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Alla scoperta di Noci, in Puglia, tra gnostre e profumo di cioccolato

Il borgo di Noci è un luogo incantevole e ammaliante, incastonato in uno scenario unico al mondo. I trulli e le masserie, caratteristici del luogo, fanno subito capire a chi fa tappa qui che si è immersi in una delle aree più deliziose della Puglia. Il paese sorge a metà strada tra Bari e Taranto ed è abbarbicato su una delle splendide colline delle Murge. A circondarlo ci sono i rigogliosi boschi di fragno e altri territori dal fascino irresistibile, come ad esempio quello di Alberobello.

Ecco tutto quello che c’è da vedere a Noci, uno dei borghi storici più belli della Puglia.

La storia di Noci

Il borgo di Noci ha una storia lunga secoli. Le prime notizie sulla presenza di un centro abitato risalgono al VI secolo, quando nacque come fortezza militare. Nei secoli successivi, fu la dominazione normanna a fondare un vero e proprio nucleo cittadino. Tale centro fu eretto attorno a una torre normanna che è poi stata trasformata in un campanile.

A partire dal ‘300, il borgo ha vissuto un periodo piuttosto florido. Ha allargato i suoi confini e si è impreziosito sia dal punto di vista economico sia da quello culturale e artistico. La chicca di Noci è il suo centro storico. I turisti che si perdono nelle sue vie, che pullulano di arte e architettura, è come se vivessero una sorta di dolce viaggio in un tempo antico.

Cosa vedere a Noci: chiese e luoghi storici

Uno dei luoghi simbolo e tra i più suggestivi di Noci è la Chiesa Matrice, dedicata a Santa Maria della Natività. Venne eretta nei primi anni del ‘300 per volontà, si narra, di Filippo I d’Angiò. La tradizione vuole che il principe di Taranto ebbe un’apparizione della Madonna mentre si trovava in questa zona e per omaggiare tale evento avrebbe fatto costruire una chiesa al cui interno, tutt’oggi, si possono ammirare stupende opere d’arte e architettoniche. Tra queste spicca un fonte battesimale policromo trecentesco. Anche l’esterno dell’edificio ha numerosi elementi di valore, come ad esempio l’antica facciata tardo-gotica e il suo campanile. A pochi passi dalla collegiata, svetta la Torre dell’orologio (chiamata anche Torre civica) che dall’800 è il simbolo del paese.

Tra i luoghi che meritano una visita figura anche la chiesa abbaziale di Barsento. Sulla data della sua costruzione gli studiosi hanno dibattuto a lungo. La tesi più accettata oggi, avendo elementi del periodo romanico, è che la chiesa sia stata edificata nei secoli XI-XII. La costruzione sorge sulla vetta di una collinetta affacciata sul canale di Pirro, a circa 6 km dall’abitato.

Altro luogo d’interesse è la Chiesa dei Cappuccini, che ha visto delle modifiche tra l’Otto e il Novecento sul vecchio convento francescano fondato nel XVI secolo. Al suo interno c’è la sagrestia che ospita una tela seicentesca attribuita a Luca Giordano raffigurante la Vergine.

Meritano una menzione anche il monastero benedettino della Madonna della Scala, fondato da don Emanuele Caronti nel 1930 su un edificio benedettino situato a circa 5 km dal centro abitato, ed il santuario della Madonna della Croce che ha sede a 1 km dal nucleo storico del paese e risale al XV secolo. Al suo interno c’è l’affresco della Madonna della Croce di autore ignoto del XV secolo, restaurato nel 1999 e nel 2020.

Le gnostre di Noci

Altra particolarità di Noci sono le gnostre. Si tratta di piccoli cortili aperti che si affacciano sulle viuzze del centro storico. Inizialmente erano delle vere e proprie strade, successivamente chiuse tra le abitazioni che andarono ad implementarsi man mano che la popolazione aumentava. Oggi queste aree chiuse su tre lati sono una delle attrazioni più note e apprezzate per chi giunge a Noci, soprattutto durante il periodo autunnale.

Gli eventi più importanti a Noci

Noci è una località ricca di eventi e tradizioni, oltre che di luoghi storici da visitare. Durante la settimana Santa, hanno grande importanza la processione dei Misteri e la processione del Cristo di Casaboli. Nel corso della prima, le statue rappresentanti vari momenti della passione di Cristo vengono portate per il paese in commemorazione delle fasi salienti della Passione e Morte di Gesù; nella seconda, ad essere portato in processione è un crocifisso molto antico e venerato dai nocesi, che secondo la tradizione proviene dal casale di Casaboli (da qui il nome dato all’evento).

Altro appuntamento importante per il borgo è la festa patronale in onore della Madonna della Croce, che si festeggia dal 30 aprile a 4 maggio. In questi giorni si svolgono tutti gli anni diverse manifestazioni e pellegrinaggi in paese.

Noci si veste poi a festa per San Rocco. All’evento liturgico del 16 agosto e poi della 1ª domenica di settembre, segue l’omonima fiera che pullula di eventi e iniziative.

Durante la seconda domenica di ottobre è il momento dei solenni festeggiamenti in onore di Maria SS.ma del Rosario e dei santi medici Cosma e Damiano. Alla commemorazione liturgica si affiancato concerti bandistici, spettacoli pirotecnici e luminarie. La processione serale del lunedì è preceduta da sbandieratori e da una cavalcata.

Inoltre, tra ottobre e novembre, a Noci vengono organizzate diverse sagre e feste. La più famosa è il Bacco nelle gnostre, una manifestazione del vino novello e delle castagne, nota anche per il cioccolato. I piccoli cortili che si affacciano sulle strade del centro storico fungono da luogo di aggregazione, dove residenti e turisti si danno appuntamento per sorseggiare un buon bicchiere di vino e per consumare qualche caldarrosta. Tantissime poi le iniziative allestite per l’evento che, a causa della pandemia, è stato sospeso dal 2020 al 2022. Nel 2023 è tornato ad animarsi. Si tratta di una delle sagre più famose e rinomate dell’area.

Dove si trova noci e come arrivare al centro storico

Noci sorge in una zona collinare, a un’altezza media di 420 metri s.l.m. A oggi conta più di 18mila abitanti e il suo comune fa parte della città metropolitana di Bari. Per accedervi si possono percorrere diverse strade provinciali: c’è quella che arriva da Putignano (6 km), da Alberobello (10 km), da Mottola (20 km), da Gioia del Colle (18 km), da Martina Franca (24 km), da Massafra (28 km), da Castellaneta (25 km) e da Fasano (30 km).

Attorno a Noci c’è una circonvallazione grazie alla quale gli automobilisti possono aggirare il centro urbano e raggiungere lo svincolo che conduce alle zone limitrofe.

A Noci si può anche arrivare in treno nella stazione omonima che si trova sulla ferrovia Bari-Martina Franca-Taranto ed è gestita dalle Ferrovie del Sud Est. È una linea ferroviaria antica, entrata in servizio nel lontano 1903 assieme al tronco Putignano-Locorotondo.

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Visitare il borgo di Alberobello in un giorno: le tappe imperdibili

Esistono luoghi intrisi di fascino che raccontano storie di un passato antico in cui la vita scorreva lenta ed erano le cose semplici ad avere la massima importanza. Piccoli scrigni di bellezza davanti ai quali meravigliarsi almeno una volta nella vita. Uno di questi luoghi meravigliosi è la cittadina conosciuta come la “Capitale dei trulli”: Alberobello.

È uno dei borghi della Puglia più caratteristici e che vale assolutamente la pena visitare se si decide di organizzare un viaggio in questa meravigliosa regione italiana. L’unicità architettonica e l’importanza storica di Alberobello sono state riconosciute dall’Unesco, che le ha conferito il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità dal 1996. Ma non è tutto, perché sono numerosi gli elogi a questo angolo di terra pugliese dove le case creano uno scenario unico nel suo genere: il Touring Club Italiano gli ha conferito più volte la Bandiera arancione, un marchio di qualità turistico-ambientale importante, mentre l’ANCI l’ha riconosciuto come uno dei Borghi più belli d’Italia.

Ecco tutto quello che dovresti vedere in una giornata ad Alberobello: i rioni storici, i trulli tradizionali, i musei e le viste spettacolari sul paesaggio.

La storia di Alberobello

I muri candidi sormontati dai tetti conici con pietre a secco sono il simbolo di Alberobello: i trulli. Un tipo di costruzione tradizionale della Puglia centro-meridionale e in particolare nella Valle d’Itria, dove si trova una concentrazione maggiore. Rappresentano il perfezionamento delle preistoriche thòlos, presenti nelle varie zone dell’Italia, ma i trulli si distinguono da esse per la loro continuità d’uso.

I trulli più antichi di Alberobello risalgono al XIV secolo. È proprio in quel periodo che questa terra all’inizio disabitata fu assegnata al primo conte di Conversano Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, che decise di introdurre dal feudo di Noci una quarantina di famiglie di contadini. Con il passare del tempo sorsero nella zona degli insediamenti rurali che, accorpandosi poco a poco formarono dei veri e propri villaggi soprannominati in seguito Aia Piccola e Monti.

Per evitare di pagare le tasse sui nuovi insediamenti al Regno di Napoli, ai nuovi coloni venne imposta la costruzione di muri a secco, senza malta, di modo che potessero essere facilmente smantellate. Tuttavia, l’uso di questa particolare tecnica edilizia era anche dovuto all’abbondanza di pietra calcarea e carsica in quelle zone, che venivano utilizzate per le costruzioni.

Cosa vedere ad Alberobello

Per visitare i trulli di Alberobello, dovrete perdervi tra le sue viuzze caratteristiche, estese tra i trulli e le costruzioni che rendono questo borgo un gioiello di rara bellezza. Lasciate l’auto in uno dei parcheggi appena fuori dal centro storico e partite per una giornata alla scoperta di Alberobello. Il percorso inizia esplorando tutto quello che merita di essere visitato nei due principali rioni di questa fiabesca cittadina pugliese: Rione Monti e Rione Aia Piccola.

Rione Monti

Partite da una delle perle riconosciute dell’Unesco: il Rione Monti. Il distretto più famoso ed esteso è composto da ben 1030 trulli, allineati lungo i margini di otto stradine irregolari che procedono verso la sommità del colle, sulla cima del quale spicca la chiesa di Sant’Antonio da Padova, anch’essa a forma di trullo.

Qui sorgono trulli di ogni tipo, i più conosciuti dei quali sono i Trulli Siamesi, uniti sulla sommità ma con ingressi che aprono su due strade diverse. Un tempo collegati da una porta esterna, si racconta che furono separati a seguito di una faida tra due fratelli, innamorati della stessa fanciulla. Molti dei trulli di questa zona ospitano negozietti e botteghe di artigianato locale nei quali fare shopping acquistando souvenir di legno, pietra o cuoio, oppure sfiziosi alimenti tipici della regione, come i celebri taralli pugliesi.

Per ammirare il Rione Monti dall’alto e godere di un panorama spettacolare potete raggiungere Alberobello centro, in piazza Gian Girolamo D’Acquaviva D’Aragona. Qui si trova la terrazza-tetto Belvedere o Terrazza della chiesa di Santa Lucia, resa pubblica ai visitatori a partire dagli anni ’90: si apre così davanti agli occhi una vista meravigliosa sui trulli più antichi e caratteristici, e su quei misteriosi simboli bianchi che compaiono su alcuni dei loro tetti in pietra.

Rione Aia Piccola

Dopo l’immersione nella zona più celebre di Alberobello, potete recarvi nel Rione Aia Piccola, a breve distanza dal Rione Monti e poco più a nord: è più piccolo e totalmente residenziale e questo lo rende ancor più autentico e prezioso. Qui la vita scorre lenta e nelle viuzze si diffondono i profumi inconfondibili dei piatti tradizionali pugliesi. Si tratta di una zona che comprende 400 trulli, perfetta per immergersi nell’atmosfera del vecchio borgo medievale visto che, rispetto alle altre zone della città, è l’unica a non essere invasa dalle attività commerciali.

Musei e altri punti d’interesse da visitare in un giorno ad Alberobello

Poco distante, tra Aia Piccola e piazza del Popolo, sorge Casa Pezzolla, un complesso architettonico unico nel suo genere affacciato a Piazza XXVII Maggio, composto da 15 trulli comunicanti tra loro. Oggi è la sede del Museo del Territorio, ideale per chi vuole conoscere la cultura locale scoprendo le attività produttive principali della zona e ammirando gli arredamenti tipici di un trullo dell’epoca contadina. Poco distante da questa piazzetta è ancora visibile un antico magazzino in cui venivano raccolte anticamente le decime e nel quale oggi sono presenti alcuni locali commerciali.

Tra un rione e l’altro è d’obbligo una sosta in uno dei ristoranti-trullo della città, per assaggiare le delizie locali, come le orecchiette alle cime di rapa, e gustare i prodotti tipici della zona, come l’olio extravergine d’oliva.

Poco distante da questa zona di Alberobello, non lasciatevi scappare il Trullo Sovrano, l’unica struttura conica a due piani della cittadina. Con un’enorme facciata, questo trullo è oggi una casa-museo con ingresso a pagamento (2 euro): la visita, che permette di esplorare la struttura tipica dei trulli dall’interno, comprende le sale arredate con mobilio tipico del Novecento e il giardino mediterraneo.

Ultima, ma non per importanza, merita una visita Casa D’Amore, la prima struttura “stabile” costruita da quando Alberobello è stata riconosciuta come città da parte di Ferdinando IV re di Napoli. Prima di allora, infatti, era permesso realizzare edifici esclusivamente in pietra a secco, senza l’uso di malta. Casa D’Amore risale al 1797 ed è il simbolo del passaggio di Alberobello da borgo a cittadina riconosciuta.

Un’oasi verde a due passi dal centro storico

A sud del centro abitato di Alberobello, potrete immergervi nell’oasi naturale del Bosco Selva, perfetto per una pausa rilassante a contatto con la natura. Con un’estensione di 40 ettari, è possibile passeggiare tra i numerosi sentieri che lo attraversano ammirando i numerosi esemplari di flora locale. Il parco ha un’area attrezzata per i bambini, oltre a panchine e tavoli per piacevoli picnic: il luogo perfetto per ripararsi dalla calura estiva e rigenerarsi per poi proseguire alla scoperta delle attrazioni più sorprendenti della “Capitale dei trulli”.

Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.

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Cosa sono i simboli esoterici sui trulli di Alberobello

Terra di tradizioni, cultura e bellezza: la Puglia è una regione tutta da scoprire in cui la natura convive con ciò che ha creato la mano dell’uomo in un disegno perfetto, fatto di un mix di colori e fascino difficile da dimenticare.

E di luoghi da sogno, come Alberobello che con i suoi trulli è meta amatissima dei viaggiatori di tutto il mondo. Fotografi, immortalati, osservati, sono dotati anche di un alone di mistero: li avete notati i simboli esoterici sui trulli di Alberobello? Si possono trovare sui tetti di questi particolarissimi edifici e la loro origine è davvero antica.

I simboli esoterici sui trulli di Alberobello

A camminare per la strada sembra di essere entrati in un altro mondo: case bianche, dalle forme insolite, che sembrano quasi brillare sotto la luce del sole.

Sono i trulli, edifici di forma conica che si trovano in Puglia nella parte centrale e più a sud della regione. In genere composti da un unico vano, di pianta circolare, si possono trovare anche più grandi, con l’aggiunta di altri simili vani simili accanto a quello principale. Mura spesse e poche aperture verso l’esterno, sono altri due dettaglii molto rappresentativi di queste costruzioni che restano calde in inverno e fresche d’estate.

Sulla cima si trova un pinnacolo che ha dato vita a diverse teorie: alcune ritengono possa essere una sorta di firma della famiglia, altre un segno indentificativo di chi aveva costruito il trullo. Tra le altre ipotesi quella magica: che fossero composti da simboli che potevano essere collegati al culto del sole.

A un occhio attento, però, non possono sfuggire anche i simboli esoterici che si possono vedere sui tetti, sulla loro parte frontale: sono bianchi, dipinti con la calce, e spiccano sulle pietre incastrate tra loro fino a formare il cono.

Pare che si tratti di simboli magici e propiziatori, che fanno parte del culto pagano, di quello cristiano oppure che possono avere derivazioni anche diverse.  Ad esempio, quelli che ricordano dei dischi potrebbero essere collegati a culti del passato, come quello legato al sole, quelli – invece – che presentano delle croci potrebbero essere legati alla religione cristiana.

Pare che siano circa 200 e che siano molto diversi uno dall’altro. Potrebbe essere divertente girare per Alberobello e andare alla scoperta di quelli più particolari e interessanti. Sono stati classificati in diverse tipologie: primitivi, cristiani, pagani, magici e grotteschi.

I simboli primitivi sui trulli

Linee, punti, cerchi e triangoli: sono questi alcuni dei segni di tipo primitivo che si possono osservare sui tetti dei trulli di Alberobello. In genere le linee si presentano a gruppi di tre o sette e possono essere dritte o curve. Si tratta di quelli il cui significato è più complesso da decifrare.

I simboli cristiani

Ci sono anche alcuni disegni che sembrano rifarsi alla tradizione cristiana. Ad esempio, il sole, che si può tradurre con Cristo, un cuore trafitto che vuole ricordare Maria, ma anche le iniziali dei santi patroni. La luna, invece, starebbe a indicare l’uomo.  Pare che questa tipologia di disegni sia la più numerosa tra quelle che si possono vedere sui tetti di Alberobello.

I simboli pagani

Aquile, oppure la testa di animali come cavallo o cane e, ancora, il serpente: tutti questi segni dipinti fanno parte dei simboli pagani, che possono essere direttamente collegati ai culti del passato più remoto e in particolare a quelli degli antichi romani. Qualche esempio del loro significato? Il gallo significa vigilanza, mentre il cavallo il lavoro. Il serpente, infine, starebbe a indicare accortezza.

I simboli magici

Tutto quello che riguarda astrologia, pianeti, e segni zodiacali rientra nella simbologia magica visibile su alcuni dei tetti dei tanti trulli di Alberobello. Tra i disegni, ad esempio, si può anche scorgere un tridente in questo caso simbolo della trinità, oppure Toro o Gemelli per la fortuna: pare infatti che, insieme a Cancro, Leone e Bilancia, siano come dei veri e propri simboli per portare buona sorte.

I simboli grotteschi

Particolarissimi, infine, sono i simboli che vengono definiti grotteschi. Questi non hanno un significato religioso, magico o propiziatorio ma sono semplicemente l’elemento identificativo scelto dal proprietario dell’edificio per raccontare di sè. Ci possono essere tetti con le iniziali o altri in cui è stato dipinto il mestiere specifico, altri ancora con disegni legati all’agricoltura come rami d’ulivo o grappoli d’uva.

Alberobello, il fascino dei trulli simbolo della città

I trulli non sono solo simbolo della città di Alberobello ma sono uno degli elementi identificativi della Puglia. Lo sono almeno tanto quanto le spiegge da sogno, la natura che regala scorci mozzafiato e alcuni bellissimi centri abitati che sono vere e proprie perle preziose da inserire in un itinerario di viaggio alla scoperta di questa regione.

Per il loro fascino, per la storia che racchiudo e per quel pizzico di magia e mistero che emanano, non stupisce, quindi, che i trulli siano stati dichiarati patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1996.

Su questi particolarissimi edifici dal grande fascino sono stati portati avanti molti studi nel corso del tempo e vale la pena approfondirne la storia in occasione di una visita in questo luogo fantastico della Puglia.

Se si ha in programma una vacanza alla scoperta della Puglia, la tappa ad Alberobello è immancabile: la si può visitare di giorno, ma anche di notte regala un fascino senza tempo e un colpo d’occhio speciale, da conservare tra i ricordi più belli.

Tra gli edifici da vedere assolutamente non può mancare una tappa alla casa-museo del Trullo Sovrano, unico in tutta la città a svilupparsi su due piani, oppure al Rione Monti dove di possono ammirare circa 1000 coni. Nel Rione Aia Piccola ci sono circa 400 trulli abitati. Pare che nei due rioni ci sia un totale di circa 1500 edifici di questo tipo, il sito Unesco sottolinea che la massima concetrazione di trulli meglio conservati si trova proprio qui.

Passeggiare per Alberobello significa colmare gli occhi di meraviglia, ma anche di vivere un’esperienza che sembra essere senza tempo: tra case bianche, tetti che si stagliano nell’azzurro del cielo, storia e misteri. Un luogo fantastico e indimenticabile.

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Valle d’Itria: un itinerario per scoprire la Puglia più vera

Fra verdi distese di ulivi e mare che dista una ventina di minuti, cuore della Puglia più vera è la Valle d’Itria, caratterizzata dagli inconfondibili trulli, le pittoresche abitazioni in pietra dalla forma di cono, masserie, muretti a secco, panorami da cartolina e borghi che non si dimenticano.

Laddove terminano le Murge e ha inizio il Salento, tra le provincie di Bari, Brindisi e Taranto, la valle si regala per una vacanza autentica, lenta, alla scoperta di preziose meraviglie passo dopo passo.

Cosa vedere in Valle d’Itria: Alberobello, la perla

Non si può non iniziare l’itinerario alla scoperta della stupenda valle pugliese senza citare Alberobello, il borgo dei trulli, il più famoso e inserito nel 1996 dall’UNESCO nella World Heritage List nonché Bandiera Arancione del Touring Club.

È davvero impossibile, infatti, non serbarne un ricordo indelebile: l’atmosfera è “magica e originale“, i rioni uno più affascinante dell’altro (basti pensare al turistico Rione Monti con circa mille trulli e al Rione Aia piccola a uso residenziale), i candidi trulli protagonisti indiscussi.

Da non perdere il trullo sovrano, il più grande, l’unico con due piani e immensa cupola di 14 metri: la casa museo ospita mobili d’epoca originali e un delizioso giardino.

Carovigno, gioiello dalle origini millenarie

Carovigno, in provincia di Brindisi, sorprende con un centro storico dalle origini millenarie che custodisce ancora le due antiche porte d’accesso, Porta Ostuni e Porta Brindisi, le tipiche case in pietra e calce bianca, e il Castello Dentice di Frasso, in posizione panoramica, con tre delle quattro torri originarie tuttora in piedi.

In più, a pochi chilometri dal cuore del borgo, ecco la splendida Riserva Naturale di Torre Guaceto e l’Area Marina Protetta, 1200 ettari plasmati da dune alte anche 15 metri, uliveti secolari e paludi: è il posto ideale per trekking e itinerari in bicicletta al cospetto di natura e storia.

Le Grotte di Castellana, incanto sotterraneo

Castellana Grotte, Puglia

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Castellana Grotte, Puglia – iStock

Il raccolto comune di Castellana Grotte è custode di una delle innumerevoli meraviglie di Puglia, vale a dire le Grotte di Castellana, uno spettacolo di cavità, stanze e corridoi a circa 70 metri di profondità con stalattiti, stalagmiti, fossili e concrezioni dai colori e dalle forme uniche.

La visita guidata, lungo due itinerari a scelta, uno completo e uno parziale, conduce in un mondo che non si può descrivere a parole e, amate dai turisti a livello internazionale, sono a pieno titolo un’occasione imperdibile per scoprire un lato naturistico straordinario della Valle d’Itria.

Lo storico borgo di Ceglie Messapica

Da includere nella lista delle mete da non perdere in Valle d’Itria è lo storico borgo di Ceglie Messapica, uno dei più antichi della Puglia, dal centro storico medievale disegnato da suggestivi vicoletti su cui si affacciano le tipiche casette bianche ed edifici dall’assoluto valore architettonico e storico.

Simboli ne sono Piazza Plebiscito con l’ottocentesca Torre dell’Orologio, la Collegiata di Santa Maria Assunta con facciata in stile proto-classico, cupola maiolicata e pregevoli affreschi all’interno, e poi il Castello Ducale in posizione panoramica, che ospita il MAAC – Museo Archeologico e dell’Arte Contemporanea con Pinacoteca Emilio Notte e Biblioteca Comunale Pietro Gatti.

Cisternino, tra i Borghi Più Belli d’Italia

L’itinerario prosegue con Cisternino, tra i Borghi Più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club, antico e candido borgo appollaiato su una collina verdeggiante.

Passeggiare lungo il centro storico dall’atmosfera “intima e raccolta” è un vero piacere: vasi fioriti danno un tocco in più alle basse case di stile orientale, alle scalinate, al dedalo di vicoletti lastricati e ai cortili nascosti.

Dalla piazza centrale Vittorio Emanuele si diramano quattro rioni tutti da percorrere per fare la conoscenza dei “fornelli“, le osterie aperte a ogni ora, dove assaporare il meglio della gastronomia del territorio, vanto indiscusso di Cisternino.

La poliedrica Fasano

Spiagge da favola, uno dei parchi faunistici più grandi d’Italia e un patrimonio storico di sicuro fascino: tutto questo è Fasano, fondata nell’XI secolo.

Qui, da prevedere qualche ora lungo il centro storico dove le stradine sono talmente strette da impedire ai raggi solari di filtrare e sono molte le attrazioni a partire dalla principale Piazza Ciaia su cui svettano antichi palazzi nobiliari nonché la Torre dell’Orologio e Palazzo Balì, sede del Municipio, per arrivare alla Chiesa di San Giovanni Battista dalla facciata tardo-rinascimentale, e al Torrione delle Fogge, superstite del muro di cinta che delimitava Fasano in passato con quattro torri d’avvistamento.

Locorotondo, il bianco borgo di Puglia

Locorotondo, Puglia

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Locorotondo, Puglia – iStock

Quieto borgo della Valle d’Itria dalle candide casette è poi Locorotondo, tra i Più Belli d’Italia, dall’inconfondibile forma circolare e “regno dei balconi fioriti” e delle cummerse, abitazioni dalla forma rettangolare con tetti spioventi realizzati in chiancarelle, lastre in pietra calcarea.

Camminando lungo il labirinto di abbaglianti stradine, lo sguardo si posa su chiese antiche, botteghe artigiane e palazzi barocchi: meritano una menzione la Chiesa di San Giorgio Martire dalla facciata neoclassica, la seicentesca e semplice Chiesa di San Nicola, il barocco Palazzo Morelli, e la Torre dell’Orologio del XVIII secolo.

La “bellissima ed elegante” Martina Franca

La magnifica cittadina di Martina Franca, dal glorioso passato, ha saputo conservare intatto il fascino del suo cuore storico a 400 metri di altezza, facile da scoprire a piedi, e vero e proprio “museo a cielo aperto”.

L’intrico di stretti vicoletti di ciottoli mostra bellezze ineguagliabili come Palazzo Ducale, oggi sede del Municipio dalle sale riccamente affrescate, il signorile Palazzo Nardelli e la Basilica di San Martino, in stile barocco martinese.

Inoltre, da segnalare è il Bosco di Pianelle, riserva naturale regionale ricca di biodiversità con rilassanti itinerari da percorrere a piedi e in bicicletta: sono, infatti, 15 chilometri di sentieri suddivisi in 21 percorsi.

Ostuni, la “città bianca” per eccellenza

Infine, non si può lasciare la Valle d’Itria senza aver fatto tappa a Ostuni, la “città bianca” per eccellenza della Puglia, conosciuta anche come “città presepe” oppure “regina degli ulivi”.

Il suo candido cuore medievale svetta su un’altura abbracciata da verdi uliveti e si fa apprezzare per le case imbiancate a calce, i tortuosi vicoletti, le scalette e otto torrioni aragonesi.

Da ammirare la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nel XV secolo nella parte più alta per volontà di Ferdinando d’Aragona e Alfonso II, in stile gotico.

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25 anni di patrimonio dell’Umanità: i trulli diventano una galleria diffusa

C’era una volta, tanto tempo fa, una distesa di costruzioni bianchissime e assai particolari sormontate da tetti a forma di cono. Quegli edifici che durante il Regno di Napoli furono replicati per l’espansione urbana del territorio esistono ancora oggi e si sono trasformati in una vera e propria attrazione turistica che richiama viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Stiamo parlando dei meravigliosi trulli, quelli che popolano Alberobello e che oggi, come ieri, trasformano la città in una sorta di fiaba en plen air tutta da vivere.

Trulli di Alberobello: il nostro patrimonio

I trulli di Alberobello non hanno bisogno di presentazioni perché con il tempo si sono trasformati nel simbolo iconico della Puglia e dell’Italia intera. Un patrimonio mondiale dell’Umanità – come è stato deciso nel 1996 dall’UNESCO – che porta in alto la bandiera dell’orgoglio tutto italiano e che preserva la storia, la cultura e l’architettura del nostro Paese.

Le loro origini sono antichissime e assai misteriose eppure il tempo sembra non aver scalfito la bellezza eterna di queste abitazioni in pietra calcarea. Sparsi per tutta la Valle d’Itria, i trulli trovano la loro massima diffusione proprio ad Alberobello che conta più di 1500 strutture tra Monti e Aja Piccola.

Queste costruzioni che un tempo erano adibite ad abitazioni delle comunità rurali, o come alloggi temporanei, oggi sono diventati una delle mete preferite dei viaggiatori da tutto il mondo. Ma non si tratta solo di testimonianze storiche da osservare perché alcuni di questi trulli oggi si sono trasformati in bed and breakfast, uffici turistici, ristoranti e musei.

Per celebrare l’ingresso dei trulli di Alberobello all’interno dell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità, che le icone costruzioni stanno per trasformarsi in una galleria d’arte diffusa. L’obiettivo è presto detto: quello di creare un percorso visibile e invisibile, che attraversi il presente e il passato mettendo in collegamento queste costruzioni antiche in pietra a secco con i nuovi mondi in movimento dell’arte contemporanea.

Segni elementari: i trulli come galleria diffusa

La mostra d’arte contemporanea, organizzata in occasione del venticinquesimo anniversario dei trulli come patrimonio dell’Umanità, l’Associazione alla Cultura del comune, col sostegno della regione, ha organizzato la mostra Segni Elementari. L’arte contemporanea nei trulli patrimonio dell’umanità che trasformerà Alberobello in una galleria d’arte diffusa.

La mostra, curata dal direttore artistico Francesco Carofiglio, sarà visitabile fino al primo maggio 2022 e darà la possibilità di entrare all’interno di diverse costruzioni per ammirare la personale visione artistica di 22 artisti provenienti da tutto il mondo. Sarà quesa l’occasione perfetta per entrare nel fantastico, antico e misterioso mondo dei trulli di Alberobello ed essere proiettati in nuovi e affascinanti mondi tutti da scoprire.

La galleria diffusa si snoderà tra i trulli comunali di Via Monte Nero, Casa Pezzolla, passando per  Palazzo del Conte e Casa d’Amore. All’interno delle costruzioni di Alberobello verranno esposte più di 100 opere realizzate da artisti di fama internazionale e che, seppur diverse tra loro, instaureranno un dialogo continuo creando, nel tessuto urbano di un territorio magico e straordinario, una meravigliosa galleria d’arte da scoprire tappa dopo tappa.

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I meravigliosi trulli di Alberobello