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Tra lavatoi, fontane e ruscelli i presepi sull’acqua prendono vita: è magia

Si avvicina il periodo più incantato dell’anno, quello fatto di luci e colori, di alberi e mercatini, di tradizioni antiche e straordinarie che vengono perpetuate da secoli. E quale occasione migliore, se non quella del Natale, per mettersi in viaggio e per raggiungere tutte quelle destinazioni che si accendono di magia durante l’Avvento?

I luoghi da esplorare sono tantissimi e tutti sono destinati a meravigliare. Tuttavia non c’è bisogno di allontanarsi poi così tanto perché anche il nostro Paese si è appropriato di tutta una serie di riti e di usanze che celebrano in maniera straordinaria lo spirito del Natale.

Così fa Crodo, un delizioso centro abitato popolato da poco più di 1.000 anime incastonato nella suggestiva Valle Antigorio, in Piemonte, che insieme alle sue frazioni sta per portare in scena tutta la magia dei presepi sull’acqua dando vita a un percorso en plein air tra fontane, ruscelli e antichi lavatoi. Ecco le date e i dettagli di un appuntamento imperdibile.

Benvenuti a Crodo, dove la magia prende vita

Molto più di un evento natalizio, quella di Crodo è una vera e propria esperienza da vivere e da condividere, una delle più originali e affascinanti di tutto lo Stivale. Presepi sull’acqua, questo il nome della manifestazione giunta alla sua nona edizione, è un appuntamento davvero imperdibile che incanta la vista e riscalda il cuore.

Come il nome stesso suggerisce, l’evento prevede la realizzazione di presepi sull’acqua, sessantasei per l’esattezza, che animeranno i lavatoi, le fontane e i ruscelli dell’intera Valle Antigorio per tutto il mese di dicembre. A realizzarli sono stati centinaia di volontari, uomini e donne, che negli scorsi mesi si sono dedicati alla creazione di composizioni artistiche che inscenano la Natività, tra tradizione e sperimentazione.

Tutti i presepi hanno come comune denominatore l’elemento dell’acqua e questo non è un caso. Nel territorio alpino, infatti, l’acqua è fondamentale, non solo per l’industria idroelettrica, ma anche per le bevande. In questo territorio, infatti, è nato il celebre analcolico biondo che ha portato il nome di Crodo in tutto il mondo. Ecco che così i ruscelli, le fontane e gli antichi lavatoi della Valle Antigorio sono stati trasformati nella scenografia naturale di uno show immobile e suggestivo.

I presepi si trovano su antichi lavatoi, fontane e ruscelli

Fonte: Ph. Marco Benedetto Cerini

I presepi si trovano su antichi lavatoi, fontane e ruscelli

Presepi sull’acqua: le date e il percorso

A partire dal 2 dicembre 2023, e fino al 7 gennaio 2024, sarà possibile ammirare i presepi sull’acqua di Crodo e delle sue frazioni. Per l’occasione è stato messo appunto un percorso straordinario, fatto di magia e suggestione, da attraversare a ogni ora del giorno e della sera, quando le luci dei presepi si accendono e illuminano tutto di magia.

L’itinerario attraversa le strade, i sentieri e le mulattiere di Crodo che portano fino ai 1.200 metri d’altitudine dell’Alpe Foppiano. Il percorso può essere intrapreso a piedi oppure in automobile in alcuni suoi tratti. Una vera e propria caccia al presepe che invita le persone a contemplare le creazioni sacre e artistiche. Per l’occasione sarà possibile partecipare anche a escursioni guidate insieme ad accompagnatori naturalistici e scoprire così le meraviglie naturali che fanno da sfondo ai presepi sull’acqua.

Presepi sull'acqua, una manifestazione magica e imeprdibile

Fonte: Ph. Marco Benedetto Cerini

Presepi sull’acqua, una manifestazione magica e imperdibile
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Fioriscono le fontane della città: Zurigo diventa il regno della primavera

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea. Sono tantissime, infatti, le destinazioni del mondo che in questa stagione si tingono di meraviglia. Tutto merito di Madre Natura che, col suo incredibile risveglio, trasforma il mondo che abitiamo nel palcoscenico di uno spettacolo che non conosce uguali, destinato a incantare la vista e a inebriare i sensi.

Fioriscono i prati, i giardini e i viali alberati delle destinazioni di tutto il mondo. E fioriscono anche le fontane della città di Zurigo, trasformando il territorio svizzero nel regno della primavera per antonomasia.

Zurigo in primavera è un sogno a occhi aperti

La primavera, lo sappiamo, si trasforma nell’occasione perfetta per organizzare nuovi viaggi e per andare alla scoperta del globo. In questo periodo, infatti, molte delle destinazioni che conosciamo indossano il loro abito più bello, quello creato sapientemente da Madre Natura.

Nascono così paesaggi di immensa bellezza, urbani e periferici, che sono caratterizzati da fioriture colorate e inebrianti che si perdono all’orizzonte o che incorniciano piazze, quartieri e strade. La visione è mozzafiato.

Anche Zurigo, la città situata all’estremo nord dell’omonimo lago in Svizzera, non resta immune dall’incantesimo che la natura lancia in primavera. Intendiamoci, raggiungere il territorio in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre una buona idea, perché sono tante le cose da fare e da vedere in città, e tutte sono destinate a sorprendere.

Eppure è proprio tra i mesi che vanno da marzo a maggio che, Zurigo, assume le sembianze di un paesaggio incantato. I fiori di ciliegio e gli alberi di magnolie trasformano le strade in un paesaggio che sembra uscito da un libro delle favole, a questi si aggiungono i colori della frutta e della verdura che sono esposti sui banchi dei mercati all’aperto che si intrecciano tra le strade della città.

Il centro appare come un tripudio di colori e profumi che solleticano i sensi e che invitano cittadini e viaggiatori a perdersi e immergersi tra le vie cittadine. Passeggiate, queste, che portano anche alla scoperta delle tantissime fontane che puntellano il territorio urbano.

Con le sue 1200 fontane dislocate in tutta la città, infatti, Zurigo si è guadagnata il primato di “Città delle fontane“, una delle più ricche del mondo da questo punto di vista. Ed è proprio delle fontane cittadine che vogliamo parlarvi oggi, invitandole a scoprire una per una. Non solo perché queste conservano storie, leggende e racconti suggestivi, ma anche perché adesso le fontane di Zurigo sono in fiore. E sono bellissime.

In occasione dell'arrivo della Pasqua le fontane di Zurigo sono in fiore

Fonte: 123rf

In occasione dell’arrivo della Pasqua le fontane di Zurigo sono in fiore

Fioriscono le fontane della città

Come in un sogno a occhi aperti, così è Zurigo in primavera. In occasione della stagione, e con l’arrivo imminente di Pasqua, la città ha portato in scena una delle sue tradizioni più belle, quella della fioritura delle fontane.

Tutte le fontane del centro cittadino, infatti, sono state decorate da boccioli di rosa donati dalle chiese, creando così un paesaggio scenografico che incornicia le passeggiate dei cittadini e dei viaggiatori.

L’iniziativa, che fa parte del progetto Ohne Dornen keine Rosen (Niente rose senza spine), vede la collaborazione delle Chiese della Città Vecchia con lo scopo di diffondere messaggi di pace e di speranza proprio in occasione della Settimana Santa. Sarà possibile ammirare le fontane in fiore dal 1° al 10° aprile.

Le fontane della città di Zurigo fioriscono durante la Settimana Santa

Fonte: 123rf

Le fontane della città di Zurigo fioriscono durante la Settimana Santa
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Questa Capitale è la “città delle fontane”. Le conosci tutte?

Sono tanti i motivi che ci spingono a esplorare il globo in lungo e in largo. Lo facciamo per andare alla scoperta di destinazioni lontane, quelle che ospitano i più grandi capolavori firmati da Madre Natura, per visitare i luoghi iconici e i monumenti celebri, oppure per immergerci nella cultura e nelle tradizioni che appartengono a popolazioni che sono distanti migliaia di chilometri da noi.

E anche se volare dall’altra parte del mondo è sempre un’esperienza suggestiva e straordinaria, non dobbiamo dimenticarci che alcune delle più belle meraviglie che appartengono al pianeta sono proprio qui, vicino a noi.

L’Italia, infatti, è un Paese meraviglioso che non smette mai di sorprendere. Non lo fa neanche la sua capitale che, all’ombra dei monumenti più celebri e dei sentieri battuti dal turismo di massa, ospita un patrimonio artistico e culturale tutto da scoprire. Quello fatto di acqua e di dispositivi architettonici, grandi o piccoli, che rendono Roma la città delle fontane per antonomasia. E voi, le conoscete tutte?

L’acqua di Roma, un patrimonio straordinario da scoprire

Organizzare un viaggio a Roma, in qualsiasi periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La Capitale d’Italia, infatti, conserva una storia millenaria e straordinaria che ha influenzato tutto il mondo le cui testimonianze vivono e sopravvivono tra i quartieri della città dando vita a uno dei più importanti patrimoni artistici, storici e culturali del mondo intero.

Le cose da fare e da vedere a Roma sono tantissime. Imperdibili sono le passeggiate all’ombra del Colosseo, o quelle che percorrono i Fori Imperiali. E poi, ancora, la Basilica di San Pietro, i Musei Vaticani e tutte le straordinarie opere che puntellano la città rendendola un museo a cielo aperto che sorprende a ogni passo.

Ed è proprio passeggiando tra le vie della città eterna che è possibile scoprire un altro grande tesoro che la Capitale custodisce gelosamente da secoli, quello fatto di acque e di fontane. Roma, infatti, è l’unica città al mondo ad avere quasi duemila fontanelle. I “Nasoni”, come vengono chiamati dai cittadini romani, si sono diffusi nel XIX secolo con l’obiettivo di mettere a disposizione acqua potabile per cittadini e viaggiatori. Insieme a loro, ci sono anche le grandi fontane, capolavori architettonici la cui fama ha raggiunto il mondo intero.

In realtà la storia d’amore tra la città eterna e le fontane affonda le sue radici in tempi molto più lontani. Come per tutti i popoli antichi, anche per i Romani l’acqua era considerata sacra, un dono degli dei da celebrare. Motivo per il quale, oltre alle funzioni di utilità pubblica, le fontane venivano sapientemente modellate con ornamenti e orpelli architettonici e scultorei.

Oggi non c’è quartiere, strada o via della Capitale che non ospiti almeno una fontana. Alcune sono antichissime, altre più contemporanee, altre ancora sono delle vere e proprie opere d’arte rese celebri in tutto il mondo. Ed è proprio la presenza di queste a rendere Roma oggi la città delle fontane che, come scrisse il poeta britannico Percy Bysshe Shelley “Bastano loro per giustificare un viaggio a Roma“.

Fontana di Trevi

Fonte: iStock

Fontana di Trevi, la fontana più celebre e frequentata di Roma

La Capitale è la città delle fontane: ecco le più belle

Elencare tutte le fontane di Roma è una missione pressoché impossibile, tuttavia abbiamo deciso di raggruppare qui di seguito alcune delle più celebri della città, nonché le imperdibili durante un viaggio nella capitale.

Ovviamente non possiamo che cominciare il nostro itinerario dalla Fontana di Trevi, uno dei più straordinari monumenti del mondo intero nonché simbolo della città stessa. Situata nell’omonima piazza, e nel pieno centro storico, l’opera porta la firma di Nicola Salvi. Resa celebre in tutto il globo per aver fatto da sfondo a La dolce vita di Fellini, questa fontana resta una delle attrazioni più raggiunte e apprezzate da cittadini e viaggiatori. Ovviamente, una volta arrivati qui, non dimenticate di lanciare nell’acqua una monetina ed esprimere un desiderio.

Segue poi, per fama, la straordinaria Fontana del Tritone, uno dei più grandi capolavori di Gian Lorenzo Bernini. Situata in piazza Barberini, e armoniosamente incastonata in essa, l’opera è considerata una delle più belle e visitate della città.

In Piazza della Repubblica, a pochi metri dalla Stazione Termini, troviamo invece la Fontana delle Naiadi di Mario Rutelli e Alessandro Guerrieri, mentre in Piazza di Spagna possiamo ammirare la celebre Barcaccia realizzata da Pietro Bernini, una delle più famose icone della città eterna che si snoda ai piedi della famosa Scalinata di Trinità dei Monti.

In via del Babuino, invece, troviamo l’omonima fontana risalente alla seconda metà del 1500, una vasca in granito grigio sulla quale venne collocata la scultura del Sileno, una delle sei statue parlanti della città.

Imperdibile è anche la Fontana dell’Acqua Paola, conosciuta anche come fontanone del Gianicolo, nome utilizzato anche da Antonello Venditti nella celebrativa “Roma Capoccia”. Meta prediletta dei cittadini romani, quest’opera monumentale è stata costruita nel 1600 ed è situata sul panoramico colle Gianicolo. Da qui la vista è davvero mozzafiato.

Non molto lontano dal suggestivo quartiere del Ghetto Ebraico, invece, possiamo ammirare da vicino la Fontana delle Tartarughe. Situata in piazza Mattei e costruita secondo i dettami dello stile fiorentino rinascimentale, l’opera conserva una leggenda tramandata da generazioni e custodita gelosamente dai cittadini. La storia vuole che il duca Mattei, committente di questo piccolo capolavoro, fece costruire la fontana in una sola notte per chiedere in sposa la sua futura moglie, proprio davanti alla finestra della casa in cui abitava.

Nel nostro itinerario alla scoperta della città delle fontane non può, ovviamente, mancare una menzione speciale nei confronti della superba Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini. Situata in Piazza Navona, questa monumentale opera è raggiunta ogni giorno da viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Il consiglio è quello di restare sulla piazza per ammirare anche le altre due vicine fontane: la Fontana del Nettuno e la Fontana del Moro, rispettivamente scolpite da Giacomo della Porta e Ludovico Rossi di Fiesole. Insieme creano una scenografia straordinaria che rende Piazza Navona una delle più spettacolari della città.

Ultima, ma non per importanza, è la Fontana delle Rane situata nel cuore di Piazza Mincio. Un capolavoro ornamentale in stile barocco, sapientemente decorato in ogni dettaglio, costruito negli anni ’20 dello scorso secolo. L’opera, che campeggia nel centro del quartiere Coppedè, caratterizza in maniera univoca uno dei luoghi più enigmatici e misteriosi della città eterna.

Fontana delle Rane

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Fontana delle Rane, quartiere Coppedè
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La Fontana dell’elefante: perché il simbolo di Catania

La prima tappa di qualsiasi tour di Catania che si rispetti è senza dubbio piazza Duomo, al cui centro si erge l’inconfondibile Fontana dell’elefante, considerata uno dei simboli della città.

Costruita in un paio d’anni tra il 1735 e il 1737 dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini, la statua dell’elefante che si erge sulla fontana è fatta di basalto nero (“u Liotru”, in dialetto catanese) protagonista del monumento. A questa simbolica fontana è legata una leggenda secondo la quale proteggerebbe Catania dalle eruzioni dell’Etna.

Fu costruita in seguito al terribile terremoto che colpì il Val di Noto nel 1693. Sembra una fontana piuttosto semplice, invece è ricca di elementi e soprattutto simbolici.

La leggenda

Il termine catanese “U Liotru” che viene usato per indicare la fontana sarebbe in realtà nato dalla storpiatura del nome Eliodoro, un giovane catanese che, secondo una leggenda, avrebbe tentato – senza successo – di diventare Vescovo di Catania. Quando si mise contro il Vescovo Leone II, questo lo condannò a essere bruciato vivo nel Forum Achelles.

Questo fantomatico personaggio sarebbe legato all’elefante perché una leggenda narrava che fu lui il suo scultore e che addirittura fosse solito cavalcarlo per spostarsi da Catania a Costantinopoli. Sempre secondo la leggenda, il vescovo Leone avrebbe fatto portare la statua fuori dalle mura affinché fosse dimenticata, ma il popolo le avrebbe ugualmente tributato degli onori divini.

Simbologie della Fontana dell’elefante

La base è un piedistallo di marmo bianco al centro di una vasca sempre di marmo nella quale cadono i getti d’acqua della fontana che escono dal basamento, sul quale si trovano due sculture che riproducono i due fiumi di Catania, il Simeto e l’Amenano.

Sopra la base marmorea è stato posizionato l’elefante nero con le zanne bianche fatte di pietra calcarea. L’elefante è rivolto con la proboscide verso la Cattedrale di Sant’Agata. L’elefante indossa una gualdrappa di marmo decorata con gli stemmi di Sant’Agata, patrona di Catania.

Ma perché proprio un elefante a Catania? Le ipotesi che sono state fatte sono diverse. Secondo alcuni studiosi si riferirebbe alla vittoria dei catanesi sui libici. Secondo altri, l’elefante sarebbe quello proveniente da un circo, mentre altri ancora sostengono che sia il ricordo di una religione di cui oggi si sono perse completamente le tracce.

La più accreditata, però, è l’ipotesi fatta dal geografo arabo Idrisi che face un viaggio in Sicilia nel XII secolo. Egli disse che i catanesi consideravano l’elefante una statua magica, in grado di proteggere il centro abitato dalle eruzioni dell’Etna e, sempre secondo lui, la statua sarebbe stata costruita durante la dominazione cartaginese o bizantina.

Ma le simbologie non sono finite: dal dorso dell’elefante si erge una colonna alta 3,66 metri di granito, decorata da figure di stile egizio. Sarebbe stata usata come meridiana per indicare l’ora esatta a tutti i cittadini di Catania.

In cima all’obelisco sono stati montati un globo, circondato da una corona con una foglia di palma (che rappresenta il martirio e un ramo di giglio che invece simboleggia la purezza. Sopra il globo è stata posta una tavoletta di metallo su cui è stata incisa una scritta dedicata a Sant’Agata con l’acronimo “MSSHDEPL” (“Mente sana e sincera, per l’onore di Dio e per la liberazione della sua patria»”, e sopra ancora una croce.

Solo nel XIX secolo venne protetta da un cancello di ferro con un piccolo giardino interno che oggi sono spariti. Quando decisero di spostare la fontana dalla piazza del Duomo a piazza Palestro – a circa un chilometro e mezzo di distanza – ci fu addirittura una sommossa popolare. E la fontata rimase lì dov’era.

Catania, la città dell’elefante

L’elefante è il simbolo di Catania per diversi motivi. Un’antica leggenda narra di un elefante che avrebbe cacciato degli animali feroci durante la fondazione della città. Già sotto la dominazione musulmana (avvenuta nell’827 e che durò fino al 1061 con la conquista dei Normanni), infatti, Catania era conosciuta con il nome di “Balad-el-fil” o “Medinat-el-fil” ovvero “città dell’elefante”.

Divenne il vero simbolo di Catania nel 1239. Prima di allora l’emblema cittadino era l’effigie di San Giorgio, ma i catanesi decisero di cambiarlo in seguito a una serie di rivolte per poter passare da semplice dominio di un Vescovo-conte a città demaniale. Oggi l’elefante è raffigurato nello stemma comunale, in quello dell’università e di tutte gli uffici istituzionali oltre a essere la mascotte di diverse squadre sportive.

La prossima volta che andate a Catania non mancate di fare una visita alla Fontana dell’elefante e di scoprirne tutti suoi incredibili segreti. Stanno realizzando un Lego per poterla costruire a casa. Andrà sicuramente a ruba.