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Claudia Cardinale e i luoghi della sua vita: un viaggio tra il Mediterraneo e Hollywood

Salutiamo Claudia Cardinale, morta il 23 settembre 2025 a Nemours, in Francia, all’età di 87 anni. Non una semplice attrice, ma un simbolo del cinema nazionale e internazionale, una donna cosmopolita che ha saputo intrecciare la sua vita con le città e i Paesi che hanno segnato la sua carriera e identità. Dalla Tunisia alla Francia, passando per Roma e Hollywood, il suo percorso artistico e personale è un viaggio attraverso culture, lingue e atmosfere diverse che l’hanno portata a recitare in oltre 150 film.

In pochi anni, con i suoi tratti mediterranei e una personalità fiera, divenne la musa di alcuni tra i più grandi registi della storia, da Luchino Visconti a Federico Fellini, fino a Sergio Leone e Mario Monicelli. Qui ripercorriamo insieme i luoghi che hanno fatto da scenario alla vita straordinaria di una delle ultime grandi dive del cinema.

La Goulette, Tunisi: il suo luogo di nascita

Claudia Josephine Rose Cardinale nasce a Tunisi nel 1938 da genitori siciliani, nel quartiere marinaro de La Goulette, crocevia cosmopolita dove convivevano italiani, francesi, maltesi, arabi ed ebrei. Cresciuta in questo contesto ricco di lingue, tradizioni e religioni diverse, assorbe sin da bambina le influenze del Mediterraneo, parlando inizialmente il francese e l’arabo prima di avvicinarsi all’italiano.

La sua infanzia, libera e solare, resta indissolubilmente legata a quelle strade brulicanti di vita, ai profumi di spezie e alla luce accecante del mare. Anche dopo aver lasciato la Tunisia per l’Italia, dove la sua carriera di attrice si è rapidamente affermata, Cardinale non ha mai rinnegato quel legame originario: nelle sue parole, questo Paese rimane la cornice più autentica dei suoi ricordi, la matrice affettiva che ha plasmato la sua identità aperta, libera e plurale. Ed è qui, nel quartiere dov’è nata, che è stata omaggiata nel 2022 con l’intitolazione di una strada.

La Goulette

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Il quartiere tunisino de La Goulette

Roma, dove inizia la carriera di attrice

Arriva a Roma alla fine degli anni ’50, cuore pulsante del cinema europeo. Ben presto, la sua bellezza naturale conquistò Cinecittà, al tempo considerata il centro della “Hollywood sul Tevere”, e registi quali Visconti e Fellini. È proprio nella Capitale che avviene il cambiamento: da ragazza timida diventa una diva internazionale, recitando in pellicole divenute ormai indimenticabili come Il Gattopardo e .

Tuttavia, come avviene spesso, la fama porta con sé anche i lati negativi. Su Claudia Cardinale cominciò a incombere il peso soffocante della celebrità, con i paparazzi che la seguivano ovunque, rendendole difficile compiere anche i gesti quotidiani più semplici. Fu così che decise di trasferirsi a Parigi.

Hollywood e gli Stati Uniti: il mito internazionale

Negli anni ’60, Claudia Cardinale vola oltre oceano e approda a Hollywood, dove prende parte a grandi produzioni americane. La sua bellezza magnetica e la sua presenza scenica la rendono una delle interpreti europee più richieste dagli studios. Film come C’era una volta il West di Sergio Leone consolidano la sua immagine di diva senza tempo, capace di incarnare personaggi complessi e affascinanti. Gli Stati Uniti rappresentano, così, l’apice della sua carriera internazionale.

La Francia: Parigi e Nemours, una nuova casa

Dagli anni ’80, Claudia Cardinale sceglie la Francia come residenza, stabilendosi prima a Parigi, città che la accoglie come una vera star del cinema d’autore e delle coproduzioni europee. Successivamente si trasferisce a Nemours, dove ha vissuto lontana dai riflettori, mantenendo però un legame indissolubile con l’arte e il cinema.

È qui che ha creato la Fondazione Claudia Cardinale, che ha come obiettivo quello di sostenere artisti emergenti e non attraverso mostre e residenze, con un’attenzione particolare all’ecologia e alle artiste donne.

Nemours

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Le case caratteristiche di Nemours
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Cosa vedere a Mdina, l’antica e affascinante ex capitale di Malta

Mdina, o Medina nella forma italianizzata, è l’antica capitale di Malta, una città dove ormai abitano poche centinaia di persone, ma che conserva le vestigia di un passato tanto antico quanto glorioso, che ha visto i popoli del Mediterraneo attraverso le sue strette strade nel corso di quasi 30 secoli di storia.

Dal centro storico al punto più panoramico, ecco cosa non perdere in un viaggio esplorando questa antica città.

La storia di Mdina

L’area di Mdina è oggi una regione dell’isola dove le testimonianze archeologiche hanno dimostrato una presenza ininterrotta di insediamenti umani fin dal IV millennio a.C. Le prime tracce della città risalgono al 1000 a.C quando i fenici si stabilirono su tutta l’isola e, da quel momento in poi, Mdina fu un crocevia di popoli, culture, scontri e incontri (si dice persino che l’apostolo Paolo vi trovò rifugio dopo un naufragio).

L’aspetto attuale di Mdina è dovuto soprattutto alla dominazione araba, periodo in cui si costruì la cinta muraria creando così le fondamenta del centro urbano sviluppato attorno ad essa, Rabat. L’altro grande momento di sviluppo della città è durante il XVI-XVII secolo, quando i Cavalieri di Malta, i cavalieri dell’ordine di San Giovanni, vi si stabilirono facendo da catalizzatore alla crescita urbana. Il declino di Mdina concise, invece, col grande terremoto del 1693, quando buona parte della città fu danneggiata e la capitale venne spostata a La Valletta.

Oggi Mdina è soprattutto un’attrazione turistica, visitata ogni anno da migliaia di turisti che arrivano davanti alle  mura per conoscere i suoi segreti e “perdersi” nel reticolo di stradine del centro più antico, dove i vecchi palazzi delle famiglie nobili di Malta svettano ancora sugli edifici più bassi.

Cosa vedere

Ecco le mete più interessanti e le attrazioni da non perdere in un viaggio a Mdina, un’avventura nell’affascinante e antica ex-capitale. L’attrazione principale di Mdina è appunto il centro storico, un affascinante reticolo di strette viuzze che si diramano tra gli edifici della città antica come una ragnatela, che vale la pena esplorare con tutta calma per poter ammirare gli scorci più suggestivi.

Sebbene il centro non sia estesissimo, è molto facile perdere l’orientamento in questo gomitolo di strade e la scelta migliore prima di addentrarsi è quella di visitare l’Ufficio del turismo che si trova all’ingresso della città dove, oltre a una mappa e ad alcuni consigli su cosa vedere, è possibile avere un po’ di informazioni sulla storia di Mdina e Rabat.

L’antico portale di accesso alla città è una delle scenografie preferite dai turisti che, appena arrivati, vogliono scattare una foto-ricordo: il restauro ha reso la porta un vero gioiello architettonico, diventato ormai il simbolo della città.

Piazza San Paolo

Nel cuore di Mdina sorge piazza San Paolo, l’antico foro di Mdina, dove si affacciano la Cattedrale e alcuni eleganti palazzi come Palazzo Santa Sofia, Palazzo Gatto, Palazzo de Piro e la sede della Banca di Malta, tutti realizzati in un elegante stile Barocco.

La Cattedrale di San Paolo è l’edificio religioso più importante della zona: un’imponente struttura realizzata alla fine del Seicento dopo che la precedente cattedrale venne distrutta da un incendio. Ciò dimostra il grande sentimento religioso della popolazione maltese verso l’apostolo Paolo, che visse proprio a Mdina. All’interno della chiesa è possibile ammirare una ricca e spettacolare decorazione ad affresco dedicata a San Paolo e un impressionante altare d’argento realizzato nel Settecento.

Chiesa di San Paolo a Mdina

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Chiesa di San Paolo a Mdina

Rimanendo nell’area della Cattedrale vale la pena fare una visita a Palazzo de Piro, un tempo una delle residenze di una nobile famiglia maltese e oggi sede di eventi culturali di grande importanza, dove, tra mostre, presentazioni e conferenze, è anche possibile bere qualcosa nel suggestivo bar ricavato dalle antiche stalle del palazzo, una cornice unica dove trascorrere una serata fuori dal comune.

Piazza dell’Arcivescovo

Accanto alla Cattedrale, precisamente in piazza dell’Arcivescovo, è possibile visitare il Museo della Cattedrale di San Paolo, dove è conservata una ricchissima collezione di paramenti sacri, icone, una interessante raccolta di reperti archeologici di età Romana e gli archivi del Vescovo di Mdina: una straordinaria e affascinante testimonianza della storia millenaria della città. Spesso all’interno delle sale vengono anche allestite mostre temporanee d’arte contemporanea e di fotografia, che rendono il museo una delle istituzioni culturali più attive in città.

Giardini pubblici Howard

Se si è alla ricerca di un luogo tranquillo e fresco dove fare una rilassante passeggiata la meta perfetta sono i giardini pubblici Howard, ai piedi del bastione centrale della cinta muraria, dove tra le palme e le fontane si possono trovare gli ultimi abitanti della città vecchia che si ritrovano a chiacchierare all’ombra. Inoltre, a pochi passi dal centro dei giardini si trovano i resti una grande villa romana, un’attrazione archeologica che vale la pena visitare.

Piazza Tas-sur

Per ammirare una delle viste più belle e suggestive di Mdina bisogna raggiungere Piazza Tas-sur, la piazza del belvedere, situata su un antico bastione della cinta muraria dove è stato creato uno slargo pedonale dal quale si possono vedere i tetti della città. Un’esperienza affascinante al calar del sole, quando i colori del tramonto rendono l’atmosfera romantica e meravigliosa.

La porta d'accesso a Mdina

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Porta d’accesso a Mdina, Malta

Il Festival Medievale

Mdina è una meta molto suggestiva tutto l’anno, ma offre il meglio di sé durante il Festival Medievale di Mdina, una grande festa che coinvolge l’intero centro storico in uno spettacolo che riporta la città ai tempi del suo splendore, con spadaccini, soldati, dame e cavalieri che riempiono le strade. La festa si tiene ogni anno a fine aprile ed è anche l’occasione in cui molti palazzi nobiliari, chiusi al pubblico durante l’anno, aprono le porte ai visitatori che possono ammirare la sfarzosità delle decorazioni interne.

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Trekking in Costa Azzurra: il fascino autentico della bassa stagione

La Costa Azzurra è quel luogo dove in pochi chilometri si passa dalle onde del Mediterraneo alle cime alpine: l’avventura è sempre dietro l’angolo. La maggior parte dei viaggiatori, però, sceglie questa rinomata zona della Francia per la sua riviera, tra l’eleganza di Nizza e le facciate color terracotta che si specchiano nel mare a Villefranche-sur-Mer. Quasi tutti arrivano in estate, senza scoprire il fascino autentico e un po’ selvaggio che solo la bassa stagione sa regalare.

È invece chi si spinge nell’entroterra che vive davvero i suoi scenari più sorprendenti, da assaporare con lentezza lungo i sentieri che attraversano vallate alpine e borghi sospesi nel tempo. E non temete: il mare non è mai lontano e lungo la costa vi aspettano percorsi panoramici che sembrano balconi naturali affacciati su un’infinità di azzurro.

Pronti a scoprire la Costa Azzurra fuori stagione? Ecco i trekking da non perdere!

Sentiero Tire-Poil a Cap d’Antibes

Tra i percorsi più suggestivi da fare nella Costa Azzurra c’è il sentiero Tire-Poil, un cammino che si snoda lungo la punta estrema di Cap d’Antibes. Si tratta di un itinerario costiero che, passando accanto a scogliere frastagliate e calette nascoste, vi regalerà scorci spettacolari sul mare. Seppur il percorso sia abbastanza semplice perché lungo solo 5 km e pianeggiante, sono necessarie scarpe adatte.

Camminando tra pini marittimi e macchia mediterranea, il mare sarà sempre al vostro fianco: in una giornata limpida potrete ammirare da un lato le Alpi innevate e dall’altro l’azzurro infinito che bagna la Riviera.

Trekking nel Parco Nazionale del Mercantour

Nei mesi autunnali, quando ancora la neve non è arrivata, potete avventurarvi tra i sentieri del Parco Nazionale del Mercantour. Se cercate un’esperienza impegnativa, consigliamo il percorso verso la Cime du Diable (2685 metri): partendo da L’Authion, questa escursione vi offrirà una vista mozzafiato sul Mercantour, sui laghi della Vallée des Merveilles e sulle sue incisioni secolari. Il livello del percorso è considerato ‘difficile’ ed è lungo 20 chilometri.

Per una passeggiata più tranquilla, magari da fare insieme alla famiglia, consigliamo quella sul sentiero dei Lacs de Prals. Questo percorso, dove non è raro incontrare numerose marmotte, vi permetterà di accedere facilmente ai cinque piccoli laghi nascosti in mezzo alle praterie alpine.

Persone fanno trekking nel Parco Nazionale del Mercantour

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Trekking nel Parco Nazionale del Mercantour

Le Vie del Sale

Infine, dei tanti trekking da fare in Costa Azzurra fuori stagione vi consigliamo anche le Vie del Sale, l’itinerario franco-italiano che collega Nizza a Cuneo in 10 tappe, attraversando la Valle della Vésubie, il Parco Nazionale del Mercantour e il Parco delle Alpi Marittime. Il percorso è ispirato alle basi storiche delle vie del sale: nel Medioevo, infatti, la produzione di sale lungo la costa mediterranea era intensa e fiorente. L’”oro bianco” veniva trasportato a Nizza, dove veniva scaricato, pesato e tassato prima che i mercanti potessero lasciare la città con il loro prezioso carico.

Questo percorso invita gli escursionisti a scoprire gli innumerevoli tesori della regione nel cuore dei magnifici paesaggi tra le Alpi e il Mediterraneo. Ovviamente potete anche fare singole tappe, come quella che, lunga 16 chilometri e con un dislivello di 700 metri, vi porterà dal lungomare di Nizza fino all’entroterra e al villaggio di Aspremont.

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Spargi, l’isola selvaggia dal mare cristallino nel cuore dell’arcipelago della Maddalena

Dietro l’apparente calma di Spargi si nasconde un’isola capace di sorprendere chiunque la esplori. Non è solo una meta che fa sognare a occhi aperti, ma un luogo dove la natura mostra la sua forza autentica: acque trasparenti, calette nascoste e paesaggi che raccontano storie antiche, lontane dal turismo convenzionale (attenzione, in alta stagione i viaggiatori mordi e fuggi non mancano). Spargi invita a scoprire un Mediterraneo puro, fatto di dettagli spesso invisibili a chi si ferma solo alla superficie. Scopriamo insieme tutto ciò che occorre sapere su questo incredibile angolo del nostro Paese.

Dove si trova e come arrivare all’Isola di Spargi

L’Isola di Spargi prende vita nel cuore dell’arcipelago della Maddalena, al largo della costa nord-orientale della Sardegna. Per raggiungerla, il modo più semplice è partire dal porto di Palau, dove numerosi operatori offrono escursioni in barca che conducono direttamente alle sue spiagge e calette.

Anche chi ha una barca privata può facilmente navigare fino a Spargi, grazie alle sue acque tranquille e ben protette. Attenzione però: essendo parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, è importante rispettare le regole di tutela ambientale durante la visita, per preservare intatto questo tesoro italiano.

Cosa vedere e fare a Spargi

Non bisogna aspettarsi un susseguirsi di locali patinati e musica a tutto volume, perché Spargi è un piccolo mondo a sé, in cui ogni angolo racconta storie di natura selvaggia e mare cristallino. Tra spiagge da sogno, sentieri tra macchia mediterranea e scogliere panoramiche, quest’isola della Sardegna è una scoperta continua, il top per chi cerca bellezza autentica lontano dalle rotte più battute.

Esplorare i sentieri naturalistici

Chi ama camminare immerso nella natura, qui troverà pane per i suoi denti: i sentieri naturalistici di Spargi sono un must che va oltre la semplice passeggiata turistica. Un vero e proprio intreccio di piccoli percorsi che i locali usano da generazioni per muoversi tra calette nascoste, punti panoramici e zone di pesca tradizionale.

Se visitati in estate, il consiglio è quello di partire presto al mattino, quando l’aria è ancora fresca e il silenzio accompagna ogni passo. Da non sottovalutare sono i passaggi più nascosti, spesso segnati solo da tracce di sentiero o pietre accatastate perché sono quelli che regalano le viste più spettacolari e la sensazione di essere davvero in un angolo remoto del Mediterraneo.

Snorkeling e immersioni

Il mare della Sardegna è praticamente ovunque un sogno a occhi aperti, ma a Spargi snorkeling e immersioni diventano esperienze autentiche, ben distanti dalle rotte affollate. Le acque intorno all’isola sono cristalline, con fondali ricchi di vita e formazioni rocciose che sembrano scolpite dalla natura millenaria.

I migliori spot sono quelli un po’ più nascosti, raggiungibili solo via mare o tramite brevi cammini dai sentieri meno battuti: si può nuotare accanto a banchi di pesci colorati, scoprire grotte sommerse e ammirare praterie di posidonia, vitali per l’ecosistema marino.

Visitare tracce nuragiche

In Sardegna non manca di certo la storia antica, al punto che anche in quest’isola è possibile esplorare alcune (non di certo come in altri luoghi della regione) rovine di insediamenti nuragici. Questi resti, nascosti tra la macchia mediterranea e le rocce, raccontano l’esistenza di una civiltà antichissima, ancora avvolta nel mistero.

Oltre ai siti più noti, ci sono angoli meno battuti dove si percepisce davvero l’eco di quel tempo. Camminare tra questi ruderi significa immaginare come vivevano i primi abitanti dell’isola, con la loro stretta connessione con la natura e il mare.

Vi consigliamo di portare con voi una guida o di chiedere ai pescatori del posto, che spesso conoscono particolari leggende e dettagli storici tramandati oralmente.

Osservazione della fauna locale

Osservare la fauna di Spargi è praticamente fare un tuffo in un ecosistema prezioso, in cui natura e tranquillità regnano sovrane. Oltre ai classici uccelli marini come gabbiani e cormorani, in alcuni punti “segreti” è possibile avvistare specie meno conosciute, tra cui il falco pellegrino o piccoli rapaci che nidificano tra le rocce.

Ma non è solo sopra l’acqua: nelle zone più isolate della macchia mediterranea si possono incontrare lucertole, insetti rari e persino tracce di piccoli mammiferi che riescono a sfuggire agli occhi dei più.

Tour in barca intorno all’isola

Fare un tour in barca intorno a Spargi è un’esperienza che va ben oltre la semplice escursione turistica, in quanto permette di  immergersi totalmente nella natura incontaminata del Mediterraneo. Gli skipper esperti spesso conducono lontano dalle rotte più battute, magari verso piccole spiagge raggiungibili solo dal mare o in direzione di anfratti nascosti in cui fare snorkeling senza folla.

Le 5 spiagge più belle di Spargi

Non mancano di certo le spiagge in questa preziosa isola della Sardegna e, anzi, sono piccoli angoli di paradiso attraverso cui la natura si mostra in tutta la sua autenticità. Tra calette appartate, sabbie bianchissime e acque che sfumano in mille tonalità di blu, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

1. Cala Corsara

Il nostro viaggio tra le spiagge più belle di Spargi non può che iniziare da Cala Corsara, probabilmente la più famosa per la sua bellezza mozzafiato: acque turchesi che variano dal verde smeraldo al blu intenso, sabbia finissima e candida, e un contesto naturale praticamente intatto.

È però importante sapere che l’accesso è regolamentato per preservare questo ecosistema fragile, e per questo il numero di visitatori giornalieri è limitato. In più, Cala Corsara non ha strutture turistiche (niente bar, ombrelloni o servizi) quindi è fondamentale portarsi tutto il necessario. Questa meraviglia si trova sulla costa sud-occidentale dell’isola ed è raggiungibile solo via mare.

Cala Corsara, Spargi

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La bellissima Cala Corsara

2. Cala Bonifazzinca

Decisamente interessante è anche Cala Bonifazzinca, perla nascosta sulla costa orientale dell’isola di Spargi, lontana dai sentieri più battuti e il top per chi cerca tranquillità. Non è così famosa come Cala Corsara, ma chi la scopre se ne innamora per la sua atmosfera intima e la bellezza selvaggia.

Anch’essa raggiungibile principalmente via mare, per viverla al meglio è bene prenotare in anticipo l’escursione o il noleggio barca.

3. Cala Granara

C’è poi Cala Granara, un angolo meno conosciuto ma altrettanto affascinante di Spargi, situato sulla costa settentrionale dell’isola. Qui la natura si mostra in tutta la sua purezza, con scogliere di granito rosa che si tuffano in un mare cristallino dai riflessi turchesi.

Per chi vuole un’esperienza più autentica, il consiglio è di parlare con i pescatori del posto, che spesso conoscono scorci nascosti e i momenti migliori per visitare senza fretta.

4. Cala Spalmatore

Non poteva di certo mancare la straordinaria Cala Spalmatore, la spiaggia principale di Spargi, un vero punto di riferimento per chi visita l’isola. Situata sulla costa orientale, questa baia offre un mix perfetto di bellezza naturale e comodità: sabbia finissima, acque cristalline e un’ampia insenatura che la protegge dal vento.

La maggior parte delle persone arriva via mare, ma è anche raggiungibile con un breve sentiero a piedi da alcuni punti dell’isola. Gli abitanti del posto la conoscono come il “cuore pulsante” di Spargi, dove si trovano anche piccoli chioschi e servizi durante l’estate (cosa rara per un’isola così selvaggia).

Chi ama lo snorkeling qui trova fondali ricchi di flora e fauna, mentre gli appassionati di kayak possono esplorare le insenature vicine.

5. Cala Soraya

Infine Cala Soraya (o Soraja), piccola gemma che prende vita sulla costa settentrionale di Spargi, meno conosciuta e frequentata rispetto alle spiagge principali. Si tratta di un angolo di paradiso ideale per chi cerca tranquillità e un contatto più intimo con la natura, ma per raggiungerla bisogna armarsi di pazienza perché non esistono collegamenti diretti in barca. In più, l’accesso avviene tramite un sentiero non sempre segnato che parte da Cala Spalmatore o da altre parti dell’isola.

Le acque trasparenti e i fondali ricchi la rendono un sogno a occhi aperti anche per lo snorkeling, ma qui niente chioschi o strutture: tutto è lasciato al naturale, e chi decide di fermarsi deve portarsi tutto il necessario.

Come visitare l’Isola di Spargi

Dalle premesse fatte risulta piuttosto evidente che visitare Spargi è un’esperienza che richiede un po’ di organizzazione, ma che ripaga con paesaggi spettacolari e un’atmosfera di pace rara. L’isola non ha strutture turistiche vere e proprie, ma solo qualche piccolo alloggio e case private che si affittano principalmente d’estate. Quindi, chi sogna una vacanza “full comfort” dovrà ripiegare su base a Palau o a La Maddalena e raggiungere Spargi con una gita in barca.

In alta stagione, molte compagnie locali offrono escursioni giornaliere con prezzi che si aggirano intorno ai 30-50 euro a persona, a seconda del tipo di tour e della durata. In alternativa si può noleggiare una barca privata. È fondamentale ricordarsi che Spargi è un’isola protetta, quindi è obbligatorio seguire sempre le regole: niente fuochi, niente rifiuti lasciati in giro, ed evitare di disturbare la flora e la fauna locali.

In sostanza Spargi non è un posto per chi cerca comodità, ma è una sorta di desiderio che si avvera per chi vuole fare una vacanza a contatto con la Sardegna più autentica e selvaggia.

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Questa spiaggia italiana è uno dei segreti meglio custoditi del Mediterraneo

Anche nel 2025, l’Italia continua a rappresentare una meta di viaggio irresistibile. C’è chi ama visitare le località più famose, come la Costiera Amalfitana o le Cinque Terre, e chi invece preferisce scoprire le spiagge meno conosciute. Queste, molto spesso si trovano in zone remote o in piccole comunità insulari, lontane dal turismo di massa.

Il loro isolamento naturale, tra le insenature più tranquille della Sardegna e le coste appartate della penisola, mantiene basso il numero di visitatori e preserva l’essenza del luogo. Qui il tempo sembra rallentare: si può assaporare pesce freschissimo in trattorie a conduzione familiare, percorrere antichi sentieri costieri, fare snorkeling in acque cristalline o esplorare grotte marine senza la folla delle località più blasonate.

Per individuare queste destinazioni, FerryHopper ha condotto uno studio sui tesori costieri meno conosciuti del Mediterraneo utilizzando TripAdvisor come fonte primaria. La ricerca ha applicato due filtri simultanei (“hidden gems” e “beaches”) per ogni Paese analizzato. Di ogni spiaggia selezionata sono stati raccolti tre dati chiave: nome, valutazione e numero di recensioni. L’analisi, basata su un sistema di ranking percentuale, ha incluso solo le spiagge con meno di 200 recensioni.

Questa la classifica delle spiagge segrete del Mediterraneo!

Spiaggia Sv. Ivan, Croazia

Al decimo posto troviamo la spiaggia di Sv. Ivan (San Giovanni in italiano) in Croazia. Situata ai piedi di Lubenice, un borgo arroccato su uno sperone roccioso da cui si può ammirare la spiaggia sottostante, è considerata una delle spiagge più belle sull’isola di Cres. Eppure, è anche una gemma ben custodita dove respirare un’atmosfera solitaria e incontaminata, lontano dalla folla.

Il motivo, probabilmente, è da ricercare nell’impegno che i viaggiatori devo metterci per raggiungerla: l’unico modo per arrivarci è percorrendo a piedi un sentiero scosceso che parte dal paese di Lubenice, oppure arrivarci via mare, in autonomia o con un’escursione organizzata.

Spiaggia di Erimoupolis, Grecia

Al nono posto troviamo la spiaggia di Erimoupolis, situata nel nord-est di Creta, a breve distanza dalla spiaggia di Vai, famosa per il suo palmeto. È una spiaggia unica per diversi motivi: non solo perché rappresenta una vera e propria oasi di pace e tranquillità, lontano dalle folle, ma anche per il suo fascino storico. I suoi fondali marini, infatti, custodiscono i resti sommersi dell’antica città di Itanos.

Nonostante la sua bellezza e la sua importanza storica, però, Erimoupolis rimane una destinazione poco battuta, l’ideale per chi cerca un’esperienza balneare autentica e ricca di fascino.

Spiaggia di Erimoupolis

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La spiaggia di Erimoupolis

Cala Napoletana, Italia

All’ottavo posto troviamo la prima italiana, precisamente in Sardegna. Stiamo parlando di Cala Napoletana, dove l’acqua è talmente limpida e trasparente che le barche sembrano sospese nel vuoto. Ad arricchire il tutto ci pensa un paesaggio da cartolina caratterizzato da una sabbia bianca e finissima, da rocce di granito levigate dal vento e da una rigogliosa macchia mediterranea che incornicia la piccola baia. L’arenile è diviso in tre calette, separate da massi di granito, offrendo angoli perfetti per trovare la propria tranquillità.

Situata nell’arcipelago de La Maddalena, Cala Napoletana è anche un vero paradiso per gli amanti dello snorkeling. Se invece preferisci rilassarti, le ore centrali della giornata sono le migliori, quando il sole esalta i colori naturali della spiaggia, creando giochi di luce indimenticabili.

Naracu Nieddu, Italia

Per il settimo posto restiamo in Sardegna, ma questa volta andiamo nella zona dell’Aglientu. Qui si trova la spiaggia di Naracu Nieddu, lunga un chilometro e contraddistinta da sabbia dorata e soffice, interrotta solo da qualche roccia affiorante, creando un paesaggio di rara bellezza. Il mare vanta un verde smeraldo incredibilmente limpido e un fondale basso e sabbioso che digrada dolcemente, perfetto per i bambini e per chi desidera fare un bagno in totale sicurezza.

L’accesso a questo angolo di paradiso è altrettanto suggestivo: si attraversa una rigogliosa pineta che regala ombra e frescura, immergendovi in una natura incontaminata prima di raggiungere la spiaggia.

Spiaggia di Faneromeni, Grecia

La Sardegna e la Grecia si giocano queste posizioni, perché al sesto posto troviamo la spiaggia di Faneromeni. Situata sull’isola di Antiparos, rappresenta un angolo di paradiso lontano dalle folle. Il suo fascino risiede proprio nella sua natura selvaggia e nella difficoltà di accesso. Per raggiungerla potete scegliere tra due percorsi: un’emozionante navigazione in barca o, per i più avventurosi, percorrere una strada sterrata che si snoda attraverso la tipica macchia mediterranea.

La spiaggia, protetta dai venti, è l’ideale per nuotare in tranquillità e per godersi il mare in una cornice da sogno. Non aspettatevi stabilimenti balneari o servizi: qui la natura è la vera protagonista!

Spiaggia di Glyka Nera, Grecia

Anche al quinto posto troviamo una spiaggia greca, questa volta quella di Glyka Nera a Creta. Situata sulla costa meridionale dell’isola, vicino a Chora Sfakion, è considerata una delle spiagge più affascinanti e meno accessibili. Il suo nome, che significa letteralmente “acqua dolce”, deriva dalle sorgenti naturali che sgorgano direttamente dalla spiaggia e dal mare, creando un’esperienza unica e rinfrescante.

La bellezza di Glyka Nera è davvero scenografica, specialmente se vista dall’alto dei sentieri. Le acque hanno un colore blu intenso e una trasparenza cristallina, mentre le imponenti scogliere delle montagne si ergono a centinaia di metri alle spalle della spiaggia.

Spiaggia di Mare Deus, Grecia

Per il quarto posto restiamo in Grecia, ma salpiamo sull’isola di Samos dove troviamo la spiaggia di Mare Deus. Questo rappresenta il luogo ideale per una sosta rigenerante, soprattutto se state tornando dalla visita al Tempio di Hera e desiderate un momento di puro relax. Con le sue acque turchesi e cristalline, la spiaggia di Mare Deus offre un mix di sabbia e piccoli ciottoli ed è attrezzata con tutti i comfort per garantirvi una giornata serena e piacevole.

Spiaggia di Fteri, Grecia

Arriviamo alle posizioni sul podio, dove al terzo posto troviamo la spiaggia di Fteri. Ciò che colpisce maggiormente di questa spiaggia, oltre naturalmente alla sua bellezza, è l’incredibile pace che regna qui. Formata da ciottoli bianchissimi, la spiaggia, pur estesa, accoglie pochissimi turisti: generalmente non più di una decina di persone. A rendere il luogo ancora più straordinario è il mare: l’acqua cristallina mostra una gamma di colori che spaziano dal trasparente all’azzurro, dal verde al celeste fino al blu intenso.

Alle spalle della spiaggia, una fitta vegetazione crea un contrasto spettacolare tra il verde intenso degli alberi e il bianco quasi accecante della sabbia, esaltando ulteriormente un paesaggio già di per sé mozzafiato.

Spiaggia di Talmone, Italia

Al secondo posto c’è la spiaggia di Talmone, un piccolo gioiello di calette rocciose che affascinano con le loro pietre granitiche di un delicato grigio chiaro, simbolo distintivo di questa parte dell’isola. Le acque di Talmone sfoggiano colori straordinari, dal verde smeraldo all’azzurro intenso, invitando i visitatori non solo a rinfrescarsi con un tuffo, ma anche a esplorarne i fondali, ricchi di vita marina. Nei dintorni si trova inoltre la Batteria Militare Talmone, Bene del FAI di grande valore storico, testimone delle vicende legate all’Unità d’Italia e alle guerre mondiali.

Cala Corsara, Italia

Al primo posto troviamo un’altra perla della Sardegna: Cala Corsara. Si narra che fosse un antico covo di pirati, da cui deriva il suo nome. E potremmo dire: che rifugio! Chiunque se ne innamora al primo sguardo: è un luogo dove la natura selvaggia e il contrasto cromatico tra il verde intenso della vegetazione che si arrampica sulle rocce granitiche e le infinite sfumature del mare, dal turchese allo smeraldo, dall’azzurro al blu profondo, lasciano senza fiato. Cala Corsara è una piccola baia paradisiaca situata sulla costa meridionale dell’isola di Spargi, una delle perle più brillanti del Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena.

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Cala Tuent, dove il mare si fonde con la natura selvaggia

Cala Tuent non è solo una spiaggia, è un punto d’incontro tra due elementi potenti: il mare e la natura selvaggia che la circonda. Da queste parti, infatti, il Mediterraneo si apre davanti a una vegetazione dura e autentica, senza filtri né artifici. Non è per tutti, ma quel che possiamo affermare con certezza è che chi la incontra non la dimentica.

Dove si trova e come arrivare a Cala Tuent

La meravigliosa Cala Tuent prende vita sulla costa nord-occidentale di Maiorca, lontana dalle zone più turistiche e affollate della zona. Siamo quindi in Spagna, e più precisamente sull’isola più grande dell’arcipelago delle Baleari. Per arrivarci serve un po’ di pazienza, perché non si può raggiungere in auto direttamente, quindi l’ultimo tratto va percorso a piedi o in bici.

La camminata è lunga ma vale la pena, perché durante il percorso si ha l’occasione di immergersi in un paesaggio completamente inaspettato, in grado quindi di sorprendere a ogni passo. Se si arriva in auto, è possibile parcheggiare nel piccolo villaggio vicino e poi seguire il sentiero che scende verso la cala. In alternativa, d’estate ci sono alcune barche che partono da porti vicini, ma il modo migliore resta arrivarci con calma, senza alcun tipo di fretta.

Le caratteristiche delle spiaggia

Dalle premesse fatte, non è difficile capire subito che Cala Tuent non è una spiaggia qualunque. La baia è protetta da una catena montuosa chiamata Serra de Tramuntana, che qui si tuffa nel mare creando un panorama che cambia a ogni ora del giorno. La spiaggia è fatta di ciottoli grandi e lisci, non sabbia fine: è una cosa che sorprende molti, ma i locali ci tengono a spiegare che quei ciottoli sono frutto dell’erosione lenta delle montagne vicine, spinti dal vento e dal mare per migliaia di anni.

L’acqua è limpida come in poche altre parti dell’isola, ma nonostante questo bisogna prestare attenzione perché il fondale scende subito, quindi non è il posto giusto per chi cerca acque basse e tranquille per ore. È più un paradiso per chi ama nuotare e per chi porta maschera e pinne, perché sotto la superficie si nasconde una ricchezza di vita marina rara, favorita anche dall’assenza di barche a motore che spesso disturbano altrove.

Decisamente irresistibile è pure il profumo che accompagna tutta la cala, quello di macchia mediterranea con il rosmarino e il mirto, che si mescola all’aria salmastra regalando un’aria fresca e pungente che resta impressa. La sera, quando cala il sole, a scendere è anche il vento e tutto si fa silenzioso: lì si capisce in maniera più profonda quanto Cala Tuent sia lontana dal turismo di massa, un posto dove il tempo sembra fermarsi.

La cala, infatti, attira soprattutto chi desidera un’esperienza più autentica e tranquilla, e il fatto che si raggiunga solo tramite una strada di montagna stretta e tortuosa e che sia di ciottoli (non sabbia finissima), scoraggia le folle di turisti.

D’estate, soprattutto nelle ore di punta, qualche gruppo arriva, ma niente a che vedere con i posti più popolari e affollati dell’isola.

Cosa fare a Cala Tuent

A Cala Tuent si viene certamente per stendersi al sole, ma non è di certo questa l’unica cosa che si può fare. Ovviamente, tra le attività più amate c’è il nuoto in un mare azzurro come pochi, dove i ciottoli trasparenti lasciano intravedere piccoli pesci e, con un po’ di fortuna, qualche timido polpo che si nasconde tra le rocce. Lo snorkeling è un must, soprattutto verso i bordi della cala, dove il fondale roccioso regala incontri sorprendenti con la fauna marina.

Chi vuole muoversi può esplorare i sentieri che partono proprio dalla spiaggia e si arrampicano sui monti circostanti, magari arrivando fino al vicino villaggio di Escorca o alle sorgenti d’acqua dolce che rinfrescano dopo la fatica. I dintorni di Cala Tuent sono anche un piccolo paradiso per gli appassionati di arrampicata. Le pareti calcaree intorno sono perfette per affrontare vie di varie difficoltà.

Infine, non si può lasciare Cala Tuent senza aver assaggiato qualche prodotto locale. A pochi chilometri, è possibile incontrare un contadino che ancora coltiva arance e olive in modo tradizionale, e non è raro trovare piccoli mercati rionali o famiglie del posto che vendono il loro olio e il miele, fragrante e genuino, così da portarsi a casa un pezzo di questa terra autentica.

Cala Tuent, Spagna

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La selvaggia natura di Cala Tuent

Informazioni utili

Chi sceglie Maiorca come meta di viaggio deve assolutamente inserire Cala Tuent nel proprio itinerario, ma non prima di aver letto le seguenti info utili. In zona non ci sono grandi strutture né chioschi, quindi il primo consiglio è di arrivare preparati con acqua a sufficienza, cibo e tutto il necessario per stare comodi. L’acqua potabile nel territorio è scarsa, e trovare un bar o un ristorante è praticamente impossibile.

Non ci sono costi d’ingresso né parcheggi a pagamento, ma la strada per arrivarci è stretta e spesso si riempie velocemente nei weekend estivi.

La cala, inoltre, è una zona protetta, quindi è fondamentale rispettare l’ambiente. Non lasciare rifiuti, non raccogliere piante o sassi e cercare di non fare troppo rumore: qui la natura regna e vuole restare intatta. Se si desidera fare snorkeling o immersioni, è necessario evitare di toccare le rocce o i coralli per non danneggiarli.

Un’altra cosa importante: il mare può essere calmo, ma in alcune giornate il vento cambia rapidamente, quindi è consigliato tenere d’occhio le condizioni meteo e organizzare la visita in modo da poter tornare senza problemi.

Infine, non perdete il tramonto: è un’esperienza davvero speciale, ma bisogna assolutamente ricordarsi di portare una torcia per il ritorno.

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Il lago della Sicilia dove sembra di stare su Marte

Non tutti sanno che l’isola di Pantelleria è una vera e propria spa a cielo aperto. La Perla Nera del Mediterraneo, così chiamata per via delle sue origini vulcaniche, è una perfetta destinazione termale. Le terme di Pantelleria sono libere e ce ne sono diverse, tra queste c’è il Bagno dell’Acqua, un laghetto di origine vulcanica anche chiamato Lago di Venere o Specchio di Venere dove un team di ricercatori italiani ha identificato un ambiente naturale con analogie geologiche con il pianeta Marte dove si potrebbero simulare le condizioni della Terra primordiale per scopi scientifici.

Lo Specchio di Venere

Il Lago di Venere o Specchio di Venere è un bacino di origine vulcanica che si trova nella zona Nord di Pantelleria, all’interno del Parco nazionale dell’Isola di Pantelleria. I colori dell’acqua sono incredibili e restituiscono allo sguardo una miriade di sfumature di azzurro che regalano un bellissimo contrasto con la sabbia bianchissima e il verde della macchia mediterranea. Si dice che in questo lago la dea Venere si specchiasse prima di vedere il dio Bacco.

Questo suggestivo laghetto è alimentato da tre sorgenti termali di acqua calda tra i 35 e i 58 gradi, oltre che dalle piogge. Un altro aspetto interessante è che su una sua riva, precisamente quella più a Sud e di origine alluvionale, vi sono fanghi termali e minerali nella cui composizione sono stato individuati sodio, potassio e zolfo. Si dice che abbia alcune proprietà terapeutiche, in particolare nel trattamento di psoriasi e reumatismi.

Il Lago di Venere come Marte: la scoperta

Come anticipato, nell’isola siciliana, un team di ricercatori italiani ha identificato un ambiente naturale con analogie geologiche con Marte. Questo ambiente potrebbe dunque simulare anche le condizioni della Terra primordiale. Lo studio, pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, è frutto della collaborazione nientemeno che tra il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e le Università della Tuscia e la Sapienza di Roma, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Ricordano Le Scienze che, proprio come scriveva Charles Darwin in una lettera del 1871 al suo amico Joseph Dalton Hooker, la vita potrebbe essere nata in ‘un piccolo stagno caldo’. E oggi, a oltre 150 anni di distanza, quell’ipotesi trova qualche conferma grazie allo studio che il team di esperti ha effettuato sull’isola di Pantelleria, e proprio nelle acque del piccolo lago termale Bagno dell’Acqua o Lago di Venere.

Questo luogo si è rivelato un laboratorio naturale ideale per simulare ambienti simili a quelli che potrebbero essere esistiti miliardi di anni fa sia sulla Terra ma anche su Marte, offrendo maggiori informazioni sui meccanismi universali dell’origine della vita.

“Il lago Bagno dell’Acqua si distingue per la combinazione unica di alta alcalinità, attività idrotermale, diversità mineralogica e attività microbica”, ha spiegato Giovanna Costanzo, biologa molecolare del Cnr, riporta Adnkronos. Utilizzando l’acqua del lago, gli scienziati sono riusciti a sintetizzare molecole di RNA (RiboNucleic Acid, acido ribonucleico, una delle due molecole fondamentali per la vita) a partire da precursori noti.

Questa ricerca ha confermato la possibilità di condurre esperimenti di astrobiologia in un ambiente esterno al laboratorio, sfruttando le proprietà chimiche e fisiche del lago che rispecchiano le condizioni di aree marziane come il cratere Jezero. I risultati ottenuti dal team italiano sono di grande portata. Non solo è stato sintetizzato l’RNA, ma anche tutte le basi azotate presenti sia nel DNA (DeoxyriboNucleic Acid) sia nell’RNA.

Inoltre, come specificato dal chimico organico Raffaele Saladino, “sono stati ottenuti anche componenti del PNA (Acido Peptidico Nucleico), un potenziale precursore degli attuali acidi nucleici”. Questi risultati suggeriscono che l’origine della vita potrebbe aver seguito un percorso chimico comune sia sulla Terra primitiva sia su Marte.

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Le spiagge bianche della Spagna: un viaggio tra penisola iberica e isole, alla ricerca della bellezza

La Spagna vanta circa ottomila chilometri di costa, tra isole e territorio della penisola iberica. Grazie a questo, alle sue bellezze e a un clima ricercato da molti, in ogni stagione dell’anno, le spiagge spagnole sono tra le destinazioni più ambite per chi cerca mare cristallino, cultura e bellezze naturali con le quali lustrarsi gli occhi Ma se c’è una cosa che sorprende anche i viaggiatori più esperti, è la varietà delle sue spiagge. Tra distese dorate e scogliere selvagge, si nascondono alcune gemme davvero rare: spiagge di sabbia bianca, che nulla hanno da invidiare a quelle che si possono incontrare in viaggio ai Caraibi. Dalla costa del Mediterraneo all’Atlantico, passando per le isole Baleari e Canarie, ecco un viaggio tra le migliori spiagge bianche della Spagna, con tanto di informazioni pratiche per raggiungerle e godersi al meglio l’esperienza di mare da quelle parti.

Playa de Ses Illetes – Formentera, Baleari

Tra le spiagge più iconiche del Mediterraneo c’è Ses Illetes, considerata un vero e proprio fiore all’occhiello di Formentera. Questa spiaggia di sabbia biancha è un vero paradiso terrestre, grazie anche alle sue acque trasparenti che sfumano dal turchese al blu intenso. Situata nella parte settentrionale dell’isola, all’interno del Parco Naturale di Ses Salines, questa spiaggia è lunga e sottile, con piccole insenature su entrambi i lati che ricordano luoghi molto più lontani e bagnati da oceani caldi.

La si raggiungere seguendo un percorso un po’ articolato ma pronto a ripagarti della fatica, grazie al panorama e al “premio” che ti attenderà al tuo arrivo. Una volta a Formentera, la cosa migliore è noleggiare uno scooter o una bici e raggiungere così l’ingresso del parco che custodisce questa spiaggia bianca. L’accesso in auto, infatti, è regolato e prevede un pedaggio giornaliero, specialmente in alta stagione.

Ses Illetes presenta alcuni stabilimenti balneari molto esclusivi e ristoranti di pesce affacciati direttamente sul mare, ideali per chi cerca un’esperienza elegante ma a contatto con la natura. In estate è molto frequentata, quindi meglio arrivare la mattina presto. In alternativa, per chi viaggia fuori stagione, settembre è un momento ideale per godersi tutto il bello che Ses Illetes abbia da offrire.

Spiagge bianche della Spagna: Playa de Rodas

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La Playa de Rodas, in Galizia

Playa de Rodas – Isole Cíes, Galizia

Un giornale inglese – The Guardian – l’ha definita “la spiaggia più bella del mondo“. A te decidere se sia, o meno, veramente così. Stiamo parlando della Playa de Rodas, luogo che si trova nel cuore dell’arcipelago delle Cíes, parte del Parco Nazionale delle Isole Atlantiche della Galizia.

Ci troviamo nel nord della Spagna, in una regione affacciata sull’Oceano Atlantico: non si tratta di un posto dove la balneazione è sempre possibile ma si puà sempre tentare. Questa spiaggia, però, riempie il cuore anche con una semplice passeggiata. È lunga circa un chilometro e unisce due isole dell’arcipelago con una striscia di sabbia bianchissima che si affaccia su un tratto oceanico che, data la poca profondità, si mostra di un colore verde smeraldo. Il contesto naturale è completamente protetto: nessuna costruzione, nessun rumore, solo vento, onde e gabbiani.

L’accesso è limitato a poco più di duemila visitatori al giorno, con prenotazione obbligatoria per potervi accedere. Il punto di partenza principale è Vigo, da cui si sale sui traghetti stagionali (aprile-ottobre), ma ci sono collegamenti anche da Baiona e Cangas. Per salire a bordo, bisogna prima ottenere un permesso gratuito sul sito ufficiale del parco, da esibire al momento dell’imbarco.

Non ci sono hotel né resort sull’isola, ma è possibile campeggiare in un’area attrezzata, previa prenotazione. I servizi sono essenziali: bagni pubblici, un piccolo chiringuito e sentieri naturalistici.

Spiagge Bianche della Spagna: Peñarronda, Asturie

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La Playa de Peñarronda

Playa de Peñarronda -Asturie

La Playa de Peñarronda, situata al confine tra i comuni di Castropol e Tapia de Casariego nelle Asturie, a nord della Spagna, è un gioiello naturale poco conosciuto al grande turismo di massa. Con circa seicento metri di sabbia fine e chiara, questa spiaggia si estende tra i promontori di La Robaleira e Punta del Corno ed è attraversata al centro dal torrente Penarronda (o fiume Dola) che contribuisce a renderla un luogo di notevole interesse naturalistico. È un luogo dove si va al mare? A volte, ma conquista per la sua bellezza.

Infatti, Peñarronda è un vero monumento naturale, inserito negli elenchi delle aree protette spagnole.  È l’unico luogo della costa asturiana dove crescono spontaneamente alcune piante rare e in via d’estinzione e dove nidificano moltissime specie diverse.

Chi, in viaggio, ama dedicarsi ad attività outdoor, troverà in questa spiaggia un luogo ideale per praticare surf, windsurf e SUP.  Occorre, però, fare attenzioni alle correnti. In loco sono presenti dei bagnini, soprattutto in alta stagione. Il periodo di maggior affluenza è, ovviamente, la bella stagione ma, in ogni caso, Peñarronda resta un vero e proprio gioiello atlantico del nord della Spagna.

Spiagge bianche della Spagna: Playa Bolonia

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Veduta area di Playa Bolonia in Andalusia

Playa de Bolonia – Tarifa, Andalusia

Il tuo viaggio in Spagna ti porta a sud? Nascosta tra le coste battute dal vento della provincia di Cadice troverai la Playa de Bolonia: una delle spiagge più autentiche e spettacolari dell’Andalusia. Circondata da una maestosa duna di sabbia bianca alta oltre 30 metri, questa spiaggia selvaggia si estende per quasi quattro chilometri lungo la costa atlantica. Alle sue spalle si trovano le rovine di Baelo Claudia, un’antica città romana che si affacciava sul mare.

Bolonia è facilmente raggiungibile in auto da Tarifa, in circa mezz’ora. Se, invece, il tuo viaggio in Andalusia ti porta più vicino a Cadice, arriverai in poco meno di due ore. I collegamenti pubblici sono limitati, per cui è meglio noleggiare un’auto per godere della massima libertà e di maggiore comodità di spostamento. L’ingresso alla spiaggia è gratuito, così come la visita al sito archeologico di Baelo Claudia, una meraviglia di duemila anni fa che si trova proprio vicino alla spiaggia.

La Spiaggia di Bolonia è una delle spiagge bianche da poter vedere in viaggio in Spagna. Va detto che, per quanto placida possa sembrare la spiaggia, altrettanto è mossa ed energica l’acqua del mare. Fai attenzione.

Spiagge bianche della Spagna: Cabo de Gata e Playa de los Genoveses

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La bellezza delle spiagge attorno al Cabo de Gata

Playa de los Genoveses – Cabo de Gata, Almería

Nella cornice vulcanica del Parco Naturale di Cabo de Gata, nella provincia Almería, sempre nel sud della Spagna, troverai la Playa de los Genoveses: piccolo gioiello di sabbia chiara circondato da colline brulle e vegetazione mediterranea. La sua bellezza sta proprio nella semplicità: niente bar, niente hotel, niente musica. Solo mare limpido e natura intatta.

Questo luogo si raggiunge viaggiando da San José, in circa 10-15 minuti di auto, ma durante i mesi estivi l’accesso alle auto è limitato per motivi ambientali, per preservare la natura della zona. In alta stagione, però, è attivo un servizio navetta, mentre chi arriva in bici o a piedi può transitare senza problemi. Non ci sono servizi in spiaggia, quindi è fondamentale portare con sé acqua, cibo e tutto ciò di cui si può avere bisogno per una giornata al mare.

Playa de los Genoveses è ideale per chi cerca un’atmosfera rilassata e paesaggi da cartolina. Le sue dune basse e la sabbia quasi bianca la rendono perfetta anche per le famiglie con bambini. È una delle poche spiagge del Mediterraneo a mantenere un’anima davvero selvaggia.

Spiagge bianche da vedere in Spagna: Papagayo, Lanzarote

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La Playa Papagayo a Lanzarote

Playa de Papagayo – Lanzarote, Canarie

Benché distanti dalla penisola iberica, le Canarie sono sempre parte del territorio politico della Spagna e vale la pena citare un paio di luoghi degni di nota e, soprattutto, perfetti per chi è il cerca di spiagge bianche.

Nel sud di Lanzarote, all’interno del Parco Naturale di Los Ajaches, si trova una delle spiagge più spettacolari delle Canarie: Playa de Papagayo. Racchiusa tra pareti di roccia vulcanica e aperta su un’insenatura tranquilla, questa baia è famosa per la sua sabbia chiarissima e l’acqua incredibilmente limpida.

Raggiungerla è facile: l’accesso alle auto è garantito fino alle prossimità della spiaggia,  percorrendo una strada sterrata che termina in un parcheggio all’ingresso del parco. L’accesso prevede un piccolo pedaggio (circa 3 euro). In alternativa, è possibile arrivare a piedi o in bicicletta seguendo sentieri costieri panoramici.

Nonostante sia una spiaggia piuttosto isolata, è molto conosciuta e, in loco, è presente un piccolo ristorante con terrazza vista mare. Papagayo è una meta molto frequentata anche dai locali, soprattutto nei fine settimana; quindi, conviene arrivare al mattino o durante la settimana per godersi in pieno la sua bellezza assoluta.

Spiagge bianche da vedere in Spagna: La Graciosa, Canarie

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La spiagge de La Graciosa

Playa de Las Conchas – La Graciosa, Canarie

Poco conosciuta al grande pubblico, La Graciosa è un’isola minuscola e incontaminata a nord di Lanzarote, parte dell’arcipelago Chinijo e dell’area marina protetta più grande d’Europa. Fino a qualche anno fa, veniva considerata parte integrante di Lanzarote ma, attualmente, si è iniziato a essere più propensi a pensare a questo luogo come un’ulteriore isola delle Canarie. La Graciosa è priva di strade asfaltate: auto private e turismo di massa ed è proprio questo a renderla un piccolo paradiso per chi cerca tranquillità e bellezza pura.

Tra le sue spiagge, Playa de Las Conchas è senza dubbio la più spettacolare: una mezzaluna perfetta di sabbia bianca finissima affacciata sull’Atlantico e con vista sulle isole deserte di Montaña Clara e Alegranza. Si raggiunge con un traghetto di circa 25 minuti dal porto di Órzola, a nord di Lanzarote. Una volta arrivati nel piccolo villaggio di Caleta de Sebo, l’unico centro abitato dell’isola, ci si può muovere a piedi, in bici o in jeep-taxi (con guida locale). Playa de Las Conchas si trova sul versante nord-occidentale dell’isola, a circa 5 km dal porto. La camminata è accessibile e attraversa un paesaggio vulcanico più unico che raro.

Non ci sono servizi sulla spiaggia, né bar né punti d’ombra; quindi, è essenziale portare con sé acqua, cibo, protezione solare e magari un ombrellone. Il mare, seppur bellissimo, può essere mosso e non sempre adatto alla balneazione. Foto bellissime, però, sono assicurate.

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Faro di Punta Palascìa, il punto più a Oriente d’Italia

Isolato su una scogliera battuta dal vento e abbracciata dal mare, si trova un antico guardiano di pietra che scruta l’orizzonte da oltre un secolo, vegliando silenzioso sul punto più a Oriente d’Italia. È il Faro di Punta Palascìa, molto più che un semplice faro: negli anni, infatti, è diventato un vero e proprio simbolo della Puglia, incarnando il legame profondo tra la terra e il mare, tra l’uomo e la natura.

Da guida per i marinai, nel corso dei suoi 150 anni di storia è diventato una destinazione per viaggiatori in cerca di emozioni e di albe indimenticabili, tra le prime a dare il buongiorno all’Italia. Inoltre, il Faro di Punta Palascìa è celebrato per il suo straordinario valore storico e culturale: è infatti uno dei cinque fari del Mar Mediterraneo tutelati dall’Unione Europea e ha il primato di essere stato il primo faro italiano trasformato in museo.

Dove si trova il Faro di Punta Palascìa

Nelle giornate terse, dal Faro di Punta Palascìa si può vedere anche l’Albania. Questo perché è situato a Capo d’Otranto, nel punto più a Oriente d’Italia, in Puglia, dove l’Adriatico incontra lo Ionio. L’ideale è arrivarci con la propria auto, parcheggiarla negli spazi appositi e proseguire a piedi lungo il sentiero tra uliveti e il profumo di salsedine.

La storia del Faro di Punta Palascìa

Per scoprire la storia del Faro di Punta Palascìa bisogna tornare indietro alla seconda metà dell’Ottocento: venne infatti costruito nel 1867 per volontà del Regno d’Italia. L’obiettivo? Migliorare la sicurezza della navigazione nel Canale d’Otranto, uno dei tratti di mare più delicati del Mediterraneo. Ed è proprio quello che fece, la sua luce guidò per anni marinai, mercanti e pescatori, mostrandogli la via attraverso nebbie, tempeste e notti senza luna.

Il faro conquista con la sua architettura, composta da una torre elegante e solida che si slancia verso il cielo con i suoi 32 metri di altezza, sopra un edificio a due piani. Un balcone circolare avvolge la sommità della torre, regalando a chi vi si affaccia una vista spettacolare sul mare e sulla costa frastagliata del Salento.

Nel corso del tempo, però, venne abbandonato fino agli anni Duemila, quando diversi lavori di restauro permisero la sua riapertura al pubblico. Oggi, continua a vegliare silenzioso sul mare, offrendo ai viaggiatori un belvedere privilegiato, soprattutto per chi viene a godersi il panorama all’alba.

Come visitare il Faro di Punta Palascìa

Attualmente, il faro è chiuso al pubblico per motivi di manutenzione. Quando aperto, al suo interno è possibile salire fino in cima tramite una scala a chiocciola composta da circa 150 scalini per raggiungere la lanterna, realizzata a Parigi nel 1884 dall’orologiaio Augustine-Henry Lepaute. La stessa che, per anni, ha indicato la rotta ai naviganti ricordando che, anche nei tratti di mare più solitari, esiste sempre un punto di riferimento da seguire.

È comunque possibile ammirarlo dall’esterno, tutti i giorni e a qualsiasi ora, gratuitamente.

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L’Isola di Mozia: dove il vento soffia storie antiche

Nel cuore del Mar Mediterraneo, sospeso tra cieli tersi e acque blu, c’è un piccolo lembo di terra dove il vento soffia storie antiche e il sole accarezza le pietre con la sua forza silenziosa. Siamo sull’Isola di Mozia, una piccola perla nascosta nello Stagnone di Marsala, lontana dalle rotte turistiche più inflazionate e che accoglie solo viaggiatori curiosi; attratti dai luoghi dove storia, natura e mistero si fondono in un cocktail dal sapore unico. Qui, su quest’isoletta sperduta, il tempo scorre più lento e ti invita a scorrere le pagine di un diario millenario, semplicemente passeggiando tra i suoi sentieri e scoprendo il fascino di ogni rovina, mosaico o frammento di memoria. In questa guida abbiamo raccolto tutte le informazioni che ti servono per godere appieno delle bellezze che l’Isola di Mozia ha da offrire.

Dove si trova l’Isola di Mozia

L’Isola di Mozia è un lembo di terra che si trova a pochissimi passi dalla costa occidentale della Sicilia, incastonata nel cuore della Riserva Naturale Orientata dello Stagnone di Marsala, in provincia di Trapani. Insieme all’Isola Grande, Schola e Santa Maria, l’Isola di Mozia fa parte di un piccolo arcipelago che costituisce i capisaldi della laguna. Meravigliosa meta estiva è, tra le quattro, quella che custodisce la parte più importante della storia fenicia in Sicilia grazie alla vasta quantità di reperti archeologici che si celano nel suo entroterra.

Come raggiungere l’Isola di Mozia

Raggiungere l’Isola di Mozia è semplice ma il viaggio vale tanto quanto la meta finale. Si parte da Contrada Spagnola, una località a pochi chilometri da Marsala, lungo la costa che costeggia la Riserva dello Stagnone. Qui potrai salire su una piccola imbarcazione privata che, ogni giorno, offre un servizio di trasporto tra la terraferma e l’isola con una cadenza costante ogni trenta minuti. In totale ci vogliono circa 5-10 minuti di tragitto, attraversando le acque placide e basse della laguna e un paesaggio onirico punteggiato da saline, mulini a vento e una fauna presente ma silenziosa. Un consiglio: cerca di arrivare presto al mattino così da poter godere di una luce mozzafiato che accarezza l’isola ed evitare gli orari più affollati. Per arrivare al punto di partenza degli imbarchi hai diverse opzioni:

  • in auto: partendo da Trapani o Palermo, percorri la A29 fino all’uscita Birgi-Marsala e segui poi le indicazioni per la Riserva dello Stagnone o “Imbarcadero per Mozia”. Puoi parcheggiare facilmente nel parcheggio che si trova nei pressi del molo d’imbarco.
  • In treno: puoi raggiungere Marsala grazie ai collegamenti frequenti che partono da Trapani e Palermo. Da lì poi proseguire in taxi o con mezzi pubblici fino al molo.
  • In aereo: se vieni da lontano e devi prendere un volo, l’aeroporto più vicino è il Vincenzo Florio di Trapani-Birgi, a soli 10 minuti di auto dal punto d’imbarco. In alternativa, l’aeroporto di Palermo dista circa un’ora e un quarto in auto.

Cosa vedere e cosa fare in estate sull’Isola di Mozia

Rovine di epoca fenicia sull'Isola di Mozia, in Sicilia

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L’eco di una civiltà perduta si fa sentire all’Isola di Mozia, in Sicilia

Possono solamente quaranta ettari racchiudere millenni di storia? Sì, e l’Isola di Mozia ne è una prova. Un concentrato di meraviglie archeologiche adagiate silenziose su una tela fatta di suggestioni paesaggistiche e atmosfere sospese. Il motivo principale per visitare quest’isola – oltre alla sua bellezza che si manifesta principalmente in estate quando le giornate si fanno lunghe e la luce illumina di colori brillanti tutto lo scenario – è sicuramente il suo enorme interesse storico. Qui, infatti, sorgeva un insediamento fenicio risalente al XII secolo a.C i cui resti sono ancora visibili e i quali rendono l’Isola di Mozia in Sicilia un vero museo a cielo aperto. Di seguito troverai tutte le attrazioni da non perdere assolutamente per ripercorrere la storia di una città antichissima conosciuta all’epoca come Mothia.

La Porta Nord

Passeggiando per l’isola ti renderai presto conto di come sia interamente abbracciata per la lunghezza di circa 2,5 km dalle antiche mura fenicie. Queste arterie difensive saranno la primissima cosa che vedrai quando il traghetto su cui sei a bordo si avvicinerà alle coste dell’isola. Come la maggior parte delle città fortificate, per accedere a Mothia si dovevano attraversare delle grandi e maestosissime porte. In totale erano quattro ma oggi l’unica ancora conservata è senza dubbio la Porta Nord. La sua struttura imponente, fatta di blocchi di pietra calcarea squadrati e impilati l’uno sopra l’altro, era solo un assaggio di quello che si trovava poco oltre: una strada sommersa, visibile solo in alcune ore del giorno, che collegava l’isola e la terraferma. Oggi, percorrerla a piedi nudi con l’acqua alle caviglie è una delle esperienze più affascinanti che potrai fare sull’isola.

Santuario del Cappiddazzu

Tra le rovine degli edifici più interessanti dell’isola c’è sicuramente il Santuario del Cappiddazzu, un luogo sacro collocato a sud dell’isola. Avvolto da un fascino misterioso, il nome deriva da un’imponente statua acefala trovata nei dintorni e che probabilmente raffigurava una divinità o figura fenicia. Si ipotizza che il santuario fosse aperto al pubblico dove venivano svolte importanti funzioni religiose per celebrare le divinità e proteggere il raccolto. Tra il canto delle cicale, il rumore del mare in lontananza e il profumo di erbe aromatiche che aleggia nell’aria, la sacralità di questo luogo è ancora ben percepibile.

Tofet

Forse ancor più affascinante del Cappiddazzu, è il Tofet: un santuario all’aperto dove venivano svolti riti religiosi dedicati alle divinità Baal e Tanit e che, ancora oggi, fa discutere gli studiosi di questa antica civiltà. In questo santuario sono state rinvenute dagli archeologi numerosissime stele votive e urne cinerarie che hanno dato vita a un dibattito sulla possibilità che, in questo luogo, venissero svolti sacrifici cruenti o, più semplicemente, venisse solo utilizzato come cimitero infantile. Tanti dubbi e domande che contribuiscono ad aumentare l’alone di mistero attorno all’isola.

Necropoli

Restando sempre in tema riti funebri, non può mancare una visita alla Necropoli di Mozia, collocata sulla costa nord dell’isola. Le tombe venivano spesso scavate all’interno della roccia e risalgono a epoche diverse. Gli studiosi hanno rinvenuto sepolture individuali e collettive e numerosi oggetti facenti parte del corredo funerario tra cui ceramiche, armi e gioielli. Passo dopo passo, il silenzio circostante ti avvolgerà in un incanto mistico e ti sembrerà di camminare dentro una storia che non vuole essere dimenticata.

Casermetta

Ci spostiamo ora nella parte meridionale dell’isola, dove potrai ammirare la Casermetta dell’Isola di Mozia: un edificio di cui non si sa con certezza la funzione originale ma che si presume potesse essere una postazione militare o un punto di guardia. Oggi resta solo una piccolissima parte delle sue mura le quali raccontano una conformazione su due piani. Sebbene non sia rimasto molto da vedere, la sua posizione offre una vista mozzafiato sulla laguna, dove potrai ammirare l’orizzonte e immaginare come doveva essere la vita in epoca fenicia.

Casa dei Mosaici

Mosaici fenici sull'Isola di Mozia, in Sicilia

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Gli splendidi mosaici fenici a Mozia in Sicilia

Proseguiamo la nostra passeggiata attorno all’Isola di Mozia procedendo verso uno dei siti più raffinati di tutta l’isola: la Casa dei Mosaici. Una ricca residenza su due piani il cui più grande punto di forza sono i suoi pavimenti musivi in ciottoli  bianchi e neri, tra i più antichi della Sicilia. I disegni, ancora visibili, rappresentano animali selvatici e figure fitoformi, testimoniando una cultura estremamente sensibile alla natura, all’arte, all’armonia e al bello. Gli ambienti di questa residenza sfarzosa sono ancora visibili e permettono di intuire la disposizione delle stanze e la presenza di cortili interni. Una meraviglia che ti lascerà a bocca aperta!

Piscine Naturali e il Kothon

Abbandoniamo un attimo le bellezze storiche per concentrarci sulle bellezze naturali dell’isola. La presenza di piscine naturali è, senza dubbio, uno dei tratti più affascinanti dell’Isola di Mozia, formatesi grazie alle acque basse della laguna. Tra queste ce n’è una che risale ai tempi della civiltà fenicia: il Kothon. Una vasca rettangolare che in origine veniva interpretata come porto ma che, in seguito, venne riconosciuta come bacino sacro. Secondo gli studiosi, questa piscina sacra era collegata al tempio del Cappiddazzu e utilizzata per rituali religiosi legati all’acqua e alla fertilità. Oggi, la vasca è riempita naturalmente da acqua di mare e appare come uno specchio mistico immerso nella vegetazione.

Museo Whitaker

Tutta l’Isola di Mozia, in Sicilia, appartiene alla Fondazione Whitaker, in nome dell’archeologo inglese che dedicò tutta la sua vita allo studio di questo luogo. All’interno dell’isola si trova il cuore culturale della stessa: il Museo Giuseppe Whitaker, ospitato nella sua villa sull’isola e che conserva una grande quantità di reperti provenienti dagli scavi tra cui ceramiche, oggetti votivi, maschere, anfore e altri oggetti che testimoniano l’esistenza di una civiltà ormai perduta. Tra i reperti più significativi del museo c’è il celebre Giovinetto di Mozia: una statua greca del V secolo a.C., scoperta nel 1979, che testimonia i legami culturali e commerciali che questa civiltà seppe intrecciare con le altre del Mediterraneo. Mentre puoi visitare liberamente l’isola durante gli orari di apertura, per il Museo Whitaker devi acquistare i biglietti, ti consigliamo di visitare il sito ufficiale della Fondazione per restare aggiornato sui costi d’ingresso e gli orari di visita.

L’Isola di Mozia non è solo un puntino sulla mappa, ma un luogo vivo e fervido dove si era insediata un’antichissima civiltà che partiva con le navi cariche di merci e sogni e si spingeva oltre le Colonne d’Ercole. In questa guida abbiamo cercato di fornirti diversi motivi per visitarla, ma la verità è che ti basterà camminare tra i suoi resti per renderti davvero conto del grande impatto che ha sulla nostra memoria storica. Se stai visitando questo lato della Sicilia, non puoi esimerti dallo scoprire questa perla nel mare.