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Cosa vedere sul Monte Bianco: panorami incantevoli e attività da sogno

Con ben 4805 metri di altitudine, il Monte Bianco si innalza come un colosso silenzioso che domina le Alpi con un’eleganza maestosa. È il “tetto d’Europa”, ma è anche un luogo dell’anima: un punto d’incontro tra la potenza della natura, la storia dell’alpinismo e il desiderio dell’uomo di andare oltre i propri limiti.

In ogni stagione, dona esperienze capaci di incantare e sorprendere: durante l’estate, i sentieri fioriti e le terrazze panoramiche invitano a rigeneranti passeggiate o a sfide verticali, mentre in inverno le vette si ammantano di neve e diventano un paradiso per chi ama gli sport invernali. E poi non mancano villaggi incantati, acque termali, tradizioni millenarie e attività in grado di soddisfare tutte le esigenze.

Meraviglie sospese tra ghiaccio e cielo: cosa vedere sul Monte Bianco

A cavallo tra Italia e Francia, il Monte Bianco è uno dei luoghi più visitati dell’arco alpino. Ogni anno, milioni di visitatori accorrono per ammirarne la bellezza, scalarne le vette o, semplicemente, godere di uno dei panorami più emozionanti d’Europa.

Le Funivie del Monte Bianco

Sospese tra terra e cielo, le Funivie del Monte Bianco non sono soltanto un mezzo di trasporto bensì un’esperienza. La Skyway è un viaggio verso l’infinito, un’ascesa che regala una vista a 360 gradi sulle cime più alte delle Alpi Occidentali. La partenza avviene da Pontal d’Entrèves, a 1300 metri di altitudine, e tappa dopo tappa si sale fino a raggiungere i 3466 metri di Punta Helbronner.

Le cabine ruotano su sé stesse per donare una visione completa delle vette innevate, dei ghiacciai scintillanti, dei sentieri che si arrampicano lungo i fianchi della montagna. Ogni stazione della funivia è un piccolo mondo da esplorare: al Pavillon/The Mountain, a 2200 metri, spiccano un giardino alpino, uno spazio espositivo, una cantina vinicola sospesa tra le nuvole, ristoranti e un parco giochi per bambini.

Moderna stazione di montagna sul monte Bianco

Fonte: iStock

La moderna stazione sciistica sul monte Bianco

E una menzione speciale la merita proprio la cantina vitivinicola più alta del Vecchio Continente: a oltre duemila metri, riposa il Cave du Vin Blanc, un vino valdostano che ha trovato rifugio ai piedi del Monte Bianco per un esperimento davvero singolare. La cantina che lo produce ha infatti deciso di far affinare parte della propria produzione proprio in un luogo estremo, per capire come l’altitudine, le temperature e le condizioni atmosferiche possano influenzare le qualità organolettiche del vino rispetto alla classica maturazione in valle. Il vino nasce da un vitigno autoctono valdostano che ha mantenuto intatta la propria identità nel tempo, senza subire contaminazioni genetiche o adattamenti forzati. È proprio grazie a una simile purezza che il vitigno resiste naturalmente a parassiti che, altrove, costringono l’uomo a interventi aggressivi. Una volta terminato il tour, ci si può spostare nella sala bar per gustare un calice di Cave du Vin Blanc, brindando all’azzurro del cielo.

E poi c’è l’ultima stazione, Punta Helbronner/The Sky, con la terrazza circolare che appare sospesa nel vuoto. Qui la vista si apre su un mondo di ghiaccio e roccia che toglie il fiato. Un bistrot accoglie chi vuole gustare un pranzo ad alta quota, mentre un tunnel pedonale e un ascensore conducono fino al Rifugio Torino, base perfetta per escursioni sul ghiacciaio.

Il Giardino Alpino Saussurea

A 2175 metri di altitudine, su un balcone naturale affacciato sul Monte Bianco, sorge il Giardino Alpino Saussurea: un piccolo paradiso botanico, il più alto d’Europa, dove crescono oltre 900 specie alpine in un ambiente curato e protetto, e danno vita a uno spettacolo sorprendente di colori e forme.

Il giardino prende il nome dalla Saussurea Alpina, pianta rara dedicata allo scienziato Horace-Bénédict de Saussure, che ispirò la prima scalata al Monte Bianco. Visitarlo significa immergersi nel cuore del paesaggio alpino e nelle sue storie: come quella, commovente, della nascita della Stella Alpina, fiore simbolo della montagna e dell’amore eterno.

Il Giardino è raggiungibile sia con la funivia che a piedi, seguendo un sentiero panoramico di 2,5 chilometri. Aperto nei mesi estivi, regala emozioni autentiche agli appassionati di botanica, di fotografia, ma anche a chi vuole godersi un po’ di silenzio e incanto. D’inverno, si trasforma: le ciaspolate sul manto innevato del Campo svelano scenari da sogno.

Sentieri e panorami senza fine: passeggiate e trekking

Intorno al Monte Bianco si snoda una fitta rete di sentieri che soddisfa tutti gli appassionati, dai camminatori alla prima esperienza agli escursionisti più esperti. È un territorio vivo, scolpito dal tempo e dalla natura, che si apre con generosità a chi ha voglia di camminare.

Il Tour du Mont Blanc è uno dei percorsi escursionistici più entusiasmanti di sempre: si sviluppa ad anello attraversando Italia, Francia e Svizzera, e può essere percorso a tappe, pernottando nei rifugi alpini lungo il cammino.

Per chi preferisce itinerari meno impegnativi ma altrettanto suggestivi, le Alte Vie della Valle d’Aosta custodiscono panorami spettacolari sui ghiacciai e sulle cime innevate. Le Balconate del Monte Bianco, invece, si snodano lungo le dolci pendenze della Val Veny e della Val Ferret, così da mostrare vedute indimenticabili sul massiccio.

Non mancano le camminate verso rifugi facilmente accessibili, perfette per le famiglie. Tra queste, il percorso che conduce al Rifugio Torino con la funivia e il tunnel scavato nella roccia, per poi affrontare (con guida e attrezzatura adeguata) un’emozionante escursione sul ghiacciaio. Anche i principianti possono vivere l’avventura, imparando a usare ramponi e ciaspole a seconda della stagione.

Adrenalina, relax e tradizione: le esperienze che completano il viaggio

Escursionismo sul Monte Bianco

Fonte: iStock

Escursionismo sul Monte Bianco

Il Monte Bianco è anche adrenalina, benessere e scoperta. Gli amanti dell’alpinismo trovano qui un vero e proprio eden: vie classiche e nuove sfide attendono chi ha esperienza e voglia di mettersi alla prova, in uno degli scenari più leggendari della storia alpinistica.

Per chi cerca un’emozione in volo, parapendio e speedriding permettono di librarsi sopra le cime, planando su vallate silenziose e paesaggi infiniti. Chi ama le due ruote, invece, può avventurarsi in spettacolari bike tour tra sentieri sterrati, boschi e pascoli d’alta quota.

Ma c’è spazio anche per il relax. Le terme di Pré Saint Didier equivalgono a un’oasi di benessere, tra piscine calde, saune panoramiche e idromassaggi con vista sulle montagne. Un’esperienza rigenerante, perfetta per concludere una giornata all’aria aperta.

E per le famiglie? Ci sono l’area Skyway for Kids, i laboratori nella natura, le passeggiate guidate e tante occasioni per vivere la montagna in modo semplice e divertente. Infine, chi desidera scoprire l’anima del territorio può lasciarsi guidare dai sapori locali: birre artigianali, vini di montagna, piatti tipici valdostani e piccole storie che parlano di radici, memoria e passione.

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Bandiere Nere sulle vette alpine: 9 “cartellini rossi” a luoghi da sogno

Come ogni anno Legambiente torna ad occuparsi di turismo sostenibile sulle Alpi e per il 2025 si concentra molto su quelli che sono gli esempi virtuosi assegnando ben 19 nuove Bandiere Verdi mostrando come l’impegno per promuovere una modalità di viaggio più green sia possibile; al tempo stesso vengono ancora assegnate delle Bandiere Nere per alcuni luoghi che tramite decisioni o progetti compromettono l’ambiente alpino.

Bandiere Nere 2025

Confrontando il report Bandiere Verdi e Nere del 2024 con quello di quest’anno si nota un andamento decisamente positivo: Legambiente incorona 19 nuovi luoghi con Bandiere Verdi portando il totale a 302. Le buone notizie riguardano anche le Bandiere Nere: sono solo 9 i “cartellini rossi” assegnati alle amministrazioni che attraverso il loro comportamento hanno contribuito ad impattare negativamente sull’ambiente montano. Il totale delle Bandiere Nere sale così a 248 segnando un trend comunque positivo; negli ultimi anni il numero di assegnazioni è fortemente calato.

Le Bandiere Nere non sono semplici bocciature: rappresentano casi emblematici di cattiva gestione del territorio, cementificazione selvaggia, opere inutili o dannose, e spesso dimostrano una visione miope del futuro della montagna. A spiccare nel report 2025 è il Friuli-Venezia Giulia, che da solo si aggiudica 3 segnalazioni. Seguono, con una bandiera ciascuno: Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto.

Friuli Venezia Giulia

Con tre bandiere nere, il Friuli-Venezia Giulia è la regione che ottiene il numero più alto delle Bandiere Nere; ecco quali:

  • Assessorato alle Risorse agroalimentari e forestali. È mancata una pianificazione seria della viabilità, che ha portato a nuove strade in zone fragili e naturali;
  • Consorzio di Bonifica Pianura Friulana. Ha ignorato soluzioni alternative alla costruzione di una condotta idrica che impatta sul sistema idraulico del Ledra-Tagliamento;
  • Giunta Comunale di Trieste. Responsabile del progetto della contestatissima cabinovia Porto–Carso, sostenuta con finanziamenti pubblici, che mette a rischio un’area protetta.

Piemonte

Una sola ma significativa bandiera per il Comune di Groscavallo in provincia di Torino, che insiste nel voler costruire un’infrastruttura in un vallone di grande valore paesaggistico, per servire un alpeggio abbandonato. Un’opera giudicata inutile e pericolosa in un’area a rischio idrogeologico.

Trentino-Alto Adige

Una bandiera nera per la ASUC di Fisto e la Commissione Tutela del Paesaggio di Trento, per l’approvazione di un Après-ski bar a Madonna di Campiglio, in un’area naturalisticamente pregiata, a due passi dal Parco Adamello Brenta. Un caso di “turismo a tutti i costi”. Nel comune di Predoi in provincia di Bolzano il sindaco e il consiglio comunale si oppongono con costanza alla nascita del Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina. Una posizione che contrasta con le politiche europee per la tutela della biodiversità e blocca la protezione di un’area preziosa.

Madonna di Campiglio Bandiere Nere Legambiente 2025

Fonte: iStock

Madonna di Campiglio ottiene una Bandiera Nera

Valle d’Aosta

Nel mirino è finito il comitato regionale per la gestione venatoria. La bandiera nera arriva per un approccio “da Far West” nella gestione della fauna selvatica, in particolare nella caccia alla volpe, che mina gli equilibri degli ecosistemi.

Veneto

Ultima Bandiera Nera del 2025 va a Cortina d’Ampezzo che la riceve per la cabinovia Apollonio–Socrepes, un progetto dall’impatto ambientale pesante nel cuore delle Dolomiti, in un contesto già fortemente urbanizzato e fragile.

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In queste gemme alpine sventolano le Bandiere Verdi: il trionfo del turismo sostenibile

Il cambiamento climatico è qualcosa con cui ormai abbiamo a che fare ogni giorno e ad occuparsene con particolare attenzione è Legambiente che da anni assegna le Bandiere Verdi, un titolo che funge da riconoscimento per la zona dell’arco alpino. In contrasto netto con le Bandiere Nere che invece determinano i luoghi in cui qualcosa non ha funzionato, le Bandiere Verdi nel 2025 crescono con 19 nuovi luoghi premiati, portando il totale a 302.

Bandiere Verdi 2025

Le Bandiere Verdi del 2025 sono state assegnate distribuendosi su varie regioni del territorio alpino: in Italia a conquistare le 19 nuove premiazioni sono territori del Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Liguria. Rispetto all’edizione 2024 il numero di riconoscimenti è notevolmente aumentato, una tendenza positiva che evidenzia un forte segnale di cambiamento. Interessante notare che, in perfetta linea con il trend, anche il riconoscimento delle Bandiere Nere si è arrestato persino segnando una lieve diminuzione.

Piemonte

Il Piemonte conquista ben quattro Bandiere Verdi, segno di una montagna che non solo resiste, ma si reinventa. A Pinerolo, il Consorzio Turistico dimostra che fare squadra paga, unendo pubblico e privato per valorizzare un territorio ricco ma spesso trascurato. A Ostana, la cooperativa VISO A VISO trasforma il patrimonio pubblico in impresa comunitaria, creando lavoro e visioni condivise. La CSA CRESCO in Val Varaita porta avanti un’agricoltura dal volto umano, sostenibile e solidale. Infine, La Serra nel torinese lotta per salvare i boschi dall’abbandono, riscrivendo il futuro di un paesaggio in pericolo.

Friuli Venezia Giulia

Anche il Friuli si aggiudica quattro vessilli verdi, premiando chi sa innovare senza dimenticare le radici. A Clavais, la gestione comunitaria del territorio tutela il patrimonio culturale locale. L’associazione Casa Alexander Langer porta cultura e dialogo nei luoghi dimenticati. I giovani di Oplon, invece, riportano vita alla Val Tramontina con eventi e recupero urbano. E grazie a decenni di lavoro scientifico, il Progetto Lince Italia ha reso possibile il ritorno della lince nelle Alpi Orientali.

Lombardia

Tre i riconoscimenti per la Lombardia. In valle di Scalve, il CAI locale ha creato un percorso che unisce storia, natura e tradizione siderurgica. A Morbegno, il progetto Alpha Skills guida i ragazzi tra scuola e futuro sostenibile. E sempre in Valtellina, l’azienda Raetia Biodiversità Alpine custodisce sementi rare, proteggendo la ricchezza genetica delle montagne.

Morbegno ottiene la Bandiera Verde

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Morbegno in Valtellina conquista la Bandiera Verde di Legambiente

Veneto

Il Veneto brilla con tre Bandiere Verdi. L’associazione EQuiStiamo APS e il comitato per il torrente Vanoi si battono per l’acqua come bene comune, costruendo alleanze tra valli e pianura. Il rifugio Vallorch, nel cuore del Cansiglio, è un laboratorio di educazione ambientale immerso nella natura. Infine, la cooperativa Cadore – Dolomiti mostra come ambiente e inclusione sociale possano andare a braccetto.

Trentino-Alto Adige

Il Trentino riceve due riconoscimenti. Le ASUC di Sopramonte, Baselga del Bondone e Vigolo Baselga sono un esempio virtuoso di gestione collettiva dei beni comuni, dai boschi ai pascoli. Sull’altopiano di Piné, invece, il comitato locale veglia sui laghi e i loro ecosistemi, unendo cittadini e istituzioni per proteggerli dal degrado. Nel cuore delle Dolomiti gardenesi nella zona dell’Alto Adige, il gruppo NOSC CUNFIN si batte per difendere paesaggi unici come i Piani di Cunfin e la città dei sassi da speculazioni e cementificazioni; una Bandiera Verde che vale quanto un intero paesaggio salvato.

Liguria

In Liguria, una sola Bandiera Verde, ma significativa: premiato il parco del Beigua, che coniuga sostenibilità e turismo responsabile, dimostrando che un altro modo di vivere e gestire la montagna è possibile.

Valle d’Aosta

Una voce autentica riceve il riconoscimento in Valle d’Aosta: è quella di Marzia Verona, pastora e scrittrice, che ha scelto di raccontare le vite, le sfide e la bellezza di chi abita le vette, diventando testimone diretta del mondo alpino.

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Viaggi in auto, le regole più strane in giro per l’Europa

Andare alla scoperta dell’Europa in auto è un’esperienza da sogno: strade che si arrampicano sulle Alpi, costiere lambite dal mare e villaggi da fiaba.

Ma oltre alla bellezza del paesaggio, c’è un lato curioso (e a volte bizzarro) da conoscere: le regole stradali. Alcune sono talmente insolite da sembrare uno scherzo. E invece no.

Sapere cosa ci si può aspettare non solo aiuta a viaggiare in sicurezza, ma salva anche da multe e inconvenienti.

Limiti di velocità insoliti

In Germania, l’Autobahn è leggendaria. Su alcuni tratti si può spingere il motore quanto si vuole, senza limiti. Ma attenzione: basta uno sbalzo di segnaletica per ritrovarsi improvvisamente in una zona con limiti rigidissimi. La libertà, qui, va presa con cautela.

Altro scenario in Norvegia, dove il concetto di “alta velocità” è rivisitato in chiave slow. Il limite massimo consentito, anche in autostrada, è di appena 110 km/h. Può sembrare poco, ma la scelta è motivata da una profonda attenzione alla sicurezza e al rispetto dell’ambiente.

Regole di parcheggio stravaganti

Trovare un parcheggio in una capitale europea è già di per sé una sfida. Se poi ci si mettono le regole stravaganti, l’impresa si complica. A Parigi, ad esempio, si può parcheggiare sul lato sinistro della carreggiata solo nelle strade a senso unico. Non è un dettaglio da poco, e chi non lo sa rischia multe o discussioni.

In Spagna, invece, alcune città adottano un sistema rotante: il lato su cui si può parcheggiare cambia ogni mese. Se si sbaglia lato, la multa è assicurata (e in certi casi, anche il carro attrezzi).

Requisiti “strani” per i veicoli

Ogni Paese ha le sue esigenze. In Francia, è obbligatorio portare a bordo un etilometro. Anche se non sempre vengono fatti controlli, la sua presenza è richiesta dalla legge.

In Italia, se si sta per entrare in un centro storico, occorre controllare bene: molte città hanno le famose ZTL, le Zone a Traffico Limitato. Serve un permesso speciale per accedere, e le telecamere non perdonano.

Luci accese e clacson con moderazione

In Svezia, la luce è una costante: i fari devono essere accesi sempre, giorno e notte, con qualsiasi condizione meteorologica. Un’accortezza pensata per aumentare la visibilità e ridurre gli incidenti.

Al contrario, a Cipro il “silenzio è d’oro”. Qui il clacson è da usare solo in caso di emergenza. Suonarlo per impazienza o abitudine può costare caro, perché disturba la quiete dell’isola e viene punito con multe.

Animali con la precedenza

In alcuni Paesi europei, non sono solo le persone a ususfruire della strada. In Svizzera, è comune imbattersi in mucche o pecore che attraversano la carreggiata. La regola è chiara: ci si ferma e si aspetta. Non rispettarla può avere conseguenze gravi, anche legali.

In Portogallo, invece, si deve prestare attenzione ai cinghiali. In molte zone boschive vi sono cartelli che segnalano il loro possibile passaggio. Essere pronti a frenare può fare la differenza tra un imprevisto e un grave incidente.

Alcol: da zero a tolleranza (quasi) zero

Le regole sul consumo di alcol alla guida cambiano molto da Paese a Paese. In Polonia, per esempio, il limite è tra i più severi: 0,02% di tasso alcolemico. Praticamente zero. Anche un bicchiere può bastare a superarlo, quindi la scelta migliore è non bere affatto.

Nel Regno Unito il limite è più alto, 0,08%, ma non per questo si può prendere alla leggera: le sanzioni sono dure, tra multe salate e il rischio di finire in prigione.

Cartelli stradali che narrano storie

Vi sono poi segnali che fanno sorridere, altri che raccontano una cultura. In Islanda, ci si può imbattere in cartelli che avvertono della presenza di elfi e troll. Non sono indicazioni “tecniche”, ma fanno parte della magia del luogo.

In Norvegia, al contrario, i cartelli con raffigurazioni di alci sono tutt’altro che folkloristici: gli animali sono davvero un pericolo reale per chi guida, soprattutto durante le ore notturne.

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Gstaad in Svizzera, cosa vedere in questa destinazione di lusso

Giusto nel cuore delle Alpi svizzere, Gstaad è una delle destinazioni più esclusive al mondo. Nota per i suoi hotel di lusso, le boutique di alta moda e un’atmosfera sofisticata, la località svizzera è infatti il rifugio invernale prediletto da celebrità e aristocratici contemporanei.

Ma oltre allo sfarzo, questa località offre anche un’architettura tradizionale, paesaggi mozzafiato e un fascino unico che la rendono una meta imperdibile, non solo durante la stagione fredda.

Dove si trova Gstaad

Gstaad si trova nel Canton Berna, in Svizzera, nella regione dell’Oberland Bernese, a un’altitudine di circa 1.050 metri sul livello del mare. Facilmente raggiungibile da Berna, Ginevra e Zurigo, la località è collegata da treni panoramici e strade ben curate, che permettono ai visitatori di godere di un viaggio scenografico attraverso le montagne svizzere. La sua posizione, inoltre, la rende ideale per chi cerca un’oasi di lusso immersa nella natura incontaminata, ma dove annoiarsi è praticamente impossibile.

Cosa vedere a Gstaad

Il centro storico di Gstaad

Il cuore della cittadina svizzera di Gstaad conserva tuttora un’architettura tipica svizzera con chalet in legno, stradine ben curate e un’atmosfera a dir poco pittoresca. Nonostante la sua fama da località glamour, Gstaad ha mantenuto intatto nei secoli il suo fascino tradizionale, presentandosi in un perfetto equilibrio tra lusso e autenticità.

Il Gstaad Palace

Questo famoso hotel, simbolo della località, è una delle strutture più esclusive della Svizzera. Ospita spesso celebrità e offre esperienze di lusso senza pari, dalle spa esclusive ai ristoranti gourmet. Le sue suite del Gstaad Palace, arredate con gusto impeccabile, permettono a chi vi soggiorna di ammirare una vista spettacolare sulle Alpi circostanti.

Gstaad Palace, Svizzera

Fonte: iStock

Il famoso e lussuoso hotel Gstaad Palace

Il Glacier 3000

A pochi chilometri da Gstaad si trova questa incredibile attrazione che permette di vivere l’emozione di camminare su un ponte sospeso tra due cime a oltre 3.000 metri di altezza, con una vista magnifica sulle Alpi. In inverno, il ghiacciaio si trasforma in un paradiso per gli amanti dello sci e degli sport invernali, diventando anche uno spot perfetto per foto indimenticabili.

Le boutique di lusso

Passeggiando lungo la Promenade di Gstaad, si trovano negozi di alta moda come Louis Vuitton, Prada e Cartier. Anche i negozi più “ordinari” vantano un’eleganza che riflette comunque l’esclusività della località. Oltre alla moda, a Gstaad ci sono gioiellerie prestigiose e gallerie d’arte che espongono opere di artisti internazionali.

Cosa fare a Gstaad

Relax nelle spa di lusso

Gli hotel di Gstaad offrono alcune delle migliori spa d’Europa, con trattamenti esclusivi e piscine panoramiche. Tra le più rinomate ci sono quelle del Gstaad Palace e dell’Ermitage Wellness & Spa Hotel. Qui, gli ospiti possono godere di massaggi rilassanti, saune con vista sulle montagne e trattamenti rigeneranti.

Sci e sport invernali

Anche se Gstaad non è nota esclusivamente per lo sci, la località svizzera offre comunque piste ben curate e adatte a tutti i livelli. Il comprensorio sciistico della regione propone oltre 200 km di piste e paesaggi incantevoli. Le attività invernali non si limitano solo allo sci: si possono praticare ciaspolate, slittino e pattinaggio su ghiaccio.

Eventi esclusivi

Gstaad ospita periodicamente numerosi eventi di prestigio, come il “Gstaad Menuhin Festival” dedicato alla musica classica e il “Swatch Beach Volleyball Major Series”, torneo che attira atleti di livello mondiale. Inoltre, a Gstaad vi si tengono non di rado tornei di polo sulla neve e aste di beneficenza con oggetti di lusso.

Escursioni e natura

Per chi desidera godere della bellezza naturale, a Gstaad non mancano i sono sentieri panoramici e le passeggiate tra le Alpi che offrono viste mozzafiato e un’atmosfera rilassante. I percorsi escursionistici della località sono adatti a tutti, dai principianti agli esperti e permettono di scoprire angoli nascosti della regione.

Gstaad, natura

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Splendida vista sulla natura a Gstaad

Perché Gstaad è una destinazione di lusso

Gstaad non è una località turistica comune: qui il lusso è ovunque. Dalle camere d’hotel che possono costare fino a 18.000 euro a notte, agli chalet che raggiungono prezzi esorbitanti, questa cittadina è un vero paradiso per l’alta società. Anche nei ristoranti e nelle enoteche si percepisce lo sfarzo, con bottiglie di vino che superano facilmente i 250 euro.

Ciò che rende Gstaad ancora più esclusiva è l’atmosfera discreta e sofisticata: qui i residenti vivono la loro quotidianità senza curarsi troppo dei turisti, mantenendo un’aura di riservatezza che attrae i personaggi famosi di tutto il mondo. Oltre a ciò, la cittadina ospita alcune delle proprietà immobiliari più costose del mondo, con chalet che superano i 45.000 euro al metro quadrato.

Infine, il contrasto tra lusso e tradizione locale è un elemento distintivo: in questo scenario d’élite, le mucche che passeggiano indisturbate per il centro rappresentano un dettaglio che aggiunge fascino a una destinazione già straordinaria. Le fattorie circostanti producono formaggi e latticini di altissima qualità, serviti nei migliori ristoranti della regione.

Dunque, Gstaad è molto più di una semplice meta turistica: è un’esperienza di viaggio dove esclusività, natura e tradizione si incontrano in un mix perfetto. Che si tratti di una fuga romantica, di una vacanza rilassante o di un soggiorno all’insegna dello shopping di lusso, Gstaad vi darà tutto ciò che possiate desiderare, in un ambiente raffinato e senza tempo.

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Terme di Premia, l’oasi di benessere nel cuore delle Alpi piemontesi

Nella cornice naturale dei verdeggianti pendii che conducono in Val Formazza, si trova un luogo di benessere e divertimento per tutta la famiglia che unisce calde acque termali a eccellenti servizi che coccolano ogni visitatore, accompagnati da una magnifica vista sulle Alpi. Si tratta delle Terme di Premia, in Piemonte, adagiate nella Valle Antigorio (Alta Val d’Ossola) in provincia del Verbano-Cusio-Ossola, nel pittoresco borgo di Cadarese di Premia.

Le 3 piscine termali all’aria aperta e le 5 interne, con idromassaggi e getti cervicali e plantari, raccolgono le acque provenienti dalla sorgente di Premia, che sgorgano ad una temperatura di 44°C per poi assestarsi attorno ai 32°-36°C. Sono classificate ipertermali solfato calciche, con ottime proprietà terapeutiche e idratanti. Qui sorge anche un centro benessere con saune, bagni turchi e un’area massaggi, che offre una ricca varietà di trattamenti riservati a coloro che vogliono rigenerare corpo e mente. Scopri tutto quello che puoi fare alle Terme di Premia, da soli, in coppia o in famiglia con i bambini, anch’essi protagonisti di una giornata all’insegna del relax.

Come arrivare alle terme di Premia

Per raggiungere le Terme di Premia in auto si percorre l’A26 (Genova Voltri / Gravellona Toce) e arrivati a Domodossola si segue la SS33 Gravellona Toce – , uscendo a Baceno-Formazza. Si seguono poi le indicazioni per la frazione Cadarese e Terme di Premia.

In alternativa, puoi raggiungere Premia a bordo di uno degli autobus in partenza da Domodossola (che è raggiungibile in treno con le linee Novara – Domodossola e Milano – Domodossola), verso Cascate del Toce.

Giorni apertura e orari terme di Premia

Le Terme di Premia, tra le migliori da raggiungere in Italia, sono aperte tutti giorni tranne il martedì, che è il giorno di chiusura settimanale della struttura, dalle 10.00 alle 19.00. Per essere sicuri di poter accedere alle terme, nei week end, nei festivi e in alta stagione è sempre consigliata la prenotazione online.

Da segnalare che dal 5 maggio al 10 giugno 2025 sono previsti lavori di manutenzione che la terranno chiusa al pubblico. La riapertura è prevista per l’11 giugno 2025.

Prezzi terme di Premia

Si può accedere alle Terme di Premia scegliendo tra l’ingresso da 1 ora, da 3 ore oppure giornaliero. Inoltre, si può accedere alle sole piscine termali (sia esterne che interne), al solo centro benessere, oppure a tutto il centro termale con l’ingresso “open”.

Nel primo caso, per accedere alle piscine, i prezzi variano dalla bassa all’alta stagione:

  • Ingresso 1 ora: da 8 a 12 euro;
  • Ingresso 3 ore: da 16 a 23 euro;
  • Ingresso giornaliero: da 25 a 35 euro.

Tali prezzi valgono per tutti gli ospiti dai 14 anni. I bambini sotto ai 3 anni entrano gratuitamente, mentre sono previste agevolazioni per bambini dai 3 ai 13 anni. Se 2 adulti entrano con bambini, esistono tariffe apposite per ingressi “family”.

Gli ingressi “open”, invece, permettono di accedere a tutte le piscine e al centro benessere, con 3 tipologie di sauna, 3 di bagno turco e una sala relax con parete di sale. Di seguito i prezzi, dalla basa all’alta stagione:

  • Giornaliero Open: da 40 a 55 euro;
  • 3 ore Open: da 27 a 37 euro.

Non mancano anche offerte e ingressi speciali, come i “Percorsi Special Coppia” per due persone (piscine termali, centro benessere e massaggio di coppia rilassante da 45 minuti), che può rappresentare un ottimo regalo. Per il relax di coppia si va dai 160 euro per 3 ore ai 200 euro per l’ingresso giornaliero.

Un’altra iniziativa incanta gli ospiti grazie alla magia delle luci soffuse e delle stelle che punteggiano il cielo nel buio della sera: la “Serata sotto le stelle”, organizzata ogni mese, che coccola gli ospiti dalle 20:30 alle 24:00. Il prezzo è di 40 euro per gli adulti, 15 euro per bambini dai 3 ai 13 anni. Per conoscere le date, che vengono aggiornate continuamente, vi invitiamo a consultare il sito web ufficiale delle Terme di Premia.

Trattamenti e servizi Terme di Premia

Le acque termali di Premia, dalle importanti proprietà benefiche, sono a disposizione di tutti gli ospiti delle piscine termali e del centro benessere della struttura (al quale possono accedere solo gli adulti dai 14 anni). Nelle piscine interne, in particolare, si può godere di caldi getti idromassaggio e si può fare il percorso vascolare, mentre per i più piccoli c’è una piscina dedicata.

Calore e relax sono i protagonisti anche del centro benessere, con saune, bagni turchi, docce emozionali e vasche di reazione, che formano un percorso utile per rinfrescare e tonificare il corpo. Si parte dall’area secca, con sauna finlandese a 90°C, sauna di fieno a 80°C e biosauna a 70°C, per poi passare all’area umida (90%) con bagno di vapore a 42°C, bagno di vapore con thalasso a 45°C e bagno di vapore alle erbe a 65°C.

Il percorso benessere può essere completato con massaggi o trattamenti estetici di vario genere e personalizzati secondo le proprie esigenze. Vengono utilizzate diverse tecniche per alleviare dolori muscolari o articolari, tonificare i tessuti, e migliorare il benessere fisico e mentale, riducendo stress e affaticamento.

Non mancano i servizi sanitari. Le acque termali di Premia Terme, infatti, sono indicate a livello medico per il trattamento delle affezioni dell’apparato respiratorio attraverso aerosol e inalazioni. Ma non è tutto: la balneoterapia è molto indicata per le affezioni articolari e dermatologiche, mentre le cure flebologiche (con il percorso vascolare) sono indicate per l’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori. Tutte queste terapie possono essere effettuate privatamente o in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.

Info utili terme di Premia

Per accedere alle piscine termali delle Terme di Premia è obbligatorio indossare la cuffia e le ciabatte. É possibile acquistarle, insieme ai costumi, nella reception della struttura, dove si può anche prendere a noleggio l’asciugamano (3 euro) e l’accappatoio (6 euro).

Il benessere del corpo passa anche dal cibo: nel centro termale è presente anche un bar tavola fredda dove gustare ricche insalate, piatti dietetici, snack, panini caldi, toast e tanti altri prodotti. Per i bambini, invece, è presente un’area dedicata con giochi e attrazioni, mentre all’esterno è stato allestito un piccolo parco giochi aperto nella stagione estiva.

Coloro che arrivano alle Terme di Premia in auto possono lasciare il mezzo nel grande parcheggio gratuito situato di fronte all’ingresso.

Tutti possono accedere facilmente alla struttura, anche le persone con disabilità, poiché totalmente priva di barriere architettoniche. Ci sono infatti elevatori per l’immersione nelle piscine, mentre a chi possiede certificazioni d’invalidità spetta uno sconto del 50% sull’ingresso alle piscine termali.

Tutte le informazioni aggiornate sulle Terme di Premia sono consultabili sul sito ufficiale della struttura, chiamando al telefono 324617210 oppure inviando una mail a info@premiaterme.com. Pronti a tuffarvi nelle calde acque rilassanti di queste terme piemontesi con vista panoramica sulle splendide Alpi?

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5 ghiacciai da vedere in Italia, uno spettacolo da proteggere tra Alpi e Appennini

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua e quest’anno per l’occasione il tema scelto è stato quello della conservazione dei ghiacciai, simbolo della nostra fragilità di fronte ai cambiamenti climatici, un argomento dunque quanto mai attuale.

Non occorre andare in luoghi remoti per trovarli, perché anche l’Italia ha i suoi ghiacciai: questi, che una volta erano una parte stabile del paesaggio montano, oggi stanno subendo un rapido ritiro, sciogliendosi man mano a causa dell’innalzamento progressivo e minaccioso delle temperature.

In Italia, eppure, ci sono ancora alcune lingue di ghiaccio che resistono, a fatica, al riscaldamento globale. I ghiacciai italiani, catalogati nel Catasto dei ghiacciai, sono numerosi e spettacolari e sebbene la loro bellezza sia minacciata,  è possibile ammirare ancora alcuni di questi in tutto il loro splendore.

Ecco 5 ghiacciai italiani che si trovano tra le Alpi e gli Appennini, alcuni dei quali potrebbero essere destinati a scomparire nel prossimo futuro. Pronti per un viaggio glaciale?

Ghiacciaio del Rutor, Valle d’Aosta

Situato nel cuore della Valle d’Aosta, il ghiacciaio del Rutor è uno dei più grandi della regione, nota per le sue montagne. Con i suoi 3.846 metri di altitudine, il ghiacciaio dà vita a numerosi laghi alpini che formano una serie di spettacolari cascate visibili lungo il sentiero che parte dal Rifugio Deffeyes: un posto davvero magico, da vedere almeno una volta nella vita quando ci si reca in gita tra le Alpi italiane.

Ghiacciaio del Rutor, Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Il Ghiacciaio del Rutor nel cuore della Valle d’Aosta

A proposito di magia, sapevate che circa il ghiacciaio del Rutor vi è anche una leggenda? Secondo la storia, infatti, un tempo il luogo dove oggi si erge questo ghiacciaio è stato visitato da un ricco pastore che, per non dare un po’ di latte a un mendicante, ha visto il suo pascolo trasformarsi in ghiaccio.

Ghiacciaio del Belvedere, Monte Rosa

Il ghiacciaio del Belvedere si trova ai piedi della parete est del Monte Rosa ed è noto per essere un ghiacciaio “in avanzata”. Cosa significa? Quando si parla di ghiacciai in avanzata ci si riferisce in verità a un fenomeno raro che fa sì che il ghiaccio scivoli verso valle. Le sue nevi perenni, almeno fino ad ora, si trovano tra i 4.400 e i 4.500 metri di altitudine e scendono fino a 1.800 metri. Questo ghiacciaio, visibile da Macugnaga, regala una vista spettacolare sulla parete rocciosa del Monte Rosa ed è raggiungibile con un’escursione – non semplice, però – che porta dritto fino alla lingua di ghiaccio.

Ghiacciaio del Miage, Monte Bianco

Il ghiacciaio del Miage, che scende dal Monte Bianco nella Val Veny, è il più grande ghiacciaio “nero” delle Alpi italiane. Con oltre dieci chilometri di lunghezza, questo ghiacciaio è definito “nero” per i molti detriti e le polveri che lo ricoprono e oggi è un punto di riferimento per gli studiosi del cambiamento climatico.

Ghiacciaio del Miage

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Il Ghiacciaio del Miage in tutto il suo splendore

La sua superficie, ricoperta appunto da detriti e rocce, crea un contrasto incredibile con le nevi circostanti. Il ghiacciaio del Miage è facilmente raggiungibile cimentandosi in un’escursione che passa dal lago Combal e porta alla Cabanne du Combal, da dove si possono osservare – purtroppo – i distacchi di blocchi di ghiaccio.

Ghiacciaio del Fellaria, Lombardia

Situato nella Val Malenco, il ghiacciaio del Fellaria è uno dei più grandi delle Alpi Centrali, con una vista straordinaria sul gruppo del Bernina. A partire da un’altitudine di oltre 3.500 metri, il ghiacciaio si divide in due lingue di ghiaccio e raggiungerlo è possibile esclusivamente tramite sentieri che richiedono una buona preparazione fisica, ma la fatica è in seguito ampiamente ripagata dai panorami mozzafiato. Un consiglio? Godetevi l’ escursione che parte dal Rifugio Zoia.

Ghiacciaio del Calderone, Gran Sasso, Abruzzo

Il ghiacciaio del Calderone, adagiato sul Gran Sasso d’Italia, è l’unico ghiacciaio appenninico sopravvissuto all’ultimo periodo di glaciazione. Nonostante le sue dimensioni ridotte rispetto ai ghiacciai alpini, il Calderone è un simbolo della lotta alla scomparsa dei ghiacciai, per cui più che significativo nella lotta al cambiamento climatico.

Nel corso dei secoli, il ghiacciaio del Calderone ha visto una riduzione drastica del suo volume, ma rimane un sito di grande valore naturalistico e scientifico. Per raggiungerlo, è possibile seguire il sentiero che parte dalla funivia Madonnina, passando per il Rifugio Franchetti.

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Piemonte, terra di bellezza: viaggio tra i luoghi più suggestivi

Se Torino è una città ricca di bellezze, dove storia e cultura si intrecciano in un luogo dalle mille meraviglie, tutto il Piemonte è uno scrigno di piccole perle altrettanto affascinanti e suggestive. Panorami incantevoli, come quelli delle Langhe o del lago Maggiore, racchiudono borghi deliziosi dove il tempo sembra davvero essersi fermato. E tra le montagne, con una splendida vista sulle Alpi, ecco stagliarsi fortificazioni dall’aspetto misterioso.

Quali sono i posti imperdibili del Piemonte? Partiamo insieme alla scoperta di indiscusse meraviglie.

Il Ricetto di Candelo, gioiello medievale

Nel comune di Candelo, in provincia di Biella, sorge il grazioso Ricetto di Candelo, una delle testimonianze storiche più affascinanti della regione. Il borgo, con le mura in ciottoli disposte a lisca di pesce, promette infatti un’emozionante viaggio nel passato.

Nato tra il XIII e il XIV secolo per volere della popolazione locale, il Ricetto di Candelo aveva in origine la funzione di deposito per i prodotti agricoli. Tuttavia, nei momenti di pericolo e durante i conflitti, diveniva un rifugio sicuro per gli abitanti, protetto dalle robuste mura fortificate. Oggi, riconosciuto tra i Borghi Più Belli d’Italia e noto come la “Pompei medievale del biellese”, continua a raccontare la sua storia tra le stradine lastricate e all’ombra delle antiche costruzioni.

Oltrepassata la porta torrione, sovrastata da un grande arco, ci si ritrova nella piazzetta del ricetto, laddove si erge il Palazzo del Principe, realizzato da Sebastiano Ferrero nel 1496, che rappresenta l’evoluzione di un insieme di cantine preesistenti trasformate in una sorta di torre. Le strade del borgo, chiamate con il francesismo “rue”, si distinguono per la particolare pavimentazione in ciottoli inclinati, studiata per favorire il deflusso delle acque.

Ogni edificio del Ricetto sa sorprendere: al piano terra, un tempo adibito a stalla o cantina, si accede direttamente dalla strada, mentre il piano superiore, il solarium, era destinato all’essiccazione delle granaglie e si raggiungeva tramite una balconata in legno. Passeggiando tra queste antiche strutture, si può visitare anche l’Ecomuseo della Vitivinicoltura, per conoscere da vicino la tradizione contadina e la cultura enologica del territorio.

Poco distante, merita una sosta la Chiesa di Santa Maria, dalla facciata romanica, che custodisce al suo interno affreschi di grande valore artistico e pregiati capitelli, testimoni della maestria artigianale dell’epoca.

La Morra, belvedere delle Langhe

Nel cuore delle Langhe, a pochi chilometri da Alba, vale la pena visitare l’incantevole borgo de La Morra, fiore all’occhiello della zona di produzione del celebre Barolo, che si distingue per la posizione privilegiata sulla sommità di una collina, da cui si gode di un panorama senza eguali sulle vigne a perdita d’occhio.

Il centro storico si sviluppa attorno alla piazza principale, su cui si affacciano edifici di grande interesse architettonico. La Chiesa barocca di San Martino e la Confraternita di San Rocco raccontano la storia di un paese profondamente legato alla sua identità culturale. Poco distante, un piccolo giardino triangolare cresce sull’antico cimitero, mentre il Municipio e l’ex casa del corpo di guardia completano il quadro a dir poco idilliaco.

Una delle tappe imperdibili è poi la Cantina Comunale, dove è possibile degustare e acquistare i vini della zona. Salendo verso Piazza Castello, lo sguardo viene rapito da uno dei belvedere più spettacolari delle Langhe, tra colline ricoperte di vigneti e scorci da cartolina.

Infine, nella frazione dell’Annunziata, si trova l’ex abbazia benedettina di San Martino di Mercenasco, attuale sede del Museo Ratti dei Vini. Da qui partono i celebri sentieri del vino e la “Mangialonga”, un evento enogastronomico che consente di gustare i sapori del territorio con uno splendido percorso tra le vigne.

La Sacra di San Michele, panorama incredibile

Sacra di San Michele, Torino

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Vista panoramica della Sacra di San Michele

Maestosa, imponente, avvolta da un’aura mistica: la Sacra di San Michele domina la Val di Susa dall’alto del Monte Pirchiriano, a 962 metri di altitudine. L’antico complesso monastico, simbolo del Piemonte, ha ispirato Umberto Eco nella stesura del noto romanzo “Il nome della rosa”.

Costruita tra il 983 e il 987, l’abbazia si erge in una posizione strategica che regala una vista difficile da descrivere a parole sulla valle e su Torino. La meravigliosa architettura, con elementi romanici e gotici, è testimone di secoli di storia e spiritualità. Oltre alla chiesa principale, risalente al XII secolo, la Sacra ospita le tombe di alcuni membri della famiglia reale di Casa Savoia.

Dedicata all’Arcangelo Michele, difensore del popolo cristiano, la Sacra rappresenta una delle tappe principali di un lungo percorso di pellegrinaggio che collega Mont-Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant’Angelo, in Puglia. La sua sagoma svettante, incorniciata dai boschi della Val di Susa, è un baluardo che attira ogni anno migliaia di visitatori.

Il fascino della Sacra di San Michele si percepisce fin dal primo sguardo, ma è avvicinandosi che la sua energia diventa tangibile. I sentieri che si snodano tra i boschi, calpestati dai pellegrini per secoli, conducono a un luogo di rara bellezza, dove arte, storia e fede si fondono in un’esperienza che non si può dimenticare.

Gli Orridi di Uriezzo, al cospetto del canyon

La Valle Antigorio, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, cela uno spettacolo naturale di straordinaria bellezza: sono gli Orridi di Uriezzo, un canyon modellato nei millenni dalla forza dell’acqua. Gole spettacolari, scavate dallo scioglimento dell’antico Ghiacciaio del Toce, regalano ai visitatori un viaggio tra rocce levigate e giochi di luce che lasciano senza fiato.

Al termine dell’ultima glaciazione, circa dodicimila anni fa, il ghiacciaio iniziò a ritirarsi, dando origine a torrenti impetuosi che scavarono profondi cunicoli e meravigliose cavità. Oggi, gli Orridi di Uriezzo si suddividono in diverse zone, ognuna con caratteristiche uniche. L’Orrido Sud, noto come Tomba d’Uriezzo, è il più impressionante, con una lunghezza di circa 200 metri e pareti che si innalzano fino a 30 metri. L’Orrido Nord-Est, più piccolo ma altrettanto suggestivo, si estende per 100 metri, mentre l’Orrido Ovest si sviluppa in due tratti distinti. Infine, l’Orrido Vallaccia, sotto la Chiesa di Baceno, risulta di difficile accesso ma conserva un’impronta selvaggia e incontaminata.

Esplorare gli Orridi di Uriezzo significa ritrovarsi in un paesaggio primordiale, dove la natura ha scolpito forme incredibili e ogni angolo mostra la potenza degli elementi.

Il Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, il paradiso tra le vette

Perla della Val d’Ossola, il Parco Naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero incanta chiunque vi arrivi grazie allo straordinario paesaggio alpino. Istituito nel 1995, il parco abbraccia due magnifiche conche alpine e si estende sui comuni di Baceno, Crodo, Trasquera e Varzo, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola.

L’Alpe Veglia, raggiungibile da Varzo attraverso la Val Cairasca, è una meta ideale per gli amanti del trekking. Qui, le ampie distese di pascoli si fondono con boschi di larici e laghi cristallini come il Lago d’Avino, il Lago del Bianco e l’ammaliante Lago delle Streghe, che danno vita a un ambiente fiabesco perfetto per escursioni a pieno contatto con la natura.

L’Alpe Devero, accessibile da Baceno attraverso la Valle di Devero, è invece il regno degli sport invernali. Con i suoi impianti sciistici, offre piste battute e percorsi fuoripista per sciatori e snowboarder in cerca di avventura. Per gli escursionisti esperti, il percorso che conduce fino a Binn, in Svizzera, passando dal Bivacco Combi Lanza a oltre 2000 metri di altitudine, rappresenta una sfida tutta da vivere.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi, il fascino regale del Barocco

Splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino

Fonte: Ph @ELENAPHOTOS – iStock

Splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi

A pochi chilometri da Torino, nel comune di Nichelino, da segnare in lista è la sontuosa Palazzina di Caccia di Stupinigi, una delle più coinvolgenti espressioni dell’architettura barocca in Europa. Commissionata da Vittorio Amedeo II e progettata dal celebre architetto Filippo Juvarra, la storica residenza rappresenta un vero e proprio viaggio nella magnificenza della dinastia sabauda.

Con i sontuosi saloni affrescati, i giardini eleganti e l’inconfondibile statua del cervo che sovrasta la sommità della cupola, la Palazzina è una tappa imprescindibile per chi desidera immergersi nell’atmosfera fastosa della corte reale piemontese.

Ceresole Reale, oasi del Parco del Gran Paradiso

Parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Ceresole Reale è un autentico gioiello montano, incastonato tra le cime alpine della provincia di Torino. Borgo pittoresco, deve il nome al re Vittorio Emanuele II che frequentava la zona per le battute di caccia, e si presenta come un’esperienza unica tra natura, sport e storia.

Il Lago di Ceresole, dalle acque turchesi, è il luogo ideale per rilassarsi con passeggiate rigeneranti o gite in bicicletta. Durante l’inverno, invece, il paesaggio si trasforma in una scenografica pista che fa la gioia degli appassionati di sci di fondo.

Ma non è ancora tutto. I dintorni, a loro volta, disegnano panorami che scaldano il cuore, come il Lago di Serrù, un gioiello alpino abbracciato dalle vette, e il Colle del Nivolet, a oltre 2.600 metri di altitudine, da cui si aprono magici scenari plasmati da praterie d’alta quota, laghi glaciali e dalla presenza della fauna selvatica, tra cui stambecchi e aquile reali.

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La Thuile, le piste più belle tra discese leggendarie e panorami mozzafiato

Incastonato tra il maestoso massiccio del Rutor, la piramide del Grand Assaly e la catena del Monte Bianco, La Thuile è un affascinante borgo alpino valdostano a 1.441 metri di altitudine, rinomato per essere una delle destinazioni sciistiche più spettacolari delle Alpi, capace di conquistare anche gli amanti delle sfide più estreme. È infatti il cuore dell’Espace San Bernardo, uno dei comprensori sciistici più vasti della regione, un’area sciabile con un unico skipass internazionale, aperta quest’anno fino al 21 aprile, che vanta ben 152 km di piste che si estendono fino in Francia, collegando La Thuile a La Rosière.

A pochi minuti dall’uscita dell’autostrada, La Thuile garantisce un’esperienza sciistica completa: impianti moderni e senza lunghe attese, giornate sulla neve all’insegna del divertimento e discese per ogni tipo di sciatore. Per gli esperti, la celebre pista ‘3 Franco Berthod’ rappresenta una vera e propria sfida, ma accanto a questa discesa leggendaria, il comprensorio offre una vasta scelta di piste adatte a tutti i livelli.

Ci sono infatti 33 facili, 35 medie e 14 difficili, oltre a 4 piste di sci alpinismo, 2 stadi di slalom, snowpark, pista di boarder cross, 2 fun cross area, zona di free rider, zona snowkite e 2 parchi giochi per bambini. Dai tracciati blu e rossi del Piccolo San Bernardo, Fourclaz e Belvedere, alle discese più tranquille per chi desidera godersi il panorama senza troppa adrenalina, scopriamo le piste più belle di La Thuile, che si conferma una meta perfetta per famiglie, principianti e sciatori esperti.

Skirama La Thuile

Fonte: Ufficio Stampa

Skirama dell’Espace San Bernardo a La Thuile

Pista 3 Franco Berthod, la regina delle discese

La pista 3 Franco Berthod è senza dubbio la più celebre di La Thuile, e per un buon motivo. Con una pendenza che arriva al 76%, è una delle più ripide e tecniche d’Italia. Questo tracciato leggendario si apre con una curva in contropendenza, seguita da un breve falsopiano che introduce in un bosco di larici. Ma la vera sfida arriva con il tratto più ripido, un muro che tocca il 73% di pendenza, spesso ghiacciato, dove anche i più esperti devono fare i conti con la difficoltà della neve dura e la discesa a picco. Dopo il tratto più tecnico, la pista si fa più larga e più accessibile, ma solo per chi ha davvero il controllo sulla sciata.

Spesso definita “la Kitzbühel delle donne”, la pista 3 Franco Berthod ha ospitato numerose competizioni internazionali, tra cui due gare di Coppa del Mondo di sci femminile e due Coppe del Mondo di telemark, e si è guadagnata un posto tra le piste più impegnative dell’intero circuito di Coppa del Mondo. Dal 14 al 15 marzo 2025 sarà di nuovo protagonista, quando sulle sue nevi si disputeranno le prove di discesa libera e SuperG della Coppa del Mondo di sci alpino femminile.

La competizione non è solo una festa per gli appassionati di sport, ma anche per coloro che vogliono vivere un’esperienza unica, osservando da vicino le migliori atlete del mondo mentre affrontano una delle piste più spettacolari e difficili d’Europa.

Come arrivare

Da La Thuile, seggiovia Bosco Express e poi Chalets Express, da cui seguendo la pista 14 si arriva all’inizio della pista 3, ampiamente segnalata.

Quota di partenza: 2310 m
Lunghezza: 3800 m
Dislivello: 800 m
Livello: Difficile

Pista 37 Maison Blanche, una nera per i più esperti

Con il suo dislivello di 143 metri e una pendenza che mette alla prova anche i più esperti, la nuova pista nera Maison Blanche rappresenta una sfida da non perdere. Immersa in un bosco alpino, questa pista si sviluppa su due muri tecnici e impegnativi, senza curve particolarmente difficili, ma comunque perfetta per chi cerca una discesa adrenalinica. La qualità della neve, sempre impeccabile grazie al sistema di innevamento artificiale, rende ogni discesa un’esperienza emozionante.

Come arrivare

Da La Thuile, seggiovia Maison Blanche, seguire per un breve tratto la pista n. 36 e si arriva all’inizio della pista 37.

Quota di partenza: 1650 m
Lunghezza: m 430
Dislivello: 143 m
Livello: Difficile

Pista 11 Boulevard, ideale per i principianti

Non solo discese estreme, La Thuile offre anche ampie opportunità per chi è alle prime armi con lo sci. La pista 11 Boulevard, con i suoi 1.300 metri di lunghezza e un dislivello di 150 metri, è una delle “piste baby” più estese del comprensorio, l’ideale per i principianti che vogliono imparare in un ambiente sicuro e rilassante.

Con un percorso dolce e senza tratti ripidi, questa pista che si sviluppa lungo il lato destro della seggiovia La Combe, è perfetta per chi vuole prendere confidenza con gli sci, circondato da panorami mozzafiato che spaziano sul maestoso massiccio e il ghiacciaio del Rutor. Un aspetto che rende questa pista ancora più affascinante è la sua esposizione soleggiata, che garantisce condizioni di neve ottimali, lungo un tracciato ampio che non risulta mai troppo impegnativo.

Come arrivare

Da La Thuile, telecabina Les Suches e seggiovia La Combe, oppure seggiovia Chaz Dura Express con discesa alla prima fermata intermedia.

Quota di partenza: 2326 m
Lunghezza: 1300 m
Dislivello: 150 m
Livello: Facile

Panorama comprensorio La Thuile

Fonte: Ufficio Stampa – credits: Joel Vierin

Panorama delle piste dell’Espace San Bernardo, La Thuile

Pista 7 San Bernardo, la più lunga

Per gli sciatori che amano le lunghe discese, la pista 7 San Bernardo è un must. Con i suoi 11 km di lunghezza, è una delle più lunghe d’Italia. Il percorso inizia dal Chaz Dura a 2.579 metri di altitudine e scende fino al paese di La Thuile, a 1.470 metri. Nonostante la sua lunghezza, la pendenza non è mai troppo ripida, rendendola accessibile anche a sciatori di livello intermedio. Il tratto finale offre panorami spettacolari e un’esperienza sciistica che regala emozioni in ogni curva.

Come arrivare

Da La Thuile, telecabina Les Suches e seggiovia Chaz Dura Express fino a monte, dove inizia la pista 7.

Quota di partenza: 2570 m
Lunghezza: 11000 m
Livello: Media

Pista Defy, fuoripista per i più audaci

Per chi cerca l’emozione pura, la pista Defy è la vera sfida di La Thuile. Con una pendenza che arriva al 72%, questo percorso non battuto è riservato ai più esperti, con gobbe e rocce che rendono la discesa particolarmente tecnica e impegnativa. La pista è segnalata sulle mappe, ma viene spesso dichiarata chiusa per via delle sue condizioni difficili. Nonostante ciò, per gli sciatori più audaci, è un’esperienza unica da vivere a contatto con la natura più selvaggia.

Come arrivare

Da La Thuile, telecabina Les Suches e seggiovia Chaz Dura Express, seguire il primo tratto della pista 7 fino alla partenza della seggiovia Belvedere, alla cui destra inizia la pista 27.

Quota di partenza: 2615 m
Lunghezza: 1050 m
Tipo pista: Neve fresca
Livello: Difficile

Tariffe skipass La Thuile

Il prezzo dello skipass giornaliero per adulti durante la stagione invernale, senza distinzione tra alta e bassa stagione, è di 56 euro, valido per l’intero comprensorio Espace San Bernardo (La Thuile + La Rosière). Sono previste riduzioni speciali per i senior e tariffe dedicate ai giovani grazie a un’agevolazione tipica della Valle d’Aosta rispetto ad altre regioni italiane. Per i ragazzi fino a 16 anni è previsto uno sconto del 30% sulla tariffa, mentre per i giovani fino a 24 anni la riduzione è del 20%.

Per favorire le famiglie e avvicinare i più piccoli allo sci, i bambini fino a 8 anni (nati dopo il 31/10/2016) sciano gratuitamente, purché il biglietto venga acquistato insieme a uno skipass giornaliero per adulti o ‘young’ pagante (in caso contrario, si applica una tariffa promozionale di 14 euro). I principianti hanno a disposizione oltre 13 km di piste facili e skipass giornalieri a prezzi vantaggiosi:

Tapìs Edelweiss: tariffa unica per tutte le età: € 9,00.
Giornaliero Green Beginner: valido tutto il giorno sul tapìs Edelweiss e seggiovia Maison Blanche: € 19,00.
Giornaliero Blue Beginner: valido tutto il giorno sul tapìs Edelweiss, seggiovia Maison Blanche, seggiovia La Combe, e include un’andata e ritorno con la Telecabina DMC: € 33,00.

Inoltre, acquistando lo skipass online – anche la mattina stessa dell’utilizzo – è possibile ottenere tariffe scontate in base al periodo della stagione invernale. Se lo si acquista sul portale di La Thuile o tramite l’App Espace San Bernardo (lato La Thuile) e non si possiede la tessera ricaricabile, è possibile acquistarla insieme allo skipass al costo di 2 euro. La tessera può essere ritirata presso le biglietterie delle Funivie Piccolo San Bernardo o alle casse automatiche Smartcash, attive durante la stagione invernale ed estiva 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, situate vicino al Punto Giallo Blu/Biglietteria.

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Laghi di montagna in Trentino-Alto Adige, i tesori nascosti tra le Alpi

Il Trentino-Alto Adige, si sa, è uno scrigno ricco di meraviglie naturali tutte da esplorare. Tra le cime più celebri dell’arco alpino sono incastonati come diamanti tanti piccoli e grandi laghi: distese d’acqua cristallina che cambiano aspetto con lo scorrere delle stagioni.

Se siete amanti del trekking, delle avventure in mountain bike, oppure cercate un’oasi di pace in cui rilassarvi e da raggiungere facilmente in auto, ecco una selezione di alcuni dei laghi del Trentino più belli da raggiungere.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

Se viaggiate in famiglia con bambini o volete raggiungere facilmente in auto uno degli splendidi laghi del Trentino-Alto Adige, ecco alcune mete da non perdervi per rilassarvi sulle rive, avventurarvi in sport acquatici o camminare a passo lento nella natura incontaminata.

Lago di Cei

Altitudine: 918 m s.l.m.

Sembra uscire direttamente da un dipinto di Monet, il Lago di Cei. Situato a Villa Lagarina, a mezz’ora d’auto da Trento, nel cuore dell’area protetta di Pra dell’Albi–Cei, questo specchio d’acqua incanta con le sfumature della vegetazione che lo abbraccia, tra faggi, canneti ed iris blu che fioriscono quando scoppia la primavera. A sorvegliarlo c’è la catena dei monti Stivo, Cornetto e Bondone. In ogni stagione cambia il proprio abito, passando dal foliage ai colori vividi dell’estate, fino alla candida neve che lo ricopre in inverno. Il Lago di Cei è perfetto per un break dalla vita quotidiana in un ambiente tranquillo immerso nella natura.

Come arrivare: in auto, da Rovereto si attraversano i paesi di Villa Lagarina, Pedersano e Castellano, seguendo la SP 20 fino al lago, dove sono presenti tre parcheggi gratuiti dove poter lasciare la macchina. Da Trento, si prosegue verso sud, attraversando prima Mattarello e poi Aldeno. Da lì si prosegue sulla SP 20 fino al lago.

Quando andare: il Lago di Cei è una meta adatta a ogni stagione.

Lago di Ledro

Altitudine: 655 m s.l.m.

Il Lago di Ledro è un piccolo gioiello incastonato tra le montagne del Trentino, a solo 30 minuti da Riva del Garda. È una meraviglia non solo per le sue acque cristalline, ma anche per la sua importanza archeologica: un abbassamento del livello di acqua, nel 1929, ha riportato alla luce i resti di un antico villaggio di palafitte risalente a 4.000 anni fa, che oggi è Patrimonio dell’Unesco e visitabile (è aperto quasi tutto l’anno, tranne nei mesi di gennaio e febbraio).

Questo bacino lacustre è ideale per famiglie e coppie che cercano un’oasi di tranquillità nella natura incontaminata, con le sue quattro spiagge (una è animal friendly), e per chi ama fare trekking con percorsi facili e alla portata anche dei meno esperti, come il giro della Madonnina di Besta, che raggiunge la statua su uno spuntone di roccia dal quale si gode di una vista unica al mondo. Non mancano attività come il windsurf, la vela e la canoa.

Lago di Ledro, in Trentino-Alto Adige

Fonte: iStock

Lago di Ledro, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, arrivando dal Trentino si esce a Rovereto Sud della A22 e si percorrere la statale del Garda fino a Riva del Garda. Da lì si attraversa la lunga galleria che porta in Valle di Ledro e al lago. Arrivando da Milano, si percorre la A4 e si esce a Brescia Est, per poi seguire le indicazioni per Madonna di Campiglio. A Storo si prosegue per Valle di Ledro. In treno, invece, si scende alla stazione di Rovereto e da lì si proseguire con uno dei bus di linea che portano quotidianamente al lago.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se il periodo migliore per potersi rilassare sulle sue spiagge è l’estate.

Lago di Molveno

Altitudine: 864 m s.l.m.

Tra i laghi più belli d’Italia c’è sicuramente il Lago di Molveno, immerso nel Parco Naturale Adamello Brenta, a soli 40 km da Trento. Lo diceva anche il poeta Antonio Fogazzaro che questo specchio d’acqua era una “preziosa perla in più prezioso scrigno”. In effetti, la vista su questo lago alpino è una vera cartolina, con le Dolomiti del Brenta a fare da cornice. Le sue acque cristalline e i servizi che qui vengono offerti l’hanno reso più volte il lago più bello e più pulito d’Italia, riconoscimento ricevuto da Legambiente e dal Touring Club Italiano.

Dalla canoa al SUP, fino ai percorsi di trekking attorno al lago e alla possibilità di fare piacevoli pic-nic sulle sue rive, il Lago di Molveno è una destinazione adatta a tutti, dalle famiglie con bambini (la grande spiaggia ha anche l’acqua park) ai gruppi di amici, fino a chi viaggia in solitaria e vuole vivere una giornata all’insegna dell’avventura. Non mancano altre attrazioni: pista per le mountain bike, campo da tennis, barche e pedalò a noleggio. In inverno, il Lago di Molveno si tinge di bianco ed è disponibile una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Da maggio ad ottobre apre anche la funivia panoramica, che permette di salire fino all’Altopiano di Pradel, il punto dal quale partire per lunghe camminate tra le Dolomiti, oppure in cui fare divertenti discese con lo slittino in inverno.

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 (Autostrada del Brennero) e si esce a Trento Nord per proseguire verso Mezzolombardo e seguire le indicazioni per Fai della Paganella, Andalo e Molveno (dista circa 25 km). Il lago è ben servito anche con i mezzi pubblici: da Trento di può raggiungere Mezzocorona con l’autobus della linea 751 e da lì arrivare al Lago di Molveno con la linea 611 (tutte le linee e gli orari sono disponibili sul sito di Trentino Trasporti). In alternativa, si può prendere il treno Trento-Mezzocorona e poi proseguire con il bus.

Quando andare: il Lago di Molveno è un’ottima meta per ogni stagione dell’anno.

Lago di Braies

Altitudine: 1.496 m s.l.m.

Non ha bisogno di troppe presentazioni il Lago di Braies, uno degli specchi d’acqua più famosi e incantevoli del Belpaese. Situato nell’omonimo comune, in Alta Pusteria e a circa 97 km da Bolzano, il gioiello delle Dolomiti con le acque dai colori cangianti è una meta ambita da molti escursionisti e appassionati di nordic walking, soprattutto nel periodo estivo (per questo è consigliato evitare i weekend e gli orari di punta, meglio raggiungerlo alle prime luci del mattino). Nei dintorni si possono fare lente passeggiate ed escursioni con diversi livelli di difficoltà, oppure si può noleggiare una barca a remi per un romantico giro del lago.

Lago di Braies

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Lago di Braies, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 per Bressanone, poi la E 66 per Brunico e infine la SS 49 Val Pusterla per San Candido. Da Monguelfo si svolta a destra per il lago. Il parcheggio è sempre a pagamento. Con i mezzi pubblici si può prendere il bus da Dobbiaco, Villabassa o Monguelfo.

Quando andare: ogni stagione è perfetta per raggiungerlo, ma la primavera e l’autunno sono periodi meno affollati e regalano sfumature di colori emozionanti.

Lago di Misurina

Altitudine: 1.754 m s.l.m.

Il Lago di Misurina è la “Perla delle Dolomiti” situata nel Cadore, in provincia di Belluno. Meraviglioso e dalle proprietà terapeutiche grazie al suo microclima salubre, questo specchio d’acqua cambia aspetto dall’inverno, quando si ghiaccia completamente divenendo una grande pista di pattinaggio, alla primavera, quando i profumi e i colori della vegetazione lo avvolgono piacevolmente.

Ottimo punto da raggiungere per amanti del trekking, grazie ai diversi sentieri che si snodano attorno alle sue rive, come quello che porta fino alle Tre Cime di Lavaredo (strada che porta anche al Lago di Antorno) o al Rifugio Auronzo. A est del lago si trovano invece gli impianti di risalita e la catena dei Cadini di Misurina. I più romantici possono noleggiare una barca a remi o un pedalò per esplorare il lago da una prospettiva nuova.

Lago di Misurina

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Lago di Misurina, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si segue la A27 Venezia/Belluno, la Modena/Brennero o la A 23 Palmanova/Tarvisio e si prosegue sulla la SS 51 e SS 52 fino ad Auronzo di Cadore. Si raggiunge anche facilmente anche dalla Valle di Landro e da Cortina d’Ampezzo. Sono disponibili diversi parcheggi a pagamento. Con i mezzi pubblici, partendo da Cortina si prende uno degli autobus di Dolomiti Bus che portano al lago.

Quando andare: il Lago di Misurina è perfetto in ogni stagione, dall’estate all’inverno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Avventura e sport si uniscono per coloro che amano fare trekking in alta quota o viaggiare su due ruote con una mountain bike. Ecco alcuni dei più affascinanti laghi da raggiungere seguendo diversi sentieri facili che permettono di vivere la magia delle montagne italiane a 360°.

Lago delle Stellune

Altitudine: 2.198 m s.l.m.

Nel cuore del Lagorai, nel comune di Castello-Molina di Fiemme (Trento), spicca tra le vette il Lago delle Stellune, una splendida meta da raggiungere a passo lento. Sulle sue acque si riflettono Cima delle Buse e Cima Stellune, ricreando un paesaggio da cartolina incantevole punteggiato dai resti di fortificazioni militari risalenti al conflitto 1915-1918.

Come arrivare: uno dei percorsi che raggiungono il Lago delle Stellune prevede di prendere la strada del Passo Manghen (sul versante Val di Fiemme) e, arrivati al Ponte delle Stue, di imboccare la forestale (sentiero 318). Si passa per la Malga Stue Bassa, la Malga Stue Alta, poi la Malga Cazzorga (m.1845) e infine la Malga delle Stellune. Dopo 2 ore e mezza si arriva al lago.

Quando andare: il periodo consigliato va da dicembre ad aprile, quando il paesaggio è completamente innevato.

Lago di Antermoia

Altitudine: 2.501 m s.l.m.

Incastonato in una conca nel massiccio del Catinaccio, il Lago di Antermoia è una meta incantevole per tutti gli amanti delle camminate ad alta quota. Situato nel cuore delle Dolomiti della Val di Fassa questo specchio d’acqua di origine glaciale è protagonista di diverse leggende che riguardano misteriosi incontri tra streghe, mentre le rocce grigie e l’assenza di vegetazione danno vita a un paesaggio che sembra appartenere alla Luna.

Lago Antermoia, in Trentino-Alto Adige

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Lago Antermoia, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: tra le varie vie che portano al Lago di Antermoia, troviamo i sentieri 546 e 584, che partono da Pera di Fassa e attraversano la Val di Vajolet e il passo di Antermoia, oppure i sentieri e 579 e 580, che partono da Pera e da Mazzin di Fassa e attraversano la val Udai.

Quando andare: il periodo consigliato per fare escursioni al Lago di Antermoia va da fine giugno a fine settembre.

Lago Nambino

Altitudine: 1.765 m s.l.m.

Le Dolomiti di Brenta sullo sfondo, un lago da cartolina e un ambiente naturale fiabesco con foreste rigogliose di abeti rossi: il Lago Nambino è una meta tra le più amate del Trentino-Alto Adige, incastonata tra le montagne del Gruppo della Presanella. Gli appassionati di trekking e delle avventure in mountain bike lo amano: tra i vari percorsi che lo raggiungono c’è anche il famoso Giro dei cinque laghi di Madonna di Campiglio. In questo panorama, un rifugio caratteristico è aperto tutto l’anno per accogliere gli avventori (si può anche pernottare).

Lago Nambino in Trentino-Alto Adige

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Lago Nambino, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: due percorsi portano al Lago Nambino. Uno parte dal parcheggio di Patascoss, poco sopra Madonna di Campiglio: una camminata di 45 minuti su un sentiero pianeggiante che attraversa il bosco e sbuca proprio sullo specchio d’acqua. L’altro percorso, adatto alle famiglie con bambini, parte da Piana Nambio e in mezz’ora porta al lago. l caratteristico rifugio è sempre aperto (anche in inverno) ed offre l’opportunità di pernottare in un ambiente davvero magico.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, ogni stagione trasforma il paesaggio. In inverno è bene informarsi previamente sulla quantità di neve presente.

Lago Scuro

Altitudine: 2.663 m s.l.m. 

Non solo il fascino della natura incontaminata, ma anche la forte componente storica caratterizzano il Lago Scuro, nel comune di Strembo (provincia di Trento), in val Genova. Chiamato anche Lago Scuro al Mandrone, questo specchio d’acqua profondo 30 metri e ricoperto di ghiaccio già dal tardo autunno, è incastonato tra ripide pareti rocciose che compongono un ambiente lunare con vista sulle vette dell’Adamello. Inoltre, si trova lungo il sentiero attrezzato Trincee Cresta Presena: un percorso che permette di ammirare, camminando, vecchie trincee, baracche, resti di armi e rotoli di filo spinato, testimonianze della Prima Guerra Mondiale qui combattuta. I sentieri raggiungono anche il Laghetto Cima Zigolon (2.819 m) e il Laghetto Scuro di Mandrone (2.734 m), oltre allo storico rifugio in cui poter sostare.

Come arrivare: da Trento (che dista 78 km) si può raggiungere in auto la Val di Genova (è previsto il pagamento di un pedaggio per l’accesso), nella quale si seguono le indicazioni per malga Sadole, dove c’è un grande parcheggio. Da lì si prende la strada sterrata che porta al rifugio Bedole e poi si prende il sentiero 212, abbastanza ripido inizialmente, ma poi diventa più dolce oltre i 2.100 metri. Si passa davanti al museo del Centro Studi Adamello e ad una splendida chiesetta. Infine, si raggiunge il rifugio al Mandrone (2.442 m). A destra del rifugio si prende il sentiero 209, in salita, che porta al Lago Scuro in un’oretta di camminata.

Quando andare: è preferibile raggiungere il Lago Scuro nei mesi meno freddi. Controllare sempre le previsioni meteo prima di partire.