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Parco Nazionale Manuel Antonio, cosa vedere

Situato sulla costa pacifica del Costa Rica, Manuel Antonio è il parco nazionale più piccolo del paese centroamericano. Fondato nel 1972, è un simbolo dell’impegno del Costa Rica per la conservazione del suo patrimonio naturale, e nonostante le sue dimensioni ridotte il parco protegge una delle regioni più suggestive e con la maggiore biodiversità del pianeta. Su un’estensione di circa 683 ettari, racchiude infatti una straordinaria varietà di ecosistemi, dalla foresta pluviale alle mangrovie, fino alle spiagge incontaminate, regalando ai visitatori un’immersione totale nella natura selvaggia e incontaminata che si fonde armoniosamente con il litorale.

La storia di Manuel Antonio affonda le radici nel lontano passato. Era infatti il 1519 quando l’esploratore spagnolo Juan Ponce de León, noto per la sua ricerca della leggendaria fonte della giovinezza, tracciò per la prima volta le mappe di Quepos e Manuel Antonio. Sebbene de León non trovò mai la mitica sorgente, la bellezza e la ricchezza naturale di questa regione potrebbero benissimo rappresentare l’equivalente terreno di quell’eterna giovinezza che tanto anelava.

Un paradiso per gli amanti della natura

Famoso per il suo incredibile patrimonio naturalistico, il Parco Nazionale Manuel Antonio attira appassionati di fauna selvatica da tutto il mondo, che giungono per osservare le numerose specie di animali che vi abitano, tra cui scimmie urlatrici, scimmie scoiattolo e quelle dal volto bianco, note per la loro agilità e il comportamento intraprendente. Non mancano i bradipi, sia a due che a tre dita, che si muovono lentamente tra gli alberi, così come altri mammiferi come procioni, coati, pacas e formichieri. Talvolta, è possibile avvistare persino qualche ocelot, un felino schivo e molto raro, tipico di queste latitudini.

La fauna del parco include anche una grande varietà di rettili: dai furtivi coccodrilli alle maestose iguane, fino ai serpenti come i boa costrittori e un’infinità di specie di lucertole. Per gli appassionati di birdwatching, Manuel Antonio è un vero paradiso, con oltre 350 specie di uccelli, tra cui tucani, aracari, pappagalli, parrocchetti e colibrì, che regalano spettacoli di colori e suoni nella fitta vegetazione del parco.

Le spiagge di Manuel Antonio

Oltre all’eccezionale varietà faunistica, il parco è celebre per le sue spiagge spettacolari, ognuna con un fascino unico e una bellezza naturale ineguagliabile, perfette per rilassarsi e prendere il sole, ma che offrono anche l’opportunità di esplorare le acque cristalline dell’Oceano Pacifico, ricche di vita marina. Le formazioni rocciose e le barriere coralline che circondano le isole della costa creano fondali ideali per lo snorkeling, una delle tante attività che si possono praticare durante la visita del parco.

Famosa per la sua sabbia bianca e soffice e le acque turchesi e calde, Playa Manuel Antonio è la spiaggia più grande e frequentata del parco, dove si può nuotare, prendere il sole e fare picnic. Circondata dalla rigogliosa foresta pluviale, è anche un luogo ideale per avvistare la fauna selvatica, in particolare scimmie e bradipi. Situata a sud di Playa Manuel Antonio, Playa Espadilla Sur è più tranquilla e meno affollata, l’ideale per rilassarsi al sole e fare lunghe passeggiate sulla battigia. Le onde, dolci e tranquille, la rendono perfetta per fare il bagno, mentre non è raro avvistare le scimmie cappuccine che giocano tra gli alberi vicini.

Meno conosciuta e più appartata, Playa Gemelas rappresenta un vero e proprio gioiello nascosto all’interno del parco, dove le acque cristalline e la vegetazione rigogliosa creano un ambiente sereno e rilassante. Come suggerisce il nome, Playa Escondido è invece una spiaggia nascosta, raggiungibile solo con una breve, ma avventurosa escursione su un sentiero che si snoda lungo una costa rocciosa e attraversa la fitta giungla, aggiungendo un tocco di mistero e avventura all’esperienza.

E’ utile sapere che questa spiaggia è accessibile solo durante la bassa marea, ed è quindi necessario allontanarsi prima che il flusso torni ad aumentare, per evitare di rimanere bloccati. Sebbene nuotare sia generalmente sicuro, soprattutto in questa zona è importante prestare attenzione alle correnti forti e seguire sempre le indicazioni di sicurezza fornite dai responsabili del parco.

Bradipo, Costa Rica

Fonte: iStock

Un bradipo nel Parco nazionale Manuel Antonio, Costa Rica

Sentieri e panorami spettacolari

Le escursioni guidate sono una delle esperienze più popolari: una serie di sentieri ben tracciati di diverssa difficoltà conducono a punti panoramici mozzafiato e a spiagge isolate, offrendo molteplici opportunità per osservare la fauna selvatica a distanza ravvicinata. Il sentiero principale, lungo circa 2 chilometri, collega alcune spiagge del parco ed è adatto a tutti i visitatori, inclusi famiglie e bambini.

Tra i percorsi più amati dai visitatori, quello che si snoda attorno a Punta Catedral è un must. Si tratta di un circuito di circa un chilometro e mezzo, di difficoltà moderata, ma che ricompensa con panorami indimenticabili che abbracciano la vastità del mare e delle foreste circostanti. Anticamente, Punta Catedral era un’isola separata dalla terraferma, ma nel corso dei secoli è stata collegata al continente da un istmo naturale che ora separa due delle spiagge più famose del parco, Playa Espadilla Sur e Playa Manuel Antonio. Le escursioni mattutine sono consigliate per evitare le ore di maggior afflusso turistico e avere più possibilità di avvistare la fauna selvatica.

La riserva di mangrovie dell’Isola Damas

A pochi minuti dal parco, l’Isola Damas offre un’esperienza unica di esplorazione attraverso la sua foresta di mangrovie. Le visite guidate in barca o kayak permettono di avvicinarsi a scimmie, bradipi, serpenti e coccodrilli, che popolano l’intricata rete di corsi d’acqua. È un’escursione adatta a tutte le età e un’occasione per immergersi in uno degli ecosistemi più importanti e caratteristici di quest’area del Costa Rica.

Conservazione e sostenibilità

Grazie a rigide normative edilizie, Manuel Antonio è riuscito a preservare nel tempo la sua bellezza naturale, mantenendo uno stretto equilibrio tra lo sviluppo turistico e la tutela ambientale. Gli hotel e i ristoranti si integrano perfettamente nel paesaggio collinare ricoperto di foreste, offrendo ai visitatori un’esperienza unica nel rispetto dell’ambiente.

Il numero di visitatori giornalieri è limitato a circa 1200 persone per garantire la salvaguardia degli ecosistemi fragili del parco. Per questo motivo, si consiglia di prenotare in anticipo una visita guidata con un naturalista esperto, che può aumentare le probabilità di avvistare animali selvatici e aiutare a cogliere dettagli affascinanti su flora e fauna locali.

Quando visitare il parco

Il periodo migliore per visitare Manuel Antonio è durante la stagione secca, da metà dicembre a maggio, quando il clima è soleggiato e le piogge sono scarse. Questo è il momento ideale per godersi le spiagge e le escursioni, ammirando la fauna selvatica lungo il percorso. Tuttavia, anche la stagione verde (da maggio a novembre) ha il suo fascino: le foreste si riempiono di vita grazie alle piogge, e i visitatori possono godere di un’esperienza più tranquilla, lontano dalle folle turistiche.

Informazioni utili per la visita

Il Parco Nazionale Manuel Antonio è aperto tutto l’anno, esclusi i martedì, dalle 7 alle 16. I biglietti possono essere acquistati solo online, e i visitatori devono fornire il numero del passaporto al momento della registrazione. Non è permesso portare cibo all’interno del parco, ma sono ammesse bevande.

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Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, un gioiello primitivo da vedere

Tra le aree protette più belle al mondo, il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia si trova in Madagascar ed è un’area naturale protetta, non molto distante da Antananarivo. Conosciuto con il nome di riserva di Périnet, l’area ricopre più di 15.000 km di foresta pluviale, con una biodiversità ricchissima. Laghi, cascate, vegetazione lussureggiante e profumi che evocano tutta la magnificenza della natura: ti sveliamo cosa vedere (tra cui, se hai fortuna, le 11 specie di lemuri, diurne e notturne) e come prepararti al viaggio.

Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, cosa sapere

Puoi accedere al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia per tutto l’anno: è nella zona orientale del Madagascar (dove ti occorre un visto per entrare), e dalla Capitale, ovvero Antananarivo, ci vogliono circa 3 ore di auto per arrivare a destinazione. La superficie è di oltre 150 km², e la riserva naturale è famosissima in tutto il mondo perché qui sono presenti oltre cento specie di orchidee.

Ti trovi in una foresta primitiva unica: rispetta la zona, poiché sei in una riserva naturale. Formata dalle aree protette della Riserva Speciale d’Analamazoatra e il Parco Nazionale Mantadia, il clima è gentile e la temperatura si aggira intorno ai 20 gradi. Durante le escursioni, non dimenticare di portare con te un tipo di abbigliamento comodo, scarponi da trekking e giacca a vento, nel caso in cui piova (il che è abbastanza frequente). Il periodo migliore per visitare il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia va da aprile a ottobre, nella stagione secca, poiché c’è il rischio concreto di ciclone tra la fine di dicembre e la metà di aprile.

Cosa vedere al Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia

I Parchi Nazionali del Madagascar richiedono una guida per entrare nel parco: una decisione saggia, dal momento in cui è importante mantenere la riserva protetta. Una scelta etica che costa poco e che ti assicura di conoscere anche parecchi segreti sulla zona. In ogni caso, il permesso si può richiedere in prossimità dell’ingresso: i sentieri si percorrono a piedi e sono tracciati per lunghezza e difficoltà. I percorsi di visita durano circa 2, 4 o 6 ore: è possibile anche richiedere un percorso notturno (verifica prima la disponibilità) e nei dintorni del parco non mancano alberghi in cui alloggiare. La flora del posto ti dà l’opportunità di ammirare ninfee, felci, bambù. E la fauna non è da meno: come anticipato, sono presenti tante specie di lemuri, tra cui quella più grande al mondo, ovvero l’Indri, e questo è valso il nome di Paradiso dei Lemuri.

Cosa puoi vedere qui? Oltre ai lemuri, anche i camaleonti e i rettili, tra cui il geco. La maggior parte delle escursioni permette di osservare da vicino gli Indri: la guida solitamente li “richiama” per dare la possibilità a ogni turista di vivere un momento unico a contatto con la natura. L’Aye Aye è invece attivissimo durante il giorno, e di solito puoi scorgerlo godersi il sole in cima agli alberi. Oltre a un centinaio di specie di uccelli, citiamo anche il Calumma Parsonii, il camaleonte più grande del Madagascar. Un vero e proprio gioiello naturalistico che, a parere nostro, dovresti visitare almeno una volta nella vita.

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Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa, vera meraviglia del in Trentino

Tra le maestose cime delle Dolomiti del Trentino Nord-Orientale sorge la Val di Fassa, dove durante la bella stagione i prati si riempiono di verde e di fiori colorati che emozionano tutti, e che invitano i visitatori a lasciarsi andare al benessere a 360 gradi. Questo è il momento perfetto per dedicarsi a passeggiate alla scoperta della sua natura più autentica, percorsi semplici da poter fare in famiglia e che trasmettono un forte senso di bellezza e rinascita. È il caso del Sentiero della Foresta in Val di Fassa, un tragitto alla portata di tutti e che vi lascerà senza fiato.

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa: informazioni utili

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa si caratterizza per essere una passeggiata panoramica in quota da poter effettuare da soli ma anche con il passeggino da trekking o con lo zaino porta bimbo.

Si parte dalla funivia di Vigo, una moderna struttura che inizia proprio dal centro del paese e che raggiunge in pochi minuti la conca del Ciampedie, una terrazza naturale – quasi sempre soleggiata – situata a circa a 2.000 metri di altezza: da qui la vista sulle Dolomiti e la Val di Fassa è a dir poco emozionante.

Una volta arrivati a Ciampedie, rifugio situato nel bel mezzo dell’omonimo altipiano e circondato da un magnifico bosco di larici e abeti, occorre scendere una breve rampa e risalire poi verso il Rifugio Negritella, il preciso punto di partenza del Sentiero della Foresta in Val di Fassa.

Sentiero della Foresta in Val di Fassa: itinerario

Il magnifico Sentiero della Foresta è il numero 540 e si fa amare fin da subito perché si presenta ampio e pianeggiante. Per iniziare questa affascinate passeggiata occorre attraversare la pista da sci, per poi immergersi in un magnifico bosco dove svettano fieri numerosi pini cembro.

Proseguendo a passo lento si vive la sensazione di essere in un posto da fiaba, perché il percorso è completamente circondato da guglie frastagliate e dalle fratture rocciose che impreziosiscono le pareti del Larsec. Ad Ovest, invece, ad attirare l’attenzione è l’imponente parete Est del Catinaccio, un massiccio montuoso che non passa di certo inosservato.

Dopo aver attraversato questo tratto costellato di giganti di pietra, occorre uscire dal bosco osservando alcune baite, per poi arrivare in pochi minuti ai rifugi della conca di Gardeccia, dove termina il bellissimo Sentiero della Foresta in Val di Fassa.

Un percorso tematico dedicato alla natura d’alta montagna

Grazie a una passeggiata lungo il Sentiero della Foresta è possibile affrontare un percorso tematico dedicato alla natura d’alta montagna. Per far immergere ancora di più i viandanti in questa incredibile magia, ci sono 24 piccoli totem informativi lungo tutto il tracciato, ognuno dei quali racconta una curiosità sul favoloso ambiente circostante e sugli esseri viventi che dimorano in questa magnifica zona d’Italia.

Le tappe tematiche sono così suddivise:

  1. Il paesaggio della montagna;
  2. L’acqua;
  3. L’albero e l’acqua;
  4. Le montagne e le rocce;
  5. Le radici degli alberi;
  6. Quanta vita sottoterra;
  7. Quanto sono lunghe le radici degli alberi?;
  8. E quanto sono utili!;
  9. Il mondo del bosco;
  10. Quanti anni hanno questi alberi?;
  11. Il lungo viaggio del Pino Cembro;
  12. Il racconto del piccolo Cirmolo;
  13. L’albero sul sasso;
  14. Quanta buona aria!;
  15. I messaggi della ceppaia;
  16. La resina;
  17. Sul sasso il cammino della vita;
  18. Perché i rami bassi delle piante perdono le foglie e si seccano?
  19. La ferita del fulmine;
  20. I licheni sulla corteccia;
  21. Il bosco è la casa degli animali;
  22. Il silenzio ed i suoni del bosco;
  23. L’albero a terra;
  24. L’utilizzo del bosco.

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa è un percorso adatto a tutti e da fare assolutamente almeno una volta nella vita, ma è bene sapere che la Val di Fassa offre altrettanti magnifici itinerari da poter intraprendere in famiglia. Ne sono degli esempi il Percorso Sensoriale di Fango, un tragitto ad anello che permette di camminare a piedi nudi nel bosco, e il Sentiero degli Animali, il percorso all’Alpe Lusia pieno statue di animali nascoste, di giochi e di indovinelli.

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Maldive, non solo mare: dove e quali sono le sue foreste

Siamo soliti pensare alle Maldive come a splendidi atolli microscopici che affiorano appena dall’acqua, circondati interamente da mare, dove è proprio questo l’elemento predominante, con i suoi fondali corallini e la sua incredibile vita marina.

La vegetazione delle isole, benché rigogliosa e tropicale – detto che, forse non lo sapevate, ma le palme non sono piante autoctone bensì importate – non la si può definire propriamente fitta. O almeno, questo è ciò che abbiamo sempre pensato.

Le foreste delle Maldive

Non tutti sanno, invece, che alle Maldive ci sono anche delle foreste che, nella lingua maldiviana, il Dhivehi, si chiamano “valuthere” ovvero “nelle terre selvagge”. Queste terre, oltre a ospitare tantissime specie animali (66 specie conosciute di anfibi, uccelli, mammiferi e rettili, lo 0,6% delle quali endemiche e che quindi non si trovano al di fuori delle Maldive) sono l’habitat di ben 583 specie di piante.

Le isole delle Maldive sono incredibilmente piccole. Eppure, quando si è circondati da alte palme e intricate mangrovie, immersi nel profumo legnoso del sandalo rosso e di meravigliosi fiori colorati, sembrano tutt’altro che piccole. Da non sottovalutare anche la bellezza del contrasto tra le acque cristalline e il verde della foresta che ne fanno un vero e proprio Eden.

Alle foreste maldiviane da sempre, poi, sono legate delle leggende che, durante un viaggio in questo paradiso sarebbe bello scoprire.

Premesso che ogni isola ha sempre un bel po’ di vegetazione e sentieri sterrati che la attraversano e dove passeggiare, per trovare le “valuthere” più autentiche il consiglio è di andare su una delle tante isole disabitate delle Maldive. Delle 1.192 isole coralline che formano l’arcipelago, solo 200 sono abitate, quindi c’è davvero molta scelta.

Per raggiungerle, basta chiedere alla reception del resort o della guesthouse dove si soggiorna di farsi accompagnare su una di quelle più vicine e, volendo, si può chiedere di venire a riprendervi il giorno successivo. Le isole disabitate delle Maldive sono quanto di meglio ci sia per sperimentare la completa solitudine e per godere della loro natura incontaminata.

Un parco naturale inaspettato

Nell’atollo Addu, il più a Sud della catena di atolli delle Maldive, si estende un vero e proprio parco naturale. In tutto, l’atollo comprende cinque isole abitate che hanno caratteristiche distinte molto diverse dal resto del Paese. L’atollo Addu ospita la seconda zona umida più estesa delle Maldive.

L’Addu Nature Park comprende la bellissima zona umida di Eydhigali Kilhi e l’area protetta di Koattey, sull’isola di Hithadhoo. Il parco di mangrovie ha pontili che si tuffano nei laghi e diversi itinerari ciclabili che attraversano la lussureggiante vegetazione.

È possibile fare un tour naturalistico guidato nel parco e osservare la fauna e la flora uniche di questo ricco habitat ed esplorare in canoa l’area della baia nota come Bedhi, famosa per le sue bellissime mangrovie rosse, i cuccioli di razza e di squalo. Una delle esperienze più inaspettate che si possano fare alle Maldive.

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C’è una foresta delle meraviglie che a Natale è popolata dai 7 nani

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per esplorare i capolavori selvaggi e sconosciuti, per raggiungere i luoghi iconici e i monumenti architettonici che sono diventati il simbolo di città e Paesi interi e per immergerci nella cultura e nelle tradizioni locali. Lo facciamo per visitare gallerie, musei e luoghi del sapere, e anche per raggiungere tutti quei parchi e quei giardini dove, grazie all’intervento dell’uomo, la natura può esplodere in tutta la sua bellezza.

Ed è proprio in uno di questi posti che vogliamo portarvi oggi, in un parco delle meraviglie che con gli anni si è trasformato in una destinazione imprescindibile per chi visita la Croazia. Stiamo parlando del Parco Angiolina, un gioiello suggestivo e affascinante situato nella città costiera di Opatija, che in italiano è chiamata Abbazia, che ospita centinaia di specie vegetali provenienti da ogni parte del mondo.

È proprio in questo polmone verde cittadino che, tra i sentieri pittoreschi, gli arbusti e i fiori colorati, esiste una foresta che ha subito un incantesimo temporaneo. Si è trasformata, infatti, nella dimora dei 7 nani e dei loro amici. La magia durerà per tutte le vacanze di Natale.

Il parco delle meraviglie che ha subito un incantesimo

Organizzare un viaggio in Croazia è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Il paese dell’Europa orientale che si affaccia in parte sul mare Adriatico, infatti, è un concentrato di meraviglie naturali, culturali e storiche che incantano a ogni chilometro percorso. Le cose da fare e i posti da visitare sono davvero tantissimi, tra questi c’è anche Abbazia.

Si tratta di una rinomata località turistica e balneare frequentata soprattutto nel periodo estivo. La città, infatti, affaccia direttamente sul mare e la sua posizione strategica consente di vivere vacanze da sogno fatte di relax e spensieratezza.

Abbazia, inoltre, è conosciuta anche per lo splendido Parco Angiolina, un giardino di piante provenienti da ogni dove che si snoda attorno all’omonima villa di origine ottocentesca e che ospita anche il Museo del Turismo Croato.

Il parco, uno dei più belli di tutto il Paese, è la casa di un’ampia varietà di specie floreali che danno spettacolo in ogni stagione. La camelia, che qui prospera, è diventata il simbolo della città. Oltre a questo esemplare troviamo l’abete americano, il cipresso dell’Himalaya, l’aralia e altre 150 specie.

Questo polmone verde urbano, come abbiamo anticipato, merita sempre una visita, in ogni periodo dell’anno. Tuttavia è adesso che i suoi sentieri hanno subito un incantesimo. Durante il periodo dell’Avvento, e fino al 7 gennaio, è possibile fare degli incontri davvero molto particolari con creature magiche! I 7 nani e i loro amici, infatti, hanno deciso di trasferirsi momentaneamente qui.

Parco Angiolina: un Natale da fiaba

Fonte: Pixsell/Alamy Live News/ Ipa

Parco Angiolina: feste da fiaba

Parco Angiolina: un Natale da fiaba

Se avete in mente di organizzare un viaggio in Croazia durante il periodo delle feste, allora, non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio anche una tappa ad Abbazia. Raggiungendo la città potrete visitare il Parco Angiolina che, in questo periodo, si è acceso di magia.

Migliaia di luci hanno illuminato il giardino, i padiglioni e l’affascinante villa, e l’intero parco si è trasformato nel palcoscenico di spettacoli musicali che si alterneranno fino al 7 gennaio. Ma è solo addentrandovi nei fitti sentieri lussureggianti dell’area che potrete toccare con mano l’incantesimo.

Camminando all’interno del parco, infatti, si raggiunge una foresta verdeggiante dove vivono delle strane creature. Si tratta dei 7 nani, e dei loro amici, che hanno scelto di trasferirsi momentaneamente qui, forse in attesa di Biancaneve, o forse perché anche loro non sono rimasti immuni dal fascino del giardino. Fatto sta che la loro presenza ha trasformato il Parco Angiolina in una fiaba tutta da vivere.

Questo parco si è trasformato in una fiaba

Fonte: Pixsell/Alamy Live News/ Ipa

Questo parco si è trasformato in una fiaba

 

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La Lapponia britannica che puoi visitare solo una volta l’anno

Nel cuore dell’inverno, quando il mondo sembra avvolto nel silenzio e la natura si addormenta sotto un manto di neve, c’è un luogo dove la magia del Natale risveglia la foresta e illumina gli occhi di grandi e piccini.

Tra i suggestivi sentieri e gli alberi maestosi della foresta di Swinley, si nasconde un mondo segreto, un angolo magico dove la fantasia prende vita: benvenuti a Lapland UK ad Ascot, nel Regno Unito.

Un evento annuale che ti permette di vivere l’incanto del Natale in modo unico, offrendo qualcosa che pochi altri posti al mondo possono eguagliare. Ogni angolo di questo regno ti conduce in un mondo dove i sogni diventano realtà e ogni dettaglio è curato attentamente per creare un’esperienza indimenticabile.

Quindi, lasciati guidare dal bagliore delle luci, segui il profumo di cioccolata calda che si diffonde nell’aria e lascia che il suono della risata di Babbo Natale ti faccia tornare bambino.

La magia del Natale a Lapland UK

Fabbrica dei giocattoli Lapland UK

Fonte: Getty Images

Fabbrica dei giocattoli, Lapland UK

Nascosto tra le braccia accoglienti della foresta di Swinley, a ovest di Londra e non lontano dal maestoso Windsor, si trova un luogo di pura magia: Lapland UK. Da metà novembre ai primi di gennaio, la tranquillità della foresta lascia il posto alla vivacità e al fascino di un meraviglioso set cinematografico natalizio.

La foresta diventa un palcoscenico vivente, un incantevole spettacolo invernale che cattura l’essenza stessa del Natale, portando gioia e meraviglia a tutti coloro che varcano il suo confine incantato.

Un percorso di quattro ore in cui, a ogni passo, è possibile imbattersi in elfi sorridenti con cuffie verdi e occhi colmi di gioia natalizia. Sono loro a guidare i visitatori attraverso la foresta, narrando storie di avventure magiche e condividendo il tepore del loro spirito festoso. Attori talentuosi, vestiti con abiti colorati, danno vita a personaggi e storie emozionanti.

La prima fermata è presso la Fabbrica dei Giocattoli di Babbo Natale, dove i bambini hanno l’opportunità di collaborare con gli elfi per completare i giocattoli in tempo per il 25 dicembre.

Il viaggio prosegue verso la Cucina di Mamma Natale. Qui, tra pentole che sfrigolano, si ascoltano storie natalizie che riempiono l’aria, mentre si preparano deliziosi biscotti di zenzero. L’odore delle spezie pervade l’aria, creando un’atmosfera che avvolge tutti in un caldo abbraccio. È un momento di pura felicità, un tuffo nei ricordi più dolci dell’infanzia, una pausa nel tempo in cui si può assaporare la vera essenza del Natale.

L’avventura continua nel Villaggio degli Elfi, dove si può sperimentare la vita quotidiana di questi personaggi magici e dare un’occhiata alla Fucina dell’Elfo Ambolt e al Recinto delle Renne di Babbo Natale.

E poi, arriva il momento più atteso di tutti, l’incontro con Babbo Natale. Nella profondità della foresta, in una casetta accogliente e calda, attende i più piccoli con un sorriso caloroso e un abbraccio accogliente. I bambini possono sussurrare i loro desideri nel suo orecchio e vedere i suoi occhi brillare di promesse natalizie.

Ma la magia non finisce qui. Il giorno di Natale, sotto l’albero, i bambini trovano il giocattolo che hanno aiutato a costruire insieme agli Elfi, accompagnato da un biglietto di ringraziamento da parte di Babbo Natale. Un momento di pura felicità, un ricordo prezioso che rimarrà impresso nei loro cuori per sempre.

Lapland UK: un’esperienza unica e imperdibile

Senza dubbio, è tra gli eventi più attesi dell’anno, che attira turisti da tutto il mondo. I biglietti per questo viaggio incantato vengono messi in vendita a partire dal mese di settembre. Tuttavia, la straordinaria popolarità dello spettacolo fa sì che si esauriscano generalmente in pochissimi giorni.

E non c’è da stupirsi, considerando l’unicità dell’esperienza che Lapland UK offre.

Pertanto, se sei interessato a visitare la Lapponia britannica, ti consigliamo di pianificare il tuo viaggio in anticipo e di acquistare i biglietti non appena vengono messi in vendita.

Babbo Natale Lapland UK

Fonte: Getty Images

Babbo Natale aspetta i più piccoli in una casetta in Lapland UK
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Questa birreria ha subito un incantesimo: ora è una foresta natalizia

C’è qualcosa di magico che sta succedendo intorno a noi, proprio adesso che il calendario segna l’arrivo imminente di dicembre. Luci scintillanti, alberi maestosi, strade, quartieri e città addobbate a festa e poi, ancora, installazioni luminose, decorazioni sontuose e profumi inebrianti che si diffondono nell’aria: è il miracolo di Natale che prende vita.

È questo il momento perfetto per organizzare viaggi inediti e straordinari, quelli che ci conducono in tutte quelle destinazioni che durante il periodo dell’Avvento si trasformano in una favola natalizia. I luoghi da raggiungere sono davvero tantissimi, eppure non c’è bisogno di allontanarsi poi così tanto dall’Italia perché anche il nostro Paese si sta trasformando in un regno incantato.

È successo a Lagundo, in provincia di Bolzano, dove una fabbrica di birra ha subito un incantesimo ed è stata trasformata in una Foresta Natalizia invitando cittadini e viaggiatori a perdersi e immergersi nella suggestiva atmosfera dell’Avvento.

La fabbrica della birra Forst si trasforma nella Foresta di Natale

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Lagundo, un piccolo comune italiano di circa 5.000 abitanti situato nella provincia di Bolzano, in Trentino-Alto Adige. La città, situata a pochi chilometri di distanza da Merano, è incastonata in una scenografia naturale di immensa bellezza caratterizzata che alterna i paesaggi alpini ai frutteti e ai vigneti che si estendono fino all’orizzonte. Da qui è possibile anche raggiungere il Parco Naturale Gruppo di Tessa, una destinazione imprescindibile per tutti gli amanti della natura e delle attività outdoor.

Lagundo è celebre anche per ospitare la sede della Forst, la fabbrica di birra più grande d’Italia situata nella frazione di Foresta a un’altitudine di 350 metri e fondata nel 1857. Ed è proprio qui che oggi vogliamo recarci insieme a voi per vivere una favola natalizia pensata per sognatori di ogni età.

A partire dalla fine di novembre, e per tutto dicembre, la birreria è stata trasformata nella Foresta Natalizia per permettere a tutti gli amanti del Natale di perdersi e immergersi nell’autentica e suggestiva atmosfera dell’Avvento.

Lagundo, la Foresta Natalizia nella sede sede della borra Forst

Fonte: Ufficio Stampa

Lagundo, la Foresta Natalizia nella sede sede della birra Forst

La magica Foresta Natalizia: date e appuntamenti imperdibili

Come per magia, la fabbrica della birra Forst è stata trasformata in una fiaba di Natale. Grazie all’evento Foresta Natalizia, giunto alla sua decima edizione, i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo potranno scoprire e riscoprire le tradizioni dell’Avvento immersi in una location unica e suggestiva.

Ad attendervi ci saranno caminetti scoppiettanti, casette di legno gastronomiche, una pista di pattinaggio e l’imponente Fienile della birreria che ospita una mostra di solidarietà. Non mancano, ovviamente, mercati contadini con prodotti agricoli e artigianali del territorio, una mostra di presepi e una stalla con le pecore.

Nella Foresta Natalizia non sarete mai soli. Passeggiando tra luci e decorazioni potrete incontrare i Krampus, i diavoli delle Alpi, insieme a San Nicola. Aguzzate bene la vista, però, perché tra le casette di legno e il mercato si nasconde anche Babbo Natale insieme ai suoi elfi. È a lui che potrete sussurrare i vostri desideri.

La magica Foresta Natalizia resterà aperta fino a domenica 7 gennaio 2024. Resterà chiusa, invece, il 27 e il 28 novembre, l’11, il 12, il 18, il 19 e il 24 dicembre.

La fabbrica della birra italiana si è trasformata in un regno di Natale

Fonte: Ufficio Stampa

La fabbrica della birra italiana si è trasformata nel regno di Natale

 

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Il resort più bello del mondo è una casa sull’albero nella foresta

Il termine eco-sostenibilità è diventata ormai una priorità, un principio fondamentale che sta guidando l’evoluzione di diversi settori, uno di questi è sicuramente il turismo.

Sempre più strutture alberghiere, infatti, stanno adottando politiche ecocompatibili, cercando di ridurre al minimo l’impatto ambientale e di promuovere un turismo più responsabile.

Tra tutte le nazioni del mondo, c’è un Paese che si distingue come uno dei leader indiscussi in termini di sostenibilità ambientale: il Giappone. L’attenzione per l’ambiente, infatti, è radicata nella sua cultura e nelle sue tradizioni. Il profondo rispetto per la natura, intrinseco nella filosofia Shinto e nel concetto di “mottainai” (che esprime disprezzo per lo spreco), ha plasmato la visione di questa nazione sull’uso efficiente delle risorse e la conservazione della biodiversità.

Oggi ci troviamo a Okinawa, un arcipelago di isole tropicali nel sud del Giappone, noto per la sua bellezza naturale mozzafiato e la sua ricca cultura. Più precisamente, siamo nel Parco Nazionale di Yambaru, una riserva naturale che ospita il Treeful Treehouse, un resort sostenibile che offre un’esperienza senza eguali per immergersi completamente nella natura.

Treeful Treehouse: un’oasi di sostenibilità nel cuore di Okinawa

Treeful Treehouse

Fonte: Treeful Treehouse Sustainable Resort

Treeful Treehouse Resort, Parco Nazionale di Yambaru, Okinawa

Nel cuore lussureggiante del Parco Nazionale di Yambaru a Okinawa, troverai una meraviglia di sostenibilità, il Treeful Treehouse. Questo resort è un vero tributo all’ambiente e alla natura, un luogo in cui l’eco-design si fonde con la bellezza selvaggia dell’isola.

Progettato con un profondo rispetto per l’ambiente circostante, ogni dettaglio del riflette l’amore e l’impegno per la salvaguardia della flora e della fauna locali. Qui, il lusso non è ostentato, ma si trova nel silenzio della foresta, nel design armonioso delle case sugli alberi e nell’esperienza autentica di vivere a stretto contatto con la vegetazione.

In questa struttura innovativa la sostenibilità non è solo un concetto astratto, ma un vero e proprio stile di vita. Infatti, l’energia viene generata da pannelli solari a zero emissioni, che catturano la luce del sole per alimentare ogni angolo del resort, eliminando completamente l’utilizzo di combustibili fossili.

Inoltre, la produzione di energia in loco non solo alimenta le case sull’albero, ma contribuisce anche a creare un ambiente più pulito e salubre. E quando si tratta di manutenzione, il Treeful Treehouse si affida alla natura stessa. Le capre del luogo hanno il compito di tosare il prato, eliminando la necessità di un tosaerba e aggiungendo un tocco di charme rurale all’intera esperienza.

Ogni dettaglio è stato concepito per farti sentire parte di un ecosistema più grande, un mondo in cui l’uomo e la natura possono coesistere in armonia, proteggendo il nostro pianeta per le generazioni future.

Yambaru: il cuore verde di Okinawa

Il Parco Nazionale di Yambaru, istituito nel 2016, è davvero un tesoro nascosto situato nella parte settentrionale dell’isola principale di Okinawa. Questa splendida area abbraccia i pittoreschi villaggi di Kunigami, Ōgimi e Higashi, insieme alle acque circostanti, offrendo un rifugio davvero unico per una sorprendente varietà di flora e fauna selvatica.

Nel 2021 è stato riconosciuto come quinto Patrimonio Naturale dell’Umanità del Giappone, un prezioso riconoscimento che testimonia l’importanza ecologica della regione e il suo ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità.

Inoltre, qui è possibile partecipare a emozionanti tour guidati con esperti locali per esplorare la meravigliosa foresta. Le guide, grazie alla loro conoscenza approfondita del territorio e alla passione per la natura, trasformeranno ogni itinerario in un’avventura indimenticabile. Ti sveleranno i segreti nascosti della zona, insieme alle sue creature rare e alle piante endemiche, accompagnandoti con affascinanti racconti sulla vita selvaggia di Yanbaru.

Treeful Treehouse

Fonte: Treeful Treehouse Sustainable Resort

Treeful Treehouse Resort, Parco Nazionale di Yambaru, Okinawa
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La foresta di Hoia Baciu, tra leggende e avvistamenti di UFO

È stata definita la foresta più inquietante del mondo e si è anche aggiudicata il soprannome di “Triangolo delle Bermuda della Transilvania”. Sulla foresta di Hoia Baciu aleggiano storie e leggende che fanno venire la pelle d’oca. C’è chi sostiene che sia la casa del diavolo, chi giura di aver visto dei fantasmi aggirarsi tra i suoi spettrali alberi sottili e ricurvi, chi addirittura ha raccontato di avvistamenti alieni. Se siete amanti del brivido e dei fenomeni paranormali, è senza alcun dubbio questa la vostra tappa perfetta in un viaggio in Romania.

Foresta di Hoia Baciu, tra storia e mito

Nell’immaginario collettivo la Transilvania viene subito associata al famigerato conte Dracula. Tuttavia, il celebre Castello di Bran non è l’unico luogo della regione che custodisce miti e leggende misteriose. Nei pressi di Cluj-Napoca, terza città della Romania nel nord-ovest del Paese, la foresta di Hoia Baciu sembra pronta a mettere alla prova anche i più scettici.

Si ritiene che esista fin dalla preistoria, scavi archeologici nell’area hanno infatti portato alla luce prove di insediamenti umani risalenti al Paleolitico. Anticamente, la foresta faceva parte del territorio dei Daci, una tribù tracia che abitò la regione dal 500 a.C. al 106 a.C. circa.

Il nome “Hoia Baciu” deriva da una leggenda locale. Si narra che un pastore di nome Baciu si fosse avventurato nella foresta con il suo gregge di 200 pecore, scomparendo senza lasciare traccia. Nessuno ha mai saputo che fine abbiano fatto l’uomo e i suoi animali, ma la foresta ha finito per portare il suo nome come un promemoria agghiacciante della sua natura enigmatica.

Paura e venerazione si sono alternati per secoli tra questi alberi. Nel corso della storia, la foresta di Hoia Baciu è stata per alcuni un luogo sacro dove venivano venerati gli spiriti della natura e gli antichi dei, per altri un posto maledetto, dimora del diavolo e scenario di fenomeni inspiegabili.

Ad aver ulteriormente alimentato la reputazione soprannaturale della foresta, che si estende per oltre 300 ettari nella periferia della città, sono i bizzarri alberi, ricurvi e sottili, che sembrano essere stati creati apposta per il set di un film horror. Ma ciò che la rende ancora più inquietante è la presenza di un’area perfettamente circolare dove non cresce nemmeno una pianta.

Le leggende della foresta “stregata” nel cuore della Transilvania

Varie e numerose le leggende che contribuiscono ad aumentare le suggestioni di cui è già naturalmente ricca la foresta di Hoia Baciu. Alcune delle storie più ricorrenti riguardano apparizioni di fantasmi, sparizioni misteriose e fenomeni paranormali. C’è chi dice che se ci si avventura nella foresta di notte ci si può imbattere negli spettri che si aggirano tra gli alberi, o addirittura vedere strane luci e oggetti non identificati sorvolare il bosco. Tra le storie più agghiaccianti c’è quella di una giovane ragazza scomparsa nella foresta, riapparsa cinque anni dopo, immutata e senza alcun ricordo degli anni trascorsi.

La foresta è balzata all’attenzione internazionale nel 1968 quando Emil Barnea, un tecnico di Cluj  ex ufficiale dell’esercito, affermò di avere avvistato un UFO mentre era in compagnia della fidanzata. L’uomo scattò una fotografia del presunto disco volante, diventata oggetto di controversie: secondo il direttore dell’osservatorio astronomico di Cluj sarebbe un pallone aerostatico ripreso da un’angolazione particolare, tuttavia alcuni esperti hanno negato questa possibilità e hanno giudicato la foto presumibilmente “autentica”.

Altrettanto nota è la storia del biologo Alexandru Sift, che dopo aver visitato da giovane Hoia Baciu, raccontò di aver avuto per due settimane febbre e strane ustioni su tutto il corpo. Il professore ha così trascorso la sua vita a indagare sui misteri della foresta, con l’intento di dare una spiegazione scientifica all’accaduto, studiando i fenomeni della luce e del magnetismo che avvengono in quest’area e fornendo un ricco archivio di fotografie dei fenomeni, andato però perduto parecchi giorni dopo la sua morte nel 1993.

Una delle attrazioni più famose della foresta di Hoia Baciu in Romania è la “Radura”, un’area circolare dove non crescono alberi, e dove si dice che si verifichino strani eventi. Gli scienziati hanno proposto diverse spiegazioni per il fenomeno, tra cui la possibilità che quel punto fosse un tempo il sito di un antico luogo di sepoltura o che la composizione del terreno sia inadatta alla crescita delle piante. Spiegazioni che però non sembrano aver convinto gli abitanti del posto, persuasi che questo cerchio sterile sia maledetto e che chi vi entra possa essere colpito da energia negativa.

Ma non è finita qui: di recente, una delle pagine social dedicate alla località infestata ha riportato che nel cuore della notte, alcune persone a caccia di misteri irrisolti hanno realizzato diversi scatti che testimonierebbero l’esistenza di esseri non identificati, dall’aspetto non umano.

Foresta di Hoia Baciu oggi: cosa fare e vedere

A questo punto non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottolineare che la foresta “stregata” di Hoia Baciu offre un’esperienza senza precedenti. Che siate amanti del brivido, appassionati di storia, di fauna selvatica o investigatori del paranormale, in questo bosco unico nel suo genere ce n’è davvero per tutti i gusti.

Nonostante la sua reputazione di luogo infestato e misterioso, la foresta di Hoia Baciu è innanzitutto un sito di bellezza naturale e biodiversità. Tanti gli sforzi per proteggere questa attrazione custodita nel cuore della Transilvania e il suo ecosistema unico, così che anche le generazioni future possano apprezzare il suo fascino indescrivibile.

Con un’estensione di 3 chilometri quadrati, la foresta di Hoia Baciu offre un ampio e variegato spazio per escursioni indimenticabili, con sentieri che si snodano attraverso boschi fitti e radure aperte. Durante il cammino, si può avvistare l’incredibile fauna selvatica del posto, imbattendosi in una serie di alberi dalle forme bizzarre, che aggiungono un ulteriore livello di mistero al viaggio.

Chiaramente, oggi la foresta di Hoia Baciu è una destinazione popolare per i visitatori in cerca di un contatto con l’ignoto, che desiderano vivere un’avventura al di fuori del comune. Il suggerimento è di affidarsi a guide esperte, che offrono l’opportunità di esplorare in tutta sicurezza l’inquietante bellezza della foresta e di conoscerne ogni segreto, ascoltando la sua storia e le sue leggende più da vicino.

Alcune compagnie turistiche offrono anche escursioni notturne, per permettere ai più temerari amanti del brivido l’opportunità di sperimentare l’atmosfera agghiacciante della foresta al calar del sole. Una volta qui, tenete gli occhi ben aperti in direzione del cielo: potreste scorgere fenomeni inspiegabili, come strane luci o forme simili a dischi volanti.

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La foresta in Spagna che è stata trasformata in un’opera d’arte

Quando pensiamo alla Spagna, la nostra mente ci trasporta immediatamente verso le incantevoli luci di Madrid, l’architettura innovativa di Barcellona e l’atmosfera calorosa e vibrante che pervade ogni angolo di queste città. Immaginiamo il suono delle chitarre di flamenco, i gusti intensi della paella e l’energia pulsante dei mercati all’aperto. Eppure, c’è un altro volto di questa splendida nazione, meno conosciuto ma altrettanto affascinante, che sembra quasi uscito da un libro di fiabe.

Benvenuti nei Paesi Baschi, una regione in cui la bellezza della lussureggiante vegetazione si unisce all’intenso blu del mare, creando paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Questo territorio custodisce autentiche meraviglie naturali, con le sue maestose montagne, i fiumi e una miriade di boschi. Tra questi ce n’è uno che si distingue da tutti gli altri: il Bosco di Oma (conosciuto come “Omako Basoa” nella lingua basca). Non un bosco qualunque, ma una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.

Nel 1984, infatti, il talentuoso scultore e pittore Augustín Ibarrola lo ha trasformato in un vero e proprio capolavoro artistico. Con uno stile audace e colorato, ha dipinto alberi e rocce, creando un’opera d’arte unica nel suo genere. Oggi, questo luogo incantevole è diventato un museo naturale, in cui l’arte e la natura si fondono armoniosamente.

La magia del Bosco di Oma: un universo di colori

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna

Il Bosco di Oma, situato nel quartiere omonimo nel comune di Kortezubi, è il simbolo di come, talvolta, l’arte possa valorizzare e reinterpretare il paesaggio naturale.

Tutto ebbe inizio nel periodo tra il 1982 e il 1985, quando Agustín Ibarrola decise di fondere il suo talento con la natura. Con maestria e creatività, trasformò i tronchi degli alberi in autentiche tele viventi, creando un dialogo silenzioso e potente con il paesaggio circostante. Il risultato fu sorprendente: 47 rappresentazioni uniche, un’esplosione di colori e creatività.

Grande sostenitore della “land art“, un movimento artistico contemporaneo nato negli Stati Uniti negli anni ’60, ha messo in risalto l’importanza di intervenire sulla natura non per alterarla, ma per evidenziarne la bellezza. Invece di creare opere d’arte da esporre in gallerie o musei, si utilizza il paesaggio come una tela bianca, per rendere l’arte accessibile a tutti e rifiutare l’aspetto economico e materiale della creazione artistica.

Sulle superfici degli alberi sono dipinte una serie di immagini che vanno dagli animali alle figure geometriche e umane, fino a rappresentazioni parziali come occhi e labbra. Queste opere non sono immediatamente visibili al primo sguardo. Richiedono, infatti, un’osservazione più attenta e globale, che tenga conto dell’intero perimetro dei tronchi. L’arte di Ibarrola, in questo contesto, è strutturata in modo tale da rivelare il suo pieno significato solo quando si osserva l’ambiente nel suo insieme.

Per aiutare i visitatori a sperimentare questa visione, sono stati posti segni sugli alberi che indicano il punto esatto da cui guardare. Seguendo questi indicatori, è possibile posizionarsi in modo tale da ammirare l’intera scena come l’artista l’ha concepita, scoprendo così la vera essenza del Bosco di Oma: un luogo dove arte e natura si fondono in un coinvolgente e stimolante dialogo visivo.

Il bosco di Oma: divertimento e arte a contatto con la natura

Immerso nella bellezza rigogliosa della Riserva della Biosfera di Urdaibai, a nord-est di Kortezubi, si trova il Bosco di Oma, una meraviglia artistica e naturale senza pari. Questo luogo incantevole è un vero tesoro per coloro che desiderano combinare l’amore per l’arte e l’ambiente in un’unica esperienza.

Qui, la creatività non è confinata alle pareti di un museo, ma vive e respira tra le fronde degli alberi, offrendo un modo affascinante e interattivo di connettersi con il paesaggio. In ogni angolo del bosco, si trovano nuove sorprese che stimolano l’immaginazione e la curiosità, rendendo la visita un’avventura davvero emozionante.

Infine, non potete assolutamente farvi mancare una visita alla grotta di Santimamiñe. Questo sito archeologico, considerato uno dei più importanti della provincia, si trova proprio all’inizio del percorso per il bosco di Oma, è famoso per le sue pitture rupestri, che ritraggono cervi, cavalli e orsi in un affascinante spaccato della vita preistorica.

Queste opere d’arte antiche vantano oltre 14.000 anni di storia e sono state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2008.

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna