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L’amica geniale 4, le location della fiction Tv

Cala il sipario su ‘L’amica geniale” con l’arrivo, sulla Rai dall’11 novembre, della quarta stagione che va a sancire l’ultimo capitolo della serie televisiva italo-statunitense creata dal regista Saverio Costanzo e basata sull’omonima serie di romanzi di Elena Ferrante.

Storia della bambina perduta” si apre nella Napoli degli anni ’70 e racconta la vita adulta di Lila (interpretata da Irene Maiorino) ed Elena “Lenù” (Alba Rohrwacher), ormai donne con percorsi di vita divergenti. Dopo anni di distanza e di scelte che le hanno allontanate, le due amiche si ritrovano ancora una volta nel capoluogo partenopeo, sullo sfondo di un periodo storico tumultuoso che culmina nel terremoto del 1980. Entrambe hanno combattuto per emanciparsi dal quartiere di origine, un luogo che rappresenta per loro un vincolo doloroso, fatto di violenza, convenzioni e legami tossici che le imprigionano.

Elena, abbandonata Napoli per seguire una carriera come scrittrice di successo, ha cercato di voltare pagina, costruendo una nuova vita lontano dalla città natale. Sposata e poi separata, madre di due figlie, ritorna però sospinta dal richiamo di un vecchio amore che riemerge dal passato e che getta nuova luce sul suo presente. All’opposto, Lila è rimasta ancorata a Napoli, impegnata in complesse dinamiche familiari e camorristiche, ma anche in una carriera imprenditoriale che la vede affermarsi nel settore informatico. Sempre leader silenziosa ma influente del rione, Lila affronta con costanza sfide che la mettono in conflitto con i potenti fratelli Solara, interpretati da Edoardo Pesce e Lino Musella.

Nonostante i percorsi di vita differenti, il legame tra Lila e Lenù continua a essere un’ancora in un mondo che cambia a grande velocità. La loro amicizia, densa di rivalità e complicità, evolve e si adatta alle nuove sfide personali e sociali. La storia privata delle due protagoniste si intreccia con quella dell’Italia e del mondo, dove gli eventi storici diventano co-protagonisti e influenzano le scelte e le vite dei personaggi.

Inoltre, la quarta stagione porta una novità significativa: Alba Rohrwacher, fino a ora voce narrante della serie, entra direttamente in scena nei panni di Lenù, sostituendo Margherita Mazzucco. Irene Maiorino diventa la nuova Lila, raccogliendo il testimone da Gaia Girace. Fabrizio Gifuni interpreta Nino Sarratore, personaggio che aveva in precedenza il volto del giovane Francesco Serpico.

Dove è stato girato L’Amica Geniale 4

Anche nella quarta stagione de L’Amica Geniale, Napoli mantiene il ruolo di protagonista indiscussa, l’epicentro emotivo e geografico della storia di Lila e Lenù. La serie, ambientata negli anni ’80, trasforma il rione Luzzatti, illuminandolo di nuovi colori vivaci che richiamano il cambiamento e il fervore del periodo e riflettono il passaggio delle ragazze alla maturità e il volto in trasformazione di Napoli stessa.

Le riprese immortalano alcuni degli scorci più iconici della città partenopea, come la panoramica via Petrarca e il lungomare Caracciolo, dove il mare e la luce conferiscono alla narrazione una bellezza sospesa. Ma le telecamere si sono spostate anche in altre regioni italiane, portando nella serie location affascinanti e variegate che offrono uno sguardo su un’Italia mutevole e ricca di storia.

Nel corso della quarta stagione, lo spettatore viene accompagnato in un viaggio tra luoghi storici e nuove ambientazioni, elementi che donano alla trama profondità visiva e culturale ed esaltano il contrasto tra il mondo interiore dei personaggi e il contesto sociale in cui si muovono.

Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito

Fonte: iStock

La splendida Piazza del Plebiscito

La quarta stagione de L’Amica Geniale riporta in scena una delle location più simboliche della serie: Piazza del Plebiscito, luogo iconico della Napoli storica che aveva già incantato gli spettatori nella prima stagione, quando Lila e Lenù, ancora adolescenti, scoprono per la prima volta il cuore elegante della città. In una suggestiva scena notturna, le due amiche, insieme a Rino e Pasquale, arrivano dalla periferia popolare del rione Luzzatti di Poggioreale per esplorare il “salotto buono” di Napoli.

La piazza, dal fascino intramontabile, diventa lo sfondo di un confronto tra mondi distanti. Provenienti da un contesto modesto, Lila e Lenù si immergono nell’atmosfera chic e raffinata del centro, osservando con stupore e ammirazione ciò che appare irraggiungibile, una finestra su una Napoli sconosciuta, che affascina e intimorisce, e che segna un momento di scoperta e di crescita che resterà indelebile nelle loro vite.

La via di Posillipo

Posillipo, Napoli

Fonte: iStock

Spettacolare veduta del Golfo di Napoli da Posillipo

Lenù, ormai affermata scrittrice, va ad abitare in un elegante appartamento con Nino Sarratore. Nella serie, la nuova residenza si trova in via Petrarca, a Posillipo, mentre nei romanzi la dimora è situata in via Tasso, una strada panoramica che collega il Vomero a Corso Vittorio Emanuele, storicamente considerata uno dei “salotti buoni” di Napoli.

La decisione di ambientare le riprese in via Petrarca è legata a esigenze pratiche e scenografiche. Via Tasso, con la sua conformazione stretta e il traffico intenso, avrebbe complicato le riprese, mentre via Petrarca non solo ha offerto spazi più ampi per la troupe, ma regala anche una vista spettacolare sul Golfo di Napoli. Si è trattato di una scelta che arricchisce l’ambientazione, sottolineando la nuova dimensione di prestigio e bellezza che caratterizza la vita di Lenù, ormai immersa in uno scenario che rispecchia il suo successo e le sue aspirazioni.

Il ritorno di Firenze

Piazza Santa Croce

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Splendida veduta di Piazza Santa Croce

Firenze gioca un ruolo fondamentale nella serie L’Amica Geniale, segnando una fase decisiva nella vita di Lenù. Nella terza stagione, Elena vi si trasferisce per completare gli studi universitari e avviare la sua carriera di scrittrice, allontanandosi definitivamente dal rione napoletano in cui è cresciuta. Le riprese in luoghi simbolo come Piazza della Signoria e Piazza Santa Croce catturano l’atmosfera vibrante degli anni ’70, immergendo lo spettatore in un contesto culturale che riflette il cambiamento e l’evoluzione della protagonista.

Anche nella quarta stagione, Firenze continua a rappresentare un punto di riferimento per Lenù. Ormai consolidata nel suo percorso professionale, vive ancora nel capoluogo fiorentino prima di decidere di tornare a Napoli. La produzione ha scelto di mantenere la coerenza visiva e narrativa, riportando sullo schermo quei luoghi che hanno accompagnato la sua trasformazione.

Tappa anche a Torino

Po a Torino

Fonte: iStock

Spettacolare veduta area del Po a Torino

Nella quarta stagione de L’Amica Geniale, Torino è essenziale per raccontare la vita adulta di Elena Greco, ora interpretata da Alba Rohrwacher: con i suoi eleganti quartieri borghesi, rappresenta il contesto in cui la protagonista entra a far parte del mondo colto e raffinato dell’Italia anni ’80. Le riprese hanno animato luoghi chiave come un palazzo in Corso Vittorio Emanuele II al civico 78, dove la produzione ha curato ogni dettaglio per ricreare l’atmosfera dell’epoca: costumi vintage, auto d’epoca parcheggiate nel cortile e arredamenti ricercati restituiscono la storicità e il fascino di una Torino d’altri tempi.

Oltre all’appartamento in corso Vittorio Emanuele II, altri angoli sono stati protagonisti, come Via Po, Via Sabaudia e la zona di Santa Rita, ambienti che riflettono l’inserimento di Elena in una realtà colta e sofisticata, dove la sua crescita personale e professionale continua a evolversi.

Le location delle prime stagioni de L’Amica Geniale

Fin dalla prima stagione, L’Amica Geniale ha fatto delle ambientazioni un elemento chiave per trasportare gli spettatori nella realtà delle sue protagoniste. A Caserta è stato fedelmente ricostruito il rione Luzzatti, luogo di nascita di Lila e Lenù, che con le sue strade e palazzi popolari riporta lo spettatore alla Napoli degli anni ’50. Nella seconda stagione, le riprese si spostano sull’isola di Ischia, e in particolare a Forio, dove le ragazze trascorrono un’estate che segna in profondità le loro vite.

La terza stagione amplia ulteriormente il ventaglio di location. Oltre a Napoli e Caserta, si aggiungono Firenze, dove sono state girate scene suggestive in Piazza della Signoria e Piazza Santa Croce, e Torino, che rappresenta il nuovo ambiente universitario di Elena, simbolo della sua emancipazione culturale e sociale. Una tale varietà di luoghi dona alla serie un’ampia ricchezza visiva e mantiene la fedeltà ai romanzi.

Ischia, in particolare, viene rappresentata in tutta la sua autentica bellezza. Ischia Ponte, con le viuzze storiche e il maestoso Castello Aragonese, offre uno sfondo perfetto per l’arrivo di Elena e dà vita a un impatto visivo che cattura con immediatezza l’essenza dell’isola. La spiaggia dei Maronti, dall’ampia distesa sabbiosa e lambita dal mare cristallino, diventa la cornice delle giornate spensierate di Elena e Lila ed evoca una sensazione di libertà e giovinezza.

A Forio, Villa Leone si trasforma nella casa delle vacanze, donando una vista mozzafiato sul borgo di Sant’Angelo, mentre il mercato del pesce di Ischia Ponte mostra la quotidianità isolana, tra i colori e i profumi che raccontano la vita dei pescatori e degli abitanti.

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Napoli, Pompei, Procida e Paestum raccontate dal Guardian

Di recente, un giornalista del Guardian ha intrapreso un viaggio attraverso alcune delle mete più iconiche del Sud Italia, raccontando il suo itinerario in un articolo ricco di osservazioni e dettagli. Quando si sente parlare bene del proprio Paese e del suo patrimonio artistico e culturale, nonché dei suoi paesaggi, non può che fare piacere ed è per questo che oggi vi mostriamo come sono questi iconici luoghi visti dagli occhi di un forestiero.

Il suo racconto inizia con l’arrivo in Mediterraneo, tra pioggia e cieli grigi, durante un viaggio in treno da Parigi. Nonostante il clima iniziale, proseguendo verso sud, il giornalista scorge finalmente la tanto agognata luce del sole, insieme alla vivacità e al calore di luoghi come Napoli, Pompei, Procida e Paestum.

Viaggiare in treno, lo slow tourism come ritorno alle origini

Durante il tragitto, il giornalista nota la differenza tra un viaggio in treno e il frettoloso ritmo del trasporto aereo. Attraversando città come La Spezia e Pisa, afferma che il viaggio in treno incarna la “joy of missing out” (la gioia di lasciarsi andare), perfetta per un turismo lento e contemplativo.

In questo percorso, simile a quello compiuto dal poeta inglese John Keats nel 1820, il viaggiatore trova un’attenzione alla scoperta, senza la frenesia moderna. Dopo aver attraversato il Nord Italia, in particolare la Liguria, la destinazione è il Sud, a partire dalla Campania.

Napoli, più autentica di così non si può

Il giornalista descrive Napoli come un luogo autentico, dove il fervore della vita cittadina si manifesta nelle strade affollate e nei ristoranti all’aperto. La città, racconta, si anima ulteriormente quando il Napoli gioca contro la Juventus e i tifosi seguono con entusiasmo la partita mentre gustano una pizza in un caffè di strada.

Napoli è anche il punto di partenza per visitare le vicine isole, tra cui Procida, che, secondo il giornalista, ha conservato il proprio carattere genuino e non è stata trasformata in un’isola esclusivamente turistica.

Napoli

Fonte: iStock

Sguardo su Napoli vista di sera

Procida, profumo di agrumi e senso di familiarità

Procida, scrive il giornalista, è ben diversa da altre destinazioni insulari, poiché ha mantenuto la sua autenticità e non è diventata un “esperimento di gentrificazione”.

Una delle attività migliori che si può fare soggiornando sull’isola, tra un tuffo e l’altro, dopo un po’ di tintarella, è sicuramente mangiare e lasciarsi coccolare il palato dalla deliziosa cucina locale. Tra i piatti consigliati ci sono gli spaghetti al pesto di limone, tipici del luogo grazie ai celebri limoni dolci dell’isola.

Le case colorate di Marina di Corricella e l’atmosfera di un’isola ancora legata alla sua tradizione marinara colpiscono particolarmente l’autore dell’articolo del Guardian, che ne evidenzia il fascino genuino raccontando il legame di Procida con la storia locale, ancora oggi.

Pompei, città eterna in continua scoperta

La visita a Pompei è uno dei momenti più suggestivi del viaggio. Il giornalista osserva come il sito archeologico, sotto la direzione del tedesco Gabriel Zuchtriegel, stia vivendo una nuova fase di scoperta e reinterpretazione.

Vesuvio, Pompei

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Pompei e il Vesuvio sullo sfondo

Accompagnato dall’archeologo Alessandro Russo, il giornalista entra nella Regio IX, una zona in cui si stanno scoprendo affreschi intatti e dettagli inediti della vita quotidiana degli antichi abitanti di Pompei. Racconta di un ritratto di una bambina con uva e melograni, sopravvissuto incredibilmente intatto e visibile oggi grazie alle nuove tecniche di scavo.

Paestum, viaggio nell’antica Grecia

Proseguendo il suo viaggio verso sud, il giornalista del Guardian racconta l’esperienza di Paestum, una città fondata dai Greci e famosa per i suoi imponenti templi e per il museo archeologico.

Qui, il protagonista dell’articolo si sofferma sulla Tomba del Tuffatore, un capolavoro ritrovato nel 1968 che raffigura un giovane che si tuffa da una grande altezza, in quella che potrebbe rappresentare una scena allegorica della morte o della vita.

Tempio Era, Paestum

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Il Tempio di Era nel sito archeologico di Paestum

Il giornalista è affascinato da come Paestum mantenga un’atmosfera antica e intatta, lasciandolo profondamente colpito dall’energia e dal mistero di questi luoghi.

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La scultura di Pulcinella a Napoli, quando l’arte contemporanea fa riscaldare l’Italia

Sta suscitando non poche reazioni, soprattutto sul web, l’installazione temporanea che, fino al 19 dicembre, sarà esposta in piazza Municipio a Napoli.

Questo pezzo di arte contemporanea intitolato “Tu si ‘na cosa grande”, è un omaggio dato alla città e alla sua tradizione (vedasi, appunto, il Pulcinella), da parte dello scultore e designer Gaetano Pesce, scomparso ormai sei mesi fa a New York. L’installazione alta 12 metri, non passa certo inosservata nella piazza, ma ciò che maggiormente ha catturato l’attenzione e generato commenti, anche ironici, è la forma fallica della struttura.

Cos’è la scultura dedicata a Pulcinella di Gaetano Pesce

Per capire cosa significa la scultura “Tu si ‘na cosa grande” e andare oltre al suo aspetto, occorre analizzarne l’essenza. Curata da Silvana Annichiarico, l’opera dell’artista Pesce consiste in due elementi interconnessi: una rivisitazione dell’abito di Pulcinella e due cuori rossi trafitti da una freccia. L’opera esposta nella grande piazza di Napoli è parte del programma artistico “Napoli Contemporanea”, ad oggi coordinato da Vincenzo Trione.

Molti turisti che si fermano in piazza Municipio in questi giorni osservano l’opera con curiosità, scattando foto e condividendo impressioni divertite. Sul web, ovviamente, non sono mancate battute e allusioni, incluso un commento dell’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che ha detto: “Napoli cresce: da Pistoletto a Pesce”.

All’inaugurazione dell’installazione temporanea hanno partecipato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il Pulcinella di Pesce sembra dunque essere oggi il degno successore della controversa “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, un’opera che aveva anch’essa creato polemiche e che, tristemente, fu poi data al fuoco da un senzatetto.

Scultura, Tu si' na cosa grande, Gaetano Pesce

Fonte: Ansa

La scultura di Gaetano Pesce illuminata e vista di sera

Il Pulcinella di Pesce oltre lo scandalo

Il sindaco di Napoli non ha evitato il dibattito suscitato dall’opera di Pesce, dichiarando: “All’inizio, come molti, ho avuto una prima impressione simile a quella degli altri. È un pensiero che chiunque potrebbe avere, ed è molto napoletano. Tuttavia, va interpretato anche come un segno di buon augurio.

Alla base dell’opera, infatti, vi è la rappresentazione – per quanto stilizzata a libera sensibilità dell’artista – di ciò che unisce Pulcinella e il cuore stesso di Napoli e dei suoi cittadini. Come anche espresso dallo stesso Manfredi, l’arte – soprattutto quella contemporanea – ha il compito di suscitare e animare il dibattito, per continuare a far sì che le nostre città siano realmente “vive”.

L’installazione è composta strutturalmente da due sculture: un abito di Pulcinella, montato su una struttura metallica, stabilizzata grazie a cavi decorati decorati con diversi fiori sintetici, capace di illuminarsi dall’interno alla sera, mentre di fronte a questo pezzo vi è un cuore rosso di 5 metri, anch’esso illuminato e trafitto da una freccia metallica piantata su una base triangolare di legno.

Il costo totale, inclusi montaggio e sicurezza, è di circa 180mila euro, di cui 160mila coperti dalla Regione Campania attraverso i fondi Poc, destinati alla promozione culturale nei Comuni. L’artista ha inoltre voluto che l’opera rimanesse a Napoli, con i cuori che diventano proprietà permanente del Comune. Nel frattempo, però, si sta valutando anche la collocazione definitiva del Pulcinella.

Le opere italiane che hanno suscitato più clamore

Negli ultimi anni, sono state diverse le opere italiane che hanno suscitato accesi dibattiti e discussioni sul web, alimentando opinioni contrastanti tra sostenitori dell’arte contemporanea e critici. D’altronde, l’arte contemporanea è paradossalmente quella meno fruibile dal cittadino medio, quella spesso meno immediata e comprensibile, perché non fa della forma il veicolo principale con cui comunicare il messaggio.

Ecco le opere di arte contemporanea che più negli ultimi anni hanno creato un dibattito acceso:

La “Venere degli Stracci” di Michelangelo Pistoletto 

Installata dapprima a piazza Municipio, nel cuore di Napoli, la Venere degli Stracci del grande artista Pistoletto è stata al centro di polemiche per la sua rappresentazione, che unisce la bellezza classica della Venere con dei cumuli di vestiti abbandonati e lerci. L’opera vuole riflettere sulla società dei consumi e sul degrado della sostanza, ma ha invece ricevuto critiche per il suo impatto visivo e, successivamente, è stata bruciata da un senzatetto, sollevando un ulteriore dibattito sulla sicurezza e la protezione delle opere pubbliche esposte nelle piazze italiane.

“Big Clay” di Urs Fischer a Firenze

Imponente su Piazza della Signoria, a Firenze, Big Clay è una scultura alta 12 metri che rappresenta una massa informe d’argilla modellata a mano. L’opera ha provocato fin da subito reazioni contrastanti, anche per via della sua mole che non passa inosservata: molti fiorentini l’hanno trovata estranea al contesto storico della piazza, mentre altri l’hanno vista come una provocazione interessante e stimolante che dialoga con il passato e il presente della città.

“LOVE” di Maurizio Cattelan a Milano

La celebre scultura, spesso anche chiamata “il dito”, è un’enorme mano di marmo che mostra il dito medio rivolto verso il palazzo della Borsa di Milano in Piazza Affari. L’opera, oggi ormai icona della città meneghina, il cui titolo ufficiale è LOVE (acronimo di “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”), è stata accolta con grande scalpore per il suo messaggio provocatorio contro il mondo della finanza.

“La Montagna di Sale” di Mimmo Paladino a Napoli

Installata in piazza del Plebiscito, a Napoli, quest’opera d’arte contemporanea (ma di epoca passata) è formata da una grande montagna di sale sulla quale sono posizionate sculture di cavalli. La reinstallazione dell’opera (originariamente presentata nel 1995) ha suscitato numerose polemiche, soprattutto per il suo impatto visivo, ma anche per il deterioramento che ha subito a causa delle intemperie e dei piccioni, spingendo molti a criticare la scelta di materiali così deperibili per un’opera che dovrebbe rendere un luogo d’uso pubblico ancora più stimolante.

The Floating Piers, Christo, Lago Iseo

Fonte: Ansa

The Floating Piers di Christo sul Lago d’Iseo

“The Floating Piers” di Christo sul Lago d’Iseo

Correva l’anno 2016 quando l’opera di land art dell’artista bulgaro Christo ha attratto milioni di visitatori sul Lago d’Iseo, permettendo loro di camminare su un ponte galleggiante lungo 3 chilometri. Nonostante l’enorme successo, ci sono state non poche critiche riguardo alla gestione dell’afflusso di persone, all’impatto ambientale e alla difficoltà di accesso per i residenti. L’opera, sebbene temporanea, ha innescato un acceso dibattito sull’arte contemporanea come fenomeno di massa.

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A Napoli è stata scoperta una chiesa medievale

L’Italia, terra dalla storia millenaria e custode di inestimabili ricchezze archeologiche, continua a stupire con scoperte che svelano segreti antichi. Nonostante l’immenso patrimonio già conosciuto, ogni regione riserva ancora sorprese inaspettate. L’ultima, a Napoli, ha portato alla luce i resti di una chiesa medievale, nascosta per secoli sotto il suolo cittadino.

Si tratta di uno straordinario ritrovamento che non soltanto getta luce sul passato del capoluogo partenopeo, ma dimostra ancora una volta come la storia del nostro Paese sia in continua evoluzione, con nuove pagine che si aggiungono a un libro infinito.

Il sottosuolo di Napoli restituisce una chiesa del XI secolo

Nelle vicinanze di Piazza Bovio, nel centro storico di Napoli, si celava da oltre mille anni una chiesa medievale del XI secolo, a otto metri di profondità rispetto al manto stradale.

Un imprenditore locale l’aveva scoperta e, in segretezza, aveva intrapreso una serie di scavi archeologici abusivi, sfruttando la presenza del sito al di sotto di una sua proprietà: un’indagine da parte dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, disposta e coordinata dalla Procura della Repubblica, ha posto fine all’attività illegale che, oltretutto, rischiava di danneggiare una rara testimonianza dall’indiscusso valore storico.

Gli esperti dell’Arma, sotto la guida del pool “Beni Culturali” della Procura di Napoli, hanno sequestrato circa 10.000 frammenti ceramici di natura archeologica risalenti all’epoca romana e medievale, probabilmente provenienti dall’area suburbana dell’antica Neapolis, e legati anche a zone non ancora esplorate nel corso delle indagini. Oltre ai frammenti, sono stati confiscati 453 reperti archeologici integri di epoca romana, tra cui preziosi crateri a figure rosse, anfore, lucerne, pipe in terracotta e monete antiche.

Gli inquirenti, ora, mirano a capire se l’uomo abbia trafugato gli oggetti di valore trovati una volta entrato in chiesa: le indagini condotte dal nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno beneficiato del supporto tecnico e operativo della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. Nell’ambito delle operazioni, sono stati ispezionati diversi locali di sua proprietà e sono stati sequestrati ulteriori cunicoli sotterranei, frutto di scavi clandestini, che si estendevano sotto le fondamenta di un palazzo settecentesco, dichiarato bene culturale di particolare interesse storico-artistico.

Un raro esempio di arte medievale

Il sito, ora messo in sicurezza per dare modo di effettuare ulteriori approfondimenti volti a tutelarlo e valorizzarlo, restituisce alla città di Napoli e all’Italia intera “un raro esempio di arte medievale del XI secolo“, le cui decorazioni riportano una similitudine con il vicino Sacello di Sant’Aspreno. Ma non solo: la chiesetta va ad aggiungersi alle pochissime testimonianze di pittura dell’epoca medievale sul territorio italiano.

Anche se l’attività clandestina ha arrecato ingenti danni alla struttura (e, di riflesso, al patrimonio storico e culturale napoletano e italiano), tra i resti della chiesa spicca un’abside semicircolare affrescata, in condizioni relativamente buone, sulla quale è ancora parzialmente visibile la figura del Cristo in trono (tipica dell’arte sacra medievale), accompagnata da decorazioni a velarium.

È stata rinvenuta anche un’iscrizione dedicatoria, in parte già decifrata, che aggiunge valore storico al sito. Inoltre, è emersa parte della pavimentazione originale, realizzata con lastre di marmo bianco di spoglio, a testimonianza dell’antica magnificenza del luogo di culto.

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“L’amica geniale”: i luoghi di Napoli tra romanzo e fiction

L’amica geniale è una saga letteraria che ha ottenuto tantissimo successo in tutto il mondo, addirittura il primo volume della tetralogia di Elena Ferrante è stato celebrato come libro del secolo dal New York Times.

E, come spesso accade, con i romanzi che toccano le corde più profonde del cuore e suscitano emozioni, ogni libro ha dato il via a viaggi alla scoperta dei luoghi che hanno fatto da scenografia alla storia. E così leggere L’amica geniale, ma anche gli altri volumi della serie, o guardare la serie tv ci porta a Napoli, cuore pulsante anche se non unica location, ma posto da cui si dipana la storia e si intreccia, rimanendo comunque fedelmente legata ad alcune atmosfere iconiche della città Partenopea.

Non che avessimo bisogno di un libro, e poi di una serie tv di successo, per amare Napoli, ma senza dubbio la misteriosa scrittrice Elena Ferrante ci aiuta a scoprire posti nuovi, a seguire le orme delle due protagoniste lungo il viaggio della vita e in alcuni degli scenari più belli o insoliti di Napoli.

Sulle tracce di L’amica geniale: il Rione Luzzati

Quattro libri, tanti luoghi, ma Napoli resta cuore pulsante della storia di Lila e Lenù, le due protagoniste della saga L’amica geniale di Elena Ferrante. La serie tv ci ha fatto vedere con gli occhi alcune delle location che sono state tra le protagoniste della crescita di queste due bambine a donne.
Tra i posti principali c’è il Rione Luzzatti, nella periferia est di Napoli. Si tratta di un quartiere popolare in cui passeggiando si possono riconoscere la chiesa, la scuola e la piazzetta con i giardinetti.

Rione Luzzatti, set di L'amica Geniale

Fonte: IPA

Rione Luzzatti cuore di L’amica Geniale

Per girare le scene – però – alcuni luoghi, come il Rione, sono stati ricostruiti su un set cinematografico: nello specifico Luzzatti è stato fatto vivere nuovamente fuori da Caserta, a Marcianise, all’interno della ex fabbrica della Saint-Gobain.

Le altre zone di Napoli da vedere

Napoli è il cuore pulsante della storia anche se le due amiche nell’arco degli anni e delle varie stagioni si spostano, modificano la propria vita, vanno altrove. Punto fermo, però, è la città partenopea di cui ammiriamo tantissime zone.

Ad esempio, corso Umberto I – lunga strada nota anche come Rettifilo – dove Lila compra l’abito da sposa, oppure Port’Alba da piazza Garibaldi, dove è possibile acquistare libri tra le tante bancarelle e luogo amato da Lenù.

Napoli L'amica geniale Port'Alba e piazza Garibaldi

Fonte: iStock

Napoli, nei luoghi di L’amica geniale: Port’Alba e piazza Garibaldi

Poi, ancora, Galleria Umberto I con tutto il suo suggestivo fascino liberty e la sua bellissima cupola. E piazza del Plebiscito tra le più iconiche della città campana.

Non si può non citare Piazza dei Martiri che, come altri luoghi, per poterci riportare a quei tempi nella serie è stata leggermente cambiata in modo da riflettere l’epoca. Se la si visita, naturalmente, la si può ammirare in chiave moderna, ma non per questo perde la magia del raccontare pagine di questa storia. Lungo la strada che parte da qui Lila è occupata in un negozio di scarpe: il fittizio calzaturificio Solara

E poi il lungomare, via Caracciolo, tra i luoghi più belli immortalati dalla serie, e Posillipo che fa sfondo anche alla storia più recente della due amiche.

Non solo Napoli, però, perché la storia poi si sposta e raggiunge anche altre città come Firenze, Milano, Pisa e Torino. Ma, oltre a queste, non mancano i luoghi vicini: come Ischia, bellissima isola del Golfo di Napoli dove si possono ammirare alcuni punti iconici dell’isola come il castello aragonese e Barano d’Ischia.

Piazza del Plebiscito a Napoli: set di L'amica geniale

Fonte: IPA

Napoli, piazza del Plebiscito set di L’amica geniale
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Una nave di libri: il viaggio letterario di Grimaldi Lines

Grimaldi Lines Tour Operator continua a sorprendere con i suoi eventi speciali, e dal 13 al 17 novembre 2024 propone un’edizione esclusiva di “Una nave di libri“, organizzata in collaborazione con Agra Editrice e la testata Leggere. Si tratta di un affascinante viaggio culturale che si svolgerà a bordo della Cruise Ausonia, lungo la tratta Napoli-Palermo, con una sosta nella splendida città siciliana.

Un fitto calendario di eventi

Durante la navigazione, gli ospiti avranno l’opportunità di partecipare a una serie di incontri letterari, spettacoli musicali e momenti di animazione.

Tra i protagonisti vi sarà lo scrittore siciliano Roberto Disma, che presenterà il suo ultimo romanzo Venus Malus, accompagnato dalle note della chitarra, riproponendo così l’atmosfera dei cantastorie di un tempo. Sarà presente anche Lorenzo Marone, noto autore napoletano, con la sua più recente opera.

Emilia Costantini, critica teatrale e giornalista, introdurrà il suo libro Tu dentro di me, mentre la cantautrice Patrizia Cirulli proporrà un repertorio di canzoni ispirate alle poesie di Eduardo De Filippo e altri poeti dialettali.

Ma l’evento non si limita alla letteratura: in programma anche un focus sull’enogastronomia, con Dario Stefano, promotore della rinascita del vino pugliese e autore del libro Enoturismo 4.0, che condurrà una degustazione del vino rosato Tacco Rosa, prodotto da uve negroamaro. Una combinazione perfetta di cultura, musica e sapori per un viaggio unico nel suo genere.

Una sosta culturale ed enogastronomica a Palermo

Palermo, Sicilia

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Palermo

Durante la tappa a Palermo, gli ospiti potranno esplorare la città grazie a tour guidati che includono visite a luoghi di grande interesse storico e culturale, come la splendida Cappella Palatina, il maestoso Duomo di Monreale, e le eleganti ville aristocratiche settecentesche di Bagheria.

Anche in questa fase del viaggio, non mancherà l’elemento enogastronomico. Mario Liberto, presidente dell’Accademia Enogastronomica Epulae, guiderà una speciale degustazione curata dallo chef stellato Nino Ferreri. I partecipanti avranno anche l’occasione di visitare l’azienda vinicola Duca di Salaparuta, che celebra i suoi 200 anni di attività, e scoprire l’eccellenza della pasticceria siciliana tramite le creazioni dei maestri pasticceri Salvatore Cappello e Salvatore Garofalo.

Il tour guidato di Napoli

Il viaggio si conclude con un emozionante tour guidato di Napoli per scoprire le meraviglie di una delle città storiche d’Europa. Il tour includerà una visita al Museo di Capodimonte, rinomato per la sua straordinaria collezione d’arte e per la vista mozzafiato sullo skyline. Un momento conclusivo che rappresenta una preziosa chance per approfondire la storia e la cultura partenopea, coronando così un viaggio ricco di esperienze indimenticabili.

Informazioni pratiche

Il pacchetto di viaggio parte da 463 euro a persona e comprende:

  • viaggio a bordo della nave Cruise Ausonia da Napoli a Palermo e ritorno;
  • sistemazione in cabina tripla interna sulla nave;
  • pernottamento in camera tripla in un hotel a 4 stelle a Palermo;
  • due colazioni e due cene presso il self-service di bordo;
  • colazioni e cene presso l’hotel a Palermo;
  • trasferimento in bus privato dal porto all’hotel;
  • escursioni con pullman e guida privata secondo il programma dettagliato disponibile su grimaldi-touroperator.com;
  • diritti fissi e costi Eu Ets;
  • assicurazione per assistenza medica.
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Le 50 migliori pizzerie del mondo: la classifica

La pizza è un orgoglio tutto italiano a livello internazionale, una delle eccellenze food Made in Italy più amate da tutto il mondo: lo scorso 10 settembre, al Teatro Mercadante di Napoli, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del contest 50 Top Pizza World 2024. Ecco così rivelata la classifica delle 100 Migliori Pizzerie del Mondo: al primo posto, la pizza napoletana portata da Anthony Mangieri nel cuore di New York.

50 TOP PIZZA WORLD 2024, una guida unica

50 Top Pizza è una guida disponibile sul web, a cura di Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere, che permette agli utenti di conoscere quali siano, a livello globale, le migliori pizzerie italiane che puntano sulla qualità degli ingredienti, in ogni continente del mondo. La stesura di questa guida è realizzata grazie alla partecipazione di un migliaio di persone da tutto il mondo, suddivise in panel Nazionali, mentre le visite alle varie pizzerie sono effettuate in maniera anonima.

Per decretare quali siano le pizzerie migliori del mondo si adotta un metodo di giudizio che si basa sulla bontà della pizza, criticandone la lievitazione e l’utilizzo delle materie prime, ma anche sul servizio in loco, sulla location e su tutto ciò che sta attorno all’esperienza in quel determinato ristorante.

La migliore pizzeria del mondo è a New York

La pizza napoletana, caratterizzata da una croccantezza unica, bordi alti e spessi e impasto sottile, è ancora una volta vincitrice: secondo la classifica, infatti, il primo posto è stato assegnato alla pizzeria di Anthony Mangieri, che si trova nella Grande Mela, a New York.

I Paesi presenti nella classifica mondiale 2024 sono 29, con l’Italia al primo posto per la presenza di ben 41 pizzerie, seguita dagli Stati Uniti con 15 pizzerie. Le città più rappresentate in classifica sono invece Napoli con 5 locali, New York, San Paolo del Brasile, Milano, Roma e Caserta con 4 pizzerie a testa.

Al secondo posto, invece, un pareggio: seguono infatti Diego Vitagliano Pizzeria a Napoli, e I Masanielli di Francesco Martucci nella città di Caserta, mentre il podio viene completato con il terzo posto di The Pizza Bar on 38th a Tokyo.

Sempre in top ten, seguono Tony’s Pizza Napoletana a San Francisco, di Tony Gemignani; I Tigli a San Bonifacio, di Simone Padoan; Sartoria Panatieri a Barcellona, diRafa Panatieri e Jorge Sastre, e 50 Kalò a Napoli, di Ciro Salvo; e infine Seu Pizza Illuminati a Roma, di Pier Daniele Seu.

Molti gli altri premi e le onorificenze speciali, come quello assegnato a Giorgia Caporuscio, di Don Antonio a New York: a lei va infatti il premio speciale Empower Women – Fedegroup Award, come modello di ispirazione per le donne pizzaiole di tutto il mondo. La pizzaiola è stata infatti premiata “Per avere ispirato le pizzaiole di tutto il mondo, perché fare la pizza non è stato mai culturalmente considerato un lavoro femminile; il fatto che sia “sempre” stato così non vuol dire che sia giusto o che debba essere sempre così. Il cambiamento non avviene da solo”.

Il premio Pizza Maker of the Year 2024 – Ferrarelle Award, invece, se lo è guadagnato Matheus Ramos di QT Pizza Bar a San Paolo del Brasile, mentre il premio Pizza of the Year 2024 – Latteria Sorrentina Award è stato assegnato a Mission Impossible di Tony’s Pizza Napoletana a San Francisco. Infine, il premio Best Pasta Proposal 2024 – Pastificio Di Martino Award va alla pizzeria a mano di Manila, nelle lontane Filippine. 

Un altro importante riconoscimento è quello di Green Oven 2024 – Goeldlin, che valorizza l’attenzione alla sostenibilità ambientale, e che è stato assegnato a Cambia-Menti di Ciccio Vitiello, a Caserta.

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Il Telepass ora serve anche per il fast track all’aeroporto: dove funziona già

Un accesso prioritario e gratuito ai controlli di sicurezza del varco Fast Track presso l’aeroporto di Napoli dedicato ai clienti Telepass: è questo il nuovo servizio “Fast Track” che Telepass (società italiana del Gruppo Mundys, leader nella smart mobility e nel telepedaggio in Italia e in Europa, nata nel 2017 con l’obiettivo di creare un sistema integrato di servizi per la mobilità in ambito urbano ed extraurbano) ha lanciato in vista delle partenze estive e messo a disposizione dei propri clienti nei principali aeroporti italiani.

Come in autostrada, dove Telepass ormai dal 1990 permette di transitare senza fermarsi nelle corsie dedicate, e dopo i parcheggi e lo skypass, oggi consente ai clienti di passare i controlli di sicurezza attraverso l’accesso prioritario e gratuito al varco Fast Track, una corsia preferenziale per raggiungere in modo facile e veloce l’area di imbarco, riducendo i tempi di attesa e garantendo un’esperienza di viaggio ancora più semplice: per i clienti Telepass basterà presentarsi al varco mostrando la carta d’imbarco e il QR code del Fast Track di Telepass dalla schermata del proprio telefono.

L’innovativo servizio, gratuito per i clienti Plus e omaggiato per quelli Base fino al 31 dicembre 2024, dà la facoltà di richiedere in App fino a un massimo di 5 Fast Track.
E, nei prossimi giorni, sarà attivato anche in altri aeroporti italiani.

Fast Track in aeroporto: come funziona

I clienti possono richiedere il “Fast Track” in App accedendo alla sezione “Riepilogo”, facendo tap su “Fast Track” e inserendo il codice fiscale e l’indirizzo e-mail collegati a un contratto Telepass attivo.

Una volta inseriti i dati, verrà generato un QR code che sarà inviato al cliente tramite e-mail e che potrà essere utilizzato per accedere alla corsia dedicata in aeroporto.

Ogni cliente ha a disposizione fino a un massimo di 5 Fast Track che potrà utilizzare per sé o per i propri compagni di viaggio.

Il Fast Track non va stampato, ma il QR code va mostrato nel momento in cui si accede alla corsia dedicata. Il servizio è omaggiato fino al 31/12/2024 per i clienti Base mentre sarà gratuito anche successivamente per quelli Plus.

Le parole di soddisfazione

Aldo Agostinelli, Chief Consumer Sales and Marketing Officer, ha dichiarato: “Un nuovo servizio per i nostri clienti che amano viaggiare con semplicità ed efficienza. Vogliamo continuare a tenere fede alla promessa fatta agli automobilisti: farli passare in un “beep” per valorizzare al meglio il loro tempo. Il nuovo servizio si sposa perfettamente con la nostra missione di promuovere una mobilità sempre più fluida, che potenzia le persone in movimento, non solo in autostrada e in città, ma da oggi anche in aeroporto.
Offriamo un’esperienza completa e digitale che può accompagnare le persone in tutte le fasi del viaggio: dall’acquisto del biglietto aereo al pagamento del parcheggio convenzionato in aeroporto, passando per il fast track e, una volta a destinazione, al pagamento dei taxi e dei mezzi di trasporto.
Vogliamo continuare a rafforzare la qualità e la capillarità della nostra offerta e nei prossimi mesi ci saranno ulteriori novità importanti”.

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Cosa fare a Napoli quando fa caldo: il tour della metropolitana d’artista

Napoli è una delle città più visitate in Italia durante tutto l’anno, ma soprattutto d’estate quando il bel tempo permette di godere appieno delle sue atmosfere, del suo Golfo e dei suoi dintorni. Tuttavia, questi sono anche i mesi più caldi e tra una pizza fritta e una sfogliatella il desiderio di un posto fresco in cui stare bene diventa quasi imperativo. Cosa fare, allora, a Napoli quando fa caldo? La risposta è una: regalatevi il tour della sua metropolitana, considerata una delle più belle d’Europa che, da poco, ha inaugurato nuove stazioni lungo la Linea 6.

Le Stazioni dell’Arte a Napoli

Con le sue Stazioni dell’Arte, Napoli dimostra di essere una città mai banale, dove la cultura trova spazio in luoghi sempre diversi, compresa la metropolitana. Il progetto nasce nel 2001 con l’idea di riqualificare gli spazi pubblici attraverso l’arte contemporanea attribuendo personalità precise e ben riconoscibili alle diverse fermate della Linea 1 e, da poco, della Linea 6. La progettazione delle stazioni sotterranee è stata affidata ad architetti e designer di fama internazionale come Àlvaro Siza, Eduardo Souto de Moura, Dominique Perrault e Alessandro Mendini.

Durante il tour guidato promosso da ANM, l’azienda che si occupa della rete dei trasporti pubblici a Napoli, avrete la possibilità di scoprire le diverse stazioni metropolitane, di ascoltarne la storia e di perdervi nella loro moderna bellezza.

Le stazioni della Linea 1

Dal 2001, le Stazioni dell’Arte appartenenti alla Linea 1 coinvolte nel progetto sono Garibaldi, Università, Municipio, Toledo, Dante, Museo, Materdei, Salvator Rosa, Quattro Giornate, Vanvitelli e Rione Alto. Una delle più belle è la stazione Toledo progettata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca: l’ambiente è dominato dall’azzurro del mare e del cielo, considerati tra i principali simboli di Napoli, e mostra alle pareti meravigliosi mosaici dedicati a San Gennaro, oltre che un corridoio marino e il suggestivo Crater de Luz.

Da non perdere è anche la stazione della metropolitana di Materdei, a Napoli centro, dove sono presenti alcune delle opere d’arte più belle come Carpe diem, una scultura in bronzo di Luigi Serafini e il mosaico raffigurante Pulcinella realizzato da Luigi Ontani. Gli amanti della fotografia, invece, dovrebbero assolutamente fare tappa alla fermata Museo, dove troveranno una galleria fotografica in bianco e nero di Mimmo Jodice.

Le nuove Stazioni dell’Arte della Linea 6

Il progetto Stazioni dell’Arte è stato da poco arricchito con nuove opere realizzate in alcune delle fermate della Linea 6, inaugurata il 17 luglio e che collega la Mostra d’Oltremare nel quartiere Fuorigrotta con la centralissima Piazza del Municipio.

Una delle fermate più spettacolari è sicuramente quella di Chiaia, progettata dall’architetto napoletano Uberto Siola in collaborazione con l’arista e regista britannico Peter Greenaway. Concepito come uno spazio onirico, qui i viaggiatori, accolti da una statua di Giove in metallo dipinta di azzurro, scenderanno lungo una scalinata bianca che li condurrà a diverse aree decorate con la riproduzione di statue classiche fino alla banchina, dipinta con trecento occhi.

Anche la stazione Arco Mirelli conquista lo sguardo con i suoi interni solenni progettati dall’architetto tedesco Hans Kollhoff e arricchiti dalla grande installazione sulla parete realizzata da Rebecca Horn. Molto bella anche la stazione San Pasquale, progettata dall’architetto Boris Podrecca e personalizzata dall’l’installazione dell’artista austriaco Peter Kloger. Infine, l’ultima stazione realizzata fino a oggi è quella di Municipio, progettata dagli architetti Alvaro Siza Vieria e Eduardo Souto, con opere e interventi artistici dell’artista israeliana Michal Rovner e di Mimmo Jodice.

Stazioni dell'arte Napoli linea 6

Fonte: Regione Campania

La stazione Chiaia di Napoli sulla linea 6
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Ercolano, riaperta ai visitatori l’antica spiaggia

L’antica spiaggia di Herculaneum, la prima all’interno di un parco archeologico, è stata finalmente riaperta al pubblico. I visitatori potranno passeggiare liberamente sull’intera superficie e immergersi nella magia della città lambita dal mare. Si conclude, così, un percorso pluriennale di attività multidisciplinari di ricerca, scavo archeologico, restauro, ingegneria e architettura, con l’arricchimento dell’esperienza di visita del Parco, puntando nel medio termine alla ricongiunzione dell’area archeologica principale con la Villa dei Papiri.

Come è rinata l’antica spiaggia di Ercolano: il progetto

L’antica Ercolano, città di mare, distrutta dall’eruzione del 79 d.C., rivive con la sistemazione finale, sull’onda di una progettazione donata dal Packard Humanities Institute nell’ambito del partenariato pubblico-privato denominato “Herculaneum Conservation Project” per restituire un’immagine il più possibile vicina a come si presentava prima che quel boato improvviso interrompesse lo scorrere quotidiano della vita alle falde del Vesuvio.

Negli ultimi decenni, l’area dell’antica spiaggia è stata progressivamente interessata da corrosione e decadimento, determinati da un insieme di fattori naturali legati alla veicolazione delle acque piovane e di risalita, che l’avevano trasformata in una zona paludosa con accumuli di acqua e vegetazione infestante e connessi pericoli di allagamento e impatti sulla conservazione del patrimonio.

Proprio a causa della complessità dei problemi da affrontare, è stato adottato un approccio multidisciplinare per restituire la spiaggia alla sua sicurezza e fruibilità, con la realizzazione di un’area percorribile e la valorizzazione del fronte a mare della città antica, offrendo così ai visitatori una percezione completamente rinnovata dell’antica Herculaneum. L’impianto di illuminazione contribuisce a valorizzare ancora di più il fronte mare della città antica durante le visite e gli eventi serali.

Visitatori nell'area dell'antica spiaggia di Ercolano

Fonte: Ansa

I visitatori potranno passeggiare liberamente sull’intera superficie dell’antica spiaggia di Ercolano

L’antica spiaggia di Herculaneum

La documentazione fotografica d’archivio legata ai lavori di scavo degli anni ’90 mostra la presenza, nella zona della spiaggia, di una piattaforma in tufo segnata da lunghe incisioni parallele che furono interpretate come segni lasciati nel tufo dalle chiglie delle barche. Indagini recenti hanno dimostrato che il litorale nel corso dei secoli ha più volte cambiato il proprio livello, alzandosi e abbassandosi almeno dal III secolo a.C. In quel momento il banco di tufo – roccia sedimentaria estratta per essere utilizzata come materiale di costruzione – era parzialmente fuori dal mare. Il progressivo abbassamento del livello del banco, a causa di fenomeni legati al vulcanesimo, insieme all’azione delle onde ha depositato le sabbie che hanno via via creato la spiaggia romana del 79 d.C.

L’antica spiaggia appariva come una distesa di sabbia vulcanica di colore nero da cui, in alcuni punti, emergeva la piattaforma tufacea sottostante. Era leggermente inclinata verso il mare, la cui linea di battigia doveva trovarsi pressappoco dove oggi termina l’area di scavo. Non vi si svolgevano solo attività marinare, ma era usata anche per raggiungere la città e per salire attraverso delle rampe verso le case affacciate direttamente sul mare, oltre che per rifornire di legna le Terme Suburbane.

Nella notte dell’eruzione del 79 d.C., sulla spiaggia c’erano più di 300 fuggiaschi, ma anche molti animali, tra cui muli e cavalli. A fine 2021, l’antica spiaggia ha restituito lo scheletro dell’ultimo fuggiasco di Ercolano, un uomo di circa 40/45 anni di età. Si trovava probabilmente in riva al mare o nelle aree della città soprastante, trascinato dalla forza dell’eruzione insieme ai suoi averi, conservati in una sacca di tessuto. Sulla spiaggia, oltre allo scheletro sono stati ritrovati moltissimi reperti di legno trascinati dal flusso piroclastico. Tutto questo rende gli scavi di Ercolano unici al mondo.

Scheletri nell'area dell'antica spiaggia di Ercolano

Fonte: Ansa

Gli scheletri dei fuggiaschi di Ercolano, durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.