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L’Isola delle Rose, lo Stato indipendente al largo di Rimini

Sebbene abbia avuto vita breve, l’Isola delle Rose potrebbe aver segnato una tappa importante nella storia dell’umanità, e il suo valore è stato riscoperto solo di recente. A raccontare la sua incredibile storia è stato un film intitolato “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, che svela tutti i segreti della micronazione che durò solamente 55 giorni.

La storia dell’Isola delle Rose

L’Isola delle Rose nacque al largo delle coste di Rimini, dietro iniziativa dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa. La sua idea, una vera e propria utopia, era quella di dare vita a uno Stato indipendente dove non vi fossero regole e dove gli abitanti potessero convivere in armonia sulla base di un unico, importante valore: la libertà.

Era la fine degli Anni ’50 quando Rosa diede il via a un progetto incredibile, che trovò i primi ostacoli in alcuni problemi tecnici e nelle lungaggini della burocrazia italiana. Le autorità italiane avevano già intimato la rimozione di qualsiasi impedimento che potesse creare fastidi alla navigazione.

Tuttavia, l’ingegnere portò avanti senza sosta la sua iniziativa, che richiese anni per la realizzazione. La piattaforma marina crebbe pian piano, sempre sotto l’occhio attento delle autorità, che non poterono però fare nulla.

Un vero e proprio isolotto artificiale di appena 400 metri quadri emerse dalle acque a poco più di 11 chilometri di distanza dalla costa romagnola, dove si trova Torre Pedrera: la posizione venne scelta accuratamente, affinché la piattaforma si trovasse appena al di fuori delle acque territoriali italiane.

Finalmente, nel 1967 l’isola venne aperta al pubblico e si preparò ad accogliere i primi abitanti. L’anno seguente, e più precisamente il 1° maggio 1968, venne dichiarata la sua indipendenza e Giorgio Rosa venne eletto Presidente della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. La micronazione adottò infatti l’esperanto come lingua ufficiale, una decisione chiaramente volta a sancire la propria sovranità e indipendenza dallo Stato italiano. E i provvedimenti seguenti furono in linea con questa necessità: l’Isola delle Rose si diede un governo, emise la propria moneta e persino dei francobolli.

Ma nessuno Stato riconobbe mai la sua indipendenza, e la micronazione durò davvero pochissimo. Dopo appena 55 giorni, il 25 giugno del ’68, le forze dell’ordine diedero vita a un blocco navale e presero possesso della piattaforma, obbligando gli unici due residenti rimasti a sbarcare. Ebbe inizio un lungo dibattito tra le varie forze in gioco, ma fu Giorgio Rosa a soccombere: la sua oasi di pace sarebbe dovuta essere smantellata. Fu la Marina Militare a occuparsi della demolizione, con diverse scariche di esplosivo.

La storia non finisce qui, perché nonostante le cariche di dinamite l’Isola delle Rose si ostinò a rimanere in piedi. Servì un’imponente burrasca, che ebbe luogo il 26 febbraio 1969, a farla inabissare e a decretare definitivamente la sua fine. Pian piano vennero raccolti tutti i materiali abbandonati sul fondale del mare e la storia dell’Isola delle Rose venne dimenticata.

Il mito dell’Isola delle Rose

Negli ultimi anni, il progetto utopico dell’ingegner Rosa ha destato molto interesse sull’opinione pubblica: il futuro potrebbe vedere numerose piattaforme adibite proprio a Stati sovrani, per dare vita a nuove forme di convivenza.

Il regista Sydney Sibilia ha portato sui nostri schermi un film dedicato proprio alla micronazione che nacque e morì al largo delle coste di Rimini. “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” vanta un cast notevole, con Elio Germano a interpretare l’ingegnere Giorgio Rosa, affiancato da grandi attori quali Luca Zingaretti, Matilda De Angelis e Fabrizio Bentivoglio.

isola delle rose

Fonte: Wikimedia

L’Isola delle Rose – Foto: Wikimedia
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A Montebello il castello con il fantasma di una bambina

Lasciata alle spalle la vivacità della costa romagnola, a una ventina di chilometri da Rimini, si entra in un territorio dalla storia millenaria, punteggiato da rocche, torri e manieri.

Uno di questi è, senza dubbio, tra i più affascinanti, in grado di attrarre ogni anno turisti e appassionati di misteri e leggende: si tratta del Castello di Montebello, frazione di Torriana, che da 436 metri di altezza sorveglia la valle dell’Uso e del Marecchia.

La Rocca malatestiana ha visto scorrere mille anni di storia e, oltre al panorama mozzafiato e al silenzio ristoratore, è custode di una leggenda che trae origine da una storia vera: il fantasma di Azzurrina, “dagli occhi color del cielo e i capelli chiari coi riflessi azzurrini…”

Il Castello e la sua storia che ha attraversato i secoli

torre castello montebello

Torre del Castello di Montebello

L’imponente maniero vanta una storia che affonda le sue radici in epoca romana, nel III secolo, cui risale la torre a pianta quadrata ora inserita nel complesso fortificato.

Posto a guardia della strategica e principale via di collegamento tra il Montefeltro e la Toscana, poggia le fondamenta sul picco del monte e mostra ben visibili gli interventi subiti nel corso del tempo: le prime notizie si hanno con un documento del 1186, quando Giovanni Malatesta lo acquista da Ugolinuccio di Matalone.

I Malatesta dotarono il castello di fortificazioni mentre la residenza signorile risale alla seconda metà del Quattrocento quando nuovi proprietari divennero i Conti Guidi di Bagno, cui appartiene tutt’ora.

Ingrandito, restaurato e rimaneggiato, oggi si presenta con la torre difensiva e le antiche strutture militari che convivono con l’ala nobile e i preziosi mobili disseminati lungo i saloni: durante la visita, infatti, lo sguardo si posa su circa 500 anni di storia del mobile in Italia, passando in rassegna pezzi che vanno dal Trecento al Settecento, forzieri e cassapanche tra cui una che, si narra, risalirebbe alle Crociate.

Storia, arte, architettura, certo: ma cunicoli, sotterranei e strani avvenimenti lo hanno reso ancora più intrigante e durante un soggiorno da queste parti è una delle mete da non lasciarsi sfuggire.

La leggenda del fantasma di Azzurrina

Se ogni leggenda ha un fondo di verità, quella di Azzurrina è tratta proprio da una storia vera, quella di Guendalina Malatesta di Montebello, figlia di Uguccione, signore del maniero nel XIV secolo.

La piccola era albina e, a quei tempi, ciò poteva dare adito a superstizioni e simboleggiare un legame con il demonio: per scongiurare pericoli, i genitori decisero allora di tingerle periodicamente i capelli di nero ma, a causa del clima umido della zona, la tintura prendeva un effetto “blu” che scoloriva poi in azzurro.
Da qui il soprannome, “Azzurrina“.

Un triste giorno, il 21 giugno 1375, solstizio d’estate, la bambina era intenta a giocare da sola con la palla quando si inoltrò nella ghiacciaia del castello.
Non appena si accorsero della sua scomparsa, i genitori la cercarono ovunque e, arrivati alla neviera, scavarono tra il ghiaccio ma della bambina non vi furono tracce.

La sua sparizione rimase, e rimane, un evento misterioso che, nel tempo, ha dato origine alla leggenda del suo fantasma che, ogni 5 anni, tornerebbe a farsi sentire proprio la notte del solstizio d’estate, la “notte di Azzurrina”: nei secoli molti testimoniarono di aver sentito rumori provenire dalla ghiacciaia, oggi vuota.

Le visite guidate

Il Castello, museo custode del modo di vivere dei signori medievali, è gestito dall’ente preposto che organizza visite guidate alla scoperta delle sue meraviglie architettoniche e dei suoi misteri.

Le visite diurne sono adatte a tutti e si concentrano sugli appartamenti signorili, la stanza di Azzurrina, le terrazze e i cortili esterni, mentre le visite notturne sono riservate a un pubblico adulto poiché esplorano il lato paranormale della leggenda conducendo alle segrete e alla misteriosa neviera.

castello montebello torriana

Il Castello di Montebello