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Luoghi da visitare in Sicilia partendo dall’aeroporto di Catania

La Sicilia è tutta da amare. Visitarla in una sola volta è impossibile, perché merita di essere esplorata a passo lento, assaporandone ogni sfumatura culturale, architettonica e paesaggistica. Se il prossimo viaggio nella Perla del Mediterraneo prevede di atterrare all’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, potete scegliere di rimanere nella splendida città ai piedi dell’Etna godendo del suo centro storico barocco dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, oppure potete decidere di spostarvi in una delle splendide località turistiche della Sicilia orientale che sorgono nei suoi dintorni.

Ecco alcuni consigli per visitare borghi storici, litorali incontaminati e paesaggi meravigliosi a pochi chilometri e facilmente raggiungibili da Catania.

Tappe da visitare a nord di Catania

Partendo dall’aeroporto di Catania, sono diverse le perle siciliane da visitare a poca distanza. Viaggiando verso nord, esploriamo alcune tappe alla scoperta della splendida costa che giunge fino a Taormina: Aci Castello, Aci Trezza, Acireale e Zafferana Etnea.

Taormina e le Gole dell’Alcantara

Taormina dista poco più di 60 chilometri da Catania ed è una delle città più amate dai turisti di tutto il mondo. La sua posizione, a circa 250 metri a strapiombo sul mare, la rende ancora più ricca di fascino e attrattiva. I bellissimi giardini pubblici della villa comunale sono il polmone verde della città ma anche un luogo dove ristorarsi lasciandosi inebriare dal profumo dolce di magnolie e bouganville.

Il Duomo, risalente al XIII secolo, è imponente e maestoso e contiene opere di grande valore artistico che vanno dal periodo bizantino a quello rinascimentale. È il Teatro Greco il monumento più rappresentativo di Taormina: chiamato anche Teatro Antico, venne costruito dai greci intorno al III secolo a.C., dopo la realizzazione del teatro di Siracusa, ed è la seconda struttura teatrale più grande della Sicilia.

Taormina vista dal Teatro Greco antico, in Sicilia

Fonte: iStock

Taormina vista dal Teatro Greco

Dopo una visita al centro storico di Taormina, gli amanti della natura non possono lasciarsi scappare le Gole dell’Alcantara, a poco più di 20 chilometri verso l’entroterra. Un luogo incredibile e meraviglioso, caratterizzato da gole naturali di basalto scavate dallo scorrere incessante delle acque pure e cristalline del fiume Alcantara. Le pareti raggiungono un’altezza di 25 metri e la loro particolarità è la forma bizzarra che hanno assunto nel corso dei millenni, grazie alla lava incandescente che, a contatto con l’acqua, ha dato vita a pareti dalle geometrie spettacolari.

Le Gole di Alcantara, da visitare nei dintorni di Taormina

Fonte: iStock

Gole di Alcantara

Aci Castello e Aci Trezza

Prima di raggiungere Taormina, meritano sicuramente una visita le cittadine marinare di Aci Castello e di Aci Trezza, rispettivamente a 18 km e a 20 km dall’aeroporto di Catania. Affacciate sulla splendida costa assolata bagnata dal mar Ionio, le due località sono affascinanti tesori ricchi di storia e bellezze naturali e architettoniche. Ad accomunarle è lo spettacolo delle Isole Ciclopi, luogo che ha fatto da sfondo al capolavoro intramontabile “I Malavoglia” di Giovanni Verga: grandi strutture geologiche caratterizzate da migliaia di pilastri naturali di lava solidificata che emergono dalle acque del mare, formatesi più di un milione e mezzo di anni fa. Oggi quest’area è protetta all’interno della Riserva integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi.

Alba sulle Isole dei ciclopi, di fronte ad Aci Trezza, in Sicilia

Fonte: iStock

Alba sulle Isole dei ciclopi, Aci Trezza

Dopo una passeggiata sul lungomare, sul quale si affacciano le antiche casette dei pescatori, ci si addentra nel cuore pulsante dei borghi. Da visitare è il Castello Normanno di Aci Castello, oggi sede del museo civico della città, e dal quale prende il nome. Dal castello, il panorama che si stende davanti alla vista è qualcosa di unico e meraviglioso. Ad Aci Trezza è il Museo Casa del Nespolo di Aci Trezza a raccontare la storia della cittadina, fatta di tradizioni tramandate nei secoli. Non può mancare anche una degustazione della gastronomia locale, che unisce gli ingredienti del mare a quelli della cucina siciliana, in un esplosione di sapori indimenticabile.

Acireale

Seguendo la costa verso nord, la prossima tappa è Acireale, a soli 6 km di distanza da Aci Trezza. Un tesoro barocco che unisce lo splendore del mare, con la Riserva Naturale de La Timpa che offre un mare limpido e spiagge rocciose in cui poter fare il bagno, e il fascino della cultura del luogo tramite le architetture che ne testimoniano la storia millenaria.

Sulle sue strade sono molteplici i palazzi nobiliari e le chiese antiche che vi si affacciano, regalando scorci di rara bellezza. Da visitare sono la Cattedrale di Maria Santissima Annunziata, risalente al XVI secolo, e le antiche terme romane. Acireale è celebre anche per il suo Carnevale, tra i più suggestivi d’Italia.

Zafferana Etnea

A 600 metri sul livello del mare, sorge Zafferana Etnea: posizionato ai piedi delle pendici orientali dell’Etna e a 15 km da Acireale, questo splendido borgo ha un patrimonio culturale, storico e paesaggistico che richiama numerosi turisti durante tutto l’anno. Qui si possono percorrere i diversi sentieri escursionistici che risalgono i pendii, oppure ammirare antiche chiese e palazzi storici, i sorvegliati speciali del vulcano attivo più alto d’Europa. Da non perdere sono i giardini con la fontana e la chiesa di Santa Maria della Provvidenza, proprio nel centro storico nel quale si svolge uno degli eventi più importanti della zona: l’Ottobrata, una festa che celebra i prodotti tipici locali, tra i quali il miele.

Vista da Zafferana Etnea, in Sicilia

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Vista sull’Etna da Zafferana Etnea

Tappe da visitare a sud di Catania

Partendo sempre dall’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, ci spostiamo in direzione sud, verso stupendi borghi affacciati a un mare limpido e cristallino in cui tuffarsi. Ecco alcuni suggerimenti per visitare Augusta, Siracusa, Vizzini e Caltagirone.

Augusta

A poco più di 40 chilometri a sud dell’aeroporto di Catania sorge Augusta, un gioiello nascosto affacciato sullo Ionio con una storia millenaria da raccontare. Famosa per il suo porto, tra i più importanti della zona, è dominata dal Castello Svevo, una fortezza medievale, e custodisce la Chiesa Madre, importante testimonianza dell’architettura barocca siciliana. Dopo una visita al centro storico, non può mancare una pausa al mare sulle sue spiagge rocciose, come lo Sbarcatore dei Turchi, alternate a suggestive grotte scavate dall’acqua.

Siracusa

Siracusa è un’altra delle splendide località della costa orientale della Sicilia. Situata poco più a sud rispetto ad Augusta, la città è conosciuta per gli edifici barocchi del centro e per Ortigia, la parte della città costruita su un isolotto collegato con la terraferma. Anche qui è facile perdersi nel labirinto di viuzze, tra palazzi nobiliari e monumenti storici. 

Da appuntare per una visita il Parco Archeologico Neapolis: 240.000 mq di area che custodisce testimonianze antichissime, risalenti all’età protostorica, tardoantica e bizantina. Da non perdere anche il teatro greco e il curioso Orecchio di Dionisio, una grotta di origine calcarea che assume la forma di orecchio: in questo antro naturale il gioco dell’eco è impressionante, arrivando ad amplificare i suoni fino a 16 volte.

Un altro consiglio è quello di passeggiare lungo le viuzze che si snodano lungo la Giudecca, il quartiere ebraico della città. Da non perdere anche il castello Eurialo e la speciale fonte di Aretusa (sull’isola di Ortigia): questo è l’unico luogo in Europa in cui crescono ancora spontaneamente i papiri.

Siracusa e la sua isola di Ortigia, con il centro storico e il mare turchese

Fonte: iStock

Siracusa e l’isola di Ortigia

Vizzini e Caltagirone

Spostandoci verso l’entroterra si raggiungono Vizzini e Caltagirone. A circa 50 km a sud rispetto all’aeroporto di Catania sorge il borgo di Vizzini, raggiungibile in auto in circa 30 minuti. Strette viuzze si snodano tra antiche case in pietra e storiche testimonianze di un passato culturale e artistico di estrema importanza. Meritano una visita la Chiesa di San Giovanni Battista, esempio dell’architettura barocca siciliana, e la Chiesa Madre, che custodisce alcune opere d’arte di grande valore. Per un tuffo nella vita del celebre scrittore siciliano Giovanni Verga, si può visitare il Museo dell’Immaginario Verghiano.

E poi c’è Caltagirone, con le sue botteghe artigiane di maestri ceramisti, di cui sono piene le viuzze del centro, abbellite dalle colorate piastrelle di produzione locale. Famosa la scalinata di Santa Maria del Monte, con i suoi 142 gradini colorati, tra le più spettacolari del mondo.

Ma Caltagirone non è solo la patria della ceramica. I suoi monumenti e le chiese sono testimonianza di diverse epoche storiche che ne hanno modificato le architetture. Da visitare la Chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo meraviglioso chiostro.

Caltagirone e la celebre scalinata con le ceramiche, in Sicilia

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Scalinata di Santa Maria del Monte, Caltagirone

Tappe da visitare nell’entroterra di Catania, tra la città e l’Etna

Visitare la Sicilia dell’entroterra è un viaggio meraviglioso alla scoperta di tradizioni, storie antiche e paesaggi naturali incontaminati. Dall’aeroporto di Catania ci allontaniamo allora dal mare verso l’interno, immergendoci nella campagna punteggiata da splendidi borghi e cittadine custodi di un patrimonio di immenso valore. Ecco allora alcuni suggerimenti per fare tappa a Motta Sant’Anastasia, Belpasso, Sperlinga e Bronte.

Motta Sant’Anastasia

Un gioiello nascosto tutto da esplorare è Motta Sant’Anastasia. Sono solo 16 i chilometri che la dividono dal terminal aeroportuale di Catania e una tappa qui vale assolutamente il viaggio. Immerso nella natura, questo borgo racconta la storia di un passato culturale e artistico importante grazie al suo Castello Normanno, antica fortezza che domina l’area e dalla quale si gode di un panorama incantevole sui dintorni caratterizzati dal caratteristico basalto nero.

L’essenza di Motta Sant’Anastasia si esprime anche nelle tradizioni e nelle feste popolari che tutt’oggi animano la popolazione. La più celebre è la Festa di Sant’Anastasia, un evento colorato e vivace che riunisce tutta la comunità che abita queste terre.

Belpasso

Il viaggio prosegue con una tappa a Belpasso, una località che brilla di luce propria alle pendici dell’Etna, ricostruita dai suoi abitanti e risorta dalle proprie ceneri più volte a seguito di alcune devastazioni causate dal vulcano e dai terremoti, avvenute nel corso dei secoli.

Abbarbicata sulle pendici del vulcano, la cittadina viene comunemente chiamata anche la “Scacchiera dell’Etna” per via del suo schema urbanistico con strade e incroci che, dall’alto, s’intersecano ricordando proprio una scacchiera. Tra le vie del centro storico, meritano una visita la Chiesa Madre, il convento e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, esempi di barocco siciliano, e Palazzo Scrofani, caratterizzato da elementi barocchi alternati alla pietra lavica.

Sperlinga

Proseguendo il viaggio verso l’entroterra siciliano, dopo circa 90 km di viaggio si raggiunge Sperlinga, una cittadina incastonata nel paesaggio delle Madonie, in provincia di Enna. La visita a questa località merita sicuramente in viaggio da Catania per via del suo splendido castello, dalla struttura particolare: è scavato nella roccia e composto da un labirinto di grotte e tunnel che si snodano per diversi chilometri. Raggiungendo la fortezza tramite i vicoli che attraversano il caratteristico centro storico, si apre un panorama che toglie il fiato sulle colline ricoperte da distese di vigneti e ulivi.

Sperlinga e il suo castello costruito nella roccia, in Sicilia

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Sperlinga e il suo castello

Bronte

Il viaggio nell’entroterra siciliano nei dintorni di Catania non può non contemplare anche una tappa a Bronte, la patria del pistacchio conosciuta in tutto il mondo. Sorge alle pendici dell’Etna su dolci colline che vedono la produzione del cosiddetto “oro verde”, tra i pistacchi più buoni del mondo. Ma Bronte non riserva ai propri visitatori soltanto la storia e la cultura culinaria legata ai pistacchi. Il patrimonio culturale custodito in questo borgo comprende anche il Castello di Nelson, struttura del XIV secolo che oggi ospita un museo, e la Chiesa di Santa Maria.

 

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Dove dormire a La Valletta: i quartieri migliori per l’hotel

La Valletta, la splendida capitale di Malta, è una delle destinazioni del Mediterraneo adatta a tutti coloro che sono alla ricerca del giusto mix di storia e cultura, paesaggi e bellezze naturali uniche e tanto divertimento.

Riconosciuta anche nel 1980 come patrimonio dell’umanità UNESCO, La Valletta è una città fortificata, dal tipico stile barocco, con chiese monumentali, musei e ben 320 monumenti nel centro storico. Dormire a La Valletta significa immergersi nella frenetica vita della capitale maltese, una città adorata anche molto dai giovani per la sua vita notturna.

Proprio per questo motivo, scegliere dove dormire a La Valletta è molto importante per vivere nel migliore dei modi il viaggio sulla splendida isola di Malta.

Centro Storico di La Valletta

Il centro storico di La Valletta è, senza dubbio, uno dei luoghi più affascinanti dove decidere di soggiornare. Conosciuto anche come la città vecchia, questa zona della capitale è un vero e proprio labirinto a cielo aperto, che fa vivere ai turisti un’esperienza unica, immersi in piazze pittoresche, palazzi storici e stradine acciottolate. Dormire nel centro storico di La Valletta farà rivivere la storia di quella che un tutt’oggi viene riconosciuta con il titolo di Città Umilissima.

I vantaggi di dormire nel centro storico di La Valletta sono dati, principalmente, dalla vicinanza alle attrazioni principali della città, come la Concattedrale di San Giovanni, il Palazzo del Gran Maestro e i Giardini di Barrakka, facilmente raggiungibili a piedi. Oltre a questo, non si può non menzionare la possibilità di godere di un’atmosfera unica, che permette di vivere la vera essenza di La Valletta e dell’isola di Malta, con angoli e scorci storici e ristoranti tradizionali. Inoltre, la presenza della stazione principale degli autobus in questa zona rende gli spostamenti molto semplici per scoprire i dintorni di La Valletta.

D’altro canto, dormire a La Valletta, nel centro storico della città ha degli svantaggi, dati dalla sua posizione centrale e dalla presenza di numerosi servizi. Gli hotel in questa zona, infatti, tendono ad essere più costosi di altre zone. Oltre al fatto che, a causa dei numerosi eventi e locali notturni, può risultare rumoroso per il flusso di turisti e giovani.

Centro storico di La Valletta

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Via pedonale del centro storico di La Valletta

Lungomare di La Valletta

Il lungomare di La Valletta è una zona molto vivace e ricca di eventi, soprattutto durante il periodo estivo.
Fra concerti e serate danzanti, il lungomare di La Valletta è il luogo ideale per chi è alla ricerca di sano divertimento per concludere la giornata sull’isola maltese.

Trovare una sistemazione in questa zona della città, che sia recente e moderna, non è così facile, ma ciò farà vivere ai visitatori di La Valletta la possibilità di dormire in sistemazioni uniche e rustiche, dallo stile tipico maltese, o addirittura in vecchi palazzi storici. Come per il centro storico, anche le sistemazioni sul lungomare di La Valletta hanno un prezzo più elevato rispetto la media, ma ciò non deve scoraggiare tutti coloro che sono alla ricerca di un alloggio nel cuore pulsante di Malta.

Sliema

Sliema è una zona situata appena fuori le mura di La Valletta ed è una delle zone più popolari per soggiornare a Malta. È conosciuta per la sua vivacità, per la presenza di negozi alla moda e per la vivace vita notturna. Tutti dettagli che la rendono una delle zone dell’isola più ricercate dai turisti alla ricerca di un’esperienza diversa dalla storicità del centro storico.

C’è un’ampia scelta di alloggi, fra hotel, appartamenti e bed & breakfast adatti a tutte le tasche, oltre che di numerosi servizi. Ideale per chi è amante dello shopping, grazie alla presenza di diversi centri commerciali, e per coloro che sono alla ricerca di gusti d’oltre mare, con diversi ristoranti e bar che offrono cucina internazionale.

Molti hotel a Sliema offrono una vista unica sulla baia e sullo skyline di La Valletta, con una passeggiata serale sul lungomare unica nel suo genere.

Cattedrale di San Paolo di sera

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Vista della cattedrale di San Paolo a La Valletta

Però, ci sono anche degli svantaggi. Primo fra tutti la distanza dalle attrazioni storiche, anche se La Valletta è poco distante e raggiungibile sia in autobus, che in traghetto. Allo stesso tempo, essendo una zona molto affollata, soprattutto in alta stagione, Sliema perde il suo fascino locale a favore di un’atmosfera più internazionale.

Floriana

Floriana è una piccola località situata subito fuori dalle mura di La Valletta. Una località che viene spesso trascurata dai turisti, ma che è una vera e propria gemma nascosta di Malta, la scelta giusta per tutti coloro che sono alla ricerca di tranquillità e, allo stesso tempo, vicinanza alle migliori attrazioni turistiche di La Valletta.

È la zona ideale per chi è in cerca di una vacanza rilassante e dalla quale raggiungere il centro storico facilmente a piedi, evitando spostamenti con i mezzi pubblici. Floriana ospita alcuni dei parchi più belli di Malta, come i Giardini di Argotti e i Giardini di San Publio, perfetti per chi ama gli spazi verdi e per passeggiate rilassanti.

Pur essendo vicina a La Valletta, Floriana è meno sviluppata rispetto anche a Sliema in termini di servizi, come ad esempio ristoranti e negozi, e la scelta di hotel per dormire a Malta è più ristretta, nonostante la presenza di alcune ottime opzioni, sia per chi è alla ricerca di un hotel a La Valletta di lusso, sia per chi è alla ricerca della migliore soluzione in termini di qualità/prezzo.

Gżira

Gżira è una località affacciata sul mare, situata tra Sliema e Msida, ed è la località che offre il miglior rapporto qualità/prezzo nella zona di La Valletta. È una scelta eccellente per dormire a La Valletta e per chi desidera essere vicino alla capitale, ma senza spendere troppo. Gli alloggi, infatti, tendono ad essere più economici rispetto a quelli del centro storico di La Valletta o di Sliema e offrono una vista unica sul mare e sulla città vecchia.

Gżira è in una posizione strategia, ben collegata con il resto dell’isola e da dove partire alla scoperta delle spiagge più belle di Malta. Nonostante ciò, non ha molte attrazioni turistiche, in quanto più urbana essere meno affascinante rispetto alle zone storiche, ma può vantare un’estrema vicinanza a Sliema e La Valletta.

Scegliere dove soggiornare a La Valletta dipende molto da ciò di cui si è alla ricerca, quindi dal tipo di vacanza, se improntata al divertimento o alla scoperta della storia di Malta e dei suoi affascinanti palazzi storici e monumenti. Il centro storico offre ai visitatori un’immersione totale nella storia e nella cultura, ma può essere costoso e rumoroso, come la zona del lungomare di La Valletta. Sliema è perfetta per chi cerca comodità, shopping e vita notturna, mentre Floriana offre tranquillità e vicinanza al centro senza il trambusto. Gżira, infine, rappresenta un’ottima opzione per chi cerca alloggi più economici, ma buoni collegamenti verso le altre zone dell’isola.

Qualunque sia la scelta, La Valletta e i suoi dintorni saranno in grado di regalare ai visitatori un’esperienza indimenticabile, tra storia, cultura e panorami naturali mozzafiato.

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Stone Town, cosa vedere nella città vecchia Patrimonio Unesco

Una delle destinazioni da inserire nel proprio itinerario quando si fa un viaggio a Zanzibar è Stone Town, la parte vecchia della colorata Capitale dell’arcipelago, che vanta una grande storia e un particolare passato da cui deriva il suo nome. Non serve trascorrerci molto tempo, ma sicuramente questo è un luogo in grado di colpire i visitatori, che qui arrivano prima di dirigersi a scoprire la natura straordinaria di questa zona del mondo.

Stone Town, informazioni utili

La Stone Town di Zanzibar è conosciuta anche come Mji Mkongwe, che tradotto vuol dire “città vecchia”. Il suo nome deriva dal fatto che i suoi edifici antichi sono costruiti in pietra, pur presentando un’architettura che riflette la molteplicità di influenze che definiscono la cultura swahili in generale: ci sono elementi moreschi, arabi, persiani, indiani ed europei.

Non è quindi difficile immaginare perché la città sia stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco: merito della sua importanza storica e della sua architettura.

Una graziosa località che accoglie il visitatore con un labirinto di vicoli ricchi di case, negozi, bazar e moschee. Tuttavia (e purtroppo) la situazione non è delle più rosee: il patrimonio architettonico di Stone Town è in gran parte in declino, anche a causa della friabilità della pietra locale, tanto che dei suoi circa 1600 edifici solo un 10% riceve manutenzione. Nonostante questo – che ci auguriamo possa trovare presto una soluzione -, una visita a Stone Town vale certamente la pena farla.

Stone Town, Zanzibar

Fonte: iStock – Ph: cinoby

Tra i vicoli di Stone Town

Cosa vedere a Stone Town

Una delle attrazioni principali di Stone Town è senza ombra di dubbio il suo Forte Arabo, una struttura in pietra che nel corso della sua storia è stata utilizzata in diverse maniere: è servita per difendere la città dagli attacchi degli incursori, ma ha ricoperto anche i ruoli di prigione, caserma e deposito di materiale.

Al giorno d’oggi è uno dei cuori pulsanti della cittadina, in cui si riuniscono abitanti e turisti che qui possono partecipare a diversi eventi. Inoltre, al suo interno è possibile passeggiare tra diversi negozi e in un ampio giardino, attualmente adibito a teatro.

A non troppa distanza da questo edificio sorge la struttura più importante di Stone Town: il Palazzo delle Meraviglie. Si tratta della più grande opera architettonica di Zanzibar, che colpisce perché si specchia sul mare. Tra le sue pareti è possibile visitare un modernissimo museo, e al contempo sentirsi catapultati indietro nel tempo grazie alle sue mura merlate. Una piccola curiosità: il suo importante nome deriva dal fatto che fu il primo palazzo della città ad avere la corrente elettrica ed anche il primo edificio dotato di ascensore di tutta l’Africa Orientale.

Voliamo ora presso la Cattedrale anglicana chiesa di Cristo, che al suo interno conserva un altare in cui riposano le spoglie del terzo vescovo di Zanzibar, che è stato anche colui che l’ha voluta far costruire. Ma non è tutto, perché questa struttura possiede una peculiare volta a botte e una croce di legno costruita con l’albero ai cui piedi venne seppellito il cuore di Livingston, nei pressi di lago Bangweulu in Zambia.

Poi ancora il Vecchio Dispensario, edificato per commemorare il giubileo d’oro (cinquantenario dell’incoronazione) della Regina Vittoria, che è forse il palazzo più decorato della città, tanto da presentarsi ai suoi visitatori con balconi intagliati, stucchi e mosaici alle finestre.

Vecchio Dispensario, Stone Town

Fonte: iStock

Veduta del Vecchio Dispensario di Stone Town

Molto interessante è anche la casa di David Livingston che si distingue per essere una elegante residenza in cui soggiornò anche l’esploratore britannico, che scelse questa città come sua musa per pianificare il suo ultimo viaggio nell’entroterra della Tanzania, alla ricerca delle sorgenti del Nilo.

Infine la casa di Freddie Mercury, perché è proprio a Stone Town che questo indimenticabile artista è venuto al mondo. Per questo motivo, si ha la possibilità di scoprire la casa dove questa icona musicale è nata, anche se purtroppo non è valorizzata come dovrebbe.

Un tuffo nella cultura di Stone Town: musei e molto altro ancora

Per capire più a fondo la storia e la cultura di Stone Town vale la pena fare una visita al piccolo museo dedicato agli schiavi che sorge accanto alla Cattedrale anglicana chiesa di Cristo: grazie al supporto di una guida locale, si può conoscere gran parte del sistema di condotti sotterranei e delle celle in cui venivano rinchiusi questi poveri uomini.

Di fronte al Forte Arabo ci sono i preziosi Giardini di Forhodani che, soprattutto al calar della sera, permettono di fare una vera e propria immersione in parte della cultura locale: qui prende vita un mercatino pieno di bancarelle tipiche che vendono pietanze della cultura culinaria zanzibarina.

Di notevole interesse è anche il Museo del Memoriale della Pace che si fa spazio all’interno di un edificio storico e che espone molti reperti della storia di Zanzibar, tra cui l’attrezzatura medica di David Livingston, alcuni elementi dell’antica ferrovia, monete, francobolli ed esempi di artigianato locale. I giardini del museo sono invece la dimora di alcune tartarughe giganti di Aldabra.

Il Museo del Palazzo si trova tra il Palazzo delle Meraviglie e il Vecchio Dispensario, e si distingue per essere un grande edificio a tre piani dedicato al sultano Khalifa bin Haroub e alle sue due mogli.

All’interno del Vecchi Dispensario, invece, vale la pena scoprire il piccolo museo sulla storia di Zanzibar, che raccoglie foto d’epoca del lungomare.

Infine, il mercato di Darajani che è il cuore pulsante della città e che è pieno di bancarelle che vendono spezie, frutta, verdura, pesce, carne e ogni genere di piccola attrezzatura. Come è possibile immaginare, da queste parti è obbligatorio trattare.

Mercato di Darajani, Stone Town

Fonte: iStock

A spasso per il mercato di Darajani
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Il Gran Tour dei Musei d’Impresa, un percorso ricco di fascino

Ai tanti splendidi cammini che sono sorti nel Sud Italia e che arricchiscono l’esperienza naturalistica di migliaia di turisti, si aggiunge ora il Gran Tour dei Musei d’Impresa, che affronta un tema decisamente diverso dal solito. Non si parla di lunghe camminate tra i boschi o in montagna, bensì di un percorso alla scoperta del patrimonio imprenditoriale e culturale del Mezzogiorno. Si tratta dunque di un itinerario in quattro tappe, che ci conduce presso altrettante istituzioni museali dedicate all’eccellenza industriale delle regioni del Meridione. Scopriamo questo incredibile viaggio.

L’idea del Gran Tour dei Musei d’Impresa

Nella cultura imprenditoriale del Sud Italia spiccano alcune eccellenze che hanno fatto la storia: stiamo parlando di aziende che hanno portato alla nascita e alla diffusione di bontà enogastronomiche diventate ormai delle vere e proprie prelibatezze conosciute in tutto il mondo, e che meritano di trovare ulteriore valorizzazione, già a partire dai processi di lavorazione delle materie prime per la realizzazione del prodotto finito. È così che nasce l’idea del Gran Tour dei Musei d’Impresa, un progetto patrocinato da Museimpresa – che da oltre 20 anni promuove molte aziende di successo del nostro Paese.

Il tour è un incentivo non solo a scoprire le eccellenze imprenditoriali del Mezzogiorno, ma anche a promuovere un turismo sempre più territoriale, che ci racconta le tradizioni e le storie di successo del Sud Italia. Grazie al contributo di Welcome Lucania T.O., questo percorso si snoda in quattro tappe che ci portano presso altrettanti musei d’interesse storico e turistico. “È un prodotto innovativo che coniuga l’eccellenza imprenditoriale del Sud Italia al patrimonio culturale, enogastronomico e paesaggistico. Un nuovo modo di visitare e valorizzare territori già noti al turismo, con una visione diversa” – ha affermato Francesco Garofalo, responsabile di Welcome Lucania.

Gran Tour dei Musei d’Impresa: le tappe

La prima tappa di questo interessante tour è il Museo del Confetto Giovanni Mucci, situato nella città pugliese di Andria: è ospitato all’interno della sede originaria della fabbrica Mucci, fondata nel lontano 1894. Qui sono nati alcuni piccoli capolavori dell’arte dolciaria della Puglia, come i famosi “Tenerelli” realizzati con la ricetta segreta di famiglia. All’interno del museo è possibile visitare un percorso espositivo che mostra documenti storici, utensili, macchinari e stampini usati per la produzione di confetti, caramelle e cioccolato.

È invece ad Altamura (prov. di Bari) che ci si può immergere nell’affascinante Museo del Pane di Vito Forte, il quale si trova nel luogo in cui venne costruito uno dei forni medievali più antichi del borgo. Il museo è strettamente legato alla figura del signor Vito Forte, divenuto ambasciatore del pane di Altamura nel mondo. Al suo interno si trovano antichi strumenti utilizzati dai fornai. La terza tappa ci porta a Pisticci (prov. di Matera), e più precisamente alla scoperta del Museo Essenza Lucano. Qui si può ripercorrere la storia del famoso Amaro Lucano e della famiglia che, da ben quattro generazioni, è alla guida dell’azienda.

Infine, non resta che approdare presso il Museo della Liquirizia Amarelli, che trova luogo a Rossano Calabro (prov. di Cosenza). La storia che racchiude è lunga oltre un millennio, e ci porta alla scoperta dell’antichissima tradizione della lavorazione delle piante di liquirizia. Si possono così esplorare, attraverso incisioni, documenti e foto d’epoca, i processi produttivi del passato e quelli moderni. Inoltre c’è la possibilità di ammirare macchinari e strumenti, ma anche oggetti quotidiani e abiti antichi che testimoniano la vita della famiglia che ha dato lustro a questo prodotto.

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Tra Patrimoni Unesco a bordo del primo treno storico enogastronomico in Italia

Viaggiare a bordo di un treno storico è già di per sé un’esperienza fuori dal comune. Ora pensate di farlo ammirando dal finestrino panorami unici al mondo, tutelati dall’Unesco, cullati tra colline che ospitano paesi traboccanti di storia e tradizioni, filari di vigneti che producono alcuni tra i migliori vini al mondo, e di avere la possibilità di visitare le spettacolari Cattedrali Sotterranee di Canelli, partecipare a una degustazione di vini e formaggi a Nizza Monferrato, o brindare con il Brachetto d’Acqui ad Acqui Terme. Questo e molto altro lo si potrà fare a brevissimo sul primo treno storico enogastronomico in Italia.

A bordo del primo treno storico enogastronomico in Italia

Partirà domenica 12 maggio il primo viaggio del 2024 di TrEno Langhe, Monferrato e Roero, un modo inconsueto e originale di visitare in un solo giorno uno dei territori più rinomati al mondo per la qualità del cibo e del vino. Si potranno vivere dieci esperienze uniche, tra Canelli, Castagnole delle Lanze, Neive, Nizza Monferrato e Acqui Terme. Ogni destinazione è completamente diversa dalle altre, per offrire una molteplice possibilità di scelta.

TrEno partirà da Torino Porta Nuova, con la possibilità di salire e scendere a Bra e Alba, e il viaggio sarà raccontato da Narratori del Territorio e allietato da un aperitivo con l’Asti Spumante DOCG accompagnato dagli Amaretti di Mombaruzzo. In ogni località, indipendentemente dalla scelta, ottimi e accoglienti ristoranti proporranno un menù tipico abbinato ai vini del territorio.

A rendere le esperienze ancora più esclusive è la visita a luoghi unici, come i Giardini del Castello di Canelli, normalmente chiusi al pubblico e accessibili solo ai viaggiatori di TrEno. Langhe-Roero e Monferrato, inoltre, hanno ottenuto il primo posto come miglior destinazione enogastronomica, assegnato a Rimini durante il TTG.

Un tour tra borghi e patrimoni unici

Vediamo più da vicino le meravigliose destinazioni del Piemonte che toccherà il viaggio a bordo del treno gastronomico. Canelli è la capitale italiana dello Spumante: qui, nel 1865 è nato l’Asti Spumante a opera di Carlo Gancia. È famosa per le sue cantine, vere e proprie Cattedrali Sotterranee che si diramano nel sottosuolo del paese, dove sono state scavate gallerie nel tufo per oltre 20 km. Capolavori di architettura e ingegneria enologica, in cui si cammina in silenzio, respirando il profumo del legno delle botti, circondati da milioni di bottiglie lasciate a fermentare alla temperatura costante di 12–14 gradi in modo che assumano gli aromi e i sapori tipici dello spumante e dei vini.

Nizza Monferrato e il suo pregiato vino Barbera, del quale è capitale indiscussa, fanno parte del 50° sito Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato. La zona di riferimento del progetto è il suo centro storico con i portici della Via Maestra, dove le botteghe e i palazzi storici permettono di fare un tuffo nel paesaggio umano che ha plasmato queste terre. La città, nella parte più antica, è di forma triangolare con contrade tutte in linea retta e vanta una nutrita presenza di edifici storici dal notevole valore.

La giornata ad Acqui Terme prevede il giro del paese con la sua Cattedrale di Santa Maria Assunta e il suo tesoro più prezioso, il Trittico della Vergine di Montserrat di Bartolomè Bermejo, capolavoro del più importante pittore del ‘400 spagnolo. Si potrà poi far visita al Museo Archeologico con il Castello dei Paleologi, il centro storico, Piazza Italia e la Bollente (Fonte di Acqua Termale Calda a 74,5°). Il pranzo presso l’enoteca e alcuni dei migliori ristoranti proporranno un menù tipico con il Brachetto nelle sue declinazioni dolce, rosso e rosé.

Altra tappa del TrEno Langhe, Monferrato e Roero è Castagnole delle Lanze, uno dei Borghi più belli d’Italia. Una volta arrivati alla stazione, saranno messe a disposizione dei partecipanti 20 e-bike e una navetta per 20 posti. La prima tappa del tour prevede la visita del paese con un aperitivo. Si prosegue, poi, attraversando le dolci colline tra il Monferrato e le Langhe, alla volta di un caratteristico agriturismo dove sarà possibile visitare la cantina e fare un picnic nei vigneti o noccioleti. Se le condizioni atmosferiche non lo consentiranno, il pranzo sarà offerto nella sala ristorante. Il tour conduce, infine, allo splendido borgo di Neive con i suoi splendidi palazzi, le torri e le stradine medioevali.

TrEno Langhe, Monferrato e Roero: date e destinazioni

Ecco le date e le destinazioni in programma nel 2024:

  • 12 maggio: Canelli / Nizza Monferrato
  • 1 giugno: Canelli / Castagnole Neive
  • 21 settembre: Nizza Monferrato / Acqui Terme
  • 12 ottobre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 19 ottobre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 27 ottobre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 10 novembre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 16 novembre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 24 novembre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 15 dicembre: Canelli / Nizza Monferrato
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Briançon, la cittadina murata patrimonio Unesco

Patrimonio UNESCO, conosciuta per la “città fortificata di Vauban“, Briançon, a una quindicina di chilometri dall’Italia, è un gioiello architettonico dove una passeggiata si trasforma in un vero e proprio “viaggio nel tempo”: i suoi millenari edifici storici e i maestosi bastioni, i vicoli, le piazze, le fontane e le meridiane incantano chiunque ne varchi la soglia.

Città più alta della Francia, svetta su di un picco roccioso a 1326 metri di altitudine ed è racchiusa da una cinta di fortificazioni progettata dall’architetto militare Vauban nel 1692 e nel 1700 a scopo difensivo per renderla inespugnabile.

La Fortezza Vauban, un centro storico da “viaggio indietro nel tempo”

Il modo migliore per apprezzare il fascino indiscusso di Briançon è percorrere le antiche stradine lastricate su cui si affacciano le pittoresche e colorate case, molte delle quali con pareti impreziosite da meridiane dipinte.

Tra fontane e pozzi, a testimonianza di quanto l’acqua sia fondamentale per la città, lo sguardo si posa sul noto “Gargoyle di Briançon“, piccolo canale di scolo che consente all’acqua di defluire senza “bagnarsi i piedi”.

Ma siamo appena all’inizio.

Cuore della città fortificata è Place d’Armes, nell’abbraccio di abitazioni dai colori vivaci, abbellita da un pozzo voluto da Vauban, unica fonte di approvvigionamento idrico all’interno della cinta che, in caso d’assedio, si sarebbe rivelato indispensabile per la sopravvivenza degli abitanti: qui, come del resto in tutte le piazze di Briançon, l’atmosfera è allegra e rilassata e non mancano locali per una piacevole sosta.

Di sicuro interesse sono poi la Casa del Tempio, risalente al XVI secolo, oggi sede dell’Ufficio Turistico, la Casa del Papa, ex ospizio in cui Pio VI soggiornò prigioniero per due mesi nel 1799, e il Fort Du Château, edificato nel XIX secolo laddove sorgevano le fondamenta di un castello medievale del XIV secolo: include una caserma, ricoveri sotterranei, piattaforme e una polveriera con contrafforti e volte ed è visitabile con all’incirca un’ora di tempo.
Regala inoltre una vista eccezionale sulle valli del Monginevro e di Serre-Chevalier.

Infine, da non perdere il raccolto Museo delle Miniere, sulla passerella del Fort Du Château, che dal 1990 illustra la storia delle miniere del territorio approfondendo le condizioni di vita e di lavoro dei minatori dell’epoca, e l’Église Notre-Dame et Saint Nicolas de Briançon, la chiesa consacrata nel 1726 che assunse lo status di Collegiata nel 1746.

I suggestivi Forti di Briançon

Se il centro storico è un tripudio di storia e mirabile architettura, l’emozione prosegue con la scoperta dei Forti di Briançon a partire dal Fort des Salettes, raggiungibile con una camminata di circa 25 minuti lungo un sentiero di sassi accompagnati da una guida: progettato da Vauban su un promontorio, vanta la particolarità di un ingresso possibile soltanto da un sotterraneo che inizia dalla torre la quale poteva ospitare fino a cento soldati e tutto il necessario per il loro sostentamento.
Nell’Ottocento, la torre venne trasformata in forte con l’aggiunta di una polveriera da 14 tonnellate, un involucro bastionato e sei casematte di tipo Haxo.

Ancora, ecco il Forte del Randouillet, edificato su tre piattaforme su un promontorio più stretto, il settecentesco Fort Dauphin con il ruolo di avamposto, e l’imponente Forte delle Teste che poteva ospitare fino a 1200 uomini grazie a scuderie, arsenale, polveriere, caserma, due cisterne, panetteria, stalle per 24 cavalli, segrete e caserma.
Gli accessi sono tre: la porta della Durance che permette di entrare dal ponte ad arco di Asfeld, ardita opera tra due ripidi tratti montuosi, il cancello frontale di emergenza a sud, e la porta reale, protetta da un fronte con due bastioni e mezzaluna, fossati e passaggio coperto.

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Lo sai che in Italia esiste una città dalle 500 cupole?

È veramente difficile, per chi non l’ha visto almeno una volta, descrivere il luogo di cui stiamo per parlarvi. Si tratta di una città che non ha una sola anima, ne ha diverse, tutte splendidamente complesse, tutte perfettamente intersecate e connesse. E, se ciò non bastasse, si tratta di un posto che ha un patrimonio storico-culturale immenso, talmente immerso da essergli valso l’appellativo di Città delle 500 Cupole. Ma dov’è? Qual è questa città?

È in Italia, ed è Napoli. Napoli, in grado di rapire il cuore di chi la percorre, di restituire a chi la visita odori e sapori che non si trovano da nessun’altra parte al mondo. Napoli, che coniuga opulenza e ricchezza a scorci poveri ma genuini e colorati. Napoli, che nel caso non lo sapeste è ance la città più ricca al mondo di chiese, edifici di culto e conventi, che punteggiano il suo cielo con le sue calotte circolari, uniche e incantevoli.

Napoli e le sue 500 cupole

Scoprire (e riscoprire) Napoli dovrebbe essere una delle priorità nella vita di chi viaggia spesso. Il capoluogo campano è uno di quei luoghi che offre ristoro a ogni anima, che rinfranca lo spirito e infonde un’incredibile energia. I motivi di questa sua “capacità” sono davvero moltissimi, ma se volessimo sceglierne uno, in questa sede sceglieremmo il meraviglioso mix di sacro e profano che la contraddistingue.

Napoli dall'alto

Palazzi storici e nobiliari ed strutture civiche incontrano chiese maestose e basiliche che spiccano, svettano, quasi a segnalare che questa città più d’ogni altra è vicina a Dio. È proprio per questo che nel XVIII secolo la città si è, appunto, aggiudicata il soprannome di città delle 500 cupole: chi aveva il privilegio di osservare Napoli dall’alto rimaneva colpito da questi tetti tondi, che sembravano e sembrano intervallare la mappa della città, segnalandone la potenza spirituale.

Le chiese più belle di Napoli

E attenzione, le cupole non sono che un “antipasto”. Straordinarie da fuori e dall’alto, molte delle chiese di Napoli nascondono anche dei tesori straordinari al loro interno, lasciando di stucco chiunque le visiti. È il caso, per esempio, del Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore, con interni in stile barocco, o della Chiesa di San Ferdinando, anch’essa con interni barocchi e con incredibili volte affrescate.

Interno della chiesa di San Ferdinando a Napoli

Fonte: iStock

Chiesa di San Ferdinando a Napoli

Da non perdere neanche la di Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, che nasconde capolavori di Stanzione e Giordano e, ovviamente, la maestosa e simbolica Chiesa di San Francesco di Paola di piazza Plebiscito, che “cela” un altare in marmi policromi e lapislazzuli finemente intarsiato.

Vedere Napoli e poi morire (di bellezza)

Vedi Napoli e poi muori“, dice un detto che si è diffuso velocemente nel corso della storia della città e di cui non tutti conoscono il significato. Questo famoso aforisma, scritto da Goethe, è un realtà una delle celebrazioni più alte della città. In pochissime parole (che possono quasi apparire crude, minacciose), Goethe ha cercato di trasmettere un’esperienza totalizzante che lo ha travolto quando ha scoperto la storia della città, le persone che la abitavano, la sua cultura e tutta la sua folgorante bellezza.

Napoli dall'alto di notte

Oltre alle cupole (come se ci fosse bisogno di dirlo!) c’è molto di più. Meraviglie nascoste ed esperienze segrete si accostano facilmente alle visite più “canoniche” ai monumenti della città, ma anche una semplice passeggiata tra i muri dei vicoli della città può facilmente diventare pura suggestione. Dunque, se non ci siete mai stati, è il momento di pensarci: visitate la città dalle 500 cupole e ciò che avrete in cambio sarà un sogno a occhi aperti.

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Puoi dormire in un palazzo che è Patrimonio dell’Umanità

Raggiungere Budapest, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Ungheria, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto. Le cose da fare e da vedere sono tantissime: il Ponte delle Catene che collega le due zone urbane divise dal Danubio, la collina del castello raggiungibile in funivia e poi, ancora, la Piazza della Santa Trinità e gli edifici in stile Art Nouveau che incorniciano passeggiate straordinarie.

Queste sono solo alcune delle attrazioni più iconiche che invitano i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo a raggiungere la capitale dell’Ungheria. A queste, poi, si aggiunge un’esperienza davvero incredibile, forse l’unica nel suo genere. A Budapest, e più precisamente nel cuore della città, è possibile dormire all’interno di un palazzo storico che è Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Benvenuti al Matild Palace.

C’era una volta un palazzo reale

Imponente, maestoso, opulento: impossibile non notare quel meraviglioso palazzo che si erge al 36 della Vaci Utca proprio nel cuore storico di Budapest. Per scoprire la sua storia dobbiamo fare un passo indietro nel tempo a quando la principessa Maria Clotilde di Sassonia-Coburgo-Gotha, poi Sua Altezza Imperiale e Reale, espresse il desiderio di creare un luogo d’incontro e di ritrovo per l’alta società ungherese.

La storia del Matild Palace, corre in parallelo con quella della città e la racconta ancora oggi. La costruzione iniziò durante il periodo della massima espressione della Belle Époque con l’obiettivo di creare un hotspot dal valore sociale per tutti coloro che accedevano alla parte Pest attraversando il ponte Elisabetta.

Completato nel 1902, l’edificio attirò l’attenzione di tutti in città. La sua cifra stilistica, che abbraccia l’Art Nouveau, divenne in poco tempo inconfondibile. A questa, poi, si aggiungono dettagli magistrali e decorazioni sapienti, rendendolo un vero e proprio palazzo iconico, nonché massima espressione di eleganza urbana.

Matild Palace, dormire all’interno di un Patrimonio Mondiale

Annoverato nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il palazzo voluto da Sua Altezza Imperiale e Reale, è stato trasformato in tempi recenti in un hotel, consentendo ai viaggiatori di vivere una delle esperienze più esclusive e incredibili di una vita intera.

Dopo un lungo e sapiente restauro, durato cinque anni, il Matild Palace è stato trasformato in una struttura ricettiva di lusso che oggi ospita 130 camere, di cui 19 suite. Pernottare qui è come fare un viaggio nel tempo che consente di riscoprire una parte della storia della città.

Il Matild Palace è posizionato nel cuore della città, a pochi passi dal Danubio. Addentrandosi negli interni è facile comprendere che non si tratta di un semplice hotel, ma di un vero e proprio cimelio, un museo straordinario e inedito che custodisce la storia di Budapest. Le pareti della lobby, infatti, ospitano le foto storiche della Belle Époque. Nello stesso ambiente, inoltre, campeggia un lussuoso lampadario che un tempo era appartenuto alla principessa.

Le stesse stanze sono un omaggio alla bellezza dei tempi che furono. Soffitti, pareti, complementi d’arredo e oggetti decorativi raccontano la storia della Budapest del XX secolo.

Il fiore all’occhiello della struttura ricettiva è, senz’altro, la Crown Tower Suite posizionata al quinto piano e su tre livelli. Si tratta della prima suite d’hotel del Paese dotata di una torre privata che svetta per 48 metri e che offre una vista mozzafiato sulla città.

Quanto costa dormire nel palazzo reale Patrimonio dell’Umanità? Dipende dal periodo e dalle sistemazioni scelte, ma si parte da una media di 400 euro a notte.

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L’Ungheria dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco: un viaggio straordinario

L’Ungheria si presenta agli occhi del visitatore come un Paese incantato, un luogo in cui l’eleganza delle architetture si plasma perfettamente alla maestria di Madre Natura. Ed è per questo che fare un viaggio attraverso i suoi siti Patrimonio dell’Umanità Unesco è un’esperienza entusiasmante, che permette anche di conoscere tradizioni secolari, paesaggi che fanno vibrare il cuore e tante attrazioni che possiedono un eccezionale valore universale per l’intera umanità.

I siti Unesco del Paese sono 8 in totale, alcuni concentrati nelle strade della sua vibrante Capitale, mentre altri sono dislocati nel cuore di questo luogo dell’Europa centrale, angoli così autentici che riescono persino a emozionare.

I siti Unesco di Budapest

Il nostro viaggio in Ungheria non poteva che iniziare dalla sua affascinante Capitale, Budapest, una città dall’atmosfera magica, sofisticata, riservata e pregna di storia e di stili.

È pressoché impossibile non innamorarsi di questa realtà, soprattutto quando si arriva al cospetto dei suoi siti Unesco.

La prima attrazione ad essere stata inclusa in questa prestigiosa lista, nell’ormai lontano 1987, è un qualcosa che riguarda il fiume da cui è lambita, il Danubio, vale a dire le sue incantevoli sponde che offrono un panorama a dir poco eccezionale.

E qui c’è davvero di tutto: i resti della città romana di Aquincum, il gotico castello di Buda, la cittadella, l’eclettico e accattivante parlamento, e molto altro ancora. In sostanza, parliamo di uno dei paesaggi urbani più straordinari del mondo e che è anche in grado di illustrare i grandi periodi della storia della Capitale ungherese.

Una menzione particolare la merita la Collina del Castello, un altopiano calcareo lungo 1 km che ospita i monumenti medievali e i musei più importanti della città.

Più recentemente, ovvero nel 2002, è divenuta patrimonio Unesco anche l’area del monumentale viale Andrássy, dimora di magnifici edifici, come il Teatro dell’Opera, e di monumenti che raccontano la lunga storia della città.

Il bellissimo (e antico) villaggio di Hollókő con i suoi pittoreschi dintorni

La frenesia della Capitale si dimentica velocemente andando verso Hollókő, un antico villaggio che ancora oggi è un esempio vivente di vita rurale prima della rivoluzione agricola del XX secolo.

Hollókő, villaggio Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Veduta di Hollókő, Ungheria

È composto di una sola strada che si fa spazio in una vallata tranquilla circondata da maestose vette. Un luogo rimasto fermo nel tempo che ha meritato di essere inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità nel 1987.

Le grotte del Parco nazionale Aggtelek

Andare alla scoperta del Parco nazionale Aggtelek è come fare un viaggio nel ventre dell’Ungheria. Il motivo è molto semplice: in un’area piuttosto ristretta si sviluppano 712 grotte – ma potrebbero essere anche di più – che sono il risultato di un tipico sistema carsico di zona temperata.

Un posto affascinante poiché vi si può studiare la storia geologica di milioni di anni. E proprio qui, ad essere Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1995, sono le grotte dell’Aggtelek e Slovak Karst. In più, da queste parti sorge la più grande grotta di stalattiti d’Europa, la grotta Baradla, che conta ben 26 km di lunghezza di cui 8 sfociano persino in Slovacchia.

Monastero benedettino millenario di Pannonhalma e l’ambiente in cui sorge

Se c’è un luogo in Ungheria dall’estrema importanza e dai profili ipnotici, quello è senza ombra di dubbio il monastero benedettino millenario di Pannonhalma, insieme all’ambiente in cui si trova.

Patrimonio Unesco dal 1996, è stato la dimora dei primi monaci benedettini, che si stabilirono qui nel 996, che hanno promosso la cultura in tutta l’Europa centrale.

Monastero benedettino millenario di Pannonhalma

Fonte: Visit Hungary

Il bellissimo monastero benedettino millenario di Pannonhalma

La struttura appare agli occhi del visitatore come un miraggio commovente: è un insieme di stili architettonici che testimoniano la sua distruzione, ricostruzione e anche restaurazione.

Una piccola chicca per gli amanti del vino: è circondata da un vigneto e una cantina con tradizioni che risalgono all’epoca romana. Inoltre, i circa 40 monaci che ci vivono producono anche diversi estratti, essenze di erbe e un’ottima birra trappista.

Il Parco nazionale di Hortobágy

Nel 1999 è stato dichiarato Patrimonio Unesco anche il paesaggio culturale della Puszta di Hortobágy.

Si tratta della più ampia area produttiva ungherese, nonché della più estesa prateria rimasta in Europa centrale. Un’area protetta straordinaria e probabilmente la culla delle meraviglie naturali più belle dell’Ungheria.

Praterie saline, pascoli, steppe, foreste alluvionali e boschetti nascondono paludi e laghi in cui dimorano antiche specie animali in via di estinzione. Inoltre, è anche il luogo perfetto per conoscere l’anima più autentica dell’Ungheria: la vita dei pastori locali.

La necropoli paleocristiana di Pécs

Visitare la necropoli paleocristiana di Pécs è come fare un salto indietro nei secoli, in tempi ormai antichissimi e in cui le tombe venivano riccamente decorate. Il cimitero appartiene alla città provinciale romana di Sopianae, oggi moderna Pécs.

Ma a colpire il visitatore è anche l’arte poiché queste tombe sono impreziosite da pitture murali di eccezionale qualità raffiguranti temi cristiani. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2000, è composta di due sezioni: la parte sotterranea dove venivano deposti i defunti e una cappella commemorativa fuori terra.

Paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj

Il paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj è un must in Ungheria, soprattutto per gli amanti del vino, della buona cucina e dei paesaggi bucolici. Patrimonio Unesco dal 2002, è la culla di una lunga tradizione della produzione del vino e anche il posto più indicato per ammirare vigneti, fattorie, villaggi e piccole città.

Tokay, Unesco

Fonte: Visit Hungary

Il bucolico paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj

A impreziosire il tutto ci sono labirinti di profonde cantine in cui scoprire qualsiasi aspetto della produzione dei famosi vini Tokaj, un capolavoro dolce per le papille gustative.

Paesaggio culturale del lago di Fertő/Neusiedl

Infine, ma certamente non per importanza e bellezza, il paesaggio culturale del lago di Fertő/Neusiedl che è Patrimonio Unesco dal 2001. Una zona da inserire assolutamente nel proprio itinerario in Ungheria perché qui si respira la storia, in quanto la presenza umana conta ben otto millenni.

Tra zone umide dove svettano canneti, vigneti e villaggi tradizionali, si possono toccare con mano le pratiche agricole tradizionali e conoscere a fondo la vivace cultura locale. Il tutto sulle sponde di un magnifico lago che questo Paese divide anche con la vicina Austria.

Insomma, il viaggio più intimo che si possa fare in Ungheria è quello alla scoperta dei suoi preziosi siti Patrimoni dell’Umanità Unesco.

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Alla scoperta dei nuovi siti inclusi nella Lista del Patrimonio dell’Unesco

Quest’anno il Comitato del Patrimonio Mondiale è stato chiamato a votare le nomine per i siti da includere nella Lista dei Patrimoni dell’Unesco sia per il 2022 che il 2023. Il motivo è da riscontrare nel fatto che l’anno scorso l’evento, che doveva avere luogo in Russia, è stato rimandato a causa della guerra in Ucraina. L’Italia, in questo congresso del 2023 tenutosi in Arabia Saudita, purtroppo esce a mani vuote, anche se grande soddisfazione deriva dal fatto che Unesco ha deciso di non inserire la fragile città lagunare di Venezia nella ‘black list’ dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio.

Scopriamo insieme i nuovi siti  Patrimonio Unesco del 2023 e le motivazioni di questo riconoscimento che si possono leggere sul sito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

I siti europei

La Francia ha ottenuto ben due nuovi siti Unesco, uno per la categoria naturale e l’altro per quella culturale. Di quest’ultima fa parte la Maison Carrée, un meraviglioso tempio romano che si trova a Nîmes, nel Sud del Paese. Dedicato agli eredi prematuramente defunti di Augusto, aveva lo scopo di favorire il controllo di Roma sul territorio conquistato.

Nella categoria naturale troviamo invece Vulcani e foreste del monte Pelée e dei pitons della Martinica settentrionale. Vi basti sapere che l’eruzione del 1902-1905 è considerata ancora oggi un evento chiave per la storia della vulcanologia.

Inoltre, da queste parti sopravvivono alcune specie minacciate a livello globale come la rana vulcanica della Martinica (Allobates chalcopis), il serpente terrestre di Lacépède (Erythrolamprus cursor) e l’endemico rigogolo della Martinica (Icterus bonana).

Vulcani e foreste del monte Pelée e dei pitons della Martinica settentrionale, Unesco

Fonte: iStock

Vulcani e foreste del monte Pelée e dei pitons della Martinica settentrionale

Tanta soddisfazione anche per la Danimarca con le sue Fortezze ad anello dell’età vichinga, ovvero cinque siti archeologici che comprendono un sistema di fortezze monumentali, risalenti all’epoca vichinga, a forma di anello e che condividono un disegno geometrico uniforme.

Si tratta dei forti di Aggersborg, Fyrkat, Nonnebakken, Trelleborg e Borgring che anche ai giorni nostri sono una dimostrazione emblematica del potere centralizzato della dinastia Jelling e una testimonianza delle trasformazioni socio-politiche che vide il regno danese alla fine del X secolo.

Della categoria culturale fa parte anche il Patrimonio medievale ebraico di Erfurt, in Germania, che comprende tre monumenti: la Vecchia Sinagoga, il Mikveh e la Casa di Pietra. Essi illustrano la vita della comunità ebraica locale e la sua convivenza con la maggioranza cristiana che occupava l’Europa centrale durante il Medioevo.

Poi la Lettonia con l’Antica città di Kuldīga che si distingue per essere un vero e proprio esempio – perfettamente conservato – di un insediamento urbano tradizionale che prima fu un piccolo borgo medievale, e poi un importante centro amministrativo.

Ancora oggi la cittadina di Kuldīga mantiene gran parte della disposizione stradale di quel periodo e, al contempo, conserva la tradizionale architettura in legno che esprime stili con influenze straniere che a loro volta illustrano il ricco scambio tra artigiani locali e itineranti provenienti da tutto il Mar Baltico.

Anche la Lituana ha un nuovo sito Unesco, ovvero Kaunas modernista: architettura dell’ottimismo, 1919-1939. Si tratta di un’area che è testimone della rapida urbanizzazione che trasformò la città di provincia di Kaunas in una città moderna che divenne persino la Capitale provvisoria della Lituania, tra la prima e la seconda guerra mondiale.

Soddisfazioni anche per la Repubblica Ceca con Žatec e il paesaggio del luppolo di Saaz, utilizzato nella produzione di birra in tutto il mondo. Si tratta di una serie di campi di luppolo particolarmente fertili vicino al fiume Ohře, coltivati ​​ininterrottamente da centinaia di anni, di graziosi borghi storici e di edifici utilizzati per la lavorazione del luppolo. Gli elementi urbani della proprietà includono il centro medievale di Žatec e la sua estensione industriale del XIX e XX secolo, conosciuta come il “sobborgo di Praga”.

Infine la Spagna con i Siti preistorici di Minorca talaiotica che sono la testimonianza dell’occupazione di questa eccezionale isola da parte di comunità preistoriche. I materiali, le forme e l’ubicazione delle strutture, risalenti all’età del bronzo (1600 a.C.) fino alla tarda età del ferro (123 a.C.), mostrano l’evoluzione di un’architettura “ciclopica” costruita con blocchi di pietra di incredibili dimensioni.

Siti preistorici di Minorca talaiotica, Unesco

Fonte: iStock

I Siti preistorici di Minorca talaiotica

I siti del Medio Oriente

Un nuovo e importantissimo Patrimonio Unesco è l’Antica Gerico/Tell es-Sultan, in Palestina. Si tratta di uno dei più antichi insediamenti umani permanenti mai scoperti: risale a 8-9 millenni a.C. Il sito si compone di diversi strati, tra cui resti di mura fortificate, teschi e statue che testimoniano le pratiche culturali delle popolazioni neolitiche che abitavano in questa importante città.

Voliamo ora in Iran dove il nuovo sito Unesco è il Caravanserraglio persiano, vale a dire un’antica locanda che che forniva riparo, cibo e acqua alle carovane, ai pellegrini e ad altri viaggiatori. Tuttavia, è bene sapere che i 54 caravanserragli della proprietà sono solo una piccola percentuale dei numerosi caravanserragli costruiti lungo le antiche strade dell’Iran e che sono considerati gli esempi più influenti e preziosi dei caravanserragli di tutto il Paese.

Poi ancora Gordio, in Turchia, un incredibile sito archeologico di un antico insediamento stratificato che comprende i resti dell’antica capitale della Frigia, un regno indipendente dell’età del ferro. Da queste parti gli scavi e le ricerche archeologiche hanno rivelato una ricchezza di resti che documentano tecniche di costruzione, disposizioni spaziali, strutture difensive e pratiche di inumazione che forniscono diverse informazioni sulla cultura e sull’economia frigia.

Infine la Tunisia con Djerba ,testimonianza di un modello insediativo in territorio insulare. Si tratta di un’isola eccezionale che si aggiunge agli 8 siti tunisini già inseriti nella lista del patrimonio mondiale, di cui 7 siti culturali e un sito naturale. Il caratteristico insediamento umano di Djerba ,infatti, è un puro esempio del modo in cui le popolazioni locali sono state capaci di adattare il proprio stile di vita alle condizioni dell’ambiente naturale in cui si trovavano, ovvero quasi privo di acqua.

Djerba, sito Unesco

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Djerba ,testimonianza di un modello insediativo in territorio insulare.

I siti nel resto del mondo

Gli altri nuovi e incredibili siti Unesco situati nel resto del mondo sono:

  • Massiccio forestale di Odzala-Kokoua, Repubblica del Congo: uno degli ambienti più importanti per gli elefanti delle foreste dell’Africa centrale e anche il parco con la più ricca diversità di primati della regione;
  • Vie della Seta: corridoio Zarafshan-Karakum ,Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan: un corridoio di 866 chilometri che segue le antiche strade carovaniere che attraversano il deserto del Karakum fino all’oasi di Merv;
  • Paesaggio culturale ghedeo, Etiopia: con incredibili pendii montuosi coltivati ​​in cui si celano foreste sacre tradizionalmente utilizzate dalle comunità locali per rituali associati alla religione Gedeo e fitti gruppi di monumenti megalitici che anticamente venivano venerati;
  • Parco nazionale delle montagne di Bale, Etiopia: un mosaico paesaggistico di emozionante bellezza che è stato modellato nel corso dei secolo dalle forze combinate di antiche effusioni laviche, glaciazioni e dissezione da parte della Great Rift Valley. Picchi e creste vulcaniche si mescolano a spettacolari scarpate, ampie valli, laghi glaciali, foreste lussureggianti, gole profonde e numerose e fragorose cascate;
  • Koh Ker: sito archeologico dell’antica Lingapura o Chok Gargyar, Cambogia: dove riposano tantissimi templi e santuari tra sculture, iscrizioni, pitture murali e resti archeologici;
  • Monumenti di stele del Cervo e siti associati dell’età del bronzo, Mongolia: le più importanti strutture sopravvissute che appartengono alla cultura dei nomadi eurasiatici dell’età del bronzo che si evolsero e poi lentamente scomparvero tra il II e il I millennio a.C;
  • Tumuli di Gaya, Corea del Sud: siti cimiteriali archeologici con tumuli attribuiti alla Confederazione Gaya, che si sviluppò nella parte meridionale della penisola coreana dal I al VI secolo d.C. L’introduzione di nuove forme di tombe e l’intensificazione della gerarchia spaziale nei siti dei tumuli riflettono i cambiamenti strutturali vissuti dalla società Gaya nel corso della sua storia;
  • Paesaggio culturale delle antiche foreste di tè del monte Jingmai a Pu’er, Cina: un’area di produzione del tè composta da villaggi tradizionali all’interno di antichi boschi circondati da foreste e piantagioni di tè;
  • Santiniketan, India: un tempo era una scuola residenziale e un centro artistico basato sulle antiche tradizioni indiane e su una visione dell’unità dell’umanità che trascendeva i confini religiosi e culturali;
  • Complessi sacri degli Hoysala, India: dove sono presenti i tre esempi più rappresentativi di complessi di templi in stile Hoysala nell’India meridionale, risalenti al XII-XIII secolo. I santuari sono caratterizzati da sculture iperreali e incisioni in pietra che coprono l’intera superficie architettonica, una piattaforma circumambulatoria, una galleria scultorea di grandi dimensioni, un fregio a più livelli e sculture della leggenda di Sala;
  • Tr’ondëk-Klondike, Canada: vi sono contenute fonti archeologiche e storiche che testimoniano l’adattamento delle popolazioni indigene ai cambiamenti senza precedenti causati dalla corsa all’oro del Klondike alla fine del XIX secolo;
  • Paesaggio culturale del popolo Khinalig e percorso di transumanza “Köç Yolu”, Azerbaigian: ovvero il villaggio di Khinalig in alta montagna nell’Azerbaigian settentrionale, i pascoli estivi in ​​alta quota e i terrazzamenti agricoli nelle montagne del Grande Caucaso, i pascoli invernali nelle pianure dell’Azerbaigian centrale e il collegamento di transumanza stagionale lungo ben 200 chilometri;
  • Parco nazionale archeologico di Tak’alik Ab’aj, Guatemala: con una storia di 1700 anni, abbraccia un periodo che ha visto la transizione dalla civiltà Olmeca all’emergere della prima cultura Maya. Da queste parti spazi ed edifici sacri sono stati disposti secondo principi cosmologici e vi si possono trovare innovativi sistemi di gestione dell’acqua, ceramiche e arte lapidaria;
  • Asse cosmologico di Yogyakarta e suoi monumenti storici, Indonesia: lungo 6 chilometri, è posizionato per collegare il Monte Merapi e l’Oceano Indiano, con il Kraton (palazzo) al centro e i principali monumenti culturali lungo l’asse a nord e a sud che sono collegati tramite rituali. Incarna le credenze chiave sul cosmo nella cultura giavanese, inclusa la marcatura dei cicli della vita;
  • Osservatori astronomici dell’Università federale di Kazan, Russia: ovvero due parti, una nel centro storico di Kazan e l’altra in una zona suburbana boscosa a ovest della città. Il primo è stato costruito nel 1837 e presenta una facciata semicircolare e tre torri con cupole. Il secondo comprende strutture per l’osservazione del cielo ed edifici residenziali, tutti situati all’interno di un parco.
Koh Ker, Unesco

Fonte: iStock

Koh Ker: sito archeologico dell’antica Lingapura o Chok Gargyar

I siti a rischio

Nelle nomine di quest’anno sono presenti anche 3 importanti siti a rischio:

  • Luoghi salienti dell’antico regno di Saba, Ma’rib, Yemen: sette siti archeologici che testimoniano il ricco Regno di Saba e le sue conquiste architettoniche, estetiche e tecnologiche dal I millennio a.C. all’arrivo dell’Islam intorno al 630 d.C., con templi monumentali, bastioni e altri edifici;
  • Fiera internazionale Rashid Karame-Tripoli, Libano: il progetto di punta della politica di modernizzazione del Libano negli anni ’60, che per dimensioni e ricchezza di espressione formale è una delle opere più rappresentative dell’architettura moderna del XX secolo nel Vicino Oriente arabo;
  • Centro storico di Odessa, Ucraina: un’area progettata secondo i canoni del classicismo in cui svettano edifici da due a quattro piani e ampie strade perpendicolari fiancheggiate da alberi. Un sito che comprende teatri, ponti, monumenti, edifici religiosi, scuole, palazzi privati ​​e case popolari, club, alberghi, banche, centri commerciali, magazzini, borse e altri edifici pubblici e amministrativi progettati da architetti e ingegneri, per lo più italiani, ma anche di altre nazionalità. Un posto che testimonia la grande diversità delle comunità etniche e religiose della città, rappresentando uno straordinario esempio di scambi interculturali e di crescita delle città multiculturali e multietniche dell’Europa orientale del XIX secolo.