Categorie
crociere Notizie patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare

Le crociere sui fiordi norvegesi cambieranno entro il 2032

Entro il 2032, la Norvegia applicherà sanzioni alle navi da crociera che non rispetteranno le severe normative sulle emissioni zero per proteggere i suoi famosi fiordi, dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo fa parte di una più ampia strategia ambientale del Paese per preservare l’ecosistema unico dei fiordi e ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico e marino causato dall’intenso traffico navale turistico.

L’obiettivo è garantire che solo le navi a emissioni zero possano accedere alle aree più sensibili, come i fiordi di Geirangerfjord e Nærøyfjord. La Norvegia è pioniera nelle politiche di sostenibilità e sta investendo nella transizione verso tecnologie verdi, come l’elettrificazione delle navi e l’uso di energie rinnovabili, per proteggere i magnifici paesaggi naturali e il settore del turismo che da essi dipende.

Le normative a tutela dell’ecosistema

A partire dal 1° gennaio 2026, la Norvegia introdurrà normative specifiche sulle emissioni zero per le navi turistiche e i traghetti con una stazza lorda inferiore a 10.000 tonnellate. Tuttavia, le navi più grandi, comprese le navi da crociera, avranno tempo fino al 2032 per conformarsi alle nuove norme.

Il governo norvegese ha spiegato che questo differimento per le navi di maggiore stazza è dovuto alla mancanza di tecnologie adeguate per garantire un funzionamento a emissioni zero. L’obiettivo è proteggere i fiordi Patrimonio dell’Umanità, che includono il Naeroyfjord, l’Aurlandsfjorden, il Geirangerfjord, il Sunnylvsfjorden e il Tafjord, aree straordinarie riconosciute dall’UNESCO e soggette a tutela e sicurezza internazionale per preservarne la bellezza naturale e il valore ecologico.

Le parole del ministro per il Clima e l’Ambiente

A proposito delle nuove e stringenti regole, il ministro norvegese per il Clima e l’Ambiente Andreas Bjelland Eriksen ha dichiarato: “L’obiettivo è prendersi cura dei fiordi e creare un turismo sostenibile. Il requisito delle emissioni zero contribuirà allo sviluppo tecnologico, ridurrà le emissioni e garantirà ai fiordi Patrimonio dell’umanità di rimanere un’attrattiva destinazione turistica“.

La novità per il porto crocieristico di Flam

Ma le innovazioni a tutela dell’ambiente in Norvegia non finiscono qui.

Infatti, il governo ha confermato il finanziamento di impianti di alimentazione elettrica da terra nel porto crocieristico di Flam, uno dei principali scali per le navi da crociera nei fiordi. Si tratta di un sistema che permetterà alle navi di collegarsi alla rete elettrica locale, riducendo in modo significativo le emissioni durante l’attracco ed evitando così di mantenere i motori accesi.

L’iniziativa è parte degli sforzi messi in campo dal Paese per ridurre l’impatto ambientale del traffico crocieristico, che nel 2023 ha toccato un record con quasi 3.500 scali e un elevato numero di passeggeri (basti pensare che nel 2013 erano 2237). Le stime mostrano che le emissioni di CO2 delle navi da crociera nelle aree costiere e marine norvegesi sono aumentate drasticamente da 382.000 tonnellate di CO2 nel 2015 a 968.000 tonnellate l’anno scorso.

I nuovi impianti contribuiranno a rendere i fiordi Patrimonio UNESCO più sostenibili, mettendo al primo posto la tutela dell’ambiente mentre il turismo continua a crescere. Infatti, uno dei modi più gettonati di scoprire l’Atlantico e il Nord Europa è proprio quello di regalarsi una crociera da queste parti, al cospetto di montagne innevate, ghiacciai e con la possibilità di ammirare il fiabeschi fenomeni dell’aurora boreale o del sole di mezzanotte.

Categorie
Asia Cambogia Notizie patrimonio dell'umanità Viaggi

Angkor Wat, il celebre tempio a rischio a causa di un trend su TikTok

Una delle tendenze virali più in voga del momento vede persone correre e saltare nell’area del celebre Angkor Wat in Cambogia e di altre rovine di templi nel Paese del Sud-Est asiatico. Si tratta di un remake dal vivo del popolare videogioco “Temple Run”, che però ha suscitato le polemiche degli ambientalisti, secondo i quali la corsa alle visualizzazioni sui social network denigra le sculture di quasi 900 anni e rischia di causare danni irreparabili a un sito patrimonio dell’umanità.

Angkor Wat: la sfida sui social mette in pericolo il tempio

Brevi video di visitatori che corrono lungo stretti sentieri di pietra e scavalcano passaggi, spesso accompagnati dai suoni del popolare videogioco “Temple Run”, hanno fatto il giro di TikTok, Facebook, YouTube e altre piattaforme. Alcuni di questi hanno ricevuto più di 2 milioni di visualizzazioni e continuano a fare proseliti.

Simon Warrack, un conservatore che ha lavorato per tre decenni per preservare le rovine quasi millenarie di Angkor, è preoccupato per i potenziali danni e per le implicazioni culturali e religiose che questa moda può avere sul sito archeologico più importante della Cambogia e tra i più importanti al mondo.

“Nessuno correrebbe nella Basilica di San Pietro a Roma o in qualsiasi altra chiesa occidentale, quindi perché è giusto farlo in Cambogia? – si è chiesto Warrack – Non si tratta solo di un potenziale danno alle pietre, perché le persone vi sbattono contro e cadono o rovesciano le cose – cosa che accade realmente – ma anche di un danno al valore spirituale e culturale dei templi”. Come sottolinea Warrack, Angkor Wat è ancora profondamente venerato dalla popolazione. “Si ritiene che ogni pietra contenga gli spiriti degli antenati”.

Questa tendenza mette in evidenza la sfida che molti siti storici devono affrontare al giorno d’oggi per bilanciare l’aumento del turismo, la sostenibilità e la vita locale, in particolare in un mondo post-Covid in cui i cosiddetti “viaggi di vendetta” verso il tempio perduto sono diventati sempre più importanti.

Angkor Wat, uno dei templi più belli al mondo

Angkor è uno dei siti archeologici più importanti del Sud-Est asiatico. Esteso su circa 400 chilometri quadrati, compresa un’area boschiva, il Parco Archeologico ospita i magnifici resti delle diverse capitali dell’Impero Khmer, dal IX al XV secolo. Tra questi, il famoso tempio di Angkor Wat e il Tempio Bayon ad Angkor Thom, con le sue innumerevoli decorazioni scultoree. Dato il suo valore incommensurabile, l’UNESCO ha avviato un ampio programma di salvaguardia di questo sito simbolico e dei suoi dintorni.

Angkor Wat, il cui nome significa  “Tempio della città”, è il tempio meglio conservato di Angkor e riassume due principali caratteristiche dell’architettura cambogiana: il “tempio-montagna” che si erge all’interno di un fossato a simboleggiare il monte Meru (la montagna degli dei nella religione indù) e i successivi “templi a galleria“. Questo straordinario complesso è famoso in tutto il mondo per la sua grandiosità, l’armonia dell’architettura, i magnifici bassorilievi e le raffigurazioni di Apsaras e Devata.

A differenza di molti templi del sito archeologico, Angkor Wat è orientato a ovest. L’ipotesi più probabile di questa scelta è che si tratti di un mausoleo, dove venerare il re dopo la morte. L’entrata principale a ovest era, infatti, una consuetudine dei templi funerari, mentre i templi indù erano orientati a est.

Categorie
Africa Idee di Viaggio Namibia patrimonio dell'umanità Viaggi

Le incisioni rupestri di Twyfelfontein: Patrimonio dell’Umanità in Namibia

Sono molte le attività da fare durante un viaggio in Namibia e, molte di esse, portano con sé anche un pizzico di senso d’avventura. È sicuramente ciò che accade quando si decide di vistare i luoghi dove si trovano le incisioni rupestri di Twyfelfontein. Questi petroglifi – così si chiamano i disegni antichi fatti sulla pietra – saranno pronti a portarti molto indietro nel tempo e riusciranno a raccontarti quanto l’idea che abbiamo della Preistoria e delle popolazioni di quei tempi siano sbagliate.

Che cosa sono le incisioni rupestri di Twyfelfontein

L’essere umano, dalla sua comparsa sulla terra, ha sempre utilizzato qualcosa per comunicare. Sono molti gli studiosi che si occupano di indagare il passato più antico dell’Umanità, cercando di capire proprio come si comunicasse in un’epoca in cui non c’erano fonti scritte. Il modo più semplice è disegnare e questo è ciò che è accaduto anche in Namibia, in un’epoca che viene definita come Età della Pietra o Neolitico.

Siamo portati a pensare agli “uomini delle caverne” come personaggi rudi e spesso incapaci di guardare al bello ma non è così. Visitare i luoghi delle incisioni rupestri di Twyfelfontein, durante il tuo viaggio in Namibia, ti mostrerà quanto la capacità descrittiva e il senso estetico appartenessero anche ai nostri antenati vissuti nel Neolitico. Queste incisioni rupestri sono una testimonianza molto importante del passato lontano dell’Africa e delle civiltà che le popolavo.

Queste incisioni sono dei disegni di varia natura, lasciati sulla roccia raschiando via, probabilmente utilizzando delle rocce affilate, il primo strato di patina che ricopre la roccia. È esattamente la stessa tecnica che usano ora gli artisti che fanno incisioni contemporanee. I petroglifi che si posson ammirare oggi sono oltre 2000 e risalgano a momenti diversi. Alcuni di essi sono di difficile datazione.

Cosa sono le incisioni rupestri di Twyfelfontein in Namibia

Fonte: iStock

Uno sguardo sui petroglifi di Twyfelfontein

La storia delle incisioni rupestri di Twyfelfontein

Come ci si è resi conto che, in quell’area della Namibia, erano presenti simili tesori che ora sono diventati Patrimonio dell’Umanità? Negli Anni ’20, un topografo scoprì l’esistenza di una delle più importanti incisioni rupestri africane: si tratta della Dama Bianca, che si trova sempre in Nambia, sul Massiccio del Bamberg. Successivamente a questo evento, molti paleontologi, archeologi e studiosi di ogni genere iniziarono a dare parecchia attenzione a quest’area della Namibia.

Negli Anni ’50, un immigrato tedesco che si chiamava Ernst Rudolph Scherz portò a conclusione un’indagine che permise di individuare oltre 2000 incisioni ruprestri nell’area di  Twyfelfontein, un territorio molto brullo che, al tempo, era parte di una fattoria di proprietà di un cittadino boero. Da quel momento, l’interesse per l’area fu totale e questo portò a designare la zona di Twyfelfontein come momunento nazionale negli Anni ’80. Nel 2007, entrò nel Patrimonio Universale dell’Umanità dell’UNESCO per il suo valore culturale per la storia umana.

Chi ha fatto le incisioni rupestri di Twyfelfontein? Gli studiosi sono concordi nell’attribuirle a una popolazione chiamata San, meglio conosciuta come Boscimani. Questi antichi abitanti di questa zona della Namibia erano cacciatori e utilizzavano il sistema dei petroglifi per comunicare tra di loro, cercando di dare indicazioni sul tipo di caccia possibile in zona.

Come raggiungere la zona di Twyfelfontein, Namibia

Fonte: iStock

La zona di Twyfelfontein, Namibia

Come raggiungere la zona di Twyfelfontein in Namibia

Un viaggio in Namibia è un qualcosa che mette l’uomo a stretto contatto con la natura e anche con ambienti ancora a dir poco non antropizzati. In questa nazione africana ci sono città come Swakopmund a raccontarci il colonialismo e poi ci sono zone come quella di Twyfelfontein a parlarci di quanto possa essere stato difficile fare il colono in Africa. Il nome Twyfelfontein significa “Fonte incenrta” in Afrikaans: la zona venne denominata così proprio per alcune caratteristiche fisiche del territorio.

Twyfelfontein si trova in Damaraland, una parte di Namibia dove la densità di popolazione umana è davvero bassa. Non ci sono strade asfaltate per arrivare lì ed è necessario avere un fuoristrada ben equipaggiato per poter raggiungere l’area delle incisioni rupestri. Oltre a questo, è fondamentale saper guidare con attenzione anche in condizioni difficili. Raggiungere Twyfelfontein è assolutamente possibile e può essere una tappa da considerare, magari dopo aver visitato la Skeleton Coast.

Informazioni utili per la visita alle incisioni di Twyfelfontein

Ci sono poche ma fondamentali informazioni da sapere per organizzare la propria visita alle incisioni di Twyfelfontein. In primis, è sempre bene considerare di essere in un territorio con poca presenza umana. Benché le incisioni siano Patrimonio UNESCO, l’area presenta pochi alloggi in stile lodge e occorre prenotare con un buon anticipo per essere sicuri di avere un posto dove trascorrere la notte in tutta sicurezze.

L’area delle incisioni si esplora a piedi e solo con la guida. L’importanza e la preziosità di questi petroglifi è ampia quanto la loro fragilità. In loco è presente una cooperativa che si occupa di tutto ciò che riguarda la visita alle incisioni rupestri di Twyfelfontein.

Una volta pagata la persona che ti accompagnerà, ti ritroverai a camminare su dei sentieri sterrati: tienine presente per il tuo abbigliamento e, soprattutto per le scarpe. Ci vogliono calzature robuste: gli scarponi da montagna o qualcosa con una suola consistente sono perfetti. La visita dura circa un’ora, periodo di tempo che potrebbe estendersi anche in base al tuo interesse verso quei disegni così antichi. Nella zona non c’è vegetazione, quindi cerca di ricordarti di avere con te dell’ottima crema solare, un copricapo e degli occhiali da sole.

Il percorso che si segue per ammirare le antiche incisioni è strutturato come un sentiero, con tanto di corrimano e luoghi attrezzati per aiutarsi a percorrerlo. È stato reso accessibile a chi può normalmente camminare, rendendo questi petroglifi più vicini a tutti.

L'importanza delle incisioni di Twyfelfontein, Namibia

Fonte: iStock

La Namibia nei pressi della zona di Twyfelfontein

Cosa si ammira guardando le incisioni rupestri di Twyfelfontein

Comunicare in modo semplice ed efficace è sempre stata un’esigenza umana ed era così anche nel Neolitico. Per questo motivo, le incisioni rupestri di Twyfelfontein mostrano uomini intenti alla caccia, animali di varia specie: si vedono chiaramente giraffe, elefanti, antilopi e molti altri animali.

I petroglifi di Twyfelfontein sono stati molto utili anche per i paleo-biologi, ovvero gli studiosi che si occupano di ricostruire le caratteristiche fisiche e di comportamento di animali preistorici o completamente estinti.

Una delle incisioni più celebri è stata nominata come Löwenplatte perché ritrare un leone con una coda dalla posizione molto particolare. I paleontologi si sono interrogati a lungo su quel leone, chiedendosi anche se si trattasse più di una rappresentazione simbolica che realista.

Ne avevano ben ragione perché molte delle incisioni rupestri di Twyfelfontein hanno anche un significato spirituale e rituale. Si pensa, infatti, che quest’area della Namibia rappresentasse anche un luogo di culto e di riunione sociale. Quello che si ritiene attualmente è che Twyfelfontein fosse addirittura un luogo di cerimonie e riti di iniziazione. La posizione delle incisioni, spesso in luoghi nascosti o difficili da raggiungere, suggerisce che fossero considerate sacre e accessibili solo a coloro che avevano una conoscenza esoterica o un ruolo religioso nella comunità.

Categorie
Ankara Cappadocia Idee di Viaggio itinerari culturali patrimonio dell'umanità Viaggi

Ankara, Cappadocia, Konya: il tour nel cuore dell’Anatolia Centrale

Per conoscere davvero a fondo la Turchia, bisogna addentrarsi nel cuore dell’Anatolia Centrale, tempestata di gioielli di una bellezza unica. L’itinerario perfetto per non perdersi nessuna delle meraviglie custodite parte dalla città di Ankara, attraversando la Cappadocia per poi giungere a Konya, percorrendo luoghi plasmati da una storia millenaria, ricchi di siti dichiarati patrimonio dell’umanità, rarità architettoniche e paesaggi straordinari.

Scopriamo insieme quali sono le attrazioni imperdibili in questo avvincente e affascinante tour attraverso la regione dell’Anatolia Centrale.

Ankara, dalla doppia anima antica e moderna

Cosmopolita capitale della Turchia, Ankara è una città vivace che deve il suo fascino al felice connubio tra vecchio e nuovo. Il suo centro storico è abbarbicato su una collina rocciosa che si erge a 176 metri sopra l’altopiano anatolico, sulla riva sinistra dell’omonimo fiume.

Famosa per le capre d’Angora dal lungo pelo, dalle quali si ricava la pregiata lana mohair, così come per le sue prestigiose università, Ankara è un prezioso amalgama di edifici contemporanei e antiche moschee di cui si vedono svettare gli alti minareti e le larghe cupole.

Tanti i monumenti straordinari e imperdibili, come lo splendido Museo delle Civiltà Anatoliche, situato nello storico quartiere Atpazarı, e l’Anıtkabir, mausoleo (oltre che museo) di Mustafa Kemal Atatürk, fondatore e primo presidente della Turchia moderna.

Ankara AnıtKabir

Fonte: iStock

Il mausoleo di Anıtkabir ad Ankara

Cappadocia, sorvolando in mongolfiera i camini delle fate

Il nostro tour alla scoperta dell’Anatolia Centrale prosegue per la Cappadocia, una regione turca dal fascino spettacolare. Qui gli occhi spaziano increduli tra i celebri “camini delle fate”, bizzarre piramidi di origine vulcaniche, fatte di tufo, limo o roccia, in cui si rifugiarono antiche popolazioni eremite.

Una zona quasi fiabesca, che sembra uscita dal pennello di qualche artista bislacco, con quel suo paesaggio a dir poco irreale, puntellato di spettacolari canyon, torri, pinnacoli e villaggi rupestri dalle mille tonalità, che vanno dal rosso all’oro, dal verde al grigio.

Imperdibile un tour in mongolfiera nei cieli della Cappadocia, sorvolando la splendida valle di Göreme vero e proprio museo a cielo aperto, consacrato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, o le valli di Zelve e di Soğanlı, dove si nascondono le abitazioni sotterranee di antichi popoli costretti in passato a fuggire ai saccheggi.

Ankara Cappadocia Konya tour Anatolia Centrale

Fonte: iStock

In mongolfiera sui camini delle fate in Cappadocia

Konya, la città dei dervisci rotanti

L’itinerario (percorso, in parte, anche dai concorrenti dell’edizione 2022 di “Pechino Express”) ci porta in un altro dei paesaggi unici al mondo in cui ci si imbatte nell’Anatolia Centrale, quello della regione dei laghi a ovest di Konya, ancora sconosciuta al turismo di massa, rispetto alla più famosa Cappadocia. Prima però, vale la pena visitare questa città dal fascino mistico, che rappresenta il più importante centro dell’arte medievale turca e ospita palazzi ed edifici religiosi dalle interessanti particolarità architettoniche e decorative.

Tra le sue attrazioni più imperdibili c’è lo splendido Mausoleo di Mevlana, luogo in cui sono conservate le spoglie di Gialal al-Din Rumi, capo dell’ordine dei dervisci rotanti. Da Konya potete quindi raggiungere il Lago di Eğirdir, nei pressi della città di Isparta, via di accesso al sentiero di San Paolo che si snoda su un percorso spettacolare di oltre 500 km, tra la costa mediterranea e l’Anatolia Centrale, incrociando fiumi di montagna e passi scoscesi a 3000 metri di altezza, tra rocce calcaree, gole e alture incastonate tra verdeggianti foreste di pini e cedri.

Konya Mevlana

Fonte: iStock

Il Mausoleo di Mevlana a Konya

Cosa mangiare nell’Anatolia Centrale

Quando pensate alla cucina turca probabilmente il primo piatto che vi viene in mente è il kebab… Ma non esiste solo quello!

Nella regione della Cappadocia potreste gustare una varietà di prelibatezze locali. Tra i piatti tipici della zona ci sono il testi kebabı (carne cucinata su una piastra di pietra), il mantı (ravioli turchi), il çöp şiş (spiedini di carne), il kuzu tandır (agnello arrosto lentamente), il sarma (involtini di verdure con riso e carne), il dolma (verdure ripiene), il gözleme (pancake ripieno) e il pilav (riso).

Per i dolci, non perdete il baklava, il künefe (dolce a base di formaggio), e il lokma (piccole palline fritte ricoperte di sciroppo).

Un’altra esperienza da fare assolutamente in Cappadocia è quella di sorseggiare il caldo e confortevole tè turco ammirando il tramonto. Il tè turco è preparato seguendo un rito tradizionale. Le foglie di tè vengono bollite in un Caydanlik, il bollitore turco, e servite in piccoli bicchieri a forma di tulipano, simbolo nazionale. Versato da un’altezza specifica, per ossigenarlo, si gusta bollente e può essere addolcito con zollette di zucchero.

Quando andare in Anatolia Centrale

Se vi state domandando quale sia il periodo migliore per visitare l’Anatolia Centrale, la risposta è che l’ideale è partire per questa regione durante la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (settembre-ottobre). Durante questi mesi, infatti, le temperature sono piacevoli e moderate, rendendo ideali le condizioni per esplorare la regione e godersi le sue attrazioni senza il caldo eccessivo dell’estate o il freddo intenso dell’inverno. In primavera, è possibile ammirare i campi fioriti e godere di una natura rigogliosa in Anatolia Centrale, mentre in autunno si può assistere alla splendida trasformazione dei colori autunnali che rende ancora più magica la Cappadocia.

Come raggiungere l’Anatolia Centrale dall’Italia

Per raggiungere l’Anatolia Centrale partendo dall’Italia, si possono considerare diverse opzioni in base alle proprie preferenze e al budget a disposizione. Ecco alcuni modi comuni per viaggiare in Anatolia Centrale con partenza dall’Italia:

  1. Volo diretto: la soluzione più rapida e comoda è prendere un volo diretto per uno degli aeroporti principali vicino all’Anatolia Centrale, come l’Aeroporto di Ankara Esenboğa o l’Aeroporto di Nevşehir-Cappadocia. Si possono cercare voli diretti da aeroporti italiani come l’Aeroporto di Roma-Fiumicino, l’Aeroporto di Milano-Malpensa o l’Aeroporto di Venezia-Marco Polo.
  2. Volo con scalo: se non si trovano dei voli diretti, è sempre possibile considerare un volo con scalo in una città europea o in un aeroporto turco come l’Aeroporto di Istanbul. Da lì, si può poi prendere un volo interno per l’Anatolia Centrale.
  3. Treno e autobus: un’opzione più economica potrebbe essere quella di prendere un treno o un autobus per raggiungere una città come Istanbul e poi continuare il viaggio verso l’Anatolia Centrale con un treno o un autobus locale.
  4. Guidare: se vi piacciono i viaggi on the road, potreste considerare di noleggiare un’auto e guidare verso l’Anatolia Centrale attraverso i Balcani e la Turchia. Tenete sempre presente, tuttavia, che potrebbero essere necessarie diverse tappe e che potreste dover attraversare più frontiere prima di arrivare a destinazione.
Categorie
Croazia Europa Idee di Viaggio isole itinerari culturali patrimonio dell'umanità spiagge vacanza natura Viaggi viaggiare

Arbe, la meravigliosa isola felice della Croazia

Vorreste scoprire un luogo incantato, dove il tempo sembra essersi fermato e la bellezza della natura regna sovrana, a pochi km dalle coste italiane? Benvenuti ad Arbe, conosciuta anche come Rab in croato, un’isola paradisiaca nel cuore dell’Adriatico, facente parte delle tante isolette degli arcipelaghi della Croazia.

Situata al largo della costa della Croazia del Nord, Arbe è un gioiello nascosto e poco noto al turismo di massa, ma capace di far innamorare chi la visita grazie al patrimonio naturalistico che possiede e alla ricca cultura del luogo: con le sue spiagge di sabbia dorata, le acque cristalline e i paesaggi straordinari, Arbe si contraddistingue per essere un’oasi di relax dove però fare anche un salto indietro nel tempo alla scoperta di un passato che risale all’epoca romana, passeggiando tra antiche chiese, palazzi medievali e stradine tortuose che si intrecciano tra loro nei centri storici delle cittadine principali.

Cosa vedere ad Arbe

Arbe, chiamata dagli antichi romani “Felix Arba”, è conosciuta dai croati come “l’isola felice”: d’altronde, questa splendida isoletta costeggiata da spiagge dorate e mare straordinariamente limpido e turchese appare proprio come un angolo di paradiso in terra dove scoprire le meraviglie di Madre Natura e non solo (non perdete l’opportunità, se passate da qui, di scoprire una delizia quale la Rapska torta, un dolce tradizionale a forma di spirale a base di mandorle e liquore al maraschino!).

Arbe ha un passato davvero millenario: la Fiera di Arbe, ad esempio, è uno degli eventi che celebra il suo glorioso e remoto passato, in estate, focalizzandosi sul periodo medievale. Ma questa ridente isola del Golfo del Quarnaro è davvero una mix esplosivo che conquista i viaggiatori con il blend unico di paesaggi mozzafiato e cultura.

Tra le cose da vedere ad Arbe sicuramente c’è il centro storico della più grande città dell’isola, l’omonima Rab: una delle caratteristiche distintive dell’isola e dei suoi borghi è la sua architettura affascinante, che vive di influenze veneziane, romaniche e gotiche. Il centro storico di Arbe, infatti, è ancora “difeso” da mura di epoca medievale ben conservate ad oggi, da raggiungere dopo essersi persi tra vicoli pittoreschi e botteghe di prodotti tipici. Situata nel centro storico, anche la Torre Civica di Arbe è una tappa da non trascurare perché offre una vista panoramica sull’isola e sul mare. Risalente al XII secolo, questa torre medievale è ancora oggi un simbolo dell’antica storia di Arbe.

Un luogo davvero incantevole

Da non perdere. inoltre, una visita ai borghi marinai dei dintorni, dove trovare spiagge davvero spettacolari: stiamo parlando di posti quali Lopar, Mundanije, Supetarska Draga, Kampor, Barbat e Banjol. Le spiagge di Arbe sono non a caso tra le più belle della Croazia, un vero paradiso per gli amanti del mare e della tintarella: tra le più famose ci sono la Spiaggia di Rajska Plaža (Paradise Beach), con la sua sabbia dorata e le acque poco profonde ideali per le famiglie, e la Baia di Kandalora, una spiaggia nudista immersa nella natura più selvaggia.

Per gli amanti del trekking nella natura, invece, è consigliabile optare per una visita al Parco Forestale Komrcar: si tratta di un imponente e fitto bosco di pini secolari che offre al viaggiatore un rifugio tranquillo e ombreggiato per passeggiate rigeneranti e picnic all’aperto.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali Mumbai patrimonio dell'umanità traghetti Viaggi

Visitare le Grotte di Elephanta nei dintorni di Mumbai

Si trovano a circa 17 km dall’Indian Gateway: sono le grotte di Elephanta e fanno parte dei siti  patrimonio dell’umanità Unesco. Conosciute come sistemi di grotte sull’isola di Elephanta o Gharapuri per i local, fanno parte di importanti siti archeologici. Esempio straordinario di architettura e scultura rupestre indiana, la loro storia risale al VI secolo d.C., rappresentano una fusione di arte e spiritualità e sono una delle esperienze imperdibili per i turisti che visitano Mumbai.

Da Mumbai, le grotte sono facilmente raggiungibili con un breve viaggio in traghetto: dal quartiere di Colaba raggiungi il Gateway of India, punto di partenza principale per i traghetti diretti all’isola di Elephanta, da qui i trasporti partono ogni 30 minuti circa; la piccola crociera dura circa 50 minuti e nel frattempo potrai deliziarti con la vista panoramica sulla costa di Mumbai.

Alla scoperta delle grotte di Elephanta

Le grotte di Elephanta sono un complesso di templi scolpiti nella roccia dedicati a Shiva, una delle principali divinità Indù; si trovano sull’omonima isola che ospita principalmente due gruppi di grotte: le grotte indù e le grotte buddiste, proprio per questo è necessario rispettare la località.

Una volta giunti sull’isola, raggiungerai le grotte a piedi o eventualmente con il trenino turistico; arrivati all’entrata acquista il tuo biglietto d’ingresso e ricorda di avere un grande rispetto per il luogo: non toccare le sculture, sono delicate e il contatto potrebbe danneggiarle; fotografare è lecito ma è importantissimo rispettare le restrizioni che riguardano l’uso del flash nelle aree sensibili. Oggi è un luogo turistico ma va considerato che prima della Regola portoghese introdotta nel 1534 era un luogo di culto. Di grande interesse storico, vede le sculture datate tra il V e l’VIII secolo dopo Cristo.

A renderle particolarmente preziose è la struttura scavata all’interno della roccia basaltica, estremamente dura e quindi di grande pregio proprio per l’impegno che sarà stato necessario per poterle ricavare. Se oggi i muri sono spogli, è possibile cogliere pochissime tracce di quello che un tempo erano i dipinti che le adornavano.

Come visitare le grotte di Elephanta

Devi sapere che una guida ti accompagnerà attraverso l’esplorazione delle grotte; grazie alle spiegazioni in lingua inglese potrai scoprire in modo approfondito quello che è il passato del luogo di questi tempi scavati nella roccia e che oggi si contraddistinguono per un arrivo impervio.

Come spesso accade per i luoghi di culto, l’arrivo non è tra i più facili: sappi che per raggiungere l’ingresso dovrai affrontare un percorso piuttosto dissestato e tantissimi scalini ma una volta raggiunto ti assicuro che ne varrà la pena. Se sei amante della biodiversità ti strapperanno un sorriso le tantissime scimmie che popolano il luogo e che scorrazzano liberamente, talvolta persino interagendo direttamente con i visitatori. (a tal proposito attenzione allo zaino se hai degli snack!) Non tornare a casa senza aver acquistato un souvenir locale in una delle bancarelle ai lati della strada: anelli, gioielli e sculture artigianali sono una delle opzioni migliori se desideri portare in Italia un ricordo speciale.

Grotta di Shiva

Uno dei luoghi cult che non puoi perderti è la grotta di Shiva spesso indicata sulle guide come Grotta grande. lunga 27 metri, si apre in un’unica grande sala con una caratteristica pianta quadrangolare. Rimarrai a bocca aperta accedendovi: l’ingresso viene sorretto da 4 pilastri e sono i 3 portici a svelare una navata in fondo. Per i credenti l’interno ospitava un tempio che è tutt’oggi considerato la dimora di Shiva raffigurato con una scultura.

Categorie
Catania Etna Idee di Viaggio patrimonio dell'umanità Sicilia Viaggi viaggiare vulcani

Luoghi da visitare in Sicilia partendo dall’aeroporto di Catania

La Sicilia è tutta da amare. Visitarla in una sola volta è impossibile, perché merita di essere esplorata a passo lento, assaporandone ogni sfumatura culturale, architettonica e paesaggistica. Se il prossimo viaggio nella Perla del Mediterraneo prevede di atterrare all’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, potete scegliere di rimanere nella splendida città ai piedi dell’Etna godendo del suo centro storico barocco dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, oppure potete decidere di spostarvi in una delle splendide località turistiche della Sicilia orientale che sorgono nei suoi dintorni.

Ecco alcuni consigli per visitare borghi storici, litorali incontaminati e paesaggi meravigliosi a pochi chilometri e facilmente raggiungibili da Catania.

Tappe da visitare a nord di Catania

Partendo dall’aeroporto di Catania, sono diverse le perle siciliane da visitare a poca distanza. Viaggiando verso nord, esploriamo alcune tappe alla scoperta della splendida costa che giunge fino a Taormina: Aci Castello, Aci Trezza, Acireale e Zafferana Etnea.

Taormina e le Gole dell’Alcantara

Taormina dista poco più di 60 chilometri da Catania ed è una delle città più amate dai turisti di tutto il mondo. La sua posizione, a circa 250 metri a strapiombo sul mare, la rende ancora più ricca di fascino e attrattiva. I bellissimi giardini pubblici della villa comunale sono il polmone verde della città ma anche un luogo dove ristorarsi lasciandosi inebriare dal profumo dolce di magnolie e bouganville.

Il Duomo, risalente al XIII secolo, è imponente e maestoso e contiene opere di grande valore artistico che vanno dal periodo bizantino a quello rinascimentale. È il Teatro Greco il monumento più rappresentativo di Taormina: chiamato anche Teatro Antico, venne costruito dai greci intorno al III secolo a.C., dopo la realizzazione del teatro di Siracusa, ed è la seconda struttura teatrale più grande della Sicilia.

Taormina vista dal Teatro Greco antico, in Sicilia

Fonte: iStock

Taormina vista dal Teatro Greco

Dopo una visita al centro storico di Taormina, gli amanti della natura non possono lasciarsi scappare le Gole dell’Alcantara, a poco più di 20 chilometri verso l’entroterra. Un luogo incredibile e meraviglioso, caratterizzato da gole naturali di basalto scavate dallo scorrere incessante delle acque pure e cristalline del fiume Alcantara. Le pareti raggiungono un’altezza di 25 metri e la loro particolarità è la forma bizzarra che hanno assunto nel corso dei millenni, grazie alla lava incandescente che, a contatto con l’acqua, ha dato vita a pareti dalle geometrie spettacolari.

Le Gole di Alcantara, da visitare nei dintorni di Taormina

Fonte: iStock

Gole di Alcantara

Aci Castello e Aci Trezza

Prima di raggiungere Taormina, meritano sicuramente una visita le cittadine marinare di Aci Castello e di Aci Trezza, rispettivamente a 18 km e a 20 km dall’aeroporto di Catania. Affacciate sulla splendida costa assolata bagnata dal mar Ionio, le due località sono affascinanti tesori ricchi di storia e bellezze naturali e architettoniche. Ad accomunarle è lo spettacolo delle Isole Ciclopi, luogo che ha fatto da sfondo al capolavoro intramontabile “I Malavoglia” di Giovanni Verga: grandi strutture geologiche caratterizzate da migliaia di pilastri naturali di lava solidificata che emergono dalle acque del mare, formatesi più di un milione e mezzo di anni fa. Oggi quest’area è protetta all’interno della Riserva integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi.

Alba sulle Isole dei ciclopi, di fronte ad Aci Trezza, in Sicilia

Fonte: iStock

Alba sulle Isole dei ciclopi, Aci Trezza

Dopo una passeggiata sul lungomare, sul quale si affacciano le antiche casette dei pescatori, ci si addentra nel cuore pulsante dei borghi. Da visitare è il Castello Normanno di Aci Castello, oggi sede del museo civico della città, e dal quale prende il nome. Dal castello, il panorama che si stende davanti alla vista è qualcosa di unico e meraviglioso. Ad Aci Trezza è il Museo Casa del Nespolo di Aci Trezza a raccontare la storia della cittadina, fatta di tradizioni tramandate nei secoli. Non può mancare anche una degustazione della gastronomia locale, che unisce gli ingredienti del mare a quelli della cucina siciliana, in un esplosione di sapori indimenticabile.

Acireale

Seguendo la costa verso nord, la prossima tappa è Acireale, a soli 6 km di distanza da Aci Trezza. Un tesoro barocco che unisce lo splendore del mare, con la Riserva Naturale de La Timpa che offre un mare limpido e spiagge rocciose in cui poter fare il bagno, e il fascino della cultura del luogo tramite le architetture che ne testimoniano la storia millenaria.

Sulle sue strade sono molteplici i palazzi nobiliari e le chiese antiche che vi si affacciano, regalando scorci di rara bellezza. Da visitare sono la Cattedrale di Maria Santissima Annunziata, risalente al XVI secolo, e le antiche terme romane. Acireale è celebre anche per il suo Carnevale, tra i più suggestivi d’Italia.

Zafferana Etnea

A 600 metri sul livello del mare, sorge Zafferana Etnea: posizionato ai piedi delle pendici orientali dell’Etna e a 15 km da Acireale, questo splendido borgo ha un patrimonio culturale, storico e paesaggistico che richiama numerosi turisti durante tutto l’anno. Qui si possono percorrere i diversi sentieri escursionistici che risalgono i pendii, oppure ammirare antiche chiese e palazzi storici, i sorvegliati speciali del vulcano attivo più alto d’Europa. Da non perdere sono i giardini con la fontana e la chiesa di Santa Maria della Provvidenza, proprio nel centro storico nel quale si svolge uno degli eventi più importanti della zona: l’Ottobrata, una festa che celebra i prodotti tipici locali, tra i quali il miele.

Vista da Zafferana Etnea, in Sicilia

Fonte: iStock

Vista sull’Etna da Zafferana Etnea

Tappe da visitare a sud di Catania

Partendo sempre dall’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, ci spostiamo in direzione sud, verso stupendi borghi affacciati a un mare limpido e cristallino in cui tuffarsi. Ecco alcuni suggerimenti per visitare Augusta, Siracusa, Vizzini e Caltagirone.

Augusta

A poco più di 40 chilometri a sud dell’aeroporto di Catania sorge Augusta, un gioiello nascosto affacciato sullo Ionio con una storia millenaria da raccontare. Famosa per il suo porto, tra i più importanti della zona, è dominata dal Castello Svevo, una fortezza medievale, e custodisce la Chiesa Madre, importante testimonianza dell’architettura barocca siciliana. Dopo una visita al centro storico, non può mancare una pausa al mare sulle sue spiagge rocciose, come lo Sbarcatore dei Turchi, alternate a suggestive grotte scavate dall’acqua.

Siracusa

Siracusa è un’altra delle splendide località della costa orientale della Sicilia. Situata poco più a sud rispetto ad Augusta, la città è conosciuta per gli edifici barocchi del centro e per Ortigia, la parte della città costruita su un isolotto collegato con la terraferma. Anche qui è facile perdersi nel labirinto di viuzze, tra palazzi nobiliari e monumenti storici. 

Da appuntare per una visita il Parco Archeologico Neapolis: 240.000 mq di area che custodisce testimonianze antichissime, risalenti all’età protostorica, tardoantica e bizantina. Da non perdere anche il teatro greco e il curioso Orecchio di Dionisio, una grotta di origine calcarea che assume la forma di orecchio: in questo antro naturale il gioco dell’eco è impressionante, arrivando ad amplificare i suoni fino a 16 volte.

Un altro consiglio è quello di passeggiare lungo le viuzze che si snodano lungo la Giudecca, il quartiere ebraico della città. Da non perdere anche il castello Eurialo e la speciale fonte di Aretusa (sull’isola di Ortigia): questo è l’unico luogo in Europa in cui crescono ancora spontaneamente i papiri.

Siracusa e la sua isola di Ortigia, con il centro storico e il mare turchese

Fonte: iStock

Siracusa e l’isola di Ortigia

Vizzini e Caltagirone

Spostandoci verso l’entroterra si raggiungono Vizzini e Caltagirone. A circa 50 km a sud rispetto all’aeroporto di Catania sorge il borgo di Vizzini, raggiungibile in auto in circa 30 minuti. Strette viuzze si snodano tra antiche case in pietra e storiche testimonianze di un passato culturale e artistico di estrema importanza. Meritano una visita la Chiesa di San Giovanni Battista, esempio dell’architettura barocca siciliana, e la Chiesa Madre, che custodisce alcune opere d’arte di grande valore. Per un tuffo nella vita del celebre scrittore siciliano Giovanni Verga, si può visitare il Museo dell’Immaginario Verghiano.

E poi c’è Caltagirone, con le sue botteghe artigiane di maestri ceramisti, di cui sono piene le viuzze del centro, abbellite dalle colorate piastrelle di produzione locale. Famosa la scalinata di Santa Maria del Monte, con i suoi 142 gradini colorati, tra le più spettacolari del mondo.

Ma Caltagirone non è solo la patria della ceramica. I suoi monumenti e le chiese sono testimonianza di diverse epoche storiche che ne hanno modificato le architetture. Da visitare la Chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo meraviglioso chiostro.

Caltagirone e la celebre scalinata con le ceramiche, in Sicilia

Fonte: iStock

Scalinata di Santa Maria del Monte, Caltagirone

Tappe da visitare nell’entroterra di Catania, tra la città e l’Etna

Visitare la Sicilia dell’entroterra è un viaggio meraviglioso alla scoperta di tradizioni, storie antiche e paesaggi naturali incontaminati. Dall’aeroporto di Catania ci allontaniamo allora dal mare verso l’interno, immergendoci nella campagna punteggiata da splendidi borghi e cittadine custodi di un patrimonio di immenso valore. Ecco allora alcuni suggerimenti per fare tappa a Motta Sant’Anastasia, Belpasso, Sperlinga e Bronte.

Motta Sant’Anastasia

Un gioiello nascosto tutto da esplorare è Motta Sant’Anastasia. Sono solo 16 i chilometri che la dividono dal terminal aeroportuale di Catania e una tappa qui vale assolutamente il viaggio. Immerso nella natura, questo borgo racconta la storia di un passato culturale e artistico importante grazie al suo Castello Normanno, antica fortezza che domina l’area e dalla quale si gode di un panorama incantevole sui dintorni caratterizzati dal caratteristico basalto nero.

L’essenza di Motta Sant’Anastasia si esprime anche nelle tradizioni e nelle feste popolari che tutt’oggi animano la popolazione. La più celebre è la Festa di Sant’Anastasia, un evento colorato e vivace che riunisce tutta la comunità che abita queste terre.

Belpasso

Il viaggio prosegue con una tappa a Belpasso, una località che brilla di luce propria alle pendici dell’Etna, ricostruita dai suoi abitanti e risorta dalle proprie ceneri più volte a seguito di alcune devastazioni causate dal vulcano e dai terremoti, avvenute nel corso dei secoli.

Abbarbicata sulle pendici del vulcano, la cittadina viene comunemente chiamata anche la “Scacchiera dell’Etna” per via del suo schema urbanistico con strade e incroci che, dall’alto, s’intersecano ricordando proprio una scacchiera. Tra le vie del centro storico, meritano una visita la Chiesa Madre, il convento e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, esempi di barocco siciliano, e Palazzo Scrofani, caratterizzato da elementi barocchi alternati alla pietra lavica.

Sperlinga

Proseguendo il viaggio verso l’entroterra siciliano, dopo circa 90 km di viaggio si raggiunge Sperlinga, una cittadina incastonata nel paesaggio delle Madonie, in provincia di Enna. La visita a questa località merita sicuramente in viaggio da Catania per via del suo splendido castello, dalla struttura particolare: è scavato nella roccia e composto da un labirinto di grotte e tunnel che si snodano per diversi chilometri. Raggiungendo la fortezza tramite i vicoli che attraversano il caratteristico centro storico, si apre un panorama che toglie il fiato sulle colline ricoperte da distese di vigneti e ulivi.

Sperlinga e il suo castello costruito nella roccia, in Sicilia

Fonte: iStock

Sperlinga e il suo castello

Bronte

Il viaggio nell’entroterra siciliano nei dintorni di Catania non può non contemplare anche una tappa a Bronte, la patria del pistacchio conosciuta in tutto il mondo. Sorge alle pendici dell’Etna su dolci colline che vedono la produzione del cosiddetto “oro verde”, tra i pistacchi più buoni del mondo. Ma Bronte non riserva ai propri visitatori soltanto la storia e la cultura culinaria legata ai pistacchi. Il patrimonio culturale custodito in questo borgo comprende anche il Castello di Nelson, struttura del XIV secolo che oggi ospita un museo, e la Chiesa di Santa Maria.

 

Categorie
Consigli Europa itinerari culturali La Valletta Malta patrimonio dell'umanità Viaggi

Dove dormire a La Valletta: i quartieri migliori per l’hotel

La Valletta, la splendida capitale di Malta, è una delle destinazioni del Mediterraneo adatta a tutti coloro che sono alla ricerca del giusto mix di storia e cultura, paesaggi e bellezze naturali uniche e tanto divertimento.

Riconosciuta anche nel 1980 come patrimonio dell’umanità UNESCO, La Valletta è una città fortificata, dal tipico stile barocco, con chiese monumentali, musei e ben 320 monumenti nel centro storico. Dormire a La Valletta significa immergersi nella frenetica vita della capitale maltese, una città adorata anche molto dai giovani per la sua vita notturna.

Proprio per questo motivo, scegliere dove dormire a La Valletta è molto importante per vivere nel migliore dei modi il viaggio sulla splendida isola di Malta.

Centro Storico di La Valletta

Il centro storico di La Valletta è, senza dubbio, uno dei luoghi più affascinanti dove decidere di soggiornare. Conosciuto anche come la città vecchia, questa zona della capitale è un vero e proprio labirinto a cielo aperto, che fa vivere ai turisti un’esperienza unica, immersi in piazze pittoresche, palazzi storici e stradine acciottolate. Dormire nel centro storico di La Valletta farà rivivere la storia di quella che un tutt’oggi viene riconosciuta con il titolo di Città Umilissima.

I vantaggi di dormire nel centro storico di La Valletta sono dati, principalmente, dalla vicinanza alle attrazioni principali della città, come la Concattedrale di San Giovanni, il Palazzo del Gran Maestro e i Giardini di Barrakka, facilmente raggiungibili a piedi. Oltre a questo, non si può non menzionare la possibilità di godere di un’atmosfera unica, che permette di vivere la vera essenza di La Valletta e dell’isola di Malta, con angoli e scorci storici e ristoranti tradizionali. Inoltre, la presenza della stazione principale degli autobus in questa zona rende gli spostamenti molto semplici per scoprire i dintorni di La Valletta.

D’altro canto, dormire a La Valletta, nel centro storico della città ha degli svantaggi, dati dalla sua posizione centrale e dalla presenza di numerosi servizi. Gli hotel in questa zona, infatti, tendono ad essere più costosi di altre zone. Oltre al fatto che, a causa dei numerosi eventi e locali notturni, può risultare rumoroso per il flusso di turisti e giovani.

Centro storico di La Valletta

Fonte: iStock

Via pedonale del centro storico di La Valletta

Lungomare di La Valletta

Il lungomare di La Valletta è una zona molto vivace e ricca di eventi, soprattutto durante il periodo estivo.
Fra concerti e serate danzanti, il lungomare di La Valletta è il luogo ideale per chi è alla ricerca di sano divertimento per concludere la giornata sull’isola maltese.

Trovare una sistemazione in questa zona della città, che sia recente e moderna, non è così facile, ma ciò farà vivere ai visitatori di La Valletta la possibilità di dormire in sistemazioni uniche e rustiche, dallo stile tipico maltese, o addirittura in vecchi palazzi storici. Come per il centro storico, anche le sistemazioni sul lungomare di La Valletta hanno un prezzo più elevato rispetto la media, ma ciò non deve scoraggiare tutti coloro che sono alla ricerca di un alloggio nel cuore pulsante di Malta.

Sliema

Sliema è una zona situata appena fuori le mura di La Valletta ed è una delle zone più popolari per soggiornare a Malta. È conosciuta per la sua vivacità, per la presenza di negozi alla moda e per la vivace vita notturna. Tutti dettagli che la rendono una delle zone dell’isola più ricercate dai turisti alla ricerca di un’esperienza diversa dalla storicità del centro storico.

C’è un’ampia scelta di alloggi, fra hotel, appartamenti e bed & breakfast adatti a tutte le tasche, oltre che di numerosi servizi. Ideale per chi è amante dello shopping, grazie alla presenza di diversi centri commerciali, e per coloro che sono alla ricerca di gusti d’oltre mare, con diversi ristoranti e bar che offrono cucina internazionale.

Molti hotel a Sliema offrono una vista unica sulla baia e sullo skyline di La Valletta, con una passeggiata serale sul lungomare unica nel suo genere.

Cattedrale di San Paolo di sera

Fonte: iStock

Vista della cattedrale di San Paolo a La Valletta

Però, ci sono anche degli svantaggi. Primo fra tutti la distanza dalle attrazioni storiche, anche se La Valletta è poco distante e raggiungibile sia in autobus, che in traghetto. Allo stesso tempo, essendo una zona molto affollata, soprattutto in alta stagione, Sliema perde il suo fascino locale a favore di un’atmosfera più internazionale.

Floriana

Floriana è una piccola località situata subito fuori dalle mura di La Valletta. Una località che viene spesso trascurata dai turisti, ma che è una vera e propria gemma nascosta di Malta, la scelta giusta per tutti coloro che sono alla ricerca di tranquillità e, allo stesso tempo, vicinanza alle migliori attrazioni turistiche di La Valletta.

È la zona ideale per chi è in cerca di una vacanza rilassante e dalla quale raggiungere il centro storico facilmente a piedi, evitando spostamenti con i mezzi pubblici. Floriana ospita alcuni dei parchi più belli di Malta, come i Giardini di Argotti e i Giardini di San Publio, perfetti per chi ama gli spazi verdi e per passeggiate rilassanti.

Pur essendo vicina a La Valletta, Floriana è meno sviluppata rispetto anche a Sliema in termini di servizi, come ad esempio ristoranti e negozi, e la scelta di hotel per dormire a Malta è più ristretta, nonostante la presenza di alcune ottime opzioni, sia per chi è alla ricerca di un hotel a La Valletta di lusso, sia per chi è alla ricerca della migliore soluzione in termini di qualità/prezzo.

Gżira

Gżira è una località affacciata sul mare, situata tra Sliema e Msida, ed è la località che offre il miglior rapporto qualità/prezzo nella zona di La Valletta. È una scelta eccellente per dormire a La Valletta e per chi desidera essere vicino alla capitale, ma senza spendere troppo. Gli alloggi, infatti, tendono ad essere più economici rispetto a quelli del centro storico di La Valletta o di Sliema e offrono una vista unica sul mare e sulla città vecchia.

Gżira è in una posizione strategia, ben collegata con il resto dell’isola e da dove partire alla scoperta delle spiagge più belle di Malta. Nonostante ciò, non ha molte attrazioni turistiche, in quanto più urbana essere meno affascinante rispetto alle zone storiche, ma può vantare un’estrema vicinanza a Sliema e La Valletta.

Scegliere dove soggiornare a La Valletta dipende molto da ciò di cui si è alla ricerca, quindi dal tipo di vacanza, se improntata al divertimento o alla scoperta della storia di Malta e dei suoi affascinanti palazzi storici e monumenti. Il centro storico offre ai visitatori un’immersione totale nella storia e nella cultura, ma può essere costoso e rumoroso, come la zona del lungomare di La Valletta. Sliema è perfetta per chi cerca comodità, shopping e vita notturna, mentre Floriana offre tranquillità e vicinanza al centro senza il trambusto. Gżira, infine, rappresenta un’ottima opzione per chi cerca alloggi più economici, ma buoni collegamenti verso le altre zone dell’isola.

Qualunque sia la scelta, La Valletta e i suoi dintorni saranno in grado di regalare ai visitatori un’esperienza indimenticabile, tra storia, cultura e panorami naturali mozzafiato.

Categorie
Africa Idee di Viaggio mete storiche patrimonio dell'umanità Tanzania Viaggi viaggiare Zanzibar

Stone Town, cosa vedere nella città vecchia Patrimonio Unesco

Una delle destinazioni da inserire nel proprio itinerario quando si fa un viaggio a Zanzibar è Stone Town, la parte vecchia della colorata Capitale dell’arcipelago, che vanta una grande storia e un particolare passato da cui deriva il suo nome. Non serve trascorrerci molto tempo, ma sicuramente questo è un luogo in grado di colpire i visitatori, che qui arrivano prima di dirigersi a scoprire la natura straordinaria di questa zona del mondo.

Stone Town, informazioni utili

La Stone Town di Zanzibar è conosciuta anche come Mji Mkongwe, che tradotto vuol dire “città vecchia”. Il suo nome deriva dal fatto che i suoi edifici antichi sono costruiti in pietra, pur presentando un’architettura che riflette la molteplicità di influenze che definiscono la cultura swahili in generale: ci sono elementi moreschi, arabi, persiani, indiani ed europei.

Non è quindi difficile immaginare perché la città sia stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco: merito della sua importanza storica e della sua architettura.

Una graziosa località che accoglie il visitatore con un labirinto di vicoli ricchi di case, negozi, bazar e moschee. Tuttavia (e purtroppo) la situazione non è delle più rosee: il patrimonio architettonico di Stone Town è in gran parte in declino, anche a causa della friabilità della pietra locale, tanto che dei suoi circa 1600 edifici solo un 10% riceve manutenzione. Nonostante questo – che ci auguriamo possa trovare presto una soluzione -, una visita a Stone Town vale certamente la pena farla.

Stone Town, Zanzibar

Fonte: iStock – Ph: cinoby

Tra i vicoli di Stone Town

Cosa vedere a Stone Town

Una delle attrazioni principali di Stone Town è senza ombra di dubbio il suo Forte Arabo, una struttura in pietra che nel corso della sua storia è stata utilizzata in diverse maniere: è servita per difendere la città dagli attacchi degli incursori, ma ha ricoperto anche i ruoli di prigione, caserma e deposito di materiale.

Al giorno d’oggi è uno dei cuori pulsanti della cittadina, in cui si riuniscono abitanti e turisti che qui possono partecipare a diversi eventi. Inoltre, al suo interno è possibile passeggiare tra diversi negozi e in un ampio giardino, attualmente adibito a teatro.

A non troppa distanza da questo edificio sorge la struttura più importante di Stone Town: il Palazzo delle Meraviglie. Si tratta della più grande opera architettonica di Zanzibar, che colpisce perché si specchia sul mare. Tra le sue pareti è possibile visitare un modernissimo museo, e al contempo sentirsi catapultati indietro nel tempo grazie alle sue mura merlate. Una piccola curiosità: il suo importante nome deriva dal fatto che fu il primo palazzo della città ad avere la corrente elettrica ed anche il primo edificio dotato di ascensore di tutta l’Africa Orientale.

Voliamo ora presso la Cattedrale anglicana chiesa di Cristo, che al suo interno conserva un altare in cui riposano le spoglie del terzo vescovo di Zanzibar, che è stato anche colui che l’ha voluta far costruire. Ma non è tutto, perché questa struttura possiede una peculiare volta a botte e una croce di legno costruita con l’albero ai cui piedi venne seppellito il cuore di Livingston, nei pressi di lago Bangweulu in Zambia.

Poi ancora il Vecchio Dispensario, edificato per commemorare il giubileo d’oro (cinquantenario dell’incoronazione) della Regina Vittoria, che è forse il palazzo più decorato della città, tanto da presentarsi ai suoi visitatori con balconi intagliati, stucchi e mosaici alle finestre.

Vecchio Dispensario, Stone Town

Fonte: iStock

Veduta del Vecchio Dispensario di Stone Town

Molto interessante è anche la casa di David Livingston che si distingue per essere una elegante residenza in cui soggiornò anche l’esploratore britannico, che scelse questa città come sua musa per pianificare il suo ultimo viaggio nell’entroterra della Tanzania, alla ricerca delle sorgenti del Nilo.

Infine la casa di Freddie Mercury, perché è proprio a Stone Town che questo indimenticabile artista è venuto al mondo. Per questo motivo, si ha la possibilità di scoprire la casa dove questa icona musicale è nata, anche se purtroppo non è valorizzata come dovrebbe.

Un tuffo nella cultura di Stone Town: musei e molto altro ancora

Per capire più a fondo la storia e la cultura di Stone Town vale la pena fare una visita al piccolo museo dedicato agli schiavi che sorge accanto alla Cattedrale anglicana chiesa di Cristo: grazie al supporto di una guida locale, si può conoscere gran parte del sistema di condotti sotterranei e delle celle in cui venivano rinchiusi questi poveri uomini.

Di fronte al Forte Arabo ci sono i preziosi Giardini di Forhodani che, soprattutto al calar della sera, permettono di fare una vera e propria immersione in parte della cultura locale: qui prende vita un mercatino pieno di bancarelle tipiche che vendono pietanze della cultura culinaria zanzibarina.

Di notevole interesse è anche il Museo del Memoriale della Pace che si fa spazio all’interno di un edificio storico e che espone molti reperti della storia di Zanzibar, tra cui l’attrezzatura medica di David Livingston, alcuni elementi dell’antica ferrovia, monete, francobolli ed esempi di artigianato locale. I giardini del museo sono invece la dimora di alcune tartarughe giganti di Aldabra.

Il Museo del Palazzo si trova tra il Palazzo delle Meraviglie e il Vecchio Dispensario, e si distingue per essere un grande edificio a tre piani dedicato al sultano Khalifa bin Haroub e alle sue due mogli.

All’interno del Vecchi Dispensario, invece, vale la pena scoprire il piccolo museo sulla storia di Zanzibar, che raccoglie foto d’epoca del lungomare.

Infine, il mercato di Darajani che è il cuore pulsante della città e che è pieno di bancarelle che vendono spezie, frutta, verdura, pesce, carne e ogni genere di piccola attrezzatura. Come è possibile immaginare, da queste parti è obbligatorio trattare.

Mercato di Darajani, Stone Town

Fonte: iStock

A spasso per il mercato di Darajani
Categorie
itinerari itinerari culturali musei Notizie patrimonio dell'umanità Viaggi

Il Gran Tour dei Musei d’Impresa, un percorso ricco di fascino

Ai tanti splendidi cammini che sono sorti nel Sud Italia e che arricchiscono l’esperienza naturalistica di migliaia di turisti, si aggiunge ora il Gran Tour dei Musei d’Impresa, che affronta un tema decisamente diverso dal solito. Non si parla di lunghe camminate tra i boschi o in montagna, bensì di un percorso alla scoperta del patrimonio imprenditoriale e culturale del Mezzogiorno. Si tratta dunque di un itinerario in quattro tappe, che ci conduce presso altrettante istituzioni museali dedicate all’eccellenza industriale delle regioni del Meridione. Scopriamo questo incredibile viaggio.

L’idea del Gran Tour dei Musei d’Impresa

Nella cultura imprenditoriale del Sud Italia spiccano alcune eccellenze che hanno fatto la storia: stiamo parlando di aziende che hanno portato alla nascita e alla diffusione di bontà enogastronomiche diventate ormai delle vere e proprie prelibatezze conosciute in tutto il mondo, e che meritano di trovare ulteriore valorizzazione, già a partire dai processi di lavorazione delle materie prime per la realizzazione del prodotto finito. È così che nasce l’idea del Gran Tour dei Musei d’Impresa, un progetto patrocinato da Museimpresa – che da oltre 20 anni promuove molte aziende di successo del nostro Paese.

Il tour è un incentivo non solo a scoprire le eccellenze imprenditoriali del Mezzogiorno, ma anche a promuovere un turismo sempre più territoriale, che ci racconta le tradizioni e le storie di successo del Sud Italia. Grazie al contributo di Welcome Lucania T.O., questo percorso si snoda in quattro tappe che ci portano presso altrettanti musei d’interesse storico e turistico. “È un prodotto innovativo che coniuga l’eccellenza imprenditoriale del Sud Italia al patrimonio culturale, enogastronomico e paesaggistico. Un nuovo modo di visitare e valorizzare territori già noti al turismo, con una visione diversa” – ha affermato Francesco Garofalo, responsabile di Welcome Lucania.

Gran Tour dei Musei d’Impresa: le tappe

La prima tappa di questo interessante tour è il Museo del Confetto Giovanni Mucci, situato nella città pugliese di Andria: è ospitato all’interno della sede originaria della fabbrica Mucci, fondata nel lontano 1894. Qui sono nati alcuni piccoli capolavori dell’arte dolciaria della Puglia, come i famosi “Tenerelli” realizzati con la ricetta segreta di famiglia. All’interno del museo è possibile visitare un percorso espositivo che mostra documenti storici, utensili, macchinari e stampini usati per la produzione di confetti, caramelle e cioccolato.

È invece ad Altamura (prov. di Bari) che ci si può immergere nell’affascinante Museo del Pane di Vito Forte, il quale si trova nel luogo in cui venne costruito uno dei forni medievali più antichi del borgo. Il museo è strettamente legato alla figura del signor Vito Forte, divenuto ambasciatore del pane di Altamura nel mondo. Al suo interno si trovano antichi strumenti utilizzati dai fornai. La terza tappa ci porta a Pisticci (prov. di Matera), e più precisamente alla scoperta del Museo Essenza Lucano. Qui si può ripercorrere la storia del famoso Amaro Lucano e della famiglia che, da ben quattro generazioni, è alla guida dell’azienda.

Infine, non resta che approdare presso il Museo della Liquirizia Amarelli, che trova luogo a Rossano Calabro (prov. di Cosenza). La storia che racchiude è lunga oltre un millennio, e ci porta alla scoperta dell’antichissima tradizione della lavorazione delle piante di liquirizia. Si possono così esplorare, attraverso incisioni, documenti e foto d’epoca, i processi produttivi del passato e quelli moderni. Inoltre c’è la possibilità di ammirare macchinari e strumenti, ma anche oggetti quotidiani e abiti antichi che testimoniano la vita della famiglia che ha dato lustro a questo prodotto.