; l’effetto wow è assicurato. Consiglio poi di visitare la basilica di Santa Chiara, la rocca Maggiore con una vista pazzesca e di passeggiare fino all’eremo delle Carceri.

Visitare il centro storico di Assisi

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Assisi è una splendida cittadina umbra da scoprire

Spoleto

Spoleto è sinonimo di eleganza; sa combinare storia, arte e un tocco di mondanità. Ti accoglie con il maestoso ponte delle Torri, un ponte-acquedotto sospeso tra due colline, e ti conquista con il suo duomo in stile romanico, che si apre su una delle piazze più scenografiche che tu possa immaginare. Tra gli eventi top qui c’è il festival dei due mondi che unisce danza, musica e teatro attirando visitatori internazionali.

Norcia

Norcia è sinonimo di sapori autentici e natura selvaggia. È la porta d’accesso ai monti Sibillini e un paradiso per chi ama escursioni, trekking e paesaggi aperti; la piazza centrale è un simbolo di resilienza dopo il terremoto, ma la città ha saputo rialzarsi con orgoglio. Non puoi andare via senza aver provato un tagliere con il famoso prosciutto IGP, il pecorino e magari qualche tartufo nero. Bonus: da qui partono escursioni verso la Piana di Castelluccio, spettacolare in estate durante la fioritura.

Gubbio

Se ami i borghi medievali autentici e un po’ schivi, Gubbio è il posto giusto. Tra pietre che raccontano storie di secoli e l’atmosfera è rimasta intatta. Non perderti il palazzo dei Consoli e la vista mozzafiato dalla funivia del Monte Ingino: sali su questa cabina sospesa (se non hai paura dell’altezza) e goditi il panorama. E poi… vuoi mettere dire di aver visitato la città dove si è svolto il primo “documento” in lingua italiana? Sì, parliamo delle Tavole Eugubine, custodite proprio qui.

I borghi più belli dell’Umbria

Non puoi dire di aver visto davvero l’Umbria senza aver esplorato almeno uno dei suoi borghi incantati. Ce ne sono tanti, ma te ne cito alcuni che ti faranno sognare, tra i più belli:

  • Spello, un tripudio di fiori. In primavera sembra un giardino a cielo aperto, con balconi e vicoli decorati da piante colorate. È famoso per l’Infiorata, ma è adorabile tutto l’anno;
  • Bevagna ti riporta al Medioevo. Con la sua piazza perfettamente conservata e le botteghe dove si lavora la carta a mano come un tempo. Un tuffo in un’altra epoca;
  • Rasiglia, la piccola Venezia umbra. Un borgo attraversato da ruscelli cristallini, ponticelli e mulini ad acqua. Una passeggiata qui è pura poesia;
  • Narni, affascinante e misteriosa. Oltre al centro storico ricco di scorci suggestivi, puoi scendere nelle profondità di Narni Sotterranea, tra cripte e antiche prigioni;
  • Montefalco invece è il “balcone dell’Umbria”. Da qui la vista spazia fino ai Sibillini. E poi c’è il Sagrantino, un vino corposo che profuma di terra e sole. Se ami le degustazioni, sei nel paradiso giusto.

Cascata delle Marmore

Hai mai visto una cascata artificiale vecchia di duemila anni? La Cascata delle Marmore è stata costruita dai Romani (sì, davvero!) e oggi è uno degli spettacoli naturali più incredibili d’Italia oltre ad essere la cascata artificiale più alta di tutta Europa. Lascia senza parole con il suo salto di 165 metri che regala uno show fragoroso. C’è anche un sentiero che ti porta fino in cima, tra schizzi d’acqua e arcobaleni improvvisi; se ti piace l’adrenalina nei dintorni si può fare rafting.

Cascata delle Marmore in Umbria

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Visitare la cascata delle Marmore, è un vero spettacolo

Lago di Piediluco

Meno famoso del Trasimeno, ma incredibilmente suggestivo. Il Lago di Piediluco è un piccolo angolo di pace a pochi chilometri dalla Cascata delle Marmore; è circondato da colline verdi e piccoli borghi affacciati sull’acqua. Perfetto per un picnic, una gita in pedalò o semplicemente per rilassarsi. Se ami la fotografia, qui il tramonto è poesia pura.

Tempietto del Clitunno

E ora ti porto in un luogo meno conosciuto, ma dal fascino unico: il Tempietto del Clitunno. Si trova tra Spoleto e Trevi, immerso nel verde, accanto a sorgenti limpidissime che ispirarono poeti e artisti. Il piccolo monumento paleocristiano, Patrimonio UNESCO, è un capolavoro di eleganza e armonia; con la sua semplicità ti colpisce dritto al cuore, soprattutto se ami l’archeologia e i luoghi carichi di spiritualità.

Cosa fare in Umbria: 10 attività per scoprire l’anima della regione

Oltre a cosa vedere in Umbria ci sono tante attività da programmare: tra natura, cultura, tradizione enogastronomica c’è davvero molto da scoprire. E sono proprio i borghi più autentici a raccontare la vera anima della regione; ecco 9 cose da fare in Umbria per chi ha deciso di trascorrere qui una vacanza di almeno 3-4 giorni.

1. Assaggiare la cucina tipica

Tra le cose principali da fare in Umbria c’è lasciarsi coccolare a tavola esplorando i sapori della tradizione legati al territorio. Ritmi lenti e un grande culto delle specialità locali danno modo di spaziare partendo dai salumi tipici come il prosciutto di Norcia, i coglioni di mulo (sì, si chiamano proprio così) e l’immancabile paté di fegatini da gustare su una fetta di pane caldo. altrettanto gustosa la torta al testo, una specie di focaccia piatta cotta su piastra e perfetta da accompagnare alle specialità local.

Essendo patria del tartufo non possiamo non consigliare un piatto di tagliatelle; per i più tradizionalisti un grande sì ai pici con il ragù e gli strangozzi, una pasta fatta a mano spesso condita con un sugo a base di funghi. Chiaramente il tutto va accompagnato, rigorosamente, con calici local come il grechetto o il sagrantino di Montefalco.

Piatti tipici umbri

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Scoprire la cucina umbra durante una vacanza nella regione

2. Partecipare ad una caccia al tartufo

Entra nei boschi con un cercatore e il suo cane, fiuta l’aria, ascolta i rumori della natura e… scopri il tesoro nascosto sotto terra. In Umbria, la caccia al tartufo è un rito, un gioco di pazienza e istinto che si trasforma in un pranzo da gourmet. Esperienza mistica, da veri intenditori.

3. Fare rafting sul fiume Nera

Hai voglia di adrenalina? Il fiume Nera ti aspetta con le sue rapide e il suo paesaggio selvaggio. Indossa il casco, impugna il remo e preparati a ridere, urlare e bagnarti fino all’ultimo schizzo. Il rafting in Valnerina è l’Umbria che non ti aspetti: pura energia tra boschi e gole spettacolari.

4. Percorrere il cammino di san Francesco

Un passo alla volta, nel silenzio. Segui le orme del santo più amato d’Italia, tra Assisi, Spoleto e Gubbio. È un cammino spirituale, ma anche un viaggio tra panorami mozzafiato e borghi che sembrano acquerelli. Perfetto per chi vuole rallentare e ritrovare sé stesso. I camminatori sono accolti in ospitalità semplici e genuine, spesso gestite da volontari, dove condividere pasti, esperienze e silenzi. Durante il tragitto si alternano momenti di contemplazione a piccole gioie quotidiane: il suono del vento tra gli alberi, il profumo del pane appena sfornato in un borgo, il canto delle campane in lontananza.

La basilica di San Francesco d'Assisi

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La basilica di San Francesco d’Assisi da visitare in Umbria

5. Visitare cantine di vini e frantoi

Vino e olio: due simboli umbri che raccontano il legame profondo con la terra: dalle colline di Montefalco alle zone di Orvieto, visita cantine storiche e frantoi dove tutto è ancora fatto come una volta. Degusta, annusa, scopri; ogni calice è un racconto, ogni goccia una poesia.

6. Partecipare alla festa dei ceri a Gubbio

È una corsa folle, un rito ancestrale, una festa che travolge. Il 15 maggio, Gubbio si trasforma in un fiume umano che porta in trionfo tre giganteschi ceri di legno. Musica, folla, emozione pura. La manifestazione simbolo di folklore e tradizione religiosa attira ogni anno credenti e tanti curiosi per poterla vedere dal vivo.

7. Esplorare in bici il lago Trasimeno

Sali in sella e pedala lungo le rive del Trasimeno, tra campi dorati e scorci da cartolina. Puoi fermarti nei borghi come Castiglione del Lago, prendere un traghetto per le isole o semplicemente goderti il tramonto sull’acqua. Esperienza rilassante ma mai banale, perfetta per gli amanti della natura; non sei un ciclista esperto? Approfitta del noleggio di e-bike e fatti supportare dalla pedalata assistita, la fatica si riduce tantissimo e potrai goderti a pieno l’esperienza.

8. Visitare un laboratorio di ceramica artigianale a Deruta

Colori, forme e mani esperte: a Deruta la ceramica è arte viva. Entra in un laboratorio e osserva gli artigiani all’opera, tra forni accesi e pennelli in danza. Puoi anche metterti alla prova: modellare l’argilla o dipingere il tuo piatto sarà un ricordo unico da portare a casa.

9. L’appuntamento annuale di Eurochocolate

Se ami il cioccolato, blocca subito le date: ogni autunno, Perugia si riempie di profumo e golosità grazie a Eurochocolate, uno dei festival del cioccolato più grandi d’Europa. Show cooking, sculture, degustazioni e novità da tutto il mondo: il paradiso dei golosi ha un solo nome.

10. Scoprire la magia del foliage in Valnerina

Se ami i colori dell’autunno, la Valnerina è un sogno ad occhi aperti. Tra fine ottobre e novembre, i boschi si tingono di rosso, oro e arancio, creando scenari da fiaba. Cammina tra castagni e faggi, respira a pieni polmoni e lasciati avvolgere dalla quiete. Un’escursione qui è puro benessere per anima e occhi.

Come arrivare e come muoversi in Umbria

Il modo migliore per raggiungere l’Umbria ed esplorarla è avendo un mezzo proprio; che si tratti di un’auto o una moto poco importa ma è fondamentale essere autonomi per poter raggiungere non solo le grandi città come Perugia, Assisi o Foligno ma anche borghi più piccoli e caratteristici. Gli snodi più pratici sono quelli da Roma e Firenze ma c’è anche chi si concede un weekend lungo per esplorare la regione partendo da Milano: bastano circa 4 ore di auto per raggiungerla. Tra tantissime cose da fare e da vedere, l’Umbria conquista proprio tutti.

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Sulle orme di San Benedetto: un cammino tra silenzio, fede e Appennino

Il Cammino di San Benedetto è un itinerario a piedi di circa 300 km, che collega Norcia (luogo di nascita di San Benedetto) a Montecassino (dove si trova la sua tomba), attraversando l’Umbria e il Lazio. Si tratta di un percorso spirituale e naturalistico che si sviluppa lungo 20 tappe, prevalentemente su sentieri collinari, strade sterrate e tratti di montagna, toccando borghi medievali, monasteri, eremi e paesaggi straordinari.

Questo cammino, sebbene meno noto di altri percorsi italiani, è perfettamente segnalato, molto curato e capace di offrire un’esperienza intensa, che coniuga ritmo lento, natura e silenzio. È adatto a camminatori con un livello medio di allenamento: non ci sono tratti tecnici, ma la lunghezza e i dislivelli di alcune tappe richiedono preparazione.

Storia del Cammino di San Benedetto

Il cammino ripercorre i luoghi legati alla vita di San Benedetto da Norcia, fondatore dell’Ordine Benedettino e figura fondamentale del monachesimo occidentale. Nato a Norcia nel 480 d.C., visse tra l’Umbria e il Lazio, fondando numerosi monasteri e diffondendo la regola “Ora et Labora”, che ha plasmato la cultura spirituale e sociale dell’Europa medievale.

Tra i luoghi più significativi ci sono Subiaco, dove visse da eremita per anni e fondò dodici monasteri, e Montecassino, dove scrisse la Regola di San Benedetto e fondò l’abbazia madre del suo ordine. Il cammino tocca anche luoghi simbolici come Cascia, Rieti, Rocca Sinibalda, Tivoli, in un viaggio che attraversa secoli di spiritualità, architettura e paesaggi ancora incontaminati.

Le 16 tappe del Cammino di San Benedetto

Il Cammino di San Benedetto si articola in 16 tappe e attraversa l’Appennino centrale da Norcia a Montecassino, seguendo le orme del Santo in un itinerario lineare e coerente, che tocca i luoghi più significativi della sua vita e della spiritualità benedettina.

Tappa 1: Norcia – Cascia (17,4 km, 648 m D+, 5h30m)

Il cammino comincia nel cuore di Norcia, la città dove nacque San Benedetto. L’emozione della partenza si mescola al silenzio delle vie antiche e al paesaggio che già si apre davanti. Dopo i primi chilometri, la strada comincia a salire con decisione: si attraversano colline coperte di boschi, prati aperti e piccoli borghi.

La salita è continua ma mai troppo dura, e regala scorci splendidi sulla Valnerina. Arrivati a Cascia, si viene accolti dalla presenza forte del Santuario di Santa Rita, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. È una tappa che mette alla prova le gambe, ma che offre fin da subito il senso del cammino: lentezza, silenzio, e spiritualità diffusa.

Tappa 2: Cascia – Monteleone di Spoleto (15,8 km, 530 m D+, 5h)

Si lascia Cascia percorrendo strade secondarie e sentieri che attraversano una campagna ampia e silenziosa. La salita iniziale è dolce e progressiva, mentre il percorso si snoda tra colline e altopiani, con pochi centri abitati. Il cammino qui ha un ritmo tranquillo, perfetto per chi vuole rallentare e iniziare a trovare un passo più meditativo.

Monteleone di Spoleto appare all’improvviso su un crinale, con le sue mura antiche e le viuzze in pietra. È uno dei borghi più alti dell’Umbria e conserva un’atmosfera autentica, quasi fuori dal tempo. Conviene arrivare con un po’ di margine per esplorarla.

Tappa 3: Monteleone – Leonessa (13,9 km, 234 m D+, 4h30m)

Dopo due giornate intense, questa tappa più breve permette di rifiatare. Si parte in discesa, lungo una valle che apre lo sguardo verso il Lazio. Il paesaggio è vario: boschi, campi coltivati, e tratti di strada bianca. Non ci sono difficoltà tecniche, ed è una buona occasione per ascoltare il silenzio e osservare i dettagli.

Leonessa è un borgo accogliente, con un centro storico ben conservato e tutto ciò che serve per un pellegrino: bar, farmacia, negozi. Qui si respira già un’aria diversa, più montana, e si inizia a percepire l’isolamento di alcune tappe che verranno.

Tappa 4: Leonessa – Poggio Bustone (18,7 km, 697 m D+, 6h)

La quarta tappa è una delle prime vere sfide fisiche del cammino. Si comincia in piano, poi si affrontano tratti in salita alternati a discese più ripide. Si attraversano boschi densi e si cammina su sentieri poco battuti, con un senso di solitudine che in certi momenti può diventare potente.

Ma proprio in questo isolamento si comprende lo spirito del cammino. L’arrivo a Poggio Bustone, in alto sulla valle, è particolarmente suggestivo. Il paese è legato anche a San Francesco, e ospita un eremo affacciato sulla pianura reatina. La salita finale è ripagata da un senso di pace e da un panorama ampio e luminoso.

Tappa 5: Poggio Bustone – Rieti (20,4 km, 405 m D+, 5h)

La tappa comincia con una lunga discesa, tra boschi e sentieri che si fanno via via più aperti. Si entra nella Valle Santa di Rieti, uno dei luoghi più ricchi di spiritualità del centro Italia. Il percorso non presenta particolari difficoltà, ma è piuttosto lungo, quindi conviene partire con un buon ritmo.

L’arrivo a Rieti segna il passaggio a una dimensione più urbana: la città è viva, con un bel centro storico e tutti i servizi necessari per rifornirsi. È un buon punto per riposarsi, organizzare le tappe successive e, se serve, fare una piccola manutenzione allo zaino o all’equipaggiamento.

Tappa 6: Rieti – Rocca Sinibalda (21,6 km, 588 m D+, 6h)

Una tappa dal profilo collinare, molto varia, che alterna sentieri boscosi a tratti di campagna aperta. I primi chilometri sono facili, poi la salita si fa più costante man mano che ci si avvicina a Rocca Sinibalda, borgo raccolto e dominato da un castello che sembra uscito da una fiaba.

Il colpo d’occhio è notevole, soprattutto quando si arriva nel tardo pomeriggio, con la luce bassa sui tetti in pietra. Non ci sono molti servizi lungo la tappa, quindi è importante portare acqua e qualcosa da mangiare. In compenso, la quiete è totale.

Tappa 7: Rocca Sinibalda – Castel di Tora (18 km, 620 m D+, 6h)

Il cammino prosegue tra saliscendi regolari e boschi che si aprono all’improvviso su vedute spettacolari del Lago del Turano. È una delle tappe più belle dal punto di vista paesaggistico: i riflessi sull’acqua, i profili delle montagne, i borghi in pietra che si affacciano sul lago rendono il percorso memorabile.

Castel di Tora è un piccolo gioiello, arroccato sul lago, con poche strutture ma molto accoglienti. In estate può essere affollato nei weekend, in bassa stagione invece si gode di un silenzio perfetto. L’ultimo tratto in salita può essere faticoso se fatto nel caldo: meglio partire presto.

Tappa 8: Castel di Tora – Orvinio (22,6 km, 1.078 m D+, 7h)

Una tappa lunga, con un dislivello impegnativo e lunghi tratti immersi nel bosco. È una di quelle giornate in cui si cammina tanto e si parla poco: le salite sono numerose e i punti di ristoro assenti. Il sentiero è ben segnato ma isolato, e nei mesi più caldi è importante portare molta acqua.

Quando si arriva a Orvinio, uno dei borghi più belli del Lazio, il senso di fatica si mescola alla soddisfazione. L’atmosfera qui è autentica e tranquilla, con strutture semplici e persone abituate ad accogliere chi arriva a piedi. È una tappa che richiede costanza, ma regala una sensazione profonda di avanzamento.

Tappa 9: Orvinio – Mandela (22,1 km, 726 m D+, 7h)

Si parte da Orvinio lasciandosi alle spalle i crinali silenziosi del Parco dei Monti Lucretili, per scendere progressivamente verso territori più dolci e aperti. Il paesaggio cambia: dalle faggete si passa a colline punteggiate di uliveti e casali isolati. È una tappa lunga, ma con un dislivello ben distribuito e poche vere difficoltà tecniche.

Attenzione però ai tratti assolati, specie in estate: è bene partire presto e avere con sé una buona scorta d’acqua. L’arrivo a Mandela, borgo discreto e raccolto, segna l’ingresso in un’area più densamente abitata. Gli alloggi sono pochi: conviene prenotare.

Tappa 10: Mandela – Subiaco (21,2 km, 662 m D+, 6h)

Questa tappa ha un valore simbolico importante: porta a Subiaco, uno dei luoghi più legati alla figura di San Benedetto. Il percorso si snoda tra colline, tratti boscosi e strade secondarie, con salite e discese mai troppo impegnative ma costanti.

L’arrivo è spettacolare: ci si avvicina alla cittadina dominata dai Monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica, incastonati nella roccia, in una gola scavata dal fiume Aniene. Vale la pena fermarsi un giorno in più per visitarli con calma: il Sacro Speco, in particolare, è uno dei luoghi spirituali più intensi del cammino.

Tappa 11: Subiaco – Trevi nel Lazio (15,2 km, 1.107 m D+, 5h30m)

Nonostante la distanza contenuta, questa tappa è una delle più impegnative in salita dell’intero cammino. Il dislivello si fa sentire, ma la bellezza dei boschi dei Monti Simbruini e la qualità dei sentieri aiutano a mantenere il ritmo.

Dopo ore di salita in mezzo al verde, si sbuca tra le case di Trevi nel Lazio, borgo di montagna autentico e poco turistico, adagiato su un crinale. I servizi sono pochi ma sufficienti. È una giornata che mette alla prova le gambe, ma rafforza il senso di progressione del cammino.

Tappa 12: Trevi nel Lazio – Guarcino (17,4 km, 776 m D+, 5h30m)

Si parte con una discesa tra i boschi, che lascia spazio a tratti più collinari e aperti. Questa tappa offre un bel mix di ambienti: tratti ombrosi alternati a panorami ampi sulla valle. Guarcino è un paese vivo, con negozi e bar, ottimo per una sosta ristoratrice.

Il percorso è ben segnalato, ma in caso di pioggia alcuni tratti nel bosco possono essere scivolosi. Vale la pena fare scorte qui: le tappe successive sono più solitarie e servite da meno strutture.

Tappa 13: Guarcino – Vico nel Lazio (17,7 km, 725 m D+, 5h)

Una giornata tranquilla, con un percorso ondulato tra boschi di querce e ulivi, piccoli campi e crinali erbosi. È una tappa di respiro e contemplazione, senza particolari difficoltà, ma che invita a rallentare e godersi l’ambiente.

L’arrivo a Vico nel Lazio, borgo cinto da mura medievali perfettamente conservate, è suggestivo. Il paese è piccolo e molto accogliente, e in serata il silenzio domina. Una tappa che ricarica lo spirito senza affaticare troppo il corpo.

Tappa 14: Vico nel Lazio – Collepardo (13,2 km, 716 m D+, 4h30m)

Tappa breve ma ricca di salite, da non sottovalutare. Dopo un tratto iniziale panoramico, si entra in una zona più selvaggia, dove i sentieri salgono tra boschi e rocce. In prossimità di Collepardo, il paesaggio diventa sempre più spettacolare.

Il paese è posto su un’altura e regala ampie vedute sulla valle. Da qui si può deviare per visitare la vicina Certosa di Trisulti, un luogo che merita assolutamente. Il consiglio è di arrivare presto e prendersi il tempo per l’escursione pomeridiana.

Tappa 15: Collepardo – Casamari (14,8 km, 331 m D+, 4h30m)

Tappa più tranquilla e meno impegnativa, perfetta per recuperare energie. Si scende dolcemente tra colline e paesaggi agricoli, su un percorso sempre ben tracciato.

L’arrivo a Casamari è emozionante per chi ama l’architettura sacra: l’Abbazia di Casamari, in stile gotico-cistercense, è tra le più belle d’Italia. È possibile visitarla e, in alcuni periodi, pernottare nelle foresterie adiacenti. Una tappa che invita alla calma, alla riflessione e al raccoglimento.

Tappa 16: Casamari – Montecassino (29,1 km, 1.112 m D+, 8h)

L’ultima tappa è la più lunga e impegnativa: quasi trenta chilometri e oltre mille metri di dislivello per raggiungere la meta finale. Si attraversano borghi, colline e lunghi tratti su sentieri di crinale, fino all’imponente Abbazia di Montecassino, visibile da lontano, in cima al monte.

L’emozione cresce passo dopo passo, fino a diventare travolgente negli ultimi chilometri di salita. Arrivati in cima, si può accedere alla tomba di San Benedetto, concludendo il cammino nel luogo dove visse gli ultimi anni della sua vita. È una giornata da affrontare con rispetto, buon passo e orari ben calcolati: l’arrivo a Montecassino segna il compimento di un percorso che è insieme fisico e interiore.

Il Cammino di San Benedetto: sulle tracce del padre del monachesimo occidentale

Il Cammino di San Benedetto è un itinerario spirituale e paesaggistico che collega i tre luoghi chiave della vita del Santo: Norcia, dove nacque; Subiaco, dove visse da eremita e fondò dodici monasteri; e Montecassino, dove scrisse la celebre Regola e fondò il monastero destinato a diventare simbolo del monachesimo occidentale. Il cammino si snoda per circa 300 km, in 16 tappe attraverso l’Appennino centrale, tra Umbria e Lazio, toccando borghi medievali, abbazie millenarie e paesaggi silenziosi, in un equilibrio profondo tra spiritualità, natura e cultura.

A differenza di altri cammini religiosi, questo itinerario non è costruito attorno a un pellegrinaggio devozionale verso una singola meta, ma rappresenta un percorso lineare nella vita e nel pensiero di Benedetto da Norcia. È un cammino di disciplina e riflessione, in cui l’esperienza spirituale si vive nella sobrietà delle foresterie monastiche, nel silenzio dei boschi, nella verticalità delle abbazie arroccate sui crinali.

Quando partire per il cammino benedettino

Il Cammino di San Benedetto si sviluppa tra l’Appennino umbro-laziale e la Ciociaria, zone caratterizzate da dislivelli importanti, boschi fitti e panorami aperti sulle valli. Il periodo migliore per intraprenderlo va da maggio a ottobre, quando le giornate sono lunghe e i sentieri più praticabili. In primavera, i prati si riempiono di fioriture spontanee e le foreste si risvegliano in una varietà di toni verdi che accompagnano il camminatore tra Norcia, Cascia e Monteleone di Spoleto. In autunno, i colori caldi dei boschi della Valle dell’Aniene o del Parco dei Monti Simbruini restituiscono al cammino un’atmosfera raccolta e meditativa.

L’inverno non è consigliato: l’altitudine di alcuni tratti (come tra Leonessa e Poggio Bustone) può comportare neve e fango, rendendo le tappe difficoltose. D’estate, invece, è meglio partire presto al mattino, soprattutto nelle tappe che attraversano zone più esposte, come quelle tra Rocca di Corno, Collepardo e Arpino, per evitare le ore più calde.

Dove dormire lungo il Cammino di San Benedetto

Una delle esperienze più autentiche del Cammino di San Benedetto è l’incontro con la cultura dell’ospitalità benedettina. In diversi tratti è possibile pernottare in monasteri, conventi e strutture religiose, dove l’accoglienza si basa sul principio “ora et hospita“: preghiera e ospitalità. A Subiaco, è possibile alloggiare nei pressi del Sacro Speco, uno dei santuari più suggestivi d’Italia, incastonato nella roccia, dove il tempo sembra essersi fermato.

Quando non si trova ospitalità religiosa, si può contare su B&B, case private e piccoli alberghi gestiti da persone del luogo, spesso sensibili alla spiritualità del cammino. A Trevi nel Lazio, Casamari o San Pietro Infine, è facile essere accolti con semplicità, magari con un pasto preparato in casa e racconti del posto. La prenotazione è consigliata, specie nelle zone più isolate, dove le alternative sono poche. In alcune tappe (come a Filettino o Roccasecca), si sta sviluppando una rete di ospitalità a donativo dedicata ai pellegrini del cammino, in espansione grazie al lavoro di associazioni locali.

Credenziale del cammino benedettino

La Credenziale del Cammino di San Benedetto è molto più di un semplice taccuino di timbri: è un simbolo di appartenenza, una traccia concreta del viaggio intrapreso sulle orme del Santo. Ogni pellegrino può richiederla compilando un modulo online, che consente di riceverla comodamente per posta o di scegliere un punto di ritiro sul percorso. In caso di gruppi o coppie, è sufficiente compilare un solo modulo, indicando nel campo apposito i nomi di tutti i partecipanti: le credenziali verranno spedite insieme all’indirizzo indicato.

Per chi preferisce ritirarla all’inizio del cammino, sono numerosi i punti di distribuzione a Norcia, tra cui l’Ostello Capisterium, il Bar d’Angelisa in Piazza San Benedetto (aperto dalle 6 alle 23), l’Edicola del Corso, l’Hotel Benito e l’Emporio della Sibilla. A Subiaco, invece, la credenziale si può trovare presso il negozio di souvenir dell’Abbazia di Santa Scolastica, punto di riferimento storico e spirituale del tratto centrale del cammino.

Perché scegliere il Cammino di San Benedetto

Il Cammino di San Benedetto è diverso dagli altri cammini italiani. È meno affollato, più silenzioso, spesso più isolato, ma proprio per questo regala un’esperienza profonda, lontana dalla frenesia e dal rumore. È un percorso che alterna spiritualità, natura e autenticità, senza forzature. Non c’è bisogno di essere religiosi per percorrerlo: basta avere il desiderio di camminare in modo vero, continuo, per giorni, attraversando paesaggi che cambiano, borghi dimenticati e luoghi pieni di memoria.

È un cammino che non ti prende per mano, ma ti lascia spazio: spazio per pensare, per ascoltare il tuo passo, per accettare la fatica e scoprire quanto può fare bene una giornata passata tra cielo, alberi e silenzio. Dà tanto, ma non subito: è un cammino che va vissuto con pazienza, giorno dopo giorno, lasciandosi guidare dalla regola benedettina che lo ispira — ora et labora, prega e lavora, ma soprattutto cammina.

Chi lo sceglie spesso non cerca la meta, ma una trasformazione lenta. E il Cammino di San Benedetto, con la sua austerità gentile, la offre a chi sa guardare con occhi semplici.

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Cammino dei Borghi Silenti: alla scoperta dell’Umbria autentica

Un viaggio lento attraverso paesaggi suggestivi, silenzi incantevoli e villaggi dal fascino senza tempo: questo è il Cammino dei Borghi Silenti, un percorso ad anello situato nell’Umbria sud-occidentale, nel cuore verde d’Italia, in provincia di Terni. L’itinerario, ricco di storia, natura incontaminata e architetture medievali, permette ai camminatori di scoprire un lato meno noto ma incredibilmente affascinante della regione.

Dove si trova e il Cammino dei Borghi Silenti perché si chiama così

Il Cammino dei Borghi Silenti si snoda attorno ai Monti Amerini, una catena montuosa di modesta altitudine (massimo 1000 metri slm) caratterizzata da colline dolci, boschi di querce e castagni, uliveti e campi coltivati. Questo cammino deve il suo nome proprio alla caratteristica principale dei luoghi attraversati: il silenzio. Passeggiare lungo questo itinerario significa immergersi nella tranquillità assoluta, accompagnati unicamente dai suoni della natura, tra antichi eremi, ruderi medievali e paesaggi rurali.

La storia dei Borghi Silenti

Il Cammino dei Borghi Silenti attraversa territori con una lunga e importante storia. Queste terre furono popolate dagli Umbri prima e dai Romani poi, lasciando testimonianze visibili ancora oggi.

Il Cammino nasce nel cuore dell’Umbria, tra le colline della provincia di Terni, come progetto di valorizzazione del territorio e delle sue comunità. L’idea prende forma nel 2019 grazie all’iniziativa di un gruppo di appassionati camminatori locali, che hanno tracciato un itinerario ad anello attraversando oltre una decina di borghi medievali incastonati nei Monti Amerini. Questi paesi, molti dei quali semi-abbandonati o scarsamente popolati, sono caratterizzati da un’atmosfera sospesa nel tempo, dove il silenzio domina incontrastato e accompagna i passi del viandante.

Il nome “Borghi Silenti” è un omaggio proprio a questo silenzio profondo, quasi sacro, che avvolge le viuzze acciottolate, le chiese antiche e le case in pietra dei piccoli centri toccati dal percorso. Un silenzio che racconta storie di tempi passati, di tradizioni contadine e di una vita semplice, legata alla terra e al ritmo delle stagioni. Il cammino non è solo un’esperienza naturalistica, ma anche un tuffo nella memoria collettiva dell’Umbria più autentica, lontana dai circuiti turistici più battuti.

Le tappe del Cammino dei Borghi Silenti

Il percorso completo è lungo circa 90 chilometri, suddiviso in 5 tappe principali, con una distanza media giornaliera compresa tra 15 e 25 km. Il cammino è ben segnato, accessibile a tutti coloro che hanno una discreta abitudine alla camminata, e offre la possibilità di pernottare presso strutture ricettive locali o accoglienti ostelli.

Tappa 1: Tenaglie – Melezzole (circa 23 km, 7 ore, 700 m D+, 480 m D−)

Il cammino prende avvio dal pittoresco borgo di Tenaglie, frazione del comune di Montecchio, caratterizzato da antiche costruzioni in pietra e un’atmosfera senza tempo. Lasciandosi alle spalle l’abitato, il percorso si snoda attraverso la Val Serana, tra uliveti, cipressi e campi coltivati, offrendo un’immersione nella tipica campagna umbra.

Dopo circa 7 km si raggiunge Guardea, dove è possibile ammirare il suggestivo belvedere del Castello di Guardea, che regala una vista panoramica sulla valle sottostante. Proseguendo, si attraversa il borgo silente di Santa Restituta, incastonato tra boschi di castagni secolari, che invita a una sosta contemplativa.

Il sentiero continua fino a Melezzole, borgo medievale dalle strette vie acciottolate, ideale per concludere la giornata di cammino.

Tappa 2: Melezzole – Morre (circa 17 km, 5 ore e 30 minuti, 660 m D+, 570 m D−)

Partendo da Melezzole, il percorso prosegue verso antichi castagneti, salendo gradualmente verso il Monte Croce di Serra, che, con i suoi 994 metri, rappresenta il punto più alto del cammino.

La discesa conduce fino al suggestivo Eremo della Pasquarella, incastonato tra le rocce e avvolto da un’aura di spiritualità. Proseguendo, si raggiunge il tranquillo borgo di Morre, perfetto per una sosta rigenerante. Il dislivello si fa sentire soprattutto nella prima parte della tappa, ma i panorami e la varietà del percorso ripagano ampiamente la fatica.

Tappa 3: Morre – Collelungo (circa 15 km, 4 ore e 30 minuti, 430 m D+, 540 m D−)

Lasciando Morre, il cammino conduce al borgo di Acqualoreto, noto per la sua posizione panoramica sulla valle del Tevere. Proseguendo, si raggiunge Collelungo, borgo fortificato caratterizzato da torri medievali e da una struttura urbana a spirale, rimasta intatta nel tempo.

Tappa 4: Collelungo – Baschi (circa 13 km, 4 ore, 300 m D+, 580 m D−)

Da Collelungo, il sentiero scende dolcemente attraverso campi coltivati e oliveti secolari, immergendo il viandante in un paesaggio tipicamente umbro. L’arrivo a Baschi sorprende per la sua posizione arroccata su un colle, con antiche mura e porte medievali che raccontano storie di epoche passate.

È la tappa più breve del cammino, ma anche una delle più panoramiche. La discesa progressiva e l’assenza di difficoltà tecniche la rendono adatta anche a chi desidera rallentare il passo e godere appieno del paesaggio.

Tappa 5: Baschi – Tenaglie (circa 16 km, 5 ore, 620 m D+, 430 m D−)

L’ultima tappa chiude l’anello del cammino, riportando a Tenaglie, punto di partenza del viaggio. Si attraversano boschi silenziosi, ampie radure e sentieri con scorci sul lago di Corbara, una delle zone naturalistiche più suggestive del territorio, molto amata anche dagli appassionati di birdwatching. Durante il percorso si può visitare anche il borgo di Montecchio, con il suo centro storico ben conservato. La tappa richiede un po’ più di impegno, ma rappresenta una degna conclusione per chiudere il cammino con emozioni e paesaggi indimenticabili.

Quando percorrere il Cammino dei Borghi Silenti

Il percorso è ben segnalato e percorribile tutto l’anno, anche se i periodi migliori sono la primavera e l’autunno, grazie al clima mite e ai colori suggestivi della vegetazione. È importante partire sempre con scarpe da trekking adeguate, una buona scorta d’acqua e zaino leggero.

La credenziale del Cammino dei Borghi Silenti

Come ogni cammino che si rispetti, anche il Cammino dei Borghi Silenti ha una sua speciale credenziale, il documento ufficiale che attesta la partecipazione al cammino. Si tratta di un piccolo libretto sul quale raccogliere i timbri lungo il percorso, disponibili presso strutture ricettive, uffici turistici e attività locali.

La credenziale può essere richiesta direttamente presso il punto di partenza ufficiale del cammino a Tenaglie, oppure è possibile riceverla tramite spedizione contattando l’associazione che gestisce il percorso. Il costo della certificazione è pari a €5.

Il Cammino dei Borghi Silenti in bicicletta

Oltre ad essere un itinerario perfetto per gli appassionati di trekking, il Cammino dei Borghi Silenti è ideale anche per chi ama esplorare i territori umbri in bicicletta, sia MTB che e-bike.

La lunghezza totale del percorso rimane circa di 90 chilometri, ma è possibile coprire l’intero anello in 2 o 3 tappe, anziché le 5 previste per chi viaggia a piedi. Il percorso ciclabile segue fedelmente quello pedonale, attraversando terreni sterrati e strade bianche ben mantenute, adatte a chi ha già una minima esperienza ciclistica su percorsi misti.

Ecco una possibile suddivisione delle tappe ciclistiche:

  • Tappa 1: Tenaglie – Morre (circa 37 km)
  • Tappa 2: Morre – Baschi (circa 27 km)
  • Tappa 3: Baschi – Tenaglie (circa 16 km)

Si raccomanda, in caso di viaggio in bicicletta, l’uso di una MTB o di una e-bike con pneumatici adatti, così come di attrezzatura per piccole riparazioni, casco e riserve idriche sufficienti.

Il Cammino in tenda: le informazioni utili

Affrontare il Cammino dei Borghi Silenti in tenda è un’esperienza coinvolgente che permette di immergersi totalmente nella natura incontaminata dell’Umbria. È fondamentale, tuttavia, pianificare con cura e conoscere alcune regole essenziali per vivere un viaggio sicuro e rispettoso dell’ambiente.

Il bivacco libero è consentito esclusivamente dal tramonto all’alba, nelle aree montane appositamente indicate e soltanto se in possesso della credenziale ufficiale del cammino.

L’organizzazione ha identificato alcuni punti idonei per il campeggio libero lungo l’itinerario, dettagliatamente indicati nella guida ufficiale e nelle mappe del cammino. Inoltre, diversi agriturismi e strutture ricettive locali offrono ai camminatori aree dedicate dove è possibile piantare la propria tenda, soprattutto se si usufruisce anche dei loro servizi di ristorazione.

Perché scegliere il Cammino dei Borghi Silenti

Scegliere questo itinerario significa scegliere un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, riscoprendo il valore del silenzio, della lentezza e della contemplazione della natura. Percorrere il Cammino dei Borghi Silenti è un’occasione unica per riconnettersi con se stessi e con territori autentici e poco conosciuti dell’Umbria.

Un’esperienza ricca e affascinante, dove ogni tappa è un invito a fermarsi, guardare e ascoltare in silenzio, cogliendo tutta la bellezza nascosta di una terra ricca di storia e spiritualità.

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È uno dei gioielli dell’Umbria, tra storia, natura e pura meraviglia

C’è un luogo, nascosto tra i boschi della Valnerina, dove l’acqua sembra danzare con la roccia in un abbraccio eterno. È la Cascata delle Marmore, una delle più celebri d’Italia e tra le più alte d’Europa, un capolavoro d’ingegneria romana che, secoli dopo, continua a incantare chiunque si trovi ad ammirarla.

A pochi chilometri da Terni, all’interno del meraviglioso Parco Naturale della Cascata delle Marmore, si tratta di uno spettacolo naturale che ha attraversato i secoli e ispirato poeti, pittori e viaggiatori, e che ancora oggi richiama migliaia di visitatori da tutto il mondo. Qui, dove il fiume Velino si getta impetuoso nel Nera dopo un viaggio dal Lago di Piediluco, l’acqua diventa arte, potenza, poesia.

Se state pianificando un viaggio in Umbria, una sosta alla Cascata delle Marmore non può mancare.

La storia della Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore non è nata per caso. È il frutto di un’intuizione antichissima, risalente al 271 a.C., in piena epoca romana, quando il console Manio Curio Dentato ordinò la costruzione di un canale per deviare le acque stagnanti del Velino verso il fiume Nera. Una necessità per salvare la pianura reatina da paludi malsane e pericolose per la salute degli abitanti.

Nei secoli, però, l’opera si rivelò un’arma a doppio taglio: il nuovo corso d’acqua portava con sé piene violente che spesso allagavano le terre circostanti, spingendo a nuove correzioni. Nel 1422 fu realizzato un secondo canale dall’ingegnere Aristotile Fioravanti, seguito nel 1547 da quello progettato da Antonio da Sangallo. Ma fu solo tra il 1601 e il 1787 che si raggiunse l’assetto attuale: la cascata venne scolpita e ridisegnata, modellando quel triplice salto d’acqua che si può ammirare in tutta la sua straordinaria bellezza.

I percorsi del Parco Naturale

Panorama della Cascata delle Marmore

Fonte: iStock

I salti fragorosi della Cascata delle Marmore

Addentrarsi nel Parco della Cascata delle Marmore significa intraprendere un viaggio nella natura più autentica, seguendo sentieri che raccontano la storia del luogo tra il profumo di muschio.

L’Antico Passaggio, il sentiero numero 1, segue le orme dei residenti che, un tempo, lo percorrevano per raggiungere il paese di Marmore. Collega il Belvedere Inferiore a quello Superiore e regala una sosta magica al Balcone degli Innamorati, una terrazza incastonata nel cuore della cascata. Da qui, una breve deviazione conduce alla Specola, la loggia voluta da Papa Pio VI, che offre una delle vedute più affascinanti sull’immenso salto d’acqua.

La Maestosità, conosciuto anche come sentiero di Pennarossa, è invece il percorso ideale per chi vuole abbracciare con lo sguardo l’intero spettacolo dei tre salti della cascata. Sul versante meridionale del monte Pennarossa, regala un’esperienza visiva indimenticabile, con la cascata che sembra quasi sospesa nell’aria.

La Rupe e l’Uomo si snoda pianeggiante tra reperti di archeologia industriale, testimonianze silenziose del passato. Da qui, scorci mozzafiato sulla Valnerina si aprono come finestre naturali fino alle Gole di Ferentillo.

L’Anello della Ninfa avvicina il visitatore alla cascata più che mai: tra scalette e ponti di legno, l’acqua sembra a portata di mano. Le grotte naturali e il fragore del secondo salto completano un percorso breve ma intenso, adatto anche ai più piccoli.

L’Incontro delle Acque è un viaggio emozionante lungo i canyon scavati dal fiume Nera, fino al punto esatto in cui si unisce al Velino. Qui la leggenda si intreccia alla natura, lungo il tragitto percorso dallo Gnefro, il folletto della cascata, protagonista delle Fantapasseggiate pensate per i bambini.

Infine, I Lecci Sapienti propongono una sfida ai più esperti: un sentiero ripido e selvaggio che attraversa boschi di lecci secolari, dove l’eco della cascata si avverte più che vedersi, in un susseguirsi di natura pura e silenziosa.

Attività nella cornice della Cascata

La Cascata delle Marmore è un luogo da vivere con tutti i sensi. Non solo natura, ma anche arte e storia, grazie ai resti di archeologia industriale del Parco archeologico industriale di Campacci di Marmore, testimonianze del legame tra l’acqua e il lavoro dell’uomo.

Durante le sere d’estate, la magia si amplifica: la cascata si illumina grazie a un impianto a LED di ultima generazione, e si trasforma in uno spettacolo di luci e riflessi che danzano sull’acqua. Camminare lungo i sentieri avvolti dall’oscurità, guidati solo dal suono della cascata e dai fasci di luce, è un’esperienza che resta impressa nell’anima.

E per chi cerca emozioni forti, la natura si fa palcoscenico per avventure indimenticabili. Dal rafting sul Nera al torrentismo, dall’hydrospeed al kayak, fino al più dolce river walking, adatto anche ai meno esperti, ogni attività regala un modo diverso di sentire il respiro della cascata e lasciarsi travolgere dalla sua energia primordiale.

Orari e flusso della cascata

Cascata delle Marmore in provincia di Terni

Fonte: iStock

Favolosa Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore ha un cuore pulsante che batte a ritmo controllato. La sua potenza, infatti, non è continua, ma scandita da orari precisi. Poco prima del rilascio dell’acqua, un segnale acustico avverte i visitatori: in pochi istanti il fragore cresce, l’acqua aumenta il suo volume, e la cascata si mostra in tutta la sua forza.

Quando il salto non è a pieno regime, le acque vengono deviate verso le centrali idroelettriche, preziose per la produzione di energia. Per non perdere l’occasione di ammirare la cascata al suo massimo splendore, è fondamentale consultare gli orari ufficiali di apertura del parco e di rilascio delle acque, così da programmare la visita nei momenti più emozionanti.

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La Valle del Tevere: un viaggio tra natura, borghi e storia

Nel cuore dell’Italia, tra le sinuose colline dell’Umbria e del Lazio, il Tevere scolpisce una valle di rara bellezza, un vero e proprio scrigno che custodisce tesori storici e naturalistici tutti da scoprire.

Qui, dove il fiume segna il ritmo lento della vita, il viaggio si trasforma in un’esperienza da assaporare senza fretta, per lasciarsi avvolgere dalla quiete della natura e dal fascino senza tempo di borghi arroccati su colline verdeggianti.

Le riserve naturalistiche: il polmone verde della Valle del Tevere

Chi visita la Valle del Tevere si ritrova immerso in un paesaggio che alterna dolci colline, boschi rigogliosi e specchi d’acqua che riflettono i colori del cielo. In particolare, due riserve spiccano per la loro unicità: la Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa e la Riserva Naturale del Monte Soratte, che donano scenari indimenticabili e un incontro autentico con la biodiversità.

La Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa

È il 1979 quando il Lazio istituisce la sua prima riserva naturale, scegliendo un’area unica nel suo genere: la Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa che si estende tra le province di Roma e Rieti e tocca i comuni di Torrita Tiberina, Nazzano e Montopoli di Sabina.

Qui, dove l’acqua è regina, la natura ha trovato il suo equilibrio. Su una superficie di 700 ettari, in cui il Tevere, il suo affluente Farfa e il lago artificiale di Nazzano ricoprono quasi la metà del territorio, il clima e la conformazione del terreno offrono un rifugio ideale per numerose specie di uccelli. Il falco pellegrino, dal volo veloce e preciso, il nibbio bruno, signore dei cieli, e l’elegante airone cenerino sono soltanto alcuni degli abitanti della riserva. Osservarli nel loro ambiente naturale, magari durante una gita in barca lungo il Tevere, è un’emozione da vivere.

Prima di lasciare la riserva, una tappa al Museo del Fiume è d’obbligo. Ospitato negli antichi granai e nelle scuderie del Castello Savelli, propone un viaggio affascinante al cospetto della storia, della natura e dell’archeologia della zona, con esposizioni interattive che permettono di comprendere il rapporto millenario tra l’uomo e il fiume.

La Riserva Naturale Monte Soratte

A nord di Roma, isolato nel paesaggio pianeggiante della Valle del Tevere, il Monte Soratte svetta come un’isola di roccia calcarea, ricca di fascino e mistero. La sua conformazione geologica ha dato vita, nei secoli, a un intricato sistema di grotte e cavità, tra cui spicca la Grotta di Santa Lucia, custode di segreti antichissimi.

Ma il Monte Soratte non è solo un paradiso naturalistico. Fin dall’antichità, è stato considerato sacro e, nei secoli, ha accolto eremiti e monaci. Ancora oggi è possibile percorrere il suggestivo “Sentiero degli Eremi“, un itinerario che si snoda tra natura e spiritualità, passando per antichi luoghi di preghiera incastonati nella roccia.

I borghi della Valle del Tevere: gioielli di storia e tradizione

Meraviglioso borgo di Casperia

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Suggestivo panorama del borgo di Casperia, Lazio

Percorrere la Valle del Tevere significa conoscere un mosaico di borghi incantevoli, ognuno con una storia da raccontare e un’atmosfera senza tempo. Casperia, Stimigliano, Roccantica, Capena, piccoli scrigni di arte e cultura, solo per fare qualche esempio. E poi c’è l’Abbazia di Farfa, capolavoro dell’architettura religiosa.

Casperia: un viaggio nel cuore del Medioevo

Citata da Virgilio nell’“Eneide” e celebrata dal viaggiatore Ferdinand Gregorovius nell’Ottocento, Casperia è un autentica perla della Sabina, insignita della Bandiera Arancione dal Touring Club.

Il centro storico, dalla chiara impronta medievale, è un dedalo di vicoli lastricati e case in pietra che si arrampicano lungo il colle. Qui le automobili non possono entrare: l’unico modo per scoprire Casperia è a piedi, per godere di una vista spettacolare sulle dolci colline sabine.

Stimigliano: la sentinella della Sabina

Affacciato sul Tevere, Stimigliano assomiglia a un silenzioso guardiano della Valle.

Il borgo, caratterizzato dalle mura medievali e dal Castello Orsini che si erge fiero, è un ottimo punto di accesso alla Sabina. Una passeggiata lungo il centro storico rivela scorci da fiaba, mentre la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano testimonia il profondo legame con la spiritualità e la tradizione.

Superato il ponte che scavalca il fiume, si arriva alla parte più moderna del paese, nata attorno a un’antica fabbrica di ceramica e alla stazione ferroviaria, segno del connubio tra passato e presente.

Roccantica: tra leggende e natura incontaminata

Chi arriva a Roccantica non può che restare incantato dalla sua posizione: un borgo che si sviluppa lungo i pendii della montagna, nell’abbraccio di boschi rigogliosi e avvolto da un’aura di mistero.

Qui si tramanda la leggenda della dolina di Revotano, un’enorme cavità nella terra che, secondo la tradizione, avrebbe inghiottito un antico villaggio.

Camminando tra le stradine medievali si incontrano chiese di epoche differenti e un castello che sembra appartenere al regno delle favole. Ma Roccantica è anche il luogo ideale per riscoprire sapori autentici, in cui la cucina locale diventa un viaggio sensoriale tra antiche ricette e i prodotti della terra.

Capena: arte e storia tra le colline laziali

Domina la Valle del Tevere dalla sua posizione strategica, tra la via Flaminia e la Tiberina. Capena è una città d’arte il cui cuore pulsante è Piazza del Popolo, dove si affacciano il Municipio e la maestosa Chiesa di San Michele, il Duomo cittadino.

Per scoprirne l’anima più antica occorre addentrarsi fino alla zona de “La Rocca”, con le sue suggestive testimonianze storiche. Poco lontano, il sito archeologico di Lucus Feroniae racconta il passato sabino della città e svela l’eredità di un’antica civiltà.

L’Abbazia di Farfa: un gioiello sacro immerso nella natura

Suggestiva Abbazia di Farfa

Fonte: iStock

Particolare dell’Abbazia di Farfa

Nel cuore della Sabina, in un paesaggio di uliveti secolari da cui nasce un prelibato olio extravergine d’oliva, sorge l’Abbazia di Farfa, uno dei monasteri più affascinanti d’Italia.

Dichiarata Monumento nazionale nel 1928, tale meraviglia architettonica affonda le radici nel VI secolo, ed è custode di secoli di storia e spiritualità. Il monastero e la basilica si distinguono per la straordinaria fusione di stili, testimoni dei diversi periodi storici che ne hanno contraddistinto l’esistenza.

Oggi, l’Abbazia di Farfa si presenta come un’oasi di pace e raccoglimento, dove il tempo sembra rallentare e la natura abbraccia con dolcezza il passato.

La Via Francigena e le escursioni nella Valle del Tevere

Attraversata dalla storica Via Francigena, la Valle del Tevere è una meta imperdibile per gli amanti del trekking e delle esperienze outdoor. Sentieri segnalati dal CAI conducono alla scoperta dei Monti Sabini, con itinerari che lambiscono cime panoramiche come il Monte Pizzuto e il Monte Tancia.

Per chi cerca un angolo di tranquillità, i Prati di Cottanello si rivelano la scelta migliore per una passeggiata a pieno contatto con la natura oppure per un picnic tra i profumi della campagna. Gli appassionati di arrampicata, invece, troveranno nelle falesie di Roccantica e Configli una sfida eccezionale, con pareti rocciose che si stagliano su scenari difficili da descrivere a parole.

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Cammini Aperti: l’edizione 2025 si ispira al Giubileo

Cammini Aperti è un progetto nato nel 2020 per volere della regione Umbria; nel tempo ha coinvolto poi tutta la penisola nella campagna “Scopri l’Italia che non sapevi”. Il progetto, nato e promosso in collaborazione con ENIT conquista numerosi successi e per il 2025 ha un programma speciale ispirato al Giubileo.

Cos’è il progetto Cammini Aperti

Cammini Aperti è un progetto promosso dall’Umbria e nato nel 2020 con lo scopo di valorizzare e far riscoprire il patrimonio naturale, culturale e storico attraverso turismo lento, mobilità dolce e trekking. L’obiettivo principale è quello di spingere verso un turismo sostenibile e responsabile incentivando la conoscenza di sentieri, vie antiche e percorse escursionisti spesso dimenticati o meno conosciuti.

L’idea alla base è quella di rendere accessibili itinerari storici e naturalistici, facendo in modo che tutti possano accedervi: famiglie, gruppi scolastici e persone con esigenze particolari potranno approfondire il territorio e immergersi con il supporto di enti locali, associazioni e volontari. Tra gli aspetti più interessanti la creazione di esperienze immersive, attività didattiche, incontri con comunità locali e iniziative di sensibilizzazione sull’importanza della tutela del territorio.

Il turismo lento viene visto come un’opzione sostenibile e arricchente che può aiutare a combattere l’overtourism e soprattutto che può dare visibilità a località altrimenti non prese in considerazione dalla massa. Eventi quali Cammini Aperti 2025 edizione Giubileo mostrano come la filosofia di viaggio green sia in grado di valorizzare le risorse naturali, culturali e spirituali di un’area, promuovendo un modello di turismo rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali. Dobbiamo comprendere come percorrere i cammini storici non significhi solamente immergersi in paesaggi che lasciano senza fiato ma soprattutto riscoprire tradizioni, incontrare persone local e conoscere storie che rendono il viaggio una vera e propria esperienza. In un’epoca in cui tutto va di fretta, prendersi il tempo per riscoprire la lentezza è un valore aggiunto.

Cammini Aperti 2025 camminate in Umbria

Fonte: Ufficio Stampa

Cammini Aperti 2025: il percorso in Umbria sulle tracce di San Francesco in programma dal 10 all’11 maggio

Programma Cammini Aperti 2025: il legame con il Giubileo

Cammini Aperti 2025 è in programma per il weekend del 10 e 11 maggio con un appuntamento ricco di attività per gli amanti del turismo lento e della spiritualità. L’edizione dell’anno, speciale Giubileo, è promossa dall’Umbria ma lavora in sinergia con Emilia-Romagna, Lazio, Marche e Toscana, così da valorizzare i cammini storici e i luoghi di interesse culturale e religioso lungo i percorsi attraversati.

Sono previste ben 27 escursioni guidate, suddivise in tre percorsi per ogni regione coinvolta: l’obiettivo è far vivere un’esperienza immersiva adatta ad ogni tipologia di camminatore, mostrando le potenzialità dell’attività outdoor legata alla spiritualità anche a chi è un principiante. Tra i cammini protagonisti dell’evento troviamo le Vie e i Cammini di San Francesco, che collegano Assisi alla Valnerina e alla Valle Santa di Rieti; le Vie e i Cammini Lauretani, che uniscono Loreto, Assisi, Roma e Siena; e il Cammino di San Benedetto, che da Norcia arriva fino a Montecassino, attraversando le bellezze naturali e spirituali di Umbria e Lazio.

Un aspetto distintivo di questa edizione è l’apertura straordinaria di cinque luoghi simbolici, uno per ogni regione coinvolta, normalmente non accessibili al pubblico. Si tratta di siti di profondo valore religioso e culturale, offriranno ai visitatori un’occasione unica per immergersi nella storia e nella spiritualità dei territori attraversati. L’obiettivo di Cammini Aperti 2025 è dare rilevanza a percorsi già esistenti ma soprattutto di valorizzare le località presenti lungo il tragitto. Per l’occasione sono attesi oltre 3000 partecipanti.

Cammini Aperti 2025 percorsi

Fonte: Ufficio Stampa

Cammini Aperti 2025, il percorso a Valernino che esplora le bellezze naturali dell’Umbria

Le escursioni proposte da Cammini Aperti 2025

L’edizione 2025 di Cammini Aperti ha un’offerta escursionistica completa che abbraccia inclusività e spiritualità unendola al tema della sostenibilità ambientale. L’iniziativa mira a coinvolgere un numero sempre più alto di partecipanti per promuovere un turismo lento e green.

Tra le principali novità per il 2025 spiccano le aperture straordinarie di luoghi di culto e siti storici solitamente non accessibili al pubblico, offrendo ai partecipanti l’opportunità unica di esplorare gemme nascoste del patrimonio culturale e spirituale in Italia.

Il calendario prevede un totale di 27 escursioni, con ogni regione attraversata dai cammini che darà modo di esplorare tre itinerari specifici, per un totale di circa 3.000 partecipanti. I percorsi, ad anello, avranno una lunghezza compresa tra 7 e 12 km, con un dislivello massimo di 300 metri, rendendoli accessibili sia a escursionisti alle prime esperienze che a camminatori più esperti. Le guide ambientali escursionistiche e gli accompagnatori di media montagna garantiranno un’esperienza sicura e coinvolgente.

In modo particolare si parla di:

  • Vie e cammini lauretani. Un cammino di antica tradizione che collega alcuni luoghi di culto italiani come il santuario della Santa Casa di Loreto nelle Marche, la basilica di San Francesco ad Assisi e il convento francescano delle celle di Cortona in Toscana. Il percorso giunge fino a Siena dove parte la via Francigena;
  • Cammino di San Benedetto. Si passeggia tra la regione Umbria e il Lazio scoprendo abbazie di profonda spiritualità quale quella di San Benedetto toccando poi numerosi borghi medievali sul percorso;
  • Cammino di san Francesco. In onore del Giubileo si omaggia il Santo Patrono italiano partendo da Firenze o da Rimini e toccando Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Lazio attraverso i luoghi simbolo della vita di S. Francesco giungendo fino alla valle santa di Rieti.

Cammini Aperti 2025 edizione Giubileo è da considerare a tutti gli effetti come un’iniziativa di grande rilievo che promuove il territorio unendo storia, cultura e spiritualità in un weekend che coinvolge in prima battuta l’Umbria ma non solo. Il turismo sostenibile fa da filo conduttore per le camminate e i sentieri ma sono poi il trekking e la lentezza ad aggiungere una marcia in più; per il calendario dell’anno la tematica della spiritualità collegata al cammino è ancora più forte e i sentieri scelti non sono affatto casuali ma ripercorrono luoghi di culto di rilevanza internazionale. Combattere l’overtourism si può, e tra le armi a disposizione ci sono proprio eventi come questo che portano l’interesse verso mete diverse, meno conosciute e promuovono un’attenzione più green e rispettosa dell’ambiente scegliendo di muoversi a piedi e spingendo i viaggiatori verso uno stile di vita più green.

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Cosa vedere e cosa fare a Terni, la città di San Valentino

Il 14 febbraio di ogni anno, le coppie di innamorati (ma non solo) festeggiano in tutto il mondo San Valentino, ma nel nostro Paese questa figura – paladina dell’Amore per antonomasia – è legata a Terni, una città che pulsa nel cuore dell’Umbria, conosciuta non solo per la sua bellezza naturale ma anche per la sua storia affascinante.

Terni, infatti è nota anche per essere la patria di uno dei santi più amati al mondo, per l’appunto, San Valentino. La figura di questo santo, simbolo dell’amore e della devozione, rende Terni una meta irresistibile per chi cerca di scoprire una città che unisce storia, arte e sentimenti, con un tocco di romanticismo che conquista chiunque.

Ecco quali sono le cose più belle (e più romantiche!) da fare e da vedere a Terni, con qualche highlight per gli eventi imperdibili di quest’anno.

Dove è nato San Valentino?

Nel cuore di una Terni che conserva il suo fascino antico, tra vicoli acciottolati e piazze che sembrano raccontare storie di epoche lontane, la figura di San Valentino emerge con tutta la sua forza simbolica. La città in Umbria, situata nel verde della Valle del Nera, è la terra natale di questo santo venerato in tutto il mondo. La leggenda di San Valentino è strettamente legata alla sua figura di vescovo e martire, ma è anche la storia di un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dei sentimenti più puri e nobili, come l’amore.

San Valentino nacque a Terni intorno al 175 d.C., quando la città, conosciuta all’epoca come Interamna Nahars, era un importante centro romano. Nonostante le fonti storiche siano spesso contraddittorie e frammentarie, è accertato che Valentino svolse un ruolo fondamentale nella cristianizzazione di quella che allora era una provincia dell’Impero Romano. Divenne vescovo di Terni con grande dedizione verso la comunità locale e fu arrestato per la sua fede cristiana sotto l’imperatore Claudio II, che, nonostante l’ostilità verso la nuova religione, non riuscì a spegnere la sua influenza.

La sua morte, avvenuta intorno al 269 d.C., non segnò la fine del suo culto, ma piuttosto ne rafforzò la diffusione. Terni conserva gelosamente il Santuario di San Valentino, che sorge proprio nel punto in cui, secondo la tradizione, il santo fu imprigionato e martirizzato. Questo luogo sacro è il cuore pulsante della città, dove i fedeli e i visitatori si recano in pellegrinaggio per rendere omaggio alla sua memoria. Ogni anno, centinaia di persone giungono a Terni per celebrare la festa di San Valentino, un evento che la città attende con ansia, ma che custodisce anche con un’aura di sacralità che tocca tutti, sia credenti che non.

Gli eventi a Terni dedicati a San Valentino

Annualmente, la città di Terni si trasforma in un palcoscenico straordinario di eventi e manifestazioni dedicate a San Valentino, il santo che ha fatto della città un indiscutibile punto di riferimento per tutti gli innamorati. La festa di San Valentino, che si celebra il 14 febbraio, non è solo un evento religioso, ma una vera e propria celebrazione dell’amore in tutte le sue forme, un amore che travalica i confini del tempo e della fede.

Il Festival di San Valentino, che ha luogo ogni anno, è uno degli appuntamenti più attesi. Durante questo evento, la città si anima di iniziative culturali, concerti, mostre e spettacoli che esplorano il tema dell’amore sotto ogni sfaccettatura. Le piazze e le strade di Terni si trasformano in luoghi dove la musica e l’arte celebrano il sentimento universale che unisce l’umanità. Il festival si apre solitamente con una grande parata, seguita da una serie di eventi dedicati alle coppie, ma anche alle famiglie, ai singoli e a chiunque desideri vivere un’esperienza emozionale.

Tra i momenti più significativi della festa, spicca la Messa solenne in onore di San Valentino al Santuario. Questo evento è accompagnato da una processione che parte dalla chiesa e si snoda per le vie principali della città, creando un’atmosfera mistica e suggestiva che coinvolge tutti i partecipanti. La celebrazione religiosa è un momento di grande spiritualità, ma non mancano anche eventi laici pensati per celebrare l’amore romantico in tutte le sue forme.

Anche i più giovani non sono dimenticati durante le festività. Terni ospita infatti il Villaggio dell’Amore, un evento che si tiene nei giorni precedenti il 14 febbraio e che accoglie tutti coloro che desiderano vivere un’esperienza unica dedicata all’amore. Tra stand, mercatini e attività ludiche, il villaggio diventa un luogo di incontro per coppie, amici e famiglie, creando un’atmosfera di gioia e complicità che si respira in ogni angolo della città.

L’arte e la cultura sono anch’esse protagoniste durante il festival, con mostre fotografiche e installazioni artistiche che celebrano l’amore in tutte le sue declinazioni. Terni si trasforma in una galleria a cielo aperto, dove i visitatori possono immergersi in opere che raccontano storie di passione, dedizione e affetto.

Quest’anno, per il San Valentino 2025, Terni si prepara a celebrare il suo patrono con un programma ricco e variegato, capace di coinvolgere i cuori di tutti i visitatori, dagli appassionati di cultura alle coppie in cerca di momenti indimenticabili.

Un appuntamento ormai imperdibile per tutti gli amanti del cioccolato è Cioccolentino, che torna dal 13 al 16 febbraio 2025 con un’edizione completamente rinnovata. Questa manifestazione unisce la celebrazione dell’amore di San Valentino alla dolcezza del cioccolato e della pasticceria, dando vita a una vera e propria festa del gusto. Il nuovo format della ventunesima edizione si intitola “Battiti d’Amore”, un claim che sottolinea non solo il legame tra cioccolato e passione, ma anche l’importanza della prevenzione cardiaca. Infatti, l’edizione di quest’anno metterà al centro il cacao come alimento salutare, in grado di fare bene al cuore e al metabolismo, se consumato con moderazione. In un programma ricco di eventi, si parlerà anche dei benefici della cioccolata per la salute del cuore, con esperti che guideranno il pubblico alla scoperta dei segreti di questo “cibo degli dèi”.

Cioccolentino è un vero e proprio viaggio sensoriale, con il Bazar del cioccolato che ospiterà oltre 40 espositori tra i migliori artigiani del settore. Non mancheranno degustazioni, cooking show e laboratori, tutti focalizzati su come il cioccolato possa essere utilizzato in cucina in modo creativo e salutare. Il programma include anche eventi speciali dedicati alle coppie, come momenti in cui scoprire “come scatta la scintilla” al primo appuntamento. Sarà il cuore, e i giusti battiti, a suggerire se una storia d’amore è destinata a nascere.

A completare il programma delle festività, torna anche il San Valentino Jazz Festival, che dal 6 al 16 febbraio trasformerà Terni in una capitale del jazz. Sedici concerti, in nove locali diversi della città, celebreranno grandi leggende della musica come Frank Sinatra e Luigi Tenco, ma anche nuove e coinvolgenti performance che promettono di incantare il pubblico con atmosfere sofisticate e romantiche. Il festival è una vera e propria oasi musicale per gli amanti della buona musica, con un mix di performance di artisti internazionali e talenti emergenti.

Inoltre, Terni si prepara a una trasformazione visiva che renderà la città ancora più suggestiva: il colore rosso invaderà le strade e le piazze, diventando il fil rouge delle celebrazioni. Piazza della Repubblica, il cuore pulsante della città, sarà il palcoscenico di numerosi eventi, con un’ambientazione pensata per gli innamorati. Il brand “Amore@Terni” diventerà il simbolo di una città che non solo celebra l’amore romantico, ma si propone anche come una destinazione turistica di riferimento per le coppie e per tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza unica.

A chi desidera un’esperienza più intima, ma comunque legata al tema della salute e della prevenzione, la giornata di San Valentino offrirà un’opportunità imperdibile. Grazie alla collaborazione con Ambulife, l’unità mobile di AMPAS Umbria sarà a disposizione in Piazza della Repubblica per offrire screening cardiologici gratuiti, nell’ambito dell’iniziativa “Il cioccolato che fa bene al cuore”. Un modo originale e utile per unire il piacere del cioccolato alla consapevolezza della propria salute.

Nel panorama degli eventi, non poteva mancare il grande Concerto di San Valentino, che quest’anno avrà come protagonista Luca Barbarossa. Il cantautore romano si esibirà il 22 febbraio al Teatro A, offrendo al pubblico un’esperienza musicale emozionante e carica di significato, perfetta per celebrare il sentimento che unisce tutti gli innamorati.

Tra i tanti eventi in programma, spicca anche la Maratona di San Valentino, che quest’anno promette di attrarre partecipanti da tutta Italia e dall’estero, dimostrando come Terni sia ormai una meta consolidata per gli eventi sportivi di rilevanza nazionale.

I luoghi più romantici di Terni

Oltre agli eventi che animano Terni durante tutto l’anno, la città offre anche una serie di luoghi romantici che fanno da cornice ideale per ogni tipo di visita. Se si è alla ricerca di una passeggiata tranquilla, di un momento di riflessione intima o semplicemente di una vista spettacolare che incanta i sensi, Terni saprà regalare angoli di rara bellezza.

La Cascata delle Marmore, a pochi chilometri dal centro della città, è uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi dell’Umbria. Con i suoi 165 metri di altezza, è una delle cascate più alte d’Europa, una meraviglia naturale che ha conquistato viaggiatori di ogni parte del mondo. La potenza dell’acqua che scende dalle rocce e si infrange nella valle sottostante crea un’atmosfera che mescola forza e serenità. L’impressione che si ha camminando lungo i sentieri che la circondano è quella di essere immersi in un paesaggio incontaminato e fuori dal tempo.

Cascata delle Marmore, Umbria

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La meravigliosa Cascata delle Marmore

Ogni angolo offre un panorama mozzafiato, perfetto per una passeggiata romantica o per godere della natura in tutta la sua bellezza. I punti panoramici, che si trovano lungo il percorso, offrono viste spettacolari sulla cascata e sui boschi circostanti, creando un luogo ideale per godere di un momento di quiete insieme alla persona amata. Il parco che circonda la cascata è perfetto anche per chi ama la natura, con sentieri che si snodano tra una vegetazione lussureggiante, il tutto immerso in una cornice naturale che sembra uscita da una fiaba.

Nel cuore di Terni, Piazza Tacito è un angolo che incarna il fascino della città. Circondata da eleganti edifici storici, la piazza è il luogo ideale per una passeggiata tranquilla o per fermarsi a prendere un buon caffè in uno dei suoi caffè dall’atmosfera accogliente. Il Teatro Verdi, che si trova nelle vicinanze, è una delle gemme storiche di Terni, un palcoscenico neoclassico che rende ogni spettacolo un’esperienza unica. La sua eleganza e il suo fascino senza tempo lo rendono una tappa perfetta per chi cerca un po’ di cultura in un contesto romantico. Dopo una visita al teatro, passeggiare per le vie del centro, magari al tramonto, diventa un’esperienza che sa di antica serenità.

Un altro luogo che regala un’atmosfera di intimità è il Parco del Castello. Situato su una collina, il parco offre una vista panoramica che si estende su tutta la città e sulle colline circostanti. Le sue aree verdi, le aiuole fiorite e i sentieri ombreggiati sono ideali per una passeggiata a due, lontano dal caos della vita quotidiana. Il parco è un angolo di tranquillità dove è possibile riflettere, perdersi nei propri pensieri o semplicemente godersi il momento. Il laghetto romantico e gli angoli nascosti del parco rendono ogni angolo un posto perfetto per un incontro intimo, un luogo dove il tempo sembra fermarsi.

Il Santuario di San Valentino, situato sulla collina che domina Terni, è il cuore spirituale della città. Questo luogo sacro, dove il santo fu imprigionato e martirizzato, è oggi un importante centro di pellegrinaggio, ma anche un luogo di grande bellezza e pace interiore. La sua posizione panoramica permette di godere di una vista straordinaria sulla città e sulle colline umbre. L’atmosfera che si respira all’interno del santuario è di una serenità unica, che invita alla riflessione. Questo luogo, ricco di storia e spiritualità, è un angolo di pace dove trascorrere un momento di raccoglimento, magari durante una visita con la persona amata.

Infine, per chi desidera concludere la giornata con una cena romantica, Terni offre ristoranti che esprimono la tradizione gastronomica dell’Umbria. La tradizionale e storica trattoria situata nei pressi del santuario, è uno dei posti più suggestivi dove assaporare piatti tipici come i crostini al fegato, il cacciatore di cinghiale e, naturalmente, le ciriole alla ternana.

L’esperienza culinaria che si può vivere in questi luoghi non è solo un viaggio nei sapori della terra, ma anche un’immergersi nella storia e nelle tradizioni locali. Concludere la giornata con una cena a base di piatti tipici umbri in un ambiente accogliente e ricco di storia renderà ogni visita a Terni un’esperienza ancora più speciale.

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Gli Stati Uniti premiano l’Umbria e la definiscono una gemma nascosta

L’Umbria, una delle regioni più affascinanti e autentiche d’Italia, sta conquistando sempre più l’attenzione internazionale. Definita da alcuni giornalisti degli Stati Uniti, della redazione di Forbes, una “gemma nascosta”, il cuore verde d’Italia è un angolo di bellezza senza tempo che si distingue per la sua tranquillità, i suoi paesaggi incontaminati e la sua ricca tradizione enogastronomica.

Mentre le principali destinazioni italiane, come Roma, Firenze e Venezia, sono prese d’assalto dai turisti, l’Umbria offre una meravigliosa alternativa, lontana dalle folle ma ugualmente ricca di storia, cultura e autenticità. Ma cosa rende l’Umbria una “gemma nascosta”? E quali sono le esperienze da non perdere quando si visita questa straordinaria regione?

Perché l’Umbria è una “gemma nascosta”

L’Umbria è spesso considerata una “gemma nascosta” non tanto per la sua bellezza, ma per la sua capacità di rimanere fuori dai flussi turistici di massa. A differenza di altre regioni italiane più celebri, l’Umbria conserva un’autenticità che la rende unica. Le sue città e i suoi paesaggi sono meno affollati, offrendo ai visitatori l’opportunità di esplorare l’Italia in modo più intimo e genuino.

L’Umbria si trova nel cuore dell’Italia, a metà strada tra Roma e Firenze, ma, nonostante la sua posizione centrale, è meno conosciuta e meno frequentata rispetto alle sue vicine più famose. Questo isolamento ha contribuito a preservare la sua bellezza naturale e il suo patrimonio storico, offrendo un’esperienza di viaggio che si distingue per l’autenticità e la pace che regnano in ogni angolo. Oltre a questo, la regione è famosa per la sua cucina e i suoi prodotti tipici, come l’olio d’oliva, i tartufi e il vino, che possono essere degustati in uno degli innumerevoli ristoranti e festival locali.

In un mondo dove molte destinazioni turistiche rischiano di essere soffocate dalle folle, l’Umbria emerge come una regione che non ha perso la sua capacità di sorprendere e affascinare.

Cosa vedere in Umbria: storia, natura, gastronomia

L’Umbria offre una varietà di esperienze che spaziano dalla visita a siti storici e religiosi alla scoperta della natura incontaminata e della sua tradizione culinaria. Ogni angolo della regione racconta una storia che vale la pena scoprire, e ogni città o borgo ha la sua unicità.

Perugia, il cuore della regione

Perugia, capoluogo dell’Umbria, è una città affascinante, ricca di storia e cultura. Passeggiando per il suo centro storico, si respira un’atmosfera medievale che la rende una delle città più suggestive d’Italia. Qui si possono visitare il Corso Vannucci, la Fontana Maggiore e la Galleria Nazionale dell’Umbria, che ospita opere di artisti come Piero della Francesca e Perugino. La città è anche famosa per i suoi ristoranti, che propongono piatti tipici come il tartufo nero e i cacciatori umbri, oltre ai suoi dolci tradizionali come i baci perugina. Inoltre, Perugia ospita l’annuale Eurochocolate Festival, uno degli eventi più dolci e divertenti della regione.

Itinerario consigliato: un percorso che include la visita del centro storico, la scoperta delle cantine locali e una sosta al Museo del Cioccolato.

Assisi, arte e spiritualità

Assisi è una delle città più famose d’Umbria grazie alla sua importanza religiosa e culturale. La Basilica di San Francesco, con i suoi celebri affreschi di Giotto, è uno dei luoghi più visitati e venerati del cristianesimo. Ma Assisi è anche una città che offre panorami spettacolari e un’atmosfera di pace che avvolge ogni visitatore. Le sue strette vie medievali, le piazze e i giardini sono luoghi ideali per passeggiare e riflettere. Assisi è anche sede di numerosi eventi culturali.

Assisi, Umbria

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Panorama di Assisi

Itinerario consigliato: visita della Basilica di San Francesco, passeggiata fino alla Rocca Maggiore e pranzo in uno dei ristoranti tipici dove assaporare piatti come torta al testo e frittata di erbe selvatiche.

Spoleto, tra storia e paesaggi straordinari

Spoleto, una delle città più affascinanti dell’Umbria, è famosa per la sua Cattedrale di Santa Maria Assunta, con gli affreschi di Filippo Lippi, e per il Teatro Romano, che si trova ai piedi della montagna. Il Ponte delle Torri, un antico acquedotto romano che attraversa la valle, è uno dei simboli della città, regalando ai visitatori un panorama spettacolare. Spoleto è anche la sede del famoso Festival dei Due Mondi, un evento internazionale che celebra la musica, la danza e il teatro.

Spoleto, duomo

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Vista del duomo a Spoleto

Itinerario consigliato: visita al Teatro Romano, escursione al Ponte delle Torri e pranzo in un ristorante tipico per assaporare le zuppe di farro e i piatti a base di cinghiale.

Montefalco, il vino e il treno della Strada del Sagrantino

Montefalco è una piccola perla della regione, famosa per il suo vino Sagrantino, uno dei più pregiati d’Italia. La cittadina, che offre una vista mozzafiato sulle colline umbre, è anche conosciuta per il suo centro storico, dove si possono ammirare le Chiese di San Francesco e la Pinacoteca di Montefalco. Montefalco è anche un punto di partenza ideale per percorrere la Strada del Sagrantino, un percorso enogastronomico che attraversa le cantine e i vigneti della zona.

Montefalco

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Gli splendidi vigneti di Montefalco

Itinerario consigliato: visita delle cantine di Montefalco con degustazione di Sagrantino, passeggiata nel borgo e pranzo con piatti tipici a base di porchetta e formaggi umbri.

Il Lago Trasimeno, natura e relax

Il Lago Trasimeno, il quarto lago più grande d’Italia, è una destinazione ideale per chi cerca relax e natura. Le sue acque tranquille sono circondate da dolci colline e pittoreschi borghi, come Passignano sul Trasimeno e Castiglione del Lago. Il lago offre anche molte attività all’aperto, come passeggiate in bicicletta, escursioni in barca e pesca. Il Parco Naturalistico del Lago Trasimeno è un ottimo punto di partenza per esplorare la fauna e la flora locali.

Itinerario consigliato: giro in barca sul Lago Trasimeno, visita dei borghi circostanti e cena in un ristorante affacciato sul lago, per gustare pesce di lago e olio d’oliva locale.

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Gubbio in un giorno: cosa vedere e fare nell’incantevole borgo umbro

Incastonata tra le verdi colline umbre, Gubbio conquista con la sua architettura medievale e un’atmosfera unica. Se hai solo un giorno per scoprire questa meravigliosa cittadina, ecco un itinerario che unisce storia, cultura, arte, natura e gastronomia, pensato per sfruttare al massimo il tuo tempo.

Mattina, alla scoperta della storia e dei panorami eugubini

Colazione in Piazza Grande. Inizia la tua giornata con un buon caffè e una brioche in uno dei bar che affacciano sulla maestosa Piazza Grande, il cuore pulsante di Gubbio, una terrazza pensile dominata dagli antichi palazzi del Podestà e dei Consoli, che offre una vista panoramica spettacolare sulla vallata sottostante. Qui gli appassionati di fiction non mancheranno di riconoscere alcune delle location principali delle prime stagioni di “Don Matteo”, come il Palazzo dei Consoli che nella serie tv funge da caserma dei Carabinieri.

Palazzo dei Consoli e Museo Civico. Dopo colazione, visita il Palazzo dei Consoli, un imponente edificio gotico che ospita il Museo Civico, dove potrai ammirare le Tavole Eugubine, un prezioso reperto archeologico che racconta la storia degli antichi Umbri. Nel museo si trova anche una straordinaria raccolta di “maiolica arcaica” in “zaffera a rilievo” (XIV sec.), manufatti del XIX sec., e splendidi esempi del lustro rosso e dorato di Mastro Giorgio (XVI sec.), insieme al vasellame farmaceutico e ai duomi d’alambicco in terracotta rossa.

Passeggiata nel centro storico e visita a un artigiano della ceramica. Prosegui con una passeggiata nelle strette vie medievali del centro. Tra via dei Consoli e via XX Settembre troverai numerose botteghe artigiane dove abili ceramisti portano avanti tradizioni secolari. Fermati a osservare le loro creazioni e, se hai tempo, acquista un pezzo unico come ricordo del tuo viaggio. Poi prosegui verso la parte alta della città, dove sorge la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo che risale al XIII secolo e conserva magnifici affreschi e opere d’arte.

Pomeriggio, salita sul monte Ingino

Funivia Colle Eletto. Per uno spuntino veloce all’ora di pranzo, gusta la tipica crescia umbra, conosciuta anche come torta al testo, farcita con salumi e verdura. Dopo pranzo, vivi un’esperienza unica salendo con la funivia a cestello fino alla Basilica di Sant’Ubaldo, situata sul Monte Ingino. La corsa è breve ma emozionante e offre una splendida vista su Gubbio. Non perdere l’occasione di scattare foto per immortalare il panorama mozzafiato.

Visita alla Basilica di Sant’Ubaldo. La Basilica custodisce le spoglie del santo patrono della città e i Ceri, protagonisti della celebre Festa dei Ceri. Approfitta della visita per goderti un po’ di relax immerso nella natura circostante e apprendere di più sulla tradizione secolare legata a questo luogo. Per gli amanti delle passeggiate, il ritorno a piedi lungo i sentieri panoramici del Monte Ingino è un’opzione imperdibile.

Sera, sapori tipici e un tocco di magia

Aperitivo in centro. Concludi il pomeriggio con un aperitivo in uno dei locali tipici del centro storico. Assapora i vini locali accompagnati da prodotti tipici umbri, come il prosciutto di Norcia e il formaggio pecorino. Il Caffè Ducale è una tappa ideale: qui puoi sederti al tavolo dove, nella fiction “Don Matteo”, il Maresciallo Cecchini e Don Matteo erano soliti sfidarsi a scacchi.

Cena in una trattoria tipica. Per la cena, scegli una trattoria che propone piatti della tradizione umbra. Tra le specialità da provare ci sono pappardelle, strangozzi al tartufo e friccò, una versione locale del pollo alla cacciatora, naturalmente accompagnati da un buon bicchiere di Sagrantino.

Passeggiata notturna tra storia e leggende. Dopo cena, goditi una passeggiata serale per le vie illuminate di Gubbio. Raggiungi il trecentesco Palazzo del Bargello e la celebre Fontana dei Matti, attorno alla quale, seguendo un antico rito, devi girare tre volte e bagnarti con la sua acqua per ricevere simbolicamente la “patente di matto”. Questo divertente rituale è un omaggio alla goliardia e alla tradizione della Festa dei Ceri. Non dimenticare di passare dalla Chiesa di San Giovanni, famosa per essere la canonica di Don Matteo nella fiction tv, e di ammirare la sua suggestiva facciata medievale.