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Inaugurata la funivia più ripida del mondo: vi porta sulla montagna di James Bond

Una Svizzera da record: proprio sulle Alpi Bernesi è stato conquistato il primato con la funivia più ripida al mondo: un capolavoro di ingegneria che collega da Stechelberg allo Schilthorn permettendo ai turisti (e non solo) di vivere un’esperienza mozzafiato tanto per gli appassionati di montagna quanto per i fan di James Bond. Ma cosa c’entra lo 007 più famoso di sempre? Vediamolo insieme.

La funivia più ripida al mondo si trova in Svizzera

È stata inaugurata ufficialmente il 14 dicembre e proprio da quella data gli amanti dell’adrenalina possono vivere un’esperienza da record: con una pendenza del 160% la funivia della Svizzera conquista il titolo della più ripida al mondo. Si trova sullo Schilthorn, nel canton Berna e ha un impianto che vanta un’estensione di 1194 metri superando il primato precedente tenuto dalla Norvegia. Grazie a questa innovazione il percorso si riduce di 10 minuti nel raggiungere il ristorante Piz Gloria, set del film di James Bond del 1969. Sono stati investiti 3,5 milioni di franchi svizzeri e il lavoro ha richiesto un anno e mezzo di tempo per la costruzione.

Come riportato nel comunicato stampa, il direttore della Schilthornbahn SA Christoph Egger ha spiegato l’impresa mettendo in luce l’ostacolo principale: erigere un palo di sostegno a 600 metri di altezza in un luogo di difficile accesso. Per il trasporto dei materiali sono state impiegate funivie progettate appositamente, così da evitare l’uso massiccio di elicotteri.

Oggi il risultato mostra una funivia che copre un dislivello di 775 metri e dispone di due cabine automatizzate, ciascuna con una capienza di 85 passeggeri. Durante questo importante intervento è stata anche rinnovata la fibra ottica lungo 1200 km per poter gestire dati e connessioni per tutta l’area visitatori e supportare l’innovazione del sistema informatico che è diventato così di ultima generazione.

Si parte dalla stazione posizionata nella valle di Lauterbrunnen, recentemente ristrutturata, per sfruttare poi l’intero sistema di funivie che collega Stechelberg allo Schilthorn in quota a 3000 metri. Il progetto, conosciuto con il nome di Schilthornbahn 20XX, garantisce un percorso più diretto e rapido contando un investimento complessivo di circa 100 milioni di franchi svizzeri.

Si trova in Svizzera la funivia più alta al mondo

Fonte: Garaventa AG

Con una pendenza del del 160% il progetto nel canton Berna conquista il titolo di funivia più alta al mondo

Con la funivia si va sulle tracce di James Bond

L’infrastruttura fa parte del progetto Schilthornbahn 20XX che ha lo scopo di rivoluzionare il collegamento verso Schilthorn. I fan di 007 se lo ricorderanno nel film “Al servizio segreto di Sua Maestà” del 1969. Proprio nelle scene più salienti ci si trovava presso il ristorante girevole Piz Gloria.

Una delle caratteristiche che hanno reso iconico il locale? La vista a 360 gradi su oltre 200 cime alpine. Tra le viste più suggestive? Quelle su Eiger, Mönch e Jungfrau, riconosciuto come un Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il design porta la firma dell’architetto bernese Konrad Wolf ed anch’esso ha un primato: è stato il primo ristorante al mondo a ruotare. La struttura impiega circa 45 minuti per muoversi sul proprio asse e regalare un’experience davvero speciale agli avventori del ristorante.  Un’innovazione che ha contribuito a renderlo famoso a livello internazionale.

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Escursione sul Rucu Pichincha a Quito: cose da sapere

A nord di Quito, il vulcano Pichincha domina la capitale dell’Ecuador e ha dato il nome alla provincia di cui la città fa parte. Il vulcano è in realtà composto da due cime distinte, il Rucu Pichincha (noto come “Vecchio Pichincha” in quechua), a 4.698 m, e il Guagua Pichincha (noto come “Bambino Pichincha”), a 4.784 m. È quindi il più basso e antico dei due quello direttamente accessibile dalla funivia di Quito.

L’escursione sul Rucu Pichincha

I Pichincha sono vulcani gemelli, si trovano a pochi chilometri a ovest di Quito e sono molto visibili dalla capitale dell’Ecuador. I due vulcani sono ben distinti: il Gagua Pichincha, che significa BABY Pichincha, è il più alto e ancora attivo, mentre il Rucu Pichincha è più basso e più vicino a Quito, ma inattivo. L’ultima eruzione del Gagua è avvenuta nell’ottobre 1999 e ora si può notare la nuova cupola formatasi sul fondo del cratere. Possono essere scalati in maniera indipendente in due diverse escursioni, da affrontare con le dovute accortezze. Sono diventati un importante simbolo storico e turistico di Quito e dell’Ecuador. Entrambi, il Guagua e il Rucu Pichincha, offrono condizioni eccellenti per un acclimatamento morbido, magari in vista di altre escursioni sulle vette del continente, e viste mozzafiato su Quito e sull’Avenida dei Vulcani. Molte piante, colture endemiche colorate e diversi uccelli andini decorano il paesaggio sempreverde del Páramo.

sentiero rucu pichincha

Fonte: iStock

In cammino verso la cima del Rucu Pichincha

In passato, il sentiero per il Rucu era considerato piuttosto pericoloso, con bande che si aggiravano intorno alla montagna e aggredivano i viaggiatori. Visto che la scalata di questo vulcano stava diventando sempre più popolare tra i turisti, il governo ecuadoriano ha fatto un ottimo lavoro per rendere la zona più sicura: ora è possibile percorrerla a piedi senza temere aggressioni. Per iniziare la salita, dovrai arrivare fino alla stazione della funivia di Quito, con cui salirai fino ai 4000 metri di Cruz Loma. Una volta lì, dovrai prendere il sentiero lungo il fianco orientale della montagna che ti condurrò a una zona di ghiaia ripida prima di raggiungere la cima del Rucu Pichincha a 4627 metri. Qui potrai fare una pausa prima di tornare indietro verso la funivia e fare rientro in città.

Il sentiero per il Rucu Pichincha

Il sentiero che porta al vulcano è abbastanza facile da trovare. Basta seguire il tracciato mantenendo la splendida vista di Quito sulla destra e presto si vedrà l’indicazione per il vulcano Pichincha. Il percorso da seguire è ben visibile, a causa della vegetazione scomparsa per via del calpestio (ma a volte diventa meno chiaro man mano che ci si avvicina alla cima). All’inizio il sentiero sale e poi scende, superando alcune colline erbose da cui si gode una vista mozzafiato su Quito, che occupa tutta la valle. A questo punto ci si rende conto che l’escursione non sarà una semplice passeggiata! L’altitudine è già superiore a 4100 mt. e la respirazione è difficile. A poco a poco, il paesaggio diventa più roccioso, selvaggio e austero. Man mano che si sale di quota, le condizioni meteorologiche possono peggiorare, il vento si fa più forte, le nuvole colpiscono il viso e l’ossigeno viene a mancare.

Dopo un po’, il sentiero escursionistico si trasforma in un percorso di arrampicata. È un po’ sorprendente quando, dopo aver seguito un sentiero ben battuto fino a quel momento, ci si trova improvvisamente di fronte a rocce che bloccano il cammino. Ci si chiede se si debba aggirarle, scalarle? La risposta è sì, bisogna scalarle. Quando si inizia a scalare le parti rocciose, la vetta non è lontana. E il pendio diventa davvero ripido. Iniziano le difficoltà respiratorie. Ora siamo a 4500 metri, il solo camminare diventa molto difficile. La soluzione è quella di fare tante brevi pause per riprendere fiato.

teleferica rucu pichincha

Fonte: iStock

Sali sul vulcano Pichincha con la comoda teleferica

Dove si trova?

Il Rucu Pichincha si trova a cinque miglia a ovest di Quito ed è facilmente raggiungibile con un’escursione giornaliera. Il modo migliore e più veloce per arrivare è noleggiare un’auto o prendere un taxi fino alla funivia. Da lì, potrai decidere se salire con la teleferica (il viaggio costa circa 10 euro) o a piedi. In questo caso, il primo tratto dell’escursione è di circa 5 km fino al punto di arrivo della funivia. Anche se seguire il sentiero è abbastanza semplice, questa parte dell’escursione non è uno scherzo, perché in alcuni tratti è molto ripida e con la necessità di superare dei punti particolarmente rocciosi. Fai attenzione al meteo ovviamente perché se le nuvole iniziano a scendere potresti non riuscire più a vedere molto e a non seguire correttamente il percorso, che nel tratto finale diventa più arduo e necessita di una buona visibilità per essere affrontato in sicurezza. Quando si arriva in cima ci si può riposare all’interno della caffetteria e sedersi a godere del panorama (e dell’impresa appena compiuta).  Inoltre, si possono fare alcune attività come altalene panoramiche e noleggiare biciclette. Sicuramente, la vista panoramica è il motivo principale per cui si affronta la salita alla vetta del Rucu Pichincha. Per arrivare sulla vetta del vulcano gemello, il Guagua, ti servirà un veicolo 4×4 con il quale arrivare fino a una zona pianeggiante dove iniziare a camminare fino alla cima. Prima di raggiungere il bordo del cratere e la vetta, osserverai gli effetti dell’ultima eruzione, come la nuova cupola formatasi nel 1999.

quito panorama

Fonte: iStock

Vista dall’alto sulla bellezza di Quito

Come prepararsi all’alta quota?

Il nostro consiglio è quello di stare a Quito per almeno 2 o 3 giorni prima di tentare la scalata, per permettere al tuo corpo di produrre abbastanza globuli rossi. Sarebbe ancora meglio visitare alcuni luoghi nei dintorni di Quito a un’altitudine maggiore, per stimolare ancora meglio il processo di acclimatamento. Questa escursione dovrebbe essere fatta al mattino, perché spesso il tempo si guasta nel pomeriggio. Consigliamo vivamente di essere pronti a salire non appena la funivia apre, per avere le migliori possibilità di avere bel tempo e una splendida vista dalla cima. Questa escursione può risultare estremamente lunga, soprattutto se si sceglie di non usare la funivia e nel tuo equipaggiamento non potranno mancare stivaletti da trekking, giacca da pioggia, filtro per l’acqua, repellente per insetti, cappello, occhiali da sole e crema protettiva. Il bello di questa escursione è che potrai percorrere la strada più o meno lunga, e sarà comunque estremamente gratificante. Si rimane sbalorditi dalla vista non solo su Quito, ma anche dei vulcani. Può sicuramente essere considerato un percorso di media-alta difficoltà, per il quale è necessario essere ben preparati, ma ne vale indubbiamente la pena. Arrivare in cima è una sensazione fantastica. La mancanza di ossigeno svanisce e viene sostituita dalla gioia. Ci si sente davvero orgogliosi di non aver mollato. E in cima, è bello poter camminare di nuovo su un terreno pianeggiante!

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Monteviasco, il borgo appeso a un filo, perché qui non arrivano le strade

A pochi chilometri da Varese c’è un borgo fermo nel tempo e il percorso per raggiungerlo è un’esperienza di per sé. Stiamo parlando di Monteviasco, paesino di montagna facente parte del comune di Curiglia dove vivono circa 15 abitanti, isolato da tutto perché letteralmente “appeso a un filo”. Qui non ci sono strade e, oltre i 1400 gradini di una mulattiera da percorrere a piedi, fino al 2018 l’unico modo per raggiungerlo era una funivia, ora tristemente inattiva.

L’abitato, affacciato sul Lago Maggiore, appare silenzioso anche se, dentro di loro, gli abitanti chiedono a gran voce un cambiamento che ancora oggi non viene ascoltato. I suoi scenari, quindi, sono riservati ai pochi camminatori e avventurieri che intraprendono il percorso attraverso i gradini per poi essere ripagati da un borgo dalla bellezza caratteristica. Le case sono rustiche, fatte in piode con balconi in legno, mentre i vicoli sono lastricati in pietra, secondo la tradizionale “rizzada”.

Monteviasco, il borgo isolato dal mondo

Monteviasco non è sempre stato un borgo isolato. La funivia Ponte di Piero-Monteviasco, realizzata nel maggio del 1989, permetteva di raggiungerlo facilmente in meno di dieci minuti da chiunque volesse sfuggire al caos turistico del Lago Maggiore per rintanarsi nella quiete del paesino e della sua natura circostante. Tutto questo fino al 2018, quando lo storico manutentore dell’impianto morì a causa di un incidente. Da quel giorno sono passati ben 6 anni e, seppur dopo un primo sequestro da parte della magistratura la funivia è stata ammodernata e i lavori di adeguamento sono terminati a dicembre, il borgo vive ancora nel suo isolamento.

Oltre ad aver causato una progressiva diminuzione del numero di abitanti, la situazione ha provocato non poche rinunce e disagi per chi, invece, ha deciso di restare in attesa di un cambiamento che tarda ad arrivare. Sono loro, gli abitanti che non vogliono abbandonare il borgo che amano e che desiderano veder rinascere, a prendersene cura in qualità di volontari. Con amore per il proprio paese, si impegnano a mantenere in ordine i selciati che rappresentano le strade, a sgomberare e liberare il borgo dai rifiuti e a garantire un’accoglienza dignitosa a chi raggiunge Monteviasco, oggi possibile solo a piedi.

E sono gli stessi abitanti a chiedere un cambiamento e la riapertura della funivia per terminare questo isolamento dal mondo e rendere la loro quotidianità più semplice in nome del diritto di abitare il proprio borgo.

Un’occasione per perdersi nella natura

La Val Veddasca si origina al valico dell’Alpe di Neggia, nel territorio svizzero di Gambarogno e termina a Maccagno, dove sbocca sul Lago Maggiore. Sono molti gli itinerari possibili per andare alla scoperta di queste bellissime Prealpi lombarde in mezzo a castagni, faggi e noci e alcuni di questi partono proprio da Monteviasco. Dal borgo infatti, curato e con una chiesetta bellissima, cominciano silenziosi sentieri ideali per chi desidera semplicemente perdersi nella bellezza della natura, tra pinete, boschi e alpeggi.

I più allenati, per esempio, possono percorrere il suggestivo anfiteatro della Val Viascola sul sentiero contrassegnato dalla segnaletica 3V Via Verde Varesina, colore bianco-rosso dove, in circa 2 ore e 30 minuti, si passano Alpe Pulosa, Alpe Fontanella, Alpe Cortetti, Viasco e Curiglia.

Attendiamo nuovi aggiornamenti sulla funivia per poter tornare a scoprire il borgo in sicurezza (considerando che il sentiero della mulattiera non è semplice e non adatto a tutti), per ascoltare le storie dei suoi abitanti e condividere con loro i meravigliosi paesaggi offerti dal paese e dal territorio circostante.

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Apre una funivia con vista mozzafiato sul Lago di Como

Siete mai saliti a bordo della funivia più ripida d’Italia? Si trova in provincia di Como e offre una vista mozzafiato sul lago e sulle montagne che lo circondano. La funivia Argegno-Pigra è una vera e propria attrazione turistica, ma non solo: si rivela davvero molto utile per chi abita nelle vicinanze e per chi lavora o studia lontano da casa. Purtroppo, da un anno e mezzo è fuori servizio e si attende da tempo la sua riapertura. Che, a quanto pare, finalmente è vicinissima.

Riapre la funivia Argegno-Pigra

L’impianto che collega il borgo di Argegno a quello montano di Pigra, in provincia di Como, è ormai chiuso dall’ottobre 2022. Si parlava di una sua possibile riapertura durante la scorsa estate, ma il momento tanto atteso – sia dai turisti che dai residenti – ha continuato a slittare nel tempo. Finalmente, dovremmo esserci: la data prevista per la ripartenza della funivia è il 15 giugno 2024, sebbene Atm Milano – l’azienda che si occuperà della sua gestione – sta ancora effettuando gli ultimi controlli. Un anno fa, infatti, il Comune aveva avviato l’iter per raccogliere le adesioni riguardanti la riapertura della funivia, considerata un servizio importantissimo per le comunità locali.

La richiesta del Comune ha trovato grande interesse, così Atm si è fatta avanti e ha lavorato duramente per rimettere in sesto l’impianto. Il primo obiettivo è quello di far ripartire la struttura per sole tre volte alla settimana, ma ci si aspetta di poter tornare a lavorare a pieno regime il prima possibile, forse già entro la fine dell’estate. “Riteniamo la riapertura della funivia di Pigra di primaria importanza in quanto, oltre a rappresentare un importante attrattore turistico per la zona, crea opportunità, connessioni e crescita economica. La funivia è, infatti, il ponte che collega il passato al futuro” – ha affermato Giovanni Stefano Galli, presidente dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Como, Lecco e Varese.

La storia della funivia più ripida d’Italia

La funivia Argegno-Pigra è la più ripida d’Italia (ad esclusione del piccolo impianto che permette di raggiungere il Santuario del Sacro Monte di Varallo). Permette infatti di superare un dislivello di oltre 650 metri in appena 4 minuti, offrendo ai passeggeri un panorama mozzafiato: quello del Lago di Como e delle montagne che lo circondano, le Prealpi Comasche. L’impianto prevede l’utilizzo di due cabine da 12 posti, le quali affrontano un percorso dalle pendenze incredibili – si passa dal 71% al 95%. La sua importanza, come abbiamo visto, non è solo turistica.

La funivia consente infatti agli abitanti di Pigra e dintorni di raggiungere in un attimo il borgo di Argegno, da dove si può facilmente prendere il traghetto per Como o per Bellagio. Se un primo progetto venne abbozzato già nel 1913, purtroppo si dovette attendere solamente il 1971 per poter inaugurare l’impianto, che permise di congiungere i paesi irraggiungibili della Val d’Intelvi alla riva del Lago di Como. Il suo funzionamento, tuttavia, trovò un primo ostacolo nel 2010: a causa della mancanza di fondi per effettuare i necessari lavori di manutenzione, la funivia venne chiusa.

Grazie all’interesse dei cittadini, l’impianto riaprì appena un anno dopo. Ma nell’ottobre 2022 qualcosa si è bloccato nuovamente. Stavolta ci è voluto un po’ di più prima di riuscire a trovare la giusta soluzione, tuttavia pare proprio che si sia vicini ad una svolta. Il 15 giugno la funivia dovrebbe ripartire, offrendo ai turisti una possibilità unica per godersi il panorama del Lago di Como.

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Sospesi nel vuoto per 5 minuti: raggiungere il Dalai Lama con la funivia

Immersa nella verdeggiante valle di Kangra e adagiata alla catena montuosa del Dhauladhar, troviamo la cittadina indiana di Dharamshala, capoluogo del distretto di Kangra, nonché luogo intriso di fascino e spiritualità. Circondato da fitte conifere e da sconfinate piantagioni di tè che si perdono all’orizzonte, questo territorio è una delle mete di pellegrinaggio più celebri di tutto il mondo.

È qui infatti, nel luogo simbolo della storia del Tibet e del subcontinente indiano, che migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo si riuniscono. Non lo fanno solo per lasciarsi meravigliare dal territorio e dalle sue storie, ma soprattutto per raggiungere la parte alta della città, lì dove è situata la dimora del Dalai Lama.

La piccola cittadina, abitata da circa 20.000, persone è divisa in due aree situate a circa 9 km l’una dall’altra, ma con un dislivello di oltre 1000. Dalla parte bassa della città è possibile raggiungere quella alta per visitare il Tsuglagkhang. Ma se prima pellegrini, monaci e cittadini, si trovavano ad affrontare ore di viaggi in automobile o in autobus, adesso potranno arrivare in soli 5 minuti grazie alla nuova funivia Dharamshala Skyway.

Raggiungere il complesso Tsuglagkhang in 5 minuti

La località montana del distretto di Kangra è una popolare attrazione per viaggiatori e pellegrini, un luogo mistico e spirituale impregnato dal buddhismo tibetano, di cui il Dalai Lama ne è capo e maestro. Ed è proprio da lui, e in quella che è la sua residenza dal 1959, situata nella parte alta della città, che migliaia di turisti si recano ogni giorno.

Partendo dall’Upper Dharamsala, fino a poco tempo fa, occorreva attraversare una strada tortuosa che, seppur di breve lunghezza, trasformava i viaggi in interminabili ore di code e traffico, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica.

Non solo traffico, ma anche inquinamento che andava a discapito dell’ambiente e della cittadina. Proprio a partire da queste consapevolezze, l’amministrazione locale ha scelto di creare un nuovo mezzo di trasporto. Una funivia ai piedi dell’Himalaya che conduce alla residenza del Dalai Lama in soli 5 minuti.

Dharamshala Skyway: la funivia che conduce al Dalai Lama

Dharamshala Skyway, questo è il nome dell’impianto a fune, è stata realizzata dall’azienda altoatesina Leitner del gruppo HTI con l’obiettivo di consentire a monaci, turisti e residenti di raggiungere i più importanti luoghi di culto del buddismo tibetano.

Dotata di 24 cabine da 8 posti l’una, Dharamshala Skyway potrà trasportare fino a 1.000 persone all’ora lungo un percorso di 1.775 metri in soli 5 minuti, godendo anche di un panorama straordinario su tutto il territorio.

Situata in una posizione strategica, la stazione a valle si trova nelle immediate vicinanze del terminal degli autobus mentre quella a monte a soli 300 metri dalla residenza del Dalai Lama.

Sospesi del vuoto a oltre 1000 metri d’altezza, ma solo per 5 minuti, pellegrini, visitatori, viaggiatori, ma anche cittadini, potranno raggiungere in maniera agevole l’intero complesso Tsuglagkhang, che comprende il Photang (residenza del Dalai Lama), il Museo del Tibet, il Tempio di Tsuglagkhang e il Tempio Namgyal, per entrare in contatto con una cultura lontana dalla nostra, per vivere un’esperienza indelebile e suggestiva.

Dharamshala Skyway

Dharamshala Skyway, la funivia che conduce al Dalai Lama