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Siviglia, dove il flamenco profuma di aranci in fiore

Solare, sensuale, magnetica, Siviglia è una città che cattura il cuore e riscalda l’anima. Con la sua luce dorata, i colori intensi, le antiche tradizioni e l’energia che pulsa tra vicoli, piazze e palazzi moreschi, la capitale andalusa è un mix di storia e passione, dove il passato arabo convive con l’eredità cristiana e l’anima gitana. Tra profumi d’arancio, architetture da Mille e una notte e ritmi che battono al suono del flamenco, è una città da vivere, ascoltare, assaporare.

In quest’articolo scopriamo insieme cosa vedere a Siviglia, dalle meraviglie architettoniche – come la Cattedrale e l’Alcázar –  ai tramonti sul Guadlquivir fino alle tapas nei quartieri più autentici: non una semplice checklist, ma un invito a perderti tra i meandri di una delle città più affascinanti d’Europa.

Siviglia: 13 cose da vedere

Situata nel sud della Spagna, nell’assolata regione dell’Andalusia, Siviglia è una città da scoprire a passo lento, passeggiando tra i suoi vicoli soleggiati alla scoperta di edifici plasmati da secoli di arte e di storia che, intrecciandosi, hanno lasciato tracce indelebili. Tra atmosfere moresche, giardini segreti e scorci che sembrano usciti da un film, ecco una selezione dei luoghi da non perdere per lasciarsi conquistare dalla magia andalusa.

Cattedrale di Siviglia e Giralda

Edificati su un’antica moschea almohade e su un minareto, la Cattedrale di Siviglia e l’inseparabile Giralda simboleggiano il trionfo del cristianesimo in città.

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987, la Catedral Metropolitana de Santa María de la Sede de Sevilla è una delle chiese gotiche più grandi al mondo: oltre che per l’imponenza e la straordinarietà architettonica, colpisce per il mix di stili che riflettono le stratificazioni storiche della città. All’interno ospita la tomba di Cristoforo Colombo morto a Vallodolid, in Spagna, nel 1506.

La Giralda, visibile da molti punti della città, regala viste mozzafiato sui tetti rossi di Siviglia.

cattedrale gotica

Fonte: iStock

Catedral Metropolitana de Santa María de la Sede de Sevilla

Real Alcázar

Tra le cose da vedere a Siviglia, il Real Alcázar si aggiudica uno dei primi posti nella nostra top 15.

Edificato con funzioni difensive dai governanti mussulmani, è oggi una delle residenze reali in uso più antiche d’Europa: un capolavoro architettonico che testimonia la fusione tra arte islamica, gotica, rinascimentale e barocca. Con i suoi giardini profumati, i cortili decorati da azulejos, gli archi arabeggianti e gli interni dai soffitti scolpiti, il Real Alcázar catapulta in un universo sospeso nel tempo, tra suggestioni e visioni che sembrano tratte da una pagina delle Mille e una notte.

patio del Real Alcázar con forme arabeggianti

Fonte: iStock

Patio de las doncellas, Real Alcázar

Plaza de España

A poche centinaia di metri dal Real Alcázar si trova Plaza de España, uno degli spazi più scenografici di tutta l’Andalusia, se non del Paese intero.

Situata all’interno del Parco de María Luisa, Plaza de España è un complesso monumentale di mattoni, ceramiche e ponticelli che attraversano un canale navigabile: realizzata nel 1929 in occasione dell’Esposizione Iberoamericana, presenta una forma semiellittica che simboleggia l’abbraccio tra l’antica città spagnola e le sue colonie. Lungo le pareti della piazza, rappresentate da scene storiche e mappe in ceramica decorata, trovano posto le 48 province spagnolo. L’acqua, i giochi di luce e le maioliche creano un’atmosfera quasi fiabesca.

Plaza de España è il luogo perfetto per una passeggiata rilassante o una gita in barca sulle acque del canale, ma anche per lasciarsi coinvolgere da gruppi di musicisti e ballerini di flamenco che si esibiscono sotto i portici.

Torre dell’Oro

Siamo di fronte a un altro dei simboli di Siviglia, Torre dell’Oro, che si affaccia elegante sulle rive del Guadalquivir e regala una bella vista panoramica sul fiume, sulla città e sul vicino ponte di Triana.

Edificata nei primi anni del XIII secolo dagli Almohadi come parte delle mura che proteggevano l’accesso fluviale alla città, Torre dell’Oro ospita al suo interno un piccolo museo navale che racconta la storia marittima di Siviglia e le spedizioni verso il Nuovo Mondo.

Quartiere di Santa Cruz

Con il suo labirinto intricato di vicoli acciottolati, piazzette silenziose e cortili che profumano di gelsomino, Santa Cruz rappresenta il cuore storico e romantico della città, dove Siviglia rivela il suo volto più intimo e struggente.

Un tempo abitato dalla comunità ebraica, Santa Cruz è oggi uno dei quartieri più visitati della città, ideale per una passeggiata a piedi tra storia, gastronomia e scorci dalla bellezza inenarrabile.

Strada con alberi e case

Fonte: iStock

La tranquillità del quartiere Santa Cruz

Archivio General de Indias

Tra le cose da vedere a Siviglia oltre i luoghi più iconici, l’Archivo General de Indias merita sicuramente una tappa: è uno dei luoghi che meglio raccontano l’importanza storica della città andalusa all’epoca delle grandi esplorazioni.

Sito accanto alla Cattedrale e alla Giralda, l’archivio fu creato alla fine del XVIII secolo per volontà di Carlo III all’interno di un’elegante costruzione rinascimentale – l’antica Casa Lonja de Mercaderes – dove sono custoditi milioni di pagine, mappe, lettere, decreti e diari dei quattro secoli di storia dell’Impero spagnolo nelle Americhe e nelle Filippine.

Casa de Pilatos

Gli appassionati di arte e architettura non possono esimersi dal visitare la Casa de Pilatos, una delle residenze storiche di Siviglia più affascinanti per la fusione di stili, dal mudéjar al gotico e dal rinascimentale al plateresco, tipica dell’Andalusia del XVI secolo.

Un’esperienza rilassata e lontana dalla folla tra patii decorati con azulejos, scale affrescate, collezioni di sculture antiche e giardini tranquilli che regalano una pausa silenziosa impregnata di bellezza nel cuore della città antica.

Plaza de Toros de la Maestranza

Tra i luoghi più rappresentativi della tradizione andalusa, Plaza de Toros de la Real Maestranza de Caballería de Sevilla è uno dei simboli più emblematici della città: ben più di una semplice arena, è un vero e proprio monumento storico che racconta un capitolo importante dell’identità culturale di Siviglia.

Plazas de Toros de la Maestranza, una delle più antiche e prestigiose di tutta la Spagna, ha una capienza di circa 12.000 spettatori e si distingue per lo stile barocco e la forma leggermente ellittica: è in uso ancora oggi durante la stagione taurina che culmina con la Feria de Abril. Oltre all’Arena, è possibile visitare l’annesso Museo Taurino che raccoglie costumi, manifesti, dipinti e oggetti legati alla tauromachia.

Metropol Parasol

Noto a tutti come Las Setas per la peculiare struttura a forma di fungo, il Metropol Parasol è una delle opere più sorprendenti dell’architettura contemporanea andalusa.

Realizzato in legno e calcestruzzo su progetto del tedesco Jürgen Mayer, il Metropol Parasol rappresenta un esempio di riqualificazione che ha saputo unire estetica, innovazione e funzionalità: all’interno della struttura, che ha completamente trasformato lo spazio urbano in cui si colloca, trovano posto il Museo Antiquarium (con una collezione di reperti romani e moreschi rinvenuti durante gli scavi), un mercato coperto e una passerella panoramica da cui ammirare la città a 360 gradi.

istallazione a forma di fungo

Fonte: iStock

Metropol Parasol, una delle opere più sorprendenti dell’architettura contemporanea andalusa

Parco di María Luisa

Per una pausa di freschezza tra un monumento e l’altro, un imprescindibile è il Parco di María Luisa: con i suoi viali alberati, le fontane scenografiche e le panchine decorate con azulejos colorati, è uno dei luoghi più amati dai sivigliani che vi si recano per una passeggiata rilassante e per godersi l’atmosfera soleggiata della città.

Tra le aree più belle del giardino monumentale spiccano la Fontana dei Leoni, il Monte Gurugú e il Padiglione Moresco: circondati dalla vegetazione lussureggiante regalano quiete e bellezza, oltre a rappresentare un altro volto della città.

Basílica de la Macarena

Un po’ dislocata ma facilmente raggiungibile con una passeggiata di 20 minuti dal centro città, la Basilica de la Macarena è uno dei luoghi di culto più venerati di Siviglia: al suo interno custodisce la Vergine della Speranza Macarena, simbolo di devozione popolare e protagonista indiscussa della Semana Santa.

Accanto alla Basilica si trova l’Arco de la Macarena che unitamente al Postigo del Aceite e alla Porta di Cordoba è uno dei tre accessi superstiti delle antiche mura medievali.

Museo de Bellas Artes

Sito all’interno dell’antico Convento de la Merced Calzada, il Museo de Bellas Artes di Siviglia è una tappa assolutamente da non perdere per gli amanti dell’arte: dopo il Prado di Madrid è considerato la seconda pinacoteca più importante di tutta la Spagna.

Oltre alle sale dedicate ai grandi del passato – tra cui il Goya, El Greco e il maestro del barocco sivigliano Bartolomé Esteban Murillo – il museo ospita importanti esempi di arte andalusa che raccontano l’identità culturale di Siviglia.

Palacio de las Dueñas

Tra le residenze storiche più affascinanti di Siviglia merita una visita il Palacio de las Dueñas, mix armonioso di stili gotico-mudéjar e rinascimentale che si distingue per l’atmosfera elegante in cui il tempo sembra essersi fermato.

Di proprietà della ricca e potente Casa de Alba, il Palacio de las Dueñas custodisce al suo interno mobili antichi e opere d’arte raccolte dalla famiglia nel corso dei secoli, mentre all’esterno una serie di patii e giardini rigogliosi regalano un’oasi di pace nel cuore della città.

Giardino con casa nobiliare andalusa

Fonte: iStock

Palacio de las Dueñas, una delle residenze storiche più affascinanti di Siviglia

Cosa fare a Siviglia: 7 esperienze da non perdere

Siviglia è una città vivace, da vivere con tutti i sensi in allerta: oltre alle cose da vedere, ecco un elenco di esperienze imperdibili per cogliere l’anima più profonda dell’Andalusia:

  • assistere a uno spettacolo di flamenco in uno dei tablao storici della città, lasciandosi travolgere dalla forza dell’antica arte andalusa;
  • navigare sul fiume Guadalquivir per ammirare Siviglia da una prospettiva romantica e affascinante, con un viaggio tra scorci mozzafiato e monumenti emblematici che si riflettono nell’acqua;
  • fare un tuffo nella gastronomia sivigliana con un tour tra tapas bar e mercati locali per scoprire profumi intensi, sapori autentici e l’energia quotidiana della città;
  • ammirare Siviglia al tramonto da una terrazza panoramica – come quelle del Metropol Parasol o della Giralda – con il sole che cala dietro i tetti tingendo la città di rosso, oro e arancio;
  • rilassarsi nei bagni arabi del quartiere Santa Cruz è un ottimo modo per rigenerare il corpo e la mente tra vapori profumati, piscine tiepide e atmosfere moresche;
  • perdersi tra le botteghe artigiane e i vicoli storici di Triana per scoprire l’anima popolare di Siviglia, lasciandosi contagiare dalla sua energia vibrante fatta di arte, passione e quotidianità;
  • assistere alla Semana Santa o alla Feria de Abril che sono due delle esperienze più cariche di significato da vivere a Siviglia: la prima è un’esplosione di spiritualità, mentre la seconda è un tripudio di musica, danze e colori che trasforma la città in un teatro all’aperto.
Fiume con barche e torre

Fonte: iStock

La crociera sul Guadalquivir offre uno sguardo romantico sulla città

Siviglia è molto più di come si mostra a prima vista. É una città di contrasti armoniosi che vive in equilibrio tra il passato e il presente, in cui si intrecciano quiete e vitalità, antiche tradizioni e manifestazioni culturali. É una città che si svela lentamente allo sguardo attento e curioso di chi ambisce conoscerla a fondo, pronta a sorprenderlo con la ricchezza dei suoi dettagli, la varietà dei suoi quartieri e la profondità della sua storia.

Siviglia: come raggiungerla

Siviglia è facilmente raggiungibile dall’Italia grazie alla presenza dell’Aeroporto San Pablo da cui operano compagnie low cost – come Ryanair, Vueling e EasyJet – che collegano il capoluogo andaluso alle principali città italiane.

Dall’aeroporto di Siviglia al centro città ci sono due opzioni:

  1. prendere un autobus della linea EA (Especial Aeropuerto) che è attivo dalle 05.20 del mattino alle 00.50 di notte: il biglietto, acquistabile anche a bordo, costa 4€;
  2. una corsa in taxi fino al centro città dura circa 15 minuti, a seconda del traffico: per il prezzo si applica la Tarifa Única Aeropuerto definita in base agli orari (giornalieri o notturni) e ai giorni (feriali o festivi).

Siviglia conta anche su collegamenti ferroviari efficienti: con i treni ad alta velocità AVE è possibile raggiungere Madrid in circa 2 ore e mezza e Barcellona in poco più di 5 ore, regalando lungo il tragitto paesaggi molto poetici.

Muoversi a Siviglia è semplicissimo: il centro storico è piccino e si gira comodamente a piedi, ma la città dispone anche di una rete di autobus, tram e metropolitana, oltre a 170 km di piste ciclabili che la rendono piacevolmente visitabile con una bici a noleggio.

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Cinque motivi per cui l’Estremadura vale un viaggio

Nell’anno dell’overtourism, vi propongo una meta decisamente fuori rotta. L’Estremdura, regione interna della Spagna al confine col Portogallo, è la più bella scoperta che abbia fatto di recente. Ci sono tanti motivi per cui ve la consiglio e, spero, dopo aver letto le mie motivazioni vi faranno innamorare come è accaduto a me.
Premesso che stiamo parlando di una meta vicina, raggiungibile in meno di tre ore dall’Italia (si può volare su Madrid o Siviglia), è un viaggio che si può fare tutto l’anno.

Qui, infatti, ci sono bellissimi paesaggi naturali, con colline ricoperte di filari di ulivi e di vigne, con castelli medievali, come quello di Medellín e l’Alcazaba di Badajoz, ma è soprattutto per la sua cultura che si viene in Estremadura. Anche d’estate, quando le temperature raggiungono tranquillamente i 40°C (io ci sono stata a luglio), in realtà il clima è talmente secco da non essere affatto insopportabile.

Mérida, la Roma di Spagna

Il cuore pulsante e centro di tutto il viaggio nella regione dell’Estremadura è soprattutto la città di Mérida, detta anche la “Roma spagnola”, uno dei tre patrimoni Unesco della regione spagnola. Dopo la nostra Capitale, è la città con più siti archeologici risalenti all’epoca romana del mondo e la più ricca di monumenti romani ancora ben conservati. Colonia di quella regione chiamata Lusitania romana, fondata su un’importantissima direttrice chiamata Via de la Plata – che non c’entra nulla con l’argento – che collegava in Sud al Nord del Paese, era un luogo di relax dove si venivano a ritirarsi gli antichi romani dopo aver trascorso una vita combattendo, una meta per pensionati, insomma. Ed è proprio grazie a loro che sono stati eretti tutti quegli edifici, i servizi e i luoghi di divertimento che ancora oggi possiamo ammirare in tutta la loro imponenza.

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Fonte: 123RF

L’acquedotto romano di Mérida

La città è ancora ricca di antichi edifici costruiti tra il I secolo a.C. e il I d.C. legati all’intrattenimento, dal circo per le corse con le quadrighe al teatro – il più antico del mondo a funzionare come teatro – con annesso anfiteatro per le lotte con gli animali feroci (non ci sono tracce di leoni, però), ma non mancano anche tutti quegli edifici utili alla vita di tutti i giorni, dall’acquedotto dei Miracoli ai templi (come quello dedicato a Diana), dalle porte d’ingresso alla città (l’Arco di Traiano) al ponte sul fiume Guadiana – che è più solido di quelli moderni – alle terme.

Ogni estate, il teatro e gli altri siti archeologici ospitano il Festival Internazionale di Teatro Classico di Mérida, il più antico celebrato in Spagna e considerato il più importante nel suo genere, che quest’anno è arrivato alla 70^ edizione, con decine di migliaia di spettatori ogni anno. Visitare Mérida è come fare un salto indietro di duemila anni. Gli scavi archeologici che non finiscono mai sono una continua scoperta e tutto ciò che viene ritrovato viene esposto nel conservato nel Museo nazionale di arte romana che ospita meravigliose sculture, mosaici praticamente intatti e migliaia di reperti tra monili, accessori e monete.

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Fonte: Getty Images

Mérida durante il Festival Internazionale di Teatro Classico

Le terme dell’Estremadura

Se i romani avevano costruito le terme è perché questa regione è ricca di fonti termali naturali. In tutta l’Estremadura ci sono ben sei centri e, proprio alle porte di Mérida, si trova il Balneario di Alange, dichiarate Patrimonio dell’umanità nel 1993, con piscine di acqua termale interne ed esterne, trattamenti rilassanti ma anche inalazioni e fanghi. Le acque hanno proprietà terapeutiche antinfiammatorie e curano praticamente tutto, dai problemi respiratori alle infiammazioni reumatiche oltre ad aiutare a prevenire le malattie. Che vogliate fare un bagno di salute o solo rilassarvi a bordo piscina (esterna d’estate, interna d’inverno) questo stabilimento merita una visita.

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Fonte: @Balneario de Alange

Le splendide terme del Balneariio de Alange

Romane, naturali o medicali che siano, le terme sono sicuramente un’attrazione turistica della regione spagnola che fan parte della storia e del patrimonio. Molto frequentate sono anche i Baños de Montemayor nella Valle del Ambroz, nel Nord della regione, tra montagne e foreste lussureggianti, anche questi risalenti alla dominazione romana. Queste terme si distinguono non solo per la loro storia, la qualità delle acque e la struttura ma perché, allo scopo di attirare sempre più giovani, sono diventate il primo centro attivo dell’Estremadura.

La città vecchia di Cáceres

Terzo Patrimonio Unesco dell’Estremadura, gli occhi esperti dei cinefili riconosceranno subito in questa città una delle più famose location di “Game of Thrones” ma anche di “House of the Dragon”. La plaza de Santa María e la Cuesta de Aldana sono facilmente riconoscibili nel primo episodio del prequel. A imperitura memoria di ciò, nella Plaza de San Jorge è stata eretta una grande statua dei draghi. La città sorge tra la Sierra de la Mosca e la Serrilla e, per la sua estensione sul territorio (oltre 1.750 chilometri quadrati), è il Comune più grande non solo dell’Estremadura, ma dell’intera Spagna.

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Fonte: 123RF

L’antica città di Cáceres, set del “Trono di spade”

La città è rinomata per essere la culla dello stile rinascimentale spagnolo che mescola elementi del Rinascimento italiano ad altri di gotico fiorito e di plateresco. La città vecchia (Ciudad Monumental) ha ancora le sue storiche mura ed è puntellata da moltissimi nidi di cicogne che spuntano ovunque. Il tessuto urbano è intervallato dalle maestose piazze come la storica plaza de Santa Maria, su cui si affacciano la Concatedral de Santa Maria la Mayor e numerosi palazzi, tra i quali quello vescovile e il Palacio de los Golfines de Abajo.

La cittadina di Zafra

Nel cuore della Bassa Estremadura, la cittadina di Zafra è un piccolo gioiello che merita assolutamente una visita. Soprannominata “Sevilla la chica” (la piccola Siviglia) e tappa fondamentale lungo la famosa Via de la Plata, era famosa per il mercato del bestiame di San Miguel che si tiene ancora oggi una volta all’anno. Un tempo era circondata da mura, delle quali si conservano solo tre delle otto porte originarie. Resta intatto il fitto reticolo di vicoli di case bianche che sfociano in piazzette alberate. La plaza Grande, con le sue arcate, si trova al centro della cittadina ed è collegata attraverso l’Arquillo del Pan a plaza Chica.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

I vicoli bianchi di Zafra in Estremadura

Da non perdere è sicuramente l’Alcázar o Palazzo Ducale del XV secolo che oggi ospita il parador di Zafra all’interno del quale, come molti paradores spagnoli, oggi c’è un hotel di lusso e un ristorante dove assaggiare il tipico prosciutto dell’Estremadura (esattamente il prosciutto DO Dehesa de Extremadura, per cui può valere la pena fare questo viaggio). Ma lo si può anche visitare, entrando nel chiostro rinascimentale del cortile centrale, nella cappella riccamente decorata in stile moresco e salendo sui camminamenti da dove ammirare tutto il paesaggio collinare che sta intorno.

E poiché al cibo bisogna accompagnare anche del buon vino tinto locale, si può visitare la storica cantina El convento, magari con una degustazione di formaggi del territorio. Questa cantina ha la particolarità di avere una propria fonte d’acqua interna con cui fare il vino. Ma ha anche una peculiarità: sul tetto venivano un tempo allenati i tori per la corrida ed è di fatto una piccola arena (rettangolare).

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Fonte: ©Ente Spagnolo del Turismo Turespaña

Il castello o Palazzo Ducale di Zafra

El Capricho de Cotrina

Sembra che Antoni Gaudí sia passato di qua. Invece, questo luogo in mezzo al nulla, circondato dai campi, lungo la strada che porta a Los Santos de Maimona e a Badajoz, che davvero pochi turisti conoscono, è una vera chicca e una specie di cattedrale nel deserto. E c’è chi sostiene che l’artista di El Capricho de Cotrina, Don Francisco González Gragera, un operaio in pensione, non si sia ispirato al noto architetto del modernismo catalano ma che sia accaduto esattamente il contrario.

Fatto sta che una delle figlie disse al padre che desiderava una casa di campagna diversa dalle altre e l’uomo iniziò a realizzare quello che gli era apparso in un sogno e che trascrisse su un foglio di carta. Ci mise trent’anni a costruire questa casa-castello in puro stile Gaudí che ancora oggi appartiene alla famiglia e che può essere visitata su prenotazione.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

El Capricho de Cotrina, un edificio stile Gaudí sulla strada per Badajoz
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Siviglia è la città delle arance: il modo in cui si usano ti stupirà

Quell’inebriante profumo di zagara che avvolge e stordisce tutti i sensi, caratterizza in maniera univoca una delle città più belle del mondo, stiamo parlando di Siviglia. La capitale della regione dell’Andalusia, infatti, ospita oltre 40.000 alberi di arance che colorano di gioia strade, quartieri e ogni angolo della città.

Sì, Siviglia è la capitale delle arance e passeggiare per le sue strade restituisce la sensazione di essere all’interno di un gigantesco aranceto. Un primato che la città spagnola ha fatto suo da sempre, come è evidente la presenza degli aranci in ogni angolo della città e persino nel celebre e suggestivo Patio de los Naranjos.

La storia sulle origini degli aranci di Siviglia

Quella tra gli aranci e la città di Siviglia è una storia d’amore che affonda le sue radici in tempi lontani. La loro presenza risale infatti all’XI secolo, quando i marinai genovesi diffusero l’idea che il fiore d’arancio fosse collegato alla felicità: fu così che la popolazione, man mano, prese l’usanza di piantare questi splendidi alberi nei cortili e lungo le strade della città.

Furono gli arabi, poi, a proseguire la tradizione degli aranci e a darle impulso. Affascinati da questi alberi originari della Cina e dell’India, iniziarono infatti a coltivarli in tutto il territorio dell’Andalusia. Non solo per la loro bellezza, per le proprietà medicinali dei frutti e per la tradizione secondo la quale piantare un arancio era di buon auspicio: i musulmani che abitavano questa terra volevano rendere Siviglia la capitale mondiale della profumeria, poiché l’arancio viene utilizzato per la produzione di profumi e oli.

Infine, a dare ulteriore impulso alla coltivazione di così tanti aranci, furono i marinai scozzesi che qui passavano durante le loro campagne di esplorazione in Africa. Le arance di Siviglia erano per loro un toccasana, poiché essendo frutti molto ricchi di vitamina C aiutavano a combattere lo scorbuto. Inoltre, erano abituati a preparare ricche e golose marmellate.

Fu così che nelle case, nei giardini privati e in quelli pubblici, e in ogni spazio urbano e religioso della città, gli aranci si moltiplicarono, fino a caratterizzare ancora oggi lo splendido paesaggio di Siviglia.

Aranci nel centro di Siviglia

Fonte: iStock

Alberi di arancio tra i palazzi di Siviglia

Come vengono usate le arance di Siviglia

Le arance degli alberi che puntellano Siviglia vengono poi raccolte e utilizzate in tantissimi modi, ma mai mangiate direttamente perché il loro sapore è molto amaro. Queste vengono utilizzate però per la realizzazione di marmellate, composte, liquori caratteristici e, ancora, oli essenziali e profumati. Numerosi locali in città, inoltre, deliziano viaggiatori e cittadini con tapas e piatti elaborati proprio con le arance della città, ed è stata anche istituita la Giornata Gastronomica dell’Arancia di Siviglia.

Forse in pochi lo sanno, ma tutt’oggi le arance di Siviglia hanno un legame speciale con la casa reale britannica (pare che la Regina Elisabetta ne andasse molto ghiotta), che durante le esplorazioni africane del XX secolo scoprì le tante proprietà di questi agrumi profumati. Nel Regno Unito, infatti, viene tradizionalmente prodotta la marmellata di arance amare che vengono direttamente da Siviglia.

Arance e sostenibilità: a Siviglia è possibile

Eppure non è tutto, perché oltre agli usi culinari le arance vengono utilizzate anche per una causa nobile e sostenibile. Un progetto pilota della città della Spagna meridionale, infatti, prevede l’impiego del succo delle arance maturate per l’alimentazione di bus e case.

Basti pensare che solo in città sono censiti ben 47.776 alberi di arancia amara e la loro caduta e abbandono comporterebbe problemi di igiene. Ecco allora che tanti dei frutti che non vengono utilizzati per la produzione di marmellate, oli e altri articoli, vengono raccolte e impiegate per creare energia. Ma come? In parole semplici, utilizzando una tecnologia che sfrutta la fermentazione della biomassa, purificando il biometano generato grazie al lavoro dei batteri, per poi alimentare una piccola turbina.

Già dal 2020, con 35 tonnellate di arance e il loro succo, in media sono stati prodotti annualmente 1500 KW di energia elettrica per alimentare case e autobus della rete cittadina. In questo modo, quindi, uno dei beni più caratteristici e preziosi della città diventerà un’eco-risorsa e un importante esempio di sostenibilità.

Giralda, la Torre della Cattedrale di Siviglia, incorniciata dagli aranci

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Torre della Cattedrale di Siviglia incorniciata dagli aranci
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Questa piazza molto frequentata dai turisti sarà a pagamento

L’overtourism è un problema reale, con il quale molte grandi città devono lottare quotidianamente: una di queste è Siviglia, la terza meta più visitata della Spagna. A fronte di un numero di turisti in continua crescita, l’amministrazione sembra decisa ad adottare nuovi provvedimenti per rendere la città più vivibile per i suoi abitanti, ma anche per offrire un’esperienza migliore a chi arriva, zaino in spalla, per vedere le sue bellezze. Ecco cosa cambierà nei prossimi mesi.

Siviglia, nuova misura contro l’overtourism

Tra le più belle città della Spagna, con un centro storico ricco di fascino e numerosi monumenti da visitare, Siviglia è una delle mete turistiche più apprezzate di tutto il Paese. In particolare, c’è un luogo che funge da tappa per praticamente tutti i viaggiatori: si tratta di Plaza de España, fulcro della splendida capitale dell’Andalusia. Costruita nei primi due decenni del ‘900, in occasione dell’Esposizione Iberoamericana di Siviglia, venne realizzata dall’architetto Annibale Gonzalez ed è diventata ben presto il simbolo della città.

La piazza, di forma semicircolare e ampia circa 50mila metri quadrati, è attraversata da un canale su cui sorgono quattro ponti, a rappresentare gli altrettanti antichi regni di Spagna. Su di essa si affacciano due imponenti torri, mentre al centro si erge una grande fontana, opera dell’architetto Vincente Traver. Non sorprende che, visto il suo fascino, questo luogo sia stato scelto più volte come set per alcuni famosissimi film, tra cui il kolossal Lawrence d’Arabia e due episodi della saga di Star Wars. Anche per questo motivo, è una delle mete più visitate di Siviglia.

A fronte di circa 700mila abitanti, oggi si contano ben 3 milioni di turisti l’anno: un numero che evidenzia l’esigenza di dare un giro di vite, per cercare di rendere la piazza più vivibile (sia per i cittadini che per gli stessi visitatori). Per questo, il sindaco José Luis Sanz ha annunciato, con un video pubblicato sui social, di voler introdurre un biglietto d’ingresso per affacciarsi in Plaza de España. “Stiamo pensando di chiuderla e di far pagare l’ingresso ai turisti, allo scopo di finanziarne la conservazione e garantire la sicurezza al suo interno” – ha affermato il primo cittadino.

Il problema dell’overtourism

Siviglia, come molte altre destinazioni in tutto il mondo (tra cui la nostra Venezia), è afflitta dal problema dell’overtourism: è difficile trovare il giusto equilibrio tra i benefici che il turismo comporta per l’economia locale e le conseguenze negative dovute all’affollamento e allo sfruttamento eccessivo delle risorse. D’altra parte, la capitale dell’Andalusia è la terza città per numero di arrivi della Spagna, subito dietro a Madrid e a Barcellona. E in tutto il Paese, il turismo rappresenta circa il 13% del prodotto interno lordo.

La città si adegua dunque a quella che è una tendenza sempre più diffusa: l’idea è quella di adottare nuove strategie per ridurre l’afflusso turistico e permettere a queste bellissime mete di “respirare” un po’. Proprio come Venezia, che da quest’anno introdurrà un ticket per i visitatori, anche Plaza de España potrebbe ben presto diventare a numero chiuso. E sarà solo a beneficio di un luogo splendido che merita di essere preservato, cosa che ora purtroppo non sta accadendo – e il video del sindaco lo dimostra bene, facendo notare i danni che i turisti possono causare alla città.