Categorie
Arte e cultura Bologna Città d'Arte Idee di Viaggio itinerari Itinerari di 1 giorno mete storiche Viaggi Viaggi Relax

Un giorno a Bologna: ecco cosa vedere in 10 imperdibili tappe

Weekend libero e voglia di fare una gita fuori porta? Bologna è sicuramente un’ottima scelta! Una città che va vissuta attraverso tutti i sensi. Si ascolta nel delicato rimbombo dei passi sotto i portici, si ammira tenendo sempre il naso all’insù, si respira nel profumo di ragù che proviene da una finestra aperta e si tocca nelle texture ruvide dei suoi palazzi storici. Un giorno può bastare per innamorarsene, ma solo se sai dove guardare. Ecco cosa vedere a Bologna in un giorno: un itinerario in 10 tappe pensato per esplorare buona parte del centro storico, senza fretta, ma con un buon ritmo per non perderti i punti di interesse più iconici ed emozionanti.

Tappa 1: Piazza Maggiore, il cuore di Bologna

Il nostro itinerario in 10 tappe su cosa vedere a Bologna in un giorno, parte dal cuore della città: Piazza Maggiore. Un rettangolo in pietra chiara che unisce secoli di storia e che si presenta come un palco dove va in scena la vita dei bolognesi. Questa piazza, risalente al XII secolo, è circondata da edifici storici che raccontano la vita politica, economica e spirituale della città, tra cui:

  • Basilica di San Petronio: una delle chiese più grandi d’Europa, con una facciata incompiuta, dei dettagli al suo interno che fanno ancora discutere e una storia tutta da raccontare che testimonia le ambizioni e le vicissitudini della città.
  • Palazzo d’Accursio: sede storica del comune, al suo interno troviamo il Museo Morandi, dedicato al celebre pittore bolognese e una terrazza panoramica che offre una vista mozzafiato sulla piazza e sul centro storico.
  • Palazzo dei Banchi: un elegante edificio costruito a metà del 1500 per conferire alla piazza più uniformità e coprire le retrostanti vie del mercato. Il palazzo deve il suo nome ai “banchi” che esercitavano attività di cambiavalute.

Tappa 2: La fontana del Nettuno, tra storia e segreti

Sul lato di Piazza Maggiore, si apre Piazza del Nettuno, che prende il nome dalla celebre fontana del Nettuno, realizzata a metà 1500 dallo scultore Giambologna. Dal centro della fontana si erge maestoso il dio del mare, Nettuno, con un’altezza di 3,4 metri. Attorno al dio, putti e sirene che rappresentano i fiumi dei continenti di cui si era a conoscenza all’epoca: Danubio, Nilo, Gange e Rio delle Amazzoni. La fontana del Nettuno cela al suo interno uno dei famosi 7 segreti di Bologna. Per scovarlo, dovrai posizionarti su una specifica mattonella dietro il Nettuno (la più scura fra tutte) e, con un gioco ottico, noterai che il pollice della mano sinistra di Nettuno, sembra un’erezione. Questo effetto è stato voluto dallo scultore come segno di protesta nei confronti del clero che criticò l’eccessiva virilità della statua.

Tappa 3: Sala Borsa, un’affascinante sorpresa

Dopo esserti divertito con il segreto del Nettuno, voltati di 90°, ti troverai davanti a una delle sorprese più affascinanti di Bologna: la Sala Borsa. Quella che una volta era la Borsa Valori di Bologna, dove si svolgevano le contrattazioni finanziarie e commerciali della città, oggi è una biblioteca pubblica frequentata da studenti e lettori. Varcata la sua soglia verrai accolto dal salone principale e dal suo ampio pavimento in vetro sotto il quale si possono ammirare i resti archeologici della Bologna romana, con strade e fondazioni che risalgono a duemila anni fa.

Tappa 4: Il Palazzo dell’Archiginnasio, culla dell’Alma Mater Studiorum

Palazzo dell'Archiginnasio a Bologna

Fonte: iStock

La culla dell’università bolognese: l’Archiginnasio

Continuiamo a scoprire il carattere culturale della città – che le è valso il nomignolo di “Bologna la Dotta” – con un’immersione nella sua vita universitaria. A pochi passi da Piazza Maggiore, merita una visita il Palazzo dell’Archiginnasio, uno dei luoghi più simbolici della città, nonché culla della Bologna universitaria. Fu proprio questo edificio a diventare, nel XVI secolo, la prima sede unificata dell’Università di Bologna, l’Alma Mater Studiorum, la più antica del mondo occidentale. Il suo cortile interno è affollato da stemmi araldici che appartengono a professori e studenti illustri provenienti da tutto il mondo. Il ruolo dell’edificio oggi è quello di Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, la quale custodisce milioni di volumi.

Tappa 5: Via delle Pescherie Vecchie, tra profumi e sapori

A questo punto della giornata ti sarà sicuramente venuto un certo languorino. Assecondalo passeggiando tra i profumi e i sapori di Via delle Pescherie Vecchie, un luogo dove Bologna si esprime in tutta la sua golosità tra botteghe storiche, piccole taverne, localini e banchi di frutta, salumi e formaggi. Una reminiscenza del vecchio mercato che brulicava di vita e che oggi non è da meno. Fermati per un aperitivo a base di tigelle, taglieri gustosi e un buon calice di vino.

Tappa 6: Le due torri, icone di Bologna

Dopo esserti riempito lo stomaco di delizie, prosegui la tua passeggiata fino alle celebri torri di Bologna. Simboli iconici della città, la Torre degli Asinelli e la Garisenda dominano il centro storico con la loro aria antica e sgangherata. Se vuoi provare l’esperienza di una vista mozzafiato sui tetti caldi e rossi di Bologna, puoi scalare la più alta delle due – la Torre degli Asinelli – affrontando 498 scalini in legno scricchiolanti. La vista ti toglierà il fiato ma, se non te la senti, non ti preoccupare, anche dai loro piedi le torri hanno un impatto davvero imponente.

Tappa 7: I portici di Bologna, patrimonio UNESCO

I portici di Piazza Santo Stefano a Bologna

Fonte: iStock

I meravigliosi portici bolognesi, patrimonio UNESCO

Non è un’attrazione che si concentra in un un punto preciso di Bologna ma si snoda per tutta la città, come un sistema circolatorio che la nutre di bellezza. Camminare sotto i portici bolognesi è una vera e propria esperienza. 60 chilometri di percorso coperto, 40 dei quali sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Tutti diversi, ma tutti magnifici. A nostro avviso, i più suggestivi sono:

  • Il porticato di Via Zamboni: in piena zona universitaria, ha un look vivace e fatiscente, da apprezzare per la sua autenticità.
  • Il porticato di Via Farini: l’opposto di quello di Via Zamboni, elegante e signorile, caratterizzato da raffinate boutique e negozietti.
  • Il porticato di Strada Maggiore: imponente e maestoso, sorretto da colonne robuste scultoree.
  • Il porticato della Basilica di Santa Maria dei Servi: sorprende per il suo soffitto completamente affrescato e per la sua lunghezza. Decisamente tra i più belli del centro.

Se ti trovi ancora nei pressi delle Torri, imbocca il porticato di Strada Maggiore per raggiungere la prossima tappa!

Tappa 8: Piazza Santo Stefano, dove il silenzio si fa mistico

Qualche metro sotto i portici di Strada Maggiore, e ti ritroverai presto in una delle piazze più belle della città: Piazza Santo Stefano. Un luogo in cui il tempo sembra sospeso, dove il brusio della città si affievolisce improvvisamente e tutto viene pervaso da un’atmosfera lenta e calma. La piazza di presenta con una forma irregolare e con un pavimento che pende leggermente. Al suo centro, si apre il complesso di Santo Stefano. Conosciuto come il complesso delle Sette Chiese, è un insieme di edifici religiosi che, un tempo, rappresentava un vero percorso spirituale. Oggi, quello che rimane di questo complesso sono quattro chiese comunicanti che si aprono tra cortili silenziosi, chiostri e cripte. Un luogo dove regna la pace e il silenzio, perfetto per prendersi una pausa dal trambusto della città. Qualsiasi la stagione, qualsiasi sia l’orario, questo è uno dei quei classici posti che ti fanno venire voglia di fermarti un po’ di più di quanto previsto.

Tappa 9: La piccola Venezia e la sua finestrella segreta

Il canale che si vede dalla finestrella di Via Piella, Bologna

Fonte: iStock

La piccola Venezia, nascosta dietro la finestrella di Via Piella a Bologna

Tra le cose da vedere a Bologna in un giorno, ce n’è una che spiazza per la sua delicatezza: la piccola Venezia. Per poterla vedere, dovrai andare in via Piella, cercare una piccola finestra segreta incassata nel muro e aprirla.  Davanti ai tuoi occhi, ti si aprirà uno scorcio da cartolina: il Canale delle Moline che scorre placido tra case dai colori caldi e balconcini fioriti. Quella che oggi sembra una scenetta romantica, un tempo faceva parte di una grande macchina ingegneristica: i canali servivano a portare forza e acqua ai mulini che foraggiavano le industrie tessili della città, rendendo Bologna una delle città più avanzate da un punto di vista tecnologico di tutto il medioevo. Pssst, ti sveliamo una cosa: la finestrella di Via Piella è uno dei 7 segreti di Bologna!

Tappa 10: Il mercato delle erbe, per una gustosa conclusione

Ultima tappa del nostro itinerario delle cose da vedere a Bologna in un giorno è il Mercato delle Erbe! Il luogo migliore per chiudere la giornata con gusto. Situato tra Via Ugo Bassi e Via Belvedere, questo mercato al coperto è uno dei luoghi preferiti dai locals per fare un aperitivo o un’apericena. Questo posto nasce come mercato ortofrutticolo nel 1910 oggi, invece, è uno spazio polifunzionale all’insegna dei sapori della tradizione. All’ingresso svolge ancora il ruolo per cui è nato presentando bancarelle di frutta, verdura, formaggi e salumi. Addentrandosi, invece, il mercato si trasforma e verrai accolto da moderni bistrot, wine bar e trattorie. La tappa perfetta per chiudere questo itinerario in bellezza!

Cosa vedere nei dintorni di Bologna

Se hai un po’ di tempo in più, ci sono alcuni luoghi incredibili a pochi minuti dal centro di Bologna, perfetti per una gita in stile emiliano e per assaporare appieno l’atmosfera della nostra splendida Italia. Ecco la nostra Top 3 (+1) di cose da vedere nei dintorni di Bologna:

  • Santuario di San Luca: puoi raggiungerlo a piedi partendo dal centro di Bologna con una camminata sotto il portico più lungo del mondo (o con il trenino turistico dedicato). Terminato il portico e scalati tutti i gradini, arriverai al santuario della Madonna di San Luca, il quale domina la città regalandoti una vista spettacolare suoi suoi tetti.
  • Dozza: un piccolo borgo medievale che si distingue per i murales che decorano le sue case. Una specie di atelier d’arte a cielo aperto che merita una passeggiata.
  • Rocchetta Mattei: se ti piacciono i castelli, ti consigliamo una visita a Rocchetta Mattei, un castello fiabesco e surreale che incanta per il suo mix di stili gotico e moresco. Questo luogo è un pelo più distante dal centro, ci vuole un’oretta abbondante di auto.
  • Vignola: a un’ora da Bologna, Vignola è la gita fuori porta ideale da fare in primavera, quando i ciliegi sono in fiore e l’atmosfera è delicata ed elegante.

Cosa vedere a Bologna se hai un giorno in più a disposizione

Infine, per concludere questa guida, ti lasciamo delle attrazioni extra da aggiungere al tuo itinerario qualora riuscissi a dedicare un giorno in più al tuo soggiorno bolognese. Ecco cosa vedere a Bologna in due giorni, oltre a quello che ti abbiamo già indicato:

  • Museo Internazionale e Biblioteca della Musica: collocato nel cuore di Strada Maggiore e all’interno di un elegante palazzo settecentesco, il Museo della Musica conserva spartiti originali, strumenti rari e scambi epistolari tra artisti e compositori che hanno fatto la storia della musica. Un luogo suggestivo che sottolinea l’importanza di questa disciplina per Bologna, la quale – non a caso – è stata denominata Città Creativa UNESCO per la Musica.
  • La Casa di Lucio Dalla: restiamo sempre in ambito musicale con una chicca pensata per gli amanti del cantautorato italiano. La casa di Lucio Dalla, in Via d’Azeglio è visitabile su prenotazione e rappresenta uno scrigno di ricordi, strumenti, opere d’arte e oggetti del celebre cantautore scomparso improvvisamente nel 2012. Un viaggio nella mente di un visionario.
  • Palazzo Poggi e i musei universitari: una tappa perfetta per gli amanti della scienza naturale e umana. Qui sono custodite le collezioni storiche dell’Università di Bologna, tra cui modelli in cera, strumenti anatomici, mappe e reperti di vario tipo.
  • Piazza San Francesco e il Pratello: ultimo luogo d’interesse da aggiungere alla lista di cose da vedere a Bologna in due giorni è Piazza San Francesco e la via del Pratello. La piazza è un luogo amatissimo dai bolognesi per la sua ampiezza silenziosa e l’atmosfera tranquilla che si respira soprattutto nelle ore diurne, ma è altrettanto amata dagli studenti che, alla sera, si ritrovano qui e si divertono a cantare e suonare la chitarra seduti per terra di fronte alla maestosa facciata della chiesa. La piazza si collega a Via del Pratello, un’arteria vivace che pulsa al ritmo di osterie vecchio stile, studenti che si ritrovano nei bar e musica live che proviene dei suoi locali.
Categorie
Arte e cultura Bologna Città d'Arte Idee di Viaggio Viaggi Viaggi Relax

Portici, torri e pasta fresca: cosa vedere a Bologna

Bologna la Dotta, la Rossa, la Grassa. Bologna che canta, Bologna che conquista il cuore di tutti. Una città che non si mostra subito, ma si svela a poco a poco, passo dopo passo. Un luogo che lascia un segno indelebile sul cuore di chi ha la fortuna di viverla, anche solo per poco tempo. Con la sua identità medievale ancora perfettamente intatta, l’anima colta, l’indole godereccia e un’ironia tutta emiliana che trasuda da muri rossi e piatti colmi di pasta fresca, Bologna è un invito a godersi la vita. Una città che profuma di libri, suona di cantautorato, sa di pasta fresca della domenica e ti osserva dall’alto con le sue torri sgangherate, mentre il sole tramonta dietro quei famosi colli bolognesi che Cesare Cremonini ha tanto decantato in sella alla sua 50 Special. Se stai pianificando una gita in questa città così ricca di vita, ti starai sicuramente chiedendo cosa vedere e cosa fare. Le risposte le troverai tutte in questa guida: ecco cosa vedere a Bologna!

Piazza Maggiore

Chissà per quanti versi delle sue canzoni Lucio Dalla ha tratto ispirazione dall’atmosfera magica e sospesa di Piazza Maggiore, la piazza principale di Bologna. Un vero palcoscenico a cielo aperto, dove si consumano scene quotidiane da osservare con occhio attento, dove si raccontano storie che riecheggiano tra i muri del sagrato incompiuto di San Petronio e volano leggere, spinte dal vento, da un portico  all’altro. Fermati al centro della piazza, ruota su te stesso e ammira la Basilica, Palazzo d’Accursio e il Nettuno, che sorveglia i passanti con il suo tridente e uno sguardo vivo. E di notte… di notte la malinconia si accende, e la piazza diventa un luogo da ammirare in silenzio e solitudine.

La Basilica di San Petronio

La Basilica di San Petronio ha una storia tutta da raccontare. Voluta dal Comune nel 1390, e non dal clero, è la chiesa del popolo bolognese: un simbolo laico di una città che ha sempre rivendicato la propria autonomia. Il sogno era ambizioso: costruire la più grande basilica d’Europa, persino più imponente di San Pietro. Ma il papato, temendo questa sfida simbolica, fece deviare il progetto bloccandone l’espansione. Così, la facciata di San Petronio è rimasta una promessa non mantenuta: incompleta, asimmetrica e spoglia nella sua parte superiore. All’interno, la narrazione è potente. Qui si trova meridiana di Cassini, la più lunga al mondo, tracciata nel 600 per calcolare con precisione il calendario e i solstizi. E poi ci sono gli affreschi, che ancora oggi fanno discutere: tra paradisi e inferni danteschi, spicca l’immagine di Maometto tra i dannati. Una scelta iconografica controversa, che ha attirato proteste e minacce, ma che testimonia anche lo spirito libero, colto e provocatorio di Bologna.

Palazzo d’Accursio

Il cuore politico di Bologna. Un tempo sede del governo cittadino, oggi Palazzo d’Accursio accoglie il museo Morandi e un belvedere che regala una splendida vista su Piazza Maggiore. Il nome del palazzo si deve al giurista che vi abitò nel Duecento, quando Bologna era già un centro vitale di diritto e sapere. Una volta salite le ampie scale in pietra, si accede alle meravigliose sale affrescate del primo piano e al Museo Morandi, dedicato al celebre pittore bolognese. Ma la vera chicca è il suo ampio terrazzo panoramico che si apre su Piazza Maggiore regalando uno sguardo inedito e sospeso sulla città.

Casa di Lucio Dalla

Restando sempre nella zona di Piazza Maggiore, a pochi passi verso Via d’Azeglio, si trova la casa di Lucio Dalla, oggi casa-museo. Dietro un semplice portone si apre un vero e proprio universo: gli ambienti sono rimasti come li aveva lasciati lui; ricchi di ricordi, storie e musica. Ogni stanza è affollata da quadri, maschere teatrali, strumenti musicali e fotografie con amici e artisti. Visitare questo luogo significa entrare nella mente di un cantautore che ha raccontato Bologna (e l’Italia) con ironia, delicatezza e profondità. Una casa eccentrica e piena di vita. Per visitarla di accede solo tramite visita guidata, ti consigliamo di controllare sul sito ufficiale date, disponibilità e costi.

Le Torri di Bologna: Asinelli e Garisenda

Le torri di Bologna dal basso

Fonte: iStock

Le maestose torri simbolo di Bologna

Possiamo affermare che la Bologna medievale è stata una pioniera del concetto di skyline. Sì, perché la città emiliana contava circa 180 torri, simboli di potere e prestigio delle famiglie nobiliari. Oggi ne sopravvivono solo 20, ma le più celebri – la Torre degli Asinelli e la Garisenda – continuano a dominare la città dall’alto come due sorelle storte, simboli inconfondibili dell’identità bolognese.

  • la Torre degli Asinelli: alta 97,2 metri, fu costruita tra il 1109 e il 1119 dall’omonima famiglia. È visitabile percorrendo la bellezza di 498 gradini in legno che conducono a una vista mozzafiato di 360° sulla città. Una tappa imperdibile… a meno che tu non sia uno studente bolognese! La tradizione universitaria, infatti, impone un tabù molto chiaro: mai salire sulla Torre degli Asinelli prima della laurea, o il traguardo accademico non si concretizzerà mai.
  • La Garisenda: accanto alla Torre degli Asinelli, la Garisenda: più storta della torre di Pisa, ha conquistato persino il cuore di Dante che l’ha citata nel Canto XXXI dell’Inferno.

La Basilica di San Domenico

Meno inflazionata di San Petronio, ma altrettanto ricca di significato, la Basilica di San Domenico custodisce le spoglie del fondatore dell’ordine domenicano. Merita una visita in quanto capolavoro di scultura: l’Arca di San Domenico è un’opera straordinaria, realizzata da maestri come Nicola Pisano, Niccolò dell’Arca e un giovanissimo Michelangelo, che qui scolpì tre delle sue statue. Una volta varcata la sua soglia, verrai avvolto da un’atmosfera intima e solenne che racconta una Bologna spirituale e colta, meno esibita ma profondamente radicata nella storia della città.

Due musei da non perdere: MAMbo e la Pinacoteca

Oltre alla casa di Lucio Dalla, ci sono altri due musei che meritano una visita se stai pianificando un soggiorno nella meravigliosa Bologna:

  • Pinacoteca Nazionale di Bologna: una vera e propria esperienza immersiva nella pittura italiana, con capolavori che spaziano da Giotto a Raffaello, dai Carracci a Guido Reni. È considerata una delle gallerie d’arte più importanti di tutta Italia ma, nonostante ciò, non è mai eccessivamente affollata, permettendoti una visita piacevole a stretto contatto con gli artisti. La Pinacoteca è aperta da martedì a domenica, dalle 9 alle 19, salvo occasioni speciali con orari variabili. Il costo del biglietto intero è di 8 euro, i giovani dai 18 ai 25 anni pagano solo 2 euro.
  • MAMbo: il Museo d’Arte Moderna di Bologna si trova a pochi passi dalla stazione centrale e sorprende fin da subito per la sua architettura industriale e per la sua ampia collezione che va dal Futurismo al contemporaneo. È una manifestazione dell’anima audace della città, sempre pronta a sperimentare e a mettersi in gioco. Una vera chicca per gli amanti dell’arte moderna e contemporanea. Il museo è chiuso il lunedì; aperto il martedì e il mercoledì dalle 14.00 alle 19.00; il giovedì con un’estensione fino alle 20.00; il venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 19.00. il costo del biglietto è intero è di 6 euro, ridotto 4 euro.

I Giardini Margherita

Il lato più green e bucolico di Bologna si trova nei suoi meravigliosi Giardini Margherita. Situato in una zona residenziale dal gusto raffinato, è un grande parco di 26 ettari, progettato secondo i canoni stilistici del giardino all’inglese, con ampie distese verdi, alberi secolari e laghetti decorativi. Se hai tempo, ti consigliamo di trascorrere qui un pomeriggio, magari sorseggiando una bevanda in uno dei bar all’interno del parco e osservando le tante persone che lo animano ogni giorno: studenti immersi nei libri, gruppi di amici che si rilassano suonando la chitarra e cantando insieme, equilibristi che camminano su slackline tese tra gli alberi. Se c’è un luogo che incarna davvero le vibes bolognesi, sono proprio i Giardini Margherita.

Il Santuario di San Luca

Il santuario di San Luca a Bologna

Fonte: iStock

Il celebre santuario della Madonna di San Luca, appena fuori Bologna

Un’altra chicca da visitare assolutamente, se hai un po’ di tempo, è il Santuario di San Luca: un portico lungo quasi quattro chilometri, il più lungo del mondo, che culmina sulla cima del Colle della Guardia, dove si erge il celebre santuario. Il percorso, da fare preferibilmente a piedi per vivere un’esperienza completa, è una piccola sfida, sia fisica che spirituale. Ma il gioco vale la candela: ti si aprirà davanti uno spettacolo mozzafiato, con Bologna ai tuoi piedi e il cielo così vicino da sembrarti a portata di mano.

Bologna da vivere: le esperienza da provare assolutamente

Dopo averti raccontato cosa vedere a Bologna, è il momento di svelarti cosa fare a Bologna. Una città dove il concetto di “vita lenta” è uno modo di vivere, un culto. Ecco alcune esperienze da provare per goderti appieno Bologna e le sue mille sfaccettature.

  • Mangiare: un verbo che a Bologna sa di promessa. Non è un caso che tra i vari epiteti di questa città ci sia anche “Bologna la grassa”. Perché qui mangiare è un’arte. Tortellini, lasagne, tagliatelle, mortadella e tigelle, i piatti da provare sono tantissimi. Un consiglio? Prediligi le trattorie e osterie autentiche, dove sentirai il profumo di domeniche lente, risate in famiglia e tovaglie a quadri.
Tortellino fatto in casa a Bologna

Fonte: iStock

Uno dei piatti tipici bolognesi: i tortellini fatti in casa
  • Visitare tutte le piazze: Piazza Maggiore, certo, ma anche piazza San Francesco, Santo Stefano e Verdi. Se hai poco tempo, è un’ottima idea per scoprire le bellezze di Bologna in un giorno solo.
  • I colli bolognesi: ma quanto è bello andare in giro, per i colli bolognesiiiii! Cremonini ce lo ha insegnato bene, i Colli offrono sentieri panoramici, casolari, vigne e scorci romantici. Prova una degustazione di vini o un trekking e assapora la freschezza della natura e della campagna emiliana.
  • Immergerti nella vita universitaria: con una storia che comincia nel 1088, l’Università di Bologna è la più antica del mondo occidentale. Per conoscerla davvero ti basti osservare gli studenti nel loro habitat naturale: nelle piazze, nei bar, nelle sedi dell’ateneo. I quartieri più iconici per la vita universitaria sono il Pratello e Via Zamboni. Una passeggiata qui e potrai sentire discussioni animate, profumo di birrette, risate… libertà. È un’energia contagiosa che rende Bologna la città vivace e sempre in fermento che tutti conosciamo.
  • Scovare i 7 segreti: la finestrella segreta, il  vaso rotto in cima alla torre, l’eco magico… se c’è un’attività che piace a tutti i visitatori è la caccia ai 7 segreti di Bologna. Un’attività perfetta da fare se visiti Bologna in giornata per vedere buona parte del centro storico.

Come raggiungere Bologna

Ora che sai cosa vedere a Bologna, non ti resta che organizzare il tuo viaggio! Facile da raggiungere (ma difficile da lasciare), la città si trova in una posizione strategica, perfettamente collegata con tutta Italia e con molte città d’Europa. Tra le soluzioni più convenienti puoi optare per:

  • Il treno: decisamente la soluzione più comoda. La stazione centrale di Bologna è un importante crocevia del traffico ferroviario d’alta velocità italiano. Dista solo 37 minuti da Firenze, un’ora da Milano e due ore da Roma.
  • In auto: per arrivare a Bologna dovrai imboccare l’autostrada A1, A13 o A14. Ma il centro storico è principalmente a traffico limitato, quindi dovrai parcheggiare fuori le mura e raggiungere il centro a piedi.
  • In aereo: se sei distante e l’unica soluzione è prendere l’areo, non c’è problema. L’aeroporto più vicino è il Guglielmo Marconi, poco fuori dal centro. Puoi arrivare nel cuore della città in soli 7 minuti con il Marconi Express, un servizio monorotaia che collega l’aeroporto al centro.

Pensiamo che ormai tu lo abbia capito: Bologna non si visita, si vive. Si ascolta, si osserva, si assapora, si respira… lentamente. È una città che va scoperta con calma, con tutti i sensi. È umile: non ostenta la sua bellezza, anzi, la sussurra. Una voce bassa che esce dai mattoni rossi dei suoi edifici storici, dalle vie di fuga delle sue strade acciottolate, dalle note musicali che dalla casa di Lucio Dalla invadono le strade e i portici. Bologna è così, un po’ artista e un po’ attivista, ma anche un po’ un’aristocratica signora. Ti entra dentro l’anima senza far rumore, con una forza gentile tipica di quei luoghi che avranno sempre un posto nel nostro cuore. È difficile da spiegare e, forse, per capirlo davvero, l’unica soluzione è concedere un momento a questa città e lasciarsi cullare dalle sue braccia grandi e morbide. Con questa guida, non solo abbiamo voluto raccontarti cosa vedere a Bologna, ma anche quali emozioni potrai provare se deciderai di aprire il tuo cuore a questa perla dell’Emilia-Romagna.

Categorie
Appennini Bologna Cammini Cosa fare nel weekend Firenze montagna trekking vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura Viaggi Relax

Weekend di trekking e relax: dove (e come) trovare il connubio perfetto

Un cammino lungo all’incirca 130 km che unisce, come un filo rosso, Bologna e Firenze, percorrendo l’appennino Tosco-Emiliano: si tratta della Via degli Dei. Un percorso eccezionale da godersi durante un weekend di trekking che può coniugare meraviglie storiche, paesaggi tipici da ammirare e… relax, ovviamente, se si sceglie di soggiornare in un luogo suggestivo e accogliente come l’Albergo Ristorante Poli, che oltre a offrire uno spaccato naturale senza pari propone gustosi piatti tipici da degustare.

Sulla Via degli Dei fra trekking e relax

Ma andiamo per ordine: l’Albergo Ristorante Poli ha delle straordinarie camere che si affacciano proprio sulla Via degli Dei, che ripercorre un’antichissima strada denominata Flaminia Militare. Risalente al 187 a.C, veniva utilizzata dagli antichi Romani ed è stata voluta dal console romano Caio Flaminio, ma ancora oggi conserva tratti di selciato romano e regala un viaggio imperdibile fra paesaggi, natura incontaminata e storia.

Non è un caso che gli appassionati di trekking la adorino: si può percorrere a piedi, con un percorso che dura dai 2 ai 5 giorni, suddiviso in tappe in base al livello di preparazione e alle singole esigenze. La peculiarità è che le tappe sono varie e permettono di organizzare anche un weekend, che permette contestualmente di assaporare il fascino di questi luoghi e goderne appieno. Lungo il tragitto d’altronde sono disponibili diversi mezzi pubblici che permettono di alternare le camminate con spostamenti più veloci da un punto all’altro.

Ciò che rende davvero unica la Via degli Dei, come dicevamo, è anche la sua capacità di unire idealmente due città di straordinaria bellezza: Bologna e Firenze. Da una parte troviamo la meravigliosa Bologna, una città dalle mille sfaccettature. La Dotta, che accoglie l’Università più antica al mondo, La Grassa, con le sue osterie e le botteghe in cui assaporare la cucina tradizionale, e la Rossa, caratterizzata dagli edifici medievali in mattoni rossi e dai portici.

Dall’altra parte svetta Firenze, fiera e stupenda. Una città simbolo del Rinascimento e culla dell’Umanesimo, con palazzi signorili e chiese che custodiscono opere d’arte e immensi tesori. Fra le due città si estende un territorio tutto da scoprire: l’Appennino Tosco-Emiliano con le sue riserve naturali, le fortezze, i castelli e i santuari pronti ad accogliere i visitatori che intraprendono il cammino. E nel mezzo? Non manca uno straordinario luogo di ristoro, l’Albergo Ristorante Poli, che permette di assaporare la cucina locale, rilassarsi e vivere la vita lenta, lontano dal traffico e dal caos cittadino.

Cosa fare un weekend sulla Via degli Dei

Sì, l’Albergo Ristorante Poli è un luogo stupendo, immerso nella natura e in una posizione strategica, a soli 12 km dall’autostrada Bologna-Firenze. È il rifugio perfetto per chi vuole andare alla scoperta dell’appennino Tosco-Emiliano, nonché la meta ideale per tutti gli escursionisti che scelgono di percorrere questo antico tracciato. Dispone infatti di camere spaziose, alcune delle quali con ampie balconate, sauna per 4 persone e doccia idromassaggio nell’area comune, ideali per chi vuole rilassarsi dopo il trekking.

La struttura è poi dotata di un rigoglioso giardino e di un ampio parcheggio privato per i clienti, un’area sosta per campeggiatori con doccia e servizi annessi completamente gratuiti dove la pulizia è impeccabile. Inoltre è arredato in modo moderno e ha cura anche del palato degli avventori: il ristorante è il suo fiore all’occhiello. Il posto giusto in cui lasciarsi conquistare da sapori autentici e genuini, con piatti che sanno di casa, di tradizione e di autenticità. Come le tagliatelle con il ragù bolognese o gli gnocchi freschi ai funghi, ma anche i tortelloni e i tortellini rigorosamente fatti a mano. Per non parlare delle specialità al tartufo: piatti da assaporare dopo una lunga passeggiata, che scaldano il cuore e conquistano, un boccone dopo l’altro, regalando un momento magico in una vacanza semplicemente perfetta.

Itinerario sulla Via degli Dei: natura, buon cibo e bellezza

Sfruttando l’Albergo Ristorante Poli come punto arrivo e ristoro, si possono percorrere diversi itinerari speciali. In un weekend è possibile scegliere una o due tappe della Via degli Dei, per godersi al massimo la bellezza di una vacanza fatta di natura, storia e buon cibo. Qui proponiamo un percorso ottimo anche per chi è poco esperto, in un tratto che va da Bologna al Passo della Futa, particolarmente ricco di luoghi da scoprire, sapori, profumi e colori unici. Un viaggio da dividere in due o tre giorni, per godersi un weekend senza pensieri, decisamente slow e rilassante.

Il percorso parte da Piazza Maggiore, nel cuore di Bologna, in direzione del Santuario della Beata Vergine di San Luca. Un cammino che porta alla scoperta del celebre portico di San Luca con ben 600 arcate e una lunghezza di 4 km. Arrivati a San Luca il panorama vi lascerà senza fiato e dopo una breve pausa sarà già il momento di ripartire verso Casalecchio di Reno, lungo il fiume Reno. A poca distanza si trova l’Oasi Naturalistica di San Gherardo, in cui lasciarsi conquistare dalla bellezza incontaminata della natura e da paesaggi che riempiono gli occhi e accarezzano l’anima. Da qui si prosegue per Badolo, verso Brento, sino ad arrivare al Centro di Fauna Esotica e Selvatica del Monte Adone.

Si tratta di un luogo unico nel suo genere. Non è infatti uno zoo e neppure di un parco faunistico, bensì di un centro di recupero in cui vengono ricoverati animali abbandonati o feriti, di provenienza selvatica, ma anche esotica. Il cammino poi prosegue attraverso lo spettacolare crinale del Monte Adone. Raggiungendo la sua vetta è possibile ammirare le torri plasmate dal vento e dalla pioggia, ammirando uno spettacolo grandioso e scattando una foto che conserverà per sempre il ricordo di quell’emozione.

Scendendo in direzione di Brento si prosegue verso la Madonna dei Fornelli. Già dal nome possiamo capire quanto particolare sia questo luogo. Esso deriva infatti dal santuario della Madonna della Neve e dalla presenza di diversi carbonai in passato che accendevano dei piccoli fuochi nei boschi. E da qui? Si fa uno stop e si riposa proprio all’Albergo Poli. L’ideale, no?

Categorie
Arte e cultura Bologna eventi Milano Notizie Palermo Roma Torino Viaggi

Notte dei Musei: solo per una notte queste meraviglie si visitano con 1 euro (o gratis)

Amate l’arte? Non potete perdere l’iniziativa Notte dei Musei 2025: tra il 17 e il 18 maggio si uniscono storia, cultura e bellezza in ogni forma coinvolgendo moltissime città italiane.

La Notte Europea dei Musei che si lega alla Giornata Internazionale dei Musei ha come obiettivo avvicinare le persone alla cultura rendendo accessibili luoghi unici con un ingresso gratuito o a solo 1 euro. Da Milano a Torino, passando per Bologna, Roma e Palermo: ecco quali sono gli eventi imperdibili da visitare e il programma città per città.

Notte dei Musei a Bologna

La città di Bologna partecipa con 38 musei e spazi culturali coinvolti espandendo la rete alla provincia. 12 comuni nelle vicinanze come Imola, San Lazzaro di Savena e Valsamoggia danno modo di accedere a molti spazi gratuitamente o con il biglietto simbolico a 1 euro. Ben 71 appuntamenti tra mostre, eventi, performance, visite guidate, degustazioni, letture e conferenze.

Bologna continua il suo percorso culturale per il terzo anno consecutivo diventando un esempio importante di rete museale integrata. L’iniziativa è coordinata dal Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, con l’obiettivo di valorizzare la ricchezza e la varietà della proposta culturale.

I musei coinvolti a Bologna

Nella città bolognese sarà possibile entrare a 1 euro all’interno di Casa Morandi, visitare la collezione comunale d’arte nei Musei Civici, accedere al museo civico archeologico e a quello d’arte industriale con la Galleria Davia Bergellini. Sono coinvolti anche il museo della Beata Vergine di San Luca, il museo per la Memoria di Ustica e Palazzo Magnani. Ma sono solo una selezione, sono molti di più i luoghi.

E nei dintorni? A Imola apre le porte il museo San Domenico, a Castenaso il MUV, a Pianoro il museo di Arti e mestieri “Pietro Lazzarini” mentre a Cento apre le porte il museo della Musica e la pinacoteca civica “Graziano Campanini”. A San Giovanni in Persiceto si entrerà invece nel museo archeologico ambientale e in quello del cielo e della terra, orto botanico incluso.

Palazzo Boncompagni a Bologna

Fonte: Ufficio Stampa

Palazzo Boncompagni partecipa alla Notte dei Musei

Notte dei Musei a Roma

Anche Roma partecipa all’iniziativa. Sabato 17 maggio 2025 la città eterna promuove la cultura aggregandosi alla quindicesima edizione della Notte dei musei in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzato da Zètema Progetto Cultura, sotto l’egida della Nuit Européenne Des Musées.

Si parte dalle 20 di sabato notte e si resta attivi fino alle 2 di mattina di domenica: 60 gli spazi culturali che saranno accessibili con 1 euro e alcuni daranno persino l’ingresso gratuito. Un’occasione da non perdere, considerando che il calendario fittissimo offre ben 100 eventi: mostre, visite guidate ma anche concerti, spettacoli e laboratori.

Musei Civici coinvolti

I Musei Civici di Roma accoglieranno spettacoli, proiezioni, concerti e mostre. Tra questi: Musei Capitolini, Museo dell’Ara Pacis, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano, Museo di Roma, Museo di Roma in Trastevere, Musei di Villa Torlonia, Museo Civico di Zoologia, Galleria d’Arte Moderna, Museo della Forma Urbis. L’accesso sarà a 1 euro o gratuito con MIC Card.

Aperti anche musei di Roma meno conosciuti come il Museo Napoleonico, Museo Canonica, Museo Barracco, Museo della Repubblica Romana, Villa di Massenzio, Museo di Casal de’ Pazzi e altri ancora.

Il Planetario di Roma offrirà due spettacoli astronomici, mentre il Museo Storico dei Vigili del Fuoco, il Museo della Musica e numerose accademie e ambasciate parteciperanno con eventi unici.

Gli spettacoli da non perdere

Tra le novità, la performance di Sergio Bernal al Museo dell’Ara Pacis, che con PAX fonderà flamenco e balletto classico in un messaggio universale di pace. Accanto a lui la cantaora andalusa Paz de Manuel. Sempre all’Ara Pacis, Paola Minaccioni metterà in scena Urlo di Roma, un viaggio musicale nei vicoli della città, accompagnata dalle musiche di Valerio Guaraldi.

Spettacoli di musica classica, gospel, jazz e popolare si alterneranno nei principali musei. Ai Mercati di Traiano, Voci Popspel proporrà un viaggio nella musica afroamericana. Alla Centrale Montemartini, spazio al jazz con il Luca Velotti Classic Jazz Duo e al concerto sciamanico Queendoms Unplugged.

Al Museo di Roma a Palazzo Braschi, tra spettacoli di videoarte, concerti barocchi e omaggi a Roberto De Simone, si esploreranno le connessioni tra tradizione e modernità.

Notte dei Musei a Palermo

Palermo si prepara alla notte Europea dei Musei sabato 17 maggio e lo fa in grande pe partecipare ad una manifestazione internazionale nata con il patrocinio UNESCO, Consiglio d’Europa e ICOM aprendo le porte di musei e luoghi di cultura.

Per una notte il mondo artistico diventa più esclusivo: non solo è possibile visitare alcuni luoghi selezionati ma si entra con un biglietto simbolico di 1 euro per provare a riscoprire il patrimonio culturale con occhi diversi.

Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo ha commentato l’inizativa così in una nota ufficiale: “La Notte Europea dei Musei è un momento in cui i luoghi di cultura diventano spazi aperti e partecipativi. È un modo per rafforzare la nostra identità collettiva e per offrire esperienze di conoscenza e ispirazione. Questa iniziativa è perfettamente in linea con la terza missione dell’Ateneo, che guarda oltre la didattica e la ricerca per avvicinare il pubblico alla cultura e al patrimonio della nostra comunità.”

Protagonista la Vucciria di Renato Gattuso

Tra le tappe imperdibili della serata palermitana spicca senza dubbio la Vucciria di Renato Guttuso, icona intramontabile della città e testimone vibrante della sua anima popolare e profonda.

In occasione del cinquantesimo anniversario dell’opera, sarà visitabile in una versione nuova e immersiva all’interno della sala Terrana di palazzo Chiaromonte, luogo simbolo della cultura palermitana.

Notte dei Musei a Milano

Non poteva mancare Milano all’appello delle città italiane pronte a festeggiare la Notte dei Musei. Il 17 maggio il capoluogo lombardo terrà compagnia con aperture straordinarie d’ingresso gratuito o ridotto al prezzo simbolico di 1 euro.

Visitare Pinacoteca di Brera durante la Notte dei Musei

Fonte: iStock

Pinacoteca di Brera partecipa alla Notte dei Musei 2025

I musei coinvolti

Dalla Pinacoteca di Brera alle Gallerie d’Italia fino alla Pinacoteca Ambrosiana: questi i primi luoghi da non perdere. Un’occasione speciale è quella di accedere alla Cripta di San Sepolcro con un biglietto unico a 3 euro che combina la visita con la pinacoteca Ambrosiana. In questo caso le aperture saranno tra le 18 e le 19:30.

Categorie
Arte e cultura Bologna cicloturismo Città d'Arte Consigli mete storiche patrimonio dell'umanità turismo enogastronomico Viaggi Viaggi Relax

Come arrivare alla stazione di Bologna Centrale

Bologna è una meta sempre più amata dai visitatori italiani e internazionali. La Città dei Portici, Patrimonio dell’Umanità, si lascia scoprire sia a piedi che in bicicletta, svelando uno dei centri storici più belli e caratteristici del Paese, attrazioni dal fascino medievale e un’offerta culturale e gastronomica che conquista cuore e palato di chiunque.

Oggi la stazione di Bologna Centrale è al quinto posto per grandezza e volume di traffico tra le stazioni italiane: circa 78 mila mq attraversati in media da 159 mila persone ogni giorno, per un totale di circa 58 milioni l’anno. Dista circa 15 minuti a piedi dal centro della città e si raggiunge facilmente anche in autobus o in auto. Grazie alla sua posizione strategica, all’intersezione delle principali direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest, vi convergono molte linee dall’Italia settentrionale, che proseguono lungo la linea appenninica (per Firenze e Roma) e la linea adriatica (Ancona, Pescara, Bari e Lecce). L’ingresso della stazione si trova in piazza delle Medaglie d’Oro. Ecco come arrivarci.

In auto

Se desiderate raggiungere la stazione di Bologna, l’uscita di riferimento dalla tangenziale è la numero 7/Stalingrado. Procedete poi in direzione centro di Bologna, raggiungendo Porta Mascarella, svoltando quindi a destra in direzione Viale Masini verso la stazione. Per i tempi bisogna considerare anche il traffico, che è sempre piuttosto sostenuto.

In autobus

Come detto, la stazione di Bologna Centrale si raggiunge facilmente a piedi dal centro. Se, però, avete bagagli pesanti e preferite prendere l’autobus, quasi tutte le linee urbane passano dalla stazione o nelle vicinanze. Tper gestisce il trasporto pubblico locale su gomma nei bacini provinciali di Bologna e Ferrara ed il trasporto passeggeri in ambito ferroviario regionale. Gli orari dei servizi urbani ed extraurbani si possono consultare sul sito della compagnia di trasporti.

Tra le linee che hanno fermate in corrispondenza della stazione di Bologna Centrale, ci sono:

  • Linea 25
  • Linea 27
  • Linea 32
  • Linea 94
  • Linea C

Dall’aeroporto

Per raggiungere la stazione di Bologna Centrale dall’aeroporto Guglielmo Marconi, si può usufruire del comodo sistema di trasporto su monorotaia “Marconi Express”, conosciuto anche come people mover di Bologna. Entrato definitivamente in funzione nel 2020, il servizio è attivo tutto l’anno, dalle 5:40 alle 24:00, con un treno ogni 7 minuti nell’ora di punta. Sono inoltre disponibili sconti per famiglie e gruppi. Il tempo di percorrenza è di circa 7 minuti e 20 secondi tra aeroporto e centro città. Il costo del biglietto è di 12,80 euro solo andata.

In alternativa, si può usufruire del servizio navetta gestito da TPER, “Aerobus”. Impiega circa venti minuti a percorrere il tragitto tra aeroporto e stazione, effettuando fermate intermedie. I biglietti hanno un costo di 6 euro per la corsa semplice da/per l’aeroporto, vanno convalidati direttamente sul bus e valgono per una corsa. Al di sotto del metro di altezza i bambini non pagano la corsa. Durante le principali fiere, il servizio aggiunge alle corse anche il collegamento diretto Aeroporto – Fiera District.

Come arrivare alla stazione di Bologna: info utili

Oltre alle opzioni che abbiamo visto, è possibile raggiungere la stazione di Bologna Centrale anche in taxi o usufruendo del servizio di  car sharing. Nel secondo caso, non bisogna far altro che prenotare l’auto, prelevarla e riconsegnarla successivamente, pagando in proporzione all’utilizzo che ne è stato fatto.

A Bologna il servizio di car sharing è gestito da Enilive SpA con il servizio “Enjoy”, e Omnibus società consortile diretta e coordinata da Tper con il servizio “Corrente”. Le vetture del secondo non possono, però, circolare all’interno del piazzale della stazione di Bologna Centrale (piazzale Medaglie d’Oro). I servizi di car sharing presentano alcuni vantaggi, come la circolazione nelle zone a traffico limitato, nella zona “T” (Rizzoli-Indipendenza-Ugo Bassi) e la sosta gratuita sulle strisce blu e nelle aree riservate ai residenti.

Categorie
Appennini Bologna Cammini Firenze montagna turismo enogastronomico Viaggi

Via degli Dei, l’unico cammino sostenibile certificato al mondo

È il primo cammino al mondo ad avere ottenuto il riconoscimento dal Global Sustainable Tourism Council (GSTC), l’organizzazione che stabilisce gli standard per lo sviluppo sostenibile del settore turistico a livello globale. È la Via degli Dei, un cammino che collega Bologna a Firenze attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. Un itinerario lungo 123 chilometri, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna.

La certificazione internazionale sulla sostenibilità e responsabilità sociale in ambito turistico è nata per valorizzare le tradizioni di due territori (Emilia e Toscana) ricchi di peculiarità e di elementi identitari. La Via degli Dei, infatti, porta il turista/viandante/trekker alla scoperta della gastronomia, della storia e della cultura di due regioni italiane, con uno spiccato senso di accoglienza di residenti e strutture ricettive.

Storia della Via degli Dei

Tracciata originariamente intorno al VII-IV secolo a.C., deve la sua sistemazione definitiva all’opera dell’ingegneria Romana. Con la caduta dell’Impero Romano, la strada perse parte della pavimentazione originaria riducendosi a un semplice sentiero. Con l’avvento delle moderne vie carrabili perse definitivamente la sua funzione e la sua riscoperta fu opera di un gruppo di appassionati escursionisti che, negli Anni ’80, recuperò l’antico tracciato che deve il suo nome ai suggestivi toponimi montani attraversati: Monte Adone, Monte Venere, Monte Giunone, gli Dei.

Oggi, la Via degli Dei è uno straordinario percorso attrezzato che si snoda tra i paesaggi più suggestivi dell’Appennino Tosco-Emiliano. Un’esperienza accessibile anche ai non esperti e con una ripartizione a tappe di media difficoltà.

L’itinerario della Via degli Dei

La Via degli Dei può variare a seconda del tempo e delle capacità dei camminatori che intendono percorrerla. Non esiste un numero obbligato di tappe e quindi di giorni di percorrenza, ma il consiglio è di impiegare dai cinque ai sette giorni, in modo da avere il tempo di conoscere le peculiariatà che contraddistinguono la Via degli Dei e i luogji che attraversa, dai borghi storici ai paesaggi montani, e rilassarsi nelle strutture ricettive immerse nello splendido scenario dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Le tappe

1. Bologna, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi e Badolo
Dalla stazione FS di Bologna si imbocca Via Indipendenza e si arriva in Piazza Maggiore, vero punto d’inizio (o di arrivo) della Via degli Dei. Da piazza Maggiore imbocchiamo via d’Azeglio, superate la casa di Lucio Dalla e girate poi a destra in via Farini e poi a sinistra in via Collegio di Spagna, da cui proseguiremo sulla sinistra per arrivare a via Saragozza dove incontreremo gli ultimi negozi e bar per acquistare il pranzo al sacco della prima tappa. Arrivati all’arco del Meloncello iniziamo a percorrere il portico più lungo del mondo: quello che porta al Santuario della beata Vergine di San Luca.

Lunghezza: 21.30 km – Tempo: 6,50 ore.

2. Badolo, Brento, Monzuno, Madonna dei Fornelli
Percorrendo via delle Valli, il sentiero prosegue in mezzo a boschi per girare intorno a Monte del Frate. Poco dopo si arriva a un bivio e bisogna girare a destra. Proseguite sulla stradella e superato di alcune centinaia di metri l’Agriturismo Piccola Raieda si gira a sinistra per iniziare la salita di Monte Adone. La salita è corta, ma abbastanza impegnativa. La fatica verrà ripagata dal bellissimo panorama e dalla bellezza del luogo. Monte Adone è sicuramente il luogo più fotografato della Via degli Dei. Scendendo da Monte Adone si arriva in via Vallazza e di lì a pochissimo a Brento dove troverete servizi, bar e una trattoria dove vi potete riposare prima del lungo tratto che collega Brento a Monterumici e poi Monzuno. Arrivati a Monzuno, da piazza XXIV Maggio proseguite su strada asfaltata in direzione Madonna dei Fornelli, superate il bivio per Loiano e andate verso i campi sportivi dove, svoltando a destra, imboccherete una larga carrareccia in salita. Dopo circa 20 minuti si raggiunge la località “Campagne” dove è segnalato il percorso CAI 019 – VD. Si attraversa (sentiero CAI n.° 19) un cancelletto in un bosco di castagni fino ad arrivare al ripetitore Telecom già individuato il giorno precedente da Monte Adone. Da qui si segue la strada sterrata fino alle case di Le Croci. Breve salita fino al Monte Galletto e poi su sterrata si giunge a Madonna dei Fornelli (3 ore circa da Monzuno).

Lunghezza: 28 km – Tempo: 9,50 ore.

3. Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Da Madonna di Fornelli proseguite verso Pian di Balestra lungo il sentiero n. 019. Superato il quadrivio di Pian di Balestra, seguite la segnaletica Via degli Dei – Futa e Strada Romana, superate un piccolo cancello di legno sulla sinistra e addentratevi nel bosco. Dopo pochi metri potrete già ammirare dei tratti di Flaminia Militare, l’antico percorso Romano datato 187 a.C. che vi accompagnerà in diversi punti di questa tappa. Proseguendo sul sentiero si arriva a un cancello facilmente identificabile da un disegno e una scritta in rosso che recita “Chiudere il cancello grazie”, oltrepassato il quale si apre un ampio spazio: un grande campo con una casa in sasso sulla destra (Località “I Capannoni”). Proseguite percorrendo il viale sterrato e dopo la curva vedrete un albero con indicazioni del percorso. Continuando a camminare incontrerete un bivio a cui bisogna girare a destra.

Questo punto del tragitto non è ben segnalato, seguite però la strada come consigliato e dopo qualche metro vedrete il cartello CAI n°019 sulla destra. Il sentiero prosegue fino ad arrivare alla Piana degli Ossi, dove si possono ammirare i resti di sei antiche fornaci datati presumibilmente II secolo a.C.. Superato questo punto proseguite verso il Passeggere dove incontrerete un incrocio con indicazioni su cartelli in legno a cui bisogna girare a sinistra. Continuate il percorso e al bivio successivo girate a destra; dopo pochi metri si incontra un laghetto artificiale che dovrete costeggiare fino a che non termina la recinzione. Il sentiero prosegue verso sinistra e in salita fino a che non si esce dal bosco e non si incontrano due piane: una più piccola sulla destra e sempre dritto una più ampia denominata “radura delle Banditacce”. Andate avanti verso Sud seguendo il sentiero in leggera salita fino ad arrivare alla cima delle “Banditacce” punto di massima quota di tutto il percorso (circa 1200 m).

Dopo alcuni metri raggiungerete anche il “Poggiaccio” che determina la metà del tragitto, ovvero l’approssimativa equidistanza tra Bologna e Firenze. Il sentiero poi scende leggermente sulla sinistra e lì potrete ammirare numerosi reperti dell’antica strada romana, ben conservata e facilmente identificabile grazie alla presenza di numerose insegne. Continuate a camminare e arriverete alle falde di Poggio Castelluccio: per chi vuole c’è la possibilità di fare una piccola deviazione a destra in salita e raggiungere la cima dove sono state rinvenute testimonianze di un antichissimo Castelliere Ligure (si presume V-III sec a.C.). Proseguendo invece per il sentiero si incontrano nuovamente tratti di Flaminia Militare, di cui uno ben conservato e protetto da una sorta di recinto di legno. Continuate il percorso seguendo la segnaletica e scendete a destra fino a raggiungere l’inizio di un bosco di conifere. Andate avanti in linea retta seguendo sempre le indicazioni per la Futa fino ad arrivare dopo poco alla strada asfaltata che da Pian del Voglio porta al Passo della Futa, SS 65. Seguite la strada asfaltata fino a raggiunge l’ampio parcheggio e l’ingresso del Cimitero Germanico tra i più grandi in Italia.

Lunghezza: 17.25 km – Tempo: 5,50 ore.

4. Passo della Futa – Sant’Agata – San Piero a Sieve

Se avete alloggiato al Passo della Futa proseguite sulla SS65 fino al bivio per Cornacchiaia/Firenzuola. Svoltate a sinistra e poi subito a destra, prendendo la strada sterrata lasciandovi la cabina dell’Enel sulla sinistra. Se invece avete pernottato a Monte di Fo/Santa Lucia bisogna risalire sulla strada che avete presumibilmente fatto il giorno precedente, fino a un incrocio dove si trovano indicazione che mandano in direzione ‘Apparita’. Una volta giunti a questo piccolo gruppo di case, si attraversa la statale SS65 della Futa e proseguendo si raggiunge un incrocio che nelle giornate limpide offre un bello scorcio sul cimitero germanico: seguendo le indicazioni si prende a destra entrando nel bosco.

I due percorsi tornano a incontrarsi lungo il crinale che porta a Monte Gazzaro. Si prosegue sul sentiero CAI 00, che in questo tratto coincide con il Sentiero Italia, fino a un bivio situato poco prima della vetta. Il sentiero che prosegue dritto porta alla cima ed è consigliato solo a Escursionisti Esperti, in quanto la discesa è abbastanza impegnativa. Si continua a salire lungo il crinale della collina fino a raggiungere sulla vetta la Croce di Monte Gazzaro (1125 metri). Nell’area sono stati messi tavoli in pietra e una installazione in pietra serena che rappresenta un portale proprio al confine tra il comune di Barberino di Mugello e Scarperia San Piero. Si giunge, infine, a un nuovo bivio, dove il sentiero numero 46 si divide: a sinistra si va in direzione di Sant’Agata (CAI 46b), percorso ufficiale della Via degli Dei.

Dopo l’abitato di Montepoli si arriva all’affascinante paese di Sant’Agata, caratteristico borgo fuori dal tempo che merita una sosta, sia per rifocillarsi, sia per una visita alla Pieve, chiesa affascinante e molto antica, e ai suoi musei. Passata Sant’Agata, poi, si percorre un breve tratto di strada asfaltata fino a raggiungere il bivio per Gabbiano. Lì si prende una stradella, sterrata prima e asfaltata poi, che vi porta a San Piero a Sieve.

Lunghezza: 21.08 km – Tempo: 6,30 ore

​5. San Piero a Sieve – Bivigliano – Vetta Le Croci

Ripartendo dal centro storico di San Piero a Sieve, si segue la strada asfaltata con indicazioni per la Fortezza Medicea. Una volta saliti, prendete la strada bianca a destra e continuate a camminare seguendo la segnaletica CAI Bo-Fi. Dopo poco avrete la possibilità di fare una piccola deviazione a andare a vedere la Fortezza Medicea di San Martino (chiusa però al pubblico). La fortificazione occupa un intero colle: domina l’abitato di San Piero a Sieve e gran parte del Mugello. La sua costruzione fu fortemente voluta da Cosimo I de’ Medici per porre un baluardo a difesa dei possedimenti della famiglia e dello Stato Fiorentino oltre che per soddisfare le pressanti richieste delle popolazioni locali, stanche dei continui saccheggi perpetuate ai loro danni da eserciti e bande provenienti dal nord.

È considerata una delle più estese fortificazioni italiane di tutti i tempi. Continuando a camminare arriverete ad una strada asfaltata. Prendetela, girate a destra, proseguite pochi metri, attraversate la strada e prendete lo sterrato sulla sinistra che indica “Trebbio, Cadenzano”. Proseguite sul sentiero fino ad arrivare a un grande bivio: qui prendete la strada sulla sinistra in salita. Continuate a camminare sulla Via degli Dei e incontrerete sulla vostra destra un tabernacolo del 1664. Proseguite sulla strada che sale leggermente e godetevi la veduta del bellissimo panorama attorno a voi dove si vedono anche distese di alberi di ulivo. Andate avanti fino ad arrivare alla località Trebbio. Fate una piccola deviazione e andate a vedere da vicino il Castello del Trebbio (Top Ten 5.1). Andate avanti e seguite le indicazioni CAI 17 Bo-Fi Bivigliano.

La strada continua e si snoda nel bellissimo panorama del Mugello dove potrete sempre vedere ulivi, borghi e tabernacoli. Proseguite dritti fino ad arrivare alla strada statale per Firenze. Girate a sinistra per Tagliaferro, scendete fino ad incontrare nuovamente i segnali CAI per Bivigliano sul muretto che circonda una grande casa rossa. Proseguite e superate un cancello che vi porta sulla strada bianca. Dopo poco le indicazioni dicono di girare a sinistra lasciando così alle spalle la strada sterrata e proseguendo nel bosco. Il sentiero sale e arriva a un bivio: CAI 00 e CAI 00-60: seguite il primo girando a destra e proseguite sulla strada bianca. Arrivati ad un piccolo spiazzo con il nome di “Camporomano” il sentiero riprende a destra nel bosco. Continuate sul tracciato fino a che non arriverete ad una strada asfaltata e in lontananza, sulla vostra destra, potrete ammirare la Badia del Buonsollazzo.

Proseguite sulla strada asfaltata fino a che non incontrerete il cartello per Monte Senario sulla vostra sinistra. Il sentiero prosegue in salita fino ad incrociare un cancello che dà su una strada asfaltata: è la strada che arriva al Convento di Monte Senario. Dopo una sosta nel punto di ristoro dei frati, prendete la strada sterrata che costeggia il Convento sulla destra, scendete lungo il viale alberato e prendete il sentiero che scende nel bosco alla vostra sinistra e che alla fine arriva in una strada asfaltata. Proseguite sulla strada fino a che il sentiero riprende a Vetta le Croci dopo circa mezz’ora nel verde e alla vostra sinistra. Quest’ultimo tratto che porta ad Olmo è completamente aperto in una distesa di campi con panorami mozzafiato. Se guardate bene in lontananza infatti potrete già ammirare da lontano sia Fiesole che Firenze.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 6 ore.

6. Vetta Le Croci – Fiesole – Firenze

Se avete pernottato a Olmo, risalite a Vetta le croci e imboccate il sentiero seguendo le indicazioni per l’Alberaccio. Attraversata la strada asfaltata continuate sul sentiero CAI n.° 2 che prosegue in salita verso Poggio Pratone da dove è possibile godere di un bellissimo panorama verso Firenze. Dal Pratone si scende su strada sterrata fino a Monte Fanna. La strada diventa poi asfaltata, una volta attraversata la frazione di Borgunto, e si giunge in breve in piazza Mino a Fiesole. Per arrivare in piazza della Signoria avete a questo punto tre possibilità:

1) prendere i mezzi pubblici in piazza Mino da Fiesole.

2) prendere la panoramica fino alle scuole medie e percorrere il sentiero CAI n.° 7 che sale a Monte Ceceri e da qui scendere alle cave di Maiano, salire verso Settignano e scendere direttamente a piedi passando per Coverciano.

3) scendere verso Firenze lungo l’asfaltata ma panoramica via Vecchia Fiesolana.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 4 ore.

Nell’anno del Giubileo, l’ente Appennino Slow propone un ricco calendario di attività sulla Via degli Dei. Partendo da Bologna, città medievale di incredibile bellezza, a Firenze, culla del Rinascimento, si va alla scoperta del Cammino in mezzo all’Appennino Tosco-Emiliano, 130 km di storia e natura, scegliendo tra diverse proposte che vanno da tre giorni in e-bike a sette giorni a piedi.

Il passaporto del Cammino degli Dei

Come già per altri cammini – primo fra tutti il Cammino di Santiago di Compostela – anche per il Cammino degli Dei esiste un passaporto per raccogliere le credenziali. Lungo il percorso le strutture convenzionate timbrano il libretto personalizzandolo, a prova e ricordo del cammino compiuto. Una volta terminato il cammino e ottenuti almeno cinque timbri si può inviare una copia della credenziale compilata e l’Ufficio Turistico di Sasso Marconi provvederà alla spedizione omaggio del gadget ufficiale della Via degli Dei.

Categorie
Bologna castelli eventi itinerari culturali lusso Modena Notizie patrimonio dell'umanità Viaggi viaggiare ville

Alla scoperta di ville e castelli tra Bologna e Modena, gli appuntamenti da non perdere

Nel 2025 un’iniziativa turistico-culturale offre l’occasione di immergersi nelle bellezze architettoniche e nell’arte delle province di Modena e Bologna. Si tratta della rassegna “Alla scoperta di ville e castelli tra Bologna e Modena“, promossa dal Territorio turistico Bologna-Modena, formato da Provincia di Modena e dalla Città metropolitana di Bologna con il Comune di Bologna, in collaborazione con il Comune di Modena. Per l’occasione saranno aperti al pubblico in esclusiva castelli, ville, palazzi storici, torri e monumenti per circa 60 appuntamenti previsti nel corso dell’anno. A partire dal 1° febbraio, tutte le domeniche e un sabato al mese sarà possibile partecipare e fare un viaggio nel tempo.

Siamo certi che questa formula innovativa sarà accolta con entusiasmo dai visitatori – ha detto Mattia Santori, presidente del Territorio Turistico – Bologna e Modena insieme vantano un patrimonio unico e la rassegna vuole aprire le porte di questo tesoro comune a un pubblico sempre più ampio. È un’iniziativa che coniuga tradizione e innovazione, mettendo a disposizione esperienze autentiche e inedite per promuovere il territorio in modo originale“.

Modena

Fonte: iStock

Centro di Modena

Weekend a Modena, quali ville e castelli visitare

Questa iniziativa propone ai visitatori un viaggio emozionante attraverso i secoli per vivere in prima persona luoghi affascinanti che custodiscono una storia. Ville, palazzi nobiliari, castelli e ville maestose presenti nei territori tra Modena e Bologna sono ideali per approfondire epoche come il Medioevo e il Rinascimento, apprezzandone l’architettura e gli ambienti, nonché lo stile e leggende tramandate. A Modena gli appuntamenti da non perdere sono i seguenti:

  • 1 febbraio: Palazzo Coccapani d’Aragona a Modena. Sede dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, questo palazzo ha origine nel 600 ed è noto per uno scalone imperiale imponente a tre rampe decorato on affreschi e stucchi preziosi. Ora: 14.30 e 16.00
  • 2 febbraio: Castello di Spezzano – Fiorano Modenese. All’interno lasciano senza parole alcuni affreschi storici che rappresentano i borghi e castelli della zona e si può visitare la mostra sulla produzione di piastrelle nel distretto tra il 1889 e il 1939. Ora: 15.00
  • 8 marzo: Palazzo dei Pio di Carpi – Carpi. Visitare questo palazzo è un’esperienza speciale poichè è considerato uno dei monumenti rinascimentali dell’Emilia Romagna più importanti. Per questa rassegna saranno aperti al pubblico anche aree che di solito non lo sono, come la Salita alla Torre del Passeggino e il Guerriero. Ora: 15.00
  • 9 marzo: Villa San Donnino – Modena. Questa villa liberty è bellissima da ammirare, e gli appassionati di cinema potrebbero riconoscere gli ambienti che sono apparsi nel famoso film di Bertolucci, Novecento. Questa visita prevista per il 2025 include l’acetata di produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Ora: 15.00

Bologna, le visite dei weekend in ville e castelli

Guide turistiche specializzate sono a disposizione dei visitatori per queste aperture eccezionali nei vari weekend di febbraio e marzo 2025. Nel territorio bolognese le date da segnarsi sono queste per intraprendere un viaggio nella storia e scoprire le trasformazioni del territorio e della società, ammirare capolavori artistici e architettonici del nostro paese.

  • 9 febbraio: Torrioni di Castel Guelfo –  Castel Guelfo. Questo sito ha una storia millenaria e presenta torrioni difensivi che testimoniano un passato segnato da numerosi conflitti tra famiglie del territorio. Ora: 10.30
  • 16 febbraio: Rocchetta Mattei – Grizzana Morandi. Immerso tra le colline bolognesi sopra Riola, questo edificio voluto da Cesare Mattei è un castello fiabesco che incanta per la sua architettura moresca, medievale e liberty. Ora: 10.30
  • 23 febbraio: Castello di Galeazza – Crevalcore. Un antico castello intorno a una torre del 300 voluto da Galeanno Pepoli è stato trasformato nel 1870 in una villa neomedievale con un grande giardino dove godersi il contatto con la natura. Ora: 10.30
  • 2 marzo: Chiesa di Riviera – Casalfiumanese. Nella Valle del Santerno, questo santuario è un gioiello architettonico in sasso che custodisce la storia antica di un luogo di culto mariano della zona. Ora: 10.30
  • 16 marzo: Paciu Maison – Ponte Rizzoli. Questa residenza ideata dall’artista Harry Baldissera, presenta all’interno moltissime stanze diverse tra loro, ma connesse attraverso l’arte in qualche modo. Uno spettacolo unico, da vivere. Ora: 10.00
  • 23 marzo: Palazzo Comunale di San Giovanni in Persiceto. Questo gioiello del XV secolo è ricco di affreschi e decorazioni che vanno dal Rinascimento al Novecento, e offre ai visitatori l’opportunità di scoprire la storia e l’arte del borgo di San Giovanni in Persiceto. Ora: 10.30

Info utili

Il prezzo del biglietto intero è di 15 euro, mentre il ridotto per bambini dai 6 ai 12 anni è di 6 euro. I possessori di card cultura e i soci FAI pagano 12 euro, e i bambini fino ai 5 anni entrano gratis. Le visite sono su prenotazione, basta visitare il sito ufficiale visitmodena.it o extrabo.com/it oppure chiedere agli uffici turistici di Modena e Bologna. Si può approfittare di questa iniziativa fino a esaurimento posti e iniziare l’anno con un’esperienza culturale davvero unica. “La forza di questa iniziativa risiede nella collaborazione tra istituzioni e operatori pubblici e privati. Offriamo un calendario strutturato per un intero anno e tour garantiti anche senza numero minimo di adesioni” ha precisato Santori.

Categorie
Bologna Notizie Viaggi

Non solo Bologna: tutte le bellissime Città 30 in Europa

Immaginate una città dove il caos del traffico lascia spazio a viali tranquilli, dove camminare e pedalare diventa un piacere quotidiano, e l’aria profuma di un futuro più sostenibile: non si tratta di un sogno lontano, ma è la realtà delle cosiddette “Città 30” che Bologna ha abbracciato proprio perché funziona.

Infatti, in Europa, sono sempre di più i centri urbani che adottano il limite di 30 km/h per rivoluzionare il modo di vivere e muoversi in città. Una scelta che, oltre a garantire una maggiore sicurezza per tutti, riduce l’inquinamento e regala a residenti e turisti un’esperienza più serena e piacevole.

Ma cosa sono davvero le Città 30, e perché stanno conquistando il cuore di amministrazioni, cittadini e visitatori? Scopriamolo insieme, facendo tappa nei luoghi che hanno abbracciato tale filosofia e ne stanno raccogliendo i frutti.

Città 30: cosa sono e perché rappresentano il futuro della mobilità urbana

Come accennato, le Città 30 sono aree urbane che adottano il limite massimo di velocità di 30 km/h, una misura studiata per migliorare la sicurezza stradale, tutelare l’ambiente, restituire spazio pubblico ai cittadini e favorire gli spostamenti sostenibili a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici.

Uno studio del Politecnico di Atene del 2024 ha dimostrato che l’introduzione del limite di 30 km/h diminuisce, in media, del 23% le collisioni, del 37% i decessi e del 38% i feriti. Inoltre, contribuisce a un calo delle emissioni inquinanti del 18%, del rumore di 2,5 decibel e del consumo di carburante del 7%.

Ma i benefici non sono solo numerici: le Città 30 trasformano le strade in luoghi di incontro e socialità e diventano più vivibili per residenti e turisti.

L’impatto positivo sulla sicurezza e sull’ambiente

Il limite di velocità ridotto, oltre ad abbassare il rischio di incidenti, incentiva comportamenti di guida più responsabili. A una velocità di 30 km/h, il traffico diventa più fluido e si evitano brusche frenate e accelerazioni che causano collisioni e un elevato consumo di carburante.

Non soltanto: i rumori e le vibrazioni calano sensibilmente, migliorando il benessere psico-fisico di chi vive e lavora in città. Spostarsi a piedi o in bicicletta diventa così più sicuro e anche un piacere, a tutto vantaggio di uno stile di vita attivo ed eco-friendly.

Città 30 in Europa: esempi virtuosi

Graz: pioniera delle Città 30

Graz, in Austria, è stata la prima città europea a introdurre il limite di 30 km/h sull’80% delle sue strade urbane già negli Anni Novanta. Il numero di incidenti è calato del 25% e, davanti alle scuole, il rischio di morte è diminuito del 90%. L’inquinamento acustico si è ridotto di quasi 2 decibel.

Bilbao: una trasformazione completa

Nel 2020, Bilbao è diventata la prima grande città al mondo a limitare la velocità a 30 km/h su tutte le sue strade urbane. Gli incidenti sono diminuiti del 28%, le multe per infrazioni del 43% e le emissioni inquinanti hanno subito una riduzione significativa. Gli spostamenti in bicicletta sono aumentati del 17%, a dimostrazione che una mobilità più sostenibile è possibile.

Nantes: una rete stradale più sicura

L’80% delle strade urbane di Nantes, in Francia, è oggi sotto il limite dei 30 km/h. Si tratta di un piano di mobilità che punta a migliorare la sicurezza per pedoni e ciclisti, oltre a ridurre il rumore e l’inquinamento atmosferico.

Zurigo: un approccio graduale e di successo

Zurigo ha iniziato a introdurre i limiti di velocità ridotti già nel 1991, con un consenso crescente da parte dei cittadini. Oggi oltre la metà delle strade della città svizzera è regolata da limiti di 30 o 20 km/h. Gli incidenti sono diminuiti drasticamente, e i residenti apprezzano il maggiore silenzio e la tranquillità delle strade.

Bruxelles: capitale della sicurezza stradale

Bruxelles è diventata ufficialmente una Città 30 nel 2021. I risultati del primo anno sono stati straordinari: meno incidenti, maggiore sicurezza e un miglioramento della qualità della vita urbana. Anche i tempi di percorrenza non hanno subito variazioni significative, dimostrando che rallentare non significa perdere tempo.

Amsterdam: andare a 30 l’uno per l’altro

La capitale olandese ha introdotto il limite di 30 km/h sulla maggior parte delle strade urbane dall’8 dicembre 2023. La transizione è stata preparata con cura: tre mesi di lavori per aggiornare la segnaletica e sensibilizzare i cittadini sull’importanza del cambiamento e il messaggio: “Andiamo a 30 l’uno per l’altro: guidando insieme un po’ più lentamente, facciamo in modo che tutti possano muoversi in sicurezza e senza preoccupazioni nella nostra città.”

Barcellona: il modello spagnolo

Barcellona ha fatto dei 30 km/h una realtà per il 70% della sua rete stradale, puntando ad estendere questa misura a tutta la città. Già nel 2019, più della metà delle strade cittadine (52,3%) rispettava questo limite, contribuendo a un netto miglioramento della sicurezza e della qualità della vita.

Toronto: una scelta salvavita

Tra il 2005 e il 2016, Toronto ha affrontato una tragica realtà: 2172 pedoni hanno perso la vita sulle sue strade. Un dato allarmante che ha spinto le autorità a ridurre la velocità da 40 a 30 km/h in molte aree urbane. I risultati sono straordinari: le morti e le lesioni gravi sono diminuite di oltre due terzi, a dimostrazione che abbassare la velocità salva vite.

Madrid: la pioniera della Spagna

Dal 2018 Madrid ha introdotto il limite di 30 km/h su gran parte delle sue strade, un provvedimento destinato a coprire il 90% della rete urbana. L’obiettivo? Ridurre il numero di incidenti e migliorare la sicurezza di pedoni e ciclisti e promuovere una città più vivibile e meno congestionata.

Londra: il successo delle 20 mph

A Londra, il limite di 20 mph (circa 32 km/h) ha portato a un calo netto degli incidenti. Secondo i dati di Transport for London (TfL), le collisioni totali sono diminuite del 25%, così come quelle gravi o mortali. Impressionanti anche i risultati per gli utenti vulnerabili: le collisioni con pedoni sono calate del 63%.

I vantaggi per turisti e residenti

Le Città 30 non sono solo un beneficio per chi le vive ogni giorno, ma anche per chi le visita. Per i turisti, la maggiore sicurezza delle strade fa sì che esplorare i centri storici a piedi o in bicicletta sia più gradevole, senza la preoccupazione del traffico intenso. Inoltre, una città meno rumorosa e inquinata permette di godere appieno di attrazioni, monumenti e aree verdi.

Infine, tali interventi valorizzano anche il commercio locale: strade più tranquille invogliano le persone a passeggiare, fermarsi nei negozi e vivere la città in modo più rilassato e autentico.

Categorie
Bologna Emilia Romagna eventi feste Idee di Viaggio itinerari culturali tradizioni Viaggi

Cosa fare a Bologna e dintorni per la Befana

Tra le regioni d’Italia, l’Emilia-Romagna è quella dove l’Epifania viene festeggiata davvero in grande stile. Nelle varie città vengono organizzati diversi eventi profondamente legati alle tradizioni contadine: è proprio dopo il 6 gennaio, infatti, che i contadini riprendevano i lavori agricoli per dar vita ai nuovi raccolti. Ed è partendo da queste usanze, ma non solo, che a Bologna e provincia si festeggia in tanti modi diversi, unici e originali.

Scopriamo insieme cosa fare a Bologna e dintorni per la Befana, dagli spettacoli teatrali per i bambini all’arrivo della simpatica vecchietta nelle piazze, fino ai tipici Roghi delle Befane e ai primi tuffi in mare con costumi divertenti e originali.

Arriva la Befana in Piazza Maggiore

Impossibile raccontare cosa fare a Bologna per l’Epifania e non cominciare con uno degli eventi più attesi e divertenti: “Arriva la Befana”, l’appuntamento in Piazza Maggiore e tra le vie del centro con la Befana sul trishow di Luca Soldati. Lunedì 6 gennaio alle 9:00, il trishow partirà da palazzo d’Accursio accompagnata dalla Befana Band Snap Up Orchestra di Michael Brusha. E se sentite profumo di caldarroste tranquilli, non le state immaginando: vi basterà raggiungere Nicola Fusaro, il famoso caldarrostaio di Via Rizzoli.

Festa della Befana

Alle 14.30, presso l’Ippodromo Arcoveggio Bologna in Via Arcoveggio 37 i bambini potranno salire in sella ai pony, visitare le scuderie sul trenino Hippotram e divertirsi con i laboratori di gioco e animazione. Ma il momento più atteso del pomeriggio è l’arrivo della simpatica vecchietta in sulky, la Befana che distribuirà la calza a bordo pista e nella sala riscaldata, aiutata dai suoi simpatici assistenti. Infine, l’evento si concluderà con l’esibizione di Capitan Bretella con il suo spettacolo circense a base di magia, illusionismo e giocoleria. L’ingresso è libero per i minori di 18 anni, mentre gli adulti pagano 0,50 centesimi.

Lo spettacolo Fantateatro

Per terminare la vostra giornata potete andare al Teatro Duse dove alle 18:00 si terrà lo spettacolo del Fantateatro. Della durata di circa un’ora e 15 minuti, lo spettacolo mette in scena la classica storia del Mago di Oz con alla regia Sandra Bertuzzi. L’incasso sarà devoluto alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris e, alla fine dello spettacolo, i bambini presenti in sala riceveranno le calze della Befana offerte da Conad.

Il prezzo dei biglietti, acquistabili anche online, parte da 24 euro e varia in base alla postazione scelta.

Spettacolo dei burattini a Palazzo Pepoli

Un altro spettacolo per bambini organizzato lunedì 6 gennaio è “Fagiolino, Sganapino e la Befana”. A Palazzo Pepoli, alle 16:00 e alle 17:45, si terrà lo spettacolo dei burattini con protagonisti Fagiolino e Sganapino, due ‘scanzonati’ che combattono contro le ingiustizie e la fame atavica che da sempre li accompagna. Nel loro cammino incontreranno, tra gli altri personaggi, nientemeno che la Befana in persona. Quali misteriose avventure avrà in serbo la mitica vecchietta? Scopritelo partecipando allo spettacolo, della durata di 45 minuti. Il biglietto costa 10 euro per gli adulti e 8 euro per i bambini sotto i 12 anni.

Cosa fare nei dintorni di Bologna per l’Epifania

Se preferite trascorrere il giorno della Befana anche all’insegna della tradizione, l’Emilia-Romagna è perfetta. A Piacenza sono stati organizzati due eventi: il primo si terrà il 5 gennaio, chiamato, “Una Befana in carrozza”, durante il quale potrete partecipare a una divertente visita guidata per bambini tra le carrozze conservate nei sotterranei di Palazzo Farnese alla scoperta della storia della Befana e, a seguire, un laboratorio creativo. La mattina del 6 gennaio, invece, alle 9:00 arriverà la Motobefana, mentre alle 10:30 in Piazza Cavalli ci sarà un’altissima Befana pronta a distribuire dolciumi e caramelle a tutti i bambini.

Legato all’antica tradizione contadina è l’evento organizzato a San Matteo della Decima, una frazione di San Giovanni in Persiceto: il 5 gennaio, i ragazzini si travestono da vecchini e recitano filastrocche (zirudelle) in dialetto per ricevere delle dolci ricompense, mentre dalle 17:00, al calar della sera, potrete ammirare i tipici Roghi delle Befane, fantocci di paglia di una decina di metri che ardono in diversi punti del paese.

Un enorme falò viene costruito anche a Faenza durante la manifestazione conclusiva del Palio del Niballo: quest’ultimo è un guerriero saraceno che simboleggia le avversità. Niballo viene bruciato in un enorme falò nel centro della piazza dove arriva, secondo un’antica tradizione, su un carro trainato dai buoi. Molto bella è anche l’iniziativa organizzata nella cittadina lagunare di Comacchio, che celebra l’arrivo della Befana con sfilate, canti popolari, mercatini, tanti momenti di intrattenimento per i più piccoli e, per concludere, uno scenografico spettacolo piro-musicale.

Infine, particolarmente divertente è l’evento organizzato a Tagliata di Cervia, dove tra stand gastronomici, musica, animazione e iniziative sportive che includono una passeggiata motoria (Befana Run) e la cicloturistica in mountain bike (Pedalata della Befana), ci sarà anche il primo tutto dell’anno. Alle 15.00 arriva il tradizionale Tuffo della Befana che terminerà con la premiazione dei temerari tuffatori con il costume più originale.

Categorie
Bergamo Bologna Bolzano Firenze Milano Notizie Reggio Calabria Roma Trento Viaggi

Le migliori province italiane per qualità della vita: la classifica

È dal 1990 che il Sole 24 Ore pubblica ogni anno la classifica dedicata alle province italiane dove si vive meglio tenendo in considerazione diversi parametri. Analizzando fattori quali ricchezza, consumi, ambiente, servizi, salute o cultura, la provincia che ha primeggiato è stata Bergamo, seguita da Trento e da Bolzano. Rispetto all’anno passato, invece, perdono posizioni Bologna, Milano, Firenze e Roma, mente il Sud rimane fanalino di coda con il punteggio peggiore raggiunto da Reggio Calabria, seppur siano stati evidenziati dei segnali positivi per il futuro.

La top 10 delle migliori province italiane

È Bergamo che per la prima volta ottiene il riconoscimento come città più vivibile d’Italia, dimostrando un’incredibile capacità di ripresa soprattutto dopo il periodo buio attraversato durante il Covid. Il secondo e terzo posto è occupato dalle province di Trento e Bolzano, storicamente presenti nelle classifiche dedicate alla qualità della vita. Trento, infatti, è stata prima per ben tre volte e nelle prime tre posizioni per 14 volte, mentre Bolzano ha primeggiato per 5 volte, occupando il podio per 18 volte in tutto.

Nella top 10 compare al quarto posto Monza e Brianza, seguita da Cremona e da Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e che, secondo il report del Sole 24 Ore, ha registrato performance positive anche quest’anno. Al settimo e all’ottavo posto troviamo Verona e Vicenza, al nono Bologna, l’unica grande area metropolitana presente nella top 10 e, infine, Ascoli Piceno.

Qui la classifica completa:

  • Bergamo
  • Trento
  • Bolzano
  • Monza e Brianza
  • Cremona
  • Udine
  • Verona
  • Vicenza
  • Bologna
  • Ascoli Piceno

Il metodo usato per l’indagine

Per realizzare questa classifica relativa alle migliori province italiane per qualità della vita, il Sole 24 Ore ha utilizzato 90 indicatori, divisi a loro volta in 6 grandi categorie tematiche: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”.

Per ogni indicatore viene dato un punteggio da 0 a 1000: più la provincia è vivibile, più punti ottiene. Per ottenere la classifica generale, il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). Successivamente, per ciascuna delle sei categorie, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro (1/90). Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.

La città migliore e quella peggiore per qualità della vita

Quali sono gli indicatori che hanno permesso a Bergamo di ottenere il primo posto? Dopo il Covid, la città si è rimboccata le maniche per migliorare in tanti settori, in particolare quello relativo alla salute. Nell’indicatore riguardante l’emigrazione ospedaliera si è dimostrata autosufficiente: da una parte non esiste emigrazione sanitaria, dall’altra il sistema sanitario è considerato altamente attrattivo anche dai pazienti provenienti dalle altre regioni italiane.

Inoltre ha raggiunto ottimi punteggi nelle categorie “ambiente e servizi” e “demografia e società”, primeggiando nell’indice di “sportività”, calcolato in base al numero di atleti tesserati e società sportive. I punteggi peggiori, invece, li ha ottenuti nella categoria “ricchezza e consumi”, posizionandosi 98esima per crescita del PIL procapite.

In fondo alla classifica, invece, troviamo Reggio Calabria, dove hanno inciso fattori come la bassa aspettativa di vita, il divario nella parità salariale tra uomini e donne, il numero delle imprese in fallimento, i livelli di criminalità e la disoccupazione. In generale, però, il Sole 24 Ore ha evidenziato una maggiore crescita economica al Sud dove si stanno registrando tassi di crescita del Pil più elevati.