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Perché visitare Iznik, l’antica Nicea, in Turchia

Iznik, anticamente conosciuta con il nome di Nicea, è una città della Turchia ricca di storia e di cultura, situata sulle rive del Lago di Iznik, nella provincia di Bursa. Ed è proprio Iznik la meta del primo viaggio di Papa Leone XIV, là dove si svolse il Primo Concilio di Nicea del 325, il primo concilio ecumenico cristiano della storia presieduto dall’imperatore Costantino I, il primo imperatore che si convertì al cristianesimo, per ristabilire la pace religiosa, quando faceva ancora parte dell’Impero Romano.

Famosa per i suoi eventi storici significativi e la produzione di ceramiche, offre numerose attrazioni ai visitatori che desiderano scoprirla. Dista circa 150 chilometri da Istanbul e più di 600 dalle località di mare più famose della Turchia come Smirne o Bodrum, ma per chi trascorre le vacanze su queste splendide spiagge merita sicuramente un viaggio.

Cosa vedere a Iznik o Nicea

Impossibile non ammirare le antiche mura romane e bizantine alte dieci metri che circondano ancora la città per cinque chilometri, a loro volta circondate da un doppio fossato con più di cento torri dislocate in punti diversi, e le porte d’accesso come la Porta di Istanbul, la Porta di Lefke e la Porta di Yenişehir, che offrono uno sguardo sul passato difensivo della città.

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Fonte: IPA

Hagia Sophia a Iznik

Da visitare c’è sicuramente l’antica basilica bizantina del VI secolo, Hagia Sophia, il luogo del Secondo Concilio di Nicea nel 787 d.C. Oggi è una moschea che conserva elementi architettonici di entrambe le religioni.

L’altra moschea da visitare è sicuramente la Moschea Verde, Yeşil Cam, costruita nel XIV secolo, famosa per il suo minareto decorato con piastrelle verdi, simbolo dell’arte ceramica di Iznik. Ma c’è anche la Moschea Hacı Özbek dello stesso periodo storico, una delle prime moschee ottomane a dare il via a questo stile architettonico religioso.

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Fonte: IPA

La famosa Moschea Verde di Iznik con il minareto rivestito di ceramiche colorate

In caso di maltempo, non c’è niente di meglio che visitare un museo e a Nicea ce n’è uno assolutamente da non perdere, il Museo di Iznik ospitato in un edificio del XIV secolo, che espone reperti che vanno dalla preistoria fino all’epoca ottomana, inclusi sarcofagi romani e le rinomate ceramiche.

Le ceramiche di Iznik

Come anticipato, Iznik è famosa per le sue ceramiche smaltate, utilizzate in molte moschee ottomane, tra cui anche la meravigliosa Moschea Blu di Istanbul e il Palazzo Topkapi. Le ceramiche di Iznik sono tra le più celebri del mondo islamico e costituiscono un patrimonio artistico unico della Turchia. Non solo colori come il turchese, il blu cobalto, il rosso rubino o il verde smeraldo, la loro particolarità sta nelle decorazioni floreali con tulipani, garofani, rose e fiori stilizzati o scritte in arabo. Oggi, è possibile visitare laboratori artigianali dove si producono ancora a mano e vendono queste ceramiche che sono vere e proprie opere d’arte. Si può osservare il processo di modellatura, pittura, smaltatura e cottura della ceramica

Il Lago di Iznik

La città s’affaccia sull’omonimo lago, il più grande della regione di Marmara. È molto frequentato per fare passeggiate, per chi ama la pesca e si possono ammirare dei tramonti davvero unici. Negli ultimi anni, tuttavia, a causa della siccità e del continuo prelievo di acqua per l’irrigazione dei campi, questo enorme specchio d’acqua di 300 chilometri quadrati ha dato segnali di grande sofferenza tanto da essersi ridotto in modo significativo. Attorno al lago si sono formate anche delle piccole isole, sulle quali si sono arenate delle barche da pesca. Qualche anno fa, proprio per questo motivo, sono stati scoperti persino i resti sommersi di una basilica bizantina.

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Fonte: Getty Images

Il Lago di Iznik in Turchia

La basilica bizantina sommersa

Era il 2014 quando vennero a luce quelle che poi furono conosciute come le roivine di un’antica basilica a tre navate, in cui si sarebbe svolto il Primo Concilio di Nicea. La chiesa, costruita circa 1600 anni fa in nome di San Neofito, fu distrutta a causa di un terremoto nel 740 d.C. e i resti furono inghiottiti dalle acque del lago. E dire che le rovine erano rimaste sepolte per secoli da un fitto strato di alghe a soli 2-3 metri di profondità e a 50 metri dalla riva. Le rovine, visibili grazie alle riprese aeree al momento della scoperta, ora sono facilmente visibili dalla riva, poiché negli ultimi dieci anni sono diventate un tutt’uno con la riva del lago.

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Fonte: IPA

I resti della basilica sommersa nel Lago di Iznik

Come arrivare a Iznik

Da Istanbul ci si impiega circa due ore d’auto, ma Iznik è raggiungibile anche con traghetti fino a Yalova, e poi facendo un breve viaggio in auto.

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Tra canyon e chiese rupestri: cosa vedere nella Valle di Ihlara, in Turchia

Quando pensiamo alla Cappadocia siamo tutti propensi a immaginare le mongolfiere che sorvolano all’alba i camini delle fate. È giusto, non c’è assolutamente nulla di sbagliato in tutto ciò, ma la verità è che questa magnifica regione della Turchia nasconde molto di più, luoghi dove la natura e la spiritualità si intrecciano ad ogni curva. Parliamo della Valle di Ihlara, un incredibile canyon lungo circa 14 chilometri e profondo fino a 100 metri scavato nel tempo dal fiume Melendiz. Ma non è tutto, perché oltre a essere una meraviglia geologica è anche un sito storico e spirituale di enorme valore, pieno di chiese rupestri, affreschi e molto altro ancora.

Dove si trova la Valle di Ihlara

La Valle di Ihlara è un angolo meno noto rispetto ad altri della Cappadocia, ma è anche un canyon verde e fresco (completamente in contrasto con molti dei paesaggi aridi che caratterizzano la regione), un percorso escursionistico facile e ben segnalato, un luogo sacro e un rifugio antico usato da monaci, eremiti e comunità cristiane nei secoli.

Sorge nella provincia di Aksaray, nel sud-ovest della Cappadocia, a circa 85 km da Göreme (cuore turistico della regione). La soluzione migliore per arrivarci è, senza ombra di dubbio, un’auto a noleggio, poiché non esistono collegamenti diretti frequenti con i mezzi pubblici verso la valle. Non manca la possibilità di raggiungerla prenotando tour organizzati, spesso con partenza da Göreme o Nevşehir.

Un piccolo (ma importante) consiglio: se ci si va in autonomia è meglio scaricare una mappa offline, in quanto il segnale GPS e internet non sono sempre stabili, specialmente dentro il canyon.

Cosa vedere nella Valle di Ihlara

Scegliere di visitare la Valle di Ihlara vuol dire fare una sosta in uno di quei posti che bisogna guadagnarsi a passo lento. Da queste parti, infatti, non si viene solo per “vedere”, ma anche per ascoltare il suono dell’acqua, degli uccelli, dei propri pensieri. Prendendo in considerazione l’ingresso nord, presso Ihlara Village, si viene subito accolti da una magnifica scalinata di ben 380 gradini (in discesa), che permette di osservare un affascinante gola che si apre sotto ai propri piedi e il contrasto tra le pareti aride in alto e la vegetazione rigogliosa in basso.

Chiesa di Ağaçaltı

Uno dei primi luoghi di interesse che si incontrano scendendo i quasi 400 scalini situati all’ingresso principale è la Chiesa di Ağaçaltı. Si trova sulla propria destra ed è uno dei tesori nascosti della valle. Il suo nome, tradotto, vuol dire “sotto l’albero” e (secondo alcune fonti) risale al X secolo. Chiaro esempio di tradizione cristiana bizantina, in passato aveva una posizione strategica che la rendeva accessibile e allo stesso tempo protetta.

Al suo interno si possono osservare alcuni affreschi vivaci, seppur parzialmente danneggiati dal tempo, come la scena dell’Annunciazione, Cristo Pantocratore e l’Ascensione. Il nostro consiglio è quello di entrarvi al mattino presto, quando ci sono meno turisti e nella fase in cui la luce crea giochi di ombre e luci che valorizzano i colori dei dipinti.

Chiesa di Ağaçaltı, Turchia

Fonte: Getty Images

Uno degli affreschi della Chiesa di Ağaçaltı

Le meraviglie del tratto Ihlara – Belisırma

Dopo aver visitato la Chiesa di Ağaçaltı, il cammino continua lungo un tratto (4 km) davvero suggestivo della valle, che immerge completamente nella spiritualità della Cappadocia. Tra natura lussureggiante, dove si alternano alberi alti, canne di bambù, e rocce vulcaniche, il paesaggio cambia e diventa più silenzioso, ma anche ricco di chiese rupestri che da sole valgono il viaggio:

  • Yılanlı Kilise: meglio conosciuta da noi italiani con il nome di Chiesa del Serpente, offre un’atmosfera cupa e affreschi che vengono definiti inquietanti. Costruita tra il IX e il X secolo, conserva sulle sue pareti scene profonde e inquietanti del Giudizio Universale, con un particolare focus sui serpenti che mordono e inghiottono i peccatori. Per visitarla è meglio portarsi una torcia o il telefono con la luce accesa e anche arrivare al mattino presto;
  • Sümbüllü Kilise: ovvero la Chiesa dei Giacinti, che risulta particolarmente affascinante per la sua architettura e il suo isolamento. È una delle più piccole della valle ed è costruita direttamente nella roccia, con un soffitto che si innalza in modo impressionante. Gli affreschi che contiene rappresentano la vita di Cristo, con scene di miracoli e raffigurazioni di santi e si rivela perfetta per assaporare la pace che regna nel canyon;
  • Kırkdamaltı Kilisesi: uno degli edifici religiosi più articolati e ben conservati lungo il cammino. Si distingue per essere un esempio perfetto di arte rupestre e nel corso della sua storia è stata utilizzata sia come luogo di culto che come centro comunitario. Ospita diversi affreschi che raffigurano una varietà di scene bibliche, ma ciò che la rende unica è la presenza di ritratti dei benefattori che finanziano il culto e la manutenzione del luogo. Più grande rispetto ad altre, per ammirarla è importante avere con sé una mappa della valle, poiché si trova in una zona più isolata e può essere facile perdersi.

Il Monastero di Selime nel tratto Belisırma – Selime

Dopo Belisırma, la valle cambia volto. L’ombra, il verde e l’acqua lasciano spazio a un paesaggio più severo e drammatico, con pareti ripide, forme frastagliate e con un sole che picchia più forte (soprattutto in estate). Tutte caratteristiche che, volente o nolente, scoraggiano molti viaggiatori che spesso preferiscono tornare indietro per raggiungere tutto il resto in automobile (sì, è assolutamente possibile).

Il maggior punto di interesse è senza ombra di dubbio il Monastero di Selime, scavato interamente nella roccia, il complesso monastico più imponente della Cappadocia. Fondato tra l’VIII e il IX secolo, si presenta come una sorta di labirinto rupestre articolato su più piani. Alcuni spazi sono collegati da gallerie, altri da passaggi stretti e ripidi.

La chiesa è di grandi dimensioni, con colonne scolpite nella roccia e un’abside ancora ben visibile, mentre gli affreschi sono per la maggior parte rovinati, anche se si intravedono figure angeliche e simboli cristiani. Ci sono poi il refettorio e la cucina, le stalle, i magazzini e i dormitori e persino spazi comuni sotto forma di ampie terrazze, probabilmente usate per incontri comunitari, lavoro, o semplicemente per ammirare il panorama.

Da qui la vista sulla Valle di Ihlara è spettacolare, anche perché sullo sfondo si può intravedere il paesaggio vulcanico della Cappadocia con i suoi camini delle fate, altopiani aridi, colori rossastri, e l’orizzonte che sembra non finire mai.

Attenzione, però, perché la salita per arrivarci non è banale: alcuni passaggi sono scoscesi, il terreno può essere sdrucciolevole, soprattutto in presenza di sabbia o vento. Anche in questo caso, meglio andarci al mattino oppure nel tardo pomeriggio, quando la roccia non è troppo calda.

Monastero di Selime, Turchia

Fonte: iStock@Selcuk Oner

Una delle magnifiche zone del Monastero di Selime

Cosa fare presso la Valle di Ihlara: 5 attività imperdibili

Si viene alla Valle di Ihlara soprattutto per un motivo: fare un’escursione tra i 14 km che collegano Ihlara a Selime. È certamente possibile scegliere di intraprendere dei tratti più brevi, ma ciò non toglie che a disposizione ci siano anche altre interessanti attività a cui dedicarsi:

  1. Visitare le chiese rupestri: delle principali vi abbiamo già parlato, ma la verità è che in tutto il canyon ce ne sono molte altre. Vi basti pensare che se ne contano circa 100 (non tutte accessibili), scavate nella roccia e con affreschi bizantini;
  2. Godersi la natura e il silenzio: vale la pena, perché qui la vegetazione è decisamente insolita per la regione. Senza dimenticare che i colori e le atmosfere cambiano in base alla stagione in cui si raggiunge questo angolo della Turchia;
  3. Pranzare a Belisırma: è un piccolo villaggio rurale che sorge nel cuore della valle. Qui ci sono ristoranti molto semplici, ma con tavoli sospesi sul fiume. Tra i piatti consigliati ci sono Gözleme, crepes salate fatte a mano, Tandır kebabı, agnello cotto a lungo, Pesce di fiume (spesso trota) e Ayran fresco, yogurt salato da bere. È il punto perfetto per rilassarsi e decidere se proseguire o tornare indietro;
  4. Fare fotografia paesaggistica e archeologica: il suggerimento è quello di dedicarsi a questa attività al mattino e nel tardo pomeriggio, quando le luce sono migliori. Oltre ai paesaggi con contrasti forti, è possibile immortalare anche rovine, affreschi, natura e architettura rupestre;
  5. Esperienza contemplativa o spirituale: passeggiando per la Valle di Ihlara potreste incontrare diversi viaggiatori pronti a godersi un’esperienza contemplativa o spirituale. Non c’è affatto da sorprendersi, perché la zona invita davvero a farlo, anche perché questa è una delle valli più cariche di spiritualità dell’intera Anatolia.

Come visitare la Valle di Ihlara: consigli e info da sapere

Per fortuna, visitare la Valle di Ihlara è semplice, ma per viverla davvero al meglio serve un minimo di pianificazione. La prima cosa da sapere, per esempio, è scegliere il proprio ingresso. Ce ne sono tre principali:

  • Ihlara Village (ingresso nord): il più panoramico, con una lunga scalinata che scende nel canyon (380 gradini). Si tratta del punto ideale per iniziare il trekking completo;
  • Belisırma: un villaggio interno alla valle, ottimo se si desidera fare solo la parte centrale (più ricca di chiese);
  • Selime (ingresso sud): da qui si può visitare anche il Monastero di Selime, che toglie davvero il fiato.

La valle si può esplorare a piedi lungo un sentiero ben tracciato che costeggia il fiume Melendiz e a disposizione ci sono trekking più o meno brevi. Il totale (da Ihlara a Selime), è di circa 14 km e richiede approssimativamente 4–5 ore senza soste per essere completato. Il tragitto è principalmente facile e pianeggiante (non mancano tratti scoscesi o in salita) e permette anche di trovare punti di ristoro. A Belisırma, per esempio, ci si può fermare in uno dei tanti ristorantini con terrazze sul fiume, dove mangiare su pedane sospese sull’acqua cucina tipica turca, semplice ma genuina.

Sono consigliate scarpe comode da trekking, acqua (anche se ogni tanto ci sono punti ristoro), cappello, crema solare, torcia o telefono carico se si desidera entrare nelle chiese più buie e contanti per l’ingresso (circa 250-300 TL, ma può variare)

La valle è aperta generalmente dalle 8:00 alle 19:00 (variabili in inverno) e i migliori periodi per visitarla sono primavera (aprile-maggio) e autunno (settembre-ottobre). Altre piccole accortezze da tenere a mente:

  • Occhio ai nidi di rondini dentro le chiese: spettacolari ma a volte sporchevoli;
  • Non toccare gli affreschi: sono fragili e patrimonio protetto;
  • Meglio avere un piccolo binocolo: utile per scorgere dettagli in alto sulle pareti;
  • Evitare zaini troppo pesanti: soprattutto se l’intenzione è quella di intraprendere i 14 km totali del percorso.
Fare yoga nella Valle di Ihlara

Fonte: iStock

Yoga e meditazione presso la Valle di Ihlara
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La valle incantata di Göreme, viaggio dentro la pietra e la storia

A Göreme, in Turchia, la terra sembra raccontare storie di un passato lontano. Qui, ogni roccia e ogni valle è testimone di un’epoca magica, fatta di particolari formazioni rocciose, antiche chiese scavate nella pietra e angoli che sembrano usciti direttamente da una fiaba. Le immagini delle mongolfiere che sorvolano questa regione sono tra le più belle che si possono scovare nel web, e vi possiamo assicurare che si tratta davvero di una di quelle esperienze da mettere in pratica almeno una volta nella vita. Scopriamo insieme cosa fare e vedere nella Valle di Göreme.

Dove si trova Göreme

Il magnifico villaggio di Göreme sorge nel cuore della Cappadocia, una regione storica e naturale situata nella Turchia centrale. È parte della provincia di Nevşehir e, oltre a paesaggi unici, camini delle fate e antiche chiese rupestri, si rivela anche un punto di partenza ideale per esplorare le meraviglie naturali e storiche della regione.

La città è anche nota per essere il cuore pulsante del Parco Nazionale di Göreme, patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Per raggiungerla, vista la sua posizione strategica, ci sono vari modi:

  • In aereo: non c’è un aeroporto diretto, ma i due scali più vicini sono Nevşehir, a circa 30 km di distanza, e Kayseri, a più o meno 75 km da Göreme. In entrambi i casi occorre poi prendere taxi, autobus o transfer privato;
  • In bus: ci sono autobus regolari da Istanbul, Ankara, Konya, e altre città principali della Turchia. I pullman arrivano alla stazione degli autobus di Nevşehir, che si trova a circa 10-15 minuti da Göreme. Da lì, occorre poi salire a bordo di un bus locale o un taxi. Stagionalmente non mancano bus che fanno anche tratte dirette;
  • In auto: da Ankara con 4-5 ore di viaggio; Istanbul  7-8 ore; Kayseri 1-1,5 ore;
  • In treno: la stazione più vicina è quella di Kayseri, da dove poi occorre prendere un taxi o un autobus.

Cosa vedere nella Valle di Göreme

La Valle di Göreme si presenta come una combinazione perfetta di bellezza naturale e storia millenaria. Il merito è certamente della sua geologia unica, che permette al visitatore di fare una sorta di viaggio indietro nel tempo. Non vi sorprenderà sapere, infatti, che è uno dei luoghi più iconici della Cappadocia e che mette a disposizione una serie di attrazioni naturali e storiche incredibili. La visita non può che partire dal Museo all’aperto di Göreme, che offre un’ottima panoramica sulla vita monastica medievale in quanto complesso di chiese, cappelle e monasteri scavati nella roccia.

Göreme, chiese rupestri

Fonte: iStock

Tra le chiese rupestri di Göreme

Chiese rupestri

Tra le attrazioni più particolari della Valle di Göreme ci sono sicuramente le sue chiese rupestri. La sensazione che si ha camminando tra questi “miracoli” della natura, che nel corso dei secoli sono stati magistralmente scolpiti dall’uomo, sono di incredulità e sorpresa. Ad avvertirsi è anche un profonda atmosfera di spiritualità, in quanto in Cappadocia la religione ha lasciato un’impronta indelebile. Tra le più suggestive segnaliamo:

  • Chiesa di Tokalı: amata per la sua grandezza e gli affreschi di cui è forgiata. Costruita nel IX-X secolo, offre un soffitto a volta e tre navate dove sono impresse scene bibliche dettagliate, inclusi episodi della vita di Cristo, come la Natività, la Crocifissione e la Resurrezione. La chiesa è situata all’interno del Museo all’aperto di Göreme (che per esperienza vissuta toglie il fiato);
  • Chiesa di Santa Barbara: si trova anch’essa all’interno del museo ed è un esempio significativo dell’architettura rupestre bizantina. Possiede una struttura a pianta centrale, con un soffitto a volta e affreschi che decorano le pareti interne che, seppur danneggiati dal tempo, rappresentano scene della vita di Santa Barbara e altri episodi religiosi;
  • Chiesa della Mela: sorge a poca distanza dall’ingresso del museo e si distingue per la sua architettura a pianta cruciforme. Anche qui non mancano dipinti sui muri che raccontano episodi della vita di Cristo.

Camini delle fate

Il nome, camini delle fate, già evoca magia e la verità nuda e cruda è che quando ci si trova al loro cospetto si stenta a credere che siano veri. Eppure, sono opere della natura che nel corso dei secoli ha messo in moto diverse sue risorse, come il vento, l’acqua e altri agenti atmosferici, che pazientemente hanno trasformato delle colate di lava in formazioni rocciose surreali.

Di certo non si trovano solo qui, ma la Valle di Göreme è una delle aree più ricche di queste strutture uniche che emergono come “torri” o “pali”, spesso con un cappello di roccia più grande sopra.

Alcune delle formazioni più iconiche si possono ammirare nella zona conosciuta come “Pasabag” o “Valle dei Monaci”, in quanto sono piuttosto alte e appuntite.

Sentieri panoramici

Attenzione al clima, perché spesso la Cappadocia offre temperature piuttosto calde, ma dopo aver preso tutte le precauzioni del caso non saltate assolutamente i sentieri panoramici della Valle di Göreme. Sono infatti dei percorsi che conducono al cospetto di scenari mozzafiato, dove le formazioni rocciose, i camini delle fate e le antiche chiese rupestri regalano panorami sensazionali a ogni passo.

Ne è un esempio il Sentiero delle Rose, famoso per le sue spettacolari sfumature di colore che variano dal rosa pallido al rosso intenso, in particolare al tramonto. Attraversa una sezione della Valle di Göreme e prosegue fino alla Valle delle Rose e per percorrerlo ci vogliono circa 2-3 ore.

Antiche abitazioni trogloditiche

Molto interessanti sono anche le antiche abitazioni trogloditiche che raccontano una storia affascinante di adattamento, resistenza e tradizioni che risalgono a secoli fa. Parliamo quindi di vere e proprie case naturali che sembrano integrarsi perfettamente nel paesaggio, costruite per proteggere le persone dalle intemperie, dalle invasioni e per sfruttare il materiale naturale presente nella regione.

Al giorno d’oggi molte di queste antiche dimore sono state abbandonate, ma la verità è che alcune (anche se piuttosto raramente) sono ancora abitate e popolate per via dei vantaggi termici e della sicurezza che forniscono. Altre ancora, invece, sono state trasformate in strutture turistiche.

Cosa fare nella Valle di Göreme

Come si è potuto evincere dalle righe precedenti, la Valle di Göreme è uno dei luoghi più affascinanti e ricchi di storia della Cappadocia. La buonissima notizia è che il paesaggio lunare, le formazioni rocciose uniche, le chiese rupestri e le abitazioni trogloditiche non sono le uniche cose da scoprire in zona, poiché questa terra mette a disposizione una vasta gamma di attività da fare, per tutti i tipi di viaggiatori.

Fare un volo in mongolfiera

Le foto delle mongolfiere che sorvolano le meraviglie della Valle di Göreme sono tra le più identificative del territorio. Provare (e sottolineiamo l’importanza di questo verbo perché il tutto dipende dal meteo e dalla velocità di prenotazione di un biglietto poiché vanno a ruba) a volare su questo pallone all’alba è forse una delle esperienze più emozionanti che si possano fare in tutta la Turchia.

Mongolfiere, Cappadocia

Fonte: iStock

L’alba a bordo di una mongolfiera

Vedere da lassù il sole che sorge e che illumina i camini delle fate e le altre meraviglie è pazzesco, ma soprattutto mette in circolo una sorta di pace interiore che fa piacere sperimentare. Ad essere del tutto onesti, le emozioni si avvertono sin da subito, ovvero da quando vengono accesi i motori di questi aerostati che si sollevano in base al principio di Archimede, quindi quando le fiamme gonfiano i palloni mentre intorno è ancora buio. Poi si inizia a volare per circa 45 minuti, durante i quali posare lo sguardo sul sole che supera l’orizzonte e i gioielli della natura sottostanti.

Ma non è finita qui, perché al termine di questo viaggio ricco di eccitazione è tradizione fare un brindisi, un momento celebrativo e anche un’occasione per condividere la propria esperienza con tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa indimenticabile avventura (ps: i prezzi cambiano continuamente, ma spesso si superano i 200 euro a persona).

Degustazione di vino

Senza ombra di dubbio, un’altra delle cose da fare è degustare il vino locale poiché la Cappadocia vanta una tradizione millenaria in questo settore. La Valle di Göreme e quelle circostanti, infatti, ospitano alcuni dei vigneti più storici della Turchia, con una lunga tradizione nella coltivazione dell’uva e nella produzione di vino.

Il merito è anche del terreno vulcanico e del clima semi-arido della zona che sono ideali per la coltivazione di uve di alta qualità, al punto da essere conosciute per il loro aroma distintivo e la loro capacità di esprimere i caratteri unici del suolo. Non vi sorprenderà sapere, dunque, che a disposizione ci sono anche diverse cantine, molte delle quali a conduzione familiare.

Passeggiare nel centro di Göreme

Göreme è un paesino di poco più di 2000 abitanti, ma con un centro storico pieno di stradine strette e pittoresche, piazze animate e architettura tradizionale particolarmente curiosa. Le viuzze tortuose sono costellate da case trogloditiche scavate nella roccia, ma anche di spazi dove i turisti si mescolano ai residenti.

Inoltre, Göreme è il posto ideale per acquistare souvenir e prodotti artigianali locali come ceramiche, tappeti e tessuti, gioielli e oggetti di artigianato in metallo.

Osservazione del cielo

Presso questo villaggio sembra Natale tutti i giorni perché è sempre addobbato a festa, ma la verità è che quando cala la notte ci si accorge che le luci sono piuttosto leggere. Allontanandosi leggermente dal centro storico, infatti, è possibile sentirsi ancora più immersi nel buio, per poi alzare gli occhi al cielo e scoprire un manto di stelle che mozza il fiato.

La regione è nota per il suo scarso inquinamento luminoso, per essere un’area con una bassa densità di popolazione, con l’assenza di grandi centri urbani nelle vicinanze e con un clima secco: sono tutte caratteristiche che contribuiscono a mantenere l’aria chiara e senza nuvole, offrendo un’ulteriore vantaggio per l’astronomia notturna.

Fare una bevuta in un bar panoramico

A Göreme potreste bere il drink più panoramico di sempre: il villaggio dispone di diversi locali posizionati su terrazze che spesso si trovano sui tetti degli hotel o sui bordi della valle. Da qui la vista è sui camini delle fate, la Valle di Göreme, e, se ci si va all’alba o al tramonto, sulle mongolfiere che colorano il cielo.

Cosa vedere nei dintorni di Göreme

Questo angolo di Turchia è magnifico e da solo vale il viaggio, ma la verità è che una volta che ci si trova da queste parti non si può fare a meno di esplorare i suoi dintorni, o quantomeno una parte. Tra le soste da non perdere ci sono:

  • Avanos: cittadina situata a circa 10 km da Göreme che si fa spazio lungo le rive del fiume Kızılırmak (fiume Rosso) e famosa per la ceramica e l’artigianato;
  • Zelve Open Air Museum: antico villaggio trogloditico;
  • Valle dell’Amore: prende il nome dalle sue forme rocciose uniche, paragonate a forme falliche;
  • Derinkuyu e Kaymakli: due maestose città sotterranee della Cappadocia che in passato venivano utilizzate dai cristiani per proteggersi dalle invasioni. La prima è la più profonda, mentre la seconda è nota per la sua grande rete di tunnel e stanze interconnesse;
  • Castello di Uchisar: imponente formazione rocciosa che si erge come il punto più alto della Cappadocia. Da lassù la vista panoramica è unica al mondo;
  • Valle delle Rose: con un paesaggio caratterizzato da rocce rosate e rosse;
  • Ortahisar: cittadina in cui si innalza una formazione rocciosa simile al Castello di Uchisar, ma meno affollata;
  • Valle di Ihlara: una delle più verdi e rigogliose della regione, perfetta per escursioni a piedi grazie ai suoi sentieri che si snodano tra formazioni rocciose e antiche chiese rupestri;
  • Cavusin: villaggio dove svetta in cima a una collina la Chiesa di San Giovanni Battista, celebre per i suoi affreschi bizantini.
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Tra i Camini delle Fate: alla scoperta del paesaggio onirico della Cappadocia

La natura, lo sappiamo bene, nel corso dei secoli è stata in grado di creare dei veri e propri capolavori che, molto probabilmente, l’uomo non riuscirà mai a replicare. Il nostro pianeta è pieno di paesaggi surreali, ma c’è un luogo in particolare dove il panorama è onirico e in cui la terra ha imparato a raccontare storie. Non con parole, ma con forme scolpite dal vento, torri di pietra che sembrano uscite da una fiaba dimenticata. Parliamo della Cappadocia, regione della Turchia, dove svettano nei cieli i Camini delle Fate, formazioni rocciose che incantano il mondo e custodi di antichi misteri.

Dove si trovano i Camini delle Fate?

Chi desidera ammirare questo paesaggio fuori dal comune deve recarsi in Turchia, più precisamente nella regione della Cappadocia, tra le province di Nevşehir, Ürgüp, Göreme, Avanos e Uçhisar. Da queste parti le formazioni rocciose sono praticamente ovunque, ma senza ombra di dubbio la zona più famosa è quella del Parco Nazionale di Göreme, patrimonio Unesco.

Il motivo per cui è la più nota è molto semplice: qui si concentrano molte delle formazioni più spettacolari ed è proprio da questo affascinante angolo di mondo, infatti, che partono i tanto ambiti voli in mongolfiera tra le valli più scenografiche del territorio, come la Love Valley, la Rose Valley e la Pasabag (Valle dei Monaci).

Il modo più comodo per arrivare è atterrando a Istanbul, per poi prendere un volo interno per:

  • Nevşehir Kapadokya Airport (NAV): il più vicino, circa 30-40 minuti da Göreme;
  • Kayseri Erkilet Airport (ASR): un po’ più lontano, circa 1 ora e 15 minuti, ma con più voli disponibili.

Cosa sono i Camini delle Fate?

I Camini delle Fate sono certamente delle strane formazioni rocciose, ma anche il simbolo più magico della Cappadocia. A guardarle, magari senza sapere niente, sembrano torri scolpite da qualcuno che non aveva voglia di fare il suo lavoro, o da scultori che avevano intenzione di creare uno dei parchi più bizzarri del globo.

Cappadocia, Cammini delle Fate

Fonte: iStock

Le particolari formazioni rocciose della Cappadocia

Nei fatti, sono un’opera monumentale di Madre Natura che ha deciso di modellarsi “a suo piacimento”, fino a dar vita a delle colonne slanciate con “cappelli” di pietra che sembrano essere stati messi lì di proposito. Poi sono arrivati gli esseri umani, che hanno visto in queste formazioni delle risorse, al punto da averci scavato chiese rupestri, stanze e persino interi villaggi. Tutto questo fa quindi subito capire che Camini delle Fate sono un luogo che non assomiglia a nessun altro, quasi da essere frutto di un’invenzione. Eppure, è tutto vero.

Come sono nati i Camini delle Fate

Ci sono voluti milioni di anni per avere i Camini delle Fate di oggi: sono il risultato spettacolare di una storia geologica iniziata con antichi vulcani, come l’Erciyes e l’Hasan Dağı, che hanno eruttato coprendo l’intera regione con cenere vulcanica. Come è possibile immaginare, questa si è poi solidificata in una roccia tenera chiamata tufo, su cui si sono depositate rocce più dure, come il basalto.

Poi sono arrivati il vento, la pioggia e il gelo che con la loro potenza hanno scavato e modellato il paesaggio. In questo modo la roccia tenera veniva erosa, mentre quella più dura resisteva creando una specie di “tetto” che proteggeva la colonna di tufo sottostante. Come fosse un incantesimo durato secoli, quindi, si sono formate queste colonne di roccia più o meno sottili, in alcune circostanza con un cappello roccioso in cima.

Non c’è il lavoro dell’essere umano nella nascita dei Camini delle Fate, è stata solo la natura che ha impiegato al meglio alcune delle sue risorse. L’uomo è arrivato in seguito, decidendo di scavarle per trasformarle in abitazioni, chiese, magazzini, rifugi. Vi basti sapere che alcuni di questi sono abitati persino oggi (anche se molto raramente).

Perché si chiamano Camini delle Fate

Va subito fatta una premessa: il loro vero nome in turco è Peri Bacaları, che tradotto vuol dire Camini delle Fate. Ma come si è arrivati a questo nome così evocativo? La risposta va ricercata certamente nelle loro curiose forme, ma anche (e soprattutto) in una fiabesca leggenda. Secondo il folklore locale, infatti, si riteneva che queste particolari formazioni rocciose fossero dimore segrete di fate, spiriti o creature invisibili che vivevano proprio in queste zone per sfuggire agli occhi degli umani.

Stando ad altre storie, invece, pare che di notte le fate uscivano dai camini per danzare sotto la luna, o che apparivano solo a chi era “scelto” da loro stesse. Non vi sorprenderà quindi sapere che c’è chi è pronto a giurare di averle addirittura sentite sussurrare tra le valli, o di aver visto luci strane uscire dalle rocce.

Le altre leggende

La Cappadocia non è solo pietra e paesaggio lunare: è piena di leggende che sembrano essere venute fuori direttamente da un libro antico. Tra le più curiose e suggestive c’è quella che narra proprio delle fate che vivevano nei camini, che vede una di queste innamorarsi di un pastore che vagava tra le valli. Peccato che, purtroppo, si trattava di un amore proibito, al punto che quando le altre creature magiche lo scoprirono si ribellarono. Gli dei, furiosi, trasformarono tutte le fate in pietra, ed è per questo che oggi i Camini delle Fate sarebbero delle torri pietrificate custodi di un amore proibito.

Cappadocia in mongolfiera

Fonte: iStock

Visitare i Camini delle Fate in mongolfiera

C’è poi il racconto popolare secondo cui i camini non sono altro che giganti trasformati in roccia a causa di un’antica guerra che questi ultimi combatterono contro gli umani. Anche in questo caso sarebbero intervenuti gli dei che, per fermare la distruzione, decisero di trasformare tutti i giganti in pietra in un colpo solo.

Molto interessante è anche un’altra leggenda che narra che le fate non vivessero nei camini, ma nei venti della Cappadocia. Di notte, scendevano a danzare tra le rocce, lasciando scie di polvere e luce. Le forme strane dei camini sarebbero nate proprio così, ovvero modellate dal tocco delle fate mentre ballavano sotto la luna.

Un fatto storico è invece che, durante le persecuzioni cristiane, molti abitanti scavarono rifugi e chiese proprio nei Camini delle Fate. Ma come spesso accade, alla realtà si mescola anche un po’ di leggenda: pare che ci fossero delle fate a proteggere questi rifugi, nascondendoli agli occhi dei nemici e confondendo gli invasori tra le valli. Si narra, infatti, che chi vi entrava senza rispetto era destinato a perdersi per sempre.

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Viaggio ad Aphrodisias, la città perduta della dea dell’amore in Turchia

La Turchia offre un patrimonio archeologico eccezionale, poiché sorge in una zona del mondo la cui frequentazione iniziò già in età preistorica. Da un punto all’altro del Paese, sono dunque innumerevoli le testimonianze che ancora oggi si possono visitare e i luoghi di interesse che conservano tesori antichi e curiose leggende. Ne è un esempio lampante la bellissima Aphrodisias (o Afrodisia o Afrodisiad), antica città della Caria, regione storica nell’ovest dell’Anatolia, dedicata ad Afrodite, la dea greca della bellezza e dell’amore.

Un po’ di storia

La storia di Aphrodisias affonda le sue radici in epoche davvero molto lontane: i suoi primi insediamenti risalgono al III secolo a.C.. Fu nel VI secolo a.C., però, che i coloni greci decisero di fondare la vera e propria città, introducendo contemporaneamente il culto di Afrodite.

Nel corso del tempo Aphrodisias passò anche sotto il controllo dei Romani, che la trasformarono in un importante centro culturale e artistico arricchendola di diversi templi, teatri, bagni, fontane e così via. La città venne in seguito conquistata dai Bizantini, poi ancora dagli Arabi, dai Selgiuchidi e dagli Ottomani nel XIV secolo, fino a perdere di importanza e essere abbandonata.

Tuttavia, nonostante la sua storia antichissima, si è iniziato a sentir parlare più approfinditamente di questa meraviglia della Turchia solo tra il 1904 e 1905, quando partirono i primi scavi. Ci furono poi delle pause, fino alla ripresa dei lavori prima nel 1937 e poi nel 1961.

Oggi è uno dei siti archeologici più importanti della Turchia e, non a caso, è stata anche inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco nel 2017.

Sito archeologico di Afrodisia, Turchia

Fonte: iStock

Il sito archeologico visto dall’alto

Cosa vedere ad Aphrodisias

Camminare per le strade di Aphrodisias è davvero emozionante: sono esattamente le stesse che percorrevano i nostri antenati più di duemila anni fa. Molti dei suoi monumenti sono ancora in piedi, e si sviluppano tra pioppi d’epoca romana e verdi campi che le donano un’atmosfera tranquilla che lascia senza fiato. Pur essendo più grande della ben più famosa Efeso, è meno frequentata e questo rende l’esperienza di viaggio più autentica e speciale. Anche se, è giusto dirlo, per alcuni aspetti può sembrare un po’ più trascurata.

Teatro

Sontuoso e suggestivo è il Teatro di Aphrodisias, che rappresenta anche uno degli edifici meglio conservati di tutta l’antica città. Risale al I secolo a.C., ma l’arrivo dei Romani segnò per l’edificio un grande ampliamento, al punto che arrivò ad ospitare un massimo di 8.000 spettatori.

Utilizzato in principio per spettacoli teatrali, tragedie e commedie per poi divenire anche la sede per combattimenti tra gladiatori, fu una delle maggiori vittime del terremoto che devastò la zona nel VII secolo d.C., evento naturale che scatenò il crollo della parte superiore (che venne poi interrata). Quel che è certo, è che il visitatore ha l’opportunità di trovarsi al cospetto di uno degli esempi migliori di fusione tra il modello teatrale greco e le innovazioni romane.

Tempio di Afrodite

Decisamente affascinante è anche il Tempio di Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza, che era anche la divinità protettrice della città. Costruito nel III secolo a.C. (per poi essere rimaneggiato in epoca romana), sfoggiava anche una bellissima statua della stessa Afrodite che oggi è possibile visitare nel Museo cittadino.

Le colonne del tempio sono ancora visibili, così come parte del santuario che lo circondava, e in passato era il vero e proprio simbolo del potere religioso e politico della città, noto per la sua rinomata scuola di scultura.

Tetrapylon

Lo straordinario Tetrapylon di Aphrodisias era un sontuoso portale che, all’epoca, rappresentava l’ingresso al santuario del Tempio di Afrodite. Si componeva di ben 16 colonne corinzie disposte in quattro file da quattro, ed era ornato da bassorilievi e fregi scolpiti con motivi floreali e figure mitologiche.

Crollato sfortunatamente a causa di terremoti, venne ricostruito in parte dagli archeologi tra il 1983 e il 1990, utilizzando i materiali originali ritrovati in questo stesso sito. Certo, non è bellissimo come un tempo, ma trasmette comunque il senso di quello che rappresentava: una “porta sacra”, che segnava il passaggio dal mondo profano a quello religioso.

Tetrapylon, Afrodisia

Fonte: iStock

Tetrapylon del Tempio di Afrodite ad Afrodisia

Stadio

Molto interessante è anche lo Stadio della città, anche perché è uno dei meglio conservati del mondo antico. Con una capienza di circa 30.000 spettatori, era uno dei più vasti dell’epoca grazie anche alle ben 22 file di sedili su ogni lato.

Qui venivano svolti giochi atletici, gare di corsa e competizioni sportive, simili a quelli delle Olimpiadi, ma a differenza dei classici circhi romani non era destinato alle corse di carri.

Agorà

Il cuore della vita pubblica, economica e sociale della città era chiaramente l‘Agorà, un’enorme piazza rettangolare circondata da colonnati e portici monumentali. In passato qui c’era persino una piscina decorativa, lunga circa 170 metri, che fungeva anche da bacino per la raccolta dell’acqua piovana (anche se, secondo alcuni studiosi, aveva anche un ruolo decorativo e di svago per i cittadini).

L’Agorà di Afrodisia era una delle più grandi del mondo antico, e per nostra fortuna è possibile visitarla anche al giorno d’oggi.

Portico di Tiberio

Una delle strutture più importanti dell’Agorà era il Portico di Tiberio, un lungo colonnato che offriva riparo ai cittadini durante il mercato e gli eventi pubblici. In passato si affacciava sulla grande piscina monumentale dell’Agorà, e attualmente possiede ancora alcune svettanti colonne e parte della pavimentazione.

Sebasteion

Questo imperdibile monumento risale a I secolo d.C. ed era un santuario dedicato alla dinastia imperiale romana e ad Afrodite. Dalla struttura a tre piani e lungo circa 90 metri, il Sebasteion vantava rilievi scultorei che senza ombra di dubbio possono entrare nella lista dei più belli e dettagliati dell’arte romana. Tali meraviglie sono ora conservate nel Museo di Afrodisia, perché quelle che si possono osservare nel sito archeologico sono solo delle copie (anche se assolutamente notevoli).

Sebasteion, Aphrodisias

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I resti dell’antico Sebasteion di Aphrodisias

Museo di Aphrodisias

Il viaggio ad Aphrodisias non può che terminare nel suo ricchissimo (e bellissimo museo), che si distingue per essere persino uno dei più importanti di tutto il Paese. È infatti la sede di una collezione straordinaria di sculture, rilievi e reperti provenienti dagli scavi della città antica. Una visita, quindi, è d’obbligo: aiuta a comprendere meglio l’arte e la cultura della città.

Oltre alle statue di Afrodite e i rilievi del Sebasteion, sono disponibili ritratti, busti romani, sarcofagi e decorazioni architettoniche. È bene sapere, inoltre, che l’architetto che ha progettato il museo ha fatto in modo di ricreare l’atmosfera della città antica, grazie anche all’ausilio di alcune statue esposte esattamente nel modo in cui erano originariamente collocate.

Che cos’è il marmo di Aphrodisias

Probabilmente vi è capitato di sentire parlare del marmo di Aphrodisias. Ma che cos’è? E perché è così famoso? In passato era noto a tutti per via della sua qualità straordinaria e il suo colore bianco puro con leggere venature grigie. Estratto dalle cave vicine alla città, con il passare del tempo fu riconosciuto come uno dei materiali più pregiati utilizzati per sculture e decorazioni in epoca romana.

Vi basti pensare che i capolavori creati dagli scultori con il marmo di Aphrodisias vennero esportati in tutto l’Impero Romano e, grazie alla sua notevole abbondanza, nacque una vera e propria scuola scultorea apprezzata in tutto il Mediterraneo.

Dove si trova e come arrivare

L’affascinante sito archeologico di Afrodisia sorge nella provincia di Aydın, nei pressi della città di Karacasu. In sostanza si trova a circa 100 km di distanza dalla città di Denizli. L’aeroporto più vicino è infatti proprio il Denizli-Çardak Airport (DNZ), dove vi sono diversi voli giornalieri da e per Istanbul.

Da qui si può proseguire in auto o autobus, anche se Aphrodisias viene spesso visitata insieme a Pamukkale, che dista circa 1,5 ore in auto.

Orari e costi

Costi e orari possono subire variazioni. Per questo motivo, a prescindere da quanto riportato in questo articolo, prima di partire è molto importante fare sempre riferimento ai siti istituzionali. A livello generale il sito archeologico di Aphrodisias è aperto:

  • Estate (aprile – ottobre): 08:30 – 19:00;
  • Inverno (novembre – marzo): 08:30 – 17:00.

Il biglietto d’ingresso costa circa 150-200 TL, che corrispondono a più o meno 3-4 euro, e include anche l’accesso al bellissimo museo cittadino.

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Efeso, la città leggendaria dove la storia vive in ogni pietra

La Turchia ospita numerosi siti archeologici, alcuni dei quali sono di inestimabile valore storico. Ne è un esempio l’antica Efeso, che in passato fu la città più in vista dell’Impero Romano in Asia Minore e che oggi fa parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, al punto da essere anche una delle mete culturali più rinomate di tutto il Mediterraneo.

Fondata più di 3.000 anni fa dagli antichi Greci per poi essere assoggettata da vari regni, ha ospitato molte culture differenti delle quali sono ancora ammirabili incredibili resti (quasi) perfettamente conservati, anche perché è stato sì un importante centro politico e commerciale, ma anche un rilevante centro religioso dell’antichità.

Perché è famosa Efeso?

Al giorno d’oggi Efeso è famosa per tantissimi diversi motivi, ma senza ombra di dubbio a renderla particolarmente nota è il culto di Artemide, dea alla quale gli abitanti dell’antica città chiedevano protezione. Alla stessa Artemide venne dedicato un tempio (di cui però oggi ci sono solo minimi resti), così decorato e sontuoso che venne considerato una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico. Vi basti pensare che Plinio il Vecchio lo descrisse come “Il più meraviglioso monumento della magnificenza greca”.

Inoltre, in questo stesso luogo si trovano anche tracce del Cristianesimo. Secondo la tradizione, infatti, l’apostolo Giovanni visse e morì proprio qui e si ritiene che persino la Vergine Maria abbia trascorso i suoi ultimi anni di vita in questa stessa zona.

Biblioteca di Celso, Efeso

Fonte: iStock@dem10

La straordinaria Biblioteca di Celso

Cosa vedere a Efeso

Camminare per le strade di Efeso permette di comprendere più a fondo quanto un tempo, questa, fosse una città potente e rigogliosa. In passato infatti si componeva di lunghi viali di marmo (alcuni ancora visibili) che collegavano le diverse aree, impreziosite da sfarzosi monumenti che, in parte, si possono ammirare ancora oggi.

Odeon

La prima meraviglia che si incontra varcando l’ingresso di Efeso è l’Odeon, che un tempo era il luogo di incontro per la vita politica e religiosa della città. Costruito in epoca augustea, poteva contenere fino a 5.000 persone che qui si riunivano per presenziare alle riunioni cittadine.

Agorà

Al cospetto dell’Odeon c’è l‘Agorà, ovvero quella che in passato rappresentava la parte più importante della città, dove si concentravano le attività politiche e sociali. Presenta una pianta rettangolare e, stando ai documenti, era circondata da alcuni degli edifici più importanti di Efeso, oltre a essere la culla di un tempio dedicato ad Augusto il cui scopo era divinizzare gli imperatori romani.

Prytaneion

Molto interessanti sono anche i resti del Prytaneion, la sede del senato cittadino. Pare, infatti, che proprio qui fosse custodito il focolare sacro di Efeso difeso dalla dea Vesta, la protettrice del senato romano. La fiamma era tenuta sempre accesa, come fosse eterna, e ardeva al centro della sala cerimoniale. Qui, tra le altre cose, dagli archeologi sono state ritrovate anche due statue di Artemide, oggi esposte nel Museo di Efeso.

Tempio di Domiziano

Decisamente affascinante è anche quel che rimane del Tempio di Domiziano, ovvero un magnifico architrave sorretto da due splendide colonne e due cariatidi. Tale tempio porta il nome di Domiziano perché fu lui a farlo costruire, ma in realtà fu dedicato a suo padre Vespasiano per via della damnatio memoriae (una pratica usata nell’antica Roma per cancellare ogni traccia dell’esistenza di una persona caduta in disgrazia) pronunciata nei suoi confronti.

Con le sue dimensioni di 50 x 100 metri, era uno degli edifici più imponenti di Efeso e conteneva alcune statue colossali, una delle quali (alta circa 5 metri) risiede oggi nel Museo di Efeso.

Tempio di Domiziano, Efeso

Fonte: iStock

Veduta dei resti del Tempio di Domiziano

Via dei Cureti

La Via dei Cureti era la seconda strada più importante della città e, ancora adesso, sfoggia una splendida pavimentazione in marmo. Vi sono anche resti di sepolcri, terme e templi e serviva per collegare l’Agorà Superiore all’Agorà Civile, dove si svolgeva il mercato popolare. Tale arteria stradale era intitolata ai Cureti perché erano dei semidei della mitologia greca che, si narra, avrebbero assistito Latona durante la nascita di Apollo e Artemide.

Domus terrazzate

Quel che rimane della Domus terrazzate fa capire quanto fossero eleganti e belle le residenze nobiliari della città, che si affacciavano persino sui palazzi più suggestivi di Efeso stessa. Con terrazzi, affreschi e mosaici ben conservati, erano dotate anche di impianti idraulici, riscaldamento a pavimento e bagni privati.

Tempio di Adriano

Originariamente possedeva un raffinato tetto in legno. Oggi non c’è più, ma è ancora possibile notare il suo maestoso arco principale sostenuto da quattro colonne corinzie. Il fregio del Tempio di Adriano è ricco di raffigurazioni mitologiche, tra cui scene di divinità e sacrifici rituali ed è perfettamente in grado di dare un’idea della magnificenza di quello che era l’edificio in passato.

Biblioteca di Celso

La Biblioteca di Celso è probabilmente il monumento più sorprendente di Efeso, un capolavoro ottimamente conservato e che non può non lasciare a bocca aperta. Eretta nel 114 d.C. per ricordare Caio Giulio Celso Polemeano (era il suo luogo di sepoltura e infatti vi è ancora custodito il suo sarcofago), vi erano conservate ben oltre 12.000 pergamene, tanto da essere una delle più grandi biblioteche del mondo.

Attualmente presenta una facciata monumentale, con colonne corinzie, nicchie con statue e un grande portale, che è stata progettata per creare un particolarissimo effetto ottico: dà un senso di maggiore altezza.

Via di Marmo

Come dice il nome, Via di Marmo, è una strada totalmente caratterizzata da questa pavimentazione. Un tempo era molto frequentata, mentre oggi è ornata dai resti di statue e colonne. Vi è inoltre anche Ninfeo di Traiano, una fontana che ospitava la statua dell’imperatore.

Teatro

Non poteva di certo mancare il Teatro di Efeso, le cui gradinate sono costruite sulla pendenza naturale del terreno. In stile ellenistico, poteva contenere fino a 25.000 spettatori ed è stato citato nel Nuovo Testamento come il luogo in cui San Paolo predicò il Cristianesimo, scatenando la reazione dei seguaci di Artemide. Una piccola curiosità: anche oggi è utilizzato, in alcune particolari occasioni, per concerti ed eventi.

Teatro di Efeso, Turchia

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Tutta la bellezza del Teatro di Efeso

Dove si trova e come arrivare a Efeso

Efeso sorge a poca distanza dalla città di Selçuk, nella provincia di Smirne (İzmir), sulla costa occidentale della Turchia. L’aeroporto più vicino è quello di Izmir Adnan Menderes (ADB), e da qui si possono prendere treni o autobus per Selçuk (circa 1 ora), ma anche taxi o auto a noleggio.

Il sito è meraviglioso, ma essendo molto esposto al sole è sempre il caso di portarsi acqua e cappello. In più, occorre indossare scarpe comode per via della pavimentazione e mettere in conto una visita di almeno 2-3 ore.

Orari e costi

Il sito archeologico di Efeso è aperto tutto l’anno, ma gli orari variano in base alla stagione:​

  • Orario invernale (1 ottobre – 31 marzo): 8:30 – 18:30​;
  • Orario estivo (1 aprile – 30 settembre): 8:00 – 20:00.

Per evitare code è consigliabile acquistare i biglietti in anticipo online o presso rivenditori autorizzati. Va comunque specificato che il biglietto d’ingresso non prevede la visita delle Domus terrazzate, per le quali è disponibile un pagamento a parte o un ticket cumulativo. Tuttavia, si consiglia di verificare gli orari e i prezzi aggiornati prima della visita, poiché non possiamo escludere che possano subire variazioni.

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Un angolo di Marte si trova in Turchia (è un lago)

Vedendolo in foto, il Lago Salda sembra un’isola o una spiaggia tropicale, ma in realtà è un lago craterico, una rarità della Turchia. Grazie alle sue acque cristalline, dovute alla presenza di magnesio, alla sabbia bianca e ai suoi paesaggi surreali, il lago è spesso soprannominato le “Maldive Turche”. Potrebbe bastare questo per rendere il lago formatosi durante il Pleistocene, circa 1,5 milioni di anni fa, un luogo estremamente speciale. Eppure c’è dell’altro che lo rende ancora più unico.

Secondo gli scienziati, infatti, il Lago Salda è l’unico luogo sulla Terra a possedere una composizione geologica analoga al cratere Jezero su Marte. A stabilirlo sono stati gli studi portati avanti nel 2019 da Briony Horgan, professoressa del Dipartimento di Scienze della Terra, Atmosferiche e Planetarie dell’Università di Purdue che ha visitato la Turchia con il team del rover Perseverance della NASA per esaminare il misterioso lago, rimanendo impressionata dalla sua somiglianza con Marte.

Dove si trova il Lago Salda

Di medie dimensioni, il Lago Salda è situato nella Turchia sud-occidentale, precisamente nel distretto di Yeşilova, nella provincia di Burdur. Il lago si trova a circa due ore e mezza di auto da Antalya e a un’ora e un quarto dal ‘Castello di Cotone’ di Pamukkale. Per raggiungerlo, l’ideale è possedere un’auto o partecipare a uno dei tanti tour organizzati. Una volta arrivati potete visitarlo anche in autonomia, in particolare si consigliano i diversi punti di osservazione che offrono viste panoramiche sul lago e sul territorio circostante.

La sua superficie si estende per 43,7 chilometri quadrati, raggiungendo una profondità di 196 metri, il che lo rende uno dei laghi più profondi della Turchia. L’area circostante è un parco naturale protetto, caratterizzato da fitte pinete, scogliere rocciose e una ricca fauna selvatica.

Essendo un luogo particolarmente speciale e da proteggere, è stata inoltrata la richiesta per ottenere riconoscimento come Patrimonio UNESCO.

Perché il Lago Salda viene associato a Marte

“Per molti versi, sembrava effettivamente di stare sulle rive dell’antico lago Jezero su Marte”: è così che gli scienziati hanno descritto il loro arrivo sul Lago Salda. Dopo aver fatto diverse ricerche, si sono resi conto che il lago era quello che si definisce un “analogo marziano”, ossia un luogo sulla Terra considerato simile o comparabile alle condizioni trovate su un altro pianeta.

Trovare un luogo analogo a Marte non è semplice a causa degli alti livelli di ferro e magnesio racchiuse nella composizione del Pianeta Rosso, “molto primitivi”, come ha spiegato la professoressa Horgan. Eppure eccolo qui, nascosto in una zona poco conosciuta della Turchia insieme ai suoi segreti che potrebbero rivelare informazioni importanti anche sulle nostre origini.

Tra i ricercatori della NASA c’era anche Nurgül Balcı, professoressa presso il Dipartimento di Ingegneria Geologica dell’Università Tecnica di Istanbul, che ha dichiarato come il lago possieda dei microrganismi che hanno costruito strutture microbiche che risalgono ad almeno 2 milioni di anni fa, alcune delle quali sono state esposte a causa della diminuzione dei livelli dell’acqua del lago. “Salda contiene molte informazioni che possono aiutarci a capire la vita che è iniziata e si è evoluta 3,5 miliardi di anni fa”, afferma Balcı.

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Tour Istanbul e Cappadocia: itinerario di 7 giorni

Pochi luoghi al mondo riescono a evocare il fascino dell’incontro tra culture e la bellezza di paesaggi da fiaba come la Turchia. Istanbul e la Cappadocia rappresentano due anime di questo straordinario paese: da un lato, la maestosa ex Costantinopoli, sospesa tra Oriente e Occidente, dove minareti e cupole si affacciano su un vivace mosaico di mercati, palazzi e quartieri storici; dall’altro, la Cappadocia, una terra scolpita dal tempo, con sorprendenti formazioni rocciose, città sotterranee e colorate mongolfiere che dipingono il cielo all’alba.
In questo itinerario di sette giorni ti guidiamo alla scoperta delle meraviglie della capitale culturale turca e degli scenari fiabeschi della Cappadocia, unendo cultura, storia e natura in un viaggio indimenticabile.

Giorni 1 e 2: Le meraviglie storiche di Istanbul

Numerosi voli giornalieri diretti collegano le principali città italiane con Istanbul, il cui aeroporto internazionale dista circa 40 minuti dal centro città. In base all’orario di arrivo il consiglio è di sistemarsi nel proprio hotel, lasciare i bagagli, e cominciare a esplorare la città dai monumenti più iconici dell’antica Bisanzio e Costantinopoli, custode di secoli di storia in ogni angolo. Si può allora partire con la visita dalla grandiosa Hagia Sophia, simbolo della potenza bizantina e ottomana. Nata come basilica cristiana nel VI secolo, trasformata in moschea e poi in museo, oggi è un luogo di culto islamico che racchiude oltre 1500 anni di storia. I suoi mosaici dorati convivono con imponenti iscrizioni coraniche, testimoniando il sincretismo culturale che caratterizza Istanbul.

A pochi passi, sorge la magnifica Moschea Blu, celebre per le sue oltre 20.000 piastrelle di ceramica di İznik dai riflessi blu. Con i suoi sei minareti, domina l’orizzonte della città ed è ancora oggi un attivo luogo di preghiera. Proseguiamo verso l’Ippodromo di Costantinopoli, centro nevralgico della vita pubblica bizantina, dove un tempo si svolgevano corse di carri e celebrazioni imperiali, e ancora oggi si possono ammirare l’Obelisco di Teodosio, la Colonna Serpentina e la Fontana Tedesca.

Almeno mezza giornata va riservata al sontuoso Palazzo di Topkapi, residenza dei sultani ottomani per quattro secoli. Attraversiamo i suoi cortili affacciati sul Bosforo, esploriamo la Sala del Tesoro, dove sono custoditi gioielli e reliquie, e ci addentriamo nell’Harem, un mondo segreto di lusso e intrighi.
Per un po’ di shopping la meta ideale è il Grand Bazaar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo, da visitare senza fretta, prendendosi il tempo per scegliere e contrattare con i mercanti. Tra spezie profumate, tappeti artigianali, gioielli d’oro e ceramiche dipinte a mano, l’atmosfera è un tripudio di colori e suoni.
Il consiglio è di concludere ogni giornata con una cena in un ristorante tipico, assaggiando piatti tipici come il balık ekmek (panino con pesce grigliato) o il manti (gnocchetti turchi con yogurt e aglio). Istanbul, con la sua cucina ricca e varia, è un paradiso per i gourmet, e ogni pasto è un’occasione per scoprire nuovi sapori e tradizioni.

Istanbul, Turchia

Fonte: istock

Panorama di Istanbul al tramonto

Giorno 3: Istanbul moderna e multiculturale

Il terzo giorno è dedicato alla scoperta della Istanbul più moderna e multiculturale, un contrasto affascinante rispetto alla città storica esplorata nei giorni precedenti. Si inizia con una passeggiata lungo Istiklal Caddesi, la vivace arteria pedonale del quartiere Beyoğlu, cuore pulsante della vita notturna e culturale della città. Questo viale, lungo circa 1,5 km, è un susseguirsi di negozi alla moda, caffè storici, gallerie d’arte e teatri, dove si respira un’atmosfera europea, frutto dell’influenza occidentale che ha caratterizzato Istanbul a partire dal XIX secolo.

Una sosta obbligata è la Torre di Galata, un’iconica struttura medievale che domina il profilo della città. Salire in cima alla torre regala una vista panoramica mozzafiato su Istanbul, con il Corno d’Oro, il Bosforo e il Mar di Marmara che si stendono ai vostri piedi. Il luogo perfetto per scattare foto indimenticabili e cogliere l’essenza di questa città sospesa tra due continenti.

Nel pomeriggio, attraversiamo il Bosforo per raggiungere Kadıköy, il quartiere più vivace del lato asiatico di Istanbul, pervaso da un’energia bohemien tra mercati alimentari e caffè alternativi dove fermarsi per un tè o un caffè turco. Il modo migliore per concludere la giornata è fare una crociera al tramonto sul Bosforo, che consente di ammirare le sontuose Yalı, le ville ottomane in legno che costeggiano le rive, le moschee e i palazzi storici come il Dolmabahçe e il Ciragan.

Giorno 4: Cappadocia, tra camini delle fate e chiese rupestri

Il quarto giorno si vola in Cappadocia, una regione nel cuore della Turchia che sembra uscita da un libro di fiabe. Il consiglio è di prendere un volo per Kayseri, considerata la principale porta d’accesso alla Cappadocia. In base all’orario di arrivo, dopo un passaggio in hotel per lasciare i bagagli, iniziamo la nostra esplorazione dalla valle di Göreme, un paesaggio lunare modellato dall’erosione e dall’attività vulcanica. Qui, i famosi camini delle fate – alti coni di tufo sormontati da massi di basalto – creano uno scenario surreale, reso ancora più magico dai voli delle mongolfiere all’alba.

Tappa obbligata al Museo all’Aperto di Göreme, un sito UNESCO che ospita decine di chiese rupestri affrescate, testimonianza della vita monastica bizantina. Tra le più suggestive ci sono la Chiesa di Santa Barbara, con affreschi che raffigurano animali fantastici, e la Tokali Kilise, la più grande della valle, con affreschi policromi che raccontano storie bibliche.

Goreme, Turchia

Fonte: istock

Il suggestivo panorama di Goreme, Turchia

Giorno 5: Escursione nelle valli incantate

La giornata inizia con un’escursione nella Valle di Devrent, conosciuta anche come la “Valle dell’Immaginazione”, dove le formazioni rocciose assumono forme bizzarre che stimolano la fantasia: cammelli, delfini, volti umani e molto altro. Poi si raggiunge la Valle di Paşabağ, famosa per i suoi camini delle fate a forma di fungo, alcuni dei quali sono stati scavati e abitati fin dal IV secolo a.C.

Nel pomeriggio, ci si dedica a un’escursione a piedi attraverso la Valle dei Piccioni, un percorso di circa 7 km che offre viste spettacolari sulle formazioni rocciose e sui villaggi scavati nella roccia. La valle deve il suo nome alle migliaia di colombaie scavate nella roccia, utilizzate fin dall’antichità per raccogliere il guano, un fertilizzante naturale.

La giornata si conclude a Uçhisar, un villaggio famoso per la sua imponente fortezza naturale, scavata in una torre di tufo, che regala una vista panoramica spettacolare sulla Cappadocia, particolarmente suggestiva al tramonto.

Giorno 6: Alla scoperta delle città sotterranee e delle valli nascoste

Il sesto giorno è dedicato alla scoperta dei segreti nascosti sotto la superficie della Cappadocia e delle sue incantevoli valli. Si inizia con la visita alla città sotterranea di Kaymaklı, un labirinto di tunnel scavati nella roccia, utilizzati come rifugio dalle popolazioni locali in tempi di pericolo. Un intricato sistema di gallerie, che si estende su otto livelli e comprende abitazioni, stalle, magazzini e chiese.

Si prosegue verso la Valle Rossa, famosa per le sue formazioni rocciose dai toni caldi, che creano un contrasto spettacolare con il cielo azzurro. I sentieri si snodano tra vigneti e piccole cappelle rupestri, offrendo un’esperienza immersiva nella natura e nella storia.
La giornata continua con la Valle dell’Amore, un luogo dall’atmosfera unica, il cui nome deriva dalle suggestive forme delle rocce, che ricordano figure romantiche.

Un’ultima tappa al Monastero di Selime, un complesso rupestre che sembra un castello scolpito nella roccia. Risalente al IX secolo a.C., comprende una cattedrale, cucine, stalle e abitazioni, tutte decorate con antichi affreschi. Dalla cima del monastero si gode una vista straordinaria sulla valle sottostante, un’esperienza che chiude in bellezza la giornata.

Giorno 7: Volo in mongolfiera e trekking nella Valle di Ihlara

L’ultimo giorno in Cappadocia si apre con un’esperienza magica: un volo in mongolfiera all’alba. Sorvolare le valli e i camini delle fate mentre il sole sorge è un’emozione unica, che regala panorami spettacolari e una prospettiva completamente nuova su questa terra incantata. Le mongolfiere, con i loro colori vivaci, sembrano danzare nel cielo, creando uno spettacolo che rimarrà impresso nella memoria per sempre.

Dopo il volo, ci si può dedicare a un’escursione nella Valle di Ihlara, un canyon scavato dal fiume Melendiz, dove si trovano antiche chiese rupestri e villaggi nascosti. Il trekking, di circa 4 ore, inizia dal villaggio di Ihlara e segue il corso del fiume, passando per piccole cappelle scavate nella roccia, come la Chiesa di Agacalti e la Chiesa del Serpente, entrambe decorate con affreschi bizantini risalenti al IX secolo.
Lungo il percorso, si incontra il villaggio di Belisirma, dove il nostro viaggio termina nel modo migliore, con un pranzo tipico in un ristorante locale a base di piatti tradizionali della Cappadocia, prima di dirigerci all’aeroporto di Kayseri per il volo di ritorno a Istanbul e, da qui, proseguire per l’Italia.

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La classifica dei migliori Paesi in cui emigrare

Diciamoci la verità, chi non ha mai pensato di lasciare l’Italia e trasferirsi all’estero? Sono molte le persone che lo pensano e, dati alla mano, altrettante a farlo per davvero. Nel 2023 si sono iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), con la motivazione espatrio, circa 89.500 connazionali, in aumento del 9,1%. Chi sono queste persone? Secondo i dati forniti dall’Aire, il 45,5% è composto da giovani fra i 18 e i 34 anni, mentre il 23,3% sono sotto i 50 anni e il 14,7% minori, segno che si trasferiscono anche intere famiglie. Il restante 11,1% ha tra i 50 e i 64 anni e il 5,5% è over 65. In totale, gli italiani all’estero oggi sono 6 milioni.

Ma quali sono i Paesi ideali in cui trasferirsi? A dircelo è Il Sole 24 Ore che ha pubblicato i risultati di una graduatoria di InterNations, la più grande comunità globale di persone che vivono all’estero. Tra le destinazioni migliori spiccano Panama e Messico, mentre tra le peggiori c’è la Turchia e un altro Paese che potrebbe sorprendervi, ma che vi sveliamo a breve.

I Paesi migliori in cui espatriare

Al primo posto della classifica troviamo Panama, dove oltre quattro expat su cinque (l’82%) sono felici di essersi trasferiti in questo Paese sia per la qualità della vita che nell’ambito delle finanze personali. In particolare, gli expat lodano l’accessibilità degli alloggi e la facilità nel trovarli, pochi problemi con la lingua, accesso illimitato ai servizi online come i social media e la facilità nell’ottenere il visto. Al secondo posto, invece, c’è il Messico, amato da nove expat su dieci (l’89%) per la generale cordialità della popolazione messicana, per la facilità di adattamento alla cultura locale, per la convenienza degli alloggi e della vita in generale.

Il terzo posto è occupato dall’Indonesia grazie ai costi bassi della vita, all’accoglienza delle persone e all’ottimo equilibrio tra vita personale e lavoro. Dal punto di vista delle finanze, viene sottolineata l’accessibilità degli alloggi e le opportunità di carriera personali degli expat. Al quarto posto c’è la Spagna, seguita dalla Colombia e dalla Thailandia.

I Paesi peggiori in cui espatriare

Quali sono, invece, i Paesi peggiori in cui espatriare? Quella che viene considerata una sorpresa è la Finlandia, famosa per essere il Paese più felice del mondo, ma evidentemente non quello in cui trasferirsi. Gli expat hanno criticato la difficoltà d’insediamento, nel trovare lavoro e nell’ambito delle finanze personali. Questo perché il costo della vita relativamente alto non coincide con il reddito familiare disponibile. Inoltre, viene sottolineata la difficoltà nel trovare una casa, per non parlare dell’apprendimento della lingua locale.

Un altro Paese che non ha brillato è la Turchia: si classifica ultima nell’indice del lavoro all’estero in quanto un terzo degli intervistati non crede che trasferirsi qui abbia migliorato le loro prospettive di carriera, mentre altri valutano negativamente le loro opportunità di carriera personali e il mercato del lavoro locale. Inoltre, quasi un terzo degli expat è insoddisfatto del proprio lavoro e gli intervistati sono estremamente insoddisfatti dello stato dell’economia.

Top 10 dei Paesi migliori e dei peggiori

Se state pensando di espatriare da qualche parte nel mondo, questa è la Top 10 dei migliori Paesi in cui espatriare:

  • Panama
  • Messico
  • Indonesia
  • Spagna
  • Colombia
  • Thailandia
  • Brasile
  • Vietnam
  • Filippine
  • UAE

Questa, invece, è la Top 10 con i peggiori:

  • Regno Unito
  • Irlanda
  • Malta
  • Italia
  • Norvegia
  • Canada
  • Germania
  • Finlandia
  • Turchia
  • Kuwait
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Giresun e Ordu, cosa vedere in queste magnifiche località della Turchia

Esiste una zona della Turchia che profuma di verde intenso, dove il Mar Nero accarezza spiagge silenziose e i monti si stagliano maestosi come custodi di una terra ricca di storia e bellezza: Giresun e Ordu, gioielli della costa settentrionale inseriti tra le destinazioni imperdibili del Best in Travel 2025 di Lonely Planet, invitano a scoprire panorami che non ti aspetti, leggende misteriose e tradizioni autentiche.

Partiamo insieme per un viaggio emozionante.

Giresun, il cuore verde della Turchia

Adagiata sulla costa del Mar Nero e abbracciata da colline ammantate di foreste, Giresun incanta grazie alla natura lussureggiante, ai paesaggi favolosi e a un’atmosfera tranquilla, lontana dalla frenesia delle mete più turistiche. Conosciuta come il “cuore verde della Turchia“, rappresenta un inno alla bellezza naturalistica e alla storia, un luogo in cui la cultura tradizionale si intreccia con leggende affascinanti.

Dagli scorci che si aprono sul mare agli altopiani immersi nel verde, è perfetta per rallentare e riconnettersi con se stessi.

Il Castello di Giresun: tra storia e leggenda

Arroccato su una collina che domina l’abitato, il Castello di Giresun, risalente all’epoca romana, conserva le antiche mura, un anfiteatro e vedute che lasciano senza parole. La leggenda vuole che custodisca il teschio di un’amazzone, e alimenta il fascino mitologico del territorio.

Dal castello, lo sguardo abbraccia il Mar Nero e i villaggi tutt’intorno, regalando tramonti che sembrano dipinti. Gli appassionati di storia possono esplorare le rovine, mentre gli amanti della natura non si perderanno una passeggiata nei giardini che abbracciano la fortezza, dove scattare foto memorabili.

Il Museo di Giresun: un tuffo nella storia

Il Museo di Giresun, in origine chiesa ortodossa del XVIII secolo, è una tappa imperdibile per conoscere da vicino la storia e la cultura della regione: infatti, ospita una vasta collezione di reperti archeologici, etnografici e storici che raccontano la vita delle antiche civiltà che hanno abitato l’area.

Tra i pezzi più interessanti, troverete manufatti della cultura pontica, monete romane e bizantine, nonché abiti e strumenti legati alle tradizioni locali.

L’isola di Giresun: mistero e natura incontaminata

Isola Giresun, Turchia

Fonte: iStock

Isola di Giresun, paradiso di rocce e mare

A breve distanza dalla costa, l’Isola di Giresun è un’oasi che unisce mito e realtà. Abitata in passato da monaci bizantini, serba i resti di antichi templi, tra cui quello dedicato ad Afrodite, che testimoniano l’importanza religiosa di questa terra nei secoli.

Oggi, è altresì una riserva naturale protetta, un paradiso per gli amanti del birdwatching e per chi cerca pace assoluta. Durante la visita, potrete passeggiare tra la lussureggiante vegetazione, mentre ascoltate il canto degli uccelli e respirate il profumo del mare. Un’escursione in barca è il modo migliore per raggiungere l’isola e godere della vista della costa da una prospettiva inedita.

Spiagge di Giresun: relax con vista mozzafiato

Le spiagge di Giresun sono il luogo ideale per chi desidera una pausa rigenerante. Tra le più amate spicca Espiye Beach, con la sabbia dorata lambita da acque limpide, perfette per nuotare e rilassarsi al sole.

Non si può poi non citare il fascino selvaggio del Kümbet Plateau, incredibile spiaggia nell’abbraccio di foreste e colline dove la fresca aria di montagna si unisce alla serenità del mare e dà vita a un’atmosfera a dir poco magica. Ideale per picnic, passeggiate sulla riva e momenti di pura contemplazione.

Ordu, la perla del Mar Nero

Ordu,Turchia

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Veduta panoramica della città di Ordu

Tra le dolci colline e le scintillanti acque del Mar Nero, Ordu, vibrante “perla del Mar Nero”, conquista a sua volta il cuore di ogni viaggiatore grazie ai paesaggi spettacolari, alle tradizioni autentiche e a una natura che sembra dipinta su tela.

Dai belvedere indimenticabili alle foreste incontaminate, ogni esperienza si trasforma in un ricordo prezioso.

Il centro: un mix di tradizione e modernità

Il centro di Ordu è una perla che fonde l’autenticità delle tradizioni con il dinamismo di una città moderna: passeggiando tra le sue vie, scoprirete un perfetto equilibrio tra le tracce della Storia e la vivace vita di oggi.

Iniziate la visita dal lungomare, dove caffetterie e ristoranti propongono il meglio della cucina locale, tra cui il celebre pide di Ordu, una variante del tipico pane turco arricchito con ingredienti freschi e saporiti.

Proseguite verso il Bazaar, colorato mercato in cui è possibile acquistare prodotti artigianali, spezie e tessuti, e fate tappa alla Moschea di Yalı, nei pressi del porto, dall’architettuta ottomana.

Il centro di Ordu è anche ricco di parchi e aree verdi, come il Parco della Repubblica (Cumhuriyet Parkı), punto di ritrovo per famiglie e turisti, la scelta ottimale per una pausa rigenerante tra una scoperta e l’altra.

Infine, merita una menzione il Museo della Cultura, tra le sale di una villa ottomana restaurata, dalle importanti collezioni di abiti tradizionali, strumenti musicali e manufatti storici.

Boztepe: panorami da sogno

Boztepe, Turchia

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La funivia a Ordu che sale verso la collina Boztepe

Non potete visitare Ordu senza raggiungere Boztepe, la collina che sovrasta la città a 550 metri di altitudine. Raggiungibile tramite una funivia panoramica, regala una vista difficile da descrivere a parole sul Mar Nero, sulle montagne e sullo skyline.

Arrivati sulla vetta, troverete ristoranti e caffè dove gustare deliziosi piatti turchi mentre vi lasciate sorprendere dal panorama. Per un’esperienza ancora più suggestiva, visitate Boztepe al tramonto, quando il cielo si tinge di arancio e il Mar Nero sembra scintillare come un mosaico.

Le cascate di Çiseli: un angolo di paradiso nascosto

A pochi chilometri dal centro, le cascate di Çiseli offrono uno spettacolo straordinario. Nascoste tra le fronde della foresta, sono un luogo di pace e bellezza, ottimo per una gita fuori porta.

Il rilassante canto dell’acqua che scorre e il verde intenso della vegetazione, creano un’atmosfera che rigenera mente e corpo. Molti scelgono di fare un picnic nei pressi delle cascate o di fare un bagno per un’esperienza ancora più indimenticabile.

Perşembe Yaylası: l’incanto degli altopiani turchi

A pochi chilometri da Ordu, il Perşembe Yaylası, altopiano a 1.500 metri di altezza, è celebre per i suoi paesaggi onirici: verdi prati a perdita d’occhio, piccoli laghi cristallini e un cielo che appare davvero vicino.

Insomma, è il paradiso degli escursionisti e di chi desidera momenti di puro relax. Durante l’estate, il yayla ospita festival della tradizione, dove assistere a danze folkloristiche, degustare piatti locali e immergersi nella cultura turca più autentica.

Yoroz Kent Ormanı: un eden per gli escursionisti

Il Parco Forestale Yoroz è un altro eden per le escursioni, a circa 20 chilometri dalla città. Sentieri ben segnalati conducono al cospetto di boschi lussureggianti, piccoli ruscelli e scorci panoramici mozzafiato.

Uno dei percorsi più amati porta a un belvedere da cui si gode di una vista senza eguali sul Mar Nero. È la tappa irrinunciabile per rilassarsi, fare un picnic e respirare l’aria frizzante della foresta. Non dimenticate la macchina fotografica: il contrasto tra il verde delle piante e il blu del mare merita assolutamente di essere immortalato.