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L’eccezionale scoperta nel cuore della metropoli

Una nuova straordinaria scoperta archeologica è avvenuta nel cuore di una metropoli europea, al di sotto di un cantiere edile.

Una zona, peraltro, già interessata da un altro eccezionale ritrovamento lo scorso anno quando era tornato alla luce uno spettacolare mosaico romano, tra il più grande rinvenuto in città negli ultimi 50 anni.

Lo scavo archeologico sensazionale a due passi dal London Bridge

Siamo a Londra, a pochi passi dalla stazione di London Bridge, nel grande cantiere “Liberty of Southwark” a Borough, nei pressi della riva sul del Tamigi.

Si tratta di una zona oggetto di un significativo progetto di riqualificazione edilizia e urbana con la costruzione di negozi, abitazioni e uffici per conto della Landsec e Transport for London (TfL) che, ormai, è diventata un caso di studio a livello mondiale.

Infatti, dopo il già citato mosaico, è riaffiorato anche un antico mausoleo romano, risalente a duemila anni fa, con le strutture murarie intatte e mosaici di pregevole fattura e disegno: un monumento funerario che accoglieva gli appartenenti alle famiglie ricche della Londra di epoca romana.

Il mausoleo è stato subito definito dall’équipe del Museum of London Archaeology (MOLA) come “il mausoleo romano più intatto e raro mai scoperto nel Regno Unito“.

Ma questo non è l’unico motivo di stupore. Infatti, stanno riaffiorando dagli interri numerosi reperti che destano meraviglia: sono oltre cento monete, frammenti di ceramica, strumenti di metallo e tegole decorative.

Il Guardian, inoltre, ha riportato che nella zona circostante hanno rivisto la luce più di 80 sepolture romane, prive di resti umani ma custodi di ceramiche, braccialetti di rame, perline in vetro e anche un pettine rosso.

Catherine Rose, consigliere comunale del London Borough of Southwark, ha dichiarato con orgoglio: “La scoperta di questo mausoleo romano e dei suoi mosaici testimonia la ricchezza del nostro passato“.

Il mausoleo, una meraviglia in più a Londra

I resti del mausoleo, che sarà restaurato ed esposto al pubblico andando ad aggiungersi al cospicuo patrimonio monumentale londinese, includono le pareti e la pavimentazione interna al cui centro desta meraviglia un notevole mosaico circondato da una piattaforma rialzata su cui trovavano posto le sepolture.

Intatti rimangono anche i gradini che portavano ai piani inferiori.

I primi dati raccolti dagli studiosi fanno pensare che l’edificio abbia subito importanti modifiche durante la sua esistenza: gli archeologi hanno trovato un secondo mosaico direttamente sotto al primo, anch’esso con un fiore al centro da cui si diramano cerchi concentrici incastonati in un pavimento realizzato con piccole tessere rosse.

Le murature dell’imponente struttura vennero probabilmente smantellate durante il Medioevo per essere impiegate altrove: tuttavia, i segni indicano con chiarezza che si trattava di un edificio a due piani la cui imponenza richiedeva robuste contrafforti agli angoli per sostenerlo.

Antonietta Lerz, archeologa senior presso MOLA, ha spiegato: “Questo sito relativamente piccolo a Southwark è un microcosmo per le mutevoli fortune della Londra romana, dalla prima fase del sito in cui Londra si espande e l’area vanta edifici romani riccamente decorati, fino al tardo periodo romano quando l’insediamento si restringe e diventa uno spazio più tranquillo dove le persone ricordano i loro morti. Fornisce un’affascinante finestra sulle condizioni di vita e lo stile di vita in questa parte della città nel periodo romano”.

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Chaco Canyon, una delle prime metropoli della storia

Il mondo d’oggi è costellato di metropoli che sono una più intrigante dell’altra, ovvero quelle città che nell’accezione moderna hanno notevoli dimensioni, specie se caratterizzata da una dinamica vita sociale, economica, culturale. Ma quale è stata la prima in assoluto?

Le opinioni degli esperti su questo argomento sono un po’ dibattute. C’è chi ritiene che sia stata Roma antica che superò il milione di abitanti. Ci sono altrettanti studiosi che sostengono che la prima metropoli della storia fu Catalhoyuk, in Turchia, che risale a 9500 anni fa. Poi ci sono gli esperti che invece sono convinti che Alessandria d’Egitto fu la prima metropoli cosmopolita al mondo. E poi ancora dei conoscitori che dichiarano che ad esserlo sia stato Chaco Canyon, nel Nord America, ed è proprio di quest’ultimo che vi vogliamo parlare.

Un po’ di storia su Chaco Canyon

Chaco Canyon è forse il più importante mistero archeologico del Nord America ed ed è legato alla storia degli Anasazi, una civiltà nativa che ha lasciato moltissime tracce prima di scomparire completamente. Oggi è un prestigioso sito archeologico che si trova negli Stati Uniti, e precisamente a Four Corners County, l’unico punto dove si incontrano quattro Stati del Nord America: il New Mexico, l’Arizona, il Colorado e lo Utah.

Attualmente è una zona arida e abbandonata, ma fino circa 800 anni fa era fertile e abitata da questa popolazione che visse tra il VII secolo e la fine del XIII secolo. Anche se a dire la verità vi sono tracce dei loro antenati risalenti al 1500 a.C., ma questa vera e propria civiltà si sviluppò propriamente nel X secolo.

Un’area che, nel 1250, venne in gran parte abbandonata, anche se un recente studio ha stabilito che questa tribù nativa, come successe per i Maya, non sopravvisse alla siccità causata dal riscaldamento globale, finendo per estinguersi. Altrettanti studiosi sostengono che la violenza e la guerra hanno spinto questa popolazione al cannibalismo: sono stati ritrovati corpi smembrati. Insomma, quel che è certo è che l’origine e il declino di questa popolazione è ancora in discussione.

Il Chaco Canyon oggi

Il Chaco Canyon oggi è una raccolta di quasi 3.600 siti archeologici e anche un monumento nazionale americano divenuto poi National Historical Park. Classificato persino patrimonio mondiale dell’UNESCO, è il più importante sito archeologico precolombiano del Messico settentrionale .

Molte delle costruzioni presenti sono allineate secondo i cicli solare e lunare, il che indica un certo grado di avanzamento di questa civiltà per le osservazioni astronomiche e l’architettura. Sfortunatamente, però, i siti culturali sono fragili e il rischio di erosione causato dai turisti ha portato, per esempio, alla chiusura al pubblico di Fajada Butte, una collina che, nonostante non ci sia una fonte d’acqua, conserva rovine di piccole abitazioni rupestri.

I luoghi del Cacho Canyon sono considerati sacri da tempo immemore e si trovano tra il Canyon Centrale, che contiene i più grandi complessi di questo sito, e gli Esterni dove sorgono alcune delle più interessanti Grandi Case.

Le Grandi Case sono degli enormi complessi che rappresentavano il fulcro dello stile architetturale e religioso del popolo. Molti complessi del Chaco Canyon possiedono una media di 200 case ognuno, con punte di 700. Dimore ben progettate e che spesso raggiungevano i quattro o cinque livelli. C’erano poi le strutture religiose, note come kiva, che venivano costruite in proporzione al numero delle abitazioni di un pueblo (termine con cui i primi esploratori spagnoli identificavano lo stile di vita degli Anasazi).

Decisamente interessante è il complesso del Pueblo Bonito (“Bel Villaggio”) che copre quasi 8000 m², include 650 case ed è la più spaziosa delle Grandi Case.

In sostanza, il Chaco Canyon con i suoi enormi edifici e la sua dimensione metropolitana ha attirato per decenni le curiosità della comunità scientifica. Per questo in molti si chiedono come hanno fatto le popolazioni a superare i vari ostacoli naturali e a trasportare i materiali necessari alla costruzione della città. Stando alle recenti rivelazioni di alcuni esperti provenienti dalla Colorado University, avrebbero utilizzato delle ingegnose cinghie legate al cranio.