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Volto Santo a Lucca: emergono importanti novità

Emergono importanti novità dalle attività di studio e restauro del Volto Santo a Lucca, il grande crocifisso ligneo della Cattedrale di San Martino, promosse dall’Ente Cattedrale grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e l’Opificio delle Pietre Dure, e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Infatti, da dicembre 2022, la scultura si trova all’interno dell’apposita area cantiere predisposta nella Cattedrale ed è oggetto di attente indagini scientifiche volte ad approfondirne gli aspetti tecnici e materiali e sottoposta alle prime operazioni necessarie per mettere in sicurezza la pellicola pittorica, grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare che comprende storici dell’arte, esperti scientifici e restauratori specializzati.

Ed è proprio nel corso di queste indagini (che vanno a integrare quelle compiute a più riprese tra il 2012 e il 2021) che sono venuti alla luce importanti e nuovi dati, sia relativi al Volto Santo che al tempietto che abitualmente lo custodisce.

La datazione della croce

Finora rimasta ai margini dell’attenzione, la croce del Volto Santo è stata presa in considerazione e ha riservato interessanti sorprese.

La prima riguarda la datazione: le indagini al Carbonio 14 hanno messo in mostra come sia molto più antica di quanto si pensasse, di origine altomedievale. E ne certificano l’antichità anche diversi strati di colore che la rivestono al di sotto della tardiva tinteggiatura scura attuale.

Inoltre, è realizzata con due tipi di legno differenti: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale.
Mentre il castagno è una pianta di ampia diffusione europea, il cedro venne trapiantato in Europa, dal Medio Oriente, solo nel XVI secolo: si tratta, quindi, di un reperto di importazione.

Antichi restauri, decorazioni e strati pittorici sul Volto Santo

Ulteriori importanti informazioni sono emerse anche sulla tecnica di realizzazione del Volto Santo: al corpo, ricavato da un unico grande tronco di noce interamente scavato all’interno dalla testa ai piedi, sono innestate le braccia tramite un sistema di giunti (tenoni) che si inseriscono in appositi alloggi (mortasa). La giuntura delle braccia è rafforzata da una fascia di tessuto mentre l’unione del crocifisso alla croce è garantita da 6 perni.

L’antichità del Cristo ligneo (VIII-IX secolo) è confermata da nuove analisi al C14 effettuate sulla fascia di tessuto all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso.

Le indagini hanno poi portato alla luce due interventi di restauro, finora sconosciuti: un rifacimento in antico di parte della punta di entrambi i piedi (forse consumati dalla devozione dei fedeli) e un
più recente rifacimento di pollice e indice della mano sinistra del Cristo.

Nel corso della sua millenaria esistenza, Il Volto Santo di Lucca è stato ridipinto più volte, celando la sua colorazione originaria: per la comprensione di tale aspetto, un supporto essenziale arriva dalle analisi chimiche in corso, che caratterizzano gli strati pittorici nei loro materiali compositivi, comprensivi dei supporti preparatori, pigmenti cromatici e leganti: esse hanno già rilevato i vari pigmenti impiegati, tra cui spiccano i lapislazzuli utilizzati dal primo strato che conferivano una colorazione blu alla veste.

Le scoperte sul tempietto

Durante le operazioni preliminari per lo spostamento del Volto Santo, la rimozione del fondale di legno rivestito di stoffa che gli faceva da sfondo nel tempietto del Civitali, ha consentito di osservare  la parete retrostante, costituita da una struttura muraria a conci lapidei, ben diversa dalle pareti marmoree del Civitali.

Sulla parete di sfondo al Volto Santo è emersa una pittura murale frammentaria, con un partito decorativo aniconico a losanghe, girali vegetali e ruote che fiancheggiano una croce color ocra: si tratta di un assetto finora sconosciuto e inaspettato del tempietto e dell’allestimento del Volto Santo, che per caratteristiche formali e materiali pare precedente il sacello di Matteo Civitali edificato tra il 1482 e il 1484.

Le indagini in corso, sia sulla muratura che sulle fondamenta, sono finalizzate a chiarirne caratteristiche e datazione.