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Come arrivare all’Isola Bella di Taormina, la “Perla del Mediterraneo”

L’Isola Bella di Taormina, una splendida località collegata alla terraferma con una sottile striscia di sabbia, è uno dei luoghi più belli della Sicilia. Si trova ai piedi del centro storico di Taormina ed è affacciata sulle acque color smeraldo del Mar Ionio.

Sono numerose le opzioni per arrivare all’Isola Bella di Taormina, disabitata ma tutta da ammirare, collegata a una delle spiagge più suggestive della Sicilia Orientale. Quest’isola è stata soprannominata la “Perla del Mediterraneo” in virtù della sua particolare ubicazione e della sua rigogliosa natura, elementi che l’hanno resa una delle località più incantevoli (e imperdibili) di tutta la Sicilia. Ecco come raggiungere questo luogo dal fascino unico.

A piedi

Non c’è un modo diverso per raggiungere fisicamente l’Isola Bella: si arriva all’isolotto esclusivamente a piedi. Quando il ritmo delle maree svela la stretta lingua di sabbia che la collega alla terraferma, è possibile raggiungere l’Isola Bella di Taormina rigorosamente a piedi, con il golfo che si allontana alle spalle e l’isolotto che si fa sempre più grande davanti agli occhi: un’esperienza imperdibile.

Nei momenti di bassa marea, infatti, il tragitto è breve e comodamente percorribile a piedi (ma attenzione ad evitare gli orari più caldi della giornata durante l’estate!), mentre quando il livello del mare inizia ad alzarsi può arrivare fino alle ginocchia, rendendo più faticosa la camminata, ma altamente suggestiva: vi sembrerà quasi di camminare sull’acqua in totale libertà.

In funivia

Se vi trovate nel centro storico di Taormina, il mezzo più comodo, ecologico e veloce per raggiungere l’Isola Bella è la funivia. La linea raggiunge in soli 3 minuti Mazzarò, la zona costiera che si trova a soli 500 metri dalla spiaggia di Isola Bella, dove si allunga l’isolotto. Quella a bordo delle cabine panoramiche della funivia di Taormina non è solo un viaggio, ma un’esperienza emozionante che vi permette di ammirare dall’alto la sua splendida costa.

In estate, la linea Taormina-Mazzarò è aperta dalle 8:00 all’1:30 di notte, mentre in inverno dalle 8:00 alle 20:00, con partenza ogni 15 minuti. La corsa singola ha un costo di 6 euro, il biglietto Andata e Ritorno, invece, 10 euro (ma sono previsti anche pacchetti settimanali e mensili, per risparmiare).

In auto

Se state viaggiando lungo la Sicilia orientale con la vostra auto o ne avete noleggiata una, per raggiungere l’Isola Bella dovrete dirigervi verso Taormina. Da Catania, dovete seguire l’autostrada A18 in direzione Messina, uscendo ai Giardini-Naxos, dove si imbocca la strada statale 114. Percorso inverso invece per chi proviene da Messina, che dovrà uscire a Taormina una volta imboccata la A18 in direzione catanese.

Arrivati a Taormina, dovrete lasciare l’auto in un parcheggio: i più vicini sono a pagamento e si trovano lungo la SS 114, oppure presso la stazione della funivia di Mazzarò. Ma attenzione, soprattutto nell’alta stagione i prezzi sono più elevati ed è più difficile trovare parcheggio, visto il maggior afflusso di turisti.

In autobus

Un mezzo comodo per arrivare all’Isola Bella è l’autobus diretto al centro di Taormina. Una soluzione ottimale se si alloggia nelle vicinanze o a Messina, oppure se si ha un’auto a disposizione, ma si vuole evitare una ricerca di parcheggi onerosa in termini di tempo e soldi. Lasciate quindi il mezzo nelle zone periferiche di Taormina e prendere la linea 25 del bus locale che, grazie al servizio di Interbus, vi condurrà nel pieno centro di Taormina. Da lì potrete proseguire in funivia o a piedi fino all’isola. Per consultare orari e prezzi dei biglietti vi consigliamo di controllare il sito Interbus.it.

In treno

Anche il treno è una soluzione comoda per raggiungere Taormina e la sua Isola Bella. Da Messina, diverse soluzioni Trenitalia raggiungono la stazione Taormina Giardini-Naxos a partire da 35 minuti di viaggio. Da Catania il viaggio dura invece poco più di un’ora.

La stazione dei treni di Taormina si trova a circa 2,5 chilometri dalla spiaggia dell’Isola Bella. Potrete quindi proseguire in autobus con un viaggio di 10 minuti, oppure a piedi, ammirando a passo lento gli incredibili scorci sul mare che si aprono lungo la strada principale.

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Estate a Roma: concerti estivi ed eventi culturali gratuiti

Roma non si spegne mai, nemmeno d’estate: sono lontani i tempi in cui, ad agosto, la città si svuotava e chi non partiva per le vacanze si trovava a passeggiare per strade deserte, contemplando le serrande abbassate dei negozi. Negli ultimi anni, la Capitale – come tante altre città italiane grandi e piccole – ha saputo reinventarsi, offrendo a turisti e residenti un programma culturale e di intrattenimento sempre più ricco, che rende le serate estive un’occasione unica per vivere la città sotto una luce diversa. Roma si propone come una destinazione capace di competere, per vitalità e offerta culturale, con le località di mare e montagna.

Eventi culturali gratuiti: festival e tanta musica per tutti

Tra le molteplici proposte estive di Roma spiccano i numerosi eventi culturali gratuiti, un’ottima opportunità per chi desidera godersi serate tranquille, magari passeggiando nei quartieri più belli e caratteristici della città, accompagnato da buona musica e intrattenimento di qualità. La cornice unica di Roma, con le sue luci, i suoi tesori e i suoi colori, aggiunge un valore inestimabile a ogni evento.

Un esempio perfetto di intrattenimento estivo romano è la rassegna “Lungo il Tevere… Roma”, che si svolge tra Ponte Sisto e Ponte Garibaldi. Ogni sera, lungo le rive del Tevere, si può assistere a concerti live gratuiti, performance artistiche e spettacoli sotto le stelle. L’atmosfera è magica, con le luci della città che si riflettono sull’acqua e i le note che creano un sottofondo perfetto per una passeggiata serale.

Un altro appuntamento da non perdere è il Festival Testaccio Estate, ospitato presso la Città dell’Altra Economia. Questo evento, che si estende fino a fine estate, è un susseguirsi di musica, spettacoli e street food, tutto rigorosamente ad ingresso libero. L’area di Testaccio, con il suo fascino industriale e la sua vitalità culturale, si trasforma in un punto di riferimento per chi cerca serate all’insegna del divertimento.

Tra le proposte più amate troviamo anche l’Aniene Festival, che si svolge nel parco Nomentano, un salotto urbano lungo le rive del fiume Aniene. Con le sue novanta serate gratuite, il festival offre un mix perfetto di musica, teatro, danza e laboratori. Non mancano aree food e attività per famiglie, il tutto in un’oasi verde nel cuore della città.

La magia della musica classica in scenari unici

Per gli appassionati di musica classica e contemporanea, Roma offre esperienze straordinarie. La Sala Accademica del Conservatorio di Santa Cecilia, con il suo grande organo Walker-Tamburini, è una location d’eccezione che ospita decine di concerti gratuiti. Il repertorio spazia dalla musica classica al jazz, dall’opera alle colonne sonore di film, in un contesto intimo e suggestivo: le sedute rosse, le grandi finestre e il soffitto a cassettoni creano un’atmosfera unica. Al Conservatorio non solo concerti, ma anche incontri con gli autori e masterclass, che offrono un’opportunità di apprendimento per gli appassionati e i curiosi.

Gli amanti dell’organo hanno anche un’altra splendida opportunità: tutti i venerdì alle ore 17:30, a partire da maggio fino a novembre 2025, nella Basilica di Santa Maria ad Martyres in Roma si svolgono i concerti del Festival Internazionale d’Organo, tutti ad ingresso libero. Le melodie dell’organo, nella splendida cornice della basilica del Pantheon, regalano una esperienza unica, respirando spiritualità e storia millenaria.

Non meno affascinante è l’offerta dell’Orto Botanico, che diventa teatro di concerti classici e da camera al calar del sole. I viali verdi e le scenografie naturali dell’Orto creano un contesto ideale per godere della musica in un’atmosfera rilassata e immersa nel verde.

Anche il Teatro di Marcello offre una programmazione di grande interesse, con performance che uniscono musica dal vivo e archeologia. Le serate al Tempietto, che includono spettacoli gratuiti, rappresentano un’esperienza unica per chi desidera vivere l’arte in uno dei luoghi più iconici di Roma.

Opera e cinema all’aperto: un mix di cultura e divertimento

Una vera chicca, gratuita, per gli amanti dell’Opera è il progetto OperaCamion del Teatro dell’Opera di Roma. Questo spettacolo itinerante trasforma un TIR in un vero e proprio teatro mobile, portando la magia dell’opera nei diversi municipi della città. Quest’anno, il celebre “Barbiere di Siviglia” di Rossini sarà il protagonista, regalando al pubblico un’esperienza gratuita e indimenticabile.

Per chi preferisce il cinema, Roma offre anche diverse grandi rassegne all’aperto: fra queste “Il Cinema in piazza”, che si tiene in tre location diverse: Piazza San Cosimato a Trastevere, Parco della Cervelletta a Tor Sapienza e Monte Ciocci a Valle Aurelia. Dal 1 giugno al 13 luglio 2025, saranno proiettati ben 94 film, con 35 incontri e 10 retrospettive, il tutto rigorosamente gratuito. Questo evento rappresenta una vera e propria celebrazione della settima arte e un modo classico ma sempre vincente per passare una serata estiva.

Concerti imperdibili: grandi nomi sotto le stelle

La musica dal vivo è uno dei pilastri dell’estate romana. La rassegna Roma Summer Fest, ospitata all’Auditorium Parco della Musica, propone oltre 70 date con artisti di fama internazionale e italiana. Tra i nomi più attesi di quest’anno figurano Sting, Patti Smith, Skunk Anansie, Alanis Morissette, Nick Cave, Ludovico Einaudi, e molti altri. L’Auditorium, con la sua architettura moderna e le sue eccellenti qualità acustiche, rappresenta una cornice perfetta per questi grandi eventi.

Un’altra rassegna musicale di rilievo è Rock in Roma, che si svolge presso l’Ippodromo delle Capannelle. Questo festival è famoso per portare nella Capitale alcuni dei più grandi nomi della scena rock e pop internazionale. Quest’anno, gli artisti in programma includono Lucio Corsi, Irama, Ghali, Lazza, Tananai e gli Smashing Pumpkins.

Da segnalare anche il Caracalla Fest, con il suo pregiato mix di classico e moderno: da La Traviata e il Don Giovanni fino a Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Antonello Venditti e Giovanni Allevi, ma anche un’incursione nel mondo dei musical con West Side Story.

Oltre alle rassegne, numerosi sono i concerti singoli che arricchiscono l’estate romana. Tra gli eventi più attesi troviamo Giorgia alle Terme di Caracalla il 13 giugno, Ed Sheeran allo Stadio Olimpico il 14 giugno, i Duran Duran al Circo Massimo il 15 e 16 giugno, Max Pezzali allo Stadio Olimpico il 23 giugno, Achille Lauro al Circo Massimo il 1 luglio e Marco Mengoni allo Stadio Olimpico il 2 luglio. Questi appuntamenti rappresentano l’occasione ideale per vivere serate di grande musica in alcuni dei luoghi più iconici della città.

Un’estate ricca di emozioni

L’estate romana non è solo un momento per rilassarsi e godere del tempo libero, ma è anche un’occasione per scoprire o riscoprire la città attraverso eventi che celebrano l’arte, la musica, il cinema e la cultura in tutte le sue forme. Complice la rilassatezza delle serate estive e la voglia di stare all’aria aperta, ci si può imbattere in esperienze che durante l’anno non esistono o non vengono considerate: che si tratti di un concerto sotto le stelle, di un film all’aperto o di una passeggiata lungo il Tevere accompagnata da musica dal vivo, l’estate a Roma è un’esperienza indimenticabile che regala emozioni a ogni angolo.

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Cosa conviene comprare a Dublino per rivivere l’Irlanda

Dublino è una città che lascia il segno. Un luogo amato da tutti i visitatori non solo per i suoi bellissimi paesaggi verdi, ma anche per i suoi tradizionali pub pieni di musica o l’aria frizzante che si respira lungo il fiume Liffey, o An Life, che sfocia nel Mar d’Irlanda attraverso la capitale.

Qui ogni dettaglio racconta una storia e, una volta arrivato il momento di tornare a casa, spesso ci si chiede: “cosa comprare per portare a casa un pezzo magico d’Irlanda?”

Per chiunque stia organizzando un weekend romantico, un viaggio tra amici o semplicemente una fuga in solitaria e vuole vivere l’esperienza di viaggio nella capitale irlandese in modo ancora più autentico, è importante sapere cosa conviene davvero comprare a Dublino per ricordare per sempre la magia dell’Irlanda. Ecco quali sono i souvenir unici che è possibile acquistare nella capitale irlandese.

Maglioni in lana Aran: un abbraccio irlandese che scalda davvero

Non si tratta di un semplice capo d’abbigliamento. Se si pensa ai maglioni in lana Aran, si deve immaginare un vero e proprio simbolo della tradizione irlandese. Capi intrecciati a mano con motivi tradizionali, che parlano di storie antiche, di pescatori, di famiglie e di isole irlandesi.

È possibile acquistare questi maglioni nei negozi di qualità, dove ogni capo è diverso e viene realizzato con passione da artigiani locali. Non si tratta di souvenir qualsiasi: sono un caldo abbraccio dell’Irlanda che è possibile indossare ovunque.

Claddagh Ring, ceramiche artistiche e cristalli Waterford: quando l’artigianato racconta emozioni

Per chi vuole portare con sé qualcosa di elegante e, soprattutto, carico di significato, i gioielli celtici sono la scelta perfetta. Ad esempio, tra le cose che conviene comprare a Dublino ci sono i Claddagh Ring personalizzati, ovvero anelli che rappresentano amore, lealtà ed amicizia. Un souvenir perfetto per le persone che si ama davvero.

Insieme agli anelli Claddagh, non possono mancare le famose ceramiche colorate irlandesi: prodotti bellissimi, fatti a mano, ed ispirati alla natura irlandese. È possibile acquistare come souvenir piatti, tazze e vasi, che trasformano ogni pasto in un momento unico e speciale, in ricordo di questa fantastica esperienza di viaggio nella capitale irlandese.

Tra le cose che conviene comprare a Dublino, non possono mancare anche i famosi cristalli Waterford, il cristallo irlandese tra i più raffinati in Europa. Anche se la fabbrica più famosa, con sede a Waterford, non è a Dublino, molti negozi della capitale vendono pezzi incisi a mano, come calici, vasi o decorazioni. Oggetti di grande valore, spesso realizzati anche da artisti locali.

Sapori d’Irlanda unici: tra cioccolato e formaggi artigianali

A volte basta un assaggio per ricordare un viaggio. Dublino è una città in grado di offrire tantissime specialità, tutte da mettere in valigia.

Tra le cose che conviene comprare a Dublino è bene ricordare il cioccolato Butlers, una compagnia storica irlandese che produce queste prelibatezze cremose e raffinate dal 1932. Ci sono anche i tradizionali formaggi artigianali irlandesi, come il Cashel Blue, un formaggio vaccino con erbe, oppure il Cheddar Stagionato.

Per gli amanti dei dolci, a Dublino è possibile acquistare gli Shortbread Cookies, perfetti per il tradizionale tè del pomeriggio e che vogliono ricordare un viaggio alla scoperta della capitale.

E naturalmente, per chi ama i sapori forti, una bottiglia di whisky irlandese. Infatti il Paese è anche conosciuto per la prima distilleria ufficialmente autorizzata al mondo, la Old Bushmills Distillery. Un’antica tradizione irlandese, quella del whisky, che secondo la leggenda vede proprio San Patrizio come il primo ad aver introdotto in Irlanda le prime tecniche di distillazione. Inoltre, una buona Guinness “da collezione” rappresenta un regalo e un ricordo assolutamente gradito per gli amanti di questo sapore unico.

Per rimanere in tema di Guinnes, birra e divertimento, anche una t-shirt del famoso Temple Bar Pub può essere un bel modo per ricordare le notti tra risate e musica live irlandese. È possibile acquistare questi prodotti nel negozio ufficiale del pub, in Temple Bar Street, e scegliere tra tazze, cappellini, magneti e poster.

Negozio ufficiale del Temple Bar, dove sono presenti prodotti che conviene comprare a Dublino

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Negozio di souvenir del Temple Bar a Dublino

Scegliere qualcosa che emoziona davvero permetterà di rivivere ancora una volta questo fantastico viaggio alla scoperta di Dublino e della sua fantastica tradizione popolare.

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Cosa conviene comprare a Budapest: souvenir da non perdere

Quando si viaggia, si sa, tutti amano portare a casa un ricordo autentico della propria avventura. Si tratta di uno dei modi più belli per prolungare l’emozione del viaggio. E per ricordare al meglio la magnifica città di Budapest, capitale dell’Ungheria, con la sua storia affascinante e le tradizioni radicate, non bisogna dimenticare nulla, grazie anche ai prezzi davvero accessibili È il posto ideale per concedersi qualche acquisto senza sensi di colpa.

La capitale ungherese, tra monumenti eleganti e scorci da cartolina, è anche una miniera di souvenir unici, tipici e, soprattutto, convenienti. Ecco cosa conviene comprare a Budapest: oggetti unici che raccontano l’anima della città e dell’Ungheria intera.

Artigianato locale: tra ricami Matyó e cristalli e vetri di Ajka

Il Mercato Centrale di Budapest è probabilmente una delle tappe più autentiche della capitale. Conosciuto anche con il nome di Nagycsarnok, bisogna sapere che questo è il più grande e storico mercato della città. Un luogo dove regna ancora l’atmosfera di un tempo, tra profumi, colori e bancarelle colme di meraviglie uniche del posto.

Infatti, passeggiando tra gli stand, è facile rimanere incantati alla vista di così tanti souvenir artigianali. Tra le cose che conviene comprare in Ungheria, infatti, è possibile scegliere tra statue scolpite in legno, ma anche delicate ceramiche dipinte a mano, bambole di porcellana vestite con costumi tradizionali e tessuti ricamati con motivi folkloristici, tipici dell’Ungheria.

Ad esempio, i ricami Matyó sono tra i più famosi prodotti tessili del Paese. Si tratta di pezzi colorati e realizzati rigorosamente a mano, che raffigurano motivi floreali della tradizione ungherese. Con questo stile vengono decorate tovaglie, camicie, grembiuli oppure semplicissimi fazzoletti. Sono un vero e proprio simbolo dell’Ungheria. Come anche i cristalli e vetri di Ajka, prodotti eleganti e raffinati, riconosciuti anche a livello internazionale. In questo stile vengono creati vasi, calici e vari oggetti decorativi: sicuramente souvenir molto fragili, ma allo stesso tempo decisamente unici.

Ogni pezzo è unico, fatto a mano dagli artigiani del posto, e racconta una parte dell’anima ungherese. Per non parlare poi dei prezzi, anch’essi, in un certo senso, unici. Cifre più che accessibili, soprattutto se si considera la qualità dei materiali e la cura dei dettagli, che rendono Budapest una città decisamente abbordabile per tutti i tipi di viaggiatori.

Ceramiche tradizionali ungheresi, tra le cose che conviene comprare a Budapest

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Ceramiche tradizionali ungheresi

Le specialità gastronomiche: paprica, gulash, vino Tokaji e Palinka

Non può mancare una tappa gastronomica. Una volta assaporati i gusti locali di Budapest, ci si innamora. Qui, il cibo non è solo da gustare, ma anche da portare a casa. Ecco perché fra le cose che conviene comprare a Budapest, tra le bancarelle del Mercato Centrale, ci sono numerosi prodotti tipici locali, perfetti come souvenir gastronomici.

Tra gli stand, è impossibile non notare le piramidi di paprica, la regina delle spezie ungheresi, che è anche la base irrinunciabile del celebre gulash, un tipico spezzatino di carne con patate, cipolle e verdure, brodoso e dal gusto speziato, e di tantissimi altri piatti locali. Da regalare, o regalarsi, in graziosi sacchetti o barattoli decorativi. Si parla chiaramente della paprica, non del gulash!

Invece, per chi ama il vino e l’enologia, comprare una bottiglia di Tokaji come souvenir, il vino dolce ungherese per eccellenza, potrebbe essere un’idea raffinata e ricercata. E per i più golosi, si consiglia di fare un salto in una delle storiche pasticcerie del centro di Budapest, dove lasciarsi tentare dalla tradizionale torta Dobos, un dolce stratificato ricco di cioccolato e caramello. Un dolce delizioso non solo buono da mangiare, ma anche da guardare.

Oppure le bottiglie decorate di Palinka, un distillato forte tradizionale ungherese dal gusto deciso, che ricorderà i buonissimi pasti tra i ristoranti della capitale. Il Palinka, a base di frutta come prugne, albicocche o pere, è molto amato in Ungheria. È possibile trovare in molto negozi queste eleganti bottiglie decorate, perfette da regalare. Occhio solo alla gradazione alcolica: è un liquore che non scherza.

Paprica e spezie, tra le cose che conviene comprare a Budapest

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Paprica e spezie varie, utilizzate nella cucina ungherese

Antiquariato e oggetti vintage: il fascino del tempo passato

Ogni viaggiatore vorrebbe portare a casa oggetti unici, dal fascino storico e vintage, e Budapest potrebbe essere la città perfetta. Gli amanti di oggetti rari potranno perdere ore ed ore al mercatino di Ecseri, uno dei più grandi e famosi mercati delle pulci dell’Europa orientale.

Passeggiare tra i banchi sembra quasi riportare indietro nel tempo. In ogni stand è possibile trovare non solo oggetti d’epoca dell’era imperiale, ma anche macchine da scrivere, libri antichi, strumenti musicali e quadri, spesso venduti a prezzi decisamente trattabili. Chiaramente, se si decide di acquistare questi prodotti bisogna si consiglia di valutare anche lo spazio in valigia: alcune cose potrebbero anche essere decisamente ingombranti.

Un’alternativa più comoda dal punto di vista della grandezza, ma altrettanto interessante, la concede il mercatino Bhola Piac. Si tratta di un mercato meno turistico e ideale per chi cerca CD vintage, giochi retrò e abiti usati a prezzi stracciati. Perfetto per i cacciatori di tesori nascosti e per chi viaggia e vuole tornare a casa solo con il proprio zaino o trolley.

Qui non mancano anche i gadget legati all’ex blocco sovietico, per gli appassionati di storia militare. È possibile acquistare cappelli militari, spille, bandiere e oggetti retrò che raccontano un capitolo importante, anche se ormai abbastanza lontano, della storia della città e dell’Ungheria intera.

Souvenir e cosmetici termali

Oltre ai classici souvenir e le calamite dalle mille forme e colori, Budapest riserva anche sorprese più originali. Tra i souvenir più curiosi, infatti, ci sono anche i famosi saponi termali a base di acque curative, provenienti dalle migliori terme cittadine, oltre cosmetici naturali, fanghi e sali minerali. Creme, maschere e saponi prodotti localmente, spesso con packaging ispirato alla tradizione, sono souvenir utili e originali.

Fare shopping a Budapest è un’esperienza che va oltre l’acquisto: è un modo per entrare in contatto con la cultura ungherese e portarne a casa un pezzetto. Ecco perché, per chi è diretto a Budapest, si consiglia di lasciare un po’ di spazio in valigia: verrà sicuramente riempito con souvenir unici e ricordi preziosi!

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Viaggio al centro dell’anima di Seattle: il Pike Place Market

Seattle: una deliziosa città degli Stati Uniti, sfiorata da una luce tutta sua, che filtra dalla coltre di nubi che sembra aver preso residenza sopra la città. Una luce delicata, dalle sfumature argentee, che si scontra sulle vetrine dei caffè, dei grattacieli e sui rivoli d’acqua che scivolano placidi lungo i marciapiedi. Seattle batte al ritmo di musica grunge, profuma di porticcioli e conquista i suoi visitatori con la sua incredibile presenza scenica, dove il quotidiano si fa spettacolo. Questa magia raggiunge l’apice della sua meraviglia al Pike Place Market, il cuore pulsante della cittadina dello stato di Washington, dove ogni giorno profumi, sapori, storie e sguardi si mescolano in una danza incessante e ammaliante, capace di attrarre tutti i viaggiatori che vogliono sentire il battito della città. In questa guida, ti portiamo a spasso tra le bancarelle del Pike Place Market di Seattle, il mercato tipico della città.

Seattle Pike Place Market: una storia lunga più di 100 anni

Considerato “l’anima di Seattle”, il Pike Place Market affonda le proprie radici nel 1907, quando i suoi primissimi banchi vennero disposti con timidezza lungo una stradina che si affacciava sula baia di Elliot. Il mercato stava in piedi su un’idea molto semplice: mettere in contatto diretto gli agricoltori e i produttori del luogo con i cittadini, con l’obiettivo di abbattere il Caro Prezzi dell’epoca. Nessuno avrebbe mai immaginato la portata che avrebbe avuto negli anni a venire. Il Pike Place Market è cresciuto insieme alla trama urbana, superando crisi economiche, piani urbanistici devastanti e un referendum che ne minacciò l’esistenza.

Il Pike Place Market oggi

Banchi di frutta fresca del Pike Place Market

Fonte: iStock

Banchi di frutta fresca esposti al Pike Place Market

Oggi, il mercato è un simbolo di resilienza e rinascita che continua urlare al mondo la sua forte identità e l’autenticità che lo contraddistinguono dai primissimi anni del ‘900 rendendolo uno dei mercati più iconici dell’America del Nord. Se ti stai immaginando un mercato ordinato ed elegante, sei fuori strada: il Pike Place Market è, come quasi tutti i mercati, un binomio unico di disordine e armonia; dove il profumo delicato di fiori si mischia con quello del pesce fresco, e dove le risate dei venditori si confondono con i tentativi di contrattare degli acquirenti. Il mercato è abitato da più di cinquecento rivenditori – principalmente commercianti, artisti, ristoratori, pescivendoli, coltivatori e artigiani – che puntano a vendere la propria merce incastonati in uno scenario senza eguali che si apre sulla baia e sulle Olympic Mountains. Visitare Seattle e non fare un salto in questo mercato, significa scegliere di scoprire questa città a metà e non entrare nel profondo della sua anima.

Cosa fare e cosa vedere al Pike Place Market

Il Pike Place Market è un luogo che non va semplicemente ammirato, ma va provato, assaporato e vissuto. Bisogna attivare la modalità sensoriale e passeggiare tra i suoi banchi con tutti i 5 sensi accesi, lasciandosi guidare da un profumo, da un gusto, da un suono, da un colore o da un’esperienza tattile. Ecco alcune esperienze da non perdere per vivere appieno l’atmosfera del Pike Place Market.

  • Assistere al celebre “fish toss”: i venditori di pesce fanno letteralmente prendere il volo a merluzzi, salmoni e granchi. Quando qualcuno ordina un determinato pesce, il venditore lo prende e lo lancia prima di incartarlo, una specie di bar-tender acrobatico in versione ittica. Questa peculiarità è una delle attrazioni principali del mercato che attira, ogni giorno, migliaia di occhi curiosi.
  • Visitare il primissimo Starbucks al mondo: abbiamo attirato la tua curiosità? Come biasimarti! Al n.1912 di Pike Place Street si trova il primo negozio Starbucks mai esistito. Aperto il 31 marzo del 1971, era gestito da tre fondatori e vendeva chicchi di caffè tostati e attrezzature per la preparazione dell’iconica bevanda. Preparati ad affrontare un po’ di fila; grazie alla sua nomea è una delle attrazioni più visitate di Seattle e nello specifico del Pike Place Market.
  • Assaporare la cucina locale: il mercato non è solo un luogo dove fare la spesa, ma è anche il posto giusto per gustarsi una pausa pranzo veloce. Passeggia tra le varie bancarelle di street-food e lasciati solleticare il palato da deliziosi panini al granchio, golosissimi formaggi artigianali, calde ciambelle e sfiziosissime clam-chowder; la celebre zuppa di vongole.
  • Scoprire le meraviglie artistiche locali: la zona più bassa del mercato è punteggiata da piccole botteghe artistiche. La miglior occasione per comprare dei souvenir più creativi e meno banali delle solite calamite; gioielli hand-made, fotografie, stampe, oggetti da cartoleria e chi più ne ha più ne metta. Qui puoi trovare il tuo ricordo di questa splendida città degli Stati Uniti.
  • Vedere uno spettacolo al Market Theater: se vuoi dare una svolta alle tue serate americane, ti consigliamo di prendere parte a uno dei tanti spettacoli che popolano l’agenda del Market Theater, il teatro che si trova ai piedi del famossissimo Gum Wall. L’offerta è costituita principalmente da spettacoli comici e improvvisazioni, un ottimo modo per concedersi un momento di leggerezza tra una risata e l’altra. Ti consigliamo di visitare il sito ufficiale del teatro per scoprire cosa andrà in scena nel periodo in cui ti troverai a Seattle.
  • Foto-ricordo davanti al neon “Public Market Center”: tra tutte, è l’insegna più iconica della città. Imponente, rossa e con quel fascino retrò senza tempo. Un foto qui è d’obbligo per rispondere alla provocazione “pic or didn’t happen”.
  • Esplorare i negozi più curiosi: il Pike Place Market è un forziere pieno di botteghe fuori dal tempo che vendono gli oggetti più curiosi e disparati. Perditi tra i piani più nascosti del mercato e scoprirai un mondo parallelo. Tra i negozi più famosi ci sono sicuramente il Penzeys Spices; una drogheria profumatissima che rivende spezie provenienti da ogni angolo del pianeta. Ti basterà attivare l’olfatto per capire quanto ogni ingrediente abbia un’anima unica. Un’altra chicca è la libreria sotterranea, un piccolo paradiso nascosto per tutti i bibliofili a caccia di prime edizioni o romanzi dimenticati. Infine, le botteghe più delicate e sorprendenti come quelle di candele profumate o saponi artigianali.
  • Faccia a faccia con i buskers: la tua visita al Pike Place Market, non sarebbe tale senza un incontro ravvicinato con i suoi artisti di strada. Musicisti, mimi, cantautori e suonatori di didgeridoo; fermati ad ammirare come la loro arte è parte intrinseca di questo luogo magico.

Come raggiungere il Pike Place Market

Cartelli stradale che indicano la via dove si trova il Pike Place Market di Seattle

Fonte: iStock

Il famoso Pike Place Market si trova tra Pike Street e Pike Place.

Raggiungere il mercato è semplicissimo. A maggior ragione se ti trovi già nel cuore della città. Il Pike Place Market si affaccia sulla First Avenue e più precisamente tra Pike Street e Virginia Street. Se ti trovi in centro, il modo migliore per raggiungerlo è a piedi, così potrai godere di una splendida passeggiata tra i grattacieli e le vie più iconiche di Seattle. In alternativa puoi optare per:

  • l’autobus: sono tante le linee che ti porteranno nei pressi del mercato, tra queste la 10,11,43 e 47.
  • I light rail: se il Pike Place Market è la tua primissima meta una volta atterrato a Seattle, puoi raggiungerlo con il Link Light Rail che collega l’aeroporto al centro in solo 40 minuti. Per raggiungere il mercato, scendi alla stazione Westlake, e da lì prosegui a piedi.
  • Monorotaia di Seattle: un’alternativa scenica che ti porterà in un viaggio tra i grattacieli di Seattle. La monorotaia parte dal Seattle Center e arriva a due passi da Westlake Center.
  • Automobile: seppur un mezzo alternativo, l’auto è sconsigliata a causa del traffico intenso che caratterizza il centro-città.

Informazioni utili alla tua visita

Dopo averti raccontato la storia e i segreti del Pike Place Market, è il momento di fornirti tutte le informazioni necessarie per la tua visita.

  • Dove si trova: il mercato si trova precisamente all’85 Pike Street, a Seattle nello stato di Washington.
  • Orari di apertura: il Pike Place Market è aperto tutti i giorni (tranne il giorno del Thanksgiving e quello di Natale) dalle 10:00 alle 17.00. Molti bar e ristoranti restano aperti anche la sera.
  • Costo d’ingresso: il mercato non prevede cosi di accesso, pertanto è gratuito in tutti i momenti dell’anno.
  • Un consiglio? Visita il mercato al mattino presto e, preferibilmente, durante la settimana. Così potrai evitare la calca di turisti e goderti l’atmosfera unica di questo luogo.

A prescindere da quando visiterai Seattle, Il Pike Place Market resta un vero e proprio microcosmo in costante movimento, un palcoscenico che ospita ogni giorno uno spettacolo di vita quotidiana. Per apprezzarlo devi attivare tutti i sensi e lasciarti trasportare dal profumo del pane caldo che si mescola a quello del pesce e delle spezie, dal vociare dei venditori che fa da base alle melodie di un busker, dal sorriso di un artigiano che non vede l’ora di raccontarti la storia e le caratteristiche della sua attività. Visitare questo mercato di Seattle, significa immergersi nella cultura della città e respirane a pieni polmoni la sua anima travolgente. È un’attività da fare senza fretta, concedendosi il lusso di perdersi per ritrovarsi. Qualsiasi sia il motivo che ti ha spinto fino al mercato più famoso di Seattle non importa, quel che è certo è che il Pike Place Market saprà sorprenderti.

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Cosa mangiare di tipico a Liverpool

Liverpool ha una personalità unica e ricca di fascino, tutta da scoprire. Non è “solo” patria dei Fab Four, del calcio di alto livello e della buona musica, ma è anche la città in cui convivono le tradizioni gastronomiche più eclettiche del Regno Unito. Ecco una selezione delle più curiose e imperdibili.

Tradizioni culinarie Inghilterra e Liverpool

Quella del Regno Unito, e in particolare di Liverpool, è una tradizione culinaria che riflette una lunga storia di influenze sociali, regionali e coloniali. Così, si trovano all’interno dei piatti della città sapori e profumi che richiamano l’India, i Caraibi e la Cina, sottoforma di ricette semplici, ma sostanziose, spesso basate su carne, patate e verdure di stagione. Proprio così, è molto comune a Liverpool trovare ricette legate alla cucina cinese: non a caso proprio qui ha sede la Chinatown più antica d’Europa.

Ad accompagnare molti piatti non mancano anche le pastelle e le salse tipiche, soprattutto la squisita salsa gravy, realizzata con i succhi di cottura della carne – manzo, pollo, agnello -, farina o amido di mais, brodo, spezie e in certe varianti anche vino rosso o birra. Anche a Liverpool, inoltre, si respira tutta la tradizione inglese dell’abbondante english breakfast, con uova, bacon, salsicce, pomodori e pane tostato, e del tè pomeridiano, il cosiddetto tea time delle 16:00, accompagnato da pasticcini, tramezzini e scones (piccoli panini molto simili alle brioche).

English breakfast, tra le tradizioni di Liverpool

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English breakfast

Non ci troveremmo in una delle più vibranti città inglesi se non ci fosse anche la tradizione dei pub, un elemento fondamentale della vita sociale e culturale di Liverpool. Certi pub sono infatti dei monumenti storici da non perdere in un viaggio qui, come lo Ye Hole in Ye Wall, risalente al 1726, il più antico della città. Oltre a birre locali e artigianali, nei pub si possono gustare i piatti della tradizione, da quelli salati ai dolci, e se si è fortunati ci si può imbattere nelle “pie & ale nights”, cene a base di una squisita torta salata e birra.

Ultimi, ma non per importanza tra le tradizioni di Liverpool sono i comfort food, che qui non mancano di certo. Uno dei protagonisti della categoria è il Chippy Tea. Si tratta di un pasto serale a base di cibo da friggitoria, dal nome “Tea” (usato nel nord dell’Inghilterra per indicare la cena, invece di “dinner”) e “Chippy” (lo slang usato per indicare i negozi che vendono fish and chips). Avvolti nella carta troviamo appunto le classiche fish and chips, la salsa al curry o gravy, i piselli spezzati (chiamati “mushy peas”), salsicce fritte in pastella o tortine salate. Da mangiare rigorosamente in compagnia davanti alla Tv.

I piatti tipici di Liverpool

Non solo fish & chips (che qui però segue una ricetta decisamente speciale che rende questo piatto unico): a Liverpool di prelibatezze della tradizione ce ne sono davvero tante (e dai nomi spesso curiosi). Ecco una selezione dei piatti da assaggiare assolutamente in un viaggio in questa multiculturale città.

Scouse

Partiamo da quello che è il re indiscusso della cucina di Liverpool: lo Scouse. Un nome particolare che è addirittura utilizzato per soprannominare gli abitanti della zona. Si tratta di un ricco stufato di carne, solitamente a base di montone o manzo e verdure, spesso accompagnato da barbabietole o cavoli sottaceto e una fetta di pane. In realtà, sembra che la ricetta deriverebbe dai marinai norvegesi che in passato lavoravano nel porto.

Yorkshire pudding

Da una pastella che sembra quella dei pancake, a base di uova, farina e latte, prende forma un’altra istituzione della cucina britannica: lo Yorkshire pudding. No, non si tratta di un dolce, bensì di un contorno simile a un soufflé dalla forma particolare, con un buco centrale che viene sfruttato per versarvi intingoli saporiti come il brown gravy (simile al fondo bruno della cucina italiana): il segreto è tutto nella cottura, che prevede che la teglia e l’olio alla base siano molto caldi prima di aggiungere la pastella. Da provare abbinato a della saporita carne di manzo.

Yorkshire Pudding, una delle ricette base della cucina di Liverpool

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Yorkshire Pudding, una delle ricette della tradizione di Liverpool

Toad in the hole

Il suo nome è bizzarro (e non se ne conosce l’origine), ma il suo sapore è una garanzia di bontà: il Toad in the hole (che letteralmente significa “rospo nel buco”), in realtà non ha nulla a che vedere con le rane! Si tratta di uno Yorkshire pudding formato maxi, ripieno di salsicce britanniche e ricoperto di sugo. Era un piatto economico consumato dai lavoratori del XVIII secolo, che sembra cuocessero gli scarti della carne avanzata nella pastella per migliorarne il sapore.

Toad in the hole, una ricetta tradizionale di Liverpool

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Toad in the hole, ricetta tradizionale di Liverpool

Bubble and Squeak

Ecco un’altra ricetta della tradizione culinaria di Liverpool dal nome decisamente simpatico: il Bubble and Squeak (chiamato così per i suoni che emette in cottura) unisce il gusto ad una cucina anti-spreco. A base di arrosto (spesso quello avanzato il giorno prima), patate schiacciate e cavoletti di Bruxelles (ma anche altre verdure a piacere), viene fritto sottoforma di squisite polpette o di frittata.

Salt & Pepper Chips

Come anticipato, la cucina cinese si fa spazio nella tradizione culinaria di Liverpool. Uno degli esempi sono le patatine al sale e pepe. Un mix di ingredienti le rendono speciali, come i peperoni, la cipolla rossa, l’aglio tritato, il peperoncino e un mix di spezie che prevedono anche sale e pepe. Si racconta che siano state inventate dal proprietario di un fish & chips cinese di Liverpool negli anni ’60.

Pea Wack

Fredde giornate invernali, non vi temiamo. A scaldare il corpo ci pensa la Pea Wack, la tradizionale zuppa di Liverpool a base di lenticchie, piselli e prosciutto o pancetta.

Savoury Cakes

Nei brunch domenicali, nei picnic in famiglia o nei buffet per un aperitivo sono un must: le Savoury cakes (simili alle nostre torte salate) sono preparate sottoforma di plumcake, torte rustiche o muffin, ma salati.

Wet Nelly

Passando al mondo dei dolci, uno dei pilastri di Liverpool è la Wet Nelly, la cui nascita segue la filosofia di altri piatti tipici, ovvero quello del riciclo di ingredienti per dare vita a ricette anti spreco e che puntano al risparmio. Si basa infatti su torte e pane raffermi, ammorbiditi con acqua e uniti a frutta secca, spezie, zucchero e uova. Il tocco in più è l’abbondante crema pasticcera che vi viene versata sopra come accompagnamento.

Liverpool Tart

Risale probabilmente al 1897 ed è una vera delizia per il palato: la Liverpool Tart è unica, con friabile pasta frolla e quel suo ripieno a base di limoni interi bolliti e zucchero scuro, che conferiscono un gusto decisamente intenso e leggermente amarognolo.

Everton mints

Anche il mondo delle caramelle ha una tradizione cittadina: chiamate anche “humbugs”, le Everton mints sono piccole delizie al gusto di menta piperita, riconoscibili per il loro colore marrone scuro con striscioline bianche. Questi dolcetti si possono acquistare facilmente in molti minimarket o negozi di dolciumi.

Everton Mints, caramelle tipiche di Liverpool

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Everton Mints, le caramelle tradizionali di Liverpool

Cupcakes di Liverpool

Non sono una ricetta originaria di Liverpool, ma qui i Cupcakes sono vere opere d’arte, preparate con una minuziosità incredibile e con stili e decorazioni uniche che si collegano alla cultura della città. Spesso vengono infatti decorati a tema Beatles, con faccine, dischi in zucchero e simboli anni ’60, oppure con il Liver bird, simbolo ufficiale della città di Liverpool, o ancora a tema calcio. Un tripudio di colori e fantasia tutti da gustare.

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India: come comportarsi per visitare un tempio induista

Un viaggio in India (o in altri Paesi dove l’induismo è praticato) non può prescindere dalla visita a un tempio induista: i colori chiamano, il profumo degli incensi e la folla devota che pratica rituali di grande fascino invitano a entrare. Ma sono luoghi sacri che richiedono rispetto e consapevolezza. I templi non sono attrazioni turistiche qualsiasi: sono spazi di preghiera, spiritualità e vita quotidiana per milioni di fedeli. Per questo motivo, è importante conoscere le norme di comportamento fondamentali da osservare.
Ecco una guida pratica per sapere cosa fare – e cosa evitare – quando si entra in un tempio induista.

Si può entrare con le scarpe?

No, le scarpe devono essere tolte all’ingresso. In quasi tutti i templi induisti è obbligatorio entrare scalzi o, in alcuni casi, con calzini. L’atto di togliersi le scarpe è un segno di rispetto e umiltà, per lasciare fuori simbolicamente lo sporco e le impurità, delle scarpe e dell’anima. Alcuni templi mettono a disposizione aree custodite per lasciarle, spesso a pagamento o a fronte di un’offerta.

È necessario coprire spalle e gambe?

In generale, sì: è importante indossare abiti decorosi e rispettosi, evitando pantaloncini, canottiere o vestiti attillati. Tuttavia, nei templi del sud dell’India, può essere richiesto agli uomini di entrare a dorso nudo, senza camicie e magliette. I locali indossano solo un mundu o un dhoti (tipico indumento tradizionale maschile), ma non è necessario per i turisti. Le donne, invece, dovrebbero coprire spalle, gambe e talvolta anche il capo con un foulard. Le regole possono variare da tempio a tempio, quindi è sempre consigliabile informarsi prima della visita o osservare il comportamento dei locali e copiare.

regole in india

Fonte: AS

Donne in India

Ci sono regole specifiche per le donne?

Sì, in alcuni templi l’accesso può essere vietato alle donne in periodo mestruale. È una regola basata su antiche credenze legate alla purezza rituale. In generale, anche alle donne è richiesto un abbigliamento decoroso e, talvolta, di coprirsi il capo. Le regole possono variare da tempio a tempio.

Si può fotografare all’interno del tempio?

Dipende dal tempio. In molti casi, le fotografie non sono permesse, soprattutto i selfie e specialmente nella zona del sancta sanctorum (il cuore del tempio dove si trova la statua della divinità). In altri luoghi, si possono fare foto solo in certe aree esterne. È sempre meglio chiedere il permesso prima di scattare, e guardare se ci sono cartelli di divieto.

Qual è il comportamento corretto durante la puja?

Durante una puja (cerimonia di preghiera), è fondamentale mantenere silenzio e rispetto. È bene osservare senza disturbare, senza intralciare il passaggio dei fedeli e senza toccare gli oggetti sacri. Spesso si può assistere anche da turisti, ma è importante non distrarre chi sta pregando.

Posso toccare le statue o gli oggetti sacri?

No. Le statue delle divinità e gli oggetti rituali non devono essere toccati dai visitatori. Solo i sacerdoti hanno il permesso di maneggiare questi simboli sacri. Toccarsi il capo con le mani a preghiera dopo aver ricevuto il prasad (cibo benedetto) o l’acqua sacra, invece, è spesso parte del rituale.

Devo seguire un percorso specifico all’interno del tempio?

Sì. In molti templi induisti si segue un percorso in senso orario, passando attorno al santuario principale. Questo gesto simboleggia il rispetto e l’adorazione verso la divinità. All’ingresso, può essere presente una campana da suonare: il suono ha la funzione di annunciare la propria presenza alla divinità, di risvegliare l’energia spirituale e di liberare la mente da distrazioni prima della preghiera. Come per il resto, è bene seguire cosa fanno i fedeli e, in caso di dubbio, seguire il flusso.

Si possono fare offerte?

Sì, è consuetudine fare offerte in denaro, fiori, frutta o incenso; di solito sono in vendita proprio davanti all’ingresso. I templi hanno aree dedicate per lasciare l’offerta, talvolta in appositi altarini, cesti o urne. Le offerte devono essere fatte con rispetto, senza ostentazione. Spesso è anche possibile ricevere una benedizione dal sacerdote.

Posso sedermi ovunque all’interno del tempio?

No, alcune aree sono riservate ai fedeli, e in certi casi l’ingresso è vietato ai non praticanti. Se ci si vuole sedere, meglio scegliere un angolo laterale o uno spazio dove non si intralcia il passaggio. Evitare di sedersi con i piedi rivolti verso la statua della divinità.

C’è un saluto tradizionale da usare?

Sì, il più comune è “Namasté”, accompagnato dal gesto delle mani giunte davanti al petto. È una forma di saluto rispettosa che va bene sia tra persone che verso la divinità. In alcuni templi si può vedere anche il gesto della prosternazione o del toccare terra con la fronte.

Posso entrare in tutti i templi, ovunque?

Non sempre. Alcuni templi sono riservati ai soli fedeli induisti, specialmente nel sud dell’India. Altri, invece, accolgono visitatori di ogni religione. È importante informarsi in anticipo e rispettare eventuali divieti di accesso. Forzare l’ingresso in questi casi è un grave segno di irriverenza.

Devo fare attenzione a ciò che dico o faccio nel tempio?

Assolutamente sì. I templi sono luoghi di massimo rispetto, e comportamenti inappropriati (ridere, commenti fuori luogo, gesti irrispettosi) sono mal tollerati. Anche il linguaggio corporeo conta: mai indicare con i piedi, né toccare qualcuno sulla testa.

Cosa significa ricevere una tilaka o un segno sulla fronte?

Spesso, all’uscita o durante la visita, il sacerdote può apporre un segno colorato sulla fronte dei visitatori. Questo è un gesto di benedizione e protezione. Il colore e la forma variano a seconda della divinità venerata e del tipo di tempio. La tilaka o bindi può essere fatta con varie sostanze: cenere sacra (vibhuti), polvere di sandalo, curcuma o kumkum (rosso vivo). Ogni sostanza ha un significato: ad esempio, il kumkum rappresenta l’energia femminile (shakti), la cenere sacra simboleggia la purificazione, mentre la polvere di sandalo raffredda la mente. Accettare con rispetto è un modo per condividere parte del rito.

visitare un tempio induista

Fonte: AS

Bambini davanti a una statua di Ganesh in India

I bambini possono entrare nei templi?

Sì, ma è consigliabile che siano tranquilli e accompagnati. Pianti o schiamazzi possono disturbare le preghiere. I genitori dovrebbero vigilare affinché non corrano o tocchino oggetti sacri. In generale, la presenza dei bambini è ben accolta, ma sempre nel rispetto delle regole del luogo.

Cosa fare se non si conoscono le regole specifiche del tempio?

La cosa migliore è osservare con attenzione, seguire il comportamento dei fedeli e, se possibile, chiedere con gentilezza. In molti templi troverai cartelli con le regole principali, spesso anche in inglese. In caso di dubbio, meglio essere prudenti e rispettosi.

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Come si ottiene la Bandiera Blu: 33 criteri internazionali

Ogni anno la FEE, la Foundation for Environmental Education, assegna la Bandiera Blu a tutte le spiagge che rientrano in determinati parametri e che rispondono a caratteristiche ben precise, secondo un rigido protocollo.

Le spiagge premiate devono rispettare standard elevati in termini di sostenibilità, sicurezza, qualità ambientale e accessibilità. I criteri si suddividono in quattro macro-categorie, ognuna delle quali contribuisce a garantire un’esperienza balneare di qualità nel pieno rispetto dell’ambiente naturale.

Ecco come si ottiene una Bandiera Blu e quali sono i 33 criteri internazionali utili per l’ottenimento.

Criteri informativi ed educativi

Questi criteri riguardano l’importanza dell’informazione e dell’educazione ambientale per i visitatori delle spiagge. Una spiaggia Bandiera Blu deve, infatti, promuovere la consapevolezza ecologica e allo stesso tempo rendere facilmente accessibili tutte le informazioni rilevanti sul luogo e sull’ambiente naturale circostante. Quindi, i criteri informativi ed educativi da rispettare per ottenere la Bandiera Blu sono:

  1. Innanzitutto, devono essere affisse le informazioni relative agli ecosistemi costieri e alle aree naturali.
  2. Ogni anno devono essere offerte almeno 5 attività di educazione ambientale.
  3. Devono essere affisse le informazioni sulla qualità delle acque.
  4. Devono essere affisse informazioni relative a ecosistemi locali, elementi naturali e siti culturali.
  5. Deve essere affissa la mappa della spiaggia con le indicazioni di tutti i servizi offerti.
  6. Deve essere affisso il codice di condotta relativo alla normativa vigente sull’uso della spiaggia e delle aree circostanti.

Criteri sulla qualità dell’acqua

La qualità delle acque di balneazione è uno dei requisiti fondamentali per ottenere la Bandiera Blu a livello internazionale. Questi criteri assicurano che l’acqua sia pulita, sicura per i bagnanti e monitorata costantemente attraverso analisi e campionamenti. L’acqua deve quindi rispettare i seguenti criteri:

  1. Deve rispettare i requisiti di campionamento e frequenza relativamente alla qualità delle acque di balneazione.
  2. Deve rispettare gli standard ed i requisiti di analisi relativamente alla qualità delle acque di balneazione.
  3. Nessuno scarico di acque reflue, né urbane né industriali, deve interessare l’area della spiaggia.
  4. La spiaggia deve avere conformità con i valori, previsti dalla direttiva sulle acque di balneazione, relativamente ai coliformi totali, ai coliformi fecali e agli streptococchi.
  5. Deve rispettare i requisiti di Bandiera Blu per parametri fisici e chimici riguardo a oli e altro materiale galleggiante.
Spiaggia di San Teodoro, che ha rispettato i criteri per ottenere la Bandiera Blu

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Spiaggia di San Teodoro in Sardegna, Bandiera Blu

Criteri ambientali

Per mantenere l’equilibrio tra fruizione turistica e tutela ambientale, per ottenere la Bandiera Blu è necessario rispettare una serie di parametri legati alla gestione sostenibile del territorio. Questi criteri ambientali garantiscono la conservazione degli ecosistemi, la corretta gestione dei rifiuti e il rispetto delle normative ambientali. Ecco quali sono i criteri ambientali:

  1. L’Autorità Locale o l’Operatore Balneare devono istituire un comitato di gestione della spiaggia.
  2. La stessa Autorità Locale o Operatore Balneare deve rispettare tutte le normative relative all’ubicazione e al funzionamento della spiaggia.
  3. Le aree sensibili vicino ad una spiaggia Bandiera Blu devono essere gestite per garantire la conservazione e la biodiversità degli ecosistemi marini.
  4. La spiaggia dev’essere perfettamente pulita.
  5. Le alghe e gli altri tipi di vegetazione devono essere lasciati decomporre sulla spiaggia a meno che non creino fastidio.
  6. Sulla spiaggia devono essere disponibili cestini per i rifiuti in numero adeguato.
  7. Inoltre, devono essere disponibili contenitori distinti per la raccolta differenziata, sulla spiaggia o in prossimità di essa.
  8. Devono essere presenti servizi igienici o spogliatoi in numero adeguato.
  9. Tali servizi igienici e spogliatoi devono essere mantenuti puliti.
  10. Le acque di scarico devono essere allacciate al sistema fognario o recapitate in contenitori a tenuta stagna da svuotare in maniera appropriata.
  11. Deve essere fatto rispettare il divieto di campeggio, di circolazione ad autoveicoli o motoveicoli e deve essere proibito ogni tipo di discarica.
  12. L’accesso in spiaggia di cani e di altri animali domestici deve essere strettamente controllato.
  13. Le costruzioni e le attrezzature della spiaggia devono essere mantenute in buono stato.
  14. Monitoraggio della salute delle barriere corallifere e di tutti gli habitat marini nella prossimità della spiaggia.
  15. Nell’area circostante la spiaggia devono essere promossi mezzi di trasporto sostenibili.

Criteri sulla sicurezza e i servizi offerti

La sicurezza dei bagnanti e la qualità dei servizi offerti sono aspetti cruciali per una spiaggia che vuole ottenere e mantenere la Bandiera Blu. Ecco quali sono tutti i requisiti necessari per assicurare un ambiente protetto, accessibile e ben attrezzato per tutti gli utenti:

  1. Sulla spiaggia deve essere disponibile un numero adeguato di personale, servizi e attrezzature di salvataggio.
  2. Deve essere disponibile l’equipaggiamento di primo soccorso.
  3. Devono essere predisposti piani di emergenza per i casi di inquinamento o rischio per la sicurezza ambientale.
  4. Ci deve essere una gestione delle diverse attività ed usi della spiaggia in modo da prevenire conflitti e incidenti.
  5. L’accesso al pubblico deve essere libero e devono essere attuate misure di sicurezza per la tutela dei bagnanti.
  6. Sulla spiaggia deve essere disponibile almeno una fonte di acqua potabile.
  7. Almeno una spiaggia Bandiera Blu per ogni comune deve avere accesso e servizi per disabili fisici.
Marina di Pulsano, che ha rispettato i criteri per ottenere la Bandiera Blu

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Spiaggia di Marina di Pulsano, Bandiera Blu

Sono diverse le spiagge italiane con Bandiera Blu, meravigliosi luoghi tutti da visitare, da Nord a Sud, dalla Liguria alle splendide spiagge della Sicilia.

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Bagaglio a mano e da stiva: le regole di Pegasus su pesi e misure

La Pegasus Airlines è la compagnia a basso costo della Turchia, la cui base principale si trova a Istanbul, nell’aeroporto di Sabina Gokcen. Si tratta di una compagnia aerea privata fondata nel 1990 che oggi vola in tutta Europa e in Medio Oriente.

Ecco le informazioni utili da sapere per imbarcarsi senza difficoltà.

Le regole per i bagagli a mano

Viaggiare con Pegasus Airlines significa prestare particolare attenzione alle regole sul bagaglio a mano, soprattutto se si vogliono evitare costi aggiuntivi o spiacevoli inconvenienti al momento dell’imbarco. La compagnia consente a ciascun passeggero di portare un solo bagaglio a mano principale, con dimensioni massime di 55x40x20 centimetri e peso non superiore a 8 chili.

Per chi vola su tratte internazionali o verso Cipro, è previsto anche un secondo piccolo bagaglio (come una borsa o uno zainetto) da sistemare sotto il sedile di fronte al proprio posto. Questo secondo articolo non deve superare le dimensioni di 40x30x15 centimetri o un peso massimo di 3 chili.

In pratica, è possibile salire a bordo con un trolley compatto (anche dotato di ruote e tasche esterne) e una piccola borsa, purché entrambi rispettino i limiti indicati. Alcuni pacchetti tariffari includono già la franchigia per il bagaglio a mano principale; in alternativa, è possibile acquistarla separatamente. In ogni caso, le misure e il peso restano gli stessi.

È importante ricordare che Pegasus non permette di acquistare peso supplementare da aggiungere alla franchigia gratuita del bagaglio a mano. Ogni passeggero ha diritto a portare con sé un solo bagaglio principale, e chi non rispetta le regole rischia di incorrere in penali o costi extra al gate.

Per un viaggio senza intoppi, il consiglio è semplice: controllare con attenzione peso e dimensioni del bagaglio prima di partire.

Le regole per i bagagli in stiva

Quando si viaggia con Pegasus Airlines, è importante tenere presente che le condizioni relative al bagaglio in stiva variano in base al tipo di tariffa acquistata. Tuttavia, vi sono alcune regole generali valide per la maggior parte dei voli, che conviene conoscere per evitare costi imprevisti.

Per i voli internazionali, la compagnia aerea prevede una franchigia gratuita di 20 chili per il bagaglio da imbarcare. Ciò significa che ogni passeggero può spedire un collo che non superi tale peso senza dover pagare supplementi. Se si ha bisogno di trasportare più chili, è possibile acquistare franchigie aggiuntive sia online, prima della partenza, che direttamente in aeroporto. In ogni caso, informarsi in anticipo può fare la differenza in termini di risparmio.

Non esistono limiti rigidi sulle dimensioni fisiche del bagaglio in stiva, ma resta fondamentale non superare il peso massimo previsto. Qualora si ecceda, infatti, il costo per il peso extra (o per eventuali colli aggiuntivi) varia a seconda della destinazione e della quantità di chili in eccesso.

Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda gli oggetti vietati: materiali infiammabili, sostanze tossiche o pericolose non possono in alcun caso essere trasportati nella stiva. Prima di preparare la valigia, è sempre consigliabile verificare l’elenco aggiornato degli articoli proibiti.

Infine, per imbarcare il bagaglio è indispensabile effettuare il check-in, fase in cui viene anche assegnato il posto a sedere. Effettuare il check-in con anticipo può velocizzare le operazioni in aeroporto e contribuire a un viaggio più sereno.

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Regali e souvenir dalla Repubblica Dominicana: ecco cosa conviene comprare

La Repubblica Dominicana è una delle mete caraibiche più amate dagli italiani e nel mondo, non solo per le spiagge da cartolina, il mare e le temperature piacevoli praticamente tutto l’anno. I dominicani poi amano moltissimo lo shopping e vale la pena prendere una pausa dalla spiaggia per fare un giro in uno dei tanti centri commerciali o nei supermercati nelle principali città, come Santo Domingo, La Romana o Punta Cana. Ma cosa comprare da portare in Italia come souvenir o per regalo? Non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i prodotti tipici del Paese: oggetti di artigianato locale, di stile e cosmesi, oltre ai sapori e ai ritmi dell’isola.

Il caffè dominicano

Sembra strano per un italiano comprare del caffè da mettere in valigia per regalo, ma proprio questo è uno dei prodotti più rappresentativi del Paese, coltivato in diverse regioni montuose come Jarabacoa e la Cordillera Central. Il caffè dominicano ha un gusto rotondo, mediamente corposo e dal profilo aromatico deciso, ma non troppo acido. Si tratta di una miscela che conquista anche chi è abituato a caffè forti, grazie al suo equilibrio e all’aroma persistente, e sì, tiene svegli.

È possibile visitare le piantagioni e produzioni di caffè, per partecipare a una degustazione, con tappa finale allo shop. Ci sono poi le caffetterie e i supermercati che vendono il caffè, sia in grani sia macinato, confezionato in sacchetti sottovuoto ideali per il trasporto in valigia. Tra i marchi più noti ci sono Café Santo Domingo e Monte Alto, ma nei mercatini si trovano anche piccoli produttori locali che propongono varietà artigianali di grande qualità.

Il cacao dominicano, l’oro nero dei Caraibi

Accanto al caffè, il cacao è un altro prodotto d’eccellenza. La Repubblica Dominicana è uno dei principali esportatori di cacao biologico al mondo, coltivato prevalentemente nella parte nord-orientale del Paese. Qui le condizioni climatiche favoriscono la crescita di piante che producono un cacao aromatico, con note fruttate e speziate, ideale per la lavorazione artigianale.

Nelle botteghe specializzate e nelle piantagioni aperte al pubblico si possono acquistare tavolette di cioccolato, cacao in polvere, burro di cacao e semi interi. Alcune aziende propongono anche esperienze tra le piantagioni, con degustazioni e laboratori per imparare a riconoscere le diverse varietà.

Il rum e il Mamajuana

Il rum è, forse più di ogni altro, il simbolo dell’identità dominicana. Distillato da secoli sull’isola, è il frutto di una tradizione che unisce la lavorazione della canna da zucchero all’arte dell’invecchiamento in botti di rovere. Il risultato è un distillato morbido, profumato e profondo, da bere liscio o con ghiaccio, da meditazione o da accompagnare a un sigaro.

Marchi come Brugal, Barceló e Bermúdez sono i più noti, ma esistono anche piccole distillerie locali che producono rum artigianali di alta qualità. Nelle enoteche si trovano bottiglie da collezione, con invecchiamenti lunghi e etichette raffinate, oltre a quelli più basici per tutte le tasche, perfette da condividere per una serata tra amici o da regalare.

Il Mamajuana invece è una bevanda tradizionale della Repubblica Dominicana, ottenuta dall’infusione di rum, vino rosso e miele in un mix di erbe, cortecce e spezie locali. Considerato un elisir dalle proprietà toniche e afrodisiache, viene spesso offerto come simbolo dell’ospitalità dominicana ed è un ottimo regalo da portare a casa.

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Fonte: AS

Il Mamajuana invece è una bevanda tradizionale della Repubblica Dominicana

I sigari: arte e tradizione secolare

Anche se i sigari cubani sono più famosi, quelli dominicani non sono da meno. Anzi, molti intenditori li preferiscono per il loro equilibrio, la qualità della lavorazione e la varietà di aromi. La zona di Santiago de los Caballeros è il cuore della produzione dominicana, dove si concentrano molte delle aziende manifatturiere più importanti.

Chi desidera acquistare sigari può organizzare la visita a una delle fabbriche oppure entrare in una delle numerose cigar boutique presenti nelle principali città turistiche. I sigari vengono venduti singolarmente o in eleganti scatole di legno, e spesso è possibile chiedere consigli su miscele e formati in base ai propri gusti.

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Fonte: AS

Dimostrazione della produzione di sigari a Santo Domingo

Larimar e ambra, le pietre dure caraibiche

Tra i souvenir più apprezzati e tipici ci sono le pietre dure, in particolare il larimar e l’ambra, entrambe estratte localmente. Il larimar è una pietra rara di colore azzurro chiaro, unica al mondo e presente solo in Repubblica Dominicana. Ricorda il colore del mare dei Caraibi ed è spesso montata in anelli, pendenti o orecchini. L’ambra dominicana, invece, è tra le più antiche e pure, a volte con inclusioni fossili visibili a occhio nudo. Si trova in varie tonalità, dal giallo dorato al marrone scuro, fino all’ambra blu, particolarmente pregiata. Gioielli e piccoli oggetti realizzati con queste pietre sono facili da trovare nei negozi specializzati o nei mercatini locali, spesso accompagnati da certificati di autenticità.

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Fonte: AS

L’ambra dominicana è tra le più antiche e pure al mondo

Il cappello di paglia

Non è solo un’immagine da cartolina: a chi arriva sull’isola viene quasi spontaneo comprare un cappello di paglia per ripararsi dal sole, un accessorio diventato un vero e proprio must caraibico. Realizzato con fibre naturali come la palma o la canna, il cappello dominicano è leggero, resistente e versatile. Si trova nei mercatini delle città coloniali come Santo Domingo e Puerto Plata, ma anche nei negozi delle località balneari o negli shop all’interno dei resort. Ogni cappello è diverso dall’altro, per forma, colore e trama, e molti artigiani offrono la possibilità di personalizzare la fascia interna o esterna con tessuti colorati. Come portarlo in aereo? In una borsa senza piegarlo troppo o in testa per attirare un po’ di invidia una volta sbarcati.

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Fonte: AS

Cappelli di paglia

Cosmetici naturali al cocco e caffè

Tra i prodotti più apprezzati da chi cerca qualcosa di originale e utile ci sono i cosmetici a base di cocco e caffè. Il cocco è utilizzato per creare oli idratanti, burri per il corpo e saponi naturali, ideali per la pelle esposta al sole o soggetta a secchezza. Il caffè, invece, viene spesso impiegato nei prodotti esfolianti e tonificanti, grazie alle sue proprietà antiossidanti. In molte farmacie locali e boutique naturali è possibile trovare linee di bellezza realizzate con ingredienti biologici e organici, a km zero, spesso confezionate in contenitori riciclabili, ideali per un regalo.

Il domino è il gioco nazionale

In ogni villaggio o quartiere urbano della Repubblica Dominicana, nella piazza centrale o nei giardini si può assistere a una partita di domino. Giocato da giovani e anziani, in spiaggia o per strada, il domino è più di un semplice passatempo: è parte della cultura collettiva, un momento di incontro e competizione amichevole. Acquistare un set di domino dominicano significa portare con sé un pezzetto di questa cultura e atmosfera senza tempo. I set più semplici si trovano ovunque; ma nei mercatini artigianali si può scegliere tra versioni più elaborate, in legno intagliato a mano, spesso confezionate in scatole decorate o incise. È un’idea regalo originale, adatta anche ai più piccoli, e un invito a prendersi un po’ di tempo, con lentezza.

Bachata e merengue

La Repubblica Dominicana non può prescindere dalla sua musica e dai suoi ritmi, diffusi ovunque, ballati, coinvolgenti e colorati. Comprare un CD di bachata o merengue può sembrare una scelta d’altri tempi, ma resta un ricordo bellissimo per ricreare e rivivere l’energia dell’isola una volta tornati. Basta chiedere consiglio a chi suona nei locali o nei negozi di musica, per scoprire nomi meno noti o raccolte originali. In alternativa, anche per i più piccoli, lo strumento guira è una sorta di grattugia di metallo tipica del merengue: un souvenir curioso e molto locale, facile da trovare nei mercatini o nei negozi artigianali.

Mango disidratato

Il mango è uno dei frutti simbolo della Repubblica Dominicana. Succoso, profumato e ricco di vitamine, cresce ovunque, dalle piantagioni del sud alle zone montane del centro. Portare i frutti maturi è un po’ ingombrante e non comodissimo, ma la sua versione disidratata è una valida alternativa: conserva tutto il sapore naturale ma diventa pratico da trasportare. Nei alimentari e nei supermercati si trovano confezioni di mango essiccato, spesso senza zuccheri aggiunti né conservanti. Oltre al mango si possono trovare anche papaya e ananas disidratati per uno snack salutare.

Altos de Chavón e la boutique di Jenny Polanco

All’interno del villaggio artistico di Altos de Chavón, costruito in stile mediterraneo su un promontorio che domina il fiume Chavón vicino alla località di Bayahibe, si trova una delle boutique più eleganti della Repubblica Dominicana: quella di Jenny Polanco. Designer tra le più affermate del Paese, ha lasciato un’eredità preziosa fatta di abiti, accessori e oggetti ispirati al paesaggio e alla cultura locale. La boutique propone capi in lino, gioielli realizzati con larimar e borse in fibre naturali. Gli oggetti per la casa sono meravigliosi e portano un tocco caraibico, autentico e sofisticato di design dominicano.

Un giro al supermercato

Fermarsi in un supermercato locale è un modo semplice per comprendere meglio le abitudini e la vita quotidiana dominicana. Oltre ai prodotti più noti come caffè e cacao, si scoprono articoli meno conosciuti ma rappresentativi degli usi del posto. Tra gli scaffali si trovano snack salati a base di platano, marmellate di frutta tropicale, spezie usate nella cucina casalinga, dolci confezionati al cocco o al mais, bibite locali, ma anche cosmetici a base di ingredienti naturali. È un’occasione per osservare cosa si consuma ogni giorno, ma anche per portare a casa qualcosa di diverso e autentico, difficile da trovare altrove. Qualche dubbio in corsia? Basta chiedere e in tanti saranno disponibili per un consiglio.