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Luci d’artista: quando le città si accendono di sogni e meraviglia

Quando l’arte incontra la luce, le città si trasformano. Ogni inverno Torino e Salerno diventano laboratori di creatività a cielo aperto grazie alle rispettive edizioni di Luci d’Artista, due manifestazioni che coniugano innovazione, identità e partecipazione.

Attraverso installazioni luminose, piazze e palazzi si accendono di significati nuovi: l’illuminazione non è più solo abbellimento, ma strumento di racconto, linguaggio poetico e motore di turismo culturale. La luce diventa così un modo per ripensare il rapporto tra spazio urbano, arte contemporanea e comunità, che offre al pubblico esperienze sensoriali che cambiano la percezione stessa della città.

Torino: Swarms e il museo diffuso della luce

A Torino, la ventottesima edizione di Luci d’Artista, inaugurata il 24 ottobre 2025 e curata da Antonio Grulli, segna un nuovo capitolo nella storia del progetto.
La grande novità di quest’anno è Swarms (Sciami) di Chiara Camoni, artista di rilievo internazionale e futura protagonista del Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia 2026.

La sua installazione, collocata al 43° piano del Grattacielo Piemonte, trasforma la sommità dell’edificio in un palcoscenico di sfere specchiate che si muovono e cambiano colore, evocando sciami luminosi che danzano “al ritmo di una musica che non si sente”.

L’opera, visibile da chilometri di distanza, fonde la rigidità dell’architettura moderna con la leggerezza della natura, creando un’immagine sospesa e poetica che ridisegna lo skyline torinese.

Accanto a Swarms, altre quattro nuove luci arricchiscono la collezione: il neon di Tracey Emin “Sex and Solitude” ai Giardini Reali bassi, il progetto “Mummer Love” dei Soundwalk Collective con Patti Smith e Philip Glass al cortile OGR, “Bouncing the Ball” di Riccardo Previdi in Piazza San Carlo e l’opera “Untitled” di Gintaras Didžiapetris al Museo Regionale di Scienze Naturali.

Insieme alle installazioni storiche di artisti come Mario Merz, Daniel Buren e Michelangelo Pistoletto, queste creazioni trasformano la città in un percorso luminoso che unisce memoria e sperimentazione, confermandone il ruolo di capitale italiana della luce e del contemporaneo. Le luci resteranno accese fino all’11 gennaio 2026, proiettando la città in una dimensione quasi onirica.

Torino, Luci d'Artista, evento

Alessandro Muner

Opera di Chiara Camoni: Swarms (Sciami) a Torino

Salerno: una costellazione luminosa nel cuore del sud

A più di 700 chilometri di distanza, anche Salerno si prepara a risplendere. Dal 14 novembre 2025 al 1 febbraio 2026, torna Salerno Luci d’Artista, giunta alla sua ventesima edizione.

La manifestazione trasforma la città in una costellazione di oltre quaranta installazioni luminose che abbracciano il centro storico, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Flavio Gioia, la Villa Comunale e altri luoghi.

Il progetto, curato dall’artista torinese Luca Pannoli, punta a unire arte pubblica, sostenibilità e coinvolgimento collettivo. Tutti gli impianti utilizzano tecnologie LED a basso consumo e programmazione intelligente per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare l’efficienza energetica.

Quindici opere luminose sono ormai parte permanente del patrimonio cittadino, firmate da artisti come Enrica Borghi, Roberto Castaldo, Eduardo Giannattasio e Eliana Petrizzi.

Salerno Luci d’Artista non è solo un evento culturale: è un motore economico e identitario. Ogni anno richiama visitatori da tutta Italia e dall’estero, con un impatto diretto sul turismo invernale, sul commercio di prossimità e sulla filiera ricettiva. L’edizione 2024 ha superato il milione di presenze, confermando come la luce possa diventare strumento di rigenerazione urbana e di valorizzazione del territorio.

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Alla scoperta delle spiagge libere più belle della Campania

In quanto a spiagge, la Campania non si fa mancare nulla. Da Napoli alla Costiera Amalfitana, dalla Penisola Sorrentina alle isole del golfo, si può scegliere tra lunghi arenili di sabbia doarata o ciottoli, un tuffo dagli scogli circondati da paesaggi che sembrano cartoline viventi, una giornata relax in una baia riparata dal mondo. Sia in città che fuori, ci sono diverse spiagge libere dove abbandonarsi al piacere del mare e del sole in cornici naturalistiche che hanno conservato il loro fascino selvaggio. Ecco le più belle.

Spiagge libere a Posillipo

Per poter godere dei tre tratti di spiaggia libera a Posillipo, rinomato quartiere residenziale collinare della città di Napoli, è disponibile un sistema online per prenotare il proprio posto – ce ne sono ben 480 sulla spiaggia delle Monache, con accessi dal Bagno Sirena, e 70 posti sulla spiaggia ai lati di Palazzo Donn’Anna, con accesso dal Bagno Elena e dal Bagno Ideal. È possibile accedere alle spiagge dalle ore 8:30 alle 17:30 (il mancato accesso entro le 13:00 fa decadere la prenotazione e, quindi, libera il posto ad altri bagnanti). Non hanno, invece bisogno di prenotazione gli anziani oltre i 70 anni e gli appartenenti alle categorie protette.

Circondata da scogliere, la Spiaggia delle Monache è una piccolissima area libera situata tra Mergellina e Posillipo, con accesso dal vicino Bagno Sirena, attraverso un percorso apposito. Prende il nome dalle monache di un vicino convento ormai in disuso, le quali erano solite venire a rinfrescarvisi godendo in questo splendido angolo di pace lambito da acque di colore azzurro-verde.
La Spiaggia Donn’Anna sorge all’ombra dello storico Palazzo omonimo, appartenuto alla regina Giovanna II d’Amgiò, e si presenta come un’oasi di relax e tranquillità, circondata da splendide rocce vulcaniche.

Spiaggia libera nel Parco Sommerso di Gaiola a Napoli

Spiaggia di Gaiola, in un’area marina protetta

All’interno dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola – che prende il nome dai due isolotti situati a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo – si può usufruire della bellissima spiaggia libera, accessibile unicamente su prenotazione e fino al raggiungimento di un limite massimo di persone: 400 al giorno in due turni, in una spiaggia di 420 metri quadrati, con ingresso garantito per diversamente abili e gli ultrasettantenni. Il motivo è preservare un inestimabile patrimonio archeologico e ambientale.

Il Parco Sommerso di Gaiola – oggi sito di ricerca, formazione, divulgazione scientifica ed educazione ambientale – deve la sua particolarità alla fusione tra aspetti vulcanologici, biologici e storico-archeologici, il tutto nella cornice di un paesaggio costiero tra i più suggestivi del Golfo di Napoli.

Spiaggia dello Schiacchetiello a Bacoli

Lo Schiacchetiello è una incantevole insenatura costituita da una piccola spiaggetta di sabbia e sassolini e da scogli di tufo, affacciata sull’isolotto di Punta Pennata, nella zona di Bacoli e Miseno. Per molto tempo, date le dimensioni limitate dell’area e la mancanza di lidi attrezzati, questo luogo è stato frequentato solo dagli abitanti della zona, il che ha permesseo che restasse ricco di biodiversità marina.

Collegata alla terraferma fino agli anni ’60, è oggi una riserva marina del Parco regionale dei Campi Flegrei, nonché un luogo ricco di storia e avvolto nella leggenda. Secondo la mitologia greca, proprio qui approdò Ulisse, incantato dalle bellezze di questa costa. Un piccolo e suggestivo angolo di paradiso bagnato da acque perfette per gli amanti dello snorkeling.

Fiordo di Furore, Costiera Amalfitana

La spiaggia del Fiordo di Furore è un piccolo gioiello naturale incastonato tra spettacolari rocce a strapiombo, di circa 25 metri. Una lingua di sabbia ciottolosa, incorniciata dalle scoscese pareti del vallone e sormontata dal ponte della strada statale che taglia la gola stretta. Da molti definito “un angolo di Norvegia tagliato nella roccia del Mediterraneo”, il Fiordo di Furore ospita un pittoresco borgo marinaro, tra pareti a falesia con boschi verdeggianti e intervallato da splendide aree terrazzate, il tutto a formare un museo a cielo aperto. Fino al 2024, vi si è svolta la gara internazionale di tuffi che raggiungono la massima altezza con il salto dal ponte a 28 metri dal mare.

Baia di Ieranto, Massa Lubrense

Un’altra splendida spiaggia libera campana è quella racchiusa nella Baia di Ieranto, racchiusa tra Punta Campanella e Punta Penna, all’estremità della Penisola Sorrentina, nel comune di Massa Lubrese. Un luogo avvolto nella leggenda – quella dell’incontro di Ulisse con le Sirene, nel suo viaggio di ritorno verso Itaca – dove all’azzurro del mare fa da contraltare il verde degli olivi, in un panorama che si estende fino all’inconfondibile profilo dell’isola di Capri. Per raggiungere la Baia e la spiaggia bisogna percorrere un sentiero lungo circa 6 km, che parte dalla piazzetta di Nerano. Il luogo ideale per chi ama lo snorkeling e le passeggiate nella natura.

Spiaggia del Caleo, Acciaroli

Poco prima dell’ingresso al centro di Acciaroli, arrivando da Pioppi, ci si imbatte nella splendida Spiaggia del Caleo, un vero tesoro lungo la costa cilentana che offre un’esperienza immersiva nella natura. Il suo nome è legato alla storica Torre del Caleo, che domina la spiaggia. Un angolo di paradiso raggiungibile attraverso un sentiero costiero, privo di stabilimenti balneari, dove godere in tutta tranquillità delle acque cristalline che lambiscono la sabbia punteggiata di ciottoli e scogli, ricche di vita marina e quindi paradiso per gli amanti dello snorkeling.

Spiaggia di Cava dell’Isola, Ischia

Situata nel comune di Forio, poco distante dalla baia di Citara e dagli Scogli degli Innamorati, la Spiaggia di Cava dell’Isola è l’unica completamente libera dell’isola d’Ischia. La contraddistingue un fascino selvaggio e un’anima informale che la rende la meta preferita dai giovani e dagli amanti del beach volley e dei racchettoni, ma adatta anche alle famiglie con bambini. Per raggiungerla si percorre una ripida discesa e diversi scalini che conducono in questa suggestiva cavità naturale, dove si incontrano anche due bar-ristoranti. La felice esposizione a ovest permette di ammirare tramonti che tolgono il fiato.

Spiaggia di Ciraccio a Procida con vista sui faraglioni

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La Spiaggia di Ciraccio con vista sui faraglioni, a Procida

Spiaggia di Ciraccio, Procida

Anche a Procida non mancano spiagge libere dal fascino naturalistico, come quella di Ciraccio, separata dal Ciracciello (meglio nota come Chiaiolella) da due caratteristici faraglioni tufacei, formatisi in seguito a una frana del costone roccioso. Il bagno in queste acque diventa così un’esperienza unica in una cornice davvero suggestiva, in un luogo che è una piccola oasi di relax, rispetto alla più vivace e affollata Chiaiolella. La spiaggia ideale per chi cerca un mix di fondali bassi, natura selvaggia e un’atmosfera accogliente, preferendo evitare gli stabilimenti balneari e godendo di tutta la magia più autentica dell’isola.

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Penisola Sorrentina e Costiera amalfitana: 60 km di meraviglia tra mare, sole e sirene

Film, canzoni, poesie, racconti e storie: tutto intorno a noi parla di loro, di due gioielli italiani che non hanno bisogno di presentazioni perché la loro bellezza precede la fama. Stiamo parlando della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana, 60 km di meraviglie che si snodano lungo una costa puntellata da scorci mozzafiato, borghi colorati e sabbie incastonate tra scogliere che svettano verso il cielo. È qui la grande bellezza Made in Italy.

Da aprile a ottobre, quel tratto di costa diventa ogni anno una destinazione da raggiungere. Lo sanno bene i viaggiatori provenienti da ogni dove che giungono proprio qui per ammirare le fioriture in primavera, per tuffarsi tra le acque limpide d’estate, per godere del profumo dei limoni e per avere un accesso privilegiato a uno dei panorami più belli del mondo.

Le cose da fare e da vedere qui, poi, sono tantissime e tutte si svelano chilometro dopo chilometro lungo uno dei percorsi on the road più suggestivi del nostro Stivale. Tappa imprescindibile sono i borghi, quelli arroccati sulla roccia e scoscesi verso il mare, gli stessi che regalano in ogni stagione la caratteristica atmosfera della Dolce Vita di un tempo. Ma quali sono le tappe imprescindibili di un tour che ci porta alla scoperta di questo tratto costa da Sorrento ad Amalfi? Scopriamole insieme.

Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana: come raggiungerle e cosa vedere

Vedi Napoli e poi muori, scriveva Goethe in quella espressione che è diventata simbolo del sentimento che si prova quando si visita il capoluogo campano. Non sono esclusi i suoi dintorni, chiaramente, come dimostrano i tanti viaggiatori che arrivano e tornano in due delle costiere più affascinanti d’Italia: la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana.

Amalfi e la costiera

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Da Sorrento ad Amalfi: le tappe imperdibili

Difficile scegliere quale visitare, escludendo l’altra, ma perché farlo? Partendo da Sorrento, infatti, è possibile attraversare tutta la costa, che si snoda per circa 60 km, e che permette di visitare tutte le meraviglie del territorio. Il modo migliore per farlo è in macchina o in moto, un viaggio on the road che consente di attraversare curve sinuose, imponenti rocce bianche che si tuffano nel mare e casette colorate che fanno capolino tra le scogliere.

È possibile anche raggiungere alcune località della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana con i mezzi pubblici. La prima è servita molto bene dalla circumvesuviana e dal treno Campania Express, entrambi in partenza da Napoli, che conduce alle tappe più iconiche della penisola. Più difficile è, invece, raggiungere Amalfi e i suoi gioielli con il trasporto pubblico collegata solo da un Bus Sita in partenza da Salerno.

Itinerario tra Amalfi e Sorrento: le tappe imperdibili

Se avete deciso di trascorrere qualche giorno sulla costa campana, preparatevi a fare incetta di bellezza. Si parte da Sorrento, centro nevralgico della penisola nonché cittadina di immensa bellezza caratterizzata da agrumeti profumati e viste mozzafiato sul mare. Da qui, dopo aver esplorato le ridenti viuzze del centro puntellate da negozi e botteghe, potete raggiungere Capri in soli 20 minuti di aliscafo, Ischia in circa un’ora e Pompei, con un treno che impiega circa 30 minuti. Prima di andare via, però, non dimenticate di assaggiare le prelibatezze del posto, come la delizia al limone, e di fare una passeggiata nella Villa Comunale a picco sul mare, che offre una vista magica su Napoli e l’intero Golfo.

Sorrento

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Sorrento e la perla della Penisola Sorrentina

Da Sorrento si prosegue per Massa Lubrense, dove è d’obbligo un pit stop tra le piccole baie bagnate da un mare turchese e cristallino. Merita una visita anche Marina di Puolo, un pittoresco villaggio dei pescatori, situato proprio a metà strada tra Sorrento e Massa Lubrense che nasconde una spiaggia paradisiaca in cui trascorrere almeno una giornata.

Continuiamo poi per arrivare a Sant’Agata sui Due Golfi, altra tappa imprescindibile del nostro itinerario. Il nome di questa località è un preludio alla bellezza che offrono i suoi panorami che abbracciano sia il Golfo di Napoli che quello di Salerno.

Lasciandoci alle spalle la Penisola Sorrentina e i suoi profumi, possiamo raggiungere Positano, la prima perla della Costiera Amalfitana. Una tappa qui è d’obbligo per passeggiare tra le stradine strette e scoscese, per fermarsi tra negozi e caffè glamour, e per fare il bagno tra acque turchesi che sfiorano le spiagge acciottolate. Gli amanti delle camminate non possono assolutamente perdersi il Sentiero degli Dei, un percorso escursionistico lungo circa 9 km che collega Positano alle altre località costiere e che consente di ammirare il territorio da viste privilegiate.

Prima di lasciare Positano tornate sulla spiaggia per individuare con gli occhi, o più da vicino con un giro in barca, l’arcipelago Li Galli, caratterizzato da tre lembi di terra: Gallo Lungo, La Rotonda e Isola Dei Briganti. Leggenda vuole che queste isole, un tempo, furono dimora di Partenope, Leucosia e Ligia, le tre sirene incantatrici narrate da Omero nell’Odissea. Da qui anche il nome di Terra delle Sirene per riferirsi a questo tratto di costa.

Proseguite poi in direzione Amalfi, non prima di aver sostato a Praiano, Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1997, e aver visitato il Fiordo di Furore, uno dei gioielli più affascinanti dell’intera costiera.

Fiordo di Furore, Costiera Amalfitana

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Fiordo di Furore, tappa imprescindibile per chi visita la Costiera Amalfitana

Poi fate tappa ad Amalfi per scoprire tutte le sue meraviglie. Il Duomo, uno dei complessi monumentali più antichi della zona, con la Basilica del SS. Crocifisso costruita prima dell’anno 833 a.C., i laboratori di carta, tra le più pregiate, artigianali che consentono di riscoprire un antico mestiere che viene tramandato da generazioni e il mare. Diverse le spiagge e le calette segrete da esplorare per tuffarsi nelle mille sfumature di blu che caratterizzano questa costa. Da qui, con un giro in barca, potete anche raggiungere la Grotta dello Smeraldo: un’esplosione di colori e meraviglia che vi lascerà senza fiato.

E poi? Risalite in macchina e proseguite perché ancora tre meraviglie da esplorare: Ravello, Minori e Maiori, tre borghi dal fascino indiscusso che vi faranno innamorare. Si comincia da Ravello, da secoli meta prediletta di poeti, scrittori e attori, che offre panorami mozzafiato sull’intero Golfo grazie alla sua posizione privilegiata. Da visitare le storiche Villa Rufolo e Villa Cimbrone, e i loro giardini, dove il tempo sembra essersi fermato.

Minori e Maiori, che si trovano a brevissima distanza l’una dall’altra, sono perfette invece per rilassarsi tra spiagge dorate, viuzze colorate e profumate e viste indimenticabili.

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Le spiagge più belle del Cilento, da Paestum a Palinuro

Terra antichissima e ricca di storia, il Cilento è il tratto di costa campana compreso tra il golfo di Salerno e il golfo di Policastro. Un panorama da cartolina, tra i monti chiamati “le Dolomiti del Mezzogiorno” e le spiagge di sabbia finissima e acqua cristallina, molte delle quali Bandiera Blu di Legambiente. Una natura suggestiva a coronare il paesaggio variegato, dalla bellezza senza tempo.

Dal 1991, il Cilento è diventato un’oasi naturalistica protetta: il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è una zona inserita nel Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Tra le mete imperdibili, quasi tutte sono davvero low cost e c’è la possibilità di scegliere tra località isolate e tranquille o luoghi più mondani. Se non avete ancora deciso in quale località fermarvi e trascorrere una vacanza al mare all’insegna del relax, ma anche della movida, vi consigliamo alcuni dei luoghi più affascinanti del Cilento.

Le spiagge più belle di Palinuro

Palinuro, sulla Costa Cilentana, è uno dei luoghi più affascinanti della provincia di Salerno, noto fin dai tempi antichi per le sue bellezze naturali e per la limpidezza del mare, narrata da cantori e poeti. Le spiagge di Capo Palinuro sono splendide calette di sabbia chiara, caratterizzate da piccoli arenili circondati dalle alte scogliere rocciose del Capo.

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la costa selvaggia di Marina di Pisciotta nel Cilento

Da non perdere la Grotta Azzurra, raggiungibile a nuoto o con piccole imbarcazioni private. Uno specchio d’acqua di una meravigliosa tonalità di azzurro, molto simile alla famosa e omonima Grotta Azzurra di Capri. Tra Marina di Pisciotta e Palinuro si estende la bellissima spiaggia di soffice sabbia dorata, Le Saline, lunga quasi 5 km, contornata da macchia mediterranea. Pisciotta Palinuro è anche una delle località più mondane di tutto il Cilento, particolarmente frequentata dai giovani durante i mesi estivi.

Da non perdere a Palinuro è anche la spiaggia del porto, piccola e di sabbia dorata: il mare è cristallino e per nulla inquinato. Una delle spiagge più belle del litorale di Palinuro è il lido di Buondormire, circondata dalle falesie e dalla macchia mediterranea.

Le spiagge di Camerota

La “Perla del Cilento” è il centro più popoloso del comune di Camerota, immersa nel verde del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Acque azzurre e spiagge suggestive, da Punta degli Infreschi alla Spiaggia della Barca a Vela, il cui scoglio a forma di vela si erge al centro della vasta distesa sabbiosa. Circondata da tre faraglioni e incastonata tra due promontori sormontati da torri, ecco anche Cala Monte di Luna, nei pressi di Marina di Camerota.

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Cala Bianca a Marina di Camerota

La spiaggia più bella di questa zona e la più famosa di tutto il Cilento è Cala Bianca: premiata da Legambiente per la sua bellezza, è amata dai turisti per i ciottoli bianchi di cui è fatta. Il mare è cristallino e il modo migliore per godersi il panorama è fare un’escursione in barca. Numerose anche le grotte marine, tipiche della costa in questa zona.

La spiaggia del Mingardo, vicino a Marina di Camerota, è una delle spiagge più frequentate dagli abitanti del luogo. La spiaggia è circondata da una bella pineta dove rilassarsi all’ombra e poco più a sud ci sono alcune dune di sabbia: quella del Mingardo è una spiaggia attrezzata adatta alle famiglie con bambini.

L’incanto di Paestum

Paestum è una località di incredibile interesse storico e che rappresenta il sito archeologico meglio conservato ai nostri giorni. Ma non è da sottovalutare nemmeno il fascino del litorale che si sviluppa con una spiaggia sabbiosa lunga ben 15 km, costeggiata da una pineta che si affaccia sul Mar Tirreno. La spiaggia è ampia e ben attrezzata, sono presenti anche numerosi campeggi per vivere la natura al meglio.

Agropoli: tra storia e natura

Il centro di Agropoli è molto ben conservato e si erge sul promontorio, tra viette e scorci: il Castello aragonese e la torre di avvistamento completano il panorama suggestivo. Una spiaggia famosa qui, è la baia di Trentova, che prende il nome da uno scoglio: secondo la leggenda, in tempi lontani nelle grotte sottostanti la roccia furono trovate circa 30 uova di gabbiano o di tartaruga marina.

Un’altra spiaggia da non perdere nei dintorni di Agropoli è quella di San Francesco, che prende il nome dall’omonimo scoglio di fronte al lido. Meno famosa rispetto alla baia di Trentova, ha un mare cristallino ed è molto più intima e riservata, perfetta per chi è in cerca di relax.

Punta Licosa e Acciaroli

La spiaggia di Punta Licosa, all’interno dell’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate, è uno dei siti più belli dell’intera costa cilentana, che si sviluppa nei pressi del piccolo borgo di Castellabate, meta turistica soprattutto dopo il film Benvenuti al Sud. Per raggiungere le piccole calette rocciose bisogna attraversare una pineta, ma il mare cristallino ripaga ogni fatica: l’acqua è cristallina ma l’accesso al mare non è semplice.

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La costa tra Pioppi e Acciaroli nel Cilento

Acciaroli è un altro luogo incantato, poco più a sud di Punta Licosa. Attorno al porticciolo turistico frequentato ancora dai pescatori potrete rimanere affascinati da quel luogo ispirò anche Ernest Hemingway per il suo capolavoro “Il vecchio e il mare”. La spiaggia è attrezzata con ogni comodità e il mare è pulito e cristallino.

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Spiagge della Campania, quali sono le meno conosciute

Da Napoli alla Costiera Amalfitana, dalla Penisola Sorrentina fino alle isole, sono infinite le opzioni per bagni e nuotate che fanno sentire in paradiso. Non tutti, però, amano la folla e c’è chi preferisce scegliere luoghi che abbiano come ingredienti un mix di relax, paesaggi che fanno sognare e acque dalle infinite sfumature di blu e verde. Insomma, c’è chi cerca quei proverbiali angoli di paradiso che se ne stanno nascosti alla grande folla. Ecco, dunque, la nostra selezione di spiagge meno conosciute della Campania, una regione che non smette mai di sorprendere ed emozionare.

Baia di Ieranto, Massa Lubrense

Situata in una insenatura all’estremità della Penisola Sorrentina, nel comune di Massa Lubrese, la Baia di Ieranto si apre in un meraviglioso scenario naturale, con la vista che abbraccia i faraglioni di Capri. Un vero luogo incantato che ha alimentato la leggenda legata all’incontro di Ulisse con le Sirene, nel suo viaggio di ritorno verso Itaca. La caratterizza una rigogliosa macchia mediterranea, con verdi olivi e splendidi panorami sulle acque cristalline, da ammirare attraverso un percorso di trekking di media difficoltà.

Oggi protetta dal FAI e riconosciuta Sito di Interesse Comunitario, incluso nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, Ieranto vanta un elevato livello di biodiversità, che la rende la destinazione ideale per chi desidera stare a contatto con la natura incontaminata, anche attraverso esperienze come il kayak, lo snorkeling, passeggiate botaniche e birdwatching.

Marina di Conca, Costiera Amalfitana

È un concentrato di meraviglie, il borgo di Conca dei Marini, affacciato sul mare tra Praiano e Amalfi, e celebre per la Grotta dello Smeraldo. Forse ancora poco conosciuta è la spiaggia di Marina di Conca, delimitata da un’incantevole baia e costituita da piccoli ciottoli lambiti da acque dalle sfumature che vanno dall’azzurro allo smeraldo.

Oltre che dalla bellezza del paesaggio circostante, l’occhio viene rapito dalle case che se ne stanno aggrappate alla scogliera sovrastante, e dalla piccola e antica antica chiesetta della Madonna della Neve, incastonata nella roccia. La spiaggia si può raggiungere comodamente via mare oppure a piedi, affrontando un dedalo di circa 300 scalini.

Spiaggia dello Schiacchetiello, Bacoli

Affacciato di fronte all’isolotto di Punta Pennata, nella zona di Bacoli e Miseno, lo Schiacchetiello non è una spiaggia vera e propria, bensì un tratto di costa adornato da scogli di tufo. Questa splendida insenatura è stata collegata alla terraferma fino agli anni ’60, e oggi è una riserva marina del Parco regionale dei Campi Flegrei, nonché un luogo ricco di storia e avvolto nella leggenda. Secondo la mitologia greca, proprio qui approdò Ulisse, incantato dalle bellezze di questa costa. Un piccolo e suggestivo angolo di paradiso bagnato da acque limpide, dove regalarsi un bagno al cospetto di un paesaggio senza tempo.

Spiaggia di Capitello, Montecorice

Incastonata nell’omonima Baia di Capitello, in località Montecorice – uno dei comuni Bandiera Blu della Campania – perla della costa del Cilento, questa piccola spiaggia è composta in prevalenza da ghiaia e ciottoli, lambiti da un mare cristallino che regala grandi emozioni agli appassionati di snorkeling e immersioni subacquee, grazie alla ricchezza della fauna marina.

Questa perla dal paesaggio unico, circondata da unavegetazione rigogliosa e da scogliere imponenti, rimane ancora poco frequentata dai vacanzieri, il che la rende un luogo ideale per coloro che vogliono evitare i lidi troppo affollati, godendosi un’esperienza rilassante, ma soprattutto autentica nel rapporto con la natura circostante. La si raggiunge tramite una strada panoramica che offre vedute spettacolari lungo il tragitto.

Cava Grado, Ischia

A poche centinaia di metri dall’ingresso al borgo di Sant’Angelo, sull’isola d’Ischia, volgendo lo sguardo verso la cava situata alle spalle del piazzale degli autobus, si scopre una piccola oasi di relax e bellezza: la spiaggia di Cava Grado. Un fazzoletto di sabbia a grani grossi protetta da alte falesie di tufo, che svela una vista privilegiata sulla caratteristica Torre, l’isolotto simbolo dell’ex villaggio di pescatori.

Il lido, in parte libero e in parte privato, si raggiunge attraverso una panoramica scalinata in pietra, che ripaga della fatica offrendo emozionanti scorci paesaggistici. Sotto uno dei costoni che cingono la spiaggia, un bar-ristorante interamente scavato nella roccia offre piatti tipici e fresche pause dal caldo. Una vera scoperta per i vacanzieri, un rifugio di benessere per le persone del posto, perfetta anche per le famiglie con bambini.

Fiordo di Crapolla, Penisola Sorrentina

Affacciata sul golfo di Salerno, a poca distanza da Positano, Crapolla è una graziosa località marina del paese di Torca, frazione di Massa Lubrense, nella Penisola Sorrentina. Il suo fiore all’occhiello è il fiordo che si insinua nel Monte di Torca, tra le insenature più spettacolari di questo tratto di costa. Lo si può raggiungere solo a piedi, partendo dalla piazzetta di Torca (gli autobus SITA che arrivano qui partono da Sorrento, alcuni passano da Massa Centro prima di raggiungere Sant’Agata sui Due Golfi, quindi Torca), oppure da Sant’Agata sui Due Golfi, distante un chilometro.

Dopo un primo tratto tra i vicoletti del centro abitato, il sentiero si innesta su una vecchia mulattiera circondata dalla flora mediterranea. Una volta giunti sul belvedere noto come “La guardia”, troverete una diramazione (tracciata con la fascia bianco-rossa) che prevede un percorso di 700 gradini che vi condurranno al fiordo. Il percorso è molto impegnativo – ma ben tracciato – per cui è bene intraprenderlo con scarpe e abbigliamento adeguato.

Spiaggia del Buon Dormire, Palinuro

Tra le gemme forse meno conosciute del Cilento c’è la Baia del Buon Dormire, a Palinuro. Racchiude una spiaggetta dal fascino selvaggio ed è accessibile solo via mare. Se desiderate regalarvi un’esperienza unica e rilassante a contatto con la natura, immersi nella bellezza di un angolo di paradiso dalle acque turchesi con riflessi verde smeraldo, è il posto giusto per voi.

Un’altra chicca di questo luogo idilliaco, è che regala molte zone d’ombra, in cui si può prendere una tregua dal sole cocente e riposare: da qui il nome “Spiaggia del Buon Dormire”. Di fronte alla baia, si può inoltre ammirare il caratteristico “Scoglio del Coniglio”, una formazione circondata interamente dal mare e sormontata da un fitto bosco, che ricorda un coniglio accovacciato.

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Paestum e i suoi templi: un viaggio tra gli dei dell’antichità

Nella spettacolare cornice del Cilento, a pochi passi dal mare e in una campagna che profuma di mitologia, sorge Paestum, una delle più monumentali porte d’ingresso al Sud d’Italia, dove storia e paesaggio si fondono in un equilibrio che incanta da secoli. E lo sapevano bene i viaggiatori colti del Grand Tour, che tra Settecento e Ottocento attraversavano la penisola alla ricerca delle radici della civiltà europea: per molti di loro, la meraviglia cominciava proprio qui, tra le colonne doriche dei templi ancora in piedi, vestigia di un passato che non ha mai smesso di sorprendere.

Paestum, infatti, è una meta che custodisce la voce di tre grandi civiltà: quella greca che la fondò con il nome di Poseidonia, quella lucana che la conquistò, e infine quella romana: passeggiare tra le rovine significa ammirare i secoli come fossero stanze di uno stesso palazzo, cogliendo la potenza sacra e terrena di un mondo perduto.

Cosa vedere a Paestum: i magnifici Templi

Tre sono i templi che ancora oggi sfidano il tempo con la loro imponenza e che sembrano scolpiti non soltanto nella pietra, ma nella memoria collettiva di chiunque li osservi.

Il più antico è il tempio di Hera, una costruzione che risale al 560 a.C., uno dei primi esempi di architettura dorica in pietra. L’aspetto robusto e austero tradisce l’antichità del progetto: mancano i frontoni e la sala interna (la cella) è impreziosita da una fila centrale di colonne, una disposizione che per lungo tempo ha generato incertezza sulla sua funzione originaria. Fu per questo chiamato “Basilica”, un nome che ancora oggi lo accompagna come un’eco di epoche passate, anche se si ritiene che fosse dedicato proprio a Hera, la regina degli dei.

Poco più a nord si staglia invece il tempio di Atena, unico tra i tre a svelare con certezza il nome della divinità a cui era consacrato. Costruito intorno al 500 a.C. sul punto più alto della città, sembra quasi voler guardare dall’alto i luoghi del vivere quotidiano: l’agorà, le botteghe, le case. È un tempio che unisce armonia e rigore, e che restituisce con eleganza l’immagine di una dea giovane, protettrice delle arti e della saggezza.

Ma è il tempio di Nettuno a lasciare davvero senza fiato: immenso, maestoso, ancora intatto, venne eretto verso la metà del V secolo a.C. ed è considerato uno degli esempi meglio conservati di tempio dorico in assoluto. I blocchi con cui è costruito si incastrano tra loro senza malta, tenuti insieme solo da tasselli di pietra. È forse proprio questa tecnica, arcaica e geniale, ad averlo reso resistente al tempo, ai terremoti, agli uomini.

L’interno è un capolavoro di architettura antica: due file di colonne a due piani dividevano la cella in tre navate, creando un effetto di profondità quasi teatrale. Il tetto, oggi scomparso, era sostenuto da grandi travi in legno. L’attribuzione a Nettuno, il dio del mare, nacque nel Settecento dal fatto che il tempio fosse il più grande e che la città antica portasse il nome di Poseidonia, in onore di Poseidone. Ma questa interpretazione è tutt’altro che sicura: alcuni studiosi sostengono che il tempio fosse dedicato ad Hera, la principale divinità della città, altri ancora invocano Zeus, il padre degli dei.

E appena fuori dalle mura, il paesaggio si fa ancora più sacro: l’antichissimo santuario di Hera alla foce del Sele, avvolto dalle leggende sugli Argonauti, ci ricorda che prima della città c’era già il culto. E intorno, disseminate nella campagna, le necropoli raccontano la storia silenziosa di chi abitò e morì in queste terre.

Informazioni utili per organizzare la visita ai Templi

Particolare del Tempio di Hera a Paestum

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Il magnifico Tempio di Hera a Paestum

Visitare Paestum oggi è un’esperienza che affascina per la bellezza del sito e per la sua ottima accessibilità. Il Parco Archeologico di Paestum e Velia è aperto ogni giorno dalle 8:30 alle 19:30, con ultimo ingresso consentito alle 18:30.

Per accedere al sito, è possibile acquistare il biglietto presso la biglietteria del Museo Archeologico o presso la Porta Principale, proprio di fronte al maestoso tempio di Nettuno. È anche possibile esibire un voucher digitale allo sportello del museo, che verrà convertito in biglietto cartaceo.

Per chi desidera immergersi davvero nella storia e lasciarsi guidare tra le meraviglie dell’antichità, c’è la possibilità di partecipare a visite guidate con archeologi specializzati: un’occasione unica per camminare tra le colonne doriche accompagnati dalle storie degli antichi greci e romani, tra foro, comitium e anfiteatro.

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Le città italiane dove i turisti spendono di più, anche quelle che non ti aspetti

L’estate 2024 ha visto un interessante cambio di scena nel panorama turistico italiano, con alcune province meno note che invece si sono fatte notare per l’alto volume di spesa da parte dei turisti stranieri. Accanto alle grandi città come Roma, Venezia, Napoli, Milano, Firenze e Verona, che dominano storicamente le classifiche turistiche, c’è un sorprendente elenco di destinazioni che hanno attirato l’attenzione dei viaggiatori internazionali.

Tra queste figurano Bolzano, Sassari, Salerno e Brescia, provincie che, nel periodo estivo, hanno contribuito con il 13% alla spesa complessiva in Italia tramite Pos fisici. Vediamo le ragioni dietro questi dati sorprendenti quanto soddisfacenti.

Le province che sorprendono

Questo dato emerso durante il Forum Internazionale del Turismo, organizzato alla Fortezza da Basso di Firenze, testimonia come il turismo stia evolvendo e come anche le destinazioni meno convenzionali stiano guadagnando terreno. L’analisi dei consumi, presentata dal direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale del Turismo (ONT), Carlo Brugnoli, ha svelato un trend in crescita, con un incremento significativo della spesa da parte dei turisti internazionali in tutte le aree del Paese.

Ad agosto 2024, la spesa dei viaggiatori stranieri è aumentata rispetto all’anno precedente, con i dati che indicano un +6,1% rispetto al 2019 e un +4,5% nei primi otto mesi del 2024. Questo è un segnale positivo per l’economia turistica, con prospettive di crescita che si preannunciano anche per la fine dell’anno.

La Toscana fuori da Firenze: una destinazione apprezzata

Un’altra conferma arriva dalla Toscana, che continua ad essere una delle regioni più amate dai turisti, non solo grazie al capoluogo Firenze, ma anche grazie alle sue splendide colline e alla costa. La regione ha rappresentato il 5% del totale della spesa turistica in Italia durante l’estate del 2024.

Questo dimostra che la valorizzazione del territorio e la scoperta di aree meno conosciute stanno diventando una tendenza sempre più rilevante per i turisti, desiderosi di scoprire il lato autentico e meno affollato delle destinazioni turistiche italiane. Ad esempio, gli antichi borghi e la zona collinare, come quella di San Gimignano, è una delle mete più amate a livello internazionale.

Il turismo nelle “mete secondarie”

Un fenomeno che sta prendendo piede è quello delle cosiddette “mete secondarie”, località meno conosciute ma di grande valore storico, culturale e paesaggistico, come i borghi e i piccoli comuni. Questi luoghi stanno vedendo un aumento del flusso turistico, contribuendo significativamente all’economia locale.

Si stima che il turismo in queste zone generi ogni anno oltre 5 miliardi di euro del PIL italiano, con un impatto anche a livello fiscale, con oltre 2,3 miliardi di euro di entrate per lo Stato. A livello occupazionale, l’indotto del turismo nei borghi coinvolge circa 90.000 persone.

La spesa dei turisti stranieri: tendenze e comportamenti

I dati presentati hanno anche messo in luce i cambiamenti nei comportamenti di consumo dei turisti, a seconda della loro provenienza. I turisti europei, ad esempio, tendono a spendere principalmente in ristorazione, grande distribuzione organizzata e nei costi di trasporto, mentre quelli provenienti dal Nord America si concentrano maggiormente sulle spese alimentari.

I visitatori del Sud-Est Asiatico e del Medio Oriente, invece, sono particolarmente attenti agli acquisti nel settore del lusso. Questi trend offrono spunti utili per gli operatori turistici che desiderano orientare le proprie offerte in base alle specifiche esigenze dei diversi gruppi di turisti.

Turista asiatica, Italia

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Una turista asiatica in vacanza in Italia

Turismo d’affari: un settore in crescita

Non solo il turismo di piacere, ma anche il turismo d’affari sta registrando numeri importanti. Nel 2023, la spesa legata ai viaggi d’affari ha superato i 30 miliardi di euro, con un incremento del 43% rispetto all’anno precedente. Le fiere, che contribuiscono al 4% della spesa turistica nazionale, sono particolarmente significative, attirando ogni anno circa 20 milioni di visitatori, di cui 1,5 milioni provenienti dall’estero.

Ogni euro speso dai partecipanti a eventi fieristici genera, infatti, un effetto moltiplicatore sull’economia locale: ogni euro produce più di 2 euro in ritorni per il territorio.

Un futuro luminoso per il turismo in Italia

Con una crescita della spesa e delle presenze turistiche, l’Italia continua a rafforzarsi come una delle destinazioni preferite dai viaggiatori internazionali. Ma oltre ai grandi centri urbani, c’è una crescente attenzione per le destinazioni meno conosciute, che offrono esperienze autentiche e uniche.

La valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, la diversificazione dell’offerta turistica e l’adattamento alle nuove tendenze di consumo sono le chiavi per il futuro del settore, che si preannuncia sempre più dinamico e in espansione.

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Napoli, Pompei, Procida e Paestum raccontate dal Guardian

Di recente, un giornalista del Guardian ha intrapreso un viaggio attraverso alcune delle mete più iconiche del Sud Italia, raccontando il suo itinerario in un articolo ricco di osservazioni e dettagli. Quando si sente parlare bene del proprio Paese e del suo patrimonio artistico e culturale, nonché dei suoi paesaggi, non può che fare piacere ed è per questo che oggi vi mostriamo come sono questi iconici luoghi visti dagli occhi di un forestiero.

Il suo racconto inizia con l’arrivo in Mediterraneo, tra pioggia e cieli grigi, durante un viaggio in treno da Parigi. Nonostante il clima iniziale, proseguendo verso sud, il giornalista scorge finalmente la tanto agognata luce del sole, insieme alla vivacità e al calore di luoghi come Napoli, Pompei, Procida e Paestum.

Viaggiare in treno, lo slow tourism come ritorno alle origini

Durante il tragitto, il giornalista nota la differenza tra un viaggio in treno e il frettoloso ritmo del trasporto aereo. Attraversando città come La Spezia e Pisa, afferma che il viaggio in treno incarna la “joy of missing out” (la gioia di lasciarsi andare), perfetta per un turismo lento e contemplativo.

In questo percorso, simile a quello compiuto dal poeta inglese John Keats nel 1820, il viaggiatore trova un’attenzione alla scoperta, senza la frenesia moderna. Dopo aver attraversato il Nord Italia, in particolare la Liguria, la destinazione è il Sud, a partire dalla Campania.

Napoli, più autentica di così non si può

Il giornalista descrive Napoli come un luogo autentico, dove il fervore della vita cittadina si manifesta nelle strade affollate e nei ristoranti all’aperto. La città, racconta, si anima ulteriormente quando il Napoli gioca contro la Juventus e i tifosi seguono con entusiasmo la partita mentre gustano una pizza in un caffè di strada.

Napoli è anche il punto di partenza per visitare le vicine isole, tra cui Procida, che, secondo il giornalista, ha conservato il proprio carattere genuino e non è stata trasformata in un’isola esclusivamente turistica.

Napoli

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Sguardo su Napoli vista di sera

Procida, profumo di agrumi e senso di familiarità

Procida, scrive il giornalista, è ben diversa da altre destinazioni insulari, poiché ha mantenuto la sua autenticità e non è diventata un “esperimento di gentrificazione”.

Una delle attività migliori che si può fare soggiornando sull’isola, tra un tuffo e l’altro, dopo un po’ di tintarella, è sicuramente mangiare e lasciarsi coccolare il palato dalla deliziosa cucina locale. Tra i piatti consigliati ci sono gli spaghetti al pesto di limone, tipici del luogo grazie ai celebri limoni dolci dell’isola.

Le case colorate di Marina di Corricella e l’atmosfera di un’isola ancora legata alla sua tradizione marinara colpiscono particolarmente l’autore dell’articolo del Guardian, che ne evidenzia il fascino genuino raccontando il legame di Procida con la storia locale, ancora oggi.

Pompei, città eterna in continua scoperta

La visita a Pompei è uno dei momenti più suggestivi del viaggio. Il giornalista osserva come il sito archeologico, sotto la direzione del tedesco Gabriel Zuchtriegel, stia vivendo una nuova fase di scoperta e reinterpretazione.

Vesuvio, Pompei

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Pompei e il Vesuvio sullo sfondo

Accompagnato dall’archeologo Alessandro Russo, il giornalista entra nella Regio IX, una zona in cui si stanno scoprendo affreschi intatti e dettagli inediti della vita quotidiana degli antichi abitanti di Pompei. Racconta di un ritratto di una bambina con uva e melograni, sopravvissuto incredibilmente intatto e visibile oggi grazie alle nuove tecniche di scavo.

Paestum, viaggio nell’antica Grecia

Proseguendo il suo viaggio verso sud, il giornalista del Guardian racconta l’esperienza di Paestum, una città fondata dai Greci e famosa per i suoi imponenti templi e per il museo archeologico.

Qui, il protagonista dell’articolo si sofferma sulla Tomba del Tuffatore, un capolavoro ritrovato nel 1968 che raffigura un giovane che si tuffa da una grande altezza, in quella che potrebbe rappresentare una scena allegorica della morte o della vita.

Tempio Era, Paestum

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Il Tempio di Era nel sito archeologico di Paestum

Il giornalista è affascinato da come Paestum mantenga un’atmosfera antica e intatta, lasciandolo profondamente colpito dall’energia e dal mistero di questi luoghi.

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È boom di Cavecation, il nuovo trend turistico in Italia

In risposta al caldo torrido e all’estate sempre più rovente, in Italia sta nascendo un nuovo trend turistico: si tratta del Cavecation (da “cave”, grotta, e “vacation”, vacanze), ovvero la tendenza a ricercare l’agognato refrigerio nel cuore della Terra, scendendo nel sottosuolo ed esplorando le grotte dove le temperature si aggirano attorno ai 15 gradi e l’umidità è elevata.

Chi non parte per i Paesi del Nord, infatti, ha ora l’occasione di concedersi una tregua dall’afa estiva presso le Grotte di Pertosa-Auletta, nel Parco nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, Patrimonio naturale dell’UNESCO in provincia di Salerno.

Picchi di richieste nelle giornate e nelle ore più calde

Maria Rosaria Carfagna, presidente della Fondazione Mida che gestisce le Grotte di Pertosa-Auletta, ha spiegato che “è un fenomeno che stiamo registrando nell’ultimo mese, con picchi di richieste nelle giornate e nelle ore più calde. Si tratta di un ottimo segnale per il territorio perché conferma la varietà e complementarità della nostra offerta turistica. Infatti, i turisti che affollano in questi mesi la costa cilentana possono prendersi una pausa dal caldo alternativa e scoprire bellezze naturali uniche”.

Le peculiarità delle due Grotte del Cilento

Ovviamente, andare alla scoperta delle Grotte di Pertosa-Auletta, Patrimonio UNESCO, non appaga soltanto il desiderio di fuggire dalla calura incessante ma dona anche un’esperienza incredibile per chi ama la natura e la cultura.

Infatti, vantano ben due particolarità. La prima è la presenza di un fiume sotterraneo perenne, il Negro, unico navigabile in Italia, nel ramo più a sud delle grotte (chiamato Ramo della Sorgente) che torna in superficie all’ingresso. Il nome deriva da “niger”, ovvero buio, scuro, a sottolineare la sua origine nel sottosuolo da un piccolo sifone “a polla”, poiché le acque fuoriescono a pressione dando l’impressione che ribollano.
A  seconda delle stagioni, la porta idrica si aggira tra i 350 e i 600 litri al secondo. Inoltre, recenti ricerche, hanno messo in luce come il torrente (almeno in parte) derivi da una superficiale “perdita” del fiume Tanagro.

Ancora, uniche in Europa, le Grotte di Pertosa-Auletta custodiscono i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C. e rappresentano, così, un’inesauribile “miniera” di informazioni sul più antico insediamento della Valle del Tanagro, giunto fino a noi in via eccezionale grazie alle caratteristiche dell’ambiente carsico.

Da segnalare anche il Museo del Suolo (il solo in Italia), inaugurato il 22 aprile 2016, che propone un itinerario dedicato alla conoscenza della terra unico nel suo genere con visite guidate e prenotazione necessaria.
Lungo i 1500 metri quadri di esposizione, i visitatori potranno vivere una straordinaria avventura con i cinque sensi attraverso i vari strati della terra, imparando i processi di formazione dei suoli, i loro rapporti con gli ecosistemi, i paesaggi e le comunità viventi nonché l’interazione con le società umane.

L’offerta del “Chill Ticket”

Alla luce di questa nuova tendenza e per darle maggiore slancio, nella settimana che va dall’11 al 18 agosto 2024 (annunciata dagli esperti come la più calda di tutto l’anno), la fondazione Mida ha previsto l’iniziativa “Chill-ticket” (biglietto rinfrescante): uno sconto speciale per gli ingressi di coppia alle grotte nei giorni in cui le temperature supereranno i 35 gradi.

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Agropoli: viaggio alla scoperta della perla del Cilento

Il solo nome, in qualche modo, evoca bellezza: Agropoli deriva dal greco e significa “città alta”, e non a caso è proprio così che si mostra questo affascinante borgo del Cilento, con il suo centro antico posto su una zona montuosa, che a sua volta sembra tuffarsi nel limpido mare. Sì, Agropoli è una meta molto amata per il turismo balneare, ma in realtà è così bella e ricca di storia che vale la pena visitarla durante tutto l’anno. Anzi, forse in bassa stagione è ancora meglio, perché è più facile comprendere la sua anima colorata e capirne l’autenticità.

Cosa aspettarsi

A prima vista Agropoli pare quasi finta: c’è il verde scintillante del monte su cui sorge il suo centro storico, il blu del mare che incanta all’instante e i colori pastello delle casette antiche che dominano il Golfo di Salerno. La classica immagine da cartolina che in molti potrebbero pensare che sia il frutto di tanti filtri, e invece no, Agropoli è proprio suggestiva di natura.

E poi c’è la storia, tantissima, al punto che passeggiando tra le sue viette si possono scorgere i segni delle varie dominazioni che si sono susseguite, dall’epoca greco-romana, passando per i bizantini, i saraceni fino al potere vescovile. Chiunque sia passato di qua ha avvertito la stessa necessità: Agropoli doveva essere protetta dagli attacchi dei nemici, e per questo vi fu prima costruita una roccaforte, mentre in seguito divenne una cittadella fortificata.

Ma la sua storia non è di certo finita qui, perché dall’Ottocento in poi cominciò ad espandersi al di là del perimetro delle mura medievali. Nonostante questo, però, il suo centro antico è rimasto tale e quale a come era un tempo, e anche una buona parte della cinta muraria.

Situata nel cuore del magnifico Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, offre un mare cristallino in cui sventola fiera la Bandiera Blu, ma anche una gustosissima tradizione enogastronomica.

Cosa vedere

Il viaggio ad Agropoli non può che cominciare dal suo pittoresco centro antico dove si viene subito accolti da una vera peculiarità: occorre percorrere la Salita degli Scaloni, uno dei pochi esempi di salita a gradoni perfettamente conservati, che conduce ad attraversare un maestoso portone seicentesco.

Ci si ritrova poi nel bel mezzo del piccolo borgo che è pregno di vicoli fioriti, scalinate e scorci che, nelle giornate serene, permettono di ammirare persino Capri e Punta della Campanella. Impossibile non notare anche il grazioso porto turistico, specialmente in estate, perché diventa la dimora di tantissime imbarcazioni.

Agropoli, Cilento

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Veduta di Agropoli

Tra le attrazioni da non perdere c’è senza ombra di dubbio il Castello di Agropoli che svetta nei cieli dal punto più alto della città. Dalla pianta triangolare e con tre torri circolari, tra le sue mura protegge diversi edifici e una piazza che oggi si trasforma nella sede di interessanti esibizioni teatrali.

Nel corso dei secoli vi passarono personaggi di un certo calibro, come Giuseppe Ungaretti, per esempio, che parlò del borgo di Agropoli nel volume “Mezzogiorno”.

Molto interessante è anche il Palazzo Civico delle Arti, noto anche come Palazzo Cirota. Fu inizialmente costruito e utilizzato come residenza estiva, per poi diventare la sede del museo archeologico cittadino. Oggi, quindi, è il posto ideale per conoscere la ricca storia di Agropoli.

Passeggiando lungo la sinuosa costa di Agropoli, è possibile notare anche alcune torri di avvistamento. Un tempo il loro scopo era quello di difendere il territorio da eventuali attacchi dei nemici, mentre oggi colpiscono per la loro posizione e possente struttura: la Torre di San Marco è di forma circolare e sorge tra il Castello e la torre di Paestum; La Torre di San Francesco è invece quadrangolare e si fa spazio su un promontorio a picco sul mare.

Ci sono poi gli edifici religiosi, come la Chiesa della Madonna di Costantinopoli che sorge su un’altura che si affaccia sul colorato porto turistico. Decisamente interessante è anche la visita al suo interno che porta al cospetto di un bellissimo organo, il pulpito, l’altare, il presbiterio in marmo e una statua della Madonna.

Poi ancora la Chiesa dei S.S. Pietro e Paolo che negli anni è stata sottoposta a numerosi lavori di restauro, che hanno riportato alla luce colonne e reperti d’epoca greco-romana e di età medievale che si possono ammirare anche oggi.

Infine, vale la pena concludere la visita di Agropoli concedendosi una bella passeggiata sul suo prezioso lungomare dedicato a San Marco: è la zona più vivace di tutta la città.

Le spiagge di Agropoli

Se il tempo lo permette, vale assolutamente la pena scoprire anche le spiagge di Agropoli. La prima che vi consigliamo è proprio Spiaggia San Marco, la più grande di tutta la città. Il posto ideale per chi alla bellezza del mare cilentano vuole unire anche un po’ di meritato relax: è una spiaggia morbida perché composta di sabbia, ed anche un lido con diversi stabilimenti balneari e strutture ricreative per bambini. Non mancano hotel, bar, e ristoranti, così come una serie di locali per il divertimento.

Voliamo ora presso la Spiaggia di San Francesco Agropoli, che è collocata subito dopo il bellissimo porto turistico. Le sue caratteristiche sono davvero interessanti: è rocciosa, piccola e uno spot ideale per dimenticarsi del caos cittadino; la si raggiunge solcando un piccolo sentiero che parte dalla Chiesa di San Francesco; vi sorge un peculiare scoglio, dedicato anch’esso a San Francesco, in cui secondo la leggenda un devoto dedicò al frate di Assisi una croce nel bel mezzo del mare, che ancora oggi è proprio lì, mai sovrastata dal mare anche quando ci sono forti mareggiate.

Senza ombra di dubbio, davvero straordinaria è la Baia di Trentova, una piccola isoletta connessa alla costa tramite uno stretto lembo di terra, accarezzata da acque limpide e con fondali bassi e sabbiosi. Isolata dalla città, è un oasi di relax immersa nella natura.

Per ultimo, ma non per bellezza e importanza, la Grotta dell’Elefante, un vero e proprio miracolo della natura che sorge all’estremità della città e raggiungibile solo via mare.

Agropoli, la perla del Cilento

Fonte: Getty Images – Ph: Frank Bienewald

Tutta la bellezza della città di Agropoli