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Sogna il caldo: ecco dove andare a Natale 2025 per fuggire dall’inverno

Quando in Italia si accendono le luci natalizie e le temperature si abbassano, per molti cresce il desiderio di partire verso destinazioni dove il sole scalda ancora la pelle.

Per chi sogna di trascorrere il Natale 2025 al caldo, ci sono tante mete ideali, tra mare, natura e cultura. Dalle isole più autentiche d’Europa ai paradisi tropicali d’oltreoceano. Ecco 5 destinazioni perfette per un Natale sotto il sole.

Isole Canarie: dove il sole c’è tutto l’anno

Le Isole Canarie sono una delle scelte migliori per chi cerca il caldo a dicembre senza allontanarsi troppo. Tenerife e Gran Canaria offrono spiagge dorate, escursioni sui vulcani e una vivace atmosfera natalizia tra mercatini e feste locali.

Chi desidera un’esperienza più autentica può spingersi oltre e visitare le isole minori come La Palma, La Gomera o El Hierro, meno turistiche e perfette per escursioni nella natura, trekking panoramici e panorami mozzafiato sul mare.

Le temperature a dicembre oscillano tra i 19 e i 24 gradi, perfette per godersi un pranzo di Natale in riva all’oceano.

Oman: tra deserto, mare e cultura araba

L’Oman è una destinazione sorprendente, dove al posto dell’inverno europeo ci sono giornate miti e soleggiate. A dicembre, le temperature si aggirano intorno ai 27 gradi, ideali per scoprire Muscat, con i suoi souq profumati e la grande moschea del Sultano Qaboos.

Da non perdere un tour nel deserto di Wahiba Sands, dove trascorrere una notte sotto le stelle, oppure un soggiorno sulle coste di Salalah, dove il mare è cristallino e il ritmo di vita è più lento. È una meta perfetta per chi cerca autenticità e avventura durante un viaggio di Natale al caldo.

Idee di viaggio per un Natale 2025 al caldo

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Salalah in Oman

Thailandia: Natale rilassante sulle spiagge tropicali

Il Natale in Thailandia è sinonimo di spiagge bianche, acque turchesi e tramonti spettacolari. Phuket e Krabi offrono resort di ogni tipo, ma chi preferisce luoghi più tranquilli può optare per Koh Lanta o Koh Phangan.

Oltre al mare, vale la pena visitare Bangkok, una delle capitali più affascinanti d’Asia, o il nord del Paese, con Chiang Mai e i suoi templi. Il clima a Natale è perfetto: asciutto, soleggiato e con temperature intorno ai 30 gradi.

5 mete dove passare il Natale al caldo

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Vista aerea della spiaggia di Railay a Krabi, Thailandia

Costa Rica: spiagge e natura selvaggia

Per chi desidera vivere un Natale immerso nella natura, la Costa Rica è un sogno. A dicembre inizia la stagione secca, il periodo migliore per visitarla. Tra foreste pluviali, vulcani e spiagge selvagge, si può fare surf a Tamarindo, ammirare la biodiversità del Parco Nazionale Manuel Antonio o rilassarsi alle sorgenti termali di Arenal.

È una meta ideale per famiglie e coppie che vogliono alternare relax e avventura in un Paese verde e sostenibile.

Zanzibar: mare turchese e cultura swahili

Zanzibar regala un Natale dal sapore esotico, con temperature che variano tra i 25 e i 30 gradi e spiagge che sembrano dipinte. Le località di Nungwi e Paje sono perfette per il mare e gli sport acquatici, mentre Stone Town conquista con i suoi vicoli profumati di spezie e la sua storia frutto di una fusione di culture.

Un mix unico di relax, cultura e natura che rende Zanzibar una delle mete più affascinanti per chi sogna un Natale 2025 al caldo.

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Le mete da sogno dove andare a dicembre: tra avventura e relax

Dicembre è il mese in cui il mondo si divide: ci sono viaggiatori che cercano il calore del sole e chi sogna la magia del freddo. Indipendentemente della temperatura ci sono tantissime mete perfette per approfittare dei ponti delle feste natalizie e di tutto il mese. Ecco dove andare in vacanza a Dicembre godendosi il sole e il mare, oppure le destinazioni più fredde a nord.

Dubai

Questo è il periodo perfetto per scoprire Dubai: clima ideale, eventi spettacolari e zero afa. Tra mercatini di Natale (sì, ci sono anche qui!) super chic, il Burj Khalifa illuminato e una giornata tra dune e mare, vivrai un contrasto sorprendente. Non perdere un brunch vista skyline o un tuffo nella spiaggia di JBR.

Il clima rende Dubai una delle mete calde top per dicembre; durante il soggiorno potrete passeggiare lungo la Marina, rilassarvi sulla spiaggia di JBR e vivere la magia delle feste tra eventi, spettacoli e il celebre Capodanno ai piedi del Burj Khalifa, quando il cielo esplode di fuochi d’artificio. Durante questo periodo riapre anche il Dubai Miracle Garden, un giardino di milioni di fiori nel cuore del deserto, un vero sogno a colori.

Zanzibar

Sabbia bianca, mare turchese e tramonti che sembrano dipinti. A dicembre Zanzibar è al suo massimo splendore, con giornate calde e perfette per lo snorkeling o un’escursione a Stone Town. Ideale per chi vuole chiudere l’anno con un mojito in mano e i piedi nell’oceano.  Durante le feste, i resort organizzano party in spiaggia e cene sotto le stelle: il luogo perfetto per brindare al nuovo anno con i piedi nella sabbia e il rumore dell’oceano in sottofondo.

Oman

Se volete un viaggio al caldo ma diverso dai soliti tropici, l’Oman vi sorprenderà. Dicembre è il mese perfetto per esplorarlo: temperature miti, cieli limpidi e panorami che alternano deserto, montagna e mare. A Muscat potrete perdervi nei souk profumati di incenso, visitare la splendida Moschea del Sultano Qaboos e ammirare il tramonto sul lungomare di Muttrah. Poi partite verso il deserto di Wahiba Sands: un mare di dune dorate dove dormire sotto le stelle in un campo beduino. Non perdete il Jebel Shams, il “Grand Canyon d’Arabia”, o le oasi di Wadi Shab, dove tuffarvi in piscine naturali circondate da palme.

Faro di Sur in Oman

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Sur, in Oman tra le mete di dicembre

Rovaniemi

Se per voi dicembre è sinonimo di neve, luci e magia, Rovaniemi in Lapponia è la meta perfetta dove il Natale prende vita davvero. Potrete incontrare Babbo Natale nella sua casa ufficiale, attraversare il Circolo Polare Artico e spedire cartoline direttamente dal suo ufficio postale. Durante il mese festivo, Rovaniemi è un mondo incantato: fate un giro con le renne o gli husky, esplorate le foreste in motoslitta e, con un pizzico di fortuna, lasciatevi incantare dall’aurora boreale che danza nel cielo artico. Le giornate sono brevi, ma il buio si riempie di magia: la luce si riflette sulla neve e regala un’atmosfera che sembra uscita da una fiaba.

Rovaniemi

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Rovaniemi nel mese di dicembre

Ilulissat

Per chi sogna un’avventura più estrema e autentica, Ilulissat, sulla costa ovest della Groenlandia, è un’esperienza che non si dimentica. Il nome significa “gli iceberg” e vi basterà affacciarvi sul suo fiordo, Patrimonio UNESCO, per capire perché. Immensi blocchi di ghiaccio si muovono lentamente nel mare artico, creando uno spettacolo naturale unico.

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Fuga dal freddo, le migliori mete dove andare a novembre al caldo

Novembre è il mese ideale per concedersi una pausa dal freddo e dalle giornate grigie dell’autunno. Le vacanze estive sono ormai un ricordo, ma la voglia di sole e mare resta viva.

Ci sono molte destinazioni facilmente raggiungibili dall’Italia, e non necessariamente costose, dove andare a novembre al caldo.
Ecco 5 mete perfette per un viaggio al sole senza spendere una fortuna.

Isole Canarie, Spagna

Le Isole Canarie sono una delle mete più amate dagli italiani che cercano il caldo in autunno. Situato nell’Oceano Atlantico, al largo della costa nord-occidentale dell’Africa ma appartenente alla Spagna, questo arcipelago offre temperature medie intorno ai 22-24°C anche a novembre.

Tenerife, Gran Canaria, Lanzarote e Fuerteventura sono isole diverse tra loro, ma tutte caratterizzate da spiagge dorate, natura vulcanica e prezzi accessibili. Con numerosi voli low cost diretti dall’Italia, le Canarie sono una scelta comoda e perfetta per chi cerca sole e relax senza affrontare i lunghi voli intercontinentali (in media si tratta di circa 4 ore di volo).

Capo Verde

Chi desidera una destinazione più esotica, ma ancora accessibile, può optare per Capo Verde, arcipelago africano situato nell’Oceano Atlantico. A novembre le temperature oscillano tra i 23 e i 27° C, perfette per godersi spiagge infinite e mare turchese.

Le isole di Sal e Boa Vista sono le più turistiche, con hotel di varie fasce di prezzo e ottimi collegamenti aerei dall’Italia. È la scelta ideale per chi cerca tranquillità, paesaggi naturali e un tocco di avventura senza spendere cifre esagerate.

Le mete dove andare al caldo a novembre

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Praia de Santiago, Capo Verde

Sharm el-Sheikh, Egitto

Per chi desidera il mare e il caldo vero, Sharm el-Sheikh è una delle migliori opzioni. Novembre è uno dei mesi più piacevoli per visitare questa località del Mar Rosso: temperature intorno ai 28°C, mare cristallino e fondali spettacolari per fare snorkeling o immersioni.

Inoltre, molti pacchetti “all inclusive” rendono Sharm una meta economica anche per le famiglie. Ottimo cibo, resort accoglienti e tanta natura fanno di questa località una delle preferite per chi non vuole perdere la tintarella dell’estate.

Marrakech, Marocco

A sole tre ore di volo dall’Italia, Marrakech è una destinazione ideale per scoprire il calore nordafricano senza spendere troppo. A novembre il clima è mite, con giornate di sole e temperature tra i 22 e i 24°C.

Si può passeggiare tra i vicoli della Medina – cuore storico della città – visitare i souk pieni di spezie e tessuti colorati e rilassarsi in un tradizionale hammam, un bagno di vapore caldo per una dose di benessere e purificazione. I riad – le tipiche case marocchine con un cortile interno – offrono un’esperienza autentica a prezzi contenuti. Un mix perfetto di cultura, gusto e relax.

Le mete perfette dove andare a novembre al caldo

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La Piazza Jamaa el Fna, Marrakech

Dubai, Emirati Arabi Uniti

Per chi è invece alla ricerca di una meta moderna e spettacolare, Dubai è perfetta a novembre: caldo piacevole (circa 30°C), voli diretti dall’Italia e numerose offerte anche per soggiorni brevi.

Oltre alle spiagge e ai resort di lusso, si può esplorare il deserto, fare shopping nei mall futuristici e ammirare la città dall’alto del Burj Khalifa. Sebbene possa sembrare una meta costosa, pianificando con anticipo è possibile trovare hotel e voli a prezzi competitivi. Ideale per chi vuole un mix tra relax, mare e divertimento.

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Viaggio a Isla Catalina, l’isola dei Caraibi che non assomiglia a nessun’altra

Da La Romana si distingue appena una macchia chiara sull’acqua. Quando la barca si avvicina, la linea bianca prende forma, il mare diventa trasparente e Isla Catalina rivela la sua bellezza semplice. È un’isola protetta, senza hotel né abitanti, da poter visitare solo in giornata.

La sabbia è fine, la vegetazione bassa, e la vita qui si misura nel tempo che passa tra un’onda e l’altra. Alcuni tratti sono gestiti da operatori privati, con zone attrezzate e chioschi, ma basta allontanarsi di pochi passi per trovare ancora un angolo libero, silenzioso e in cui il mare sembra non finire mai.

Dove si trova e che tipo di isola è

La meravigliosa Isla Catalina si trova lungo la costa sud-est della Repubblica Dominicana, di fronte a La Romana, a una manciata di minuti di barca dal porto. L’isola è piccola, piatta, con sabbia finissima, candida e un mare che cambia colore a seconda della luce, dal verde chiaro al turchese intenso.

Fa parte del Parque Nacional del Este, un’area naturale protetta che tutela i fondali corallini e le specie marine che vivono lungo la barriera. Si può raggiungere esclusivamente con escursioni organizzate o come tappa di alcune crociere, e dopo poche ore tutto torna silenzioso, come se l’isola non volesse lasciare traccia del passaggio umano.

Republica Dominicana, Isla Catalina

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Una delle spiagge di Isla Catalina

Storia e origini del nome

Fu Cristoforo Colombo il primo ad avvistare questo lembo di terra straordinario, e lo fece nel maggio del 1494. Decise lui stesso di chiamarla Santa Catalina, in onore di Caterina d’Alessandria, giovane filosofa del IV secolo che, secondo la tradizione, sfidò gli imperatori romani con la parola e morì martire. Da quel momento l’isola entrò nelle mappe, ma restò ai margini della storia ufficiale.

Nel Seicento divenne un rifugio per pirati e contrabbandieri. Le sue insenature basse, invisibili dalla costa, offrivano riparo alle navi che volevano sparire per qualche giorno dalle rotte controllate dagli spagnoli. Qui trovavano acqua, legna e silenzio. Non a caso, proprio davanti a Catalina tra il 1698 e il 1699 affondò la Quedagh Merchant, la nave del capitano William Kidd, uno dei pirati più noti dell’epoca. I resti sono ancora lì, trasformati in un sito subacqueo visitabile, tra i più famosi dei Caraibi.

Per secoli l’isola è rimasta disabitata, frequentata da pescatori locali in cerca di rifugio o di correnti buone, ma solo fino agli anni Novanta. In quel periodo, infatti, il governo dominicano decise di inserirla tra le aree protette del Parque Nacional del Este, stabilendo regole precise per le visite e impedendo ogni costruzione stabile. Il nome è rimasto, ma oggi racconta un’altra storia: quella di un luogo fragile, che ha attraversato i secoli e ora si difende con il silenzio.

Due isole in una: come visitare Isla Catalina

Di Isla Catalina si dice che è due isole in una e il motivo è molto semplice: non è tutta uguale. Una parte, infatti, è data in concessione esclusiva a Costa Crociere, che ne ha l’uso riservato ma non la proprietà. Qui sbarcano solo i passeggeri delle navi, poiché l’area è recintata, con buffet, ombrelloni, sicurezza e personale dedicato. È una spiaggia organizzata, pensata per chi attracca per poche ore ma desidera comfort immediato.

L’altra metà dell’isola resta invece pubblica, raggiungibile solo con escursioni locali o piccole barche dei pescatori di La Romana o Bayahíbe. Qui non ci sono strutture fisse, solo sabbia chiara, mare trasparente e il rumore del vento tra gli alberi bassi.

La differenza è netta: chi arriva tramite grandi imbarcazioni trova un villaggio organizzato, chi giunge con i pescatori incontra sabbia, mare (attenzione, alle volte può essere particolarmente mosso) e silenzio. È bene sapere, però, che non è possibile muoversi liberamente da una zona all’altra, in quanto l’area in concessione è controllata e l’accesso è consentito solo ai passeggeri registrati.

Come arrivare se non si è croceristi

Per raggiungere Isla Catalina da soli si parte da La Romana, Bayahíbe o Casa de Campo, sempre con barche organizzate da tour operator locali. Non esistono traghetti pubblici e sull’isola non ci sono strutture permanenti, quindi tutto si svolge nel giro di una giornata: partenza al mattino, qualche ora tra sabbia e mare e ritorno nel pomeriggio.

Il costo del tour varia, indicativamente tra 80 e 120 USD (circa 75-110 euro), e di solito comprende pranzo e attrezzatura per lo snorkeling, così da poter esplorare i fondali senza pensieri. È utile portare acqua e crema solare, qualche contante per le mance e una fotocamera o custodia waterproof, perché tra la luce sulla sabbia e le sfumature del mare ci sono immagini che non si dimenticano.

Cosa fare sull’isola

Il richiamo principale di Isla Catalina sono le acque cristalline che la circondano. Snorkeling e immersioni conducono subito a The Wall e The Aquarium, fondali spettacolari pieni di coralli vivaci, pesci tropicali dalle livree impossibili e piccole grotte sottomarine che invitano a esplorare. Anche i principianti rimangono affascinati, e ogni nuotata sembra sospesa nel tempo, tra branchi di pesci pagliaccio, chirurgo e farfalla.

Isola Catalina, Caraibi

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Isola Catalina, la perla dei Caraibi

Le spiagge sono poche ma perfette. Playa Blanca, la più famosa, ha sabbia chiarissima e acqua calma, ideale per stendersi o fare un bagno lungo. Playa Catalina, più raccolta, regala angoli silenziosi tra scogli e vegetazione bassa, mentre Playa Punta Española, verso l’estremità dell’isola, è quasi deserta e offre panorami sul mare aperto in grado di emozionare.

Camminando tra le dune e la vegetazione protetta si scorgono uccelli marini, piccoli granchi e la fauna locale che vive indisturbata. Anche i fondali della riva regalano sorprese: pesci colorati che passano vicino agli scogli, conchiglie, stelle marine e coralli bassi che ondeggiano al ritmo del mare.

Non c’è wifi, non ci sono intrattenimenti organizzati e nessuna struttura permanente. C’è solo Isla Catalina, e questo basta a rendere ogni ora passata qui memorabile.

Cosa evitare e cosa sapere

Sull’isola non si può trascorrere la notte e qualsiasi visita si svolge in giornata con partenza al mattino e ritorno nel pomeriggio. L’area riservata alla compagnia di crociere resta chiusa a chi non è passeggero e non è possibile aggirare i controlli. Il sole è intenso e il mare forte, quindi crema solare, cappello e acqua sono indispensabili.

Conviene stare lontani dai tour troppo economici, perché spesso riducono sicurezza, tempo in acqua o qualità delle attrezzature.

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Monumenti Aperti 2025: sei città protagoniste del 25-26 ottobre

Monumenti Aperti” è l’appuntamento che dal 1997 invita residenti e turisti a scoprire i luoghi della memoria collettiva d’Italia, e li esorta a varcare soglie spesso chiuse e a riascoltare le voci del passato.

L’edizione 2025, che prosegue fino al 9 novembre coinvolgendo 87 Comuni in 19 regioni, entra nel vivo anche nel fine settimana del 25 e 26 ottobre: sei nuove tappe si aggiungono alla grande mappa culturale diffusa tra Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Marche e Sardegna.

In ogni luogo, migliaia di volontari e studenti diventeranno narratori per accompagnare i visitatori in un viaggio tra storia, arte e memoria viva.

Vado Ligure

In provincia di Savona, Vado Ligure apre le porte del suo patrimonio artistico con un percorso che unisce memoria civica e arte scultorea. Nei giardini pubblici lungo la via Aurelia spicca il Monumento ai Caduti, un’opera che segna una tappa fondamentale nella carriera di Arturo Martini. Realizzato nel 1923, rappresenta la prima grande commissione pubblica dello scultore, capace di trasformare la pietra in un linguaggio di dolore e rinascita.

Il legame di Vado con Martini è profondo e riaffiora anche nel “Pegaso Caduto”, monumento che porta la firma di Roberto Bertagnin, genero e allievo del maestro. L’opera nasce dal bozzetto originale ideato da Martini nel 1941 per commemorare l’aviatore Arturo Ferrarin: un cavallo alato che non simboleggia solo la caduta, ma il desiderio umano di spingersi oltre i propri limiti. Nel 1965 fu la città di Vado Ligure a credere nel progetto, commissionando a Bertagnin il completamento dell’opera, che divenne così un tributo non solo all’aviatore, ma anche al genio artistico del suo creatore.

Nella settecentesca Villa Groppallo, oggi sede del Museo Civico, sono conservati i gessi originali delle figure allegoriche che decorano il Monumento ai Caduti, insieme a opere come Il Cieco e Il Benefattore, dedicate alla vita e alla solidarietà della comunità vadese. Le sale del museo custodiscono anche reperti di epoca romana, provenienti dall’antica Vada Sabatia, a testimonianza della lunga continuità storica del territorio.

Volano

Nel cuore del Trentino, a pochi chilometri da Rovereto, Volano rivela una delle sue gemme più preziose: la Chiesa di San Rocco. Consacrata nel 1502, fu realizzata in segno di gratitudine e speranza verso il santo protettore, invocato contro la peste.

All’interno, un ciclo di affreschi trasforma le pareti in un racconto per immagini, destinato a un popolo che imparava “leggendo” con gli occhi. Ogni figura, ogni gesto dipinto rappresenta un frammento di fede e di quotidianità, un linguaggio visivo che ancora oggi parla al visitatore. La chiesa di San Rocco è la testimonianza di come, anche nei centri più piccoli, l’arte sacra sia stata capace di unire la comunità in un dialogo tra bellezza e speranza.

Trieste

Vista aerea panoramica del Faro di Trieste e della città

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Splendida vista aerea panoramica del Faro di Trieste e della città

A Trieste, il racconto di “Monumenti Aperti” attraversa le architetture del Novecento e approda alla Casa del Lavoratore Portuale, edificio costruito tra il 1938 e il 1942 sull’area dove un tempo sorgeva la vecchia pescheria cittadina. La struttura, emblema dell’architettura razionalista, riflette la volontà dell’epoca di ridisegnare l’urbanistica del fronte mare, trasformando le Rive in un nuovo volto moderno della città.

Oggi, quello che un tempo era un luogo di rappresentanza corporativa è diventato uno spazio dedicato alla cultura contemporanea: la Casa del Cinema di Trieste e il Teatro Miela ne occupano gli ambienti e restituiscono all’edificio la sua vocazione di luogo d’incontro e creatività. È un esempio emblematico di come la memoria architettonica possa essere rigenerata senza perdere la propria identità, trovando nel linguaggio del cinema e del teatro nuove forme di espressione.

Montefano

Tra le colline marchigiane, Montefano apre i suoi spazi alla curiosità con due luoghi che raccontano storie di passione e rinascita. Il Ciclo Museo, inaugurato nel 2024, raccoglie circa cento biciclette d’epoca e gli strumenti dei mestieri che un tempo le accompagnavano: il medico che percorreva chilometri per raggiungere i pazienti, il barbiere itinerante, il lattaio con il suo carretto.

A pochi passi, il Teatro “La Rondinella” si presenta come un perfetto esempio di “teatro bomboniera”, tipico dei piccoli centri marchigiani, nato alla fine del Settecento per soddisfare l’interesse crescente dei cittadini per il melodramma e la musica. Dopo anni di chiusura, il restauro concluso nel 2004 ha restituito al paese un luogo di incontro e cultura, oggi più vivo che mai grazie alle stagioni teatrali e alle iniziative locali.

In Sardegna: Olbia e Ozieri

La tappa sarda di questo weekend porta il pubblico in due centri dal patrimonio straordinario. A Olbia, il percorso di “Monumenti Aperti” si snoda tra archeologia, architettura e memoria urbana. Dalla Basilica romanica di San Simplicio all’antico Acquedotto “Sa Rughittola”, dalle mura puniche al Foro Romano, ogni tappa racconta un pezzo della storia millenaria della città. Il Museo Archeologico e la Biblioteca Civica Simpliciana diventano mete di approfondimento e partecipazione, mentre nel centro storico (tra le “Carreras Bezzas”) la città contemporanea incontra quella antica.

A Ozieri, invece, la manifestazione assume i toni di un vero e proprio itinerario culturale diffuso. Le visite guidate conducono alla scoperta delle Carceri Borgia, oggi spazio espositivo, e del ricco patrimonio religioso con le chiese di San Sebastiano, San Francesco, Nostra Signora del Rosario e Santi Cosma e Damiano.

I musei civici e diocesani propongono un viaggio tra arte sacra, archeologia e cultura materiale, mentre le grotte del Carmelo, di San Michele e di Mara raccontano una preistoria ancora viva. In un simile contesto, il Museo del Cavallo e quello dell’Arte Molitoria rievocano saperi e tradizioni che fanno parte dell’anima più autentica del Logudoro.

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I migliori hotel d’Europa 2025 sono in Italia: ecco quali

L’Italia conferma ancora una volta la sua eccellenza nell’ospitalità, conquistando i principali riconoscimenti ai World Travel Awards 2025. Dalle coste della Sardegna ai panorami del Lago di Como, il Paese domina la scena europea grazie a strutture uniche, in cui eleganza, benessere e sostenibilità si fondono perfettamente.

Ecco quali sono i migliori hotel d’Europa 2025, tutti rigorosamente italiani.

Il miglior beach hotel 2025

Situato sul litorale veneziano, Almar Lido Jesolo è stato premiato come “hotel sulla spiaggia leader in Europa 2025”. Questo resort di design combina comfort contemporaneo e servizi esclusivi, offrendo agli ospiti un’esperienza rilassante tra mare, spa e gastronomia d’eccellenza. Ideale per chi desidera un soggiorno balneare raffinato a pochi passi da Venezia.

Il miglior boutique hotel 2025

Immerso nel fascino senza tempo del Lago di Como, VISTA Lago di Como ha conquistato il titolo di “miglior boutique hotel d’Europa 2025”. L’hotel si distingue per l’atmosfera intima e il servizio personalizzato, con camere che offrono viste mozzafiato e un ristorante di lusso apprezzato a livello internazionale.

Il miglior eco resort 2025

La Sardegna brilla anche nella sostenibilità con Arbatax Park Resort, vincitore del premio “migliore eco-resort d’Europa 2025”. Il complesso, immerso nella natura incontaminata dell’Ogliastra, punta su pratiche green e sul rispetto dell’ambiente, integrando perfettamente lusso e biodiversità.

Il miglior family & wellness resort 2025

Tra le meraviglie del sud della Sardegna, Almar Timi Ama Villasimius è stato riconosciuto come “resort leader in Europa per famiglie e benessere 2025”. Qui le famiglie possono godere di comfort esclusivi, servizi dedicati ai bambini e una spa di altissimo livello.
La struttura si aggiudica anche altri due riconoscimenti: “hotel e spa leader in Europa” e “miglior resort insulare leader in Europa 2025”.

Il miglior hotel benessere 2025

Palazzo Fiuggi, nel Lazio, vince come “hotel benessere leader in Europa 2025”. Tra programmi detox, terapie rigenerative e una spa all’avanguardia, è un vero tempio del benessere fisico e mentale.

Il miglior green hotel 2025

Nelle Dolomiti a San Candido, Naturhotel Leitlhof incarna il concetto di ospitalità sostenibile. Vincitore del premio “hotel leader in Europa nel settore green 2025”, produce in autonomia l’energia elettrica e il riscaldamento. Qui si promuove un turismo rispettoso della natura, senza rinunciare al comfort e al design alpino.

Il miglior green resort 2025

Sulla costa settentrionale della Sardegna, Resort Valle dell’Erica Thalasso & SPA si distingue come “miglior resort ecologico d’Europa 2025”. Tra acque cristalline e vegetazione mediterranea, offre un’esperienza di benessere e sostenibilità unica nel suo genere.

Il miglior resort di lusso con solo suite 2025

In Sicilia, Almar Giardino di Costanza ottiene il titolo di “resort di lusso con sole suite in Europa 2025”. Ogni suite è un rifugio di eleganza, impreziosito da dettagli siciliani, spa di livello internazionale e cucina gourmet.

Il resort balneare di lusso 2025

Forte Village Resort, in Sardegna – Pula Cagliari – si conferma una leggenda dell’ospitalità, vincendo ben tre premi: “resort balneare di lusso in Europa 2025”, “resort leader in Europa 2025” e “principale accademia sportiva d’Europa 2025”. Un paradiso per famiglie, sportivi e amanti del mare, dove lusso e attività si fondono in modo impeccabile.

Il miglior resort urbano di lusso 2025

Nel cuore della capitale, Rome Cavalieri si aggiudica il titolo di “resort urbano di lusso leader in Europa 2025”. Famoso per la sua vista panoramica su Roma e per la collezione d’arte unica, questo iconico hotel rappresenta l’eccellenza dell’ospitalità urbana di lusso.

Il miglior hotel nella regione vinicola italiana 2025

Nel cuore della Toscana – in Val d’Orcia – Rosewood Castiglion del Bosco conquista il titolo di “hotel leader nella regione vinicola italiana 2025”. Situato in una delle zone vinicole più rinomate d’Italia, offre agli ospiti degustazioni, esperienze enogastronomiche e panorami mozzafiato tra le colline del Brunello di Montalcino.

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Lonely Planet: tra le mete da visitare nel 2006 c’è anche la Sardegna

Come ogni anno, la Lonely Planet seleziona le mete di viaggio dove andare nel 2026. Ne ha scelte 25 in tutto il mondo e tra queste ce n’è anche una italiana ed è la Sardegna.

Perché visitare la Sardegna nel 2026

Secondo Lonely Planet, la nostra isola è tra le 25 mete da visitare assolutamente il prossimo anno e le motivazioni sono diverse. Spiegano, infatti, gli esperti che le spiagge incontaminate della Sardegna attraggono milioni di visitatori ogni anno, ma le sue ricchezze naturali e culturali si estendono ben oltre la costa punteggiata di ombrelloni che i turisti ambiscono durante i mesi estivi.

“Plasmata dalla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, la Sardegna si distingue dall’Italia continentale con un’identità distintiva che noterete non appena sbarcati su quest’isola scarsamente popolata”, scrive la guida.

Su Nuraxi

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Il sito archeologico di Su Nuraxi

“Il sardo, una lingua a rischio di estinzione riconosciuta come una delle 12 lingue minoritarie protette in Italia, è parlato accanto alla lingua di Alghero, di influenza catalana, eredità delle conquiste aragonesi medievali e per questo anche chiamata la piccola Barcellona della Sardegna. La diversità linguistica offre un’introduzione al carattere della regione, ma non tutte le tracce della complessa storia della Sardegna sono insignificanti”, dà la guida come altra motivazione.

Inoltre, “Gli appassionati di archeologia rimarranno meravigliati dalle migliaia di nuraghi, strutture in pietra dell’età del bronzo uniche in Sardegna. Il nuraghe Su Nuraxi, patrimonio mondiale dell’Unesco, è il luogo migliore per approfondire l’oscura civiltà nuragica”, è l’altra ragione per cui la Sardegna è una delle mete consigliate per il prossimo anno.

Le attrazioni della Sardegna seocndo Lonely Planet

Le attrazioni naturali della Sardegna sono altrettanto varie. A un paio d’ore di distanza l’una dall’altra, la tanto pubblicizzata Costa Smeralda attira celebrità nei suoi resort di lusso e negli yacht club, mentre l’isola dell’Asinara, un tempo carcere di massima sicurezza, è ora un paradiso faunistico disabitato per gran parte dell’anno.

Asinara

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L’isola dell’Asinara

Questo è il luogo ideale, secondo la Lonely, per godersi lo snorkeling, le immersioni e la speleologia lungo la costa oppure per esplorare l’entroterra meno conosciuto percorrendo un sentiero, come i 500 chilometri del Cammino di Santa Barbara o pedalando lungo uno dei nuovi percorsi in fase di sviluppo nell’ambito del cambiamento infrastrutturale della regione verso la sostenibilità.

Sebbene sia affollata d’estate, la Sardegna rivela la sua ospitalità e le sue meraviglie nascoste nella più tranquilla bassa stagione, diventando una meta indimenticabile per i viaggiatori in cerca di relax e di scoperta.

Cammino Minerario di Santa Barbara in Sardegna

Ufficio stampa

Turisti lungo il Cammino Minerario di Santa Barbara in Sardegna
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Un borgo senza paragoni in Italia e nel mondo: Ulassai incanta con storia, natura e tradizioni

Ulassai, in provincia di Nuoro, si staglia tra i Tacchi d’Ogliastra, offrendo panorami che sembrano scolpiti nella roccia. Il borgo è parte di una delle “zone blu” del mondo, dove la longevità e la qualità della vita sono tangibili. Ogni angolo del paese racconta l’arte di Maria Lai: fili azzurri che uniscono case e montagne, installazioni tessili e murales lo trasformano in un museo a cielo aperto. Tra storia, natura e creatività, Ulassai regala un’esperienza unica, sospesa tra tradizione e paesaggi mozzafiato.

Cosa vedere a Ulassai

Vicoli lastricati e piazzette raccolte custodiscono opere d’arte e testimonianze storiche uniche. Graffiti, installazioni tessili e musei riportano storie di creatività e comunità, trasformando qualsiasi sguardo in una scoperta inattesa e concreta.

Stazione dell’Arte – Museo Maria Lai

Entrando negli spazi della vecchia stazione ferroviaria del paese, si respira subito la presenza di Maria Lai, artista italiana nata a Ulassai nel 1919. Le pareti e le sale ospitano oltre 140 opere tra disegni, tessuti e installazioni che parlano della sua visione dell’arte come strumento di comunità. L’installazione più famosa, “Legarsi alla montagna” (1981), univa le case del borgo alle vette con un filo azzurro, rendendo la partecipazione collettiva in un gesto poetico e tangibile.

Camminando tra le sale, si percepisce l’intreccio tra creatività e vita quotidiana: laboratori e percorsi didattici spiegano il contesto culturale e sociale in cui le opere sono nate, facendo sentire ogni visitatore parte di quella storia.

Museo a cielo aperto di Maria Lai

Uscendo in strada, il borgo stesso diventa un museo. Sulle facciate, nei cortili e tra gli archi tutto è pura meraviglia, e opere come “La casa delle inquietudini” (2005) creano un dialogo continuo tra arte e architettura. Da queste parti, qualsiasi cosa narra storie di vita quotidiana, memoria e comunità.

Chiesa di Sant’Antioco Martire

La chiesa, ricostruita su una precedente struttura negli Anni ’50 del Novecento e restaurata nel corso del tempo, conserva una navata unica, stile sobrio, elementi classici e decorativi modesti, una facciata azzurra e un alto campanile che sono la testimonianza della storia spirituale di questo paese della Sardegna. Statue lignee, altari intagliati e affreschi rivelano episodi legati al martirio di Sant’Antioco, patrono del luogo.

Antichi laboratori e botteghe artigiane

Percorrendo le strade del centro storico, si incontrano botteghe che continuano a tramandare tecniche antiche: tessitura, lavorazione del legno, ceramica e filatura della lana. Alcune utilizzano ancora il telaio manuale e la produzione artigianale dei tappeti tipici. Osservare gli artigiani al lavoro aiuta a capire quanto questa antica arte sia parte integrante della vita del borgo, un legame tra passato e presente che si percepisce in ogni gesto.

Piazza Barigau

Piazza Barigau è il centro vivo del paese. Qui si celebrano feste, eventi pubblici e manifestazioni artistiche. Recentemente, la piazza è stata riqualificata e ospita l’opera “Il volo del gioco dell’oca” di Maria Lai, simbolo della connessione tra arte e cittadini. Sedersi su una panchina fa sì che si possano osservare i portici, le case in pietra e la vita quotidiana del territorio.

Piazza Sardegna

Piazza Sardegna si distingue per il Palazzo Comunale, inaugurato nel 1909 e progettato dall’ingegnere Ernesto Ravot. L’edificio ha ospitato uffici, scuole e altre funzioni civiche, diventando simbolo della storia politica e amministrativa della zona. La piazza, dalla quale si gode di una splendida vista sul Monte Tisiddu e sulla Valle del rio Pardu, è testimone della memoria urbana di Ulassai, e dona uno spaccato concreto di come la vita pubblica e quella privata si intrecciavano nel borgo.

Ulassai, Sardegna
Veduta di Ulassai

L’incredibile natura di Ulassai

Ulassai si trova stretto tra le torri calcaree dei Tacchi d’Ogliastra, formazioni che si ergono ripide sopra le vallate circostanti. Perda ‘e Liana, alta 1.293 metri, domina il panorama ed è uno dei simboli naturali più conosciuti della Sardegna. Altri tacchi, più bassi ma altrettanto suggestivi, danno vita a un labirinto di gole, pinnacoli e falesie che circondano il paese rendendo il paesaggio unico.

Le formazioni rocciose sono raggiungibili tramite sentieri che partono dai margini del borgo e dai villaggi vicini come Jerzu. Alcuni percorsi, segnalati e accessibili anche a chi non è esperto di arrampicata, conducono verso punti panoramici spettacolari. In alternativa, è possibile esplorarli con escursioni organizzate in mountain bike.

Tra le meraviglie più spettacolari della zona ci sono le Cascate di Lequarci, a pochi chilometri dal centro, lungo il rio Santa Barbara. L’acqua scivola per circa 50 metri su una parete calcarea, per poi formare piccoli laghi naturali alla base. Lo scenario, come è possibile immaginare, cambia con le stagioni e la quantità di pioggia. La zona è raggiungibile in auto seguendo la strada provinciale per Santa Barbara e poi percorrendo un breve sentiero ben segnalato fino alla base delle cascate.

All’interno delle Vallate dei Tacchi si trovano anche boschi di lecci secolari e ruscelli che si insinuano tra le rocce, creando punti ombreggiati e freschi, ideali per brevi soste o piccole escursioni. La Grotta di Su Marmuri, lunga circa un chilometro, aggiunge un elemento spettacolare: stalattiti e stalagmiti modellano sale sotterranee di grande fascino, accessibili con visite guidate che spiegano la geologia e la storia naturale della zona.

Dove si trova e come arrivare

Circondato dai Tacchi d’Ogliastra, Ulassai appare all’improvviso dopo una serie di curve, aggrappato alla montagna a 775 metri d’altitudine. Le pareti calcaree che lo circondano lo fanno sembrare un presepe di pietra sospeso tra cielo e roccia. Dalla costa orientale dista poco più di 20 chilometri; da Cagliari servono circa due ore d’auto per raggiungerlo.

Chi arriva in macchina percorre la SS125 fino a Jerzu, poi la SP11, una strada locale che sale tra vallate, vigneti e scorci improvvisi sui tacchi. È stretta, ma panoramica e ben tenuta. Gli autobus regionali collegano Ulassai ai principali centri dell’Ogliastra. In questo caso i tempi di viaggio rischiano di essere un po’ più lunghi e gli orari variano in base alla stagione, quindi conviene informarsi in anticipo.

Dai paesi vicini, Gairo e Jerzu, vi sono strade sterrate e percorsi ciclabili che attraversano uliveti, macchia mediterranea e boschi di lecci. Sono vie lente, da percorrere senza fretta, ma che consentono di entrare nel paesaggio prima ancora di arrivare al paese.

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Voli Ryanair per l’estate 2026, pensando già al prossimo viaggio low cost in Italia e all’estero

Si avvicinano Halloween e le feste natalizie 2025, che salutano l’anno e ci accompagnano verso il 2026, ma molti stanno già contando i mesi che mancano alle prossime vacanze estive. Non è mai troppo presto per programmare la prossima fuga in Italia e nel resto d’Europa immaginandoci stesi su spiagge paradisiache, camminando nei vicoli delle città di mare o esplorando quei gioielli nordici che da giugno a settembre hanno le temperature migliori per essere vissuti.

Con Ryanair è già possibile prenotare i voli diretti verso le destinazioni che avete segnato nella vostra lista dei desideri. Ecco alcune mete raggiungibili la prossima estate da Milano, Bologna e Napoli, con voli low cost a partire da 26 fino a 40 euro (i prezzi indicati possono variare nel tempo). Pronti a farvi ispirare?

Da Milano verso isole mediterranee e capitali europee

Se siete di Milano e state già sognando l’estate 2026, le occasioni per partire con un volo low cost Ryanair sono irresistibili. Alcuni esempi? Con 40 euro si raggiunge Valencia in diverse date di giugno e agosto, la meta ideale per mixare spiaggia, paella e architettura moderna. Chi preferisce un weekend culturale tra mercatini vintage, musei e tramonti sul Tamigi trova voli per Londra a soli 26 euro a giugno. La città in estate è ottima anche per picnic nei parchi reali, aperitivi sui rooftop panoramici di South Bank e spettacoli all’aperto.

Chi a settembre non vuole arrendersi all’arrivo dell’autunno, può partire per Tenerife a 58 euro (un prezzo basso contando che le isole Canarie si trovano a più di 4 ore di volo da Milano), tra paesaggi lunari, villaggi colorati e temperature ottime per gli amanti dell’estate.

Se partite dall’aeroporto di Milano Bergamo, invece, troverete l’occasione perfetta per prenotare una vacanza a Palma di Maiorca, una delle perle del Mediterraneo più amate, tra calette turchesi, locali sul mare e il fascino gotico della cattedrale di La Seu, con voli a 37 euro in diverse date di giugno.

Coloro che cercano un’estate tutta italiana tra città d’arte, mare cristallino e cucina tradizionale, la tratta Bergamo–Cagliari a 33 euro ad agosto è un affare per unire la vita da mare al fascino del centro storico cittadino. Un’alternativa? Il volo verso Napoli: a giugno e in diverse date di settembre, anche la città partenopea è raggiungibile a soli 33 euro. Una buona occasione per esplorare anche la Costiera Amalfitana (che dal 2026 sarà collegata a Parigi con il treno più bello del mondo).

Golfo di Napoli

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Bellissima panoramica di Napoli

Da Bologna a Malta e a Santander

Mare azzurro, immersioni tra le calette, borghi in pietra dorata che creano un’atmosfera d’altri tempi e rilassata: Malta è raggiungibile facilmente da Bologna con voli a soli 35 euro tra fine agosto e il mese di settembre. Un’ultima chicca? Da Bologna si può volare a Santander a 35 euro a giugno, inseguendo le onde dell’oceano, rilassandosi nelle pinete e assaporando le tipiche tapas sulle spiagge dorate, alla scoperta di una Spagna settentrionale davvero autentica.

Da Napoli a Salonicco e a Zagabria

Per volare verso la Grecia meno turistica, ma ricca di fascino, si trovano offerte a 37 euro per Salonicco partendo da Napoli a fine agosto e per tutto settembre: un viaggio speciale tra antichi monumenti bizantini, vita notturna vivace e ottimo cibo a ogni angolo, oltre alle spiagge in cui rilassarsi sotto al sole estivo.

Sempre da Napoli, chi ama le città d’arte e i viaggi slow può raggiungere Zagabria a 35 euro a luglio: elegante e vivibile, regala piazze, caffè e mercatini estivi in cui immergersi e offre un ottimo punto di partenza per escursioni tra i meravigliosi laghi e parchi della Croazia.

Salonicco in Grecia

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Magnifico tramonto su Salonicco
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Monumenti Aperti 2025: l’Italia svela i suoi tesori il 18-19 ottobre

Ci sono momenti dell’anno in cui il patrimonio culturale italiano si mostra davvero in tutta la sua meraviglia e “Monumenti Aperti” è una di queste occasioni. Nato nel 1997 con l’idea di avvicinare i cittadini ai luoghi della memoria collettiva, il festival trasforma per qualche giorno strade, chiese e palazzi in spazi vivi, animati da studenti, volontari e guide appassionate.

L’edizione 2025 si estende fino al 9 novembre, e tocca ben 87 Comuni in 19 regioni, in un itinerario che unisce l’Italia in un unico racconto corale. Nel weekend del 18 e 19 ottobre, il viaggio prosegue con otto nuove città e paesi, pronti a raccontare la propria storia tra Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna.

In queste due giornate autunnali, l’esperienza si rinnova ancora una volta: porte che si aprono, comunità che si incontrano, e un patrimonio che, da muto testimone, torna a parlare.

Savona, nel cuore delle Fornaxi

Nel cuore del quartiere Fornaci, Savona propone un itinerario che unisce arte, devozione e memoria artigianale. Lungo Via Saredo si snoda il percorso denominato “Nel cuore delle Fornaxi”, un museo a cielo aperto che accompagna alla scoperta di ceramiche policrome esposte sulle facciate dei palazzi. Mattonelle e pannelli illustrano, come pagine di un libro visivo, la storica tradizione ceramica savonese, capace di fondere arte sacra e spirito popolare.

Poco distante, la Chiesa della Madonna della Neve è una tappa imprescindibile. Edificata nel XVII secolo e ricostruita dopo il terremoto del 1887, custodisce al suo interno la devozione di un intero quartiere. La facciata semplice, incastonata nel tessuto urbano, ricorda come il sacro sappia convivere con la quotidianità, diventandone parte integrante.

Treviso, un tuffo nell’arte

Scorcio di Piazza dei Signori a Treviso

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Suggestivo scorcio di Piazza dei Signori a Treviso

A Treviso, le visite guidate conducono all’interno di un edificio che da secoli cambia volto, riflettendo le trasformazioni della città. L’ex convento di Santa Chiara, oggi sede del Liceo Artistico, nasce come luogo di clausura e preghiera ma nel corso dei secoli le sue mura hanno accolto funzioni diverse, adattandosi ai cambiamenti storici e sociali.

Camminando tra i chiostri e le aule, lo si percepisce appieno: l’antico dialoga con il presente, mentre le voci degli studenti si intrecciano idealmente a quelle delle monache che un tempo abitavano questi spazi. “Monumenti Aperti” diventa un’occasione per riflettere su come la cultura possa reinventarsi, senza mai perdere la propria radice.

Mantova, storia e arte

A Mantova, il fine settimana di “Monumenti Aperti” invita a esplorare due luoghi emblematici.

Il primo è il Museo Virgilio, nato all’interno del Palazzo del Podestà risalente al XIII secolo, che ha ritrovato nuova vita dopo il restauro seguito al terremoto del 2012, grazie al progetto firmato dall’architetto Italo Rota.
Oggi ospita un percorso museale dedicato al poeta latino, in cui suoni, immagini e installazioni interattive guidano in un viaggio sensoriale tra le opere di Virgilio, dalle Bucoliche alle Georgiche, fino all’Eneide. Il modulo “MyVirgilio”, basato su QR Code, consente di costruire un’esperienza personalizzata, unendo tecnologia e classicità in una narrazione coinvolgente.

Non lontano, Palazzo d’Arco apre le sue porte con il fascino intatto di una dimora aristocratica settecentesca. Costruito nel 1784 da Antonio Colonna secondo i canoni del neoclassicismo, conserva ambienti, arredi e dipinti così come li lasciò la marchesa Giovanna d’Arco, ultima erede della casata. Tra sale eleganti e una preziosa Wunderkammer, si respira l’atmosfera di un’epoca in cui il collezionismo era una forma di conoscenza e di meraviglia. Il giardino, chiuso da un’esedra monumentale, completa il quadro con la grazia e la misura tipiche dell’architettura palladiana.

Neoneli, un luogo d’incontro

Nel piccolo centro del Barigadu, in Sardegna, Neoneli vanta un modello di comunità che vive la cultura come bene comune. La “Casa Cultura” rappresenta il cuore pulsante di tale spirito: un luogo di incontro aperto a tutti, dove la formazione, la creatività e il dialogo si uniscono in un progetto collettivo.

A pochi passi, la Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo domina il paese dall’alto del rilievo su cui sorge. Realizzata nel Seicento con il caratteristico paramento in trachite rossa e bruna, testimonia la devozione di una comunità che, nel corso dei secoli, ha mantenuto intatta la propria identità. L’impianto tardogotico della facciata racconta una stagione artistica in cui l’eleganza delle forme si univa alla solidità della pietra.

Gli altri Comuni aderenti

Nel weekend del 18 e 19 ottobre, anche Ferrara, Venezia, Capoterra e Palermo partecipano alla grande rete di “Monumenti Aperti” e, ognuna con le proprie peculiarità, aggiunge un tassello al mosaico di un’Italia che sceglie di raccontarsi grazie ai suoi luoghi più autentici.

Studenti, guide, associazioni e volontari saranno i narratori di un patrimonio che continua a vivere nel presente.