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Consigli lago litorali mare vacanze avventura Viaggi

Wild swimming: le regole per avventure in sicurezza

Questa calda primavera mi fa pensare alla gioia ineguagliabile di scappare dalla città, per rifugiarmi in un bosco sperduto con la sua inesauribile dote di colori, suoni e vita, e avvicinarmi gradualmente all’acqua. Che sia acqua dolce o salata, è impagabile il senso della scoperta che nasce nel cuore, quando siamo alla ricerca di una spiaggia o una cascata, camminiamo nella natura incontaminata e, ad un certo punto, l’improvviso lontano gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta.

Andare per torrenti, laghi o spiagge wild risveglia il meraviglioso, ancestrale rapporto che abbiamo con l’acqua e la natura. Tuttavia, come altre attività outdoor, presenta i suoi rischi, usate sempre il buon senso e tenete in considerazione alcune regole.

L’improvviso gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta

Equipaggiamento e famiglie

Partiamo dall’equipaggiamento: non c’è bisogno di diventare Indiana Jones per avventurarsi alla ricerca di una spiaggia wild, basta seguire pochi consigli.

Una sdraio pieghevole

Le spiagge libere, e in particolare quelle fluviali, possono presentare una battigia di ciottoli e sassi dove può essere utile portarsi una piccola sdraio pieghevole che ci permetta di sostare in questo tipo di superficie in pieno relax. Un telo è sempre utile, oppure un tappetino morbido da yoga, più comodo in presenza di ciottoli. 

Sandali chiusi e “carrarmato”

Per i sentieri di avvicinamento alle spiagge sono indicati dei sandali tecnici chiusi sul tallone con suola a “carrarmato”, perché ottimi anche per immergersi nel torrente, il cui letto, anche in presenza di spiaggia sabbiosa, può essere tappezzato di sassi e sassetti. Sono facili da trovare in commercio e a prezzi contenuti, anche quelli di buon livello tecnico. La chiusura può essere anche a strap, ma se volete una calzatura che tenga il piede più fermo e siete orientati a fare anche percorsi difficili, optate per quelli con una chiusura permanente. L’ideale è che siano specificatamente pensati anche per itinerari acquatici, poiché in tal caso sono fatti con materiali che si asciugano rapidamente. 

Sandali per itinerari acquatici con chiusura permanente

Possono andare bene anche delle calzature da trekking associate, per i percorsi acquatici, a delle scarpette da scoglio, se con una buona suola.

Pantaloni lunghi

Per chi non gradisce camminare senza coprire le gambe, un pantalone lungo per proteggersi da eventuale vegetazione alta, ma leggero, per non accentuare il caldo, può essere utile. L’ideale è uno zip-off (ossia convertibile tramite chiusura lampo in bermuda) da trekking in tessuto tecnico. 

Zaino tecnico

Tra i vostri compagni di viaggio non possono mancare degli zaini tecnici e capienti per portare cibo, acqua, teli, ecc. (evitate di girare con buste o borse inadatte) e liberare le vostre mani.

Equipaggiamento per i bambini

A una famiglia, non possono mai mancare un ombrellone da spiaggia, per evitare l’esposizione forzata ai raggi ultravioletti, del protettore solare 50 e gli articoli necessari a trasportare il bambino: marsupi porta bambini (per i piccolissimi) e/o zaini porta bimbi (dall’anno – anno e mezzo in poi); entrambi possibilmente di tipo tecnico, cioè adatti a percorsi extra-urbani. 

Zaino porta bambini
Zaino porta bambini

Spray per insetti

Un repellente per insetti può essere utile. È poi necessario organizzarsi con cibo ed acqua.

Detto ciò, per capire se un itinerario è o meno adatto alla vostra famiglia, è necessario innanzitutto fare un’analisi personale e autonoma delle esigenze della stessa.

In generale, bisogna sempre tenere conto della difficoltà, durata e dislivello del sentiero. La classificazione a cui si fa in genere riferimento è quella del CAI.

Wild swimming – Regole di comportamento

Ecco alcune regole da seguire per il wild swimming e  l’escursionismo.

👉 É sconsigliabile nuotare in fiumi di grandi dimensioni o troppo profondi.

👉 Consultate le previsioni del tempo prima di partire ed evitate di nuotare in situazioni di piena conclamate o previste.

👉 Prestate attenzione quando nuotate a valle (o in prossimità) di dighe o impianti idroelettrici, dato che possono rilasciare improvvisamente grandi quantità d’acqua. 

👉 Evitate di nuotare in fiumi urbani, canali artificiali, acque stagnanti e in tutte quelle situazioni dove non siete sicuri della qualità dell’acqua.

Nuotate dove siete sicuri della qualità dell'acqua
Nuotate dove siete sicuri della qualità dell’acqua

👉 Sempre meglio nuotare in compagnia e sorvegliare i nuotatori più deboli e i bambini. 

👉 Avanzate sempre dove siete certi di poter anche tornare indietro e tuffatevi dove avete verificato che è per voi possibile risalire in sicurezza. 

👉 I percorsi sul greto di un corso d’acqua possono implicare ripetuti guadi e richiedono quindi un equipaggiamento specifico per gli itinerari acquatici. Tenete conto che camminare su ciottoli, sassi o massi – tanto più se nell’acqua – è più faticoso e si procede più lentamente. 

👉 Controllate sempre, anche da sott’acqua, l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi. 

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

Fonte: Lorenzo Calamai (Wildecobeach)

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

👉 Soprattutto con i bambini, usate sempre il protettore solare e concedetevi congrue pause all’ombra.

👉 Terminate la digestione prima di immergervi e tenete conto che, in acque molto fredde, può essere utile una muta. 

👉 È sempre opportuno organizzarsi con cibo ed acqua e tenendo in considerazione il regime di alimentazione dei bambini. Per una giornata calcolate 2 litri d’acqua a persona, da ritarare per percorsi particolarmente lunghi e pendenti.

Famiglie con lo zaino
Famiglie con lo zaino

Guadare un corso d’acqua

E se ci troviamo un torrente da guadare? Partiamo da un assunto, non ce l’ha certo ordinato il medico di guadare i corsi d’acqua, ma può essere divertente se prestiamo attenzione ad alcune cautele. Si intendono i torrenti, perché è sconsigliabile guadare i fiumi, a meno non si tratti di piccoli fiumi o di fiumi che guadiamo dove il loro corso ha una portata d’acqua limitata e più simile a quella di un torrente.

Per guadare un corso d’acqua, abbiamo due principali alleati, già menzionati: sandali tecnici chiusi sul tallone e pensati per itinerari acquatici e lo zaino, utile a portare ciò che vi serve, liberando le mani per darle, ad esempio, ai bambini.

Guadare un corso d'acqua
Guadare un corso d’acqua

Detto ciò, contrariamente a quanto istintivamente saremmo spinti a fare, non è consigliabile selezionare il tratto in cui guadare solo in funzione della profondità dell’acqua: infatti i punti meno profondi dei fiumi possono coincidere con le rapide. Questo perché le rapide si formano proprio nei punti in cui l’acqua deve affrontare un dislivello o comunque il suo corso subisce una qualche costrizione per cui scorre rapidamente e senza accumularsi.

In estate le rapide sono generalmente più basse e meno minacciose, ma è sempre più facile attraversare un corso d’acqua nel punto immediatamente a monte delle stesse: solitamente questi punti sono comunque poco profondi e la forza dell’acqua è qui molto meno intensa che, poco più a valle, dove si incanala nella rapida. Non è difficile riconoscere il punto a monte di una rapida visto che questa scorre veloce ed increspata, perdendo profondità, mentre quello è parte del precedente accumulo di acqua.

I guadi che arrivano sotto il ginocchio sono generalmente facili da fare perché la forza della corrente agisce molto in basso rispetto al nostro baricentro. Tuttavia bisogna sempre prestare attenzione, perché è possibile sottovalutare l’effettiva profondità del corso d’acqua soprattutto dei tratti centrali, più lontani dalla riva. Un fondale irregolare, fatto ad esempio di massi, associato a guadi sopra al ginocchio e rapide, data la pressione della corrente, la scarsa visibilità data dall’acqua increspata e la difficoltà a trovare un appoggio su un terreno irregolare, può complicare l’equilibrio.

In presenza di bambini bisogna ovviamente ritarare le nostre valutazioni rispetto al loro baricentro e tenerli sempre per mano, mantenendo una mano libera, cosa che uno zaino tecnico e capiente può aiutarci a fare. 

Prima di attraversare un corso d’acqua, in ogni caso, vanno verificati in funzione delle proprie capacità elementi mutevoli quali le condizioni delle correnti e la portata d’acqua. Vanno inoltre evitate le situazioni di piena o quelle in cui siano in corso delle precipitazioni (così come i momenti prima o dopo le stesse).

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Italia itinerari culturali mare turismo enogastronomico vacanza natura Viaggi

Va’ dove ti porta il vento: natura, cultura, mare e gastronomia

Bibione e Lignano sono il luogo giusto dove vivere una vacanza in piena libertà.

L’Europa Tourist Group guarda oltre i confini del mare e offre una vacanza variegata e ricca di stimoli da vivere tutto l’anno. L’ampia gamma di alloggi accontenta tutti, famiglie, coppie, amanti della natura o della cultura. L’Europa Tourist Group è versatile come i suoi ospiti e offre l’alloggio giusto che si adatta a ogni tipo di esigenza. Ed è proprio la versatilità la sua carta vincente. Il territorio non potrebbe essere più ricco: mare cristallino, spiagge dorate, pinete lussureggianti, lagune incantate, città d’arte, borghi pittoreschi, attività sportive e centri termali.

Liberi come il vento

Il gruppo comprende 17.000 posti letto che possono essere prenotati online, per telefono o in loco per dodici mesi all’anno. I resort, i villaggi turistici, gli hotel e gli appartamenti dell’Europa Tourist Group si contraddistinguono per la qualità e l’esclusività dei servizi offerti, la comodità e i prezzi vantaggiosi, la posizione direttamente sul mare, la vasta gamma di attività offerte e la cucina rinomata. Questo mix esplosivo rende l’Europa Tourist Group la destinazione ideale per chiunque voglia vivere una vacanza in totale libertà.

All’Europa Tourist Group ogni direzione è quella giusta

Chi vuole unire una vacanza al mare con una visita culturale, amerà le regioni del Veneto e del Friuli.

Oltre alle famose città d’arte come Verona o Venezia, ci sono tante cittadine pittoresche che meritano di essere visitate, come ad esempio Portogruaro, famosa per i suoi antichi mulini ad acqua del XII secolo e il campanile pendente.

All’estremità opposta del Golfo di Trieste si trova l’omonima città. Trieste è un crocevia di culture, popoli e lingue e affascina per il suo carattere cosmopolita.

Naturalmente, nulla vi impedisce di fare una gita di un giorno in quella che è probabilmente la città più romantica del mondo: Venezia, con tutti i suoi tesori, merita una visita in qualsiasi periodo dell’anno.

Ogni giorno avrete l’imbarazzo della scelta: un giro a Portogruaro o una visita alla Residenza dei Dogi? Un tuffo nel mare o una passeggiata nella natura? Non serve scegliere, vi basterà seguire la direzione del vento e scoprire dove vi condurrà.

Una vacanza al mare tutto l’anno

Chi l’ha detto che il mare è bello solo d’estate? Una vacanza nei restanti mesi dell’anno permette di assaporare al meglio la bellezza sia del mare, sia della natura circostante. Il fervore e la vitalità lasciano il posto alla quiete e alla tranquillità, e sulla calura estiva prevale un clima mite e gradevole. Qualunque sia la stagione, a Bibione e Lignano apprezzerete il fascino del mare in tutte le sue varianti e avrete l’opportunità di diversificare la vostra vacanza con visite culturali, escursioni nella natura, attività ricreative di ogni sorta e momenti di benessere termale. Partite con il vento in poppa!

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Consigli lago litorali mare vacanze avventura Viaggi

Wild swimming: le regole per l’avventura in sicurezza

Questa calda primavera mi fa pensare alla gioia ineguagliabile di scappare dalla città, per rifugiarmi in un bosco sperduto con la sua inesauribile dote di colori, suoni e vita, e avvicinarmi gradualmente all’acqua. Che sia acqua dolce o salata, è impagabile il senso della scoperta che nasce nel cuore, quando siamo alla ricerca di una spiaggia o una cascata, camminiamo nella natura incontaminata e, ad un certo punto, l’improvviso lontano gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta.

Andare per torrenti, laghi o spiagge wild risveglia il meraviglioso, ancestrale rapporto che abbiamo con l’acqua e la natura. Tuttavia, come altre attività outdoor, presenta i suoi rischi, usate sempre il buon senso e tenete in considerazione alcune regole.

L’improvviso gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta

Equipaggiamento e famiglie

Partiamo dall’equipaggiamento, non c’è bisogno di diventare Indiana Jones per avventurarsi alla ricerca di una spiaggia wild, basta seguire pochi consigli.

Le spiagge libere, ed in particolare quelle fluviali, possono presentare una battigia di ciottoli e sassi dove può essere utile portarsi una piccola sdraio pieghevole che ci permetta di sostare in questo tipo di superficie in pieno relax. Un telo è sempre utile, oppure un tappetino morbido da yoga, più comodo in presenza di ciottoli. 

Per i sentieri di avvicinamento alle spiagge sono indicati dei sandali tecnici chiusi sul tallone con suola a “carrarmato”, perchè ottimi anche per immergersi nel torrente, il cui letto, anche in presenza di spiaggia sabbiosa, può essere tappezzato di sassi e sassetti. Sono facili da trovare in commercio e a prezzi contenuti, anche quelli di buon livello tecnico. La chiusura può essere anche a strap, ma se volete una calzatura che tenga il piede più fermo e siete orientati a fare anche percorsi difficili, optate per quelli con una chiusura permanente. L’ideale è che siano specificatamente pensati anche per itinerari acquatici, poiché in tal caso sono fatti con materiali che si asciugano rapidamente. 

Sandali per itinerari acquatici con chiusura permanente

Possono andare bene anche delle calzature da trekking associate, per i percorsi acquatici, a delle scarpette da scoglio se con una buona suola.

Per chi non gradisce camminare senza coprire le gambe, un pantalone lungo per proteggersi da eventuale vegetazione alta, ma leggero, per non accentuare il caldo, può essere utile. L’ideale è uno zip-off (ossia convertibile tramite chiusura lampo in bermuda) da trekking in tessuto tecnico. 

Tra i vostri compagni di viaggio non possono mancare degli zaini tecnici e capienti per portare cibo, acqua, teli, ecc. (evitate di girare con buste o borse inadatte) e liberare le vostre mani.

Ad una famiglia, non possono mai mancare un ombrellone da spiaggia, per evitare l’esposizione forzata ai raggi ultravioletti, del protettore solare 50 e gli articoli necessari a trasportare il bambino: marsupi porta bambini (per i piccolissimi) e/o zaini porta bimbi (dall’anno – anno e mezzo in poi); entrambi possibilmente di tipo tecnico, cioè adatti a percorsi extra-urbani. 

Zaino porta bambini
Zaino porta bambini

Un repellente per insetti può essere utile. È poi necessario organizzarsi con cibo ed acqua.

Detto ciò, per capire se un itinerario è o meno adatto alla vostra famiglia, è necessario innanzitutto fare un’analisi personale ed autonoma delle esigenze della stessa.

In generale bisogna sempre tenere conto della difficoltà, durata e dislivello del sentiero. La classificazione a cui si fa in genere riferimento è quella del CAI, che trovate qui.

Wild swimming – Regole di comportamento

Ecco alcune regole da seguire per il wild swimming e l’escursionismo.

👉 É sconsigliabile nuotare in fiumi di grandi dimensioni o troppo profondi.

👉 Consultate le previsioni del tempo prima di partire ed evitate di nuotare in situazioni di piena conclamate o previste.

👉 Prestate attenzione quando nuotate a valle (o in prossimità) di dighe o impianti idroelettrici, dato che possono rilasciare improvvisamente grandi quantità d’acqua. 

👉 Evitate di nuotare in fiumi urbani, canali artificiali, acque stagnanti ed in tutte quelle situazioni dove non siete sicuri della qualità dell’acqua.

Nuotate dove siete sicuri della qualità dell'acqua
Nuotate dove siete sicuri della qualità dell’acqua

👉 Sempre meglio nuotare in compagnia e sorvegliare i nuotatori più deboli e i bambini. 

👉 Avanzate sempre dove siete certi di poter anche tornare indietro e tuffatevi dove avete verificato che è per voi possibile risalire in sicurezza. 

👉 I percorsi sul greto di un corso d’acqua possono implicare ripetuti guadi e richiedono quindi un equipaggiamento specifico per gli itinerari acquatici. Tenete conto che camminare su ciottoli, sassi o massi – tanto più se nell’acqua – è più faticoso e si procede più lentamente. 

👉 Controllate sempre, anche da sott’acqua, l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi. 

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

Fonte: Lorenzo Calamai (Wildecobeach)

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

👉 Soprattutto con i bambini, usate sempre il protettore solare e concedetevi congrue pause all’ombra.

👉 Terminate la digestione prima di immergervi e tenete conto che, in acque molto fredde, può essere utile una muta. 

👉 È sempre opportuno organizzarsi con cibo ed acqua e tenendo in considerazione il regime di alimentazione dei bambini. Per una giornata calcolate 2 litri d’acqua a persona, da ritarare per percorsi particolarmente lunghi e pendenti.

Famiglie con lo zaino
Famiglie con lo zaino

Guadare un corso d’acqua

E se ci troviamo un torrente da guadare?

Partiamo da un assunto, non ce l’ha certo ordinato il medico di guadare i corsi d’acqua, ma può essere divertente se prestiamo attenzione ad alcune cautele. Si intendono i torrenti, perchè è sconsigliabile guadare i fiumi, a meno non si tratti di piccoli fiumi o di fiumi che guadiamo dove il loro corso ha una portata d’acqua limitata e più simile a quella di un torrente.

Per guadare un corso d’acqua, abbiamo due principali alleati, già menzionati: sandali tecnici chiusi sul tallone e pensati per itinerari acquatici e lo zaino, utile a portare ciò che vi serve, liberando le mani per darle, ad esempio, ai bambini.

Guadare un corso d'acqua
Guadare un corso d’acqua

Detto ciò, contrariamente a quanto istintivamente saremmo spinti a fare, non è consigliabile selezionare il tratto in cui guadare solo in funzione della profondità dell’acqua: infatti i punti meno profondi dei fiumi possono coincidere con le rapide. Questo perché le rapide si formano proprio nei punti in cui l’acqua deve affrontare un dislivello o comunque il suo corso subisce una qualche costrizione per cui scorre rapidamente e senza accumularsi.

In estate le rapide sono generalmente più basse e meno minacciose, ma è sempre più facile attraversare un corso d’acqua nel punto immediatamente a monte delle stesse: solitamente questi punti sono comunque poco profondi e la forza dell’acqua è qui molto meno intensa che, poco più a valle, dove si incanala nella rapida. Non è difficile riconoscere il punto a monte di una rapida visto che questa scorre veloce ed increspata, perdendo profondità, mentre quello è parte del precedente accumulo di acqua.

I guadi che arrivano sotto il ginocchio sono generalmente facili da fare perché la forza della corrente agisce molto in basso rispetto al nostro baricentro. Tuttavia bisogna sempre prestare attenzione, perché è possibile sottovalutare l’effettiva profondità del corso d’acqua soprattutto dei tratti centrali, più lontani dalla riva. Un fondale irregolare, fatto ad esempio di massi, associato a guadi sopra al ginocchio e rapide, data la pressione della corrente, la scarsa visibilità data dall’acqua increspata e la difficoltà a trovare un appoggio su un terreno irregolare, può complicare l’equilibrio.

In presenza di bambini bisogna ovviamente ritarare le nostre valutazioni rispetto al loro baricentro e tenerli sempre per mano, mantenendo una mano libera, cosa che uno zaino tecnico e capiente può aiutarci a fare. 

Prima di attraversare un corso d’acqua, in ogni caso, vanno verificati in funzione delle proprie capacità elementi mutevoli quali le condizioni delle correnti e la portata d’acqua. Vanno inoltre evitate le situazioni di piena o quelle in cui siano in corso delle precipitazioni (così come i momenti prima o dopo le stesse).

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Wild Garda, spiagge nascoste, panorami e storia

Lago di Garda wild? Si può: incastonata in una delle zone più incontaminate del Lago, abitata sin dalla preistoria, la Riserva della Rocca di Manerba offre facili trekking dal sapore mediterraneo, panorami mozzafiato sul lago e spiagge wild: basti pensare che nel versante lacustre del parco – tra Porto Dusano e Pisenze – è consentito avvicinarsi alla costa solo con imbarcazioni a vela e remi.

I sentieri, situati a bassa quota e ideali per una passeggiata primaverile, si sviluppano tra scavi archeologici, scogliere a strapiombo sull’acqua, vigneti e uliveti lacustri.

Storia, panorami e sentieri

Potete parcheggiare nei pressi del Museo Archeologico (vedi info pratiche in basso), utile per conoscere le motivazioni per le quali l’uomo ha deciso, nel tempo, di insediarsi sul Lago di Garda, e proseguire sul facile percorso informativo disseminato di bacheche descrittive e punti panoramici che ci portano alla Rocca (10 min e 50 m di dislivello in salita), il punto più alto di tutta la zona, che regala una vista panoramica a 360 gradi sul lago: l’Isola dei Conigli accanto a noi, a nord-ovest, gli oltre 2000 m del Monte Baldo a nord-est, la penisola di Sirmione a sud-est, le coltivazioni rurali della riserva proprio sotto di noi.

Dalla Rocca si può proseguire in discesa verso Punta Sasso tramite un sentiero a tratti esposto che richiede più attenzione, e delle scarpe adatte (15 min e 60 m di dislivello in discesa), e che intercetta il sentiero panoramico 801 del CAI.

Negli scavi archeologici nell’area di Punta Sasso sono state rinvenute tracce di un insediamento del Mesolitico databile da 8000 a 5000 anni fa. Sono inoltre venute alla luce tre cerchi di mura databili fra il XII e XIII secolo di cui il più interno racchiude la sommità della Rocca di Manerba. Entro la cinta esterna gli scavi hanno identificato una sequenza stratigrafica che va dalla cultura di Lagozza (4000 a.C.) alla fortificazione medievale da cui il sito trae il nome.

I reperti archeologici dimostrano la presenza di insediamenti Etruschi, dei Galli Cenomani e dei Romani. Nel 776 la Rocca fu l’ultimo baluardo di resistenza dei Longobardi ai Franchi di Carlo Magno, che un secolo dopo, donò i terreni circostanti ed in riva al lago, ai monaci di San Zeno di Verona. Successivamente la proprietà della Rocca fu degli Scaligeri, dei Visconti ed infine della Repubblica Veneta che espugnò e distrusse l’ultima struttura medievale nel 1574, in quanto divenuta un rifugio di briganti.

Punta Sasso ci offre una vista del lago diversa, una scogliera a strapiombo sull’acqua che, con i suoi 90 m di salto, richiama panorami più oceanici.

Vedete le spiaggette nascoste lì sotto? Sono raggiungibili anche senza paracadute 😉 attraverso un bel sentiero nel bosco, vedi oltre.

Le spiaggette nascoste della Rocca viste dal sentiero 801
Le spiaggette nascoste della Rocca viste dal sentiero 801

Vale la pena proseguire sul sentiero 801 verso sud (lago alla vostra sinistra), che costeggia il lago dall’alto della scogliera: l’acqua a perdita d’occhio, il contesto selvaggio, una macchia e odori a tratti simili a quelli mediterranei fanno decisamente pensare ad un trekking marino.

Se proseguite oltre, il sentiero si allontana dal lago passando per boschi e zone agricole con coltivazioni a vigneti ed uliveti, per poi arrivare alla chiesetta di San Giorgio, di epoca romanica, da cui si torna a godere di panorami lacustri. Se si prosegue oltre si arriva a Porto Dusano (ca 2 km da Punta Sasso).

Le spiagge della Riserva

Invece, proseguendo sull’801 verso nord (lago alla vostra destra) si arriva alla bella ed estesa spiaggia Pisenze – di ciottoli, stretta ma abbastanza estesa, priva di servizi – nei pressi dell’omonimo ristorante. Periodicamente visitata da coppie di cigni bianchi, si ha da qui una bella vista sulle montagne circostanti e sull’isole di San Biagio, che è possibile visitare o a piedi – quando la bassa marea lo permette – o noleggiando un sup o un kayak (se non siete pratici meglio tramite un tour accompagnato) presso Garda Sup (+39 389 2022414), presente nella Spiaggia Pisenze. La spiaggia va in ombra a metà pomeriggio ed è vietata ai cani.

Spiaggia Pisenze vista da Punta Sasso
Spiaggia Pisenze vista da Punta Sasso

Mentre Pisenze è collegata alla viabilità stradale, le spiagge sotto alle scogliere a strapiombo di Punta Sasso sono raggiungibili solo tramite sentiero, accedendo alla riserva da sud.

La Riserva di Manerba si estende alle acque di questo tratto, a cui è consentito avvicinarsi solo con imbarcazioni a vela e remi. Le spiagge di questo tratto, quindi, isolate dal contesto prevalentemente urbano del lago, e protette dall’intrusione dei motori, costituiscono davvero uno spettacolo della natura.

Info Pratiche – Spiagge (accesso da sud)

🚗 Uscita Desenzano della A4, SP572 verso Desenzano/Salò fino ad una rotonda con una grande pianta in metallo al centro, dove si prende Via Valtenesi a destra seguendo le indicazioni per il Parco archeologico naturalistico. Si prosegue seguendo le indicazioni per il Parco/Porto Dusano prendendo, nei pressi della destinazione, Via San Giorgio prima e poi Via Agello a sinistra fino all’omonimo parcheggio (45.550358, 10.570759; Via Agello, 10, 25080 Manerba del Garda (BS); ampio parcheggio, auto a € 4 al giorno; area camper aperta da maggio a settembre con bar, in contesto prevalentemente naturale: notte € 8, giorno € 8, solo carico e scarico € 5).

Fonte: riservaroccamanerba.com

I sentieri della Riserva della Rocca di Manerba – Credits: riservaroccamanerba.com

👣 Si prosegue a piedi su via Agello e, non appena la strada si fa sterrata e carrabile per i soli residenti, si gira a destra in Via Marinello che si segue fino al cartello marrone “Pieve” (45.55049, 10.57528), dove si lascia la strada principale per il sentiero che si infila nel bosco. Dovete, subito dopo, cercare il sentierino che scende verso il lago, con il lago stesso alla vostra destra. Passata una porta abbandonata in mattoni, si continua a scendere fino ad arrivare all’altitudine del lago, dove troverete alcune piccole spiaggette.

Da qui si prende una traccia a sinistra che corre lungo il profilo del lago tenendolo alla vostra destra. Questa traccia porta a diverse calette, tutte selvagge e nascoste, alcune di rocce altre di ciottoli. Una delle prime che incontrerete è frequentata da naturisti.

Ecco le mie spiagge preferite! Seguite la traccia che costeggia il lago (con lo stesso alla vostra destra) per circa 3-400 m: si trovano una dietro l’altra in queste posizioni, 45.5534, 10.5782 e 45.55401, 10.5781, sono entrambe di ciottoli, abbastanza larghe ed estese (circa 50 m ciascuna).

Le spiaggette nascoste della Riserva

Le due spiagge sono entrambe soleggiate, con ampie zone di ombra naturale grazie al lussureggiante bosco che arriva fino alla riva e vanno in ombra a metà pomeriggio.

Dal parcheggio tenete conto di almeno 30 minuti di cammino abbastanza facile, ma non segnalato: considerate tuttavia che, anche se fino al cartello marrone il percorso è prevalentemente in piano, successivamente si affronta un dislivello di ca 60 m. Servono calzature da escursionismo.

Info Pratiche per la Rocca (accesso da nord)

Se prediligete gli scavi alle spiagge, conviene forse approcciare la riserva da nord, seguendo le indicazioni per il Parco Archeologico Naturalistico fino al parcheggio di Via della Rocca, 16 a Manerba del Garda (45.556539, 10.568915). È  il più caro della zona (€ 2 l’ora, alcuni segnalano multe per una ZTL mal segnalata, a noi non è capitato) ma si trova accanto al Museo Civico Archeologico e dà immediato accesso al percorso informativo che ci porta alla Rocca (Dislivello: 50 m in salita).

Se cercate un parcheggio gratuito ce n’è uno da 70 posti all’angolo tra Via del Torchio e Via dei Pradelli (45.557731, 10.561053, Via del Torchio, 23, Manerba del Garda), da cui il Museo Archeologico dista 800 m (15 min e 70 m di dislivello).

In alternativa potete iniziare la vostra escursione prendendo il sentiero CAI presso il Ristorante Pisenze (700 m di sentiero e 120 di dislivello fino alla Rocca, servono scarpe adatte): le Vie Duca D’Aosta e Pisenze sono attrezzate con parcheggi a pagamento (1€ l’ora o 7€ tutto il giorno) e da qui potete rapidamente accedere alla omonima spiaggia. Inoltre il Ristorante (buona scelta per mangiare vista lago; 45.559293, 10.569740; +39 0365 552358; via Duca D’Aosta, 23, 25080 Manerba del Garda), offre un parcheggio riservato ai suoi clienti.

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Spiaggia Medievale

In cerca di itinerari che alternino cultura e natura? Che alimentino tanto il corpo quanto la mente? Voglia di camminare in un bosco incantato e scoprire un borgo nascosto? Perché non concedersi un tuffo nel medioevo ed uno … in un dolce mare blu?

In una assolata giornata di fine estate un viale piacevolmente alberato, mi trasporta nel tempo verso Ponte Organasco, un piccolo borgo medievale in sasso. Una fontana curiosamente realizzata ad arco, offriva forse meritato ristoro ai pellegrini che percorrevano il Caminus Genuae, l’antico tragitto che qui passava e univa la Pianura Padana con la Liguria.

Ponte Organasco - Viale alberato
Ponte Organasco – Viale alberato

Mi intrufolo nel borgo, fascinoso, apparentemente disabitato ma nello stesso tempo sapientemente ristrutturato, manutenuto ed ordinato. 

Le spesse pareti in pietra rinfrescano la mia passeggiata, nonostante la giornata afosa. Incantevoli vicoli, lastricati in sasso anche loro, mi tele-trasportano definitivamente nel passato: improvvisamente mi trovo vestito con pantaloni e cappa in cuoio, di quello spesso che aiuta nelle giornate di pioggia; nulla comunque hanno potuto i calzari a stivaletto, completamente zuppi. Il mio calesse, non proprio una fuoriserie, ha le ruote che cigolano: qualche vite, dopo chilometri di cammino, si è allentata ed il legno sfrega con le giunture in ferro battuto. Potrebbe cedere da un momento all’altro, ho assolutamente bisogno di una locanda per passare la notte.

In cerca di una locanda a Ponte Organasco
In cerca di una locanda a Ponte Organasco

L’imbrunire si avvicina pericolosamente, se non trovo da dormire qui, mi toccherà una notte all’addiaccio, ovvia preda per poco di buono e briganti: il borgo è disperso tra le montagne della Val Trebbia, chissà quanti chilometri per il prossimo abitato! Ben meglio una locanda che offra del buon vino, magari servito da una bella cortigiana. 

Cerco la locanda e trovo una targhetta che racconta di un castello medievale dell’XI secolo. La targhetta, come tutto il borgo, sa ben poco di turismo di massa ma mi riporta al 21° secolo.

Castello di Ponte Organasco
Esterno del Castello di Ponte Organasco

I vicoli si diradano e lasciano il passo ad una strada campestre che scende, tra inattesi filari di viti ordinate, verso un prato montano ma dai colori caldi, estivi, avvicinandosi al bosco.

Ponte Organasco - inizia la strada campestre

Fonte: Filippo Tuccimei

Ponte Organasco – inizia la strada campestre
Prato montano
Prato montano

Un sentiero si intrufola timidamente nel bosco, lo seguo, il silenzio è rotto solo da fruscii vari di animali che non si palesano. Poco più avanti si inizia a far sentire un lontano gorgoglio dell’acqua, e solo più avanti, il fiume si inizia a far vedere: piccole finestre si aprono nella boscaglia mostrando angoli di acqua cristallina. 

Piccole finestre nella boscaglia mostrano angoli di acqua cristallina

Il bosco mi traghetta direttamente in spiaggia, nella transizione alcune tende campeggiano liberamente all’ombra degli alberi. 

Una splendida, grande piscina naturale nelle giornate estive filtra i raggi del sole per regalarvi trasparenze caraibiche verde smeraldo con sfumature color cobalto. Il sole è fortissimo e nell’impeto di rinfrescarmi quasi dimentico di spogliarmi. 

Una nuotata a Ponte Organasco
Una nuotata a Ponte Organasco

Finalmente in acqua! La piscina diventa gradualmente più profonda fino a superare i 2 metri in diversi punti, mi concedo una lunga, indimenticabile nuotata. Poi mi giro, morto a galla e guardo in alto: mi diverto a scovare elementi artificiali, cerco qualcosa che nel mio orizzonte sia stato realizzato con la mano dell’uomo, ma niente, solo la più selvaggia, splendida natura incontaminata intorno a me. Grandi montagne ammantate di vegetazione. Il bosco assume qui un colore verde scuro, un po’ austero, che contrasta piacevolmente con la prevalente colorazione calda ed estiva di tutto il resto: il cielo azzurrissimo, l’acqua e la vegetazione più vicina.

Un rapace volteggia qualche centinaio di metri più su, tra le cime più alte, disegnando cerchi. Sembra non avere fretta, chi può averla in un posto così? 

Un branco di temoli mi nuotano attorno, senza paura ma neanche troppa circospezione. 

La Spiaggia Medievale
La Spiaggia Medievale

L’acqua mi ha completamente rinfrescato ed il sole, che prima mi infastidiva, ora mi riscalda. Mi stendo e mi addormento velocemente. Vengo risvegliato dall’odore del barbecue, i liberi campeggiatori preparano la cena. 

Monto anche la mia tenda, non avrò trovato la locanda ma mi addormenterò cullato dal dolce gorgogliare dell’acqua! 

 

Info pratiche

Km 75,7 della SS45 della Val Trebbia, più o meno a metà strada tra Genova e Piacenza, parcheggiate nello spiazzo sulla sinistra (44.683660, 9.307442). Lasciate la SS45 e proseguite camminando in discesa per entrare nell’abitato di Ponte Organasco (PC). A valle della strada intrapresa vedrete una piccola strada che, costeggiando un orto, scende verso il fiume. Per raggiungerla, scendete verso l’incantevole borgo medievale, lasciatevi alla vostra sinistra una fontana in sasso e alla vostra destra il Castello di Ponte Organasco, quindi girate a sinistra e proseguite fino in fondo. Costeggiate l’orto, prendete poi il sentiero che costeggia un terrapieno recintato in cemento, e continuate sul sentiero principale per una suggestiva camminata nel bosco di ca 20-25 min (dislivello ca 80 m), fino a sbucare in una piccola spiaggia di sabbia. 

Anche se non presenta particolari ostacoli, il sentiero descritto potrebbe essere poco segnalato o definito, non per tutti e da affrontare comunque con calzature adatte a itinerari escursionistici che alternano tracciati di diverse difficoltà e pendenze, meglio se pensate anche per i percorsi nell’acqua (guadi e simili).

 

 

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La cascata che si getta nel mare è tra i segreti più belli d’Italia

L’Italia è un luogo meraviglioso che affascina e sorprende da tempi immemori viaggiatori e persone provenienti da ogni parte del mondo. Lo fa con il suo immenso patrimonio storico, culturale e naturalistico, con la sua bellissima a costa, bagnata dal Mediterraneo e illuminata dal sole, con le città, quelle grandi che conservano i resti di un passato che non si può dimenticare, con le metropoli e poi, ancora, con i borghi e le isole.

Le cose da fare e da vedere nel nostro Paese sono tantissime, e anche quando crediamo di aver visto tutto, in realtà, lui torna a sorprenderci e a incantarci con i suoi segreti. E oggi è proprio di una bellezza nostrana che vogliamo parlarvi, di un luogo nascosto e affascinante, e ancora poco conosciuto dai turisti, dove la natura ha creato uno dei suoi più grandiosi capolavori. Si tratta di una cascata che si getta nel mare e che regala una delle visioni più belle del mondo.

Un segreto custodito in terra sarda

Per scoprire questo luogo ancora poco conosciuto, ma estremamente affascinante, dobbiamo recarci in Sardegna, la meravigliosa isola italiana che è diventata meta imprescindibile di viaggiatori e turisti che giungono nello Stivale ogni giorno. Proprio qui, tra spiagge di sabbia bianca che si alternano a coste selvagge e a un entroterra aspro e frastagliato, si apre una visione da sogno: una cascata bianca che si getta dentro il mare.

Per ammirare questo paesaggio così inedito e incredibile dobbiamo recarci a Cuglieri, in provincia di Oristano, proprio dove si estende la regione storica del Montiferru che prende il nome dal massiccio di origine vulcanica che caratterizza l’intero territorio. Tra altipiani verdeggianti, boschi lussureggianti e fiumi, appare all’improvviso un corso d’acqua che attraversa la terra e che si lancia nel vuoto fino a fondersi col mare.

Si tratta della cascata di Cabu Nieddu, che nasce dall’incontro di un corso d’acqua, il rio Salighes, e la costa. Il fiume, infatti, attraversa il magnifico scenario del Montiferru fino ad arrivare all’altopiano di Campeda. La sua corsa finisce proprio sulla scogliera dalla quale si getta a picco creando uno scenario unico al mondo. Il più bello della Sardegna e dell’Italia intera.

La cascata che si getta nel mare: una visione mozzafiato

È uno scenario unico, affascinante e straordinario, quello che si apre davanti agli avventurieri che giungono fin qui, e che non si può descrivere ma solo vivere. Quello messo in scena dalla natura, in questa zona della Sardegna, è uno spettacolo incredibile e raro. Sono poche, infatti, le cascate che si gettano nel mare, in Italia e nel resto del mondo. Eppure Cabu Nieddu lo fa, regalando ai cittadini e ai viaggiatori uno show di immensa bellezza.

La cascata, situata tra la baia de s’Archittu e la marina di Tresnuraghes, compie un salto di circa quaranta metri, potente e selvaggio, fino a fondersi con le acque che bagnano il territorio, creando un paesaggio idilliaco.

Il periodo migliore per godersi lo spettacolo è quello che va tra i mesi di novembre e marzo. Le piogge invernali, infatti, riempiono il corso d’acqua regalando così una caduta abbondante, maestosa e impressionante.

È possibile ammirare la cascata di Cabu Nieddu dal mare, navigando la costa in barca, oppure optare per una delle tante escursioni via terra che permettono di raggiungere i punti più strategici per l’osservazione.

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Il Colorado della Provenza, un canyon a due passi dal mare

L’immediato entroterra della Provenza – Costa Azzurra regala un’infinità di luoghi e paesaggi inaspettati che meritano di essere scoperti durante una vacanza trascorsa nel Sud della Francia.

Tra i tanti luoghi da visitare ce n’è uno decisamente inaspettato, che per il suo territorio alquanto inusuale per le latitudini a cui si trova è chiamato “Colorado della Provenza”. Chi ha visitato alcuni dei parchi americani come la Monument Valley o il Bryce Canyon o Zion National Park o ancora l’Antelope Canyon, per esempio, si ritroverà nel paesaggio e nei colori che si presentano davanti agli occhi di chi viene qui.

Il luogo è Rustrel e prende il nome dal vicino villaggio che conta all’incirca 700 abitanti, uno dei tanti “village perché” come li chiamano da queste parti arroccati sulle colline che fanno da cornice a tutta la Riviera francese.

Rustrel-provenza

Fonte: 123rf

Il color ocra del Colorado della Provenza

Qui tutto è color ocra. A rendere unico questo luogo sono le sue incredibili formazioni rocciose, nate dall’erosione del tempo e dagli agenti atmosferici. Queste formazioni risalgono a più di 200 milioni di anni fa. I giacimenti di ocra iniziarono a essere sfruttati fin dal ‘700 e le formazioni rocciose odierne sono anche il risultato dell’erosione e degli scavi fatti nel corso degli anni.

La leggenda di Rustrel

Un’antica leggenda narra che la terra di Rustrel sia diventata rossa per via del sangue versato dalla bella Sirmonde che si suicidò lanciandosi giù dalle falesie pur di non essere trafitta dalla spada dal marito che aveva scoperto che la moglie aveva un amante.

I sentieri del Colorado della Provenza

Il modo migliore per esplorare questo luogo incredibile è seguendo i vari sentieri che negli anni sono stati tracciati tra le rocce color ocra e la verdissima macchia mediterranea.

Uno degli itinerari più suggestivi da percorrere a piedi è quello che porta ai Camini delle Fate, delle formazioni rocciose simili a quelle che si trovano nella Cappadocia, in Turchia.

L’itinerario del Sahara è il più gettonato. Semplice e adatto a tutti, è lungo 2,1 chilometri e il giro dura circa 40 minuti considerando l’andata e il ritorno.

Il sentiero dei Belvedere abbraccia l’intero Colorado provenzale, regalando una splendida vista di tutto il “Colorado”. Questa passeggiata è più difficile e ha un dislivello maggiore, ma offre un panorama che vale la fatica. Il circuito è lungo circa 4 km e dura circa un’ora e 45 minuti di cammino con un dislivello di 70 metri.

Tutti i sentieri sono indicati con segnaletiche blu e arancio, posizionate sui pali di ferro rosso che aiutano a seguire gli itinerari corretti da seguire. Infatti, è severamente vietato uscire dai tracciati in quanto il Colorado della Provenza è un patrimonio naturale molto fragile e sensibile al grande afflusso di visitatori. Per riuscire a preservarlo bisogna essere estremamente rispettosi del territorio. Inoltre, è vietato avvicinarsi ai Camini delle fate in quanto la roccia è estremamente friabile e quindi pericolosa, con rischio di cadute e smottamenti.

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Fioriscono i prati sulla collina: si tinge di blu e si trasforma in mare

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea. Lo è perché è questo il periodo in cui la natura lentamente si risveglia regalandoci quelle che sono le visioni più belle del mondo intero.

In questo periodo, il pianeta che abitiamo si trasforma nel palcoscenico degli spettacoli incredibili di Madre Natura: fioriscono i parchi, i giardini e le montagne, le colline e i viali alberati delle città di tutto il mondo. Sono diverse, infatti, le destinazioni da raggiungere in primavera, le stesse che esplodono in colori e profumi che inebriano e stordiscono i sensi e che tingono di meraviglia i paesaggi che conosciamo.

Ma se è uno spettacolo unico, emozionante e mozzafiato quello al quale volete assistere questa primavera, allora il consiglio è quello di raggiungere il Giappone proprio adesso. È qui che i prati stanno fiorendo, tingendo di blu questa collina che si è trasformata in mare.

Hitachi Seaside Park: la collina che diventa mare

Lo abbiamo già detto, organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea perché ci permette di andare alla scoperta di tutti quei paesaggi incantati che portano la firma di Madre Natura. Ce ne sono tantissimi, in tutto il mondo, ma se è a uno show senza eguali che volete assistere, allora l’indirizzo da raggiungere è uno soltanto.

Ci troviamo a Hitachinaka City, nella prefettura di Ibaraki in Giappone. È qui, a pochi chilometri dalla spiaggia di Ajigaura, che esiste uno dei parchi più affascinanti e suggestivi del Paese e del mondo intero. L’Hitachi Seaside Park, che si si estende per 350 ettari, affaccia direttamente sull’Oceano Pacifico e, in ogni periodo dell’anno, offre spettacoli sempre diversi grazie alle sue magiche e straordinarie fioriture.

Questo è il periodo della nemophila blu, una pianta caratterizzata caratterizzata da fiorellini campanulati di colore blu che fiorisce proprio tra aprile e maggio. Questa specie floristica si estende su tutta la collina di Miharashi nell’Hitachi Seaside Park, al punto tale che durante la sua fioritura il paesaggio esplode in tripudio di colori trasformando l’intero parco in una distesa di mille sfumature di azzurro che ricordano le acque del mare. Lo scenario è idilliaco.

La fioritura più bella del mondo

Situato ad appena 100 chilometri da Tokyo, l’Hitachi Seaside Park è raggiungibile in autobus o in treno proprio dalla capitale giapponese. Prima di organizzare un viaggio qui il consiglio è quello di monitorare lo stato delle fioriture attraverso il sito web del parco.

Come abbiamo anticipato, all’interno del parco è possibile ammirare diverse fioriture durante l’anno grazie ai numerosi esemplari di specie floristiche che sono stati piantati qui. Il parco, infatti, ospita centinaia di cipressi delle paludi si che tingono di un rosso brillante nei mesi tra settembre e ottobre infiammando tutto il paesaggi. Ci sono poi altre fioriture, che si susseguono durante le stagioni, e che incantano e attirano migliaia di viaggiatori provenienti da ogni dove desiderosi di ammirare il paesaggio che muta e che si trasforma.

Eppure se è uno spettacolo etereo che volete ammirare, il consiglio è quello di raggiungere il parco durante la primavera. Tra marzo e aprile, infatti, migliaia di nemophila fioriscono improvvisamente tingendo di blu la collina e creando una distesa infinita di fiori blu che imita, per forme e colori, il mare e che sembra perdersi all’infinito e fondersi con il cielo.

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Bibione: dalla spiaggia emerge una villa di epoca romana

Sarà un 2023 speciale quello di Bibione, nota e apprezzata località veneta per le vacanze balneari, con lunga e ampia spiaggia di sabbia finissima accarezzata dalle limpide acque dell’Adriatico.

Città di nascita recente, con nemmeno settant’anni alle spalle, tempio del benessere termale, è pronta a diventare anche meta prediletta per gli appassionati di storia e archeologia: è custode, infatti, di una villa romana, testimonianza di un passato più antico di quanto si possa immaginare.

Al via le ricerche a Villa Mutteron dei Frati

Nelle prossime settimane, gli archeologi daranno inizio alle ricerche presso la villa romana di Bibione, Villa Mutteron dei Frati, unica nel suo genere grazie al perfetto stato di conservazione, con strutture fino a due metri di altezza rimaste inalterate dal tempo.

L’obiettivo è inoltre quello di organizzare, in data da destinarsi, un’apertura straordinaria per il pubblico.

Il sito archeologico è noto fin dal Settecento e la sua importanza è stata segnalata in più di un’occasione: a inizio Ottocento dall’avvocato concordiese Dario Bertolini e poi negli anni Trenta del Novecento dal latisanese Aulo Gellio Cassi che compì il primo scavo nell’area della villa.

Negli anni Novanta, conscia dell’eccezionale scoperta, la Soprintendenza Archeologica del Veneto mise in moto una campagna di scavi che portò alla luce alcuni ambienti della villa ricchi di decorazioni.

L’interesse per Villa Mutteron dei Frati è rimasto sempre vivo con il trascorrere degli anni ma l’assenza di risorse ha bloccato il proseguimento delle indagini: qualche anno fa, tuttavia, è stato intrapreso un nuovo dialogo che ha portato, oggi, all’avvio di una nuova entusiasmante stagione di scavi e ricerche.

Gli studi previsti per il 2023

Gli studi cominceranno innanzitutto nella pineta Valgrande dove verrà eseguita una campagna di prospezioni geofisiche su una superficie di 200 metri quadrati accanto ai resti della villa ancora in parte visibili ovvero strutture murarie con pavimenti a mosaico e affreschi sulle pareti.

In questo modo, si mira a ottenere una mappa di anomalie collegabili a eventuali strutture presenti nel sottosuolo così da individuare con precisione l’area oggetto degli scavi.

Dal 6 al 31 marzo 2023 si terrà lo scavo stratigrafico che interesserà un’area di almeno 60 metri quadri, indagata da un team internazionale composto da 20 archeologi tra responsabili e studenti delle università di Regensburg e Padova.

Le aspettative sono quelle di portare alla luce ambienti tuttora sconosciuti per integrare la pianta oggi nota della villa e anche di acquisire dati importanti relativi a una datazione più precisa del periodo in cui l’antico edificio venne costruito e abitato, alle dimensioni e decorazioni, ai possibili proprietari e alle attività economiche che si svolgevano al suo interno, magari in relazione con le risorse dell’ambiente circostante e i collegamenti via acqua e via terra.

Per delineare le caratteristiche del paesaggio di cui la villa era parte integrante, nell’arco di tutto il 2023 gli esperti eseguiranno carotaggi, analisi sedimentologiche, palinologiche e ricognizioni archeologiche in estensione nella Valgrande e nel territorio alla sue spalle, in un zona compresa tra il canale Nicesolo a ovest e il fiume Tagliamento a est.

L’obiettivo è recuperare e fornire un’immagine precisa dell’antico paesaggio da cui si possano ricavare le forme dei luoghi e il quadro economico, insediativo e strutturale dell’ambiente costiero di oltre duemila anni fa e mettere i risultati a disposizione del pubblico grazie a visite guidate del sito (già durante gli scavi) e a momenti d’incontro.

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È la migliore spiaggia dei Caraibi per i viaggiatori

Anche per il 2023 TripdAdvisor ha premiato le destinazioni, gli hotel, i ristoranti e le attività più amate con i Traveller Choice Awards, classifica ricavata dalle preferenze degli utenti sulla base delle recensioni della community di viaggiatori: tutti i vincitori del premio Best of the Best sono in cima alle classifiche di TripAdvisor e si posizionano nel migliore 1% di tutti i listings presenti sulla famosa piattaforma.

Eagle Beach ad Aruba ha ottenuto il primato come “spiaggia più bella dei Caraibi” e il secondo posto come spiaggia più bella del mondo.

Eagle Beach, paradiso balneare caraibico

Eagle Beach è una delle spiagge più ampie e amate di Aruba, dalla candida sabbia soffice e ombrelloni di paglia, rinfrescata dalla brezza che attenua la calura, uno dei luoghi top per immergersi appieno nella rilassata e avvolgente atmosfera dei Caraibi.

Suo vanto, che la rende perfetta per gli amanti della natura, sono i due alberi più fotografati e rinomati dell’isola, i Fofoti, dalla caratteristica silhouette sagomata dal vento, simboli indiscussi del territorio.

La straordinaria composizione di conchiglie e coralli, fa sì che la sabbia di Eagle Beach si mantenga fresca anche nelle ore più calde della giornata permettendo rigeneranti passeggiate a piedi nudi lungo il litorale in qualsiasi momento della giornata.

Ma non è certo tutto.

La spiaggia più bella dei Caraibi è inoltre il luogo di nidificazione preferito dalle tartarughe marine che ogni anno, da marzo a novembre, tornano a depositare le uova in attesa che si schiudano. È così che, durante una camminata in spiaggia, è possibile assistere all’emozionante spettacolo della schiusa e all’incamminarsi dei piccoli verso il Mar dei Caraibi, pronti a prendere il largo.

Infine, uno dei momenti migliori per visitare questo angolo di paradiso è il tramonto, quando il cielo si tinge di arancione, rosa, rosso e viola: un cocktail presso i resort vista mare, un picnic, un telo per sedersi sulla sabbia morbida renderanno il tutto ancora più magico.

Le parole di soddisfazione per l’ambito riconoscimento

I visitatori notano e apprezzano tutti gli sforzi che facciamo da parte di A.T.A. e del Ministero del Turismo di Aruba in merito alle strategie di sostenibilità e conservazione delle nostre spiagge, ed è così che riusciamo a ottenere risultati che ci rendono orgogliosi come Paese.
Aruba è una piccola isola dei Caraibi fortemente basata sul turismo, per noi è pertanto un vero onore che una spiaggia della nostra Happy Island venga nominata miglior spiaggia dei Caraibi.
Negli anni passati, Eagle Beach si è classificata come una delle spiagge più belle dei Caraibi, ma essere al primo posto supera ogni aspettativa
“, queste le parole di Ronella Croes, Amministratore delegato di A.T.A. (Aruba Tourism Authority).

Congratulazioni ai vincitori dei Tripadvisor Travelers’ Choice Best of the Best 2023“, ha dichiarato John Boris, Chief Marketing Officer di Tripadvisor. “La ripresa dei viaggi a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno ha ulteriormente aumentato la competizione.
La presenza tra i Best of the Best dimostra che i vincitori hanno saputo offrire esperienze esemplari a coloro che contano di più: i loro ospiti.
Con il mutare delle aspettative, la continua carenza di manodopera e l’aumento dei costi, non si tratta di un’impresa facile, e sono continuamente colpito dalla capacità di resistenza e di adattamento del settore del turismo e dell’ospitalità. Brindiamo a un altro anno di successi!
“.