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Mahmood a Trieste con la sua ‘Tuta Gold’: ecco dove è stato girato il video

Due imponenti strutture a forma di L che coprono una superficie di 89 mila metri quadrati, 648 appartamenti che misurano dai 45 ai 100 metri quadrati e circa 2500 abitanti. Sono numeri impressionanti e non stiamo parlando di un hotel, ma della location suggestiva in cui Mahmood ha scelto di girare il video della sua canzone “Tuta gold” presentata al Festival di Sanremo 2024.

Ci troviamo a Trieste, e più precisamente nel quartiere di Rozzol Melara, a soli 4 chilometri dal centro cittadino. Qui spicca un complesso di edifici imponenti nati negli anni ’80 e che esprimono pienamente l’idea di un passato fiorente che si mescola con la vita odierna della periferia e con tutti i suoi contrasti.

Il quadrilatero di Melara a Trieste: la location perfetta

Escluso per un soffio dalla top five dei finalisti di Sanremo 2024, Mahmood si è classificato sesto con la canzone “Tuta gold”. Alla sua terza partecipazione alla kermesse canora il cantante ha presentato un brano che racchiude le immagini della sua vita tra presente e passato, con le difficoltà del bullismo, il complicato rapporto con il padre e la vita non sempre semplice di periferia.

Ma quando si parla di musica non ci si riferisce solamente a voci e suoni. Anche l’estetica vuole la sua parte e lo possiamo constatare negli abiti e look dei cantanti e nelle immagini dei video di ciascun brano. Proprio per raccontare al meglio le suggestioni musicali, Mahmood ha scelto una location davvero particolare per realizzare la clip ufficiale del suo ultimo capolavoro, diretta da Attilio Cusani.

Stiamo parlando del comprensorio Ater di Melara, meglio conosciuto come il Quadrilatero, nella città di Trieste (che spesso è stata ambientazione di serie tv e film). Costruito tra il 1969 e il 1982 da un team composto da 29 affermati architetti e ingegneri triestini, l’imponente complesso in stile brutalista è nato secondo le teorie socio-architettoniche di Le Corbusier, uno dei padri dell’urbanistica contemporanea.

I numeri della struttura sono impressionanti e rendono l’idea dell’imponenza e anche dell’importanza che ha avuto negli anni ’80 e ’90 per la popolazione triestina. Il colpo d’occhio iniziale della clip di “Tuta gold” mostra i corpi cementizi a forma di L composti da un numero di piani che vanno da 7 a 15, con 648 appartamenti di varie dimensioni che ospitano ben 2500 persone. Ma non ci sono solo abitazioni, perché il complesso era stato pensato per risultare molto simile a un vero e proprio quartiere, con stradine coperte che collegavano le varie aree, unite da una piazza centrale che fungeva da luogo di incontro, negozi, bar, ristoranti e anche scuole. Un ambizioso progetto architettonico e sociale che voleva essere un esempio di villaggio autosufficiente.

Non solo Mahmood: chi ha scelto il Quadrilatero per i video musicali

I primi appartamenti del Quadrilatero furono consegnati tra il 1979 e il 1981 principalmente a coppie giovani, segno della volontà di creare qualcosa di nuovo e  fresco sia da un punto di vista architettonico che socio-culturale.

L’ambientazione è diventata con gli anni un set musicale, non solo per la riuscita del videoclip di Mahmood. Infatti, altri artisti prima di lui si sono recati al Quadrilatero per le riprese dei propri video ufficiali, proprio per il suo stile eclettico e senza tempo. Parliamo di Piero Pelù con il suo brano “Dea Musica” e Tiziano Ferro con il suo capolavoro “Sere Nere”.

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Questa è la porta d’accesso di una città sotterranea. È in Italia

Organizzare un viaggio a Trieste, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia che corre lungo l’altipiano del Carso, e si affaccia sulla Slovenia, è un concentrato di meraviglie che meritano di essere scoperte passo dopo passo.

Meraviglioso è il centro storico medievale, quello che conserva le preziose testimonianze delle diverse influenze che hanno dato il volto alla città, così come lo è il quartiere neoclassico che affonda le origini in epoca austriaca. Le cose da fare e da vedere qui, lo abbiamo già detto, sono tantissime. Ma non accontentatevi solo di ciò che è visibile in superficie, perché Trieste nasconde un incredibile segreto sotto le viscere della città.

Una passeggiata lungo il muraglione di Via Romagna svela in parte ciò che lo sguardo non ha ancora visto. Qui, infatti, esiste la porta d’accesso a quella che sembra una città sotterranea: un dedalo di intricate gallerie costruito nella Seconda Guerra Mondiale e adesso trasformato in un museo. Benvenuti a Kleine Berlin.

C’era una volta un rifugio antiaereo

Non è un semplice museo, Kleine Berlin è molto di più. È la testimonianza di un passato che non si può dimenticare, nonché il più grande complesso di gallerie antiaeree sotterranee ancora esistenti. Un vero e proprio tesoro celato che si nasconde all’ombra dei luoghi iconici della città, e che si snoda proprio sotto il suo centro nevralgico.

La struttura, costruita negli anni precedenti al conflitto bellico, è stata realizzata in due settori divisi tra loro ma comunicanti. La parte italiana ha funzionato come rifugio antiaereo per la popolazione civile, mentre l’area costruita dai militari tedeschi veniva utilizzata come deposito, magazzino e ricovero. Ancora oggi le due parti sono ben visibili e sono visitabili attraverso visite guidate.

Kleine Berlin, il museo sotterraneo

All’interno del complesso sotterraneo tutto è rimasto immutato, sospeso nel tempo. Le pareti, per esempio, conservano il colore originario di oltre 60 anni fa così come le disposizioni degli ambienti sono le stesse. Ecco perché visitare le gallerie del Kleine Berlin è un’esperienza estremamente suggestiva e affascinante, un viaggio nel tempo e nella storia di Trieste che merita di essere compiuto dai cittadini e dai viaggiatori.

Il complesso, la sua manutenzione e la valorizzazione, è gestito da un gruppo di volontari ed è aperto l’ultimo venerdì del mese dalle 17.30 alle 20.00. Tutte le visite guidate possono essere effettuate solo previa prenotazione. È possibile, inoltre, prenotare visite di gruppo (per almeno 12 persone) dal lunedì al venerdì.

Il costo d’ingresso è di 5 euro a persona, 3 euro per ragazzi e studenti. L‘accesso al complesso sotterraneo consente di visitare la galleria antiaerea pubblica costruita come rifugio per i triestini e il ricovero antiaereo dei militari tedeschi.

All’interno della Klein Berlin, inoltre, sono state allestite due mostre permanenti che consentono di comprendere al meglio il periodo storico della costruzione delle gallerie. I due percorsi espositivi raccontano, rispettivamente, la storia dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale e tutte le cavità naturali e artificiali che sono state realizzate, invece, dagli eserciti durante il primo conflitto bellico.

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Bloomsday, da Dublino a Trieste sulle orme di Joyce

Il 16 giugno è una data speciale in Irlanda, perché si celebra il Bloomsday, la festa nazionale in onore dello scrittore James Joyce. Chi non avrà la possibilità di vivere a Dublino la festività che rievoca gli eventi dell’”Ulisse” il romanzo più celebre dello scrittore, potrà godersi la speciale atmosfera di questa giornata e un pizzico di Irlanda in occasione del Bloomsday a Trieste. Ecco gli appuntamenti imperdibili del fitto calendario di iniziative nella città in cui l’autore irlandese visse quasi ininterrottamente dal 1904 fino al 1920, con Nora Barnacle, che sarebbe diventata sua moglie, e dove nacquero i loro figli Giorgio e Lucia Anna.

Bloomsday nell’anno di Zeno a Trieste

Le celebrazioni del Bloomsday in terra giuliana avranno inizio venerdì 16 giugno, giorno in cui, nel 1904, si svolgono tutte le vicende narrate nel romanzo, e andranno avanti fino a domenica 18 giugno. Nell’edizione del 2023, ci sarà un po’ d’Irlanda in più, grazie a Turismo Irlandese che quest’anno ha voluto unirsi ufficialmente alla festa, ospitando due eventi interessanti e originali, in occasione del centesimo compleanno de “La coscienza di Zeno” dell’autore triestino Italo Svevo, grande amico e sostenitore di Joyce, che segue a un anno di distanza quello dell’”Ulysses”.

L’incontro tra Joyce e Svevo risale al 1907, quando il primo divenne insegnante d’inglese suo e di sua moglie. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, protagonista dell’”Ulisse”, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Bloomsday a Trieste: gli appuntamenti imperdibili

Bloomsday Trieste approfondirà anche in questa edizione un singolo episodio del capolavoro di Joyce, indagando le modalità, il significato, il senso attuale e le diverse suggestioni di “Circe”, quartultimo capitolo del romanzo, ultimo della sezione centrale denominata “Odissea”, l’episodio più lungo di tutto il libro, ricchissimo e visionario.

Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere in occasione del Bloomsday nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.

Calipso. La colazione “immersiva”

Alle ore 9.00 dei giorni 16, 17 e 18 giugno, all’Adriaco Yacht Club (Molo Sartorio 1) – il più antico e prestigioso yacht club triestino – avrà luogo Calipso. La colazione “immersiva”, formula lanciata nel 2022 con grande successo in occasione dei 100 anni del romanzo di Joyce. Il menu sarà una combinazione tra lo stile continentale e quello tipicamente irlandese, con l’immancabile rognone descritto nel capitolo “Calipso”, e la messa in scena delle pagine della celebre colazione con frattaglia, da parte della compagnia teatrale “L’Armonia”.

Trieste chiama Dublino

Il 16 giugno, alle ore 17.00, si svolgerà il secondo evento che vede il coinvolgimento di Turismo Irlandese in collaborazione con Boscolo Viaggi: Trieste chiama Dublino. Itinerario a piedi, curato dall’ente del turismo dell’isola di Smeraldo.

Nel corso di una passeggiata di joyciana memoria, in compagnia di una guida, i partecipanti vivranno un intrigante parallelismo tra luoghi chiave triestini e dublinesi, facendo un viaggio nel capoluogo giuliano che rievoca una simile esperienza in quello irlandese e che unisce le due città fonte di ispirazione per lo scrittore: il porto di partenza irlandese, luogo dell’anima in cui sono ambientate quasi tutte le sue opere, e il porto adriatico, luogo di sosta, di maturazione e di creatività, dove parte delle opere sono state concepite e scritte. Il punto di ritrovo è Piazza Ponterosso, vicino alla statua di James Joyce, e la partecipazione è gratuita, con prenotazione fino a esaurimento posti.

Itinerario a piedi sulle orme di Svevo

Per celebrare il centenario de “La Coscienza di Zeno”, Riccardo Cepach, curatore dei musei Svevo e Joyce guiderà i visitatori lungo una piacevole passeggiata nel centro di Trieste, alla scoperta dei luoghi specialmente legati alla vita e all’opera di Italo Svevo. L’appuntamento è in piazza Hortis alle ore 11 di sabato 17 giugno, davanti alla statua dello scrittore e drammaturgo triestino (In caso di maltempo, il tour verrà ripreso domenica 18, con partenza dal medesimo luogo e orario).

Tour a piedi nella città di Joyce

Domenica 18 giugno, è invece la volta del tour guidato da Laura Pelaschiar con la partecipazione di Paolo Quazzolo (Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici). Un’occasione per scoprire la “bella Trieste” di Joyce, la città delle sue lezioni di inglese, delle amate chiese e delle non meno amate osterie, la Trieste dei bordelli, dei teatri, della Berlitz School, patria dei cripto-triestini Leopold e Molly Bloom.

Bloomsday Festival a Dublino

A Dublino le celebrazioni del Bloomsday non sono di certo da meno. Anche quest’anno, fino al 18 giugno, le occasioni per divertirsi o approfondire alcuni aspetti della scrittura joyciana sono davvero numerose. Tra spettacoli di strada, conferenze, teatro, musica, letture, laboratori, tour a piedi ed eventi gastronomici, il festival farà rivivere ancora una volta i personaggi e i luoghi resi famosi dal celebre romanzo.

La festività prende il nome da Leopold Bloom, uno dei protagonisti del romanzo (l’altro è Stephen Dedalus, alter ego letterario di Joyce). L’opera segue la vita e i pensieri di Bloom – così come quelli di Stephen e di una serie di altri personaggi, reali e immaginari – dalle 8 del mattino fino alle prime ore del mattino successivo. La data del 16 giugno 1904 venne scelta dallo scrittore irlandese perché fu il giorno del primo appuntamento tra James Joyce e Nora Barnacle, sua futura sposa.

Anche nel capoluogo irlandese si comincia con la colazione molto ricca in ricordo di quella che Leopold prepara nel romanzo per la moglie Molly. Luogo scelto per l’appuntamento è Sandycove, a sud di Dublino, dove si trova il Joyce Museum. Dopo la colazione hanno inizio le peregrinazioni letterarie.

Dublino fa da sfondo a quasi tutte le opere di Joyce. Le tappe del tour guidato includono l’alma mater di Joyce, il Belvedere College; North Hardwicke Street, l’ambientazione del racconto “The Boarding House”; il Gresham Hotel, l’ambientazione della scena finale e più memorabile del racconto “The Dead”; la statua di James Joyce in North Earl Street. L’itinerario include anche una visita al numero 7 di Eccles Street e ripercorre i passi del celebre viaggio di Leopold Bloom per acquistare un rognone nel quarto episodio dell’”Ulysses”.

Una delle peculiarità delle celebrazioni del Bloomsday è imbattersi nelle persone vestite come i personaggi in stile edoardiano. Tra i capi di abbigliamento caratteristici che si vedono per le strade del capoluogo irlandese quel giorno c’è la paglietta, un cappello estivo alla moda e iconico indossato da molti all’epoca, tra cui lo stesso Joyce.

Tanti gli eventi organizzati per il Bloomsday Festival al James Joyce Centre, che ospita la manifestazione dal 1994, collaborando con diversi teatri, musei, biblioteche, mostre d’arte, collettivi e altre istituzioni di Dublino per far rivivere l’eterna opera di Joyce.

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La Trieste della fiction “La porta rossa”

Giunta alla terza stagione, la fiction Tv RAI “La porta rossa” piace per la trama davvero inusuale. Non è il solito giallo. In questo caso, l’ispettore di polizia, Leonardo Cagliostro (interpretato da Lino Guanciale), che è rimasto ucciso in modo misterioso, torna sotto forma di fantasma per indagare sul proprio assassinio. Lui vede tutto e tutti – inclusi i propri familiari – ma nessuno è in grado di scorgerlo, se non attraverso l’aiuto di una medium.

Le vicende fra thriller e mistero si svolgono in una delle città più belle d’Italia: Trieste. La co-protagonista della serie infatti è proprio lei, con le sue piazze, i suoi palazzi storici e i suoi scorci sul mare unici.

Le location della fiction “La porta rossa”

Innanzitutto, il Commissariato, dove sono state girate tantissime scene della fiction, è stato ricavato nel Palazzo Carciotti, ben riconoscibile anche dall’esterno. Si trova a Riva Tre Novembre, 13 (che un tempo prendeva il nome dallo stesso palazzo), nel centro storico di Trieste, all’inizio del Canal Grande. L’edificio settecentesco prende il nome dal suo primo proprietario, il commerciante greco Demetrio Carciotti, il cui nome è inciso sulla facciata e vi soggiornò per un breve periodo persino il Cancelliere austriaco Metternich.

Per la sua architettura e il portico che anticipa l’ingresso a palazzo spesso viene confuso per un teatro (il vicino Teatro Verdi gli somiglia molto). La cupola di rame con un’aquila napoleonica che sovrasta l’edificio però è inconfondibile. Gli ambienti interni sono riccamente decorati, con colonne, sculture, bassorilievi e pareti affrescate.

Cagliostro osserva ciò che accade in città da un punto panoramico, icona di Trieste. Nelle prime due serie si trattava dell’Ursus, un pontone-gru degli Anni ’30 del Novecento dichiarato Bene di interesse culturale come pezzo di archeologia industriale della città.

Nella terza stagione della serie la location è stata sostituita con il Faro della Vittoria, ben visibile e riconoscibile da chiunque giunga a Trieste. Non è soltanto un faro fondamentale per chi arriva via mare, ma è anche la commemorazione dei caduti e un simbolo della rinascita di Trieste dal dopoguerra.

Oltre che dal faro, l’ex ispettore ama guardare la propria città anche dalla cima della Torre dell’orologio che si trova nel Municipio affacciato sulla famosissima piazza dell’Unità d’Italia, la più grande e celebre di Trieste.

Ma chi seguen la serie riconoscerà altri luoghi del Capoluogo friulano. Come lo storico Palazzo Vivante, con la sua facciata gialla, dimora prestigiosa dell’alta borghesia triestina e oggi sede dell’ “Opera Figli del Popolo”; la Centrale Elettrica di Opicina che si trova sull’altopiano del Carso, lo stabilimento balneare Ausonia e la Cava di Sgonico.

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Il tram che conduce al balcone suggestivo di Trieste

C’è un luogo di incantevole bellezza in una città altrettanto meravigliosa. Stiamo parlando dell’elegante, colta e intellettuale Trieste, la città del vento che fa da ponte tra l’Italia e l’Europa, quella che ospita uno dei più importanti porti di tutto il Mediterraneo. Quella che tra musei, caffetterie storiche e letterarie, tra le testimonianze di artisti e scrittori, ospita un quartiere che lascia senza fiato, perché è qui che è possibile perdersi alla vista più bella dell’intero territorio. Benvenuti a Villa Opicina.

El tram de Opcina

Situato sull’altopiano del Carso, il quartiere Villa Opicina è un balcone romantico che si affaccia su tutta la città. Il luogo più suggestivo per ammirare Trieste, scattare fotografie romantiche e suggestive e contemplare la bellezza del territorio, è proprio questa terrazza situata in corrispondenza dell’obelisco del quartiere.

Lo stesso tratto di percorrenza per arrivare qui si trasforma in una magica esperienza da vivere a bordo di un tram antico e straordinario. Stiamo parlando del caratteristico tram de Opicna (così chiamato in dialetto triestino), in funzione dal 1902, che dalla Piazza Oberdam porta tutti i passeggeri sulla terrazza romantica che affaccia direttamente su tutta la città e il suo golfo.

A bordo del tram, e con vista finestrino, è possibile ammirare il panorama che si lascia alle spalle e quello che si trova davanti. Il percorso, tutto in salita, si snoda per circa 5 chilometri con un dislivello di 329 metri.

Passeggiare per Villa Opicina

Così ecco che si arriva in un quartiere straordinario dove il tempo sembra non essere passato mai. Villa Opicina, il cui nome deriva dallo sloveno e fa riferimento proprio all’altezza del quartiere, dista pochissimi chilometri dalla frontiera con la Slovenia.

Il nome Villa Opicina, però, è stato adottato sono nel 1966 indicando non solo il quartiere, ma anche la stazione ferroviaria adiacente.

Secondo alcune fonti storiche, insediamenti urbani esistevano già in tempi lontani, fino al 1842. La comunità risiedeva proprio sopra la cima del monte che si vede dietro all’obelisco, ma a causa della forte esposizione ai venti freddi, gli abitanti scelsero di spostarsi proprio dove c’è il quartiere. I resti dell’insediamento, però, sono stati distrutti durante la prima guerra mondiale.

A rendere particolarmente celebre il quartiere è proprio il tram che conduce alla terrazza panoramica. Si tratta infatti di una delle prime tranvie europee nata a cremagliera e poi trasformata in funicolare. L’obiettivo era proprio quello di permettere gli spostamenti agevoli tra il centro cittadino di Trieste e il quartiere posto a queste alture.

Un’altezza che però rende il luogo uno dei più panoramici di Trieste e dell’Italia intera, proprio lì dove è stato eretto l’obelisco in onore dell’imperatore Francesco I. Fu lui a inaugurare la strada per Opicina nel 1830. Nel secolo successivo fu anche costruita la chiesa di San Bartolomeo.

L’obelisco, però, è famoso anche per un altro motivo, si tratta del punto di partenza per intraprendere la Strada Napoleonica, conosciuta anche come strada Vicentina, che è uno dei sentieri più celebri della città di Trieste. Percorrendolo è possibile ammirare meravigliosi scorci della città e del suo golfo, e da questi lasciarsi incantare.

Trieste, Tram Opicina

Trieste, Tram Opicina