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Cosa vedere a Nairobi: itinerario alla scoperta della capitale del Kenya

Il Kenya è sempre più spesso scelto come meta di viaggi di nozze ma anche da chi semplicemente vuole scoprire la realtà africana più autentica. Chiaramente tutto parte dal punto principale: Nairobi. La capitale dall’anima vibrante è estremamente sorprendete proprio per la sua dualità, da una parte la modernità di grattacieli e dall’altra il parco nazionale proprio a due passi. Ma perché dovresti considerare di mettere Nairobi in cima alla tua lista di viaggi? La risposta è semplice: questa città è un microcosmo perfetto di contrasti affascinanti, dove la modernità incontra la natura selvaggia in un modo che difficilmente si trova altrove. Se non sai da dove iniziare non preoccuparti, sono qui per guidarti attraverso un itinerario completo alla scoperta del territorio.

Parco nazionale di Nairobi

Il Parco Nazionale di Nairobi è una meraviglia naturale che sorprende e affascina ogni visitatore, un’oasi di tranquillità situata a pochi minuti dal caos e dalla frenesia della capitale del Kenya. Non solo è il più antico della nazione, ma gode di un primato: è l’unico al mondo così vicino ad una città. Dopotutto dista solo 7 km dal centro della capitale e attira ogni anno tantissimi visitatori interessati a praticare un safari etico. Il parco, fondato nel 1946, è particolarmente suggestivo per la sua dualità: in molti scatti fotografici potrai goderti la natura selvaggia e autentica mantenendo sempre sullo sfondo le costruzioni più moderne. Organizzare un safari è possibile e tra le tante specie è possibile incrociare i rinoceronti neri. La zona è anche casa di zebre, bufali, leopardi e numerose specie di uccelli, rendendolo un paradiso per gli appassionati di birdwatching e fotografia. Roccaforte di tutela della biodiversità, mostra tutto l’impegno che viene fatto per preservare la specie e soprattutto difendere dai bracconieri alcuni esemplari minacciati da alcuni uomini senza scrupoli. Una delle esperienze più emozionanti è sicuramente il safari all’alba o al tramonto, quando i colori del cielo si fondono con quelli della savana, creando uno spettacolo che difficilmente potrai dimenticare.

Museo nazionale del Kenya

Se desideri comprendere a fondo quella che è l’anima e la storia di Nairobi, inserisci nel tuo itinerario una mattinata all’interno del museo nazionale del Kenya. La collezione al suo interno è ricchissima e dà modo di ripercorrere il passato fino ad oggi, partendo dalle testimonianze fossili degli ominidi fino all’esplorazione di quelle che sono le numerose etnie che hanno vissuto nella zona. Tra le sezioni che non dovresti perdere c’è però quella dedicata alla natura che si concentra sulle specie animali e la biodiversità. Tra le chicche c’è una ricercata collezione di arte contemporanea keniana che omaggia artisti local attraverso l’esposizione delle proprie opere.

Giraffe centre

Se ti piacciono le esperienze uniche e interattive, non perderti una tappa al Giraffe Centre nel sobborgo di Lang’ata. Il centro è stato fondato negli anni ’70 per salvare la giraffa Rothschild, una specie in via di estinzione. Oggi, è una delle attrazioni più amate di Nairobi, grazie alla possibilità di interagire con queste eleganti creature. Qui avrai modo di avvicinarti ad alcuni esemplari, partecipare ad una visita e persino avere un contatto diretto con loro avendo sempre un grande rispetto verso gli animali che mostrano un atteggiamento docile ed empatico, soprattutto con i bambini. C’è anche un piccolo museo all’interno del centro che fornisce informazioni sulla fauna e flora del Kenya, perfetto per chi desidera approfondire la propria conoscenza della biodiversità locale.

Giraffe centre a Nairobi

Fonte: iStock

Giraffe centre, l’esperienza a contatto con le giraffe a Nairobi

Museo di Karen Blixen

Ami la letteratura e la storia? Il museo di Karen Blixen è una tappa must per te: non lontano dalle colline Ngong, è una casa museo. Qui ha vissuto l’autrice danese omonima diventata famosa per il romanzo autobiografico “la mia Africa”. Ti suggerisco di visitarla non solo per ripercorrere la vita della scrittrice ma soprattutto per comprendere meglio quella che è stata l’Africa in epoca coloniale. Attorno alla casa di inestimabile pregio c’è un giardino tropicale conservato tutt’ora con cura; gli interni, invece, sono arredati con mobili originali dell’epoca e appartenuti proprio a lei. Il legame profondo tra Karen e il Kenya si respira in ogni angolo e chi ha già letto il suo capolavoro ne comprende ogni minima sfaccettatura. (Se non lo hai mai letto, recuperalo prima di partire… ti aiuterà a godertelo ancora di più).

Mercato Maasai

La cultura artigianale di Nairobi è tutta da scoprire, proprio per questo ti suggerisco una passeggiata nel mercato Maasai: qui tra colori e tradizioni avrai modo di osservare quelli che sono i trend locali e ovviamente portarti a casa souvenir per te e amici di inestimabile valore. Gioielli handmade, sculture in legno, tessuti colorati e cesti sono solo alcuni esempi. Si tratta però di una soluzione itinerante: non è fissa ed è quindi importante documentarsi tramite il sito del turismo ufficiale per capire date, orari e luoghi durante il proprio soggiorno.

Uhuru Park

Non solo il national park, un’altra oasi verde è quella del parco cittadino di Uhuru. Simbolo della libertà e della storia local, significa proprio freedom in lingua swahili ed è stato inaugurato nel 1969 per celebrare l’indipendenza del Kenya. Se desideri fare una bella passeggiata nel verde senza allontanarti troppo dal centro è perfetto, rappresenta in pieno il cambiamento local dopo il dominio coloniale britannico. Qui avrai alcuni scorci incredibili da fotografare per immortalare lo skyline di Nairobi.

Ngong Hills

Spostandosi leggermente dal centro si trovano le Ngong Hills, una catena di colline che circonda la città e meta di numerose escursioni organizzate. Il nome deriva dalla parola Maasai che significa “sorgente” e non è difficile immaginare il motivo. La vista panoramica una volta raggiunta la cima è incredibile, basti pensare che si estende fino alla Great Rift Valley.

Moschea Jamia

Tra i monumenti religiosi che ti suggerisco di non perdere c’è la moschea Jamia: l’edificio tra i più belli, rappresenta un luogo di culto per la comunità musulmana; è stata costruita nel 1906 e rappresenta pienamente quello che è lo stile architettonico islamico.

Snake park

Gli amanti di rettili e serpenti rimarranno estasiati sapendo che proprio qui, accanto al National Museum, c’è lo snake park. L’attrazione fondata nel 1961 è nata per la ricerca e la conservazione e oggi ospita un numero elevato di specie tra cui cobra e pitoni ma non mancano coccodrilli e lucertole.

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Mont Tremblant, cosa vedere nei dintorni di Montreal

Incastonata nel cuore dei Monti Laurenziani del Québec, in Canada, Mont Tremblant è un’attraente località turistica conosciuta soprattutto per il suo rinomato comprensorio sciistico, ma che offre un’incredibile varietà di esperienze all’aria aperta durante tutto l’anno. Composto da tre distinti villaggi – il Villaggio Pedonale (Pedestrian Village), il Vecchio Villaggio (Old Village) e St-Jovite, noto anche come “Centre-Ville” – ognuno con il suo carattere e atmosfera, Mont Tremblant è immerso in una vasta area naturale di straordinaria bellezza, che include anche un parco nazionale, dove è possibile vivere avventure adrenaliniche o tranquille attività all’aria aperta circondati da paesaggi spettacolari.

In estate, gli appassionati di outdoor possono dedicarsi al ciclismo, all’escursionismo, al canottaggio, al golf e molto altro. Mentre in inverno, anche chi non è appassionato di sci trova numerose alternative, come il pattinaggio su ghiaccio, le gite in slitta trainata da cani, la motoslitta e la pesca sul ghiaccio.

Villaggio Pedonale atmosfera alpina

Situato ai piedi della montagna e delle piste da sci, il Villaggio Pedonale è la stazione sciistica vera e propria. Con i suoi edifici colorati, le boutique, i bistrot, le gallerie d’arte e una vivace vita sociale, ricorda un tipico borgo alpino europeo. Diviso in due aree – alta e bassa – il villaggio è collegato da una suggestiva cabinovia, “The Cabriolet”, che permette agli sciatori di raggiungere la vetta della montagna o di spostarsi agevolmente tra le due sezioni. L’ambientazione pittoresca, unita alla vicinanza alle piste da sci e alle numerose attività disponibili, rende il Villaggio Pedonale il punto di riferimento ideale per chi cerca un soggiorno all’insegna del comfort e dello sport.

Vecchio Villaggio un angolo di pace

Il Vecchio Villaggio (Old Village) di Mont Tremblant, situato sulle rive del Lago Mercier, a meno di due miglia dal centro principale, offre un’atmosfera tranquilla e campestre e un’ampia gamma di alloggi, da accoglienti relais di campagna a romantici bed and breakfast. Rappresenta pertanto un rifugio ideale per chi cerca tranquillità e relax. Le sue stradine costeggiate da caffetterie, ristoranti, panetterie e boutique, creano un ambiente perfetto per passeggiare e scoprire le tradizioni locali. Per un po’ di movimento a ritmo slow c’è la pista da sci di fondo, che in estate si trasforma in un sentiero ciclabile, ottimo punto di partenza per esplorare le bellezze naturali della regione.

St-Jovite un tuffo nella storia

St-Jovite, il vivace centro di Mont Tremblant, è il più grande dei tre villaggi e vanta una storia che risale a oltre 100 anni fa. Nel tempo ha mantenuto il caratteristico fascino da piccolo borgo di montagna, affascinando i visitatori con le sue case storiche, i negozi di antiquariato, i ristoranti e i caffè all’aperto, che offrono un’esperienza unica di shopping e gastronomia e ospitano anche eventi culturali e artistici, come il Blues Festival e il Jazz Festival annuale. Gli ampi spazi verdi e i parchi pubblici invitano invece a rilassarsi all’ombra degli alberi, mentre la passerella sul Creek Clair offre una splendida vista sul corso d’acqua che sfocia nel fiume Diable.

Mont Tremblant, Quebec, Canada

Fonte: iStock

Le piste da sci di Mont Tremblant, Quebec, Canada

Parco Nazionale di Mont-Tremblant, un santuario della natura

Il Parco Nazionale di Mont Tremblant è un santuario naturale di incredibile bellezza che si estende per oltre 150 mila ettari nel cuore delle Monti Laurenziani. Fondato nel 1895, è uno dei parchi provinciali più antichi del Québec e il secondo più grande della regione, comprende sei fiumi, 400 laghi, innumerevoli ruscelli ed è l’habitat naturale per oltre 40 specie di mammiferi, inclusi lupi, alci, cervi, volpi, castori e orsi.

Le attività che si possono praticare all’interno del parco sono pressochè infinite: in estate, escursionismo, campeggio, ciclismo, kayak e pesca sono solo alcune delle possibilità. Mentre d’inverno, il parco si trasforma in un vero paradiso per gli appassionati di sci di fondo, racchette da neve ed escursioni in motoslitta. Per i più avventurosi, la Via Ferrata Du Diable, un avvincente percorso che combina elementi di escursionismo e arrampicata, offre un modo unico per esplorare le montagne del parco.

Frequentato non solo dagli appassionati di outdoor, ma anche dagli amanti della fotografia e dell’osservazione della fauna selvatica, il Parco Nazionale di Mont Tremblant è aperto tutto l’anno e accoglie i visitatori con diversi tipi di sistemazioni, dagli chalet nei boschi alle aree di campeggio perfettamente attrezzate.

Domaine Saint-Bernard, un parco ecoturistico

Situato nel cuore di Mont Tremblant, il Domaine Saint-Bernard è un parco ecoturistico di circa 600 ettari, perfetta combinazione di attività ricreative e contemplazione della natura, che offre un’esperienza immersiva nella natura. Con 45 chilometri di sentieri ideali per escursioni, mountain bike, sci di fondo e racchette da neve, è una destinazione perfetta per gli amanti delle attività all’aperto in ogni stagione.

Durante l’estate, il Lago Raynaud offre una delle migliori spiagge di Mont Tremblant, ideale per nuotare e rilassarsi, ma anche un’oasi di pace e tranquillità a pochi passi dal centro urbano. Il parco è inoltre sede del Velan Pavilion, che ospita il secondo telescopio più grande della provincia del Québec, che attira appassionati di astronomia con numerose attività di osservazione astronomica.

Le Petit Train du Nord, una pista ciclabile storica

Il Petit Train du Nord, conosciuto anche come “Il Piccolo Treno del Nord”, è il parco lineare più lungo del Québec e una delle principali attrazioni cicloturistiche della regione. Si tratta di una pista ciclabile di 232 chilometri che segue il tracciato di una vecchia linea ferroviaria costruita all’inizio del XX secolo che si snoda attraverso paesaggi spettacolari tra laghi, montagne, fiumi e torrenti.

Lungo il percorso, alcune vecchie stazioni ferroviarie sono state restaurate e trasformate in ristoranti, pub, centri informazioni e centri per la riparazione di biciclette, che offrono ai ciclisti l’occasione per una sosta ristoratrice. Chiuso ai veicoli a motore, il sentiero è sicuro e ben mantenuto e attira ciclisti da tutto il mondo con itinerari di tutti i livelli. Alcuni tratti possono essere esplorati in poche ore, mentre i percorsi più lunghi richiedono diversi giorni, con pernottamenti in tenda o nei pittoreschi bed & breakfast lungo il percorso. Più che una semplice pista ciclabile, il Petit Train du Nord è un viaggio attraverso la storia e la bellezza naturale del Québec, che unisce sport, cultura e gastronomia in un’esperienza indimenticabile.

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Come arrivare e cosa vedere sull’Isola dell’Asinara

Un gioiello nascosto nel nord della Sardegna, dove trovare un mix perfetto tra natura incontaminata e storia. Ecco, questa è l’isola dell’Asinara. Si tratta di un paradiso naturale, che fa parte del territorio di Porto Torres ed è conosciuto non solo per i suoi paesaggi spettacolari e le acque cristalline che lo circondano, ma anche per la sua particolare storia.

L’Asinara, infatti, ha una storia affascinante, che ha visto passare quest’isola dall’essere un lazzaretto all’essere un carcere di massima sicurezza, motivo per il quale venne chiuso al pubblico per 112 anni. Nel 1997 è stata riconosciuta come Parco nazionale e area marina protetta ed aperta al pubblico solo sotto specifiche condizioni, così da preservare la sua bellezza naturale. Ad esempio, non possono essere introdotti animali, prelevare elementi storici o naturali, come le conchiglie, e utilizzare droni senza autorizzazione dell’ente regolatore.

Come arrivare sull’isola dell’Asinara

È possibile raggiungere l’isola dell’Asinara solo via mare e sono presenti due tratte principali per raggiungere questo fantastico paradiso naturale. Una di queste è coperta dal traghetto da Porto Torres, da dove partono viaggi regolari per l’isola e con arrivo a Cala Reale. La traversata dura circa un’ora e mezza e durante l’alta stagione è possibile scegliere fra due corse giornaliere, mentre durante l’anno sono presenti tre corse a settimana.

L’altra tratta è quella che parte da Stintino, che si trova sulla costa nord della Sardegna e da dove diverse compagnie offrono la possibilità di raggiungere l’isola dell’Asinara in circa un’ora. Soprattutto in estate, presso queste compagnie private è possibile scegliere tra diverse tratte. Da qui è possibile anche prenotare un taxi boat, un servizio personalizzato che offre maggiore flessibilità, ma ad un costo più elevato rispetto ai traghetti tradizionali.

È anche possibile raggiungere l’Asinara con la propria barca a vela, anche se in questo caso è necessario rispettare le regole imposte per la salvaguardia dell’area marina protetta, ormeggiando solo negli spazi autorizzati a Fornelli, Cala Reale e Cala d’Oliva,  mantenendosi al di fuori della riserva marina segnalata. Una volta ormeggiati è possibile raggiungere la terra ferma per visitare l’Isola con un tender. È un’opzione che consente di vivere un’esperienza esclusiva e la possibilità di esplorare l’isola in totale libertà.

Negli ultimi anni, inoltre, non è raro vedere gente che raggiunge l’Asinara dalla spiaggia della Pelosa utilizzando una canoa. La distanza non è eccessiva ed è possibile attraversando lo stretto di Fornelli, considerato uno dei tratti di mare più suggestivi al mondo, grazie alle sue acque limpide.

Per chi, invece, preferisce un’esperienza organizzata ed approfondita, esistono diverse escursioni guidate verso l’isola dell’Asinara che partono sia dalla cittadina di Porto Torres, che da Stintino. In questi tour è compreso il trasporto andata e ritorno, le visite guidate ai diversi punti di interesse storico e naturale presenti sull’isola ed altre attività, come lo snorkeling e brevi trekking.

Cosa vedere sull’isola dell’Asinara?

Una volta arrivati sulla splendida isola dell’Asinara si rimane ammaliati dalla bellezza naturale del posto e delle acque che lo circondano, ma anche dei luoghi ricchi di storia che la caratterizzano.

Cala Reale, ad esempio, è il porto principale dell’isola, nonché punto di partenza di diverse escursioni alla scoperta dell’Asinara. Qui è possibile visitare diversi edifici storici, come il Palazzo Reale, che un tempo apparteneva ai Savoia e che ora è la sede del Parco nazionale dell’Asinara.

C’è poi Cala d’Oliva, un piccolo borgo dove è possibile trovare diversi servizi, come un ristorante e bar, un ostello, che un tempo ospitava il personale di sicurezza del carcere dell’isola, ed un servizio di noleggio di bici elettriche. Questo piccolo centro è diventato molto famoso soprattutto per essere stato il centro operativo della ormai ex-colonia penale dell’Asinara.
Nei dintorni del borgo di Cala d’Oliva si trovano diverse calette fra le più belle dell’isola, come Cala dei Detenuti, Sa Murighessa, Cala Giordano e Punta Sabina

Infine, Fornelli, una delle aree più affascinanti dell’Asinara e dove era situato l’ex penitenziario di massima sicurezza, struttura che non è più visitabile dal 2016. Qui è possibile visitare i dintorni ed ammirare i resti del Castellaccio, ovvero una rocca medievale che domina la zona, e che è raggiungibile da un bellissimo e suggestivo sentiero dal quale poter ammirare panorami spettacolari sul mare circostante.

Vista di Cala d'Oliva, piccolo borgo dell'isola dell'Asinara, con case bianche sullo sfondo e mare turchese

Fonte: iStock

Borgo di Cala d’Oliva, isola dell’Asinara

Le spiagge dell’Asinara

Le spiagge dell’Asinara sono tra le più belle spiagge della Sardegna e dell’intero Mar Mediterraneo. Cala Sabina, ad esempio, è una delle più famose grazie al contrasto spettacolare tra la sua sabbia bianca e le acque turchesi che la bagnano. Un’altra spiaggia imperdibile è sicuramente Cala d’Arena, che è accessibile solo con visite guidate e che è in grado di regalare paesaggi unici. L’isola è ricca di calette uniche, in grado di offrire ai propri visitatori un’esperienza indimenticabile, lontano dal turismo di massa e dove è possibile rilassarsi e godere della natura dell’isola in totale tranquillità.

L’area marina protetta

Le acque cristalline che circondano l’isola dell’Asinara rappresentano il luogo ideale per numerose specie di pesci, coralli ed altri organismi viventi marini che abitano il Mediterraneo. Grazie alla loro particolarità, le aree che fanno parte di questo grande ecosistema sono la destinazione perfetta per chi ama gli sport acquatici, come lo snorkeling e le immersioni subacquee.

In quest’ultimo caso, soprattutto, ci sono diverse compagnie che offrono escursioni guidate per l’esplorazione dei fondali dell’isola e diversi punti particolarmente suggestivi come, ad esempio, il relitto di una nave mercantile affondata durante la Seconda Guerra Mondiale e che oggi è popolato da una ricca vita marina.

Visitare l’isola dell’Asinara è un’esperienza in grado di lasciare il segno nel cuore e nella mente di ogni visitatore, grazie alla combinazione fra paesaggi unici ed edifici storici, che ne hanno segnato il passato. Si tratta di una destinazione imperdibile del Mar Mediterraneo, dove disconnettersi dal mondo esterno, lasciandosi affascinare dalla sua bellezza.

Per vivere al meglio un’escursione di una o più giorni sull’isola dell’Asinara è sempre consigliabile prenotare con largo anticipo non solo il trasporto, ma anche eventuali escursioni e visite guidate, oppure un posto letto nell’unico ostello presente sull’isola. In questo modo sarà possibile vivere un’esperienza di viaggio irripetibile a diretto contatto con la natura.

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Esplora l’antico Freycinet National Park della Tasmania

In tutto il mondo, i parchi nazionali sono stati creati per preservare luoghi davvero unici, e non c’è dubbio che il Freycinet National Park, in Tasmania, abbia una magia tutta sua, da preservare con cura. Freycinet è un luogo iconico, memorabile e mozzafiato. Il parco è noto soprattutto per l’incredibile bellezza di Wineglass Bay: le sue acque cristalline e la sua spiaggia bianca e sinuosa sono uno dei panorami più famosi dell’isola a sud dell’Australia.

Scopri la magia del Freycinet National Park

Sulla mite costa est della Tasmania, l’isola al largo dell’Australia meridionale, la frastagliata e bellissima penisola di Freycinet si protende nell’oceano. Il Freycinet National Park, costituito da montagne di granito circondate da baie azzurre e spiagge di sabbia bianca, è l’habitat perfetto di un’eccezionale varietà di piante e animali. La bellezza paesaggistica dell’area attira ogni anno molti visitatori, interessati alla splendida gamma di attività possibili ed è un luogo popolare per campeggiare, soprattutto nei mesi estivi.

Il corpo principale del parco nazionale copre la punta meridionale della penisola di Freycinet, ma si estende anche lungo la costa orientale della penisola, comprendendo le Friendly Beaches e arrivando fino alla città costiera di Bicheno. Con il Monte Field, Freycinet è il più antico parco nazionale della Tasmania. Oltre a Wineglass Bay, a Freycinet però c’è molto altro da scoprire. La diversità del paesaggio costiero è impressionante, con insenature rocciose e onde impetuose dietro ogni angolo, baie riparate e spiagge sabbiose. Durante l’esplorazione del parco, gli Hazard – una spettacolare catena montuosa di granito che si erge a protezione delle baie riparate e turchesi – forniscono uno sfondo mozzafiato ad ogni sguardo. Sebbene sia uno dei parchi nazionali più popolari della Tasmania, è ancora possibile trovare il proprio angolo di pace nella varietà di esperienze che ti puoi aspettare di vivere al Freycinet National Park.

wineglass bay

Fonte: iStock

Goditi una giornata sulla spettacolare spiaggia di Wineglass

Nel parco si può camminare fino al passo che domina la Wineglass Bay, percorrere l’intera penisola di Freycinet con una camminata di tre giorni, andare in kayak fino a spiagge isolate o provare attività meno faticose come le passeggiate sulla spiaggia, il nuoto, la pesca, il birdwatching o l’avvistamento della fauna selvatica.

Separate dalla sezione principale del parco sono le Friendly Beaches, a cui si accede tramite una deviazione segnalata sulla Coles Bay Road. Le Friendly Beaches offrono viste spettacolari e chilometri di sabbia bianca incontaminata e sono state aggiunte al Parco Nazionale nel 1992.

Cosa vedere al Freycinet National Park

Baia di Wineglass

La spiaggia più famosa della Tasmania forma una curva bianca perfetta sotto le montagne Hazard ed è di gran lunga la destinazione naturale più popolare e fotogenica del parco.

Le Hazard

Questa serie di picchi di granito forma una spettacolare barriera lungo il parco nazionale. Il Wineglass Bay Lookout si trova in uno dei passaggi tra i picchi.

scogliere granito

Fonte: iStock

Le imponenti scogliere di granito del Freycinet National Park

Friendly Beaches

Questa lunga spiaggia che costeggia la costa orientale della penisola è un sorprendente contrasto di sabbia bianca e mare blu.

Capo Tourville

Questo promontorio, sormontato da un faro e circondato da una passerella, offre un facile scorcio sulla Wineglass Bay e la possibilità di avvistare la fauna marina, comprese le balene in transito di fronte alla costa.

Fare trekking al Freycinet National Park

Belvedere di Wineglass Bay

Un sentiero ben curato si arrampica attraverso gli Hazard fino alla piattaforma panoramica posta sopra Wineglass Bay. Ci vogliono circa 60-90 minuti a passo svelto per percorrere i 2,6 km del tracciato, che è una delle 60 Great Short Walk della Tasmania.

Baia di Wineglass e spiaggia di Hazards

Prosegui oltre il belvedere e scendi sulla sabbia di Wineglass Bay. Torna indietro attraversando l’istmo fino a Hazards Beach e aggirando la costa sotto gli Hazard. Anche questo circuito (4-5 ore, 11 km) è una delle 60 Great Short Walk del Paese.

Monte Amos

Scala le alture degli Hazard per godere di una straordinaria vista sulla Wineglass Bay e su gran parte della penisola di Freycinet. Si tratta di un percorso impegnativo (3 ore andata e ritorno, 3,6 km) su ripide lastre di granito, che richiede una buona esperienza e attrezzatura adeguata per arrampicarsi in alcuni tratti. Evita questo percorso nei giorni di pioggia o in quelli immediatamente seguenti, quando la roccia è bagnata.

Circuito di Freycinet

Per avere una prospettiva completa della penisola e del parco nazionale, si può percorrere un trekking ad anello di due o tre giorni, che comprende Hazards Beach e Cooks Beach prima di attraversare il Monte Graham e raggiungere Wineglass Bay. Ci sono campeggi per escursionisti a Hazards Beach, Cooks Beach e Wineglass Bay.

Le altre attività possibili al Freycinet National Park

Crociere nella baia di Wineglass

Puoi salpare da Coles Bay per un tour in catamarano o in barca a vela. Verrà doppiata la punta della penisola e si navigerà fino a Wineglass Bay per pranzare con la vista della costa.

kayak fraycinet

Fonte: iStock

Prova un’escursione in kayak al Freycinet National Park

Avventure a Freycinet

Il parco è un paradiso per gli amanti delle escursioni in kayak. Ci sono diversi operatori che organizzano tour e permettono di noleggiare l’attrezzatura. Il percorso più popolare è quello che ti porterà a pagaiare per circa tre ore con la vista delle cime degli Hazard sempre sullo sfondo fino alla splendida Honeymoon Bay.

Il campeggio

Un’altra popolare esperienza che è possibile fare all’intero del Freycinet National Park è quella del campeggio sulla spiaggia, in particolare a Richardsons Beach, Honeymoon Bay, Ranger Creek e alle Friendly Beach ma per evitare il sovraffollamento nei periodi di alta stagione, come durante le vacanze scolastiche estive e a Pasqua, i posti nei campeggi vengono sorteggiati. L’estrazione avviene ogni anno nel mese di agosto. A Coles Bay, ai margini del parco, si trovano comunque numerose strutture ricettive dove è possibile soggiornare in caso non si riuscisse ad ottenere un permesso di campeggio all’interno del Freycinet National Park.

Informazioni generali

Il Freycinet National Park si trova a 2 ore e 30 minuti di auto (195 km) a nord-est della capitale Hobart e a 2 ore di auto (175 km) a sud-est di Launceston. All’ingresso del parco, il Freycinet Visitor Centre rilascia pass e informazioni sul parco e vende attrezzature per l’outdoor, abbigliamento e libri di storia naturale. Ricorda che per entrare nei parchi nazionali della Tasmania è necessario richiedere uno specifico pass.

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Fara San Martino, il borgo immerso nella natura e capitale della pasta

Situato nella splendida cornice del Parco Nazionale della Majella, il borgo di Fara San Martino è un gioiello incastonato tra le gole della Valle di Santo Spirito e della Valle Serviera. Conosciuto come la “capitale mondiale della pasta”, per via della presenza di noti pastifici quali De Cecco, questo affascinante paese vanta una ricca storia, una natura incontaminata e un pittoresco centro storico.

Le origini di Fara San Martino

La storia di Fara San Martino risale all’epoca medievale e ancora oggi, infatti, la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di San Martino, insieme al monastero benedettino, portano testimonianza di queste radici storiche. Il borgo rimase a lungo sotto la giurisdizione dei monaci, per precisino fino al XV secolo, quando passò sotto il controllo del Vaticano. Nonostante la devastazione dovuta alla Seconda Guerra Mondiale, però, ancora oggi passeggiando per le vie antiche del borgo e nel cuore del suo centro storico è possibile fare un salto indietro nel tempo e ritrovare le tracce delle sue origini medievali nella parte di Terra Vecchia.

Cosa vedere nel borgo

Se siete amanti della natura, della storia, della pasta e dell’autenticità, Fara San Martino è il luogo ideale da visitare. Questo borgo autentico dell’Abruzzo vi accoglierà a braccia aperte, offrendovi un’esperienza indimenticabile tra paesaggi mozzafiato, tradizioni secolari e sapori unici.

Fara San Martino, rovine antiche

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Alcune rovine antiche a Fara San Martino

Ma è anche splendido da vedere, Fara San Martino: il nucleo più antico del borgo, Terra Vecchia, conserva ancora intatta la struttura di un borgo fortificato che ha resistito al passare del tempo e alle vicissitudini della storia. Attraverso la Porta del Sole si può accedere a questo affascinante labirinto di stradine che caratterizzano la zona. C’è poi Palazzo di Cecco, con le sue finestre decorate, e ci sono le tante chiese (a cominciare dall’antica parrocchiale di San Remigio).

Anche se, al di là della storia, è l’aspetto naturalistico a raccontare l’anima di Fara San Martino. Se in Piazza Municipio il Museo Didattico curato dal Corpo Forestale gestisce il Centro Visite del Parco Nazionale della Majella, nei dintorni è possibile visitare splendide grotte carsiche: la Grotta del Peschio, la Grotta Porca degli Angeli, la Grotta dei Diavoli, la Grotta de li Trazzir. E poi le sorgenti del Fiume Verde, le Gole di S. Martino con i resti dell’omonima abbazia. Dintorni splendidi, in cui è possibile organizzare trekking, gite in bicicletta, passeggiate a cavallo.

Parco Nazionale della Majella

Fonte: 123RF

Panorama del Parco Nazionale della Majella

C’è poi, nel territorio di Fara San Martino e di Palombaro, la Riserva Statale Fara S. Martino – Palombaro, con le sue aree ricoperte di faggi, di pino mugo, di pino nero, e le tantissime specie di uccelli che la popolano, insieme all’Orso Bruno Marsicano e al Lupo Appenninico. Oltre, ovviamente, al Parco Nazionale della Majella, un parco tutto di montagna sito nella parte più impervia e selvaggia dell’Appennino Centrale, coi suoi canyon e i prati d’alta quota.

Cosa mangiare a Fara San Martino

Abbiamo già detto che Fara San Martino è soprannominato anche il “borgo della pasta”. Perché? Perché è qui che si trovano alcuni tra i più celebri pastifici italiani: De Cecco, Cocco, Delverde. E non è neppure la pasta, l’unica prelibatezza da gustare durante una visita al borgo: ci sono anche il ragù d’agnello, i tarallucci lessati, gli uccelletti ripieni (tarallucci abruzzesi alla marmellata d’uva), gli amaretti, i mostaccioli (biscotti dal cuore morbido, ricoperti da una glassa di cioccolato). Insomma, tutta la bontà e la genuinità della cucina abruzzese!

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In Puglia tornano a risplendere le Miniere di Bauxite

Sono tornate a risplendere le Miniere di Bauxite, cuore rosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in Puglia. Inaugurate in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, hanno finalmente riaperto al pubblico dopo numerosi interventi di recupero e valorizzazione ambientale che hanno restituito alla luce questo importante patrimonio dell’archeologia industriale. Scopriamole più da vicino.

Recuperate le le Miniere di Bauxite, gioiello della Puglia

Un tempo giacimento di primaria importanza per l’estrazione di minerali, oggi le Miniere di Bauxite a Spinazzola, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, conservano la memoria di un passato industriale, ospitando habitat e specie faunistiche che ne fanno un tesoro di biodiversità, recuperati grazie al progetto che ha permesso di rimuovere 11 tonnellate di rifiuti che deturpavano il paesaggio, ripristinare i prati aridi mediterranei e gli stagni temporanei, habitat di grande valore ecologico, installare casette nido per favorire la nidificazione di diverse specie faunistiche, realizzare punti panoramici e un percorso didattico per favorire la fruizione sostenibile del sito.

Grazie a un protocollo d’intesa siglato tra Ente Parco e Comune di Spinazzola è stata avviata una gestione regolamentata del sito, al fine di tutelarlo e per non vanificare gli interventi di ripristino degli habitat. I visitatori potranno ammirare le Miniere di Bauxite dall’alto, attraverso l’area didattica e i punti di osservazione appositamente predisposti.

È fondamentale seguire il percorso tracciato nell’ambito del progetto e rispettare le regole di comportamento vigenti in zona A del Parco (Area di Riserva Integrale), che comprendono il divieto di raccogliere o danneggiare pietre e vegetazione. L’accesso al fondo della miniera, invece, è riservato unicamente al personale tecnico del Parco e a persone autorizzate. Per interdire la discesa, oltre al posizionamento di una sbarra di ferro è stata emanata una apposita ordinanza a tutela della pubblica incolumità e del sito.

Alla scoperta del Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Chiamato il “cuore di pietra” della Puglia, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è tra i pochi esempi al mondo di prateria arida mediterranea, modellata dal carsismo che ha scolpito nei millenni la roccia affiorante. Istituito nel 2004, si estende per 68.077 ettari sulla parte più elevata delle Murge pugliesi. Il territorio è uno scrigno di biodiversità dove si alternano doline, colline, inghiottitoi, lame, grotte, scarpate, creste rocciose e boschi di quercia e conifere. L’azione dei venti e delle piogge ha dato forma a un eccezionale repertorio di siti geologi, dal 2019 oggetto di un iter di studi per entrare nella rete internazionale dei Geoparchi UNESCO.

Visitare i geositi è un viaggio lungo la storia della terra, sin dall’età dei dinosauri. Tra questi, oltre alle le Miniere di Bauxite, hanno particolare importanza Cava Pontrelli, con circa 25.000 impronte di dinosauro rinvenute, Grotta di Lamalunga, che conserva lo scheletro dell’Uomo di Altamura, un neandertaliano vissuto tra 130.000 e 190.000 anni fa, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina. Monumento simbolo del Parco è invece il celebre Castel del Monte, ad Andria, splendida fortezza del XIII secolo, fatta costruire da Federico II di Svevia sulla sommità di una collina a 539 metri s.l.m nell’altopiano delle Murge settentrionali, oggi Patrimonio UNESCO e tra i siti culturali più visitati in Italia.

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Caramanico Terme, in Abruzzo, dove la natura incontra il benessere

Se siete alla ricerca di un luogo in cui godere di un po’ di meritato relax, tra passeggiate all’aria aperta e salutari immersioni in acque sulfuree, il borgo medievale di Caramanico Terme, in Abruzzo, è la meta che risponde ai vostri desideri, poiché unisce alla perfezione la vocazione termale a scenari naturali dalla bellezza intatta. Questa piccola e suggestiva cittadina di poco meno di duemila abitanti, a circa 50 km da Pescara, è situata all’interno del Parco Nazionale della Maiella ed è, senza alcun dubbio, uno dei posti più affascinanti della regione.

Caramanico Terme, dalle origini a oggi

Secondo la tradizione, Caramanico Terme è stata fondata nel 601 dal duca longobardo Teodolapio. Nel 1059 è, invece, documentata per la prima volta la chiesa di Santa Maria Maggiore, da sempre il principale edificio religioso del borgo abruzzese. Nel Chronicon Casauriense, risalente al XII secolo, si citano già le “acque putride”, ovvero le acque termali.

Il nucleo urbano venne costruito seguendo le esigenze urbanistiche dell’epoca medievale, con un castello posto sulla sommità del colle, oggi ridotto a rudere, e il centro abitato protetto da mura, torri e portoni di accesso. Per la sua posizione strategica, il borgo finì per costituire una importante via d’accesso a Napoli, per chi proveniva dalla via Tiburtina-Valeria-Claudia.

Le acque terapeutiche nella zona sono state analizzate solo nell’Ottocento, benché già dal 1.500 i primi viaggiatori cominciarono ad evidenziare nei loro diari gli effetti curativi della solfatara presente in Villa Santa Croce. Si dovrà però aspettare il 1901 per il primo stabilimento termale, e il 1960 per vedere la cittadina assumere il nome di Caramanico Terme e modificarsi con la costruzione di nuovi quartieri residenziali e alberghi tra il centro storico e la frazione di Santa Croce, oggi perfettamente integrata con il resto del paese.

Cosa vedere nel borgo di Caramanico Terme

Tra gli edifici più antichi di Caramanico Terme c’è l’Abbazia di Santa Maria Maggiore, situata al centro del paese. Il complesso, probabilmente costruito attorno all’XI secolo, colpisce per gli esterni in stile gotico con uno splendido portale ad arco acuto. raffigurante l’Incoronazione della Vergine. L’interno a tre navate mostra le varie trasformazioni artistiche apportate in seguito ai terremoti, tra cui quello della Maiella del 1706, che hanno eliminato quasi del tutto l’originale impianto romanico a favore di un rifacimento barocco. Vi si può ammirare anche un particolare Crocifisso ligneo quattrocentesco: se osservato da sinistra verso destra, mostra il volto di Cristo prima sofferente, poi agonizzante e, infine, morto.

Il cuore del paese è il quartiere di San Maurizio, con le edicolette votive disseminate per le strade. La zona di Piazza Garibaldi si svela nella sua bellezza ottocentesca, come suggeriscono lo stile architettonico dei palazzi e la fontana a mascheroni.

Nella parte alta della cittadina abruzzese, in via Verdi, ci si imbatte in due palazzi settecenteschi, impreziositi da stemmi araldici, costruiti dopo il terremoto del 1706, quando l’antico borgo medievale fu sostituito da costruzioni più solide e importanti, come i palazzi D’Aquino e Salerni.

Da Via Duca degli Abruzzi si accede, invece, alla parte bassa del borgo, considerata la più autentica, poiché non interessata dagli interventi di demolizione ottocenteschi. Il suo cuore antico custodisce la Chiesa di San Nicola di Bari, dalla sobria facciata neoclassica che incornicia il portale barocco del 1592.

Bisogna invece allontanarsi di 5 km dal centro per ammirare la Chiesa di San Tommaso di Paterno, nota anche come Chiesa di San Tommaso Becket, in stile romanico, risalente agli inizi del XII secolo, situata nella contrada omonima sul confine con il comune di Salle. L’edificio attuale sorge su una pieve già citata nel IX secolo, ed era circondato da altri edifici monastici ora in rovina. Al suo interno ospita la “colonna santa”, un’esile monolito con un originale capitello corinzio, oggetto di venerazione da parte dei fedeli. La tradizione, infatti, vuole che fosse stata portata nella navata da un angelo e che vanti potenti poteri taumaturgici. Nella cripta, invece, un pozzo di acqua sorgiva rimanda ad antichi culti precristiani e alle virtù prodigiose delle acque della Maiella.

Se desiderate ammirare uno dei panorami più belli offerti dal borgo inserito nel Club “I Borghi più belli d’Italia”, avventuratevi per il breve sentiero che parte dalla chiesa della Madonna del Castello, che conduce alla cima di Colle Civita. Qui, a 1100 m,  un suggestivo punto panoramico sovrasta la cittadina e la Valle dell’Orta con vista sul Morrone. Sulla cima del colle si trovano anche i resti di un piccolo villaggio di capanne a cupola realizzate in pietra a secco, utilizzate dai contadini  caramanichesi come dimore estive.

Benessere a Caramanico: le terme

La fama di Caramanico Terme è legata a tre acque altamente terapeutiche che, grazie alla loro particolare composizione, lo hanno fatto diventare uno dei centri termali più importanti di tutta Italia.

  • La salute: acqua minerale solforosa dalle proprietà antinfiammatorie ed eutrofiche, con effetti benefici su apparato respiratorio, osteoarticolare, digerente, sull’orecchio medio e sulla pelle.
  • Gisella: acqua termale minerale sulfurea ad alto contenuto di idrogeno solfotato; antinfiammatoria e protettiva per apparato respiratorio, osteoarticolare, digerente, per l’orecchio medio e la pelle.
  • Pisciarello: acqua oligominerale dalle proprietà benefiche e diuretiche: favorisce la diuresi e l’eliminazione di liquidi e scorie dall’organismo come azoto ureico, acido urico e acido ossalico.

La presenza delle sorgenti sulfuree e oligominerali, così come un clima particolarmente salubre dovuto alla vicinanza con il mare e all’altitudine che permette un’ottima ossigenazione, hanno fatto di questo borgo un un importante punto di riferimento, non solo in Abruzzo ma per tutto il Centro Italia, per coloro che vogliono sfruttare le proprietà curative delle terme, oppure solamente rilassarsi un po’ in un contesto paesaggistico unico.

Escursioni e avventure nella Riserva dell’Orfento

Montagne maestose, panorami spettacolari, piante secolari e avventure straordinarie. Chi ama la natura trova in Caramanico Terme il suo luogo del cuore. Basti pensare che si trova all’imbocco del canyon dell’Orfento e della valle del fiume Orta. Dal borgo si può raggiungere la splendida Riserva Naturale dell’Orfento, uno dei luoghi più incontaminati degli Appennini, costellato di faggete in cui vivono il lupo, l’orso marsicano, il cervo, il camoscio e il capriolo, e nei cui cieli si può assistere al volo maestoso di un’aquila reale che volteggia sopra agli orridi scavati dal fiume, in un’atmosfera di quiete assoluta, dove l’unico rumore è quello dello scorrere delle acque.

La natura incontaminata e rigogliosa ha da sempre protetto e reso difficilmente accessibili alcuni punti del bosco della Maiella. Non è un caso che eremiti e monaci abbiano fondato qui chiese ed eremi incastonati nella roccia. Tra questi, l’eremo di San Giovanni, nascosto nella faggeta e difficilmente accessibile, che sorge a 1.220 metri di altezza in un punto decisamente scenografico della Valle dell’Orfento.

La valle è un incantevole luogo di biodiversità tutto da scoprire, con percorsi di diversi livelli adatti ad adulti e bambini, dagli escursionisti principianti ai più esperti. Da Caramanico Terme partono diversi sentieri alla scoperta di questo paradiso naturale. Uno di questi è il Sentiero delle Scalelle, un emozionante percorso lungofiume fino quasi allo sfociare dell’Orfento nell’Orta. Altamente suggestivi sono anche l’Anello del Ponte del Vallone e l’Anello del Ponte della Pietra e Valle di Sant’Onofrio, che attraversa un bosco di conifere.

Parco Avventura e relax nel verde

Ai margini del centro abitato di Caramanico Terme c’è un’altra attrazione imperdibile: il Parco Avventura, situato nei pressi dell’area verde “Il Pisciarello” che dà il nome all’omonima fonte termale. Un luogo di divertimento a misura di famiglia, con percorsi adrenalinici. Il tutto in totale sicurezza, grazie alla supervisione attenta dello staff che accompagna adulti e bambini lungo i diversi percorsi a disposizione.

Si spazia da teleferiche zipline a cammini sospesi tra gli alberi, da passerelle e ponti tibetani e tirolesi alla piccola parete d’arrampicata adatta a tutti. Tra le attrazioni da non perdere, il Tubby, la discesa con le ciambelle che fa rivivere le stesse emozioni di una discesa sulla neve. Per un po’ di relax, l’accesso all’area verde del parco idropinico Il Pisciarello è libero e gratuito. Qui si può trascorrere un’intera giornata insieme alla famiglia e agli amici, ma è bene ricordarsi di prenotare i tavoli con panche che si trovano in mezzo al bosco per poterli utilizzare per piacevoli picnic.

Da Caramanico Terme alla scoperta del Maiella Geopark

A partire dal 22 aprile 2021, il bellissimo territorio del Parco Nazionale della Maiella, in cui è inserito il borgo di Caramnico Terme, è diventato Geoparco Mondiale dell’UNESCO con il nome di Maiella Geopark. Un riconoscimento reso possibile dall’elevata geodiversità del territorio che si concretizza nella presenza di ben 95 geositi, 22 dei quali di valore internazionale.

Il geoparco si estende per un’area di 740 kmq, con un’altitudine dai 132 ai 2800 metri e 60 cime nel Massiccio della Maiella, metà delle quali supera i 2000 metri. Qui si può ammirare un panorama di rara bellezza, contraddistinto da un’incredibile eterogeneità morfologica con gole, fiumi, laghi perenni e rilievi, a cui si aggiunge la varietà di microclimi, ecosistemi e nicchie ecologiche, che conferiscono al Maiella Geopark un’elevata biodiversità. Chi sceglie di visitare Caramanico Terme non dovrebbe perdersi per nulla al mondo questo luogo dall’inestimabile valore paesaggistico, naturalistico ed educativo.

Tra i geositi, la Valle dell’Orta, un’ampia area che separa il Morrone dalla Maiella, stupisce per per le sue particolari stratificazioni e per l’idrogeologia che ha portato alla formazioni di torrioni di roccia nella Piana del Luco o di canyon carsici chiamati Marmitte dei Giganti. Le tante grotte presenti nei costoni rocciosi inoltre fin dalla Preistoria sono state frequentate dalle popolazioni umane che vi hanno lasciato segni del loro passaggio come resti di sepolture, ceramiche e pitture rupestri. Bellissima la Grotta del Cavallone, la più importante, caratterizzata dalla presenza di stalattiti e stalagmiti, ma sono degne di nota anche la Grotta Nera e la Grotta Scura, meta di molti speleologi.

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Dormire in una tenda teepee in un parco nazionale: l’esperienza da sogno

Siamo sempre alla ricerca di nuove esperienze da aggiungere alle memorie indissolubili della nostra vita. Dalle più avventuriere e originali a quelle più rilassanti e rigeneranti, sono proprio le esperienze a cambiare il nostro punto di vista e per questo un nuovo viaggio è sempre una buona idea.

Per accontentare gli amanti dell’avventura più curiosi e, insieme, anche coloro che ricercano pace e tranquillità, il glamping rappresenta un ottimo mix da provare almeno una volta nella vita. Dalle tende, ai cottage e alle case sugli alberi, in Italia e nel resto del mondo sempre più persone scelgono questa modalità di soggiorno che unisce l’avventura alle comodità di un viaggio di lusso.

Siete appassionati di glamping? Ora potete vivere un’esperienza unica e stravagante che vi porterà indietro nel tempo fino a dormire nelle tipiche case degli antichi indiani d’America: le bellissime tende teepee immerse nel suggestivo Parco nazionale di Capitol Reef.

Parco nazionale di Capitol Reef

Si estende per oltre 160 chilometri ed è uno dei parchi più belli d’America, ma anche uno dei più sottovalutati. Il Parco nazionale di Capitol Reef è una meraviglia di colori, imponenti montagne rocciose, canyon e vegetazione selvaggia. Situato a sud dello stato dello Utah, si tratta di una lunga e stretta area naturale tra le meglio conservate che prende il nome dalla barriera geologica del Waterpocket Fold.

Fondato nel 1971, il parco è aperto ai visitatori tutto l’anno, anche se il periodo migliore per avventurarsi comprende i mesi tra maggio e ottobre. In quest’area dalla bellezza mozzafiato il turismo di massa non è ancora arrivato e per questo rappresenta un’oasi di pace per coloro che ricercano un’avventura unica e suggestiva.

Parco nazionale di Capitol Reef

Fonte: iStock

Parco nazionale di Capitol Reef, Utah

Dormire in una tenda teepee

Assaporare l’esperienza del glamping è già di per sé affascinante, ma farlo in una tenda teepee dalla storia centenaria è sicuramente memorabile.

Ci troviamo nello Utah e in particolare a Torrey, un piccolo villaggio di nemmeno 300 abitanti che si trova a poco meno di 2 chilometri dall’ingresso del Parco nazionale di Capitol Reef. Immerso nella natura spicca il Capitol Reef Resort, nel quale è possibile vivere l’esperienza unica e indimenticabile di avventurarsi nel paesaggio roccioso del parco e, allo stesso tempo, rilassarsi e godere di ogni comfort e lusso.

Qui, oltre alle classiche camere da hotel, infatti, si trova anche un’area dedicata alle tende teepee, un glamping di tutto rispetto per garantire ai visitatori un ambiente chic e curato nei minimi dettagli, che riporta ai tempi degli antichi indiani d’America. Un gruppo di pali di betulla che sorreggono teli in pelle e rivestimenti interni in tessuto, saldati tra loro e al suolo con corde e picchetti: le tipì (il loro nome nella versione italiana) erano le dimore dei nativi americani che vivevano nella parte settentrionale degli USA,  nelle Grandi Pianure, tra praterie e steppe.

Le tende del resort, con un’area di circa 20 metri quadri, sono arricchite da splendide decorazioni e offrono letti king size con raffinata biancheria, una grande tv a schermo piatto, e un salottino accogliente in cui rilassarsi leggendo un libro. Non può mancare il bagno, privato per ogni tenda, che si trova a pochi passi e completamente accessoriato.

Ma non è tutto, perché in un glamping che punta al mix perfetto tra avventura e comfort di lusso non possono mancare alcuni servizi di alta qualità che lo rendono davvero speciale: una piscina esterna riscaldata e una deliziosa vasca idromassaggio dalle quali ammirare il suggestivo paesaggio circostante, una palestra con vista sul Capitol Reef, un ristorante e anche la connessione Wifi che copre l’intera area. Tutto quello che può offrire un soggiorno di lusso immerso in un ambiente naturale mozzafiato.

Le tende sono prenotabili da metà maggio a metà ottobre.

Non solo lusso e relax

Ci troviamo immersi nella natura selvaggia di Capitol Reef, con le maestose montagne di roccia rossa a creare un paesaggio unico e spettacolare tutto da scoprire. Il Capitol Reef Resort, che ha ottenuto nel 2023 il Travel + Leisure World’s Best Award, offre la possibilità di avventurarsi in tre tipologie di tour guidati. Dai safari in jeep fino alle escursioni a cavallo o in compagnia dei lama, attraversando la Foresta nazionale di Fishlake (compresa tra le montagne rocciose del parco) e ammirando le maestose pareti colorate del selvaggio West. Sembrerà di catapultarsi in un vecchio film western nel quale, al posto di John Wayne, i protagonisti sarete proprio voi.

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Bad Gastein, la Montecarlo delle Alpi

Nel cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri, eden del Salisburghese, si cela una delle mete sciistiche più rappresentative dell’Austria, un’amena località in stile Belle Epoque che ha accolto illustri personaggi a partire dal Settecento (Freud, la Principessa Sissi, Beethoven, Schopenhauer, solo per citarne alcuni): ecco Bad Gastein, meraviglia termale, perfetta per vivere la magia dell’inverno ma anche piacevoli escursioni in estate, nonché relax e riposo.

Qui gli amanti della natura, di paesaggi da favola, dello sci e del benessere troveranno davvero la loro “valle incantata”.

Cosa vedere a Bad Gastein, paradiso di montagna

È un’atmosfera internazionale e d’altri tempi quella che si respira a Bad Gastein, splendida cittadina imperiale conosciuta come la “Montecarlo delle Alpi”, immersa in un ambiente di rara bellezza tra vette innevate e distese di verdi prati.

Passeggiare lungo il suo centro signorile è un’esperienza ammaliante, tra il suono della fragorosa cascata che suddivide in due il paese, suggestivi balconi fioriti in primavera, hotel alla moda e l’armonia tra natura e storia: tra i punti d’interesse da non perdere spiccano, ad esempio, la quattrocentesca Chiesa di San Nicola dai pregevoli affreschi e la Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora di Bad Gastein, della fine del XV secolo, con un notevole altare barocco.

Oppure il Museo minerario e il Museo di Gastein con pinacoteca, incentrato sulla storia dei bagni termali: non va dimenticato, infatti, che uno dei fiori all’occhiello di Bad Gastein sono proprio le rinomate terme, le Felsentherme, le cui proprietà benefiche e curative sono ormai note in tutto il mondo. L’acqua, che sgorga in pieno centro ai piedi del Graukogel, è ricca di minerali preziosi e di radon così da favorire la circolazione sanguigna, trattare con efficacia le malattie croniche, sciogliere le tensioni muscolari e donare una sferzata di vitalità ed energia.

A vegliare su tutto, etereo sulla cima della collina, il tardogotico Castello di Weitmoser, risalente al 1554.

Una vacanza a Bad Gastein: opportunità per tutti i gusti e tutte le stagioni

Nella cornice mozzafiato delle Alpi Austriache, dove la Valle del Gastein si estende a perdita d’occhio, Bad Gastein offre, in una sola vacanza, innumerevoli possibilità per chi desidera dimenticare almeno per un po’ la frenesia e i rumori della città e ritrovare pace, serenità, equilibrio e benessere in ogni stagione.

Con le vette che superano i 3000 metri e si impongono al di sopra dei ghiacciai degli Alti Tauri, la “Montecarlo delle Alpi” si trasforma, sia durante l’inverno che in estate, nella scelta ottimale per gli appassionati di sport, della mountain bike e delle vacanze attive all’aria aperta: si tratta, infatti, dell’area sciistica più alta del Salisburghese e vanta una fitta rete di sentieri escursionistici dove praticare trekking e fare rigeneranti passeggiate nel silenzio dei boschi e dei pascoli alpini.

Ma non è tutto.

Ogni estate, oltre all’aria fresca, a Bad Gastein si respira anche il fascino dell’arte contemporanea con il “Festival delle Arti“, un entusiasmante programma cui prendono parte artisti di prim’ordine, giovani ed emergenti: la storica centrale elettrica nei pressi della cascata diventa una vera e propria galleria d’arte aperta al pubblico mentre, grazie al Sentiero dell’Arte, gli appassionati possono partire alla scoperta delle varie opere inserite nell’idilliaco paesaggio di montagna.

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Rafting nel fiume dalle acque caraibiche: l’esperienza da sogno

La bellezza della natura, i colori che regalano un’esperienza visiva indimenticabile, la storia che si respira e si osserva tutta intorno a sé. C’è un luogo in Turchia in cui è possibile fare rafting (ma non solo) in un fiume che ricorda i colori delle acque caraibiche, mentre si è immersi in uno scenario indimenticabile.

L’esperienza da sogno si può vivere nel Parco Nazionale del Canyon di Köprülü che si trova a circa 85 chilometri da Adalia (in turco Antalya) una grandissima città della Turchia che si affaccia sull’omonimo golfo sul mare.

Ed è una destinazione imperdibile, per assaporare non solo il fascino della natura che qui regala una scenografia di impareggiabile bellezza, ma anche di scoprire la storia di questi luoghi e la loro cultura. Inoltre, l’acqua regala colori e sfumature che sembrano essere state rubate ai Caraibi, attenzione però perché la temperatura è bassa.

Il posto ideale per una gita avventurosa, ma anche ricca di scoperte e di immagini da scolpire nel cuore e, perché no, anche su pellicola.

Parco Nazionale del Canyon di Köprülü, qui si può fare rafting nel fiume

Rafting, passeggiate, escursioni, ma anche nuoto: sono solo alcune delle tante attività che si possono provare quando si visita il Parco Nazionale del Canyon di Köprülü in Turchia, un luogo da sogno in cui i contrasti di colori restituiscono allo sguardo una magia che solo la natura sa creare.  Ci sono le rocce, il verde delle piante e poi il turchese dell’acqua del fiume, che brilla di tante sfumature diverse e sembra essere stato rubato direttamente dal mare dei Caraibi.

Il canyon si estende per diversi chilometri e la scenografia che regala è pazzesca: composta da rocce che cadono a picco e che in alcuni punti sono davvero alte. Lì scorre il fiume, con le sue acque fredde e dai colori stupefacenti. E si tratta del luogo ideale per tutti coloro che amano scoprire i posti, conoscerli e vederli da un altro punto di vista, grazie alle possibilità di praticare attività sportiva mentre lo sguardo raccoglie i tanti dettagli intorno a sé. Dalle piante, alla fauna, senza dimenticare le rocce e la struttura dell’area che è molto interessante e suggestiva, sono tante le cose da vedere. Vi sono boschi di cipressi, pini e cedri ed è davvero un luogo indimenticabile per chi lo visita.

E poi la ricchezza storica e culturale della zona, qui infatti si possono trovare alcuni posti che vale la pena visitare.

Storia e cultura nel Parco Nazionale del Canyon di Köprülü

Il Canyon di Köprülü in Turchia è stato dichiarato Parco Nazionale nel 1973 e, oltre alla sua suggestiva bellezza, è anche un luogo ricco dal punto di vista storico. Come il ponte Oluk, che ha circa 2mila anni ed è stato realizzato dai romani. Nella stessa area si trovano i resti dell’antica città di Selge, che si trova a circa una decina di chilometri dal Canyon e i suoi resti sono davvero una tappa interessante per scoprire di più sulla storia antica di questi luoghi. Così come non si possono perdere le rocce di Adam, dalle forme davvero particolari

Queste sono solo alcune delle tante bellezze che caratterizzano il Parco Nazionale e le zone limitrofe, per immergersi nella storia della Turchia, ma non solo, e conoscere di più della sua natura, dei suoi contrasti di colori e della sua cultura.