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Via delle Dee, il trekking per sole donne tra Emilia-Romagna e Toscana

Se la Via degli Dei è un itinerario turistico ormai noto agli appassionati di cammini e di trekking, che collega Bologna a Firenze attraversando l’Appennino tosco-emiliano, lo è meno la Via delle Dee, la versione riservata alle sole donne delle stesso itinerario.

Nato nel 2019 e inaugurato in occasione della Festa della Donna, oggi la Via delle Dee è un percorso da fare tutto l’anno e che riserva delle incredibili sorprese.

A proporlo per la prima volta è stato Destinazione Umana, un tour operator specializzato in vacanze ispirazioni che lo descrive come un “trekking emozionale“. Sì, perché, se il percorso lungo la Via delle Dee è bellissimo, lo scopo del viaggio non è tanto raggiungere la meta, quanto fare un percorso di ispirazione, apprendimento e consapevolezza ed è anche un’occasione per incontrare nuove persone.

L’itinerario della Via delle Dee

La Via delle Dee parte da piazza Maggiore, a Bologna, e arriva in piazza della Signoria, a Firenze: 130 chilometri attraverso gli straordinari paesaggi appenninici, su antichi sentieri, passando tra oasi naturalistiche e boschi secolari, borghi ed edifici ricchi di storia.

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Fonte: @Destinazione Umana

Un gruppo di ragazze lungo la Via delle Dee

Ripercorrere l’itinerario della Via degli Dei, il sentiero escursionistico segnalato anche dal CAI (Club Alpino Italiano) molto simile agli antichi percorsi che nel Medioevo venivano utilizzati per le comunicazioni tra le due città e, ancora prima, dai Romani, lungo la Flaminia militare.

Ideata alla fine degli Anni Ottanta da un gruppo di escursionisti bolognesi, la Via degli Dei ricalca gli antichi tracciati tra Monte Bastione e Monte di Fo’ e, in alcuni tratti, ricalca la strada Romana originale, riscoperta proprio di recente.

Le tappe della Via delle Dee

La Via delle Dee (come anche la Via degli Dei) può essere percorsa a piedi in cinque o sei giorni oppure in mountain bike in soli due o tre giorni, ma è possibile percorrerne anche solo alcuni tratti. La difficoltà non è accessiva ed è un itinerario adatto a tutti.

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Fonte: @Destinazione Umana

Camminare in mezzo alla natura sulla Via delle Dee
  • Prima tappa

Lasciata Bologna e il famoso portico di San Luca, il più lungo del mondo, ci si dirige, a passo lento, verso i colli e, con un po’ di sali scendi, si giunge alle pendici di Monte Adone. La prima tappa è lunga circa 30 km e il tempo di percorrenze è di circa sette ore.

  • Seconda tappa

Inizia con la salita alla vetta di Monte Adone, per godere di un panorama appenninico meraviglioso e raggiungere il paese di Monzuno. Seguendo un sentiero di crinale, con vista sui boschi delle valli del Setta e del Savena, e camminando su un tratto di strada Romana si arriva a Madonna dei Fornelli, a quasi 800 metri di altitudine, tappa fondamentale della Via degli Dei, e dopo aver percorso 25 km.

  • Terza tappa

La terza tappa del cammino si entra in Toscana e si raggiunge il punto più alto di tutto il percorso. La sosta si fa dopo 15 km a Traversa, una mioroscopica frazione di Firenzuola che cota una manciata di abitanti, vicino al Passo della Futa, il valico dell’Appennino tosco-emiliano a 903 metri di altitudine.

  • Quarta tappa

Dal Passo della Futa a questo punto si scende verso Sant’Agata del Mugello, un piccolo gioiello architettonico alle porte di Firenze esistente già nel V secolo e ricco di testimonianze di epoca Romana. La quarta tappa termina a San Piero a Sieve dopo aver percorso 27 km.

  • Quinta tappa

La quinta tappa di 21 km è tutta un sali-scendi tra le colline toscane, in mezzo a ulivi, vigneti e anche castelli ed è un itinerario da cartolina. Il percorso si snoda su strade sterrate e sentieri nel bosco fino a raggiungere il sacro eremo di Monte Senario risalente al XIII secolo e infine il piccolo abitato di Olmo.

  • Sesta tappa

La sesta e ultima tappa, infine, comprende un tratto di sentiero naturalistico verso Poggio Pratone, da cui si scende verso Fiesole, una delle cittadine più belle e storiche della Toscana, abitata già dall’epoca etrusca. Da qui, seguendo la vecchia via Fiesolana che collegava Fiesole a Firenze si giunge a destinazione dopo aver percorso 17 km.

Quando andare

Per chi decide di percorrere le Via delle Dee in mountain nike o e-mountain bike (ancora meglio) le tappe sono Bologna – Madonna dei Fornelli – Passo della Futa – Firenze. Il periodo migliore per percorrerla è naturalmente durante la bella stagione, quindi da marzo all’autunno.

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Rinascimento italiano: l’itinerario da non perdere

C’è una meravigliosa città, nel nostro Paese, che è prevalentemente nota da tutto il mondo per lo splendore medievale ancora oggi visibile nei caratteri del tessuto urbano storico. Ma la verità è che questo magico capoluogo ha conosciuto momenti di gloria anche durante la magnifica stagione del Rinascimento.

Bologna e il suo Rinascimento

La città in questione è la bellissima Bologna, dove una nuova opportunità di riappropriazione e valorizzazione di questo patrimonio artistico di straordinario valore viene offerta dall’esposizione, presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, di un ospite d’eccezione come il Ritratto di Papa Giulio II di Raffaello, proveniente dalla National Gallery di Londra. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna che viene presentata dall’8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023.

Per celebrare il leggendario arrivo di questo capolavoro del Rinascimento, realizzato da a Raffaello a Roma intorno al 1511-1512, tre delle principali istituzioni museali della città – Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna, Genus Bononiae. Musei nella Città e SMA – Sistema Museale di Ateneo | Università di Bologna – promuovono una speciale iniziativa congiunta, coordinata dal Comune di Bologna, che consente una più ampia e approfondita immersione nel contesto della scena artistica dall’epoca bentivolesca fino all’incoronazione di Carlo V, e del ruolo cruciale avuto da Giulio II nelle vicende cittadine.

In sostanza, è la costruzione di una grande alleanza basata sull’integrazione di risorse e competenze tra enti pubblici e privati, a sostegno di un unico progetto culturale di grande rilevanza per la città.

Ma del resto, il Rinascimento a Bologna costituisce una delle vicende di primo piano della storia artistica italiana. Infatti, a partire dalla seconda metà del Quattrocento la città partecipa alle novità umanistiche in un vivace clima di rinnovamento che favorisce uno straordinario impulso alla trasformazione della sua configurazione architettonica e infrastrutturale, e allo sviluppo di una multiforme cultura artistica capace di dialogare, oltre che con l’antico, con altri centri quali Firenze, Milano e Roma.

ritratto papa giulio raffaello a Bologna

Fonte: National Gallery, Londra


Il Ritratto di Papa Giulio II di Raffaello

E per un un’idea di esposizione diffusa, oltre a scoprire la mostra allestita nell’ala Rinascimento della Pinacoteca Nazionale di Bologna, i visitatori potranno percorrere un itinerario a tappe attraverso 9 luoghi emblematici in cui sono visibili opere fondamentali dei principali artisti che resero grandiosa la civiltà figurativa felsinea tra XV e XVI secolo: Niccolò dell’Arca (Bari, 1435 circa – Bologna, 1494), Francesco Raibolini detto il Francia (Bologna, 1460 circa – ivi 1517), Amico Aspertini (Bologna 1474 o 1475 – ivi 1552), oltre alla compagine dei ferraresi Francesco Del Cossa (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478), Ercole de’ Roberti (Ferrara, 1451-1456 – Ferrara, 1496) e Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova, 5 marzo 1535).

I luoghi di Bologna da visitare assolutamente grazie a questo itinerario

Il punto di partenza è naturalmente la mostra Giulio II e Raffaello presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Curata da Maria Luisa Pacelli, Daniele Benati ed Elena Rossoni, l’esposizione ripercorre lo sviluppo del Rinascimento bolognese dal 1475 al 1530 e inizia con i pittori di corte dei Bentivoglio, documenta il mutamento impresso alla scena artistica cittadina dall’arrivo di Michelangelo e Bramante al seguito di Papa Giulio II e, in un secondo tempo, delle opere di Raffaello e termina con i capolavori dipinti a Bologna da Parmigianino dopo il 1527.

Da non perdere sono anche le Collezioni Comunali d’Arte pressoo il Palazzo d’Accursio nell’affascinante Piazza Maggiore. Una parte delle strutture rinascimentali dell’edificio, come la grande Corte d’Onore, lo Scalone o la Torre dell’Orologio, sono ancora oggi ammirate dal pubblico. Nelle collezioni si conservano opere di grande importanza come la Crocifissione con i santi Giovanni e Girolamo di Francesco Francia o la Vergine allattante di Amico Aspertini.

Poi il Museo Civico Medievale che si trova all’interno del Palazzo Ghisilardi, uno degli edifici rinascimentali di Bologna meglio conservati. Un luogo che possiede una collezione unica nel suo genere.: l’epoca dei Bentivoglio è rappresentata da rari manufatti come lo Stocco, una spada donata da Papa Niccolò V a Ludovico Bentivoglio, o il Targone, scudo da parata dipinto con San Giorgio e il Drago, o la tomba di Domenico Garganelli, opera polimaterica tra i capolavori di Francesco del Cossa.

Museo Civico Medievale bologna cosa vedere

Fonte: Settore Musei Civici Bologna
 – Ph: Roberto Serra

Bologna, Museo Civico Medievale

L’itinerario continua con il Palazzo Pepoli Vecchio, dimora di una delle più potenti famiglie della Bologna di epoca medievale, che oggi è un museo che racconta la storia di questa città. Nell’excursus di secoli che viene dispiegato nelle sale del Palazzo, un ampio spazio è dedicato alla Bologna del Rinascimento. In questa fase così complessa, emerge la famiglia dei Bentivoglio il cui periodo di splendore è ritratto da alcuni dei maggiori artisti del periodo come Lorenzo Costa. Il Museo della Storia è tappa imprescindibile per ricostruire il contesto storico dell’epopea rinascimentale nella città felsinea.

Il tragitto prosegue con il Museo Davia Bargellini che è allestito nell’omonimo e affascinante palazzo. Esso custodisce la memoria della potente famiglia alleata dei Bentivoglio, in particolare Gaspare e Virgilio che furono co-protagonisti dell’epopea bolognese. Tra le numerose opere rinascimentali da non perdere sono: il busto di Virgilio di Onofri, il suo presunto ritratto attribuito ad Aspertini, i dipinti di maniera raffaellesca con San Lorenzo e San Petronio di Innocenzo da Imola, già in Santa Maria dei Servi.

Non può di certo mancare una tappa presso la Chiesa di San Giacomo Maggiore che ospita la cappella della famiglia Bentivoglio, autentico capolavoro del Rinascimento bolognese. Questo spettacolo fu decorato dai due principali artisti attivi a Bologna alla fine del XV secolo: Lorenzo Costa e Francesco Francia che, insieme ad Amico Aspertini, sono autori anche della decorazione, avviata nel 1506, per uno dei più importanti cicli pittorici del Rinascimento bolognese conservato all’Oratorio di Santa Cecilia.

Dal Rinascimento delle corti e dei grandi artisti all’”altro Rinascimento”, quello dei primi scienziati, collezionisti e osservatori della natura. Nelle sale di Palazzo Poggi, decorate dagli affreschi della stagione manierista, l’Università di Bologna conserva un tesoro estremamente importante: quello di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), professore e inventore del museo scientifico moderno.

L’urlo di pietra – con queste parole D’Annunzio definisce il complesso scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, risalente al 1463 circa. L’opera è inserita all’interno della Chiesa di Santa Maria della Vita che risale al 1200, anno in cui venne fondata l’omonima compagnia che si occupa della cura degli infermi, dei carcerati e dei condannati a morte. All’interno, nella cappella di destra rispetto all’altare maggiore, potete ammirare uno dei capolavori scultorei che dopo seicento anni suscita ancora emozioni e ammirazione.

Di nuovo in Piazza Maggiore, ma questa volta per scoprire la Basilica di San Petronio, simbolo della devozione dei bolognesi. Essa nel Rinascimento fu al centro di importanti campagne artistiche. Numerose, infatti, sono le testimonianze da scoprire, come la decorazione dei finestroni laterali, dove operarono anche Niccolò dell’Arca e Francesco di Simone Ferrucci, o l’assetto attuale della facciata. L’interno custodisce capolavori di tutti i protagonisti della stagione: dal Costa attivo nella Cappella De’ Rossi, a Onofri nel Compianto, fino ai diversi dipinti di Aspertini.

Insomma, ora è possibile scoprire Bologna da un altro interessante e spettacolare punto di vista.

Basilica di San Petronio bologna

Fonte: iStock

L’interno della Basilica di San Petronio