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In questa remota città puoi ammirare l’aurora boreale per 300 notti l’anno

Uno spettacolo della natura incredibile, di quelli capaci di levare il fiato e di rimanere per sempre tra i ricordi più belli: stiamo parlando dell’aurora boreale, un fenomeno che tantissime persone “rincorrono” osservando i cieli del nord. Ma c’è un luogo, una remota città, in cui si può ammirare l’aurora boreale per circa 300 notti l’anno.

Per raggiungerla bisogna volare in Canada e, più precisamente, nella baia di Hudson dove si trova la cittadina di Churchill. A differenza di altri posti, dove riuscire ad ammirare il fenomeno delle luci nel cielo dipende da diversi fattori, qui la magia è quasi di casa.

Churchill, la remota cittadina che regala l’aurora boreale

Ci troviamo in Canada nella baia di Hudson, nella provincia del Manitoba. Qui c’è una piccola cittadina immersa nel paesaggio tipico di questi luoghi, dove il clima è rigido e la natura regala scenari da sogno. Churchill è un luogo remoto, ma dal grande fascino per diverse ragioni. Una di queste è che si tratta di uno dei luoghi perfetti da raggiungere per ammirare l’aurora boreale che qui è visibile per circa 300 giorni l’anno. Il periodo migliore per assistere allo spettacolo è quello che va da gennaio a marzo, quando le notti durano più a lungo e le temperature sono particolarmente fredde.

Esistono appositi tour guidati per poter godere al meglio della magia del cielo e che offrono anche luoghi perfetti dove attendere che la natura metta in scena lo spettacolo più bello. Che si può osservare, ad esempio dalle Aurora Domas: si tratta di cupole in plexiglass riscaldate dalle quali osservare il cielo lontano dalle luci artificiali. Vi sono anche tour che propongono di ammirare l’aurora boreale mentre si prendono lezioni di fotografia. Per chi cerca la comodità, poi, è bene sapere che esiste l’Aurora Pod: un luogo in cui la vista spazia a 360 gradi, mentre si sta comodamente al caldo ai margini della tundra.

Il clima è molto rigido, basti pensare che durante la stagione invernale si può arrivare anche a -23 gradi e questo fa anche parte del fascino del luogo.

Non solo aurora boreale, poi, perché Churchill è anche la location perfetta per ammirare la natura e gli animali come balene e orsi polari. A patto di visitare la cittadina nel periodo giusto.

L'aurora boreale a Churchill

Fonte: iStock Photo

L’aurora boreale nel cielo notturno di Churchill

Churchill, non solo aurora boreale: cosa fare

Churchill è il luogo da raggiungere per chi ama la natura, per chi desidera vedere gli animali nel loro habitat e per chi vuole collezionare ricordi che restano indelebili nella mente. Qui, infatti, si possono ammirare gli orsi polari, le balene ed esplorare il paesaggio.

Per vedere quelli che vengono definiti “Signori dell’Artico”, come viene spiegato sul sito della cittadina, è bene affidarsi a una guida esperta e a visite guidate. A quanto pare, il periodo migliore per ammirarli è l’autunno e, nello specifico, i mesi di ottobre e novembre.

Per incontrare le balene beluga, invece, si deve visitare la cittadina in estate: si possono incontrare mentre si è a bordo di navi, oppure mentre si gira con kayak o paddle boarding.

Da non sottovalutare anche la natura intorno a sé: vale la pena esplorare il paesaggio selvaggio e conoscerne le sue peculiarità e caratteristiche. Inoltre, non mancano storia e cultura in cui immergersi per scoprire le radici di questo luogo.

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Anche il Canada rimuove tutte le restrizioni Covid

Con l’inizio dell’autunno e dei primi freddi, arrivano anche delle buone notizie. Anzi, buonissime, soprattutto per quanto riguarda i viaggi e per chiunque voglia recarsi oltreoceano e visitare uno dei Paesi più affascinanti del Nord America, il Canada.

A partire dal prossimo 1° Ottobre, infatti, verranno sospese tutte le restrizioni Covid in vigore fino a questo momento e obbligatorie per poter accedere nel territorio canadese.

Fino a oggi, infatti, per i cittadini stranieri che abbiano completato il ciclo vaccinale, sono ancora valide le condizioni in vigore tra cui: la dimostrazione del completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, l’essere asintomatico, l’invio delle informazioni obbligatorie tramite l’app “ArriveCan”, il sottoporsi al test se richiesto all’arrivo, ecc.

Una procedura, fino a qui utilissima, ma che a brevissimo, non servirà più. E la cui eliminazione permetterà a tutti di poter tornare a una normalità tanto attesa, desiderata e sperata. Oltre alla possibilità di poter riprendere a viaggiare liberamente e in sicurezza in un Paese dalle mille bellezze e opportunità.

Cosa cambia dal 1° Ottobre

Via l’obbligo di mascherina per salire sui mezzi pubblici come treni o per volare in aereo, quindi, ma via anche l’obbligo di quarantena una volta arrivati e quello di sottoporsi al tampone e vaccino per poter visitare il Paese senza incorrere in multe o sanzioni. Oltre poi alla possibilità di non dover più utilizzare l’app “ArriveCan”, per caricare i documenti sanitari all’ingresso in Canada, che diventerà una procedura facoltativa del viaggiatore.

Un ritorno alla normalità, lento e sofferto. Che passo dopo passo ha portato a questo “via libera” tanto sperato. Ma che dopo due anni e mezzo dallo scoppio della pandemia dona nuova speranza e voglia di partire in modo più agevole a tutti coloro che, proprio a causa di tutte le più che lecite e giustificate precauzioni del caso, si sono visti togliere – anche se temporaneamente – la possibilità di entrare e soggiornare in Canada.

Canada, una meta ambita

Un allentamento che è stato apprezzato sia dai turisti, già pronti a partire e prenotare il loro viaggio del cuore sia da chi, per necessità, deve recarsi in questo splendido Paese. Ma anche e soprattutto dagli addetti ai lavori, come per esempio le compagnie di crociera. Il motivo? Tra le mete più gettonate e ambite dai viaggiatori per il 2023 ci sono proprio le crociere in Canada e Alaska, e la possibilità di ritornare a viaggiare liberamente e senza infinite procedure burocratiche o limiti vari, consentirà a chi lo desidera di realizzare questo tour tanto atteso e a lungo immaginato con maggior leggerezza e con un piacere tutto nuovo.

Una vera vittoria a doppio senso, quindi, che soddisfa sia la domanda che l’offerta di un settore che tanto ha patito i risvolti della pandemia ancora in corso ma che, anche a fronte di questa notizia, sembra essere ormai alle spalle. E questo anche grazie agli enormi sforzi per mettere in sicurezza sia chi viaggia che tutti coloro che lavorano.

Non ci resta che attendere poche ore, quindi, guardando fiduciosi al futuro e alla ritrovata possibilità di muoversi da un Paese all’altro con maggior semplicità e libertà. Lasciandosi alle spalle un periodo che, in molti modi, ha segnato il mondo intero.

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Esiste un antico villaggio vichingo in Canada, ed è bellissimo

È un luogo che sembra quasi uscito da un libro fantasy o da uno di quei racconti storici impregnati di mitologia nordica: esiste un antico villaggio vichingo tutto da scoprire, così bello da mozzare il fiato. Si tratta dell’Anse aux Meadows, collocato sull’isola di Terranova, in Canada.

L’Anse aux Meadows è inserito tra i Patrimoni dell’umanità dell’Unesco non solo perché è un luogo di interesse storico, ma anche perché può ancora rivelare moltissimo della cultura vichinga: moltissimi studiosi ritengono che sia almeno una porzione della area di Vinland, dove il popolo nordico trovò pace e riparo.

La scoperta dell’Anse aux Meadows, antico villaggio vichingo

Ma facciamo un passo indietro e guardiamo alla storia: quando è stato scoperto questo luogo così speciale in Canada? Non troppo tempo fa: correva, infatti, l’anno 1960 quando l’esploratore norvegese Helge Ingstad decise di realizzare una sorta di mappa con relativa cronostoria atta a dimostrare che i vichinghi Norvegesi e Islandesi avessero preceduto Cristoforo Colombo nell’approdo in America Settentrionale, grazie alla loro abilità nella navigazione.

Groenlandia, una delle case dell'Anse Aux Meadows

Insieme alla moglie, Anne Stine, Ingstad giunse in Canada e iniziò a ripercorrere le orme degli antichi vichinghi, partendo dal presupposto che sarebbero approdati in un preciso punto dell’Oceano Atlantico. I fatti gli diedero ragione: nel corso del 1961, dopo numerose ricerche e scavi, i due trovarono lAnse aux Meadows, in uno stato di completo abbandono e per metà sepolto, oltre che completamente colonizzato da erbe e muschi.

Gli scavi e le particolarità dell’antico villaggio vichingo

Sulle prime, dunque, ciò che Helge Ingstad e Anne Stine si trovarono davanti furono una serie di tumuli rocciosi. I due, però, grazie al loro sapere, stimarono che doveva esserci molto, molto di più. Fecero partire gli scavi chiamando a raccolta archeologi dal cuore del Canada, della Norvegia e degli USA. Ciò che ne derivò fu una vera e propria campagna archeologica suddivisa in sette macro scavi, portati avanti dal 1961 al 1968 e condotti dalla stessa Stine.

Gli interni di una delle case del villaggio vichingo Anse Aux Meadows

Nel corso di questi scavi furono portate alla luce non solo le abitazioni, ma anche oggetti e reperti d’uso comune. Proprio questi reperti, datati intorno all’anno 1000, furono la prova decisiva che rende ancora oggi l’Anse aux Meadows l’unico sito comprovato di stampo vichingo in Canada e nel Nord America, lontano dalla Groenlandia, oltre che l’unica traccia di un vero e proprio contatto transoceanico e precolombiano dei vichinghi con le Americhe.

Cosa si trova nell’Anse aux Meadows?

Visitabile in ogni momento dell’anno, l’Anse aux Meadows è davvero bellissimo da vedere. Si tratta di un villaggio completo, costituito da otto case costruite con torba e legno, adibite a diversi usi. Nello specifico, sono state rinvenute tre abitazioni, quindi strutture a uso domestico al cui interno si possono trovare aree per dormire e mangiare, una fucina dove veniva fuso e lavorato il metallo e quattro officine destinate alla vendita di ferro, alla lavorazione del legno e, con buone probabilità, alla vendita di capi e beni di prima necessità.

Groenlandia, una delle case dell'Anse Aux Meadows

Non è escluso che una delle tre abitazioni fosse, in realtà, un punto d’appoggio (una sorta di locanda) dove potevano riposarsi i viaggiatori vichinghi. Di base, l’intero villaggio sembra un punto di passaggio per gli esploratori norreni, una sorta di area intermedia dove ristorarsi prima di riprendere i loro lunghi viaggi. Com’è, come non è, resta un posto imperdibile da vedere e da conoscere, una vera pietra miliare della storia dell’umanità.

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Più alte del Niagara, queste cascate sono spettacolari

In Canada ci sono delle cascate meravigliose, altissime ed immerse in un paesaggio fiabesco. No, non si tratta delle famosissime Cascate del Niagara. Stiamo parlando delle Cascate di MontMorency.

Situate a pochi chilometri dal centro di Ville de Quebec, si stagliano per 85 metri di altezza, arrivando vicino al cielo. E sono una meraviglia.

Meno famose ma più alte di quelle di Niagara di circa 30 metri, offrono uno spettacolo che non ha eguali. Il rumore dell’acqua che fruscia con potenza verso il basso è l’unico suono che questo sprazzo di natura vi offrirà. Niente clacson, né città rumorose sullo sfondo.

cascate montmorency

Un arcobaleno colora le Cascate MontMorency

Visitare le Cascate di MontMorency

Per vedere da vicino le stupende Cascate di MountMorency, in Canada, è necessario percorrere una passerella ed una teleferica. Quest’area si trova vicino alla città di Quebec City, quindi, alloggiando nei dintorni, si possono raggiungere anche con la bicicletta. Ovviamente, non mancano i collegamenti con i mezzi pubblici dalla città.

Inoltre, Ville de Québec è una deliziosa cittadina in cui alloggiare. Ricca di vicoli acciottolati con cafè e negozietti che sembrano usciti dritti da un libro di fiabe, incarna a pieno lo spirito del Canada francofono.

Il percorso delle cascate

Le limpide acque delle Cascate MontMorency nascono tra il sobborgo di Beauport e la municipalizzata Boischatel. In questo tratto di terra incontrano il fiume MontMorency che va a sfociare nel San Lorenzo. Un confluire di potenze della natura che genera uno spettacolo che vale più di tutto.

La particolarità di queste cascate è l’erosione del fiume San Lorenzo e la conformazione del terreno che creano uno sbalzo naturale di ben 85 metri. Dovete poi immaginare il fronte largo quasi 46 metri, solo così riuscirete ad avere un’idea della maestosità e della forza di questi getti d’acqua.

cascate montmorency

La maestosità di queste cascate, alte 85 metri

La passerella galleggiante

Per l’estate si prevede l’inaugurazione di una nuova attrazione che renderà le cascate ancora più attraenti. Infatti, verrà installata un passerella galleggiante di 180 metri. Costruita in acciaio e cemento, si aprirà alla base della cascata, rendendo l’esperienza nella natura ancora più coinvolgente.

Nonostante la passerella sia semi-sommersa, è progettata per resistere alla pressione del flusso e adattarsi al livello dell’acqua del bacino. Sono disponibili diverse modalità per accedere alla passerella, in modo da studiare al meglio la visita e il percorso. Di certo, si avrà un belvedere mozzafiato e qualche schizzo d’acqua a rendere più divertente l’avventura.

Quando programmare il viaggio?

Il momento dell’anno ideale per ammirare queste cascate sono i mesi estivi, quindi tra maggio e fine agosto. Anche se il clima della zona permette di esplorare serenamente città e natura anche nelle mezze stagioni.

Nelle belle giornate è possibile organizzare un delizioso pic nic con vista sulle cascate, immergendosi a pieno nella natura, magari gustando alcune pietanze locali. Il parco delle Cascate MontMorency è perfetto per passeggiate e momenti di relax all’aria aperta. Inoltre, si tratta di una location suggestiva anche per gli amanti del trekking e delle escursioni, ma anche della fotografia. 

State già controllando i voli per il Canada? Un viaggio tra le bellezze della natura è sempre una buona idea.

cascate montmorency canada

Il panorama mozzafiato delle cascate MontMorency

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L’isola che non c’è esiste davvero ed è unica

L’isola che non c’è forse esiste davvero e bisogna spingersi fino in Canada per raggiungerla. È Sable Island, una lingua di sabbia a forma di mezzaluna lunga 42 km e non più larga di 1,3 km, situata al largo della costa della Nuova Scozia, nell’Oceano Atlantico. Un microcosmo davvero unico, che si è formato da grandi quantità di sabbia e ghiaia depositate sulla piattaforma continentale alla fine dell’ultima era glaciale, e che è stato modellato e rimodellato dai cambiamenti del livello del mare, dagli strati di ghiaccio, dai forti venti e dalle onde per almeno 10.000 anni.

L’isola è ben nota per la sua fiorente popolazione di cavalli selvaggi e per la sua fauna straordinaria. Da tempo, gli scienziati stanno lavorando insieme per capire come le forze straordinarie della natura influenzino i suoi continui cambiamenti.

La forza della natura sull’isola di Sable

Situata a quasi 300 chilometri da Halifax, in Nuova Scozia, Sable Island è avvolta ancora oggi dal mistero. Vi si accede principalmente tramite un aereo di linea regionale di pochi posti, oppure occasionalmente anche in elicottero. I forti venti e le correnti oceaniche continuano a modellarla da est a ovest, dando luogo a strati di sabbia o sedimenti ordinati.

La potenza della natura qui è una costante. Oltre a cercare di capire la spinta e l’attrazione dell’oceano, gli scienziati hanno la possibilità di osservare specie veramente uniche, come le oltre 400.000 foche grigie – la più grande colonia del pianeta – e una specie di ape endemica conosciuta solo sull’isola.

L’isola dei cavalli selvaggi

La storia dell’isola di Sable è a dir poco affascinante. Si crede che i mercanti portarono qui i cavalli nel 1700, tuttavia l’isola era troppo lontana per il commercio, così i mercanti si trasferirono, lasciando qui i loro cavalli. Oggi questi stupendi animali selvaggi, di cui si contano almeno 500 esemplari, beneficiano di misure protettive approvate sotto il mandato del primo ministro John Diefenbaker, che si è impegnato, a nome del governo federale, a non spostarli mai per non mettere in pericolo la razza, diventata dal 2008 l’emblema della Nuova Scozia.

L’isola è quasi interamente composta da sabbia, dune e bassa vegetazione. La forza esercitata dal vento e dalle onde ne cambia costantemente i contorni e, stando agli scienziati, in futuro l’aumento del livello del mare potrebbe contribuire a un più rapido mutamento di forma. Ma questa lingua sabbiosa del Canada, tra le isole più strane al mondo, è anche tristemente nota come il “Cimitero dell’Atlantico”.

Il triste destino di Sable Island

Con la fredda Corrente del Labrador da una parte e la più calda Corrente del Golfo dall’altra, Sable Island è avvolta da fitte nebbie che ne accrescono il fascino misterioso, ma che, unite alla violenza di vento e onde e ai banchi di sabbia che la sommergono, l’hanno trasformata in teatro di numerosi naufragi. Più di 300 se ne sarebbero verificati qui, il più recente dei quali ha visto protagonista un peschereccio che si è incagliato e si è spezzato nel 1999. Per fortuna, grazie ai progressi della tecnologia e della navigazione, i naufragi sono diventati estremamente rari in tutta l’isola.

Isola che non c'è esiste davvero unica

Sable Island, l’isola abitata dai cavalli selvaggi

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Cosa ci fa l’immagine di una testa aborigena nel cuore del Canada?

Nel 2006, durante l’esplorazione delle immagini satellitari messe a disposizione da Google Earth, Lynn Hickox ha fatto una scoperta sensazionale e inaspettata che ha incuriosito il mondo intero. Ha trovato, infatti, nel cuore del Canada, una misteriosa raffigurazione di una testa umana che indossa un copricapo tipico degli aborigeni. Il profilo altamente evocativo e visibile solo dall’alto, ha attirato l’attenzione di tutti in pochissimo tempo.

L’immagine è visibile solamente dall’alto sorvolando l’area in cui questa si trova. Ma può essere riconosciuta facilmente anche attraverso le immagini satellitari di Google Earth, del resto è grazie è quelle che la scoperta è avvenuta. Ma cosa ci fa quella grande e maestosa testa umana? Si tratta forse di un’opera di land art che nessuno ha rivendicato?

Dal momento della scoperta, leggende, credenze e storie affascinanti sono state raccontate per provare a spiegare il mistero di The Badlands Guardian, il Guardiano dei Calanchi che sembra proteggere, in maniera vigile, un appezzamento di terra canadese. L’immagine è visibile anche a bordo di un aereo, sorvolando sopra l’area di Medicine Hat in Alberta. Ma come mai è lì? E chi è l’artefice di quell’immagine?

The Badlands Guardian: tra mito, realtà e leggende

L’immagine del Guardiano dei Calanchi si estende per 255 metri di larghezza e 225 di lunghezza su un terreno nei pressi di Medicine Hat, centro urbano canadese, di proprietà di alcuni allevatori locali. Sono in molti a sostenere che quel profilo umano sia là da secoli e che riconduca direttamente ai Maya. Qualcun altro, invece, crede che nel Badlands Guardian ci sia lo zampino degli alieni.

Ma la verità è che, secondo gli esperti, nessuna di queste teorie è vera. L’immagine, infatti, è stata spiegata come una peculiare caratteristica geologica dovuta all’erosione del terreno, ricco di argilla, a contatto con l’acqua piovano.

Una meraviglia della natura, quindi, creatasi a seguito di una serie di fattori determinanti e casuali che ha dato vita a un vero e proprio profilo umano scolpito sulla terra, con tanto di naso, occhi, bocca e un copricapo indigeno.

Guardando attentamente la fotografia, in molti hanno notato anche degli auricolari attorno al viso dell’uomo che si affaccia a ovest, motivo per il quale il Guardiano dei Calanchi è stato anche soprannominato Indian Head with Earphone. Anche il mistero di quelle cuffie è stato spiegato: sulla terra, quelle due figure, corrispondono rispettivamente a una strada e un pozzo petrolifero.

La risoluzione del mistero del Guardiano dei Calanchi, che restituisce a tutti l’immagine di un profilo umano, è stata spiegata dagli esperti come fenomeno di pareidolia, un’illusione che induce a vedere forme riconoscibili o familiari in quelle amorfe.

La scoperta del guardiano misterioso

The Badlands Guardian: è stato scoperto in via del tutto casuale da Lynn Hickox mentre esplorava la zona attraverso le immagini satellitari messe a disposizione da Google Earth a Medicine Hat, nella contea di Cypress in Alberta, Canada. Il terreno sul quale è stata “scolpita” l’immagine, appartiene ad alcuni allevatori locali.

In molti, dal momento della scoperta, si sono recati nella cittadina canadese per esplorare il terreno che però, lo ricordiamo, è di proprietà privata. Inoltre, visto da vicino, non restituisce la medesima suggestione.

Al contrario, invece, la visione dall’altro ci permette di ammirare tutta la suggestione di quel grande guardiano disegnato sulla terra. Possiamo vederlo nitidamente anche grazie alle immagini satellitari di Google, a queste coordinate: 50° 0’38.20″N, 110° 06′ 48.32″W. Dopo la sua scoperta The Badlands Guardian è stato annoverato tra le meraviglie e inedite scoperte fatte attraverso Google Earth.

The Badlands Guardian

The Badlands Guardian visto dalle immagini satellitari di Google Maps