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Sognando i Caraibi: qual è il momento migliore per andare?

Se è vero che ogni destinazione di viaggio è una scoperta destinata a regalarci sempre emozioni uniche e ricordi indelebili, è vero anche che esistono luoghi che possono esaudire quelli che sono, probabilmente, i desideri di quasi tutti i viaggiatori. I Caraibi sono tra questi.

Perché ammettiamolo, chi non ha mai sognato di vivere un’avventura di lusso in un paradiso terrestre? Un’esperienza di riposo e relax incorniciata da uno dei paesaggi più belli del mondo, tra acque turchesi e cristalline, spiagge bianche e dorate, palme e natura incontaminata.

Un vacanza che ha come destinazione i Caraibi è davvero un’esperienza che dovremmo vivere tutti, almeno una volta nella vita. Ma prima di organizzare questo viaggio tanto agognato scopriamo insieme qual è il periodo migliore per andare.

Sognando i Caraibi: la pianificazione del viaggio

Non abbiamo bisogno di elencare tutti i motivi per raggiungere i Caraibi, per organizzare quella che si prepara a diventare una meravigliosa fuga dalla realtà che tutti ci meritiamo. Quello che invece vogliamo fare oggi, insieme a voi, è pianificare il miglior viaggio di sempre, quello destinato a farvi vivere un’esperienza da sogno tra tutti quei territori bagnati dal mare più bello del mondo.

La prima cosa da fare, quando si pianifica un viaggio verso i Caraibi, è scegliere la destinazione da raggiungere. Sognate di vivere emozioni forti e mozzafiato oppure preferite una vacanza all’insegna del relax assoluto?

Le Bahamas, per esempio, sono perfette per tutti gli amanti del mare. L’oceano, che è assoluto protagonista di questo incredibile arcipelago, ospita quella che è una delle più grandi barriere coralline del mondo intero trasformando questo territorio in un vero e proprio paradiso per lo snorkeling e il diving.

Se è una vacanza all’insegna del dolce far niente, quella che sognate di vivere, allora Martinica è il posto giusto per voi. L’isola di origini vulcaniche offre un paesaggio variegato e mozzafiato che alterna chilometriche spiagge paradisiache a lussureggianti foreste tropicali, un eden senza tempo all’interno del quale perdersi e immergersi.

Si aggiungono poi alle proposte le Grandi Antille, che comprendono Cuba, Hispaniola, Giamaica e Porto Rico, destinazioni perfette per chi vuole immergersi in culture e tradizioni straordinarie incorniciate dalla grande bellezza dei paesaggi.

Insomma, ogni isola è un sogno da realizzare. Vi basterà solo scegliere quella che più si adatta alle vostre personali esigenze e prenotare il viaggio nel periodo giusto.

Caraibi: quando partire

Se avete deciso di raggiungere uno dei paradisi terrestri bagnati dal Mar dei Caraibi, non vi resta solo che organizzare il viaggio nei mesi giusti. Il clima di questa vasta regione geografica è principalmente tropicale con un clima che sfiora i 30 gradi durante tutto l’anno. Anche se le giornate sono prevalentemente soleggiate, ci sono alcuni periodi le precipitazioni sono più frequenti.

Per evitare le piogge, quindi, il periodo migliore per raggiungere i Caraibi è quello che va da dicembre a fine aprile. Durante questi mesi, a cavallo tra inverno e primavera, le temperature sono miti e le precipitazioni sono molto scarse. Al contrario, invece, durante l’estate il clima è umido e le piogge frequenti.

Raggiungere i Caraibi in inverno e in primavera, quindi, è davvero un’ottima idea. Non solo perché così possiamo sfuggire alle fredde temperature del nostro Paese, rifugiandoci tra il calore di un paradiso terrestre, ma anche perché tra febbraio e marzo è possibile assistere ai festeggiamenti di Carnevale che sono coloratissimi e vivaci.

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Ritorna Discover EU: come viaggiare gratis in treno

Saranno 35.000 i giovani che, per la seconda volta quest’anno, potranno viaggiare in treno gratis alla volta di splendide destinazioni europee. Riparte, infatti, il progetto DiscoverEU, dedicato ai viaggiatori che abbiano compiuto 18 anni e risiedano in uno degli Stati membri dell’Ue o dei paesi terzi associati a Erasmus+. Un programma su misura per i neo-maggiorenni desiderosi di scoprire i tesori più belli d’Europa.

Cos’è DiscoverEU e come si ottengono i pass gratuiti

DiscoverEU è un’azione del programma Erasmus+ che offre ai diciottenni l’opportunità di scoprire l’Europa attraverso esperienze di apprendimento (quest’anno sono state aggiunte anche sei nuove mete). Ci si sposta principalmente in treno (sono previste eccezioni per consentire di partecipare a coloro che vivono su isole o in zone remote), alla volta dei posti più belli del Vecchio Continente.

I candidati selezionati sono premiati con un pass di viaggio, che offre loro la possibilità di apprezzare il patrimonio storico, artistico e culturale di destinazioni ricche di fascino e storia, e di entrare in contatto con persone, usi, costumi e tradizioni. Inoltre, l’iniziativa permette di sviluppare competenze preziose per il futuro, ad esempio l’indipendenza, la fiducia e l’apertura verso altre culture. A partire da quest’anno, i partecipanti selezionati ricevono anche una carta sconto, da utilizzare per oltre 40 mila servizi tra trasporti pubblici, visite culturali, alloggio, vitto e sport.

Quando fare domanda e i requisiti per partecipare

La prossima tornata di candidature avrà luogo dalle ore 12 di martedì 11 ottobre alle ore 12 di martedì 25 ottobre 2022, quando sul sito comparirà la scritta “Partecipa”.

Per poter ottenere i pass di viaggio, è necessario:

  • essere nato tra il 1º gennaio 2004 (incluso) e il 31 dicembre 2004 (incluso);
  • inserire correttamente il numero della carta d’identità, del passaporto o della carta di soggiorno legale nel modulo di domanda online;
  • essere cittadino o residente legale a lungo termine in uno degli Stati membri dell’Unione europea, compresi i Paesi e territori d’oltremare o in uno dei paesi terzi associati al programma Erasmus+ (Islanda, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia).

Non è finita qui, perché bisogna partecipare anche a un quiz sul Portale europeo dei giovani, il sito online di supporto e informazione per questo tipo di progetti. Si tratta di 5 domande a risposta multipla, più una domanda di spareggio. Chi verrà selezionato potrà viaggiare in treno gratuitamente per un periodo di almeno 1 giorno e al massimo 30 giorni tra il 1º marzo 2023 e il 29 febbraio 2024. Si può partire da soli o in gruppo con un massimo di 4 amici, a condizione che soddisfino le condizioni di ammissibilità.

Se siete tra quelli che non raggiungeranno la maggiore età prima dell’anno prossimo, non disperate, perché potrete partecipare alla prossima estrazione nella prima metà del2023. Invece, i giovani che hanno vinto un pass DiscoverEU nell’ambito delle tornate precedenti dell’iniziativa non possono presentare di nuovo domanda.

Bisogna, infine, tenere a mente che la Commissione europea desidera ricevere un resoconto dai giovani viaggiatori e li incoraggerà a condividere le loro esperienze e avventure in Europa. Per questo motivo i candidati selezionati diventano ambasciatori DiscoverEU. Ciò vuol dire che sono invitati a raccontare le loro esperienze di viaggio attraverso i social media, o a fare una presentazione a scuola o nella loro comunità locale. I candidati sono invitati anche ad aderire al gruppo Facebook ufficiale #DiscoverEU.

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Voli low cost per partire per un viaggio last minute

C’è chi non ha fatto vacanze quest’estate e c’è anche chi ci è andato ma ha già voglia di ripartire. Specie con le offerte di voli low cost che ci sono ora.

La compagnia aerea easyJet sta promuovendo tantissime rotte aeree a prezzi davvero bassissimi.

Pensate che si può andare a Napoli con 12,49 euro (solo andata, naturalmente) o a Milano con 16,99 euro o ancora a Catania con 19,49 euro. E di offerte come queste ce ne sono tantissime.

Chi ha ancora voglia di mare può infatti scegliere una meta del Sud, dove essere abbastanza certi di trovare ancora caldo. Da Napoli, per esempio, si può prendere la Trans vesuviana e arrivare sulla Costiera sorrentina in poco tempo. Da Catania si può arrivare facilmente alla vicina Riviera dei Ciclopi o a Taormina e ai Giardini Naxos o ad altre bellissime spiagge.

Perché andare a Catania

Ma questa è la stagione ideale anche per visitare le città d’arte. Catania è senza dubbio una delle città d’arte più belle della Sicilia, meta ogni anno di migliaia di turisti innamorati e affascinati dalla sua architettura, dai suoi panorami mozzafiato, in bilico tra il bianco che ammanta il vulcano fumante e l’azzurro del Mediterraneo, proprio di fronte.

Catania mete italiane

Fonte: 123rf

Catania, tra vulcano e mare

La città stessa sembra mettere in comunicazione queste due forze della natura, perfettamente opposte e complementari. Lungo le strade, la vita scorre al di sopra e al di sotto della pietra lavica dell’Etna con la quale molti palazzi, storici e no, sono costruiti, nelle rovine greco-romane che testimoniano il passaggio millenario dei popoli in quest’area estremamente ricca; nella Catania Barocca e in quella medievale; nel fermento dei suoi vicoli, dei suoi mercati storici, la sua Piscarìa, da secoli cuore pulsante dei catanesi.

Insieme a Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli, Catania fa parte dei Comuni del Barocco siciliano dichiarati nel 2002 patrimonio dell’umanità dell’Unesco. E anche questo è un tour che varrebbe la pena fare.

Weekend a Napoli

Napoli, invece, offre un’infinità di cose da fare. Solo nel quartiere di Forcella, in una sola occhiata si possono scorgere tre imperdibili monumenti: la Chiesa del Gesù Nuovo, l’Obelisco dell’Immacolata e il Monastero di Santa Chiara.

Tra i luoghi irrinunciabili troviamo il Palazzo Reale dalla lunga facciata e un’opera suggestiva, conosciuta in tutto il mondo, da vedere almeno una volta nella vita, è sicuramente il Cristo Velato, all’interno della Cappella di San Severo. E poi c’è la Cappella che contiene il tesoro di San Gennaro, tra le meraviglie ebanistiche della tradizione napoletana.

galleria borbonica

Fonte: Francesca Di Pietro

La Napoli sotterranea

E che dire della città nella città, quella cioè creata dalla fitta rete di cunicoli sotterranei – l’antica Neapolis -che affascina per la sua imponenza e per il mistero attorno a cui si celano leggende come quella del “munaciello”. Per scoprire di che si tratta bisogna andarci…

Milano, la meta no. 1

Poi vi abbiamo anche consigliato Milano tra le mete di stagione. Questa città non ha bisogno di promuoversi. Proprio di recente l’hanno definita la Capitale culturale d’Italia. Ogni giorno sono decine gli eventi, le inaugurazioni e gli happening socioculturali che si tengono nel Capoluogo lombardo. Proprio in questi giorni è stato inaugurato l’ennesimo museo, la Fondazione Luigi Rovati che raccoglie un’importante collezione di reperti etruschi ma anche opere d’arte contemporanea.

Ma Milano è anche la Capitale italiana del design e della moda. Qualcuno sostiene lo sia anche della gastronomia, non per le sue specialità gastronomiche, intendiamoci, ma per i suoi ristoranti, stellati e d’altissima qualità, dove è possibile provare di tutto. E poi lo è anche dell’intrattenimento con i suoi concerti, gli spettacoli teatrali e le manifestazioni che regolarmente si tengono in città.

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Fonte: IPA

La Fondazione Rovati a Milano
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La Regina che ha viaggiato più di ogni altra al mondo

Impeccabile e longeva, Elisabetta II ha viaggiato tantissimo durante la sua intensa vita. Senza ombra di dubbio, è stata la Regina che lo ha fatto di più, considerando che ha trascorso decenni conoscendo culture diverse dalla sua e attraversando ripetutamente (quasi) tutto il mondo.

La Regina dei record

La Regina Elisabetta nel corso della sua vita ha raggiunto diversi primati. Per esempio, il suo regno è durato ben 70 anni, 7 mesi e 2 giorni. Durante questo periodo ha posato per oltre 200 ritratti, ha conosciuto 15 primi ministri, ha incontrato 13 dei 14 presidenti americani, ha avuto modo di interfacciarsi con 4 papi e, tra le altre cose, è rimasta sposata per più di 73 anni con il Principe Filippo, venuto a mancare nell’aprile 2021, un vero e proprio primato per un monarca britannico.

Ma la Regina era anche una globetrotter: dal 1952 Elisabetta ha viaggiato in 117 Nazioni e ha fatto più di 150 visite nei Paesi del Commonwealth. Tra le altre cose, è stata 22 volte in Canada e 13 volte in Francia. In totale ha percorso 1,7 milioni di chilometri, di cui 48 mila solo nel 2002, anno del suo giubileo d’oro che ha segnato i 50 anni sul trono.

In sostanza, è come se la Regina avesse fatto il giro del mondo 42 volte prima di interrompere i viaggi all’estero nel novembre 2015, all’età di 89 anni. Il più lungo? È stato di 168 giorni (dal novembre 1953 al maggio 1964) durante i quali ha visitato 13 Paesi. Infine, è stata la prima monarca britannica ad andare in Cina nel lontano 1986. Strano a dirlo visti suoi numeri, ma ci sono che luoghi che non ha mai potuto raggiungere come Israele, per motivi politici, e la Grecia a causa della storia familiare del Principe Filippo nel Paese.

cina regina elisabetta

Fonte: Getty Images – Ph: Hulton Archive

La Regina Elisabetta in Cina nel 1986

I viaggi della Regina Elisabetta in Italia

Nel corso della sua vita trascorsa in giro per il mondo, sia per dovere che per piacere, la Regina Elisabetta ha fatto tappa anche nel nostro Paese. Più precisamente c’è stata 5 volte, l’ultima nel 2014 per 24 ore di fitte di impegni tra il Quirinale, con l’allora presidente Giorgio Napolitano, e l’udienza in Vaticano con Papa Francesco.

Per la sovrana più amata della storia, l’Italia era uno dei luoghi preferiti soprattutto per le vacanze personali. In particolare nel 1951, anno in cui, l’allora Principessa, si concesse una visita di due settimane a Roma, dove festeggiò i suoi 25 anni nello spettacolare scenario di Villa Adriana a Tivoli.

Il 3 maggio 1961 Elisabetta, ormai Regina, attraversò la splendida Roma a bordo di una Flaminia 335. Il motivo della visita, in questo caso, fu incontrare il capo dello Stato, Giuseppe Gronchi. Mentre due giorni dopo, il 5 maggio, a conoscerla fu Papa Giovanni XXIII. Poi andò a Venezia e a Firenze. In questo stesso anno sbarcò anche sulla piccola isola siciliana di Vulcano dove girovagò con il Principe Filippo tra i villaggi di pescatori.

Tornò nel nostro Paese anche il 14 ottobre 1980, ma questa volta a riceverla furono Sandro Pertini e Papa Giovanni Paolo II. Lasciata la Capitale, sua Maestà decise di esplorare di nuovo il territorio italiano. La tappa, questa volta, fu Palermo, dove Elisabetta tornò anche nel 1992.

Nell’ottobre del 2000 la Regina fece ritorno a Roma. Ad accoglierla, in questa circostanza, ci fu Carlo Azeglio Ciampi, con cui Elisabetta assistette al concorso ippico in piazza di Siena. Poi si spostò di nuovo, ma questa volta a Milano al Teatro La Scala, dove Riccardo Muti diresse un concerto in suo onore.

Infine, l’ultimo viaggio istituzionale nel nostro Paese avvenne nel 2014, anno in cui conobbe anche Papa Francesco.

viaggi regina elisabetta italia

Fonte: Getty Images – Ph: Tim Graham

Elisabetta II e Sandro Pertini al Quirinale nel 1980

Cosa metteva in valigia la Regina Elisabetta

Innanzitutto, la Regina Elisabetta II poteva recarsi all’estero senza utilizzare il passaporto. Il motivo? In Gran Bretagna tale documento viene emesso “a nome di Sua Maestà”, quindi era lei stessa che li rilasciava, senza averne di conseguenza bisogno.

Portava sempre in valigia, tra le altre cose, un abito scuro. Una regola che aveva, e che ha anche ora, lo scopo di essere una sorta di prevenzione: nel caso in cui un membro della famiglia dovesse venir meno, tutti gli altri membri sono obbligati a indossare completi neri per onorare il lutto, in qualsiasi parte del mondo si trovino.

Inoltre, i Reali devono avere con loro anche un kit di sopravvivenza che, insieme ad aspirine e cerotti, contiene sangue d’emergenza per trasfusioni.

Infine, come avevano rivelato qualche anno fa i media inglesi, il set di valigie personali della Regina era firmato dal brand britannico Globe-Trotter. Al suo interno c’era sempre anche una scorta di Earl Grey, il suo tè preferito, con tanto di bollitore con il suo monogramma.

dove viaggiava regina

Fonte: Getty Images – Ph: Anwar Hussein

La Regina Elisabetta in Nuova Zelanda nel 1977

I mezzi di trasporto utilizzati dalla Regina

Ogni apparizione pubblica della Royal Family deve essere organizzata nei minimi dettagli, tanto che esiste anche un ufficio specifico, il Royal Travel Office, che si occupa delle visite ufficiali sia dal punto di vista della programmazione che dalla sicurezza.

A seconda dell’evento a cui i rappresentanti della famiglia devono partecipare, viene scelto un diverso mezzo di trasporto, anche se il più delle volte sono privilegiati i jet privati e ministeriali, così da garantire una certa privacy agli eredi al trono.

Ma tra quelli prediletti da sua Maestà c’era un treno costruito negli anni ’40 del XIX secolo caratterizzato da interni particolarmente eleganti. Un convoglio che, nel corso del tempo, è stato anche ampliato e rinnovato nel design, distinguendosi per essere uno dei treni più all’avanguardia del mondo. Elisabetta preferiva utilizzare il Royal Train per raggiungere le diverse destinazioni del suo Regno Unito.

Un altro grande amore in fatto di viaggi della Regina Elisabetta, definito da lei “come sentirsi a casa”, era il Royal Yacht Britannia. Parliamo di una gigantesca nave utilizzata per ben 968 viaggi ufficiali della Famiglia Reale. Un monumento, più che un’imbarcazione, in quanto nei suoi anni di servizio ha percorso più di un milione di miglia marine, facendo scalo in 600 porti di più di 130 Paesi differenti: una media di un giro del mondo all’anno.

Infine, il trasporto aereo della Royal Family è fornito, a seconda delle circostanze e della disponibilità, da una varietà di operatori militari e civili. Ciò include un Airbus Voyager della Royal Air Force e il volo in elicottero della Regina. Aeromobili che vengono utilizzati anche come aerei civili e voli commerciali di linea.

In sostanza, la Regina nel corso della sua vita è stata anche una vera e fiera viaggiatrice.

Royal Yacht Britannia regina

Fonte: Getty Images – Ph: Serge Lemoine

La Regina Elisabetta e il Principe Filippo a bordo del Royal Yacht Britannia nel 1977
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Viaggio on the road nell’anima del Portogallo

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, perché sono così tante le meraviglie ancora inesplorate che ogni volta che raggiungiamo una destinazione, sia questa lontana o vicina, finiamo col scoprire nuovi e inediti dettagli che ci incantano.

Ci sono luoghi poi, che per paesaggi, culture e tradizioni, sono destinati a restare nel cuore e a non andare più via. Sono gli stessi che ci permettono di costruire quelli che sono i ricordi più indelebili delle avventure della nostra vita. Il Portogallo è sicuramente uno di questi.

E se è l’anima più vera, autentica e incontaminata del Paese che volete scoprire, allora non vi resta che organizzare un viaggio on the road nella regione di Alentejo. Lì dove tutto sa di meraviglia, proprio lì dove il tempo si è fermato, potrete vivere una delle avventure più memorabili di una vita intera.

Benvenuti nella regione di Antelejo

Organizzare un viaggio in Portogallo è sempre un’ottima idea. Lo è perché l’intero territorio, situato nella penisola iberica al confine con la Spagna, offre paesaggi mozzafiato, come quelli bagnati dall’Oceano Atlantico. Perché conserva tradizioni secolari, affascinanti e seducenti che sono conservate dalle città e dai villaggi che si snodano lungo tutto il Paese. E poi ancora per la sua storia, per l’arte e la sua architettura, per gli scenari idilliaci che si aprono davanti agli occhi dei visitatori e per i suoi colori.

Ma se è l’anima più autentica e incontaminata del Portogallo che volete scoprire, allora c’è un luogo specifico che dovete raggiungere, meglio ancora se a bordo di un’autovettura.

Ci troviamo ad Alentejo, nella regione del Portogallo che comprende i distretti di Portalegre, Évora e Beja e una parte di quello di Setúba. È qui, che in occasione di un viaggio on the road, si attraversano pianure sterminate che si perdono all’orizzonte e che cambiano forme e colori con il susseguirsi delle stagioni. È qui che c’è un paesaggio che lascia senza fiato, che alterna frammentate scogliere a pianure pianeggianti e sterminate che s’illuminano sotto i raggi del sole, e che sono tutte da scoprire a ritmo lento.

Spiaggia di Samoqueira, Porto Covo, Alentejo

Fonte: iStock

Spiaggia di Samoqueira, Porto Covo, Alentejo

Alla scoperta dell’anima incontaminata del Portogallo

La sterminata campagna pianeggiante – dove il tempo sembra sospeso – comincia nei pressi del Tago, il fiume più lungo della Penisola iberica, nel nord della regione. Il sud, più accogliente e caloroso, ospita spiagge selvagge e scenografiche tutte da vivere a ritmo lento, un luogo dove il tempo è scandito solo dalle onde del mare e dai raggi del sole.

Évora è il capoluogo della regione centro-meridionale dell’Alentejo, ed è qui che parte il nostro viaggio ideale on the road. Lo straordinario centro storico della città, classificata come Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ospita l’antico tempio romano di Évora, mentre tutto intorno le antiche case si addossano l’un l’altra creando sentieri magici e suggestivi.

Lasciati alle spalle la folla e il brusio delle persone, potrete andare alla scoperta dei piccoli borghi protetti da fortificazioni, come Marvão o Monsaraz, che conservano la storia e le tradizioni del territorio. Una storia che vive e sopravvive anche nelle caratteristiche città di Santarém, Portalegre e Beja.

Un’altra tappa imprescindibile è quella della costa della regione. È qui che si susseguono scogliere frastagliate che proteggono baie bellissime e suggestive, che si alternano ad arenili sabbiosi bagnati dalle acque turchesi e trasparenti.

Il percorso on the road che conduce da una parte all’altra della regione è un’esperienza visiva e sensoriale unica. Attraverserete, infatti, campagne e pianure, campi coltivati e vitigni locali che profumano di terra e che creano paesaggi unici e suggestivi. Fermatevi a osservare il panorama, sia di giorno che di notte, e lasciatevi guidare dal sole e dalle stelle. La vista, qui, è straordinaria.

Cromlech Xerez, Évora, Alentejo

Fonte: iStock

Cromlech Xerez, Évora, Alentejo
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Viaggiatori sbarcano sulla Luna. In realtà si tratta di un parco vulcanico

Ci sono alcuni sogni, apparentemente irrealizzabili, che accomunano molti viaggiatori. Uno di questi è quello di sbarcare sulla Luna. In realtà negli ultimi anni, grazie alla diffusione del turismo spaziale, questa sta diventando una possibilità sempre più concreta, anche se per il momento decisamente esclusiva e riservata a pochissimi, visto i costi proibitivi dei primi biglietti messi in vendita.

Fatto sta che grazie alle tecnologie avanzate e al lavoro di alcune società, quello verso la Luna non è più un viaggio impossibile.

C’è però un altro modo per vivere quell’esperienza lunare, o comunque un’avventura che più le somiglia, ed è quella di raggiungere l’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco straordinario dove ogni giorno sbarcano decine di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Ulan Hada Volcano Geopark

Guardando le foto di questo articolo, la prima sensazione che si ha è quella di invidia per tutte quelle persone che, munite di tuta spaziale, sono atterrate su questa superficie spaziale. Ma in realtà, in questo caso, non si tratta della Luna, né di un nuovo pianeta appena scoperto, ma di un geoparco straordinario che ospita un paesaggio molto simile a quello lunare e che attira ogni giorno tantissimi viaggiatori desiderosi di vivere un’avventura unica.

Ci troviamo all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco incredibile situato nel cuore della Mongolia interna, a Ulanqab. Un parco suggestivo e straordinario che si snoda su una superficie di oltre 65 chilometri quadrati e che ospita un paesaggio tanto variegato quanto affascinante plasmato con i secoli dalle attività vulcaniche.

In molti lo hanno definito un museo del vulcano naturale, perché in effetti passeggiare su quest’area ci permette di esplorare un universo tanto affascinante quanto spaventoso e proibitivo, quello dei vulcani.

All’interno del parco, che può essere visitato tutto l’anno, ci sono diversi vulcani che contribuiscono a rendere il paesaggio di questo territorio della Mongolia interna, un vero e proprio capolavoro naturale. Lo stesso terreno, che ospita anche verdeggianti praterie, è caratterizzato dalle attività vulcaniche che si sono susseguite nei secoli.

Le strutture geologiche sono diverse, alcune emergono dalla terra e si mostrano in tutta la loro maestosità, altre invece sono ricoperte da una vegetazione lussureggiante che crea un paesaggio unico al mondo.

Visitare l’Ulan Hada Volcano Geopark è una vera e propria esperienza da vivere in ogni momento dell’anno. Durante ogni stagione, infatti, la natura mette in scena i suoi più grandi spettacoli cambiano i colori e le scenografie dell’intera area, trasformando questo luogo in un’attrazione turistica senza eguali.

Ed è sempre il paesaggio frastagliato, vulcanico e desolato, ad attirare qui tutti i viaggiatori che vogliono vivere un’esperienza spaziale. Il paesaggio, caratterizzato da rocce laviche e crateri, infatti, assomiglia a quello della Luna. Motivo per il quale numerosi turisti si spingono fin qui per diventare i protagonisti di un’avventura interstellare.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark

L’esperienza lunare

L’esperienza lunare da vivere all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark è documentata dagli stessi viaggiatori che giungono fin qui. Muniti di tute spaziali, i turisti possono esplorare questo territorio straordinariamente unico. Ci sono i crateri che si aprono sulla terra pianeggiante, i pendii irregolari e i vulcani a cono. C’è un paesaggio silenzioso e desolato che per forme e colori ricorda proprio quello della Luna.

I periodi migliori per organizzare un viaggio all’interno del geoparco sono sicuramente l’estate e l’autunno. L’orario ideale, invece, è quello del tramonto, quando le rocce vulcaniche si colorano di un intenso rosso che infuoca l’intero paesaggio. Fermatevi a guardare lo spettacolo: è straordinario.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark
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In Spagna puoi viaggiare in treno gratis

L’aumento dei costi energetici (e non solo) sta mettendo a dura prova tantissime famiglie: per questo la Spagna ha promosso un’iniziativa volta ad alleggerire le spese per i lavoratori pendolari, offrendo treni gratuiti nelle brevi e medie percorrenze. Ma l’offerta è disponibile anche per i turisti, seppure sia necessario rispettare alcuni requisiti. Vediamo quali sono.

Treni gratis, l’iniziativa spagnola

Il caro gasolio si è fatto duramente sentire già a partire dalle vacanze estive, con costi alle stelle per chi si è messo in viaggio in auto. Ma il problema reale è per chi deve spostarsi quotidianamente per motivi di lavoro: i pendolari hanno visto la loro spesa per il trasporto aumentare in maniera drastica. La Spagna ha dunque adottato una strategia che mira non solo ad aiutare le famiglie in difficoltà, ma anche a rendere più allettante l’opportunità di utilizzare i mezzi pubblici al posto di quelli privati, dando una mano all’ambiente.

A partire dal 1° settembre, e sino alla fine di dicembre 2022, il governo spagnolo rimborsa al 100% i viaggi effettuati in treno sulle tratte locali e sulle medie percorrenze – ovvero per tutti quei viaggi inferiori ai 300 km. L’iniziativa è valida solamente per i treni Rodalies (nella Catalogna), Cercanías (a Madrid) e Media Distancia (che si occupa prevalentemente di traffico suburbano). Sono invece esclusi i viaggi a bordo dei treni ad alta velocità. Inoltre, il programma riguarda unicamente i biglietti multiviaggio e non quelli per corse singole.

Come viaggiare gratis in Spagna

Insomma, il nuovo programma spagnolo sembra andare a vantaggio dei tanti pendolari che devono spostarsi dalle grandi città alle località più piccine, o viceversa. Si tratta infatti di un’iniziativa che rende gratuiti gli abbonamenti per viaggiare in treno: in che modo potrebbero riguardare anche i turisti? Per capirlo, basta osservare il suo funzionamento: chi vuole aderire al pass gratuito per i treni, deve registrarsi sull’app di Renfe, la compagnia ferroviaria pubblica spagnola. Bisogna selezionare una città di riferimento e versare una caparra (10 euro per le linee extraurbane e 20 euro per i viaggi a media percorrenza).

Una volta effettuata la registrazione, l’app fornisce un codice QR che funge da biglietto, e che si potrà mostrare al controllore per poter viaggiare gratuitamente. La caparra versata verrà interamente rimborsata entro il 31 dicembre, ma solo a patto che il passeggero abbia effettuato almeno 16 viaggi da/per la città selezionata. Un turista difficilmente potrà riuscire a rispettare questo requisito, a meno che non abbia in mente di fermarsi in Spagna per un lungo periodo di tempo. Ma non gli è vietato in alcun modo di usufruire dell’offerta: per iscriversi, non deve far altro che inserire il proprio numero di passaporto all’atto della registrazione sull’app.

Il vantaggio c’è, anche se a prima vista può sembrare il contrario. Basti pensare a quanto potrebbe costare spostarsi in treno dalla meta principale scelta per vacanza alle tante località che si vogliono visitare. Per chi ama muoversi in continuazione e ha intenzione di scoprire il più possibile delle bellezze spagnole, perdere 10 o 20 euro di caparra è comunque molto più economico che non acquistare biglietti del treno per ogni destinazione da esplorare. Un esempio? Da Madrid, in treno si può raggiungere facilmente la splendida città di Aranjuez: il biglietto costa poco più di 10 euro, quindi la convenienza di aderire all’iniziativa è già evidente.

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In Liguria il turismo diventa accessibile per tutti

Rinomata destinazione balneare scelta da gran parte dell’Italia nord-occidentale, la Liguria è una regione davvero particolare: spiagge bellissime e borghi arroccati sul mare hanno un fascino unico. Ma proprio la loro posizione, in un litorale spesso frastagliato, rende queste località talvolta difficili da raggiungere. È per questo che l’amministrazione ha promosso la nascita di due progetti volti all’accessibilità dei lidi liguri, compiendo un grande passo avanti verso l’inclusione delle persone con disabilità.

Liguria, i progetti per l’accessibilità delle spiagge

La Riviera Ligure è una vera meraviglia, e i turisti lo sanno molto bene: da maggio a settembre, le sue spiagge sono prese d’assalto da tutti coloro che desiderano regalarsi una vacanza balneare d’eccezione. Ma il problema dell’accessibilità si è fatto sempre più sentire, e ciò ha spinto il Fondo nazionale per l’inclusione delle persone con disabilità a finanziare due progetti molto interessanti, presentati da alcuni dei comuni che hanno partecipato.

“Abbiamo scelto di destinare 1,2 milioni di euro a progetti che rispecchiassero pienamente sia l’obiettivo dell’inclusione sia la vocazione della nostra regione” – ha affermato Giovanni Berrino, l’assessore al Turismo della Regione Liguria – “Saranno attivati progetti che interpretano al meglio il tema dell’inclusione in due direzioni: quella dell’accessibilità (mediante il finanziamento delle soluzioni logistiche e infrastrutturali per agevolarla) e quella dell’avvio al lavoro di persone con disabilità (mediante progetti di inserimento mirati in un settore che si presta e si sta aprendo molto a questa esperienza)”.

Al bando hanno partecipato diversi comuni liguri, ciascuno con un’iniziativa mirata a rendere più accessibili le proprie spiagge. Alla fine, una commissione tecnica ha scelto i due progetti vincitori, che si ripartiranno il finanziamento di ben 1,2 milioni di euro. E ora hanno inizio i lavori: l’obiettivo è quello di dare una vera e propria svolta al settore turistico dei comuni coinvolti, in modo che tutto sia pronto per la stagione estiva del 2024. Ma quali sono le novità previste per i turisti?

Il mare per tutti, progetto del Ponente

Il primo progetto vincitore è “Il mare per tutti”, per la Riviera di Ponente: ad averlo proposto sono i comuni di Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Finale Ligure e Loano. Con i 695mila euro che sono stati loro assegnati, hanno intenzione di potenziare i servizi delle spiagge libere attrezzate e le esperienze turistiche più richieste (come lo snorkeling e le escursioni in barca), rendendo il tutto accessibile in maniera più agevole anche alle persone con disabilità.

Inoltre i comuni coinvolti mirano ad attivare 12 tirocini destinati all’avviamento al lavoro – nel settore turistico e culturale – di persone con disabilità. È innegabile infatti che una regione come la Liguria sia particolarmente legata all’hospitality, e che ora sia sempre più aperta alle necessità di inclusività, per permettere ai portatori di disabilità di entrare in questo settore lavorativo.

Liguria levante Tourism4all, progetto del Levante

Per la Riviera di Levante, invece, la vittoria è andata ai comuni di Sestri Levante, Lavagna, Moneglia, Deiva Marina e Framura, che hanno presentato il progetto “Liguria levante Tourism4all”. Il finanziamento a loro spettante è di 505mila euro, con i quali intendono realizzare almeno una spiaggia accessibile in ogni comune, una segnaletica inclusiva e nuove posizioni lavorative cui verranno affidati i servizi di gestione di tali località balneari.

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Il Giappone allenta le frontiere: le novità

Notizie positive per chi desidera visitare per la prima volta (o tornare ad ammirare) il Giappone: dopo due lunghi anni di stop, anche il Paese del Sol Levante sta progressivamente allentando le restrizioni all’ingresso dei visitatori stranieri.

E se dal 10 giugno la riapertura al turismo era già in atto, dal 7 settembre ci sono ulteriori novità per tornare a viaggiare.

Viaggi in Giappone: le novità

Dopo la riapertura dei confini al turismo dal 10 giugno (quando i gruppi organizzati gestiti da tour operator hanno ottenuto nuovamente l’autorizzazione a viaggiare per turismo), dal prossimo 7 settembre il Giappone continuerà ad allentare le misure per i viaggiatori in entrata.

A partire da quella data, infatti, non sarà più richiesto un test PCR negativo effettuato entro 72 ore dalla partenza, a condizione che si sia completato il ciclo vaccinale con 3 dosi.

Ma non è tutto: durante una conferenza stampa, il Primo Ministro Kishida ha anche annunciato l’intenzione di spostare il limite degli ingressi giornalieri (che include i cittadini giapponesi di ritorno dall’estero) dagli attuali ventimila a cinquantamila, sempre dal 7 settembre.

Inoltre, presto non sarà più in vigore neppure l’obbligo di essere seguiti da un accompagnatore durante la permanenza in Giappone, rimanendo all’interno di visite guidate; tuttavia, il viaggio dovrà sempre essere organizzato da un tour operator.

I viaggiatori singoli potranno quindi tornare a scoprire il Paese del Sol Levante senza restrizioni, una notizia positiva che apre importanti spiragli di luce verso il sospirato ritorno alla normalità: basti pensare che nel 2019, prima della pandemia, i turisti stranieri erano circa 32 milioni mentre nel 2021 il numero è drasticamente precipitato a circa 246.000.

Le regole finora in vigore per andare in Giappone

L’allentamento delle restrizioni annunciato dal 7 settembre è una ventata di aria fresca dopo due lunghi anni segnati dalle chiusure e dalle rigide regole per i viaggi.

In particolare, il Giappone è il Paese che mantiene le regole più severe alle frontiere tra i Paesi del G7 con una quota di arrivi giornalieri limitata a ventimila persone e la richiesta del test Pcr negativo (non è più necessaria invece la quarantena).
Inoltre, non riconosce il certificato di guarigione da Covid-19 in sostituzione di una dose vaccinale.

Dal 10 giugno, i turisti stranieri, tra cui gli italiani, possono recarsi nel Paese nipponico soltanto in gruppi organizzati con pacchetti turistici e il visto con l’invito di una dmc locale, con il risultato di un test Pcr effettuato prima della partenza e il certificato di avvenuta vaccinazione con tre dosi.
Un provvedimento che è comunque stato accolto come un segnale positivo e che ha permesso a un elenco di 36 nazioni di tornare a scoprire le bellezze del Sol Levante con l’obiettivo di rilanciare il turismo giapponese.

Un primo passo per il totale ripristino dei flussi turistici con un occhio di riguardo al turismo sostenibile, al turismo di lusso e all’adventure tourism.

Ora, con il nuovo allentamento delle misure di controllo alle frontiere previsto per il 7 settembre, il Giappone mira ad adeguarsi agli altri Paesi del G7 accettando i viaggiatori singoli e riaprendo la strada al turismo pre pandemia.

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Santorini: chi l’ha detto che è solo da coppie?

Ci sono destinazioni che sembrano perfette per organizzare un viaggio da soli, magari zaino in spalla, andando totalmente all’avventura. Altre mete turistiche sembrano invece disegnate su misura per le comitive di amici, altre ancora per le famiglie con bambini e altre ancora per le coppie. Eppure nella mia esperienza di viaggiatrice solitaria non ho mai scelto una destinazione solo perché molto in voga tra i backpackers; mi sono sempre lasciata consigliare dal cuore e ho organizzato viaggi in posti meravigliosi che nell’immaginario collettivo non sono adatti a una persona sola. Uno di questi è sicuramente Santorini: un’isola dal fascino irresistibile, con tramonti da togliere il fiato, spiagge nere su cui rilassarsi e mille avventure da vivere. Se vi dicono che Santorini è adatta solo per le vacanze di coppia, non credeteci e organizzate il vostro viaggio in solitaria seguendo tutti i miei consigli.

Santorini: dove si trova e come arrivarci

Santorini si trova nel bel mezzo del Mar Egeo, a metà strada tra Atene e Creta, ed è la più meridionale delle Isole Cicladi. Questo arcipelago di 220 isole è, per me, la quintessenza della Grecia e Santorini ne è una rappresentante perfetta. Santorini vibra di un’energia tutta particolare, che ho trovato solo in altre isole di origine vulcanica. La sua forma a mezzaluna è dovuta a una devastante eruzione vulcanica che, nel 1600 a. C., fece collassare il cratere centrale che fu poi sommerso quasi tutto dal mare. Santorini è molto comoda da raggiungere partendo dall’Italia perché è dotata di un suo aeroporto, servito anche da compagnie low cost. Se volete abbinare la visita di Santorini a quella di altre isole Cicladi, il mezzo più comodo ed economico per spostarsi è sicuramente il traghetto. Sia nei pressi dell’aeroporto che del porto nuovo di Athinios, troverete alcuni uffici di noleggio di auto, motorini o quad. Viaggiando in solitaria, il mio consiglio è di affittare un motorino per avere la libertà di muoversi in lungo e in largo per tutta l’isola. Una valida alternativa è utilizzare i mezzi di trasporto pubblici dell’azienda KTEL. Il capolinea principale si trova a Fira e da qui partono numerosi bus per le altre località principali, come Oia, Kamari e Akrotiri. Ovviamente questi bus servono anche il porto e l’aeroporto, non sarà quindi necessario prendere un taxi per raggiungere l’alloggio che avete prenotato.

 

Dove alloggiare in solitaria a Santorini

Se è la prima volta che visitate Santorini, il mio consiglio è di alloggiare a Fira, il capoluogo. Fira si trova nella parte centrale dell’isola, arroccato sulla scogliera, ed è un punto strategico per raggiungere tutte le altre località. A Fira troverete tantissime sistemazioni a prezzi diversi. I viaggiatori in solitaria che vogliono fare nuove amicizie e contenere i costi, troveranno anche un paio di ostelli niente male. Anche Imerovigli e Firostefani sono ottime località dove soggiornare perché sono la naturale prosecuzione di Fira, ma senza tutta la confusione del capoluogo. Chi viaggia in solitaria, ma cerca un’esperienza esclusiva, potrà optare per un alloggio che affaccia sulla caldera con idromassaggio privato o infinity pool da cui godere di splendidi tramonti sul mare, però poi non lamentatevi che sia troppo romantico, pensate invece a che meraviglioso regalo vi state facendo. Se cercate il lusso estremo, la zona più in di Santorini è il centro abitato di Oia, che si trova nella punta settentrionale dell’isola. Oia offre i classici scorci da cartolina con le casette bianche con il tetto blu che si affacciano a picco sul mare e i fiori di bouganville che decorano gli ingressi. Se decidete di alloggiare vicino alle spiagge, Kamari e Perissa sono due ottime località con un buon numero di sistemazioni a prezzi contenuti, anche ostelli, e spiagge attrezzate dove rilassarsi.

Santorini in solitaria: cosa fare

Santorini è un’isola da esplorare in lungo e in largo: abbastanza piccola per essere visitata in 5 o 6 giorni, abbastanza grande per trascorrere anche 10 giorni senza annoiarsi. Come altre isole della Grecia, Santorini è il posto perfetto dove abbinare un po’ di relax in spiaggia ad altre attività, che spaziano da quelle più sportive a quelle quelle più culturali. Trekking, siti archeologici, degustazioni di vino ed escursioni in barca sapranno soddisfare le esigenze di ogni viaggiatore in solitaria che cerca una vacanza a metà tra il relax e l’avventura.

Attività sportive a Santorini

Anche se non si va a Santorini per praticare sport, l’isola offre alcune attività sportive che possono essere un bel modo per visitare le località più famose dell’isola. Ne è un esempio il bellissimo trekking che collega Fira a Oia. Il percorso è ben segnalato da cartelli di colore rosso e si snoda lungo il crinale della caldera. È lungo 13 chilometri, percorribili in circa 3 ore. Il dislivello non è troppo impegnativo perché si susseguono continui saliscendi che permettono di godersi appieno la passeggiata. Se visitate Santorini nel periodo estivo, partite di buon mattino, in modo da evitare le ore più calde della giornata, e portate con voi acqua da bere e qualche snack. Il trekking parte dal centro di Fira e passa per le località di Imerovigli e Firostefani, dove potrete ammirare le casette bianche che si affacciano a picco sulla caldera. Lasciati i centri abitati, il sentiero si fa a tratti sterrato, fino ad arrivare proprio sul crinale da cui si gode di una meravigliosa vista panoramica sulla caldera e sul villaggio di Oia, meta finale del cammino. Una volta giunti a destinazione, il mio consiglio è di fare ancora un piccolo sforzo e di scendere (e poi risalire!) i 300 gradini che portano al porticciolo di Ammoudi, una piccola baia circondata da taverne di pescatori dove gustare uno dei polpi alla griglia più buoni della vostra vita. Fermatevi a Oia fino al tramonto, quando il paesino bianco si colora di bellissime sfumature rosa e arancioni. Uno dei punti più gettonati per godersi la golden hour è il castello diroccato: ci sarà davvero tanta gente, ma lo spettacolo del sole che tramonta sul mare sarà davvero da togliere il fiato. Tornare a Fira non sarà davvero un problema perché gli autobus pubblici passano con una buona frequenza fino a tarda sera.

Visite archeologiche a Santorini:

Santorini è un’isola di origine antichissima, abitata dalla civiltà minoica già durante l’Età del Bronzo. La grande eruzione vulcanica del 1600 a. C. distrusse la città portuale di Akrotiri, ma i resti sono oggi visibili nell’omonimo sito archeologico, riportato alla luce a partire dalla metà degli anni ‘60. Come una piccola Pompei, Akrotiri si è conservata grazie al deposito delle ceneri vulcaniche che hanno preservato numerosi edifici, affreschi e ceramiche. Il biglietto di ingresso comprende anche la visita al Museo Preistorico di Fira, dove sono conservati i reperti archeologici ritrovati durante gli scavi. Per gli amanti della storia, un altro luogo da visitare a Santorini è sicuramente Antica Thera, sito archeologico situato in posizione sopraelevata a 396 metri sopra il livello del mare e facilmente raggiungibile dalla spiaggia di Kamari. Questa antica città fu fondata dai Dori nel IX secolo a. C., ma i reperti che sono stati recuperati risalgono per lo più al periodo ellenistico e bizantino. Tra gli edifici che sono venuti alla luce risaltano La Terrazza delle Feste, dove venivano celebrati i riti in onore del dio Apollo, due Agorà e il Tempio di Dioniso.

Tradizioni ed enogastronomia:

Una volta visitati i posti più turistici e iconici di Santorini, vale sicuramente la pena andare alla scoperta dei villaggi meno conosciuti che conservano ancora un’atmosfera tradizionale. Tra questi spicca Pyrgos, un piccolo borgo dell’entroterra a circa 8 chilometri da Fira. Situato in cima a una collina è il punto perfetto da cui godere del magico tramonto sulla caldera, senza la calca di turisti che si trova a Fira o a Oia. Tra i villaggi lontani dal turismo di massa troviamo anche Emborio, un dedalo di viuzze in cui perdersi per scoprire un po’ di vera Grecia. In queste località più nascoste si trovano anche le migliori taverne dove gustare la vera cucina greca. Oltre alla classica insalata con i pomodori e la feta e al tradizionale gyros, a Santorini troverete alcune specialità tipiche dell’isola. Imperdibile è la fava, un purè di piselli gialli che viene servito tiepido per accompagnare piatti a base di pesce, come il polpo grigliato. Altre prelibatezze da assaggiare sono le frittelle di pomodori e le melanzane bianche, servite fritte o come base della moussaka, un pasticcio a base di carne, patate e besciamella. Santorini è anche un’ottima produttrice di vini: essendo un’isola vulcanica, il terreno è particolarmente fertile e adatto alla coltivazione della vite, di varietà Assyrtiko. Numerose sono le cantine che offrono visite guidate e degustazioni, ma quella più famosa è Santo Wines, la cooperativa di viticoltori dell’isola. La location è davvero stupenda, a picco sulla caldera, dove ammirare uno splendido tramonto sorseggiando un buon bicchiere di vino.

Escursione in barca nella caldera:

Tra le esperienze imperdibili a Santorini c’è sicuramente l’escursione in barca alla scoperta delle altre isole della caldera. Numerose sono le compagnie che offrono questa gita giornaliera e il percorso è sempre lo stesso. Le barche partono dal porto vecchio di Santorini, ai piedi di Fira, raggiungibile dal centro città percorrendo una lunga scalinata di 600 scalini. Come alternativa è possibile prendere la moderna funivia che collega la parte alta della cittadina al porto, ma vale la pena scendere gli scalini per godere del panorama sulla caldera. La classica escursione in barca prevede, come prima tappa, una visita all’isolotto di Nea Kameni, dove è possibile risalire il vulcano ancora attivo e passeggiare intorno al cratere. La barca vi porterà poi vicino all’isola di Palia Kameni per una sosta dove sarà possibile fare il bagno nelle calde sorgenti sulfuree. L’ultima tappa dell’escursione vi farà visitare Thirassia, la piccola isola che si trova di fronte a Santorini. Qui vi fermerete un paio di ore per la sosta pranzo e magari un tuffo nella baia. Il viaggio di rientro al porto sarà magico con il sole che cala, piano piano, alle vostre spalle e che illumina i villaggi bianchi di Fira e Oia regalandogli un’atmosfera unica che vi lascerà un ricordo indelebile nel cuore. Quello che dovete fare è semplicemente con che tipo di barca trascorrere questa fantastica giornata, io vi consiglio in catamarano, con poca gente e tanto spazio.

Spero che questo articolo ti allontani dall’idea che esistano luoghi che si possono visitare in un solo modo, non esistono destinazioni solo da coppia o solo da famiglie dipende sempre con che occhi le guardiamo.