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Tra mare e rocce, un paradiso italiano: la Grotta di Nettuno

È una meraviglia del creato, un paradiso terrestre fiore all’occhiello della città di Alghero e di tutto il Mediterraneo: la Grotta di Nettuno, “ricamata” dalla natura, rifugio da sempre del dio del mare, è un luogo da ammirare con i propri occhi almeno una volta nella vita.

Tra le falesie a strapiombo sul blu del promontorio di Capo Caccia, a 24 chilometri dalla città, la Grotta risale a ben 2 milioni di anni fa e si presenta come una delle cavità marine più grandi d’Italia, disegnata da incredibili formazioni carsiche, una candida spiaggia e un maestoso lago sotterraneo, con uno sviluppo orizzontale di quattro chilometri allo stesso livello del mare.

Scoperta probabilmente da un pescatore algherese alla fine del Settecento, è oggi un gioiello che attrae, ogni anno, più di 150.000 visitatori provenienti da tutto il mondo (e non è difficile immaginare il perché).

Tutto il fascino dello splendido itinerario turistico

L’entusiasmante itinerario turistico al cospetto della magnifica Grotta di Nettuno è di circa un chilometro percorrendo il sentiero appositamente ricavato lungo il costone laterale.

Dall’ingresso, drappeggiato da stalattiti e stalagmiti, la prima tappa mozzafiato è il Lago La Marmora, trasparente lago salato annoverato tra i più grandi d’Europa, con la bellissima spiaggia sabbiosa, un tempo ricoperta da piccoli ciottoli e, per questo, chiamata “Spiaggia dei Ciottolini”.

Al centro, svetta l’Acquasantiera, monumentale stalagmite di due metri nata dallo stillicidio eterno come la Grotta: sulla sua sommità, ecco alcune piccole vaschette dove si raccoglie l’acqua dolce, preziosa fonte per gli uccelli che nidificano nell’area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana nel cuore del Parco di Porto Conte.

Percorrendo una leggera discesa, si raggiunge la “Sala delle Rovine“, ornata da imponenti stalattiti, e subito dopo la “Sala della Reggia” dove è impossibile non rimanere estasiati: uno spettacolo magico, reso ancora più emozionante dalle cristalline acque del lago che fanno da specchio a colossali colonne che si ergono fino al soffitto per nove metri, quasi lo sorreggessero.

Tra intarsi, lavori a traforo, mosaici e un lusso armonico e simmetrico, si erge un’immensa colonna di 18 metri mentre, sul fondo del lago, tra festoni calcitici e grandi colate, spicca la forma stalagmitica “Albero di Natale”.

Proseguendo, si incontra la Sala Smith con la colonna più imponente della Grotta, il Grande Organo, le cui colate assomigliano, appunto, alle canne di un organo, e poi la Cupola, formazione dalle pareti lisce unite al soffitto con una colonna che ricorda la cupola di una Cattedrale.

Dopo averne ammirato la maestosità, è il momento della Sala delle Trine e dei Merletti, adornata da frange, merletti, delicati intarsi e, infine, della Tribuna della Musica, balcone dalla vista panoramica unica dall’alto sulla Grotta di Nettuno.

Come raggiungere la Grotta di Nettuno

Tappa imperdibile durante un soggiorno ad Alghero, la Grotta di Nettuno è raggiungibile con due itinerari, uno via terra e uno via mare.

Via terra, sono circa trenta minuti di auto da Alghero seguendo la SS127bis e poi la Strada Provinciale 55 per arrivare al punto più estremo del promontorio di Capo Caccia dove si trova l’ingresso alla Escala del Cabirol (Scala del Capriolo) con i suoi 654 scalini ricavati nella roccia.

È possibile anche servirsi dei mezzi pubblici con un autobus extraurbano giornaliero che parte dal terminal principale di via Catalogna ad Alghero (durata del viaggio 50 minuti).

Via mare, le imbarcazioni partono ogni giorno dal molo di Cala Dragunara a Porto Conte o dal porto turistico di Alghero con un viaggio di 40 minuti che consente di ammirare la costa, i promontori rocciosi di Punta Giglio e Capo Galera, e la magnifica Riviera del Corallo tra la natura selvaggia e incontaminata.

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Dormire in cima al mondo: il rifugio che sfiora il cielo

Le esperienze che viviamo durante i nostri viaggi, quelle uniche, straordinarie e indelebili, passano anche per gli alloggi. Lo sanno bene tutti quegli avventurieri che hanno sperimentato le diverse forme di accoglienza proposte dalle strutture ricettive negli ultimi anni.

Case sugli alberi, baite immerse nella natura, alloggi stravaganti e bizzarri, camere ad alta quota e poi, ancora, campeggi e glamping di lusso. Insomma, le proposte sono tantissime e tutte, in un modo o nell’altro, sono destinate a far vivere avventure straordinarie a tutti i viaggiatori.

Eppure tra i tanti alloggi che abbiamo visitato e conosciuto attraverso i racconti degli avventurieri, ce n’è uno che, secondo noi, non è paragonabile a nessun altro. Si tratta di un rifugio che è anche la meta finale di un’escursione mozzafiato, e che funziona anche da alloggio e da campeggio essenziale. Una vecchia torre di avvistamento situata in cima al mondo, proprio lì dove è possibile sfiorare il cielo con un dito.

Dormire in cima al mondo: l’esperienza a Washington

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di uno dei paesaggi più affascinanti e suggestivi del mondo intero, quello che si snoda sul massiccio del Three Fingers. Si tratta di una montagna situata nella contea di Snohomish, a Washington, che vanta un’altezza straordinaria che la rende una delle vette più importanti del Paese. Il suo nome evocativo fa riferimento proprio alle tre cime della montagna che incorniciano il paesaggio del nord della contea di Snohomish e lo caratterizza in maniera unica.

Raggiungere le vette della montagna non è semplice e, al contrario, affrontare i sentieri escursionistici richiede una buona preparazione. Tuttavia la scalata vale l’impegno, non solo per il panorama suggestivo che si apre passo dopo passo, ma anche perché su una delle cime, posto a oltre 2000 metri di altezza, c’è un alloggio sbalorditivo all’interno del quale gli avventurieri possono trovare rifugio e godere del panorama più suggestivo del mondo.

Su una delle tre vette della montagna, infatti, sorge uno storico edificio, una vecchia torre di osservazione degli incendi costruita negli anni ’30 del secolo scorso. Il Three Fingers Lookout, questo il suo nome, è situato sul punto più alto della montagna, ed è uno dei più antichi luoghi di osservazione sopravvissuti sul territorio. È stato inserito anche nel registro nazionale dei luoghi storici del Paese e ora è gestito da un gruppo di escursionisti che lo hanno trasformato in un rifugio.

Come raggiungere la torre di avvistamento

Il Three Fingers Lookout, situato sull’omonima montagna, è il luogo perfetto in cui riposarsi dopo la scalata. Un rifugio che unisce in sé tutte le caratteristiche di un camping essenziale e di un rifugio montano, garantendo visioni straordinarie su tutto il territorio circostante.

La vecchia torre di avvistamento è aperta a tutti gli escursionisti che osano scalare il Three Fingers e che cercano un luogo per riposarsi, per rigenerare i sensi e ricaricare le energie. Il Three Fingers Lookout può ospitare fino a un massimo di quattro persone, per cui il consiglio è quello di arrivare presto in cima per garantirsi un posto.

Gli avventurieri che vogliono dormire qui devono munirsi di tutta l’attrezzatura necessaria per dormire, sacchi a pelo e coperte, e per cucinare. In cambio, però, avranno il privilegio di dormire in uno degli alloggi più alti del mondo e sfiorare il cielo con un dito a ogni ora del giorno e della notte.

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Questa piccola Bora Bora è il tuo rifugio perfetto per sfuggire al freddo

L’alternarsi delle stagioni, ormai lo sappiamo, sa regalarci sempre nuovi e straordinari spettacoli, gli stessi che ci invitano a esplorare il mondo e i suoi cambiamenti. E se c’è chi da una parte attende con fermento l’arrivo dell’inverno, per scoprire e riscoprire le città, i borghi e i Paesi che si trasformano in cartoline incantate illuminate dalle luci notturne e avvolte dalla candida neve, c’è anche chi non desidera altro che fuggire al caldo, in tutti quei luoghi dove è perennemente estate.

Se l’obiettivo è quello di organizzare un viaggio invernale, e lasciarvi le basse e rigide temperature alle spalle, abbiamo il luogo giusto per voi. Si tratta di un piccolo paradiso terrestre dove la natura incontaminata e uno stile di vita a ritmo lento fanno da protagonisti.

Stiamo parlando di Maupiti, la micro isola dell’Arcipelago della Società conosciuta anche con il nome di piccola Bora Bora. È questo il rifugio perfetto per sfuggire all’inverno.

Maupiti: un piccolo paradiso terrestre

Sono poco più di 6 i chilometri quadrati che caratterizzano questo lembo di terra, che per forme, lineamenti e colori ricorda un paradiso terrestre. Un microcosmo di meraviglie circondato dall’Oceano Pacifico e fatto di natura incontaminata, vita semplice e ritmi rilassati. Non mancano, poi, paesaggi e scorci mozzafiato che incorniciano spiagge bianche, picchi rocciosi e antichissimi marae.

Questa è Maupiti, una minuscola isola che fa parte dell’Arcipelago della Società e che si trova a 315 chilometri a nord ovest da Tahiti e a 40 chilometri da Bora Bora. Raggiungibile con un volo aereo in partenza da Papeete, con una durata di circa 50 minuti, quest’isola è il rifugio perfetto per tutti i viaggiatori che desiderano vivere vacanze all’insegna della pace e del relax circondati dalla grande bellezza.

Ma Maupiti è anche l’isola perfetta da raggiungere quando in Italia, e più in generale in Europa, le temperature iniziano ad abbassarsi e a diventare insopportabili, almeno per i più freddolosi. L’isola, infatti, vanta bel tempo tutto l’anno e pochissimi rovesci. Le temperature medie oscillano tra i 29 e i 31 gradi. Attenzione a scegliere il periodo giusto però, perché tra gennaio e febbraio le piogge sono più frequenti.

Cosa fare nella piccola Bora Bora

Se l’idea di raggiungere Maupiti si è fatta spazio nella vostra mente, lasciatevi allora raccontare cosa troverete una volta arrivati sulla piccola Bora Bora dell’Arcipelago della Società.

Dimenticatevi traffico, smog e caos cittadino: qui ci si muove a piedi, in bici o in canoa, e questi “mezzi” vi basteranno per andare alla scoperta di una realtà semplice e genuina, ma al contempo straordinaria. A permettervi di toccare con mano tutta l’autenticità dell’isola ci sono poi le proposte ricettive, principalmente pensioni familiari e guest house che consentono di vivere esperienze da local.

Diverse le testimonianze di un passato affascinante, suggestivo e misterioso come le incisioni rupestri che raccontano le celebrazioni e le processioni che si svolgevano sull’isola. Nella valle del distretto di A’ata, inoltre, è possibile ammirare l’imbarcazione del guerriero Hiro, testimonianza della storia leggendaria del figlio gigante del dio Ra‘amauriri.

Meraviglioso è anche il mare, quello turchese e cristallino che bagna le lingue di sabbia bianca, quello popolato da branchi di mante che nuotano tra la piccole canoe colorate dei pescatori. Imperdibili, poi, sono i motu, gli isolotti incontaminati e circondati dalla barriera corallina. A Maupiti ce ne sono cinque e tutti sono straordinari.

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Il rifugio di benessere della regina Camilla

A Bangalore, capitale dello Stato Indiano meridionale di Karnataka, esiste un luogo in cui è possibile prendersi cura del corpo e dello spirito, utilizzando i principi dell’ayurveda. Una pratica indiana dalle origini antichissime e molto diffusa ancora oggi, che si basa su un approccio olistico rivolto alla totalità della persona, prefissandosi il raggiungimento di un equilibrio e un’armonia tra mente, corpo e spirito, in accordo con i ritmi della natura.

Un posto unico, in cui ricaricarsi sia dentro che fuori, grazie a una serie di programmi mirati per la salute dell’organismo intero, aiutandolo a purificarsi, ridurre lo stress e portare benessere ed energia a corpo e mente. Si tratta del centro olistico di Soukya a Whitefield, meta d’eccellenza per il turismo volto al proprio benessere psicofisico e luogo amatissimo da Camilla, Regina consorte del Regno Unito e moglie, ormai da molti anni, del neo Re Carlo III.

La città

Secondo il The Times of India, infatti, sembrerebbe che Camilla stia trascorrendo del tempo con le amiche proprio nel centro benessere olistico di Bangalore, città dinamica e in forte crescita, in cui poter ammirare il bellissimo centro storico, le sue aree verdi, il mercato ma anche i maestosi edifici sparsi per le vie e i tanti bazar di spezie in cui riscoprire i profumi tipici della tradizione e della cultura indiana.

Ma anche una città in cui, proprio grazie a centri come quello di Soukya, è possibile ritrovare se stessi, fermandosi e allontanandosi dal caos e lo stress quotidiano, per affidarsi alle mani esperte di persone che, seguendo i principi dell’ayurveda, aiutano i visitatori a ritrovare la pace. Una serenità che abbraccia l’intero organismo e che, forse proprio per questo, ha riscosso molto successo in chi lo frequenta, diventando uno dei luoghi abituali frequentati da Camilla e da personaggi di fama mondiale.

Il centro di Soukya

All’interno del centro, infatti, esistono diversi trattamenti, espressamente formulati per affrontare in modo mirato i bisogni singoli di chi si avvicina alla pratica olistica dell’ayurveda. Programmi che vengono monitorati e rivisti quotidianamente, per permettere di essere modificati a seconda delle esigenze personali e individuali di ciascuno e che si basano su un’attenta valutazione della persona e su una serie di visite e consulti preliminari da parte dei medici. Ma non solo.

All’interno del centro di Soukya si vive un’esperienza di benessere a 360°, cosa che comprende anche una dieta a base vegetariana e biologica, la pratica dello yoga, terapie complementari come digitopressione, idroterapia, massoterapia, meditazione, ecc., il tutto volto al benessere del corpo ma, soprattutto, della parte più profonda di sé. E non a caso questo posto è così amato da Camilla, che soprattutto negli ultimi mesi deve aver vissuto non poche preoccupazioni e stress visti gli accadimenti che hanno colpito la famiglia reale inglese.

Una meta che quindi, oltre a prendersi cura di sé in modo profondo e attento alla persona in ogni sua parte, permette anche di godere della bellezza della città stessa in cui il centro è sito. Vivendo a pieno gli insegnamenti e le tradizioni del luogo in un viaggio in questa destinazione esclusiva e amata anche dai reali.

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Cercasi foto di rifugi e bivacchi: perché e come fare

Sta per arrivare il 150esimo anniversario della SAT (Società Alpinisti Tridentini). Per festeggiare l’evento l’intenzione è quella di ridare alle stampe la pubblicazione dei rifugi della SAT. Il tutto attraverso una nuova veste grafica che l’obiettivo di raccontare la storia, i sentieri e le curiosità dei presidi delle terre alte.

Cos’è la SAT

La SAT è una società che opera nel nostro meraviglioso Trentino e che conta circa 27.000 soci. Il lavoro principale è quello di occuparsi della manutenzione di 5.500 km di sentieri della regione garantendo, allo stesso tempo, l’ospitalità attraverso 34 rifugi d’alta quota e promuovendo moltissime attività culturali, corsi d’alpinismo e iniziative nelle scuole di ogni grado.

Fondata nella splendida cornice di Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872, ha una storia che si intreccia con le vicende politiche e storiche del Trentino, fino almeno al primo dopoguerra. Oggigiorno cura la segnaletica e la manutenzione di 842 sentieri (4.357 km), 125 sentieri attrezzati (863 km con circa 9 km di tratti attrezzati) e 68 vie ferrate (263 km con 19 km di tratti attrezzati) per un totale di 5.550 km.

Un vero e proprio punto di riferimento stabile per tutti gli alpinisti. In fondo, i rifugi diventano sempre più luogo di accoglienza e incontro sociale. Basti pensare al Rifugio Mandron, inaugurato dalla SAT nel 1959, che sorge sul ciglio della costa erbosa della Conca Mandron, a poca distanza dai laghetti omonimi, ossia in vista di quello che uno dei più vasti e importanti ghiacciai italiani.

Oppure aI Bivacco Presanella che si trova in Val Nardis, nel gruppo della Presanella, a 2205 m s.l.m. Edificato dalla SAT nel 1885, è stato completamente ristrutturato nel 1999. Oggi si caratterizza per essere in muratura e dotato di un unico locale. Sempre aperto, può ospitare 12 persone ed è utilizzato prevalentemente per la salita alla Presanella.

Ma questi sono solo alcuni degli esempi di tutte le occasioni di ospitalità gestite dalla SAT.

AAA cercasi foto di rifugi e bivacchi

Per festeggiare i sui 150 anni, la società è alla ricerca di foto di rifugi e bivacchi SAT che diventeranno parte dell’archivio fotografico e che potrebbero essere utilizzati nella pubblicazione 2022. Chi volesse condividere i propri scatti (fotografie in alta risoluzione) può partecipare semplicemente inviandoli entro il 15 aprile 2022 alla seguente e-mail: comunicazione@sat.tn.it.

Ma questa non è l’unica celebrazione per questo importante traguardo. Infatti, verranno organizzati eventi, iniziative, pubblicazioni e mostre per un cammino condiviso in vista del 3 settembre 2022. Per esempio, sono proposti a tutti gli escursionisti 15 itinerari su tutto il territorio provinciale per scoprire i valori, la storia e le radici dell’associazione.

Sentieri per tutti poiché la proposta non è solo escursionistica: per quanto possibile, alcuni di questi tragitti potranno essere percorsi anche da diversamente abili. Camminandovi sarà possibile incontrare persino riferimenti storici e culturali, riferimenti alla cultura materiale e all’ambiente naturale. Elementi che verranno evidenziati dalla cartellonistica a inizio e fine percorso, ma anche lungo il tragitto. Vi basterà scansionare un QR code informativo e il gioco sarà fatto.

Panorami, paesaggi e realtà tutte da conoscere che regaleranno momenti di vita da trascorre su catene montuose, su valli o insediamenti abitati di una delle zone più belle ed emozionanti del nostro Paese.

foto rifugi e bivacchi sat

Un angolo del Trentino

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Smart working in aperta campagna: l’ufficio dei sogni esiste

In una quotidianità sempre più caratterizzata da caos e disordine, da stress, impegni e scadenze, anche l’ufficio può diventare un’oasi di pace, un rifugio di creatività e produttività. Un’idea, questa, che sembra appartenere a un immaginario quasi surreale, e che invece è reale e più concreta che mai grazie alle Tini house e ai Tini office.

Si tratta di progetti prefabbricati proposti dallo studio di architettura DeLaVega Canolasso che sembra rispondere perfettamente alle esigenze di chi non vuole smettere di lavorare viaggiando e viceversa avendo a disposizione un piccolo spazio immerso nella natura più autentica e primitiva.

L’ultima proposta dello studio di architettura è la Tini XS, una struttura micro, come il nome stesso suggerisce, situata all’interno di una tenuta equestre. Un luogo accogliente e straordinario da dove contemplare i magnifici panorami, lavorare e rilassarsi.

Tini XS

Tini XS

Tini office e Tini house: i rifugi degli smart woker

Da diversi anni le tiny house hanno stravolto, letteralmente, il modo di abitare gli spazi. Sono moltissime le persone che hanno lasciato ville, appartamenti e grandi spazi per questi micro ambienti che però offrono tutto ciò di cui una persona ha bisogno.

Con la diffusione dello smart working, e l’esigenza sempre più crescente di avere un lavoro flessibile, le tiny house hanno fatto un upgrade e si sono trasformate in piccoli uffici all’interno dei quali è possibile stimolare creatività e produttività lavorativa in ambienti confortevoli.

Con i loro Tini Office, lo studio di architettura DeLaVega Canolasso ci ha dimostrato che è possibile avere un ufficio diverso dalle solite postazioni di home office, all’interno del quale godere dei panorami più belli del mondo.

Un’alternativa, questa, che celebra la flessibilità e che risponde alle richieste sempre più esigenti di un nuovo modo di lavorare.

Dopo l’ufficio nel bosco, la nuova proposta che questa volta diventa XS, è un piccolo rettangolo che risponde alla vocazione dei nomadi digitali. La struttura, composta da moduli liberi, è facile da installare e da trasportare ovunque. Ovviamente il consiglio è quello di optare per i luoghi a noi più cari e suggestivi.

Tini XS

Tini XS

Tini XS a Plasencia

L’ultima proposta del settore è quella che riguarda una Tini house in formato XS che può essere adibita anche a postazione di lavoro. Perfettamente inglobata nella campagna equestre di Plasencia, la città spagnola ai confini fra Estremadura e Castiglia sulla Ruta de la Plata, questa scatola di 12 metri quadri si prepara a diventare il rifugio ideale di tutti coloro che hanno bisogno di allontanarsi dalla città e ritrovare la pace.

La facciata scultura in acciaio nero e la struttura metallica, sembrano prendere in prestito i lineamenti di una roccia che si lega armoniosamente con il territorio circostante. Gli interni caldi e accoglienti, realizzati in legno di pioppo OSB e isolati con ben 14 centimetri di cotone riciclato, danno un tocco di classe che riflette l’ambientazione idilliaca esterna.

La Tini XS sembra adattarsi perfettamente con gli scenari della tenuta equestre di Plasencia, ma a guardarla meglio è intuibile che può integrarsi abilmente in qualsiasi altro contesto. Il risultato è uno spazio molto caldo, un rifugio completamente connesso con l’ambiente circostante dove rigenerarsi e ritrovarsi. Vi piacerebbe lavorare in un ufficio così?

Tini XS

Tini XS

 

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Il rifugio perfetto nel Mediterraneo è una piccola isola colorata

Le destinazioni di viaggio che scegliamo passano inevitabilmente per le esperienze che vogliamo vivere, sempre più autentiche e rilassanti che ci permettono di sfuggire al caos e al disordine dei giorni. Sappiamo quindi che, per soddisfare le nostre esigenze, è necessario andare alla ricerca di tutte quelle realtà poco battute dal turismo di massa.

In questo senso, le isole poco affollate ma straordinarie diventano le perfette mete di una vacanza volta a nutrire i sensi e a recuperare le energie. Ma non c’è bisogno di volare dall’altra parte del mondo per vivere esperienze incredibili perché, nel cuore del Mediterraneo, esiste un’isola incontaminata e bellissima tutta da scoprire. Benvenuti a Linosa.

La vacanza perfetta nel cuore del Mediterraneo

Sorge proprio al centro del Mediterraneo la splendida isola di origine vulcanica che si trasforma, in ogni momento dell’anno, nel rifugio perfetto per chi vuole fuggire dal caos cittadino. Linosa, parte dell’arcipelago delle Pelagie, è situata a nord rispetto a Lampedusa ed è considerata, come le altre isole minori della Sicilia, una vera e propria oasi di pace.

Linosa

Linosa

Le sue origini sono antichissime dato che, la prima menzione di Linosa, risale alla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Qui non esistono locali notturni e discoteche, non ci sono strade e vie affollate, né traffico con il quale fare i conti. Esistono però case colorate addossate l’una all’altra, botteghe e locali autentici dove poter assaporare la tradizione. Tutto scorre lento qui, assecondando esclusivamente i ritmi scanditi dalle onde.

Sono poco più di 400 gli abitanti dell’isola, molti dei quali si occupano proprio di preservare la meravigliosa e antica storia che il territorio conserva. Questo lembo di terra, sospeso tra cielo e mare, e che misura poco più di 5 km, è stato il rifugio dei Romani durante le Guerre Puniche, poi passato nelle mani degli arabi e dei normanni, fino a quelle degli aragonesi.

Negli anni ’60, grazie anche alla tecnologia, la piccola Linosa è tornata a splendere, complice quell’antica bellezza mai sfiorita. È tornata a essere un rifugio, questa volta di viaggiatori bisognosi di pace, relax e meraviglia.

Linosa

Linosa

Cosa fare a Linosa, tra case colorate e spiagge vulcaniche

Le case colorate di Linosa che si affacciano sulle strade dell’isola, creano un’atmosfera magica e suggestiva, quasi incantata. Sembra davvero di essere in un luogo non assoggettato dalle leggi del tempo e dello spazio.

Per scoprire l’isola non potete sbagliarvi: l’unica e grande strada isolana, che conduce direttamente al mare, fa immergere i visitatori in un’atmosfera fiabesca.

I colori brillanti della zona centrale lasciano il posto a tinte più scure, ma estremamente affascinanti, sono quelli delle spiagge nere, caratterizzate da sabbia vulcanica, che si alternano a rocce suggestive che si affacciano sul mare. Per godere ancora di più di questo lembo incontaminato il consiglio è quello di raggiungere la Cala Pozzolana di Ponente per avvistare le splendide tartarughe Caretta Caretta.

Dalla cima del Monte Vulcano, raggiungibile con un sentiero escursionistico, è possibile invece ammirare la piccola isola dall’alto, le sue meravigliose distese lussureggianti, tipiche della macchia mediterranea, e le affascinanti case colorate.

Monte Vulcano

Monte Vulcano